La semina - Costa Etrusca Periodico trimestrale di ... · Il complesso residenziale San Giuseppe di...

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Anno 53 - n. 26 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - 70% DCB Livorno autunno Periodico di informazione, attualità, cultura settembre - ottobre - novembre 2015 - n. 26 - copia omaggio La semina Van Gogh Rebrab Tidjani Zambon

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Periodico di informazione, attualità, culturasettembre - ottobre - novembre 2015 - n. 26 - copia omaggio

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9 Editoriale: la stagione della semina di Ivio Barlettani 10 Speciale Cevital10 La lunga estate calda di Aferpi di Tony Montero13 Nardi, l’uomo della svolta 14 Il futuro che viene dal mare15 Abbattere i costi dell’energia elettrica di Mirko Lami16 Salmastro di Giampaolo Talani 18 Giorgio Cortigiani, il Lupone rosso di Paola Valdata24 Fatti & Persone (Successo dei pomodori Petti)25 Fatti & Persone (Giuliani vince col nuoto)26 Fatti & Persone (Cuore Liburna Sociale)27 Fatti & Persone (Benvenuto ai crocieristi)28 Amarcord di Fiorenzo Bucci29 Guido Rabà, l’uomo dei Caraibi di Umberto Barlettani30 Arte e caffè, il fascino del Nanni di Luca Goerg32 Il pianeta “gemello” della Terra di Luca Leonetti33 Commerciante e cassintegrato di Emilio Guardavilla34 Giorgio Faletti, l’Elba nel cuore di Gianluca Roselli37 Fesso chi legge di Fabio Canessa38 In cammino verso il grande bosco di Daniele Toncelli40 Relax di Giuseppina Toncelli40 Respirando Livorno di Consalvo Noberini41 Milco Tonin, tra marmi e super puzzle di Luca Goerg42 Tonicità senza dolore di Riccardo Vigetti42 Menopausa, occhio al peso di Allegra Ciaponi43 In cucina: lacerto gratinato di Simona Grossi43 In giardino: passione per la rosa di Simona Grossi44 Stefano Tempestini e le sue foto di Pierluigi Galassi46 La magia dell’Arte di Daniele Toncelli48 Speciale “Un giorno… insieme” 58 In libreria di Emilio Guardavilla60 La parola ai lettori60 Guida all’edilizia di MaMa progetti61 Attenzione, ladri in agguato61 Settore giovanile, riformare il calcio di Marcello Maio62 Livorno e Piombino, buon campionato di Emilio Guardavilla63 «I miei cinque anni in Regione» di Giuliano Fedeli64 Sentirsi a casa, lontano da casa di Emilio Guardavilla

Anno 53 - n. 26settembre - ottobre - novembre 2015

Periodico trimestraledi informazione,attualità, cultura

Direttore responsabileIvio Barlettani

[email protected]

Coordinatore redazionaleStefano Sanna

[email protected]

Marketing-pubblicitàUmberto Maria [email protected]

Direzione, redazione, pubblicitàCorso Italia 95 - Piombino

[email protected] 0565 32843 - Fax 0565 474572

334 3378121Registrazione Tribunale Livorno

n. 167 in data 4/7/1962 r.s.Sped. abb. post. 70% DCB Livorno

Poste Italiane SpaEditore e pubblicità

Costa Etrusca ComunicazioneGrafica e impaginazione

Opus PiombinoStampa

Rotative RomaneTivoli Terme (Roma)

Gli articoli firmatio con pseudonimo riflettono

unicamente le opinioni dell’autoreChiuso in tipografia, 2 settembre 2015

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INSERZIONISTI:Amplifon 17; Assicurazione UnipolSai divisione La Fondiaria (Luca Ardenghi) 45; Assicurazione UnipolSaidivisione Unipol (Lami & Bruscolini) 15; Banca Credito Cooperativo Castagneto Carducci 67; Caffè Nanni 17;Camera di Commercio Livorno 4; Calidario Terme Etrusche 8; Coop Unicoop Tirreno 66; Edilcoop Fiorenzani27; Gioielleria Bussotti 26; Gioielleria Rosignoli 43; Grassi Arredamenti 42; Immobiliare Cristiani 27; Immobiliareil Gioiello 5; L’Immobiliare del Corso 25; Marina di Salivoli Rta 3; Marisa Gastronomia 24; Martini Professionale40; Mauro e Paolo Stilisti 11; Medical Group 68; Mobo Impianti 62; Parchi Val di Cornia 8; Park Albatros 64;Podere Tre Cipressi Casa Vacanze 39; Residenza I Giunchi 2; Residenza San Giuseppe 2; Ristorante Il GaribaldiInnamorato 7; Ristorante Otello 57; Ristorante Hotel Piccolo Mondo 28; Ristorante Pizzeria La Rocchetta 4;Ristorante Pizzeria Mum and Dad 38; Style 17; Studio Medico Libra 36; Studio Medico Testi 5; Super CasaBucciantini 6.

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editoriale

di Ivio Barlettani

La copertina di questonumero di Costa Etruscasi ispira al celebre dipintodi Van Gogh, conosciutoin tutto il mondo come“Il seminatore”. La sceltaè ricaduta su questa ope-ra affinché sia di buonauspicio per il prossimofuturo del nostro terri-torio e soprattutto perchéconsona al momentoeconomico e sociale cheesso sta attraversando. Come nell’olio del mae-stro olandese stiamo as-sistendo alla fase inizialedi un processo evolutivo.

Si tratta, per la nostraprovincia, di un processodi rinnovamento di por-tata epocale e pertanto,a maggior ragione, assaidelicato. Il futuro delpolo siderurgico e del-l’intera comunità dipendeesclusivamente dal buonesito di questa fase.Nello speciale Cevital(pagine da 10 a 15) ilettori potranno trovaretutti i dettagli di ciò cheè stato imbastito dallanuova gestione, dei pro-grammi e delle strategiedello staff dirigenziale.Abbiamo voluto mac-chiare la tela del genio

espressionista con le im-magini del team che siè fatto carico di questaimponente operazione(il presidente Rebrab,l’amministratore dele-gato Tidjani e il nuovodirettore generale Zam-bon). Costa Etrusca hacaldamente sostenuto eringraziato il gruppo al-gerino sin dalle sue pri-me apparizioni a Piom-bino: per la nostra sod-disfazione e di quantihanno condiviso questopunto di vista, la seminaè iniziata nel miglioredei modi. Metà dei di-pendenti hanno mante-

nuto il posto di lavoroe entro settembre verràstaccato l’ordine per unforno elettrico, primopasso per tornare a pro-durre acciaio.Per rimanere nel temabucolico tanto caro algrande Van Gogh oc-corre tener ben presenteche una volta messo adimora, il seme, per po-ter germogliare e innal-zarsi al cielo, ha bisognodi condizioni e cure par-ticolari. Questo è quantodobbiamo dimostrare disaper fare da oggi inpoi. Tutti quanti insieme,indistintamente.

La stagione della semina

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Oggi

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di Tony Montero

Nell’ultimo numero diCosta Etrusca, era l’i-nizio di un’estate dop-

piamente raggiante per labuona notizia, abbiamo cele-brato l’insediamento del co-losso algerino Cevital allaguida dell’ex Lucchini, ormaida troppo tempo in ammini-strazione controllata. Quantosottoscritto a suo tempo dal-le parti nella sede del Mini-stero dello sviluppo econo-mico ha cominciato a trasfor-marsi in realtà a fine giugnocon le prime firme del con-tratto di conciliazione da par-te di operai, impiegati e qua-dri, per un totale di 1080 di-pendenti. Questo l’organicoche, senza soluzione di con-tinuità, ha iniziato a prestareservizio per Acciaierie e fer-riere di Piombino alle condi-zioni stabilite dal contrattostipulato. Per la maggior par-te di essi ha significato un ri-tocco in negativo delle com-petenze che ha fatto storce-re la bocca più per la presun-ta usurpazione di un dirittoacquisito che non per l’effet-tivo ridimensionamento delnetto in busta paga. Di fatto,con il passaggio alla nuovasocietà, è più preciso parlaredi compensi recuperati in ex-tremis che non voci in bustapaga tolte. In poche parolenon è stato perso il 25 o il30% della contrattazione disecondo livello, ad esempio,ma ne è stato riconosciuto il70 o il 75%. È una sfumaturache può sfuggire ma fa la dif-ferenza.Una manovrina che però,all’interno di un progetto im-

prenditoriale ed economicodi tale portata, è stata vistacome un espediente nonall’altezza della nuova pro-prietà, si tratta pur sempredella più solida azienda pri-vata dell’Algeria, e per tantoforiero di perplessità perl’immediato futuro dell’azien-da. Gli altri, molti di più, conla firma del contratto di con-ciliazione, hanno rimandatoil passaggio ad una data im-precisata da lì a novembredel 2016, rimanendo nel lim-bo della cassa integrazionecon tutte le implicazioniemotive e pragmatiche checiò comporta a livello stretta-mente personale. Poi è arri-vato Caronte, l’anticlone afri-cano che ha portato in tuttaEuropa un clima tropicale enel nostro territorio quegli in-sopportabili bollori che han-no surriscaldato ulteriormen-te i malcontenti e i mugugnidi chi, dalla fabbrica, in ma-niera diretta o indiretta, traeil proprio sostentamento. Dal palazzo non trapelavanonotizie rassicuranti: alla se-conda metà di luglio la quotadi semiprodotto acquistatoda Aferpi per i laminatoi è ir-risoria. Come preventivato,acquistare a prezzi competi-tivi la materia prima da lavo-rare si dimostra arduo ecommercialmente complica-to. Le proiezioni fino a set-tembre ne risentono in ma-niera considerevole. Inoltre,alla stessa data, non si han-no prove tangibili di program-mi di revamping o modifichestrutturali agli impianti anco-ra in marcia. Tantomeno sisente parlare di progetti dibonifica ufficiali o gare di ap-

palto bandite per tali opere.A tal proposito inizia un per-corso formativo dedicato,per la verità considerato piut-tosto superficiale, per glioperatori al momento nonimpiegati. Di ordini staccatiper il primo forno elettriconeanche l’ombra. Gli organi-grammi delle varie struttureaziendali sono ancora avvoltida un alone di mistero quan-do non addirittura assentinella loro ossatura principa-le. Il polso della nuova diri-genza non risulta così pre-sente come ci si aspettava.Il caldo torrido di Caronte in-fiamma le ansie di quellidentro ed avvampa i timori diquelli rimasti fuori. Lo spet-

tro di un nuovo impostoremanifestatosi per approfitta-re delle pregresse disgraziedi un intero territorio aleggianelle notti insonni di sudoree zanzare di tante famiglie incoda per una porzione di fu-turo dignitoso. Una reazionequesta, umanamente am-missibile. Una risposta emo-zionale diretta ed impulsiva,giustificabile dal passato re-cente che questa vasta fettadi cittadinanza ha sanguigna-mente esternato dopo circaun mese di nuova gestione.È difficile essere razionalidopo anni di incertezza e divane illusioni. È complicatorimanere lucidi in questa si-tuazione ottimale quando,pochi mesi prima, la miglioreprospettiva che si presenta-va per l’ex Lucchini contem-plava 700 posti di lavoro eissa. È impossibile non ce-dere alle lusinghe del tutto esubito se, dopo un calvariolungo anni, ci si trova coin-volti in un piano industrialecon tutti i crismi del caso, uf-ficialmente approvato dal mi-nistero competente oltre cheplausibile, concreto, compe-titivo e lungimirante.Le ansie e i timori sono piùche legittimi. L’uomo è fattodi ciccia; oltre a soffrire perun sogno a portata di manoche giorno dopo giorno sem-

Velo, ok alle bonificheBuone notizie dal ministerodell’Ambiente giungono dalsottosegretario Silvia Velo.La nostra area è un sito diinteresse nazionale per ciòche concerne la situazioneecologica ma la salute pub-blica non è a rischio. L’ono-revole Velo ribadisce che il ri-schio sanitario e ambientale so-no continuamente monitorati da Arpat, dall’Istituto Su-periore di Sanità e dall’Ispra, al fine di rilevare la mobi-lità dell’arsenico, elemento contaminante del suolo edelle falde acquifere. Essendo impossibile risalire ad unsoggetto responsabile di tale inquinamento all’internodel polo siderurgico, come sancito dalla Corte di Giusti-zia Europea, il ministero si farà carico della bonifica edella messa in sicurezza delle aree con risorse pubbli-che per 50 milioni di euro. In parallelo, l’onorevole Velosi impegna a promuovere un sistema di economia circo-lare in cui il rifiuto si trasforma in una nuova risorsa. Co-me all’unisono, aziende private, enti locali ed istituzionipubbliche si muovono nella stessa direzione.

La lungaestatecalda

di Aferpi

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SPECIALE

Nardi, Zambon e Tidjani

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bra allontanarsi sempre dipiù, suda; o comunque, senon lo fa in senso letterale,patisce il caldo torrido di cer-te proporzioni e le vampatedi certe reazioni. Per fortuna,alla fine di luglio le condizio-ni meteo sono migliorate inmaniera drastica con l’arrivodi Circe, le cui correnti d'ariafresca hanno portato refrige-rio a tutta la penisola e al no-stro comprensorio in partico-lare. Temperature percepitesensibilmente più basse,buona ventilazione, tasso diumidità accettabile. Ma a mi-tigare il clima sul polo indu-striale di Piombino e a rende-re più vivibile l’atmosferacreatasi intorno ad esso, piùche gli eventi atmosferici del-l’ultimo ciclone dal settorenord atlantico, sono servitele parole del governatore En-rico Rossi di ritorno dalla vi-sita agli stabilimenti delgruppo Cevital in Tunisia eAlgeria. Durante la due giorninordafricana, in effetti, nonsi sono smantellati impiantidismessi o bonificate aree;di certo, in 48 ore, non sonostati fatti scassi né gettatefondamenta per nuovi appa-rati produttivi. Ma è succes-so molto di più; nell’ambitodi un diverso livello operazio-nale, ma è successo moltodi più. Il 26 e il 27 luglio si èconsolidata un’intesa, si èrafforzata un’unità di intenti.Con il magnate Isaad Rebrab

sono stati ribaditi i punti car-dine della strategia per Afer-pi: sulla base di una stimareciproca ancor più evidente,in questo incontro conosciti-vo, si è delineato il futurodello stabilimento di Piombi-no, dell’indotto e di tutto ilcomprensorio. Un futuro checi si può guadagnare soltan-to con il supporto incondizio-nato di tutti e praticando unulteriore foro alla cinghia pertutto il tempo necessario.Tutto e subito, così come tut-ti gli altri detti che rendono lasaggezza popolare sulle tem-pistiche in termini generali diqualità, non porta a niente dibuono. Con la stampa, in re-lazione alla sua visita in nord

Africa, il governatore dellaRegione Toscana ha usato laparola “svolta”. Anche in vir-tù delle risposte fornitedall’azienda che in data 31luglio ufficializza l’ordine en-tro settembre del primo for-no elettrico.Per la gioia degli scettici ac-calorati dalla canicola estiva,dai discorsi si passa ai fatti,poggiando la prima, fonda-mentale, pietra del rinnova-mento. Ed il maestrale di fi-ne stagione risulta ancor piùfresco e ristoratore perché ledichiarazioni del direttore ge-nerale Adriano Zambon par-lano di tecnologie all’avan-guardia sia per la realizzazio-ne dell’acciaieria elettrica

che per il revamping dei lami-natoi. È l’ex manager di Bel-trame, l’uomo scelto da Ce-vital per la guida dello stabi-limento, che assicura il no-stro domani con un flusso inentrata di materie prime peri treni di laminazione semprepiù regolare e con un pianodi gestione degli aspetti am-bientali di tutto rispetto.La svolta. Da un pulpito co-sì, un termine del generepuò cambiare il clima diqualsiasi mese dell’anno,agosto compreso. Da set-tembre le temperature sa-ranno, come sempre, moltopiù basse e l’aria, comenon mai, molto più respira-bile; in tutti i sensi.

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Bejaia (Algeria) – Ecco ladichiarazione ufficiale del

presidente della Regione To-scana Enrico Rossi, dopo l’in-contro in Africa col presidenteCivital Issad Rebrab.«Issad Rebrab è il principaleimprenditore algerino. Miaccoglie dicendo: "le stradesono sature e quindi per por-tare la merce nel Paese voglioservirmi delle ferrovie, che,aggiunge sorridendo, pagheròcon le rotaie che produrremoa Piombino". Rebrab ha un'i-

dea del mondo e si misuracon la sua grandezza. Provaa costruire simmetrie e con-nessioni tra svariati angolidel globo. Dalla sua anti-chissima Cabilia – affermail presidente Rossi – guardaalla Cina e al Brasile e puntaa Piombino per entrare inEuropa. Dopo l'estate ordi-nerà il primo forno elettrico

e in 18 mesi comincerà aprodurre acciaio. Piombinodiventerà il suo ponte versol'Europa e la Toscana approdosicuro grazie ai nostri lavoridi ammodernamento del por-to. A Bejaia lavorano oggi3.500 addetti solo nell'agroa-limentare movimentando,trasformando e esportandooltre 10 milioni di tonnellate

di merci ogni anno. L'ideadi Cevital – aggiunge EnricoRossi – è quella di replicarequesto modello in Toscana,definita da Rebrab: "la re-gione più bella del mondo”.Al termine della visita hoavuto conferme dell'impegno,della passione e della com-petenza di questo impren-ditore.E allora benvenuta Cevital.La Toscana è sempre prontaa battersi per lo svilupposano e il lavoro produttivo».

SPECIALE

Incontro Rossi-Rebrab in Algeria«Benvenuta Cevital»

«Piombino, quel ponte verso l’Europa»Enrico e Issad sorridenti si concedono ai fotografi come due “vecchi amici” durante l’incontro in Algeria

«(…) e allora benvenuta Cevital.La Toscana è sempre pronta abattersi per lo sviluppo sano e illavoro produttivo». Queste le paroledel presidente Rossi che ancorauna volta ha rinnovato l’augurio

a Cevital per il rilancio dello sta-bilimento piombinese.Rossi ci fornisce l’assist per ri-proporre la foto dei cartelloni diCosta Etrusca con “Cevital merci!”che fece il giro del mondo. Ora,dopo il benvenuto e il ringraziamento,è tempo di rimboccarsi le manichee tutti insieme avviarsi verso laripresa.

Benvenuta e merci!

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SPECIALE

Il connubio Cevital-Piombinosi è concretizzato dopo oltredue anni di amministrazione

straordinaria sotto la gestionedel commissario Piero Nardi,manager industriale dallacomprovata esperienza nelsettore siderurgico ed espertoin ristrutturazione aziendale,nonché ex amministratoredelegato di Lucchini S.p.a.fino al 2003. Il suo insedia-mento al numero 21 di LargoCaduti sul Lavoro risale al21 dicembre 2012, a seguitodella nomina da parte del Mi-nistro dello Sviluppo EconomicoCorrado Passera. Da allorail dottor Nardi ha rivestitodietro le quinte un ruolo dielevata importanza ed estremaresponsabilità che si è spintoben oltre quello di semplice“traghettatore” con il qualemolte volte è stato indicatodai media e dall’opinione pub-blica. Negli ultimi due anni,

sulla sua scrivania, infatti,sono pervenute da tutto ilmondo offerte di ogni generee portata. Valide, farraginoseo utopistiche che fossero,tutte sono state analizzatee vagliate con il rigore scien-tifico del manager consumatoe con quel fattore umano cheè prerogativa di chi ha ricoperto

incarichi presso grandi aziendecome Finmeccanica, Ansaldo,Ilva e Olivetti, solo per citarnealcune. A secondo mandatoinoltrato la sua scelta ricadesul gruppo algerino Cevitalcon il quale ridisegna l’assettoproduttivo del polo industrialepiombinese rilanciando sulmercato il comparto siderurgicoed innescando lo sviluppodel settore logistico e agroa-limentare. Al momento, i fattiparlano a favore della suapersonalità e del suo operato;il suo lavoro però è ben lungidal considerarsi terminato.Nei prossimi mesi verrà con-dotta un’attività altrettantoimpegnativa e delicata chetutti ci auguriamo riscuota ilmedesimo successo; la su-pervisione, il controllo e laverifica che quanto sancitoin sede legale venga applicatoal dettaglio da tutte le partiin causa.

Dalla tuta blual camicebianco

di Umberto Barlettani

Il core business delgruppo Cevital è l’a-

groalimentare che ad og-gi è composto da treaziende la cui soliditàha permesso di supera-re le fasi alterne dell’e-conomia. Si tratta di Ce-vital Food Processing,leader nella trasforma-zione dal 1998, dellaNolis Spa, filiale che dal2000 ne gestisce ilcommercio marittimo edella Ceviagro, dal2004 una società inno-vativa per l’agricoltura dimassa.Nel futuro di Piombino c’èla riconversione dell’exarea a caldo in impiantidi triturazione per farine,trattamento di oli vegetali,di zucchero e distribuzionedi succhi di frutta. I 220milioni previsti per taleinvestimento garantiranno,entro il 2016 – secondole dichiarazioni dell’am-ministratore delegato FaridTidjani – la manifatturadi prodotti alimentari.I nuovi impianti stravol-geranno l’immagine d’in-sieme della città. Si trattadi una svolta epocale perPiombino ed il suo terri-torio; dopo generazioni diacciaieri e laminatori siè chiamati a rimettere indiscussione l’identità cul-turale di un’intera comunitàper assicurasi un futurodegno di questo nome.E’ una fase transitoria ne-cessaria e difficile in quan-to richiede una revisionesostanziale della mentalitàe dell’approccio al lavorodi quanti ne saranno in-teressati. È una sfida che in un mo-mento storico così impor-tante deve essere vintaad ogni costo.

Si rafforza ulteriormente il le-game tra il Santo Padre e lanostra comunità. Dopo l’inte-ressamento per le sorti dellostabilimento dimostrato nelmaggio scorso, Sua Santitàha ricevuto i dieci bambini sa-harawi, ospitati come ognianno a Piombino dall’associa-zione Saharawi Gdeim.

Nel salone Nervi i bambini,tutti di passaporto algerino,hanno donato a Papa Francescoil libro “Memorie Nomadi” suidiritti umani nel Sahara occi-dentale. Hanno fatto partedella visita il presidente ManolaMambrini, il presidente onorarioMaurilio Campani, i volontariAlfo Fontanelli, Gloria Nocchi

Cavicchioni e il responsabileSaharawi Kalil Seddiki.Come ringraziamento tangibileper l’impegno preso per la no-stra città, nella vicenda Luc-chini-Cevital, la delegazioneha voluto omaggiare il Papacon il libro appena pubblicatodal Gruppo Ormeggiatori delporto di Piombino.

Nardi, l’uomo della svolta

Nardi (a dx) con il presidentedel Parlamento europeo Schulz

Papa Francesco, grazie

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Delle 12 milioni di ton-nellate di rifiuti indu-

striali prodotti ogni anno inToscana, 1,3 venivano gene-rate, quando a regime, dallaex Lucchini. La ripresa dellaproduzione di acciaio pro-grammata da Aferpi non avràlo stesso impatto ambientalevisto che il rapporto tra ac-ciaio e materiale di risultascenderà dall’1/0,5 del ciclointegrale all’1/0,15 dell’ac-ciaieria elettrica. Gli scartiindustriali si ridurrannoquindi di circa un terzo mamoltiplicati per la produzio-ne prevista saranno annual-mente 3-400mila le tonnella-te da gestire. Questa cifra, ir-risoria ed impensabile fino aqualche tempo fa, andrà adincrementare i pregressiscarti di un secolo di produ-zione di acciaio come loppe,scorie e Paf che non sonomai uscite dal perimetro del-lo stabilimento. Ad oggi si

parla di 800 ettari con un ri-alzo in continuo aumento dalpiano di campagna.Il curriculum del nuovo di-rettore generale AdrianoZambon parla chiaro inquanto a sensibilità e know-how di gestione ambientale.I riconoscimenti ottenuti inmateria nelle precedenti diri-

genze auspicano delle presedi posizione immediate e ra-zionali.Prima tra tutte, come calda-mente suggerito dal presi-dente di Asiu Valerio Cra-massi, l’acquisizione del24,9% delle azioni di Tap, untempo detenute da Lucchini,con il doppio intento di risa-

nare i conti dell’aziendadell’igiene urbana e rilancia-re un impianto, la Tap. Con ildocumento della conferenzadei servizi al ministerodell’Ambiente alla mano, ilpresidente di Asiu proponeuna newco con Aferpi e Sa-les per il riciclo e il riutilizzodei materiali; per smuovereuna situazione in stallo dadecenni e cambiare il destinoambientale ed economicodell’intero territorio.

di Tony Montero

Il piano di sviluppo delporto di Piombino rap-presenta il fulcro su cui il

gruppo Cevital intende farforza per espandere i propritraffici commerciali. Il pro-getto è oltremodo ambiziosoe innovativo poiché incre-menterà in misura esponen-ziale le attività dello scalorendendolo all’altezza deicompetitor riguardo a qualitàe quantità dei trasporti. Due-cento i milioni di euro stan-ziati per rendere il porto diPiombino un punto di riferi-mento per tutto il Mediterra-neo, con il polo di demoli-zione e il polo di assemblag-gio di moduli industriali perla produzione di gas. Complessivamente le forzelavorative richieste sarannocentinaia e, considerando iforti investimenti di regione

Toscana e Governo, le pro-spettive occupazionali sem-brano in continuo aumento.Il polo di demolizione navi –le aziende San Giorgio delPorto di Genova, Fratelli Ne-ri e Saipem di Livorno – do-vrebbe impiegare circa 200operai addetti alla demoli-

zione e l'azienda GeneralElectric circa 350. Tutto di-penderà dal numero di com-messe che verranno realizza-te, in base alle quali il nume-ro di addetti potrebbe ancheaumentare. Le prime navi dademolire arriveranno aPiombino a partire dal 2016

e questo programma mira afare concorrenza alle aziendedel sud est asiatico, dove at-tualmente vengono smaltitequasi tutte le navi in disar-mo. In questo nuovo scena-rio il progetto della 398 di-viene di vitale importanzaper risolvere l’annoso pro-blema della viabilità extraur-bana.Come riportato dalle ultimevisite istituzionali gli inter-venti di dragaggio dei fonda-li, la costruzione di nuovebanchine e piazzali, così co-me l’allungamento del moloforaneo procedono con letempistiche imposte dall’en-tità di tali opere.Il ritmo costante dei lavoriproduce un lento ma sensibi-le cambiamento delle infra-strutture grazie al quale è fa-cile intuire che, oramai, il fu-turo è a portata di mano.

