La Settimana n. 39 del 3 novembre 2013

8
Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 3 novembre 2013 Ma c’è un’altra dimensione di universalità che io devo rispettare per- ché il messaggio di fede lo raggiunga: io guardo sempre l’uomo come si comporta e dal modo in cui si comporta vedo come lo può raggiun- gere il messaggio di fede, perché è la lingua attraverso la quale la verità può penetrare in lui per renderlo capace della risposta. Qual è l’altra universalità? È l’universalità di tutti i suoi ambienti, di tutti i suoi mo- menti. La fede non può essere solamente il momento della Chiesa: se interpella l’uomo, lo interpella quando è nella fabbrica, quando sta giocando, quando sta leggendo il giornale, e lo deve rendere consape- vole che nessuna realtà è sul binario morto della Redenzione, perché Cristo si è incarnato proprio per incarnarsi in ogni situazione. L’uomo di oggi e la fede, 1971- Una missione d’accoglienza Corri tempo... la festa si avvicina! artendo dalla mitica figura di Ulisse, prototipo dell’uomo in ricerca e dell’intelligenza che occorre per varcare le soglie della conoscenza e giungere nel porto sicuro della verità, il vescovo monsignor Simone Giusti,nel suo nuovo libro, in uscita proprio in questi giorni, si appresta ad esaminare il tema della morte. «Ma la morte esiste?» si chiede il vescovo e continua: «Sembrerebbe questa una domanda al limite della decenza invece è serissima. Infatti a seconda dell’angolo di visuale con il quale si osserva la morte, essa scompare per lasciare solo la visione di una materia sì ferita, in decomposizione, ma viva. Da un punto di osservazione puramente materiale si può quindi tranquillamente affermare che la morte non è la fine della materia ed è ben logico questa affermazione perché un principio fondamentale della chimica è “niente si crea e niente si distrugge”. Ma allora se la morte non è la fine della materia di che cosa è termine? Perché è avvertita come un evento drammatico, anzi il più terribile di tutti?». Domande che ogni uomo si pone dall’alba dei tempi. E ancora: “La morte è invincibile? Dobbiamo vivere rassegnati dinanzi la morte? Essa si può solo procrastinare ma non vincere, magari con l’aiuto della medicina e della scienza che s’ingegnano di prolungare la nostra esistenza? Indubbiamente nell’uomo c’è un desiderio insopprimibile di vita… Ma forse c’è un modo per vincere la morte - afferma monsignor Giusti nel suo testo - Occorre capire quali siano le forze presenti nell’uomo, anzi quale sia la forza più grande, perché è con quella che l’uomo può sconfiggere il suo nemico di sempre: la più grande forza sperimentata dall’uomo è l’amore. Quell’amore, che è reale ma invisibile, che ci fa sentire ancora vicine le persone care che hanno già attraversato la porta della morte. È questa la grande verità: la forza dell’amore può vincere la morte e ce lo confermano anche Maria, sempre presente nella vita degli uomini con centinaia di apparizioni e miracoli e con lei la moltitudine dei santi, che da morti agiscono continuamente con gesti e fatti concreti. Il libro si intitola “Corri tempo s’avvicina la festa”: dove la festa è rappresentata dall’incontro con Dio dopo la morte ed il passare del tempo è visto in un’ottica di completa attesa di questo incontro che consolerà le nostre paure, renderà piena la nostra esistenza e metterà fine a tutti i nostri perché. Articolata in sei capitoli (L’esperienza della morte:banco di confronto tra teologia e filosofia; L’uomo da sempre sa di poter vincere la morte; L’uomo: un mistero!; Testimonianze di vita oltre la morte: una fenomenologia da studiare; Il caso serio di Gesù di Nazareth; Inferno e Paradiso) la pubblicazione si conclude con un significativo paragrafo intitolato “La Speranza”, per ribadire come le cose più difficili da comprendere per l’uomo siano da affrontare alla luce della più piccola delle virtù teologali, come scrive Charles Peguy, capace però di trascinare le altre due “sorelle” perché “lei ha intravisto in lontananza la città senza notte”. Il libro che esce per le edizioni diocesane Pharus, sarà disponibile nelle librerie dalla metà di Novembre e sarà possibile acquistarlo anche come ebook. Chiara Domenici P l giorno dei morti è la festività che la Chiesa cattolica dedica alla commemorazione dei defunti. La festa ha origini antiche, che uniscono paesi lontani per epoche e distanze. La data del festeggiamento, il 2 novembre, non è casuale. Civiltà antichissime già celebravano la festa degli antenati o dei defunti in un periodo che cadeva proprio tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre. Questa data sembra riferirsi al periodo del grande Diluvio, di cui parla la Genesi. Quello per cui Noè costruì l’arca che, secondo il racconto di Mosè, cadde nel "diciassettesimo giorno del secondo mese", che corrisponderebbe al nostro novembre. La Festa dei Morti nacque dunque in "onore" di persone che Dio stesso aveva annientato, col fine di esorcizzare la paura di nuovi eventi simili. Da qui in poi, la storia, che è ovviamente sospesa tra religione e leggenda, diventa più chiara. Il rito della commemorazione dei defunti sopravvive alle epoche e ai culti: dall’antica Roma, alle civiltà celtiche, fino al Messico e alla Cina, è un proliferare di riti, dove il comune denominatore è consolare le anime dei defunti, perché siano propizie per i vivi. La tradizione celtica fu quella che ebbe maggiore eco. La celebrazione più importante del calendario celtico era la "notte di Samhain", la notte di tutti i morti e di tutte le anime, che si festeggiava tra il 31 ottobre e il 1° novembre. All’epoca dei primi cristiani, queste tradizioni erano ancora molto presenti: la Chiesa cattolica faticava a sradicare i culti pagani. Così, nel 835, Papa Gregorio II spostò la festa di "Tutti i Santi" dal 13 maggio al 1° novembre, pensando, in questo modo, di dare un nuovo significato ai culti pagani. Nel 998 Odilo, abate di Cluny, aggiungeva al calendario cristiano il 2 novembre, come data per commemorare i defunti. In memoria dei cari scomparsi, ci si mascherava da santi, da angeli e da diavoli; inoltre, si accendevano falò. Agostino lodava la consuetudine di pregare per i defunti anche al di là dei rispettivi anniversari, perché non fossero trascurati quelli senza suffragio. Anche la Messa quotidiana riserva loro un piccolo spazio, detto memento Domine…(ricordati Signore) e propone preghiere di suffragio delle loro anime L’ETERNO RIPOSO DONA LORO, O SIGNORE Possiamo fare qualcosa per i defunti? Essi non sono lontani da noi: appartengono tutti alla comunità degli uomini e alla Chiesa, sia quelli che sono morti nell’abbraccio di Dio, come pure tutti coloro dei quali solo il Signore ha conosciuto la fede. La preghiera per i defunti è una tradizione della Chiesa. In ogni persona infatti, anche se morta in Stato di grazia, può sussistere tanta imperfezione, tanto da purificare dell’antico egoismo! Tutto questo avviene nella morte. Morire significa morire al male. E’ il battesimo di morte con Cristo, nel quale trova compimento il battesimo d’acqua. Questa morte vista dall’altro lato — così crede la Chiesa — può essere una purificazione, il definitivo e totale ritorno alla luce di Dio. Quanto tempo durerà? Non siamo in grado di determinare né tempo né luogo né come. Ma, partendo dal nostro punto di vista umano, c’è un tempo durante il quale noi consideriamo qualcuno come «trapassato» e lo aiutiamo con la nostra preghiera. I Una tradizione CON RADICI ANTICHE Fu l’abate di Cluny a stabilire il 2 Novembre La dedica del libro L’AMORE TIENE IN VITA A tutte le persone care che hanno già attraversato la porta della morte La prossima settimana uscirà il nuovo libro di monsignor Simone Giusti. Un testo che affronta il tema della morte, offrendo ai lettori un angolo di visuale nuovo dal quale guardare questo evento naturale, eppure temuto e disprezzato dagli uomini di ogni epoca Nel giorno in cui si ricordano i defunti IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi

description

Settimanale della Diocesi di Livorno

Transcript of La Settimana n. 39 del 3 novembre 2013

Page 1: La Settimana n. 39 del 3 novembre 2013

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

3 novembre 2013

Ma c’è un’altra dimensione di universalità che io devo rispettare per-ché il messaggio di fede lo raggiunga: io guardo sempre l’uomo comesi comporta e dal modo in cui si comporta vedo come lo può raggiun-gere il messaggio di fede, perché è la lingua attraverso la quale la veritàpuò penetrare in lui per renderlo capace della risposta. Qual è l’altrauniversalità? È l’universalità di tutti i suoi ambienti, di tutti i suoi mo-menti. La fede non può essere solamente il momento della Chiesa: seinterpella l’uomo, lo interpella quando è nella fabbrica, quando stagiocando, quando sta leggendo il giornale, e lo deve rendere consape-vole che nessuna realtà è sul binario morto della Redenzione, perchéCristo si è incarnato proprio per incarnarsi in ogni situazione.

