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19-05-25 RASSEGNA STAMPA 19-05-24 SOSTENIBILITÀ, QUALITÀ E INNOVAZIONE SONO LE CHIAVI PER COMPETERE SUI MERCATI Agrisole 19-05-24 MIPAAFT-PLASMON, INTESA SULLA SICUREZZA DEL CIBO PER L'INFANZIA Ansa 19-05-24 AIUTI DIRETTI E PROMOZIONE ESTERA, ALTRI 16 MILIARDI DI AIUTI STRAORDINARI AI FARMER USA Agrisole 19-05-24 ASSOSEMENTI CONFERMA GIUSEPPE CARLI ALLA PRESIDENZA, LUIGI FERRI RESTA VICE Agrisole 19-05-24 COLTURE PROTEICHE, L'UNIONE EUROPEA SI SCOPRE A SORPRESA (QUASI) AUTOSUFFICIENTE Agrisole 19-05-24 AFRICA- IL CLIMA CAMBIA, L'AGRICOLTURA ANCHE Agronotizie 19-05-25 TRUMP: ‘VIA LIBERA A HUAWEI NELLE TRATTATIVE COMMERCIALI’ Il Sole 24 Ore

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19-05-25RASSEGNASTAMPA19-05-24SOSTENIBILITÀ,QUALITÀEINNOVAZIONESONOLECHIAVIPERCOMPETERESUIMERCATIAgrisole19-05-24MIPAAFT-PLASMON,INTESASULLASICUREZZADELCIBOPERL'INFANZIAAnsa19-05-24AIUTIDIRETTIEPROMOZIONEESTERA,ALTRI16MILIARDIDIAIUTISTRAORDINARIAIFARMERUSAAgrisole19-05-24ASSOSEMENTICONFERMAGIUSEPPECARLIALLAPRESIDENZA,LUIGIFERRIRESTAVICEAgrisole19-05-24COLTUREPROTEICHE,L'UNIONEEUROPEASISCOPREASORPRESA(QUASI)AUTOSUFFICIENTEAgrisole19-05-24AFRICA-ILCLIMACAMBIA,L'AGRICOLTURAANCHEAgronotizie19-05-25TRUMP:‘VIALIBERAAHUAWEINELLETRATTATIVECOMMERCIALI’IlSole24Ore

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19-05-24

Sostenibilità,qualitàeinnovazionesonolechiavipercompeteresuimercati

Carlo Licciardi *

«Il ruolo dei cerealisti è fondamentale anche per la sicurezza alimentare, ma servono valutazioni scientifiche univoche e valide per tutti. Consumi in calo e guerra dei dazi le sfide immediate» Abbiamo scelto come temi della nostra assemblea nazionale l'analisi del trend agroalimentare dei consumatori e le nuove tecniche produttive perché vogliamo capire l'evoluzione del mercato e le nuove tendenze commerciali sempre più imperniate su sostenibilità e qualità. A questo proposito, con particolare riferimento a Ogm e glifosato, esistono parametri entro i quali sono consentiti, purtroppo spesso anche in contraddizione tra di loro, ed è positivo che la ricerca stia facendo passi avanti nella sperimentazione di prodotti alternativi sostenibili nella lotta alle erbe infestanti.Altro elemento importante è non perdere di vista ciò che accadrà nel lunghissimo periodo: nel 2050 il pianeta sarà popolato da 9 miliardi di persone e dovremo preoccuparci che tutte abbiano il necessario per nutrirsi. Certe tendenze, come l'attenzione agli Ogm e agli erbicidi chimici, sono più tipiche dei Paesi evoluti. Spesso si creano due mercati, perché altri Paesi non tengono conto di queste tendenze, sono più razionali nell'approccio con le valutazioni scientifiche ad esempio sugli Ogm. L'Europa non è più un'area particolarmente importante per Paesi produttori di cereali come le Americhe o il Mar Nero e rischia di restare isolata e di utilizzare materie prime che tolgono competitività rispetto ad altre aree internazionali. Altro esempio, la difformità nei limiti del glifosato: l'Europa è più restrittiva di tutti e a ciò possiamo aggiungere che l'Italia è ancor più severa su certi parametri sanitari. Da una parte ciò non può che farci piacere, dall'altra crea disparità commerciali dentro l'Ue stessa ed è un tema che dovrà essere affrontato cercando la maggiore uniformità possibile.