14 settembre - ottobre - novembre 2015

Lo scalo di Piombino, la porta per il MediterraneoIl futuro che viene dal mare

A gran ritmo i lavori di ampliamento.Molti gli imprenditori pronti a investire

Cambiare il destino ambientaleCaramassi: rilanciare la Tap

SPECIALE

L’area industriale interessata dalle bonifiche

Ampliamento delle banchine

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diMirko Lami *

La bella copertina del-lo scorso numero diCosta Etrusca (del

giovane artista Luca Leo-netti), voleva raffigurare “ildomani” del nostro com-prensorio. La fusione trafabbrica e turismo, tra logi-stica (con il treno che arrivain cima alla banchina) e ilnuovo porto con i suoi nuo-vi traffici.Insomma una nuova visionedi un nuovo modello di svi-luppo economico del nostroterritorio, quindi significache tutto dovrà girare per lacostruzione della nuova ac-ciaieria e per l’agroindustria.La nuova acciaieria dovràavere i forni elettrici per tor-nare a fondere quell’acciaioper la produzione che do-vremmo fare “made inPiombino” e per fare ciò,dovremmo avere chi riforni-sce l’energia e a costi com-petitivi.Togliendo dal piatto il fattoche la centrale Enel di Tor

del Sale, non sarà più attiva equindi non produrrà energia,rimane da capire se ci posso-no essere le condizioni per laconversione delle centrali in-terne alla fabbrica ma in atte-sa di questo, il percorso pre-vede di individuare come ab-battere i costi di una fornitu-ra di energia che oggi ci por-terebbe fuori dal mercato.A grandi linee, di cosa sitratta?Il servizio di interrompibi-lità: è una modalità di ge-stione del carico offerta daaziende che operano nelmercato elettrico (gestori direte, compagnie elettriche didistribuzione, fornitori in-termediari ecc.) che consen-te di modulare la richiesta.In Italia il servizio è offertoda Terna.Super interrompibilità: ètecnicamente identica allainterrompibilità ma ricevetipicamente una remunera-

zione economica doppia evale solo per le isole Siciliae Sardegna. Questo perchéla rete elettrica delle isole haparticolari criticità dal puntodi vista del bilanciamentoelettrico. Tale regime è con-sentito fino al 2015 poichéper Commissione Europealo stesso non costituisceaiuto di Stato.La procedura Interconnec-tor è un provvedimento cheprevede, al fine di realizzareil “mercato unico dell’ener-gia elettrica”, un potenzia-mento delle linee di inter-connessione con l’estero in-troducendo, a favore deigrandi consumatori energi-vori, uno sgravio sui costi diapprovvigionamento dell’e-nergia elettrica.La disciplina consiste nellaprevisione di programma-zione, costruzione ed eserci-zio di infrastrutture di inter-connessione con i Paesi

esteri limitrofi. Sarà possibi-le per i propri clienti energi-vori ottenere benefici eco-nomici, per un periodo mas-simo di 6 anni, sull’acquistodi 2000 MW di energia elet-trica al prezzo di uno deimercati esteri di riferimento(Germania, Francia, Slove-nia, Svizzera, Nord Africa)a loro scelta.Ho provato a rendere l’ideadi cosa bolle in pentola sultema energia. Sistemi e ac-cordi adoperati non solodalle grandi aziende consu-matrici di energia ma anchead esempio da pizzerie opanifici industriali mentreper il resto, tengo a precisa-re che il sindacato si stamuovendo per trovare solu-zioni idonee a traghettareun periodo difficile, per ilavoratori che sono in am-mortizzatori sociali, chehanno perso il lavoro e diquelli che stanno lavorandoattraverso i contratti di soli-darietà.

*Segretario CGIL Toscana

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SPECIALE

Abbattere i costidell’energia elettrica

Lami & Bruscolini srlagenti di assicurazioni

La fusione tra fabbrica e turismo.Acciaio: energia al prezzo giusto

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16 settembre - ottobre - novembre 2015

In una terra di geni non potevanomancare quelli "de casa nostra"come chi permise che si ri-

pensasse in modo così splendidola via della Principessa. Genialeaver ristretto lo spazio delle duecorsie in favore di una ciclabilee parcheggi che potevano tran-quillamente realizzarsi nel parco,togliendo solo una minima strisciadi terreno che forse, adesso, nonavrebbe disturbato neanche i verdi,vittime anche loro di tale colpodi genio. D'altronde... è una stradapoco trafficata, specie d'estate, senon per raggiungere e percorrereun vasto parco di così scarsi turisti,un paio di camping improvvisati,qualche spiaggetta attrezzata percani e naturisti, spiagge libere emagari, per i temerari Piombino,punticella anonima.Dopo essere usciti illesi però daportiere che si aprono all'improv-viso, carrozzine con bimbo a bordo

appena scaricati in mezzo allecorsie, culi sporgenti a caricarbagagli, sciami di pedoni distratti,incaute manovre di parcheggio,pullman che stringono i denti rac-cogliendosi in preghiera incro-ciando i loro simili, specchiettiche saltano o si agganciano e in-fine, allegre famigliole di cinghialiche attraversano senza guardarechi arriva, di giorno e di notte.Chi ne esce illeso può vedereanche l'Elba, isolotto di tre gattie du’ bagnanti.Bisogna andare piano, dicono i genirealizzatori, no: bisogna ripensaretutto e meglio! A prova' anche aanda' forte, coglioni! Leonardo, alconfronto sei niente per noi!

salmastrodi Giampaolo Talani

Grandiosi nell’aver ristrettolo spazio delle due corsieper fare la pista ciclabilee i parcheggi caotici

IeriOggi

Ecco i geni della Principessa

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settembre - ottobre - novembre 201518

Giorgio Cortigiani

il Lupone rossoamico del cardinale

Operaio con la passione per la politica e le lotte sindacali. Trentotto giorni di sciopero per la privatizzazione delle Acciaierie.La fabbrica è un ammasso di ferraccio: grazie a Cevital per il rilancio

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di Paola Valdata

Giorgio Cortigiani?Ah, Lupone! Sepronunci nome e

cognome c’è chi ha un atti-mo di incertezza, ma, difronte all’epiteto che loidentifica da una vita, i più,d’un guizzo, riconosconol’ex operaio delle Acciaierieimpegnato in storiche batta-glie e in una lotta di classeche ormai, di questi tempi,ha i contorni sbiaditi di unanostalgica foto in bianco enero. Cortigiani, nome dibattaglia Lupone, liberopensionato piombinese, og-gi, a settant’anni ben portati,può dedicarsi a viaggi ehobby come la pittura e lafotografia. L’era delle lotte èlontana, ma impeto e passio-ne, inossidabili, li cogli findal primo istante in GiorgioCortigiani. E respiri con lui,ex operaio delle Acciaieriesalito sulle barricate in stori-che occasioni, il clima dellefabbrica negli anni roventidelle grandi trasformazioni,i toni accesi delle lotte e del-le rivendicazioni, assapori ilretrogusto amaro di idealivissuti fino in fondo con im-pegno e coerenza, che oggihanno ceduto il passo, per lopiù, a tiepidi conformismi.Non ha peli sulla lingua enon conosce le mezze misu-re, l’ex operaio combattivoe contestatore che oggi girail mondo e immortala in mi-gliaia di scatti fotografici ivolti stanchi di lavoratori ol-treoeceano. Operaio con la passione perla politica e le lotte sindaca-li, Lupone si è conquistato,lui così poco incline alla di-plomazia, persino l’amiciziadi un prelato come il cardi-nale Angelo Comastri, vica-rio generale di Sua Santitàper la Città del Vaticano, ne-gli anni Novanta vescovo diMassa Marittima-Piombino,che ancora oggi lo ricordacon affetto nelle missive in-dirizzate alla diocesi. Ma hasuscitato contrarietà tra chi

pur condivideva una stradacomune, in quegli anni tur-bolenti tra le ciminiere dellagrande fabbrica. Il coraggiodelle idee ha un prezzo.

La grande fabbrica, le ac-ciaierie di Piombino, han-no rappresentato molto dipiù di un lavoro…«Per me sono state unascuola di vita, un’universitàpotrei dire. Ho trascorso 23anni tra quelle mura e homaturato una certezza: vici-no al fuoco, là dove cola laghisa, scattano fratellanza esolidarietà. Sono stato dele-gato della Fiom Cgil quandoin fabbrica lavoravano oltresettemila persone, ho vissu-to i grandi cambiamenti finoalla privatizzazione: negliultimi venti mesi, era diven-tata una caserma, blindata,dall’aria irrespirabile. Lìdentro, comunque, ho sem-pre imparato molto».

In oltre vent’anni di lavo-

ro in fabbrica e di impe-gno sindacale e politico,come iscritto nelle fila delPci, ha incassato inevitabi-li amarezze e grandi soddi-sfazioni. Una su tutte?«Un giorno memorabile ri-mane quello del congressoprovinciale di Livorno, nel’79, quando parlai di frontealla platea alla presenza diEnrico Berlinguer. Mi chie-sero di salire sul palco per-ché, diretto come sempre,analizzassi lo scenario, poli-tico e del lavoro. La mia fuun’analisi critica. Quello ri-mane uno dei momenti piùfelici della mia vita».

E i 38 giorni di sciopero,nel ’93, alle Acciaierie de-stinate alla privatizzazio-ne, come li ricorda?«Duri, ma esaltanti. Contra-rio alla privatizzazione, eroa capo di un gruppo radicalee la storia mi ha dato ragio-ne. A Lucchini la fabbrica fu“regalata”, mandò a casa un

terzo dei tremila dipendenti.Ma duemila lavoratori si ri-velarono insufficienti, cosìassunse altre quattrocentopersone, ma con contrattipiù vantaggiosi per l’azien-da. E intanto si era liberatodi molti ai quali sarebbe sta-to difficile tappare la boc-ca».

E in quei giorni di mobili-tazione cosa successe?«Di tutto, compresi quattroblocchi della linea ferrovia-ria e della strada. Eravamoin tanti, pronti ad azionieclatanti pur di conquistarel’attenzione collettiva. Du-rante un blocco stradale alGagno, si unì a noi persinol’allora vescovo Don Ange-lo Comastri, dimostrandocila sua solidarietà. Ricordoche gli proposi di entrare al-la Fiom, come battuta».

Ci fu un referendum sullaprivatizzazione. Con qualeesito?

Giorgio Cortigiani nasce il 22 settembre1945 a Campiglia Marittima, da genitoricontadini. Nel ’59 tutta la famiglia si tra-sferisce a Piombino, in cerca di miglioriopportunità. A 14 anni Cortigiani inizia alavorare, prima come manovale, poi co-me magazziniere. A 18 anni aiuta il padrea fare i mercati della frutta. Nel 1969compra un camioncino e si mette in pro-

prio, come ambulante.Entra alle Acciaierie a 27 anni, all’iniziocome manovale siderurgico, poi fondito-re, passa infine al reparto campionamen-to materie prime dover rimarrà per 17an-ni. Ha due figli, Davide, 44 anni, e Sara,43 anni. Appassionato di viaggi, dipinge e si dedi-ca all’hobby della fotografia.

Chi è Giorgio Cortigiani, il Lupone

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settembre - ottobre - novembre 201520

«Era il febbraio del ’93: avotare si presentarono induemilaseicento e millesei-cento si dichiarano contrari:un numero ben superiore aimille che erano stati tagliatifuori. Un risultato storico».

Che non cambiò nella so-stanza il corso delle cose…«Sfortunatamente no. A quelpunto non ci rimase che co-stituire il Comitato CassaIntegrati: si prospettavanotre anni di cassa, ma furonointerrotti dai contratti di so-lidarietà. Per me duraronoventi mesi: furono gli ulti-mi, in fabbrica. Con i pre-pensionamenti, sono uscito

per sempre dalle Acciaie-rie».

E i blocchi stradali? Qualeconseguenze ebbero?«Un lungo processo per in-terruzione di pubblico servi-zio, terminato con un’asso-luzione».Lupone snocciola ricordi, ri-passa nomi e date che rileg-ge sul grande libro della suamemoria. Rivive gli eventi esi infervora. E capisci dallaluce nel suo sguardo che tut-to quel tempo in fabbrica haimpresso un sigillo indelebi-le. Ben più di un lavoro: unmodo di essere, di pensare edi agire, con grinta e corag-

gio. Senza scendere a com-promessi.

Come quella volta, a collo-quio con Mauro Mineo, di-rigente delle Acciaierie,quando in ballo c’era unsuo possibile rientro al la-voro. Cosa successe?«Ero in cassa integrazione,un collega andò in pensione:chiesi un appuntamento aMineo e gli dissi che miaspettavo di tornare al lavo-ro. Mi rispose che non erogradito all’azienda, tirò fuo-ri i volantini sui quali, peranni, avevo messo nero subianco i problemi della fab-brica, compreso quello della

sicurezza, e i rischi corsi dailavoratori. Mi chiese dicambiare, in una parola diaddomesticarmi. Presi un te-lefono che era sulla scriva-nia e lo sbatacchiai, mi alzaie mi diressi verso di lui, in-furiato. Non alzai un dito,ma in un batter d’occhio ar-rivarono gli addetti alla vi-gilanza che mi accompagna-rono fuori. Il mio rientro infabbrica avvenne solo in se-guito, con i contratti di soli-darietà. Mesi dopo mi capitòdi incontrare Mineo, in unbar del centro: mi rifiutai distringergli la mano».Lupone, indomabile. Erapoco più di un bimbo con la

di Umberto BarlettaniDono di natura chevorrebbe avere?Una bella voce e cantaregratis per rendere felice chiascolta.Il tratto principale del suocarattere?Poco incline alladiplomazia.Un suo difetto?Permaloso.Sato attuale del suoanimo?Sereno.La persona cuichiederebbe consiglio?A me stesso.Il giorno più felice dellasua vita?Febbraio 1993: con ilreferendum i lavoratoriribaltarono l’accordoGoverno Lucchinisindacati.E il più infelice?La morte dei miei genitori.Di cosa ha bisogno peressere felice?Ascoltare un sax,accarezzare un gatto,sentirsi in salute.Una cosa che non ha maicapito della gente?

Continuare a sbagliare pursapendo di sbagliare.Il vero lusso è?Trovarmi in piazza Bovio,in una tiepida mattina diprimavera e guardare ilmare.Il più bel ricordo dabambino?Svegliarmi un mattino evedere i tetti, le strade e lepiazze di Campigliabianche di neve.Cosa voleva fare a 12anni?L’archeologo.Un consiglio ai giovani dioggi?Non accettate questomodello di società.Ribellatevi!Città preferita?Piombino.Il piatto che predilige?Ceci e baccalà lessi.E la bevanda?Un bicchiere di vino.La qualità che preferiscein un uomo?Onestà e trasparenza.E di una donna?Come sopra.Quel che detesta di più?L’ipocrisia e la menzogna.Personaggio storico più

ammirato?Karl Marx, ripartire dal suopensiero.Con quale personaggiopolitico vorrebbe parlare? Enrico Berlinguer. Glidomanderei: «Avresti maiimmaginato che la sinistrasarebbe scomparsa? Edoggi cosa diresti dellaquestione morale?».Ha il potere assoluto perun giorno: la prima cosache fa?Far pagare le tasse ai furbie ai disonesti.Film cult?Il postino e Nuovo CinemaParadiso.Attori preferiti?Gian Maria Volonté,Marlon Brando e GregoryPeck.Cantanti preferiti?Tenco, Celentano eZucchero.Pittore preferito?Fattori.Una frase che porterebbesulla t-shirt?Stray Left, sinistrarandagia.Libri preferiti?Storie di resistenza.Hobby?

Viaggiare e visitare Paesi anoi lontani.Programma televisivopreferito?Rai storia.Il regalo più bello che haricevuto?Un cavalletto per dipingere.Un suo rimpianto?Non aver imparato asuonare la tromba o il sax.La soddisfazione piùgrande?A 30 anni essere operaiometalmeccanico ecomunista. Prendere laparola ed essere ascoltatoda Berlinguer.Pensa di restare simpaticoo antipatico agli altri?Se dovessi piacere a tutti michiamerebbero Nutella.L’amico più caro?Quello che quando haibisogno lo trovi.Ciò di cui non può fare ameno?La saluteNella vita a chi diregrazie?Ai miei genitori.Io vorrei?Una città pulita, ordinata, eun po’ di educazione.

Bottae risposta

GiorgioCortigiani

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fionda in tasca quandoun’elegante signora romanain vacanza a Piombino loribattezzò con il sopranno-me che lo accompagna dauna vita. E che racchiude,con il richiamo all’immagi-ne del fiero animale selvati-co, riferimenti ad una fisici-tà possente e ai tratti carat-teriali dell’impetuosità,della grinta.C’è chi, pensando a lui, lorivede, megafono in mano,impegnato nelle manifesta-zioni sindacali in difesa deilavoratori. Chi tante volte loha incontrato, in questi ulti-mi anni, nella bottega delBencini, il barbiere per an-tonomasia, che di recente haabbassato la serranda : an-che qui a “tener comizi”, aquestionare di politica.E c’è chi lo ricolloca sui setcinematografici di Virzì che,in due occasioni, nel film Labella vita, nel ’93 e poi inNapoleone lo ha scelto co-me comparsa.

Ne “La bella vita” in fon-do impersonava se stesso?«In un certo senso sì. Virzìmi aveva notato, visionandoi filmati girati in fabbrica, e

sul set mi ha messo su unpalco, munito di megafono.Le battute del copione chedovevo recitare non mi ve-nivano bene, così le ho so-stituite con le mie. E la sce-na è riuscita».Sorride Lupone, al ricordo diun Giorgio Cortigiani, ruvi-do operaio contestatore, nei

panni di attore. Volentieriracconta il suo presente dicurioso viaggiatore alla sco-perta del mondo: Laos, Cam-bogia, Vietnam, Thailandia.In migliaia di scatti ha cattu-rato paesaggi e volti, dimo-strando acuta sensibilità.Ma si infervora davveroquando il discorso torna alla

politica, al lavoro, al futuro.Del territorio e non solo.Ama Piombino e i suoi con-cittadini. Ma, come è nellesue corde, non fa sconti anessuno.

Come vede il presente e ilfuturo delle Acciaierie edei suoi lavoratori?«La fabbrica è ridotta ad unammasso di ferraccio, graziedunque alla Cevital che conil suo piano industriale pre-vede investimenti e occupa-zione. Nota dolente: la classeoperaia che intendo io nonesiste più; il lavoro contasempre, ma la dignità ha per-so importanza. Attenzione,non dobbiamo farci annac-quare il cervello».

Con tanta passione per lapolitica, un’esperienza di-retta l’ha mai vissuta?«Tre anni, dal ’95, comeconsigliere comunale, elettonella lista di RifondazioneComunista, con l’allora sin-daco Luciano Guerrieri. Manon mi ha entusiasmato».

Comune, sindaco…Ladomanda sorge sponta-nea. Come valuta l’opera-

Chi a Piombino non cono-sce Giorgio Cortigiani?

Qualcuno potrebbe dire dinon sapere chi è… ma selo chiamo Lupone? Tuttisanno di chi parlo!Molti si ricorderanno di luicon in mano un megafono,impegnato nelle manifesta-zioni sindacali anni ‘80-‘90,altri possono averlo vistocome comparsa in alcunifilm famosi girati nel nostroterritorio, ma nessuno ave-va mai sentito parlare di Lu-pone il fotoamatore.Per questo sono rimastoassai stupito quando sonovenuto a sapere che il Cor-tigiani esponeva una suamostra fotografica al Palaz-zo Appiani a Piombino.Quando mi sono accintoper visitarla ero alquanto

scettico e perplesso, madopo aver visionato le im-magini, sono rimasto mera-vigliato dalla sensibilità edal senso estetico delle in-quadrature. Lupone ignarodelle più semplici nozioni

fotografiche, ha immortala-to ciò che lo ha colpito du-rante i suoi meravigliosiviaggi nel sud-est asiatico.Si tratta di scatti realizzatiin Thailandia, Cambogia,Vietnam, Laos, con una pic-

cola fotocamera digitale,immagini talvolta ingenue,ma descrittive e ben ponde-rate capaci di trasportare ilvisitatore in quei luoghi eso-tici, in mezzo a personemolto diverse da noi.Bravo Giorgio, ignaro delleregole, "mostraiole" hai la-sciato impressa la datasulle fotografie esposte,ma questo autentifica lagenuinità del tuo lavoro, ese qualcuno ti dice cheerano troppe le foto espo-ste, non ti crucciare, suc-cede molto spesso ancheai più navigati.Sono curioso di vederecosa riuscirai a fare neltuo prossimo fantasticoviaggio.

Pierluigi Galassi

GIORGIO E LA SUA PICCOLA FOTOCAMERA

Ha immortalato il Laos

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22 settembre - ottobre - novembre 2015

Èuna strana coppia quellaformata da Lupone e dal

vescovo della diocesi diMassa Marittima – PiombinoAngelo Comastri, oggi cardi-nale e vicario generale di SuaSantità per la Città del Vati-cano. Una coppia legata daltempo e dalla stima recipro-ca, dal rispetto e dalla lealtà.Due poli opposti che si sonoattratti solo dopo essersi con-frontati senza remore in unfrangente così delicato pergli equilibri sociali del nostroterritorio. Erano i primi anniNovanta e la privatizzazionedelle fabbriche aveva provo-cato prese di posizione in-transigenti e agitazioni me-morabili. Lupone in prima li-nea nella lotta di classe,monsignor Comastri nelle

vesti dell’alto prelato che haconcepito il proprio sacerdo-zio in mezzo alla gente perascoltare, confortare, benedi-re. Ed è stato proprio in quel-l’atmosfera di incerte spe-ranze che due personalità co-sì opposte ancorché comple-mentari hanno potuto ce-mentare un legame che vaben oltre la semplice cono-scenza.Pur ricoprendo una delle piùalte cariche dello Stato dellaChiesa Sua Eccellenza con-

tinua tutt’oggi ad intrattene-re rapporti epistolari con lasua vecchia diocesi per es-serne aggiornato e per elar-gire il supporto spiritualeche ritiene meritare. Non ul-tima una lettera a MauroLuzzetti, diacono della dio-cesi e dipendente del repartovigilanza in Aferpi, che pub-blichiamo un breve passo.«Carissimo Mauro, (…) nelcuore la “mia” diocesi diPiombino e soprattutto i“miei” diocesani hanno un

posto privilegiato. Fra l’al-tro puoi dire al nostro Lupo-ne rosso che continuo a pre-gare per lui e lo ricordo congrande affetto. (…) Ti ricor-do nella preghiera e ti man-do la mia benedizione conl’augurio di ogni bene daGesù per Maria».

Angelo Card. ComastriVicario generale

di Sua Santitàper la Città del Vaticano

Emilio Guardavilla

Cardinalee Lupone,

bella amicizia

Il cardinale Angelo Comastri, Mauro Luzzetti (con la camicia chiara) e il Lupone.

