La Sindrome Di Waardenburg
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Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 1
“La Sindrome di Waardenburg”
DI
ROBERTA NEIROTTI
Luglio 2005
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 2
INDICE
1° CAPITOLO
Storia della Sindrome di Waardenburg. p. 4
2° CAPITOLO
Descrizione della Sindrome. p. 8
3° CAPITOLO
Ripartizione geografica della Sindrome di Waardenburg nel
mondo. p.27
4° CAPITOLO
La SW nel mondo animale p.50
5° CAPITOLO
Studio di A. p. 60
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 3
6° CAPITOLO
Conclusioni. p.68
BIBLIOGRAFIA p.69
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 4
1. STORIA DELLA SINDROME DI WAARDENBURG.
1.1 Il primo caso descritto.
La prima descrizione della Sindrome di Klein-Waardenburg è stata
fatta dall’autore tedesco Karl May (1842-1912), famoso per le sue storie di
avventura su arabi del deserto o indiani americani del selvaggio ovest.
Nella storia “Il fantasma di Llano Estacado”, pubblicata nel 1888, May
descriveva cosi il suo personaggio “Fred il giocoliere”:
“ha uno sguardo vicino, in particolare i suoi occhi, che hanno colore
differente. E’ un “two-eyed” … ed era all’apparenza affascinante. La prima
cosa che uno noterebbe su di lui è la sua considerevole gobba, che ha
rovinato la sua figura al contrario ben strutturata. Il suo corpo era di altezza
normale, e di configurazione molto forte, torso molto lungo, cassa toracica
stretta e braccia lunghe, come sembrano essere tutti coloro che hanno la
gobba. I suoi occhi hanno forma rotonda e riempiono il viso vuoto e
abbronzato. Viso comunque terribile, contrassegnato da una lunga ferita
sulla parte sinistra. I suoi occhi erano sconvolgenti e di colore differente.
L’occhio sinistro era di un azzurro color del cielo, mentre l’occhio destro era
di un nero profondo. … Se questo uomo non avesse avuto la gobba, il suo
aspetto sarebbe stato gradevole e piacevolmente impressionante”.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 5
Dal 1875 al 1876 Karl May divenne il redattore di “Hutte und Schacht”.
Pubblicò nel n° 21 una ricerca su un gruppo di 760 scolari tedeschi
classificati secondo il colore degli occhi, della pelle e dei capelli. Fra loro,
224 sono risultati avere gli occhi blu, 287 avere occhi grigi, 225 occhi
marroni, 450 occhi neri, 3 con occhi rossi e uno solo è risultato avere un
occhio blu e l’altro marrone.
1.2 Petrus Johannes Waardenburg.
L’uomo a cui si deve la scoperta di questa sindrome è senz’altro Petrus
Johannes Waardenburg, il quale nasce a Nijeveen il 3 giugno 1886 e muore nel
1979.
Dopo aver completato gli studi in medicina presso l'università di Utrecht ed
aver conseguito la specializzazione in oftalmologia, ottenne il suo dottorato con
una dissertazione sulla base ereditaria delle caratteristiche fisiologiche e
patologiche dell'occhio. Le malattie genetiche dell'occhio erano il suo campo di
specifico interesse. Questo suo interesse venne ampliato, quando sua moglie diede
alla luce due gemelle monozigoti. Da qui Waardenburg estese le sue ricerche
includendo anche gli studi sui gemelli.
Nel 1932 ipotizzò che la sindrome (detta poi di Waardenburg) poteva
essere causata da un’alterazione cromosomica. Fatto che non è stato
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 6
confermato fino a 27 anni più tardi da Jérome Jean Luis Marie Lejeune e dai
suoi colleghi.
Figura 1 P.J. Waardenburg
Durante l’occupazione tedesca dell’Olanda Waardenburg ha opposto
resistenza politica al regime Nazista di Germania. E’ stato descritto con una
personalità forte e come un uomo di grande coraggio e con un’alta moralità.
Nel mese di dicembre del 1947, alla riunione della Società di
Oftalmologia olandese ad Utrech, Waardenburg ha presentato il caso di un
sarto sordomuto di 72 anni che presentava distopia dei canti e parziale
atrofia.
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Compiuti i 50 anni diventa conferenziere nell’ambito della genetica
umana e nel 1952 ottiene la nomina a professore di genetica all’Istituto di
Medicina Preventiva a Leida. Aveva all’ora 66 anni. Nella sua vita ha
collaborato con il professor Adolfo Franceschetti e David Klein con i quali ha
pubblicato un monumentale lavoro in due volumi sulla genetica in
oftalmologia.
1.3 Ulteriori sviluppi.
Nel 1971 il prof. Arias ha definito il fenotipo caratterizzante la SW tipo
II. Gli individui, affetti da questa variante, presentano quasi tutte le
caratteristiche del tipo I ad eccezione della distopia dei canti. Le due varianti
della SW hanno in comune le caratteristiche di trasmissione che avviene
secondo le regole dell’autosomica dominante con variabilità interfamiliare e
intrafamiliare.
Lo stesso professore ha poi definito il calcolo dell’Indice di
Waandenburg, fondamentale per accertare la distopia dei canti.
Nel 1992 il Consorzio della Sindrome di Waardenburg ha proposto
criteri diagnostici per definire la SWI e solo nel 1995 sono stati definiti quelli
riguardanti la SWII.
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2. DESCRIZIONE DELLA SINDROME.
2.1 Caratteristiche generali della sindrome.
La Sindrome di Waardenburg (SW) è una sindrome autosomica
dominante rara, caratterizzata da:
• dispersioni pigmentarie (pelle, capelli, iride) (vedi figura 1);
• anomalie dell’udito (organo del Corti assente, aplasia canale
semicircolare laterale, ipoacusia neurosensoriale, disfunzione
vestibolare);
• distopia dei canti;
• frezza bianca (vedi figura 2) e prematuro ingrigimento dei capelli;
• ipoplasia della base del naso;
• naso corto/piccolo;
• ali del naso sottili;
• radice del naso prominente;
• eterocromia delle iridi (iride bicolore, colorazione blu zaffiro);
• labbro superiore a cappello di gendarme;
• sopraciglia folte;
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• cardiopatia congenita;
• megacolon/Hirschsprung;
• meningocele;
• scogliosi;
• strabismo;
• prognatismo (sporgenza in avanti della mandibola);
• ptosi (abbassamento di un viscere);
• sinofria (sopracciglia unite);
• ipertelorismo (aumento della distanza tra la commessura interna delle
due palpebre).
Figura 2 Esempio di disordini pigmentari in bambini di colore.
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Figura 3 Esempi di ciuffo bianco.
Le caratteristiche comunemente meno associate sono:
• disfunzione del tubo neurale;
• spalla di Sprengel (spostamento congenito della scapola);
• malformazioni nella struttura ossea (solo in SWIII);
• ritardo mentale;
• disordini psichici.
