La Settimana n. 41 del 18 novembre 2012

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 18 novembre 2012 a Chiesa vive e deve vivere in ogni momento la sua centralità eucaristica. Per essa l’Eucarestia e la Chiesa quindi hanno la missione di essere un grande grazie che si unisce a quello del Cristo e si rivolge al Padre; un grazie in cui la Chiesa vuole raccogliere tutti gli uomini, un grazie in cui rappresenta, come interprete, tutti gli uomini, un grazie eucaristico che ha il compito di provocare alla gratitudine tutti gli uomini. L’impegno missionario valorizzerà questa missione eucaristica della Chiesa quando rivolgendosi agli uomini li provocherà anzitutto a dire grazie al Padre; cioè a riconoscere in se stessi dei valori di partenza; a riconoscere che per nessun uomo e in nessuna comunità, per quanto lontana dalla Chiesa, sono assenti dei grandi valori. Questa valorizzazione, questa provocazione a vedere e a scoprire sarà integrazione eucaristica del momento contemplativo, perché costituirà un’occasione importante di dialogo che si sente interpellato a partire dal riconoscimento e dalla scoperta dei propri valori. (Dalla lettera «Siamo comunità? – Impegno missionario della Chiesa») L Crisi economica e continui tagli alla spesa sociale stanno aggravando la situazione, già difficile, di giovani, di famiglie, di emarginati Ogni POVERTÀ è SOFFERENZA DI F ABIO FIGARA l quadro che emerge oggi, nella nostra zona così come nel resto d’Italia, è piuttosto allarmante: la povertà, sotto varie forme, è dilagante, e muta proporzionalmente all’aggravarsi della situazione. Le statistiche riportano aumenti vertiginosi degli interventi delle commissioni e dei volontari Caritas solo nel primo semestre dell’anno. Purtroppo le famiglie sono sempre più povere, avendo minore disponibilità di risorse già per il soddisfacimento dei bisogni primari, a cui va inevitabilmente ad aggiungersi una situazione di malessere, soprattutto dei figli; aumentano le persone senza fissa dimora e gli sfratti; il lavoro, quando c’è, è poco, spesso precario, in nero o mal pagato; l’immigrazione aumenta, e molti si trovano proiettati in una condizione di illegalità; le carceri sono sovraffollate e mancano di tutto; crescono la solitudine degli anziani e purtroppo anche dei giovani; cresce la dipendenza da stupefacenti, droghe, alcool e gioco. In questo sfondo, alcuni sociologi azzardano distinzioni tra “storici” o “consolidati” e “nuovi” poveri, persone che sono vittime non solo di crisi economica o di violenze dalle quali fanno fatica a riprendersi, ma che sempre più spesso affrontano una crisi psicologica, di valori o subiscono prevaricazioni dei propri diritti. Tuttavia, tale distinzione di tipo puramente accademico, non giustifica certo la mancanza di attenzione verso le prime forme di povertà (barboni, tossicodipendenti, prostitute) che, anzi, risultano “cronicizzate” se non addirittura peggiorate. «Ogni povertà oggi è complessa e concatenata ad altre fragilità e sofferenze - spiega Suor Raffaella Spiezio, presidente della Caritas diocesana - e le vecchie povertà non sono da considerarsi “la normalità”: si tratta pur sempre di poveri che, nella maggior parte dei casi, hanno addirittura peggiorato la propria condizione, o sono posti in un contesto sociale peggiore del precedente. I poveri “di ieri”, secondo molti studiosi, rappresentano una fascia della società ormai consolidata, e che possiamo accettare così. Questo concetto della povertà è in realtà inaccettabile! Piuttosto la società intera dovrebbe chiedersi come affrontare tali problemi di esclusione sociale, di vulnerabilità degli individui e di mancanza dei diritti fondamentali». Mense, dormitori e Centri ascolto si trovano ogni giorno ad affrontare un’emergenza sociale per cui le stesse istituzioni statali dimostrano difficoltà d’intervento, considerando la riduzione di risorse sia in termini di liquidità che di presenza di volontari (in molti Centri ascolto ci sono difficoltà oggettive ad avere il minimo numero di persone per il mantenimento di alcuni servizi). «La povertà economica (perdita del lavoro, difficoltà ad arrivare a fine mese) porta con sé anche la presenza di conflitti socio- relazionali all’interno delle famiglie, spesso è causa di una separazione coniugale, e aumentano così le famiglie con genitorialità problematiche e mono- genitoriali: da qui l’esigenza di avere dei consultori gratuiti, come quello che avremo presso la Caritas di via Donnini, per il sostegno di tali “emergenze relazionali”, problemi che si ripercuotono inevitabilmente anche sui figli. Molti di coloro che perdono la casa o il lavoro decidono di trasferirsi dai propri genitori, in una “ricomposizione forzata” per una sorta di “mutuo aiuto” presso l’abitazione dei genitori anziani (magari pensionati e quindi con un’entrata certa), ma ciò comporta ulteriori stati di disagio». Le sentenze per mantenimento della famiglia a seguito di divorzi e separazioni hanno inoltre portato molti uomini ad avere risorse finanziarie limitate, e molti di loro si avvicinano alle Caritas per avere un sostegno morale e un pasto caldo, o anche un posto dove dormire. Poi ci sono le situazioni di violenza fisica e psicologica su donne e su anziani, spesso compiute da parenti stretti come i figli, e le forme di povertà interiore: ad esempio, «anche se nessuno di coloro che ne soffrono lo ammette, la “ludopatia” o “patologia del gioco” ha raggiunto livelli critici». «Ma sono poveri anche i giovani che non hanno più sogni, che fanno un lavoro diverso da quello per cui hanno studiato, che lavorano da precari o che lavorano “in nero”, e che non intravedono comunque la possibilità di avere una casa, una famiglia, un futuro: in questo modo si spegne quella scintilla di speranza che dovrebbero avere per costituire il prossimo futuro». E ancora, abbiamo i poveri di diritti, coloro che vivono in una condizione di negazione o di limitazione dei diritti essenziali e sostanziali sanciti dalle norme fondamentali. «Occorre progettare risposte concrete, per il lungo termine, e non rispondere solo all’emergenza. Il contrasto della povertà deve diventare sempre più un obiettivo condiviso con istituzioni e associazioni di volontariato, ponendo al centro la famiglia, la base della nostra società, e promuovendo un’etica di responsabilità reciproca». I distanza di un anno dal lancio da parte del Vescovo dell’idea di creare una lobby per i poveri, qualche segnale positivo e concreto in questo senso si comincia a scorgere. Significativo in questa direzione è stato l’accordo, di cui abbiamo dato notizia in queste pagine già nelle scorse settimane, tra la Diocesi e la Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno per finanziare insieme la ristrutturazione dell’immobile di proprietà diocesana che si trova in via Donnini per destinarlo alla creazione del secondo grande centro Caritas presente in città, dopo quello già operante a Torretta. Un impegno finanziario notevole (quasi 800.000 euro) che le due istituzioni hanno concordato per far fronte alle tante nuove povertà che emergono in questo tempo di crisi economica sempre più grave. Ma importante in questo senso potrebbe essere anche la notizia di questi giorni secondo la quale il Comune di Livorno ha trovato l’accordo con l’ordine religioso dei Trinitari per ottenere in comodato gratuito l’edificio di loro proprietà, che si trova in Venezia, per destinarlo alla creazione di abitazioni destinate all’emergenza abitativa. Se confermata nei fatti, è certamente una bella notizia perchè si tratterebbe di una soluzione trovata grazie alla buona volontà di un’ordine religioso e dell’amministrazione pubblica che, insieme, hanno preso un’iniziativa rilevante a favore dei più poveri. Aspettiamo al più presto che all’annuncio seguano i fatti concreti per poter definire anche questo accordo come esemplare. Oltre alla rilevanza concreta delle due iniziative, mi sembra molto interessante sottolineare che non sono state prese da un’istituzione da sola ma sono il frutto di una collaborazione tra istituzioni diverse che, ciascuna secondo le proprie competenze e capacità, decidono di operare a favore di chi ha più bisogno. Dal successo e dall’efficacia di queste prime iniziative dipenderà probabilmente la comprensione e la conseguente realizzazione di una lobby per i poveri. Su queste pagine saremo sempre pronti ad evidenziare e descrivere tutte le iniziative che dimostreranno di rendere concreta quest’idea. Una lobby, non per favorire ua parte, ma per servire i più poveri. A Istituzioni insieme per chi ha bisogno FARE LOBBY per i poveri di Nicola Sangiacomo Ogni povertà oggi è complessa e concatenata ad altre fragilità e sofferenze e le vecchie povertà non sono da considerarsi “la normalità”: si tratta pur sempre di poveri che, nella maggior parte dei casi, hanno addirittura peggiorato la propria condizione Mense, dormitori e Centri ascolto si trovano ogni giorno ad affrontare un’emergenza sociale per cui le stesse istituzioni statali dimostrano difficoltà d’intervento IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi

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Settimanale della Diocesi di Livorno

Transcript of La Settimana n. 41 del 18 novembre 2012

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

18 novembre 2012

a Chiesa vive e deve vivere in ogni momento la sua centralità eucaristica. Per essal’Eucarestia e la Chiesa quindi hanno la missione di essere un grande grazie che si

unisce a quello del Cristo e si rivolge al Padre; un grazie in cui la Chiesa vuoleraccogliere tutti gli uomini, un grazie in cui rappresenta, come interprete, tutti gliuomini, un grazie eucaristico che ha il compito di provocare alla gratitudine tutti gliuomini. L’impegno missionario valorizzerà questa missione eucaristica della Chiesaquando rivolgendosi agli uomini li provocherà anzitutto a dire grazie al Padre; cioè ariconoscere in se stessi dei valori di partenza; a riconoscere che per nessun uomo e innessuna comunità, per quanto lontana dalla Chiesa, sono assenti dei grandi valori.Questa valorizzazione, questa provocazione a vedere e a scoprire sarà integrazioneeucaristica del momento contemplativo, perché costituirà un’occasione importante didialogo che si sente interpellato a partire dal riconoscimento e dalla scoperta deipropri valori.