Foto Pierluigi Galassi

to dell’ex primo cittadinoGianni Anselmi, oggi inRegione?«Ha commesso degli errori,ha perso la battaglia dei fan-ghi di Bagnoli, ha avuto tor-to sul progetto di Baratti,per non parlare dell’idea difar passare Piombino sottola Provincia di Grosseto».

No. Decisamente non hapeli sulla lingua Lupone.Volge uno sguardo malin-conico al passato e ad un’e-poca di ideali che oggi sem-brano tramontati. Lascian-do il passo ad una cultura,“contrassegnata da un certoopportunismo” – sottolinea–. Anche una parte di con-

cittadini ne è affetta. Ma ilseguire la corrente sull’on-da dell’attaccamento allepiccole cose, legandosi alcarro del potere, della mag-gioranza, senza spirito cri-tico, limita le prospettive dicrescita. E rende facilmente“controllabili”.Indomito Lupone… Le cri-

tiche suscitano sempre, sulleprime, un rigetto contraria-to. Ma se rovesciassimo laprospettiva e le prendessimocome un accorato appello?A credere nelle idee e negliideali, a non appiattirci sulconformismo: in una paro-la, a riscoprire impegno epassione…

Giorgio, nel suo ultimo viaggio in Thailandia,“alle prese” con un pitone

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Luciano Gabrielli (Segretario generale Fiom

provincia Livorno):

«Giorgio Cortigiani, nomedi battaglia Lupone lo co-nobbi la prima volta ai con-sigli di fabbrica ed emanavaforza e coraggio. Si distinseanche nei giorni di scioperoe manifestazioni del ‘90 e92/93. La sua lunga militan-za nella Fiom è stata impor-tante per i lavoratori e per lostesso sindacato. Debbo direche pur nella diversità diopinioni c'è sempre stato ilrispetto reciproco, cosa cheoggi spesso manca. La suafigura è stata sempre decisi-va nelle lotte perchè riusci-va a trasmettere posizioniforti ma di valore».

Luciano Giannoni (Responsabile

Comunisti Italiani):«Ho conosciuto Giorgio agliinizi degli anni Novanta,quando con un gruppetto dicompagni demmo vita aPiombino alla entusiasman-te (così almeno ci parve al-

lora) avventura di Rifonda-zione Comunista. Durante labattaglia contro la privatiz-zazione delle acciaierie,Giorgio mise in evidenza lesue caratteristiche di “capo-popolo”, capace di coglierein maniera apparentementeintuitiva i problemi e le ra-gioni di una lotta; “apparen-temente intuitiva” perché inrealtà, come per tanti operaiformatisi alla “scuola” delPci, le sue valutazioni eranofrutto di una attenta analisidei problemi e di una pro-fonda conoscenza del mon-

do del lavoro. Ma Giorgio èanche persona di cultura,curioso e appassionato inda-gatore della nostra storia re-cente e pittore di godibilepiacevolezza. Entrambe lecose filtrate – e non potevaessere diversamente – attra-verso la lente della sua pas-sione politica».

Eraldo Ridi (Ex segretario Pci):

«Giorgio Cortigiani?! Lupo-ne! Ora ci siamo. È stato dasempre compagno di viag-gio del mio impegno sinda-

cale, politico, nelle lotte deimovimenti contro quellaglobalizzazione che umilial’umano. Anche quando leidee sono state differenti,non ho mai trovato faziositànella sua corposa veemenza.In lui sempre uno spiccatosenso critico, tipico di chimisura le vicende politicheda un proprio, forte, puntodi vista etico. Una personapreziosa, da ascoltare. Lasua caratteristica: la passio-ne».

Fabrizio Lotti(Pres. balneari Toscana):

«Giorgio detto Lupone pernoi giovani di via Torinoun mito, il vero vecchiooperaio "ribelle".Dopo ci siamo incontrati inAsia durante i nostri viaggie cenando insieme dimo-strava la sua grande capaci-tà di conoscere e rispettarele diverse civiltà. E credoper un uomo di 70 anni sa-persi “muovere” in altriPaesi sia una risorsa ecce-zionale».

Dicono di lui

Stelio Montomoli (Presidente Toremar):

«Giorgio Cortigiani, me-glio conosciuto come Lu-pone, è un uomo vero diquelli che dicono pane alpane e vino al vino, un im-

portante personaggio piom-binese. Ci presentò, tantis-simi anni fa, il comuneamico Franco Barsotti, pur-troppo recentemente scom-parso, quando Lupone face-va ancora il commerciantea bordo di un camioncino.Io ero segretario della se-zione delle fabbriche delPci. Lui entrò in fabbrica evenne a iscriversi al Partito.Pensavo che non l'avrei piùvisto, o saltuariamente, in-vece prese a frequentare lasede di via Torino conun'assiduità tipica degli au-

tentici militanti. Partecipa-va a tutte le riunioni del Di-rettivo del Pci, era il piùforte animatore delle grandimanifestazioni operaie lo-cali e nazionali. Gli sloganche coniava non erano solocolore, ma la traduzionesemplificata delle politichedel Pci. Poi le nostre strade,con la svolta di Occhetto, sisono separate.Io aderii al Pds divenendo-ne segretario, lui scelse Ri-fondazione comunista. Ep-pure mai è mancato tra noiil senso di un'amicizia pro-

fonda e il rispetto per le di-verse scelte. Cosa piuttostorara, potrei fare esempi il-lustri. Oggi siamo entrambidisincantati dalla politica.Forse nasce da qui il nostroeclettismo. Io scrivo, luiviaggia, capelli coda a ca-vallo al vento, scattandofotografie. Sono molto bel-le e spero vivamente checontinui: in esse ci sonovolti lontani che animanola voglia del riscatto, diquel riscatto che è stato lacoerenza fondamentaledella sua vita».

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24 settembre - ottobre - novembre 2015

fatti & persone

L’Italian Food di VenturinaTerme ha da poco ter-minato la raccolta dei

pomodori in tutte le cam-pagne del nostro territorio.Ora è il momento di lanciaresul mercato le novità dopola produzione record diquest’anno. Nonostante ilcaldo asfissiante dell’estateappena passata infatti lastorica azienda di Venturinadi conserve di pomodoroItalian Food (famiglia Petti)è riuscita a portare a casaun ottimo risultato. «Abbiamodovuto anticipare la raccoltaper via del caldo record –afferma Pasquale Petti, am-ministratore delegato delgruppo –. Al fine di ottenerela migliore qualità del po-modoro toscano stiamo se-

lezionando le bacche di uncolore rosso acceso scar-tando quelle tendenti allecolorazioni del giallo e aran-cione. Ma quest’anno – con-tinua il manager – la veranovità è l’aumento dellaproduzione a marchio bio.Abbiamo deciso di puntaremolto su questo tipo di col-tivazione. Il mercato è moltoreattivo su questo fronte etende sempre a premiarela qualità».Curiosità: nei campi a regimebiologico i pomodori sonostati protetti dalle scottaturegrazie alla massa erbosache cresce naturalmente inquesto ambiente. Così nellecoltivazioni bio c’è stato unnetto risparmio sugli scarti. «In totale le superfici coltivate

a pomodoro da industria –continua Petti – in tutta laregione Toscana sono au-mentate arrivando a coprireil 4,3% delle superfici ita-liane. L’anno scorso era-vamo al 4,1% e ancoraprima al 4,0%. La crescitaè sinonimo di fiducia e fortepartnership con il territorio.Ma il risultato più grande èil forte legame che la nostraazienda mantiene con questoterritorio – conclude l’am-ministratore delegato –.Grazie ai prodotti ItalianFood infatti si salvaguardail made in Italy e i buyerinternazionali, insieme aiconsumatori italiani, stannopremiando questa lineaaziendale di successo».Buon pomodoro a tutti!

La Misericordia di San Pietroin Palazzi (Cecina) si è distintaper un gesto di grande solidarietà.Grazie a una raccolta fondidurata un anno, i volontari del-l’associazione sono riusciti amettere da parte circa 70milaeuro e comprare una nuova am-bulanza. L’iniziativa ha coinvolto anchei social network e i nuovi strumentidi socializzazione.

Raccolta recorddella Misericordia

Il punto vendita di Venturina èl’ottavo Conad in Toscana adoffrire ai propri clienti anche ildistributore di carburante conla convenienza garantita dalmarchio. Aperto ventiquattroore su ventiquattro, sette giornisu sette, il Conad Self 24h sitrova in Via dell’Agricoltura, 41ed è facilmente raggiungibilesia tramite la viabilità extraurbanache dalla variante Aurelia.

Self 24h al ConadVenturina Terme

Legambiente torna a denunciarecon un flash mob lo stato di in-curia e abbandono in cui vertela Villa Romana delle Grotte diPortoferraio. «Si tratta del mo-numento più importante dell’isolad’Elba – affermano gli attivisti– ma è chiuso e abbandonatoa sé stesso. Che questo gioiellodella nostra storia venga restituitoalla comunità!»

Flash mobdi Legambiente

Successo dei pomodori Petti Pasquale Petti, amministratore delegato del gruppo

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Il sindaco di PiombinoMassimo Giuliani è volatoin Russia per una vittoria

tutta personale. Non si trattadi amministrazione pubblicaquesta volta ma della suaprofessione: il nuoto. InfattiGiuliani è cittì della NazionaleItaliana di nuoto di fondo,e ai mondiali svoltisi a Ka-zan, è riuscito a portare acasa una medaglia d’oro edue di bronzo. Una vera im-presa nella 25 km di fondoche ha visto trionfare in so-litaria Simone Ruffini e terzoclassificato Matteo Furlan,bronzo come nella 5 km diapertura.

Una doppietta storica fruttodi passione, determinazionee della bravura del com-missario tecnico MassimoGiuliani: «Il gruppo ha tenutoe dimostrato che sta crean-do delle alternative: Ruffiniha compiuto un capolavorotattico, un’impresa fanta-stica – racconta il sindaco–. Non ha mollato pur sal-tando due rifornimenti.Stare un’ora senza carbu-rante in questo sport è dif-ficilissimo. Ha mantenutoun’andatura di altissimolivello. Furlan, invece, hacreduto nel podio senzasprecare energie nella prima

parte e risalendo al mo-mento giusto. Il bilanciodella mia squadra – con-clude Giuliani – è più che

positivo: tre atleti qualificatiper le Olimpiadi, un oro,due bronzi e siamo arrivatidue volte al quarto posto».

Il Cittì sindaco Giuliani vince col nuoto

fatti & persone

Bella impresa per sei tesseratidella Società Nuoto Piombinoche hanno partecipato alla Bo-sphorus Cross Continental: l’at-traversamento a nuoto del Bo-sforo, lo stretto di 6,5 km chesepara l’Europa dall’Asia, aIstanbul (Turchia). Un’esperienzadavvero unica e sfiancante alivello fisico. Sul podio, con me-daglia di bronzo, nella categoria55-59 anni Valter Pastorella. L’unica donna presente nelladelegazione piombinese KatiaMazzi, è riuscita a piazzarsi conun ottimo tempo al 12° postonella categoria 45-49 anni. Bene Nicola Napoleoni 9° postoe Marino Moschini 12° postonella categoria 60-69 anni. InfineFrancesco Caselli 14° posto eRiccardo Franceschi 16° postonella categoria 45-49 anni.

Nuoto Piombino,bene in Turchia

Svolta al vertice Atm. MarcoMacchioni subentra a CarloTorlai nel ruolo di Presidentedel Cda di Atm. MarinellaCortesi, già dimissionaria èsostituita da Rosaria Lom-bardo. Valerio Rossi è con-fermato nel Cda. Al momentodel voto tra i rappresentantidei soci presenti hanno votatoa favore Piombino, Campigliae San Vincenzo. Si è astenutoSuvereto.Atm è in un momento di stasi,in attesa di fusione nel con-sorzio di area vasta Tiemmee del vincitore del bando pub-blico per la gestione del ser-vizio unico di trasporto dellaregione. A contendersi la vit-toria una società francese euna cordata toscana.

Marco Macchionipresidente Atm

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Stagione ricca di successi per la cover-band Nomadi lasettima Onda. Il gruppo piombinese, formatosi nel 2006,negli anni ha raggiunto traguardi importanti, con tanteesibizioni in giro per l’Italia. È considerata tra le cinquemigliori cover-Nomadi a livello nazionale – semprepresente ai raduni e alle manifestazioni ufficiali – ha ilriconoscimento dello storico gruppo fondato nel 1963da Beppe Carletti e Augusto Daolio. La band piombinese è composta da Massimiliano Tulipano,Simone Moratto, Ugo Fidanzi, Diego Salvadori, DanieleGiannella e Walter Passetti. Lo staff tecnico è compostoda Luciano Bellucci, Alessandro Costarelli, AngeloGiustarini e dal team manager Luciano Giacomini.

La settima onda a gonfie vele

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26 settembre - ottobre - novembre 2015

Èopertiva Cuore LiburnaSociale (CLS) nuovacooperativa frutto della

fusione di due cooperativedella provincia di Livorno:la Cuore di Piombino e laLiburnia Servizi di Livorno.Si è infatti completato il per-corso di fusione tra le duecooperative, entrambe realtàimportanti nel territorio pro-vinciale: la Cuore attraversola gestione di strutture re-sidenziali per anziani, soggettipsichiatrici e attività educativeper minori, la Liburnia conil sostegno all’inserimentolavorativo di soggetti svan-taggiati, altrimenti esclusidal mondo del lavoro. La presidente di Cuore Li-burnia Sociale è AssuntaAstorino già presidente diCuore che recentemente haavuto un ulteriore riconosci-

mento con la nomina di vi-cepresidente della Lega Re-gionale Toscana delle Co-operative. Le due cooperative collabo-ravano già da alcuni annicioè da quando la Cuore èdiventata presenza attivaanche nel capoluogo nellagestione, insieme ad altreimprese sociali del territorio,

di alcune Rsa cittadine. «Lascelta di creare questa nuovarealtà – spiega Astorino –nasce dalla volontà di faresinergia per mettere a dis-posizione del territorio e deicittadini della provincia diLivorno le competenze e laprofessionalità che ormaida decenni le due cooperativeesprimono. La sfida è quelladi valorizzare le caratteristichedel nostro operare e di rin-novare continuamente l’ap-proccio con il sociale in fun-zione dei cambiamenti edelle nuove necessità cheil territorio esprime».Il percorso di fusione tra ledue cooperative è stato ac-compagnato dall’approvazionedella Lega delle Cooperativetoscana e metterà a dispo-sizione della cittadinanzanuove strutture.

fatti & persone

Fiamme Gialle,arriva Borrelli

Gianni Anselmi è stato no-minato presidente della Com-missione 2 della RegioneToscana. Si occuperà di svi-luppo economico, agricoltura,

caccia, pesca, turismo, la-voro, formazione, scuola,università, ricerca, culturae beni culturali.«Sono molto gratificato dellaresponsabilità che il Pd havoluto affidarmi – commental’ex sindaco di Piombino –.Lo considero un riconosci-mento non solo al mio per-corso politico ma anche allaforza elettorale conferitamidalla costa».Il segretario della FederazionePd Val di Cornia Elba ValerioFabiani afferma: «Siamo certiche con Anselmi la Regionepotrà contare su un contributodi qualità che rafforzerà l’at-tenzione di Firenze nei con-fronti della costa».

Cambio al comando provin-ciale della Guardia di Finanzadi Livorno. Arriva il Coman-dante del Gruppo di Livorno,colonnello Paolo Borelli, ap-pena promosso dopo averdiretto per tre anni il II Gruppotutela entrate della poliziatributaria di Roma. Un curri-culum di livello con esperienzenel Nucleo di polizia tributariadi Vicenza, nel Nucleo di po-lizia tributaria di Milano, latenenza di Mondovì e al co-mando generale del Corpo.Il colonnello Borelli subentraa Marcello Montella.

Gianni Anselmi,nuovo incarico

Cuore Liburna Sociale

Ha suscitato interesse ecuriosità l’iniziativa del sot-tosegretario all’AmbienteSilvia Velo che, per unagiusta causa, ha deciso dilasciare per una giornataMontecitorio e scenderein spiaggia in difesa del-l’ambiente. È accaduto aSan Vincenzo dove turistie persone del posto chestavano godendo del solee del mare hanno vistopassare tra gli ombrellonila parlamentare Pd. Veloha personalmente conse-gnato numerosi posaceneretascabili, lavabili e quindiriutilizzabili per sensibilizzarei bagnanti a non abbando-nare le cicche di sigarettein spiaggia. L’iniziativa sichiama “Ma il mare nonvale una cicca?” ed è pro-mossa dall’associazioneMarevivo in collaborazionecon Japan Tobacco Inter-national e con il supportodel sindacato italiano bal-neari, il Corpo delle Capi-tanerie di porto e il patro-cinio del Ministero dell’Am-biente.

Silvia Veloper Mare pulito

Assunta Astorino

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Èarrivata al porto di Piombino la prima nave da crociera,la Saga Pearl II. Quasi 500 turisti, in prevalenza inglesi.La maggior parte dei crocieristi ha visitato le prestigiose

cantine di Suvereto e Bolgheri, gli altri sono andati alla scopertadella città. Appena scesi sono stati accolti dal personaledell’Autorità Portuale e dell’agenzia marittima Freschi, dalleguide turistiche dei parchi Val di Cornia e dal comandante delporto Vittorio Vanacore. Anche la banda cittadina ha dato ilbenvenuto ai passeggeri. Per tutto il giorno Tiemme ha effettuatoil servizio navetta per il centro. Debutto positivo quindi perPiombino e per tutto il territorio. Uno stimolo per crescere emigliorare l’offerta di servizi in attesa di uno sviluppo delsettore già dal 2016.

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Rimpasto per la dirigenza di Asiu. Nominato nuovo presidenteValerio Caramassi, il quale subentra a Fulvio Murzi. Nuovovicepresidente Carlo Olmo poichè pensionato, per effettodella legge Madia, ricoprirà il ruolo per un anno e a compensozero. Nuova consigliera Barbara Del Seppia. Asiu lascia ilservizio di igiene urbana che passerà a Sei Toscana (gestoreAto sud). Di conseguenza l’azienda e il personale dovrannoaffrontare un notevole cambiamento. Il nuovo presidente Valerio Caramassi ha affermato di volerpuntare sulla Tap: «L’utilizzo dell’impianto Tap è decisivoper il risanamento di Asiu. Lo abbiamo, funziona, dà risposteed è un’opportunità. Se ciò non avverrà sono pronto a ri-consegnare le chiavi. Il mio mandato è questo».

Caramassi alla guida di Asiu

Da sx Olmo, Caramassi, Del Seppia

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IL MONDO ANTICOPer viaggiare nel tem-po, Doc, il bislaccoscienziato del film di

Robert Zemeckis, inventòuna strana macchina capacedi attraversare anni e secoli.In Val di Cornia per fare unsalto nel passato occorremolto meno: pochi chilome-tri e ti ritrovi in un mondoche pensavi scomparso, unarealtà fatta di cose semplici,di solidarietà piena, di infi-nito amore per un borgo diappena 500 anime. Siamo aSassetta dove se c’è da puli-re il centro storico, gli uomi-ni si rimboccano le manichee si uniscono ai pochissimidipendenti del Comune, do-ve se c’è da inventare unacosa nuova per l’estate, siaprono le case per ospitaregli scultori del simposio cheva avanti da sette anni e cherichiama ormai artisti da tut-

ta Italia. Se c’è daanimare il paese e richiama-re turisti si lancia un appelloa pittori, musicisti, scultori,scrittori e si crea “Quartiered’autore”, ovvero infinitiangoli del paese dove ognu-no, all’aperto, dà testimo-nianza della propria creati-vità. E infine se ci sono davalorizzare le risorse culina-rie, le massaie di tutto ilpaese si mettono ai fornelli enon creano la solita sagrapaesana ma una “cena itine-rante”.Passeggiando per le sugge-stive viuzze del centro stori-co, che risuonano di canti emelodie, ti ritrovi così al-l’angolo degli antipasti e deivini, alla pergola dei primipiatti, alla piazzetta dellepietanze a base di cinghiale,alla via dei formaggi e deidolci. Sapori d’altri tempi che tiabbandonano solo sulla stra-da del ritorno quando tra lavegetazione riaffiorano le“moderne”, forti luci dellapianura e della costa.

QUEL PASSATOIl trasloco è totale e i casso-netti sono ricolmi di metodi,consuetudini e ricordi delpassato: le poche vecchiebandiere sono ormai ripostee conservate da pochi vecchinostalgici. I quali non hannopiù fiato da spendere ma an-cora utili esempi da indicare.La domanda è: “Sarebbe mai

accaduto in passato che unpartito, qualsiasi fosse, an-che il più minuscolo, si di-menticasse di presentare pertempo le candidature per l’e-lezione dei consigli di quar-tiere?” Ed invece oggi acca-de ed accade al partito erededi quel Pci che, notte e gior-no per intere settimane,piazzava davanti al portonedel Comune i propri attivistiper conquistare sulla schedaelettorale il primo posto inalto a sinistra. E ci riuscivasempre. La domanda è: “Sarebbemai accaduto che, fatta unalegge per lanciare i giovaninelle istituzioni vietando aipensionati di partecipare aiCda degli enti pubblici, leistituzioni per prime cercas-sero in ogni modo di aggira-re lo spirito di quella regolae arrivassero, in qualche ca-so, a palesi violazioni?”.No, ieri non sarebbe accadu-to. Oggi invece accade a li-vello locale e perfino nazio-nale in barba al fatto che lanorma sia stata concepitadal premier-segretario na-zionale del maggior partitosulla piazza.La domanda è: “Siamo pro-prio sicuri di aver superatoin meglio il passato?”.

I NOSTRI RECORDBasta una sosta in piazzaBovio, una passeggiata nelGolfo di Baratti, una visitaai borghi di Suvereto eCampiglia per capire chenon siamo stati sfortunati edi record madre natura ce neha regalati parecchi che talirestano anche se ci inge-gniamo a nasconderli sottola polvere dei parcheggi, ca-rissimi per quanto disadorni,

e a mortificarli con regoleche più che richiamare, al-lontano i turisti. Un bruttoandazzo tanto che quellemeraviglie quasi sfuggonoe, agli occhi della gente, irecord veri della nostra bel-lissima terra diventano altri. L’hanno riferito in questigiorni diversi media e nes-suno è riuscito a dare una ri-sposta. Perché in Val di Cor-nia e in provincia di Livornoun bene essenziale comel’acqua costa, per una fami-glia media, 552 euro all’an-no, quando invece la medianazionale è di 355 e, addirit-tura a Milano si giunge ai126 euro, per non parlaredei 120 euro (il minimo as-soluto) di Isernia?E perché mai, di fronte aquesto primato negativo, an-ziché cercare di recuperare,Asa ha addirittura aumenta-to le tariffe. Prima con unaquota da pagare con accontisuccessivi fino a dicembre2016 per non meglio preci-sati lavori eseguiti dal 2008al 2013 ed infine con un bef-fardo 5 per cento in più perfar fronte a 4 milioni di mi-nori incassi dalle bollette.Una conseguenza non solodella crisi, che ha prodottouna riduzione dei consumi,ma anche degli appelli al ri-sparmio di un “bene prezio-so” che reiteratamente il ge-store ha lanciato e che allafine i cittadini hanno accol-to. La deduzione logica nonè che una: “Che senso ha ri-sparmiare acqua se poi ce lafanno pagare più cara!”.Non c’è che dire: a tanti beirecord positivi abbiamo vo-lontariamente aggiunto mol-ti altri record di cui non c’èproprio da andare fieri.

Amarcorddi Fiorenzo Bucci

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di Umberto Barlettani

Quante volte è capita-to di pensare mollotutto e cambio vita.