Il ruolo dei cerealisti per la sicurezza alimentare Dobbiamo essere in grado di mettere a disposizione più informazioni scientifiche possibili ed essere il più trasparenti possibili su ciò che viene importato, verificando la salubrità dei prodotti. In Italia i controlli sanitari vengono fatti seriamente. In questo modo il consumatore sarà aiutato a superare le diffidenze sui cereali importati. Il cerealista si colloca tra il trasformatore di materia prima in prodotti alimentari e il consumatore, quindi tra aspettative che possono anche essere contrastanti tra di loro.

«Così la guerra dei dazi condiziona i mercati» Il mercato è condizionato dalla guerra commerciale Usa-Cina, anche se la parte agricola è quella meno coinvolta. C'è quindi una certa volatilità legata all'attesa del superamento della guerra dei dazi. Contemporaneamente registriamo abbondanti scorte legate al rallentamento del ciclo economico e quindi a un calo dei consumi.

Le incognite meteo e il ritorno della volatilità C'era preoccupazione in Europa a causa della siccità, poi superata con l'arrivo della pioggia. Quindi ci aspettiamo buoni raccolti. Dobbiamo invece affrontare i problemi degli Usa alle prese con la stagione più piovosa da 130 anni a questa parte. Ci sono enormi difficoltà nella semina, che potrebbero portare alla riduzione dei raccolti di mais e soia, in particolare. C'è forte volatilità, non capiamo quanti danni potranno venire dalla guerra commerciale e dal maltempo in Usa. * Presidente Anacer, Associazione nazionale cerealisti

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Mipaaft-Plasmon,intesasullasicurezzadelciboperl'infanzia

Protocollo quinquennale, in arrivo marchio qualità certificata

(ANSA)-ROMA-DagliomogeneizzatidicarnediconiglioovitelloallattedelTrentino,dalrisoaibiscottisolubilicolgranodellaPuglia,"entrounannoil90%deiprodottiPlasmonavrannoingredientiprovenientidafiliereagricoleitaliane".LohaannunciatoFelipeDellaNegra,GeneralManagerdiPlasmon-KraftHeinzItalianelsottoscrivere,pressoilministerodellePoliticheagricoleealimentari,ilProtocollod'intesaprogrammaticatraMipaaftePlasmonfinalizzatoavalorizzarelasicurezzadeiprodottialimentariperl'infanzia.

Ilprotocollo,sottoscrittodalMinistroGianMarcoCentinaioedalGeneralmanagerdiPlasmon- KtaftHeinzItalia,FelipeDellaNegraDePaula,prevedeilrafforzamentodellefilierealimentariitalianeattraversol'utilizzodiun'bollo/marchiodiriconoscibilità'atuteladellaqualitàedellasicurezzadeiprodottialimentariperl'infanzia,lapromozionedellacorrettaalimentazioneeadozionedelladietamediterraneaneiprimi1000giornidivitadeibambinieladiffusionedibuonepratichedifilierachepossanovalorizzareladistintivitàdelMadeinItalysulmercatonazionaleedestero.

IlMipaaftePlasmonlavorerannoinsiemeall'entediricercaCreapersvilupparetecnologieutiliagarantirelosviluppodell'attivitàdiricercaecooperazionenelcampodell'agricolturadiprecisione,dellatracciabilità,dellasicurezzaalimentareanchecontecnologiablockchain.

"Conl'accordodioggi-hasottolineatoilministroCentinaio-andiamoasostenerelepolitichedifilierapergarantirelaqualità,lasicurezzaeirequisitinutritivideiprodottiagroalimentaridestinatiall'infanzia.GrazieanchealcoinvolgimentodelCreanelprotocolloPlasmon,metteremoadisposizionesistemiesoluzioniinnovativenelcampodellaricerca,dall'agricolturadiprecisioneallatracciabilitàanchecontecnologiablockchain.Vogliamotutelaresempredipiùiproduttorieiconsumatori.Quandopoiiconsumatorisonoibambini,garantirequalitàesicurezza,nonèpiùunasceltavirtuosamaunobbligo"haconcluso.IlProtocollod'IntesaavràunaduratadicinqueanniepotràessereprorogatodicomuneaccordomedianteattoscrittofraleParti.(ANSA).