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Figura 4 Schema riassuntivo delle caratteristiche della sindrome.
Tra i caratteri principali alcuni assumono il ruolo di criteri di tipo
maggiore e altri di tipo minore nell’ambito della diagnosi della malattia.
I criteri di tipo maggiore sono: distopia dei canti con indice di
Waardenburg superiore a 1,95 mm, anomalie della pigmentazione, sordità
neurosensoriale, eterocromia delle iridi e storia famigliare evocatrice.
I criteri di tipo minore sono: anomalie della pigmentazione cutanea
con zone di depigmentazione, sinofria, radice del naso prominente,
ipoplasia, ali del naso sottili e incanutimento prematuro dei capelli.
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La SW rappresenta il 20-25% di tutte le sindromi autosomiche
dominanti ed è causa del 5% delle sordità congenite profonde.
La SW è stata suddivisa in quattro tipologie la cui descrizione viene
riportata nei paragrafi successivi.
2.2 Distopia dei canti e calcolo dell’Indice di
Waardenburg.
La distopia dei canti (cioè la distanza tra gli angoli interni delle
palpebre e la distanza tra i punti lacrimali inferiori) è la caratteristica più
evidente nella Sindrome di Waardenburg tipo I, essa si presenta nel 99%
dei casi.
Per calcolare l’Indice di Waardenburg e di conseguenza poter stabilire
se un soggetto è affetto da questa sindrome, il prof. Arias ha elaborato un
metodo di calcolo.
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Figura 5 Schema per il calcolo dell’indice di Waardenburg
1) misurare la distanza di a, b, c;
2) calcola la x = (a – o,2119c – 3.909)/c;
3) calcola la y = (a – 0,2479b -3.909)/b;
4) calcola l’Indice di W. = x + y +a/b.
Se l’indice trovato è uguale o maggiore di 1.95 mm il soggetto è
affetto da Sindrome di Waardenburg tipo I ed è affetto da distopia dei canti.
2.3 Eterocromia delle iridi.
Le anomalie che ricorrono sono di 3 tipi:
• l’eterocromia parziale o completa delle iridi (spesso un occhio ha
colorazione marrone e l’altro azzurra, verde e azzurro (vedi figura),
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rosso e azzurro, oppure iride di due colori come ad esempio:
marrone e azzurro nello stesso occhio);
• entrambi le iridi con colorazione azzurro zaffiro;
• alterazione della pigmentazione del Fundus: i pazienti con questa
alterazione possono avere manifestazioni albinoidi (con diminuzione
del pigmento retinico) o pigmentazione a chiazze localizzate nella
zona periferica del Fundus.
Figura 6 Bambino con eterocromia delle iridi
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2.4 Anomalie dell’udito.
Nel 50% dei casi trattati, la sordità neurosensoriale, unilaterale o
bilaterale, è dovuta a fenomeni degenerativi a carico dell’organo del Corti,
ad atrofie ganglio spirali e ad atrofie delle fibre nervose. Si possono
evidenziare anche alterazioni e disfunzioni dell’apparato vestibolare come ad
esempio: aplasia del canale semicircolare laterale.
Nel 70% dei soggetti con la SWII, l’ipoacusia è progressiva.
Figura 7 Apparato uditivo
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2.5 Dispersioni pigmentarie
Le anomalie della pigmentazione nella SW riguardano la pelle, i capelli
e gli occhi, ed includono le seguenti lesioni:
- macchie acromiche con confini nettamente definiti, irregolari e con
isole di iperpigmentazione, caratteristiche comuni al piebaldismo;
- macchie di iperpigmentazione su pelle normalmente pigmentata,
descritta come pelle chiazzata.
Figura 8 Esempio di disordine della pigmentazione nella pelle.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 17
Alcune caratteristiche legate ai disordini pigmentari della SW sono
comuni al Piebaldismo, forma parziale di albinismo. Il piebaldismo è un
disordine autosomico dominante caratterizzato dalla ipopigmentazione a
chiazze della pelle e dalla presenza di un ricciolo bianco nei capelli. Allo
stato attuale non è stato ancora definito se esso rappresenti un’entità
distinta dalla SW.
Figura 9 Esempio di albinismo.
2.6 Le cause.
La Sindrome di Waardenburg è una sindrome autosomica dominante.
Si manifesta in omozigosi (fenomeno per cui i caratteri degli individui
si trasmettono identici alla discendenza) o eterozigoti (fattori ereditari
diversi) e basta la mutazione di un solo gene in ogni cellula affinché una
persona sia influenzata dal disordine.
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Figura 10 Schema di ricorrenza nel caso autosomico dominante.
Ogni persona affetta ha solitamente un genitore con gene alterato
(secondo lo schema in figura 9).
Una piccola percentuale di casi è conseguenza di nuove mutazioni dei
geni. Questi casi accadono nelle persone che non hanno una storia di
disordini genetici nella loro famiglia.
I disordini autosomici dominanti tendono a manifestarsi in ogni
famiglia affetta.
In alcuni casi, le WSII o IV sembrano avere una origine da uno
schema autosomico recessivo, in questo caso sono due coppie di geni ad
essere alterate e a scatenare la sindrome (secondo lo schema riportato in
figura 10).
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 19
Spesso i genitori di un bambino con disordini autosomici recessivi non
sono affetti ma portatori di una coppia di geni alterata.
Figura 11 Schema di ricorrenza nel caso autosomico recessivo.
2.7 Geni coinvolti.
Le mutazioni dei geni EDN3, EDNRB, MITF, PAX3, SNAI2 SOX10 sono i
principali responsabili della sindrome.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 20
Questi geni sono coinvolti nella formazione e sviluppo di molti tipi di
cellule, incluse quelle chiamate melanociti.
I melanociti producono la melanina (un pigmento che contribuisce al
colore della pelle, dei capelli e degli occhi) e giocano un ruolo essenziale
nella formazione e nella corretta funzione dell’orecchio interno.
Inoltre, in aggiunta allo sviluppo dei melanociti, i geni SOX10, EDN3 e
EDNRB sono importanti per lo sviluppo delle cellule nervose dell’intestino.
Il gene PAX3, situato nel cromosoma 2, è responsabile del controllo di
alcune funzioni nello sviluppo cranico-facciale e dell’orecchio interno.
2.8 Waardenburg tipo I
La Sindrome di Waardenburg I presenta un’associazione clinica che
comprende almeno 2 criteri maggiori o almeno un criterio maggiore e due
criteri minori.
Responsabile della SWI è il gene PAX3 che è stato localizzato sulla
banda del cromosoma 2q35 e può essere ereditato o può essere una nuova
mutazione.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 21
Figura 12 PAX3.