L’uomo di oggi e la fede, 1971- Una missione d’accoglienza

Corri tempo...la festa si avvicina!

artendo dallamitica figura diUlisse, prototipodell’uomo in

ricerca edell’intelligenza cheoccorre per varcare lesoglie della conoscenzae giungere nel portosicuro della verità, ilvescovo monsignorSimone Giusti,nel suonuovo libro, in uscitaproprio in questigiorni, si appresta adesaminare il tema dellamorte. «Ma la morte esiste?» sichiede il vescovo econtinua:«Sembrerebbe questauna domanda al limitedella decenza invece èserissima. Infatti aseconda dell’angolo divisuale con il quale siosserva la morte, essascompare per lasciaresolo la visione di unamateria sì ferita, indecomposizione, maviva. Da un punto diosservazionepuramente materiale sipuò quinditranquillamenteaffermare che la mortenon è la fine dellamateria ed è ben logicoquesta affermazioneperché un principiofondamentale dellachimica è “niente sicrea e niente sidistrugge”. Ma allora sela morte non è la finedella materia di checosa è termine? Perchéè avvertita come unevento drammatico,anzi il più terribile ditutti?». Domande cheogni uomo si ponedall’alba dei tempi.E ancora: “La morte èinvincibile? Dobbiamovivere rassegnatidinanzi la morte? Essasi può soloprocrastinare ma nonvincere, magari conl’aiuto della medicina e

della scienza ches’ingegnano diprolungare la nostraesistenza?Indubbiamentenell’uomo c’è undesiderioinsopprimibile divita…Ma forse c’è un modoper vincere la morte -afferma monsignorGiusti nel suo testo -Occorre capire qualisiano le forze presentinell’uomo, anzi qualesia la forza più grande,perché è con quella che

l’uomo può sconfiggereil suo nemico disempre: la più grandeforza sperimentatadall’uomo è l’amore.Quell’amore, che èreale ma invisibile, checi fa sentire ancoravicine le persone careche hanno giàattraversato la portadella morte. È questa lagrande verità: la forzadell’amore può vincerela morte e ce loconfermano ancheMaria, sempre presentenella vita degli uomini

con centinaia diapparizioni e miracoli econ lei la moltitudinedei santi, che da mortiagisconocontinuamente congesti e fatti concreti.Il libro si intitola “Corritempo s’avvicina lafesta”: dove la festa èrappresentatadall’incontro con Diodopo la morte ed ilpassare del tempo èvisto in un’ottica dicompleta attesa diquesto incontro checonsolerà le nostrepaure, renderà piena lanostra esistenza emetterà fine a tutti inostri perché.Articolata in sei capitoli(L’esperienza dellamorte:banco diconfronto tra teologia efilosofia; L’uomo dasempre sa di potervincere la morte;L’uomo: un mistero!;Testimonianze di vitaoltre la morte: unafenomenologia dastudiare; Il caso serio diGesù di Nazareth;Inferno e Paradiso) lapubblicazione siconclude con unsignificativo paragrafointitolato “LaSperanza”, per ribadirecome le cose piùdifficili dacomprendere perl’uomo siano daaffrontare alla lucedella più piccola dellevirtù teologali, comescrive Charles Peguy,capace però ditrascinare le altre due“sorelle” perché “lei haintravisto in lontananzala città senza notte”.Il libro che esce per leedizioni diocesanePharus, sarà disponibilenelle librerie dalla metàdi Novembre e saràpossibile acquistarloanche come ebook.

Chiara Domenici

Pl giorno dei morti è la festività che la Chiesa cattolica dedica allacommemorazione dei defunti. La festa ha origini antiche, che uniscono

paesi lontani per epoche e distanze. La data del festeggiamento, il 2novembre, non è casuale.Civiltà antichissime già celebravano la festa degli antenati o dei defunti inun periodo che cadeva proprio tra la fine di ottobre e i primi giorni dinovembre. Questa data sembra riferirsi al periodo del grande Diluvio, di cuiparla la Genesi. Quello per cui Noè costruì l’arca che, secondo il racconto diMosè, cadde nel "diciassettesimo giorno del secondo mese", checorrisponderebbe al nostro novembre.La Festa dei Morti nacque dunque in "onore" di persone che Dio stessoaveva annientato, col fine di esorcizzare la paura di nuovi eventi simili. Daqui in poi, la storia, che è ovviamente sospesa tra religione e leggenda,diventa più chiara. Il rito della commemorazione dei defunti sopravvive alle epoche e ai culti:dall’antica Roma, alle civiltà celtiche, fino al Messico e alla Cina, è unproliferare di riti, dove il comune denominatore è consolare le anime deidefunti, perché siano propizie per i vivi.La tradizione celtica fu quella che ebbe maggiore eco. La celebrazione piùimportante del calendario celtico era la "notte di Samhain", la notte di tuttii morti e di tutte le anime, che si festeggiava tra il 31 ottobre e il 1°novembre.All’epoca dei primi cristiani, queste tradizioni erano ancora molto presenti:la Chiesa cattolica faticava a sradicare i culti pagani. Così, nel 835, PapaGregorio II spostò la festa di "Tutti i Santi" dal 13 maggio al 1° novembre,pensando, in questo modo, di dare un nuovo significato ai culti pagani. Nel998 Odilo, abate di Cluny, aggiungeva al calendario cristiano il 2 novembre,come data per commemorare i defunti. In memoria dei cari scomparsi, ci simascherava da santi, da angeli e da diavoli; inoltre, si accendevano falò.Agostino lodava la consuetudine di pregare per i defunti anche al di là deirispettivi anniversari, perché non fossero trascurati quelli senza suffragio.Anche la Messa quotidiana riserva loro un piccolo spazio, detto mementoDomine…(ricordati Signore) e propone preghiere di suffragio delle loroanime

L’ETERNO RIPOSO DONA LORO, O SIGNOREPossiamo fare qualcosa per i defunti? Essi non sono lontani da noi:appartengono tutti alla comunità degli uomini e alla Chiesa, sia quelli chesono morti nell’abbraccio di Dio, come pure tutti coloro dei quali solo ilSignore ha conosciuto la fede. La preghiera per i defunti è una tradizionedella Chiesa. In ogni persona infatti, anche se morta in Stato di grazia, puòsussistere tanta imperfezione, tanto da purificare dell’antico egoismo! Tuttoquesto avviene nella morte. Morire significa morire al male. E’ il battesimodi morte con Cristo, nel quale trova compimento il battesimo d’acqua.Questa morte vista dall’altro lato — così crede la Chiesa — può essere unapurificazione, il definitivo e totale ritorno alla luce di Dio. Quanto tempodurerà? Non siamo in grado di determinare né tempo né luogo né come.Ma, partendo dal nostro punto di vista umano, c’è un tempo durante ilquale noi consideriamo qualcuno come «trapassato» e lo aiutiamo con lanostra preghiera.

I

Una tradizione CON RADICI ANTICHE

Fu l’abate di Cluny a stabilireil 2 Novembre

La dedica del libro

L’AMORE TIENE IN VITAA tutte le persone careche hanno già attraversatola porta della morte

La prossima settimana uscirà il nuovo libro di monsignorSimone Giusti. Un testo che affronta il tema della morte,offrendo ai lettori un angolo di visuale nuovo dal quale guardare questoevento naturale, eppure temutoe disprezzato dagli uomini di ogni epoca

Nel giornoin cui siricordanoi defunti

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

Page 2: La Settimana n. 39 del 3 novembre 2013

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI3 novembre 2013II

A Roma DAL PAPA Insieme alle famiglie del mondo

iao a tutti e grazie peraverci dato lapossibilità diraccontare questa due

giorni, all’insegna dellafamiglia con il Santo Padre.Siamo partiti, in compagniadi una famiglia amica,anch’essi con due bambinepiccole, con il treno regionaleveloce e siamo arrivati a Romaverso le 9.30. Abbiamo lascitoi bagagli nell’appartamentoche per fortuna è moltovicino alla Piazza S. Pietro, evia verso la festa con nuclei difamiglia da tutto il mondo. Ilpomeriggio del sabato inattesa dell’arrivo del Papa, èstato un susseguirsi diemozioni, sopratutto nei varimomenti delle testimonianze,che in noi hanno lasciatoanche strascichi di dolore etristezza, quando è arrivata la

famiglia da Lampedusa cheha raccontato come si vivesull’isola, gli sbarchiquotidiani di persone chelasciano tutto per una vitamigliore, le persone chemuoiono per questo. Unapagina molto triste per ilnostro paese, e anche il donoche questa famiglia haportato al Santo padre (UNFARO ROSSO) come se cifosse bisogno di portare unaluce di speranza dove c’èbisogno.E i bambini? i bambini eranoelettrici, scatenati e pieni digioia, il momento per loropiù bello è stato il lancio deipalloncini, quanti colori, perun momento il cielo si èdipinto di rosso, arancione,blu. che spettacolo!!!! E poi ilmomento del Papa. Il suodiscorso è stato molto bello,

intenso profondo. Di spuntice ne sono tanti, le tre parolechiave: PERMESSO, per nonessere invadenti, GRAZIE,grazie per l’amore, quantigiorni passano senza direquesta parola, SCUSI, nonfinire la giornata senzachiedere scusa. E per tre voltetutta la piazza ha esclamatoqueste parole.E poi non dimentichiamocidei nonni, che sono lecolonne delle famiglie, vannoascotati, sono la saggezzadella famiglia come dice ilPapa. Un grande grazie anche

a loro.Abbiamo partecipato allaMessa della Domenica conl’Angelus, altra grandemattinata di emozioni.Peccato che di Livorno nonfossero presenti altre famiglie,ci avrebbe fatto piacere vivereuna giornata così insieme;l’importante è pregare gli uniagli altri e non smettere maidi perdere la fede anche neimomenti più difficili. Uncaloroso abbraccio da tutta labanda di Nugola.