(Dalla lettera «Siamo comunità? – Impegno missionariodella Chiesa»)

L

Crisi economica e continui tagli alla spesa sociale stanno aggravando la situazione, già difficile, di giovani, di famiglie, di emarginati

Ogni POVERTÀè SOFFERENZA

DI FABIO FIGARA

l quadro che emerge oggi,nella nostra zona cosìcome nel resto d’Italia, èpiuttosto allarmante: la

povertà, sotto varie forme, èdilagante, e mutaproporzionalmenteall’aggravarsi dellasituazione. Le statisticheriportano aumenti vertiginosidegli interventi dellecommissioni e dei volontariCaritas solo nel primosemestredell’anno.Purtroppo lefamiglie sonosempre piùpovere, avendominoredisponibilità dirisorse già per ilsoddisfacimentodei bisogniprimari, a cui vainevitabilmentead aggiungersiuna situazionedi malessere,soprattutto deifigli; aumentanole persone senzafissa dimora e glisfratti; il lavoro,quando c’è, èpoco, spessoprecario, in neroo mal pagato;l’immigrazioneaumenta, emolti si trovanoproiettati in unacondizione diillegalità; le carceri sonosovraffollate e mancano ditutto; crescono la solitudinedegli anziani e purtroppoanche dei giovani; cresce ladipendenza da stupefacenti,droghe, alcool e gioco. In questo sfondo, alcunisociologi azzardanodistinzioni tra “storici” o“consolidati” e “nuovi”poveri, persone che sono

vittime non solo di crisieconomica o di violenzedalle quali fanno fatica ariprendersi, ma che semprepiù spesso affrontano unacrisi psicologica, di valori osubiscono prevaricazioni dei

propri diritti.Tuttavia, taledistinzione di tipopuramenteaccademico, nongiustifica certo lamancanza diattenzione verso leprime forme dipovertà (barboni,tossicodipendenti,prostitute) che,anzi, risultano“cronicizzate” senon addiritturapeggiorate. «Ognipovertà oggi ècomplessa econcatenata adaltre fragilità esofferenze - spiegaSuor RaffaellaSpiezio,presidente dellaCaritas diocesana -e le vecchiepovertà non sonoda considerarsi “lanormalità”: sitratta pur sempre

di poveri che, nella maggiorparte dei casi, hannoaddirittura peggiorato lapropria condizione, o sonoposti in un contesto socialepeggiore del precedente. Ipoveri “di ieri”, secondomolti studiosi, rappresentanouna fascia della società ormaiconsolidata, e che possiamoaccettare così. Questoconcetto della povertà è in

realtà inaccettabile! Piuttostola società intera dovrebbechiedersi come affrontare taliproblemi di esclusionesociale, di vulnerabilità degliindividui e di mancanza deidiritti fondamentali».Mense, dormitori e Centriascolto si trovano ognigiorno ad affrontareun’emergenza sociale per cuile stesse istituzioni statalidimostrano difficoltàd’intervento, considerando lariduzione di risorse sia intermini di liquidità che dipresenza di volontari (inmolti Centri ascolto ci sonodifficoltà oggettive ad avere ilminimo numero di personeper il mantenimento dialcuni servizi). «La povertàeconomica (perdita dellavoro, difficoltà ad arrivare afine mese) porta con sé anchela presenza di conflitti socio-relazionali all’interno dellefamiglie, spesso è causa diuna separazione coniugale, eaumentano così le famigliecon genitorialitàproblematiche e mono-genitoriali: da qui l’esigenzadi avere dei consultorigratuiti, come quello cheavremo presso la Caritas divia Donnini, per il sostegnodi tali “emergenzerelazionali”, problemi che siripercuotono inevitabilmenteanche sui figli. Molti dicoloro che perdono la casa oil lavoro decidono ditrasferirsi dai propri genitori,in una “ricomposizioneforzata” per una sorta di“mutuo aiuto” pressol’abitazione dei genitorianziani (magari pensionati e

quindi con un’entrata certa),ma ciò comporta ulterioristati di disagio».Le sentenze permantenimento della famigliaa seguito di divorzi eseparazioni hanno inoltreportato molti uomini adavere risorse finanziarielimitate, e molti di loro siavvicinano alle Caritas peravere un sostegno morale eun pasto caldo, o anche unposto dove dormire. Poi cisono le situazioni di violenzafisica e psicologica su donnee su anziani, spesso compiuteda parenti stretti come i figli,e le forme di povertàinteriore: ad esempio, «anchese nessuno di coloro che nesoffrono lo ammette, la“ludopatia” o “patologia delgioco” ha raggiunto livellicritici». «Ma sono poverianche i giovani che nonhanno più sogni, che fannoun lavoro diverso da quelloper cui hanno studiato, chelavorano da precari o chelavorano “in nero”, e che nonintravedono comunque lapossibilità di avere una casa,una famiglia, un futuro: inquesto modo si spegne quellascintilla di speranza chedovrebbero avere percostituire il prossimo futuro».E ancora, abbiamo i poveri didiritti, coloro che vivono inuna condizione di negazioneo di limitazione dei dirittiessenziali e sostanziali sancitidalle norme fondamentali.«Occorre progettare risposteconcrete, per il lungotermine, e non risponderesolo all’emergenza. Ilcontrasto della povertà devediventare sempre più unobiettivo condiviso conistituzioni e associazioni divolontariato, ponendo alcentro la famiglia, la basedella nostra società, epromuovendo un’etica diresponsabilità reciproca».

Idistanza di un anno dal lancio da parte delVescovo dell’idea di creare una lobby per i

poveri, qualche segnale positivo e concreto inquesto senso si comincia a scorgere.Significativo in questa direzione è statol’accordo, di cui abbiamo dato notizia in questepagine già nelle scorse settimane, tra la Diocesi ela Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno perfinanziare insieme la ristrutturazionedell’immobile di proprietà diocesana che sitrova in via Donnini per destinarlo allacreazione del secondo grande centro Caritaspresente in città, dopo quello già operante aTorretta. Un impegno finanziario notevole(quasi 800.000 euro) che le due istituzionihanno concordato per far fronte alle tante nuovepovertà che emergono in questo tempo di crisieconomica sempre più grave.Ma importante in questo senso potrebbe essereanche la notizia di questi giorni secondo laquale il Comune di Livorno ha trovato l’accordocon l’ordine religioso dei Trinitari per ottenerein comodato gratuito l’edificio di loro proprietà,che si trova in Venezia, per destinarlo allacreazione di abitazioni destinate all’emergenzaabitativa. Se confermata nei fatti, è certamenteuna bella notizia perchè si tratterebbe di unasoluzione trovata grazie alla buona volontà diun’ordine religioso e dell’amministrazionepubblica che, insieme, hanno preso un’iniziativarilevante a favore dei più poveri. Aspettiamo alpiù presto che all’annuncio seguano i fatticoncreti per poter definire anche questo accordocome esemplare.Oltre alla rilevanza concreta delle due iniziative,mi sembra molto interessante sottolineare chenon sono state prese da un’istituzione da solama sono il frutto di una collaborazione traistituzioni diverse che, ciascuna secondo leproprie competenze e capacità, decidono dioperare a favore di chi ha più bisogno. Dalsuccesso e dall’efficacia di queste primeiniziative dipenderà probabilmente lacomprensione e la conseguente realizzazione diuna lobby per i poveri. Su queste pagine saremosempre pronti ad evidenziare e descrivere tutte leiniziative che dimostreranno di rendere concretaquest’idea. Una lobby, non per favorire ua parte,ma per servire i più poveri.

A

Istituzioni insiemeper chi ha bisogno

FARE LOBBYper i poveri

di Nicola Sangiacomo

Ogni povertà oggi è complessa e concatenata ad altre fragilitàe sofferenze e levecchie povertànon sono daconsiderarsi “la normalità”:si tratta pur sempre di poveri che,nella maggiorparte dei casi,hannoaddiritturapeggiorato la propriacondizione

Mense, dormitori e Centri ascolto si trovanoogni giorno ad affrontare un’emergenza socialeper cui le stesse istituzioni statali dimostranodifficoltà d’intervento

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI18 novembre 2012II

Il ricordo di Alberto Tobia, nelle parole dei confratelli diaconi

«Nel volto del malato vedo Gesù»

poche oredalla morte delnostro caroamico e

confratello diaconoAlberto Tobia., miaccingo a scrivere questepoche righe. Esse nonvogliono essereassolutamenteun elogiofunebre (Luinon lo avrebbevoluto), ma soloedesclusivamenteun ricordo a chilo ha conosciutoed apprezzato.Ho conosciutoAlberto, per laprima volta, nel lontanoanno 1978, quando io eDanila arrivammo nellaParrocchia di SanGiovanni Bosco inCoteto, dove era alloraparroco il compiantodon Vittorio Vital, edinsieme ad Albertoiniziammo un camminodi fede, contrassegnatoda momenti dientusiasmo, ma ancheda tante difficoltà.Spesso il cammino chestavamo facendosembrava fosse tutto insalita, ma il Signore, cheè sempre presente esostiene ogni suo figlio,ci è sempre stato vicinoper superare ogniostacolo.Un anno prima, nel1977, morì sua moglieElda Corretti ed Alberto,con tre figli ancoragiovani, fu costretto afare anche da madre aquesti suoi figli. Sempre in quell’annomuoveva i suoi primipassi un gruppo dispiritualità familiareguidato da don PierGiorgio Paolini,composto da tante bravepersone con le quali sifece subito amicizia einsieme a lorocominciammo adassaporare la bellezzadella Parola del Signoree della preghiera coralealla quale Alberto, conun entusiasmo davveroencomiabile, facevacapire, a chi gli eravicino, che questa era lastrada che il Signore glitracciava. Si avvertiva,infatti, che la Parola e lapreghiera erano per Luifonte di tanta gioia eserenità. Dai campeggiestivi che ogni annofacevamo nel ridentepaesino di Metello