Sia i portatori di SWI che gli affetti hanno il 50% di probabilità di
essere a loro volta portatori della sindrome e di essere sordi.
Le caratteristiche principali sono:
• distopia dei canti maggiore di 1,95;
• ciuffo bianco;
• ipopigmentazione della pelle;
• sordità riscontrata nel 25 – 70% dei casi;
• occhi blu-zaffiro.
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Figura 13 Radice del naso allargata.
La scoperta del gene umano che causa la SWI è avvenuta dopo un
lungo studio che gli scienziati hanno svolto sul patrimonio genetico dei topi
di Splotch. La SW colpisce, infatti, anche gli animali, ma l’argomento sarà
sviluppato in apposito capitolo.
2.9 Waardenburg tipo II
La Sindrome di Waaardenburg II ha caratteristiche molto simili alla
SWI tranne che per l’assenza della distopia dei canti.
I geni responsabili della mutazione sono MITF e SNA12 che sono stati
localizzati sulla banda del cromosoma 3p14.1-p12.3.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 23
Anche in questo tipo di Waardenburg i portatori o gli affetti hanno il
50% di probabilità di trasmissione e di essere sordi.
Le caratteristiche principali sono:
• perdita della capacità uditiva in 55 – 88% dei casi;
• eterocromia delle iridi;
• nessuna distopia dei canti.
2.10 Waardenburg tipo III (Klein-Waardenburg)
La Klein-Waardenburg (chiamata così perchè descritta per la prima
volta da Klein), ha come caratteristica principale l’anomalia degli arti
superiori oltre alla perdita dell’udito.
Responsabile della SWIII è il gene PAX3 e generalmente si manifesta
in omozigosi ed è autosomico dominante.
Altre malformazioni si possono riscontrare a livello scheletrico e si può
inoltre notare rigidità delle giunture.
Le caratteristiche principali:
• anomalie muscolo-scheletriche.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 24
2.11 Waardenburg tipo IV (Shah-Waardenburg)
Molto simile alla SWII, questa variante della Sindrome di Waardenburg
è caratterizzata dall’insorgenza di problemi legati all’intestino (malattia di
Hirschsprung), dalla sordità e dall’ipopigmentazione.
I geni responsabili sono, oltre allo sviluppo dei melanociti, il SOX10,
EDN3 e il gene EDNRB, tutti legati allo sviluppo delle cellule nervose
dell’intestino. Affinché questa variante della sindrome sia trasmessa, è
necessario che il bambino erediti una coppia di geni mutata per ogni
genitore (autosomica recessiva).
La malattia di Hirschsprung colpisce 1 neonato su 5000.
Le caratteristiche principali:
• megacolon congenito.
2.11 L’Assistenza sanitaria
Nei casi a rischio o nei casi dubbi, risulta necessario effettuare esami
genetici per una completa valutazione della trasmissione nei figli dei geni
mutati.
Una volta accertata la malattia, il paziente dovrà essere seguito da un
audiologo e da un otorinolaringoiatra. Il primo dovrà seguire lo sviluppo
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 25
dell’individuo in modo da gestirne i deficit uditivi impiegando e consigliando
gli ausili necessari.
Il secondo dovrà accertarne le anomalie strutturali dell’orecchio
interno, chiarendo le cause della perdita di udito se connesse ad altri
disturbi e discutere il possibile trattamento con un impianto cocleare.
In relazione alle altre manifestazioni della malattie, saranno richiesti gli
specialisti del caso come: ortopedico, chirurgo plastico (labbro leporino),
gastroenterologo (megacolon), neurochirurgo ecc.
2.11 Impianto cocleare
L’impianto cocleare merita in questo caso di essere citato in quanto sta
diventando un ausilio sempre più utilizzato per migliorare la qualità della
vita degli affetti da sordità.
In genere, gli affetti da SW con la sola sordità profonda, sono trattati
con impianto, come riferito dal Prof. Martini.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 26
Figura 14 Radiografia di un impianto cocleare in sede.
Sino a pochi anni or sono l’utilizzo dell’impianto cocleare era
sconsigliato ai portatori di pluri-handicap. Al contrario, studi effettuati su
casi impiantati di utenti con pluri-handicap, come recentemente riferito dal
Prof. Arslan, hanno dato esito molto positivo.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 27
3.LA RIPARTIZIONE GEOGRAFICA DELLA
SINDROME NEL MONDO.
3.1 Metodo della ricerca.
La presente ricerca è stata effettuata su fonti aperte
(internet), visitando i siti ufficiali di istituti, ospedali ed
organizzazioni mediche che si occupano della sindrome o che in
generale si occupano di disturbi genetici, tra i quali rientra anche
la sindrome, oggetto del nostro studio. Lo scopo è di fornire
ulteriori elementi al fine di comprendere meglio la patologia della
sindrome di Waardenburg, la sua diffusione nel mondo, nonché
aspetti connessi con lo stato di avanzamento delle ricerche nello
specifico settore.
3.2 Alcuni dati sulla sindrome
Ricerche effettuate negli Stati Uniti riportano una frequenza
che si avvicina a 1 caso su 42.000 individui; la SWI e la SWII
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 28
sono stimate essere diffuse in eguale misura. La SW è considerata
responsabile nel 5% dei casi di sordità congenita.
Non esistono dati sulla diffusione nell’intero pianeta, ma si
stima che i tassi della SW nel mondo siano simili a quelli
americani.
I tassi di mortalità sono paragonabili agli individui senza
alterazioni.
Le ricerche effettuate hanno dimostrato che non esiste una
maggiore diffusione etnico-razziale così come la distribuzione tra i
sessi appare uguale.
In relazione all’età è possibile diagnosticare la malattia già
nei neonati. È altrettanto possibile che nei casi meno gravi, la
malattia non venga diagnosticata sino a che un altro membro della
famiglia, con sintomatologia significativa, non viene sottoposto
alle indagini mediche necessarie. Solo dopo che è stata appurata
nel caso più grave, viene poi diagnosticata negli altri membri della
famiglia con forme meno severe.
Gli individui affetti dalla SWI e SWII hanno il 50% di
probabilità di avere una discendenza con la sindrome. Le
caratteristiche cliniche possono, però essere estremamente
variabili nell’ambito familiare, al momento non esistono strumenti
che posano predire se i figli saranno affetti dalla malattia e tanto
meno in che forma (la malattia si può presentare in forma più
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 29
lieve o più grave rispetto al genitore affetto). Il rischio di
ricorrenza per i genitori inalterati è molto basso.
Il rischio di ricorrenza per i casi SWIII e SWIV dipende
dall’eziologia specifica molecolare dell’individuo affetto.
Per chiarire la casistica multirazziale della SW verranno di seguito
presentate alcune serie di studi. Una revisione computerizzata è stata
condotta per attribuire la distribuzione mondiale dei casi riportati affetti da
SW.
