La Riviera n°44

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SIGNORE. Carla Bruni, prima donna di Francia, è usci- ta , sola, senza compagnia, dall'ospedale, recando in brac- cio, come un fiore, la figlioletta neonata, e da sola, su una topo- lino, ha fatto ritorno a casa. Maria Grazia Laganà , più esposta di Carla Bruni, ha la compagnia di due macchine di scorta, di potente cilindrata. Se andate su Google e cliccate sul nome di Demetrio Arena, avrete la conferma sconso- lata di trovarvi di fronte a un uomo, che ha pensato solo e sempre ai fatti suoi, lungo le rotaie segnate dalla sua laurea in Economia e Commercio.

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SIGNORE. Carla Bruni, prima donna di Francia, è usci-ta , sola, senza compagnia, dall'ospedale, recando in brac-

cio, come un fiore, la figlioletta neonata, e da sola, su una topo-lino, ha fatto ritorno a casa. Maria Grazia Laganà , più espostadi Carla Bruni, ha la compagnia di due macchine di scorta, dipotente cilindrata.

Se andate su Google e cliccate sul nome diDemetrio Arena, avrete la conferma sconso-lata di trovarvi di fronte a un uomo, che hapensato solo e sempre ai fatti suoi, lungo lerotaie segnate dalla sua laurea in Economiae Commercio.

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Controcopertina

Gparto agricolo dove l’offerta è superiore al 10% (+ 5.800 unità).Ma non si tratta di grandi numeri.Lo capisco bene. Ma parto da questo dato positivo per dire chesenza nuovi investimenti nel settore agro-alimentare anche que-sta positività resta senza efficacia. E per l’agro-alimentare sarebbedi grande importanza la realizzazione della cosiddetta piastra di

ferro, su territorio, Asi, tra San Ferdinando e Rosarno. Lei fa riferimento alla delibera Cipe del 2003.Rimasta lettera morta, però.Quella delibera prevedeva l’erogazione di 76 milioni dieuro, legati, però allo stato di avanzamento dei cantie-ri del rigassificatore che, ad opera della LngMedgasvale un miliardo di investimenti privati e seicentooccupati solo nella fase dei cantieri. Sarebbe statauna manna caduta dal cielo se tutto non si fosse fer-mato da dicembre 2009, quando, compiuto tutto l’i-ter autorizzativo, è stata tenuta la conferenza dei ser-vizi finale, cui però non è seguita la determina che iministeri competenti (Ambiente, Infrastrutture eSviluppo Economico) dovevano sottoscrivere.Facciamo un passo in avanti con la testa girata versol’APQ (accordo programma quadro). Anche questorimasto sulla carta.Il Governo nazionale lo ha sbandierato con tre gover-ni regionali – Chiaravalloti – Loiero – Scopelliti - manon ha mai messo un solo euro di liquidità . Per esserepiù precisi il Dipartimento Incentivi dello Sviluppo

Economico, negando ogni finanziamento non ha datoseguito all’accordo. Stiamo parlando di una APQ da acce-lerare e che vale 459 milioni di euro e che potrebbe realiz-zare il Polo Logistico Intermodale di Gioia Tauro da cuiirradiare una efficiente rete per rinnovare i nodi ed i colle-

gamenti per merci e passeggeri sul versante tirrenico e quel-lo jonico-adriatico. Un’occasione unica per creare da Gioiaricadute positive sulla mobilità di tutto il tessuto sociale eproduttivo calabrese.E torniamo da dove la ruota si è smossa, dal porto di GioiaTauro che concorre alla formazione della metà del pil cala-bria.È innegabile la crisi di questo grande porto. La MCT haottenuto la cassa integrazione straordinaria per 408 dipen-denti su 1020 assunti, una Cigs a zero ore e a rotazione dimese in mese. Nulla fa sperare che si tratti solo di una crisipasseggera.E Lei che fa?La Provincia è sbarrata da ambiti di interventi ben defini-ti, ma non intende comunque restare inerme. Né rimar-remo inerti.Nonostante i colpi di spillo che vengono dal Pdil...Ovviamente.

iuseppe Raffa è un politico di lungo corso. È stato consiglie-re provinciale per due legislature, consigliere comunale perben quattro volte. Sindaco dal 14 maggio 2010, dopo l’elezionea governatore di Giuseppe Scopelliti e fino al 16 maggio,quando a Palazzo San Giorgio è giunto DemetrioArena. Insomma, di anni istituzionali sulle spalle neha tanti. Tutti portati bene. Senza boria e senzaspocchierìa. Senza la chincaglierìa pettoruta del-l’uomo sceso in campo per sacrificarsi, aspirando,perciò, ad essere alzato sull’altare. GiuseppeRaffa è persona seria. Il suo proprio è la misura.Non ama i fronzoli né la retorica. E la gente glivuole bene per il suo tratto gentile, che accattivae abolisce distanze tra l’amministarore e gliamministrati.Lo so che è cattolico, un cattolico sincero,democratico, avanzato, senza chieriche né sullatesta né sul cuore né sulla lingua. So che nulla dipiù avverso alla Chiesa vi è se non il positivismo:naturalmente dopo il marxismo. Ma io non possoresistere alla tentazione di definirlo come un positivi-sta dei nostri giorni, più amari che grandi. Poiché, conquel suo muoversi lungo i paesi della Provincia findalla prima settimana dal suo insediamento, egli sem-bra incarnare ai miei occhi il principio su cui il posi-tivismo si innerva: conoscere per trasformare. E viag-gia e viaggia. Senza processioni di fedeli e di clienti.Di truppe corazzate. Anche questo è un buon segno.Ma ci sono segni buoni per la Provincia di Reggio e laCalabria?.Il Presidente è appena tornato da Roma dove ha avutoun incontro di alto rilievo istituzionale presso ilDipartimento dello Sviluppo delle Economie Territoriali.

Presidente, ci dica. Ma non ci dica, per carità, che la crisinon c’è e che qui è arrivata attraverso le rotte transoceani-che.Ma per nulla. Tenga conto, però, della antichità dellacrisi…Certo. Già negli anni Settanta Giacomo Mancini parlavadi una Calabria in agonia.Appunto. La fotografia è questa, ed è stata scattata da unosservatorio meridionalista, come la Svimez: in Calabriastiamo registrando una decrescita pari a meno 0,1%, il datopiù basso in Europa. Il nostro Pil pro capite - pensi- è dicirca 16mila euro. E qui da noi lavora una persona su quat-tro. Siamo fortemente in discesa…Non c’è dubbio. Ma sentirei di poter escludere il com-

PASQUINO CRUPI

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L’intervista*Giuseppe Raffa

“Non resteremo inerti”

Il porto di Gioia Tauro, è il più grandeterminal per transhipment del marMediterraneo, e il principale scalocommerciale marittimo situato nell'areametropolitana di Reggio Calabria.

IN EVIDENZA

Il Governo nazionale hasbandierato con tregoverni regionali –Chiaravalloti – Loiero –Scopelliti - l’AccordoProgramma Quadri, manon ha mai messo unsolo euro di liquidità.Stiamo parlando di unAPQ da accelerare e chevale 459 milioni di euro eche potrebbe realizzare ilPolo logistico intermodaledi Gioia Tauro.Un’occasione unica percreare da Gioia ricadutepositive.

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ParlandoStyle

La settimana

di...

NORDICI&SUDICI

Almeno in una cosa, Mussolini eBerlusconi, si assomigliano.Entrambi hanno dato un calcio alnostro peggior vizio, l'ipocrisia.

Benito con la creazione dei fasci e delle corporazio-ni ha ufficializzato uno stato di fatto del Paese, ren-dendo pubblico il modello sociale di riferimentodell'Italia. Il Paese si basava, e si basa, sulle fratellan-ze. Coesioni di ogni tipo, e in tutti campi. Gli italia-ni avevano, e hanno, l'esigenza di un'organizzazionesovra personale che li rappresenti e li accudisca. IlPaese continua a essere la patria delle fratellanze,nelle quali si entra e dalle quali nessuno più timanda via. Se entri fra i giudici, qualunque cosa tucommetta, la fratellanza cercherà sempre di mante-nerti nei ranghi, ti farà la bua ma ti proteggerà sem-pre Così nella polizia, nella politica, nella chiesa.Persino nelle organizzazioni illegali vige lo stessoprincipio, il mafioso che viola le regole viene sem-pre riammesso nella famiglia. Il duce aveva com-preso questa esigenza italiana di fratellanza, perquesto aveva costruito la fratellanza delle fratellan-ze, il fascismo, nella quale la maggioranza degli ita-liani c'è stata bene sino alla sua caduta. Mussolini hamesso in luce quanto fascisti erano gli italiani.E Berlusconi ha reso palese quanto gli italiani sianoegoisti, quanto abbiano voglia di ricchezza indivi-duale, quanto ogni principio sia malleabile alle esi-genze materiali. Ha dimostrato la nostra pochezzamorale, ci ha messo a nudo per vent'anni. Fra un po'andremo a sputargli addosso, ma per un ventennionelle urne l'abbiamo incensato. Non è lui il male,siamo noi a essere fatti in un certo modo, trasferia-mo in un feticcio il peggio di noi stessi e inevitabil-mente alla fine lo mettiamo sul rogo, pensando dipoter esorcizzare il male. Ma il gioco non può fun-zionare, e siamo madri condannate ad abortire ineterno per liberarci da un peso. Cacciamo i fanta-smi e in realtà i fantasmi siamo noi. Tornando alnostro microcosmo, il borgo dei sudici, continuere-mo a produrre mafia per lapidarla in piazza e sen-tirci più giusti, ma non lo saremo mai.

Il paese dei fasci e delle ipocrisie

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GIOACCHINO CRIACO

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

Cipolle e 'nduja sono adatte peruna cena regale? Altro che!Queste e altre specialità cala-bresi sono state servite nel son-

tuoso scenario della Galleria Grande dellaReggia di Venaria, a pochi chilometri daTorino, venerdì 21 ottobre, in occasionedella rassegna intitolata “Cene Regali”. Sitratta di una delle più riuscite manifesta-zioni a corredo dei 150 anni dell'Unitàd'Italia, un'iniziativa organizzata dallaConfcommercio regionale della Calabria,dall' “Accademia del bergamotto” e dalconsorzio “La Venaria Reale”, insieme allaCamera di Commercio di Torino e ad altreorganizzazioni di categoria, volta a presen-tare al pubblico la ricchezza della cucinadelle diverse regioni italiane. Il 21 è stata lavolta della Calabria che si è presentata conun divertente slalom tra melanzane abbot-tonate, cipolle di Tropea in agrodolce, fun-ghi dell'Aspromonte, paté di olive nere,involtini di ortaggi, 'nduja di Spilinga, for-maggi come il caciocavallo della Sila einsaccati, tra cui il suino nero di Calabria.Tutti servite all'interno di un ricchissimoantipasto. La serata è proseguita poi congli stuzzicanti sapori di una sostanziosacena a tre portate, messa a punto dallostaff di Fabio Campoli, conosciuto dalgrande pubblico televisivo come lo chef diRai Uno, e ospite alla Reggia Venaria inqualità di Ambasciatore del Bergamotto epromotore di un nuovo progetto per laRegione Calabria, destinato a giovani aspi-ranti cuochi calabresi, che verranno forma-ti e specializzati dal Circolo deiBuongustai, per diffondere la cultura delbergamotto nei ristoranti più rinomatid'Italia. Campoli ha presentato tre piatti giocatisulle tipicità della Calabria. Interessantel'orzo con bergamotto, alghe, nastrini dipescespada di Bagnara e julienne di pomo-dori secchi. E in una serata made inCalabria non potevano mancare i raffinatigioielli firmati dal Maestro Orafo calabre-se Gerardo Sacco. Splendide modelle

hanno indossato le preziose collane dicorallo e oro, i gioielli di perline e i costumidi scena che Sacco ha realizzato per diver-se produzioni cinematografiche e teatrali.Nel solco delle sue abituali creazioni, ilMaestro ha presentato anche un abitoappositamente realizzato per i 150 annidell' Unità. Una serata che di certo ha alle-viato il magone degli emigrati più nostalgi-

ci, felici di ritrovare i gusti della propriaterra, ma che ha visto anche numerosi pie-montesi rimanere deliziati dalla bontàdelle tipicità calabresi.

La Calabria stupisce con 'nduja e cipollaPrimo tempoAlla ferale notizia che il governatoreGiuseppe Scopelliti era stato raggiuntoda un avviso di garanzia per falso in bilan-cio, una pioggia d'oro di solidarietànazional-calabresi è scesa sulla suaaugusta testa. Da Ignazio La Russa a

Fabrizio Cicchitto, da MarioCaligiuri a Michele Traversa,da Francesco Nucara, sem-pre grato, al consigliereregionale del Pri, Rapoccio,che così acquista un po' diluce. Secondo tempo.Tale la notizia de “Il SecoloXIX” del 22 ottobre : “C'èscritto in una delle 16 paginedel dossier consegnato aPisanu: «L'indagine ha con-sentito di documentare l'ala-cre attività di sostegno svolta,nell'ultimo voto regionale, daesponenti della cosca anchecon palesi intimidazioni, a

favore del candidato Antonio StefanoCaridi». Il voto è quello delle ultime ele-zioni regionali della Calabria. La cosca èquella Raso-Gullace-Albanese attiva inLiguria, attenta in Calabria. AntonioCaridi, primo degli eletti in provincia di

Reggio, è assessore della maggioranza dicentro destra guidata da GiuseppeScopelliti”. La solidarietà, come le luma-che, ha ritirato le corna. Il Governatoreno ha ritenuto di manifestare la sua vici-nanza al suo assessore. Si capisce: ha icarboni bagnati. Né a questo si sono deci-si gli esponenti del Pdl. Non stupiamoci.È il garantismo a senso unico. Ma puòanche avere funzionato il fatto che i giu-dici abbiano fatto un favore a chi vuoleCaridi in via d'uscita coatta dalla Giunta.

IL DITO NELL’OCCHIO

Garantismo a fisarmonica

Antonio Caridi

GiuseppeScopelliti

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la Riviera

DIAVOLO NERO

Tilde Minasi è nata con la vocazionedella guardia municipale a vita. Lo èstata del Governatore indagato,quando era il sindaco più amato diItalia. Lo è, scendendo per li rami,del sindaco Demi Arena. Nei con-

fronti del quale, nella recente riunione delConsiglio comunale, ha alzato un inno ardenteche, per quanto ardente, è riuscito a infuocaresolo il suo cuore . Ma al cuore non si comandae questa arteria perenne , che conosce tutti ivezzi di negozio, ha spinto la dolce Signoraassessora all'annuncio che il sindaco Arena, èl'incarnazione sublime e la personificazionevertiginosa dell'amore , puro come l'acquasanta, per Reggio. Ed ha ragione. Solo l'amore,che per sua natura è cieco, non vede e anzi tacenon solo i vizi, ma persino i difetti della cosaamata. Saremmo degli stolti, oltre che dei faziosi, sedicessimo che Demi Arena nega l'ingolfamen-to- soffocamento della città di Reggio nei debitie nelle camarille. È un cieco d'amore. Nonnega. Semplicemente, non vede. Vedono, inluogo delle sue spente pupille, gli occhi mesme-rici della Signora Tilde Minasi, sforzati verso lacatalessi di massa. Questa femme choyée , que-sta donna coccolata dal Potere, che nella chio-stra superba dei denti schierati, come una falan-ge macedone, rappresenta più una minacciache un sorriso, non è sfuggita all'attenzione diDio. Il quale la ha voluta dotare di ciò che ingenere manca a ciascuno di noi, quando fa difet-to il cervello: la genialità del cuore. Grazie allaquale l'indotata Tilde Minasi rilascia una meda-glia all'amore liquido a Demi , rampollo diCupido, per il proposito nobile non di servirela Città, ma di continuare ad asservirla secon-do il modello Scopelliti. Capite, il cuore non sigiudica e non si condanna mai. Se detta genia-lità , piuttosto che dal cuore, fosse balzata dallatesta di Tilde Minasi, nessuno di noi oggi dubi-terebbe che , al momento dell'eruzione, la suaveridentem Signora fosse afflitta da emicrania.

La genialità del cuore

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Dopo due anni e mezzo d'indagine, la Commissione par-lamentare sugli errori sanitari ha verificato 470 episodi dicure inadeguate, di cui 97 casi (78 dei quali conclusi conun decesso), si sono verificati in ospedali calabresi. Di questa preoccupante classifica la Calabria occupaquindi il primo posto e il motivo di questo dato dipen-derebbe dal fatto che in Calabria ci sono carenze di tipostrutturale, vale a dire inefficienza e disfunzioni del sis-tema sanitario. Il presidente della Commissione, il depu-tato Idv Leoluca Orlando ha inoltre sottolineato chemolti di questi episodi potrebbero essere evitati se glioperatori denunciassero spontaneamente anomalie e dis-funzioni. A preoccupare il deputato è soprattutto il fenomeno "diselvaggio spoil system" che induce gli operatori sanitari anon "creare problemi al manager o al politico che pro-cede alle nomine e a non preoccuparsi quindi diprovvedere, in condizioni di sicurezza per sé e per i pazi-enti, allo svolgimento della propria attività ".

