La rivieran°21 del 19-05-2013

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Il fresco senatore dr. Giovanni Bilardi vede un luminoso avvenire come consi- gliere regionale per il locrese Giovanni Calabrese, e a ciò gli ha manifestato il suo appoggio per quando sarà. Per ora, però, Giovanni Calabrese è impegnato nella conquista della poltrona di sindaco, già sgusciata in precedenza. Un passo alla volta, per la miseria. ,

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Il fresco senatore dr. Giovanni Bilardivede un luminoso avvenire come consi-gliere regionale per il locrese GiovanniCalabrese, e a ciò gli ha manifestato ilsuo appoggio per quando sarà. Per ora,però, Giovanni Calabrese è impegnatonella conquista della poltrona di sindaco,già sgusciata in precedenza. Un passoalla volta, per la miseria.

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Parlandodi...

DOMENICA 19 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 03

CONTROCOPERTINA

RODERIGO DI CASTIGLIA

Questa mattina, 12 maggio,intonata a San Leo, non sem-bra che sia festa.

Non c’è nell’aria il profumo del sugodi capra e maccheroni, che riempivatutte le vie del paese, sloggiato nel1951 dalla pioggia rovinosa che lotrascinò in riva al mare Jonio , e cheoffrì solo il suo azzurro, e non purepane e lavoro. Non c’è il via-vai delle nonne con inipotini scalpitanti lungo le banca-relle di ceci, noccioline, zuccherofilato, stomatico e ‘nzudde: questeultime ardue ad addentare, mabuone per ricordare il tempo che fu.Non c’è più il vociare, che si insegui-va di bettola in bettola, dove il vinogorgogliava felice in onore del santo,e i compari dei paesi vicini venivanoa incontrare i compari d’Africo. Non ci sono in piazza i ragazzi, chesaltavano e gridavano e si rincorre-vano, e s’aspettavano regali. E il poema epico dell’organetto e deltamburello, muti nella mattinata,resa inutilmente piacevole dal soledi maggio, sembra avere esalato l’ul-timo respiro, quasi estrema reveren-za al pensiero militarizzato che lorende vacuo, impedendone il pro-lungamento nel ballo della tarantel-la. Il paese è come rintanato, vestitoa lutto per i suoi morti e con il cuorenero per i suoi carcerati pure nelgiorno della Festa di San Leo, cheormai non fa più miracoli. Anche iSanti hanno nostalgia, e vivono solodel passato quando fecero cosepotenti e impressionanti. San Leonon fa eccezione. Il presente è infe-lice. Ha dell’infelicità la stessa processio-ne, aperta da una Congrega appenavisibile, e disertata dal vescovo

mons. Morosini e dai curiali. IlSanto operaio lascia la Chiesa delSan Salvatore, issato sulle spalle deigiovani portatori, salutato dagli sparie dalle note della banda musicale, edietro a cantare le litanie gli si metteuna moltitudine di giovani ragazze.Ragazze, ragazze, ragazze. Le loromadri, nella stragrande parte, sonorimaste a casa. Così come le lorononne. Il loro cuore è triste. Quandoil cuore del popolo è triste, non c’èfesta. È la prima volta che mi accade d’as-sistere ad una processione mutilata.Privata, cioè, della generazione degliadulti e degli anziani, delle madri edelle nonne senza la cui fede nessu-na Chiesa può sopravvivere. Ma adAfrico è accaduto. La processione, che ha qualcosa dimesto ed ascolta preghiere ammac-cate dalla lunga speranza delusa, halungo il suo giro per le vie del paese,i rioni, le case che, tutte eguali, nonespongono tappeti, arazzi, lenzuolain onore e per il rispetto del Santo.Quando dopo più d’una ora di cam-mino, cadenzato da preghiere, notemusicali, evviva, la processione ritor-na da dove s’era mossa, alla chiesadel San Salvatore, un breve gioco dispari saluta il Santo Operaio che conla sua scure ha potuto abbattere ipini, ma non l’ingiustizia su Africodove continua a vivere tra la genteche non è perduta.C’è odore di caserma, non d’incensonella monocolore processione, cheora si spegne sul sagrato dellaChiesa. C’è rumore di manette, che fannobalzare il cuore delle vecchie madri,e sembra più forte del suono dellecampane.San Leo si chiude le orecchie pernon sentire.

Dietro la processionemutilata di San LeoC' è odore di caserma, non d'incenso nella monocolore processione, che orasi spegne sul sagrato della chiesa. C'è rumore di manette e sembra più fortedel suono delle campane. San Leo si chiude le orecchie per non sentire.

Portatori con la statua di San Leo

AD AFRICO In una mattinata di maggio

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Parlandodi...

LA SETTIMANA

SPROPOLI

Quando fu arrestato, nell'ottobre del2008, scovato in un bunker, tutta l'Italiaesultò. Lui, Antonio Pelle, 49 anni, detto"la mamma" per la sua importanza tra ivertici della 'ndrangheta, era senz'altro trale prede più ambite dalla DDA reggina.Non solo è un capoclan, ma ebbe ancheun ruolo da protagonista della faida cul-minata con la strage di Duisburg. Per luiuna condanna a 13 anni per associazionemafiosa e il regime carcerario duro, il 41bis, che fu poi revocato per questioni disalute. Era stato proprio per questo rico-verato nell'ospedale di Locri, anoressia,precisamente: il boss non mangiava più esi era ridotto ad uno scheletro. Ma il veroscandalo è che in ospedale Pelle non era

sorvegliato: le forze dell'ordine si recava-no solo a fare controlli saltuari. Il bossnon ha quindi avuto problemi a scappare.La DDA ha subito aperto un'inchiesta,per capire se abbia avuto degli aiuti.Certo è che l'ospedale di Locri è stato piùvolte al centro di polemiche, per la facilitàdi poter entrare ed uscire senza alcuncontrollo. E nell'ospedale non c'è nean-che un posto fisso di polizia, dismesso perla razionalizzazione dei costi imposta alDipartimento della Pubblica Sicurezzadai tagli governativi. Si tratta del nosoco-mio che fa parte dell'azienda sanitaria cheè stata più volte al centro di inchiestedella magistratura per infiltrazioni della'ndrangheta.

SIDERNO

Il raglio degli asinicontro l’indifesoMichele Bonavita

Ragliano come asini, ma non cisono più i vecchi maestri a met-tergli le orecchie. Hanno dagliotto ai quindici anni, e i piùaccaniti raggiungono pure i 17.E perpetuano senza sosta unaccanimento contro un unico eindifeso obiettivo. MicheleBonavita è un bersaglio facileche frotte di potenziali bullisconquassano ogni giornoabbondando di risa inflaziona-te e di vanto. Si appostanoquando sentono il rumore delsuo motorino e lo aspettano alpasso sparandogli addosso lavecchia nomea. Lo ferisconocon l’antico sfottò che moltoprobabilmente è stato traman-dato dai padri ai figli. Piccoliesseri ripugnanti figli di uncomportamento che nasce daifalliti laboratori familiari. Eogni giorno le lacrime diMichele, che fanno godere ipiccoli mostri, allagano le vie diun paese dove la pietà è morta.

Atti di solidarietà per don Rigaubert ElanguiDopo l'attentato subito nella notte divenerdì 10 maggio, quando ignotihanno incendiato la sua automobile, ilrev.do don Rigo, ha ricevuto tantissimiattestati di solidarietà. Primo fra tutti ilvice Ministro dell'Interno FilippoBubbico, il quale, si è recato di personapresso l'Episcopio di Locri per incon-trare il Vescovo, monsignor GiuseppeFiorini Morosini e don Rigaubert. L'on.Bubbico è stato accompagnato dalPrefetto di Reggio Calabria VittorioPiscitelli. All'incontro hanno partecipa-to anche i Presidenti dell'Assemblea edel Comitato dei Sindaci della Locride.Durante l'incontro, il vice Ministro ha

ascoltato il Vescovo in merito ai proble-mi della Locride. Il Presule, ha spiega-to tra l'altro che questo territorio sisente abbandonato dallo Stato: bastaguardare le condizioni precarie in cuivige il nostro paese. Le manifestazionid'affetto verso Don Rigo sono prose-guite in serata a Benestare, con unafiaccolata di solidarietà. MonsignorFiorini Morosini, nel suo intervento havoluto ringraziare tutti e si è chiesto:«Quando matureremo una veracoscienza civile?» In modo chiaro hadetto che questo è un atto vile, compiu-to magari da qualcuno che si ritieneanche credente.

BENESTARE

Sono 71 gli migranti sbar-cati nella scorsa nottesulla spiaggia di Spropoli,frazione del comune diPalizzi, in provincia diReggio Calabria. Leforze dell'ordine, e in par-ticolare i carabinieri dellaCompagnia di Biancodiretta dal capitanoFrancesco Donvito, sonostate allertate da cittadiniintorno alla mezzanotte. Imigranti dicono di esseredi nazionalità siriana e

palestinese e tra loro visono undici minoriaccompagnati e una deci-na di donne, due dellequali in stato di gravidan-

za e che sono state ricove-rate in via precauzionaleall'ospedale di Locri, cosìcome due minori affettida influenza.

SAN LUCA / ANTONIO PELLE

Sbarcati 71 immigrati palestinesi e siriani a Palizzi

“La Mamma”condannato a 14 anni, ancora latitante

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la Riviera

3) LOCRI DIVIETO D’ACCESSO ALLEPORTE DELL’OSPEDALE

1) SIDERNO, IL RAGLIO DEGLIASINI CONTRO L’INDIFESO MICHE-LE BONAVITA (U SCIABOLA)

2) MEDICO CALABRESE ACCUSATO DIFALSA PERIZIA A BOSS, MA DIAGNOSISALVA DETENUTO

5) ATTENTATO BENESTARE: ATTESO NELPOMERIGGIO IL VICEMINISTRO ALL’IN-TERNO BUBBICO

6) SAN LUCA, SEQUESTRATI BENI PER300 MILA EURO ALLA FAMIGLIA GIORGI

8) TERREMOTO IN CALABRIA,PAURA TRA LA GENTE

Dati Google.com

Le notizie più lettedella settimana sularivieraonline.com

4) MARINA DI GIOIOSA IONICATUTTO È MAFIA

IL DIAVOLO NERO

Le due ex deputate,signora Maria GraziaLaganà e signora

Angela Napoli, la scorta sel'erano conquistata, con l'e-sposizione, dalla mattina allasera, a rischio e pericolodella loro vita, divulgando sue giù per l'Italia il verbo anti-mafia, lanciando parole disolidarietà per le forze del-l'ordine in prima fila nellalotta contro la 'ndrangheta,che adesso Saviano colorasolo del bianco-cocaina,esprimendo apprezzamentoper le retate giudiziarie eorrore per i magistratiminacciati. Quando le persone sonfatte così, vuol dire che sonfatte per la scorta, ed anchela scorta era fatta per loro,

che pareva ci avesse la cala-mita, perché la scorta vuolstare con chi sa tenerla, enon la sciupa tenendolasotto casa. Lo Stato in persona dei pre-fetti, che si sono succedutinella provincia infetta diReggio Calabria, s'è limitato

a riconoscere questa situa-zione di fatto, commettendo,però, l'errore di legare l'ac-cordata scorta al ruolo istitu-zionale delle due Signore - eper la Laganà anche alla suacondizione di vedova dell'in-colpevole Franco Fortugnoe quindi di parte civile nel

processo contro i suoi ucci-sori. E l'errore genera erro-re. Sicché il prefettoPiscitelli, naturalmente inconsonanza con il Ministrodegli Interni, ha deciso diridurre - non d'abolire - lamacedonica scorta delle dueSignore, che, poiché comeloro natura crea, lo Statodeve conservare, hannomanifestato sorpresa, indi-gnazione e brutti segni pre-monitori di vita strozzata.Ad evitare la quale, dallanotizia ferale della ridottascorta che le obbliga a spen-dere del proprio per pranzi ebenzina, prudenza vuole chesi facciano monache di clau-sura. Tanto più che le predi-catrici antimafia non manca-no.

7) SCORTA RIDIMENSIONATA PERMARIA GRAZIA LAGANÀ

CCARARTOLINE MERIDIONALI TOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò

Saline jonica, così vicina eppure così lontanaQuesta terra così a picco sulmare, così vicina eppure cosìlontana, così guardinga neiconfronti del gigante azzurro,così spaventata e così attratta.Calabria, sospesa tra monti emare, quello stesso mare dalquale sorgeva il pericolo,quelli stessi monti cheriparavano e sfamavano. Ilmare Calabrese ha sempreportato flotte nemiche, e guaie disastri. E restava lamontagna, e la collina, sottoun sole beato, a gustarsi ilmare da lassù, tra vigneti ezagara profumata.

Le signore Mazzarò

Daniela Fazzolari, attrice e conduttricesarà la madrina del terzo compleanno dellocale “La Francese” di Gaeta.Una scelta non casuale quella di coinvolge-re il volto noto di Canale 5. L'attriceDaniela Fazzolari ha lavorato a lungocome conduttrice di diversi programmitelevisivi prodotti da Siscom che hannocome intento quello della valorizzazionedel territorio, soprattutto quello del bassoLazio. Durante la serata de “La Francese”sarà inoltre festeggiata la messa in ondadella program-mazione Siscomin Cina.Grazie a unaccordo strategi-co ed esclusivosiglato dalGruppo Giglio,editore italiano dicanali digitali, inpartnership conSiscom, e laC I B N - C h i n aI n t e r n a t i o n a lB r o a d c a s t i n gN e t w o r k(Gruppo CRI),uno dei maggiorib r o a d c a s t e rradio-televisivicinesi di pro-prietà delGoverno, tutto il made in Italy «dalla cul-tura all'enogastronomico, dall'hospitalityall'industriale» avrà visibilità nei palinsestidella televisione cinese.L'intento di Siscom è di implementare leproduzioni di format che possano dare visi-bilità in particolare all'area del basso Lazioin tutti gli aspetti, che non riguardano sola-mente le attività ricettive, ma anche quelleenogastronomiche, paesaggistiche e stori-co culturali.Siscom, inoltre, si occupa, assieme ad altribroadcaster, della diffusione di formattelevisivi in ambito turistico ed enogastro-nomico.

Daniela Fazzolari a “la Francese” diGaeta per festeggiare ilterzo compleanno

Elettrici ed elettori di Gioiosa Jonica, viviamo un momentodi grave crisi, sia economica che sociale, e tutti ci aspettia-mo una crescita e un cambiamento per gioiosa. I problemiche quotidianamente rendono la vita complicata al cittadi-no sono tanti, ci impegneremo ad affrontarli con intelligen-za e decisione, dal più facile al più complicato, ci impegne-remo a trovare le soluzioni adeguate.Il cittadino vuole vedere pulito davanti casa, non vuolevedere erbacce, spazzatura. Il cittadino vuole vedere le stra-de senza buche, vuole un minimo di illuminazione davan-ti casa. Il cittadino vuole l'acqua, in molti punti del paese c'ècarenza specialmente nei mesi caldi, tutti devono potergodere di questo bene prezioso e non e' giusto che unaparte del paese ne abbia i abbondanza ed un'altra non neabbia per niente. Il cittadino vuole andare a trovare i pro-pri defunti e vuole vedere il cimitero pulito, dobbiamoquindi ridare dignità a questo sacro luogo. Il cittadino vuoleandare a fare una raccomandata o ritirare la pensione e nonvuole essere costretto a passare nell'ufficio postale buona

parte della giornata. Soprattutto il cittadino vuole andarenegli uffici comunali e vuole trovare assistenza, cortesia,servizio. Siamo l'unica lista che ha in programma di elimi-nare gli orari di accesso al pubblico, gli uffici resterannosempre aperti da quando si apre a quando si chiude. Ilnostro programma oltre ad individuare i problemi, indica,con le sue linee guida, il modo per giungere alla soluzionedel problema stesso. Tutto il “progetto-programma” è stu-diato intorno al binomio “aumentare-diminuire”, aumenta-re la qualità dei servizi, diminuire i costi. Su questo binomioabbiamo lavorato per renderci presentabili a voi elettori eoffrirvi una proposta davvero sostenibile. Ci accorgiamoinvece che gli altri programmi per mantenere (e nonmigliorare) i servizi prevedono di “individuare nuoveentrate che i cittadini dovranno sopportare” (proposta 11 -progetto grande gioiosa). Vi prego quindi di riflettere. Sullabase dei nostri presupposti, invece, avvieremo a soluzioneil problema spazzatura con la raccolta differenziata e il pro-blema acqua con nuove fonti di approvvigionamento. Ci

impegniamo ad intervenire inoltre sul cimitero comunale,sul mercato domenicale con la copertura del Gallizzi per iparcheggi, sulla redazione del piano urbanistico.Un'attenzione particolare sarà rivolta al centro storico.Elettrici ed elettori, il nostro programma prevede la massi-ma trasparenza amministrativa attraverso la partecipazionediretta dei cittadini, nelle assemblee a cadenza mensile chesi terranno ognuno sarà messo a conoscenza dell'azioneamministrativa ed ognuno potrà esprimere le proprie idee,offrire i propri suggerimenti e, se lo desidera, partecipareall'azione amministrativa stessa attraverso gli organismi diazione popolare elencati in programma che saranno al piùpresto istituiti.Elettrici ed elettori votiamo quindi chi inten-de difendere gli interessi di gioiosa ionica, gli interessi deilavoratori; votiamo per chi s'impegna ad attuare nuove stra-tegie, legali ed intelligenti, che tendono a fornire servizi diqualità e che tendono ad alleggerire i tributi. Noi vogliamopagare i tributi ma dobbiamo pagare tutti, pagare il giustoe, soprattutto, vogliamo vedere il risultato.

GIOIOSA IONICA

L’appello di DomenicoLoccisano

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APPROFONDIMENTI

Le imprese della LocrideA.L.I., ConfindustriaReggio Calabria e il

Corsecom insiemeall’Associazione dei Sindaci,non ci stanno ad abbandonar-si alla crisi e alla chiusura delcredito da parte delle banche.Proprio per parlare di ripresae soluzioni è stato organizza-to un convegno sabato 25maggio all’hotel President diSiderno. Sono stati invitati apartecipare anche gli istitutidi credito attivi sul territorio.È il momento di fare rete ecercare insieme di capirecome uscire dallo stallo in cuisi trova la Locride. Gli imprenditori avrannomodo di esporre le difficoltàche devono affrontare gior-nalmente e di ricevere rispo-ste immediate e dirette alleloro lamentele. Si cercherà inquesto modo di individuaregli strumenti finanziari neces-sari a sostenere la ripresa del-l’economia del territorio.

Si parlerà di problemi reali, dicifre, tassi d’interesse e sco-perto, di copertura finanzia-ria e burocrazia. Sarà impor-tante trovare un punto d’ac-cordo e aprire un dialogo trale parti dato che da questodipende la sopravvivenza delsistema produttivo reggino. L’appello dovrà essere recepi-to da entrambe le parti ingioco, banche e imprenditori,e sarà anche necessario unforte impegno da parte dellepubbliche amministrazioni edè per questo che uno degliinterventi più attesi sarà quel-lo dei responsabili delle ban-che del territorio. Obiettivo del tavolo è quindiquello di far avvicinare lebanche agli imprenditori evorrebbe anche essere solo ilprimo di tanti appuntamenti.In modo da poter contribuirea superare alcuni ostacoli checontribuiscono a rendereancora più drammatica que-sta fase di crisi economica.

ELEONORA ARAGONA

Diecimila euro, questo l’importo di un certifi-cato di credito che un imprenditore dellaLocride ha presentato alla banca in cui è

cliente da una vita. Fino a qualche tempo fa nonavrebbe avuto nessuna difficoltà. Entrare in bancacon una certificazione di credito emessa da un entepubblico era una garanzia sufficiente. Oggi non più.Piccole e medie imprese nel reggino, ma un po’ intutto il paese, falliscono o sono in estrema difficoltàe per buona parte l’insolvenza di comuni e pubbli-che amministrazioni è una delle cause. Pagamenti, forse, a sei mesi e gli imprenditori spes-so devono anticipare di tasca propria, senza alcunacertezza di rientrare del credito. Come se nonbastasse la sempre più preoccupante situazione eco-nomica e i mancati pagamenti da parte dei comunistanno spingendo un numero crescente di banche arifiutarsi di coprire i certificati di credito e a conce-dere prestiti agli imprenditori che lavorano con glienti pubblici. Questo circolo vizioso sta bloccandoqualsiasi iniziativa e sta portando al collasso il siste-ma delle piccole e medie imprese. La Lombardia, come il Piemonte, ha messo a puntoun’iniziativa Sblocca Crediti. In sintesi data l’insol-venza di molti comuni e le crescenti difficoltà incon-trate dagli imprenditori che avanzano crediti dalle

pubbliche amministrazione, le Camere diCommercio delle rispettive regioni hanno stipulatoaccordi con imprenditori, banche e comuni.Attingendo alle casse della Camera di Commercio èstato creato un fondo di alcuni milioni che sarà usatocome garanzia con le banche che riapriranno i rubi-netti per gli imprenditori che si presenteranno conun certificato di credito di enti pubblici. E contem-poraneamente i comuni si impegneranno a restitui-re gli anticipi della Camera di Commercio e coprirei propri debiti. Il Presidente della sezione Turismo di ConfindustriaReggio, Giuseppe Nucera, vorrebbe proporre lastessa idea alla Camera di Commercio di ReggioCalabria. Tra l’altro secondo quanto dichiarato daNucera la Camera di Commercio reggina dovrebbeavere a disposizione circa 20 milioni di euro e persostenere questa proposta basterebbe metterne adisposizione 4/5 milioni. Tra l’altro la cassa dellaCamera di Commercio dovrebbe solo fare da garan-zia per le banche fino a che le pubbliche amministra-zioni non saranno in grado di coprire i debiti. e poiquelle risorse non sono altro che il frutto dei versa-menti degli imprenditori e sarebbe quindi logico chein questo momento di crisi fossero usate per dare unpo’ di respiro alle imprese.