Sono stati evidenziati due gruppi: uno con origine nell’Europa
occidentale e l’altro con origini nell’Asia meridionale.
Lo studio computerizzato ha evidenziato sporadici casi in molti gruppi
etnici, inclusi quello giapponese, taiwanese e in alcuni gruppi etnici del
medio oriente.
La più alta incidenza riportata è tra i Keniani.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 30
Figura 15 Eterocromia delle iridi nella popolazione keniana con un occhio azzurro e l’altro con segmento azzurro e marrone.
Di seguito verranno riportati alcuni studi, ritenuti interessanti
tra quelli trovati in rete.
Come si può vedere dalla cartina riportante la loro
distribuzione, la SW è diffusa in tutto il mondo.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 31
La ripartizione degli studi sulla SWriportati nella ricerca
Brasile
Colombia
USA
Sud Africa
CinaGiappone
Corea
Benin
Germania
Arabia S.
Turchia
La ripartizione degli studi sulla SWriportati nella ricerca
Brasile
Colombia
USA
Sud Africa
CinaGiappone
Corea
Benin
Germania
Arabia S.
Turchia
Figura 16 Cartina con la ripartizione degli studi sulla SW.
3.3 Studio epidemiologico in Colombia.
È stato condotto uno studio epidemiologico1 in Colombia,
coinvolgendo 26 istituti per sordi dell’intero Paese, i pazienti sono
stati selezionati dopo essere stati sottoposti agli esami clinici
necessari, oftalmologici, fonoaudiologici e genetici. Sono state
individuate 138 persone affette. 1N Gelvez, M. Rodríguez, MC Lattig, JC Prieto, ML. Tamayo. “Estudio epidemiológico del síndrome de Waardenburg en Colombia.”
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 32
Sul totale delle persone sorde (1.752) incontrate negli istituti
delle principali città della Colombia, il 5,3% riportava le
manifestazioni fenotipiche della SW, il 13,6% aveva una causa
genetica, mentre per il 52,7% non era conosciuta l’eziologia e le
cause risultavano sconosciute (vedi tabella).
Figura 17 Le cause della sordità nello studio epidemiologico colombiano.
Per i 93 individui selezionati che avevano corrispondenze fenotipiche
con la SW, lo studio venne esteso anche alle famiglie per realizzare una
completa storia clinica. In questo modo entrarono nel progetto di studio
anche 45 familiari, finendo per portare il numero complessivo ai 138 citati in
precedenza. Questo fatto appare normale poiché come accade spesso che i
familiari siano ignari di essere affetti dalla sindrome, poiché portano segni
meno evidenti.
La successiva classificazione effettuata secondo l’Indice di W. Ha dato
le seguenti indicazioni: 27,9% dei pazienti corrispondenti alla SWI, il 60,2%
al tipo II, mentre per il restante 11,8% non è stata assegnata la tipologia
(vedi tabella).
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 33
Figura 18 Ripartizione per tipologia degli affetti nello studio colombiano.
Sono state elaborate le caratteristiche fenotipiche la cui distribuzione
ha dato i seguenti risultati. Tra le più diffuse abbiamo: ipoacusia, radice
nasale ampia, sinofria ed eterocromia delle iridi (vedi tabella).
Figura 19 Caratteristiche fenotipiche più frequenti nello studio colombiano.
Nell’ambito delle caratteristiche oftalmologiche abbiamo i seguenti
risultati:
- eterocromia delle iridi 25,3%;
- iridi azzurro intenso 13,7%;
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 34
- fondo dell’occhio albinoide 21,7%;
- occhi chiari 5,8%.
Le disfunzioni oftalmologiche associate solo in alcuni pazienti hanno
dato i seguenti risultati:
- mopia3,6%;
- ipermetropia 2,9%;
- astigmatismo 1,4%;
- ambliopia 0,7%.
I resoconti audiologici hanno portato al risultato che il 63,7% dei
pazienti era affetto da ipoacusia bilaterale profonda (i risultati complessivi
sono riportati in tabella).
Figura 20 Ripartizione dei risultati audiologici nello studio colombiano.
Lo studio effettuato in Colombia è molto interessante dapprima, poiché
non esistevano dati sulla diffusione della SW in America Latina ed anche
perché differiscono dai risultati sin qui noti della sua diffusione e
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 35
classificazione nelle altre parti del mondo. Intanto la SW colpisce i 5,3%
della popolazione sorda del paese sudamericano. La sua ripartizione in base
al sesso ha dato il seguente responso: 46,2% degli affetti è di sesso
maschile, mentre il restante 53,8% è di sesso femminile.
Contrariamente a quanto accade nel mondo la tipologia più diffusa in
Colombia risulta essere la II. Gli autori in proposito formulano due ipotesi.
La prima riguarda la peculiare composizione della popolazione locale,
mentre la seconda implica la non esatta classificazione della tipologia della
sindrome in base all’Indice di W. che potrebbe non essere corretto per tutte
le popolazioni.
3.4 Casi giapponesi.
Una ricerca giapponese2 presenta il caso di una bambina di 3
anni che presentava l’iride blu nell'occhio destro e la sordità
bilaterale. La sorella di 6 mesi aveva l’ipopigmentazione dell'iride
in entrambi gli occhi e la sordità bilaterale. Sono state misurate le
distanze dei canti e quella interpupillare, che messe in rapporto
esprimono un valore inferiore a 0,65. Valore assolutamente
normale secondo i parametri giapponesi. Nelle due pazienti quindi 2 Hayasaka S, Noda S, Setogawa T, Kobayashi A, Kishida K, Sakai T. “Waardenburg syndrome
in Japanese patients. Case reports and literature review.” Ophthalmologica. 1992;205(1) pag. 46-51. Department of Ophthalmology, Shimane Medical University, Izumo, Japan.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 36
i valori rientravano nella norma, indicando l'assenza di distopia
dei canti. Gli autori, dopo attente ricerche, riferiscono di altri casi
di pazienti affetti da SW presentati nella letteratura scientifica
giapponese.
3.5 Sindrome di Waardenburg nei bambini
sordi del Sud Africa.
Sono stati identificati 89 bambini con la Sindrome di Waardenburg,
durante ricerche diagnostiche svolte su 3600 bambini che frequentavano 19
scuole speciali in Sud Africa.
E’ stato stimato che nella popolazione locale sono presenti migliaia di
individui con imperfezioni genetiche, ma solo in una parte di questa, affetta
da Sindrome di Waardenburg, è presente il deficit uditivo.
La sindrome è stata riscontrata in bambini sordi bianchi, neri e con
antenati misti, ma non negli alunni indiani. Ci sono discrepanze per quanto
attiene alla sua diffusione e caratterizzazione nei differenti gruppi tribali
presenti nello stato africano. In famiglie con figli sordi, un fratello
presentava i classici segni della sindrome, mentre l’altro aveva
apparentemente solo una sordità percettiva.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 37
Figura 21 Occhi azzurri blu zaffiro in bambina africana.