Magari trasferirsi e vivere inun Paese esotico dove la vitae i ritmi sono diversi dai no-stri. Maglietta e infraditotutto l’anno e dimenticarsidel freddo invernale. GuidoRabà è uno di questi. Ha la-sciato l’Italia e la sua attivitàper buttarsi anima e corpo inuna nuova esperienza di vitae di lavoro.Com’ è nata questa idea?«Nel 2010 sono partito per ilSud America. L’intenzione– afferma Guido – era quelladi trovare aree e terreni percostruire e proseguire la miaattività imprenditoriale nelmondo dell’edilizia. Appro-dato a Isla Margarita, in Ve-nezuela, mi si è aperto unmondo. Un’isola che vive disolo turismo tutto l’anno.Ho chiuso la mia impresa inItalia e ho deciso di dare vi-ta a un tour operator perpromuovere questa metaesotica. Oggi ItalcaribeClub è un punto di riferi-mento non solo per chivuol trascorrere una vacan-za ma chi vuole lasciarel’Italia e rifarsi una nuovavita. Sono tantissimi quelliche decidono di stabilirsidefinitivamente o per lun-ghi periodi qui a Isla Mar-garita. Lavoro tanto anchecon i pensionati». Quali sono i vantaggi?«I costi sono davvero pochi:il riscaldamento non esiste,una bolletta elettrica incidecirca due euro al mese. Labenzina costa meno di uncentesimo al litro. Stessa co-sa per il telefono. Io, per ilmio ufficio pago tre euro almese! E poi – prosegue Gui-do – puoi cenare nel migliorristorante a base di aragosta

e spendi solo sette euro».Con queste premesse – con-siderato il costo della vita inEuropa – sembra naturaleche in molti valutino la pos-sibilità di cambiare vita. Unpensionato italiano può vi-vere in un appartamento sulmare con due camere, duebagni, in un condominio conpiscina e campo da tenniscon poche centinaia di euroal mese. E chi decide di affi-darsi alla sua organizzazio-ne può godere di assistenzacostante per tutta la perma-nenza del soggiorno. Come sono stati i primimesi di questa esperienza?«La cosa che più mi ha col-pito è che la gente qui a IslaMargarita sorride comunquesia. Una serenità di base equalità della vita superiorerispetto all’Europa e agliUsa. È un posto sicuro –prosegue Guido –, non ècerto Caracas, in cinque an-ni non ho visto un furto». Cosa porterebbe dall’Ita-lia in Venezuela e vicever-sa?«Sicuramente la nostra cul-tura. Della loro filosofia divita porterei in Italia il loromotto “se non trovi la solu-zione vuol dire che il pro-blema non esiste…” anchese questa cosa ogni tanto mi

manda in bestia».Com’è l’Italia vista da lon-tano?«Torno una volta l’anno etrascorro qui una ventina digiorni. Vengo a trovare imiei figli, mia sorella e tuttigli amici. Lo considero sem-pre il Paese più bello delmondo. Anche se mi rendoconto che lo vedo con gliocchi del turista».Cosa pensa di Piombino edella Val di Cornia?«Auguro che la classe poli-tica e gli abitanti “si apra-no” ancora di più al turi-smo. Abbiamo un territorio– continua Rabà – che nonha niente da invidiare a tut-to il resto del mondo. Qui ci

sono tradizioni invidiateovunque. Importante è ri-uscire a coniugare la nostracultura del vivere con il no-stro meraviglioso territo-rio… e vi accorgerete che iCaraibi sono qui!».Progetti e sogni nel cas-setto?«Sono riuscito ad aprire unasede principale anche aMiami, dove qui ci rivolgia-mo soprattutto ad un pubbli-co più esigente. Oggi – pro-segue Guido – posso dire diessere felice. Vivo conAbby, una meravigliosa ve-nezuelana che lavora conme, un punto di riferimentocostante della mia vita. L’u-nica cosa negativa è la no-stalgia per la lontananza deimiei familiari. Spero – con-clude Guido con l’emozio-ne negli occhi – di poterproseguire la mia attività epoter vivere almeno sei me-si l’anno in Italia e magariun giorno passeggiare permano a mio nipotino inpiazza Bovio!».

Lascia l’Italia e crea un tour operator in Sud America

Guido Rabà, l’uomo dei Caraibi

Isla Margarita, un paradiso tutto l’anno.Italcaribe Club, per vacanza o per la vita

Guido Rabà è nato a Piombino il 5 gennaio del 1966 daigenitori Alfredo (notissimo dentista) e Annalena Sbranaex impiegata alla Sip di via Lombroso. Completati gli stu-di al liceo scientifico si trasferisce a Firenze. Ha due figli,Davide e Anna di 21 e 19 anni che vivono a Firenze e unasorella, Sara, che abita a Piombino.Imprenditore edile per oltre venti anni ed esperienze ma-turate anche nel settore turistico. È stato responsabile amministrativo dell’hotel I Lecci aSan Vincenzo e direttore della prestigiosa Villa La Massaa Firenze. Nel 2010 lascia l’Italia per approdare a IslaMargarita, in Venezuela, dove realizza il suo sogno. Dà vi-ta a Italcaribe Club. Un tour operator che opera in Vene-zuela, Panama, Costarica, Brasile e Miami. Non solo va-canze ma opportunità per chi vuole cambiare vita e vivereai Caraibi a prezzi incredibili. Oggi vive a lavora tra il Ve-nezuela e Miami.

Chi è Guido Rabà

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30 settembre - ottobre - novembre 2015

di Luca Goerg

«Troppo bello perP i o m b i n o »esclama un’at-

tempata signora non appenavarca la soglia del CaffèNanni, in corso VittorioEmanuele. È il luglio del2011, da qualche mese il nu-mero civico 49 della via piùimportante del centro stori-co è un cantiere. La curiosi-tà è tanta, molti si chiedonocosa si nasconda dietro leimpalcature. Il bar Nanni èuna parte importante dellastoria della città. «DonellaGarfagnini, l’architetto cheha curato la ristrutturazionedel bar è anche una mia otti-ma amica – racconta Ales-sandra Albanesi, attuale tito-lare del locale –. Volevamodare una svolta femminile alNanni rispettando l’impor-tante aspetto storico del caf-fè. Quando abbiamo inaugu-rato – continua Alessandra –le persone sono rimaste stu-pite: hanno ritrovato ele-menti d’arredo che avevanoimmagazzinato nella memo-ria ma che non vedevano dadecenni a causa del cambiodi varie gestioni. Ad esem-pio il grande bancone circo-lare, che è il primo elementod’impatto che si nota en-trando da uno dei due porto-ni di legno che danno sulcorso, è l’esatta riproduzio-ne di questo – Alessandraindica una foto in bianco ne-ro, datata 1912, un giovanegarzone in giacca bianca e

cravatta serve un caffè a unbaffuto signore in doppio-petto, sembra una scena daBelle Époque parigina –. Egli anni, pensandoci benesono sempre i soliti. Io cicredo in questa città, ha unfascino unico, leggermenteretrò».E proprio come nella Parigidella Belle Époque, non acaso Piombino era cono-sciuta come la piccola Pari-gi, ancora oggi continua latradizione dell’incontro edelle chiacchiere tutta no-strana. «I turisti ne sono af-fascinati, nell’ultimo decen-nio poi il centro storico è co-

me rinato – racconta Ales-sandra –, è tornato ad esserequel piccolo borgo con lecaratteristiche da paese diprovincia. Molti milanesi efiorentini hanno ristrutturatoimmobili a buon prezzo quinella Piombino vecchia eoggi, quando scendono aprendere il caffè, mi confer-mano di aver fatto un inve-stimento azzeccato: il pas-seggio, il clima, il ritmo avolte fin troppo abitudinarioe lento, fanno oggi del cen-tro storico di Piombino unodi quei luoghi apprezzati e àla page. Il merito forse è an-che dell’essere rimasti sem-

pre chiusi in noi stessi. Ionon sono originaria di qua,sono di Capalbio, un am-biente decisamente più turi-stico e forse anche più red-ditizio nel mio settore. MaPiombino è una scommessache mi è sempre piaciuta e ilsuo fascino retrò, della fa-mosa piccola Parigi, amotrasmetterlo anche nel miolocale. Anzi il bar dei piom-binesi: il Caffè Nanni».Ma il Nanni non è solo cap-puccini o gelati. Regolar-mente le pareti cambianolook: l’arte è l’assoluta pro-tagonista. «Appena ho aper-to si sono fatte avanti tantis-sime persone, provenientida tutta Italia, desiderosi diesporre le proprie opered’arte sulle pareti di questostorico locale – dice Ales-sandra –. Devo dire la veri-tà, amo l’arte ma non sonodecisamente un’esperta,all’inizio ho detto di sì a tut-ti, forse a troppi, è il mio ca-rattere. Alla fine ho decisodi affidarmi a un professio-nista, Stefano Fontana».«Alessandra è troppo buona– interviene Stefano Fonta-na, artista piombinese e cu-ratore delle mostre e deglieventi culturali del CaffèNanni –, e il suo sorrisogentile ammalia. Quando miha chiesto di curarmi del la-to artistico di questo bar, es-sendo piombinese doc misono sentito onorato, forseanche un po’ intimorito. Mal’arte abbatte qualunquebarriera e paura e ripaga

Arte e caffè,il fascino del Nanni

Punto di riferimento del centro storico.Il vecchio motto campeggia al suo ingresso.«Siamo vecchi e si preferisce sempre il Nanni»

Il bar Nanni è aperto dalle colazioni fino al dopo cena. Lostaff giovane e intraprendente è formato da Sara, Giulia,Matilde e Riccardo (figlio di Alessandra Abanesi). «Mio fi-glio si occupa soprattutto dell’ora dell’aperitivo – raccontala titolare -. Ha sempre amato i locali storici e ogni voltache viaggia in giro per l’Italia ama frequentarli. Abbiamoscelto di non tenere il volume della musica alto. La socia-lizzazione è la cosa più importante. I ragazzi apprezzano eritornano sempre da noi per farsi due chiacchiere».

Lo staff

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sempre. Le mostre sono sta-te fino ad ora sempre unsuccesso, tanto che conAlessandra abbiamo decisodi andare oltre e aprire leporte anche ad altri generiartistici. Sicuramente l’inve-stimento più importante èstato l’organizzazione di unvero e proprio festival cine-matografico. Completamen-te finanziato da Alessandra,senza alcun supporto pub-blico. Si tratta di Corto Nan-ni, una rassegna di corti ci-nematografici rivolta a tuttigli appassionati del settoreche ha l’obiettivo di valoriz-zare i giovani registi, pro-muovere e divulgare la setti-ma arte in tutte le sue forme.L’anno scorso – continuaFontana – la prima edizioneè stata un vero e proprioboom. Oltre ad aver ricevu-to più di sessanta cortome-traggi abbiamo premiato tragli altri “Thriller”, opera delregista lucano GiuseppeMarco Albano, lo stessocortometraggio che ha vintoil David di Donatello. Un la-voro eccezionale ambienta-to nella periferia di Taranto,all’ombra delle acciaieriepugliesi. La giuria del pre-mio ha visto lontano soprat-tutto perché formata dagrandi esperti: Fabio Canes-sa, Pino Modica, VittorioMonarca, Stefano Maganzi,Mario Bernardini, Gianna

Pasquali» e lo stesso Fonta-na. Ma l’incredibile fermentoculturale che come un vorti-ce aleggia sul Caffè Nanninon si ferma qua: «Ormai datre anni va avanti anche unasorta di club del libro: Librial bar – continua a racconta-re la titolare Alessandra Al-banesi –. Nella sala da tè, adisposizione anche di festeed eventi privati o conferen-ze, nel retro dello stabile cheaffaccia su un giardino dellaPiombino vecchia ogni set-timana si incontrano appas-sionati lettori e amanti della

cultura. Discussioni, scam-bio di idee, confidenze. Unluogo ideale per le chiac-chiere e per la socializzazio-ne, che è un po’ il mantra delmio locale. Anche per que-sto un cartello con la scritta“Non abbiamo il wi-fi parla-te tra di voi” fa bella mostradi sé all’entrata. Questo è ilCaffè Nanni, un covo digente sociale non di auto-mi!».Proprio come in una picco-la Parigi, qui si incontranoregisti di fama internazio-nale. Nel retrobottega delbistrot gli artisti e gli ap-

passionati conversano ani-matamente, gli amanti delleparole discutono e animanole chiacchiere, i giovanifanno l’aperitivo, i politiciscendono a prendere uncaffè tra una riunione e unconsiglio comunale, loscalpitare delle tazzine sulbancone la fa da padrone…no, non è la Belle Époqueparigina, è la Belle Époquepiombinese. Per chiunquevoglia fare un salto in que-sto mondo, l’indirizzo è al49 di corso Vittorio Ema-nuele, centro storico diPiombino. Toscana.

A volte all’entrata del locale, avolte nella sala da tè sul retro,è esposta una bellissimaGioconda, veritiera e incre-dibilmente realistica.L’autore è il pittore piom-binese, noto a livello in-ternazionale, GiancarloFulceri che è riuscito aimmortalare lo sguardo diAlessandra Albanesi, tito-lare e anima del bar Nanni.Un ritratto vivace ma soprat-tutto uno specchio in cui rivede-re Alessandra. Una donna dal sorri-so etrusco e il fare gentile, lo sguardo ac-ceso e l’intraprendenza sottile del gentilsesso. Alessandra è nata a Capalbio do-ve ancora oggi vive la sua famiglia, nel1982 si è trasferita a Piombino dove ha

sempre lavorato nel settore bar.Negli ultimi dieci anni ha lavo-rato al bar Ice Palace, dal lu-glio 2011 ha preso le redinidello storico bar Nanni«Essendo del settore sobene che questo è un am-biente prevalentementemaschile, sia dietro il ban-cone, sia come clientela –confida Alessandra –.Sono felice invece che il

mio pubblico sia compostoper l’ottanta per cento da don-

ne e che il mio locale sia diventatoun punto di ritrovo come lo era lo stori-co Nanni del Sansoni». Che il nuovomotto da incidere all’entrata del bar sia“Siamo vecchi e si preferisce sempreAlessandra”?

Chi è Alessandra Albanesi

Il civico 49 di corso VittorioEmanuele è da sempre unpunto di ritrovo e svago pertutta la città di Piombino.Trovandosi in pieno centrostorico, sulla via principaleverso piazza Bovio, all’ombradel Torrione e del campaniledel palazzo comunale, lostabile che ospita il CaffèNanni ha origini antichissime.Alcuni resti sui cornicioni dipietra dei due portoni d’in-gresso del locale fanno ad-dirittura pensare che unavolta si trattasse di un con-vento. Sul suo uso commer-ciale ci sono dati certi a par-

tire dall’inizio del ventunesimosecolo.È stata una rivendita di vino,caffè, liquori e drogheriafino al 1915, gestita da Ci-calini Ermanno Evandro. Illocale salì poi alla ribaltadal 1915 fino al 1939 sottola guida di Giovanni Sansoni.A quest’epoca risale il ca-ratteristico grande quadroesposto fuori dal caffè, di-rettamente sul corso, cherecita il motto “Siamo vecchie si preferisce sempre il

Nanni”. Era usanza in cittàdarsi appuntamento per bere“da Sansone un Nanni”: l’a-peritivo della casa con il li-quore Ramazzotti. Tutt’oggila ricetta è segreta ed è pa-trimonio del nipote GiovanniLazzarotti Sansoni.Dal 1939 al 1978 il localesi dota di sala biliardo ed ègestito da Marcello Lazzarotti.Per tre anni poi il locale, allaguida di Pasquina Boldrini eil genero Giovanni Pellegrini,diventa un pub ristorante.

Negli anni più recenti, infine,il bar Nanni diventa ristorante:dal 1981 al 1984 ristoranteDa Lui di Vignali e MauroFerri e poi fino al 1992 diPaolo Roventini. Ultimo cambiodi gestione, prima dell’entratain scena di Alessandra Al-banesi, con Remo Bagnascoche ha guidato il locale finoal 2010 come ristorante IlDrago d’Appiano, caratteristicoe stravagante bistrot ancoranella memoria di molti.(Informazioni raccolte dal do-cumento, redatto dallo storicolocale Mauro Carrara, espostoall’interno del locale).

La lunga storia del Nanni

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32 settembre - ottobre - novembre 2015

Scoperto il pianeta “gemello” della Terra

È stato scoperto un pianeta simileal nostro, "abitabile", 1400 anni lu-ce distante da noi, lo hanno ribat-tezzato Kepler 452b e orbita intor-no ad una stella alla stessa distan-za che separa la Terra dal nostroSole. La prima domanda che uno istinti-vamente formulerebbe è: «Ci sonoforme di vita? Ci abita qualcuno si-mile a noi?».Ma come mai sorge in noi questa doman-da? Trovare dei cugini nello spazio darebbefinalmente un senso alla vita?

Luca Leonetti

Illustrazione Luca Leonetti

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di Emilio Guardavilla

Questo è il confrontoimmaginario delleriflessioni di un

commerciante, Aurelio, eun lavoratore in cassa inte-grazione, Guido. Due per-sone con una cinquantina diprimavere alle spalle cheogni giorno, al levar del so-le, lasciano le loro case peraffrontare la vita. Aurelio, ilcommerciante, apre il suonegozio e lo allestisce perattirare più clienti possibili.Cura ogni minimo dettaglioe si prepara alla vendita conun bel sorriso stampato sul-la faccia. Guido, il cassinte-grato, assolve alle corvè cheil troppo tempo libero gliimpone, girella per le viedel centro e incontra colle-ghi e conoscenti. Conversacon quanti sono disposti afarlo. Caccia, pesca e fun-ghi. Renzi, la Merkel eObama. La Juventus, l’Intere la Fiorentina. Il negozio è uno dei tanti,di quelli un po’ fuori mano,lontano dai rumori del cen-tro e dai benefici delle ma-nifestazioni organizzateper portare la gente nellestrade e nelle piazze. Unodei tanti negozi che nontratta generi di prima ne-cessità né i must che la cul-tura dell’apparire costringead avere ad ogni costo e sa-crificio. La vetrina è comeogni mattina così pulita checi si può specchiare, alle-stita con i migliori articolidisponibili nel piccolo ma-gazzino. I prezzi, calcolatial centesimo dallo scrupo-loso esercente, sono timi-damente esposti come nes-suna legge di marketing hamai previsto. All’internodella bottega si trova chi, asuo tempo, ha investito i ri-sparmi di un’altra vita ouna qualche buona uscitaper assicurarsi un domanicon un’attività commercia-le: magari confidando nelproprio istinto o consi-gliandosi con chissà chi.

Fuori dalla bottega, a guar-dare senza vedere ciò cheviene offerto con tanta pas-sione, si trova colui che, perlo stesso istinto e gli stessiconsigli, ha preferito unostipendio da lavoratore di-pendente. Le stesse rugheparlano di una scelta diversama altrettanto sofferta e ma-ledetta. Aurelio: «Entra o non en-tra? Forse entra, chissà seentra. Fra poco è mezzo-giorno e non è ancora entra-to nessuno. Se non entra va-do a pranzo e il cassetto èancora vuoto, come negli ul-timi giorni. Quell’uomo lìfuori, davanti alla mia vetri-na, è troppo giovane per es-sere un pensionato, troppovecchio per essere in cercadi lavoro. E’ di sicuro uno diquei tanti che hanno moltotempo libero ma pochi soldicon cui goderselo».Guido: «Non posso di certofarglielo io con 850euro al

mese lo stipendio a questicommercianti. Questi nego-zietti sono diventati bouti-que per tasche ben diverse.Portafogli che non devonofare i conti con bollette, tas-se e tutto il resto. Questi so-no prezzi che non mi possopiù permettere. Però era bel-lo fare la spesa in questi po-sti. Quando potevo ce la fa-cevo. E anche volentieri».La grande distribuzione hale sue regole e le ha impostesenza chiedere niente a nes-suno. La sua logica ha fago-citato la maggior parte dellepiccole attività commerciali,in ogni settore merceologi-co. Gli acquisti su internetsono diventati una prassi co-mune, non solo per i giova-ni. Dal sol levante l’offerta ètalmente competitiva che lepoche attività che sopravvi-vono lo devono a una strettacerchia di clienti coccolati eaffezionati, attirati più dalfattore umano dei proprieta-

ri o gestori che non dal rap-porto qualità/prezzo di cuipossono beneficiare. Aurelio: «Negli ultimi tem-pi, in otto ore di apertura,non incasso neanche perquello che mangio. Figurar-si per le spese, con questiventilatori poi, sai che bol-lette a ottobre! Mi sa che miconviene chiudere e vende-re. E cambiare lavoro, ma-gari. Ma di questi tempi mitroverei a svendere, più chealtro. E poi, quando vendinon è più tuo, diceva il miobabbo. Forse era meglio seero entrato in fabbrica ancheio, lui lo diceva sempre …».Guido: «Al discount, comeminimo, risparmio il 10%,su alcuni oggetti anche il 20.Dieci oggi, dieci domani,l’uomo vive. Ma se non mirichiamano a lavorare saràdura anche lì. Sono tuttigentili, sorridenti e sempredisponibili. Ma nessuno diloro è disposto a farti creditoperché sei figlio di Tizio o ilpadre di Caio; o solo perchégli hai dato il buongiornosorridendo. Come di sicurofa quel commerciante dietrola sua vetrina».Le leggi del mercato sonocomplesse, complicate nellaloro interpretazione e di so-lito sfuggono allo schemamentale dell’uomo dellastrada. Ciò che però è allaportata di tutti è che se l’uo-mo di fronte alla vetrina nonpercepisce uno stipendio in-tero, neanche l’uomo dietrola vetrina potrà usufruiredello stesso beneficio. Tuttociò si chiama benessere eper arrivare a questa conclu-sione non occorre consegui-re nessun master in econo-mia e finanza in nessunauniversità del mondo. Fino ad allora, fino a quan-do i lavoratori dipendentinon avranno uno stipendiovero e proprio, molte vetrinedi molti negozi, quando nonoccultate da serrande abbas-sate, saranno solo uno spec-chio in cui rivedere comeeravamo.

Il negoziante e il cassintegratoIo, commerciantenella crisi profonda

Vetrina stregata: nessuno si ferma a guardarla.«Da giorni non incasso un euro, meglio chiudere».«Pochi soldi in tasca: solo per il supermercato»

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di Gianluca Roselli*

“Io lo so… che que-sta è un’isola…un’isola… che

c’è…”. Fa una certa impres-sione ascoltare su Youtubel’ultima canzone di GiorgioFaletti, “Da casa mia si vedeil mare” brano dedicato all’i-sola d’Elba che non ha maifatto in tempo a cantare da-vanti a un pubblico. A suo-narla è il gruppo di amici iso-lani, come Carlo Ridi, im-piegato comunale con la pas-sione per la musica. Voce echitarra degli “Oltre le nuvo-le”. O il dottor Tiberio Pan-gia, medico con la vena delcantastorie. Doveva cantarlalui, Faletti, per l’inaugura-zione del Teatro Flamingo diCapoliveri, dove aveva casa.Quella casa, appunto, da cuisi vede il mare. Ma in queigiorni di maggio stava giàtroppo male e allora sul pal-co sono saliti i suoi amici. Lecondizioni di Faletti poi sisono aggravate, fino allamorte, il 4 luglio 2014.«Era una domenica di un an-no fa – ricorda Carlo Ridi –nel pomeriggio mi telefonaGiorgio, al suo solito modo.Che fai? Niente sono sul di-

vano a saltare da un canaleall’altro. Vieni a casa miache ti faccio sentire una co-sa? Ok. Arrivo, lui imbrac-cia la chitarra e mi fa sentirequesta bellissima canzone.Sai, mi dice, erano dieci an-ni che volevo scrivere unacanzone per l’Elba e nonl’ho mai fatto, poi questamattina in un paio d’ore èvenuta fuori da sola, musi-ca e parole. La sua idea eradi inciderla e presentarla al-l’inaugurazione del TeatroFlamingo, ma purtropponon è andata così».Faletti all’Elba ci stava be-ne. L’aveva scoperta in va-canza, nei primi anni No-vanta. Poi, nel 1996, si pre-senta l’occasione di una ca-sa. Sta su un declivio, inmezzo al bosco. Con una vi-sta incredibile sul golfo diCapoliveri. Profumo di gel-somini e lavanda. La brezzamarina che arriva leggera.Tramonti rosso fuoco e gab-biani. Breve trattativa ecompromesso firmato. «Losa, Faletti, se mi dava centomilioni in meno gliela davolo stesso – gli dice il pro-prietario –. Lo sa che se mene chiedeva 200 in più, glie-li davo io…? – la risposta(pronta) dell’artista –».

LA CASA AFFACCIATASUL MARE

Così nasce il rapporto traFaletti e l’isola. Prima civiene solo d’estate. Poi ini-zia a passarci più tempo. Glipiace pure d’inverno, quan-do il mare è in burrasca. In-fine decide di vendere la ca-sa di Milano e trasferirsiqui. Ci resterà fino al 2010,quando tornerà a vivere adAsti. Ed è proprio dalla casada cui si vede il mare cheFaletti si reinventa comple-tamente: si mette alla scri-vania, davanti al pc, e diven-ta “il miglior scrittore italia-no” come lo battezzò il criti-co del Corriere della SeraAntonio D’Orrico all’usci-ta del suo primo romanzo“Io uccido”, un best sellerda 4 milioni di copie.Li ha scritti tutti qui, i suoiromanzi. Dopo “Io uccido”arrivano “Niente di vero

tranne gli occhi”, “Fuori daun evidente destino”, “Iosono Dio”, fino all’ultimo,“Appunti di un venditore didonne”. Ma anche libri diracconti, come “Pochi inu-tili nascondigli” e “Daquando a ora”. «È l’isola aispirarmi – diceva Faletti –è come se scrivessi sottodettatura». E infatti lavora-va tutto il giorno. Iniziavaal mattino, poi una pausaper un rapido giro in paese.Caffè, giornali, quattrochiacchiere al bar, daJimmy. Nel pomeriggio an-cora al lavoro e la sera fuo-ri con gli amici. A cena daPilade. O al Koala. Oppureal Grigolo, a Riomarina.Spaghetti tonno e limone,pesce alla brace, una botti-glia di vino, chiacchiere, ri-cordi e risate. «Spesso organizzava da lui –racconta Carlo Ridi –.Chiamava e diceva… hoportato un tartufo gigante daAlba, vi aspetto per le no-ve». «Era un ottimo cuoco,si divertiva ai fornelli – ri-corda il sindaco di Capolive-ri Ruggero Barbetti, anchelui nel gruppo di amici – .Una volta mi ha cucinato labagna cauda».«Ci chiamava scherzosa-

Giorgio Faletti

L’Elbanel cuore

settembre - ottobre - novembre 2015

Carriera poliedricaIn più di trent’anni di attivi-tà, Faletti è stato scrittore,attore, compositore, can-tante e comico.

