La valutazione della pratica professionale: dal self-audit alla ricerca (Massimo Tombesi)
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L’Unità di Medicina Generale e la ricerca
CS�RMEG
C����� S���� � R������� �� M������� G�������
XIX C�������� N��������
C���������� 26 �27 ������� 2007
Massimo Tombesi
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Il progetto di rifondazione della Medicina Generale
• Tutti gli elementi significativi, problemi, competenze e possibili ruoli della MG sono identificati e (in parte) analizzati. Tra di essi clinica, ricerca, formazione
• Si può avere l’impressione che la MG risulti più una “somma” di attività – variamente distribuite – che non una professione che integra e dà la direzione e il senso a diverse competenze, funzioni e capacità
• Può essere utile una visione funzionale più integrata dell’UMG, collegata alla clinica, alle specificità del sistema di cure territoriali e all’auto-organizzazione
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All’UMG serve un motore… un’anima
La nostra visione è meno “manageriale”, meno top-down, o forse può esserlo in un modo più interno alla nostra cultura, partendo dalla pratica
Paolo Tedeschi, seminario CSeRMEG aprile 2007
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Le UMG e la ricerca
“General Practice should be seen more as a setting where knowledge is generated than
a setting to which it is - more or less adequately -
just transferred. Hence, research should be grounded in practice, and viewed as a normal – not
separate – setting of care“.
La medicina generale deve essere vista più come un ambito in cui si producono conoscenze che non un luogo in cui esse sono,
più o meno adeguatamente, soltanto trasferite.Quindi la ricerca deve essere fondata nella pratica, e vista come un
normale – non separato – ambito di cura.
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Le UMG e la ricerca
• Il modello dell’UMG prevede un “tempo protetto” per diverse attività extracliniche, tra cui ricerca e formazione– cade l’ostacolo maggiore che ha impedito a molti MMG di
impegnarsi più seriamente nella ricerca– da evitare però il rischio di separatezza della ricerca dalla
pratica– sono due facce inscindibili della stessa medaglia tra cui
trovare il giusto equilibrio– Se la ricerca non è separata dalla pratica, e se si configura
come “progetto condiviso”, garantisce l’accountability verso il paziente
• Il bilancio è positivo e l’UMG apre nuove possibilità alla ricerca “formale” in MG
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Le UMG e la ricerca
• A parte gli ambiti tradizionali, si può presumere che l’UMG offra in particolare opportunità di ricerca su modelli assistenziali, a loro volta necessari all’UMG
• Questo presuppone che i MMG:– facciano uno sforzo di pianificazione e costruzione di modelli
assistenziali specifici e dedicati– assumano un atteggiamento di osservazione sulle proprie
pratiche, cioè siano capaci di renderle fonti di dati analizzabili (anche qualitativamente)
– senza mai dimenticare lo sguardo da MMG: i dati - i fatti - da osservare e analizzare si possono scegliere (siamo specialisti in Medicina Generale)
• Sarà più facile rispetto alla pratica individuale e a quella dei gruppi?
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L’organizzazione del lavoro come fonte di dati, e i dati - i fatti –
come guida all’organizzazione
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Le UMG e la ‘popolazione’ assistita
• Un gruppo di MMG, segue nel tempo una popolazione di assistiti, di cui può essere considerato, entro certi limiti, responsabile.
• Il MMG può e deve avere sempre uno sguardo anche di popolazione e - a certe condizioni – può intervenire in modo attivo e programmato sui singoli, come parte di una popolazione definita (con criteri clinici o per caratteristiche socio-assistenziali)– Questa operazione può consentire di ottenere un miglior
risultato in termini di controllo dei rischi, interventi preventivi, riduzione di eventi patologici, identificazione di cause di disuguaglianza, protezione dalla medicalizzazione
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Ipotetici gruppi di pazienti
• Ricerca epidemiologica e descrittiva• Programmazione degli interventi• Modelli assistenziali• Indagine valutativa sui risultati/esiti• Report consuntivi di attività
Diabetici Soggetti a rischio CVS
Soggetti a rischiooncologico
AsmaticiBPCO
Anziani nonambulabili
Anziani a rischiodi fratture
Terminali
Pazienti psichiatrici
Frequent attenders
Immigrati
… …
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Costruire programmi di intervento
• Ricerca descrittiva, osservazionale, epidemiologicaProgrammazione condivisa di interventi– Coinvolgimento dell’UMG, incluso il personale non medico, e
attribuzione di compiti individuali– Coinvolgimento servizi ASL, valutazioni costo/efficacia– Redazione di programmi di intervento, uso di linee guida– Definizione di bisogni formativi, economici, di attrezzature,
personale dedicato (attività oraria di MMG con “special interest”?), eliminazione di compiti improduttivi
– Coinvolgimento collettivo della popolazione nel territorio• Ricerca valutativa, indicatori di attività, VRQ• Report periodici di attività (accreditabili ECM) delle
Unità di Medicina Generale
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• Programmare l’attività, con flessibilità e nei limiti in cui è possibile (c’è comunque la forte domanda spontanea dei pazienti) implica:– fare ricerca – fare formazione, self-audit, peer review, VRQ– nuove opportunità per la formazione specifica– nuove opportunità per la clinica della MG– nuove opportunità preventive e assistenziali– garantire accountability verso assistiti e SSN/R
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L’UMG come unità funzionale• Mediante la definizione di programmi di attività,
– indicativi di assunzione di responsabilità – oggetto di successiva verifica– accreditabili anche ECM
• contribuendo alla formazione specifica– con l’attività tutoriale – collaborando con le Scuole Regionali di MG
• l’UMG svolge funzionalmente, in modo coerente ed integrato nella normale attività, compiti di:– Assistenza– Formazione– Ricerca
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Ma Assistenza, Ricerca, Formazione sono le caratteristiche costitutive dell’Università
Quindi:l’UMG, animata funzionalmente da piani di programmazione dell’attività, fondati anche sulla ricerca, pone le premesse per il passaggio della MG da “Accademia del fare” a vera e propria Università del Territorio