La Riviera n°02 del 06-01-2013

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La Locride ha avuto, fin dal secondo dopoguerra, senatori e deputati. L'anno 2013 s'annuncia veramente nuovo. La novità assoluta è che tra le primarie di Pier Bersani, le non primarie del Cavaliere errante, l'aristocratica agenda di Mario Monti questo territorio rimarrà per la prima volta senza rappre- sentanti in Parlamento. Colpa anche della mafia che odia versare sangue.

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La Riviera n°02 del 06-01-2013

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La Locride ha avuto, fin dal secondodopoguerra, senatori e deputati. L'anno2013 s'annuncia veramente nuovo. Lanovità assoluta è che tra le primarie diPier Bersani, le non primarie delCavaliere errante, l'aristocratica agendadi Mario Monti questo territoriorimarrà per la prima volta senza rappre-sentanti in Parlamento. Colpa anchedella mafia che odia versare sangue.

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Quando il viaggio era considerato, dai più, solo un modo per passare da un paesead un altro, prima di munirsi di spago e cartone, si passava dall'agenzia MACRI'VIAGGI; è qui che ci si perde nella memoria storica di un paese, dove con un sof-fio è possibile far riemergere pratiche di assistenza agli emigranti verso leAmeriche e l'Australia per imbarchi su vapori di passeggeri e di merci. Si perchèla MACRI' VIAGGI, che non ha mai cambiato sede, iniziò la sua attività comerappresentanza di vettori marittimi quali "Cosulich" Società Triestina diNavigazione, "Italia" Flotte Riunite Genova, dagli anni 30, "Giacomo Costa fuAndrea" Genova e "Flotta Lauro" Napoli dagli anni 50.Oggi l'attività continua, come agenzia viaggi e turismo, con l'attuale responsabi-le, direttore tecnico CARMELO MACRI'. Sono state attivate svariate bigliette-rie, da quella aerea IATA Accreditation, alle marittime, con "Costa"e "MSCCrociere", per finire alla ferroviaria con Trenitalia. La MACRI' VIAGGI, puntodi riferimento sulla Costa Ionica calabrese, viene classificata nel contesto lamigliore agenzia viaggi per professionalità ed esperienza. La mission del-l'agenzia è che il viaggio sia, oltre ad essere semplice spostamento,momento di vero relax, assolvendo a tutte quelle incombenzeburocratiche che ti fanno arrivare alla partenza trafilato e stressa-to.Attualmente l'agenzia esplica l'attività prevalentemente nel turi-smo out-going. Dalla prossima stagione :"CALABRIA AMICA" Programma d'incoming firmatoMACRI' VIAGGIVi aspettiamo, nella nostra storica sede, caratterizza-ta da un'impostazione giovane e dinamica, con ilsorriso e la competenza di chi, da sempre, èviaggiatore per passione.

Anni 90 fino al nostrigiorni, viaggi, soggiorniogni tipo

Esempio dimetamorfosi

Dagli anni70 aglianni80-90

visti, volipassaporti

“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se conti-nuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedi-zione per le persone e le nazioni, perchè la crisi porta pro-gressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno dallanotte oscura. E' nella crisi che sorge l'invettiva, le scoperte ele grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senzaessere "superato". Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e

difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore aiproblemi che alle soluzioni”. (A. Einstein, 1930)

Dagli anni 20-30 agli anni60-70 dall'istruzione di pratichedi atti di richiamo e assistenzaal nostri emigranti

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Illustre Direttore, un grave episodiodi delinquenza giovanile ha offertoa Ercole Macrì una nuova occa-

sione per mettersi davanti a uno spec-chio deformante. Così si è ritrovatogigante: grande giornalista, grandesociologo, grandissimo moralista.Nessun equivoco: Il gesto dei giovanisantulucoti merita la condanna ditutti, in primis della popolazione diSan Luca. È stata un’azione grave,allarmante, esecrabile. Tuttavia, il tuo passato culturale e pro-fessionale, caro Pasquino, avrebberodovuto suggerire la trattazione deldeprecabile episodio come fatto di cro-naca e l’uso di termini linguistici menooffensivi e volgari. Quindi, un maggio-re senso della misura editoriale daparte della redazione. L’età degli auto-ri, della quale si è tenuto conto nonspecificandone per intero i nomi,avrebbe richiesto collocazione e carat-teri editoriali più adeguati e sobri. L’autore della nota non ha un baga-glio culturale storico-sociologico,neanche nozioni minime di scienzadell’economia, di psicologia e di peda-gogia delle masse, indispensabili peranalizzare in modo critico, scientifico,oggettivo le vicende buone o cattivedella popolazione di San Luca, datala complessità storica, demografica,in uno, sociologica dell’argomento. Purtroppo, però, i suoi commentiaggravano vecchie ferite sociali. Miriferisco alla Locride, non soltanto alvituperato centro aspromontano. Nonè necessario soffermarsi diffusamentesul reportage in questione. È denso diluoghi comuni sui sanluchesi; è pre-gno di sciocchezze rancorose; celabugie freudiane laddove confessa“grande, grandissima colpa” non defi-nire mafiosi tutti i sanluchesi. Nell’insieme lo scritto in questione è un attodi disinformazione massmediatica e diviolenza giornalistica gratuita. Lo scoop in questione denota gravilacune etiche e giuridiche anche daparte della proprietà del giornale, laquale non si è resa conto del rischio diessere portata in Tribunale da più dimille famiglie ingiustamente calunnia-te e diffamate.È falsità pseudo-giornalistica, una