Malasanità nuovorecord in Calabria

Qualche mese fa abbiamo parlato di unaCalabria incoronata a regina del sesso, con lesue tre province del peccato - Cosenza,Catanzaro e Reggio Calabria - che facevanodello stivale una punta tutto pepe.Numerosissimi i calabresi che hanno alloradichiarato di aver avuto, nella propria vita, piùdi 25 partner con cui hanno fatto sesso. Oggi,nuovi dati sono emersi da un'indagine naziona-le, da cui prende spunto l'evento “Benessere ses-suale. Libertà di amare sempre”, che ha visto laprovincia di Catanzaro in prima linea con unincontro di approfondimento rivolto a medici dimedicina generale e farmacisti. Stando a questidati, sono oltre 50.000 gli uomini che soffrono didisturbi sessuali, quasi il 15% del totale. Siabbassa anche l'età media di chi ha problemi: il15% ha meno di 40 anni. Tra le cause, oltre allostress e ai ritmi troppo frenetici, la cosiddettaansia da prestazione di fronte a donne semprepiù esigenti. Donne calabresi insaziabili farebbe-ro intimidire quelli che, in un'epoca ormai tra-montata, erano i focosi maschi latini, a quanto

pare giunti all’ estrema unzione. Tori un tempoindomabili, stremati da travolgenti femmesfatales , che chiedono sempre di più. Un' umi-liante condizione difficile da accettare. E cosìper non vedere sminuita la propria virilità, sidecide di affidarsi ad aiuti farmacologici.Almeno il 40% dichiara di aver fatto ricorso aquesti aiutini, almeno una volta nella vita. Unsegreto che solo il 4% confessa alla partner. Trai rimedi più usati c'è la cosiddetta “mentina del-l'amore”, il vardenafil orodispersibile, il primoed unico farmaco di questa classe che si sciogliein bocca senz'acqua, associando praticità ediscrezione, e che rappresenta la più innovativaterapia oggi disponibile per la disfunzione eret-tile. Un problema in costante crescita inCalabria. Dove sono finiti allora quegli sciupa-femmine di qualche mese fa che vantavano 25partner a testa? Cosa ci han fatto mai con ledette partner? Sarà tramontato il mito delmaschio latino, ma l'uomo, tutto chiacchiere esproloqui, di certo non si è estinto.

M.G.C.

Più un rito che un mito, il calabrese

Il Running Palmi verso New YorkUfficializzata la partenership tra la Provincia di Reggio Calabria el'Associazione sportiva dilettantistica palmese “Running Palmi”. Lasquadra , che il 6 novembre 2011 volerà nella Grande Mela per parteci-pare alla maratona, è composta da cinque uomini (Alvaro, Alongi,Fazzalari, Gullo, Melissari) ed una donna (Ruffa). Per l'occasione, è stataesibita in anteprima, la maglia che verrà indossata per la competizione.

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Parlandodi...

LA COPERTINA

CARMELO CARABETTA

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La cronaca è già nota. La cronaca è che con provvedimen-to emesso dalla sezione misure prevenzione, presiedu-ta dal dr. Vincendo Gglio. sono stati confiscati aziende,

terreni e fabbricati del valore complessivo di 150 milioni dieuro , appartenenti a Riccardo Gattuso, Massimo Pellegrini,Antonio Galea , Giuseppe Napoli, Domenico Prochilo ,Vincenzo Commisso, Cosimo De Leo, a Riccado Rumbo,detto Frank, fatto erede, per carta stampata, erede di NtoniMacrì. Niente di meno! Sarà che l’ingrandimento, nei tempidel crepuscolo del diritto, diventa la prova regina della colpe-volezza.Siderno si risveglia, ancora una volta, con il marchio di capi-

tale importante della ndrangheta. Per l’occasione, ‘ndranghetaimprenditoriale. Facciamo una premessa. Qui non si intende discutere il prov-vedimento giudiziario della cui fondatezza dibatteranno nellesedi opportune gli avvocati. Si intende, piuttosto, fare unariflessione, la più pacata possibile -ma anche preoccupata- suiplurimi effetti che da quel provvedimento si dispiegano opotrebbero dispiegarsi.In proposito di mafia, di arresti e processi alla mafia sicilianaNapoleone Colajanni noto meridionalista , si augurava -ma fusempre smentito- diceva il Grande Siciliano, che il processo all’Onorata Società non diventasse facilmente il processo allaSicilia. Questi sono pericoli evidenti. E il rischio c’è anche perSiderno. Non solo possibile, ma anche concreto. Se questosarà, ci pare che la desertificazione sia il futuro prossimo avenire di Siderno. Chi vorrà qui investire soprattutto se l’inve-stitore sta al Nord o in Europa?E chi qui vorrà fare acquisti eaffari?Né industrie né campagne. È l’economia, poggiata sul com-mercio, l’anima di Siderno. Se la si mette in penitenza comefosse totale anima nera, le prospettive non saranno rosee. Nonc’è dubbio che il ricorso alla confisca di beni produttivi – nonsi tratta di case, ma di aziende- ineccepibile come uno deimezzi per combattere la ‘ndrangheta, dispiega effetti incalco-labili e imprevisti sull’insieme del tessuto economico, sociale,morale, intellettuale. E a Siderno già si registrano una diminui-zione della popolazione occupata e una sensibile decrescitadel volume d’affari. Fuga da Siderno, l’infetta?Spezzare le reni all’ economia mafiosa, va benissimo. Ma senzaspezzare le reni all’economia, senza buttare insieme all’acquasporca anche il bambino.Abbiamo voluto riflettere non nei pochi metri quadrati dellaredazione. Abbiamo voluto riflettere all’aria aperta, con isidernesi . E ci hanno detto: «Senza commercio qui non sicampa». Consapevoli di non avere gli impiegati di Roccella o iforestali di San Luca. Consapevoli di non poter contare sugliaffitti pagati dagli enti pubblici, come a Locri. E soprattutto, sì,

soprattutto consapevoli di non poter contare più su quegliamericani di ritorno, nostalgici di una lontana giovinezza.Torneranno se un dollaro sulla piazza nativa è un’associazionea delinquere, e se una tavolata tra vecchi amici un summitmafioso? L’indizio, ma non grave e non concordante, davveroè questo? Nella maggior parte dei pedigrée familiari siderne-si c’è una coda tagliata o un dito punto? Siderno come unozoo, ingolfato in gabbie per belve feroci? Questa volta, ad avere le gambe lunghe non sono le idee, ma ifatti.E intanto la che ci poniamo e ci pongono queste domande, ladesertificazione, imbottita da una sorta di sudditanza psicolo-gica al clima che si fa irrespirabile, muove i suoi passi, abbran-ca Siderno. La domanda generale, sollecitata non solo dalrichiamato provvedimento, ma altresì da altre mazzate giudi-ziarie, è : Siderno, che già fu splendida colonia amalfitana,ha vissuto perdecenni, come nes-sun altra zona delterritorio jonico,solo e grazie all’economia dopata?A ciò è ridotta lacapitale economicadella zona jonica. Bisogna andarecauti e saper distin-guere quando èquestione del cuoreeconomico propul-sivo di una città e diun territorio. Scriveva JhonFante in Chiedi allaPolvere, romanzo ambientatonella Las Vegas criminale deglianni Trenta: «Il deserto aspettavalì come un bianco animalepaziente, in attesa che gli uominimorissero e le civiltà vacillassero come fiammelle, prima dispegnersi del tutto. Intuii allora il coraggio dell’umanità e fuicontento di farne parte». Noi questo coraggio l’abbiamo avuto. Lo abbiamo.Lo ripetiamo ancora una volta. Senza una parola in pro o con-tro l’azione confiscante. E solo preoccupati della multilatera-lità dei suoi effetti sull’economia, sui pensieri, sull’immagine. Al camposanto è tutto pronto, mercoledì è festa dei morti. Cirecheremo a portare fiori ai trapassati con il sentimento cheSiderno possa tornare a vivere. Che Siderno, onesta nelle sueradici, piante rampicanti anche nel presente, vive.

Nel giorno dei morti, Siderno vive

Cosa pensano i Maori di noi? Un beneamato ..nulla. Non sanno nemmeno che esistiamo, così ilapponi, gli inuit. I sioux poi sono troppo alle prese

con l'acqua di fuoco per occuparsi di Calabria. Nonsanno nulla di noi nemmeno le società, economicamen-te, più evolute. Abbiamo un solo legame col mondo, landrangheta. Il nostro male peggiore è in realtà l'unicacosa che ci da visibilità agli occhi del mondo. Povero ilnostro orgoglio, misero l'amor proprio che ci circolanelle vene. Abitanti di una terra sconosciuta, che forseneanche Armstrong dalla luna, ci fosse mai stato, havisto. Si noi che ci alziamo e il primo pensiero è “comemi vedrà mia moglie, il mio vicino, il barista, il benzinaio.. cosa penserà il mondo di me?” Nulla, il mondo marciaanche senza pensare a noi, va avanti lo stesso. La sindro-me da ombelico del mondo colpisce ogni territorio diperiferia del pianeta, da noi lo fa in misura spropositata.Pensiamo di essere sempre sotto i riflettori e invece èsolo il sole che ci illumina in modo spietato. Siamo pic-coli esseri arroganti che si credono al centro dell'univer-

so e indossiamo una maschera per sembrare più belli.Recitiamo da tanto di quel tempo da non rendercene piùconto. Come ci rappresenta la letteratura, la televisione,la stampa? In nessun modo, se ne fregano di noi.Esistiamo solo quando è la ndrangheta a battere uncolpo, allora prendiamo vita per il mondo esterno, vivia-mo. Per questo le diamo linfa, la gonfiamo a dismisura equando, obiettivamente, le facce di tanti poveracci fini-scono nell'obiettivo svelando la loro vera misura, accor-riamo a spiegare. La ndrangheta non sono i quattropecorai che finiscono in galera, la ndrangheta entra negliospedali, nei tribunali, nelle caserme, nelle università,nelle imprese, nella politica, lì ci sono le teste pensanti,là si materializza la potenza e la pericolosità del mostro.Allora se la mafia non è quella stracciona che sola e sem-pre emerge dalle indagini giudiziarie, dov'è? Nellasocietà, nella nostra società che è sistema mafioso, unsistema sociale basato sui rapporti di forza e non suimeriti. Ognuno si guardi dentro e si spieghi come èdiventato sindaco, magistrato, medico, deputato, come è

riuscito a farsi assumere nel posto che occupa, come si èlaureato, quanti favori ha chiesto, quante volte ha scaval-cato i diritti degli altri. Certo che la ndrangheta ci serve,per sentirci migliori, meno colpevoli. E la ndranghetaesiste, ma conculca solo la libertà dei più deboli, quellavera è solo militare, vive di soprusi, di violenza, ma nonè la melassa pervasiva di cui si dice. La società mafiosa èil mostro enorme, e quella è costituita da milioni di per-sone, c'è in Calabria ma anche altrove, per questo c'èbisogno della mafia stracciona. Rassegniamoci noi cala-bresi, nessuno si accorge di noi perché la società mafio-sa non fa notizia, per i riflettori serve la ndrangheta egrazie a Dio ce l'abbiamo, così continuiamo a potercisentire l'ombelico del mondo, sperando che i pecorainon si stanchino di finire in galera e la smettano con igiuramenti di sangue. Arriverebbe il buio nella nostraterra e il nostro egocentrismo ne resterebbe distrutto.

Pene pesanti per il venditore di cicoriaOppedisano, il trattorista Meleca, ilcuoco di polpette Fragomeni e l'idraulico

dei condizionatori Figliomeni. Altri e diversianni di carcere li rischiano artigiani e contadi-ni di tutte le specie. Il quadro che esce dipintodall'inchiesta “Crimine” è quello di una 'ndran-gheta umile e pittoresca, quasi penosa peralcuni tratti. Il contrario di quella organizza-zione multilingue, manageriale e scaltra che leantimafia del mondo hanno descritto a colpi direlazioni e romanzi. Se il procuratore aggiuntoNicola Gratteri con le sue richieste di condan-na ha tentato di punire l'intelligenza degliimputati, e la nostra, allora l'ergastolo sarebbestato equo di fronte allo scempio di stupidità

messa in campo da uominidi nnacamento più che cri-minali e di pancia più che disostanza. Nei meandri oscu-ri di una lavanderia sotter-ranea si è consumata la tra-gedia del crimine, si è forse,e questo lo speriamo, spen-ta la fiamma di quella bandadi personaggi quasi fumetti-stici che tra un “su l'onurimeu” e “cumpari mbivitivicocchj cosa” hanno affossa-to la Calabria e alla Locride.Ma si tratta solo di nnaca-mento.Impavidi al punto da non

considerare l'uso della tecnologia, quindi fuoritempo, passati, andati a male, acidi come lapanna. Resta scollata dal significato di questepossibili condanne l'icona consegnata da chicertamente ne sa più di noi sulla malavita, fattadi boss che infiammano le folle, proiettano dise stessi un'immagine patinata da divi di coper-tina, per dirla banalmente un 'immagine vin-cente a cui le nuove generazioni, almeno quel-le dei senza cervello, avrebbero dovuto rifarsi.Invece il depositario dei segreti del crimine èun venditore di cicoria, posizionato sulla sualapa a cavallo tra Jonio e Tirreno con i capelliarruffati e le unghie nere dei campi. Il fascinodella malavita. Adesso aspettiamo le condan-ne, quelle per le copertine dei giornali già leimmaginiamo, quelle che dovrebbero segnarela verità per la dignità del popolo calabresenon osiamo pensarle. Prenderne 300 per colpi-re forse una cinquantina: speriamo non siaquesta la verità storica di una Calabria meschi-na e sconfitta anche a cavallo tra crimine e giu-stizia.

La ‘Ndrangheta siamo noiFERNANDO SAGADO

Siderno, presuntacapitale della‘ndrangheta della zona jonica

La tragedia del crimineMATTEO RASCHELLÀ

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Sanità

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la Riviera

La metamorfosi di CrudeliaIndiscrezioni sulla nuova bozza dell'atto aziendale dell'A.s.p. n.5. Si salvano altri reparti all'ospedale di Locri

CRISTINA BRIGUGLIO

S i preannunciano impor-tanti novità per il futurodella Sanità dellaLocride. E finalmente si

tratta di notizie positive per i cittadi-ni. Sono state infatti apportatedelle modifiche rilevanti all'organ-gramma dell'A.S.P. di ReggioCalabria, che migliorano sostan-zialmente il piano aziendale prece-dentemente presentato dalDirettore Generale dell'AziendaSanitaria Provinciale. All'ospedaledi Locri toccheranno, in aggiunta aquelle precedentemente previste,tre strutture complesse(Allergologia, Urologia, Nefrologiae Dialisi) e nove strutture semplici(Broncopneumologia, Angiologia,Dermatologia, Terapia Inensiva,Chirurgia Oncologia, ChirurgiaMininvasiva, Istocitopatologia,Centro per l'endometriosi,Radiologia). La Squillacioti, nel

recepire le proposte e le protesteper scongiurare la spoliazione del-l'ospedale di Locri di alcuni dei suoireparti più importanti, ha dimostra-to, dunque, buon senso. Quel buonsenso che finora sembrava esserlemancato. Il nuovo PianoAziendale verrà discusso lunedì aReggio con il Comitato di rappre-sentanza dei sindaci dell' Asp n° 5,di cui Riccardo Ritorto è il presi-dente. Legittima la soddisfazionedel primo cittadino di Siderno chenelle scorse settimane, unitamenteagli altri sindaci della Locride haincontrato la dott.ssa RosannaSquillacioti, Direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale, pro-prio per discutere sulle problemati-che delle strutture ospedaliere delcomprensorio. Le modifiche allabozza dell'atto aziendale sanitariorappresentano un'ulteriore vittoriaper i sindaci della Locride, capaci,con la forza della loro unità, di pie-gare anche le streghe cattive.

A sinistra Pietro Crinò e Ilario Ammendolia. In alto Riccardo Ritorto. A destra Rosanna Squilacioti

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Parlandodi...

Focus

Se andate su Google e cliccatesul nome di Demetrio Arena,avrete la conferma sconsolatadi trovarvi di fronte a unuomo, che ha pensato solo e

sempre ai fatti suoi, lungo le rotaiesegnate dalla sua laurea in Economia eCommercio. Non una stilla del suocreativo sudore della fronte è stataspesa per il bene comune. Da quandoebbe la maggiore età a quando viene

eletto Sindaco della città di Reggio Il dr. Demetrio Arena è stato un uomocirconferenziale, cioè ha confinato conse stesso, la sua famiglia, il suo ufficioaccorsato di tributarista. Nel suo curri-culum, perfettamente anemico sotto ilprofilo politico e istituzionale, siamoriusciti a cogliere, pur fra tanto travet-tismo, una scintilla che lo infiamma diluce imperitura – galeotta fu la biogra-fia e chi la scrisse - per il suo tenaceimpegno nella lotta contro la crimina-lità nell’abito, senza corpetto antipiom-bo, di “Amministratore Giudiziario diimprese poste sotto sequestro - misuredi prevenzione antimafia” e di“Consulente Tecnico d’Ufficio, su inca-rico dell’autorità giudiziaria, nell’ambi-to di procedimenti penali”. L’uno e l’altro incarico retribuiti, nontrattandosi di lavoro nero. E, poichéuna volta si deve morire, il dr.Demetrio Arena ha voluto alzare anco-ra di più il livello della lotta alla crimi-nalità organizzata, partecipando “inqualità di relatore, esperto in gestionedei beni confiscati, a numerosi conve-gni sul tema della lotta alla mafia, allapresenza di importanti Ministri e rap-presentanti istituzionali di alto livello”. Le parole uccidono più delle armi.Dispiace doverlo dire per questo atleta

della lotta antimafia. Ma egli nonsarebbe uscito dall’ombra e nonsarebbe stato destinato alle lucidella ribalta, se il Governatore,istitutore del Modello Reggio,cioè, del Modello FormaggioReggino, con vecchia scienzapastorale lasciato pieno dibuchi dove i topi han tro-vato rifugio, avidi di quelcibo, non lo avesse adot-tato come sindaco. Epromotore ulteriore delModello Reggio. Tale ildr. Demetrio Arena sidisse e si proposeappena eletto, piùcieco d’una talpa. Laquale ha il merito diessere cieca davvero. Il confronto tra uomi-ni e bestie non sempresi conclude a favoredel genere umano.Sapeva, in ogni caso,il dr. Demetrio Arenache l’impresa eraimmane. E a settembre del2010 , mentre la Città splende-va del ritorno della Madonnadella Consolazione, il sindacoper adozione, dr. DemetrioArena, affidò alla Madre diNostro Signore Gesù Cristo il suomandato. La Madonna lo rimandò cortese-mente al Gran Mittente, sapendo dinon avere dimestichezza con i bilan-ci, soprattutto quando sono truccati.Ma il dr. Demetrio Arena è un nototributarista e sa come orientarsi.