Francesco, Elena, Diego eArianna Baldaccini

C

IL SALUTO DI PAPA FRANCESCO ALLE FAMIGLIE

Famiglia, vivi la gioia della fede!are famiglie!Buonasera e benvenute a Roma!Siete venute pellegrine da tanteparti del mondo per professare la

vostra fede davanti al sepolcro di San Pietro.Questa piazza vi accoglie e vi abbraccia:siamo un solo popolo, con un’anima sola,convocati dal Signore che ci ama e ci sostiene.Saluto anche tutte le famiglie che sonocollegate mediante la televisione e internet:una piazza che si allarga senza confini!Avete voluto chiamare questo momento“Famiglia, vivi la gioia della fede!”. Mi piace,questo titolo. Ho ascoltato le vostreesperienze, le storie che avete raccontato. Hovisto tanti bambini, tanti nonni… Ho sentitoil dolore delle famiglie che vivono insituazione di povertà e di guerra. Ho ascoltatoi giovani che vogliono sposarsi seppure tramille difficoltà. E allora ci domandiamo: comeè possibile vivere la gioia della fede, oggi, infamiglia? Ma io vi domando anche: E’possibile vivere questa gioia o non èpossibile?

1. C’è una parola di Gesù, nel Vangelo diMatteo, che ci viene incontro: «Venite a me,voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vidarò ristoro» (Mt 11,28). La vita spesso èfaticosa, tante volte anche tragica! Abbiamo sentitorecentemente… Lavorare è fatica; cercare lavoro èfatica. E trovare lavoro oggi chiede tanta fatica! Maquello che pesa di più nella vita non è questo: quelloche pesa di più di tutte queste cose è la mancanza diamore. Pesa non ricevere un sorriso, non essereaccolti. Pesano certi silenzi, a volte anche in famiglia,tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra fratelli.Senza amore la fatica diventa più pesante,intollerabile. Penso agli anziani soli, alle famiglie chefanno fatica perché non sono aiutate a sostenere chiin casa ha bisogno di attenzioni speciali e di cure.«Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi»,dice Gesù.Care famiglie, il Signore conosce le nostre fatiche: leconosce! E conosce i pesi della nostra vita. Ma ilSignore conosce anche il nostro profondo desiderio ditrovare la gioia del ristoro! Ricordate? Gesù ha detto:«La vostra gioia sia piena» (Gv 15,11). Gesù vuoleche la nostra gioia sia piena! Lo ha detto agli Apostolie lo ripete oggi a noi. Allora questa è la prima cosache stasera voglio condividere con voi, ed è unaparola di Gesù: Venite a me, famiglie di tutto il mondo- dice Gesù - e io vi darò ristoro, affinché la vostragioia sia piena. E questa Parola di Gesù portatela acasa, portatela nel cuore, condividetela in famiglia. Ciinvita ad andare da Lui per darci, per dare a tutti lagioia.

2. La seconda parola la prendo dal rito delMatrimonio. Chi si sposa nel Sacramento dice:«Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e neldolore, nella salute e nella malattia, e di amarti eonorarti tutti i giorni della mia vita». Gli sposi in quelmomento non sanno cosa accadrà, non sanno qualigioie e quali dolori li attendono. Partono, comeAbramo, si mettono in cammino insieme. E questo è ilmatrimonio! Partire e camminare insieme, mano nellamano, affidandosi alla grande mano del Signore.

Mano nella mano, sempre e per tutta la vita! E nonfare caso a questa cultura del provvisorio, che ci tagliala vita a pezzi!Con questa fiducia nella fedeltà di Dio si affrontatutto, senza paura, con responsabilità. Gli sposicristiani non sono ingenui, conoscono i problemi e ipericoli della vita. Ma non hanno paura di assumersila loro responsabilità, davanti a Dio e alla società.Senza scappare, senza isolarsi, senza rinunciare allamissione di formare una famiglia e di mettere almondo dei figli. - Ma oggi, Padre, è difficile… -.Certo, è difficile. Per questo ci vuole la grazia, la graziache ci dà il Sacramento! I Sacramenti non servono adecorare la vita - ma che bel matrimonio, che bellacerimonia, che bella festa!… - Ma quello non è ilSacramento, quella non è la grazia del Sacramento.Quella è una decorazione! E la grazia non è perdecorare la vita, è per farci forti nella vita, per farcicoraggiosi, per poter andare avanti! Senza isolarsi,sempre insieme. I cristiani si sposano nel Sacramentoperché sono consapevoli di averne bisogno! Ne hannobisogno per essere uniti tra loro e per compiere lamissione di genitori.“Nella gioia e nel dolore, nellasalute e nella malattia”. Così dicono gli sposi nelSacramento e nel loro Matrimonio pregano insieme econ la comunità. Perché? Perché si usa fare così? No!Lo fanno perché ne hanno bisogno, per il lungoviaggio che devono fare insieme: un lungo viaggioche non è a pezzi, dura tutta la vita! E hanno bisognodell’aiuto di Gesù, per camminare insieme con fiducia,per accogliersi l’un l’altro ogni giorno, e perdonarsiogni giorno! E questo è importante! Nelle famigliesapersi perdonare, perché tutti noi abbiamo difetti,tutti! Talvolta facciamo cose che non sono buone efanno male agli altri. Avere il coraggio di chiederescusa, quando in famiglia sbagliamo… Alcune settimane fa, in questa piazza, ho detto cheper portare avanti una famiglia è necessario usare treparole.Voglio ripeterlo.Tre parole: permesso, grazie,

scusa.Tre parole chiave! Chiediamo permessoper non essere invadenti in famiglia.“Possofare questo? Ti piace che faccia questo?”. Collinguaggio del chiedere permesso. Diciamograzie, grazie per l’amore! Ma dimmi, quantevolte al giorno tu dici grazie a tua moglie, e tua tuo marito? Quanti giorni passano senzadire questa parola, grazie! E l’ultima: scusa.Tutti sbagliamo e alle volte qualcuno sioffende nella famiglia e nel matrimonio, ealcune volte - io dico - volano i piatti, sidicono parole forti, ma sentite questoconsiglio: non finire la giornata senza fare lapace. La pace si rifà ogni giorno in famiglia!“Scusatemi”, ecco, e si rincomincia di nuovo.Permesso, grazie, scusa! Lo diciamo insieme?(rispondono: “Sì!”) Permesso, grazie e scusa!Facciamo queste tre parole in famiglia!Perdonarsi ogni giorno!Nella vita la famiglia sperimenta tantimomenti belli: il riposo, il pranzo insieme,l’uscita nel parco o in campagna, la visita ainonni, la visita a una persona malata… Mase manca l’amore manca la gioia, manca lafesta, e l’amore ce lo dona sempre Gesù: Lui èla fonte inesauribile. Lì Lui, nel Sacramento, cidà la sua Parola e ci dà il Pane della vita,perché la nostra gioia sia piena.

3. E per finire, qui davanti a noi, questa icona dellaPresentazione di Gesù al Tempio. È un’icona davverobella e importante. Contempliamola e facciamociaiutare da questa immagine. Come tutti voi, anche iprotagonisti della scena hanno il loro cammino: Mariae Giuseppe si sono mesi in marcia, pellegrini aGerusalemme, in obbedienza alla Legge del Signore;anche il vecchio Simeone e la profetessa Anna, puremolto anziana, giungono al Tempio spinti dallo SpiritoSanto. La scena ci mostra questo intreccio di tregenerazioni, l’intreccio di tre generazioni: Simeonetiene in braccio il bambino Gesù, nel quale riconosce ilMessia, e Anna è ritratta nel gesto di lodare Dio eannunciare la salvezza a chi aspettava la redenzioned’Israele. Questi due anziani rappresentano la fedecome memoria. Ma vi domando: “Voi ascoltate inonni? Voi aprite il vostro cuore alla memoria che cidanno i nonni? I nonni sono la saggezza dellafamiglia, sono la saggezza di un popolo. E un popoloche non ascolta i nonni, è un popolo che muore!Ascoltare i nonni! Maria e Giuseppe sono la Famigliasantificata dalla presenza di Gesù, che è ilcompimento di tutte le promesse. Ogni famiglia, comequella di Nazareth, è inserita nella storia di un popoloe non può esistere senza le generazioni precedenti. Eperciò oggi abbiamo qui i nonni e i bambini. Ibambini imparano dai nonni, dalla generazioneprecedente.Care famiglie, anche voi siete parte del popolo di Dio.Camminate con gioia insieme a questo popolo.Rimanete sempre unite a Gesù e portatelo a tutti conla vostra testimonianza.Vi ringrazio di essere venute.Insieme, facciamo nostre le parole di san Pietro, che cidanno forza e ci daranno forza nei momenti difficili:«Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vitaeterna» (Gv 6,68). Con la grazia di Cristo, vivete lagioia della fede! Il Signore vi benedica e Maria, nostraMadre, vi custodisca e vi accompagni. Grazie!