Un provvedimento sblocca crediti, ispirato ad un’iniziativa di Piemonte e Lombardia, è statoproposto da Confindustria Reggio per cercare di uscire dallo stallo economico in cui citroviamo. La Camera di Commercio di Reggio dovrebbe istituire un fondo che possarappresentare una garanzia per le banche, così da fare riaprire i rubinetti per gli imprenditori,mentre gli enti si dovrebbero impegnare a rientrare dei crediti accumulati.

Èil momento difare rete eaffrontare insiemequesto momento dicrisi. Il convegnoorganizzato per il25 maggio metteràinsieme banche,imprese epubblicheamministrazioni.In particolare sicercherannorassicurazionisull’affidabilitàdegli enti insolventi.

Convegno per discuteredi apertura del credito

&

Le banche ormai non sifidano più dei certificati dicredito delle pubblicheamministrazioni, leimprese che falliscono osono in gravi difficoltà sonosempre di più

Imprese disperate, ma c’è una speranza

Sviluppripresa

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COPERTINA

PASQUINO CRUPI

I nomi dei comuni sciolti per infiltrazionemafiosa e dei comuni in via di scioglimentodopo l’occupazione delle commissioni d’ac-cesso li conoscete, e non li rifaremo. Ripeterenon giova mentre l’incontrastata scure delMinistero degli Interni s’abbatte sul BassoJonio, e il rinnovo dei consigli comunali diSan Luca, Locri, Gioiosa Jonica - più farsa

democratica che sovranità popolare - conogni probabilità di certezza, è di preludio adaltre commissioni d’accesso e ad altri sciogli-menti. Se fossimo danarosi, scommetterem-mo che così sarà.Ecco, noi qui vogliamo sottolineare che i sin-daci dei disciolti comuni non sono figli di nes-suno. Sono figli dei partiti, in gran parte, delPdl e del Pd, che vanno per la maggiore inItalia, nel Mezzogiorno in Calabria e nella

Accusiamo Scopelliti e Minniti di viltà interessata di fronteagli apparati repressivi dello stato, che negano alla Calabriala possibilità di liberi e sovrani comuni. Tirannide, sofismi,ipocrisia sono il miele di chi regola il voto e ci governa.

Noi accusiamo

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provincia reggina ove già coccolarono gliIaria e i Costantino di Melito, i Figliomeni ei Ritorto di Siderno , i Femia di GioiosaMarina , i Crinò di Casignana, i Brizzi diSant’Ilario del Jonio, i Campisi d’Ardore, gliGiorgi di San Luca, e via seguitando. Tutti orasfregiati e resi spaventevoli, come i lebbrosi,dai decreti del Ministro e dalle disposizionidel Prefetto. Tutti ora accompagnati dalmisconoscimento di paternità. Il che affibbiaalla classe politica calabrese e reggina il tito-lo infame, di cui nessun altro è maggiore, diclasse politica Snaturata.Noi accusiamo.Noi accusiamo Giuseppe Scopelliti nella suadoppia veste di governatore e di coordinatoreregionale del Pdl.Noi accusiamo Alfredo D’Attorre, commissa-rio regionale del Pd.Noi accusiamo i deputati e i senatori del Pdl.

Noi accusiamo i deputati e i senatori del Pd.Noi accusiamo i deputati e i senatori delMovimento 5stelle.Noi accusiamo, se ne vale la pena, ilPresidente dell’Assemblea dei Sindaci dellaLocride.Noi accusiamo gli intellettuali superstitidella Calabria, che speculano sull’ingiustizianei libri e non la denunciano nella realtà.Li accusiamo tutt’insieme, senza graduareresponsabilità, di viltà interessata di fronteagli apparati repressivi dello Stato, che nega-no alla Calabria la possibilità di liberi e sovra-ni comuni, e, che, protagonisti di altra viltà,non hanno il coraggio di proclamare lasospensione a data da destinarsi dell’eserciziodel voto nei territori meridionali e special-mente nella Locride. Tirannide, sofismi, ipocrisia sono il miele dichi regola il voto e ci governa.

ccusiamoStilo

Mafia?paese di

ILARIO AMMENDOLIA

Stilo è una delle cittadine più belledella Calabria. Ovviamente il pensierocorre alla Cattolica, un gioiello diarmonia e di grazia. Ogni angolo, ogniChiesa, ogni palazzo, ogni convento,ogni scorcio della vecchia Stilo è ungrido di bellezza.In queste Chiese predicò e su questestrade camminò fra TommasoCampanella, imponente filosofo dellanostra Terra, anche se la sua abbon-dante semina ha prodotto raccoltialtrove, e trovò invece terra ostile esterile in Calabria. In anni lontani ho insegnato nellescuole di Stilo ed ebbi come autorevo-le collega il professore Miriello, padredell’attuale sindaco, fine musicista, eduna delle persone più buone e sensibi-li che abbia conosciuto.Non sempre la bontà porta fortuna,infatti il professor Miriello fu costrettoad assistere alla esecuzione del pro-prio figlio per mano mafiosa.Esperienza che lo distrusse e lo portòalla morte.Pur non esprimendo alcun giudizio fuquei drammatici fatti di tanti anni fa,dinanzi alla commissione di accessonominata al Comune di Stilo midomando “può una persona che haavuto una esecuzione barbara e ferocedel proprio fratello accettare una qua-lunque collusione con la ‘ndranghe-ta?”La risposta spontanea sarebbe: certa-mente no! Stilo è paese di mafia? Storicamenteno!Sono queste le risposte che mi ha datoGian Carlo Miriello, sindaco di Stilo.Egli avrà certamente letto le paroledel Quasimodo “ognuno è solo nelcuore della terra” In questa nostra terra non c’è unasocietà civile capace di reagire né allamafia, né alla mentalità mafiosa, néall’antimafia di professione, né all’u-miliazione della democrazia e dell’al-

trui libertà. Dopo Siderno, Sant’Ilarioe Casignana, Samo, Platì, Melito,Ardore, S. Luca, è toccato a Stilo.Se potessi parlare ai cittadini di Stilo,comunque schierati politicamente,non avrei dubbi nel chiedere loro didifendere l’onore della Città.

Avranno tempi e modi per affermarela loro egemonia culturale e politicasul Paese. Adesso è tempo di unità!L’antica e civilissima città di Stilo nonmerita l’onta di essere governata dacommissari antimafia.

Storicamente no! In questa nostra terra nonc’è una società civile capace di reagire né alla

mafia, néalla mentalità mafiosa, néall’antimafia di professione, né all’umiliazionedell’altrui libertà. L’antica e civilissima città di

Stilo non merita l’onta di essere governatada commissari antimafia.

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Parlandodi...

MIX

Sebbene secondo alcuni candidati siastata molto partecipata, la primaassemblea pubblica promossa, saba-to 11 maggio, dalla lista “RoccaforteRinasci”, nei fatti, non ha riscosso lagrande partecipazione collettiva spe-rata: includendo i candidati, eranomolto meno di trenta le persone adaver preso parte all’evento. Ancoratanti, pare, siano i dubbi, mossi dairesidenti e non, anche sui socialnetwork, sui candidati alla guida delComune di Roccaforte del Greco,rei, a loro avviso, di avere presentatoun programma poco contestualizza-to e documentato, o ancora di nonconoscere bene il paese che, unavolta vinte le elezioni, andrebbero adamministrare. C’è chi, tra sospetti ediffidenza, ritiene difficile credere atutto questo slancio d’amore nei con-fronti di un paese che, magari, fino aqualche mese fa neanche i candidaticonoscevano. Cosa c’è dietro? Chic’è dietro? Qual’è il vostro scopo?

Queste e altre le domane che si rin-corrono per le vie del paese. Nonmanca loro, altresì, il sostegno di altricittadini che, di fatto, molto sfiducia-ti rispetto alla politica che li haabbandonati ai commissari, si affide-rebbero volentieri nelle mani degli“stranieri”, come sono soliti definirsigli stessi candidati, in terra grecani-ca. Tuttavia, nonostante dubbi e diffi-

denze, dall’incontro sono emersealcune problematiche e alcune pro-poste messe al vaglio e discusse daipartecipanti, sopratutto donne,accorse ad ascoltare i giovani aspi-ranti amministratori: la difficoltosaviabilità stradale per raggiungere ilpaese, la mancanza di servizi essen-ziali, soprattutto per gli anziani, leprospettive future per i giovani, latutela del territorio, il bisogno di unservizio ambulanza per le emergen-ze, la necessità di formare cooperati-ve utili per la creazione di B&B eagriturismi; «Rifare strade, marcia-piedi, raccolta dei rifiuti porta a portaper gli anziani non deambulanti,pensilina coperta per attendere l’au-tobus in inverno, fare arrivare il pull-man fino in piazza, avere l’acqua d’e-state! Questi sono - sostiene il candi-dato a sindaco Giuseppe Minnella - ibisogni primari semplici e possibili dasoddisfare a Roccaforte». Gli sprechipianificati nel piano delle opere

triennali sono stati, poi, oggetto di unacceso dibattito, condiviso da tuttipresenti. A tal proposito riportiamole dichiarazione del Minnella, relati-ve ai previsti 337 mila euro per l’an-nualità 2014 mirati alla ristrutturazio-ne del campo sportivo: «Mi sembraveramente ridicolo destinare la metàdel budget di spesa per il rifacimentodel campo sportivo quando la gentelamenta tantissimi problemi piùurgenti e da tanto tempo pure.Sicuramente il campo dovrebbeessere curato ma 340 mila euro,manco si fosse stati promossi in serieC! Un’altra perla dei Commissari[…]; se non si raggiunge il quorum -continua Minnella - a Roccaforterimarranno i commissari e non mipare che siano entrati nella storia peril loro modo di governare».Condivisa, dunque, unanimementela negatività dei commissariamenti.

M.Valentina Attinà

In principio era “sartulavec-chia”, un toponimo che nonlascia dubbi, quasi fosse onoma-topeico. Un fonosimbolismodelle origini della frazioneMarina di San Lorenzo. Poi, lanecessaria omologazione in lin-gua l’ha fatto necessariamentevirare in “Salto della Vecchia”.Siamo agli inizi del 1800 e questafrazione marina di San Lorenzoebbe gli albori grazie al rigoglio-so allevamento del baco da seta.I dintorni, densamente ombreg-giati da gelsi, erano foglie fre-sche, per i famelici bachi, prezio-si per l’economia contadina, spe-cializzata nella produzione diseta, la cui fiorente produzioneebbe ulteriore impulso nel 1868,con l’avanzamento della ferroviada Lazzaro fino a Bianco Nuova,innervando, così, la prima via dicomunicazione Reggio-Tarantodi una jonica desolata, intera-mente completata nel 1875.Già dal 1879, il prof. PioMantovani, nel suo “Bullettinodi Paleontologia” riportava lapresenza di una fabbrica neipressi dell’abitato di Salto dellaVecchia. Questa fabbrica, checon una politica industriale antelitteram, ha proceduto a variericonversioni, così da produrre,fino al 1949, laterizi e, subitodopo, alla lavorazione del cioccod’erica e del noce. I proprietari, ifratelli Crea, si rifornivano diciocco d’erica, per la produzionedi pipe, nell’alta collina tra SanLorenzo, Bagaladi e Roccafortedel Greco. Mentre i tronchi dicastagno venivano portati daGambarie d’Aspromonte e ser-vivano per la produzione di cas-sette per ortaggi. La diversifica-zione delle produzioni ha per-messo di mantenere sempre ilivelli occupazionali, fino a quan-do, alla fine degli anni ’60, la fab-brica non fu chiusa.Erano, appunto, gli anni ’60, inpieno boom economico, congrandi masse di operai d’esporta-zione al Nord ed erano pure glianni di grande uso di “rivoluzio-narie” soluzioni tecnologiche,

come il famigerato eternit, ilfibrocemento che ha causatomigliaia di morti per mesotelio-ma pleurico, un terribile ed ine-sorabile cancro.La Legge n. 257 del 27 marzo1992, detta “Norme relative allacessazione dell’impiego dell’a-mianto”, riconosce i rischi per lasalute e mette al bando tutti iprodotti contenenti amianto, vie-tandone l’estrazione, l’importa-zione, la commercializzazione ela produzione di manufatti con-tenenti amianto.Anche la fabbrica di “sartulavec-chia” ha utilizzato eternit inabbondanza per le coperture deiquasi 4.000mq. di capannoni e,dopo 45 anni dalla chiusura adoggi, le lastre d’amianto, su tettiin parte sfondati ed in parte crol-lati, mostrano tutto il loro tetroghigno del terribile pericolo, checontengono e disperdono con lepolveri nell’ambiente circostan-te. Tuttavia, un ambientalismostrabico e georeferenziato nonriesce ad andare oltre i laghetti diSaline, ne presidia i palmipediche vi risiedono e stende ampielenzuola contro il carbone, futu-ro prossimo responsabile di esi-ziali rischi per la salute, ma nonper l’occupazione. E non ha maipreso in considerazione quanto èsuccede ogni giorno a Marina diSan Lorenzo, dove solo all’inizia-tiva, portata avanti negli annipassati, dagli avvocati MariaRosaria Falcone e LucianoCalabrò, oggi si aggiunge l’impe-gno e la lotta di don GiovanniZampaglione, battagliero parro-co, che insieme a Nino Mangioladell’associazione Laurentianum,ha ridato forza e voce alla batta-glia contro l’indifferenza versoquesta bomba ecologica, che isuoi effetti, silenti e mortali, lirilascia quotidianamente, sottogli occhi di tutti e principalmentesotto il naso di chi ne respira lepolveri venefiche, disperse nell’a-ria di “sartulavecchia”.

Walter Scerbo

La storia di una bomba ecologica che minaccia la città di Palizzi, e non solo.

Da fabbrica di pipe a fabbrica di morte

ROCCAFORTE DEL GRECO

Melito di Porto Salvo

12,4 milioni di euro di buco nel bilancio comunale

Campagna elettorale tra proposte e proteste

Un buco del bilancio comunale pari a 12,4milioni di euro. È questo l’ultimo dato stila-to dalla terna commissariale, composta daAntonio Giannelli, Giuseppa Di Raimondoe Rosanna Pennestrì, durante i primi duemesi del loro mandato.Totò Minniti vedeva lontano quando venivatacciato per “pazzo” dal Sindaco Iaria e dal-l’assessore alle finanze Latella ma oggi, lasua presunta “follia” si trasforma in verità,certificata dalla Commissione Straordinariache approva un consuntivo di “disavanzo diamministrazione” che supera i 12 milioni dieuro. Una delle possibilità all’orizzonte, perdiminuire il debito comunale, sarebbe quel-la di accedere ad un mutuo triennale con laCassa depositi e prestiti, sfruttando la cosid-detta legge “salva comuni” che permetterà

di dare ossigeno alle casse dell’ente. Questamossa, favorirebbe il pagamento degli sti-pendi dei dipendenti aiutando, al contempo,anche le aziende che vantano dei crediti daparte del palazzo comunale. La terna prefettizia ha provveduto dunquead approvare un bilancio consuntivo facen-do una scrematura di debiti in modo da ren-dere più reale i dati. Una situazione, quindi,difficile che mette in luce, la cattiva gestionedelle casse comunali che è stata effettuatanegli anni passati e che, adesso, si ripercuo-terà sulle spese dei cittadini.Il rischio del dis-sesto finanziario è dietro l’angolo e soltantoun lavoro certosino come quello compiutodai commissari potrebbe portare il comunedi Melito Porto Salvo fuori da tale empasse.Altro problema al quale stanno lavorando i

commissari è quello della raccolta dei rifiu-ti. Melito Futura a tal riguardo ha avanzatodue proposte importanti: individuare un’a-rea di stoccaggio fuori dal centro urbano eadottare la raccolta porta a porta. A tal pro-posito, il movimento politico ha informatoche entro la fine del mese di maggio orga-nizzeranno un’iniziativa con esperti del set-tore e qualche amministratore provenientedai comuni virtuosi in fatto di raccolta diffe-renziata. Al momento, oltre agli interventitampone concordati con l’azienda Ased, perliberare dalla spazzatura le zone “sensibili”come scuole, chiese ed ospedale, si sta cer-cando di capire se esiste una soluzione alter-nativa da attuare.

Maria Cristina Condello

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Non è facile essere ammessi. La selezione èsevera e non sono ammesse raccomandazioni.

Io vi entrai tredici anni fa. Mio marito era morto datre anni!Ero caduta in una forma di depressione. Avevosmarrito il senso della vita.Fui introdotta allo “Scrigno” grazie alla mia amicadel cuore a cui sarò eternamente grata.Tre mesi dopo ero in crociera sul Mediterraneoinsieme ad un amico.Non era nato un nuovo amore. Non poteva nasce-re. Non poteva volerlo lui, felicemente sposato econ figli, ma non lo volevo neanche io. Lui parlòalla moglie di un convegno medico al quale nonpoteva mancare ed io del bisogno di prendere

qualche giorno di vacanza recandomi da mia cugi-na.Furono giorni indimenticabili. Rigorosamenteproibito parlare del futuro o del passato. Questa èla prima regola del nostro club. Niente nomi, nien-te ricordi, niente problemi! Tutto è presente! Nonc’è notte, né giorno. Ogni attimo è buono per vive-re. Sette giorni diventano un attimo ed una eter-nità!

Rientrai in città rigenerata,nuova, con tanta voglia divivere. Tuttavia avevo uno

scrupolo di aver tradito lamemoria di mio marito.

Un venerdì sera il “canonico” cipropose di partecipare al tavolo

parlante.I colpi sul tavolo li ho sentiti conassoluta certezza, poi voci confuse e

lontane. Comunque le ho sentite...Io ho chiesto di parlare con mio mari-

to.Mi diedi forza bevendo tre cognac senza

prendere fiato. Fui sorpresa quando il “cano-nico” mi aiutò a comprendere le parole pronun-

ciate da mio marito. Tra i tanti segni, egli mi rivelòdi essere assolutamente contento per la mia vita.Mi sono liberata da un grande peso!Io lavoro, vado a messa, frequento molte amiche equalche parente.Lo “Scrigno” però è stata una esperienza unica!Non ci vado da un anno, dal giorno in cui ho sco-perto che stavo per innamorarmi. Questo è controle regole, perché porta alla infelicità.Tuttavia le storie che ho vissuto direttamente o informa indiretta non è giusto che vadano perdute.Il club è coordinato dall’Olimpo. Sono i soci fonda-tori e coloro che via via sono stati ammessi allasuprema istanza.Poi v’è il tempio e quindi l’a-gorà.Ognuno si presentecon un suo

nome diverso da quello dell’anagra-fe.Il Vescovo, il canonico, la bella Elena, la Valchiria,il notaio, Pompea, Teodolinda, Carlo il Grande,ecc.Vi parlerò di tante piccole grandi storie.Chiedo scusa agli aderenti al club ma non credo difare niente di male.Lo faccio per dimostrare che si può vivere felici eche il merito è di tutti voi. Una sola preghiera. Colpassare degli anni sono diventata assolutamentepigra. Da quando sono andata in pensione la miapigrizia è cresciuta in maniera esponenziale.Apprezzo “la Riviera” che grida nel deserto comenoi nello “Scrigno” cercavamo qualche anima viva.Perciò ho deciso di affidare a questo giornale lemie memorie a due condizioni:l’assoluto anonimato; e che scriverò solo quandoavrò voglia e voi pubblicherete solo quando vorre-te e potrete.Un caro saluto al direttore che stimo da una vita.

Alla prossima puntata.

La Locride sembra una terra sonnolenta. Tuttoscorre piano, tutto sembra scontato, il coloredominante appare il grigio.