Anell’Alta Garfagnana,Alberto traeva nuovalinfa per il suo camminospirituale. Gli anni sono trascorsivelocemente edarriviamo così al 1993,quando Alberto sente,veramente pressante, la

chiamata a servire ilSignore e la sua Chiesache è in Livorno nelMinistero Ordinato delDiaconato Permanente.Inizia per Alberto (comeper tanti altri) uncammino di formazione

e di preparazioneall’ordinazione. Inquesto nuovo cammino,Alberto non si sentivaadeguato. La sua umiltàgli faceva porre unadomanda: “Forse ilSignore mi staindicando strade

diverse?”. Tuttaviail progetto che ilSignore aveva su diLui era ormaitracciato. Infatti, il16 ottobre 1994Alberto venivaordinato Diaconoper le mani dimons. AlbertoAblondi. Fuassegnato come

Collaboratore Pastoraledella Parrocchia di SanGiovanni Bosco inCoteto, nella quale eracresciuto spiritualmente.Un’annotazione moltoimportante: sul pianodiocesano gli fu affidato

il servizio di AssistenteSpirituale pressol’Istituto Pascoli diLivorno. Questosecondo incarico losvolse con particolarecura, in quanto, mi disseuna volta: “Nel volto delmalato vedo il volto diGesù sofferente”.I successivi anni, neiquali Alberto haesercitato il Ministero

Diaconale, sono stati perLui un susseguirsi diattenzioni particolari,soprattutto per i malatidella Parrocchia e non,ai quali,periodicamente, facevavista portando loro ilconforto del Signore.Gli ultimi tempi sonostati per Alberto un verocalvario. I vari acciacchidovuti all’età(soprattutto la vista),non gli hanno permessoda fare tutto quello cheavrebbe voluto. Ma,nonostante ciò, hacontinuato in quella cheper Lui era l’attività piùimportante: portarel’amore del Signorenelle situazione dimarginalità. E’particolarmentesignificativa la scelta delbrano evangelico fattada don Luciano Musiper la Santa Messaesequiale: era, infatti,tratto dal Vangelo diMatteo, al capitolo 25,riguardante il giudiziofinale, al quale Albertoha sempre guardato conparticolare predilezione,perché, diceva Lui, neipiccoli è presente ilSignore. Anche iltestamento spirituale,lasciato nelle mani delParroco della Parrocchiadi San Giovanni Bosco eda lui letto al terminedella Santa Messa, lasciaintravedere quella cheera la personalità umilee povera dell’amicoAlberto. Desidero concluderequesto scritto usando leparole del Salmo 22,che, per Alberto,risuonano ora nellaliturgia del cielo:”Felicità e grazia misaranno compagne tuttii giorni della mia vita, eabiterò nella casa delSignore per lunghissimianni”.

diacono UmbertoPaolini

In comunione profondacon la comunità diaconaleUN UOMO DAL CUORE PURO

a sera di venerdì 8 novembre scorso è rinato a nuova vita il diaconoAlberto Tobia della Parrocchia di S. Giovanni Bosco. Alberto, 85 anni

compiuti, aveva avuto qualche giorno prima un infarto, ma si era ripre-so ed era tornato a casa dopo pochi giorni di ospedale. Aveva perso lamoglie dopo soli 14 anni di matrimonio e con caparbietà ed amorevo-lezza indicibile aveva svolto il ruolo di mamma per i suoi tre figli: Fran-ca, Sergio e Franco (presbitero presso la Comunità “Nuovi Orizzonti” diChiara Amirante). Alberto è stato uno di quei cristiani silenziosi, ma in-cisivi ed efficaci nell’annuncio del Vangelo di Gesù mediante una testi-monianza autentica fatta innanzitutto di grande umiltà, di grande spiri-to di abbandono alla voce di Dio e di grande senso di responsabilitàumana ed ecclesiale. Dopo il pensionamento aveva intensificato il suo impegno di evangeliz-zatore prima attingendo alla spiritualità della Comunità dei Figli di Diodi don Divo Barsotti e poi attraverso il servizio diaconale svolto conesemplarità già molti anni prima di essere ordinato il 16 ottobre del1994.E’ stato collaboratore discreto e prezioso per anni, fino a quando la salu-te glielo ha permesso, presso il Seminario quando questi era alla Villa diVia Numa Campi. La presenza al suo funerale di molti sacerdoti e didon Piergiorgio Paolini, in quel tempo seminaristi e rettore, è stata lapubblica attestazione per la fecondità con cui ha svolto questo apostola-to. Anche in parrocchia, a partire da don Luciano, gli hanno voluto ungran bene. Alberto, infatti, era attento ai bisogni di tutti. Era di quelliche al primo posto della sua diaconia metteva l’esercizio instancabiledelle opere di misericordia, come ricordato anche dal Vangelo scelto perla Messa di sabato scorso in una chiesa tanto gremita quanto ricono-scente e al tempo stesso addolorata.Negli ultimi tempi, a causa del suo stato di salute, usciva poco ma erapresentissimo all’interno della famiglia diaconale. Ogni volta che sape-va che i diaconi si incontravano, con una costanza sconvolgente, non fa-ceva mai mancare la sua telefonata prima e dopo l’incontro per essereinformato su tutto! Se dovessi dire qual è stata la beatitudine che ora èchiamato a vivere in pienezza Alberto nella comunione dei santi direisenza dubbio la purezza di cuore. E allora ad Alberto, che ora sta “ve-dendo Dio”, chiediamo una particolare preghiera di intercessione per laChiesa che ha amato e servito con encomiabile stile di vita umana e cri-stiana!

diacono Franco Caccavale

L

Il 27 novembrealle 16.30 in duomo

Nella festa di SanMassimiliano Kolbe

er celebrare la festa di San Massimiliano Kolbe e ladata mariana significativa del 27 novembre, in

Cattedrale si svolgerà un appuntamento particolare:alle 16.30 S. Messa celebrata da don GiuseppeCoperchini, alle 17.00 rappresentazione teatrale sullavita di San Massimiliano Kolbe, interpretatodall’attore Renzo Arato.La figura di San Massimiliano è legata al cultomariano della medaglia miracolosa di cui riportiamoin breve la storia.

Tanto tempo fa, in un paesello della Francia,Fainles-Montiers, una bambina piangeva perchéle era morta la mamma. Si chiamava Caterina. Ungiorno salì su una sedia per baciare la statuettadella Madonna e le disse: "ora sarai tu la miamamma". La bambina crebbe, sentendo laMadonna sempre vicina, pronta ad incoraggiarlae a confortarla, proprio come una madre sa fare.Se dallo splendore del mattino si può presagire la

bellezza della giornata, lagiovinezza di Caterina

non fu che losplendido mattino diun’esistenza chedoveva essere tutta diDio, della VergineSanta,della carità più

autentica. Giuntaall’età di diciotto

anni,Caterina entrònell’ordine delle Figlie della Carità e, ben presto,la Madonna le diede un segno del Suo amore.Aveva solo ventiquattro anni,quando le accaddequalcosa di straordinario.