Thriller best sellerNel 2002 pubblica il suoprimo romanzo, intitolato“Io uccido”. Il successo ètanto grande quanto ina-spettato con più di quattromilioni di copie vendute. Ilsecondo romanzo, “Nientedi vero tranne gli occhi”(2004), supera tre milionie mezzo di copie.

Diventerà leggendaJeffrey Deaver, tra i piùgrandi autori di thriller, di-chiarò: «Uno come Falettidalle mie parti si definiscelarger than life, uno che di-venterà leggenda».

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mente i suoi amici sfigati,perché nessuno di noi è fa-moso. Ma qui stava beneperché era tra persone nor-mali, nessuno aveva favorida chiedergli, si sentiva asuo agio – continua Ridi –che ama ricordare un episo-dio. Un amico aveva appenarilevato una lavanderia in-dustriale ci teneva tantissi-mo a farcela vedere. E così,una sera, dopo cena, si vatutti a Riomarina a vederequesta benedetta lavanderia.E Faletti fa: io, Giorgio Fa-letti, con questo gruppo discemi a girare per lavande-rie industriali… ci prendevain giro ma si divertiva».Il successo come scrittorearriva inaspettato. Quandosi trasferisce all’Elba Falettiè a un punto morto della suacarriera. Aveva fatto la tv,come comico, creando per-sonaggi memorabili comeVito Catozzo (“temo di in-contrarlo per strada e che michieda indietro tutti i soldiche mi ha fatto guadagnare”diceva) e l’Adalpina. Poi ilcantante, con due Festival diSanremo e il suo “Minchiasignor tenente” sparato drit-to sul palco dell’Ariston. Epoi autore di canzoni perMina, Branduardi, Gigliola

Cinquetti. A fine anni No-vanta, però, è indeciso. Ri-provare con la tv o buttarsisulla musica? Tentare colteatro o il cinema? Scriveregli è sempre piaciuto. E co-sì, proprio qui, all’Elba, simette alla prova. E inventaquella terribile storia am-

bientata nel principato diMonaco che inaugura la suaterza vita, quella di scrittore.Proprio il giorno della pre-sentazione del libro, però,arriva l’ictus. Qualche annoprima aveva dovuto com-battere con un infarto. Sem-bra che la vita gli presenti ilconto sempre nel momentomigliore. Faletti, però, si ri-prende bene e si gode il suosuccesso.Gli intellettuali arricciano ilnaso, dicono che i suoi sonoromanzi di serie B. Lui faspallucce e si consola conmilioni di lettori. «Il mondoletterario è infame – dicevaFaletti – peggio di quellodello spettacolo. Intorno haisolo nemici».«Il successo dei libri – rac-conta Barbetti – gli ha datoun’enorme soddisfazione,perché ha dimostrato a tuttidi essere un artista a 360gradi, non solo quello diDrive in». E Faletti nei suoiromanzi ha il passo deigrandi giallisti americani.Come Jeffrey Deaver, suogrande estimatore.

MI MANCA SOLOIL SALTIMBANCO

Nessuna delle sue storie èambientata all’Elba. Ma del-l’isola si ritrovano immagi-ni, sensazioni, colori, perso-naggi. Aveva anche una bar-ca ma l’ha venduta per “ma-nifesta incapacità”, comeamava dire lui. «Quando ar-rivo in porto tutti mi pren-dono in giro… arriva Falettifate largo! –. Allora ho pre-ferito lasciar perdere – rac-contava piccato». Lo stessocon le moto: «Avevo messouna motocicletta Ducati inun romanzo – raccontavaFaletti – così la casa motoci-clistica me ne regala una,bellissima. L’ho provata mapoi l’ho restituita, le dueruote non fanno per me». Ilsuo vero amore erano le au-tomobili. In gioventù facevaaddirittura i rally, comequello di Montecarlo. Daanni aveva una rubrica fissasu Autosprint, “Io canaglia”.L’Elba è stato anche lo sce-nario del suo matrimoniocon Roberta Bellesini, nel2003. Qui Faletti non solo

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Il romanziere, attore, comico e mu-sicista, aveva scoperto l’isola d’Elbain vacanza, nei primi anni Novanta.Poi, nel 1996, l’occasione di una ca-sa. È su un declivio, in mezzo al bo-sco. Con una vista incredibile sul

golfo di Capoliveri. Profumo di gel-somini e lavanda.La brezza marina che arriva leggera.Qui ha vissuto per dieci anni sco-prendo la scrittura. Si è spento il 4 lu-glio del 2014. Aveva 64 anni.

Capoliveri e il suo golfo: qui si ispirava Faletti

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scriveva, ma continuava acomporre musica e canzoni,per sé e per gli altri. «Bran-duardi di me dice che nonsono un musicista, ma sono“musicale”– raccontavaGiorgio – lui invece mi fa dacavia per i romanzi». Negliultimi anni aveva iniziato adipingere: «Mi manca soloil saltimbanco e il chiro-mante – amava dire – poi hofatto tutto». Era qui anchel’ultimo Natale. Con gliamici di sempre. Tra cui ilgiornalista Massimo Cotto.«Aveva iniziato a girare l’I-talia con uno spettacolo dimusica e canzoni. Negli ul-timi tempi ciò che lo rende-va più felice era imbracciarela chitarra e salire sul palcodavanti al suo pubblico –racconta Carlo Ridi –. Latv, invece non gli mancava.Quando guardava alcunisuoi colleghi rendersi ridi-coli sul piccolo schermo, di-ceva: io non mi ridurrò maicosì, piuttosto muoio di fa-me». Eventualità assai re-mota, visto il successo deisuoi romanzi. Il cinema, invece, lo interes-sava. Partecipa a diversifilm e anche qui si toglie

qualche soddisfazione: ilruolo di un professore catti-vo in “Notte prima degliesami” gli vale il David diDonatello come miglior at-tore non protagonista. Glisarebbe piaciuto vedere unapellicola tratta da “Io ucci-

do”, magari contribuendoalla sceneggiatura. Ma, an-che per questo, non ha fattoin tempo. «Prima un infarto,poi l’ictus, questa è la miaterza vita. Del resto con tut-to quello che ho fatto – dice-va di se stesso – si possonodavvero riempire tre vite». Il cuore degli elbani – cometutti gli isolani, persone nonfacili – Faletti se l’è conqui-stato vivendo qui per diecianni. Specie in inverno,quando la frenesia estiva la-sciava il posto a un temporarefatto che permette di en-trare in contatto con l’essen-za delle persone. Semprespontaneo e ottimista. Conuna grande carica vitale. Unmattatore, con la battutasempre in canna. E agli ami-ci di Capoliveri manca quel

vederlo spuntare all’im-provviso, in maglietta e cal-zoncini, il cappellino da ba-seball calato sugli occhi e ilsuo solito saluto: «Ciao bel-l’uomo…».

*Per gentile concessionedel “Fatto Quotidiano”

Giorgio Faletti nasce ad Asti il 25 novem-bre 1950. La sua carriera si snoda attor-no alla scrittura, la recitazione e il cantau-torato. Inizia a lavorare nel mondo del ca-baret milanese al fianco di Abatantuono,Teocoli e Boldi. Approda in televisione neiprogrammi di Raffaella Carrà, Antonio Ric-ci, Pippo Baudo e Toto Cutugno.Tra i suoi impegni nel mondo della musicasono da ricordare molti testi di canzoniscritti per Mina, Fiordaliso, Branduardi, Gi-gliola Cinquetti, Milva e Marco Masini.Partecipa a Sanremo la prima volta conOrietta Berti, in seguito da solista. Nel1994 vince il premio della critica con Si-gnor tenente.Ma il vero amore è quello scoperto a car-riera già avviata complice il relax che tro-vava nella sua villa dell’isola d’Elba: lascrittura. È nel magnifico giardino di casa,guardando il mare di Capoliveri, che hascritto capolavori della letteratura italianacome Io uccido (quattro milioni di copievendute), Niente di vero tranne gli occhi

(tre milioni e mezzo di copie), Fuori da unevidente destino, Pochi inutili nascondigli,Io sono Dio, Appunti di un venditore didonne e Tre atti e due tempi.Negli ultimi anni il grande pubblico lo haammirato in molti film: Notte prima degliesami dove interpreta il professor Marti-nelli (vince un David di Donatello), Cemen-to Armato, Il sorteggio e Baarìa di Giusep-pe Tornatore.Faletti si spegne il 4 luglio 2014 lascian-do in eredità all’isola d’Elba se stesso.L’amore per questa terra era grande,sceglieva di passare lunghi periodi nelsuo buen retiro elbano non solo d’estatema soprattutto d’inverno, lontano dal cla-more e dal turismo di massa, a strettocontatto con la comunità di Capoliveri.Come lui stesso ha dichiarato riusciva ascrivere solo qua, immerso nel paradisodell’arcipelago toscano.L’ispirazione per i suoi romanzi bestsellerarrivava solo sull’isola… nella sua casa«da dove si vede il mare».

Giorgio Faletti

settembre - ottobre - novembre 2015

Medicina Estetica dr. R. Vigetti Cell. 338 3186467Omeopatia dr. R. Moretti Cell. 338 9343261Osteopatia dr. M. Bernardini Cell. 331 1092392Dietista dr.ssa S. Cubattoli Cell. 338 8865577

Psicoterapeuta dr.ssa A. Lenzerini Cell. 339 8668408Naturopata counselor dr.ssa. A. Tosi Cell. 348 8122726Chinesiologo dr. M. Grilli Cell. 346 8101025

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Faletti intervistato dal critico Fabio Canessa

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Fesso chi lEGGE

di Fabio Canessa

Ringraziando tuttiquelli che si sonocomplimentati

con noi, vogliamo ancherassicurare coloro che,pur divertiti, si sono al-larmati per il sospettoche questa pagina in-centivi gli imbrattatoridi muri.Già dal titolo la rubricasi presenta come uno stu-pidario scatenato, un ser-batoio di bischerate, unfuoco d'artificio di cazzate.Il 90% delle scritte suimuri rivela pochezza diidee e sguaiataggini, vol-garità e idiozia, confusionee disperazione. Ma anchenel male spunta semprequalcosa di buono e quel10% che sprigiona crea-tività e divertimento, ori-ginalità e ingegno, ci pa-reva degno di essere se-gnalato ai posteri. Perchéle scritte sui muri, perquanto deplorevoli, sonoeffimere, destinate a es-sere cancellate rapida-mente (la sola eccezionesono quelle latine sui muridi Pompei). Alla fine, quin-di, meno dannose degliecomostri in cemento odelle pale eoliche.

Cinema, sesso e politica frullati inun cocktail avventuroso e sintetiz-zati da un messaggio fulminante.Al codice del più celebre agente se-greto fa da pendant il numero che,nella tombola, corrisponde al forodel deretano; la rima cuore/amo-re, la più diffusa nella poesia ita-liana, trova una variante sorpren-dente in amore/bruciore. E c'è dasospettare che non richiami il con-cetto di ardore passionale. Credia-mo improbabile anche un riferi-mento alla complessa relazionepolitica, davvero bruciante, traRussia e Ucraina. Più facile c'entriqualcosa un incontro extracomu-

nitario, in una città di mare comeLivorno. Sarebbe bello sentirlo re-citare proprio da James Bond, conuna mano che regge il calice diMartini e l'altra che abbraccia unaragazza da sogno.

Premio alla carrieraCOPRIAMO LA CITTA' DI SCRITTE!

E LA VERNICE? COMPRALA COI SOLDI DI TU MA' TROIA(La scritta è scomparsa, ha campeggiato in via Fucini a Piombino).

Doppio botta e risposta, emblematico della polarità che separa e comple-ta l'anima umana: il giulivo sognatore e il pragmatico concreto, l'alfieredella gioia di esprimersi liberamente e l'algido economista che riportal'altro coi piedi per terra, l'hippy e la realpolitik. Universale come la di-stinzione nicciana tra l'abbandono dionisiaco e il controllo apollineo, ladiatriba tra la voglia di colorare il mondo di opinioni e la consapevolezzadel prezzo da pagare sta tutta tra l'effusione spensierata del punto escla-mativo e l'ironica obiezione sollevata dal punto interrogativo. Dalla sola-rità dell'incipit allo sberleffo finale da Vernacoliere, ipotizzerei il contri-buto di quattro diversi writer, ognuno con la sua poetica.

Primo premio007 DALLA RUSSIA CON AMORE

023 DALL'UCRAINA COL BRUCIORE(Via dei Condotti Vecchi, Livorno, dietro la stazione centrale)

Messaggio infido, degno di Ja-go, vergato per iniettare il vi-rus della diffidenza. Almenorivelasse che cosa ha detto(che sei uno stronzo, che seiimpotente, che sei brutta): no,spalanca gli abissi dell'imma-

ginazione, più neri di ognirealtà, per mettergli/le nell'o-recchio una pulce puzzolente.Basterebbe non dargli retta(ma come si fa?), perché, qua-lunque cosa abbia detto la suaamica, è migliore dell'azione

fetente del writer, che si spac-cia pure per confidente salva-tore. Invece è lui il nemico.Non fate come Otello, non ab-boccate all'amo del viscidospione: abbiate fiducia in De-sdemona.

Secondo premioNON SAI CHE COSA HA DETTO LA TUA AMICA! (Via Oberdan, Livorno)

Foto Marcello Cardinali

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settembre - ottobre - novembre 2015

In cammino verso il grande bosco di Daniele Toncelli

Mi ricordo chequando frequenta-vo l'istituto d'arte

di Firenze, un mio professo-re, talvolta mi prendeva ingiro perché affermava che ilmio paese natio, Venturina,non aveva attrazioni.Lui, architetto di palazzi eville, la vedeva spesso dal-l'alto, quando con il suo ae-roplano atterrava all'aero-porto per andare a seguire ilavori di Punta Ala. Io mi ar-rabbiavo e dicevo che oltreallo scalo a lui così prezio-so, c'erano le nostre collinecon Campiglia, Villa Mus-sio, il Castello, i nostri cam-pi, il Bottaccio, la cascatadel mulin di fondo. Però,francamente, il centro urba-no era quello di una cittadi-na sorta senza un vero pro-getto estetico, lungo l'Aure-lia, in un momento in cui l'e-dilizia era proiettata all'es-

senziale senza troppi com-promessi con il decoro. Adire il vero, a me quei palaz-zi comunque piacevano, al-cuni tra l'altro li aveva im-biancati mio padre e in unperiodo giovanile ho ancherappresentato nei miei di-pinti quelle vie semplici, co-sì vivibili, molte popolari,altre signorili. Io ho sempreamato Venturina, anche orache abito a Piombino. Hovissuto intensamente moltesue trasformazioni: nuoviedifici, nuove strade, nuoviquartieri, i giardini, gli im-pianti sportivi, una nuovachiesa più grande, il Calida-rio, le terme, il Centro Aga-pe, il Municipio, i centricommerciali Coop e Conad,la Fiera, la zona industriale,le scuole.

Per questo ho apprezzatomolto l'amministrazione co-munale di Campiglia e l'isti-tuto comprensivo Marconiche da alcuni anni coinvol-gono l'Accademia delle Bel-le Arti di Firenze per valo-rizzare il centro urbano conopere d'arte eseguite daglistudenti. L'iniziativa rientranel progetto Campigliacca-demia che da tempo coin-volge i ragazzi fiorentini in-serendoli nella realtà del no-stro territorio, attraverso lapartecipazione a numeroseattività, quali il festival esti-vo Apriti Borgo con la scuo-la di scenografia e la riquali-ficazione dell'ambiente ur-bano con la scuola di pitturamurale.Dopo aver realizzato prege-voli pitture a Campiglia,

perfino un tabernacolo, ilprogetto “Giovani artisti ecommittenza pubblica” èapprodato anche a Venturinaperché era necessario rime-diare allo stato di degradodelle facciate della scuolamaterna Arcobaleno, spessodanneggiate da molti attivandalici.Il lavoro si è svolto in duefasi successive: nella primaparte è stata interessata lafacciata settentrionale del-l'edificio e nella seconda ledue pareti est.Sono andato a scoprire ilprocedimento dei lavori eho partecipato con interessealle due inaugurazioni. Inquesto modo ho potuto am-mirare i giovani talenti men-tre con grande passione eabilità dipingevano (sotto ilsole o la pioggia) la scuola,talvolta insieme ai piccolialunni della materna, checon entusiasmo da fruitoridiventavano anche protago-

La scuola Arcobaleno decorata da grandi murales.Progetto con l’Accademia Belle Arti di Firenze.Tanti gli studenti trasformati in giovani artisti

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nisti. In tale occasione hoconosciuto il professore Sa-verio Calogero Vinciguerrache con grande professiona-lità e dedizione ha curatotutte le fasi dei lavori. Mi haspiegato che nella parte set-tentrionale, la prima che èstata realizzata nel 2013, èstato dipinto il progettoideato da Daniele Berti eAlan Boccatonda. È ispiratoal mondo fantastico di Ema-nuele Luzzati e perciò siadatta perfettamente allafantasia e alla immaginazio-ne fiabesca che accompa-gnano l'infanzia.È nato così “Il grande bo-sco” dipinto magistralmentesulle pareti esterne un tem-po imbrattate da scritte.È un universo fantasioso,popolato da strane creatureche immerse nella naturaappaiono improvvisamentetra piante e fiori per accom-pagnare i piccoli alunni nelloro istituto. La ricchezzadel caleidoscopio cromati-co, il susseguirsi e l'anima-

zione delle storie e la sem-plicità e spontaneità delleimmagini, sono in armoniacon le possibilità compren-sive e oggettive dei bambi-ni, che così sono stati coin-volti più facilmente anchenelle fasi di realizzazione.Dopo il successo del “Gran-de bosco” nel 2014 i lavoridi abbellimento e decoro ur-bano sono proseguiti. È sta-to infatti realizzato l'altro di-pinto murale, “In camminoverso il grande bosco”.Gli studenti che hanno lavo-rato a questa opera d'arte so-no: Martina Paladini, AlanBoccatonda, Federico Sinat-ti, Lorenzo Tonda, KristinaMigasova, Federica Fiaschi,Francesca Goglione, Marti-na Bartolini, Ludovico Ri-viera, Francesca Udeschini,Leone Mingozzi. Aiuto tec-nico: Mariaconcetta Giunti-ni e Daniele Magnani.La guida è stata nuovamentedel prof. Vinciguerra. Que-sta volta la fonte di ispira-zione è la grande pittura del

Rinascimento fiorentino e inmodo particolare “Il viaggiodei Magi” di Benozzo Goz-zoli. Il dipinto è di notevolidimensioni e rappresenta illungo cammino di sapientipersonaggi che percorronocon serenità la strada dellavita. Sono inseriti con per-fetta armonia in un solarepaesaggio dove le dolci col-line scandiscono con le va-riazioni della luce il ritmodel tempo. Il tempo che nel-l'immensità dello spazio,motivata dalle prospettiveaeree, accompagna le varieetà della vita. Questa voltale forme sono classiche e ildisegno e la conoscenza del-l'anatomia e del colore evi-denziano l'esperienza acca-demica.“In cammino verso il grandebosco” è così un'opera d'arteche arricchisce l'ambienteed è però anche un progettoche ha completato la cono-scenza tecnico-pratica deigiovani artisti.Hanno infatti progettato la

scena riportandola in carto-ni, preparato l'intonaco spe-cifico dove poi hanno ripor-tato gli strati pittorici resi-stenti agli agenti atmosfericie agli atti vandalici. Hanno,insomma, imparato il me-stiere.Il loro insegnante, con uncerto orgoglio, afferma chedove il muro diventa luogodi degrado e di anonimato,l'opera d'arte può liberarlotrasformandolo da ostacoloa finestra verso un mondodiverso e più bello.“Il mondo è pieno di paretida dipingere e spero che tut-ti questi bravissimi studentitrovino la possibilità diesprimere tutta la loro pro-fessionalità”.Vale quindi la pena di andar-lo a vedere per ammirarlo,perché è un esempio di bel-lezza che arricchisce i nostricuori, ma è anche la dimo-strazione di come la politicae la scuola possono collabo-rare per ottenere eccellentirisultati sociali.

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Indovinate di Giuseppina Toncelli� �1) Appena fatta non si vede. Cos’è?

2) Alcuni mesi hanno 31 giorni. Quanti ne

anno 28?

3) Qual è l’animale più forte?

4) Valgo solo se sto a destra. Chi sono?

5) Anche se liquido non bagna. Cos’è?

6) Cammina con i piedi sulla testa. Chi?

7) Due gemelli nascono nel giorno, mese,

anno differenti. È possibile?

8) Vola ma non ha ali, piange ma non ha

occhi. Chi?

settembre - ottobre - novembre 2015

Soluzioni:1) La barba. 2) Tutti. 3) La lumaca, perchè porta

la sua casa. 4) Lo zero. 5) Il denaro. 6) Il pidocchio. 7) Sì, se

uno nasce il 31 dicembre e l’altro il 1 gennaio. 8) La nuvola.

di Consalvo Noberini

Amare la propria città,significa respirarne

ogni alito di vita, conoscer-ne ogni angolo più nasco-sto, essere orgogliosi dellasua storia; vuol dire diven-tarne parte integrante, ac-cettarne pregi e difetti.Questi scritti che parlanodella mia città, sono il frut-to di pensieri nati durante

il mio vivere quotidiano: lepasseggiate, gli incontri, imomenti di riflessione. Unadedica è d’obbligo, e va atutti coloro che voglionobene a Livorno e l’accetta-no così com’è…

Com’è bella la mia città.Com’è unica la mia città.Com’è diversa la mia città.Com’è scaciata la mia città.Com’è chiassosa la mia cit-tà. Com’è polemica la miacittà. Com’è unico il lungo-mare della mia città con ilsuo panorama, il suo maresmeraldo, le sue tamericisalmastrose, le sue piccolespiagge piene di spazzatu-

ra, di preservativi, di innaf-fiatoi di plastica, di palle dicatrame, di pannolini e pan-noloni, di bussoli di tinta e

di bussoli di ciccia, di spar-degne, di taniche di chero-sene, di mutande strappate,di polistirolo, di canne dibotro, di teli di plastica, dimaterassini, di ciambelle diwater, di sciacquoni.