Eppure “lo Scrigno”, ben mimetizzato, riesce anascondersi agli occhi indiscreti da oltre un venten-nio. Un club dove donne e uomini si incontranonella massima discrezione.È un luogo di erotismo ma non è una casa diappuntamenti.Non ci sono orge, né droga, né prostituzione.Tutto è elegante, niente rimanda alla cafonagginedei luoghi in cui ci si prostituisce.Eppure, tra le tante attività, l’erotismo è sempresullo sfondo. Si consuma lontano dal club. A voltein una delle dependance per chi lo desidera, oppu-re nella programmazione di crociere, viaggi, visitein paesi e città fuori del nostro comprensorio.Lo “Scrigno” accende i motori, dà il via, fa veniremeno la timidezza, stimola l’audacia.Chi entra per la prima volta non nota niente dieccezionale. Potrebbe essere una sede del Rotarydella Fidapa, insomma un qualsiasi circolo ricreati-vo.Una pianola, due salottini ben arredati, una salettaproiezioni, tre tavoli da gioco, il giardino nascostoagli occhi indiscreti, al centro una saletta con untavolo rotondo o meglio “il tavolo parlante”. Infineuna sala per l’aperitivo. Tanta musica di sottofon-do!

Eppure “lo Scrigno”, ben mimetizzato, riesce a nascondersi agli occhi indiscreti da oltre un ventennio. Un club dove donne euomini si incontrano nella massima discrezione. Èun luogo dierotismo ma non è una casa di appuntamenti.

Curiosità

De FonsecaEleonora

Avventur

diamici &

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Polaroid

PROVINCIA

Immaginate di attraversare la ss.106 e che neipressi del palazzetto dello sport (zona Agip) diMarina di Gioiosa vediate un campo da tennise una piazza circondate dal verde. Un luogoaccogliente, pulito e popolato dai gioiosani.Sarebbe un bel colpo d'occhio, un biglietto davisita per la città. Chi percorrendo la statalejonica si trovasse a passare di lì resterebbe stu-pito. La ss.106 ci ha infatti abituati a scorci daperiferie degradate non appena superati i cen-tro città. Ma basterebbe veramente poco per renderepiù ammiccanti i centri per cui si snoda la joni-ca. Una dimostrazione la offre la stessa Marinadi Gioiosa Jonica che con il rifacimento dellapavimentazione di Piazza Zaleuco sembra avercambiato volto. E potrebbe ancora migliorare il proprio aspet-to. L'architetto Giuseppe Jeraci, 40 anni, haregalato alla città un progetto per rivalorizzaree sistemare l'area intorno al campo sportivo.Un progetto come quello donato alla città daJeraci di soltio viene a costare ai comuni intor-no ai 15.000 Û. Ma lui lo ha realizzato e ragalto alla sua cittàperché ha sentito la necessità di migliorare inqualche modo il proprio paese. Il giovanegioiosano sapendo che a Marina mancano iluoghi di aggregazione adatti ad ospitare mani-festazioni all'aperto ha ripensato lo spazio anti-stante il campo sportivo. Già nel 2006 quandoil suo progetto di restrutturazione del campet-

to da tennis vinse e fu finanziato aveva propo-sto questa integrazione per migliorare l'area emetterla al servizio del territorio. Ci anche confessato come sia scoraggiantevedere finanziati progetti “politici” che nonhanno nessun riscontro economico per lapopolazione. Anche il campetto da tennis è unesempio di come la politica finanzia progettima senza tenere conto delle reali esigenze deigioiosani. Il campetto ristrutturato, grazie ad un finanzia-

mento di 70.000Û, non appena ultimati i lavoriè stato abbandonato e non è stato mai affida-to a nessuno. Adesso a distanza di anni sareb-bero necessari almeno 2.000 Û per rimettere aposto le recinzioni e per comprare le reti. Iniziative come quello di Jeraci fanno sperareche non ci si sia ancora del tutto rassegnati allabrutta periferia in cui ci stiamo trasfromando,alla trascuratezza che ci sta intorno e allaimmobilità che sembra avvolgere la Locride.

Eleonora Aragona

MARINA DI GIOIOSA

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Ma se non ci fosse stata la Riviera, qualcuno avrebbe continuato a parlare dell’happening geracese?

Caro Direttore,tra i più grandi battutisti del XX secolo,i due «nani di strapaese» Mino Maccarie Leo Longanesi erano capaci di fulmi-nare con feroci motteggi anche i loroamici, col risultato di ritrovarseli nemici;appena scemato l’affronto, ricomincia-vano a sfotterli fino alla successiva leva-ta di scudi. Meglio perdere un amico cheuna battuta, sosteneva l’anticoQuintiliano, copiato dal novecentescoEnnio Flaiano. Perfino il poeta Cardarelli, che era unipocondriaco (tanto da indossare unsoprabito anche d’estate, come Proustche non si toglieva il pellicciotto nem-meno al ristorante), ogni tanto dai tavo-lini di un celebre caffè romano o dallapoltroncina di una libreria lanciava varielepidezze, consegnate alla storia delcostume letterario. Ma ne dovette subi-re a sua volta, soffrendone non poco: neipiù lontani anni il giovane Piero Gobettilo sfotteva e lui di rimando lo chiamava«stercoraro», cioè mangiatore di m…a.Flaiano più tardi ricordò che il pittoreAmerigo Bartoli aveva definitoCardarelli «il più grande poeta moren-te», per le sue fisime di eterno malato. ECardarelli dal canto suo, ad una signorache gli domandava notizie di Bartoli,

aveva risposto alludendo alla piccolastatura del pittore: «La notte non puòdormire e passeggia nervosamente sottoil letto». Ed eran tutti uomini di mondo,amici colti e ben educati. Per rendersi antipatico in società ènecessaria una adeguata preparazionedi stile e di pensiero; soltanto la simpa-tia s’improvvisa ma è roba di dilettanti.Le battute non devono indurre al penti-mento chi le pronuncia. Orfeo giustifica talvolta la reazione dellevittime: il suo alter ego conobbe l’anzia-no Mino Doletti, precursore e decanodella critica cinematografica italiana, ene ebbe una lunga intervista, in cui ilvegliardo narrò le sue straordinarievicissitudini sotto il regime fascista.Doletti aveva l’abitudine di farsi servirea tavola acqua con molto ghiaccio; sedu-to poco distante l’alter ego di Orfeo nonsi tenne e sibilò ad un commensale:«Così si conserva meglio…». Lui vec-chio sì, ma di udito lungo, gli tolse ilsaluto. Però, qualche mese dopo,Doletti chiamò il direttore del giornale

che aveva pubblicato l’intervista compli-mentando il redattore per aver riportatofedelmente il suo racconto. Una battuta sulle «salme che parlanocon le salme» ha spinto il simpaticocampanelliano Arcidiaco ad assimilareOrfeo (un semplice nome di penna,invece certi altri scolaretti sùbito si sonprecipitati a cercarlo agli Inferi con sfog-gio di mitologia da wikipedia) a un deca-dente o a un crepuscolare, definendoloper giunta un «intellettuale fascista»(oggidì bisognerebbe adombrarsisoprattutto per la parola «intellettuale»,il resto essendo metempsicosi incom-prensibile ai nativi post-ideologici.Peraltro, Arcidiaco sbaglia ad evocare levere Erinni: infatti esse si commosseroper le melodie del vero Orfeo). Maquella battuta di Orfeo sulle salme, perquanto paradossale, non può esserescambiata per metonimia, altrimentinon si potrebbe più parlare tra viventi eresterebbero sul campo solamente i fuo-chi fatui e i lumini votivi, giusto perrimanere in argomento. E poi, suvvia,

rimproverare Orfeo-Giuda per unaeffusione di cortesia, pare molto azzar-dato, a meno che non ci si senta come ilMaestro nell’Orto degli Ulivi.Conoscendo le inclinazioni culturali diArcidiaco, più pertinente sarebbe statoil richiamo al piccone che colpì Trotsky.Ma Orfeo non ha mai mirato alla suatesta, sulla cui guancia invece riposizio-na un sincero bacio di commiato.Riguardo invece alle unghiette di unagiovane pedestre, non è proprio il casoche Orfeo si acconci a fare il manicurealle bambole, come direbbe Bersani.Il motto mordace è un esercizio di criti-ca libero dal galateo che nel giornalismoè il vestito di cerimonia dell’ipocrisia; èun urto di compiacenza, come una paccadi passaggio, fa barcollare senza abbat-tere (anche Paola Bottero ha ben distin-to polemicamente tra stampatori ed edi-tori calabresi, e nessuno in piazza ha fia-tato, perché non è una ingiuria essereimpressori; ma non ci si può definiretutti editori e tutti scrittori solo perché laCostituzione riconosce la libertà di pen-

siero, di stampa e d’impresa). Si può essere cattivi senza cattiveria,perfidi senza perfidia, come un vaccinoche contiene i principi depotenziati delvirus: serve a rendere immuni da auto-dafé e a saper distinguere il proprio pesosulla stadera delle discussioni, dellescritture e delle letture. La critica a volteè un atto di misericordia, a cui per prin-cipio non si risponde con una bestem-mia.Infine, tornando a bomba, qui Orfeoconferma che la fiera editoriale diGerace andrebbe migliorata e vivacizza-ta (non si può pretendere che la divulga-zione culturale, o la produzione libraria,debba essere noiosa e lamentosa e intra-ducibile e casuale, o che alla verginecuccia de le Grazie alunna – aita aita -un Parini redivivo non possa ridare unsonoro calcio). Anche il controcanto diOrfeo è dunque una esortazione allavita e a continuare nell’impresa merito-ria (detto senza ironia) per tutti gliamanti dei libri. Del resto, diceva MinoMaccari, «l’unico modo di incoraggiarel’arte è quello di scoraggiarla».P.S. Ma se non ci fosse stata La Riviera,qualcuno avrebbe continuato a parlaredell’happening geracese?

Orfeo

Il controcanto di Orfeo

Alternative alle brutte periferie

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la RivieraLa scuola materna paritaria “Il Pianeta dei Bimbi” di Siderno si è reso protagonista di una visitaguidata alla sezione dei Vigili del Fuoco. Sono trenta i bambini che hanno allietato la Compagniacon la loro ingenuità e spontaneità. I pompieri li hanno accolti con gioia e umiltà, insieme hannocreato delle simulazioni per far divertire i bambini e alcuni di loro hanno anche indossato le divi-se. Infine hanno organizzato tutti quanti insieme un picnic regalando una torta che con grandesorpresa, i vigili hanno accettato entusiasti. Risultato finale: “È stata una bellissima esperienza”afferma la maestra Capone Teresa esprimendo tutta la sua stima e salutandoli aggiunge “grazie aiSignori Vigili del fuoco per la bellissima accoglienza e soprattutto grazie del vostro operato. Hainoltre sottolineato che il loro lavoro svolto non sempre viene apprezzato come dovrebbe! I pom-pieri contenti li hanno invitati a tornare.

Promuovere la partecipazione attiva deigiovani e la legalità. Favorire l’incontroed il dialogo tra giovani ed istituzioni ela costruzione di modelli condivisi dipolitiche giovanili frutto di approccipartecipativi. È questo l’obiettivo gene-rale del progetto “Giovani, Legalità,Cittadinanza e Partecipazione”. Ladott.ssa Michaela Diano referente terri-toriale del progetto, insieme alladott.ssa Teresa Tallarita e la dott.ssaMaria Greco hanno condotto sul terri-torio un’indagine attraverso questionaritesi a conoscere la domanda di labora-torio secondo le aspirazioni dei singoligiovani. I questionari sono stati distri-buiti in diversi istituti di scuola superio-re del territorio locrideo. Il riscontro èstato sorprendente. La maggior partedei giovani non ha idea di cosa sia unCentro di Aggregazione, anche se i gio-vani sono interessati a conoscerlo. Ilaboratori che gli piacerebbe seguiresono in prevalenza quelli sulla mondia-lità e interculturalità ma anche uscitesul territorio.Da qualche giorno il progetto ha unapropria sede “Centro You&Me di

Marina di Gioiosa Ionica”. Di fatti èstato ristrutturato un locale di proprietàcomunale sito in via F.lli Rossetti adia-cente alla sede del Comune di Marinadi Gioiosa Ionica, con entrata indipen-dente. Il recupero dell’immobile nasce

dall’accordo siglato tra il Comune diMarina di Gioiosa Ionica e ilDipartimento della Gioventù dellaPresidenza del Consiglio dei Ministriche ha reso disponibili le risorse per laristrutturazione. Ora i docenti potranno procedere adorganizzare un corso di formazionerivolta ai giovani di età compresa tra i 18e i 25 anni. Al termine del corso di for-mazione i tutors saranno in grado diindividuare due ragazzi che per carismae capacità risulteranno i più adeguati arivestire il ruolo di peer-educator: docen-te/allievo. La Peer education andrà,quindi, ad attivare le risorse interne algiovane per favorirne la progettualità erenderlo punto di riferimento per i coe-tanei, innescando un processo a cascatache permetta una maggiore diffusionedelle informazioni e una valorizzazionedelle risorse del gruppo dei pari.Il primo incontro diretto con i giovanisarà giovedì 24 maggio alle ore 18 al“centro You&Me” dove avranno iniziole attività di formazione.I. A.

Un viaggio nella piccola editoria degli autori che si autofinanziano le pubblicazioni

Orfeo merita di essere preso a calcinel fondoschiena anche quando, peravventura, gli capiti di dire cose esat-te, poiché le esprime in forma male-vola, offensiva e di cattivo gusto.Dare della salma ad un essere graziea Dio vivente è da necrofori iettatorie “vizio solipsistico” o “onanismo let-terario”, sa di esibizionismo da erudi-to, peraltro autolesionista poichéanch’egli scrive e non credo a quattromani.Ne ho condiviso, però, il contenuto e,non impunemente: pur avendolofatto in termini generali, senza speci-fici riferimenti a mie personali vicen-de, sono stato sommerso da nonlusinghieri epiteti, giacché la porta-bandiera dell’antimafia locale altempo del corifeo dal cognome ovinosi è sentita ribollire nelle vene il rossosangue paterno. Per la verità, avevoconvenuto con Orfeo che i piccolieditori meritano di essere definiti“stampatori” perchè non fanno piùche stampare il libro, appropriarsenecome fosse cosa loro, venderlo e inta-scare senza dar conto di nulla all’au-tore, il quale per di più si sobbarcacura e spese delle varie presentazioni

che danno loro occasione di venderealtre copie. Guai a chiedere notiziesul numero di copie stampate, diffu-se, vendute e sulla diffusione: a me èstato risposto più o meno che “ vuol-si così colà dove si puote ciò che sivuole e più non dimandare”; e quan-do ho “dimandato” sono stato sco-raggiato dal continuare a farlo dallegeremiadi sulle condizioni della pic-cola editoria. Per non deprimermi,ho desistito e avrei considerato chiu-so il discorso se la figlia dell’ editore,scendendo dall’ universale al partico-lare, non mi avesse stimolato a ria-prirlo, ricordandomi, fra l’ altro, cheè merito dell’ antifascismo dei padricostituenti avermi concesso il dirittodi esprimermi liberamente; meritoche, però – questo lo aggiungo io – èampiamente bilanciato dal demeritodi averlo concesso a tanti altri.Senonchè, Geremia era evidente-mente un profeta antifascista ante-

marcia che ha epigoni, ovviamenteantifascisti anch’essi, non solo aLocri, giacchè un editore di ReggioCalabria, aduso anch’egli alle lamen-tazioni, si è sentito chiamato a dirnequattro a Orfeo “fascista colto inmezzo ad una genia di ignoranti”dalle “sbagliate scelte ideologiche”.Il mio ipertrofico “io fascista” se nesente, se non offeso (figuriamoci, cene hanno detto e ce ne diconotante!), certamente stuzzicato; e met-tici anche la vanità di non ritenermidel tutto incolto, avendo attinto,oltre che ai testi sacri per tutti, anchea quelli ritenuti di destra, benchè iocreda che la cultura, quando sia tale,non soffra di distinzioni ideologiche;e allora mi punge vaghezza di cono-scere perchè ogni tanto questi censo-ri dell’ ignoranza altrui, cui intellet-tuali, autori e lettori sarebbero debi-tori di tanto, lamentino di non riscuo-tere il corrispettivo economico e

finanzario del loro sforzo e si appelli-no alle istituzioni perchè li soccorra-no coi soldi nostri. Le regole del mer-cato sono quelle che sono: se sai fareil tuo lavoro guadagni, altrimentichiudi. In una società sana tertiumnon datur. Viceversa, ognuno puòmettere su una stamperia e procla-marsi editore, pretendendo poi ilsoccorso “alla Bottai” (guarda tu ilparadosso!) rivelato dal buonBettino.E allora se stampi a spese dell’autore(a onor del vero non è il mio caso,Pancallo non ha preteso un euro edha stampato egregiamente), gli faicarico della pubblicità e della promo-zione, gestisci la faccenda come se illibro sia tuo, non riveli quante copiestampi e distribuisci, vendi senza darconto di quel che incassi, è difficiledire che tu sia un editore, piccolo omedio o grande. Sei, appunto, un piùo meno egregio stampatore; e quan-

do minacci di chiudere, senza creder-ci ma sperando che lo credano glialtri, ricordi il vecchio venditoreambulante di paese che ad un certopunto, per sollecitare gli acquirenti,minacciava “me ne vadoooo !”, mastava sempre lì. L’anno scorso s’erasparsa la voce che l’ editore antifasci-sta reggino stesse per chiudere ed è,appunto, ancora lì. Pur non essendoun intellettuale “ progressista e resi-stente” e, quindi, un diversamenteintellettuale diversamente colto(come si deve, con un linguaggiopoliticamente corretto, indicare chinon sia né l’uno, né l’altro) me necompiaccio; ma gli ricordo che lapresunzione di ritenersi culturalmen-te e moralmente superiori ha portatoquelli che la pensano come lui allamiseria politica attuale, sulla qualenon resta che piangere anche ad unfascista che, si licet parva, si trovacome Cesare davanti alla testa recisadi Pompeo: felice che sia morto maaddolorato di aver perduto un anta-gonista degno.

Francesco E. Nirta

Gli egregi stampatori

L’INTERVISTA Un progetto per promuovere le attivitàgiovanile e per incentivare la legalità. L’obiettivoè formare i ragazzie tra i 18 e i 25 anni erenderli un punto di riferimento per i coetani.

a Michaela Diano

Un centro per i giovani Manutenzione ed usi del territoriosono un binomio inscindibile cui èsubordinata in gran parte la sicu-rezza territoriale. Con queste premesse, e su taliprincipi, il Consorzio di BonificaAlto Jonio Reggino, con interven-ti mirati è fortemente impegnato -come si evince dagli interventisvolti che si riportano di seguito -a costruire una nuova politica ter-ritoriale avente l’obiettivo dellariduzione del rischio idraulico agaranzia della sicurezza fisica delterritorio che è indispensabile aqualunque processo di crescita. In questa direzione, il Consorzio,con una azione costante e sinergi-ca con le Istituzioni e d in partico-lare con i comuni, ha dato prova,pur in presenza di risorse naziona-li e regionali, sempre di più esigue,di particolare impegno, cometestimoniano non solo i progettirealizzati ma anche di ammoder-namento costante della rete irri-gua. Altrettanto impegnativa e connes-sa agli interventi realizzati, è statal’attività volta a far meglio cono-scere l’efficacia dell’azione deiConsorzi sul territorio per la dife-

sa del suolo e la gestione delleacque. Tale linea operativa, ha consentitorisultati estremamente confortanticon un decisivo salto di qualità ecambio di passo che ha altresìlegittimato anche l’imposizionecontributiva con una diretta per-cezione da parte dei consorzia ti edei cittadini. Gli interventi e l’atti-vità svolta, attesta la straordinariaattività ed il costante lavoro svoltoda parte dell’Amministrazionetutta e dai collaboratori ad ognilivello di attività e di funzione svol-ta., che hanno dimostrato di impe-gnarsi con professionalità ecostanza operativa nello svolgi-mento di un quotidiano lavoro peroffrire ai Consorziati una efficacee proficua collaborazione finaliz-zata al sostegno della bonifica edel Consorzio. Tutto questo, conferma la validitàdell’Istituto consortile sotto l’a-spetto Istituzionale e questo, siaggiunge ad una valutazione posi-tiva sull’innegabile proficua azio-ne del Consorzio sul territorio,come – si ribadisce- attestano gliinterventi costantemente e diffu-samente realizzati.