Le Apparizioni Mariane nella cappella di ruedu Bac.Caterina era stata da poco trasferita da Chatillonalla casa- madre di Parigi, in rue du Bac,quandonella notte tra il 18 e il 19 luglio1830,vennesvegliata da un Bambino risplendente di luce, ilsuo Angelo Custode, che le disse. "Vieni incappella,la Madonna ti aspetta."Caterina, sorpresa e fiduciosa, seguì il Bambinonella cappella del convento che era tuttailluminata e, si inginocchiò sui gradini dell’altare,in attesa. Improvvisamente una Signorabellissima venne a sedersi davanti a lei. Era laMadonna che per ben due ore le parlò e l’ascoltòamorevolmente.Questo evento straordinario non fu il solo perchéil 27 NOVEMBRE dello stesso anno, la Madonnale apparve di nuovo e le affidò la missione di farconiare una Medaglia: "Fa’ preparare unamedaglia su questo modello. Tutte le persone chela porteranno sopra di sé sentiranno laprotezione della Vergine. Le grazie sarannoabbondanti per coloro che la porteranno confiducia". La Medaglia si propagò in modoprodigioso e, per mezzo suo si ottenneroinnumerevoli grazie di conversioni,di protezionee di guarigione.Immensa fu la fiducia dei Santi nella MedagliaMiracolosa. S. Caterina Labourè, la distribuiva atutti,specialmente ammalati e peccatori; S.Teresina, da piccola,metteva le medagliette nelletasche degli operai; S: Massimiliano Kolbechiamava le medagliette "munizioni" perottenere le grazie;S: Pio da Pietralcina teneva sempre in tascamedagliette miracolose da distribuire. La protezione sull’EuropaSegno straordinario quanto enigmatico è anche illegame tra il 27 novembre 1830 e il maggio 1949.Nel maggio del 1949, fu istituito a Strasburgo ilConsiglio d’Europa, organismo allora privo dipoteri politici effettivi e incaricato solo di porre lebasi per la costruzione di una federazioneEuropea. Quel Consiglio l’anno dopo bandì unconcorso per ideare la bandiera della futuraEuropa unita. Un giovane alsaziano, ArseneHeitz, partecipò al concorso con un bozzetto incui dodici stelle bianche campeggiavano incerchio su uno sfondo azzurro. Tra i centounobozzetti giunti da tutto il mondo, il Consigliod’Europa scelse proprio il suo. Come Heitzraccontò in seguito,egli aveva partecipato alconcorso solo per rispondere a un impulsodatogli dalla Medaglia Miracolosa.Heitz, devoto della Madonna, era solito recitareogni giorno il rosario e stava leggendo la storia diS. Caterina Labourè, quando seppe del concorsoEuropeo. Stimolato da quella lettura, si eraprocurato per sé e per sua moglie una medagliettamiracolosa che fino ad allora non conosceva.Decise così di partecipare al concorso ispiratodalle dodici stelle che contornano i due cuori sulretro della Medaglia. La bandiera azzurra, coloretradizionale della Vergine, con il cerchio delledodici stelle fu adottata ufficialmente nel 1955.Oggi, sulla facciata degli edifici pubblici di ogniPaese dell’Unione Europea, accanto ai coloridella bandiera nazionale sventola l’azzurrostellato della bandiera Europea e sulle targhe degliautomezzi di tutta Europa la sigla della nazione èinserita dentro il vessillo azzurro con le dodicistelle.Su centinaia di cittadini Europei la presenzadiscreta di Maria vigila amorevolmente. Unapresenza discreta, percepibile solo da chi laadotta come Mamma Celeste, come CaterinaLabourè

Anna De Vito

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Padre di tre figli, vedovo dopo14 anni di matrimonio, con umiltà e amore ha servitola Chiesa livornese nel servizioalla parrocchia S. GiovanniBosco e all’Istituto Pascoli

IL 20 NOVEMBRE LA PRESENTAZIONE DEL PROGRAMMA

Gli incontri del martedì alla parrocchia Santa Rosaartedì 20 novembre alle 21,00 presso la Sala Ablondidella Parrocchia Santa Rosa in via Machiavelli,si terrà

la presentazione dei cosiddetti “Incontri del martedì”,daltitolo “Alla ricerca del buono,del bello e del vero attraverso lastoria delle religioni,dell’arte e della scienza”.Lo scopo èquello di diffondere cultura,rendendoci in tal modoconsapevoli di noi stessi e del mondo che ci circonda,capacidi dialogare con gli altri e di trovarci insieme a condividereuna visione cristiana della società.Coordinatore dell’iniziativaè Fabio Papini che si avvarrà della collaborazione di PadreMaurizio De Sanctis,che tratterà di psicologia,RodolfoBarontini che affronterà la storia delle religioni,Carla Buffache si occuperà di storia dell’arte e Luca Mastrosimone cheparlerà di scienza.Gli incontri si terranno a partire dalla datadella presentazione tutti i martedì fino al 14 maggio,conl’esclusione del periodo natalizio e pasquale.QUESTO IL PROGRAMMACORSO lineamenti critici di storia delle reli-gioni, tenuto da RODOLFO BARONTINI27 novembre ore 21,00Conoscibilità e dimostrabilitàdell’esistenza di Dio attraverso la Ragione e la Scienza.4 dicembre ore 21,00L’uomo in cerca di Dio: le

M religioni animiste.Religioni politeiste: Egitto,Mesopotamia,Grecia,Roma11 dicembre ore 21,00L’uomo in cerca di Dio.Religionipanteiste: L’Induismo e il Buddhismo 15 gennaio ore 21,00Dio si rivela all’uomo:l’Ebraismo.22 gennaio ore 21,00La pienezza della Rivelazione diDio: il Cristianesimo.29 gennaio ore 21,00Un ritorno alla legge antica:l’Islamismo

CORSO Amare l’arte e la scienza, tenuto daPADRE MAURIZIO, CARLA BUFFA e LUCAMASTROSIMONE5 febbraio ore 21,00Attrazione Fatale: Isaac Newton ela gravitazione universale12 febbraio ore 21,00Le tecniche nell’Arte -organizzazione del lavoro19 febbraio ore 21,00Sotto pressione: DanielBernouilli e la fisica dell’acqua in movimento26 febbraio ore 21,00Greci e Romani a confronto:perfezione e realtà

5 marzo ore 21,00Alta Tensione: Michael Faraday el’elettromagnetismo12 marzo ore 21,00Christus patiens e Christustriumphans - dai Bizantini a Giotto19 marzo ore 21,00 Il futuro dell’universo: RudolfClausius e la seconda legge della termodinamica26 marzo ore 21,00Due Grandi: Michelangelo eCaravaggio9 aprile ore 21,00Limite di velocità: la relatività secondoAlbert Einstein16 aprile ore 21,00 Pillole di Arte Moderna.23 aprile ore 21,00La medicina olistica: curare lepersone non le malattie.A cura del Dott.Daniele Corsi30 aprile ore 21,00Analisi dei lavori realizzati 7 maggio ore 21,00Fondamenti di psicologia 14 maggio ore 21,00Fondamenti di psicologiaPer notizie sul corso ed iscriversi mettersi in con-tatto prima e dopo la messa domenicale con LucaMastrosimone o Fabio Papini; oppure prima edopo la messa feriale con Carla Buffa. Quota diiscrizione: 10

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI18 novembre 2012 III

L’intervista doppia a LAURA E MARTA

Alla scoperta della...Sua volontà

Laura, 24 anni, amante del calcetto, della chitarra, del cibo, degliamici…e della Pausini.

Facevo l’animatrice all’oratorio dell’Istituto Santo Spirito delle Figliedi Maria Ausiliatrice di Corso Mazzini, la baby sitter e insegnante dichitarra, studiavo e studio tutt’ora all’università…e tutte le cose chefanno le "persone normali" della mia età!!

Si!Alla Santissima Trinità insieme ad altre due ragazze ero animatricedi un gruppo del cosiddetto "dopo-cresima" e suonavo alla messa del-la domenica.

Ci vuole molto tempo, ci vogliono delle persone giuste che ti accom-pagnino e soprattutto occorreveramente affidarsi totalmente a Lui, con la consapevolezza che unascelta del genere si prendesolo per arrivare a quella gioia piena che Gesù ci promette se riuscia-mo ad entrare nel Suo amore,seguendolo in qualunque modo ci chieda di farlo.

Certo che i giovani possono vivere una vita più profonda, ma mi ren-do sempre più conto che semancano delle vere "guide", si è molto più a rischio di perdersi.

Il Signore ci manda gli strumenti giusti, e per me è stato proprio così,ma occorre anche essere unpo’ "docili"; se si rimane troppo in sé stessi non si riesce a coglierenemmeno un piccolo segno tra inumerosi che ci manda. Ovviamente gli ambienti che frequentavo e lepersone che mi hanno aiutata a capire, hanno favorito notevolmentea far sì che aprissi le mie orecchie…e il cuore.

Innanzitutto il cammino di discernimento che ho fatto per tutto l’an-no scorso mi ha aiutato moltissimo a capire che bisogna osare e met-tersi in gioco per scoprire qual è il proprio posto nella vita, il miglioreche ci dà più felicità, che corrisponde al progetto che Dio ha su ognu-no di noi. Ma in particolare, oltre alla mia guida spirituale, un’amicamolto speciale che mi ha accompagnata nei mesi più duri, prima difare la mia scelta, con la sua testimonianza di vita e con il suo entusia-smo.Vorrei approfittare per ringraziare tutte le persone che mi hanno aiu-tato e permesso di arrivare fin qua e di essere quello che sono adesso!I miei genitori, che mi hanno da sempre dato l’esempio, come direb-be Don Bosco di "buoni cristiani e onesti cittadini"; le suore del SantoSpirito, in particolare la direttrice; il responsabile degli animatori del-l’oratorio, a cui devo la mia formazione spirituale che, grazie a tutte leproposte che mi ha sempre offerto, ho potuto maturare; un grazie atutti gli amici che mi hanno sostenuta e vista crescere, e infine, un gra-zie particolare a Lucia e alle altre "ex aspirine" Beh… a una su quattro figli doveva pur capitare!!!

Stupore, incomprensione e ammirazione possono essere le parole piùsignificative per far capire i loro stati d’animo, ma in tutti o quasi, hopotuto vedere la felicità di avermi vista contenta di questa scelta.

Molto difficile dirlo, ma in modo chiaro solo da qualche mese.

All’inizio curiosità, ma poi è stato tremendo! Primo impatto, o me-glio, prima sera devastante. Atterrare in un nuovo mondo dove nonconosci quasi nessuno fa paura. La sceltache hai fatto prende forma e i dubbi arri-vano ed una velocità unica.

Una gran senso di serenità interiore nono-stante i momenti di alti e bassi.

Sveglia. Lodi e Messa e dopo colazioneuna piccola meditazione. Il resto dellamattina studio per preparare gli ultimi esa-mi e la tesi, facendo una pausa a metà mat-tinata per fare un po’ di "assistenza" alla ri-creazione delle elementari o medie. Nelpomeriggio io e Marta ci alterniamo allascuola dell’infanzia. Prima di cena rosarioe vespri. Nella serata stiamo un po’ insie-me in un momento di ricreazione e poi (come da tradizione Salesia-na) la buona notte con un pensiero della nostra assistente e una pre-ghiera di ringraziamento per la giornata passata.