Soprattutto come giustificare l’enor-me buco nero: 160 miloni di euro didisavanzo. Questa la cifra degli Ispettori delMinistero dell’Economia e delMinistero della Finanza, che hanno

esaminato i bilanci. 80 milioniconforta a capocchia il dr.Demetro Arena, nonrisultando che egli si siadata la fatica di riper-correre il viaggionelle cifre degliIspettori. Può anchedarsi, come ci sug-gerisce la SignoraTilde Minasi (Vedi apag. 5DIAVOLONERO), che il sin-daco Arena abbiaun grande amore –c’è anche, però, l’a-more perverso- perla Città. È sicuro,però, che non haamore per la

verità.Debbo fare una ritratta-

zione. Avevo pensato cheil dr. Demetrio Arena nonfosse nato con un cuor dileone. Semmai sospettavoin lui il cuore di un anima-letto, specializzato nel

lasciare peli dapertutto.Mi sono sbagliato. Egli haesibito un cuor di leonenel Consiglio comunaledel 21 ottobre. Da impu-tato s’è trasformato inaccusatore. Non s’è dife-

so, ma ha accusato. Nobilmente accu-sato. Né il sindaco Falcomatà, e questoè un dato oggettivo, né il sindacoScopelliti, e questo vero non è, hannoa che fare storicamente e politicamentecon le finanze comunali in lutto, dce ilsindaco per adozione. Dell’attuale disa-stro finanziario – dice ancora DemetrioArena- recano la responsabilità i sin-daci, che amministrarono la Città negliani Settanta e Ottanta: alcuni dei quali

morti, gli altri, ormai fuori dalla circola-zione. Dunque, il Modello Scopellitinon ha potuto che essere modellato daidisavanzi pregressi. Nessuno, però, paventi disgrazie irre-parabili. Reggio, oltre ad essere bella, èanche ricca. Gode d’un patrimonioimmobiliare vastissimo e con la suavendita i succedanei di Scopelliti recu-pereranno le risorse per pagare i debiti.È la nuova moralità finanziaria del sin-daco adottato. Il patrimonio di tuttiverrà utilizzato per pagare i debiti fattida un uomo solo al comando. Inezie.Più che il risanamento, può l’amore. Omnia vincit amor. L’amore vince ognicosa. Soffia l’amore nel cuore diDemetrio Arena. Non ci vogliono soldiper risanare. Ci vuole l’amore, L’amoredella città, che viene prima di tutto.Prima della relazione degli Ispettori,prima dell’accertamento della verità edelle responsabilità. Un prius che leopposizioni non condividono, neanchecon ogni probabilità di certezza, i 9 con-siglieri della sua coalizione, assenti allachiamata. Uomini che non amano.Come il sindaco adottato ama. Di quell’amore incontenibile, che,stringendo, sempre più stringendo lacreatura al petto, finisce con il soffocar-la. Non con i baci, ma con i debiti.

PASQUINO CRUPI

L’ atleta della lotta antimafia non sarebbe uscito

dall’ombra e non sarebbestato destinato alle luci dellaribalta, se il Governatore,

istitutore del Modello Reggio,non lo avesse adottato come

sindaco

Debbo fare unaritrattazione. Avevo pensatoche il dr. Demetrio Arena

non fosse nato con un cuor dileone. Semmai sospettavo inlui il cuore di un animaletto,specializzato nel lasciare pelidapertutto. Mi sono sbagliato

L’adottato Un cuore di leone

Il cieco di ReggioAma la Città. Di quell’amore incontenibile, che,

stringendo, sempre più stringendo la creatura al petto,finisce con il soffocarla. Non con i baci, ma con i debiti.

Il sindaco Arena è stato un uomo circonferenziale, che ha confinato solo con se stesso

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Si svolgerà a Napoli sabato e domenica il primo incontro nazionale dei giovani democratici provenienti datutta Italia. Presente il segetario generale del PD Luigi Bersani. La riunione dovrà mostrare ai giovani il voltodi un Sud non rassegnato ma capace anche di buona amministrazione e di "buone pratiche". Èstato invitatoa parlare dell'esperienza del Comune di Caulonia, il sindaco Ilario Ammendolia. Il sindaco ha tenuto a rib-adire la grendissima difficoltà in cui si trovano ad operare tutti i Comuni .

QUANDO LA CALABRIA È UN ESEMPIO

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Primo piano

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La Camera dei Deputati approva un atto che impegna il Governo alla soppressione deifinanziamenti per la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Questa è l'ulteriore conferma delfatto che avevamo visto giusto quando due mesi orsono, presentammo una mozione inConsiglio regionale con la quale chiedevamo la sospensione degli espropri in atto sullasponda calabra. Firmato: Demetrio Battaglia)

ILPONTE TORNATRAI SOSPIRI

ILARIO AMMENDOLIA

La lettera del governo italianoall’Europa prevede di far paga-re la crisi ai territori ed ceti

sociali deboli. Dinanzi a ciò ci sarebbebisogno di un forte partito democrati-co e popolare capace di capovolgerel’impostazione ad alla logica dei ban-chieri contrapporre uno sviluppo giu-sto, ed equilibrato. Basterebbe apriregli infissi ed ascoltare il grido, a volteconfuso al silenzio, che sale da ognidove. Non è il grido di chi ci chiede una stra-da asfaltata, o la realizzazione d’unafognatura per quanto importanti. Cichiede uguaglianza, la restituzionedella dignità espropriata, la libertànegata E’ una voce forte di chi ciimplora di parlare di politica con pas-sione, con il cuore e con il cervellosmettendo di ripetere formule conia-te a Francoforte, a Cernobio, a WallStreet .Eppure questo partito non c’è. Nonc’era certamente bisogno delle dimis-sioni di Musi per certificarlo. Adessoil caos è completo. E non c’è dubbioche la Calabria è il punto in cui il par-tito democratico si va sbriciolandocon più celerità e purtroppo nella sini-stra non esiste altro di serio. Un parti-to, pur rachitico sin dalla nascita, èdiventato mummia e questa sta perdiventare polvere. Dove ci dovrebbeessere un grande e forte partito, v’èsolo un inutile “ammoino” , di chi siaffanna senza meta.Molti vecchi generali, bravi nel con-tendersi a colpi di fendenti il potereinterno hanno ceduto con incredibileslancio, le postazioni miracolosamen-te conquistate , all’avversario( si fa perdire), hanno alzato le vele e sonoormai lontani. Altri comodi lidi li

attendono.Siamo al centro di una “politica” doveognuno parte da sé stesso, fa un girodi walzer, e ritorna su se stesso.In Calabria uomini e “partiti”diversihanno garantito quasi mezzo secolodi assoluta continuità politica.Da questo irrisolto nodo nasce la crisidrammatica del partito democratico.Non mi fa piacere, così come mi mor-tifica l’idea che in questo momentofuori del pd non ci sia niente di credi-bile. Mancava e manca la Politica ,mancano i punti cardinali. Dalla politica bisogna partire e nondal tesseramento o da vuote sezioni dipartito o da generali senza esercito.Quando qualcuno pretende di dirige-re un partito privo politica è come uncieco che si mette alla guida di unautobus.Facciamoci una domanda: perchéuna persona normale dovrebbe dareil suo tempo, il suo impegno disinte-ressato per il partito democratico?Perché siamo contro Berlusconi?Perché siamo contrari al governoScopelliti? Troppo poco !Anzi “nientedi niente” e per dirla con la regina di

cuore nel libro di Alice unica cosa “davvero rilevante”!Eppure la storia, la gente comunechiede un grande , coraggioso e forte“partito democratico”. C’è bisognocome l’aria d’un partito capace diriproporre temi antichi ma sempreattuali e che richiedono una fortediscontinuità. Un solo esempio, il gio-vane disoccupato di uno dei nostripaesi, dove se ne trovano a centinaia,ha dinanzi a se tre scelte: rassegnarsialla disoccupazione, diventaregregario di qualche personag-gio burocrate o politico( forsecon il primo vi sono più possi-bilità di successo), o organizzar-si con cento, mille giovani nellesue stesse condizioni e impe-gnarsi per un mondo che nonproduca disoccupati e dispera-ti. Da ciò nasce un partito e siapre un varco alla speranza,alla iniziativa concreta, allamilitanza.La crisi ha messo a nudo l’irra-zionalità del mondo che ci cir-conda. Irrazionalità percepibileovunque ma soprattutto inzone come la Calabria. Daquesto difficile momento sipotrebbe uscire con poteri fortiancora più forti ed intoccabili econ i ricchi ancora più ricchi eddeboli ancora più deboli.C’è profonda angoscia per il futurosoprattutto in zone come la Locride,senza un partito organizzato il rischiodi tensioni e di rotture violente non èda escludere. Sarebbe tragico. La sinistra è nata per indirizzare ilcorso della storia verso uno sviluppoche contemperi l’uguaglianza, lalibertà, la giustizia sociale. Un partito di speranza e di lotta di cuisi sente un grande bisogno.

Congresso o conclave ?RODERIGO DI CASTIGLIA

CORSIVO 12

In Italia e in Calabria il PD non c’è

l Pdl , in grave fibrillazione per le sorti , ormai non più magnifichee non più progressive, di Silvo Berlusconi tenta di darsi una strut-tura organizzativa. La via, come la storia detta, è quella della rior-ganizzazione attraverso i congressi. Ma, fin da ora, ritengo che que-sto rimedio sia peggiore del male cui si vuole porre riparo: lamonarchia assoluta del prigioniero di Palazzo Arcore.Non ci sono stati e non ci saranno congressi liberi di decidere. C'èsempre stato un apparato che grava., enon solo nel Pdl. C'è chequeste assisi sono imbottite di congressisti, già schierati e determi-nati dai Signori delle tessere. Un tempo, tale situazione riguardava i partiti di governo, danarosiper eccellenza. Da qualche tempo, il contagio è esteso anche aipartiti antiberlusconiani, come, ad esempio, il Pd.Ma qui intendo discorrere del congresso provinciale- quello regio-nale sarà una copia- del Pdl, che ha la sua prima mossa- è chiaro,-

nel tesseramento. Chi dovrebbe promuoverlo?Naturalmente il Pdl? Non è così. Sotto l'altocomando del Governatore Scopelliti possono pro-muoverlo anche le liste cocacola: Lista Scopelliti,Reggio Futura, Sud. E che cosa c'entrano con ilPdl? I rappresentanti di queste liste sono alleatidel Pdl, ma non sono il Pdl.Considerate, poi. Nel Consiglio regionale la ListaScopelliti ha un gruppo, formato da due consiglie-ri regionali, ciascuno dei quali munito di un contri-buto di 50mila euro l'anno. Il gruppo, in quantotale, gode d'un contributo di 200mila euro.Sommate. Fanno 300mila euro. Se togliete lespese per offerta di caffé, pranzi, cene ( ma sappia-mo che l'ex socialista Imbalzano è parsimonioso),restano migliaia e migliaia di euro per comprare econsegnare tessere proclivi. Dove vai, Pdl? Lodiremo da qui a poco.Considerate ancora. Ci sono le alleanze, come inogni congresso, d'altronde. Ecco, Gigi Fedele,attuale capogruppo del Pdl alla Regione, si eralodevolmente battuto perché il giovane pianoto

Pedà fosse il candidato piddiellino alla presidenza della Provincia.Trovò sbarrato il cammino dalla volontà di Nino Foti, coordinato-re provinciale del Pdl, schieratosi dalla parte di Peppe Raffa, unapersona per bene. Ma ora i nodi vengono al petto. Siccome è arduodecapitare Peppe Raffa, si devono fare barba e capelli a Nino Foti.Nasce la sacra alleanza, con premi successivi, tra Scopelliti eFedele.Non ci sarà un congresso, ma un conclave. Dove per la prima voltai cardinali, guidati dallo spirito di Scopelliti, sceglieranno concordiil piccolo papa della provincia di Reggio.Andrà così? Alfano è un Angelo. Ma di chi?

Musi ci mette la firma

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Locride

LA COLONNA DI ERCOLE

Tutta colpa di Attilio

Un’entità super galatticasta garantendo ai locresiciò che neppure al

Nazareno riuscì con i palestine-si: «Brava gente, ma pur sem-pre figli di Adamo ed Eva», sidiceva camminando oltreBetlemme con lo sguardo rivol-to al padre. Ventuno secoli dopo tra Locri eil paradiso per i locresi, moltoprobabilmente, non sarannopiù necessarie né propedeuti-cità battesimali, né purghe. C’è una condizione affinché lasuper galattica entità, pur nongarantendo l’eternità, ma osan-do oltre Dio, può donare agliabitanti della città di Locrialmeno tre secoli di vita ulte-riore. Per esclusione infattiquesti cittadini a differenza diquelli del resto del mondo,sono senza peccato originaleche, direttamente per eredità,basta e avanza tutto in AttilioCordì, facile obiettivo di pietrescagliate beatamente.Tutta colpa di Attilio, dal disse-sto finanziario del municipio,allo scannamento di porchettenere, cuccioli di legalitàabbronzati nelle alture del rein-serimento voluto da Prefetturee parrocchie.Abbiamo davanti una sorta dismentita della proprietà distri-butiva: « In una moltiplicazioneil risultato non cambia se scom-poniamo un fattore nella suasomma e lo moltiplichiamo perl’altro fattore. Provate a scom-porre Attilio Cordi in Attilio +Cordi e moltiplicatelo per illuogo d’origine. In questo casoil risultato cambia totalmente.In Calabria infatti i conti parla-no da soli, nonostante un miovecchio amico sostiene che avolte lo fanno anche i matti.

Finalmente raggiunto l'accordo tra il comune di S. Ilario dello Ionioe la So.Ri.Cal. riguardo alla vertenza in corso negli ultimi mesi perla stipula della nuova convenzione per l'erogazione dell'acquapotabile.

L'incontro si è svolto stamane, in Prefettura a Reggio Calabria, tra i rap-presentanti del comune di S. Ilario dello Ionio, il sindaco Pasquale Brizzi,la segretaria comunale Donatella Palmisani e il legale dell'ente FrancescoPelle, e i rappresentanti della So.Ri.Cal. nelle persone della delegataAngela Tarantino e del legale della società, avvocato Prisco.

Il tavolo delle trattative, convocato con celerità dal Prefetto, su esplici-ta richiesta di intervento da parte del sindaco Brizzi, dopo l'ennesima ridu-zione del servizio da parte della società, e presieduto dal delegato delPrefetto stesso, Campolo, ha infatti portato a un accordo, con il rinnovodi una convenzione ritenuta equa da entrambe le parti.

Già nella tarda serata di ieri, dopo la presa di posizione del Prefetto,nella Marina di S. Ilario era stato ripristinato il servizio. La Marina erainfatti l'unica zona, in questo caso, a patire il grave disagio, perché gliacquedotti delle altre aree della cittadina ionica erano stati fisicamentepresidiati dal sindaco e dai cittadini per impedirne l'accesso ai dipendentidella So.Ri.Cal.

«Siamo profondamente gratia Sua Eccellenza il Prefetto per la rapidità della risposta e per aver agevo-lato il raggiungimento dell'accordo - dichiara il sindaco Pasquale Brizzi -.La scelta di agire, tra l'altro in maniera illegittima, attraverso la riduzionedell'erogazione del servizio, avrebbe prodotto in breve gravissime conse-guenze sanitarie con non indifferenti riflessi sull'ordine pubblico.Ringraziamo, perciò, ancora la Prefettura, per aver compreso l'urgenza ela gravità della situazione».

VERTENZA ACQUA

Dopo una settimana di fuocoil comune di Sant’Ilario e laSo.Ri.Cal trovano l’accordo

Lunedì 17/10/2011 grazie alla seg-nalazione del Sig. Bruno Garreffa, caccia-tore, è stata recuperata dalla VigilanzaVenatoria dell'ATC, in agro del comune diArdore, località Piani D'Area, una poianaferita. Quest'uccello rapace, simile unapiccola aquila, con apertura alare che vadai 110 ai 130 cm, vive in ambienti moltovari, in Calabria in zone aperte con pas-coli, praterie o coltivi, purchè alternati aboschi dove possa nidificare, general-mente in collina e media montagna, fino a1800-2000 metri di quota.Nonostante la protezione legale, la poianapaga annualmente in Italia un pesantetributo al bracconaggio durante il periododi caccia. Per fortuna esistono anche i “cacciatoribuoni”, quelli sensibili, attenti alla bellez-za della natura ed al rispetto delle norma-tive, come il sig. Garreffa, il quale, avvis-tando la poiana in difficoltà e ferita, haprovveduto immediatamente a contattarel'ATC RC2. Il Presidente dell'ATC,Giuseppe Angiò, naturalmente ha allerta-to il responsabile delle GG.VV. DiegoCara affinchè il selvatico venisse condottopresso la Sede dell'ATC RC2.Successivamente l'ATC stesso, ha provve-duto a informare la Polizia Provinciale diReggio Calabria alla quale la stessa è stataaffidata il 18/10/2011 per il ricovero pressoil CRAS (Centro Recupero AnimaliSelvatici ) di Catanzaro.

Marilene Bonavita

I veri cacciatori nonsono bracconieri!

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la Riviera

S.E. Mons. GIUSEPPE FIORINI MOROSINI, ArcivescovoDiocesi Locri - Gerace, ha ricevuto il premio culturale“Trapezomata 2011”, per essersi distinto nello scenario delsociale in Calabria al punto da essere, per le nuove gener-azioni, esempio concreto di autentica capacità ed operosità.