balla cretina l’affermazione che “ASan Luca… in ogni famiglia… c’è...almeno un’indennità d’accompagna-mento, una Audi A3, un RolexDaytona comprato a rate e un anellocon pietra nera al mignolo. E ancora:aragoste a Natale, Dom Perignon aCapodanno...”. Idiozie irresponsabili,affermazioni false, calunniose e diffa-matorie facilmente confutabili in sedegiudiziaria.A “la Riviera”, purtroppo, in moltiignorano la morigeratezza dei consu-mi e la frugalità alimentare di granparte della popolazione di San Luca;non sono in grado di valutare eammirare la dedizione affettiva e lospirito di sacrificio dei sanluchesianziani a favore di figli e nipoti. Chealcuni ragazzi indossino vestiti e scarpe

griffati non autorizza alcuno a genera-lizzare, tanto più che, tra le righe delloscritto, si coglie, implicita, l’affermazio-ne dell’illiceità delle nostre risorse eco-nomiche.Quanto riportato sul tenore di vita lus-suoso, da telefilm americano, è gros-solano e volgare per cui non è oppor-tuno soffermarvisi oltre.Maggiore attenzione richiedono inve-ce la chiamata in causa di alcune isti-tuzioni attive in San Luca, le quali, inquesta circostanza, sarebbero stateassenti, colpevolmente silenti, e l’affer-mazione ( San Luca, ndr), “ paese chepossiede tutti gli elementi per dare, mache invece ha spesso tolto a questo ter-ritorio”.

Il settimanale ha rinfacciato allaChiesa, alla Fondazione CorradoAlvaro, alle Associazioni culturali e ai

Movimenti civili di essere stati assen-ti e di non svolgere in modo efficace ilcompito di promuovere iniziative edu-cative idonee.Le accuse mosse alle Istituzioni reli-giose e culturali comprovano ulterior-mente che il cronista non conosce larealtà demografica e territoriale di SanLuca e dintorni, scansa il fenomenodel disagio giovanile di cui dovrebbeconoscere la vastità geografica e la per-vasività patologica all’interno dellesocietà in molti Paesi europei e occi-dentali. Non tiene in conto la circostanza che,nella società attuale, la funzione edu-cativa viene svolta da più soggetti:Famiglia, Scuola, Istituzioni religiose,Mass-media, lo Stato nelle sue artico-lazioni istituzionali, la Società civile

nella misura in cui promuove gliscambi interculturali e interetnici, age-vola e sollecita le relazioni individuali,aiuta l’integrazione tra le sue variecomponenti.Per intenderci, la società tutta intesacome tessuto di base dal quale ricava-re i filtri osmotici idonei a mescolareed amalgamare le componenti antro-piche sane, a scartare quelle infette econtagiose.L’azione svolta dalle famiglie, dallaChiesa Cattolica, e dalla Scuola loca-le ( Elementari e Media Inferiore) saràstata pure inadeguata ed insufficiente.Ci si è domandati, però, in qualemisura agiscono sulla psicologia e nelcomportamento dei giovani, i giornali,la televisione, le Scuole Superiori – fre-quentate in altri paesi della Locride dacentinaia di ragazzi santulucoti -, i pre-

giudizi collettivi e l’emarginazionesociale patiti dai giovani di San Luca,o di Africo, o di Platì?In merito al bilancio tra quanto dato equanto tolto dai sanluchesi allaLocride , non è agevole quantificarlo. Nessuno può negare che in tantiabbiano contribuito a deturpare l’im-magine della locride nel mondo.Purtroppo, negli ultimi decenni gravis-sime vicende di cronaca nera , tra lequali - epilogo di una faida sanguino-sa - la strage di Duisburg, hannoavuto protagonisti cittadini sanluchesi. Il cronista sembra dimenticare inumerosi delitti che hanno turbato lepopolazioni di gran parte dei paesi delcomprensorio, da Monasterace aMelito di Porto Salvo, e le faide barba-riche che hanno insanguinato Locri,