Se decideremo di continuare per questa strada, ci sarà un anno di po-stulato a Torino e dopo ancora due anni di noviziato a Roma prima diprendere i voti temporanei.

Sono cresciuta tra francescani e salesiani, ma il carisma salesiano mi siaddice di più; stare in mezzo ai giovani è qualcosa di unico, tiro fuoriveramente il meglio di me stessa…per loro.

Bella domanda…la prossima? Scherzi a parte, sono qui per scoprirlo.Questo anno di verifica eorientamento non è nient’altro che un periodo di scoperta di sé e del-la Sua volontà.

LE RISPOSTE DI LAURA

LE RISPOSTE DI MARTA

Sono Marta, ho 22 anni e vengodalla bellissima città di Livorno!

Amo la musica, suono abbastanzadecentemente la chitarra, ho fattogli scout da quando avevo 7 annifino ai 19, ho un sacco di fratelli esorelle…a casa mia non ci si an-noia mai!

Vivevo con i miei genitori, adessovivo a Bologna! Ero una studen-tessa di Scienze della Formazioneall’università di Firenze come Lau-ra e stavo concludendo gli studi,ma questo lo faccio ancora ades-so! Ero impegnata nella mia par-rocchia e uscivo con i miei amici.Facevo una vita molto semplicecome la maggior parte delle ragaz-ze della mia età, non mi sento perniente diversa comunque dalla ra-gazza che ero prima di partire, iosono sempre la stessa, pregi e di-fetti!

Si moltissimo! Ero catechista di ungruppo di ragazzi di prima mediache ho accompagnatofino alla cresima e animatrice al-l’oratorio dei Salesiani.

Beh, premetto che non è una deci-sione semplice, come tutte le scelteimportanti della vita, ma credoche l’ingrediente fondamentale siala fiducia. L’affidarsi a Qualcunoche ha pensato per te una vita mi-gliore. Ripeto non è semplice, ser-ve tanta fiducia, ma poi quello chericevi è sempre di più di quello cheti aspetteresti.

Credo che chi voglia mettersi incammino per vivere una vita piùprofonda come cristiano, ci possabenissimo riuscire. I giovani han-no grandi potenzialità, grandi ta-lenti che possono mettere a fruttoper gli altri. Anche se a volte è piùfacile rimanere nell’ombra, faredelle "mezze scelte" per non ri-schiare troppo, perché se si sbaglia

la delusione è ancorapiù forte.

Quando una personadeve dirti qualcosa diimportante lo fa! An-che nel caos, anche nel-la confusione, siamonoi che a volte non riu-sciamo ad ascoltare be-ne, oppure quando ab-biamo ascoltato bene,non vogliamo accettarequello che abbiamoascoltato! Il Signore,per ognuno di noi, fa

proprio questo. Ci guarda da sem-pre, ci chiama e dice qualcosa allenostre vite, sta a noi decidere seascoltare o no quello che Lui ha dadirci.

Prima di prendere la decisione, miha accompagnato più da vicino ilmio direttore dell’oratorio di qual-che anno fa, che non finirò mai diringraziare. Ad un certo punto poiho avuto bisogno di un riscontroal femminile per fare un passo delgenere, o anche semplicementeper togliermi delle curiosità, allorami sono avvicinata a una suora Fi-

glia di Maria Ausiliatrice che è sta-ta molto di aiuto. Da sola non cel’avrei fatta, o forse ci avrei messomolo più tempo. Queste persone,ma anche molte altre, sono stateun dono per la mia vita.

Di carattere sono una persona chepreferisce tenere le cose per sé,quindi ai miei genitori non homai detto niente del cammino didiscernimento che stavo facendo.Gli ho parlato solo quando avevogià preso la decisone di venire aBologna. Non sono notizie leggeree che passano inosservate, sono ri-masti sorpresi, ma qualcosa si era-no già immaginati. Sono riusciti acapirmi anche se io non ho maidetto niente di esplicito. Quandoè arrivato il momento di dirglielosono stati molto comprensivi enon potevano far altro che appog-giarmi. Se sono riuscita a fare que-sto passo è soprattutto grazie a lo-ro che mi hanno dato un grandeesempio di come si risponde fe-delmente ad una chiamata.

I miei amici sono stati davvero in-credibili. Molti degli animatori so-no rimasti giustamente sorpresi,ma tutti hanno pensato alla miafelicità, al fatto che se fare questopasso mi rendeva felice, allora nonpotevano che essere contenti. Nonè stato facile dirlo a molti di loro,era un po’ come venire allo scoper-to su una parte molto intima dime. Ho anche amici che non fre-quentano la chiesa o che non cre-dono, ma anche loro si sono residavvero disponibili nell’accettarela decisione, e curiosi di sapere co-me avevo fatto ad arrivarci.

Diciamo che era da circa un annet-to e mezzo che ero in fase di di-scernimento.Per la mia vita ho sempre pensatoaltro: una bella famiglia numero-sa, con tanti figli come la mia!Con la mia guida spirituale ho cer-cato di mettermi in un atteggia-mento di disponibilità, ed è statomolto difficile farlo. Avevo io inmano le redini della mia vita enon riuscivo a vedere più in là delmio naso. La decisione effettiva dicominciare ad ottobre questo nuo-vo percorso però l’ho presa a fineagosto. Fino all’ultimo non volevocredere che questa potesse esserela strada per me, ma appena hofatto la scelta ho tirato un gran so-spiro di sollievo, finalmente avevodetto "Sì, ci sto!" Come caratterediciamo che sono un po’ durina!

Delle più varie. Ero intimorita pertutto ciò che mi aspettava, per ilnon sapere bene cosa aspettarsi.Lasciare casa, famiglia, amici, sicu-ramente non è facile. Però allostesso tempo ero elettrizzata all’i-dea di iniziare, di mettere le maniin pasta e cominciare a fare sul se-rio! E’ come il cacciucco…c’è ditutto e di più!!!

Credo che sia un po’ presto per di-re che questo è il mio posto. Possodire però, che quando penso a do-ve vorrei stare non mi viene in

mente nessun altro posto se nonquesto. Quindi per me, adesso,per il mio cammino, è giusto esse-re qui!

La giornata inizia presto, moltopresto! La sveglia è alle 6.15 (unagran fatica per alzarsi, ma non lodite a nessuno), il tempo di prepa-rarsi e poi scendiamo in Chiesaper fare con tutta la comunità, lo-di, messa e poi colazione. Dopofacciamo meditazione aiutate dal-la direttrice della casa, poi comin-cio a studiare perché devo finire gliultimi esami per laurearmi. Ametà mattina io e Laura ci dividia-mo nelle ricreazioni dei ragazzidella scuola. Dopo pranzo e nelpomeriggio torno sui libri, trannequalche volta quando vado allascuola materna per dare una ma-no. Recitiamo il rosario e tornia-mo in Chiesa con la comunità peri vespri. Cena, ricreazione e buo-nanotte! Nei fine settimana sonoimpegnata in un oratorio di Bolo-gna insieme ad un’ altra ragazza,nei cammini ispettoriali del Movi-mento Giovanile Salesiano e nellaScuola Formazione Animatori.

Per chi intende continuare il cam-mino, il prossimo anno si concre-tizza con l’entrata in Postulato aTorino. E’ il primo vero e proprioanno formativo, mentre questoprimo anno a Bologna serve pervedere, e possibilmente capire, sequesto tipo di scelta può fare pernoi.

Principalmente per i giovani. Starein mezzo a loro, condividere tuttocon loro. Il carisma salesiano losento molto vicino a me e alla miavita, mi rispecchia molto!

Credo che la domanda debba es-sere vista da un punto diverso.Non tanto cosa voglio fare dagrande,ma CHI voglio essere da grande! E’una domanda che ci dobbiamo fa-re tutti prima o poi, ma che ci vie-ne chiesta poche volte! Io voglioessere una persona migliore perme stessa e per gli altri, una perso-na felice, che si dona totalmente,che punta in alto, ma che tienesempre i piedi per terra!

DI GIULIA SARTI

aura Siani e Marta Giuliano, due ragazze delle nostre parrocchie chehanno preso una decisione di cui non si dà notizia tutti i giorni. Daottobre hanno infatti iniziato il loro "periodo di verifica e orientamen-to", un percorso che le porterà a capire se la vita consacrata nello spiri-

to salesiano sia la loro strada. Un cammino che stanno vivendo a Bologna inun istituto salesiano e che durerà fino all’estate. Tutte e due impegnate inparrocchia, tutte e due provenienti da famiglie numerose (Laura con le suedue sorelle e il suo gemello, Marta, quinta di sei figli), le abbiamo forse in-contrate in molti qualche volta: Laura "bomber" sui campi di calcetto diAmichiamoci, nella squadra della sua parrocchia, quella dei Cappuccini.Marta sui campi dell’oratorio delle parrocchia del Sacro Cuore. Insieme a lo-ro a Bologna a condividere il percorso, altre due giovani ragazze, un quartet-to che non arriva a fare 100 anni insieme, con Laura che con i suoi 24 è ad-dirittura la più grande. Abbiamo chiesto a Laura e Marta di condividere connoi questo momento particolare della loro vita di cui la nostra diocesi do-vrebbe gioire

L

LE DOMANDEChi sei?

Cosa facevi fino a circa unmese fa?

Eri impegnata inparrocchia?

Come si prende unadecisione del genere?

Pensi che i giovaniche vogliono,possano e riescano avivere una vita piùprofonda?