PREMIO TRAPEZOMATA 2011

Affrontiamo la questione con i guanti.Tanto la materia è nauseabonda.C’è a Bova Marina, non nel Katanga,un sindaco, il dr. Giovanni Squillaci,che, essendo rimasto a lungo impunito,ritiene di poter tutto e di poter disfaretutto.Faccio un po’ d’esempi.Scompaiono le risorse finanziarie perla costruzione dell’AISMI. Nella retedella giustizia non incappa. Incappano itecnici. Si rafforza nel pettoruto sinda-co, dr. Giovani Squillaci, il sentimentodell’impunità. Ma c’è sempre tempo.Un consigliere comunale, il prof.Nuccio Altomonte, eletto nella pregiatatrasparente lista del dr. GiovanniSquillaci, finisce in carcere con altri e inprimo grado è condannato per un buonnumero di anni . In altro luogo e nellamedesima situazione, il Prefetto avreb-be sciolto il Consiglio comunale perinfiltrazione mafiosa. Non succedeniente. Si rafforza, una volta di più, ilsentimento dell’impunità del sindaco. E, a dimostrazione del suo candoredemocratico, il nativo di Roccaforte inquanto sindaco si costituisce parte civilecontro gli arrestati, notoriamente suoielettori. Una bella recita. Ma l’attore hadimenticato di mettersi la maschera.Un attore gigantesco che occupa tuttala scena con il berretto a sonagli in testa.L’epilogo è dei più infausti. Il sindacoGiovanni Squillaci, che è stato in gradodi mettere insieme ,nei pochi anni divita amministrativa, il record della mal-dicenza, dell’insinuazione, della volga-rità, della negazione dei diritti dellaminoranza, dell’offesa insulsa e gratui-ta, è riuscito a superare se stesso. Egliha compiuto l’opera grande e superbache nessun sindaco è stato capace direalizzare: la Commissione prefettiziad’accesso agli atti amministrativi. Equando mai a Bova Marina?Mancava il grattacielo al suo onoratocorso amministrativo da cui non gliauguriamo d’affacciarsi , dato che nonsoffre di vertigini. Ci è pervenuto con lamanigolda idea di cambiare la compo-sizione del Consiglio , cioé, di scakzarela volontà popolare, con il tentativo diattivare la decadenza dei consigliericomunali, assenti per almeno 3 sedute. Questo 27 ottobre era stato convocatoil Consiglio comunale . Bisognava pren-dere atto della reintegrazione del consi-gliere Giuseppe Panzera, fatale per lacontinuità della maggioranza, non piùtale. Il sindaco, senza dichiarare apertala seduta, sconvoca il Consiglio e, comeun bandito, che ha da portare con sé larefurtiva, con altri banditi, compreso ilSegretario comunale , scappa via.Comprendiamo. È il gesto estremo

d’un disperato, d’un pertubatore del-l’ordine pubblico, d’un provocatore,d’un moribondo che non vuol morire,d’un uomo senza dignità e senza deco-ro, del quale si prova schifo solo a par-larne. Come l’ibis, uccello egiziano, chemangia, s’addormenta, è incollato alramo dalle sue liquide feci e di essemuorendo sudicio. Se fossi obbligato ascegliere tra l’egizio uccello e il sindacodi Bova Marina non avrei dubbi.

BANDITI A BOVA MARINA

E il prefetto non può stare a guardare

Ha scatenato una bufera la decisione del vescovo diLocri di trasferire padre Salvatore Monte da Riacea Siderno Superiore. Il religioso appartiene allacongregazione missionaria degli scalabriniani che

hanno come vocazione parti-colare quella di “accompa-gnare i migranti, ai quali sonoinviati, per annunciare loro -specialmente agli ultimi - ilmistero della salvezza”, comesi legge dai documenti costi-tutivi della congregazione. Una storia, quella degli scala-briniani, che parte da un’in-tuizione lungimirante: quan-do gli italiani a frotte lasciava-no la loro terra in cerca di for-tune lontane, Scalabrini fu trai pochi a rendersi conto chequel fenomeno avrebbe carat-terizzato anche i secoli suc-cessivi. I sacerdoti di monsi-gnor Scalabrini cominciarono a partire insieme agli emigranti,ad assisterli durante i lunghi viaggi, a prestare soccorso esostegno a chiunque si trovasse sulla loro strada, e così fannoancora oggi, senza badare alle differenze di cultura, fede ed

etnia. Padre Monte è missionario in Calabria da molti anni edè arrivato nel “paese dell’accoglienza” un anno fa dopo esserestato a Stilo ad affiancare il suo confratello padre ZefferinoParolin. Ma i fedeli di Riace sono contrari al suo trasferimen-

to e hanno iniziato una raccol-ta di firme. La petizione saràconsegnata al sindaco Lucanoche è intenzionato a organiz-zare un’assemblea pubblicaper discutere dell’argomento. La battaglia si preannuncialunga e difficile, anche perchéè la prima volta che nellaDiocesi di Locri-Gerace siverifica un episodio del genere(in passato è successo il con-trario, alcuni fedeli avevanochiesto al vescovo di trasferireun parroco non ben accetto). Se Mons. Giuseppe FioriniMorosini non tornerà sulle suedecisioni, il sacerdote scalabri-

niano all’inizio di novembre dovrà lasciare Riace e interrom-pere le attività pastorali intraprese con i fedeli della parroc-chia, con le associazioni giovanili e con i migranti.

DOMENICA 30 OTTOBRE 2011 LA RIVIERA 15

La rivolta dei fedeli a Riace

Èvecchia regola che si fa fronteunico contro il nemico comune.Pino Mammoliti, che voleva sbra-nare la deputata Laganà, e la

deputata Laganà, che malgradiva d'esseredivorata da Mammoliti, in occasione delConsiglio comunale aperto, tornano insie-me nello slancio ideale e nell'azione voliti-

va contro il passa-to amministrativodi Locri.B e l l i s s i m o .Sempre belloquando scoppia lapace nel Pd, sem-pre in guerra visce-rale. Ma dobbiamoricordare. PinoMammoliti è statoper quattro anniconsigliere comu-nale, e non ci risul-ta che abbia datobattaglia contro il“ m a l c o s t u m e ”finanziario. MariaGrazia Laganà ènativa di Locri, haoperato nell'ospe-dale di Locri, è fio-rita deputata suicrisantemi delmarito, FrancescoFortugno, e nel-l'aula del Consiglio

comunale di Locri avanza la sua augustapresenza dopo sei anni. Parce sepultis,dovrebbe essere la linea direttiva di chivuole seriamente governare, senza impol-tronire nel mestiere di scaricabarile. Poichéil nostro sospetto è che ci sono morti, piùvivi dei vivi, e ci sono dei vivi, più morti deimorti. O non è così, per fratello Mammolitie per sora Maria Grazia Laganà?

MAMMOLITI E LADEPUTATA LAGANÀFANNO ENTRAMBIDUE PASSI AVANTI

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A proposito

L’analisi

di...

DOMENICA 30 OTTOBRE 2011 LA RIVIERA 18

EX HOTEL MIRAMAREOggi è un palazzo...

abbandonato. Il Comunevoleva acquisire la struttura

per delle cifre davveroirrisorie, e adesso giace

come semplicemonumento, bello davedere ma inutilizzato.

EX ROOF GARDENUna cicatrice sul

volto della via marina. Ci si chiede come il

Comune, in tutti questianni, non abbia saputoformulare un’offerta

adeguata per l’acquisto diquesto edificio.

Crisi economica, "opulenzaurbana", austerity, riqualifica-zione, sprechi, città metropo-litana, sono questi termini del

tutto incompatibili tra di loro. Una cittàche non ha mai saputo usare la suagrande eredità storica e culturale. Epensare che l'imperatore Caligola avevafatto della greca Reghion un potenzialecentro dell'Impero romano, un porto didimensioni colossali, destinato ad oscu-rare quello di Ostia. Ma la morte fermòquesti propositi. Oggi cos'è Reggio? E' una "perla aiporci", parlando non solo evangelica-mente.Nel 2011 sono più i rimpianti che i vanti.Facciamo un breve excursus. Partiamodal centro storico della Città. Di certo,la patata bollente è rappresentata dagliscavi di piazza Italia, fermi da quasi cin-que anni, che sono l’esempio più degra-dante dell’incapacità di pianificazioneurbanistica delle amministrazioni susse-guitesi negli anni. Gli scavi sono fermiper mancanza di fondi, e con la gravissi-ma situazione del Museo – che secondoun articolo recentemente uscitosull’Unità ha davanti a sé un futurotutt’altro che roseo (si pronostica unritardo d’apertura in termini di anni) -

dipingono un quadro desolante dellapolitica gestionale dei beni archeologici.Questione che meriterebbe un’analisiben più approfondita. Circa il Museo,basti sapere che i lavori sono fermi per-ché la ditta costruttrice, di razza tosca-na, è fallita, e i fondi statali, voluti dal-l’ex ministro dei Beni culturali,Francesco Rutelli, non bastano percompletare l’opera che necessitava solodi qualche ultimo ritocco. Sul lungoma-re Vittorio Emanuele abbiamo il mae-stoso palazzo dell’ex hotel Miramare. Èun palazzo che comincia a sentire ilpeso degli anni, abbandonato, ma cheaspetta lì, come per sensibilizzare chipassa con la sua bellezza e il suo fascino.Il Comune voleva acquisire la strutturaper delle cifre davvero irrisorie, e ades-so giace come semplice monumento,bello da vedere ma inutilizzato. Tale inerzia è davvero paradossale se sipensa che il Comune stesso ha acquista-to il plesso dell’Italcitrus, nei pressi dellazona industriale, a delle cifre esorbitan-ti che ha fatto ricredere la stessa Cortedei conti, che qualche hanno fa avevaspeso parole positive per il bilancio delComune di Reggio. Investire denaro per una riqualificazio-ne di uno dei palazzi storici più impor-tanti della città? Non è usanza reggina.Situazione analoga si è verificato con il

ANTONIO CORMACI

Un excursus sulle opere incompiute e sugli sprechi della città

SPRECHI REGGINI

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la Riviera

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PALAZZO DI GIUSTIZIAIl re degli sprechi.

Il progetto, tecnicamenteparlando,

è e sarà un vero e propriovanto per la città.

L’opera però, ... verràconsegnata, nel 2012, conquasi tre anni di ritardo

IL MUSEOI lavori sono fermi

perché la ditta costruttrice, di razza

Toscana, è fallita, e i fondistatali, ..., non bastano

per completare l’opera chenecessitava solo di qualche

ultimo ritocco.

celebre caso del “Girasole”. Il comuneha rifiutato, mesi fa, una colossale offer-ta di acquisto da parte dell’ASL perconcentrarsi poi su un investitore localeche ha offerto quasi meno della metàdella prima offerta. Misteri reggini.Proseguendo con il nostro catalogodegli sprechi e delle opere incompiutedisseminate nella città, focalizziamol’attenzione sul nuovo Palazzo di giusti-zia, il re degli sprechi. Il progetto, tecni-camente parlando, è e sarà un vero eproprio vanto per la Città. La firmainfatti è di quelle buone, ManfrediNicoletti, grande architetto dei nostritempi. L’opera però, concepita dall’am-ministrazione Falcomatà che, ed è beneprecisare, ne finanziò i 2/3 (1/3 l’ammi-nistrazione Scopelliti) non è stataimmune da ritardi e interruzioni.Probabilmente, verrà consegnata nel2012, con quasi tre anni di ritardo. Vistoche in una città, come quella di Reggio,è bene avere un polo giudiziario chepossa godere di strutture adeguate, nonera meglio investire denaro in altro?Carceri, ad esempio? Oppure favorirel’associazionismo con la costruzione dicentri sociali e strutture di integrazionee incontro? L’idea aveva preso piede sei anni fa e siera localizzato un progetto di costruzio-ne di un centro sociale sul lotto accantoa piazza del popolo, ma la scoperta di

preziosi beni archeologici di epocamedievale ha ritardato i lavori dellastruttura, e adesso ci troviamo con unastruttura incompiuta e con dei beniarcheologici abbandonati e non adegua-tamente protetti. Un vero e propriomostro urbano. I casi da analizzare sarebbero tanti altri.Uno su tutti l’ex Roof Garden, una cica-trice sul volto della Via marina. Ci sichiede come il Comune, in tutti questianni, non abbia saputo formulare un’of-ferta adeguata per l’acquisto di questoedificio, di proprietà di un noto impren-ditore reggino, che potrebbe dare tantoalla Città e che potrebbe essere una vali-dissima sede di mostre e quant’altro, untrampolino di lancio per una parolinamagica non molto di moda: cultura. E che dire il misterioso caso della “casadei fantasmi”, alias l’ex pastificioCostantino, nonché sede e capolinea delvecchio tram pre-terremoto? L’edificio,centralissimo, era stato consideratocome una potenziale sede di teatri e saleculturali. Privati e Comune non trovanoun accordo per un acquisto? È colpadegli spiriti maligni che vi albergano.Che questi fantasmi non indossino giac-ca e cravatta? Misteri reggini e leggendemetropolitane per nascondere i verifantasmi della situazione, coloro chesiedono a palazzo San Giorgio.

Reggio Calabria, una città che non ha mai saputo usare la sua grande eredità storica e culturale. E pensare che per l'imperatore Caligola,...aveva fatto della greca Reghion un potenziale centro dell'Impero

romano, un porto di dimensioni colossali che avrebbe oscurato quello di Ostia...Misteri reggini e leggendemetropolitane per nascondere i veri fantasmi della situazione, coloro che siedono a palazzo San Giorgio

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La

Lettere, note e schermaglie

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la RivieraRegistrazione Tribunale diLocri (RC)n. 1 del 19/06/1998R.O.C. n°11602 del 02/11/98Questo periodico è associato all’Unione Stampa PeriodicaItaliana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri

Direttore responsabile PASQUINO CRUPI

In redazione CRISTINA BRIGUGLIOMATTEO RASCHELLÀResponsabile dello sportANTONIO TASSONEArt DirectorPAOLA D’ORSAImpaginazioneEUGENIO FIMOGNARI

COLLABORATORI

Gioacchino Criaco, Lele Nucera,Filippo Todaro, Anna LauraTringali, Mara Rechichi,Benjamin Boson, Nik Spatari,Maria Giovanna Cogliandro,Angelo Letizia, Marilene Bonavita,Francesca Rappoccio, MarioLabate, Franco Crinò, RuggeroBrizzi, Marco Andronaco, IsabellaGalimi,Maria Teresa D’agostino,Giovanna Mangano,

IL BRIZZOLATO di RUGGERO BRIZZI

Dopo il calcio dilettantistico, nessuna birretta con gliamici. La tv era spenta al bar e non si commentava neppurela rimonta del Milan, né si chiedeva al gestore di accen-derla quella tv. Nessuno scherzava.Nessuno prendeva in giro l’avversario di turno del fan-tacalcio. Il bar è frequentato da ragazzi, ognuno dei quali con unmasso di precarietà addosso. Tutti amici.C’era un silenzio assordante nelle quattro mura dove

crescono le più belleconoscenze. Un silenzio che quasiurlava la mancanza diqualcuno di loro.Domenica sembrava chelo conoscessimo tuttiMarco Simoncelli e che lelacrime che volevanouscire fuori tremende efuriose non uscissero perqualche orgoglio calabro-

masculino da uomo forte da bar. E lo stesso in famiglia.E sul lavoro. E in città.Marco Simoncelli era l’assolo di Hendrix in “LittleWing” come omaggia il sito di Radio Virgin (con cui ilbuon Sic collaborava). Era un ragazzo di provincia che poteva scegliere divivere nei paesi più belli del mondo, ma aveva deciso distare a Coriano (10 mila abitanti). Era un ventiquattrenne umile e dalla faccia simpaticacompletamente coinvolto nei valori familiari che nes-suno dei vecchi benestanti riesce a mantenere. Era un esempio di volontà e passione. Marco Simoncelli, senza retorica, era uno da birrettacon gli amici al bar della sperduta provincia italiana. Ciao Sic.Uno di noi.

Domenica, non è stata Domenica

ANTONIO LATELLA

LOQUI E SPROLOQUI di FILOMENA CATALDO

Dall’antichità ai tempi moderni e contemporanei non stupisce (e comepotrebbe!) l’euforia per la caduta dei Tiranni!Si è parlato di rispetto per ladignità dell’uomo e del corpo, di vilipendio gratuito, di violenza incondizion-ata e bisognerebbe chiedersi come mai in tanti anni di soprusi verso innocen-ti, nessuno si sia mai chiesto tanto. Si è parlato di malsana diffusione delleimmagini e su questo possiamo concordare, nonostante il diritto all’infor-mazione. Tutto ciò in occasione della caduta di Gheddafi. Un altro tirannoche lascia il posto all’incertezza degli assetti internazionali, ai drammi deilabili e scarni equilibri, alle conseguenze di una storia che sembra – inesora-bile – consegnare il suo resoconto.

BEVIAMO, MIRSILO È MORTO!

Si infiamma la polemicasul caso Miramare.Leggiamo: “La notiziarelativa al pignoramen-

to dell'Hotel Miramare, lasplendida struttura liberty deglianni venti del secolo scorso, finoad oggi di proprietà delComune di Reggio, evidenzia inmaniera cruda la realtà di unenorme disastro economico e diuna colossale voragine finanzia-ria provocati negli anni dellagiunta Scopelliti e del PDL, atutto danno delle casse delComune e quindi di tutti i reggi-ni.“A questo punto non ci sono piùscuse, alibi o puerili tentativi dinascondere la verità più voltedenunciata: il Comune diReggio è in totale dissesto finan-ziario al punto che si arriva allaumiliazione del pignoramentodi uno degli ultimi “gioielli difamiglia”, vale a dire il gloriosoe stupendo Hotel Miramare.Ciò significa che la situazione èormai una via senza ritorno..”ll pignoramento dell'HotelMiramare rappresenta l'ultimoatto di una serie di vicende chehanno evidenziato lo stato

comatoso delle casse comunali.Rispetto a tutto ciò, il sindacoArena e la sua giunta nonhanno sentito il dovere moraledi affrontare con franchezza lasituazione, a partire dalla tantoauspicata operazione-verità, lasola che avrebbe permesso allacittà di conoscere a quanti centi-naia di milioni di euro ammon-tano i debiti del Comune.“Al contrario il PDL e i suoisatelliti non hanno fatto altrosinora che negare l'evidenza;peggio ancora, si sono prodigatinell'offesa e nel dileggio neiconfronti di tutti coloro chehanno denunciato, con giustaragione, il sostanziale defaultdel Comune di Reggio.Che faranno adesso?Arriveranno a dire che il pigno-ramento dell'Hotel Miramare èun fatto positivo e benefico perla città? Ormai non ci stupiscepiù nulla, niente e nessuno. Unacosa è certa: Reggio è come ilTitanic, si trova, senza via d'usci-ta, in mezzo ad un'enorme tem-pesta che, nei fatti, può rappre-sentare la disfatta definitivadella città e degli attoniti reggi-ni.L’O

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Nel nostro Paese c'è poco sensocivico, soprattutto per quantoriguarda il rispetto delle regoledel codice della strada e iparcheggi. Ma questo cartellopotrebbe essere una soluzione? La mamma di un bambino diversa-mente abile

Il Grand Hotel Miraramare e il dissestoeconomico del comune di Reggio

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la RivieraHANNO COLLABORATO

Francesco Laddarina, IanZimirri, Giuseppe Patamia,Alessandra Bevilacqua,BrunoGemelli, Carmelo Carabetta,Valentina Elia, AntonioCormaci, Mario Labate,Antonio Tassone, GiulioRomeo, Ilario Ammendolia,Sara Caccamo, GiuseppeFiorenza, Daniele Mangiola,Sara Caccamo.

