LA SPADA, LA VANGA E LA CROCE- Il Vulture - Alto Bradano: terra di re, contadini e monaci.

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Percorsi alla scoperta della Basilicata, ed. a cura della Basilicata

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LA SPADA, LA VANGA E LA CROCELA SPADA, LA VANGA E LA CROCE

Il Vulture - Alto Bradano:terra di re, contadini e monaci.Il Vulture - Alto Bradano:terra di re, contadini e monaci.

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Sullo sfondo una vetta d’origine vulcanicacircondata da boschi. Alle sue pendici duespecchi d’acqua.

Sono i laghi di Monticchio, antichi crateri di unvulcano spento e simbolo di quest’estesa areanord orientale della Basilicata.

Siamo nel Vulture, territorio montano-collinarericco di storia, di leggende e tradizioni, maanche ricco del colore dei suoi boschi,castagneti, querceti e faggeti soprattutto, deisuoi oliveti e vigneti (da cui trae origine ilcelebre vino Aglianico), del rumore delle suefresche sorgenti e di una fauna eterogenea.

Lepri e scoiattoli, volpi, tassi e donnole

percorrono la fitta vegetazione dell’area.La poiana, il gheppio e il nibbio realeguardano dall’alto la “ninfea alba” che ricoprela superficie dei laghi.

In questa zona, poi, è da segnalare la presenzadella Bramea europea: una farfalla notturnaappartenente a una famiglia orientale la cuipresenza in Basilicata rappresenta un casounico su scala europea.

Proprio per tutelare la rarissima Bramea,scoperta in località Grotticelle di Monticchiodall’entomologo altoatesino Federico Hartig, èstata istituita in territorio di Atella (B3)la

Riserva statale di Grotticelle.La riserva di Grotticelle non è l’unica “areaprotetta” della zona. Ai piedi del massicciovulcanico del Vulture, infatti, l’area occupatadai due laghi di Monticchio costituisce laRiserva regionale del Lago Piccolo, ricca distrade e di sentieri da percorrere, a piedi o inbicicletta, sulle tracce di Federico II e deibriganti del rionerese Crocco.

Se Monticchio ed i suoi laghi rappresentanol’emblema naturalistico del Vulture la suacapitale storico-politica può essere individuatain un binomio di città: Melfi (B2) e Venosa (C2).

La prima, centro dall’illustre passato, fu cara ainormanni del Guiscardo e a Federico II di

Svevia che vi promulgò, nel 1231, le“Costituzioni Melfitane”. Luogo di 5 concili chevide bandire, nel 1089, la “Prima Crociatacontro gli infedeli”, Melfi è oggi la quarta cittàlucana per grandezza.

Costruita attorno al suo Castello (sede dal 1976del Museo archeologico Nazionale del VultureMelfese), la città mostra al visitatore laCattedrale dell’Assunta con un campanile del1153 e il limitrofo Palazzo Vescovile, tra i piùbelli d’Italia, del XVIII secolo.A pochi chilometri dall’ex capitale del Ducatodi Puglia si trova la cripta di Santa Margheritadel XIII secolo (interamente scavata nel tufo e

affrescata con Santi, in stile bizantino ecatalano, e con il “Monito dei morti”).

A poco più di 20 chilometri da Melfi sorge, suuno sperone d’origine vulcanica, la città nataledel poeta Orazio Flacco. E’ Venosa: uno deicinque borghi lucani più belli d’Italia.

Una visita alla città oraziana ha nel Parcoarcheologico (con le sue terme e le domus, ilcomplesso episcopale e i resti dell’Anfiteatro) ilsuo punto obbligato di par tenza.

Limitrofo al Parco è il Complesso della SS.Trinità, sacrario della famiglia normanna degliAltavilla, impreziosito dall’Incompiuta. Pocodistante le catacombe ebraico-cristiane

scoperte nel 1853 ed extra moenia la tomba delconsole romano Marco Claudio Marcello e ilsito paleolitico di Notarchirico.

Nel cuore di Venosa, infine, hanno sede ilmaestoso Castello ducale Pirro del Balzo (cheospita il Museo Archeologico Nazionale diVenosa) e la Cinquecentesca Cattedrale diSant’Andrea.