“Il Pianeta dei Bimbi” in visita dai pompieri

ALTO JONIO REGGINO

La testimonianza dell’attivitàdel Consorzio di Bonifica

Manutenzione, prevenzione, sinergie, istituzionali

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DOMENIICA 19 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 16

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DOMENICA 23 SETTEMBRE 2012 LA RIVIERA 17

ANTONIO TASSONE

" La Città di Siderno per la valenza dellasua classe politica gode di un primato,unanimemente riconosciuto, per qualità,efficienza e funzionalità. Siderno neglianni ha espresso senatori, deputati, consi-glieri ed assessori e perfino presidenti pro-vinciali. La crisi politico-amministrativa,ha portato dritto all'arrivo della triadecommissariale , che gestirà la città, sinoalle nuove elezioni amministrative, previ-ste tra due anni. Negli anni il primato dellapolitica ha consentito l'alternanza demo-cratica senza troppi traumi ma anche l'in-capacità di individuare nuove figure ingrado di portare una ventata di novità nelsistema politico. L'elettorato, però, nelcorso degli anni ha maturato esperienza ecompetenza e saprà bene chi scegliere perfarsi governare. I nuclei fondanti di ogniprogresso civile sono costituiti dal ruolodell'Educazione, della Giustizia edell'Economia; soltanto intervenendo inmaniera profonda, incisiva e partecipatain questi ambiti si potrà garantire ai citta-dini una società realmente equilibrata esicura con il pieno godimento dei diritti

civili. Sul finire di questa prima decade delterzo millennio, la città di Siderno, cometutto il territorio provinciale, torna a soffri-re una crisi civile che si manifesta nell'as-senza di spazi e momenti di aggregazionee nella comparsa , direi meglio nellaricomparsa, di allarmanti fenomeni mala-vitosi. Inquietanti segnali di questa crisiancora prima che sulle pagine economi-che dei giornali si leggono sulle cronachenere con tutto ciò che ne consegue. I citta-

dini tutti, ma soprattutto le nuove genera-zioni, paiono marginalizzate e mortificatedall'impossibilità di manifestare e soddi-sfare bisogni elementari come quelli del-l'occupazione lavorativa e di spazi diaggregazione sociale alternativi ai classiciluoghi di ritrovo. La legalità è bella, erende migliore la nostra collettività, maoccorre insegnarla e praticarla e trasmet-terla quotidianamente, da parte di tutti,cittadini e istituzioni. La legalità, come lapartecipazione e il senso civico, non sonovalori che si trasmettono con il DNA.Occorre impegnarsi a trasmettere questivalori ai nostri figli alle nuove generazio-ni. Anche nella quotidianità, occorre spie-gare gesti di illegalità, come parcheggiaresul marciapiede, circolare con le moto inpiazza o buttare le carte per terra. Gestiche possono sembrare piccoli ma che sicu-ramente deturpano la nostra città.Siderno, come ogni città in cui viviamo, ènostra, ci appartiene, ci teniamo e lavogliamo difendere e migliorare. Sonocerto che qui questo sentire è condiviso,ed è questa la nostra forza. Per governareoccorre avere progetti idee orizzonti di svi-luppo. Essere “perbene" è una condizione

necessaria ma non sufficiente per essereun pubblico amministratore. Chi ci ammi-nistra deve appartenere a quei famosiconcittadini-brava gente, onesti, seri, ope-rosi e a anche e in particolar modo capaci,di qualunque parte politica siano espres-sione. Recentemente il governatore dellaBanca d'Italia, Mario Draghi ha dichiara-to che il Mezzogiorno presenta «scartiallarmanti» rispetto al centro-nord nei ser-vizi essenziali quali istruzione, giustiziacivile, assistenza sociale, trasporti e Sanità.I responsabili siamo noi tutti in prima per-sona. Lo ripeto da anni, a Siderno serveavere al più presto una scuola di formazio-ne politica. Occorrono persone che sianodisposte a donare gratuitamente il lorosapere ai loro discenti. Occorre sentire ildovere dell'essere “maestri”. Occorreavere un orizzonte politico culturale e pro-vare a trasmetterlo alle nuove generazio-ni. Se le forze politiche, tutte indistinta-mente, non intraprenderanno questo per-corso, saranno destinate ad essere semprepiù una sintesi di interessi particolari e nonuna sintesi di progetti collettivi. Sta a noifare in modo che tutto ciò non accada dinuovo.

Altro che tempi brevi per l'attuazionedella raccolta differenziata ! Giunge a sor-presa la notizia che la gara d'appalto perl'affidamento del servizio di raccolta diffe-renziata dei rifiuti per il raggruppamentodi comuni di Siderno, Locri, Antonimina,Ciminà, Portigliola, Placanica, San Luca,Samo e Sant'Ilario dello Jonio è andatadeserta. Con buona pace delle speranzedei cittadini di risolvere a breve il proble-ma dell'emergenza rifiuti di tanti Comunidella locride. Quanto sopra è ufficializza-to in un verbale della Stazione UnicaAppaltante Provinciale firmato dalalDirigente Suap Maria Teresa Scolaro dipochi giorni addietro . Il termine fissatoper la presentazione delle offerte era il 29aprile scorso . La gara , per un importocomplessivo dell'appalto di 910.507,02euro, oltre Iva aveva come criterio “l'ag-giudicazione al prezzo piu' basso, inferio-re a quello posto a base di gara, medianteribasso sull'importo del servizio”. L'esitoben definito nel verbale riporta “ proce-

dura di gara deserta non essendo perve-nute offerte entro il termine fissato nelbando di gara”. Questo è quanto, con tuttii risvolti che, adesso, questo inconvenien-te si porta appresso con la delicata situa-zione che stanno vivendo i Comuni inte-ressati ancora alle prese con i postumi del-l'emergenza rifiuti che ha oppresso l'inte-ro territorio dopo i disservizi dei mesiscorsi. L'appalto prevedeva l'esecuzione ela gestione dei servizi su tutto il territoriodei Comuni soprarichiamati, per la rac-colta differenziata con il sistema tradizio-nale ( cassonetti sulle vie pubbliche), non-chè il trasporto ed avvio al recupero deglistessi. La notizia non è di quelle che farapiacere ai cittadini della locride ancheperchè - è bene ricordarlo - la gara in que-stione è già stata oggetto di un preceden-te poco felice lo scorso anno. L' appalto,già oggetto di una precedente gara erastato bloccato perché l' aggiudicazioneera stata fatta ad una ditta che poi non èrisultata in regola con le norme prevista

dalla legge. Tale gara aveva avuto luogonel settembre del 2012. Sono passati,ades-so, da allora, ben otto mesi e bisognaripartire da zero. Non è certo una bellacosa, soprattutto in un settore tanto deli-cato qual è, in questo periodo, la raccoltadei rifiuti solido urbani. Resta da chieder-

si, a questo punto, il perchè nessuna dittaha partecipato alla gara d'appalto. Acominciare da Locride Ambiente, struttu-ra a partecipazione pubblica che già stacurando la raccolta dei rifiuti a Siderno eLocri e che, probabilmente, ha trovatopoco confacente, dal punto di vista econo-mico, il capitolato d'appalto. Resta la noti-zia negativa della gara andata deserta e lalogica conseguenza che i tempi per l'avviodella raccolta differenziata si allunganoulteriormente. Con una spada diDamocle anche sul cospicuo finanzia-mento che rimarrà ancora inutilizzato alpari di tante altre somme stanziate per laLocride e ferme, come da tempo associa-zioni e cittadini vanno denunciando, perintoppi burocratici di ogni genere. Il tuttomentre alcune zone del territorio sonoancora in piena emergenza rifiuti malgra-do il superlavoro fatto nelle ultime setti-mane da Locride Ambiente.

Aristide Bava

Siderno La legalità è bella, e rende migliore la nostra collettività, ma occorre insegnarla e praticarla etrasmetterla quotidianamente, da parte di tutti, cittadini e istituzioni. La legalità, come lapartecipazione e il senso civico, non sono valori che si trasmettono con il DNA.. Occorre impegnarsi atrasmettere questi valori ai nostri figli alle nuove generazioni. Anche nella quotidianità, occorre spiegaregesti di illegalità, come parcheggiare sul marciapiede, circolare con le moto in piazza o buttare le carteper terra. Gesti che possono sembrare piccoli ma che sicuramente deturpano la nostra città.

Riscoprire “l’orgoglio sidernese”

Sviluppo Legalità e Sicurezza

ANTONIO TASSONE

"Intervengo sulla questionerelativa al passaggio indiscrimi-nato dei camion che trasporta-no la spazzatura e la frazioneorganica separata in pieno cen-tro cittadino” . “E' grave che adoggi enormi e puzzolenticamion (neanche dotati dicopertura telonata) continuinoa passare tranquillamente sulCorso della Repubblica diSiderno incuranti del fatto checosì facendo si possa recarepregiudizio e nocumento aldecoro urbano”. “La segnala-zione è stata dal sottoscrittoreiterata nel tempo, adesso, allimite della sopportazione,sarebbe ora che le autorità pre-poste al controllo ed alla circo-lazione stradale del territorio sirendessero finalmente contodella situazione ed intervenis-sero concretamente per porrefine ad una vicenda anomalache induce i cittadini a pensareche le regole di civile conviven-za possano essere continua-mente ed impunemente viola-te”.

Sul passaggio deicamion chetrasportano rifiuti inpieno centro cittadino

Gara deserta: si allungano i tempiper l'attivazione della differenziata

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Da lontano vedo l’interessedi tanti nel proporre listepolitiche per le prossimeamministrative che si terran-no nei comuni della locride.La cosa mi dà pensiero.Eppure vedo impegnate sen-sibilità diverse e valorose, neipaesi. Passatemi il terminepaesi e non città, anche se sitratta di Locri, di Siderno.Non basta un diverso sostan-tivo per rendere diversa larealtà. Sono paesi di cui l’in-tera Nazione si è dimenticataormai da anni, e se si ricordasapete voi in quali casi e ter-mini. Ridicolo insistere anco-ra nel chiedere che sia laNazione a sollevare le sortidei nostri luoghi. Luoghi cheormai non esistono più real-mente. Sono territori dellamemoria, buoni per favole enostalgia. La guerra condottadall’intero “ghe pens mi” cul-turale della Nazione perabbattere ciò che di buono edi bello è esistito da noi, haraso al suolo case, strade,virtù, memorie e speranze.Le varie crisi, da noi suben-tranti e mai spente, hannofatto il resto.I giovani stannopagando il prezzo più alto diquesto processo distruttivo.Non hanno più dove andarea costruirsi un’esistenza,infatti dicono che voglionorestare a casa loro e camparecon i soldi di mamma e papào con la pensione dei nonni.Non sono mica scemi. Dalontano vedo l’interesse ditanti cittadini seri, a propor-si come affidabili ammini-stratori di territori di cui nonsi può essere affidabili ammi-nistratori. Non ci sono lecondizioni sufficienti pergestire decorosamente unanostra comunità. Il taglio deitrasferimenti statali agli enticomunali, unito alla difficoltàdi esigere il pagamento delletasse locali rende impossibileil governo della cosa pubbli-ca. Come chiedere, per altro,il pagamento di acqua, spaz-zatura, IMU e altre tasselocali a famiglie che hannodifficoltà evidenti ad arrivarea fine mese. Chi pretende di

governare realtà come lenostre, promettendo anchesolo un’amministrazione nor-male, fa un grave torto all’in-telligenza dei cittadini cheintende governare. Direi che,semplicemente, li prende ingiro, oppure è ottimista aqualunque costo. Eppure sitratta di professionisti valo-rosi. Non mi capacito pro-prio. Quale sarebbe la novitàmi chiedo. Fare le liste?Chiedere il votoentrando/disturbando ognicasa? Per promettere e direcosa? Da lontano non vedoproposte che spingano inavanti l’orologio della storiadei nostri territori. Le comu-nità nei momenti difficili siuniscono, si mettono insie-me, abbandonano particola-rità e recriminazioni, permeglio difendersi dalleavversità e rendere la propriavoce più forte. Da noi larealtà è talmente atomizzatache tentare riunire i cocci èinutile fatica. Locri eSiderno, il nucleo centraledella locride sono le più ato-mizzate. Niente liste politi-che locali, sono inefficaci,dannose, vecchie. Un retag-gio antico e, ormai, inutile,oltre che buffo. Puntare adun unico grande ente perriprogettare il futuro e farsopravvivere i propri cittadinicon dignità. Salvare così lescuole, il cuore culturale edeconomico di un popolo,dare una buona sanità con-servando quella che già esi-ste. Puntare sull’acqua, laraccolta differenziata, l’ener-gia alternativa, la vera ric-chezza presente dei territori.E’ necessaria questa visione.Non si possono fare passi inavanti scavando differenze epensando al passato.Rinunciate alle liste nei varicomuni, per uno scopo piùgrande: dare lavoro ai giova-ni, salvare le famiglie e, indefinitiva salvare i nostri ter-ritori. Essere visionari non èun male, è una necessità perraggiungere un bene superio-re. E’ megliere visionari cheniente. Non credete?

EMANUELA ALVARO

In attesa che le indagini avviate dopo la denunciapenale, all’indomani dell’’esclusione dalla competi-zione elettorale, arrivino a conclusione, costituitesi

in associazione, la lista “Obiettivo Locri” valuta iprossimi passi da compiere.In piena campagna elettorale loro stabiliranno a

quale delle due liste dare il proprio supporto, sotto-lineando che, il loro non sarà un voto “personale”,

ma collettivo. Con Dario Marando, TommasoRaschellà, Eliseo Sorbara, Ettore Muscolo, CamilloBruzzì e Livio Ravanese, impegnati a vario titolonell’associazione, dopo aver ribadito ciò che li haesclusi dalla competizione, si è parlato di futuro e

ELEZIONI AMMINISTRATIVE

La lista “ObiettivoLocri” valuta le prossime mosse

Locri: meglio visionari

L’EDITORIALE “In un paese normale, che non è Locri, a quest’ora ci sarebbe statamassima attenzione anche dai Media. Non è possibile che all’interno diun comune spariscano i documenti e che gli unici a denunciare il fattosiamo solo noi, che abbiamo subito il danno”.

KATIA CANDIDO

L’intervista odierna ha come ospiti il signor Domenico De Pino,proprietario di un’azienda, candidato nella Lista Civica “PattoCittadino”; la signora Maria Emilia Laura Crimeni, impiegata, can-

didata nella Lista Civica “Gioiosa Bene Comune” e il dott. ManlioSatriano, commercialista, candidato nella Lista Civica “ProgettoGrande Gioiosa”. Il colloquio verte sul tema della spesa dei citta-dini circa la fornitura e lo smaltimento delle acque. Ai tre rappre-sentanti politici viene chiesto di esprimere la loro strategia per la

risoluzione del problema. Maria Emilia Laura Crimeni, parte dallapremessa, forse ovvia ma non scontata che l’acqua sia un benecomune, che è un diritto per il cittadino poterne usufruire e quin-di forte della sua esperienza nel sociale afferma di combattere, inprimis, la privatizzazione del servizio. Dopo aver fornito alcuni dati

a proposito del disavanzo di circa 1.200 metri cubi tra l’acqua ero-gata e quella realmente fatturata, evidenzia l’inevitabile conse-guenza che molti soggetti usufruiscono del servizio ma senza con-tatore. Per cui, oltre ad essere contraria al dovere pagare l’acqua inquanto tale, lei punta molto sulla “riduzione dei costi all’essenzia-le” “ridurre perdite e sprechi”. Non meno importante risulta esse-re il problema della dispersione. Altro punto cardine della politicadel suo schieramento è il controllo chimico, in special modo circasui metalli pesanti, oggi vige il sistema di depurazione consortile,che secondo la sig. Crimeni andrebbe meglio gestito comeandrebbero ridotte all’essenziale le spese onde evitare di gravaresul cittadino. Il secondo intervento è a cura del dott. Manlio Satriano, il qualepartendo da una pressa storica inerente alla precedente legislatu-ra, che lo aveva già visto parte attiva sul problema della fornituradell’acqua, si sofferma molto sul duplice aspetto del problema:evasione e spreco. Necessitano a suo dire delle riforme leali e dei

Gioiosa Ionica: a colloquio con gli altri tre candidati delle Liste Civiche

Basta con gli sprechi!

MARIA ANTONELLA GOZZI

L’operazione verità base da cui ripartire«Da cittadina mi sento di dover porre l’at-tenzione su quelli che sono stati gli errorifatti a danno della dignità del cittadino stes-so. Avverto la sfiducia e la consapevolezzache, lottare per sostenere la propria città,diventa sempre più arduo, quasi utopistico,nello stesso momento in cui puntualmenteviene disattesa la soddisfazione di quelli chesono gli interessi minimi di una comunità. Misoffermo sull’abuso fatto negli anni passatinel generare nel cittadino la convinzione chetutto si sarebbe risolto o quanto meno, cisarebbe stata la propensione verso la solu-zione dei problemi relativi ai servizi essen-ziali per un paese come Locri. Riferendomial mondo giovanile senza, però, abusarne,perché i giovani non possono essere “convo-cati” all’occorrenza e strumentalizzati, pensosi debba avere maggiore riguardo, perché cisi trova di fronte a persone in fase di forma-zione, prima di tutto della coscienza sociale epoi di quella politica. Da giovane avvocatoho cognizione delle difficoltà che si incontra-no nel mondo del lavoro. Credo che siaimportante aprirsi con loro con formule didialogo fattivo, rafforzandoli per non caderein quelle facili logiche del do ut des, è affer-mo questo come se parlassi di me». «Parlo ancora una volta da cittadina.

Affinché la situazione possa migliorare, ipunti fondamentali da cui partire sono laserietà e la presa d’atto della condizioneattuale che, però, non può esimerci dal pren-dere in considera-zione le istanzedei cittadini. Lasituazione delComune di Locriè al collasso, l’o-perazione veritàcompiuta dallaprecedente ammi-nistrazione non èche la base dallaquale procedere.Per la prima voltaalmeno vi è chia-rezza. Il Piano dirientro se appro-vato ci imporrà diprocedere concoscienza e inmodo scrupoloso,cercando comunque di non dimenticare che,per il bene di Locri, è importante daresegnale della presenza con una pur minimaattività programmatica, corredata da ideeconcrete e realizzabili».

1Quali gli erroridel passato che

hanno condotto Locriin questa situazione di

empasse?

2Quale il primo“intervento” da

intraprendere, se eletti,per ovviare alla difficilesituazione economica

dell’Ente?

LE DOMANDE

di Vincenzo Carrozza

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del peso che la loro compagine in qualche modo avrànegli equilibri politici ed amministrativi locresi. «In attesa di capire come andrà a finire, noi intanto cisiamo costituiti in associazione, “Obiettivo Locri”. Nonnascondiamo che il risultato più importante sarebbearrivare all’annullamento delle elezioni. In un paesenormale, che non è Locri, a quest’ora ci sarebbe statamassima attenzione anche dai Media. Non è possibileche all’interno di un comune spariscano i documenti eche gli unici a denunciare il fatto siamo solo noi, cheabbiamo subito il danno. Gli uffici in autotutela avreb-bero dovuto procedere con una denuncia. E poi no riu-sciamo a capire come una vicenda così sia stata sminui-ta. Locri è un paese anormale, non ci sono altre spiega-zioni, perché per molto meno si vedono “articoloni” sututti i giornali. Per la vicenda gli articoli ci sono stati, masolo quelli sollecitati da noi. Non si sarebbe procedutocon una denuncia penale se non fossimo stati convintidi ciò che è accaduto. La nostra lista ha fatto paura aqualcuno, una lista fatta bene, molto rappresentativaper la città».I componenti dell’associazione continueranno la batta-glia legale per la riammissione della lista alla competi-zione, o per far invalidare le elezioni. «Stando allasituazione odierna, con la partecipazione esclusivadelle due liste, la nostra associazione sceglierà chiappoggiare all’unanimità, un voto condiviso a favore di

una piuttosto che l’atra lista, se non addirittura versoun unico o massimo due candidati». Ribadiscono la loro compattezza, nonostante l’etero-geneità politica, esponenti del circolo del Pd, esponen-ti del Pdl, dell’Udc, fino ad alcuni di estrema destra.«Ci arrivano avance dal punto di vista personale, mastanno facendo un errore. Non hanno capito che noi inquesto momento non pensiamo come singoli, ma comeassociazione. Quello che notiamo non una lotta tra ledue liste, ma all’interno delle liste per la preferenza,per noi un modo sbagliato di procedere. A questopunto non hanno senso i cento voti che gli può dareuno di noi, ma quelli complessivi». Il loro voto dipenderà anche dalla validità dei program-mi proposti che, ad ogni riunione, minuziosamenteanalizzano e più in generale la loro intenzione è quelladi dare risposte alle persone, arrivando a proporresoluzioni valide per i problemi della città. «Conosciamo bene la situazione economico – finanzia-ria ed è importante che ci sia massima collaborazione,quello che avverrà da qui a breve, sarà un problema ditutti». In conclusione Dario Marando, ricorda che «se la listafosse stata in corsa io sarei stato l’unico a non essereparte in causa tra quelli che hanno già amministrato e,di fatto, fallito. Una chance in più per poter essere cre-dibile».