Le COLLABORAZIONI non precedute dallasottoscrizione di preventivi accordi tral’editore e gli autori sono da intendersigratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati allaredazione, anche se non pubblicati, nonverranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright dirittoesclusivo di “la Riviera Editore” per tutto ilterritorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui siesprimono giudizi o riflessioni personali, sonoda ritenersi direttamente responsabili.

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KAPPADUE di RUGGERO CALVANO

ALZIAMOLI I TONI...MONSIGNORE

RISPONDE il direttore

Ritratti *ddii DDiieeggoo CCaattaallddoo

Designer

Artista contemporanea, illuminantenella creatività e geniale nella ricerca.Porta con se una grandissimaesperienza artistica e culturale,fondamentale e di riferimento pergiovani creativi, attenta osservatricedello sviluppo artistico e culturale delterritorio. Nel suo glamour raffinatosta tutta la ricchezza del suo preziosocontributo culturale che trasporta eaffascina anche chi non la conosce.

MARÒ D’AGOSTINO

Il mondo è bello, la vita è bella ma non voipolitici sadici avidi egoisti ci avete sfruttatifin dalla nostra nascita rendendo la nostravita cupa, avete succhiato il nostro sanguearricchendovi e con le nostre fatiche sietediventati padroni del mondo. Gli schiavisono sempre stati cibati e rifocillati perpotere rendere nel lavoro dei loro padro-ni, ma adesso ci state togliendo anche ilpane e ogni qualvolta muoviamo un ditocontro il vostro imperialismo gridate aldelinquente ma chissà chi è il delinquente. I benestanti stanno sempre dalla parte dichi li mantiene a sua la sovranità è sem-pre della maggioranza del popolo, è inuti-le recriminare i scioperanti di Roma o dialtre manifestazioni, perché ognuno hadiritto di manifestare il proprio sdegnocontro i governi tiranni e autoritari e qui ilnodo è arrivato al pettine o i governi mon-diali cambieranno strategia riconoscendoi diritti umani della popolazione, oppurecredo che nel mondo si scatenerà unaguerra infinita e purtroppo sanguinariameno che i sostenitori di questo sciopero.Arresteranno e ammazzeranno tutti iribelli delle loro mansioni ma credo checiò sarebbe una sconfitta anche per loroperché si capisce bene che la loro ragionee soddisfazione è proprio quella di vederesoffrire la fame al resto dell'umanità comenei tempi remoti, però credo che questiaffamati non resteranno mai con le maniin mano ad aspettare il sacrificio della loroesistenza. Così l'occidente politico ha provocato unacrisi indecifrabile del mondo del lavoro,ma se il lavoro non esisterà più che cosagovernano questi governi? Governerannosolo le pensioni misere di chi ha avuto lafortuna di arrivare alla pensione. Ma quirisulta che i pensionati spendano tutto cheva incamerato nei conti miliardari dei soli-ti facendo sparire chi sa dove questo rica-vato e fino a quando riuscirà questo scem-pio non si sa dopo dove prenderanno lemigliaia di euro per continuare a pagarsigli esosi stipendi dalla loro avidità i pappa-galli della costa?

Sono un assiduo lettore del suo giornaleLA RIVIERA, dove ho avuto la fortunadi leggere dai suoi collaboratori delle per-sonalità che fanno sempre più grande lanostra amata terra di CALABRIA.Leggo dei grandi intellettuali come cisono, che tutti ci invidiano e , mi doman-do, visto che, ci troviamo in un periododrammatico in questa Italia scassata datutte le parti? E ancora i nordici ci umilia-no quattro zotici di lumbard che voglionodividere l'Italia, Dovremmo essere noi,sudisti, a pigliarli a calci , così vendichere-mo tutto il sangue che ancora scorre intutti i paesi del sud. Per la festa del 150°anno dell'unità d'Italia, , per noi è un gior-

no di commemorazione dei nostri fratelli chesono stati massacrati dai piemontesi ladroni,che, ci hanno rubato tutti i nostri beni dicia-mo, una volta per sempre a questi ladroniassassini, che non proviamo neanche pietàper bambini, vecchi che ancora, da tutti ipaesi del sud ancora esce sangue dalla terradei nostri avi. Ill.mo Direttore, diciamo attra-verso La Riviera chi siamo noi del sud, cheabbiamo dato la civiltà a tutto il mondo,

diciamolo ai LUMBARD, che non sanno lastoria del nostro Paese.Sig. Direttore, togliamo dalle nostre stradeintitolate ai truffatori assassini il nome diCavour, Garibaldi, mercenari, Mazzini,camaleonte, Re Vittorio Emanuele, pupaz-zo. Togliamo i nomi dei traditori comeLafarina, Sgrò e mettiamo i nomi diMarturano, Crocco etc. Cordialmente Totò Rotolo.

Il mondo è bello, cioè è brutto

Caro Rotolo, cerchiamo di non esagerare nella polemica sul Risorgimentoincompiuto nel Mezzogiorno e in Calabria. Se vogliamo essere creduti, dob-biamo essere credibili. E facciamo ridere i poli quando tu scrivi che Mazziniera un camaleonte e Lafarina un traditore. Ci sono, poi, tante vie da intito-lare. Che bisogno c'è di cancellare e sostituire?

Non ho nulla contro Dio, semplicemente nonci credo, per limiti miei o per l'opera delmaligno. Vorrei, però, che ci fosse, paghereipure. Sarebbe la fine del mio dramma esisten-ziale. Che bello tutti fratelli, e tutti figli di unpadre immenso e misericordioso. Purtroppo,nonostante i fiumi di vino e le colonne difumo non sono riuscito mai a trovarlo.Questo non mi toglie il rispetto per chi cicrede e il riguardo per chi lo venera e ne tessele lodi dai pulpiti. Ho un'ammirazione esager-ata per quanti, tantissimi, in suo nome profes-sano la pace e alleviano nel mondo le penedei loro simili. Non sono anticlericale, mal'ipocrisia dei clerici qualche volta diventainsopportabile. Sembra che i sacerdotidell'Onnipotente facciano di tutto per tenerefuori dall'ovile le pecorelle smarrite. Questoaccade spesso quando sotto il saio si nascondeil lupo cattivo. Esco dalla filosofia e vado aBivongi dove, pare, il lupo ha ghermito l'en-nesimo agnello. La Chiesa invece di scacciar-lo l'ha trasferito il altro ovile, dove fra un po',magari, scannerà un altro agnello. Lepecorelle hanno belato forte, indignate eimpaurite. Il pastore nostro, quello di Locri,ha chiesto di abbassare i toni, riflettere e pre-gare. E io che sono un senza Dio invece urlo.Memore del tono alto che il monsignore hautilizzato a Polsi: “non c'è posto per i cattivinella Chiesa” elencando gli esclusi. Io, ovvia-mente incluso nella lista, non ci potrò maientrare. Fossi stato un orco con il saio non cisarei mai uscito. Non voglio entrare in Chiesa,sto bene nel mio inferno, ne ho di colpe dapagare. Ma agnelli non ne ho mai sbranati, ese qualcuno mi dicesse di stilare una lista delmale in cima ci metterei i lupi cattivi. Se fossiun pastore, gli orchi li caccerei a calci dagliovili e non chiederei il silenzio ma urlerei l'or-rore.

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GIUSEPPE GANGEMI

Lo scorso 8 agosto in piazza Duomo a Reggio Calabria ho ascoltato i giu-dici Nicola Gratteri e Ferdinando Imposimato intervistati da MicheleCucuzza durante la manifestazione “Legalitalia” organizzata dallaFondazione Antonino Scopelliti e dal Movimento Ammazzateci Tutti inoccasione del ventesimo anniversario dell’omicidio del giudice Scopelliti.Ho condiviso gran parte degli argomenti, tranne la considerazione diGratteri che la criminalità mafiosa ha reso più povero il Meridione. Lamafia compie molti misfatti ma il responsabile principale dell’arretratez-za del Sud e della crisi del Nord è la politica. Non è il caso di ripercorre-re la storia per dimostrare le nefandezze dei vari governi che si succedo-no da centocinquant’anni. Il malgoverno unitario ha ridotto a una colo-nia la terza nazione più industrializzata del mondo dopo Inghilterra eFrancia, che possedeva tra i numerosi primati anche la terza flotta com-merciale, cioè il Regno delle Due Sicilie. Basta leggere i libri di NicolaZitara, di Pino Aprile e di altri studiosi per apprendere la volontà deter-minata di privilegiare il Nord a scapito del Sud il quale, attraverso la suaproduzione agricola, le rimesse degli emigranti, la raccolta del risparmio,il pagamento delle tasse, ha fornito le basi per il progresso del Nord. Seanalizziamo la spesa pubblica a partire dall’unificazione ci rendiamoconto che lo Stato spendeva novanta al Nord e dieci, o anche meno, alSud. Il divario, anche se meno accentuato, esiste tutt’ora. Bossi e com-pany non devono recriminare, se c’è qualcuno che dovrebbe alzare lavoce questo è il popolo meridionale che purtroppo ha una classe politicaservile, inefficace e funzionale agli interessi del Nord. Tra i regali che ci halasciato l’Italia, oltre la povertà, il brigantaggio, l’emigrazione, c’è anche la

mafia. Per piegare la legittima resistenza di un popolo esasperato chiama-ta brigantaggio, lo Stato italiano ha impiegato notevoli e deprecabilimezzi: tribunali speciali, stato d’assedio, campi di concentramento, sac-cheggi, incendi, violenze e fucilazioni sommarie, mentre verso la mafia hasempre dimostrato ambiguità e complicità. A partire dal Risorgimento,quando Garibaldi in Sicilia si servì dei picciotti e Liborio Romano aNapoli usò la camorra per “mantenere l’ordine pubblico”, gli episodi diconnivenza tra Stato e mafia si sono susseguiti e continuano ancora. Lamafia, grazie agli scambi con la politica, al mercato della droga, al traffi-co dei rifiuti, al riciclaggio ecc., è molto ricca e potente. Anni fa il profes-sore Zitara mi raccontò che il presidente della Borsa di Milano, forsecalabrese, dichiarò pubblicamente che se non si consideravano i capitaliinvestiti dalla mafia, in borsa rimaneva ben poco. FerdinandoImposimato ha detto che la criminalità, tramite intermediari, detenevaquote di importanti giornali italiani. Il confine tra economia legale ed ille-gale è stato sempre molto sfumato. C’è una mafia legale e parassitaria chelegifera stipendi, pensioni, incarichi, consulenze e vitalizi privilegiati allevarie caste e che è prona agli interessi strategici ed economici esteri, anchese in contrasto con gli interessi nazionali. Secondo Zitara, dopo il traumarisorgimentale, una certa ripresa dell’economia meridionale si ebbe dopola fine della Seconda Guerra Mondiale grazie al contrabbando. Paesiemarginati come San Luca, Africo, Platì, Rosarno sono alla ribalta dellacronaca per i proventi che realizzano con il traffico della droga. La politi-ca in Italia ha impedito lo sviluppo di una borghesia legale e produttivanel Mezzogiorno. L’aspirazione al miglioramento economico delle classipopolari, ma non solo, ha costituito una oligarchia mafiosa che oggi inve-ste in tutto il mondo

Il popolo meridionale alzi la voce!Non è a dire che con le invettivesi cambiano le cose, anche quel-le più vicine a noi. Ma vale lapena indignarsi. Finché c'è indi-gnazione, c'è speranza.

MAZZINICAMALEONTE?

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la Riviera

Da subito, nel cuore delladifesa amaranto. AntonioMarino, arrivato nella ses-sione estiva dall'Ascoli, ha

subito conquistato un posto nellaretroguardia amaranto. Merito diun pefetto inserimento nel gruppoche gli ha consentito di guadagnarea tempo di record la fiducia delmister e dei compagni. "Siamo ametà di un "ciclo terribile" che com-prende sei gare ravvicinate conBari, Livorno, Varese, Brescia,Toro e Crotone. Per il momentoabbiamo conquistato tre vittorieche ci hanno dato uno slancioincredibile per affrontare i prossimiimpegni contro squadre attrezzateper la promozione. Saranno unulteriore test anche per noi e per lenostre ambizioni". "Abbiamo unodei migliori attacchi del campiona-to, andiamo in rete con una fre-quenza straordinaria. Il compito dinoi difensori è quello di garantirecopertura alla pressione offensivache inevitabilmente esercitiamosugli avversari. Ci sta, quindi, mag-ari prendere una ripartenza in piùma bisogna sempre farsi trovarepronti mantenendo il massimo del-l'attenzione nell'arco dei 90'" "Iosono venuto a Reggio per disputareun campionato importante, vesten-do una maglia importante. Speravodi poter esser subito titolare ma ladifesa a tre per me era un meccan-ismo nuovo e dovevo adattarmi infretta, per questo non possonascondere sia stata una gradita

sorpesa. Dico grazie, quindi, oltreche al mister, a Cosenza, Emersone Adejo che, avendo più dimes-tichezza con questo schieramento,sono stati fondamentali per la miacrescita in questo sistema di gioco"."La partita migliore giocata fino adoggi? A mio avviso quella con ilBari è stata una grandissimaprestazione perchè abbiamodimostrato di essere una squadravera, capace di reagire ad unmomento difficile, per di più con-tro un avversario di grande spes-sore. Sul piano personale sonomolto soddisfatto anche della parti-ta fatta contro il Grosseto"Regginacalcio.com

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SERIE A 10 giornata di Andata

Domenica 30/10/2011 ore 15.00 Bologna-AtalantaFiorentina-GenoaLecce-NovaraParma-CesenaUdinese-Palermo Cagliari-Lazio ( ore 20,45) Siena-Chievo ( ore 20,45)

Antonio Marino ha le idee chiare:"Questa Reggina sa quello che vuole"

Nocerino: un nazionale passato dal Palermo al Milan per un milione. Più di uno l’aveva definito il vero”affare” del mercato, con Pirlo, a costo zero, alla Juve. Beh, da oggi, quel qualcuno sente di non averesbagliato valutazione. La Juve rivince, e difende il primo posto in classifica. Ma i rossoneri, proprio dopoaver perso contro i bianconeri, vincono 4 partite di fila. Se c’è un’anti-Juve, è assolutamente la squadradi Allegri, e, con 9 squadre in 5 punti, sembra un vecchio campionato da 2 punti a successo. CadonoUdinese e Roma, frena la Lazio, si rimette in corsa il Napoli, e l’Inter, contro la stra-Atalanta, salval’autostima, grazie a Castellazzi. Il primo pensiero va all’Atalanta. Senza i 6 punti di penalizzazione,sarebbe a quota 15, e cioè seconda. Abituiamoci ai voti alti di Moralez, Cigarini, Padoin, Schelotto eGabbiadini. L’Udinese ha subito tre gol in 7 giornate, ha reinnestato le marce alte di Di Natale, e nondeve più sorprendere. Il Milan se ne può infischiare dell’attuale quinto posto: è sempre la squadra piùdel forte del torneo, e lo ha dimostrato proprio rimontando a Lecce. 'Nella Juventus la vera novità èrappresentata dalla scarsa, e legittima, sfiducia nella sua difesa di Conte, aggrappato a un tremebondo5-4-1. Forse troppo, col risultato di incoraggiare la Fiorentina ad attaccare. Comunque già dagli anticipidi ieri e da un ricco programma previsto per la Champions League potrebbe nascere qualche altroimportante spunto di riflessione per valutare se il calcio italiano si sta riprendendo oppure continua arimanere sofferente.

l.r.

NOCERINO VERO AFFAREDI MERCATO DEL MILAN

In campionato si avanza a ritmi incessanti e per i cal-ciatori che hanno appena sfilato magliette e pan-taloncini da gioco del turno infrasettimanale e giàora di indossarne altri e scendere in campo per la

decima giornata di Serie A. Come di recente, anche ogginon sono escluse sorprese: quest'anno più che in altreoccasioni l'assoluto fattore dominante è rappresentatodall'equilibrio e dall'incertezza. La stagione non ha anco-ra trovato un protagonista assoluto, il campionato hadiversi pretendenti ma finora nessun conquistatore e intesta domina l'alternanza.Tra le squadre impegnate nel pomeriggio e nella tardaserata, l'attesa maggiore sarà per le gare di Udine eCagliari: al Friuli e al Sant'Elia sono attese Palermo eLazio, vale a dire due delle squadre che di più hannofinora proposto, anche se solo a corrente alternata,momenti di buon calcio e fatto intravedere margini dimiglioramento. Certo anche per queste squadre nonsono mancati gli intoppi: il pesante 3-0 subito a San Sirodagli uomini di Mangia al cospetto del Milan ha in parteridimensionato l'entusiasmo, un po' come successo allaLazio dopo l'1-2 casalingo imposto dalla Fiorentina eforse ancor più dopo il 1-1, sempre sul terreno amicodell'Olimpico, portato a casa dal Catania di VincenzoMontella. Ecco perché probabilmente proprio dallasfida del Sant'Elia sono oggi attese le risposte più impor-tanti: saprà la Lazio scrollarsi di dosso svagatezze e cali diconcentrazioni più che altro frutto dell'euforia post derbyo a Cagliari per i ragazzi di Reja la strada si presenterà dinuovo tortuosa e in salita? Il valore dei sardi è ormainoto, non sorprenderebbe più di tanto se anche contro laLazio si riproponessero ad alti livelli, tuttavia ciò nontoglie che per la Lazio un risultato negativo costituirebbeun brusco stop alle ambizioni e un sostanziale passo indi-etro nelle gerarchie del campionato.Diverso è invece il discorso per quel che riguardaUdinese-Palermo: friulani e siciliani sono reduci da risul-tati all'opposto ma entrambi sembrano ormai godere diuna loro precisa stabilità e collocazione. Se ciò non è unanovità a Udine dove ormai da anni la famiglia Pozzo haimpresso il suo preciso marchio di fabbrica alle impresesportive bianconere, lo è senz'altro in Sicilia da quandopatron Zamparini si defilato limitando al massimo le sueelucubrazioni calcistiche, con evidenti risvolti positivi siaper la squadra che per la conduzione tecnica, ora final-mente tutti più tranquilli perché consapevoli (almenomomentaneamente...) di poter sbagliare senza esseremessi alla gogna o finire esposti al pubblico ludibrio pervia delle intemperanze verbali del proprio presidente.Tra le altre partite della giornata, interessante sarà poivedere quali notizie arriveranno dall'Artemio Franchi diFirenze, teatro di Fiorentina-Genoa, una delle partitedal maggiore blasone storico-sportivo del decimo turno.Anche in questo caso gli sfidanti arrivano alla gara conumori e stati d'animo opposti: i viola devono cancellareal più presto gli spettri che si sono materializzati nel corsodel primo tempo della gara con la Juve (senza dubbio ipeggiori 45 minuti della gestione tecnica di Mihajlovic) evanno alla ricerca di tre punti che, oltre a rendere più ser-ena la classifica, potrebbero mantenere ancora a galla(per quanto però non si sa) “Miha” sulla panchina gigli-ata. Di sicuro il Genoa delle ultime giornata non sarà ilcliente più facile: il pareggio raccolto nel “fortino” bian-conero e la vittoria interna allo scadere con cui è statabeffata la Roma, hanno fatto balzare alle stelle l'euforiadell'ambiente e ora si attendono altre concrete confermeproprio dal match contro la Fiorentina.Siena-Chievo, Bologna-Atalanta, Lecce-Novara eParma-Cesena sono le altre partite in programma per ladecima giornata. Tra queste, la sfida più delicata in ter-mini di classifica appare quella tra i salentini e gli uominidi Tesser, con in ballo tre punti che al momento rappre-senterebbero di per sé uno “score” allentante ma cheallargando le prospettive, potrebbero avere riflessi posi-tivi fin oltre e alla lunga risultare pesanti per i propositi disalvezza di entrambi.