E tu come hai fatto asentire la chiamatanel caos del nostromondo di oggi,soprattutto propriotra i giovani?

Chi ti haaccompagnato neltuo percorso fin qui?

Come ha preso lanotizia la tuafamiglia?

E i tuoi amici?

Da quando ti ronzava intesta questo pensiero?

Che sensazioni haiprovato quando seiarrivata a Bologna?

Cosa ti fa dire che questoè il tuo posto?

Per un anno starai aBologna…la tua giornatatipo?

Finito l’anno comefunzionerà?

Perché salesiana?

Cosa vuoi fare "dagrande"?

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI18 novembre 2012IV

SABATO 17 NOVEMBRE8.00 pellegrinaggio mensile diocesanoa Montenero a seguire S. Messa.In tale occasione sarà celebrata lafesta del ringraziamento promossadalla Coldiretti10.30 incontro con i responsabili delCentro di pastorale per la formazione17.30 S. Messa per la festa patronale diSan Leopoldo a Vada

DOMENICA 18 NOVEMBRE9.30 saluto all’assemblea della consul-ta regionale delle Aggregazioni Laicalia Villa Alma Pace (vd. Box in pagina)11.00 S. Messa e cresime alla chiesadella Madonna

LUNEDÌ 19 NOVEMBRE21.00 veglia di preghiera in cattedraleper i seminaristi

MARTEDÌ 20 NOVEMBRE9.00 consiglio della Fondazione Cari-tas in vescovado

MERCOLEDÌ 21 NOVEMBRE9.00 S. Messa in occasione della festadelle Virgo Fidelis, a Montenero11.00 S. Messa in occasione delle ini-ziative per il Seminario alla chiesa diS. Andrea

GIOVEDÌ 22 NOVEMBRE Nella mattina, udienza laici in vesco-vado18.30 incontro con i cresimandi in ve-scovado21.15 incontro con le aggregazioni lai-cali in vescovado

VENERDÌ 23 NOVEMBRE10.00 incontro dell’ufficio catechisticoregionale in vescovado16.45 saluto all’incontro dei Coopera-tori Paolini alla parrocchia di S. An-drea ApostoloIn serata, convegno diocesano dei ca-techisti a Chiavari

SABATO 24 NOVEMBRE11.00 S. Messa per i combattenti e re-duci di guerra alla chiesa di San Ferdi-nando18.00 S. Messa e cresime alla chiesadei Sette Santi

DOMENICA 25 NOVEMBRE12.00 S. Messa e cresime alla chiesa diN.S. del Rosario15.30 il Vescovo partecipa all’ingressodi monsignor Agostinelli nella Dioce-si di Prato

Agenda del VESCOVO

Pastorale Giovanile Vincenziana16 NOVEMBRE ORE 20.00Preghiera "Signore, insegnami i tuoi sentieri"17-18 NOVEMBREIncontro per Fidanzati e giovani sposi "I segni dei tempi"

Cooperatori Paolini

VENERDÌ 23 NOVEMBRE ALLE 16.45Nel salone della parrocchia di S. Andrea Apostolo, presentazionedel Decreto conciliare “Inter Mirifica sugli strumenti della comunica-zione sociale”

Libri da LEGGEREdi Mo.C

Forte B. - Dialogo e annuncio. L’evangelizzazio-ne e l’incontro con l’altro- Ed. San Paolo,pp.356, Euro 26,00

Il noto teologo e filosofo, Mons. Bruno forte,Arcivescovo di Chieti-Vasto, pone al centro diquesta raccolta il dialogo nel suo rapportocol Vangelo. L’uomo infatti esiste pienamentedialogando, perché si esprime nella sua radi-cale vocazione all’amore e ne pone in atto lasua progressiva realizzazione. Dal momentoche la Buona Novella è annuncio e dono del-l’amore infinito, dialogo e proclamazionedel Vangelo risultano essere l’uno la via el’autenticità dell’altra. Nel dialogo rispondia-mo al Primo Amore, nello Spirito che ci è sta-to donato, mediante la Parola fatta carne pernoi; nel dialogo testimoniamo agli altri diaver creduto all’amore. Senza dialogo al suointerno, la Chiesa non sarà mai "icona dellaTrinità". Senza dialogo con la comunità degliuomini, la Chiesa non annuncerà quantogratuitamente le è stato donato. Anche inquesta luce l’ecumenismo, che è il dialogodella carità fatto stile di vita ecclesiale, diven-ta esigenza imprescindibile del popolo di co-loro che hanno creduto al Vangelo dell’amo-re

Il senso della relazione4 INCONTRI PER COMPRENDERE IL SENSOCRISTIANO DELL’ASCOLTO

Vi invitiamo a partecipare alla formazione per vo-lontari dei cda parrocchiali, gli incontri sono rivoltianche a chi desideri iniziare o approfondire il temadell’ascolto e della relazione

Gli incontri si terranno presso la biblioteca dei Sale-siani a partire da giovedì 15 novembre dalle ore16,30 alle 18,30I temi trattati saranno i seguenti:

1- Giovedì 15novembre Ascolto: luogo di promo-zione e di condivisioneSuor Raffaella, Diacono Enrico Sassano

2- Giovedì 22novembre: Ascolto e comunicazione Responsabile centro ascolto, Elvira Cosentino

3- Giovedì 29novembre: La relazione di aiutoCoordinatore Villa Benedetta, Filippo Daidone

4- Giovedì 6 dicembre: Il lavoro in equipèSuor Raffaella, Diacono Enrico Sassano

Per motivi organizzativi è necessario averel’adesione via mail all’indirizzocomunicazione@caritaslivorno oppuretelefonicamente allo 0586/884693

CONSULTA REGIONALE DELLE AGGREGAZIONI LAICALI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Convegno annuale della ConsultaLivorno 18 novembre 2012, Villa Alma Pace (Viale Vespucci 50,Antignano)"Il contributo dei cattolici nella scuola" relazione dott.ssa Rosa DePasquale, componente della commissione cultura, scienza eistruzione della Camera dei DeputatiPROGRAMMA9.30 Accoglienza9.45 Preghiera e saluto di S.E. Mons. Simone Giusti, Vescovo diLivorno10.00 Relazione della dott.ssa Rosa De Pasquale11.00 Pausa11.15 Testimonianze a confronto:

AGESC, dott.ssa Maria Grazia ColomboMSAC, sig. Paolo RamettaAIMC, prof.ssa Cristina GiuntiniUCIIM, prof. Pierangelo Coltelli

12.15 Interventi e dibattito13.00 pranzo14.30 Assemblea della Consulta16.30 Santa Messa celebrata da S.E. Mons. Giovanni De Vivo,Vescovo di Pescia, delegato regionale CET per il laicato

Gli incontri di formazione Caritas

Diocesiinforma

BREVI DALLA DIOCESI

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI18 novembre 2012 V

acque il 1 settembre1909 a Tàhtàszada(Budapest) dagenitori italiani

originari di Camporoveresull’Altipiano di Asiago.Quinto di sette fratelli rientròcon la famiglia in Italia inprovincia di Vicenza pocoprima dell’inizio della guerra.Entrò nel Seminario di Padovadove venne ordinato sacerdoteil 3 luglio 1932. Venne sceltodal Vescovo di quella cittàcome segretario particolare.Svolse il suo servizio comeAssistente regionaledell’Azione Cattolica delle TreVenezie, Vice Assistentenazionale dei laureati cattolici,delegato dell’azione cattolicadi Padova e Assistenteprovinciale delle ACLI.Il 26 agosto 1953 vennenominato Vescovo con il titolodi vescovo di Cesarea diTessalia e, conseguentemente il4 ottobre dello stesso anno,Vescovo Coadiutore delVescovo di Verona. Per il suostemma scelse il motto«Fortiter in Fide» per indicareche nella profonda Fede delPadre troviamo l’ancora dellasalvezza. La Fede ci rende fortie ci impegna per unatestimonianza viva tra i fratelli.Il 19 maggio 1955 funominato Vescovo Coadiutoredel vescovo di Livorno condiritto di successione. Nel1957 assunse il titolo diAmministratore ApostolicoSede Plena di Livorno e, allamorte del Vescovo Piccioni, il10 febbraio 1959, divenneVescovo Ordinario di Livornoper Coadiuzione.Il 4 aprile 1962 vennepromosso Arcivescovo diGorizia ed in seguito vennetraslato alla diocesiSuburbicaria di Porto SantaRufina il 2 febbraio 1967 perseguire meglio i lavori dellaCEI di cui fu nominatoSegretario generale nel 1966,incarico che ha ricoperto fino

N

al 1972.Raggiunto il 75° anno di etàrinunciò alla sede di PortoSanta Rufina il 7 dicembre1984. Morì a Roma il 2 giugno2005.Mentre era vescovo di Livornoha vigilato con attenzione sullavita della Diocesi. E’ di quelperiodo il protocollodell’ufficio di cancelleria che è

ancora inuso. Si èindirizzatocon circolari,lettere emessaggi aiLivornesi in

occasione della Quaresima oaltre ricorrenze. Abbiamo unapubblicazione dal titolo «Inprima linea» che contiene idiscorsi a carattere sociale delperiodo 1955-1962. Altri scrittisono «La Fede luce del nostrocammino», «Idee cristiane» e«Catechesi» del 1962, del 1961«I nostri ragazzi», del 1960 «Lasanta predicazione», nel l959

«Vita sacerdotale», per il 1°Maggio 1959 il discorsoindirizzato ai lavoratori, e«Livorno Chiesa operante», «LaS.Messa», nel 1956 la «Festa diS.Giuseppe lavoratore».Per un contatto diretto con ilsuo gregge celebrava laDomenica in duomo la Messadi mezzogiorno. Si è dedicatocon attenzione al Seminario .Nel 1959 per divergenze divedute con don Angeli ordinòla chiusura del giornalediocesano «Fides».a cura di Maria Luisa Fogolari,direttrice dell’Archivio storico

diocesano

Nella fede l’ancoradella salvezza

IL DODICESIMO VESCOVO DI LIVORNO: MONS. ANDREA PANGRAZIO.........