Su queste basi è possibile affermare che le espressioni fenotipiche del
gene di Waardenburg nel Sud Africa, in alcuni pazienti, possono essere
limitate al deficit uditivo.
Le osservazioni fatte in questo studio indicano che in questa zona,
l’unica manifestazione di geni imperfetti, può essere data dalle iridi con un
colore blu uniforme, inusuale e rimarcato con o senza sordità congenita.
3.6 Caso coreano.
Sono stati riscontrati tre casi di SW tipo 2 in una famiglia
coreana3, sottoposta ad esami oculistici completi e studi genetici.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 38
Quest’ultimi hanno rivelato che nessuna mutazione dei geni PAX3
o MITF era in atto.
3.7 La sindrome di Waardenburg tipo 2 in
una famiglia turca.
Una famiglia turca4 presentava due dei tre figli che mostravano i
sintomi clinici della SW tipo 2.
Il bambino di 5 anni, il più giovane dei tre figli di questa coppia non
consanguinea, è stato sottoposto ad una valutazione oftalmologia a causa di
una costante isotropia (corpo con caratteristiche fisiche uguali in tutte le
direzioni) nell’occhio sinistro.
Al bambino è stata riscontrata sordità all’età di 16 mesi; il primo vero
audiogramma è stato però fatto all’età di 3 anni, dove veniva riscontrata
una profonda sordità neurosensoriale che non è peggiorata con il passare
3 Choi JH, Moon SK, Lee KH, Lew HM, Chang YH. “Tre casi di tipo di sindrome di Waardenburg 2 in una famiglia coreana.” J Ophthalmol. 2004 Dec;18(2) pag.185-9. Dipartimento di Oftalmologia, Università di Ajou, Scuola di Medicina, Suwon, Corea.
4 ANDREA MÜLLNER-EIDENBÖCK, ELISABETH MOSER “Waardenburg syndrome type 2 in a
Turkish family: implications for the importance of the pattern of fundus pigmentation.” Ophthalmol 2001;85:1384 (November). Department of Ophthalmology, University Hospital of Vienna, Austria.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 39
degli anni. La correzione dell’acutezza visiva era per l’occhio destro 20/20 e
per l’occhio sinistro 20/400.
I suo occhi mostravano iridi molto scure e uno strabismo convergente
nell’occhio sinistro (fig. in alto).
Figura 22 1° figlio descritto.
La pigmentazione del fundus era molto evidente e di tipo anormale in
entrambi gli occhi.
Aree di ipopigmentazione erano presenti nella parte posteriore e nella
zona nasale, altre parti presentavano una pigmentazione chiazzata, mentre
punti di iperpigmentazione erano presenti nella parte destra.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 40
Nell’occhio sinistro queste aree di iperpigmentazione erano molto più
estese nella regione peripapillare nasale e in tutta la parte periferica del
fundus (fig. in centro).
L’audiometria mostrava sordità neurosensoriale bilaterale profonda
(fig. in basso).
Sia i genitori che il secondo figlio, che aveva gli occhi con iridi di colore
differente, riportavano una sordità congenita.
Il secondo figlio, di sette anni, mostrava una completa eterocromia
delle iridi. L’iride destra era di colore marrone scuro, mentre l’iride sinistra si
presentava di un blu brillante (fig. in alto).
La correzione ottimale per l’acutezza visiva veniva raggiunta con i
20/20 dell’occhio destro e 20/200 per l’occhio sinistro.
Una grave pigmentazione del fundus è stata trovata nell’occhio sinistro
(blu), con estese zone albinoidi nella zona nasale e nella parte posteriore,
mentre la regione temporale mostrava un’area omogenea di densa
pigmentazione. Nell’occhio destro (marrone), i disturbi della pigmentazione
erano meno estesi con iperpigmentazione dell’anello peripapillare e
pigmentazione chiazzata specialmente nella regione nasale (fig. in centro).
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 41
Figura 23 2° figlio descritto.
Gli esami audiologici convenzionali mostravano, anche in questo caso,
sordità neurosensoriale bilaterale con moderato danneggiamento
nell’orecchio destro e sordità grave in quello sinistro (fig. in basso).
Valutazioni oftalmologiche e audiologiche fatte sul padre, sul maggiore
dei fratelli e su un altro figlio avuto nell’ambito di un precedente
matrimonio, erano all’interno dei limiti normali. La madre mostrava
pigmentazione a chiazze solo nella parte periferica del fundus. Non sono
state trovate altre anomalie associate all’interno degli altri membri della
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 42
famiglia (come capelli e pelle con ipopigmentazione, sopraciglia grandi,
radici nasali allargate, ipoplasia o prematura tendenza al colore grigio nei
capelli).
Per calcolare l’indice di Waardenburg, un indice biometrico per la
distopia dei canti, in questo caso è stato usato l’indice utilizzato dal prof.
Arias, basata sulla distanza dei canti interni, interpupillare e dei canti
esterni.
L’indice di Waardenburg per questa famiglia è stato di 1.45, che
indicava che nessuno degli individui aveva una distopia dei canti.
L’assenza di distopia dei canti è indicativa di SW tipo 2.
I campioni del DNA testati per valutare le mutazioni dei geni PAX3 E
MITF non mostravano nessuna mutazione.
Il caso riportato ci offre spunti interessanti per le ricerche cliniche di
questa particolare tipologia della sindrome.
Il 10% dei pazienti che soddisfano i criteri diagnostici della WS tipo 2
hanno una mutazione del gene MITF e in molti casi le basi genetiche sono
ancora sconosciute.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 43
3.8 Caso con ritardo mentale.
In una ricerca5 si riferisce di due famiglie turche con i
bambini che hanno avuto l'anoftalmia bilaterale, le labbra
superiori ed inferiori con anomalie, il ritardo mentale ed i genitori
consanguinei. Sono stati accertati due casi nella prima famiglia ed
un solo caso nella seconda come sindrome di Waardenburg, in
questo caso autosomica recessiva.
3.9 Caso tedesco.
I Prof. Piechowiak H., Wasmer C., Gobel F.6 riportano il caso
di una giovane donna con le caratteristiche tipiche della sindrome
di Klein-Waardenburg (il danneggiamento dell’udito, l'albinismo
parziale e la distopia dei canti) messe in evidenza a seguito del
ricovero in ospedale. Sono divenute oggetto della ricerca anche la
madre e la sorella della paziente in quanto anch’esse affette dalla
5 Suyugul Z, Seven M, Hacihanefioglu S, Kartal A, Suyugul N, Cenani A. “Anophthalmia-Waardenburg syndrome: a report of three cases.” J. Med Genet. 1996 Apr 24;62(4) pag. 391-7. Genetic and Teratology Research Center, Cerrahpasa Medical Faculty, University of Istanbul, Turkey. 6 Piechowiak H, Wasmer C, Gobel FD. “Klein-Waardenburg syndrome. Report of 3 cases in a family with a review of the literature.” Laryngol Rhinol Otol (Stuttgart). 1985 Apr;64(4) pag.194-7.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 44
sindrome, pertanto parentela stretta. Gli aspetti otologici della
malattia vengono descritti nell’articolo pubblicato.