Venosa ed Acerenza (D4) hanno in comune, daun lato, il loro essere annoverate tra i borghilucani più belli d’Italia, dall’altro le lorosplendide Cattedrali. Se Venosa custodisce lacattedrale di Sant’Andrea, fatta edificare da

MELFI : la CattedraleMELFI : la Cattedraleonticchio - vegetazione sul lagoMonticchio - vegetazione sul lago

Riserva regionale del Lago PiccoloNata a metà degli anni Ottanta del secoloscorso, la Riserva occupa 187 ettari diproprietà del comune di Atella. Già rifugio dibriganti e luogo di pellegrinaggio, eremo dimonaci e territorio di caccia per Federico II diSvevia, l’area “ospita” oggi la Brameascoperta da Federico Hartig nel 1963.Se la vegetazione del Parco è costituita dauna faggeta di bassa quota (la cui origine èimputabile alle peculiari condizionimicroclimatiche della zona), la Riservaregionale del Lago Piccolo è anche areaarcheologica e sede di beni culturali.Tra questi spiccano i resti dell’Abbazia diSant’Ippolito, nell’istmo che divide i duelaghi di Monticchio e, riflessa nel più piccolo

dei due, l’imponente Abbazia di San Michele(sede, tra l’altro, del Museo di Storia Naturaledel Vulture).Il monastero di San Michele,costruito su una grotta scavata nel tufo, neipressi della quale sono stati ritrovati depositivotivi risalenti al IV-III secolo avanti Cristo, fuprima insediamento benedettino e poi, dopoil 1456, passò ai cappuccini che vi costruironouna biblioteca e un lanificio.All’interno dell’Abbazia si trovano una chiesaSettecentesca con la sua Cappella e la Grottadell’Angelo dedicata a San Michele.Un luogo, quest’ultimo, dove si riunivano inpreghiera i monaci basiliani che anticamenteabitavano la zona.

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Box Museo Nazionale del Vulture MelfeseIl Museo archeologico di Melfi, ubicatoall’interno del castello normanno-svevo,presenta l’importante documentazionearcheologica rinvenuta nel comprensorio delVulture. Si tratta di corredi funerari di VII-IIIsecolo avanti Cristo, caratterizzati, per le fasipiù antiche, da raffinate ceramiche daunie adecorazione geometrica, da armature inbronzo, da preziosi ornamenti in argento, oro eambra e da vasi in bronzo di produzione siagreca che etrusca. Caratteristici della fase diIV-III secolo avanti Cristo sono invece leceramiche magnogreche a figure rosse e i vasia decorazione policroma con figure applicate,di produzione canosina, rinvenuti, in primoluogo a Lavello (l’antica Forentum). Il museo di

Melfi, intitolato all’archeologo romanoMassimo Pallottino, espone tra l’altro unostraordinario sarcofago in marmo del II secolodopo Cristo con decorazione a rilievo, riferibilea botteghe dell’Asia minore. Sul coperchio delsarcofago è raffigurata la defunta “dormiente”e sulle sue lastre sono rappresentati,all'interno di nicchie, dei ed eroi romani, atestimoniare le figure mitiche di riferimentodella famiglia aristocratica, cui apparteneva ladonna. Un’ultima area del museo è, infine,dedicata alla famiglia Doria che, per ultima,abitò il castello delle ConstitutionesAugustales.

Pirro del Balzo tra il 1470 e il 1502, ad Acerenzavi è la Cattedrale intitolata a Santa MariaAssunta e San Canio.

Il duomo acheruntino, costruito nell’XI secoloin luogo d’una chiesa paleocristiana, edificataa sua volta, su un tempio pagano dedicato adErcole, è uno dei monumenti più importantidell’intera Basilicata.

Fatto edificare dall’arcivescovo Arnaldo sotto ladirezione di architetti francesi che si ispiraronoall’abbazia di Cluny presenta nella cripta,realizzata sotto il presbiterio nel 1524, unodegli esempi più interessanti del Rinascimentonel Mezzogiorno d’Italia. Nella Cattedrale diAcerenza, tra l’altro, sono custoditi preziosi

affreschi attribuiti a Girolamo Todisco.