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Africa:ilclimacambia,l'agricolturaanche

Comepotràcambiareilmodelloagricolodelcontinenteaseguitodeicambiamenticlimatici?L'intervistaaRodrigodeLapuerta,direttoredell'UfficiodirappresentanzadellaFaoconilBelgioel'UnioneeuropeaaBruxelles

diMatteoBernardelli

Rodrigo de Lapuerta è il direttore dell'Ufficio di rappresentanza della Fao con il Belgio e l'Unione europea a Bruxelles. A margine della Task force for rural Africa, uno dei programmi lanciati dalla Commissione Agricoltura dell'Ue, finalizzata a sostenere lo sviluppo dell'Africa rurale con il supporto comunitario, de Lapuerta ha rilasciato un'intervista con AgroNotizie.

Direttore de Lapuerta, quanto i cambiamenti climatici influenzeranno l'agricoltura in Africa? "Nel 2050, se la situazione dovesse continuare come ora, avremmo 70 milioni di nuove persone ridotte alla fame nel continente: l'Africa dipende molto dalla pioggia e se non piove non c'è agricoltura".

Qual è la situazione attuale? "Il cambiamento climatico è sempre più intenso e ha effetti sempre più drammatici. Nel giro di dieci anni sono raddoppiati gli affetti avversi del cambiamento climatico. E se non cambieremo la situazione, il cambiamento climatico sarà il primo responsabile della sicurezza del cibo in Africa. Allo stesso tempo vi sono altri due driver importanti, che sono i conflitti bellici e il rallentamento dell'economia".

Secondo le vostre stime, nel 2050 avremo 1 miliardo e 750 milioni di persone in Africa. Oggi abbiamo un modello di agricoltura con uno o due animali per azienda. Può cambiare il modello agricolo di impresa? "Vogliamo pensare a un'agricoltura moderna, dove non parliamo soltanto di agricoltura tradizionale o di zootecnia. Vogliamo concentrarci, piuttosto, sull'agro-business, l'agroindustria; desideriamo impegnarci per collegare i centri rurali con quelli urbani, dove i giovani possono avere un accesso diretto ai mercati, al retail, al trasporto. Vogliamo imparare da quanto è accaduto in India con la rivoluzione verde, però dobbiamo anche pensare alla sostenibilità. Non possiamo lasciare che una famiglia dipenda da due vacche, che possono morire da un momento all'altro. Noi abbiamo pensato a un altro modello per l'Africa, dove possano trovare spazio la tecnologia, la digitalizzazione, la ricerca, in modo da avere un'agricoltura resiliente dal punto di vista dei cambiamenti climatici, con tante nuove idee sul tavolo e che siano condivise fra tutti i paesi, attraverso la Fao e altre agenzie delle Nazioni Unite".

Quali altri obiettivi ha la Fao per l'Africa e come può essere di aiuto la Task force for rural Africa costituita a Bruxelles? "Puntiamo a creare un milione di nuovi posti di lavoro al mese, perché la disoccupazione è uno dei gravi problemi del continente africano e ogni giorno 10-12 milioni di africani rimangono senza lavoro. Inoltre, dobbiamo impegnarci anche per migliorare la scolarizzazione e valorizzare il ruolo insostituibile delle donne, anche in agricoltura".

L'agricoltura è la strada migliore per la crescita del continente? "Assolutamente sì. Se non sviluppiamo l'agricoltura, difficilmente potremo raggiungere gli altri obiettivi di crescita. L'agricoltura gioca un ruolo insostituibile nella questione dei cambiamenti climatici ed è il primo tassello per una rete globale contro la crisi alimentare. Come Fao abbiamo piantato nel Sahel 25 milioni di alberi e sostenuto indirettamente 500mila persone".

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Aiutidirettiepromozioneestera,altri16miliardidiaiutistraordinariaiFarmerUsa

R.A.