Ciminà, Monasterace, Caraffa eSant’Agata del Bianco, Africo eBruzzano Zeffirio, Canolo eSant’Ilario, e , non ultimo, Siderno laCittà jonica più sviluppata. Ha messouna pietra sopra vicende di mafiaaccadute a Marina di Gioiosa Jonica,dai delitti di stampo gangsteristicodegli anno ’60 all’omicidio Gatto.Ricordare qui altre vicende di violenzainaudita, dannose per la Calabria inte-ra, non vuole essere cancellazionedelle colpe di taluni sanluchesi, nènegazione del ruolo che alcuni di lorohanno svolto nel contesto delinquen-ziale calabrese; tantomeno un j’accuserivolto ad altre cittadinanze della pro-vincia reggina.Esprime l’urgenza, improcrastinabileper noi santulucoti, necessaria e dove-rosa per tutta la Locride, di fare fronte

al fenomeno ‘ndrangheta senza peri-metrazioni territoriali riduttive e como-de, e con la consapevolezza che lamafia vegeta, cresce e si irrobustisceladdove il terreno in cui ha messo radi-ci è reso permeabile da paure collettiveindistinte, laddove l’humus vitale leviene fornito attraverso coltri impalpa-bili di nebbia che nascondono diffusesituazioni di illegalità ignorata e tolle-rata con malcelata ipocrisia. Servono catarsi civica e risveglio civile.L’una e l’altro saranno fittizi e stru-mentali fin quando i fari delle nostrecoscienze non illumineranno le pieghee le imbastiture della tunica apparente-mente immacolata indossata damolti. Un processo di liberazione catarticacollettiva non può svilupparsi se non ciliberiamo dai pregiudizi e dalle paureirrazionali, se prima non sciogliamo lenostre coscienze dalla colpa di ritenerefuorilegge ed incivili soltanto i fatti chepossiamo qualificare di origine‘ndranghetistica e non tutto ciò che sidiscosti dalla legge, se non acquisiamoconsapevolezza dell’ inefficienza, delleomissioni , degli arbitri e delle prevari-cazioni amministrative pubbliche, senon discutiamo degli abusi quotidianicommessi o subiti nei settori piùimportanti dell’economia del com-prensorio locale. Dobbiamo sentirci equilibrati e giusticon gli altri, in pace con noi stessi,decisi a lottare contro tutte le dittature. Dobbiamo rianimare la democrazia.Dobbiamo far risorgere dalle ceneri ilcoraggio della libertà.In conclusione, ignoriamo quali risul-tati si proponesse il commentatore deLa Riviera, definendo San Luca conun termine profondamente offensivo:zoo.Gli facciamo notare,comunque, chele contumelie pronunciate con labocca piena di bava, e gli steccaticostruiti con inchiostro avvelenatosono effimeri e controproducenti.Auguro ai lettori de “La Riviera”, a Tee alla Redazione un felice 2013.

Aurelio Pelle( Sindaco di San Luca

dal 1980 al 1985 )

San Lucanon ha bisogno d’incensoCONTROCOPERTINA: IL DIRETTORE RISPONDE A AURELIO PELLE E ALLA POLEMICA SANLUCHESE CONTRO LA RIVIERA ED ERCOLE MACRÌ

Questo l’articolo inquestione,apparso sula Rivieran.52 il 23dicembre2012

Pubblico integralmente la lunghissima lettera di Aurelio Pelle per evitare che “la Riviera” sia accusata di censurare il libro pensiero e per nonprivare le nostre lettrici e i nostri lettori d’un grammo soltanto di tutto l’oro colato della smisurata rampogna, che abbraccia cielo e terra: ErcoleMacrì, l’editore Condarcuri, il direttore, la Locride taciturna, la scuola non educatrice. Mi sorprende che nello “smisurato” di Aurelio Pelle,

che è stato grande sindaco di San Luca, non abbia trovato posto la responsabilità non di chi governa, ma di chi governa la vita morale della comunitàlocale cui egli appartiene. Responsabilità, del resto, annacquata e diluita nella geografia del malessere dei paesi limitrofi. Ma il punto vero ed effettivo

dell’articolo di Ercole Macrì era ed è questo: ci può essere un’omertà di massa su un episodio di criminalità giovanile, che va compreso, ma non giustifica-to? E se questa omertà s’è manifestata, è “la Riviera” per la penna di Ercole Macrì ad adagiare su un lenzuolo funebre San Luca o sono i dominanti, che

dovevano parlare e hanno taciuto? Parliamoci chiaro. Con la religione del municipalismo, che tende a soffocare con l’incenso d’un malinteso sentimento d’amore per il luogo natìo, ci sca-viamo la fossa, rimaniamo nella civiltà dello stato d’assedio. E, invece, proprio chi ci sta nella civiltà dello stato d’assedio - a San Luca, che è il paese di