Respirando Livorno

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di Luca Goerg

«Avviso per lagentile clien-tela: se il mar-

mista non è qui sta lavoran-do presso il cimitero, chia-mare il …». E se chiamate,come abbiamo fatto noi, virisponderà uno dei perso-naggi più eccentrici e piace-voli della Piombino vecchia.Si tratta di Milco Tonin,marmista di terza generazio-ne e ultimamente anche arti-sta: «Mio nonno ha aperto illaboratorio marmista qua(via XX settembre, ndr), do-ve oggi, dopo mio padre,continuo la tradizione di fa-miglia». In uno dei due fondi di pro-prietà Tonin, in questa viadel centro storico, si trova illaboratorio da lavoro di Mil-co: marmi, lapidi, martelli eseghe, una coltre di polveregrigia ricopre tutto, dai ta-voli di legno fino al soffittodove sono appesi scalpelli eattrezzi del mestiere. Dueporte più in là, sempre sullastessa strada, una paralleladi corso Vittorio Emanueleche porta alla cattedrale diSant’Antimo, c’è un altrofondo, potremmo definirlol’ufficio di Milco. Appena

entri ti assalgono migliaia dioggetti: modellini, soldatini,scatole e scatoloni, pannelli,legno, ferro, una postazioneper il computer, una piccolabacheca con i trofei del fi-glio arbitro e soprattuttoun’infinità di puzzle. E pro-

prio nel secondo fondo, Mil-co Tonin ha dato sfogo aduna passione che nutre daquando è piccolo: «Siamochiari sin da subito: non èche io non abbia da fare unasega, è una passione. In tantimi hanno chiesto se avevotempo da perdere – ride –ma poi sono rimasti estasiatiquando hanno visto il miosuper puzzle». Per più di un mese la paretedel bar Nanni dedicata allemostre d’arte ha visto espo-sta l’ultima opera di Milco esua cognata Claudia Can-duzzi. Si tratta di uno deiquadri di serie più grandi delmondo: 13.224 pezzi per tremetri di lunghezza e un me-tro e quaranta centimetri dialtezza. Totale ore di lavoro:216 e 55 minuti, paragona-bili a nove giorni consecuti-vi. «La vera opera d’arte –

racconta Stefano Fontana,curatore delle mostre del barNanni – non è il puzzle da13.224 pezzi in sé, bensì lapassione e la dedizione chequotidianamente Milco, in-sieme a sua cognata ClaudiaCanduzzi, hanno impiegatoper realizzare questo im-menso lavoro». A coronareil tutto una serie di cartelliesplicativi dove Milco ha ri-portato l’impegno quotidia-no e ha spiegato la realizza-zione della sua opera.Ma questa è un’altra operad’arte…

Passione, tempo e pazienza gli ingredienti per i suoi lavori

Milco Tonin tra marmi e super puzzle

Oltre 13mila pezzi per il grande puzzle.L’estro e l’ingegno tra lapidi e soldatini.Il mondo parallelo dell’estroso marmista

L’antico laboratorio di Tonin

Milco davanti alla sua opera, una delle più grandi del mondo

L’artista-marmista al tavolo di lavoro

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di Riccardo Vigetti*

La radiofrequenza è undispositivo che ormaiutilizziamo da molti

anni in medicina estetica.Questo macchinario permettedi intervenire su rughe e lassitàcutanee sia del viso che delcorpo. Il trattamento, infatti,stimola i processi fisiologicinaturali del metabolismo tis-sutale agendo dall'interno emigliorando l'afflusso arterioso.Il manipolo della radiofre-quenza viene fatto scorreresull'area da trattare con mo-vimenti circolari e longilineisino a produrre un riscalda-mento omogeneo, sia super-ficiale che profondo, sulla

zona trattata. In questo modoattraverso queste onde elet-tromagnetiche, il calore rag-giunge la stratificazione der-mica profonda e produce unabiostimolazione che ripristinal'elasticità attraverso la nuovaproduzione di fibre collagene.

Vi è inoltre un ricompattamentodelle fibre con effetto liftingimmediato, che migliora pro-gressivamente nel tempo. Alivello visivo si ottiene in de-finitiva il rimodellamentodella zona trattata, a livellopalpatorio un ispessimento

ed un aumento di consistenzaed elasticità della pelle, cheappare notevolmente più com-patta e vitale. Le rughe sonoimmediatamente distese emolto meno visibili. Il “doppio mento” e le “bracciaa tendina” diminuiscono diintensità e le mammelle sonopiù toniche al tatto ed allavista. Sono necessarie più se-dute (di solito 10-12) per avereun effetto duraturo. Non cisono particolari controindi-cazioni, ma è sempre neces-saria una visita medico esteticapreventiva.

*Medico esteticoStudio Medico Libra

di Allegra Ciaponi*

Con la menopausa unadonna su due va in-contro ad un aumento

di peso ma in realtà quelloche cambia non è tanto il pesoma la percentuale di grassocorporeo, o meglio il rapportotra massa magra e massa gras-sa. I chili in più non si depo-sitano in modo omogeneo sulcorpo, bensì si concentranosul girovita. È ormai noto chel’accumulo del grasso addo-minale è un fattore di rischioper il diabete, l’ipercoleste-romia, l’ipertensione e le ma-lattie cardiovascolari. Sonogli estrogeni che nella vitadella donna guidano la depo-sizione del grasso nelle areegluteo-femorali ma le cosecambiano radicalmente quandosi avvicina la menopausa chevede la caduta dei livelli estro-genici e l’inizio di un maggioreaccumulo di grasso addomi-nale. Il vero problema quindi

per la donna in peri/postme-nopausa è che l’aumento delgrasso addominale innesca inmodo lento e crescente il ri-schio incidenza di problema-tiche e rischi di mortalità permalattie cardiovascolari.Elemento importante e nontrascurabile, l’avvento della

menopausa si accompagnaanche ad una riduzione del-l’attività fisica e quindi allaquota di massa magra (mu-scolare). Attività fisica e con-trollo del peso: sono questi idue punti cardine per contra-stare l'accumulo di grasso ad-dominale e le relative com-

plicanze. L'attività fisica (inspecie quella aerobica) induceuna riduzione della massagrassa viscerale rispetto aquella sottocutanea. Inoltremantenere una regolare attivitàfisica porta ad un progressivomiglioramento della sensibilitàinsulinica anche con modesteperdite di peso corporeo.La dieta corretta non deveprevedere solo il controllodelle calorie, ma la giustaqualità degli alimenti. Si basasull’assunzione di cereali in-tegrali, al posto di pasta epane di grano duro, e di quan-tità costanti di verdure e fruttafresca. Grazie alle fibre con-tenute in questi alimenti si ri-duce l' apporto calorico, simodifica il modo in cui bru-ciamo grassi e zuccheri, di-minuendo i picchi di insulinae si controlla meglio il sensodi fame indotto dai cambia-menti ormonali.

*Dottoressa, dietista

GLI EFFETTI DELLA RADIOFREQUENZA

Tonicità senza dolore

ED ORA LA PAROLA PASSA ALLA DIETISTAMenopausa, occhio al peso

42 settembre - ottobre - novembre 2015

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di Simona Grossi

Mentre l' autunno siinsinua frizzantefacendoci tirar

fuori dagli armadi giacche emaglioncini e ci spinge nuo-vamente davanti ai fornelli,

nelle orecchie, negli occhi enel cuore lo stridio dei gab-biani, il cielo terso e limpidoche lascia spazio a tramontimozzafiato, lo sciabordiodelle onde e quella sensa-zione di serenità e relax divacanze appena trascorse ciammanta di nostalgia nelmomento in cui ritorniamoalla vita di ogni giornoMa prima di passare a sformaticon polenta e funghi, risottiprofumati al tartufo, caldissimezuppe, arrosti saporiti e pre-libatezze con farina di castagne,manteniamo vivo il ricordodei magici momenti estivipreparando un piatto di pesceghiotto, gustoso e speciale:il lacerto gratinato. È un pesce azzurro ricco diomega 3, chiamato anchesgombro, non molto noto inItalia ma conosciutissimo in

Toscana che merita molto ri-spetto non solo per il suo sa-pore pieno, per la tenerezzadelle carni e perché no, ancheper il suo prezzo che continuaa rimanere molto concorren-ziale. Appartenendo però alla“lista rossa delle specie mi-nacciate” a rischio minimo,cerchiamo di essere parchinel consumo. Ora mettiamoci al lavoro.

Preparazione Puliamo i pesci con moltacura, evisceriamoli e togliamola lisca lasciando i due lembidel pesce uniti per la coda.

Passiamoli adesso sotto l'acquacorrente per eliminare i residuidi lische e viscere.Ungiamo una teglia, poniamoil limone grattugiato quindiadagiamo i lacerti. Saliamoleggermente, aggiungiamo so-pra il pesce gli spicchi d'agliotagliati grossolanamente ed ilprezzemolo tritato. Spolveriamocon il pangrattato, versiamoun altro filo d'olio e poniamola teglia nel forno preriscaldatoa 180° per almeno 15 minutio fino a quando il pangrattatonon risulti dorato.Serviamolo ben caldo accom-pagnato da patate arrosto euna insalata mista lattuga epomodori. Un secondo piattoa base di pesce che acconten-terà tutti i palati e che conti-nuerà a sussurrare di sole,gite in barca e libertà, in attesadelle prossime ferie.

In

cucin

a

di Simona Grossi

La rosa simbolo diamore imperituro edi bellezza soave e

assoluta, è il fiore più ap-prezzato ed amato non solocome omaggio nelle diverseoccasioni, ma utilizzato perabbellire terrazze e giardini.Apparentemente delicate, sonoin realtà piante molto longevee possono vivere per decinedi anni quindi è per questo

che bisogna decidere se lestesse avranno una funzionedecorativa o da taglio.Pertanto quando vogliamo ar-ricchire il nostro spazio verdediventa necessario procederein questo modo: per primacosa, essendocene molteplicivarietà, è essenziale rivolgersia vivai o rivenditori di fiduciaper poter ottenere il massimo.L'importante è che al momentodell'acquisto vengano fornitein stato di fermo vegetativo,ossia a radice nuda nel periodonovembre-marzo.La causa più comune del fal-limento di nuove rose è il cat-tivo impianto. Ma non sco-raggiatevi perché la messa adimora non è difficile, ma èfondamentale eseguire cor-rettamente alcune operazioni

per ottenere un ottimo risultato. Prima di piantare le rose a ra-dice nuda bisogna accorciarei rami di almeno 15/20 cm.,spuntare le radici e inzaffar-darle, cioè immergerle in unapoltiglia fatta di acqua, terriccioe ossicloruro di rame. Mentrele rose in vaso si piantano talie quali e non necessitano dinessuna preparazione, infattibasta toglierle dal loro con-tenitore di plastica e metterlea dimora così come sono.Invece per le altre è necessarioscavare una buca del diametrodi 50 cm. ed altrettanta pro-fondità, aggiungere sul fondo5/6 chili di letame maturo, op-pure 0,5/1 kg di stallatico pel-lettato o in polvere e coprirecon terra fino alla giusta pro-fondità per poter posare la

rosa. Il punto di innesto devestare a 2/3 cm. sotto il filo delterreno. Chiudere la buca conla terra precedentemente scavatacon l'aggiunta di terriccio uni-versale o terriccio per rose conun po' di stallatico ben miscelatoalla terra di riempimento poipremere e bagnare bene.Così nel vostro giardino pro-spereranno e rimarranno bel-lissime offrendovi, anche nelperiodo autunnale e persinoin inverno, uno spettacolosenza eguali.

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STEFANO TEMPESTINI

La fotografiache regala emozioni

Galassi, il decano dei fotoamatoripresenta Stefano Tempestini

IMMAGINI E AEREI MILITARI

LE SUE GRANDI PASSIONI

di Pierluigi Galassi

Stefano Tempestini è nato a Roma nel 1961, vi-ve e lavora a Piombino da oltre trent’anni.Era giovanissimo quando cominciò a fotogra-

fare, ma fu solo quando acquistò la prima reflex, al-l’inizio degli anni Novanta, che esplose la vera pas-sione.Si trattava di una Ricoh KR10M, che fu seguita abreve dalla Nikon, per poi approdare alle digitali.Inizialmente la D200, adesso la D800, che gli con-sente l’abbinamento ad ottiche lunghe, soddisfacen-do in tal modo un’altra sua grande passione, fotogra-fare aerei militari. Questi due amori complementari,la fotografia e gli aerei, oltre alla soddisfazione per-sonale, gli hanno procurato riconoscimenti apprez-zabili. Da alcuni anni le sue foto vengono pubblicateinfatti su riviste specializzate come JP4 del settoreaeronautico e RAIDS nel settore militare, oltre agiornali e siti online.Cerca di mantenere l’appuntamento con le principalimanifestazioni aeree in Italia e in Europa, sempre incompagnia della sua inseparabile Nikon. Oltre agliaerei, Stefano ama anche il paesaggio, le foto distrada, il reportage, la macrofotografia, i ritratti e losport: insomma, possiamo definirlo un fotoamatore atrecentosessanta gradi.Tempestini è stato iscritto per molti anni al CircoloCulturale Sant’Antimo, sezione fotografia. Pur non partecipando assiduamente a concorsi, ap-prezza molto i premi e i riconoscimenti conseguiti,in particolare nell’ambito del concorso 1000 miglia.È doveroso ricordare che ha allestito numerose mo-stre fotografiche a tema, principalmente aeronautico. La fotografia, per Stefano, è molto più di un sempli-ce hobby, è una vera passione motivante e fonte diispirazione perpetua. «Il mio scopo – precisa Stefano– è cogliere la realtà attraverso l’obbiettivo, catturareframmenti di vita. La fotografia serve a trasportarmiin un mondo irreale, tutto e solo mio. Rubo immagi-ni e le fisso nel tempo, per poi regalarle a chi le ap-prezza insieme alle emozioni che ispirano».

I primi scatti da giovanissimo.Non si separa mai dalla sua Nikon.Collabora con riviste specializzate

settembre - ottobre - novembre 2015

Pierluigi Galassi è il decano dei fotoamatori di Piombino. È presidente dellasezione fotografica del Centro culturale Sant’Antimo. Dopo la presentazionedi Domenico Finno, Sergio Tanfani, Nino Marchi, Guido Morelli, OresteMalvisi, Luigi Tozzi, Roberto Baroni, Stefano Valdiserri, Davide Bedini,Corrado Coppetta, Luca Ruffoli, Patrick Donati, Fabio Del Ghianda, ManuelaInnocenti, Enrico Genovesi, Eleonora Carlesi, Luca Vangelisti, Massimo Daddi,Alessio e Matilde Ricci, Asia Giannelli, Francesco Livi, Francesco Masangui,Gabriele Tinalli, Sergio Signori, Marco Morrone porta oggi alla ribalta StefanoTempestini.

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Gli scattidi Stefano Tempestini

merlinothebest.com

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46 settembre - ottobre - novembre 2015

Manola Gerli è nata a Firenze dovevive e lavora. Si è diplomata all'Isti-tuto d'Arte di Porta Romana e haconseguito la laurea all'Accademiadelle Belle Arti frequentando il cor-so di decorazione.Insegna grafica pubblicitaria nellescuole d'arte e ha allestito mostrepersonali a Firenze, a Campiglia e aPiombino a Palazzo Appiani.

Il mondo di immagini e colori dellapittrice Manola Gerli ci trasporta ma-gicamente in due spazi paralleli: larealtà e il sogno. Vi sono rappresenta-te infatti solari e misteriose figure didonna e talvolta di animali, che sonoimmersi in una luce limpida e misticache accarezza le loro eleganti formeriscaldandole con sapienti sfumatureche sanciscono i delicati giochi delleombre. In uno spazio prospettico bendefinito, i personaggi sono accoltinella loro essenziale e stilizzata pla-sticità e nei loro atteggiamenti silen-ziosi, sinuosi e pragmatici. Sono co-munque fuori dal tempo e spesso siconfrontano con i palazzi antichi chericordano le architetture e la natura diGiotto, Masaccio e Piero della Fran-cesca.Manola è un'artista fiorentina e il suotalento si accomuna alle origini cultu-rali della sua città, così come la sua

tecnica. Dipinge ad acquerello e acri-lico, ma predilige soprattutto i coloriad olio, con i quali può delicatamentetrasportare le sapienti velature, checon certosina pazienza e grande mae-stria, accompagnano la luminosità deivolumi. Le sue donne sono magnifi-che presenze che, nella loro solitudi-ne, sprigionano serenità ed elegantebellezza che traspare dai loro corpi edai loro movimenti. In loro c'è il mi-stero della vita che travolge l'esisten-za umana fino a trascinarla in un vor-tice di enigmatiche passioni.

Luigi Lucaioli è nato a Frattamag-giore (Napoli) nel 1948 e vive a Ven-turina. Ha frequentato la libera Ac-cademia d'arte a Napoli ed è stato al-lievo del maestro G. Bocchetti. Ha te-nuto mostre a Frattamaggiore, Pom-pei, Venturina, Rimini, Civitavecchia,Piombino e Campiglia. Ha affrescatola chiesa di Maiori e ha ottenuto pre-mi in vari concorsi nazionali.

Fra i tanti dipinti esposti nella collet-tiva di Palazzo Appiani a Piombino,sono stato attratto da un paesaggiointriso di luce e sgargiante colore.Era un'opera del pittore Luigi Lu-caioli, un artista che vive a Venturi-na, molto conosciuto per i suoi im-portanti incarichi pubblici. Sono an-dato al suo studio per scoprire tutto ilsuo percorso artistico che si distin-gue in tre periodi fondamentali.Il primo, fino agli anni Novanta, fariferimento alla scuola della pitturanapoletana del primo Novecento e inmodo particolare al suo maestro Boc-chetti. Sono paesag-gi, nature morte e fi-gure, realizzati adolio, con colori cal-di e pastosi e conpennellate vibrantima anche sintetiche.Nel secondo stile,dal '90 al 2005, siassiste invece alla

sua grande volontà di cambiare e disperimentare nuove soluzioni. Utiliz-za l'acrilico e rappresenta ritratti e fi-gure con chiari riferimenti simbolicie surreali che sono immersi in spazifantasiosi molto suggestivi. È inoltreattratto dall'arte sacra, e in questocontesto realizza opere di notevoleimpegno e dimensione come il tritti-co della vita, morte, resurrezione eun affresco per la chiesa di Maiori.Nel terzo stile, cambia ancora perchéispirato dall'arte concettuale e meta-fisica. Libero da altri impegni, sco-pre una natura diversa dove il colore

esplode in tutta la sualuminosità. I paesag-gi diventano strutturecompositive sapien-temente equilibrate earmoniose nel lorocaleidoscopio che èarricchito dalla pre-senza di chiese e gio-chi dei bambini.

Luigi Lucaioli

La ricerca di nuove visioni

La magia...

Manola Gerli Il sogno della realtà

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Massimo Panicucci è nato a Piombinonel 1953. Si è diplomato nel 1974alla scuola di Grafica Pubblicitariadi Firenze. Ha collaborato con Mon-dadori, Coop, Comune di Piombino,Cevalco e DLW Colonia. Ha illustratolibri come “Lampo cane viaggiatore”,“I racconti di Arthur Conan Doyle”,“Sinforiano gatto vegetariano”,“Farfallandia” e “La battaglia diPiombino”.

Ho conosciuto Massimo Panicucci neglianni Settanta quando espose per laprima volta alla Galleria d'arte “Il Pia-nerottolo”. Era un giovane dotato dinaturali capacità grafiche e creative dinotevole spessore. Dopo qualche anno...l'ho incontrato nel suo studio di graficapubblicitaria in via Turati e sono rimastoveramente impressionato dalle sueopere e dal notevolecammino che questehanno percorso. Mas-simo ama interpretareil doppio senso dellavita. I suoi disegni sonodi una creatività, di unaspontaneità e di una es-senzialità sconcertanti.Rappresenta uomini,donne e animali, coltinelle loro profonde in-trospezioni psicologicheche si deformano in unasorta di maschere sot-

tilmente ironiche e surreali. Le suecreature fanno parte di un affascinanteatlante di geografia umana che ci vedetutti partecipi nelle sue infinite sfac-cettature e tipologie. Il suo mondo èun progetto che nasce nella sua gioventùe che ha sapientemente sviluppato di-segnando i personaggi che più lo hannoattratto, in modo particolare gli ultimi,

i più deboli. I “matti” checome lui afferma sonofortunatamente diversidagli altri perché indi-pendenti nella loro libertàdi convivenza sociale.Carismatici volti che fannotrapelare una profondatristezza e un senso didrammatica solitudine.Come i pittori della Brüc-ke, vuole esprimere l'e-sperienza emozionale dellavita con sensibilità socialee geniale fantasia.

Paolo Lelli è nato a Grosseto nel1945, è autodidatta ma dipinge findall'adolescenza e in particolare do-po la raggiunta pensione. Dal 2009espone a Milano presso il mobilificioDel Tongo. Ha allestito mostre adArezzo, Montevarchi, Firenze, Piom-bino, Campiglia, Suvereto. I suoi di-pinti sono a Padova, Milano, Genova,Francoforte, Oregon. Il suo studio sitrova a Casalpiano.

Nel nostro territorio vivono molti ar-tisti che amano trascorrere il tempolibero cercando di scoprire le loroenergie creative ed espressive attra-verso il meraviglioso mondo dellapittura. Fra questi, vogliamo segnalare PaoloLelli, che ha sempre amato disegnarefin dall'adolescenza ma, solo ora, puòdedicarsi interamente all'arte perchéha raggiunto la pensione. Paolo è unespressionista puro,come lo erano i tede-schi del “Ponte” o ifrancesi dei “Fauves”.Dipinge e disegna conardore ed estrema li-bertà su pannelli di po-lipropilene. Usa unatecnica mista, acrilici,pastelli ad olio, smalti,con la quale è alla con-tinua ricerca di effettispeciali e personali.Utilizza pennelli, spa-

tole e perfino le mani. La sua tematicafondamentale è l'uomo e in particola-re la donna, che rappresenta semprenella sinuosità del suo corpo. Nudiche sprigionano un'energia pura edestremamente dinamica e che sonotalvolta anche delicati o felini, secon-do i ritmi musicali che li coinvolgono.Le sue ballerine sono sorprese neimovimenti della danza e le loro figureappaiono sintetizzate ed incisive. I

colori le arricchisconocon campiture astratte,ora con tonalità in mono-colore ora con sfondi con-trastanti. Mentre gli parlo,tra i vari suoi dipinti, os-servo un suo crocifisso. Èun'immagine drammaticache ci propone Gesù cheabbraccia la croce consofferenza umana ma an-che con spirituale sereni-tà, perché il suo sacrificioè la nostra salvezza.

Paolo Lelli L’energia dell’espressione

Massimo Panicucci

Il doppio senso della vita

dell’Arte a cura di Daniele Toncelli

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48 settembre - ottobre - novembre 2015

Undici anni – ininterrottamente, un bel percorso non c’è che dire – ed eccoci ancora qui a raccontare“Un giorno… insieme” la tradizionale festa di Costa Etrusca dedicata ai diversamente abili, agli anzianie ai tanti amici della nostra rivista. Quest’anno abbiamo battuto tutti i record: oltre 450 persone si sonoritrovate (dopo la minicrociera) a Baratti al “Grand Hotel la pineta etrusca” dove tra musica, giochi eallegria si sono dati appuntamento per trascorrere un giorno diverso davvero: “Un giorno… insieme”.Nella pagina a fianco gli sponsor che hanno contribuito a realizzare l’evento. A loro, il grazie di cuore,per aver condiviso con noi l’iniziativa.

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Alla undicesima edizione dellamanifestazione “Un giorno… insieme” divenerdì 3 luglio 2015, organizzata da CostaEtrusca Comunicazione, hanno collaborato:ArcelorMittal Piombino – Coop UnicoopTirreno – Etrusca Profilati – BertocciMeccanica Industriale – Principessastabilimento balneare San Vincenzo –Immobiliare Galassi San Vincenzo – Biagiascensori – Scognamiglio gioielleria.Ai nostri amici grazie di cuore per avercondiviso le finalità dell’iniziativa.Grazie infine a Siderpiombino (trasporti),Comitato festeggiamenti piombinese(cucina), Comunità Irpina (servizio tavoli),Comitato Cittadino Venturina (logistica),Centro Velico, Gruppo scout Agesci Piombino2, Centro didattico musicale di Viviana eRossella, Renato Mantovani (Pd) e a tutti gliinfaticabili volontari.

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Foto Patrick Donati Foto Patrick Donati

Foto Pierluigi Galassi

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di Emilio Guardavilla

La mattina del 3 di luglioil mare si è svegliato dibuon umore e ha invitato

il sole più raggiante e la bavadi maestrale più dolce perrendere il più piacevole pos-sibile l’edizione 2015 di “Ungiorno… insieme”. Il Canaledi Piombino così agghindatoper l’occasione ha atteso pa-ziente che gli ospiti di CostaEtrusca s’imbarcassero suinatanti messi a disposizionedal consiglio direttivo del por-to turistico di Salivoli per re-galargli alcune ore di naviga-zione costiera unica nel suogenere.All’imbarcadero approntatosotto la torre degli Avvisatoridel Porto espressioni impa-zienti e sorrisi incondizionati;umori euforici e sguardi curio-

si persi nel cielo e nel mare.In un battibaleno le barrierearchitettoniche si sono dis-solte sotto il calore delle pre-mure di ormeggiatori, bar-

caioli e semplici volontari el’imbarco si è completato co-me una prassi consolidatada sempre. Dopo le barchehanno messo la prua al ma-re, prima verso nord per rag-giungere Calamoresca,Spiaggia Lunga e Fosso alleCanne, e poi verso sud, perarrivare fino a sotto la città,dove piazza Bovio attendevasolenne di essere adulataper l’ennesima volta. Durante la navigazione i sa-pienti skipper del Porto di Sa-livoli hanno sciorinato tutta laloro cultura su quei luoghi in-cantati: a nessuno dei pas-seggeri è sfuggito che le lorodissertazioni, per altro degnedelle migliori guide turistiche,

non sono altro che un attod’amore per quelle coste cheli hanno cresciuti. Ricordicommoventi per i veterani,istantanee mozzafiato per ineofiti del diporto. Per tuttiuna giornata indimenticabile,il sottoscritto compreso.

settembre - ottobre - novembre 2015

La prua verso il mare

Foto Patrick Donati

Foto Romano Favilli

Foto Patrick Donati

Foto Raffaello Spanò

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di Enzo Biagioni

Appena un paio di giorniprima della giornataspeciale si mettono in

moto, danno fondo alle loroenergie, e diventano operati-vi. All'interno dell'iniziativa“Un giorno… insieme” ci so-no anche loro... una piccolaarmata Brancaleone di volon-tariato allo stato puro. È veroci sono anche i cucinieri delComitato festeggiamentipiombinese, “i camerieri”della Comunità Irpina e ilGruppo Scout Agesci Piombi-no 2, ma questi hanno alme-no la divisa. I nostri eroi no,identificabili con nomi propri:Edo, Enzo, Lauro, Lido, Ivo,Marcello, Germano, Piero,Renato e vestiti come capita.Niente bianche brillanti im-barcazioni che solcano unmare azzurro e bellissimo,niente ricerche estetiche diimmagini uniche rubate conattrezzature sofisticate. Solofacchinaggio, facchinaggio al-lo stato puro. La prima mis-sione presso uno degli ultimisamurai di un antico partitodi sinistra famoso per le suefeste. «Eccole qui le seggioleda caricare, ne ho aggiuntedue dozzine è sempre me-glio...». Ci guarda caricarecon una espressione dabuon superiore e alla fine «miraccomando una volta finitostivatele comode per il caricoperchè mi comincia la festaalla Venturina».