I trasferimenti per compensare gli agricoltori dagli effetti delle guerre commericali saranno finanziati con il gettito dei dazi applicati sull'import dalla Cina

È di 16 miliardi di dollari la dotazione finanziaria finale del secondo pacchetto di aiuti pubblici agli agricoltori Usa in meno di un anno, deciso dal presidente Trump per limitare i danni provocati della guerra commerciale in corso con la Cina. Le modalità di assegnazione dei nuovi sostegni sono state illustrate ieri, 23 maggio, dal segretario di Stato all'Agricoltura, Sonny Perdue. Non ci saranno sostanziali novità rispetto al sistema varato nel luglio 2018, con una spesa complessiva di 12 miliardi di dollari, ha indicato Perdue.

Agli aiuti diretti al reddito, andranno 14,5 miliardi di dollari destinati, in particolare, ai produttori di seminativi e agli allevatori di suini e bovini da latte. I pagamenti saranno effettuati in tre fasi: la prima, al più tardi, all'inizio di agosto. La seconda e la terza, in un periodo compreso tra novembre e gennaio dell'anno venturo, tenendo conto dell'evoluzione dei prezzi all'origine e dell'andamento delle esportazioni. In altre parole, la piena utilizzazione dei fondi disponibili non è scontata.

A proposito delle risorse finanziarie, il segretario di Stato ha sottolineato che i trasferimenti a favore degli agricoltori, saranno finanziati con il gettito dei dazi applicati sulle importazioni dalla Cina. In aggiunta a agli aiuti diretti al reddito, è stato programmato l'acquisto sul mercato di prodotti (essenzialmente, latte, carni suine e bovine e frutta), da destinare agli aiuti alimentari interni. La spesa prevista ammonta a 1,4 miliardi di dollari.

Infine, è stato disposto uno stanziamento di 100 milioni per finanziare le iniziative di promozione commerciale sui mercati esteri, realizzate dalle associazioni di produttori. Il mondo agricolo americano ha accolto con favore il varo delle nuove misure di sostegno. Del resto, la situazione economica del settore è difficile. Il crollo delle esportazioni verso la Cina ha avuto pesanti conseguenze sull'andamento delle quotazioni. Per la soia, in particolare, i prezzi hanno toccato i livelli più bassi da dieci anni. Tuttavia, è stata lanciata anche qualche critica alla politica commerciale dell'amministrazione.

«Ringraziamo calorosamente il presidente Trump e il segretario di Stato all'agricoltura per le decisioni assunte», ha dichiarato Zippy Duvall, presidente della "American Farm Bureau Federation", la principale organizzazione degli agricoltori Usa . Tuttavia, ha aggiunto, «la vera soluzione a lungo termine dei nostri problemi, richiede una buona conclusione dei negoziati in corso con Cina, Giappone e Unione europea. E nell'applicazione dell'accordo già raggiunto con Canada e Messico».

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AssosementiconfermaGiuseppeCarliallapresidenza,LuigiFerrirestavice

R.A.

«Tutela del seme certificato, valorizzazione dell'attività di ricerca e di miglioramento genetico e diffusione della cultura della legalità restano le priorità dell'Associazione»

Il Consiglio direttivo di Assosementi ha confermato, in occasione della sua prima riunione, Giuseppe Carli quale Presidente dell'Associazione italiana sementi. Confermato anche il vicepresidente, Luigi Ferri, titolare dell'omonima ditta che da oltre 40 anni opera nel settore delle sementi foraggere e dei tappeti erbosi. Carli, 51enne padovano, ha una lunga esperienza nel mondo delle sementi, in particolare nel comparto delle colture industriali, da oltre 20 anni lavora per l'azienda Kws dove ha ricoperto diversi ruoli, oggi Country Manager per Italia e Grecia. Lunga anche la sua attività in ambito associativo, dove prima di assumere la presidenza dell'Associazione, ha ricoperto per due mandati il ruolo di presidente della sezione Colture industriali.

«La tutela del seme certificato, la valorizzazione dell'attività di ricerca e di miglioramento genetico, la diffusione della cultura della legalità sono tra le tematiche più importanti che hanno caratterizzato il mio precedente mandato e che costituiranno l'asse portante del prossimo triennio di attività dell'Associazione» ha dichiarato Carli.