Papa Francesco

C

Preghiamoper tutte le famiglieFrancesco Baldaccini e sua moglie Elena,insieme ai loro bambini Diego e Arianna eranopresenti all’incontro del Papa nella giornatamondiale delle famiglie. Un’esperienzaemozionante che ci raccontano così

FAM

IGLI

ESp

ecia

le

Page 3: La Settimana n. 39 del 3 novembre 2013

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI3 novembre 2013 III

IL TALK SHOWpromosso dal Progetto Culturale

Porto,qualche nodo

si cominciaa sciogliere?

DI NICOLA SANGIACOMO

a Chiesa livornese,attraverso il ProgettoCulturale diocesano e laPastorale Sociale e del

Lavoro, ha promosso unincontro con i principalioperatori portuali sul tema«Ridare speranza a Livorno, conil lavoro». È cominciata cosìdall’ambito portuale una seriedi incontri che tendono aincontrare le realtà produttivelivornesi sul tema dellapossibilità di creare nuoveoccasioni di lavoro; «sarebbe unsegnale importante per daresperanza a una città che soffre»,ha sottolineato il vescovo Giustia conclusione dell’incontro.«Sono occasioni - ha proseguitomonsignor Giusti - chevogliamo offrire anche comemomento di formazione perpreparare i laici cattolici adaffrontare l’agone politico concompetenza e coraggio».Si è cominciato dal Porto, laprima industria della città,affrontando con i protagonistidel settore i nodi da sciogliereper realizzare le grandipotenzialità ancora inespresse.

L’incontro, che si è svolto pressol’Istituto musicale Mascagni, si èrealizzato nella forma di un talkshow, guidato dal giornalistatelevisivo Antonello Riccelli etrasmesso anche in direttastreaming. Il video integraledella serata è ancora visibileattraverso il sito diocesano.Un confronto serrato,provocato anche dagliinterventi del giornalista MauroZucchelli, a cui hannopartecipato gli attori principaliche operano sulla scena delPorto di Livorno, il segretariodella Port Autority, MassimoProvinciali, il presidente dellaPorto Livorno 2000, RobertoPiccini, il vice sindaco eassessore all’urbanistica BrunoPicchi e molti imprenditoriprimari del settore tra i qualiAndrea Palumbo, FedericoBarbera, Enzo Raugei.

Proprio nell’ultima settimanasono arrivate diverse notizieinteressanti per la realtàportuale livornese: innanzituttola delibera della Giuntaregionale che ha stanziato ifondi per dare il via ai dragagginecessari per adeguare il Portodi Livorno alle nuove esigenzedei traffici marittimi, poil’approdo in ConsiglioComunale del Piano regolatoredel Porto, dopo una gestazionedi quasi cinque anni, ed infinela ricapitalizzazione da partedegli enti locali della SocietàInterporto, che gestisce le areeretrostanti il Porto, che era aforte rischio liquidazione.Di questo si è parlato come diun’improvvisa accelerata cheera stata auspicata anche dalpresidente della Regione EnricoRossi in una recente visita aLivorno. Per il vicesindacoPicchi l’approvazione del nuovoPiano Regolatore del Portorappresenta un passaggiofondamentale per il futurosviluppo, per la Port Autority idragaggi ormai imminenti sonosolo una delle operazioni chesono state realizzate negli

L

ultimi mesi per ridare forza alloscalo livornese, per Piccini,presidente della società chegestisce il Terminal Crociere, ilcalo dei traffici registrato negliultimi anni può essere arrestatogià dal 2014 e si può intravederela ripresa a partire dal 2015. Nessuno si è sentito di dare unavisione ottimistica sullapossibilità di creare nuovaoccupazione, anzi Barbera, unimprenditore primario delsettore, ha dichiarato

apertamente che la sfida èquella di non perdere i posti dilavoro attuali, più che pensaread un loro aumento, mentre unaltro, Palumbo, ha ammessoche le aziende devonostrutturarsi meglio peraffrontare questo periodo dicrisi. Ma qualche segnale diottimismo può scaturire dallosviluppo della Porto Livorno2000, società che già produceutili, che, in vista anche di unarevisione della sua struttura

proprietaria, sta pensando a unaccordo con l’Aereoporto diPisa per attrarre flussi turisticinuovi come quelli cinesi, oanche dal grande Bacino diCarenaggio, attualmenteinutilizzato, che potrebbe, setempestivamente riavviato,consentire di creare nuovaoccupazione nel settore delleriparazioni navali. Il confronto puntuale suquestioni concrete haconsentito di capire che i nodici sono, ma alcuni possonoessere sciolti, con la buonavolontà di tutti i protagonisti,per il bene della città.

Nel suo intervento conclusivo ilvescovo Giusti, ha chiesto a tuttidi fare uno sforzo nelladirezione della concretezza peroffrire speranza ai tantilivornesi oggi senza lavoro. Hainvitato anche a fare uno sforzodi lungimiranza provando adimmaginare il porto del futuroper vedere se è possibile farlodiventare unporto di serie A.«Se ci sono deiproblemi a livellonazionale èimportante faresquadra tra tutti isoggetti interessatiper sbloccare lasituazione, ancheattraverso lamobilitazionedell’opinionepubblica».«Noi come Chiesalivornese - haconcluso ilvescovo - dalprossimo 19dicembreavvieremo, pressoil nuovo centroCaritas di viaDonnini, la"scuola deimestieri", unluogo dove, chi sitrova senza lavoro,potrà imparare unmestiere perpotersi poiricollocare sulmercato dellavoro concompetenze piùadatte alla difficilesituazioneeconomica chestiamo vivendo».

Nell’incontro sonoemerse novità positive ma la situazionerimane difficile.Monsignor Giusti:«Facciamo squadra per cominciare asognare un porto diserie A».La registrazioneintegrale del confronto è ancora visibile sul sitodiocesano

iniziativa di venerdì scorso aLivorno, è stato detto,

rappresenta solo il primo passo di uncammino di confronto e diriflessione sui grandi temi della città.Ne seguiranno altri, in una stagionepre-elettorale che inevitabilmentechiamerà anche parrocchie,associazioni, movimenti adinterrogarsi di più e meglio sullarealtà che li circonda. E qui sta ilprimo merito: il metodo, che èquello dell’ascolto e dello scambio diidee ed esperienze. Si è puntato inalto, ai protagonisti della vita delporto (in questo caso), senzapregiudizi, senza proclami, e senzaricette pre-confezionate. Ne è venutofuori un dialogo serrato e costruttivo,una sorta di «semina» a disposizionedi tutti.Secondo aspetto interessante einnovativo: il format. Ovverol’organizzazione della serata, che haseguito ritmi molto serrati, quasitelevisivi (quelli a cui la gente infondo è più abituata) nonrinunciando tuttavia a fornire unquadro d’insieme chiaro edesaustivo. In più c’è stato anche ilmomento musicale (grazieall’Istituto Mascagni e alle melodie diSchubert) che ha cambiato un po’ ilsolito schema dei convegni; e tuttotra l’altro è avvenuto in un ambientenuovo per le iniziative diocesane.Infine la terza nota di rilievo (noncerto l’ultima per importanza) èquella della disponibilità sincera aldialogo da parte di interlocutori cosìautorevoli: i rappresentanti delleistituzioni e del Porto di Livorno, glioperatori marittimi, gli imprenditori.Sembrava quasi che non aspettasseroaltro, rispetto ad un confronto chetalvolta si consuma solo in tv o suigiornali, tra dichiarazioni, frasi dettee non dette, mezze parole, allusionidi vario tipo. Qui è stato tutto moltodiverso, più sereno, più propositivo.Insomma, alla fine potremmo anchedire che se la Chiesa livornesechiama, la città risponde; e lo fa conmolta attenzione! Sarà un buonviatico per i prossimi incontri.L’importante allora è che tutta lacomunità sappia ben approfittare diqueste occasioni.

Antonello Riccelli

’L

A propositodel talk show...