Angelo Letizia

“IL PUNTOSULLA SERIE A”

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Sport

A propositodi...

La sensazione è quella di respirareun'aria tesa come tutti i derby che sirispettano, figlia delle scorie legateesclusivamente alle rivalità calcisti-che, l'auspicio alle società , tessera-

ti e tifosi al seguito, che sia quello che la garadi oggi, sia una semplice partita di calcio, privadi nervosismi ed esaltazioni, ma all'insegna delfair play. Proprio come dovrebbe essere tradue società amiche, quali sono, in effetti, quel-le del Roccella e del Siderno. Se poi si tieneconto della situazione di relativa emergenzache sta caratterizzando le due formazioni, conil Siderno già in situazione di emergenza, perinfortuni, e praticamenteprivo di un attaccante di ruolo(Orlando ancora inforntuna-to), e il Roccella, in difetto dipunti in classifica, per l'avvioritardato, l'augurio è che sitratti davvero di una bella festadello sport. In campo, tra entrambi lesquadre, ci saranno alcuniragazzi molto giovani. Nonfacciamogli sentire, oltremo-do, il peso di una gara che, infin dei conti, è una gara, La Riviera augura atutti, tesserati e sostenitori delle due squadre,una bella partita e una festa di sport. Dopodiversi anni torna l'atteso e storico derby dicalcio da sempre appuntamento agonosticovissuto con particolare emozione dei tifosi daentrambi le squadre. Un impegno agonistico importante oggi chearriva nella stagione in cui il Siderno torna nelcalcio che conta, grazie al lavoro competentee professionale e alla oculata programmazio-ne di una società che intende regalare altresoddisfazioni agli sportivi e alla città tutta.Auspichiamo e siamo convinti che oggi tutti eventidue giocatori,sapranno dare il megliodelle loro potenzialità tecniche e agonisticheper uscire a testa alta dal campo e con un risul-

tato positivo. Siamo altrettanto convinti, chel'appuntamento di questo pomeriggio rappre-senterà un momento di gioia e di festa, incampo e sugli spalti, all'insegna del sano ago-nimo scevro da ogni tensione o manifestazio-ne lontana dalla nobile tradizione sportiva e diciviltà che le due città possono a pieno titolovantare. Ai giocatori formuliamo il nostrocaloroso in bocca al lupo nella convinzioneche sapranno difendere in campo l'onore deicolori ognuno per la loro parte profondendoil massimo impegno per non deludere glisportivi intervenuti. Gli sfotto': Siamo benconsapevoli della rivalità campanilistica e

della competizionesportiva che esiste frale due squadre.Sappiamo tutti eanche bene, quindi,che corriamo un gran-de rischio per questoderby. Abbiamo tutta-via ritenuto che talerischio fosse da pren-dere perché abbiamostima e considerazio-ne di entrambi i tifosi,

che, siamo certi, capiranno il senso di questoevento, voluto con grande voglia dalle societàper la miriade di sacrifici che si affrontano permantenere la categoria, pur se osteggiato datanti. Riteniamo che sia venuto il momento didimostrare che anche in un derby così sentitoed acceso possa prevalere il buon senso e l'au-tocontrollo da parte di tutti. Auspichiamopertanto con tutto il cuore di non assistere acomportamenti violenti od irrazionali, assolu-tamente non giustificabili in ogni modo e spe-cialmente dal rispetto reciproco tra le società,esso si pone, anche per dimostrare a tutti chenon c'è così bisogno di barriere, protezioni,cancelli od altre diavolerie del genere. Ciò non significa vivere in modo passivo l'e-

vento, dimenticando la SANA rivalità sporti-va che esiste ed esisterà sempre tra i nostri dueclub. Nessuno vuole impedire cori e sfottò chehanno un sapore goliardico e ci aiutano, anzi,a ricordare tempi in cui il calcio, vissuto allostadio, dava un pochino di emozione in più.Ciò che non deve succedere sarebbe assisteread una qualsiasi scena di violenza che, in que-sta specifica situazione, sarebbe ancora piùevidenziata….significherebbe che ci siamosbagliati del tutto tutti e, indirettamente, dareconferma che tutti noi meritiamo gabbie, can-celli, tornelli e tessere del tifoso. Diamo tuttiuna grande prova di civiltà sportiva e dimo-

striamo nei fatti come tuttequeste iniziative che stannotogliendo spettatori e quindiforza alle società special-mente alle più piccole sianodel tutto inutili e vadanoprogressivamente abolite.Venite allo stadio Raciti diSiderno numerosi, sostene-te con forza le vostre squa-dre e colorate le gradinate.Fateci divertire con i vostriproverbiali sfottò e i vostri

cori goliardici, ma lasciate a casa la violenza ogli eccessi in genere. Invitiamo i responsabilidei due club prima dell'inizio della gara ad unastratta di mano nel centro del terreno di giocoe trasformare il derbissimo in una festa e lascelta di far giocare la partita va proprio inquesta direzione. L'augurio è che gli sportividella locride accorrano numerosi in tribunadello Stadio “Filippo Raciti” di Siderno cheoffrirà un bel colpo d'occhio, per assistere a unevento che per primi i dirigenti delle due squa-dre sperano di poter riproporre in futuro a unlivello più alto dell'Eccelenza. Se vogliamotornare a divertici allo stadio e se vogliamo ilbene delle nostre gloriose società dobbiamodimostrarlo nei fatti. Buon derby a tutti!”.

Antonio Chiera

Come ricorderete Rocco Logozzo, ha lascia-to per un infortunio la guida tecnica dellasquadra biancorossa che aveva affidatomomentaneamente al suo vice MimmoQuattrone. E' dei giorni scorsi l'arrivo diCosimo Silvano un veterano della categoriache non a certamente bisogno di presen-tazioni. Da persona corretta garbata e com-petente quale è Mimmo Quattrone, restasempre nello staff tecnico, sapendo bene chela situazione che si era creata era momen-tanea. “Abbiamo deciso di dare un forte scos-sone alla squadra decidendo il cambio dellaguida tecnica dopo l’infortunio di MisterRocco Logozzo" - è il commento di Scali -“Siamo convinti che il potenziale di questasquadra sia almeno da metà classifica e perquanto visto fin'ora sarebbe un risultato asso-lutamente alla portata dei nostri giocatori.Dopo un’analisi molto lucida con l’intera diri-genza abbiamo deciso di affidare la squadra aCosimo SIlvano, ex tecnico del Marina diGioiosa e persona che conosce molto benel’ambiente e che da assolute garanzie di pro-

fessionalità e correttezza. Siamo certi " - pre-osegue Scali - "che il problema più grande darisolvere sia quello di amalgamere unasquadra totalmente nuova e giovane rispettoall’anno scorso, con la consapevolezza che daora in avanti avremo a disposizione pochimargini di errore e Cosimo Silvano ci puògarantire tutto questo visto che conosce benequesto campionato.” La Società ci tiene aringraziare Mister Quattrone, per l’ottimolavoro svolto, rinnovandogli una grandestima. Intanto, la squadra in settimana si èallenata già sotto la guida di Mister Silvano invista delle prossime, delicate sfide di campi-onato. Sia la dirigenza che i giocatori sannoche si deve ottenere una vittoria per dareinizio ad una rapida risalita nelle posizioni inclassifica. Con Cosimo Silvano il GioiosaJonica dimostra di volere a tutti i costi cen-trare la salvezza dopo un inizio di campiona-to non propriamente esaltante che ha visto lamatricola bianco-rossa assestarsi su posizionedi classifica non consoni al tipo di squadra cheera stato allestito in estate da mister RoccoLogozzo. Comunque di tempo per riprender-si ce n’è abbastanza. Silvano forse porterà conse il suo “fidato”team tecnico composto dalcollaboratore Maurizio Commisso, dalpreparatore atletico Lillino Gennaro e quellodel preparatore dei portieri, Romeo. Buonlavoro mister Silvano. Antonio Chiera

Il Gioiosa Jonica siaffida all’esperienzadi Cosimo Silvano

Con la firma della convenzione con la Curia Vescovile di Locri, avvenuta alla Prefettura di Reggio Calabria alla presenza del vice sindaco di SidernoPietro Sgarlato, nessun ostacolo si frappone più alla realizzazione di un campo di calcio che sorgerà in contrada Mirto di Siderno. Il progetto, finanzi-ato dal Ministero dell'Interno, che era stato pressoché abbandonato, è stato ripreso e rimodulato dalla attuale Amministrazione Comunale e resocoerente con i criteri di ammissibilità stabiliti dal Comitato di Sorveglianza. Prevede la costruzione dell'impianto sportivo su terreno comunale e lagestione per cinque anni da parte della Diocesi di Locri e, nella fattispecie, della Parrocchia Maria SS. Addolorata della Frazione Mirto. Il nuovoimpianto sportivo, verrà a sfoltire di parecchio l'affollamento attuale sul “Filippo Raciti” consentendo l'attività sportiva ed agonistica delle tante Scuoledi Calcio cittadine che sono sorte in questi ultimi anni in città”. (l.r.)

“Finalmente il Mirto di Siderno avrà il suo campo di calcio”

Rocco Loccisanolascia il San Luca

Rocco Loccisano non è più l'allenatore del San Luca. Il tecnico gioiosano,dopo la sconfitta interna di domenica scorsa (1-4 contro il Pro Catanzaro) harassegnato le sue dimissioni alla dirigenza della squadra giallorossa.Loccisano ringrazia i suoi giocatori e i dirigenti Don Pino Strangio, ilRagioniere Alvaro, Giovanni Giampaolo ed i fratelli Giorgi. "Cinque sconfit-te consecutive sono troppe, è necessario dare una scossa all'ambiente" - hadichiarato Rocco Loccisano - "auguro alla squadra di riuscire a risalire prestola china ed a conquistare la permanenza in Promozione". Ovviamente permister Loccisano si aprono anche nuove prospettive visto che il tecnico gioio-sano sembra pronto ad iniziare una nuova avventura in una squadra cheabbia fiducia in lui. Intanto sembra che a San Luca ci dovrebbe essere unanuova riunione societaria per definire il futuro della compagine aspromonta-na.

“Un derby all'insegna della solidarietà e della civiltà”

SIDERNO- ROCCELLA

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Danilo Scevola, è il volto nuovo del Catona calcio. L’attaccante, arrivato qualche giornofa alla corte di mister Barillà, vuole candidarsi fin da subito come arma in più per l’at-tacco della capolista. Le sue prime impressioni da calciatore biancazzurro, ai microfonidi Reggionelpallone.it. IL BIG MATCH COL SAN CALOGERO – Eravamo consa-pevoli di andare ad affrontare un buon avversario, certi che la loro posizione in classifi-ca non era solo frutto del caso. Nonostante la piccola sbavatura che abbiamo commes-so nei minuti iniziali, che ha permesso agli avversari di andare in vantaggio, ci siamo rial-zati molto bene ed a mio avviso, una volta raggiunto il pari, abbiamo avuto le migliorioccasioni del match. Purtroppo, però, non siamo riusciti a sfruttare al meglio la mole digioco creata, soprattutto nella ripresa: sarebbe stata davvero una vittoria importante,fermo restando, comunque, che il pareggio non è assolutamente da buttare, poiché ciconsente di rimanere al primo posto, e per giunta da imbattuti. IL RITORNO ACATONA- Ero già stato qui a Catona la scorsa stagione, iniziando la preparazioneinsieme alla squadra, ma alcuni problemi non mi hanno consentito di continuare.Quest’anno sono arrivato un po’ in ritardo, ma spero di poter dare il mio totale appor-to ai compagni, riuscendo magari a diventare l’arma in più del Catona. So che la con-correnza è dura, considerando il valore di chi gioca in attacco, ma farò di tutto per rita-gliarmi uno spazio e dimostrare le mie qualità. IL DERBY – Affronteremo una squa-dra di ottimo livello. Il Reggiosud è una compagine nata e costruita per vincere e di certonon sarà una gara facile. Non dimentichiamo che è un derby, quindi ci sarà in tutti noila voglia di fare bene e di riuscire magari a centrare un’importante vittoria. Battere i gial-loblù, rappresenterebbe una tappa importantissima non solo dal punto di vista dellaclassifica, ma anche e soprattutto da quello mentale.

Antonino De Luca-reggionelpallone.it

Catona, riecco Danilo ScevolaN

onostante la giovane età,può considerarsi un vetera-no. Jolly di centrocampo,Andrea Facciolo prediligedestreggiarsi sulla fascia.

L’esterno classe ’87, ci parla dell’attualemomento della Gallicese, squadra chegrazie ad un organico importante iniziaa vedere la luce dopo una partenzacomplicata. Gli ultimi risultati parlanodi una striscia di tre partite senza scon-fitte, anche se forse davanti al propriopubblico, ci si sarebbe aspettati la vitto-ria: “Fuori casa giochiamo meglio chein casa, dove creiamo tanto ma nonriusciamo a finalizzare, come è succes-so contro lo Sporting Davoli. Forse –ammette il centrocampista biancorosso- è anche una sorta di blocco psicologi-co, dettato dal fatto che vogliamo dareil massimo davanti ai nostri tifosi, edinvece finiamo per subire un effettoboomerang. Contro la Pro Catanzaroavevamo trovato i gol, ma siamo statianche sfortunati, nel subire il pareggiodel 2-2 in mischia. Direi che la sfortunaci ha giocato un brutto scherzo anche aGioiosa, quando stavamo per portare acasa una vittoria a mio giudizio merita-ta”. Dall’esonero del tecnicoLeonardis, qualcosa evidentemente ècambiato, come testimoniano i 5 puntinelle ultime tre gare disputate: “Siaprima con mister Leonardis che oracon il duo Tripepi-Condello, il gioconon manca. Tatticamente non credo siacambiato nulla, penso piuttosto che siadifferente il nostro atteggiamentomentale. Quando è andato viaLeonardis – dichiara Facciolo - abbi-amo fatto gruppo con i miei compagni:al chiuso dello spogliatoio, ci siamoguardati negli occhi dicendoci chedovevamo e potevamo fare di più.Ripeto, dispiace che non sia arrivata lavittoria contro lo Sporting Davoli econtro la Pro Catanzaro, ma il campi-onato è lungo ed ancora possiamorecuperare i punti persi”. Nel prossimo

turno la Galliceseandrà a fare visita alMamerto: “Sarà unagara difficile, conos-ciamo la loro forza el’ambiente caldoche ci aspetta. Noiandremo per gio-care la nostra parti-ta e perché no, cer-care anche di vin-cerla dato che abbi-amo tutte le carte inregola per poterlofare. Sicuramentedobbiamo contin-uare la striscia dirisultati che seppurmancando diqualche vittoria,non ci da quei prob-lemi che invece pos-sono derivare dauna sconfitta”. Fabrizio Cantarella-reggionelpallone.it-

Gallicese, Facciolo:“Dobbiamo sbloccarci in casa”

OGGI POMERIGGIO IL BIG-MATCH TRA CATONA E REGGIO SUD

TIRO A SEGNO

"Dimostrerò quanto valgo"

Superba prestazione della tiratrice quindicenne Calabrese SchiavaMiriam, che al trofeo Città di Palmi, segna il nuovo record regio-nale di carabina a 10 metri con il punteggio di 393 su 400. La tira-trice è entrata in pedana consapevole delle proprie potenzialità esfruttando una preparazione specifica è riuscita ad interpretare nelmigliore dei modi la gara grazie alle sue qualità tecniche-agonisti-che- mentali. A fine gara, la tiratrice, euforica per il record ottenu-to ha così commentato: “Sono contenta della prestazione e delrisultato, vorrei ringraziare quanti hanno creduto in me ed in par-ticolar modo il mio allenatore, Enzo Mundo, che mi ha permesso,in breve tempo, di raggiungere risultati così importanti facendo-mi crescere dal primo giorno della mia attività sino a diventare diinteresse Nazionale.” Il tecnico di Miriam, Enzo Mundo, raggian-te per la prestazione ha aggiunto: “Sono contento che la Calabriaannoveri tra i suoi sportivi una tiratrice del calibro di Miriam, cheha dimostrato in questa gara qualità eccezionali. Il merito di que-sto record è soprattutto nella forza che lei ha avuto di credere aisuoi mezzi, scegliendosi un Team che le ha permesso di esprimerele qualità innate che possiede.” Dopo questa prestazione, l'atletacalabrese riprenderà ad allenarsi in vista dei prossimi impegni ago-nistici: “ Mi sono posta degli obiettivi ambiziosi e li voglio raggiun-gere tutti, sia sportivi che scolastici. Ringrazio anche la mia PresideVera Zito del Convitto Nazionale Tommaso Campanella diReggio Calabria - Liceo Classico Europeo, che mi permette direcuperare le lezioni quando sono assente per le attività agonisti-che.” Così Miriam ha concluso l'intervista andando a ricevere lecongratulazione dei rappresentanti delle sezioni che hanno parte-cipato al Trofeo.