«Assosementi, che annovera sia grandi società multinazionali sia i gioielli nazionali di piccole e medie dimensioni, è stata e continuerà ad essere l'Associazione di riferimento del mondo sementiero italiano. In quanto tale, intende confermarsi come interlocutore principale del settore, aperto ad ogni dialogo costruttivo, nei confronti di tutti gli altri soggetti della filiera alimentare, per lavorare insieme e continuare a tutelare e far crescere il Made in Italy», ha concluso Carli.

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19-05-24

Coltureproteiche,l'Unioneeuropeasiscopreasorpresa(quasi)autosufficiente

L.F.

Secondo i dati pubblicati dalla Commissione, rispetto a un fabbisogno annuale di 85 milioni di tonnellate di proteine grezze per impieghi zootecnici l'Ue ne importa circa 18 milioni (il 21%), di cui 13 costituiti da prodotti a base di soia

I dati confermano la forte dipendenza dall'estero per l'approvvigionamento di farine di soia. Ma il 79% dell'intera gamma dei prodotti per l'alimentazione animale utilizzati negli allevamenti dell'Ue è di origine europea. È quanto emerge dal "Bilancio sulle colture proteiche", redatto da Bruxelles a completamento della Relazione sullo sviluppo delle proteine vegetali in Europa, pubblicata lo scorso novembre dall'Esecutivo comunitario. Il documento, che considera per la prima volta anche il ruolo dei foraggi grezzi, tra mais insilato, prati e pascoli e leguminose, di cui l'Europa è totalmente autosufficiente, restituisce un quadro composito, con il grado di dipendenza dall'estero che varia sensibilmente in funzione dei prodotti considerati e dei relativi contenuti proteici.

Rispetto a un fabbisogno annuale di 85 milioni di tonnellate di proteine grezze per impieghi zootecnici - calcola la Commissione europea - l'Ue ne importa circa 18 milioni (il 21%), di cui 13 milioni costituiti da prodotti a base di soia. Seppure meno accentuato, il deficit d'offerta interna, che genera una dipendenza netta dall'estero, emerge anche per le farine di colza e di altre oleaginose. Ne deriva che il grado di autoapprovvigionamento dell'Ue nel segmento specifico delle farine proteiche è di appena il 26%, contro il 90% osservato nel comparto dei cereali in granella e il 99% in quello delle proteine di origine animale, tra cui rientrano le farine di pesce e le polveri di latte scremato.

Tra le diverse tipologie di mangimi, classificati in base ai contenuti di proteine, il bilancio indica un alto tasso di autosufficienza dell'Ue per i prodotti di basso e medio tenore proteico, mentre segnala una forte dipendenza dall'estero per gli "High-Pro". C'è anche la classe dei "Super-Pro", dei prodotti cioè iperproteici, che coprono però una quota solo marginale dell'intera disponibilità di foraggi, di cui i Ventotto risultano comunque autosufficienti al 92 per cento.

La relazione di novembre aveva fatto emergere alcune tendenze positive, ad iniziare dal raddoppio degli ettari coltivati a soia nell'Ue, nell'arco di un solo quinquennio, e da una produzione quasi triplicata di leguminose, tra piselli, fave, lenticchie e ceci. «Il nuovo bilancio sulle colture proteiche – ha detto il commissario all'Agricoltura Phil Hogan – riflette il costante impegno della Commissione europea sul tema della trasparenza dei mercati, finalizzato a una maggiore conoscenza e a una migliore comprensione delle dinamiche in atto».

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Quanto agli sviluppi della campagna 2019-2020, Bruxelles stima nell'Ue una riduzione degli investimenti a oleaginose del 7% su base annua e del 5% rispetto alla media dell'ultimo quinquennio, in previsione di una superficie totale di 11,2 milioni di ettari. Una tendenza esclusivamente ascrivibile a una flessione delle semine a colza del 13%, a fronte di una tenuta degli investimenti a soia e di un più 1,1% nel comparto del girasole. In previsione di rese migliori rispetto alla scorsa campagna, il raccolto Ue di semi oleosi dovrebbe comunque ridursi solo del 2,2%, portandosi a 32,1 milioni di tonnellate. Sia per la soia che per il girasole sono previsti incrementi rispettivamente dell'1,2 e dello 0,9 per cento, mentre la produzione di colza subirebbe quest'anno una flessione di oltre 4 punti percentuali.