Occorre saperapprofittare di questeoccasioniUn nuovo formatper il dialogo

LA CRISI: UN ALIBI PER TUTTO...eno male che c’è la crisi mondiale: è l’alibi per tutto, assolvetutti. Ma i numeri hanno la testa dura e allora si copre che il

tonnellaggio complessivo delle navi transitate da Suez è sì nel 2012 aldi sotto del 2007 pre-crisi ma meno del 3%, mentre il calo dei trafficinei porti italiani sfiora il 10% sia come tonnellaggio complessivo siacome teu. Invece in Spagna, che pure dal punto di vista geografico èmeno vicina all’Europa di noi e ha subito una crisi da debito forseancora più drammatica, le tonnellate movimentate calano in quelperiodo meno del 2% e i contenitori addirittura crescono del 6%.C’è qualcosa che non torna. Anche perché, crisi o no, almeno unaparte del resto del mondo galoppa: dal 2005 al 2012 Anversa(Belgio) passa da 6,4 a 8,6 milioni di teu, Rotterdam (Olanda) da 9,2a 11,8 milioni, Marsaxlokk (Malta) da 1,3 a 2,5 milioni, in SpagnaValencia da 2,4 a 4,7 milioni e Algeciras da 3,2 a 4 milioni.Raddoppia perfino Il Pireo della Grecia in ultracrisi (da 1,4 a 2,7milioni), e c’è chi fa un balzo ancora più grande: come nell’EstMediterraneo, ad esempio, Ambarli (Turchia) da 1,2 a 3,1 milioni ePort Said (Egitto) da 1,6 a 3,6 milioni...Dunque, se è 100 il livello pre-crisi (2007) l’Italia nel suo complessosi attesta poco sopra 90 nel 2012. Ma con molte differenze: lo scorsoanno La Spezia arriva a 105, Genova a 111, Cagliari a 113, Napoli a119, Salerno a 142, e, sull’Adriatico,Venezia a 130 e Trieste a 154(sulle spalle di Taranto che va a picco). E Livorno? Giù a 73. E’ ilmercato a fare quel che la politica non fa: seleziona un gruppo di portisu cui puntare. Se i competitori del nostro livello in questi cinque annisono andati avanti di 5-15 punti percentuali e noi indietro di 27,significa che in termini relativi abbiamo perso il 40%. Nei contenitori,precisiamo: si capisce dunque perché avevamo un soffio più del 7%del mercato dei traffici nel 2007, cinque anni più tardi ci troviamo conmeno del 5,7%.Mi preoccupa che negli anni della crisi siamo noi il porto italiano in cuieccezion fatta per i guai di Taranto si perdono più contenitori. Ma mipreoccupa ancor di più che questa marcia indietro vada in tandem conle “autostrade del mare”. È il traffico numero uno del nostro porto e lorestiamo: ma appena prima della crisi siamo stati per due anni acavallo del 15-16% della quota di mercato Italia, ora siamo tornati aessere sotto il 13%. In Italia i traffici ro-ro, cioè i camion via mare, fral’inizio della crisi e adesso perdono meno del 7%. A Livorno la cadutaè quasi tre volte tanto, come per i container: ci consola che qui siamoin linea con buona parte dei porti-chiave del settore come Genova,Napoli e Messina? Eppure potrebbe essere il futuro, se davvero si“sveglierà” dal punto di vista socioeconomico la sponda sud delMediterraneo e la primavera nordafricana inizierà a generare trafficicommerciali. Invece l’attenzione è tutta sul conflitto crociere-cargo,tutta sui container.

Mauro Zucchelli

M

Page 4: La Settimana n. 39 del 3 novembre 2013

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI3 novembre 2013IV

VENERDÌ 1 NOVEMBRE11.15 S. Messa alla chiesa di S. Ranieria Guasticce in occasione della visitapastorale al VI vicariato18.00 S. Messa alla chiesa di Santa Ca-terina

SABATO 2 NOVEMBRE9.30 benedizione al cimitero di S. Giu-lia10.00 S. Messa al cimitero comunale15.30 S. Messa al cimitero della Purifi-cazione16.30 S. Messa al cimitero della Mise-ricordia

DOMENICA 3 NOVEMBRE11.00 S. Messa e cresime alla chiesadella Seton17.30 in cattedrale, immissione delnuovo proposto del capitolo e rettoredella cattedrale mons. Pietro Basci edel canonico penitenziere don MarioSorbi18.00 S. Messa in ricordo dei defuntidel Rotary, in cattedrale

LUNEDÌ 4 NOVEMBRE18.30 in ospedale, tavolo dell’oggetti-vità con i primari dell’ospedale

MARTEDÌ 5 NOVEMBRENella mattina, udienze clero in vesco-vado

MERCOLEDÌ 6 NOVEMBRE9.30 incontro con i vicari foranei invescovado18.30 S. Messa in occasione del trente-simo anno di ordinazione presbiteraledel Vescovo e ammissione agli ordinisacri del seminarista Francesco Paone,alla chiesa di S. Ranieri a Guasticce

GIOVEDÌ 7 NOVEMBRE9.30 in vescovado, consiglio della fon-dazione Caritas11.00 consiglio episcopale in vescova-do17.30 nel salone della Provincia, in-contro del Serra Club dal titolo "Cen-tralità dell’etica nel processo formati-vo"

VENERDÌ 8 NOVEMBRENella mattina, udienze laici in vesco-vado21.00 predicazione degli esercizi spiri-tuali a sposi e fidanzati al Calambrone(vedi locandina pag.8)

SABATO 9 NOVEMBRE9.30 predicazione degli esercizi spiri-tuali a sposi e fidanzati al Calambrone(vedi locandina pag.8)12.00 in vescovado, incontro con il pa-dre provinciale dei Barnabiti15.30 predicazione degli esercizi spiri-tuali a sposi e fidanzati al Calambrone(vedi locandina pag.8)18.00 S. Messa in occasione del primoanniversario della chiesa Beata MadreTeresa di Calcutta

DOMENICA 10 NOVEMBRE8.30 predicazione degli esercizi spiri-tuali a sposi e fidanzati e Santa Messaal Calambrone (vedi locandina pag.8)11.00 S. Messa in occasione della festapatronale alla chiesa di S. Martino aParrana

Agenda del VESCOVO

Giovedì 31 OTTOBRE Alle 17.30 in vescovado, l’incontro sulla figura di donRoberto Angeli e del beato Odoardo Focherini

Essere cristiani in tempo di crisin giornalista e padre di famiglia e un prete. Sarannoqueste le due figure a cui si farà riferimento giovedì 31prossimo alle 17.30 in vescovado nell’incontro "Esserecristiani in tempo di crisi"- don Roberto Angeli,

Odoardo Focherini e altri testimoni del Vangelo nei lager.Promosso dall’Ufficio Scuola della diocesi e dal Centro StudiRoberto Angeli, patrocinato dal Ministero per la Cooperazioneinternazionale e l’Integrazione, rientra nelle iniziative partite il9 luglio scorso nel centenario della nascita di monsignorRoberto Angeli. Sarà Enrica Talà, direttrice Centro StudiRoberto Angeli a coordinare gli interventi sul tema del VescovoGiusti, di Maria Peri, storica e nipote di Odoardo Focherini, diAnna Ajello, responsabile della Comunità di Sant’Egidio diLivorno e del ricercatore Istoreco Gianluca Della Maggiore. Unaltro momento per non dimenticare figure importanti per lanostra storia di cristiani e domandarsi cosa possiamo fare noiin questo nuovo periodo di crisi.

g.s.

U

L’8 novembre a Rosignano Solvay e ai Sette Santi un momento ini-ziale tutti insieme

lcuni diranno "Finalmente", ma tanti diranno "Ancora!!!" Certo la formazione è importante, ma richiede sacrificio, in

questi giorni sono arrivati i primi calendari degli incontri per laCarità e la Catechesi, manca la Liturgia, ma non preoccupatevi seavremo iscritti partiremo subito anche con quella. Per il momentoil primo incontro per tutti gli operatori della Carità, della Cateche-si e della Liturgia, principianti e non, sarà l’8 novembre in due sediun primo incontro alle ore 18,00 a S. Croce a Rosignano Solvay eun secondo incontro ai Sette Santi alle ore 21,00. Sono invitati apartecipare tutti anche chi non si è ancora iscritto, sarà un incon-tro organizzativo, durante il quale saranno date tutte le delucida-zioni e saranno consegnati i calendari delle "lezioni".La novità di quest’anno sarà per la catechesi e la carità che avrannodei momenti di attività insieme in occasione del Convegno Dioce-sano Catechistico e della Carità che sarà strutturato su tre momen-ti: il primo sarà il 18 Dicembre con Mons. Bregantini, il secondo il29 Marzo e il terzo sarà la Gita, un’occasione che in questi anni hamostrato l’importanza di avere relazioni tra operatori.Quindi "Prendi l’occasione, la SFOP sarà un successone!" (speria-mo!)

don Fabio Menicagli

A

BREVI DALLA DIOCESI

Serra ClubGIOVEDÌ 7 NOVEMBRE ALLE 17,30Presso la Sala Consiliare della Provincia,(piazza del Municipio n° 4), l’ Ammira-glio di Divisione Giuseppe Cavo Drago-ne, Comandante dell’ Accademia Navaledi Livorno, terrà una conferenza sul tema:"La centralità dell’ etica nel processo formati-vo".Introdurrà l’ incontro Mons. Simone Giu-sti.La manifestazione, aperta a tutta la città, èorganizzata dal Serra Club presieduto daPaolo Lugetti.

È tempo di SFOP!

Alla scoperta della chiesa di Santa Caterina

occasione offerta dalla Liturgia, ilprossimo Primo Novembre, nel ce-

lebrare la Solennità dei Santi Tutti, saràmotivo per ritrovarsi a pregare insiemecon il nostro Vescovo, nella chiesa Par-rocchiale di S. Caterina da Siena alleore 18. Al termine della S. MessaMons. Giusti presenterà una pubblica-zione curata dal Parroco don DonatoMollica.