Il carico successivo è a Ven-turina al Museo della Civiltàdel Lavoro. Prima di caricareci gustiamo la solita visitadelle vecchie trebbiatrici e lespremitrici di uve che conser-vano ancora gli odori dellevecchie aie coloniche. Qui ilcarico è imponente, granditavoli pesanti che riempionoperfettamente il volume deicamion della SiderPiombinoe anche qui poltroncine da

impilare. In questo caso siusano i guanti perchè i tavolinascondono schegge insidio-se.Il viaggio a Baratti avvienesotto un sole cocente in unacampagna dove ormai lavora-no solo persone bruciate dalsole… anzi già bruciate dalsole. Il caldo è tale che la fa-tica, il sudore e l'ambiente cirammentano situazioni dabagno penale alla Papillon,

ma andiamo avanti. Si scari-ca tutto ad arte in manierache si possa allestire “il ri-storante” con minor disagiopossibile. Spazio per la cuci-na e spazio per le attrezzatu-re musicali e l'indomani c'è ilconforto che saremo in molti.Siamo ancora indispensabiliperchè si istruiscono gliscout a gestire la viabilità e ilparcheggio altrimenti si per-derebbero con le loro chitar-re e quest'anno anche conl'ukulele.Forbici e scotch adesivo pernumerare i tavoli intanto chetutti stanno arrivando: le tan-te associazioni, le autorità e ipremiati. Peccato che dopotanti anni Luca non abbia an-cora capito di sottolineare ilnumero 6 e il numero 9 chesi possono confondere. Sia-mo più tranquilli, sembra tut-to a posto e ci meritiamo unbel tuffo nel golfo più bellodel mondo prima di mettercia tavola. Tutto si svolge a perfezione enoi, l'armata Brancaleone,arrivati alla macedonia stia-mo già pensando che biso-gna liberare tutto e riportareil materiale dove è stato pre-levato... della serie “Un po-meriggio di un giorno da ca-ni”. Ma chi glielo fa fare aquesti umili figli di un Dio mi-nore? Le volte che ci abbia-mo pensato. Chissà? Forsesono spinti insieme a tutti glialtri dalla voglia matta di pas-sare Un giorno… insieme.

La pineta di Baratti si trasforma in grande ristorante

Prezioso il lavoro dei nostri volontari Gli “eroi” che lavorano dietro le quinte.Grande fatica sotto il sole cocente.Finita la festa tutto torna in ordine

Foto Sergio SignoriFoto Domenico Finno

Gli instancabili volontari. In alto (da sx) Enzo, Germano, Marcello.In basso (da sx) Edo e Franco

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52 settembre - ottobre - novembre 2015

di Luca Goerg

La normalità non esiste.Ne era convinto un geniocome il regista Federico

Fellini e ne siamo convinti an-che noi, della redazione diCosa Etrusca. Pare che quest’anno, in oc-casione di “Un giorno… in-sieme”, il re del cinema ita-liano sia arrivato con una nu-vola sopra la secolare pinetadi Baratti e una volta scesosi sia seduto accanto a noi,sulla poltrona da regista…c’è chi dice che abbia sentitogridare: «Ciak. Si gira!». Que-sta almeno la sensazione dialcuni ospiti della festa comeRinaldo Barsotti e PierluigiGalassi.Tutto è cominciato con il ru-more del mare e il brusio deibagnanti, in un’afosa matti-nata di luglio. I cespugli e glialti pini che separano la bat-tigia da un ammasso di tom-be etrusche il set del nuovocapolavoro “felliniano”. Pianpiano, durante la mattina, ilbosco silenzioso si anima diuna molteplice diversità diesseri umani. Prima arrivanoi rumorosi cucinieri, che met-tono su fornelli e pentoloni,inondando pian piano l’ariadi un odore gradevole di po-

modoro e carne. Poi un ra-gazzone alto e tre suoi amiciurlano: «Noi siamo gli ope-rai!», e nel giro di un’ora alle-stiscono lunghi tavoloni di le-gno e appendono, sopra leloro teste, bandiere e pallon-cini. Quando il sole ormai èalto e a metà del suo arcogiornaliero cominciano ad ar-rivare vagonate di pullminicon i “croceristi”. Qualchesaluto, qualche benvenuto,qualche risata e l’ombra chei pini rigettano sulle dolci col-line di Baratti è piena di per-sone, di gente diversa.

Un anziano settantenne, dalfisico prestante si aggancia adelle traverse come il piùgrande trapezista da circo delmondo. Infila piedi e manidentro gli anelli e come ungiovane atleta delle Olimpiadigira e salta. È un vortice so-speso in aria. Nel frattempola folla – oltre 450 persone –seduta intorno alle lunghe ta-volate di legno e sotto le ban-diere e i palloncini, mentre èintenta a ficcarsi più cibopossibile in bocca, lo accla-ma, ride, gioisce. Tra le varie uniformi dell’ar-

ma, ragazzi, bambini, politici,anziani e imprenditori si aggi-ra un clown. Non ha la facciatirata e il cappello lucido: hail volto scavato e gli occhiprofondi. I vestiti clowneschilarghi e consunti, il trucco hamascherato per intero guan-ce, bocca e mento. Porta aspasso un coniglio, legger-mente marrone. L’animalettoè adagiato su un passegginoe da là, con il muso inumidi-to, osserva i bambini che perl’altezza sostenuta gli arriva-no proprio davanti. Lo tocca-no, lo accarezzano, sono inattesa del loro palloncino.Per fortuna il clown è espertoe riesce ad accontentare ipiccoli prima che possanostritolare il suo amico coni-glio con troppi baci e carezze. Le fauci dei conviviali sonocolme, stracolme. Dalle cuci-ne l’odore del pomodoro edella carne inonda l’area del-la festa, le casse sparanonella pineta le hit del mo-mento, i palloncini e le ban-dierine colorate appese so-pra i tavoli continuano asventolare senza sosta. Eccoche il ritmo si ferma. «Cam-biano la base – qualcuno ras-sicura il proprio vicino al tavo-lo –. Ora canta quello là, lovedi? Nella realtà è un com-

“Un giorno... insieme” con la regia di Federico Fellini

Tra giochi e musica in 450 a tavola

Foto Domenico Finno

Il mago Gio con la piccola “assistente” Bianca

Le magie del clown per la gioia dei bambini.Il grande “Sfondino” con le sue canzoni

Foto Romano Favilli

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mercialista, ha uno studio incentro». Intona l’intramonta-bile My way di Frank Sinatra.C’è chi fuma una sigarettaguardando nel vuoto, c’è chimuove il busto ondeggiandoal ritmo della canzone, chiabbraccia la moglie, c’è chicontinua a ingurgitare cibosenza fermarsi un attimo.Magico. Poi è la volta di“Sfondino”, che col grembiu-le da cuciniere intona ‘O solemio come il grande Caruso.Dopo gli applausi e una pau-sa tecnica per il cambio mu-sica, le casse inondano l’ariacon le solite hit. Lo show de-ve andare avanti. Un gruppodi ragazzi con la divisa dascout seduti in cerchio, sottoun cespuglio, è intento ascherzare e ridere. Click.Click. Click. Appostati, comedei paparazzi sul tappeto ros-so del festival di Venezia,tanti fotografi immortalano lascena: il signore degli anelliche vola sospeso, appesoagli attrezzi, il clown con il co-niglio nel passeggino, i politi-ci che mangiano.«Stop!» urla Fellini. Ma incu-ranti di tanta autorevolezza lagente si alza e continua a farfesta. C’è Maria, Francesco eGiuseppe che insieme a Cri-stina si lanciano in pista. Ugoe Mariuccia battono le mania tempo e ridono, non posso-no alzarsi per ballare, laschiena risente dell’età. Ro-berta spinge la sua sedia arotelle sopra una radice, chefatica. Silvestro muove labocca, fa finta di cantare lacanzone anche se non cono-sce le parole. I ragazzi delcentro musicale di VivianaTacchella e Rossella Canac-cini continuano a cantare nelmicrofono le loro note. Sonotutti felici, ballano, cantano,ridono. C’è chi continua amangiare, le mandibole simuovono senza sosta ormaida qualche ora. Fellini, si al-za è indignato. «Ho detto,stop!». Ma questa è la vita,va avanti. È “Un giorno… in-sieme”, la nostra festa. Fe-derico riparte sulla sua nuvo-la, torna in cielo. Noi conti-nuiamo a ballare e a divertircisul set. L’appuntamento èper il prossimo anno (se Diovorrà): stessa spiaggia stes-so film!

Foto Luca Ruffoli

Foto Luca Ruffoli

Foto Raffaello Spanò

Foto Sergio Signori

Foto Pierluigi Galassi

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di Luca Goerg

Undici anni di “Un gior-no… insieme”, nel nomedella solidarietà e del

successo. La manifestazione,organizzata da Costa Etruscae dedicata alle persone diver-samente abili e agli anzianidel territorio, si è confermatauno degli eventi più importantidel territorio. Numeri da recordanche per questa edizione cheha visto oltre 450 personepartecipare all’iniziativa.Venerdì 3 luglio, di buon’ora,gli ospiti sono salpati dal portoturistico di Salivoli. Direzionemare aperto. La minicrocierasi è svolta lungo la nostra bel-lissima costa, tra scenari moz-zafiato e un sole splendente. Dopo la gita in mare la festa

si è spostata tra i secolaripini di Baratti. Uno scenariounico dove autorità, personedisabili, anziani, amici di CostaEtrusca, politici, personalitàe imprenditori del territoriohanno festeggiato nel nomedella solidarietà. In questoclima conviviale si è svoltauna festa indimenticabile:Marco Bocchigli ha diretto ma-gistralmente lo spettacolo in-tervallato, come da tradizione,dalla consegna di alcuni im-portanti riconoscimenti. Quest’anno ai premiati è statoconsegnato un premio di ine-stimabile valore artistico rea-lizzato dall’artista fiorentinoCarlo Giannitrapani. Si trattadi una ceramica che porta iltitolo “Le nostre radici” e raf-figura il riposo dell’etrusco:

L’amministratore delegato e direttore generale ArcelorMittal,ingegner Leandro Nannipieri, premia e si complimenta con ifamiliari dell’imprenditore Franco Cadelago (indisposto)dell’impresa omonima.

Il consigliere regionale Gianni Anselmi (il secondo da dx) ricorda,fra la commozione dei presenti, Gabriele Grandi – prematuramentescomparso – consegnando il premio al fratello Giacomo e alpadre Enzo.

Il sindaco di Piombino Giuliani consegna il premio a AssuntaAstorino, vice presidente della Lega Coop Toscana e presidentedella Cooperativa Cuore Liburnia Sociale. Astorino ha ringraziatoper il significativo riconoscimento.

Foto Umberto Barlettani

Foto Guido Morelli Foto Pierluigi Galassi

Undici ann

settembre - ottobre - novembre 2015

Ecco la splendida opera in ceramica realizzata dall’artista CarloGiannitrapani. Rappresenta “Le nostre radici” interpretate daun guerriero etrusco in un momento di riposo.

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un guerriero seduto per terrache appoggia la testa sulproprio scudo mentre riponela spada in un momento di ri-poso. Giannitrapani è di Firenzema si è trapiantato in Val diCornia, vive a Venturina Terme,e ha voluto così omaggiare laCosta degli etruschi, sua casadi adozione.«Quest’anno con questa sculturaabbiamo aggiunto un tassellodi prestigio alla nostra mani-festazione – afferma Ivio Bar-lettani, direttore di Costa Etruscae patron dell’evento –.Ormai questo non è solo unevento. È tradizione. Non vorreiesagerare ma avete presentei bambini con che frenesiaaspettano la notte di Nataleper ricevere i doni? Per loro,gli amici diversamente abili e

gli anziani del territorio, è lastessa cosa. L’attesa con cuivivono questo momento, lafelicità che provano a poterandare in barca e abbattereun muro che sembra insor-montabile, quello della disabilità,l’allegria con cui si scatenanonella secolare pineta di Barattial ritmo della musica, tuttoquesto è il loro Natale. Queisorrisi, quella felicità. Questoè ciò che conta».Spettacolo, felicità, gioia.Anche quest’anno “Un gior-no… insieme” si è confermatoun successo. Grazie ai volontariche hanno cucinato, servitoai tavoli, allestito la location,guidato le barche, animato lagiornata e naturalmente, primadi tutto, agli sponsor. Prontiper il prossimo anno?

Gianni Leone (in rappresentanza del presidente Angelo Cereser),stabilimento balneare la Principessa San Vincenzo, consegna ilpremio all’infaticabile Tamara Poli e ai suoi ragazzi di Spazio Hdi Venturina Terme.

L’allenatore di calcio Nedo Sonetti, nel ringraziare CostaEtrusca per la significativa manifestazione, consegna ilpremio a Giovanni Di Pietro presidente della Comunità Irpinacolonna portante di ”Un giorno…insieme”.

Foto Guido Morelli

Foto Luca Ruffoli

Foto Guido Morelli

Foto Raffaello Spanò

ni di felicitàL’assessore Paola Pellegrini consegna il premio di CostaEtrusca allo staff dell’associazione di volontariato Spazio Hdi Piombino sempre in prima linea per sostenere le iniziativein favore dei diversamente abili.

Giovanni Basso presidente dell’associazione La Provvidenza,insieme ai suoi ragazzi, ritira il premio dalle mani del sindacodi Campiglia Marittima Rossana Soffritti la quale ha rivoltoparole di ringraziamento a tutti.

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settembre - ottobre - novembre 201556

Preziosissimo il lavoro svolto dagli infaticabili della comunità Irpina

Gino e Valerio Ieri Le giovani cantanti della scuola di Viviana e Rossella

Un saluto dal mare

Si lavora in cucina con il Comitato Festeggiamenti piombinese

Foto Romano Favilli

Foto Patrick Donati

Foto Sergio Signori

Foto Guido Morelli

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Foto Domenico Fnno

Foto Domenico Fnno

Foto Luca Ruffoli

Foto Domenico Fnno

Foto Sergio Signori

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58 settembre - ottobre - novembre 2015

Storia popolare di Piombino – DagliEtruschi a Cevital è un’opera divulga-tiva di ampia accessibilità pensata eredatta per affiancare le pubblicazionistoriche che nel corso degli anni e deisecoli l’hanno preceduta. Si tratta diun’opera “popolare” sia nella formache nei contenuti in quanto concepitaper essere fruita dal maggior numerodi lettori, piombinesi e non, che siapossibile. Con essa lo scrittore ed edi-tore piombinese Gordiano Lupi ha vo-

luto abbracciare e ripercorrere l’interastoria della città dagli albori dei primiinsediamenti fino agli ultimi sviluppidel polo industriale. In questo volume, unico nel suo gene-re, con un linguaggio semplice e diret-to, i capitoli sulla storia antica e mo-derna scorrono leggeri in una letturapiacevole e allo stesso tempo istrutti-va e didascalica fino ai giorni nostri,raccontando come la città abbia vissu-to il fascismo, la guerra, la resistenzacon riferimenti politici e culturali aglieventi che l’hanno interessata fino al-la sua attuale identità. Il libro si conclude con una dettagliatadescrizione dell’asset societario delgruppo Cevital che con l’acquisizionedella Lucchini aprirà scenari ineditinel campo della produzione ecososte-nibile di acciaio e nel settore della tra-sformazione agroalimentare. Un’appendice fotografica di oltre cen-to pagine aggiunge un valore suggesti-vo decisamente straordinario per i

piombinesi ed altrettanto affascinanteper il cultore della storia in generale. Ilrigore storico della ricerca è assicuratodai contributi di Laura Pasquinucci,Umberto Canovaro, Gianfranco Bene-dettini e Guido Fiorini, revisionati dal-la consulenza di Mauro Carrara.

Storia popolare di Piombino, Edizio-ni Il Foglio, pagine 400, € 16.

Storia popolare di Piombino di Gordiano Lupi

Dagli Etruschi a Cevital

in libreria

In occasione della giornata di riflessionesulla portualità, celebrata nel resort diPoggio all’Agnello, organizzata dal-l’Angopi, l’Associazione nazionalegruppi ormeggiatori e barcaioli deiporti italiani, il Gruppo di Piombinoha voluto omaggiare gli ospiti e gli ap-passionati del mare con una pubblica-zione celebrativa multimediale. Il libro e il dvd di corredo editi per

l’occasione, a cura di Stefano Ciurli esu progetto grafico di Claudia Giorgini,illustrano al grande pubblico tutti i par-ticolari del lavoro oscuro di questigrandi uomini che su piccole imbar-cazioni mettono in sicurezza i gigantidel mare. Gli ormeggiatori e i barcaiolilavorano in ombra negli ambiti portualidi tutto il mondo; oltre che sui moli leloro attività si svolgono su approdi in-dustriali ed altre strutture dall’accessibilitàproibitiva e comprendono, a parte l’or-meggio e il battellaggio, il rimorchio,il pilotaggio, messe in sicurezza, recuperidi superficie e subacquei oltre che aiservizi di sostituzione equipaggio incasi di emergenza e la manutenzionedelle navi sotto sequestro giudiziario.Unavasta gamma di servizi tecnico-nautici24/7 esplicabile soltanto grazie ad unacompetenza e professionalità necessa-riamente al passo con i tempi e con lenuove tecnologie; e con una passioneper il mare che sfuggono alla maggio-

ranza dei frequentatori dei porti.Le immagini degli archivi del Gruppo(Cooperativa dal 1993) e dell’AutoritàPortuale, gli scatti di Claudia Giorgini,ed un eccellente editing grafico, rac-contano gli oltre cinquant’anni chevanno dalla fondazione fino agli ultimiaggiornamenti professionali dell’attualeorganico.

Istantanee del Gruppo al servizio del-le esigenze portuali, Alfa Grafica, pa-gine 96.

Ormeggiatori e barcaioli in un libro fotografico

Istantanee del Gruppo

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a cura di Emilio Guardavilla

La seconda antologia poetica di Ales-sandro Righini vede la luce a maggio2015, circa un anno dopo il suo esor-dio letterario con la raccolta Dolci col-line. In Correnti nell’infinito il poetapiombinese prosegue il proprio viag-gio introspettivo cantando le pulsioniinnescate dal vivere con l’anima i tem-pi moderni, anni in cui, nella maggiorparte dei casi, l’uomo comune veste ipanni della semplice comparsa. Le trentasei liriche sono le urla di uno

spirito offeso nel suo lato più sensibilee istigato nella sua parte più forte daun quotidiano sempre più vuoto dicontenuti emotivi e sempre più forierodi vane illusioni o gioie effimere tantofacili da raccogliere quanto impossibi-li da mantenere. Due decenni a cavallodi un millennio modulano l’evoluzio-ne poetica di uno spirito che, con ilfuggire della vita, si scora e si disilludead ogni passo, affilando le lame dellaschiettezza e dell’onestà intellettualeche rendono i suoi versi diretti, ineso-rabili, spietati. Quelli che si leggono nelle paginescritte, editate e pubblicate dall’autorestesso sono righe sofferte, strofe dolo-rose, componimenti tormentati da unarabbia che, nei trecentosessanta gradidell’orizzonte contingente e immagi-nario, si trasfigura in un malessere tal-volta ossessivo e contagioso. Un’indi-sposizione che non si cronicizza soloed esclusivamente per la vena ottimi-stica che appanna uno sguardo di in-

sieme troppo innamorato della vita edel mondo per rendere le armi alla me-schinità dilagante. La prefazione ap-passionata e sincera del critico AndreaBaldocchi titola “Sangue e sudore”;difficile trovare in tanta sintesi una so-luzione altrettanto pertinente.

Correnti nell’infinito, Youcanprint,pagine 74, € 9.

Le liriche di Alessandro Righini

Correnti nell’infinito

Per la sua opera prima la poetessa PaolaMancuso sceglie un titolo quanto maiemblematico ed evocativo, così riccodi significati, valenze e chiavi di lettura.E con esso apre al suo numeroso pubblicola parte sinora sconosciuta della suacomplessa personalità, quella oscurata,ma non certo soffocata, dall’attività po-litica alla quale si è dedicata dallagiovane età ricoprendo cariche politicheed istituzionali di indubbio prestigio. Pochi tra i suoi estimatori come sindaco

di Rio Marina, Commissario Straordinarioper le Aree Minerarie o Segretario Ge-nerale dell’Autorità Portuale di Piombinoe dell’Elba avrebbero indovinato inquesta giovane donna l’inesauribilevena poetica che mostra aver innatanella raccolta poetica intitolata Lavaligia. Una componente spirituale che,a sua detta, ha sempre convissuto atti-vamente con il personaggio pubblicoda tutti apprezzato ma che, suo malgrado,ha dovuto tacitare, almeno tempora-neamente, a favore degli impegni politiciassunti.La poetica della Mancuso nasce nellaterra che l’ha legata a sé per tutta unavita, quell’isola fumosa che separa ilMar Tirreno dal Mar Ligure, così riccadi storia, cultura e tradizione. L’isolad’Elba innesca il viaggio introspettivoda cui scaturiscono versi profondi, ilmare è protagonista in numerose poesie,e liriche emozionanti, la Miniera è trale più rappresentative oltre che la piùsentita dall’autrice; è così che Paola

Mancuso apre la sua valigia, smette lamaschera sociale e presenta quell’Ioche come un fedele consigliere l’haguidata nelle scelte di vita, nel pubblicoe nel privato, così come continua a farlonella vita di tutti i giorni.

La valigia, Edizioni Virgilio, pagine48, € 16.

Raccolta di poesie di Paola Mancuso

La valigia

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Questa rubrica è libera. Ilcontenuto delle lettere puònon collimare col pensierodel giornale. Costa Etru-sca si riserva di ridurre lelettere e di eliminareespressioni che possanointegrare ipotesi di diffa-mazione. Gli autori, pur-chè noti alla direzione, po-tranno chiedere che la lorofirma sia omessa. Precisazioni o rettifiche sa-ranno pubblicate.

METEOROLOGIA“Temporali di calore”“Nevicate di fuoco”Quest’anno, per la primavolta, i servizi televisivi dimeteorologia si sono inven-tati i “Temporali di calore”.Ma allora i temporali nonvale più la pena di agognar-li per un po’ di refrigerio!Almeno la speranza che loportino nei giorni di cani-cola spietata, lasciatecela!No, nemmeno quella. Pa-zienza, punteremo tutto sul-le “Nevicate di fuoco”!

Alessandro Prandi

ETICHETTE DEI PESCII termini latinie l’intervento dell’ UeIeri ho preparato lo xiphias gla-dius al verde (con trito di aglioe prezzemolo), seguendo la ri-

cetta applicata alla confezione:una delizia. Volete mettere loxiphias gladius, rispetto a unbanale pesce spada? Eppure,per chi non lo sapesse, è lastessa cosa. Il termine latino aipesci è stato imposto dallaUnione Europea, pena unamulta salata chi lo pone in ven-dita privo. Non sono a cono-scenza della motivazione, madeve essere di notevole impor-tanza, per richiedere l’interventodella stessa Ue!

t.e.

TAGLI DELLE TASSEDubbi legittimidi un contribuenteNon so se devo gioire opreoccuparmi per l’annun-cio di Renzi che taglierà letasse. Gioisco (voglio cre-dere all’annuncio!) per l’e-liminazione dell’imposta

sulla prima casa nel 2016,mi preoccupo per l’introdu-zione della “Local tax” chelascia liberi gli amministra-tori locali di definire l’enti-tà dell’ imposizione. L’ob-biettivo è semplificare lavita ai cittadini, viene sot-tolineato. Uhm…

Pierfrancesco Camilleri

TASSA SULLA CASAAccettazione di eredità,arriva nuovo balzelloHo venduto un appartamentoavuto in eredità e ho pagatoal notaio, quale sostitutod’imposta, 700 euro per unatassa di cui pochi conosconol’esistenza: si chiama «accet-tazione tacita di eredità».Vorrei stringere idealmente lamano – e lo scrivo senza iro-nia – all’ideatore di questo

balzello: solo un genio pote-va avere una pensata comequesta!

m.f.