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Data 25/05/2019

Pagina 18

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18 Sabato 25 Maggio 2019 Il Sole 24 Ore

Mondo

Trump: «Via libera a Huaweinelle trattative commerciali»IL CONFRONTO USA-CINA

Il presidente americano apre uno spiraglio al big cinese nel mirino

Non si placa però l’ira di Pechino per la messa al bando del colosso delle tlc

Riccardo BarlaamDal nostro corrispondenteNEW YORK

Il bastone e la carota. DonaldTrump ammorbidisce i toni con laCina, e lascia intravedere una solu-zione alla crociata lanciata controHuawei. C’è «una buona possibili-tà» che i negoziati commerciali conPechino vengano rimessi in carreg-giata, ha detto il presidente ameri-cano, lasciando capire che Huawei,il colosso cinese delle tlc, possa rientrare nelle intese. Ma non ci so-no ancora date sulla ripresa dei ne-goziati, mentre l’ira di Pechino - cheaccusa Washington di diffonderefalsità sulla minaccia che Huaweirappresenterebbe per gli Usa - peril momento non si attenua. La Cinanon accetterà di tornare al tavolodelle trattative senza aperture so-stanziali da parte americana.

Alla vigilia del suo viaggio diquattro giorni in Giappone, primocapo di Stato a incontrare il nuovoimperatore Naruhito, Trump pro-va a rasserenare gli animi. Con-ferma che tra un mese al G20 diOsaka vedrà il suo «amico» cineseXi Jinping. E ripete che un accordo«ci sarà, ci sarà presto. Io pensoche avverrà velocemente con laCina, perché non posso immagi-nare che possano essere entusia-sti delle migliaia di aziende cheabbandonano la loro terra perspostarsi in altri Paesi».

Tanto è bastato per riportare imercati finanziari in positivo al ter-mine di una settimana nera domi-nata dai timori, non ancora supera-ti da fatti concreti, al di là delle di-chiarazioni, di un prolungamentodella guerra commerciale tra le duesuperpotenze, salita drammatica-mente di livello con il bando ameri-

cano a Huawei: che non potrà piùvendere i suoi apparati di rete e isuoi smartphone negli States né ac-quistare tecnologia made in Usa.

Le posizioni non sembranomutate. Ieri l’agenzia di stampaXinhua, confermando la linea delpresidente Xi, pronto a guidare ilPaese in una difesa a oltranzacontro gli attacchi dell’ammini-strazione Trump, non senza enfa-si scriveva in un commento che«tutto il popolo cinese è pronto alanciare una nuova “Lunga mar-cia” con grande coraggio, e noncederà mai all’assalto e al bulli-smo straniero».

Da parte sua, nello stesso mo-mento in cui includeva Huawei inun possibile accordo sul frontecommerciale Trump seguitava adescrivere la compagnia cinesecome «molto pericolosa» dal pun-to di vista della sicurezza. Huaweiè nel mirino perché vista comeuna minaccia per la sicurezza na-zionale, sospettata per furto di se-greti commerciali e per aver viola-to le sanzioni americane control’Iran. Un terreno differente daquello dei negoziati commercialidi cui ora parla Trump.

A sostegno degli agricoltoriamericani colpiti dai dazi cinesi,giovedì scorso Trump aveva an-nunciato un pacchetto di aiuti peraltri 16 miliardi di dollari, per com-pensare il calo di acquisti di soia,carne di pollo e riso da parte dellaCina. La Casa Bianca poi, oltre apreparare i nuovi dazi del 25% sui300 miliardi di export cinese rima-sti fuori dalle guerre tariffarie, staconsiderando la possibilità di in-serire nella “black list” delle azien-de cinesi con le quali è vietato fareaffari, come Huawei, altre cinquesocietà hi-tech. Start up ad altotasso di innovazione nell’intelli-genza artificiale, nei sistemi disorveglianza avanzati, nelle bio-tecnologie e nella robotica, nellatecnologia quantistica.