La Guida alla Visita della Chiesa di Santa Caterina da Sie-na rappresenta una novità assoluta: da oggi sarà nelle ma-ni dei livornesi e di ogni altra persona, Turista o Pellegri-no, desiderosa di conoscere qualcosa di più su questacittà, così ricca di contraddizioni, eppur così affascinante.Essa vuol essere un piccolo, quanto intenso e significativosegno dell’amore e dello studio che ne hanno animato larealizzazione. La speranza è riposta nella bellezza dellachiesa de’ Domenicani, affinché possa invitare a contem-plare la grandezza di Dio e ad elevare l’anima alle altezzecelesti, in questo lembo di terra, che vuol essere anticame-ra del Cielo. Uno spazio sacro in cui le pietre parlano, co-me se fossero vive, e raccontano, oggi ancora, una storia difede, di umana fatica, di speranze e di progetti arditi…Pietre impregnate dei sentimenti e degli aneliti di chi levolle e le costruì, come di chi, nel tempo, le ha custoditecon passione. L’auspicio è che questo semplice testo sap-pia renderci maggiormente consapevoli di un dimentica-to patrimonio artistico; sappia renderci ancora capaci distupore e di ammirazione per quelle opere d’arte che ser-bano, silenti, la loro bellezza ed il loro inestimabile valo-re. Conclude l’evento un Concerto per Organo (G. Forna-ri), Flauto (A. Mancini) e Soprano (G. Donini) del Con-servatorio Regio di Parma.

’LInizia un NUOVO ANNO

Diocesiinforma

Page 5: La Settimana n. 39 del 3 novembre 2013

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI3 novembre 2013 V

I soldidistruggono!

LE OMELIE DI PAPA FRANCESCO.........

CASA

S.M

ART

Ada

lla

IL PAPA: DIO NON CI SALVA PERDECRETO, SI IMMISCHIA CONNOI PER GUARIRE LE NOSTREFERITEContemplazione, vicinanza,abbondanza: sono le tre paroleintorno alle quali PapaFrancesco ha incentrato la suaomelia nella Messa quotidianaalla Casa Santa Marta. Il Papaha ribadito che non si puòcapire Dio soltanto conl’intelligenza ed hasottolineato che “la sfida diDio” è “immischiarsi” nellenostre vite per guarire le nostrepiaghe, proprio come ha fattoGesù.Per entrare nel mistero di Dionon basta l’intelligenza, maservono “contemplazione,vicinanza e abbondanza”. E’quanto sottolineato da PapaFrancesco che ha preso spuntodalla Prima Lettura di oggi, unbrano della Lettera di SanPaolo ai Romani. La Chiesa, hadetto il Papa, “quando vuoledirci qualcosa” sul mistero diDio, “soltanto usa una parola:meravigliosamente”. Questomistero, ha proseguito, è “unmistero meraviglioso”:“Contemplare il mistero,questo che Paolo ci dice qui,sulla nostra salvezza, sullanostra redenzione, soltanto sicapisce in ginocchio, nellacontemplazione. Non soltantocon l’intelligenza. Quandol’intelligenza vuole spiegare unmistero, sempre – sempre! –diventa pazza! E così èaccaduto nella Storia dellaChiesa. La contemplazione:intelligenza, cuore, ginocchia,preghiera … tutto insieme,entrare nel mistero. Quella è laprima parola che forse ciaiuterà”.La seconda parola che ciaiuterà ad entrarenel mistero, hadetto, è“vicinanza”. “Unuomo ha fatto ilpeccato - harammentato - unuomo ci hasalvato”. “E’ il Diovicino!” E’, haproseguito,“vicino a noi, allanostra storia”. Dalprimo momento,ha aggiunto, “quando ha sceltonostro Padre Abramo, hacamminato con il suo popolo”.E questo si vede anche conGesù che fa “un lavoro diartigiano, di operaio”:“A me, l’immagine che viene èquella dell’infermiere,dell’infermiera in un ospedale:guarisce le ferite ad una ad una,ma con le sue mani. Dio sicoinvolge, si immischia nellenostre miserie, si avvicina allenostre piaghe e le guarisce conle sue mani, e per avere mani siè fatto uomo. E’ un lavoro diGesù, personale. Un uomo hafatto il peccato, un uomo vienea guarirlo. Vicinanza. Dio nonci salva soltanto per un decreto,una legge; ci salva contenerezza, ci salva con carezze,ci salva con la sua vita, per noi”.La terza parola, ha ripreso ilPapa, è “abbondanza”. “Doveabbondò il peccato,sovrabbondò la grazia”.“Ognuno di noi – ha osservato– sa le sue miserie, le conoscebene. E abbondano!” Ma, haevidenziato, “la sfida di Dio èvincere questo, guarire lepiaghe" come ha fatto Gesù.Anzi di più: “fare quel regalosovrabbondante del suoamore, della sua grazia”. E così,

ha avvertito Papa Francesco, “sicapisce quella preferenza diGesù per i peccatori”:“Nel cuore di questa genteabbondava il peccato. Ma Luiandava da loro con quellasovrabbondanza di grazia e diamore. La grazia di Dio semprevince, perché è Lui stesso che sidona, che si avvicina, che ciaccarezza, che ci guarisce. E per

questo ma, forsead alcuni di noinon piace direquesto, ma quelliche sono piùvicini al cuore diGesù sono i piùpeccatori, perchéLui va a cercarli,chiama tutti:‘Venite, venite!’. Equando glichiedono unaspiegazione, dice:

‘Ma, quelli che hanno buonasalute non hanno bisogno delmedico; io sono venuto perguarire, per salvare’”.“Alcuni Santi – ha poiaffermato – dicono che uno deipeccati più brutti sia ladiffidenza: diffidare di Dio”.Ma, si chiede il Papa, “comepossiamo diffidare di un Diocosì vicino, così buono, chepreferisce il nostro cuorepeccatore?” Questo mistero, haribadito ancora, “non è facilecapirlo, non si capisce bene,con l’intelligenza”. Soltanto,“forse, ci aiuteranno queste treparole”: contemplazione,vicinanza e abbondanza. E’ unDio, ha concluso il Papa, “chesempre vince con lasovrabbondanza della suagrazia, con la sua tenerezza”,“con la sua ricchezza dimisericordia”.

IL PAPA: L’ATTACCAMENTO AI SOLDI DISTRUGGE PERSONEE FAMIGLIE, USIAMO I BENI CHE DIO CI DÀ PER AIUTARE GLI ALTRILa cupidigia, l’attaccamento aisoldi, distrugge le persone,distrugge le famiglie e irapporti con gli altri: è quantoha detto il Papa durante la

Messa a Santa Marta. L’invitonon è quello di scegliere lapovertà in se stessa, ma diutilizzare le ricchezze che Dioci dà per aiutare chi habisogno. Commentando il Vangelo delgiorno, in cui un uomo chiedea Gesù di intervenire perrisolvere una questione dieredità con suo fratello, il Papasviluppa il problema delnostro rapporto con i soldi:“Questo è un problema di tuttii giorni. Quante famigliedistrutte abbiamo visto per ilproblema di soldi: fratellocontro fratello; padre controfiglio… E’ questo il primolavoro che fa questoatteggiamento dell’essereattaccato ai soldi, distrugge!Quando una persona èattaccata ai soldi, distrugge sestessa, distrugge lafamiglia! I soldidistruggono!Fanno questo, no?Ti attaccano. Isoldi servono perportare avantitante cose buone,tanti lavori persvilupparel’umanità, maquando il tuocuore è attaccatocosì, ti distrugge”.Gesù racconta laparaboladell’uomo ricco, che vive peraccumulare “tesori per sé” e“non si arricchisce presso Dio”.L’avvertimento di Gesù èquello di tenersi lontano daogni cupidigia:“E’ quello che fa male: lacupidigia nel mio rapporto coni soldi. Avere di più, avere dipiù, avere di più… Ti portaall’idolatria, ti distrugge ilrapporto con gli altri! Non isoldi, ma l’atteggiamento, chesi chiama cupidigia. Poi anchequesta cupidigia ti ammala,perché ti fa pensare soltantotutto in funzione dei soldi. Tidistrugge, ti ammala… E allafine - questo è il piùimportante - la cupidigia è unostrumento dell’idolatria,

perché va per la stradacontraria a quella che ha fattoDio con noi. San Paolo ci diceche Gesù Cristo, che era ricco,si è fatto povero per arricchirenoi. Quella è la strada di Dio:l’umiltà, l’abbassarsi perservire. Invece la cupidigia tiporta per la strada contraria: tu,che sei un povero uomo, ti faiDio per la vanità. E’l’idolatria!”.Per questo – prosegue il Papa -Gesù dice cose “tanto dure,tanto forti contro questoattaccamento al denaro. Ci diceche non si può servire duepadroni: o Dio o il denaro. Cidice di non preoccuparci, che ilSignore sa di che cosa abbiamobisogno” e ci invita“all’abbandono fiducioso versoil Padre, che fa fiorire i gigli dalcampo e dà da mangiare agliuccelli”. L’uomo ricco della

parabolacontinua apensare solo allericchezze, maDio gli dice:“Stolto, questanotte ti saràrichiesta la tuavita!”. “Questastrada contrariaalla strada di Dio– conclude ilPapa - è unastoltezza, ti portalontano dallavita, distrugge

ogni fraternità umana”:“Il Signore ci insegna qual è ilcammino: non è il camminodella povertà per la povertà.No! E’ il cammino dellapovertà come strumento,perché Dio sia Dio, perché Luisia l’unico Signore! No l’idolod’oro! E tutti i beni cheabbiamo, il Signore ce li dà perfare andare avanti il mondo,andare avanti l’umanità, peraiutare, per aiutare gli altri.Rimanga oggi nel nostro cuorela Parola del Signore: ‘Fateattenzione e tenetevi lontanida ogni cupidigia, perchéanche se uno ènell’abbondanza, la sua vitanon dipende da ciò che eglipossiede’".