Dopo la denuncia penale, in attesa di capire come si concluderanno le indagini, con la speranzadella riammissione alle elezioni o megliol’annullamento delle stesse.

sistemi drastici per risolvere il problema alla radice ossia “lotta aifurbi e agli evasori”. Una politica di informazione e di moralizza-zione verso i cittadini che , a suo dire , nel passato già aveva datoi suoi frutti. I dati che Manlio Satriano ci ha descritto è di un paga-tore contro quattro evasori e ovviamente il carico economico siriversa sui pochi che continuano a pagare. Questi ladri, che spes-so passano per furbi, sono il risultato di una cattiva condotta mora-le, per cui l’obiettivo, secondo Lui, è quello di educare il cittadinoall’idea del pagare questo servizio , riducendo a zero i costi perrisanare la situazione. Ove possibile bisognerebbe ricercare unaproduzione di acqua dalle sorgenti del paese stesso, tanto dapagare solo il servizio di distribuzione. Molto realisticamente eglicrede che sia impossibile creare una nuova rete idrica o in pompedi sollevamento. Bisogna quindi insistere sulla autoproduzione diacqua da parte del comune onde pagare solo i servizi. Infine il signor Domenico De Pino, conferisce un’importanza prio-ritaria al problema delle risorse idriche. Considerando tutto il siste-

ma non idoneo dal punto di vista strutturale, facilita l’insorgenza diguasti e determina il paradosso di bollette salate da un lato e scar-si servizi dall’altro. La risoluzione potrebbe trovarsi nella “raccoltad’acqua a caduta”, operazione complessa ma fattibile a detta delcandidato e dei tecnici che sono stati consultati i quali avrebberoindividuato falde acquifere e acqua di raccolta a cui aggiungere unnuovo sistema di tubature nuova. Oggi ci si rifà a pozzi di pom-paggio delle acque del torrente Torbido, controllate certamentedall’ASL, ma che hanno di certo una qualità minore di quelle pro-venienti dall’eventuale acqua di montagna. In questo modo, eglisostiene, non si escluderebbe il servizio della SORICAL , comun-que essenziale nei periodi estivi ove cala la disponibilità idrica maaumentano i consumi.Alla fine si potrebbero abbassare i costi divenendo, dopo la fase diammortizzamento delle spese per i lavori, a costo zero. Si giunge-rebbe così in tempi relativamente brevi ad aumentare il servizio emigliorare la qualità.

ANNA SOFIA

Capire gli errori e riparare per tempo«Io credo che la politica non sia mai immu-ne da errori. Un’azione amministrativa puòavere momenti di incertezza. E’ fisiologico. L’importante è capire e ripa-rare per tempo. Francamente e lealmentedico che mi sono decisa a candidarmi, quan-do ho ritenuto di poter offrire il mio contri-buto con idee dirette alla individuazione diconcrete prospettive di crescita, evitandoparallelismi e, soprattutto, giudizi contro. Si rischia di entrare in personalismi che nonfanno bene e che impediscono serenità inun impegno che io spero vivamente di potersvolgere. Non penso, quindi, al passato, maa ciò che io posso fare. Non mi candido contro qualcuno,ma per unprogetto che deve guardare al futuro prossi-mo e lontano. La mia e’ una precisa assun-zione di responsabilità. Desidero specificarlo». «Il problema è serio ed è comune, anche seciò non mi consola, a tante amministrazioni.Credo che sul punto non ci possano esserevisioni distanti tra tutti noi competitori. Perquanto ci riguarda, serve sicuramente unimpegno il più’ possibile immediato e incisi-vo, che non può prescindere da valutazioni

tecnico- contabili, che faremo non appenaavremo,come spero e penso, la legittimazio-ne popolare. Non a caso il programma del nostro candi-dato a SindacoG i o v a n n iCalabrese, chetutti noi condi-vidiamo, preve-de la realizza-zione di unatask - force cheaffronti subito ilproblema . Iosono assoluta-mente certache si possa rea-lizza un tavolopermanente divalutazione e dimonitoraggiocostante delled i n a m i c h efinanziarie e sociali, al fine di scegliere ilmetodo più utile e più indolore possibile. Isacrifici siamo pronti a farli, ma c’e’ modo emodo».

PINO MAMMOLITI

Un errore nel 2006 votare Macrì /Calabrese«L’errore più grande del passato l’hanno fatto icittadini di Locri quando nel 2006 decisero divotare Francesco Macrì e Giovanni Calabrese.Ora hanno la possibilità di redimersi, evitandodi rifare lo stesso errore. L’accusa strumental-mente ricorrente nei confronti dell’amministra-zione Lombardo di aver abbandonato la città èsolo una bassezza. Lombardo ha analizzato con-sapevolmente all’atto della candidatura, lasituazione dell’Ente, per la quale si aspettava ditrovare dei “buchi” a livello finanziario, ma nonuna voragine provocata dalla scellerata gestionedi Macrì e Calabrese. L’amministrazioneLombardo non ha avuto fortuna, perché allalegge relativa al Fondo di rotazione città comeLocri hanno potuto aderire solo dopo un mesedalle dimissioni, cosa che avrebbe favorito lapermanenza dell’amministrazione guidata daLombardo. Della situazione finanziaria ancora,secondo me, non si ha una visione globale, c’èmolto sommerso che, con accertamenti da partedella magistratura, la quale mi auguro sia soler-te e non subisca il fascino della politica, deveancora venire fuori». «Noi ci auguriamo di poter lavorare per Locridai banchi della maggioranza, ma in generalequello che possiamo fare per la nostra città,indipendentemente dal percorso tracciato dallaCorte dei conti e dal commissario prefettizio

Crea, è un progetto di ricostruzione economico- finanziario, predisponendo tutto il necessarioper allargare la platea dei contribuenti. C’èun’enorme evasione fiscale che colpisce chi i tri-buti li paga rego-larmente. Per laquestione del callcenter, anchequesta strumenta-lizzata, ma difatto centrale, ilcandidato a sin-daco Calabrese,nell’ipotesi in cuidovesse esserescelto dai cittadi-ni, inevitabilmen-te ad un certopunto si troverà adoversi costituireparte civile controse stesso. Su que-sto è bene che icittadini rifletta-no. E’ chiaro che si dovrà anche innescare unprocesso di defiscalizzazione a favore dei com-mercianti, così come vorrei che la parte nuovadel cimitero venisse realizzata con tombe tutteuguali».

ALFONSO PASSAFARO

Programmare per rendere Locri vivibile«Io non parlerei di errori del passato perché eraun altro modo di gestire gli Enti pubblici, c’era ladisponibilità di molti più fondi. Negli ultimi annitutto è stato rivoluzionato e ancora degli altri ce nevorranno per assestarsi. Oggi le amministrazioni sidevono gestire con quello che sostanzialmentericavano dai propri bilanci. Un tempo la prassi eradiversa, hanno ed abbiamo gestito per come ticonsentiva la legge. Un esempio è la gestione deibilanci nei quali, per farli quadrare, si inserivanoresidui passivi quando già si sapeva che molti diquei debiti non si sarebbero mai incassati, questola dice lunga sul differente approccio. Alla finecredo che non si siano fatti grandi errori e i soldisono stati spesi per costruire strade e fornire servi-zi a Locri. Tutto oggi è cambiato come nel priva-to così nel pubblico e con quello che si riesce adincassare ci si deve gestire. Io ritengo che Locri cela possa fare tranquillamente con il Piano di rien-tro e con quanto incasserà dai tributi, senza, però,tartassare i cittadini. Sono della teoria che con lepersone ci deve essere un continuo confronto eaccordo su ciò che si decide di fare per il benedella Città». «Programmare e rendere Locri vivibile da tutti ipunti di vista, dare la possibilità ai cittadini di dila-zionare l’eventuale debito, in considerazione dellacrisi che stiamo vivendo. Certo la prima cosa èquella di ridare decoro alla città. Ci dovremmo

occupare dell’ordinario, ma poi questo dovràcamminare in modo autonomo e l’attenzionepolitica dovrà concentrarsi sul futuro, portando lacittà ad alti livelli. Abbiamo dentro e fuori la listapersone che hannovoglia di dare unamano per Locri,professionisti che,indipendentemen-te dal ruolo faran-no la propria parte.Un ringraziamentova a tutti perchésono vicini a questalista civica, moltoequilibrata, donnee uomini chevanno oltre il possi-bile assessorato.Anche da consi-gliere si può dareuna grande mano edi questo ne siamoconsapevoli tutti.L’obiettivo è quello di risanare le finanze, ma nonci piangeremo addosso e le feste a Locri, tanto cri-ticate in passato, nonostante tutto e con l’aiuto diimprenditori locali si faranno, se possibile anche dipiù».

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LaGerenza...

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la RivieraRegistrazione Tribunale diLocri (RC)n. 1 del 19/06/1998R.O.C. n°11602 del 02/11/98Questo periodico è associato all’Unione Stampa PeriodicaItaliana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri

RUBRICHE

Loqui e sproloqui di Filomena CataldoMessagi nel tempo di Daniela Ferraro

COLLABORATORIAnna Laura Tringali, Mara Rechichi,Franco Crinò, Nicodemo Barillaro,Giuseppe Gangemi, Mimmo Romeo,Giuseppe Fiorenza, Franco Parrello,Franco Blefari,

Direttore responsabile: PASQUINO CRUPIIn redazione: ELEONORA ARAGONA, DOMENICO MACRÌ, ILARIA AMMENDOLIA, MASSIMO PETRUNGARO, KATIA CANDIDO, NINO SIGILLI.Editorialista: ILARIO AMMENDOLIAResponsabile sport: ANTONIO TASSONEArt Director: PAOLA D’ORSA

Grafica: EUGENIO FIMOGNARI

Gli Stati Uniti oggi sono un modello poli-tico-istituzionale e dai molti sono visticome la reincarnazione della democra-zia ateniese dell’età di Pericle, in formapiù elevata. In questo contesto il capola-voro di A. De Tocqueville, La democra-zia in America, scritto tra gli anni 1831-1832, riacquista una importanza senzaprecedenti. Questo classico della lettera-tura politica dell’Ottocento rimane unapietra miliare per comprendere lo spiritodei pellegrini fondatori del Nuovomondo. Di quelle ricche riflessioni redat-te tra il 1831-1832 riportiamo qualcheconcetto da applicare alla nostra realtà.Per esempio la politica come serviziooppure una burocrazia efficiente.Vediamo che cosa ci dice in meritoTocqueville: «[Burocrazia, n.d.r.] inAmerica poiché gli uomini restano alpotere pochissimo tempo, […]per torna-re subito a confondersi con la folla ano-nima che cambia anch’essa ogni giornodi aspetto, gli atti che la società lascianospesso tracce minori degli atti di famiglia.L’amministrazione pubblica è orale e tra-dizionale. […] i soli documenti storicisono i giornali». Vero è che l’amministra-zione senza nesso tra passato e presentenon diviene mai una scienza, altrettantovero però è che da noi un impiegatodello Stato molto spesso ha preso il postopadre, figuriamoci per le professioni libe-rali: notai, medici, avvocati,magistrati,professori universitari, giornalisti. Tutticonvengono che bisogna liberalizzarlema nessuno (vuole) riesce a riformarle.Staremo a vedere… Noi vorremmo inol-

tre che il sistema di cooptazione dei qua-dri della burocrazia fosse concorsuale emeritocratico piuttosto che assistere adun feudalesimo restio a morire: spinta-rella o segnalazione (forma più pudicadella raccomandazione). Vorremmoinoltre che le nomine dei superburocratioppure dei managers di Stato oppure deidirettori sanitari non ricalcassero la logi-ca della spartizione (manuale Cencelli), esi prendesse come esempio gli Stati unitioppure altre realtà europee avanzate.Vorremmo infine vedere uno staff ammi-nistrativo che non sia appannaggio deiparenti diretti. Per quanto riguarda la politica nel verosenso del termine vorrei ricordare chesiamo nati con Andreotti, qualche gior-no ha reso l’anima a Dio, ci sono venu-ti i capelli bianchi ed è uscito dalla scenaper morte naturale. Lo abbiamo visto intutte le stagioni e in tutte le salse. Paceall’anima sua. Sarà stato un grande stati-sta; sarà stato sicuramente un protagoni-sta indiscusso della prima Repubblica;un uomo che ha incarnato il potere nellesue accezioni più crude facendo da mae-stro persino a Machiavelli, tuttavia, ed èla cosa più incresciosa, è che Giulio lo èstato unitamente ad altri: E. Berlinguer,G. Paietta, B. Craxi, Ugo la Malfa,Fanfani, M. d’Alema, G. Fini, W.Veltroni. Li abbiamo sempre visti nell’a-gone politico, mentre personalità comeKennedy, Johnson, Nixon, Ford, Carter,Reagan, Bush una volta espletato il loromandato sono ritornati alle loro profes-sioni. Queste realtà le riscontriamo

anche altrove ma non Italia. È un difettodi sistema? Può darsi, perché al di làdell’Oceano “la democrazia porta conti-nuamente uomini nuovi nella direzionedello stato anche se vi si riscontra pocoordine e poca continuità nell’azionegovernativa”. Comunque oggi qualchesegnale in questa direzione c’è, anche sec’è molto da fare. Ci dobbiamo accon-tentare del dell’ottogenario Giorgio conl’augurio che la vecchiezza porti la sag-gezza.Due ultime note sulla democrazia: 1) la tirannia della maggioranza. 2) l’invidia: «non bisogna nascondereche le istituzioni democratiche sviluppa-no in altissimo grado negli uomini il sen-timento dell’invidia e non tanto perchéoffrono ad ognuno i mezzi per eguagliar-si agli altri, ma perché vengono continua-mente meno a chi l’impiega». Le istitu-zioni democratiche risvegliano e lusinga-no il desiderio di eguaglianza senzapoterla mai soddisfare del tutto. E chiu-diamo questo nostro discorso con Pascal:«L’eguaglianza che si vuole raggiungeresfugge sempre in quanto è abbastanzavicina per farsi conoscere ed abbastanzalontana per non farsi raggiungere». È questa l’invidia di cui parla Silvio?E ancora: se fossimo negli Stati Unitiavremmo risolto da tempo il conflittod’interesse, (rimosso?) ed avremmo sicu-ramente risolto il più che ventennaleconflitto tra i più rilevanti poteri delloStato(Silvio e magistratura) per lasciarespazio ai veri problemi che attanaglianola nostra società.

Domenico Angilleta

NOTE E SCHERMAGLIE

ROCCAFORTE/1

Scioglimento senza mafia

Risponde il direttore

Le anime morte seppelliranno le anime rosse?

Caro Direttore,Finalmente qualcosa che mi hafatto venire la pelle d’oca. I festeg-giamenti del I Maggio a Bova, chemeraviglia! Vedere sventolare leBandiere Rosse sotto le notemusicali dell’InternazionaleSocialista, che poesia! Tornare asentire l’inno dei lavoratori, final-mente in qualcuno si è svegliatoquel pensiero ideologico dellalotta per la speranza e al riscattoha ricordato i lavoratori in lotta abraccetto Comunisti e SocialistiUniti per vincere la bestia feroceche si è instaurata in Calabria enell’Italia tutta. La parola “Politica” una voltasignificava ideale, fede, sacrificio esoprattutto onestà e trasparenza.Oggi c’è la politica del malaffaredel chi ruba di più senza vergogna.Non è vero che non ci sono animein fermento compreso un settan-tenne come me oppure giovaniche vorrebbero cambiare questo

stato di cose. Manca l’organizza-zione, il richiamo di un campanel-lo che ci indica che è l’ora di sve-gliarsi e riprendere la lotta controi nemici di sempre: la Destra retri-va, ladri e faccendieri che sinascondono dietro lo scudo ditanti partiti. Speriamo che rinascal’orgoglio di gridare ancora unavolta W il Comunismo di Gramsci

e di Berlinguer, W il Socialismo diMatteotti, S. Pertini e G. Mancini.Grazie direttore per questomomento magico che hai voluto esaputo regalarci; grazie alla Sez.del P.C.I. di Bova che ha organiz-zato la festa del I Maggio.

Corrado Armocida Gioiosa Ionica

La democrazia in America di Alexis de Tocqueville

Conosco da tantissimi anni Corrado Armocida, pittoredel popolo. Grande pittore, ancorché privo di quellanotorietà che è il criterio sgangherato per riconosceregrandezza. Ma lo conosco soprattutto non come il tessera-to d'un partito, ma come il fedele d'una idea d'uguaglian-za per la quale valeva e vale ancora la pena di battersi.Bova Marina, che non ammaina le bandiere del PrimoMaggio, ha fatto balzare il suo cuore e anche il mio.Sicuro, sempre più sicuro, nonostante l'oggi immondo,che il futuro ha un cuore antico.

ERCOLE NUCERA

Poco più di due anni fa, il comune diRoccaforte del Greco è stato sciolto ed ilMinistero degli Interni ha inviato deiCommissari prefettizi per amministrare ilComune. Pur tuttavia, le ragioni, poste abase dello scioglimento, non hanno pernulla convinto il Paese e gli hanno fatto sor-gere la domanda del perché di tante fasicommissariali. Difatti, l’Amministrazioneche ho avuto l’onore di guidare, pur avendoconti in ordine (al momento l’insediamentodei Commissari il bilancio era in attivo), puressendo stata un’ottima amministrazione,che ha realizzato varie opere pubbliche e haportato importanti iniziative culturali ed erarappresentata da persone competenti e one-ste è stata sciolta.Di rilevante importanza, non risulta alcunatto Amministrativo del Comune diRoccaforte del Greco che sia stato oggettodi inchieste giudiziarie oppure dichiaratoillegittimo. Ciò nonostante, il Comune diRoccaforte del Greco è stato sciolto percondizionamento mafioso. L’elemento poli-tico sconvolgente è che il tutto sia avvenutonella totale indifferenza della classe politicareggina e calabrese, che ha usufruito sempredi consensi elettorali da parte dei cittadini diRoccaforte del Greco. Infatti, nessun rap-presentante politico si è interessato al feno-

meno che ha colpito, non solo Roccafortedel Greco, ma l’intera area Grecanica, resoevidente con lo scioglimento di quasi tutti icomuni ricadenti in questa area. Sbaglia, chisottovaluta il fenomeno, perché in quell’a-rea, con tutti gli scioglimenti, si è determina-ta un’emergenza istituzionale che non è dipoco conto e che va discussa in sede di par-lamentare con urgenza. In quell’area, c’è inatto una sospensione della democrazia. Lademocrazia ha abdicato alla tecnocrazia, macosì ha abdicato la politica. Credo sia oppor-tuno che le forze politiche riflettano a fondosulle ragioni effettive e profonde che giusti-ficano quello che è avvenuto in quell’area.E soprattutto riflettano se non è arrivata

Non solo pubblichiamo- quasi inte-gralmente - il documento dellasegreteria del Partito dei Comunistiitaliani di Polistena, ma plaudiamoall’iniziativa dell’Amministrazionecomunale che concretamente, cioènei limiti consentiti dal bilancio, vaincontro con fatti e non con parolea frammenti dei bisogni generali deigiovani polistenesi. I quali per primi

respingeranno le logomachie deidottori sapienti all’opposizioneverde che giocano al poker dove ilrilancio è di moda e d’azzardo. Mala serietà in politica è la proporzionetra la realtà e le cose possibili dafarsi per diminuirne la pesantezza.

Disoccupazione a livelli record,esodati, mancanza di fondi per la

POLISTENA

Assegno disopravvivenza per igiovani disoccupati. Se250 euro vi sembranopochi. O sono sempremeglio di niente?

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la RivieraHANNO COLLABORATO

Francesco Laddarina,Giuseppe Patamia, ,BrunoGemelli, Carmelo Carabetta,Antonio Cormaci, GiulioRomeo, Sara Caccamo,Giuseppe Fiorenza, DanieleMangiola.

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COPERTINE

DOMENICA 19 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 21

ROCCAFORTE/2

PASQUINO CRUPI

Ercole Nucera la cui famiglia era povera eonesta, prima ancora di conquistare un quasiimpossibile diploma - scendeva dalla monta-gna di Roccaforte - s’era fatto notare per ilsuo impegno nella lotta politica paesana nellefila del Partito Socialista Italiano di cui in que-sti ultimi anni incresciosi e indecenti era dive-nuto segretario regionale. Ma aveva già avutomodo di dare il suo contributo d’intelligenzae d’azione nella CGIL dove aveva ricopertoruoli importanti. Nel 2006, dopo la elezionedell’avv. Giuseppe Morabito a Presidentedella Provincia,

Caro m’è ’l sonno, e più l’esser di sasso,mentre che ’l danno e la vergogna dura;non veder, non sentir m’è gran ventura;però non mi destar, deh, parla basso.