Si fa il nome per ora di Megvii,società cinese specializzata nelle tecnologie per il riconoscimento facciale usate nei sistemi di sicurez-za o nel pagamento digitale, fonda-ta nel 2011 da due super ingegnericinesi ex ricercatori Microsoft.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Caracas in linea. Se Trump chiude le porte a Huawei, Nicolas Maduro le apre. Il presidente venezuelano ha annunciato che investirà «insieme ai nostri fratelli cinesi», con Zte e compagnie tecnologiche russe per sviluppare la tecnologia 4G nel Paese

HUAWEI, BLOCCATA DA GOOGLE, SEMPRE PIÙ ISOLATA

Stop ai cinesi anche da Microsoft

Luca Salvioli

Lo stillicidio Huawei continua. E fin-ché dominerà l’incertezza, è difficileipotizzare una inversione di marcia. All’elenco di aziende che hanno toltoil supporto nei confronti del colosso cinese ieri si è aggiunta Microsoft: se-condo il South China Morning Post, l’azienda avrebbe iniziato a non ac-cettare più nuovi ordini dal gruppo diShenzhen. Inoltre ha rimosso i laptopdi Huawei dal suo store online. Lo sce-nario è simile a quello di Google con gli smartphone.

Le conseguenze di questa situa-zione senza precedenti che sta viven-do l’azienda cinese sono già moltopesanti. Tra i partner su cui non puòpiù fare conto in questo momento ci

sono Google, Microsoft, Arm - le cuiarchitetture sono (erano) usate per ichip Kirin per gli smartphone - Intel,Qualcomm, Xilinx e Broadcom. Glioperatori hanno frenato le vendite inInghilterra e Giappone. Sempre in Giappone, Amazon ha deciso lo stopalla commercializzazione dei pro-dotti Huawei.

L’apertura a parole di Trump, cheha ipotizzato che la vicenda Huawei possa entrare in un accordo commer-ciale con la Cina, dà credito a chi diceche l'attacco a Huawei è soprattutto uno strumento negoziale (l’azienda ieri ha scritto su Twitter: «Svelate le vere intenzioni di Trump, è giusto cheuna azienda innocente diventi la prin-cipale vittima?»). Intanto i giorni pas-sano e i consumatori sono disorienta-ti nell’acquisto di nuovi smartphoneo nelle garanzie sui futuri aggiorna-menti. Che la via di uscita sia un accor-do o un nuovo sistema operativo pro-prietario in autunno, con i dubbi del caso sulla capacità di realizzare un

ecosistema all’altezza, per Huawei leperdite sono certe. Charles Shum, analista di Bloomberg, ha scritto chela rimozione della licenza Android avrà un impatto pesante sul businessdi Huawei fuori dalla Cina.

Nel Paese nativo, l’azienda ha si-stema operativo Android ma nellaversione base, con altri negozi di ap-plicazioni e nessun accesso ai serviziGoogle dal 2009. L’affaire Google dunque non dovrebbe avere conse-guenze sul business nel Paese, che daidati di bilancio del 2018 vale il 51,6% dei ricavi. E nemmeno negli Usa, doveHuawei è sostanzialmente assente. L’impatto è rilevante sull'Europa, checonta il 28,4%. La divisione prodotti per l’azienda, complessivamente, valeormai il 45,1% dei giro di affari ed è cresciuta del 50% nel 2018. Il 2019 saràmolto più difficile: la vicenda Googlefuori dalla Cina «potrebbe dimezzarele vendite mobile del 50%», scrive l’analista di Bloomberg.

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In Europa il gruppo asiatico rischia di vedere le vendite dimezzate nel 2019

Non si allenta la tensione Stati Uniti-Iran: Donald Trump ha annunciato che nelle prossime settimane invierà altri 1500 soldati americani in Medio Oriente.

Obiettivo IranGli Stati Uniti inviano altri 1500 soldatiin Medio Oriente

Sono almeno sei le persone leggermente ferite a Lione dall’esplosione di un pacco-bomba pieno di chiodi e viti. Non si esclude il movente terroristico.