«Per entrare nel mistero di Dio non bastal’intelligenza ma servonocontemplazionevicinanza e abbondanza»

«Fate attenzione e tenetevi lontanida ogni cupidigia,perché anche se uno ènell’abbondanza, la sua vita nondipende da ciò che egli possiede»

Page 6: La Settimana n. 39 del 3 novembre 2013

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI3 novembre 2013VI

L’ingresso ufficiale nella nuova comunità

«La comunitàparrocchialedeve essere testimonianzad’amore”»

Don Piotr Kownacki nuovo parrocodi Santa Lucia ad Antignano

ella ricorrenzadelquindicesimoanno della

nuova Parrocchia diSanta Lucia, allapresenza dinumerosissimi fedeli, ilvescovo MonsignorGiusti ha concelebratola Messa per l’ingressodel nuovo Parroco di S.Lucia don PiotrKownacki. Prima diprendere possesso diquesta nuovaParrocchia, don Piotr èstato parroco dellaParrocchia di Shangaiper cinque anni e allostesso tempo haricoperto e tuttoraricopre, l’incarico diDelegato Diocesanoper l’Ecumenismo e ilDialogo Interreligioso.

N

Monsignor Giusti, nella“consegna” della nuovacomunità al neo-parroco ha auguratouna luminosa presenzadello Spirito Santo chediradando le tenebre fa“brillare” la Verità,accompagnata dallamisericordia e rende la

comunità esempio difratellanza e amore.“Non c’è bisogno difare tante cose –hasottolineato mons.Giusti- ma di parlaredelle meraviglie cheopera il Signore inmezzo alla comunità.Lo Spirito Santoaiuterà a diventare uncuor solo ed un’animasola perché, in quantofigli di Dio, siamo fattiper amare”. Iparrocchiani hannovoluto poi esprimere illoro benvenutoassicurando preghiereperché il Signore nongli faccia mai mancarel’assistenza e così pureil loro grazie per averaccettato di fare unpezzo di strada insiemea loro. Don Piotr a sua

volta, ha espresso la suagioia per questanomina e per la fiduciaaccordata per questoincarico diresponsabilità neiconfronti di Dio perguidare questaporzione di Chiesa.L’Eucarestia sarà ilcentro della vitaparrocchiale e lapreghiera sarà costante

perché il Signore lorenda docile strumentonelle sue mani. Nelsalone parrocchiale,una cena convivialepreparata dai nuoviparrocchiani è statasuggellata da unamagnifica tortapreparata dallaMisericordia diAntignano.

Mo.C.

n dolce inizio attività nel verosenso della parola a San

Sebastiano. Una vendita inbeneficenza di torte e fragrantibiscotti, rigorosamente fatte in casa,ha suggellato l’inizio del nuovo annopastorale. Tante sono state le mamme,le nonne e le catechiste che hannomesso a disposizione le loro doticulinarie, tempo e buona volontà perallestire fuori dalla chiesa unbanchetto con ogni sorta di golosità.L’impegno e gli sforzi degli

organizzatori sono stati, però,ampiamente ripagati dalla gioia e lasoddisfazione per la riuscitadell’iniziativa che ha riscosso successoe partecipazione tra i parrocchiani. Ilricavato, consegnato al parroco, andràin sostegno delle spese parrocchialiripartite tra le spese per attività cheriguardano i ragazzi del catechismo,la spesa per il restauro dell’organo eper la caritas parrocchiale che confatica deve provvedere sempre più allefamiglie bisognose del quartiere.

Caterina Lo Russo

PER CONOSCERETUTTE LE NOVITÀE NON SOLO...

Per essere aggiornato sui principalieventi in parrocchia, iscriviti allanostra mailing list, riceveraiall’occorrenza una mail con utiliinformazioni (ad esempiosegnalazioni su celebrazionieucaristiche straordinarie, iniziative,feste e concerti in parrocchia e moltoancora).Basta indicare la propria volontà adaderire inviando una mailall’indirizzo: [email protected].

U

La parrocchia di S. Lucia di Antignanofesteggia i 15anni dallacostruzione dellachiesa nuova e accoglie il nuovo parrocodon Piotr

I FESTEGGIAMENTI PER I CINQUANT’ANNI DELLA PARROCCHIA

Da Viterbo il cuore di Santa Rosa a reliquia di Santa Rosa, giuntasabato 26 ottobre a Livorno era

attesa sin dalle prime ore delpomeriggio dagli Scout e damoltissimi parrocchiani, che inprocessione l’hanno accompagnataall’interno dell’omonima chiesa. Lareliquia portata da monsignor LinoFumagalli vescovo di Viterbo cittàdove Santa Rosa è Patrona, hasolennizzato il 50esimo anniversariodi fondazione della parrocchia a leidedicata. La reliquia, rappresentatadal cuore della Santa è giunta nellanostra città per la prima volta comericordato dal parrocopadre Maurizio DeSanctis, per tutti padreNike: «per la primavolta dopocinquant’anni daquando la nostrachiesa venne intitolataa Santa Rosa, la nostraSanta patrona oggi èqui con noi, non solocon una presenzaspirituale, comeavvienequotidianamente, maaddiritturafisicamente e con laparte migliore di sé: ilsuo cuore! Fonte delSuo grande amore,verso la Madonna,Gesù crocifisso e versotutti noi».A sintetizzare la vitaed il carisma della Santa le parole delvescovo di Viterbo: «la vita illuminata diRosa avvenne quando diciottenne, dalmaggio 1250 sino a marzo 1251, un arcodi tempo molto breve, maturò il suo

amore per Gesù e lasua vita divenne unamissione, parlando achiunque incontravadell’amore infinito diNostro Signore,attraendo econvertendo tantepersone. L’opera dievangelizzazione diSanta Rosa, comequella di tutti i Santi,

non dobbiamo ritenerla una loropriorità, ma deve coinvolgere ognuno dinoi sacerdoti e laici, sì perché ognuno divoi deve saper raccontare al prossimo,quanto sia bello partecipare

all’Eucarestia, ad entrare in chiesa. Siamotutti missionari nel rapporto con il nostroprossimo».L’anniversario del mezzo secolo dellachiesa di Santa Rosa ha avuto anche unaltro momento di comunione con larealtà parrocchiale, nella giornata didomenica 27, quando la S. Messa per ilsecondo giorno dei festeggiamenti,celebrata dal vescovo Simone Giusti, èstata caratterizzata anche la Festa dellaDedicazione delle chiese della Toscana,che non poteva trovare miglioreatmosfera nel cinquantesimocompleanno della dedicazione dellachiesa di Santa Rosa.

Roberto Olivato

L

Notizie dalla parrocchiadi S. Sebastiano

Golosità in beneficienza

Page 7: La Settimana n. 39 del 3 novembre 2013

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI3 novembre 2013 VII

Le iniziative culturali, sociali ed i progetti formativi delle Acli

Tutti i progetti che le Acli metterannoin campo nei prossimimesi, realizzabiligrazie all’entrata del 5 per mille

Anziani,giovani e famiglie

ella sedeprovinciale diVia Cecconi laPresidenza

delle Acli livornesi, si èincontrata per fare ilpunto sulle prossimeiniziative che ilmovimento aclistaporterà avanti nelleprossime settimane. Ilpresidente AntonioMelani, dopo un inizialemomento di preghiera,ha aperto l’incontroprospettando ai presentila prima proposta:ricordando che il 5novembre ricorreràl’anniversario dellamorte di Giorgio La Pira,un politico lungimiranteche aveva dedicato la vitaall’aiuto dei poveri e alleopere di solidarietà. Suquesto tema le Acli il 15novembre, con ilcoinvolgimento delcircolo di Guasticce, neilocali della parrocchiaSan Ranieri alle 18,organizzeranno unaTavola rotonda sul tema«La profezia in politica –Sulle orme di Giorgio LaPira», alla quale, tra glialtri, prenderanno parteil professor EmanueleRossi dell’UniversitàSant’Anna di Pisa el’onorevole FedericoGelli che per molti anni èstato membro delladirezione nazionale delleAcli.Entrando poi nellospecifico degli argomentiMelani ha evidenziatoche con le risorse resedisponibile dal «Cinqueper mille» delledichiarazioni dei redditidel 2010, le Acli hanno

Nmesso in campo ilprogetto «PuntoFamiglia» che si articolain tre iniziative: «Mangiarsano», con il quale sivogliono indicare le lineeguida per una correttaalimentazione deglianziani, che avrà il puntodi forza nelgastroenterologoprofessor Niccoli. Mentreun secondo progetto,sempre rivolto aglianziani, è «Muoversibene» che vuole fornirealcuni consiglipratici per lacorrettamovimentazionedell’anziano e siprefigge ditutelare sial’anziano, sia lepersone che loassistono neimovimenti, ildottorPalminteri, notofisioterapista,sarà la persona diriferimento.Il terzo progettoriguardal’apertura, neilocali delpatronato Acli,dello sportellod’ascolto «Padrisoli», che vuoleaffrontare leproblematiche di queipadri rimasti soli difronte a situazioni didisagio sociale edeconomico; le personeche si rivolgeranno allosportello saranno seguitedall’Avvocato AriannaRoma, divorzista edesperta del diritto difamiglia, dalla direttricedel patronato, Cecilia

Pamio e dal dottor Patti,mediatore famigliare edesperto insocializzazione.