Al di la della Cattedrale, Acerenza offre alvisitatore un centro storico di improntamedievale, i palazzi gentilizi e i museiDiocesano (con reperti archeologici di epocagreca e romana) e dei Legni intagliati (con oltre3000 pezzi d’arte pastorale).

Se da Acerenza, il più importante centrodell’Alto Bradano, si torna nel Vulture, unavisita merita Rionero (C3), città natale diCarmine Crocco e Giustino Fortunato.E’ una delle capitali lucane per la produzionedel vino Aglianico, Palazzo Fortunato e la

Seicentesca Chiesa Madre sono due delletappe rioneresi più suggestive per ilvisitatore.

L’Aglianico e gli Arbereshe.Non tutti sanno che furono i profughialbanesi a importare, nel Vulture melfese, ilvitigno Aglianico.

Tre centri lucani di quest’area furono infattiripopolati, a cavallo tra il XV e il XVII secolo,dai discendenti di Giorgio CastriotaSkanderbeg.

Sono Barile (B2), il più grande dei tre,Ginestra (C2) e Maschito (D3).

Barile ha nelle cantine scavate nel tufo, nellaChiesa della Madonna delle Grazie (checonserva opere d’arte del XV secolo), inquella di San Nicola e nella Fontana delloSteccato (su cui figurano immagini aventifunzione di protezione dal malocchio) i suoiprincipali motivi di visita.

Anche Ginestra e Maschito conservano luoghidi interesse turistico. Se nel primo spiccanola Chiesa Madre del 1500 e quella intitolataalla Madonna di Costantinopoli del 1588; nelsecondo le fontane, i numerosi palazzigentilizi e le chiese permettono uninteressante giro turistico. Nel novero degli

edifici sacri di Maschito spiccano la ChiesaMadre custode della “Madonna dei sette veli”(quadro ritenuto miracoloso e perciò assaivenerato), quella del Caroseno (con all’internoun affresco Cinquecentesco di “Madonna colBambino”) e quella del Purgatorio con unquadro della “Madonna di Costantinopoli”.

La Murgia potentinaI centri di Rapolla e Lavello, Montemilone eForenza, Banzi, Genzano di Lucania ePietragalla sono anche conosciuti come comunidella Murgia potentina. Paesaggisticamentesimili ai paesi della Murgia pugliese questipiccoli e medi borghi dell’Alto Bradano sonomete turistiche interessanti e peculiari.

Se Rapolla (C2)offre al visitatore la suaCattedrale del 1209, a Banzi (E2) sono visibilivestigia di insediamenti preromani e romani.Da Banzi a Genzano (E2)il passo è breve. Inquesto centro d’origine medievale sono daammirare la Cinquecentesca Chiesadell’Annunziata (inglobata nel monastero delleClarisse), la monumentale fontana Cavallina,sovrastata da una statua di Cerere del I secoloavanti Cristo, la chiesa di Santa Maria dellaPlatea (con all’interno un polittico del XVIsecolo) e, ad est del paese, il Castello diMonteserico.

Nel popoloso comune di Lavello interessanti

Venosa, castello Aragonese vista dall’altoVenosa, castello Aragonese vista dall’alto Aglianica Wine festivalAglianica Wine festival

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sono il Castello Svevo, ricostruito nel 1600 eattualmente sede del Municipio, e la chiesa diSant’Anna con all’interno un’Annunciazionedel pittore Antonio Stabile.

A Montemilone (D2) e Pietragalla (D4)interessanti sono i “quartieri” antichi doveaffacciano le Chiese, i portali storici e leedicole sacre e, a Pietragalla, è da visitare ilParco dei Palmenti simbolo della civiltàcontadina.

Forenza (D3), infine, offre al visitatore la suaChiesa Seicentesca del Crocifisso (con altarilignei, tele del 1500, un dipinto di Santa Mariadella Stella del XIV secolo, un coro del 1500 edun prezioso crocifisso ligneo del XVII secolo) e

la “Casa contadina” (una ricostruzione fedeledi una abitazione contadina di inizio secolo) alcui interno è possibile ammirare mobili,oggetti ed utensili di uso quotidiano e riviverel’atmosfera della civiltà contadina dei primi delNovecento).