FranciaScoppia a Lioneun pacco bomba:sei i feriti, ipotesi terrorismo

I soccorsi.Un’ambulanza soccorre una donna ferita

Grandi onori e tante distrazioni: è l’accoglienza preparatadal governo giapponese a Donald Trump, in arrivo oggia Tokyo, per cercare di evitare che si focalizzi sull’aggiu-stamento delle relazioni commerciali. Ma alla vigilia dellavisita di Stato è calata un’ombra sull’ottimismo giappone-se nel blandire la fiera Trump: il Dipartimento del Com-mercio Usa ha annunciato di aver proposto nuove regoleche renderanno più facile l’imposizione di sanzioni (sottoforma di dazi anti-sussidi) sui prodotti dei Paesi che ma-nipolano la loro divisa provocandone una sottovalutazio-ne nei confronti del dollaro. La minaccia riguarda anzitut-to la Cina (con lo yuan ormai scivolato sulla soglia di uncambio di 7 sul biglietto verde), ma potenzialmente anche

gli altri Paesi inseriti nella lista dei sorvegliatispeciali del Tesoro: Giappone, Corea del Sud,India, Svizzera e Germania (quest’ultima pervia dell’eccessivo surplus commerciale).

Tokyo intende fare di tutto per evitare chenei negoziati commerciali bilaterali in corsosi parli di clausole valutarie, in quanto non èaffatto disposta ad accettare che sia sindacatain alcun modo la politica monetaria nazionalené limitata la possibilità di eventuali interven-ti diretti sul mercato dei cambi in contingenzeche reputasse di emergenza. L’altro spaurac-chio è quello di futuri dazi punitivi Usa sul-l’import di auto: sul punto, di recente Trumpha concesso a Unione Europea e Giappone

una grazia di sei mesi per trovare una intesa sul commer-cio. Questa settimana i negoziatori giapponesi hanno su-scitato forte irritazione nelle controparti americane chie-dendo la rimozione progressiva degli attuali dazi (2,5% sulle auto, 25% sui camion). È quanto era stato concordatonelle trattative TPP (poi affossate da Trump). Ma ora l’Am-ministrazione ha una linea più dura verso un Giappone chel’anno scorso ha esportato negli Usa auto per quasi 41 mi-liardi di dollari, più componentistica per 8,5 miliardi: il fulcro del deficit totale Usa con Tokyo (67,6 miliardi).

Con nuove blandizie diplomatiche, il premier ShinzoAbe terrà occupato domani Trump con una partita a golfin compagnia del campione Isao Aoki; poi porterà lui e Melania a vedere la finale del Gran Torneo di sumo (doveil presidente consegnerà una «Trump Cup» al vincitore),prima di una cena informale alla griglia, a Roppongi, inun «robatayaki». Non sono previsti comunicati. Lunedìil banchetto con il nuovo imperatore Naruhito, di cui Trump sarà il primo ospite di Stato. Martedì il culmine diuna simbologia non solo di amicizia, ma di alleanza e legami militari: Trump visiterà la portaelicotteri Kaga, gemella della Izumo, in predicato di essere trasformatadi fatto in una portaerei in grado di ospitare cacciabom-bardieri F-35. Nel proporsi come l’alleato-chiave e indi-spensabile degli Usa in Asia, anche in funzione di conteni-mento della Cina,Tokyo spera di cavarsela senza troppidanni sul fronte commerciale. Tra le modalità a sua di-sposizione per ammansire Trump, c’è la possibilità disostituire in futuro gli invecchiati caccia F-2 con altri F-35,oltre ai 147 già ordinati.

—Stefano Carrer© RIPRODUZIONE RISERVATA

LA GUERRA DEI DAZI

IL PRESIDENTE AMERICANO A TOKYO

Nel mirino degli Usai Paesi sospettati

di manipolare le valute

67,6MILIARDI DI DOLLARIIl deficit Usa 2018 con il Giappone. Per evitare dazi sull’auto e clausole valutarie,il premier Abe rilancia la diplomazia personale

AFP

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