Al Trofeo Citta' di Palmi Miriam Schiava batte il recordregionale di categoria

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Biblioteca Meridionalista

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PASQUINO CRUPI

Va dato merito grande alla dirigente scolastica delCircolo didattico “ De Amiis” per la decisione del-l’intitolazione della Biblioteca a Francesco Perri(Careri, Reggio Calabria, 15 luglio 1885- Pavia 9dicembre 1974], Narratore dimenticato oltre ognimisura. E da qui traiamo occasione per riaprire ildiscorso sul Grande Narratore, che ha dato alla lette-ratura calabrese il primo eccezionale con Emigranti ,pubblicato nel 1928. Dagli orrori della Prima Guerra Mondiale, cui parte-cipò, derivò parole e accenti per il suo poemetto inversi La rapsodia di Caporetto (1919). Ebbe alto il sen-timento della democrazia. Denunciò dalle colonne deLa Voce repubblicana il pericolo dello squadrismofascista e su questo tema cruciale polemizzò con lostesso Mussolini, che gli replicò in modo estre-mamente brutale su Il Popolo d’Italia (20 novembre1921). Non tacque la sua voce dopo il delitto diGiacomo Matteotti (1885-1924). Lo squadrismo agra-rio contro i contadini della Lomellina ebbe pienoriflesso narrativo nel romanzo I conquistatori, apparsoin appendice a La voce repubblicana nel 1924 e involume autonomo nel 1925. Fu perseguitato per que-sto e cacciato dalle Poste di cui era dipendente. Dopola caduta del fascismo, diresse a Genova il Tribuno delpopolo e a Roma nel 1946 La voce repubblicana. I letterati italiani si erano distratti. Avevano visto pas-sare sotto i loro occhi una enorme, errabonda fiuma-na di miseria e di disperazione, che andava a riversar-si nella fornace ardente dell’emigrazione, e non la rap-presentarono. Verga con I Malavoglia scrive il roman-zo dell’avversione all’esodo emigratorio. LuigiCapuana con Gli americani di Rabato (1913) cosrui-sce un lungo racconto a sfondo nazionalista.Siamo ,

insomma, di fronte ad una letteratura italiana mutila-ta. Perri risarcisce questa mutilazione. Con Emigrantidà alla letteratura un nuovo soggetto sociale: l’emi-grante e, al contempo, è tutta la rigidità della lettera-tura italiana e meridionale che viene scossa: i contadi-ni non sono più inchiodati e crocifissi sulla terra. Ma icritici ufficiali sembra non si siano accorti della rivolu-zione copernicana provocata dal Perri come viceversasi accorsero di quella determinata dal Manzoni, quan-do introduce nella letteratura, per la prima volta, ilsoggetto inedito degli umili. I calabresi si mettono in cammino in questo romanzodi Francesco Perri prima ancora che con il “sentimen-to del dover partire” li faccia muovere CorradoAlvaro. Camminano nel secondo decennio del Nove-cento quaranta Pandurioti. Camminano i due figlimaschi di Rocco Blèfari, Pietro e Gèsu. Le donne,com’era nel costume calabrese e nel costume lettera-rio, restano ferme, in paese. L’occupazione delle terre demaniali era stata stronca-ta dall’intervento dei regi carabinieri. Avevano vintoancora una volta i “galantuomini” usurpatori. Lapovera terra di Pandore – storicamente Careri – nondava più pane e lavoro. Non rimaneva che la via del-l’emigrazione. In quel mondo contadino prima stati-co, poi in fuga Francesco Perri non sospetta l’esisten-za della malavita, che, dopo tutto, nei primi anni delNovecento non era né visibile né terribile. Pietro, unodei protagonisti del romanzo, prende atto dell’esisten-za dell’aggregato criminale detto camorra, quando, inPensilvania, va a trovare il marito della sorella Rosa,da questi abbandonata. Ne nasce una rissa, e Pietro èavvicinato da un bravaccio, protettore del locale, chelo minaccia con delle parole di sapore camorristico,che egli stenta a capire. Il romanzo acquistò subito notorietà. Ebbe numerosetraduzioni. Migliaia e migliaia di lettori. I suoi lettoripiù ardenti furono gli emigrati. Dal carcere ancheAntonio Gramsci s’interessò del romanzo con un giu-dizio negativo e sprezzante. Capovolto, per la primavolta, nella mia Introduzione a Emigranti , ristampato dalla Lerici nel 1976. Da mecapovolto nel 1976 : ma negativamente. Di Francesco Perri vanno infine ricordati i romanzi : Ildiscepolo ignoto (Milano 1940), L’amante di ziaAmalietta (Milano 1954). E poi i racconti e i romanziper l’infanzia: Capitan Bavastro (Milano 1940),Racconti d’Aspromonte (Torino 1940), Nel paese dell’u-livo (Torino 1958), Storia del lupo Kola (Torino 1960). Del Perri vanno pure menzionate le opere inedite,quali La notte di San Giovanni, Gregorio VII,Taccuino d’un solitario, e il romanzo incompiuto Ilpuro folle. A cura del nipote Vincenzo Perri è uscitala raccolta di scritti giornalistici Dalla Calabria(Ardore 1998). E presso Laruffa 2009 Il fascismo.

Con Emigranti FrancescoPerri dà alla letteratura unnuovo soggetto sociale: l’e-migrante e, al contempo,scuote tutta la rigidità deucontadini meridionali, cro-cifissi sulla terra e sullepagine della lettteraturameridionale. Ma i criticiufficiali sembra non sisiano accorti della rivolu-zione copernicana provo-cata dal GRANDECALABRESE. I Calabresi non fanno noti-zia, neppure in letteratura.

IN EVIDENZA

di Francesco PerriRitorno

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Parlando

Cultura e società

di...

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La liquirizia di Calabria è diventata Dop (Denominazione d'Origine Protetta) ottenendo, ilriconoscimento ufficiale dall'Unione Europea. Il marchio Dop ”Liquirizia di Calabria” è riservatoesclusivamente alla liquirizia fresca o essiccata e al suo estratto, deve provenire dalle coltivazioni e dallospontaneo della specie “Glychirrhiza glabra” nella varietà chiamata in dialetto “Cordara”.

LIQUIRIZIA CALABRESE: MARCHIO DOP DELL’UNIONE EUROPEA

Il ricordo

Pensavo che non saresti mai partito per questo lungo viaggio..pen-savo che avremmo avuto più tempo da passare ancora insieme...ma

hai voluto abbandonarci prima...siamomolto arrabbiati per questo ma ti abbiamogià perdonato perché infondo non sei statotu a decidere. Ci mancherai tantissimo zio,a tutti noi, ci mancheranno il tuo sorrisobuffo, la tua voce, i tuoi discorsi e le seratepassate insieme...(mi mancheranno i tuoiocchiali). Non ti ho mai detto una cosa cheforse avresti voluto sentirti dire,ma non l'homai fatto! Te la dico adesso perché tanto soche tu sei qui e mi senti ancora: Ti vogliobene! Tutti noi ti vogliamo bene,anche

Rudi che veniva sempre da te a leccarti,non ti diciamo addio, tidiciamo solo: ciao Zio Franco, "ciao" perché un giorno ci ritrovere-mo tutti dinuovo insieme...(F)

Quelli che cihanno lasciato nonsono assenti, sonoinvisibili, tengono iloro occhi pieni digloria fissi neinostri pieni dilacrime.

(Sant'Agostino)

CIAO ZIO FRANCOOggi gli ultimi appuntamenti:in piazza dei Martiri alle 9:00corsa podistica CorriLocri ealle 11:00 balli popolari. Nella Sala delle Esposizionidel Palazzo della Cultura alle 16:30 Mostra del libro econvegno “Caratteristiche eobiettivi dell’editoria cal-abrese” relaziona Alda Minici;alle ore 18:00 chiusura dellamanifestazione con gli inter-venti di Giuseppe Lombardo,Gesualdo Dattilo, AntonioLarosa e Gaetano Barletta

I primi chi sassettunu, già ja da matina,Enzoni, Ginu Labati e Francu i Dina. Aspettandu u quartu, chi potessiri, cu è stesti, Ncì dam una ncartata pe na calabrisa, Non fraintenditi, i carti si tratta, è na partita. Ntantu, arriva u quartu, Mbisca tuttu “Peppi, u Muccinella, Pigghia u postu. Accussi, tantu pe cangiari, eu e Francu i Dina, simu i fora, Mancu ndà ssettamma ca già perdimma. “Prego, accomodatevi, arativi, i ssi seggi alluntanativi dici Francu già ca cazzijata pronta. U compagnu è u ddiretturi, Francu MartinuDettu, a ragiuni, u “Professuru” Enzoni si arza ca no ncià faci, Peppi u Miccinella resta sulu Cumpagnu è Roccu u Bricichetta, sempi ca cumpagna, a sigaretta mbucca. Prima, secunda e terza decidi, u Bricchetta e u Muccinella, sunnu i fora. Trasi quintu, cintura nira i arti marziali, navota!...Mo? Dassamu stari Cumpagnu du ddiretturi, Francu Martinu, Chi, chi carti, onestamenti nci sapi fari. Arrivau, ntantu, Brunu Dinallu. Siccomu, è unu di pochi chi lavura, arriva sempi doppu, a tarda ura. Etturi Mazzaferru, s'accuda a Brunu, non si lamenta mai, pe iju tuttu fa brodu, perdi o vinci s'accuntenta Si arza, ringrazia e tira avanti. Ndavi a Francu, u napulitanu, nu grandi amicu, pe mmo luntanu, u Brazzamu, nci volimu beni e u salutamu. Chista, è a storia i pochi amici, chi si divertunu accussi. Una, dui, tri e tanti, tanti sirati. Agli amici, al pubblico presente,E a Don Peppino, in particolare,E' a voi che questo mio pensiero. Voglio dedicare

Estate 2011 (Gino Labate)

BRISCULA E TRISSETTI A CU PERDI NESCI

Dopo “Calabria voglia di cambiare” film-fiction, dopo “Dolce intrigo mortale” edopo il medio metraggio di ErminioBarone “Non arrendersi”. L'equipe della“Coop Calabria Film” guidata dal presi-dente Paolo Sanci coadiuvato dal DirettorePino Gambardelli e dal Direttore artisticoOrazio Scarfò si è trasferita come set sullungomare di Siderno per ultimare leriprese del nuovo film “Vite vendute” gira-to interamente nella Locride. Nell'effettuare le riprese oltre al personaledella “Coop Calabria Film” c'eranomoltissimi cittadini Sidernesi e non ad assis-tere alle riprese applaudendo i neoattorinon professionisti, tra cui i Sidernesi:Luciano e massimo Panetta, GraziellaSchirripa, Cosimo Sanci, Paolo Sanci eLucrezia Francesca Fuda. Inoltre ha debut-

tato come attore il noto presentatore Saro Bella di Roccella Jonica interpretando la partedel giudice e con la partecipazione dell'attore Dott. Roberto Polito di Ardore. Il nuovofilm della “Coop Calabria Film” ha come tema la lotta contro l'omertà e gli usi e costumidella nostra amata terra. Obiettivo di grande valutazione sia per le condizioni eco-nomiche, sia per una giusta rivendicazione morale e sia per promuovere movimento tur-istico e scambio di vedute nella vita comunitaria.

Locrifestival del Pensiero Pensante

DI CARLO A. PASCALE

La figlia Francesca lo accudì nella vecchiaia con grande amore. Il Petrarca ( FrancescoPetrarca, figlio di notaio, nato ad Arezzo nel 1304 e morto ad Arquà nel 1374) era una per-sona raffinata, colta e stimatissima.. Fortemente calato nella sua interiorità, coscienza viva delsuo tempo. Emancipato economicamente dalla chiesa, frequentatore di dimore signorili e diville immerse nel verde e serenissime, come Valchiusa e la stessa Arquà. Del suo tempo, iltempo del colera, quattordicesimo secolo, amò e soffrì gli aspetti culturali, politici e sociali,pensando a se stesso più che ad ogni altro. Quando salì col fratello Gherardo in cima alMonte Ventoso gli capito di aprire a caso le Confessioni di Santo Agostino e di leggere :”Evanno gli uomini a contemplare le cime dei monti, i vasti fiumi, l'immensità dell'oceano, ilcorso degli astri, e trascurano se stessi”. Scese precipitosamente dal Monte Ventoso e alzò a

simbolo della sua vita quel fatto straordinario: una vitaondeggiante, altalenante tra l'attrazione dei beni e dei piaceridella terra e il bisogno di una vita rivolta a Dio e alla pace inte-riore. Leggere e scrivere le sue occupazioni più cercate edilette. Fu conservatore e innovatore, o, forse non fu conser-vatore e non fu innovatore. Fu l'uomo inquieto che visse tradue mondi: quello che lo legava alla contingenza e alla conser-vazione e quello che lo spingeva a leggere e capire i classici ead indagare e conoscere il suo io. Letterato moderno edaffascinante, paradigma della cultura rinascimentale e antes-ignano di ogni problematica psicologica ante litteram di unostile raffinato e inimitabile. Ma fu anche cosmopolita, animasradicata, figlio ma non assertore del cesaropapismo di queltempo e cantore visionario di una Italia che sin d'allora “sof-friva di “piaghe mortali” ed era sbrindellata, come quella dioggi, strappata da quelli del Nord e spezzettata dall'abban-dono e dalla furia di forze mafiose anzi che mercenarie.Moderno, attuale, sempre soccorrente dal quindicesimo seco-lo ai giorni nostri. Poeta della purezza linguistica, della limpi-dezza metrica, della malinconia palpitante e tormentosa al

pari di un poeta ermetico, dei nostri poeti del ventesimo secolo. Il Foscolo lo cantò come “ ildolce labbro di Calliope”. In lui possiamo ancora rispecchiarci e con lui interloquire sia purenell'intento di appurare se Laura, il suo grande amore,apparisse donna solamente a lui oabbia , anche lei, i lineamenti di una giovane del nostro tempo che gioca smaliziata con i fiorie con l'acqua del Sorga, Ma il suo occhio quasi costantemente sbircia verso i suoi lettori, versoi suoi estimatori, verso la sua gloria, quella terrena, a cui ci tenne in particolar modo, sol-lecitando la sua incoronazione a poeta in Campidoglio. Dunque è con gioia che salutiamoquesto immenso poeta, al quale non si addice il dolce stilnovismo, ma la “ricerca” di quantoaccade nell'io. La ricerca di sé. La comprensione del suo dissidio, la sua voglia di protagonis-mo, l'offerta di sé ai posteri, perché il Petrarca è stato anche il poeta della memoria, della dol-cezza inquieta del ricordo. Visse bene a Milano e non pensò mai che lo Stivale italiano fossedi vacchetta. E' chiaro, il nostro tempo ha bisogno di cultura e di saggezza, di onestà mentale,non di spregiudicati approfittatori. La lezione del Petrarca vale anche oggi. Serve a capirel'uomo nella sua complessità. Chiudiamo questo ritorno alle cose belle e immortali, citando,a sigillo degli attuali inabissamenti, alcuni versi della “Canzone all'Italia in cui è possibileavvertire la sfiducia nei potenti del mondo.:” Se dalle proprie mani / questo n'avene, or chi fiache ne scampi?”

Francesco Petrarca:LA SUA ITALIA

Il cinema nella Locride

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DOMENICA 30 OTTOBRE 2011 LA RIVIERA 29

LE NOTE di MARA RECHICHI

Tornata da scuola con un mucchio di brochu-res di quelle che ti propongono di accompa-gnare la tua classe in visita didattica pressoquesta o quella mostra, questo o quel museo,mi dedico alla lettura. Sfogliandole mi saltaall’occhio un denominatore comune a moltialtri eventi, grandi e piccoli, che si svolgononel territorio torinese: lo sponsor,Compagnia di San Paolo/Intesa San Paolo.Mi viene spontanea una riflessione tra me eme: va bene che la Compagnia è torinese, mai clienti di Banca Intesa (nei suoi diversi rami)sono sparsi in tutta Italia, Calabria compresa:allora com’è che in Calabria non vedo maiquesto sponsor? Faccio una ricerca, capiscoche la Compagnia elargisce contributi dietrobandi di concorso, mentre Intesa sponsorizzaeventi. Penso:Roccella Jazz non è un evento?Mah! Vedo una marea di progetti nei diversi“settori rilevanti” ma, anche se nello statuto sienuncia l’attività in Italia e all’estero, di fattonoto che tutti i progetti approvati agisconotra Torino e Genova, non oltre. Salvo cheimbattermi in un comunicato stampa di unodegli enti strumentali della Compagnia,Fondazione Scuola, datato 30 settembre, concui si da pubblicità al “più grande progettoitaliano di educazione finanziaria sul territo-rio”. E sapete dove si sta realizzando, traottobre e dicembre? In Ca-la-bria!!!L’iniziativa, voluta dalla Regione Calabria,porterà in 403 classi i direttori di filiale, peravvicinare i ragazzi all’educazione finanziariae prepararli ai test Pisa Ocse del 2012, attra-verso la spiegazione del valore dell’economialegale e della convenienza della legalità. IlPresidente Scopelliti ha dichiarato che que-sto progetto, unico in Italia, “si inserisce nelleiniziative di promozione di un’educazione diqualità e di crescita della conoscenza attraversola cultura che la Regione promuove”; e l’asses-sore Caligiuri aggiunge: “il più grande proget-to ad oggi avviato in Italia per promuoverecomportamenti responsabili e improntati allalegalità e allo sviluppo economico”. Alzi lamano chi se la sente di spiegarlo, prima ditutto, agli studenti di Reggio!