GLI ALTRI CENTRI DEL VULTURE – ALTOBRADANO

Un tour in quest’area posta a nord est dellaBasilicata, compresa tra il monte Vulture e lavalle del fiume Bradano, può prevedereulteriori soste nei borghi di (C3) Ripacandida(presso la chiesa di San Donato del XIV secolo,

il Monastero Trecentesco e la Chiesa Madre diSanta Maria del Sepolcro, costruita nel 1560);(B3) Atella (coi suoi resti medioevali della cintamuraria, la caratteristica Porta di San Michele,la Cattedrale di Santa Maria ad Nives, la Torreangioina, la chiesa di Santa Lucia, il convento ela chiesa dei Benedettini, il Parco Paleolitico);(C3) Filiano (con la chiesa di Santa Maria delRosario della prima metà del 1800 e, poco fuoridall'abitato, le pitture rupestri raffigurantiscene di caccia preistorica); (B3) Rapone (dalcentro storico d’origine medioevale e dallapiazza principale a forma di terrazzino con, alcentro, una croce che anticamente segnava illimite del centro abitato); (E4) Oppido (dainumerosi palazzi signorili e dalle chieseaffrescate da Stabile e Todisco ed impreziosite

dalle sculture di Altobello Persio); (B3) Ruvodel Monte (con il Castello risalente al XVIsecolo ed affiancato da una torre d’epocaangioina che conserva ancora le originalimerlature); (B4) San Fele (con il convento diSant’Antonio dagli affreschi Settecenteschi lacui Chiesa ospita una pala d’altare del XVsecolo, un polittico del XVI secolo, un coro edun pulpito del XVIII secolo.Nei dintorni del paese, inoltre, è situato ilSantuario della Madonna di Pierno edificatonel 1189); (E4) Tolve (col Cinquecentescoconvento di San Francesco e i resti d’una villaromana del II secolo avanti Cristo); (E4) SanChirico Nuovo (con la Cinquecentesca Chiesa

Madre); la piccola (D4) Cancellara (colcastello a dominare l’abitato, la cappella diSant’Antonio dagli affreschi Cinquecenteschie, extra moenia, la “Necropoli di Serra delCarpine”, con tombe risalenti al V secoloavanti Cristo) e (D3) Palazzo San Gervasio (colsuo castello caro a Manfredi di Sicilia e laPinacoteca d’Errico).

Via Crucis Barile - la zingaraVia Crucis Barile - la zingara

Castello Venosa

Nel 1470 il duca Pirro del Balzo chiese ed ottenne dal vescovo Porfido il permesso di costruire,all’estremità meridionale di Venosa, il nuovo castello della città oraziana.Il complesso militare, nato come importante tassello di un più ampio progetto di fortificazione,sorse su una preesistente cattedrale romanica che il duca si impegnò a ricostruire nel cuoredella città. Il nuovo for tilizio, concepito sul modello del napoletano Maschio Angioino, fu inseguito trasformato da fortezza in dimora di rappresentanza e, si racconta, che Torquato Tasso eCarlo Gesualdo da Venosa si riunissero al suo interno per comporre strofe e partiture musicali.Quattro torri cilindriche e lo stemma “solare” dei Del Balzo, un profondo fossato ed un ampiocortile circondato da un loggiato rinascimentale caratterizzano il castello di Venosa che, dal1991, ospita il Museo archeologico nazionale dedicato principalmente alla colonia latina diVenusia. Tra i reperti conservati nel Museo venosino spiccano un askos a decorazione policromarinvenuto a Lavello, i cippi di Banzi scritti in lingua osca, che componevano un templum augurale (ovvero uno spazio aperto e consacrato, dove si traevano gli auspici attraverso il volodegli uccelli), le epigrafi ebraiche e una mostra permanente che illustra le fasi più antiche dellapresenza dell’uomo nel territorio di Venosa.

Lavello Palazzo DucaleLavello Palazzo Ducaleietragalla - PalmentiPietragalla - Palmenti

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