Inoltre, viene discussa la possibile associazione di questo
disordine geneticamente determinato con altre malattie, come la
malattia di Hirschsprung o l'immunodeficienza.
3.10 Caso arabo.
La ricerca pubblicata dall'Ospedale Specialistico dell’Occhio di
Riyadh (Arabia Saudita)7 riportava le valutazioni effettuate su una
bimba di 4 mesi che aveva le cataratte congenite e presentava,
inoltre, l’eterocromia delle iridi, l’ipopigmentazione del fundus, il
ricciolo bianco e la perdita di udito neurosensoriale. Le scoperte
risultavano conformi al tipo II della sindrome di Waardenburg.
L'iridectomia bilaterale periferica eseguita successivamente ha
fornito il tessuto per le valutazioni. Gli esami microscopici hanno
rivelato melanociti nelle iridi. Un difetto nella sintesi delle cellule
di cresta e la melanina neurale può essere responsabile
dell'eterocromia delle iridi.
7 Mullaney PB, Parsons MA, Weatherhead RG, Karcioglu ZA. “Clinical and morphological features of Waardenburg syndrome type II”. Eye. 1998;12 ( Pt 3a) pag.353-7.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 45
3.11 Una famiglia con un tipo insolito della
sindrome di Waardenburg.
Una famiglia con un tipo insolito della sindrome di
Waardenburg 1 (WSI) viene descritta in una ricerca americana8
che presenta anche il labbro aderito e la malattia di Hirschsprung.
Quest’ultima non è collegata al gene PAX 3, che ha causato i
disordini del DNA presenti in questa famiglia. In questa famiglia
l'anticipazione dei tratti della WSI si possono far risalire alla
nonna.
Al momento non è stato ancora trovato il collegamento tra le
mutazioni del gene PAX 3 (la principale implicazione della WSI), la
malattia di Hirschsprung ed il labbro aderito.
8 Pierpont JW, St Jacques D, Seaver LH, Erickson RP. “A family with unusual Waardenburg syndrome type I (WSI), cleft lip (palate), and Hirschsprung disease is not linked to PAX 3”. Clin Genet. 1995 Mar;47(3) pag. 139-43. Ricercatori presso lo Steele Memorial Children's Research Center, Department of Pediatrics, Tucson, Arizona, USA.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 46
3.12 Una nuova sindrome.
Nel 1983 Sommer ha descritto9 una nuova sindrome trovata
in una madre e la sua figlioletta. Successivamente chiamata la
sindrome craniofacciale con sordità neurosensoriale.
La sindrome è stata descritta con un profilo facciale piatto,
ipertelorismo e piccole fessure nelle palpebre con un’inclinazione
di tipo antimongoloide, un ponte nasale depresso con narici a
punta di bottone ed una bocca piccola contratta. La famiglia ha
avuto un altro bambino, un figlio, due anni dopo la nascita del
caso indicato, che presentava le manifestazioni descritte per la
madre e la sorella. In conseguenza della descrizione di ben tre
membri della stessa famiglia ed in due generazioni ed un fenotipo
che presenta anomalie dei canti mediofacciali e distopia simile alla
sindrome di Waardenburg.
In tal senso sono state indirizzate le ricerche per verificare le
mutazioni nel gene PAX3, riscontrando una mutazione nel dominio
del PAX3.
9 Sommer A, Bartholomew DW. “Craniofacial-deafness-hand syndrome revisited.” Human and Molecular Genetics, Department of Pediatrics, The Ohio State University and Children's Hospital, Columbus, Ohio, USA. [email protected]
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 47
3.13 Caso cinese.
Una ricerca10 cinese effettuata dai ricercatori Li D, Ma Q, Chen
Y, Zeng L. dei Laboratori nazionali Oftalmici del Ministero della Sanità
Pubblica riferisce di un paziente con la sindrome di Waardenburg.
Il quale soffre di sordità congenita e presenta una radice nasale
larga nella parte alta, la sinofria, l’ipopigmentazione e
l’eterocromia delle iridi e del fundus.
Nel caso specifico è assente la distopia dei canti. Dall’analisi
della sua storia familiare è emersa la presenza di cugino di
secondo grado affetto da albinismo oculocutaneo.
3.14 Un caso osservato nel Benin.
Una ricerca11 effettuata da un’equipe12 riporta il caso clinico
di un piccolo paziente di 3 anni e mezzo. Il bambino con sordità
congenita, albinismo, ipocromia delle iridi e retina bilaterale, ma
senza il distopia dei canti, è stato classificato come tipo II. Il
paziente ha avuto una seconda affezione ereditaria evidentemente 10 “Waardenburg Syndrome” Yan Ke Xue Bao. 1991 Dec;7(4) pag.196-8, 171. 11 “A case of Waardenburg-Klein syndrome observed at the Cotonou NUHC” J Fr Ophtalmol. 1997;20(5):387-90. 12 Bassabi SK, Medji AP, Doutetien C, Oussa G, Hounkpe YY, Vodouhe SJ, Babagbeto M, Latoundji S. della Clinique Ophtalmologique, Centre National Hospitalier et Universitaire, Cotonou, Republique du Benin.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 48
fortuita: l’emoglobinopatia. Ma questo sembra essere, al
momento, classificato come un fatto fortuito.
3.15 Casi brasiliani.
Il Prof. da SILVA EO. dell’Istituto Materno-Infantil (IMIP) di
Recife (Brasile) riporta due casi13 di grandi gruppi familiari con
SWI con legami parentali. Il numero totale di individui affetti è
73.
Le principali manifestazioni sono: la distopia dei canti (l’unica
anomalia costante in tutti i casi), la radice prominente nasale, il
cerchio o la punta quadrata del naso, le ali del naso sottili, le
sopracciglia cespugliose, la sordità neurosensoriale, l'eterocromia
delle iridi o ipoisocromia, l’ipopigmentazione del fundus oculare, il
ricciolo bianco, il prematuro ingrigimento e le lesioni della pelle
ipopigmentate.
13 da SILVA EO. “Waardenburg I syndrome: a clinical and genetic study of two large Brazilian kindreds” Med Genet. 1991 Jul 1;40(1) pag. 65-74
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 49
3.16 Caso di tre bambini affetti nati da
genitori sani.