Ercole Nucera viene nominato assessore allaP.I. con delega per le minoranze linguistiche.Si torna a votare a Roccaforte, suo paesenatale, dopo due scioglimenti per mafia e, pertogliergli la maschera di ferro, lui, che è unmeridionalista convinto e pervicace, si candi-da a sindaco. Vince la battaglia elettorale.Nomina una giunta ragguardevole sotto ilprofilo dell’etica e della certezza professiona-le. Nel febbraio del 2011, dando grande riso-nanza il quotidiano della Lega, “la Padania”,il Consiglio comunale è sciolto per mafia.L’unico giornale a insorgere fu “la Riviera”.Da qualche giorno Ercole Nucera è ritorna-to con la lettera che pubblichiamo sull’affaireRoccaforte, sottolineando un punto davverocruciale, e cioè che lo scioglimento “ sia avve-nuto nella totale indifferenza della classe poli-

tica reggina e calabrese, che ha usufruito sem-pre di consensi elettorali da parte dei cittadinidi Roccaforte del Greco”. La denuncia è tar-diva, ma non gliene faccio carico. Gli rimpro-vero, però, di lasciare nel vago e nel genericola sua denuncia che, chiamando in causa laclasse politica in quanto tale, finisce con il sot-trarla ad ogni responsabilità e ad ogni identi-ficazione. E, dunque, nel caso di Roccaforte,Ercole Nucera avrebbe dovuto dire che ilprimo a tacere- e tacere non doveva- è statol’ex presidente avv. Giuseppe Morabito. Ilquale, come ha taciuto su Ercole Nucera, hapoi taciuto su Rocco Agrippo, suo assessoreprovinciale, e su Costantino, suo vicepresi-dente: tutt’e due finiti in carcere. Son questevestali del silenzio, che corrodono l’alberodella democrazia sotto le cui ombre continua-no a riposare e a mietere, se non allori, postidi comando. Tersite a fronte di questi perden-ti parola, ove non si tratti d’alzare l’elogiosperticato delle toghe e delle divise, è unesempio altissimo di sovrumano coraggio.

POSTA PER GIUSEPPE RAFFA

Gentile Presidente,Ella mi perdonerà il modo infor-male di rivolgermi a Lei.Certamente ricorderà che tra ildicembre 2008 e gennaio 2009Caulonia è stata sconvolta da unalluvione che ha colpito - in misu-ra minore - altri paesi dellaCalabria. In seguito a numerosi edocumentati incontri con laRegione Calabria e con i respon-sabili della protezione civilenazionale, tra cui il dottorBertolaso, Caulonia ha avutostanziati circa un milione di europer la costruzione delle barrieresoffolte che avrebbero dovutoproteggere la spiaggia. Enteattuatore avrebbe dovuto esserela Provincia di Reggio Calabria. Come forse Ella sa, da circa unanno non sono più sindaco e dellebarriere soffolte non ho sentitopiù parlare. Sarebbe un vero pec-cato che la somma stanziata sismarrisse nei meandri della buro-crazia regionale. Sono sicuro cheElla non lo consentirà. In una let-tera a parte Le vorrei parlaredella necessità di dar corso allacostruzione dell’Istituto agrario,così come sarà necessaria unadiscussione sui lavori fatti sulgreto del torrente Allaro. Nonora, non vorrei approfittare dellasua pazienza.Caulonia in questo momento haproblemi seri. Penso all’acquaarsenico. Non è mia abitudinerendere note le cose fatte. Peresempio pochi sanno che neldecreto “mille proroghe”,approntato nel dicembre scorsodal governo Monti, erainclusa la somma neces-saria per risolvere ilproblema dell’acquaall’arsenico diCaulonia. Decretoche non è statoapprovato solo per-ché è caduto quelgoverno. Avrò mododi dire chi ha propo-sto tale intervento ecome si è arrivati atale proposta algoverno nazionale.Anche in politica imuli da lavoro si distin-guono dai cavalli daparata.Mi mortifica, come citta-dino di Caulonia, il fattoche su un problema seriocome l’acqua all’arsenicoil mio Paese dimostril’assoluta pochezza ditanta parte della sua“classe politica” che uti-lizza un fiume di parolee una valanga di dema-gogia per nasconderel’incapacità di produrrefatti concreti. L’ amministrazionecomunale che ho presie-

duto ha impostato il progetto del-l’acqua per caduta e aveva ricevu-to, nel mese di marzo del 2010, unprimo decreto regionale pernovecentomila euro. Decreto maiperfezionato dal successivo gover-no regionale.Signor Presidente, io ho un belricordo del Consiglio Provincialedi Reggio dove fui eletto nonancora trentenne. Pur essendostato rigorosamente all’opposizio-ne, non potrò ma dimenticare ladisponibilità degli amministratoridel tempo che hanno consentitoche si realizzassero nel mio Paeseparecchie opere anche estranee aicompiti di Istituto. Penso all’asfal-to della strada per Strano, alprimo asfalto della strada Amusa,la zona verde di Caulona Marina,alla strada per Popelli, al campet-to da palla a volo. Né potrò maidimenticare il sostegno avuto allamia proposta tesa ad ottenerel’ardua provincializzazione dellastrada per Campoli.Altri tempi, signor Presidente.Tempi di duri scontri ideali e diintensa amicizia e rispetto perso-nale tra uomini leali che avevanouna concezione alta della politicae del Paese.Era piuttosto difficile allora cheemergessero come “protagonisti”della vita politica persone chedopo più di qualche decennio diimpegno “politico” non hanno

realizzato nulla di materialeo immateriale né per il loroPaese, né per la loro gente.Nulla, anzi zero assoluto!Signor Presidente, io non

l’ho votata, ho votato il can-didato del mio partito

perché la lealtà e lacoerenza sono valoriimportanti che distin-guono il politico dalpoliticante d’accat-to. Pur non avendo-la votata sono sicu-ro che Ella saràall’altezza delle

migliori tradizionedella nostra Provincia

e questo che auguro aLei e a tutti noi.Come Ella sa, io nonricopro alcun incariconé istituzionale, né di

partito. Cerco di restareappartato ed in silenzioper quanto riguarda lavita amministrativa diCaulonia. Sono sorpresodel timore che suscita lamia silenziosa presenza inalcuni politicanti di paese.In fondo hanno la mia com-prensione perché i pollinon possono aspirare adiventare aquile.Mi scusi le trasgressioni, un

caro salutoIlario Ammendolia

Le necessità di Cauloniaperse tra demagogia e paroleLe vestali del silenzio

l’ora di ritornare ad esercitare il ruolo che laCostituzione attribuisce alle OrganizzazioniPolitiche. Ma è anche giusto che rifletta ilpaese di Roccaforte sulle cause di tanti scio-glimenti e dopo mesi di Commissariamentoche non ha ancora indicato una strada e nonha dato un indirizzo su quale deve essere l’i-potesi di governo del paese. Tanto è vero chei rappresentanti dello Stato non hanno maipresentato un bilancio sociale del loro lavoroe soprattutto a conclusione del loro mandatonon hanno fornito una linea politica e ammi-nistrativa quale modello educativo per un’a-zione di trasparenza che era l’obiettivo dellaloro iniziale azione straordinaria. Ancora piùgrave, recentemente, un collaboratore inte-grato e nominato dalla CommissioneStraordinaria su indicazione della Prefetturadi Reggio Calabria per adempimenti funzio-nali, è stato oggetto di una procedura penaledi natura mafiosa. È bene che il paese sidomandi se è opportuno andare a votare esoprattutto si domandi se è opportuno anda-re a votare per una lista composta tutta dapersone sconosciute che vorrebbero proporsicome amministratori e non si sa quali siano levere ragioni che hanno suggerito l’idea diquesta lista al governo del paese.È possibile che il paese di Roccaforte nonpossa esprimere liberamente i suoi ammini-stratori, non possa scegliere all’interno delpaese il nome del Sindaco e dei consigliericomunali? È giusto fare di tutta l’erba unfascio? Se ci sono dei pochi alberi ammalati ègiusto che sia tagliato l’intero bosco? Lademocrazia, non si ristabilisce, buttando viainsieme con l’acqua putrida anche il bambino.La democrazia si difende con il principiodella responsabilità personale e con l’allarga-mento delle possibilità di scelta da parte del-l’elettore. Da venti anni stiamo agendo all’op-posto. Siamo arrivati all’oligarchia. Stiamoattenti perché l’oligarchia è l’anticamera dellatirannide. Chi è stato l’ispiratore della listapresentata per le prossime elezioni? È possi-bile che a Roccaforte il paese del partigianoMarco Perpiglia si debba votare per una listadel Movimento Sociale (MSI)?

cassa integrazione, sono questi iproblemi principali degli Italiani,mentre Berlusconi ed i suoi amici sipreoccupano solamente di togliereuna tassa iniqua, l’IMU, che lorostessi hanno inserito.In una tale condizione difficile c’èchi, ancora una volta si distingue.L’Amministrazione ComunalePopolare di Polistena, a guidacomunista, dopo aver abbattutol’IMU sulla prima casa, si schieraancora una volta dalla parte dellepersone meno abbienti istituendol’assegno di sopravvivenza. I giova-ni Polistenesi, tra i 18 ed i 29 anni,senza occupazione, senza reddito eche vivono in un nucleo familiaredove tutti risultano disoccupati,potranno accedere ad un sostegnomensile, fino alla fine del 2015, trai 50 ed i 250 euro.Un altro risultato eccezionale, rag-giunto da questa Amministrazione,se si pensa ai numerosi tagli che icomuni hanno subito in questianni. Con tutti i tagli subiti,l’Amministrazione ComunalePopolare di Polistena continua,non solo mantiene i servizi socialisugli stessi livelli del periodo prece-dente alla crisi economica ma,come in questo caso, cerca di veni-re incontro ai nostri giovani concit-tadini più sfortunati dando loro unaiuto economico concreto.

Dobbiamo altresì evidenziare,ancora una volta, come le forzepolitiche all’opposizione, invece diappoggiare questo straordinarioprovvedimento volutodall’Amministrazione Comunale,stiano facendo di tutto per smonta-re l’iniziativa. I farraginosi ragiona-menti che, in questi giorni, stiamoleggendo su pubblici manifesti eche abbiamo ascoltato nell’ultimoConsiglio Comunale, dove l’oppo-sizione non ha votato, testimonianol’inconsistenza e la pochezza delragionamento politico di queste“forze” politiche di pseudo-sini-stra. Il Partito dei Comunisti Italiani diPolistena saluta e appoggia conorgoglio questa ennesima iniziativapromossa dall’AmministrazioneComunale Popolare di Polistenaatta a salvaguardare i giovani e leclassi più disagiate della nostracittà. I giovani sono il futuro delnostro paese e, le forze politicheserie e lungimiranti, non possonoche cercare in tutti i modi daredelle prospettive ai giovani. Avanticon i Comunisti Italiani e avanticon l’Amministrazione Comunaledi Polistena a difesa dei diritti fon-damentali dei cittadini.

Partito dei Comunisti ItalianiSezione “A.Gramsci” - Polistena

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SPORT

DOMENICA 19 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 23

MASSIMO PETRUNGARO

Mai come quest’anno, il vero mercato saràquello riguardante gli allenatori. DaStramaccioni a Mancini, da Mourinho adAncelotti, passando per Conte e Mazzarri,oggi nessuno può dire con certezza chi alle-nerà chi, tranne forse per lo Special One, chepare essersi accordato con la sua ex squadra,il Chelsea del patron russo Abramovich. Lesettimane che seguiranno saranno farcite didichiarazioni in cui sentiremo e leggeremotutto e il contrario di tutto. Ma proviamo afare il punto della situazione. La trama èabbastanza ingarbugliata, sia per quantoriguarda la nostra serie A che il restod’Europa. Chi non è certo di restare al pro-prio posto il prossimo anno, ma per motividiametralmente opposti, sono Stramaccionie Mazzarri. Il tecnico romano di SanGiovanni in più di un’occasione è stato pub-blicamente confermato da Moratti. Bisognacapire, naturalmente, quanto di vero c’ènelle parole del numero uno nerazzurro.Credo che il presidente dell’Inter sia con duecuori: da una parte c’è la voglia di continua-re con la scelta dello scorso marzo, da lui for-temente voluta. Si tratterrebbe di dar segui-

to ad un progetto di ringiovanimento auspi-cato dallo stesso Moratti e soprattutto con-tinuare con la politica di austerity in linea colfar play finanziario. Ad oggi in corso VittorioEmanuele, c’è una forte componente chevuol dare una seconda chance aStramaccioni, troppo funesta questo cam-pionato - senza tralasciare gli errori del tec-nico – per poterlo giudicare. Una cosa ècerta, dovesse restare sulla panchina neraz-zurra, Strama a Natale, considerando che

non giocherà le coppe, dovrà almeno lottareper il terzo posto,altrimenti sarà esonero.D’altro canto, Moratti vorrebbe dare unennesimo scossone all’ambiente e puntaresu Mazzarri, o su uomini Inter stileMihajlovic o Zenga. Detto di Mazzarri, iltecnico livornese è sul punto di lasciareNapoli. La sua esperienza sulla panchinapartenopea pare essersi chiusa. L’allenatoreha bisogno di nuovi stimoli e forse nonsaranno i ponti d’oro di De Laurentis a con-vincerlo. Per lui ci sono l’Inter appunto, masoprattutto la Roma, anche se non è daescludere la pista che porta all’estero, alMalaga. A proposito di Malaga, l’attuale tec-nico Pellegrini, prenderà il posto di Mancinial Manchester City. L’esonero del tecnicojesino era nell’aria, fatale gli è stata la scon-fitta in FA Cup contro il Wigan. A questopunto, per l’ex tecnico nerazzurro si aprireb-bero le porte del Paris Saint Germain.Niente male per il Mancio, dai milioni dellosceicco di Manchester a quelli dello sceiccoparigino. E il buon Carletto Ancelotti? AMadrid, per il dopo Mourinho e puntare condecisione alla decima Coppa Campioni,impresa fallita dal tecnico portoghese. Ma cisono ancora alcune tessere da sistemare.

L’asse portante è sulla linea Napoli –Inghilterra. Perché se è quasi certo cheMazzarri lascerà la panchina partenopea afine anno, chi al suo posto? È delle ultimeore l’indiscrezione secondo la quale,Mourinho che si accaserà come detto alChelsea, spingerebbe l’attuale tecnico deiBlues, Rafa Benitez proprio all’ombra delVesuvio. E Antonio Conte e MassimilianoAllegri possono dormire sonni tranquilli?Dipende. Il tecnico salentino potrebbe parti-

re, anche se sarebbe un suicidio per l’am-biente bianconero. L’allenatore fresco cam-pione d’Italia ha chiesto garanzie per il futu-ro, che tradotto, significa forti investimentiper puntare con forza alla prossimaChampions league. Conte vorrebbe unapunta da venti gol con esperienza internazio-nale, un paio di esterni e un difensore.Qualcosa certo arriverà, bisogna vedere sesoddisferanno l’appetito del mister, maritengo che al di là di tutto, Antonio Conteresterà alla guida della Juventus, salvo cla-morosi colpi di scena (Paris Saint Germain).La situazione di Allegri è diversa. Tutto sicu-ramente dipende dalla conquista del terzoposto. Se fallisce va via, se centra l’obiettivoal 99% resta. Tengo uno spiraglio apertoall’addio, perché bisogna sempre fare i conticon gli umori calcistici di Berlusconi. IlCavaliere, mai convinto appieno dell’attualetecnico, vorrebbe come allenatore un grandeex rossonero: Van Basten, Rijkaard oSeedorf. E a questo punto Allegri? AllaRoma, se Mazzarri non dovesse sposare lacausa giallorossa. E per non farci/farvi man-care nulla, occhio a Guidolin, in orbita Intere Napoli. E che si aprano le danze.

Valzer di panchineSERIE A

I tifosi juventini hanno festeggiato lo scudetto riversandosi per lestrade di Gioiosa e di Marina di Gioiosa dando vita a caroselli diclacson, colorando di bianconero le principali arterie del com-prensorio. I festeggiamenti hanno avuto come epicentro PiazzaZaleuco di Marina di Gioiosa Jonica, laddove lo Juventus Clubcittadino ha organizzato una serata di festa con musica e ani-mazione fino a tarda sera. Una manifestazione che corona l'otti-mo lavoro dello Juventus club di Gioiosa Marina, divenuto datempo il più attivo di tutto il comprensorio, con i suoi soci chehanno preso parte alle più importanti trasferte della squadrabianconera, sia in campionato che in Champions League.

Marina di Gioiosa epicentrodella festa juventina

Nella splendida cornice del "MeditteraneoSporting Club" di Siderno, moderna strutturapolivalente realizzata dai fratelli Recupero, saba-to 11 e domenica 12 maggio si è svolto uno stagedi aggiornamento dal titolo "Allenamento edorganizzazione tattica nel calcio moderno", rivol-to agli allenatori, sia di prima squadra sia di setto-re giovanile organizzato dall'A.S. Fossa dei Leoniin collaborazione con l'AIAC Calabria e laDelegazione Distrettuale LND di Locri. Relatoredi eccezione è stato Mister Fabio Micarelli, alle-natore in seconda di Mister Marco Giampaolo inSerie A con Ascoli, Cagliari, Catania e Siena.Alla manifestazione sono intervenuti Carmelo

Barbaro, delegato distrettuale della LND diLocri, Raffaele Pilato Presidente AIAC Calabria,Mimmo Romeo Presidente A.S. Fossa dei Leoni,Francesco Romeo Istruttore A.S. Fossa dei Leonie Martino Recupero responsabile della strutturache ha ospitato l'evento. Trenta sono stati i corsi-sti venuti dalle diverse Province calabresi chehanno preso parte alle tre sessioni di lavoro distri-buite tra parte teorica in aula ed esercitazioni pra-tiche sul campo. Per le esercitazioni sul campoMister Micarelli si è avvalso della collaborazionedei giovani atleti della Fossa dei Leoni compli-mentandosi per la loro preparazione e capacitàtecniche

Fossa dei Leoni:stage con Micarelli

Daniele Prestia portiere di sicuraaffidabilità ed esperienza, è statouno dei protagonisti della salvezzadel Mammola nella stagioneappena conclusasi di secondacategoria. Prestia alla sua terzastagione nella compagine violanon nasconde la sua amarezza pernon avere raggiunto in questa sta-gione l'obbiettivo che la società siera prefissato quello di un pron-to ritorno in prima categoria. Ilnumero uno del Mammola calcioè molto legato all'ambiente mam-molese ed è pronto a rimanercianche per il prossimo campiona-to. “ Ringrazio tutta la società delMammola per avermi sempredato fiducia in questi anni ho cer-cato di ricambiarla impegnandomifino in fondo. Sono molto dispia-ciuto che in questa stagione tantecose non sono girate per il versogiusto, troppi alti e bassi e tanti glierrori commessi che non ci hanno

permesso di ottenere un piazza-mento utile per poter ritornaresubito in prima categoria perchécredo che Mammola lo meritiampiamente. A Mammola misono trovato veramente benespero tanto rimanerci anche per ilprossimo campionato al momento

non conosco quali siano le ideedella società per il futuro”. Cosa secondo lei e' mancato inquesta stagione al mammola cal-cio ?“Siamo partiti veramente moltobene siamo stati in testa per diver-se settimana , poi non siamo riu-

sciti a fare gruppo e ci siamo com-pletamente disuniti . Questo èstato uno dei motivi del nostrocrollo, anche se è mancato l'impe-gno di diversi giocatori che avreb-bero dovuto fare in questa catego-ria la differenza Mi dispiace tantoper il la società che ha investitotantissimo per cercare di raggiun-gere l'obbiettivo del pronto ritor-no in prima categoria mi auguroche il tutto avvenga il prossimoanno”.Il futuro di Prestia ?“Spero sia ancora nel Mammolaio sono a disposizione dellasocietà. In questi anni ho cono-sciuto gente veramente straordi-naria che mi è stata molto vicina,mi auguro che il Progetto avviatodalla nuova società continui e cheio possa dare il mio contributoaffinché la squadra raggiungagrandi obbiettivi”

Nicodemo Barillaro

Mammola: intervista al portiere Daniele Prestia

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Parlandodi...