Che bella compagnia!

la Riviera

AMontevarchi, in provincia di Arezzo, nella giornata in ricordo del caduti nelle missioni umanita-rie di pace e nel cinquantesimo anniversario dell'eccidio dei tredici aviatori italiani a Kindu, èintervenuta la studiosa calabrese Elena Mollica autrice del libro “Kindu, una missione senzaritorno”. Il convegno, organizzato dal comune di Montevarchi, in collaborazione con la

Parrocchia di Ricasoli e le associazioni combattentistiche e d'arma della città, e coordinato da Maria TeresaD'Agostino, si è aperto con la lettura dei messaggi del Presidente della Repubblica e dell'ambasciatore ita-liano nella Repubblica Democratica del Congo. A seguire Elena Mollica, giovane ricercatrice di S. Ilariodello Ionio, ha ricostruito, in un intervento puntuale e dettagliato, la tragica vicenda dei giovani militari inmissione nell'ex Congo belga, trucidati per mano di un gruppo di soldati ammutinati. Era l'11 novembre

1961 e i bambini della parrocchia di Ricasoli, frazione diMontevarchi, piantarono tredici alberi, una pianta perogni caduto: Amedeo Parmeggiani, Giorgio Gonelli,Francesco Paolo Remotti, Onorio De Luca, GiulioGarbati, Filippo Di Giovanni, Nazzareno Quadrumani,Silvestro Possenti, Nicola Stigliani, Armando Fabi,Antonio Mamone, Martano Marcacci, Francesco Paga. «Sono trascorsi cinquant'anni da quel giorno, le opera-

zioni per il mantenimento della pace si sono moltiplicatee modificate -- ha sottolineato la studiosa, nel suo inter-vento - più di ottomila militari sono attualmente impiega-ti nelle aree di crisi, con la maggiore concentrazione inAfghanistan e in Libano. E tanti sono i corpi delle giova-ni vite restituite all'Italia dopo l'eccidio di Kindu». Elena Mollica, il cui lavoro rappresenta un prezioso con-tributo alla memoria e alla storiografia nazionale, ha infi-ne ringraziato gli organizzatori della manifestazione, imilitari dell'Aeronautica Militare, i dirigenti scolastici e idocenti degli istituti montevarchini e i familiari delle vitti-me, che le hanno aperto i loro archivi e i loro dolorosiricordi. Per l'alto valore storico e morale della sua opera,il sindaco di Montevarchi le ha consegnato una targaricordo “con stima e riconoscenza”.

C.B.

Missioni di pace tra passato e presente

“Verso il futuro”, per aiutare l’AIL nella lotta ai tumori

nella foto ElenaMollica e il sinda-co di Montevarchi

Francesco MariaGrasso

A Montevarchi nel cinquantesimo

anniversario dell'eccidiodi Kindu interviene

la studiosa calabreseElena Mollica

Sabato 5 novembre ricorre il primo anniversariodella prematura scomparsa di Nadia Capogreco,pensatrice poliedrica (musicologa, filosofa, psico-loga e antropologa), insegnante e docente univer-sitaria. Di Nadia – che ha lasciato un grande vuotoin chi l’ha conosciuta e nella comunità scientifica– si ricordano soprattutto il pensiero equanime,l’intelligenza accogliente, la propensione al dialo-go e le non comuni qualità umane e intellettuali. Le sue ricerche hanno riguardato soprattutto lasemiologia, la psicologia e la pedagogia dellamusica; i linguaggi espressivi e la comunicazionesimbolica; l’antropologia del conflitto e della nar-razione della memoria traumatica. NadiaCapogreco ha anche lavorato molto sulle temati-

che dell’elaborazione dell’esperienza e dellapedagogia della memoria. Tra l’altro, nel 2005, hascritto la “Favola della Fretta e della Memoria”,una sorta di prototipo di racconto possibile dell’or-rore, teso a proteggere i bambini (anche sulla scor-ta delle indicazioni di Bruno Bettelheim) dalleconseguenze deleterie dell’angoscia derivantedall’esposizione ai traumi, sia narrati che rappre-sentati. Nadia Capogreco (che aveva compiuto isuoi studi al Liceo Classico di Locri e alleUniversità di Bologna, Parigi X, Esterghom(Ungheria) e Roma “La Sapienza”) ha partecipa-to a importanti progetti e simposi internazionali.L’ultimo suo contributo scritto, dal titolo “Dallamemoria al futuro”, figura nel progetto europeo

Ferramonti. Dal Sud Europa per non dimenticareun campo del duce, il cui report bilingue è statopubblicato nel 2010. Il 13 maggio 2010, avevarelazionato a Roma alla terza edizione delConvegno “Musica e Società” con un interventodal titolo “Oltre il conflitto. La musica per un nuovomodo di abitare il mondo”, presentato in forma didialogo con Paolo Damiani, che sembra racchiu-dere il senso complessivo del suo percorso diricerca e della sua maturazione morale e intellet-tuale. Una messa di suffragio in ricordo di NadiaCapogreco sarà celebrata Sabato 5 Novembrealle ore 18 nella Chiesa di Santa Caterina inLocri, la città nel cui cimitero Nadia oggi riposa.

A un anno dalla scomparsa di Nadia Capogrecopensatrice poliedrica, ricercatrice e docente universitaria

Domenica 30 ottobre alle ore 11:00 nella SalaConsiliare del Municipio di Gerace si terrà lapresentazione di “Verso il futuro” (Città delSole Edizioni, 2011), un libro di Mimmo

Femia. Oltre all'autore, all'appuntamento organizzato incollaborazione con l'Amministrazione Comunale e la ProLoco di Gerace, saranno presenti: la Presidente dellaFondazione “Italo Falcomatà”, Rosetta Neto Falcomatà,la Presidente della sezione AIL (Associazione Italianacontro le Leucemie, Linfomi e Mieloma) di ReggioCalabria, Rosalba Di Filippo Scali, il direttore editoriale diCittà del Sole Edizioni, Franco Arcidiaco, e gli autori dellaPrefazione e della Postfazione di “Verso il futuro”,Vincenzo Cataldo e Antonio P. Condò. “Verso il futuro” èil primo libro di Mimmo Femia, sessantenne geracese, che

ha deciso di servirsi della scrittura per far emergere gliaspetti positivi di una difficile vicenda familiare. In modo catartico, l'autore ha ripercorso le vicende di unacoppia che improvvisamente è obbligata a confrontarsicon la sindrome mielodisplastica che colpisce la donna ecambia la vita di tutta la sua famiglia. Dentro alle difficoltàed ai dubbi, i protagonisti di “Verso il futuro” - Nicola eAdelina - trovano il bisogno di appigliarsi alla speranza inun'estenuante alternarsi di abbattimenti, pensieri, neces-sità e quanto di positivo la vita riserva loro: il coraggio diAdelina, la vicinanza dei veri amici, la speranza condivisadi trovare un donatore di midollo osseo compatibile emolto altro ancora. Il ricavato della vendita del libro (prez-zo: Û 10) verrà interamente devoluto alla sezione AIL“Alberto Neri” di Reggio Calabria.

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Quelli Notte

Cinema&arte

della

DOMENICA 30 OTTOBRE 2011 LA RIVIERA 30

Il fine settimana sipresenta in modomolto bello per qual-sivoglia genere diviaggio. Uscite!

Qualcuno o qualcosavi porterà a modifica-re o a rivedere alcuniaspetti delle vostreabitudini, Calma!

Qualche nuvola inambito relazionale èda mettere in contodurante il week-end.Non soffermatevi.

Sabato e domenica,affrontate senzaremore una trasfertalavorativa. Non saràmolto divertente.

I nativi della terzadecade saranno piùche sollecitati da unMarte imperioso:maneggiare con cura!

E' probabile qualchedivergenza di opinio-ni in famiglia trasabato e domenica.Ogni tanto vi tocca.

ARIETE

dal 21 marzoal 20 aprile

TORO

dal 21 aprileal 20 maggio

GEMELLI

dal 21 maggio al 21 giugno

CANCRO

dal 22 giugnoal 22 luglio

LEONE

dal 23 luglioal 23 agosto

VERGINE

dal 24 agostoal 22 settembre

OROSCOPO

Un imprenditore brianzolo che si vanta fie-ramente di essere un evasore fiscale e unmaresciallo napoletano della Guardia diFinanza estremamente ligio e zelante nelsuo lavoro, incrociano le loro strade nelviaggio verso Parigi dove i rispettivi figli sistanno per diplomare presso un celebre isti-tuto d'arte. Solo quando il danno è fatto, ledue famiglie scopriranno che i rispettivi par-goli sono amici e coinquilini nella capitalefrancese. L'ennesima commedia realizzatadal carrozzone di Massimo Boldi, i mecca-nismi sono sempre gli stessi. Qualche accen-no all'attualità, così i santi della Commediaall'Italiana possono guardare dal paradisodella celluloide, battute non volgari ma digusto decisamente discutibile, stereotipiregionali fintamente rinnovati, adulti che si

comportano dabambini e giovaniche si dimostranopiù maturi deiloro genitori, unvaghissimo ecodelle atmosfereda Giulietta eRomeo, quandouna coppia diinnamorati rischiail legame per“questioni difamiglia”. Appareevidente che i

modelli su cui si appoggia Massimo Boldi, siappoggino su idee che già venti anni orsonoavrebbero potuto sembrare antiquate. Ilpubblico però apprezza da anni e la lotta tradetrattori e sostenitori di questo genere difilm è una battaglia che non riuscirà mai atrovare una soluzione. Tra battute velata-mente razziste, omofobe, sketch fisiologici,si rimane ancorati a un umorismo scatologi-co che forse anche in caserma annoierebbe.La scuderia di Boldi riceve una ventata digioventù dalla straripante Diana Del Bufaloe di una webstar come Guglielmo Scilla.Ma questa nuovo vento non riesce a toglie-re quell'odore di stantio che aleggia nellasala cinematografica.

LARECENSIONE

Matrimonio a Parigi

Week-end estrema-mente piacevole. Saràaccentuato il vostrolato comico, vi diver-tirete con gli amici.

Adesso non ci sonoproblemi di sorta nellascelta di un centro fit-ness all'altezza dellevostre aspettative .

Domenica, ritrovere-te centralità e il pia-cere di fare ciò che virigenera: nessunanuvola in vista.

La circolazione deldenaro e dell'energiadovrebbe essere otti-male, state attenti acome li gestite.

Week-end, sarà un'a-poteosi di dinami-smo, condivisione,freschezza e novità invista.

Nel week-end modu-late l'insofferenzaqualcuno potrebbenon gradire atteggia-menti immaturi.

BILANCIA

dal 23 settembreal 22 ottobre

SCORPIONE

dal 23 ottobreal 22 novembre

SAGITTARIO

dal 23 novembreal 21 dicembre

CAPRICORNO

dal 22 dicmbreal 20 gennaio

ACQUARIO

dal 21 gennaioal 19 febbraio

PESCI

dal 20 febbraioal 20 marzo

AL CINEMACINEMA NUOVO Siderno,info:0964/ 342776 I Puffi -18.00- 20.00Paranormal activity 320.00-22.00CINEMA ARENA Siderno,info:333/ 7672151Prossima aperturaCINEMA GOLDEN Roccela J, info:333/ 7672151Matrimonio aParigi/18.00 - 20.00 - 22.00CINEMA VITTORIA Locri, info:339/7153696 Bar sport/ 18.00 - 20.00 -22.00CINEMA GARIBLDI Polistena,info:0966/ 932622 Ex- Amici comeprima!/16:00 - 19.15 - 21.30CINEMA POLITEAMA Gioia T., info:0966/ 51498Matrimonio a Parigi18.00 - 21.00CINEMA ODEONReggio C., info:0965/ 898168 Matrimonio a Parigi /18.00 -20.00 - 22.00CINEMA AURORA Reggio C.,info:0965/ 45373Quando la notte 16:00 -18.20- 20.00 - 22.30NUOVA PERGOLA Reggio C.,info:0965/ 21515 Amici di letto/18.10- 20.20 -22.30MULTISALA LUMIERE Reggio C.,info:0965/ 51036 Sala de curtis Bar sport/16.45 - 18.45 -20.45 - 22.45Sala sordi Paranormal activity 317.00-19.00- 21.00-23.00Sala de sida Il villaggio di car-tone/17.00Ex- amici comeprima!18.30 - 20.30 - 22,45Sala mastroianniMaga Martina 2/17.00 I tre moschettieri/19.00 -21.00 - 23.00

Matteo Raschellà

CRISTINA BRIGUGLIO

“La Riviera” si apre alle personenon vedenti e ipovedenti. Da oggi ilgiornale ha un canale sul sito di free-rumble sul quale pubblica quotidia-namente i file audio con le intervistee le notizie più interessanti del gior-no. Freerumble (www.freerumble.com) è un nuovoSocial Network per tutti, ma perfet-tamente accessibile e fruibile daparte di non vedenti ed ipovedenti.E’ stato presentato ufficialmentealla Camera dei Deputati a Romaalla presenza dell’on. LucaBarbareschi, vice presidente dellaCommissione della Camera sulleTelecomunicazioni, e di Giulio

Nardone, presidente nazionale dell’Associazione Disabili Visivi (ADV).“Freerumble è un modo brillante per superare la situazione esistente inrete, che vedeva di fatto i disabili della vista discriminati ed esclusi dallapartecipazione ad un fenomeno di massa come quello dei social network,ancora più importante per coloro, come le persone con disabilità visiva,che incontrano grossi problemi nel muoversi fisicamente per socializzare”dice Giulio Nardone. Lino Patruno, jazzista italiano di fama mondiale, che era presente all’in-contro, ha voluto esprime il bisogno e l’esigenza di ritornare al pensiero ealla capacità di ascoltare, come quando c’era solo la radio. Ha espresso poiil desiderio di poter caricare su Freerumble i suoi vecchi dischi di jazz,quelli che oramai non hanno più mercato e che altrimenti si perderebbe-ro.Ma quali sono i prossimi obiettivi del social network?Li elenca Sonia Topazio, ideatrice del progetto: “Apriremo RumbleNewse lo Staff di Freerumble selezionerà giovani giornalisti radiofonici cheabbiano avuto esperienza come blogger e giovani blogger che abbianoavuto esperienza da giornalisti. Inoltre indiremo un concorso letterario inmp3 in collaborazione con la casa editrice “La Riviera” e costruiremo unnuovo ponte tra il Canale UICIECHI e il Canale dell’AssociazioneDisabili Visivi e l’Unione Nazionale Italiana Volontari Pro Ciechi.(U.N.I.Vo.C.) in maniera che tutti gli studenti non vedenti possano farerichiesta di letture volontarie o riassunti di libri che non sono fruibili sulweb”.

Freerumble il primo Social MediaAudio che aiuta i non vedentiUn canale tematico con i file audio delle interviste, degliapprofondimenti e delle news locali e un concorso letterarioin mp3 in collaborazione con la casa editrice “La Riviera”.

RUMBLEPEDIA:L’enciclopedia libera inmp3, alla quale tuttipossono dare il lorocontributo RUMBLESECRET:l’audioblog in cui nonvedenti esperti inqualsiasi campopersonale oprofessionale, possonocondividere loroesperienze di vita edessere ascoltati.

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la Riviera

DOMENICA 30 OTTOBRE 2011 LA RIVIERA 31

Mi è dispiaciuto per il furher, per ilduce, per Saddam. E' una questione dicoerenza. Non potevo tirarmi indietro

con il rais. Forse è solo voglia di anticonformismo. Ecco, sono un piccolo egocentrico che ama, sempre e comunque,distinguersi. Però ho provato pena per Gheddafi, il suo volto sanguinante, il suo corpo esanime sballottato mi ha fattotenerezza. Mi è sembrato che in mezzo alla folla esagitata fosse l'unico essere umano. Il solo col suo dramma, i suoi erro-ri, la sua colpa e la punizione meritata. I mostri gli stavano attorno. La fiera vera era la gente esultante. Continuo sem-pre più a non amare il popolo, e la cosa mi fa paura. Non verrei alzarmi un giorno col la camicia nera e sentirmi fascista.Ma le folle indignate non le sopporto più. E' un mio limite, ma le pecore che quando sono massa diventano leoni mifanno schifo. Soprattutto quando sbranano i lupi in agonia. Oramai le pecore sono impazzite, hanno rotto le stacciona-te, dilagano nelle piazze. Ne calpesteranno di mostriciattoli già stesi a terra, senza rendersi conto che i mostri veri stan-no alle loro spalle e li incitano con frusta e fischi. Non era un buono Gheddafi, come non lo erano i suoi colleghi, e nonè che non si meritasse la morte. Ma un popolo non sarà mai libero, fin quando non capirà che i tiranni si abbattono manon si uccidono. L'uomo non sarà mai uomo, sino a quando non avrà pietà dei vinti. La vendetta avvicina le vittime incarnefici, e le piazze continuano a trasformare le masse in giustizieri. Il mondo ha bisogno di grazia e non di giustizia.Gli uomini continuano a issare il peggio sui troni per poterlo poi buttare nella polvere. E io sono stanco di uccidere miopadre perché gli rimprovero di avermi messo al mondo. E sono felice di piangere per i mostri, perché la pietà verso glialtri è pietà verso se stessi. Il mostro vero nei miei incubi ha il volto dei carnefici di Gheddafi, e non del rais. E non ècome dice Berlusconi “sic transit gloria mundi” ma sic transit la sua pietà.

Campioni...di solidarietà

Blob of the week

Due eroi dal cuore grande!!!Cosimo e Francesco Ingrati

Tra nu piattu e na pignata, ndi facimuna sonata e cu Cicciu o Ricriju ndi

passamu na sirata.Un saluto con affet-to Giusppe e Vincenzo.

La verità dell’Iride di Benjamin Bowson

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Mi dispiace per Gheddafi

Tanti auguri piccola Francesca,da mamma e papà.

Paolino e Paperino

Tonino e il “PorcinoGigante”

Hai visto? Sembravano tantolontani ed invece i 18 anni sonoarrivati anche per te!! Resta sem-pre così come sei e non cambiaremai...Tantissimi auguri...Ti voglio bene...Domenico.

INFINITAMENTE GRAZIE

Auguri “Dottoressa”

Due “Maestri” da (s)ballo !!!

Due “Maestri” di vita

I NUOVI GABBIANI 1967 Da sinistra: Renato Fragomeni, MarioTalarico, Peppe Platani, Ninì Ingrati,

Mimmo Alvaro e Mimmo Agostini

Auguri Lucia di buon complean-no da Salvatore, Francesca e i

ragazzi della villetta

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