I Prof. KAPUR S. e KARAM S.14 del Department of
Pediatrics/Human Development – Genetics Clinic of Michigan State
University riportano il primo caso di una famiglia con tre bambini
affetti dalla sindrome di Waardenburg ed i genitori normali, senza
casi riportati nella storia delle famiglie d’origine.
14 KAPUR S. – KARAM S. “Germ-line mosaicism in Waardenburg syndrome”. CLIN GENET. 1991; 39(3) pag. 194-8.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 50
4. LA SINDROME DI WAARDENBURG NEL MONDO
ANIMALE.
4.1 La SW nei topi.
Le mutazioni genetiche dei topi con anomalie nei colori della
pelliccia sono state utili per identificare i geni mutati nella SW,
sebbene i fenotipi descritti per i topi non comprendevano appieno
quelli descritti successivamente per le diverse tipologie della SW.
Figura 24 Topo con il mantello champagne.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 51
Figura 25 Esempio di topo con il mantello chiazzato di bianco.
In particolare è stato dimostrato un collegamento tra il
cromosoma umano 2q37 e le mutazioni genetiche che avvengono
nel topo di Splotch, caratterizzato da macchie bianche e sordità.
Questo fatto suggerisce che i topi così caratterizzati
rappresentano l’omologo in campo animale della SW tipo I.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 52
Figura 26 Topo albino dagli occhi rossi.
Figura 27 Topo con il mantello a 3 colori.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 53
4.2 La SW nei furetti.
La sordità nei furetti è solitamente dovuta ad un difetto
genetico causato dalla SW, che provoca un incompleto sviluppo
dell’orecchio interno. La sordità è geneticamente collegata a
macchie bianche sul viso, sul corpo e sulla coda.
Figura 28 Furetto sottoposto ad esame audiologico.
Solitamente questo fenomeno colpisce i furetti tipo “blaze” e
“panda”; è stato stimato che il 75% di questi animali è sordo. La
SW è inoltre presente nei furetti albini (caratterizzati dal pelo
bianco e occhi scuri o rossi). È stato messo in evidenza in alcuni
studi che i furetti sordi siano più inclini a mordere, questo è
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 54
probabilmente dovuto ad una sorta di meccanismo di autodifesa.
Figura 29 Daisy – furetto con occhi scuri ma il mantello chiaro.
Figura 30 Flower – furetto con le strisce di Waardenburg e difficoltà uditive.
Figura 31 Zeuss – furetto con le strisce di Waardenburg e completamente sordo.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 55
4.3 La SW nei cani e nei gatti.
La SW nelle tipologie I e II colpisce anche altri animali tra i
quali i cani e i gatti.
Figura 32 Dalmata con gli occhi azzurri e disturbi nella pigmentazione del pelo.
Nei cani questa malattia è stata riscontrata solo in alcune
razze, nello specifico si tratta dei collie, dei terrier, degli alani e
dei dalmati. I cani affetti sono caratterizzati dal pelo bianco, dagli
occhi azzurri o diversamente colorati e sordità.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 56
Figura 33 Cane albino.
Figura 34 Alano con eterocromia delle iridi ed un pelo perlopiù ipopigmentato.
I gatti affetti dalla sindrome si presentano con il pelo bianco,
gli occhi differentemente colorati ed una sordità che può essere
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 57
pronunciata oppure lieve. La sordità è molto più comune nei gatti
bianchi che in quelli colorati diversamente. Il 17-20% dei gatti
bianchi con occhi non colorati di blu è sordo; il 40% con uno dei
due occhi blu è sordo, mentre il 65-85% dei gatti bianchi con
occhi blu è sordo.
Figura 35 Gatto dal pelo bianco con eteronomia delle iridi.
Le ricerche effettuate su questi animali hanno messo in
evidenza che non sono state riscontrate le due forme di SW III e
IV, mentre i geni che causano l’insorgere dei difetti sono gli stessi
riscontrati negli uomini.
Il piebaldismo o albinismo parziale colpisce i topi, i gatti, i
cani, le mucche, i cavalli ed i furetti. Come nel caso degli uomini
gli animali affetti da questa forma di malattia sono fotosensibile
ed hanno solitamente una vista debole.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 58
4.4 Piccola curiosità.
Le tigri bianche sono tali per una mutazione genetica, non causata da
mani umane ma congenita, che provoca la variazione del colore nel manto e
negli occhi: la tigre quindi nasce con la pelliccia bianca striata di nero, e gli
occhi di un colore azzurro intenso. Le più colpite geneticamente sono le tigri
del Bengala. Vivevano su tutto il territorio indiano e in alcuni Stati
circostanti come la Birmania, il Nepal e il Bhutan: solo nel Bengala 40 anni
fa si contavano 40 mila esemplari. In queste zone così ampie, le mutazioni
erano più frequenti e le tigri albine vivevano assieme ai loro simili “colorati”
in assoluta libertà.
Figura 36 Tigre del Bengala con la classica colorazione del mantello e gli occhi azzurri.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 59
Figura 37 Cucciolo di tigre albina.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 60
5. STUDIO DI A.
5.1 Descrizione.
A. è un ragazzo di quattordici anni, nato in Albania da genitori udenti.
Ha un gemello sordo ed un altro fratello minore udente.
E’ affetto da Sindrome di Waardemburg con ipoacusia neurosensoriale
bilaterale gravissima, grave compromissione delle capacità intellettive,
compromissione grave del linguaggio, turbe relazionali.
Esteriormente presenta:
• Ipopigmentazione della pelle su tutto il corpo;
• ciuffo bianco e precoce ingrigimento;
• occhi blu-zaffiro;
• parziale albinismo;
• parte finale del naso allargata;
• sopraciglia folte;
• labbra spesse;
• leggera scogliosi.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 61
Figura 38 Primo piano di A.
Profilo del soggetto:
A. presenta delle notevoli difficoltà a relazionarsi con il prossimo,
preferisce stare da solo e in alcune occasioni (soprattutto in passato)
presenta degli atteggiamenti aggressivi ( graffia, tira i capelli, colpisce…).
Manifesta un comportamento conflittuale con gli operatori di sesso
femminile, anche se in quest’ultimo anno A. ha dimostrato di accettare le
nuove figure femminili che gli sono state affiancate innalzando così il suo
livello di tolleranza verso queste figure fino ad ora respinte e provocate.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 62
5.2 A. e la Scuola.
Scuole frequentate:
• asilo nido fino al 1996;
• prima elementare fino al 1999;
• seconda elementare 1999 – 2000;
• terza elementare 2000 – 2001;
• quarta elementare 2001 -2002;
• quinta elementare fino al 2004.
Attualmente A. frequenta la prima media.