SPORT

SPORT PROMOZIONE

Dopo una stagione sem-pre ai vertici della classifi-ca del girone F di TerzaCategoria calabrese, iragazzi del PresidenteGianpiero Taverniti, gui-dati magistralmente daltecnico di grande compe-tenza e esperienza RegoloSalvatore coadiuvato nelsettore atletico dal sem-pre preparato GigiBaldari, nella finale play-off disputata al Bosco-Lombardo, s'impongonocon il minimo scarto por-tando al sicuro l'obiettivoprefissato con la massimatranquillita', rischiandosolo in un'occasione, maavendo avuto a disposi-zione almeno altre trechiare occasioni per rad-doppiare. Partiti congrande concentrazione edeterminazione, i ragazzidi Mister Regolo, hannofatto subito capire che l'o-biettivo doveva essereraggiunto e cosi e' stato,grande merito a questiragazzi che hanno giocatoper il gusto del calcio eper la maglia del loropaese. In questa bellafesta vanno ricordati tuttii dirigenti del sodaliziobiancazzurro, a partiredai due vice presidentiAndrea Siciliano eVincenzo Leotta, che nelloro lavoro hanno dato

grande supporto, insiemealla dirigenza assortitache soggettivamente conle proprie competenze hadato forza alla società, daFrancesco Treccosti ener-gico dirigente molto pas-sionale verso i colori, iltaciturno Ilario Ierace cheha dato molto pepe nellalogistica degli spostamen-ti , il grande segretario -cassiere GiovanniMottola, come al solitooperativo e morbosaman-te legato a questa squadrae a questo progetto, intutto questo team nonpoteva mancare AlfonsoTaverniti, sempre vicinoha dato un grande sup-porto morale, seguendocianche in trasferte lontanee decisive....in questo con-

testo va citato il nostrocarissimo Raco Vincenzo,l'uomo che della penna edella ricerca sul web hadato indicazioni ed hacorrisposto informazionisulla nostra squadra, infi-ne non per ordine d'im-portanza aggiungiamo ilnostro magazziniere deirecord il “mitico“Salvatore Leotta. Daorgoglioso rappresentan-te della squadra del miopaese, Concedetemi unpensiero finale doveroso,è stata una stagione posi-tiva che al primo anno ciha premiati dopo tantolavoro e abnegazione,tutti uniti nella massimacoesione sportiva e socia-le, vorremmo ringrazia-re tutti gli sponsor che ci

hanno fattivamente soste-nuto e tutti i tifosi che cihanno fortemente incita-to, proiettandoci verso lavera unione sportiva, inuna festa coindivisa dicaroselli per tutto il terri-torio del nostro comunein una festa nella piu bellae commovente felicità diun paese che in una parti-ta di calcio, per tre ore ètornato a gioire attraversolo sport dei suoi grandiragazzi....alla fine ilmosaico vincente è statoconquistato ed al fiancodel bel Drago c' è incasto-nata una bella tessera dalcolore azzurro sulla qualec'è disegnato un bel2...come SECONDACATEGORIA.

l.r.

È finito dopo 120 minuti a Rende il sognodel Roccella di poter continuare il sognodella serie D. Una partita sfortunata nellaquale gli amaranto hanno pagato a caroprezzo alcuni errori difensivi.Complimenti comunque alla compagineroccellese che soprattutto dopo l’avventoalla guida tecnica di mister Ferraro ha ina-nellato una serie impressionante di risul-tati utili consecutivi portandola alla finaleregionale play-off di Rende. Il rammaricoè tanto ma il Roccella è uscito dal campoa testa alta dopo aver dato tutto. Intanto,mercoledì a Gela, contro i locali

dell’Atletico, è finita con una vittoria delRoccella la partita di andata degli ottavi difinale della fase nazionale del campionatojuniores. Amaranto che sono partiti subi-to forte ed al 3’ minuto hanno segnato ilgol con Trimboli che ben servito da Iencosi è presentato solo davanti a Migliore e loha battuto con un perfetto tiro in diagona-le. Al 43’ arriva il pareggio dei padroni dicasa palla sulla sinistra per Tuccio chesalta un avversario e supera Belcastro conun gran tiro. La seconda frazione vede ilRoccella rendersi subito pericoloso, al 10’arriva la rete che decide l’incontro

Belcastro serve centralmente Villella chedopo aver saltato Migliore deposita nellaporta vuota. Trovata la rete del vantaggioil Roccella ha provato ad amministrare ilrisultato e nei minuti finali si rende perico-loso con una conclusione di Khanfri para-ta da Migliore. Roccella dunque che hafatto sua la partita di andata e che ieri al“Ninetto Muscolo” ha avuto la possibilitàdi conquistare il passaggio alla fase suc-cessiva. Ricordiamo, infine, la composi-zione degli otto gironi delle squadre chepartecipano alla fase finale nazionalejunores:

GIRONE A Citta di Baveno 1908 –Vado – Vincente LombardiGIRONE B Arco – Brixen - ManzaneseGIRONE C Vincente Emilia Romagna– Vittorio Falmec S.M. ColleGIRONE D Firenze Ovest- San SistoGIRONE E Nuova Tor Tre Teste –Taloro GavaiGIRONE F Grottammare 1899 – VastoMarina – Vincente MoliseGIRONE G GR Valdiano – ManduriaSport – Progreditur MarcianiseGIRONE H Atletico Gela - Roccellawww.asroccella.it

In attesa della riunione organizzativa, chesi terra nei prossimi giorni fra tutti i com-ponenti della società giallorossa. A Marinadi Gioiosa prende ufficialmente corpo l'i-potesi di allargamento della società per lastagione 2013-2014 che vedrà la compagi-ne locridea impegnata nel prossimo cam-pionato di promozione. La parola d'ordinedella società in queste ore è “organizza-zione”, con un progetto che vedrà impe-gnate nuove figure societarie rispetto alloscorso anno, sia dal punto di vista econo-mico, sia da un punto di vista prettamenteorganizzativo. Con la riunione inoltre,saranno delineate le figure di ogni singolocomponente della società, in modo daavere appunto la massima organizzazioneper affrontare un campionato che richiedeprima di tutto pianificazione. Nei prossimigiorni, inoltre, la società giallorossadovrebbe trattare l'argomento allenatoresempre in bilico la posizione di GianniScigliano. L 'ex allenatore del Cauloniada più parte sembra indicato a dover gui-dare anche per la prossima stagione lacompagine giallorossa dopo l'ottimo lavo-ro compiuto; ma al momento la riconfer-

ma tarda ad arrivare .I prossimi giornisaranno decisive per capire se sarà ancoraScigliano a proseguire un progetto gial-lorosso che tanto bene ha fatto nel cam-pionato di promozione da poco terminatosfiorando per un soffio i play off . Dopoche risolverà la grana guida tecnica la diri-genza inizierà ad intavolare le prime trat-tative di mercato, partendo prima di tuttodalle tante riconferme dei pezzi pregiatiCarbone, Aquino, Raso ,Patrizio,Scattarreggia, Mesiti e capitan Ieraci maanche dei tanti under che hanno ben figu-rato passando successivamente ai nuoviinnesti, che saranno certamente un overper ogni reparto più ovviamente i fuoriquota, cercando di definire in manieraufficiale alcune trattative che sono stategià avviate ed attualmente lasciate instand-by per definire i quadri societari.Tanti i nomi altisonanti che ruotano attor-no alla società giallorossa, ma l'intenzionedi tutti è certamente quella di fare sceltemirate ed oculate, che possano si consenti-re al Marina di Gioiosa di ben figurareanche nel prossimo campionato.

N. B.

ECCELLENZA

Stand- by a M.di Gioiosa

MONASTERACE: I DRAGHETTI AZZURRICONQUISTANO LA SECONDA CATEGORIANEL LORO PRIMO ANNO DI VITA.

Roccella da “imitare”

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BIBLIOTECA MERIDIONALISTA

François Lenormant, un poeta sulla riva dello Jonio

Una (croni)storia della Calabria attraverso i “forestieri” di Giuseppe Fiorenza

L’opera del Lenormant rimane,secondo uno degli autori piùaccreditati di viaggi in meridio-ne, Attanasio Mozzillo, “ungrandioso monumento di dot-trina e di arte ed una lettura frale più utili, anzi fra le necessarie,per chi si disponga ad un intelli-gente viaggio in Calabria”1.Secondo lo stesso autore, unodei meriti di Lenormant è quel-lo di avere individuato benissi-mo “gli aspetti fondamentalidella varia mentalità calabrese,di una gente dalla storia lun-ghissima e complessa: il bizanti-nismo della Calabria jonica, ilcarattere italico, bruzio, roma-no e napoletano di Cosenza equello ellenico e neoellenico,nel basilianesimo provenientedalla Sicilia, di Reggio e di altricentri della Calabria meridiona-le2.Il Lenormant fu uno dei visita-tori più assidui e fedeli dello spi-rito calabrese, studioso e storicofinissimo e dottissimo, fu defini-to da Paolo Orsi archeologo piùdi biblioteca che del piccone.Egli si interessò non soltantodell’aspetto storico e archeolo-gico, ma anche dei problemieconomici e sociali, tra i quali lelotte agrarie, la viabilità, la mise-ria e l’emigrazione, tanto da riu-scire a dare un quadro comple-to delle condizioni della regio-ne. Non solo, ma le descrizionidei paesaggi lasciano senza fiatosia per la poesia delle rievoca-zioni, sia per la finezza dell’in-tensità letteraria che le pervade.D’altronde in un passo moltobello, lo stesso dice che:È questo il momento, pei turisti,

di scoprire le bellezze naturali diquest’ammirabile regione, che glistessi Italiani nonconoscono…L’ammirazione chei paesaggi delle Calabrie sveglie-ranno nei loro primi visitatori, netrarrà presto ben altri, ed io nondubito che in pochi anni questaregione, una delle più belledell’Europa meridionale, nondiventi una meta abituale diescursioni…)Ma vediamo ora nel dettaglioalcune stralci di ciò che abbia-mo sinteticamente illustrato:

In fondo alla vallata lasciamosulla destra, a un centinaio dimetri di distanza, una vasta chiu-sa di aranci e di altri alberi frutti-feri, perfettamente irrigua, di unavegetazione meravigliosa, circon-data da tutti i lati da rocce a piccobruciata dal sole e coperte da cac-tus, di agavi e aloe. Questa chiu-sa passa per una delle meravigliedei dintorni di Catanzaro; è uno

dei siti in cui si conducono i fore-stieri. La si chiama il Paradiso, etal nome è ben dato, perché è unvero paradiso di frescura e diridente vegetazione, una deliziosasolitudine, nella quale è possibilecredersi isolato dal resto delmondo.Molto esotico appare poi ladescrizione di una momento divita, comune in Calabria spessoalle fiumare, ma qui sorpresopresso una grande fontana,dove l’accostamento delledonne calabresi a quelle turcheè più un residuo intellettualeletterario che non realista:

Cominciamo a salire la monta-gna, alta cinquecento metri sullivello del mare, sul cui altipianoè posta la città di Monteleone. Aposta distanza dall’ingresso diesso incontriamo una grandefontana, dalle acque abbondanti

e limpide come cristallo. Gruppidi donne sono occupate ad attin-gervi dell’acqua o a raccogliere,all’approssimarsi della notte, labiancheria lavata e sciorinatadurante il giorno. È una scenamolto pittoresca e di un aspettosingolarmente orientale; perché ledonne di Monteleone hanno ilvelo bianco della testa (tovaglia)molto più ampio e più lungo chenon si adusi in nessun altro paesedella Calabria. Dalla parte poste-riore esso le avvolge completa-mente, e discende sino a mezzagamba; così dà loro, da tergo, lefattezze delle donne turche con loyashmak. (p. 110).Il lirismo che pervade il viaggiodi questo profondo osservatoreè evidente in molte parti maspecialmente in questa: Dal punto di vista pittoresco nonvi è più bella passeggiata di quelladel circuito della Ipponio greca.

Nulla di più stupendo del contra-sto dei due panorami di cui sigode, percorrendo le due creste,ovest e est, dell’altopiano. Da unlato vi è il mare che si estende aperdita d’occhio, e lo sguardosegue il litorale graziosamentearrotondato in emiciclo, al di làdei declivi che vi scendono coper-ti di giardini e sparsi di case bian-che. Dall’altro lato, la rupe, chelimita l’altopiano, è quasi a picco,e si distingue alla sua base, a 300metri al di sotto del livello in cui citroviamo, il villaggio diStefanaconi, a partire dal qualecomincia la pianura fortementeondulata, attraversata da milleburroni, che ha al centro la valledel Mèsima col suo alveo profon-do.Nessuna abitazione in vista; lestazioni delle ferrovie sono inpieno deserto, e ad una grandedistanza dai paesi ch’esse servo-

no. Di tratto in tratto, là dove ipendii sono meno scoscesi, doveil suolo forma dei piccoli altipianicoltivabili, torme di contadini,posti in fila, scavano la terra conla zappa per prepararla alla semi-na, sotto la direzione di un sorve-gliante a cavallo.

Non meno colorata e profondaè la descrizione dei contadinicalabresi, impegnati nel lavorodella terra.Essi hanno tutti il cappello acu-minato calabrese e i pantalonineri con grandi uose dello stessocolore; in generale hanno tolto laloro giacca per lavorare, ma lapiù parte portano lo schioppo conbandoliera, che noi vediamougualmente portato dai rari vian-danti, i quali, di quando in quan-do, appaiono cavalcando per lavia.Altri contadini, sparuti e bruciatidal sole, guidano dei bovi magricon delle grida acute, e cammi-nano dietro un rozzo aratro....Talvolta un branco di capre neree macilente si riposa all’ombradelle macchie di lentischi checoprono il fondo dei burroni, obruca sulla cresta delle collineun’erbetta rasa e mezzo bruciata.Il mandriano che le custodisce hal’aria selvaggia come la loro: conla pelle di montone o di capra git-tata sulle spalle, e la lunga vergasimile a quella del pastorale deinostri vescovi.Ma ancora più pregnanti epiene di commozioni sono lepagine dell’archeologo francesein cui esprime una forte solida-rietà e partecipazione, rilevan-do la miseria della gente e lanecessità di una riforma delregime proprietario ed agrariodel latifondoChi potrebbe mai credere che esi-stono in Europa, in un granderegno civilizzato, regioni in cui sipuò far sistemare i fossati dellepraterie paludose, non avendoche dei panieri per levarne lamelma, impiegando in luogodelle bestie da soma delle poveredonne, delle giovinette, dei fan-ciulli, letteralmente affogati sottoil fango che cola dai vimini malconnessi sulle loro teste e sulleloro vesti. È uno spettacolo dimiseria e di degradazione, al di làdel quale non si può andare, e delquale, quando se ne è stati spetta-tori, non è possibile cancellare ilricordo.

Giuseppe Fiorenza © 2013(30 – continua)

1 A. Mozzillo, Stranieri e italia-ni in Calabria nell’’800 e nel

primo ‘900, in Il Ponte, 19502 Ibidem

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Il Grande Viaggiatore ha individuato gli aspetti fondamentali della varia mentalità calabrese,di una gente dalla storia lunghissima e complessa: il bizantinismo della Calabria jonica, ilcarattere italico, bruzio, romano e napoletano di Cosenza e quello ellenico e neoellenico

Lenormant, François. - Archeologoe assiriologo (Parigi 1837 - ivi 1883);figlio di Charles, prof. allaBiblioteca Nazionale di Parigi; sioccupò anche di numismatica, e conle sue descrizioni delle antichitàdell’Italia meridionale (La Grande-Grèce, 1881-83; À travers l’Apulie etla Lucanie, 2 voll., 1883) fece cono-scere le ricchezze archeologiche diquelle regioni. Il suo nome è legatospecialmente ai suoi studî sulle anti-chità mesopotamiche; pubblicò testicuneiformi e iniziò lo studio dellalingua sumerica.Nel 1866 fu in Italia allo scopo distudiare le antichità della Lucania edella Puglia. Nel 1879 visitò laCalabria partendo da Taranto; nel1882 attraversò la Basilicata parten-do da Catanzaro con destinazioneNapoli. I suoi viaggi nel sud Italiasono descritti nei suoi reportage diviaggio, À travers l’Apulie et laLucanie[1] e La Grande Grèce[2].Quest’ultima opera ne ispirò alme-no altre due: By the Ionian Sea diGeorge Gissing[3] e Old Calabria diNorman Douglas[4]. Sia Gissing cheDouglas ripercorsero infatti lo stes-so itinerario di Lenormant, allaricerca dei luoghi e dei personaggidescritti dall’archeologo francese.

CHI È

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CULTURA E SOCIETÀ

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Nella suggestiva tenuta de “IlPalazzo” in scena l’atto unico“Adele” scritto da GiuseppinaTorregrossa. Una serata cultura-le organizzata dall’amministra-zione comunale di Locri, guida-ta dal commissario straordina-rio, Francesca Crea, che tantoha voluto si realizzasse. L’eventopresentato da Mara Rechichi siè reso omaggio alla scrittrice, laquale ha raccontato il suomondo fatto di storie, libri efemminismo, lo stesso che l’haspinta a diventare ginecologa.“Adele” è un testo teatrale, vin-citore di diversi premi, ispiratoda una storia vera, le cui emo-zioni, in modo diverso, maugualmente intenso sono staterese corpose e reali grazie allabravura delle attrici, GiuliaPalmisano ed EkaterinaCaroleo, protagoniste del corto-metraggio realizzato daBernardo Migliaccio Spina e,nel “giardino d’inverno”, dal-l’attrice Maria Pia Battaglia. Latenuta messa a disposizione dai

proprietari Annalia e NicolaCapogreco ha fatto il resto, ren-dendo tutto più suggestivo.Tanti i presenti alla serata, moltii rappresentanti istituzionali.Nel ringraziare i presenti, l’au-trice per aver accettato l’invito,il commissario straordinario haraccontato come da un suo desi-derio è nata l’idea della serata.«Posso dire che questo progettorealizzato stasera è nato dall’a-more per la cultura e dall’amoreper Locri, ma soprattutto è natodal gratuito impegno, dallagenerosità e dallo slancio deiproprietari della tenuta, dell’at-trice Maria Pia Battaglia, delregista Bernardo MigliaccioSpina, del designer PasqualeGiurleo e grazie alla preziosaOlga Carusetta». A terminedella serata il sindaco diPortigliola, Rocco Luglio haofferto un presente al commis-sario straordinario, ringrazian-dola del lavoro svolto per lacomunità.

E.Al.

“Essere autistici è un modo di essere.Anche se non è un modo normale la vitadelle persone con autismo puo’ esserefelice come quella di chiunque altro. Iotrovo senso e signficato nella mia vita enon desidero essere guarito da me stes-so..”(Marc Segar)Queste le parole di un ragazzo conautismo che rivendica il diritto ad unavita felice e alla diversità. Tale diritto,che dovrebbe essere garantito a tuttele forme di diversità in una societàmoderna e culturalmente avanzata, èstato sancito dalla “Carta dei dirittidelle persone con autismo” adottatadal Parlamento Europeo nel maggiodel 1996. Per dar voce a tutte le persone autisti-che una voce canterà per loro, quelladi Vincenzo Nizzardo, accompagnatoal pianoforte da Amelia Aguglia. Lospettacolo, organizzatodall’Associazione Prometeo-onlusSezione Locride, si terra’ il 24 Maggioalle 18.30 presso l’Aula Magnadell’Istituto G. Marconi di Siderno.L’evento ha lo scopo di diffondere laconoscenza della sindrome e, attraver-so la musica, sensibilizzare alla pro-blematica l’opinione pubblica e le isti-tuzioni. Rappresenta inoltre un’occa-sione per presentare la Sezione dellaLocride dell’Associazione Prometeo,recentemente costituita da operatoridel settore e genitori che insieme ope-rano con l’obiettivo di dar vita nel ter-ritorio ad una ad una struttura specia-lizzata in autismo per favorire l’inte-grazione scolastica e sociale e miglio-rare la qualità della vita dei soggetti edelle famiglie, le quali sono il più dellevolte sole ad affrontare il compito edu-cativo. Spesso vivono una situazione diestremo disagio per gli equivoci sullanatura dell’autismo e la scarsa disponi-bilità di servizi specializzati nel settore.L’Ass. Prometeo, costituita nel 2001opera in Calabria e in altre regioni nelsettore della formazione e del tratta-mento in autismo. Segue bambini,adolescenti e adulti attraverso perso-nale specializzato e operatori ABA.Organizza stages e corsi di formazione,eroga servizi domiciliari, effettuaparent-training e consulenze a struttu-re scolastiche e Centri in Calabria e inaltre regioni. Nella Locride l’Ass intra-prende il suo percorso con l’obiettivodi formare operatori e avviare unCentro che possa accogliere i bambini,adolescenti e adulti residenti nel terri-torio e supportare le famiglie nel diffi-cile compito educativo. L’evento rap-presenta un’occasione per presentarsiall’opinione pubblica e favorire un rap-porto di proficua collaborazione con irappresentanti delle Istituzioni scola-stiche e degli Enti locali.La speranza è che la voce di Nizzardotocchi le corde giuste e che possa vei-colare la voce delle persone con auti-smo.