Un vescovo attento aiproblemi sociali e vicinoalla vita del seminario

Per un contatto diretto con il suo gregge, il popolo

dei livornesi, celebrava ogniDomenica in Duomo

la Messa di mezzogiorno

La Giornata della Colletta Alimentarermai giunta alla 16ª edizione, la Giornata Nazio-nale della Colletta Alimentare è diventata, dal

suo esordio nel 1997, un importante momento checoinvolge e sensibilizza la società civile al problemadella povertà attraverso l’invito a un gesto concreto digratuità e di condivisione: fare la spesa per chi ha bi-sogno. Durante questa giornata, presso una fittissimarete di supermercati aderenti su tutto il territorio na-zionale, ciascuno può donare parte della propria spe-sa per rispondere al bisogno di quanti vivono nellapovertà. E’ un grande spettacolo di carità: l’esperienzadel dono eccede ogni aspettativa generando una so-vrabbondante solidarietà umana.

O

UN’INIZIATIVA CHE COINVOLGE molti supermercati della nostra città

Tra Livorno e Collesalvetti

aderisconoi supermercati

Conad;supermercati Dico;

supermercatiIpercoop

e Unicoop;supermercati

Penny Market;supermercati Pam;supermercati LIDL;

supermercatiEurospin;

supermercatiEkom

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DI MONSIGNOR PAOLO RAZZAUTI

uest’anno , in accordocon il Vescovo, abbiamodeciso di dare maggiorerisalto alla giornata per ilSeminario, facendola

passare da una semplice giornatadi raccolta ad una settimana diriflessione, preghiera, festa edanche raccolta.Quando lo scorso anno il Vescovomi chiese questo servizio diRettore, vi dico sinceramente, cheper qualche giorno rimasisconvolto; quarantadue anni disacerdozio spesi a servizio dellagente in parrocchia ed a livellodiocesano; una salute che non eradelle migliori, un assestamento divita sacerdotale che avevo trovatodopo un periodo difficile.Che cosa, il Signore, voleva da mecon questa richiesta del Vescovo?Presi in mano la scrittura ed andaia rileggermi il brano del ProfetaElia, quando stanco di tutto e ditutti vorrebbe morire, mentre ilSignore lo invita (quasi obbliga) ariprendere il cammino. È unbrano sul quale mi sono fermatospesso nei miei anni di vitasacerdotale.Dopo alcuni giorni andai dalVescovo e gli dissi che se Lui michiedeva questo servizio, era laChiesa ed il suo Signore che me lochiedevano, ed allora :”eccomi”,pronto, ancora una volta, adiniziare un nuovo servizio ecammino nello spirito diobbedienza.La cosa mi preoccupava alquanto,soprattutto perché pur avendofatto dieci anni di seminario, nonavevo mai vissuto l’esperienza dieducatore.Entrai quasi in silenzio,a piccolipassi e, nelle prime settimane,studiai l’ambiente e cercai,attraverso colloqui, di conoscere lepersone.Alcune di queste erano impauriteperché gli ero stato presentatocome persona con un carattereduro: un pregiudizio che poi si èrivelato infondato e sono bastatepoche settimane per far capire cheero semplicemente un prete alservizio della Chiesa e che, conmolta umanità, voleva aiutare lepersone a me affidate a crescerenella gioia dell’incontro con ilSignore.Questo ha permesso sia nelloscorso anno pastorale, sia inquello in corso di creare ,all’interno del Seminario, un

clima familiare, sereno e, in alcunimomenti, anche scherzoso.Ho impostato il mio servizio diRettore sul dialogo personale ed iragazzi sanno che, in ognimomento della giornata, possonobussare alla mia porta e sedersi perscambiare qualche parola oapprofondire un argomento.In questo anno i seminaristi sonotredici :provengono da diverseparti d’Italia, ma tra loro sisentono come un’unica famiglia e,soprattutto, sanno amare Livornoe la sua gente.Un compito importante che sentodi dover alimentare è quello dellapastorale vocazionale, per questochiedo con insistenza ai confratellisacerdoti di parlare ai loro giovanidella vocazione sacerdotale,mostrandola innanzitutto con laloro gioia di vivere il sacerdozio.Sono certo che nella nostra Chiesalivornese ci siano giovani pronti adire il loro “eccomi” congenerosità; tocca a noi saperdiscernere e soprattutto aiutarli a“lanciarsi” in una avventura bella

e sconvolgente.A questo proposito desiderosegnalare un’offerta che, per ora ,si limita a due stanze, ma chespero possa allargarsi ad altrilocali: il Seminario può ospitare,per alcuni giorni, giovani chevogliano fare ricerca della lorovocazione o che semplicementevogliano fare esperienza di vita epreghiera comunitaria.Oggi posso affermare che sonocontento di aver dato la miadisponibilità alla richiesta delVescovo e posso, altresì ,affermareche la vita in Seminario mi aiuta acrescere ancora ed a pregare inmaniera più solida. Ed anche se“dona” stanchezza epreoccupazioni, è anche capace didare tanta gioia.È certo che la responsabilità non època, ma è altrettanto certo che seil Signore invita a “salire sulmonte” mette a disposizioneanche la “pagnotta e la broccad’acqua” come fece per Elia.È evidente che in questocammino, soprattutto, dall’inizio

di questo anno pastorale nonsono solo e la presenza di donGabriele, come vice rettore, diPadre Damioli come DirettoreSpirituale, di don Ivano comeConfessore e del diacono Zarganicome psicologo, mi sono disostanziale aiuto e condivisionenella responsabilità educativa.Che cosa dire per concludere?Innanzitutto che ringrazio ilSignore per avermi detto “Alzati” efatto fare questa esperienza; Grazieal Vescovo per la fiduciaaccordatami; Grazie ai confratelliche mi hanno sostenuto fino adora in questo cammino; Grazieall’Equipe formativa delSeminario ; e Grazie ai “mieiragazzi” perché ogni giorno mifanno rivivere la gioia di stareinsieme nel nome del Signore.Vorrei chiedere a tutti di sostenereil Seminario con la preghiera, lavicinanza ed il sostegnoeconomico.Nella speranza di essere il menoindegno possibile per questoservizio.

Q

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI18 novembre 2012VI

GLI EDUCATORIRettore : Mons. Paolo RazzautiVice Rettore: don Gabriele BezziPadre Spirituale: P.Giovannni Battista DamioliConfessore: canonico don Ivano Costa Psicologo: Diacono Andrea ZarganiPrefetto degli studi: canonico don PiergiorgioPaolini

I SEMINARISTIAnno Propedeutico:D’Addona Antonino1° anno

Salomone Andrea; Cioppa Vincenzo2° annoVotino Claudio; Bianchi Lorenzo4° anno:Barbieri Simone5° anno:Puntriano Pedro; Guidetti Ramon6° annoCriscuolo FabioDiaconi:Falanga Luigi; Esposito Rosario; Esposito Luca;Esposto Michele

Ecco chi vive IN SEMINARIO

IL PENSIERO DI CHI SEGUE IL CAMMINO DI QUESTI RAGAZZI.........

Come in famigliaMonsignor Razzauti racconta il suo ruolo di Rettore

Nella foto soprada sinistra:Michele, Lorenzo,Rosario, Luca,Simone, Luigi,don Gabriele, donIvano, Ramon,Andrea,monsignor Giusti,Vincenzo.In basso dasinistra: Antonino,Claudio e Fabio.A lato, unmomento di preghiera nella cappella del Seminario

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI18 novembre 2012 VII

re sei e mezza: il cicalio dellasveglia risuona nella calma

della stanza. La mano si muove aspengerla, per poi afferrare ilBreviario: alla debole luce dellalampada sul comò inizia la recitadella Liturgia delle Ore. I salmi e lepagine tratte da coloro che hannocontribuito all’edificazione dellafede cristiana permettono diiniziare al meglio la giornata, conil cuore già calmo e ricco disuggestioni.Alle sette, dopo essersirapidamente resi presentabili, tuttiin cappella per recitare assieme leLodi mattutine: se le Ore piccolevengono lasciate al tempo diciascun singolo, le due maggiorivengono celebrate in comune persottolinearne la solennità erafforzare lo spirito comunitario.Subito dopo, il Rettore o il Vice-Rettore si recano in sacrestia eindossano i paramenti liturgici,mentre le altre luci della cappellinavengono accese: inizia la SantaMessa, il momento più importantedella giornata, con Cristo che si fapresente e ci accompagna sin dalmattino.Per un quarto alle otto è tuttoconcluso: il tempo di farecolazione e poi, verso le otto edieci, tutti sul pullman delseminario per recarsi a Camaiore aseguire le lezioni. Dalle nove amezzogiorno e un quarto, circa treore complessive di lezione in cui aseconda degli anni si impara dallafilosofia alla teologia, dal latino algreco, dai fondamenti della nostrafede sino alle questioni teologichepiù attuali.Il rientro a Livorno si ha verso leuna del pomeriggio, subito dopov’è il pranzo in comune alrefettorio: i pasti sono sempremolto semplici, a ricordo chel’uomo non vive per mangiare mamangia per vivere. Il momento èconviviale, ci si scambiano avvisi ebattute in serenità; se c’è unaqualche festa, viene passato ancheun dolce.Il pomeriggio è il tempo dellostudio, della meditazione, dellapreghiera: ognuno lo gestisce comemeglio necessita. A seconda deigiorni vi possono essere eventiparticolari che modificanoleggermente l’orario, come laLectio ogni venerdì o l’AdorazioneEucaristica del giovedì: momentisolenni che aiutano a sostenere lafede e la scienza del seminarista. Èanche il tempo per la confessione oil dialogo, rispettivamente con ilpadre confessore e lo psicologo,due figure indispensabili perindirizzare correttamente la vitadel seminarista.Verso le sei e mezza, se il tempo èbuono, si scende in cortile per larecita del rosario meditato,passeggiando con riserbo nelcolonnato; altrimenti tutti incappella. A seguire la meditazionevera e propria che ognuno svolgepersonalmente su un testo proprio,consigliato dal proprio padrespirituale: vite dei santi, scrittiapologetici, ammonizioni morali…Subito dopo i Vespri, l’altra oramagna della giornata.Ecco la cena, alle otto di sera:anche qui il pasto è semplice, ameno che non vi sia qualcunoinvitato che poi si trattiene un po’per parlarci della sua esperienza divita. Dopo mangiato la sera vienetrascorsa in libertà, spessoincontrandosi nella sala tv pervedere qualche cosa assieme oparlare.Al massimo entro le undiciciascuno si ritira nelle propriestanze, dopo aver recitatoCompieta si abbandona al meritatosonno, pronto ad affrontare unnuovo giorno.