IMPRESE AGRICOLE CHIUDONOFiliera mal distribuita,ortofrutta in crisiMentre la zootecnia è inagonia, un altro settore se-gue la stessa strada: l’orto-frutta non garantisce il giu-sto reddito ai produttori acausa di una filiera mal dis-tribuita, così anno dopo an-no le imprese agricole chiu-dono!

Decimo Pilotti

POLEMICHE INFINITEDivisi su tutto:il dialogo impossibileSembra che la comunicazio-ne o il dialogo tra le personesia diventato ormai impossi-bile. Sarebbe bello che la mia cit-tà, Piombino, non si divi-desse su tutto. Musica sìmusica no, multe e verbali,le ragioni di chi lavora nelleore serali e di chi vuol ripo-sare. Il buon senso sembraormai latitare. Il tutto a dis-capito del lieto vivere.

m.f.

settembre - ottobre - novembre 2015

Il 4 luglio 2014 è stato ema-nato il decreto legislativo

n. 102, in attuazione delladirettiva europea 2012/27/UEsull’efficienza energetica.L’articolo 9 del decreto pre-scrive l’obbligo, entro il 31dicembre 2016, per i con-domini dotati di impianto diriscaldamento centralizzato,di dotarsi di contatori indivi-duali per misurare l’effettivoconsumo del calore al finedi ripartire le spese propor-zionalmente al prelievo indi-viduale di calore.L’installazione deve essereprogettata e realizzata con-formemente alla norma UNI10200; questa prescrive,unitamente ai contatori, di

installare un sistema di ter-moregolazione automaticoper ogni appartamento e disostituire la pompa dell’im-pianto con una elettronicaproporzionale. Questo com-porta una spesa, tra proget-tazione ed installazione, dicirca 1.400 €, per un ap-partamento dotato di 6 ter-mosifoni, ma i benefici intermini economici e di comfortsono notevoli. La termore-golazione individuale consenteun risparmio di combustibilesuperiore al 10% ed evita il

surriscaldamento degli am-bienti che spinge ad aprirele finestre in inverno ad im-pianto acceso, inoltre offreuna più omogenea distribu-zione del calore in tutto ilcondominio. La presenza deicontatori rende ogni condo-mino direttamente respon-sabile della propria bollettaenergetica modificandone leabitudini nella direzione delminor spreco, questo portaad un risparmio di combu-stibile di circa il 20%. Il si-stema porta ad un risparmio

minimo del 30%.Considerando che la spesaannua di riscaldamento perun appartamento di 6 termo-sifoni è circa 900 € è facilecalcolare che l’impianto siammortizza in circa 5 anni.

Guida all’edilizia: il riscaldamento

Contatori individuali

A cura di MaMa progetti,arch. Marco Caramantee ing. Matteo Leonetti

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Si discute di riformare ilcalcio partendo dai set-

tori giovanili, credo cheanche qui da noi in Val DiCornia possiamo e dobbiamofare di più.A mio avviso dobbiamo averela forza di fare scelte corag-giose e iniziare a ragionarenon considerando i piccoliorticelli delle singole societàsportive, ma vedendo il ter-ritorio come un bacino diutenza unico.La mia idea ha come unicoobiettivo quello di potenziaree rendere competitivo in To-scana il movimento calciodella Val di Cornia.La proposta immagina chesi crei per ogni anno di scuo-la calcio, una squadra “rap-presentativa” del territorionella quale giochino le mi-

gliori risorse di tutto il com-prensorio.Credo sia evidente e logicoche si impara di più confron-tandosi con le migliori realtàdella Toscana piuttosto chesfidarsi sempre e solo incampionati dove si disputanopartite tra Atletico Piombino,Salivoli, Venturina, San Vin-cenzo e altre piccole realtàdella provincia. Inoltre, datoil numero elevato di bambiniiscritti, è importantissimoche le squadre delle singolesocietà mantengano e par-tecipino al campionato cosìcome è strutturato adesso,al fine di permettere di non

perdere nessun atleta e fargiocare tutti i bambini il piùpossibile.Anche e soprattutto gli sportcome il calcio vivono di mo-tivazioni e obiettivi,per un giovane calciatoreavere una squadra rappre-sentativa nella quale poteressere scelto, sarebbe unostimolo importante e fonda-mentale che alzerebbe il livellodi impegno e passione e per-metterebbe di crescere moltorapidamente sia a livello spor-tivo che educazionale.Per non parlare del ritornodi immagine per il territorio,infatti tale squadra avrebbe

un valore tale da permetteredi ospitare sui nostri campicompagini più famose, gio-candosela alla pari.Si utilizzerebbero tutti gli im-pianti, a rotazione le squadreper anno di nascita gioche-rebbero nel campo di una so-cietà, tutti paritetici senzanessuna preferenza.Serve un accordo sereno tratutti i presidenti, un iniziodove ognuno lascia un pez-zettino di sé per creare tuttiinsieme un qualcosa di ve-ramente grande.Il tutto per il bene dei nostrigiovani e del territorio.Tale progetto inoltre potrebbeessere da apripista per sti-molare discussioni e idee inaltri settori, tutti compresinessuno escluso.

Marcello Maio

Settore giovanile: riformare il calcio

Nuovi stimoli per i ragazzi

Si muovono prevalen-temente di notte: sva-ligiano negozi, svuo-

tano gli appartamenti. Agi-scono quasi a colpo sicuro,preparandosi con cura e ma-gari “segnando” gli obietti-vi (portoni, campanelli, sa-racinesche…) con certi sim-boli. A volte, invece, entra-no in azione con audacia, avolto scoperto, sfondandovetrine o introfulandosi nel-le abitazioni mentre la gentedorme: basta una spruzzatadi gas narcotizzante e il gio-co è fatto.Così anche da noi, in pro-vincia di Livorno, da un po’di tempo i ladri sono diven-tati i padroni del giorno edella notte. E la gente nondorme più tranquilla. Qual-cuno tende a sminuire il fe-nomeno paragonando le ci-fre con quelle delle grandicittà. Ma non si può negare cheuna escalation del generenon si era mai verificata daqueste parti. Può essere an-cora considerata, la nostra,

un’isola felice se nei negozispecializzati vanno a ruba (èil caso di dirlo) sistemi anti-furto e porte blindate, e so-pratutto se i cittadini comin-ciano a pensare di organiz-zare vere e proprie rondenotturne di sorveglianza?

Negozi svaligiati e razzie a raffica negli appartamenti

Attenzione, ladri in agguato

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di Emilio Guardavilla

Sia al Picchi che alMagona la stagionecalcistica è iniziata

con rinnovato entusiasmoma soprattutto con la vo-glia di riscattare il campio-nato passato.A Livorno l’anno del cente-nario è stato celebrato conuna posizione in classificacosì anonima da far imbe-stialire la Nord e tutto il po-polo amaranto. Dopo averfallito l’obiettivo minimodei play off, anche quest’an-no, come negli ultimi anni,sono seguite le minacce ca-muffate da promesse delpresidente Spinelli di lascia-re la baracca nelle mani delmiglior offerente. Puntual-mente, come ogni anno, nonse ne è presentato nessun al-

l’altezza della situazione e ilSciur Aldo si è rimboccatole maniche per mettere in-sieme una rosa degna delsuo passato. E per far conti-nuare a sognare glisportivi labronici.A Piombino si ri-parte da una salvez-za storica. La squa-dra del presidente

Massimiliano Spagnesi si èguadagnata la permanenzain categoria al primo cam-pionato di Eccellenza, un ri-sultato tanto sofferto quantomeritato proprio per lo scot-to iniziale che l’ultima pro-mozione, la seconda conse-cutiva, ha preteso. Il gironedi ritorno è stato al cardio-palma. Il patron Spagnesinon ha mollato. Si è avvalsodel supporto del nuovo di-rettore generale Enzo Ma-dau per dare forza al proget-to lanciato nel 2007 e modu-larlo al contesto socio-eco-nomico in continuo cambia-mento.Le gestioni sono stateoculate, campagne ac-quisti mirate e solu-zioni tecniche all’in-segna dell’austerityche la contingenza im-

pone, sia nel capoluogo chein provincia. Il fair play fi-nanziario, se interpretatocon spiccato senso manage-riale, è garanzia di robustez-za e longevità e non esclude– gli almanacchi del calciolo dimostrano – continuitàdi risultati. Queste sono le scelte chemeritano i più sinceri inbocca al lupo.

Aldo Spinelli e Max Spagnesi ancora al timone delle societàLivorno e Piombino, buon campionato

Aldo Spinelli

Massimiliano Spagnesi

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di Giuliano Fedeli

Sintetizzare cinque an-ni di lavoro in Regionenon è cosa facile!

Sono state tante le cose dicui mi sono interessato,tante quelle di cui sono sta-to investito dal Consigliononché deleghe e incarichiconferiti dallo stesso presi-dente. Sono orgoglioso diaver goduto della fiducianon solo della maggioranzama anche da parte delle mi-noranze della mia veste divicepresidente per aver cer-cato, sempre, di essere aldi sopra delle parti. Vediamo di dare una se-quenza logica al mio opera-to: possiamo iniziare dalle29 mozioni, interrogazioni,proposte di delibera e pro-poste di legge; fra le qualil’abolizione del vitalizio, lanuova legge elettorale con ilripristino delle preferenzecon la possibilità della dop-pia preferenza del voto digenere. La nomina a presi-dente dell’Aiccre (Associa-zione dei Consigli ComunaliRegioni Europee); alle variedeleghe come alla Calre(Conferenza Assemblee Le-gislative Regioni Europee)con le relative riunioni in va-rie regioni europee; alla Fe-sta della Toscana; al Giornodella memoria, alle Forze ar-mate e dell’Ordine. Mostreconvegni nel palazzo delConsiglio: Accademia nava-le di Livorno, Istituto geogra-fico militare, Guardia di fi-nanza, Carabinieri, Polizia distato. Relazioni diplomati-che: Ambasciatori, Consoli,delegazioni estere. Mostree convegni culturali, artisti-ci, ecc. L’impegno settima-nale nell’attività di aula conl’ufficio di presidenza e laConferenza dei capigruppononché l’alternanza alla pre-sidenza di aula durante iconsigli.Altra parte impegnativa eimportante i costanti incon-tri con le aziende in crisi e lavicinanza a quelle di eccel-lenza per mantenerle tali,nell’insieme circa un centi-naio. Altrettanto importantela mia appartenenza qualecomponente della VII° Com-

missione trasporti e infra-strutture, porti e eeroporti,che mi ha impegnato nel se-guire e dare il mio contribu-to all’approvazione del pia-no urbanistico del porto diPiombino e della sua attua-zione in tempi molto velocinel rispetto delle regole edei tempi di realizzazione:uno dei pochi esempi italia-ni in cui la sinergia delle isti-tuzioni ha reso possibile larealizzazione, di quanto è vi-sibile a tutti, in attesa deibenefici economici che abreve si faranno sentire. Altro impegno importante èstato il coinvolgimento avu-to nella vicenda Arcelor, chesta andando avanti e credoche anche questa vicendasarà determinante all’eco-nomia di questo territorio.Mi posso reputare soddi-sfatto, anche se restanomolte cose da fare, per l’im-pegno profuso rispetto adalcune problematiche dell’i-sola d’Elba, l’aver portato,per la prima volta da cheesiste la l’istituzione dellaRegione Toscana, la Giuntacon il presidente Rossi al-l’Elba, incontrando i sindacie tutte le associazioni di ca-tegoria, dando modo all’e-secutivo regionale di verifi-care e constatare le proble-matiche insulari, spessonon comprese dall’istituzio-ne centrale perché troppodistante geograficamente epsicologicamente.Altri incarichi temporanei,come aver preseduto la

commissione per la riorga-nizzazione della struttura edel personale del Consiglio,oppure come membro dellacommissione d’indagine co-noscitiva sulla compravendi-ta e ristrutturazione degliimmobili delle Asl; membrodel gruppo di lavoro nell’in-terno della VII° commissio-ne per l’indagine sul siste-ma del trasporto ferroviarioin Toscana, ricerca e lavorosul campo impegnativo ecomplicato. Credo di avercercato di fare il mio doveredi politico-amministratore eper cercare di farlo a tempopieno e al meglio durantetutta la legislatura ho presodomicilio a Firenze per nonsprecare tempo in pendola-rismi.Come l’ho fatto? Non devogiudicarlo io. Saranno i citta-dini toscani e in particolarequelli del mio territorio a dir-lo e valutarlo anche perché,nella mia veste istituzionaleho cercato di essere il vice-presidente di tutti ma comeconsigliere ho dato più at-tenzione alla Val di Cornia eall’Elba. Tutto ciò è stato fatto senzaproclami nè strombazzate,forse questo è un mio difet-to politico, anche per la que-stione Cevital è intervenutoil presidente del ConsiglioMonaci che, notando cheanche chi non c’entrava nul-la si accreditava dei meriti,comunicava in pieno Consi-glio qual era stato il mio ruo-lo nella vicenda, cogliendo-

mi di sorpresa e con mio pa-lese disagio. Ho considerato la mia attivi-tà in Regione come ai tempiin cui insegnavo, qualcosache era mio dovere fare eper questo non devo procla-marlo ai quattro venti. Invece in politica per esseresempre sull’onda, bisognadivulgare (strombazzando!)costantemente quello chesi vorrebbe fare, quello chesi farà e qualche volta pro-mettere anche quello che,sappiamo già in partenza,che non si potrà fare alme-no sull’immediato. Non sono nato politico, misono prestato alla politica inetà non “primaverile”. Concludendo, sono comun-que entusiasta e soddisfat-to dell’esperienza vissutaspecialmente quella nel ruo-lo istituzionale di aver fattoparte della Commissioneper le politiche dell’UnioneEuropea e gli Affari Interna-zionali che mi ha portato aconfrontarmi con varie etante altre istituzioni delmondo. Non mi sono rican-didato perché ritengo con-clusa questa mia esperien-za, poi in questo momentostorico della politica italianasi tende a rottamare ciò cheè vecchio anagraficamentee allora mi sono auto rotta-mato, inoltre non ho alcunaintenzione di rimanere lega-to a una poltrona.Ma, attenzione quando siparla di rottamazione: è giu-sto far posto ai giovani chehanno entusiasmo ed ener-gia, ma hanno la competen-za? Se un anziano ha fattobene forse è meglio tenerlo. Alla domanda, ma se tu fos-si chiamato a qualche inca-rico cosa decideresti: «Valu-terei l’incarico, se ne ho lecapacità, se l’impegno ri-chiede stare troppo tempofuori dal territorio ove risie-do e tante altre valutazioni,comunque aprioristicamen-te non affermo né si né no.Farei una seria valutazionesenza lasciarmi attrarre dal-la poltrona ma dall’interes-se per l’incarico e per quelloche realmente potrei fare».Ora vorrei fare il nonno conil mio nipotino che ha com-piuto un anno.

Il vicepresidente Giuliano Fedeli

«I miei cinque annialla Regione Toscana»

Giuliano Fedeli (seduto) con il suo staff (foto Galassi)

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64 settembre - ottobre - novembre 2015

di Emilio Guardavilla

Il trasporto marittimo èstoricamente un settoretrainante dell’economia

globale e il contesto socioe-conomico in cui il nostro ter-ritorio si sta orientando ne-gli ultimi anni ne esalta ulte-riormente le attuali qualità ele imminenti potenzialità.L’evoluzione pianificata peril polo industriale ne amplifi-cherà il valore intrinsecorendendolo un punto strate-gico di capitale importanzaper la diversificazione pro-duttiva che ha ispirato i re-centi investimenti.In quest’ottica di riqualifica-zione economica e produtti-va la crescita culturale delterritorio e la sensibilizzazio-ne dell’individuo nei confron-ti di sempre più cospicue ca-tegorie di lavoratori apparte-nenti alla Gente di Mare do-

vranno accompagnarne la re-lativa trasformazione per for-nire l’intero comprensorio diquello spessore umano emorale senza la quale è diffi-cile ipotizzare alcun futurosereno per le prossime gene-razioni.La gente di mare, quando ar-riva in un porto, ha bisognodi tutto e di tutti. Necessitadel concreto e dell’astratto,del poco e dell’assai; perchéil marittimo di una nave dacarico in navigazione a lungocorso, quando mette piede aterra, in quale che sia se nonla propria, vive la condizionedi un pesce fuor d’acqua eanche le esigenze più sem-plici diventano problemati-che. Tutto questo anche sel’armatore che l’ha arruolato

nei propri equipaggi, gli hagarantito vitto, alloggio e lapossibilità di godere dellefranchigie a proprio piaci-mento nelle strutture di cui èdotata l’unità su cui è imbar-cato. Nessun contratto na-zionale o internazionale debi-tamente applicato è, infatti,capace di fornire al maritti-mo servizio e supporti nonstrettamente inerenti alla vi-ta di bordo come, ad esem-pio, la gestione completadell’assistenza sanitaria, lapossibilità concreta di con-tattare gli affetti personali,l’informazione o la sempliceamministrazione del tempolibero in maniera decorosa.Per tali e tanti motivi l’Imo(International Maritime Orga-nization) ha istituzionalizzato

da alcuni anni l’operato diassociazioni no profit che datempo erano sorte sponta-neamente in molti porti delmondo nella creazione delWelfare Gente di Mare, unastruttura che in ogni portorappresenta un punto di rife-rimento per i marittimi che visi trovano a transitare perservizio o emergenza o sem-plicemente a soggiornareper la sosta operazionaledella nave.Un ulteriore passo verso unapiù capillare tutela del lavo-ratore marittimo è rappre-sentata dalla convenzioneMlc (Maritime Labour Con-vention), considerata dal2006, dopo Solas, Marpol eStcw, il “quarto pilastro” deldiritto internazionale maritti-mo. Anche questo trattato,in vigore in Italia dal novem-bre 2014, si applica a tuttele navi entranti nei porti deipaesi firmatari (stati di ap-

Sulla Costa degli Etruschi, in una splendida e immensa pineta secolare,

il Park Albatros è un gioielloincastonato tra il meraviglioso golfo di Baratti

e i tipici paesini medievali.

Loc. Pineta di Torre Nuova, 257027 San Vincenzo (Li) Tel. 0565.701018e-mail: [email protected]

CAMPING VILLAGES IN ITALY

Servizi e assistenza per i marittimi in transito nei porti

Sentirsi a casa, lontano da casa

Il sostegno umanitario dell’associazionismo.Il Welfare Gente di Mare attivo dal 2010

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prodo, ad oggi 64 che rap-presentano l’80% del tra-sporto marittimo mondiale),così come a tutti gli stati chebattono bandiera dei paesicontraenti. Le statistiche diquesto pur breve periodo divalidità sono significative eparlano di risultati positivi econfortanti in virtù del fattoche la Mlc 2006 assicura,tra l’altro, una fideiussioneobbligatoria per gli armatoriaffinché sia garantito il rim-patrio degli equipaggi qualo-ra se ne presenti l’effettivanecessità.Il Welfare Gente di Mare delPorto di Piombino è attivodal 2010 e oggi ha comepresidente il Comandantedel Porto, Tenente di Vascel-lo (CP) Vittorio Vanacore, co-adiuvato dal vice presidenteMaurilio Campani e da unasegretaria interna alla Guar-dia Costiera in cui ha sede.La sua attività è sovvenzio-nata da tutti gli operatori por-tuali e altri enti della città:

Ufficio Circondariale Maritti-mo di Piombino, Autorità Por-tuale di Piombino, Comunedi Piombino, Caritas Dioce-sana di Piombino,ITF Livorno,Ass. San Vin-cenzo de’P a o l iPiombi-n o ,S t e l l aM a r i sPiombi-no, Cor-porazio-ne Pilotidel Porto diPiombino eTor del Sale,Gruppo Ormeggiatori eBarcaioli del Porto di Piombi-no e Tor del Sale, F.lli NeriSpa, Agenzia Freschi Ales-sandro e C., Agenzia Mixos,Agenzia Viegi, CompagniaLavoratori Portuali Piombino,Smepp Spa, Lucchini Spa,Arcelor Mittal Piombino, B.N.di navigazione Srl, ForshipSpa, Moby Spa, ToremarSpa, Anmi sez. di Piombino.L’obbiettivo primario dell’uffi-cio del Welfare Gente di Ma-re è di assicurarsi che per imarittimi a bordo delle naviattraccate o in rada nel portodi Piombino sussistano lecondizioni minime in terminidi salute e sicurezza, ma an-che di diritti e doveri, sia co-me lavoratori sia come esse-ri umani. Per poi intervenire,quando necessario, con ilproprio appoggio a 360 gradi(interpretariato, assistenzasanitaria e umanitaria, tra-sporti, eventuali rimpatri) pergli equipaggi che ne hanno

bisogno e per i quali l’agen-zia marittima nominatadall’armatore è nell’imme-diato impossibilitata a prov-

vedere interamente.Già da prima

del riconosci-mento daparte del-l’Imo glio pe r a -tori por-tuali el’asso-ciazioni-s m o

piombine-si si sono

profusi in in-terventi umanitari

di varia natura e distintiper loro generosità e solerzianei confronti di navi da cari-co in difficoltà. Tra i numero-si interventi occorre ricorda-re il rimpatrio dell’interoequipaggio della motonaveLadinia negli anni ’90 doposei mesi di sequestro o lapiù recente operazione di to-tale assistenza verso i marit-timi della Ocean Drop chenel 2010 fu abbandonatadall’armatore nel porto diPiombino per non far fronteall’avaria in cui era stata co-involta.Il Welfare Gente di Mare è, atutti gli effetti, la contropartelaica dell’Apostolato del Ma-re della Cei, la sede di Piom-bino è ubicata presso l’AsiloSpranger, che è, come dalMotu Proprio, “l’istituzioneche promuove la cura pasto-rale specifica rivolta alla gen-te del mare e mira a soste-nere l’impegno dei fedelichiamati a dare testimonian-

za in questo ambiente con laloro vita cristiana”. La StellaMaris, la casa lontano da ca-sa per accogliere i marittimi,dalla sede centrale di Geno-va dirige e coordina i distac-camenti nei vari porti nelcontatto tecnico diretto conil bordo interessato, fornen-do il servizio di assistenzavero e proprio con sopralluo-ghi, visite mirate e interventiimmediati a favore dei biso-gnosi. Nonostante sia anco-ra in attesa della sede legalerichiesta presso gli edificidell’Autorità Portuale, laStella Maris di Piombino siadopera a tempo pieno nellapropria missione di sostegnoumanitario ai marittimi e alleloro famiglie sotto la direzio-ne di Danilo Corbo e, grazieal fattivo contributo dei suoicollaboratori, si produce, perquanto possibile, a renderela loro esperienza più positi-va possibile facendoli senti-re “A casa lontano da casa”.

Recentemente l’Apostola-to del Mare, il Welfare

Gente di Mare e la StellaMaris di Piombino hannocommemorato il cinquante-simo anniversario della scia-gura della petroliera Luisa.Nei locali della Guardia Co-stiera il vescovo monsignorCarlo Ciattini, alla presenzadel Comandante del Porto,delle autorità civili e militarinonché degli operatori por-tuali e di una folta rappre-sentanza della sezione An-mi di Piombino, ha celebra-to una messa in suffragio

delle 29 vittime di una tra-gedia tanto atroce quantoeroica consumatasi in unporto del Golfo Persico. Il 5giugno 1965 la T/C Luisa(41 uomini di equipaggio),attraccata al molo numerouno di Bandar Mashur per ilcarico di 250mila tonnellatedi greggio destinate al mer-cato italiano, fu investita daun incendio che in breve

tempo ne compromise l’au-tonomia minacciando l’inte-ro impianto petrolifero delloscalo iraniano.Per evitare un evento dis-astroso dalle conseguenzeincalcolabili, il comandanteLazzaro Parodi, con il favo-re dell’intero equipaggio,mollò gli ormeggi e ordinòl’avanti tutta con la pruaverso il mare aperto affin-

ché fossero scongiuratidanni ancor più gravi per lepersone e le strutture delporto iraniano.Arrivata fuori dal porto, co-me prevedibile, la Luisaesplose provocando la mor-te di 29 marittimi (soltanto3 furono identificati). La ca-tastrofe fu sventata solograzie alle gesta eroiche deltrentottenne comandantevarazzino e del suo gloriosoequipaggio la maggior partedel quale riposa da alloranel sacrario di Mariport aPorto Marghera.

IN MEMORIA DELLA NAVE LUISAQuel glorioso equipaggio

Il Cristo del Mareapre le sue braccia

ai naviganti all’imboccaturadel porto di Piombino Il vescovo Carlo Ciattini

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settembre - ottobre - novembre 201566

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