Eleonora Iaria

L’UNLA di Bovalino è al nastro di par-tenza per l’organizzazione del 2°“Festival della Memoria edell’Identità” che sarà proposto nellaprima decade di agosto. “La motivazio-ne di un progetto culturale attraversoun “festival”, è stata e continua ad esse-re quella di consegnare non solo ainativi ma a tutte le persone, giovani edanziani, raggiungibili attraverso i mezzi

di comunicazione “profili” di bovaline-si che rappresentano la “Memoria”storica di un passato nobile incentratosul lavoro, la famiglia, l’onestà, l’impe-gno, il sacrificio”. Per il PresidenteNazionale dell’UNLA, Ente Morale,On.le Nino Gemelli si tratta “di unfestival dove la memoria diventa“identità” carica di “valori” per lanuova generazione: uomini e donne

responsabilmente artefici della rico-struzione di borghi, paesi e città intere,dalle macerie della guerra e delle cala-mità naturali (terremoto, alluvioni) eche hanno lasciato soprattutto unsegno tangibile della laboriosità, one-stà, passione nonché l’amore per i pro-pri figli e la propria terra, sacrificando-si per poter dare loro la possibilità difar parte della società civile. L’incontro

con i nativi diventa quindi un “festival-dedica” della riconoscenza, non comefatto di “ricordo” nostalgico di immagi-ni bensì un insieme dinamico di appar-tenenza e di profonda e consapevoleidentità; una “festa”, insomma, che vanella direzione della riscoperta dellenostre radici e dei valori, grazie allagenerazione dei nostri nonni e deinostri padri.

Presentato il Festival della Memoria

“Una voceper l’autismo”

Torregrossa e la suaAdele ospiti a LocriUna bella serataorganizzata dalcommissario straordinariodel comune di LocriFrancesca Crea al“giardino d’inverno”.Adeleè un testo teatrale, lecui emozioni, in mododiverso, sono state resecorpose e reali grazie allabravuradelle attriciprotagoniste delcortometraggio realizzatoda Bernardo MigliaccioSpina e, dall’attrice MariaPia Battaglia.

Giuseppina Torregrossa insieme al sidernese Enzo Gentile i titolari del “Palazzo” premiati dalla Crea La scrittice intervistata da Mara Rechichi

Premiazione di Pasquale Giurleo

Premiazione di ßRocco Luglio

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Giulio è un ragazzo molisano caduto neltragico gioco della tossicodipendenza.La sua avventurosa adolescenza èsegnata da una successione di eventi edrammi su cui domina il rassegnatomonito della nonna: “Se Giulio noncambia.” Una storia che decorre paral-lela ad un’altra lontana storia, quella diun ragazzo calabrese che costruisce ilproprio futuro in un’atmosfera profon-damente diversa. In questo parallelismoc’è la ricerca non tanto celata, anzidichiarata apertamente, di quali fattoriabbiano connotato le due così diversifi-cate culture e i loro destini. Uno sforzo,insomma, per capire i motivi di questaderiva generazionale di oggi. C’è oggi un profondo, diffuso desiderioche avvenga un cambiamento nelMondo. C’è una crisi economica dettatada un mercato senza regole, moltoattento all’esigenza di pochi e pocoall’indigenza di molti. C’è una crisi divalori legata ad una cultura dell’onnipo-tenza entro cui l’uomo assieme alla suafantasia di poter dominare tutto ritroval’angoscia dei suoi effettivi limiti. Infondo la droga è semplicemente la figliadi questa cultura positivista: il piacere aldi là e al di sopra degli eventi esistenzia-li. “Se il Mondo non cambia…” non èun’altra storia rispetto a “Se Giulio noncambia…”.Di questo tratta il libro di DomenicoBarbaro, psichiatra e psicoterapeuta,ma anche impegnato anche in politica enel sociale, in quanto si sentiva in dove-re di agire di fronte al dramma di tantigiovani tossicodipendenti. Non è uncaso infatti, se Barbaro considera lapolitica come al servizio del bene comu-ne, e perciò valore fondante di unasocietà più giusta e a dimensioneumana.Barbaro con il suo libro non è alla ricer-ca di un successo editoriale, egli tentasolo di lanciare un messaggio ai tantigiovani di oggi. Una storia che apredecisamente alla speranza. Il mondo èdavvero cambiato tanto in pochi decen-ni. Nella forza di questo cambiamento siannida forse provvidenzialmente la spe-ranza di aprirsi a un mondo nuovo in cuila scienza ed il progresso tecnologiconon rubino nulla al mondo dei senti-menti e delle emozioni. In un mondocosì laico e così inquieto mi sembra dav-vero autentica ed attuale la disperatainvocazione poetica di Giorgio Caproni:“-Dio di volontà, Dio onnipotente, cerca(sforzati), a furia d’insistere – almeno -d’esistere.”

ILARIA AMMENDOLIA

Non solo braccianti e conta-dini con le valigie di cartone,ma anche uomini di scienza edi cultura hanno lasciato laCalabria in cerca di fortuna,in terra di fortuna. È il caso diVincent Raschellà artista einventore nato a Caulonia,ma emigrato e morto nelNew Jersey perché “Nessunoè profeta nella propriapatria”.È merito di un ricercatore eappassionato dell’emigrazio-ne cauloniese, Enzo DiChiera se è stata riportata agalla la clamoroso storia delpioniere del volo. Di Chiera èriuscito in questa scopertagrazie anche alla collabora-zione di Pino Circosta e ladisponibilità di MariaRoccisano, la quale ha dedi-cato molto tempo a rispolve-rare documenti all’ufficioanagrafe.Chi nell’ultimo millennio hamai saputo dell’esistenza diVincent Raschellà? Nessuno.Eppure alla fine dell’800 aCaulonia era conosciuto echiamato “Vici u pacciu”.Spesso confiniamo nella paz-zia le cose che non compren-diamo. Infatti il pioniere,dopo aver studiato a Romapresso l’Accademia delleBelle Arti, fu costretto a rifu-giarsi in località Scrongi diCaulonia perché consideratodai suoi concittadini pazzo.

Fu proprio in quella collinache si dedicò ad incredibili espericolati esperimenti divolo.Non si tratta di un visionarioné di uno dei tanti dulcamaradel passato, la prova più evi-

dente ci viene fornita da unpubblico ed autorevole rico-noscimento sul primo tentati-vo di far volare una macchinavolante che lui stesso chiamò–Falco- ufficialmente avvenu-to il 25 settembre 1889. Data

memorabile. Infatti egli stes-so si raccontò in un’intervi-sta:«Il 25 settembre 1889,giorno del mio ventiseiesimocompleanno, ho fatto ilprimo volo con quest’appa-recchio, partendo dalla som-mità della balza usuale. Ilvolo è stato un vero successo,poiché coprii la distanza dicirca duecento metri ed atter-rai presso un grosso albero dialbicocche. Avrei potutovolare più lontano, ma illuogo dei miei esperi-menti era una colli-na di un fondo dimio padre, chia-mato Scrongi,ed il terrenocircostanteera inclinatoin modo taleche l’unicopunto su cui sipoteva atterra-re era lo spaziovicino all’albi-cocco. Dopo que-sta prima prova hofatto altri voli, alcunidei quali riuscirono veramen-te ottimi. Data la limitazionedello spazio a mia disposizio-ne, i miei voli di resistenzaconsistevano nel girare intor-no descrivendo piccoli cerchied in questo modo riuscii amantenermi in aria anche perquaranta minuti. Chiamai ilmio velivolo “Il Falco”».Tutto ciò lo sappiamo conassoluta certezza grazie alla

rivista scientifica “Scienceand Invention” che, nel 1931,si occupò del singolarissimocaso. Quindi senza nullatogliere al merito dei fratelliWright, non è arduo afferma-re che fu un calabrese, ilprimo a sperimentare inepoca moderna un apparec-chio in grado di alzarsi daterra e mantenersi sia pureper soli quaranta secondi.Come Cristoforo Colombo

gli furono rifiutati i fondidal Ministero della

Guerra e successi-vamente dallo

stesso ReV i t t o r i oEmanuele II.Quasi unpreludio chegli uomini dicultura e dis c i e n z a ,soprattutto

se meridionalinon avrebbero

avuto molta cre-dibilità in Italia.

Infatti VincentRaschellà ha dormito nel piùassoluto anonimato, anchenella sua patria d’origine peroltre un secolo. Oggi la suamemoria esce prepotente-mente dall’oblio e l’illustrecauloniese reclama un suoposto nella storia della scien-za e nell’albo d’oro dei cala-bresi di straordinario ingegnospesso dimenticati nella loroterra.

L’UNLA attraverso il Centro di Cultura perl’Educazione Permanente con il “Festival” vuole con-tinuare perciò a privilegiare soprattutto gli umili: ilcontadino, la casalinga, i “mastri” dell’argilla (arga-gnari), ciabattini, panettieri, commercianti, ristorato-ri, meccanici, fabbri, sarti, muratori, pescatori, barbie-ri, carbonai, maniscalchi, ecc., ma anche imprendito-ri, artisti, intellettuali, uomini di scuola, dipendenticomunali, provinciali, statali, rappresentanti delleForze dell’Ordine, della Marina, dell’AviazioneCivile e Militare, Esercito, tutti coloro insomma chehanno permesso alla nostra società di crescere, in unperiodo storico di grande povertà ma che hannoavuto il coraggio di restare saldamente legati al terri-torio, anche se emigrati, con la propria famiglia e chegrazie proprio a questo alto senso di cittadinanza

hanno consentito ai figli di aprirsi al mondo ed affer-marsi in tutti i campi in tutti i mestieri, a testa alta, nelnostro e in ogni Paese del mondo.“Il passato prossimo, ci dice il dott. Nicola LaBarbera, siamo noi che ci siamo abbeverati alla lorofonte, dormito su materassi di foglie di granturco sec-che o di crine, mangiato pane e olive, fichi secchi. Masiamo sempre noi, ancora a vivere il presente edabbiamo quindi il dovere di far conoscere ai nostrifigli le forti radici del passato e bere l’acqua dellamemoria utile a rafforzare i giovani virgulti, nati dairami dai quali cresce la nuova generazione”.“Riteniamo che la manifestazione sia un dovere eduna necessità per quest’epoca segnata dall’individua-lismo e dall’apparenza, da mani che non si tendono eda voci che ricalcano quella di una televisione che

idolatra l’immagine e spesso l’annulla dopo averlasfruttata e soggiogata ai propri fini economici crean-do“bisogni” effimeri, inutili, distruttivi della persona-lità.Bovalino, ha commentato il Dirigente del Centro, maanche tutto il Paese, deve reimparare a “chiamarsiper nome”, guardarsi, riconoscersi e non rinchiuder-si nel proprio ambiente o addirittura scappare dallapropria terra diventata troppo “aspra”, troppo matri-gna. Dobbiamo recuperare il tempo perduto ed infretta. Questa seconda edizione, pertanto, servirà a cemen-tare sentimenti di amore e di convivenza civile in uncrescendo di laboriosità e legalità nel segno fonda-mentale della famiglia”.

Domenico Agostini

Domenico Barbaro,psichiatra e psicoterapeuta di Platì

Se il mondo non cambia!Dalla tragica culturadell’onnipotenza ai valori salvificidella semplicità e della speranza

Vincent Raschellàuna storia dimenticata

Chi nell’ultimo millenino ha mai saputodell’esistenza di Vincent Raschellà?Nessuno.Eppure alla fine dell’800 a Caulonia eraconosciuto e chiamato “Vici u Pacciu”. Spessoconfiniamo nella pazzia le cose che noncomprendiamo

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«Quando rivolgi lo sguardo allatua vita, le più grandi gioie sono

quelle della famiglia.»(J.Brothers)

Mittiga vs Ammendolia

Riuniti dopo tantissimianni...che classe 3L!!!

Il sindacalista occupa sem-pre la poltrona più grande

Salavotore disse: «luce!»E la luce fu

Parlandodi...

Moschetta forever

Messaggi temponel di Daniela Ferraro

DOMENICA 19 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 30

Da Max, Michele e Lucaè tutto...a voi StrisciaLe forze dell’ordine

Il presidente della Ped alcuni amici sidernesi

A VOLTE RITORNANOSi pensava fosse solo unacittà leggendaria, accomu-nata al mito dell'anticaAtlantide…Heracleion(Thonis per gli Egiziani),dai sontuosi palazzi e dairilucenti edifici di culto,superba di monumenti edi altre sorprendenti bel-lezze da “Le mille e unanotte”, centro nevralgicodel commercio internazio-nale tra il Nilo e ilMediterraneo. E si dicevadi lei che fosse sprofonda-ta nel Mediterraneo (unmaremoto?) circa 1800anni fa, così come Ogigiaed Atlantide, ancoraincerte di reale esistenzacome di ubicazione…Maecco che, nell'anno 2000,l'Istituto europeo per l'ar-cheologia subacquea(IEASM), sotto la direzio-ne di Franck Goddio,opera l'incredibile scoper-ta. A circa 300 metri sotto

il livello del mare, in loca-lità Abukir (Alessandriad'Egitto), dal fondale sab-bioso cominciano ademergere manufatti d'ognitipo ascrivibili all'anticacittà: iscrizioni scolpitenella pietra, monete d'oro,gioielli, santuari, centinaiadi piccole statue di divi-nità egizie, un'enormescultura in pietra. È il dioHapi, personificazione delNilo, benevolo nellefeconde inondazioni nelbasso Egitto ma anche ira-scibile nelle sue pienecruente da gestire edincanalare con enormesudore. Il mondo moder-no “sprofonda”, quelloantico riemerge… Unmonito per il primo? Lericerche continuano, sem-pre più febbrili e paghe diulteriori, continue scoper-te, gli occhi del mondo suAbukir.

Ricordi d’annata

“Tuteliamo i diritti dei nostri figli”

“Comma tre” l’Associazione costituita daSimona Coluccio prende spunto dall’arti-colo della legge quadro per l’assistenza,l’integrazione sociale ed i diritti delle per-sone con handicap, la famosa 104 del 1992.L’articolo tre definisce le circostanze percui un soggetto viene definito “personahandicappata”. Il comma tre, nello specifi-co, identifica la “connotazione di gravità”,che si ha quando “la minorazione, singolao plurima, abbia ridotto l’autonomia per-

L’artista dellenavi in cartone

L’artista scultore dott. Franco Negrini. Nato a Castel Bolognese,Ravenna. L’artista sta lavorando ad una miniatura su cartone pressato,sta costruendo una nave. Lavora sempre con successo, ha vinto tantis-simi concorsi. Espone in galleria d’arte. Lo aveva chiamato perfinoGianfranco Magalli nella sua trasmissione “I fatti vostri”. Adesso vuolefarsi conoscere anche in Calabria. Tantissimi saluti a tutta la Calabria,Locri e Siderno. Saluti a tutti i parenti di Gerace e di Imola.

Tony White

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la Riviera

Saluti da Pino, Angelo e Toni Whyte,in particolare, un saluto a Mirella

Sexy Pino

Che vita da cani!!!

Leggendo Roberto Scarfò su “IntervisteRomane”ho avuto l’impressione di conoscerlo.Le canzoni e la musica che ho ascoltato mi hannosuggerito che si tratti di un grande artista e nellostesso tempo di un poeta che innaffia la sua artecon amore.È inutile tentare un’evoluzione ordinata nella suamusica, tutto però sembra un viaggio pieno difantasia, poggiato sulle note della sua chitarra che

suonando diffonde intorno gioia per la vita eduna speranza per il domani.Roberto dichiara in un’intervista: «nel mio san-gue c’è musica». Credo che sia vero. Infatti chiascolta le sue note non può non percepirle se noncome musica allo stato puro.Sappiamo che gli piace nuotare, guardare i gab-biani volare, ascoltare la voce del vento, sentiregli odori della campagna e della natura in genere.Probabilmente di tutte queste cose messe insiemelui è capace di farne una sintesi con la sua chitar-ra. Il suo viaggio è lungo, ma lui dice di non esse-re stanco. Ha iniziato il suo percorso anni fa,quando il suo desiderio era quello di fare l’inse-gnante di scienze motorie. Ed infatti si trasferì adUrbino per iscriversi all’Università, ma la suastrada prese un’altra direzione. Debuttò in unlocale grazie all’incoraggiamento di un caroamico, anch’egli cantante, il quale durante un suoconcerto invitò sul palco Roberto. Il cantautorenell’intervista dichiara a proposito: «il mio cuore,in quel momento, si trasformò in un gelato cheimmediatamente si scioglieva nel vivo sole deipassi lenti verso il palco, con la gola imbrattata dibirra, con l’emozione di quel mio primo concertofuori dalla stanza: il mio debutto».Roberto è ormai in carreggiata, adesso aspettia-mo con ansia le tante storie che ci dovrà far ascol-tare.

I. A.

«La vera amicizia non è schiava deltempo e dello spazio, la distanza

materiale non può separarci davve-ro dagli amici!» (R.Bach)

Un saluto da Franci,amico di Alfonso, Mariae Francesco Passafaro

presidente della Pica alcuni amici sidernesi

MUSICA

Roberto Scarfò: un cantastorie con la chitarra

Giovedi' 16, ancora una volta, a Roccella Jonica,gli studenti del liceo "Pietro Mazzone" si sonovoluti impegnare per la solidarietà. Per il secondoanno consecutivo e dopo il successo dell'iniziativadell'anno scorso, anche adesso i rappresentantid'istituto Salvatore Cirillo, Pierluigi Gerace eGiuseppe Belcastro hanno voluto, alle prese conl'esame di maturità, organizzare, con l'appoggiodella preside Maria Giuliana Fiaschè e dei com-pagni, un incontro sportivo di beneficienza; allostadio comunale "Ninetto Muscolo", infatti, glialunni dello scientifico hanno affrontato, amiche-volmente, quelli dell I.T.C. "G. Marconi" diSiderno. L'obiettivo delle squadre in campo èstato, anche quest'anno, sostenuto con passionedal dirigente scolastico sempre ben disposto,come i rappresentanti, a collaborare per la riusci-ta di iniziative benefiche che, come questa, pro-muovono la collaborazione tra giovani e l'inserir-si del mondo studentesco in quello tanto impor-tante delle persone bisognose, di raccoglierefondi che saranno devoluti alle associazioniCaritas locridee. Vivere nelle aule diventa quindi,ancora una volta, a Roccella, modo di distinguer-si nella costruzione di un società migliore e checoopera, spaziando tra la gioventù per guarire leferite della gente che ha più necessità e che vertein condizioni di vita spiacevoli e difficili, in unmomento tanto difficile per l'Italia. L'occasione èdi diventare migliori e crescere; innanzitutto

come persone e cittadini, accomunati da un sanoamore per il calcio, che unisce.Gabriele Sabbadini

LA PARTITA DEL CUORE

Il Liceo per la beneficenza a Roccella studenti impegnati per il sociale

DOMENICA 19 MAGGIO LA RIVIERA 31

Ricordi d’annata

Quando Pietro non c’è...gli amici sciallano!!!

sonale, in modo da rendere necessario unintervento assistenziale permanente e con-tinuativo. Inizia la sua battaglia nell’otto-bre del 2011, quando gli viene notificatauna circolare nella quale si leggeva che lafiglia non avrebbe più goduto del dirittoall’insegnante di sostegno. La lotta perMaria Pia dovrà trasformarsi in una lottaper tutti i bambini affetti da handicap chevivono sulla loro pelle, un diritto negato. IlPresidente dell’associazione ha messo a

ferro e fuoco l’intera regione Calabria conun grido arrivato fino in Parlamento. Starein un gruppo di auto mutuo aiuto sollecitala scoperta della propria ricchezza: perchéaiuta a scoprire abilità dimenticate oprima sconosciute, perché il gruppo scate-na ed esalta la creatività, la magia del daree la presa di coscienza dell’efficacia dellostare insieme. Ed ecco quindi che i membri dell’associa-zione Comma 3 hanno deciso di dar vita a

questo progetto che prevede la costituzio-ne di un Centro Diurno autogestito in cuiognuno dà, insegna e apprende vicende-volmente, aperto a tutti e praticamentegratuito. Nel gruppo ci si sente: “come in una fami-glia, dove tutti si aiutano”, perché “siamotutti sulla stessa barca” e questo rendedisponibili e caparbi nel sostenersi vicen-devolmente per raggiungere gli obiettiviche, di comune accordo, ci si è prefissati.

Frattanto, è pervenuta una lettera dal pre-sidente della Camera dei Deputati,Gianfranco Fini. Il rappresentante istitu-zionale, sensibilizzato dalla Coluccio sullagrave situazione di mancanza di insegnan-ti di sostegno, comunica che della questio-ne è stata investita la Commissione parla-mentare competente, “affinché i deputatiche ne fanno parte possano assumere leiniziative che ritengano opportune”.

K.C.

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