Lorenzo

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LE EMOZIONI DI CHI SENTE LA VOCAZIONE SACERDOTALE.........

Una scelta di vita importanteDI LORENZO BIANCHI

gni volta che lagente viene asapere che sonoin seminario, la

prima cosa che michiedono è “allora studiper diventare prete?”.Solitamente, uno si limitaa sorridere e a risponderedi sì, dilungandosi poi aseconda dei casi e dellerichieste su questo o suquell’aspetto della vitaseminariale (dove sistudia, quando, come, chesi mangia, dove e quandosi prega, che si fa neltempo libero ecc…). Mauna simile risposta noncentra minimamentel’obiettivo, cioè quello diparlare di che genere divita uno abbia deciso diintraprendere eperché, e questo invirtù del fatto chela domanda stessadi partenza èsbagliata.Per comprenderecorrettamente talescelta di vita,dobbiamo prima di tuttocapire che cosa sia ilSeminario: altro non è cheè il cuore di una diocesi.Infatti, in esso verrà aformarsi la nuovagenerazione dei sacerdotipresenti poi in diocesi,contribuendo alla crescitadella vita cristianaall’interno della stessa. Suoobiettivo è l’educazione ela formazione dei giovaniche v’entrano,trasformandoliprimariamente in veriuomini e, al termine, insacerdoti. Chi decide dientrare in Seminario lo fanon per passaresemplicemente il tempo oper trovare una specie diimpiego a posto fisso…coloro che iniziano talecammino lo fanno perchéspinti dal loro credered’essere stati chiamati daDio a compiere taleradicale scelta di vita, sì daseguirlo il più vicinopossibile.

UNA VOCAZIONEDA CURARE

Tale vocazione vieneesaminata ogni giornoall’interno del Seminario ecurata come un saggiocontadino farebbe con ilproprio orticello(seminario viene dal latinoseminarium, che significa“vivaio”): i candidatientrano a far parte di unostile di vita basato sullapreghiera, la Messaquotidiana, lo studio, ilvivere in comune, lameditazione delle SacreScritture e il serviziopastorale nelle parrocchiedurante i fine settimana.Questo vissuto permetteinoltre di verificarel’attitudine dei singoliragazzi, constatando sesiano o meno idonei apercorrere tale strada: ilSeminario, infatti, è luogodi maturazione spirituale epsicologica, non è la metadi arrivo ma bensì ilpercorso.È proprio per questo chenon tutti quelli che entranoin Seminario ne escono poisacerdoti: spetta al singolocandidato discernere lapropria vocazione di vita,aiutato in ciò dal PadreRettore, dal PadreSpirituale e dal Prefetto agliStudi, curanti ciascuno unaspecifica parte dellapersona. Ognuno devetrovare nella vita la stradache il Signore ha tracciatoper lui, anche se spessopercorrerla è tutt’altro che

facile: ognuno di noi hauna vocazione, nonsolamente chi diventasacerdote.

I PUNTIESSENZIALI

Essenziale per unseminarista sono iseguenti punti: impegnarsi

il più possibile neicompiti chevengono affidati(anche saperspazzare bene unpavimento èsintomo di

maturità!), studiare conserietà e coscienza (ilsacerdote è chiamato adistruire il popolo sullafede in Cristo: come potràfarlo se rimaneignorante?) e pregare Dioin ogni istante con sinceradevozione (“Con unapreghiera fatta bene,possiamo comandare al

cielo e alla terra”, disseuna volta il Santo Curatod’Ars, Giovanni MariaVianney).Ultimo ma non menoimportante è l’imparare avivere della carità divina.Chi ha presente 1Cor 13,1-13, l’inno alla carità,converrà che siasicuramente una dellepagine bibliche piùtoccanti e sublimi e quellache volendo riassume inun’unica parolal’attrazione che noiproviamo verso Cristo eche Cristo prova verso di

noi. Di conseguenza,essendo il sacerdote coluiche è preposto non soloall’amministrazione deiSacramenti, quindi alcontatto diretto con Dio,ma anche alla curapastorale delle anime a luiaffidate, necessiterà più diogni altra cosa della veracarità. Come potrebbe,infatti, celebrarepienamente l’eucarestiacon il cuore pieno di astioo disperazione? Comeconsolare un figliospirituale se attanagliatodallo sconforto? O peggio,come fare tutto ciò secaduti nell’ariditàspirituale, nel mancatocontatto con Dio nellapreghiera?

L’INCONTRO PERSONALECON DIO

La vita delsacerdote è fattadi questo: esseresanti e apostolidella carità; ilcosiddetto studioviene dopo, è laconseguenza ditali premesse(l’amore verso glialtri spinge -odovrebbespingere- adaumentare lapropria cultura sìche gli altri nepossanobeneficiare), nonè il centrod’esseresacerdote oaspirante tale. Èfondamentale diconseguenza per

chiunque intraprendaquesta via di vita pregarecontinuamente e conintensità, affinché ilSignore possa concederecon lui “un incontropersonale e vivo, ad occhiaperti e cuore palpitante”(Giovanni Paolo II).

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om’è noto alla comunità diocesana di Livorno, questo è il secondo annoche nel seminario “G. Gavi” sono presenti quattro diaconi transeunti.Il diaconato è il primo grado del Sacramento dell’Ordine, che può esseredi tipo transitorio o permanente. A quello transitorio accedono i

seminaristi che si formano per il sacerdozio ministeriale, mentre quello di tipopermanente include uomini sposati o single per una scelta di vita. Già nella Sacra Scrittura si parla dell’istituzione del “diaconato” nel libro degliAtti degli Apostoli: «I dodici, convocata la moltitudine dei discepoli, dissero:«Non è conveniente che noi lasciamo la Parola di Dio per servire alle mense.Pertanto, fratelli, cercate di trovare fra di voi sette uomini, dei quali si abbiabuona testimonianza, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questoincarico. Quanto a noi, continueremo a dedicarci alla preghiera e al ministerodella Parola».Questa proposta piacque a tutta la moltitudine; ed elessero Stefano, uomo pienodi fede e di Spirito Santo, Filippo, Procoro, Nicanore, Timone, Parmena e Nicola,proselito di Antiochia. Li presentarono agli apostoli, i quali, dopo aver pregato,imposero loro le mani.» (At 6, 1-6).

Cosa fanno i diaconi in seminario? In questo tempo stiamo completando i nostristudi teologici e poi viviamo l’esperienza diretta della pastorale nelle parrocchie acui siamo affidati, sotto la guida dei parroci. In parrocchia le attività a noi affidatevariano dalla preparazione al Battesimo, al catechismo dell’Iniziazione Cristiana,animazione dei gruppi giovanili e dell’oratorio. Inoltre stiamo completando laimminente formazione al sacerdozio. Questo è quanto viviamo e condividiamocon i lettori, ai quali chiediamo di sostenerci con la preghiera. Approfittiamo perinvitare tanti giovani della nostra diocesi a volersi unire ai momenti di preghierache il seminario offre e che sono aperti a tutti. A Santo Stefano e a San Lorenzo, diaconi e martiri, affidiamo questo ultimotratto di formazione seminariale. La loro intercessione ci aiuti sempre a donare lanostra vita al Signore Gesù Cristo nel servizio ai fratelli.

Michele Esposto

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Quattro diaconi IN CAMMINO

Ognuno deve trovare nella vitala strada che il Signore hatracciato per lui, anche se spessopercorrerla è tutt’altro che facile

QUANDO LA PREGHIERASCANDISCELE ORE

La giornatain seminario

In occasionedella Settimanadedicata al Seminario di Livorno(dal 18 al 25novembre) sonoin programmauna serie di iniziative.L’elencocompleto è a pag.VIII

Nella foto dasinistra: monsignorRazzauti, Andrea, ildiacono Zargani;seduti: Pedro,Claudio e Luca;dietro: Antonino,Lorenzo, Ramon,Luigi, Fabio eseduti: Vincenzo,Rosario e Michele.In basso, i quattrodiaconi: Luca,Michele, Luigi eRosario

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI18 novembre 2012VIII