Rapporto nei confronti della scuola
Il rapporto nei confronti della scuola è buono, rispetta i tempi e le
regole. A. segue un programma modificato rispetto a quello svolto in classe
e l’obiettivo principale è quello di rendere il più autonoma possibile la sua
comunicazione attraverso lavori che privilegino l’utilizzo della lingua dei
segni.
Rapporto nei confronti degli insegnanti
A. ricerca l’aiuto degli insegnati.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 63
Rapporto con il gruppo dei pari
A. presenta notevoli difficoltà a relazionarsi con gli altri ragazzi. Gioca
raramente con i suoi compagni e, quando lo fa, la durata del gioco risulta
minima.
Autonomia scolastica
A. prepara e riordina il materiale richiesto dall’attività scolastica su
richiesta dell’insegnante, ma, non sempre lo fa su richiesta delle insegnanti
e educatori. Non partecipa alle attività che richiedono il raggiungimento di
un obiettivo.
Autonomia di base
A. si veste e si sveste da solo al momento dell’arrivo a scuola, al
momento dell’uscita e al momento delle attività sportive ma non sa
allacciarsi le scarpe. Non sempre va al bagno di sua iniziativa, ma quando lo
fa, ne fa un uso adeguato ed è in grado di pulirsi. Mangia da solo, ma
spesso fa un uso autolesivo delle posate ed è necessario controllarlo. Mangia
quasi tutto ed ha una particolare predisposizione per i vegetali.
La comunicazione
A. utilizza come forma comunicativa la Lingua dei segni. Ha un
vocabolario molto ridotto e quasi sempre utilizza una modalità imitativa
nell’esposizione.
Comprende i messaggi in Lis, ripete alcuni fonemi e li scrive sotto dettatura.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 64
Servizio educativo
A. nelle ore pomeridiane è inserito in un gruppo di bambini sordi.
Durante queste ore, gli educatori insieme all’equipe hanno deciso di
strutturare alcune attività che, hanno come obiettivo, il potenziamento delle
capacità manuali, di analisi, di comunicazione e di relazione del soggetto. I
laboratori organizzati riguardano musica, attività motoria, educazione
all’immagine e alla manualità.
5.3 Tabella di confronto.
Come citato in precedenza, A. ha un fratello gemello anch’egli affetto
da SW.
Le diagnosi funzionali dei soggetti non hanno definito chiaramente
l’appartenenza ad una specifica tipologia della SW. In tabella sono riportate
le caratteristiche della sindrome nei due soggetti.
A AA
disturbi della pigmentazione della
pelle
disturbi della pigmentazione della
pelle
occhi blu-zaffiro eterocromia delle iridi (occhio
azzurro e occhio ½ azzurro e ½
marrone
parziale albinismo parziale albinismo
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 65
labbro a cappello di gendarme (più
evidente)
labbro a capello di gendarme
sopraciglia folte sopraciglia folte
ipoplasia della base del naso ipoplasia della base del naso
ali del naso allargate ali del naso allargate
leggera scogliosi (accertata) leggera scogliosi (da accertare)
ipoacusia neurosensoriale bilatera
gravissima
ipoacusia neurosensoriale bilaterale
gravissima
compromissione grave delle capacità
intellettive, compromissione grave del
linguaggio, turbe relazionali
compromissione delle capacità
intellettive, compromissione grave
del linguaggio, turbe relazionali
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 66
Figura 39 A.
Figura 40 AA.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 67
Dall’analisi dei criteri principali e secondari osservati è possibile
assegnare i casi sopra descritti alla Sindrome di Waardenburg tipo II.
Tale affermazione è possibile in relazione al fatto che, visivamente, la
base del naso degli affetti, non è allargata e in teoria non c’è distopia dei
canti.
Per maggior sicurezza sarebbe auspicabile calcolare l’Indice di
Waardenburg.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 68
6. CONCLUSIONI.
La SW come abbiamo visto è una malattia rara. Spesso le persone che
ne sono affette non sanno di esserlo sino a quando un proprio
consanguineo, con segni più evidenti, non viene sottoposto ad indagini, che
decretano la presenza della sindrome.
Le ricerche presentate dimostrano come la materia presenti molti
aspetti da chiarire. Pertanto è necessario che le ricerche continuino, per
capire il più possibile circa le sue cause e gli strumenti che la scienza e la
tecnologia saranno in grado di mettere a disposizione delle persone colpite
dalla sindrome.
Per contro, l’aver trovato in rete molte ricerche effettuate, nelle parti
più disparate del globo, dimostrano una vivacità di interessi sull’argomento
compatibilmente con la rarità della sua insorgenza. Da segnalare anche la
presenza di siti realizzati da persone affette che cercano di dare maggiori
informazioni nonché realizzare gruppi di supporto per i pazienti ed i loro
familiari.
È sicuramente necessario per le persone, come nel caso di
un’assistente alla comunicazione, che si occupano di aiutare le persone
affette da malattie rare, comprendere ed approfondire gli aspetti medici dei
casi affidati, per poterle aiutare a crescere in autonomia in relazione ai suoi
limiti ed alle sue potenzialità.
Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 69
BIBLIOGRAFIA:
- AA.VV. “Waardenburg Syndrome” Yan Ke Xue Bao. 1991 Dec;7(4) pag.196-8, 171.
- ANDREA MÜLLNER-EIDENBÖCK, ELISABETH MOSER “Waardenburg syndrome type 2 in a Turkish family: implications for the importance of the pattern of fundus pigmentation.” Ophthalmol 2001;85:1384 (November). Department of Ophthalmology, University Hospital of Vienna, Austria.
- Bassabi SK, Medji AP, Doutetien C, Oussa G, Hounkpe YY, Vodouhe SJ, Babagbeto M, Latoundji S. “A case of Waardenburg-Klein syndrome observed at the Cotonou NUHC” J Fr Ophtalmol. 1997;20(5):387-90. Clinique Ophtalmologique, Centre National Hospitalier et Universitaire, Cotonou, Republique du Benin.
- Choi JH, Moon SK, Lee KH, Lew HM, Chang YH. “Tre casi di tipo di sindrome di Waardenburg 2 in una famiglia coreana.” J Ophthalmol. 2004 Dec;18(2) pag.185-9. Dipartimento di Oftalmologia, Università di Ajou, Scuola di Medicina, Suwon, Corea.
- da SILVA EO. “Waardenburg I syndrome: a clinical and genetic study of two large Brazilian kindreds” Med Genet. 1991 Jul 1;40(1) pag. 65-74
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Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 70
- J. Med Genet. 1996 Apr 24;62(4) pag. 391-7. Genetic and Teratology Research Center, Cerrahpasa Medical Faculty, University of Istanbul, Turkey.
- KAPUR S. – KARAM S. “Germ-line mosaicism in Waardenburg syndrome”. CLIN GENET. 1991; 39(3) pag. 194-8.
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