Il presidente Melani hapoi sottolineatol’iniziativa della raccoltabenefica per la SanVincenzo de’ Paoli:«Allarga il cuore, fai unregalo». Si tratta di unaprima raccolta diindumenti per la San

Vincenzo di Piombino,la raccolta potrà poiessere estesa in altre zonedella Provincia dove visia la presenza della SanVincenzo. Le Acli -hachiarito Melani-attraverso l’enteformativo dell’Enaip stapartecipando ad unbando della Provincia,con le risorse del FondoSociale Europeo,si trattadel Progetto «Neet», che

è l’acronimo di «Notengaged in education,employment ortraining», si rivolge aigiovani che non vannopiù a scuola, non hannoun impiego, nonseguono un corsoformativo; incollaborazione con leaziende del territorio sicercherà di vedere se perloro ci potranno esseredelle soluzioni di lavoro;si cercherà anche di darespazio alla nuovaimprenditorialità conattività nuove comepotrebbe essere quelladel dog-sitter.Le Acli -ha evidenziatoancora Melani- tramitela società Sfera sonoimpegnate nel«Programma diintervento anti-crisi»della Provincianell’ambito delProgramma Operativodel Fondo SocialeEuropeo. I beneficiarisono 400 lavoratori incerca di un nuovo lavoro,già in cassa integrazioneo in mobilità, e 50 exlavoratori autonomi opiccoli imprenditori lacui attività economicasul territorio provincialea causa della crisieconomica risulti chiusao abbia avviato leprocedure di cessazionedell’attività, gli interessatiper iscriversi possonorivolgersi ai Centri perl’impiego della provinciaentro il prossimo 15novembre. Melani ha poiricevuto il mandato daparte dei componenti laPresidenza di incontrarele Acli pisane perprospettare un lavoro dicollaborazione nelportare avanti i servizidelle Acli Service delledue città. Il responsabileamministrativo ValerioLuci ha terminatol’incontro dicendo che«il sistema Acli»,malgrado i tagli delloStato e delleAmministrazionipubbliche sulle risorse èin attivo e ciò permettedi guardare con serenitàil futuro.Gianni Giovangiacomo

Servizio civile alle AcliLA DOMANDA VA PRESENTATA ENTRO IL 4 NOVEMBRE

l Dipartimento del Servizio civile ha pubblicato il bando per la selezio-ne di 265 giovani da avviare al servizio civile nelle Acli, che prevede la

realizzazione di 10 progetti in Italia e 2 all’estero.Per 231 giovani è previ-sto un impegno attivo in Italia nella realizzazione di servizi di assistenza,di lotta alla dispersione scolastica, di educazione e promozione culturalee di tutela del patrimonio artistico.Agli altri 34 sarà consentita una significativa esperienza all’estero, nel-l’ambito di progetti riguardanti la cooperazione internazionale e il soste-gno degli italiani all’estero.La domanda per essere ammessi alla selezione dei candidati va presentataentro il prossimo 4 novembre.Per informazioni PATRONATO ACLI, Via Degli Apostoli, 557126LIVORNO (LI) tel.: 058621401http://www.patronato.acli.it/interna.asp?idPag=2472

I

i chiamano «I Licaoni» e fan-no parte di quei livornesi di

cui si può andare fieri per laloro professionalità. Nel 1999tre ragazzi appassionati per ilteatro, la produzione video e ifumetti mettono insieme le lo-ro capacità e iniziano a realiz-zare progetti teatrali e corto-metraggi. Oggi Francesca Dettie Alessandro Izzo, con gli altriche hanno preso altre strade,hanno fatto di questa passioneil loro lavoro con «I Licaoni di-gital studio», società di video-produzione che ha lavoratoper importanti società italianecurando spot e video di pre-sentazione. I Licaoni possono vantare unprimato particolare: essere sta-ti i primi a distribuire gratuita-mente e legalmente un filmonline, «Kiss me Lorena» chein un anno aveva già avuto

600.000 download e che tral’altro era stata l’ultima proie-zione del cinema Odeon. Maanche di aver creato una tra leprime web series quando an-cora non esisteva questo nomecon il «Corso di Cazzotti delDr. Johnson» che nel 2012 havinto due premi al Los AngelesWeb Series Festival. Tra 178web series americane e inter-nazionali la loro si è aggiudi-cata i premi Migliori Spe-cial/Visual Effects e MigliorMontaggio nella sezione Co-medy Series.Loro unico canale di distribu-zione: Youtube che li ha pre-miati, prima rendendo il lorocanale partner ufficiale concorsi di formazione gratuiti,workshop in giro per l’Italia ela possibilità di prendere parteagli introiti derivanti dallapubblicità. Poi, nel 2012, il

premio come miglior canaleYoutube italiano nel concorsoNextUp promosso da Google(di cui Youtube fa parte), chenon solo ha assegnato loro unpremio economico e attrezza-ture, ma ha anche dato la pos-sibilità di vivere una settimananegli studi londinesi di Goo-gle, insieme ai vincitori prove-nienti da tutta Europa.Il loro prossimo impegno aLucca Comics, dove presente-ranno il volume «Tales frombaule», un fumetto che ha riu-nito tanti giovani fumettisti li-vornesi (per nascita o per ado-zione) di alto livello tra cui«La Tram», Margherita Tramu-toli, di cui abbiamo parlatoanche qui sul nostro giornaleper il suo impegno al CentroMondialità Sviluppo Recipro-co.

Giulia Sarti

S

LA STAGIONE 2013/2014DEL TEATRO GOLDONI

alla Lirica alla Prosa, dalla Danza alla Concertistica,insieme ad altre importanti forme di espressione

artistica quale il Teatro Popolare, l’Operetta ed ilMusical: si rinnova così l’impegno del Teatro diTradizione livornese nel decennale della riapertura dellostorico Teatro Goldoni, con la proposta di cartelloni diqualità realizzati in collaborazione con L.E.G. eMenicagli Pianoforti a favore di una pluralità dilinguaggi e forme di spettacolo per ogni fascia d’età.Consapevole ed attenta a calare la sua proposta neldifficile momento in cui versa l’economia e lo stessocomparto teatrale italiano, la Fondazione Goldonilicenzia la Stagione 2013-14 in piena sintonia con glienti soci a cominciare dal socio fondatore e promotore,il Comune di Livorno.I lineamenti dei cartelloni sono stati presentatiattraverso gli interventi di Alessandro Cosimi,Presidente della Fondazione Goldoni e Sindaco diLivorno; Mario Tredici Assessore alla Cultura Comune diLivorno; Marco Bertini, Direttore Generale FondazioneGoldoni; Carlo Venturini,Vice Presidente FondazioneLivorno.

Orario di Biglietteria (tel. 0586 204209): damartedì a sabato dalle ore 17 alle ore 20Box Office: tel.0586204219 - tel.0586204213dal lunedì al venerdì orario 10 /13.http://www.goldoniteatro.it/new/index.php?id=993&lang=it

D

IL TALENTO INIZIA DA GIOVANI: I LICAONISaranno a Lucca comics con il loro ultimo lavoro

QUELLAINSOPPRIMIBILEVOGLIADI TEATRO

ome ogni anno l’Azione Cattolica deiRagazzi della diocesi ha organizzato una

festa per ritrovarsi dopo un’estate in cui icampeggi sono molti, e iniziare con la giustacarica il nuovo anno.Quest’anno il tema dell’anno per l’associazioneera: Non c’è gioco senza te!Per l’occasione l’equipe organizzativa haricreato l’ambientazione di un luna park, con 4stand, ognuno con un gioco che solitamentetroviamo nei luna park.I quasi 90 ragazzi partecipanti, divisi in 4squadre, hanno riempito di gioia e entusiasmoil verde del chiostro del vescovado.I ragazzi hanno giocato a bowling, abbattutobarattoli e gareggiato in un canzoniere doveper rispondere dovevano sporcarsi la faccia condella schiuma da barba.Dopo i giochi il saluto del nostro VescovoSimone e la Messa celebrata dal nuovoassistente ACR Don Rosario.Finito qui? forse sarebbe già molto ma dopo lafesta, i 15 giovanissimi (14-17 ani) hannoaiutato i più grandi nell’animare la festa: canti,balli, giochi e l’occasione giusta per accogliere

nel settore giovani i nuovi giovanissimi con un"rito di passaggio" che ha messo a dura provail loro coraggio...Il tutto si è concluso nella giornata di domenicacon un momento conclusivo a cura del settoregiovani e dell’assistente giovani Don Michele.Appuntamento a Gennaio per la visitaitinerante dei presepi della città!

Michele Martella

C

Non c’è giocosenza te

La «festa del Ciao» dei ragazzi di AC

Page 8: La Settimana n. 39 del 3 novembre 2013

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI3 novembre 2013VIII