Aurelio Pelle, a Siderno, che è il paese di Ercole Macrì, a Bova Marina, che è il mio - deve essere primo nella denuncia dei vizi e delle storture, comehanno saputo fare i grandi meridionalisti che non hanno taciuto nessuna piaga del Mezzogiorno. La strada è questa, ma la corsia preferenziale diAurelio Pelle è quella, veramente eccessiva e sovrabbondante, dell’invettiva e dell’ingiuria gratuita nei confronti di Ercole Macrì cui fanno scudo lenostre lettrici e i nostri lettori per l’altezza e soprattutto la probità del suo pensiero e della sua parola. E con il quale voglio condividere il crucifigedell’ex sindaco, sottoscrivendo a pieno il suo articolo: non accettabile solo se deformato, come lo deforma Aurelio Pelle. Dimenticando, peraltro,che quando su San Luca fu calata la cappa del “Ab uno omnes disce”, da “Uno conosci tutti gli altri”, come uno tutti gli altri, fummo noi soli de “laRiviera” a opporci alla criminalizzazione di tutta l’intera popolazione. E quando anche il vescovo Morosini tentennò sulla Madonna di Polsi,fummo noi soli a portarla sulle nostre spalle. Dove erano i chiassosi protestatari di questi giorni? E per i due giovani assassinati a Luino, avevanoforse perso la lingua? Capisco che essere leoni tutti giorni è arduo, quasi impossibile. Ma, quando si ha lana di pecora, è meglio non ruggire mai. Enaturalmente non mi riferisco ad Aurelio Pelle, che continuo ad avere amico nel mio cuore.

Pasquino Crupi

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Parlandodi...

Il cantante siciliano Roy Paci presta voce, faccia e solgan alla campagnacontro il racket e le estorsioni. Come nella sua «Sicilia bedda», che è

anche il nome di un celebre brano del cantante, sogna una Sicilia libera dalpizzo. Il testimonial scelto da Addiopizzo di Catania è di quelli di sicuroeffetto. La città è stata riempita da cartelloni su cui troneggia il cantanteska-jazz più popolare della Sicilia. «Una Sicilia senza racket suona bene»,questo il messaggio che compèare accanto all’immagine di Roy Paci.Quindi l'invito ad imprenditori e commercianti a «fare rete» per combatterela mafia delle estorsioni «abbassare il volume alla mafia» e «cambiaremusica».Si spera che il tutto il carisma e il seguito che il cantante ha duran-te i suoi concerti si possa bissare anche per quest’iniziativa.

La Sicilia cambia musica con Roy Paci

Pausa di riflessione e altri impegni. Daquesta settimana Gioacchino Criaco cilascia. Con lui la Riviera sarà vedova diun immenso patrimonio, di una bancadati anticonformista e seria. Il vuoto è diquelli incolmabili, un abisso dalla primaall'ultima pagina del nostro settimanale:dalla “Storia di Le Chevalier” a La ver-ità dell'Iride di Benjamin Bowson, pas-sando le intuizioni di Ruggero Calvanoe i preziosismi di Fernado Sagado. La perdita per i nostri lettori è parago-nabile a quella registrata da tifosi juven-tini con Platinì. “Non ho più stimoli: da domani smet-to!”, comunicò le Roy. La Juve ha voltato pagina. Noi non lofaremo. (la Riviera)

GRAZIE PLATINÌANNO SABATICO

LA SETTIMANA

“Lucano Domenico (sindaco diRiace).I Bronzi, sì, ma anche unpaese che dal dopoguerra a oggipassa da 4mila a 600 abitanti, quasitutti anziani. Il sindaco gli ridà vitaaccogliendo i migranti nelle case delcentro storico, aiutandoli a trovareun lavoro dignitoso. E Riace diven-ta “un villaggio globale nell’angolopiù povero di una delle regioni piùpovere dell’Italia, una terra di sogniin frantumi”, scrive Der Spiegel.Volendo, dimostra Lucano (9,5), icocci si rimettono insieme”.

Ecco quello che scrive Repubblica.Lucano tra i 100 nomi dell’anno, inun elenco che contiene gente delcalibro di Francois Hollande, RayBradbury e Cristiano Ronaldo. Epensare (sigh!) che la minoranza diRiace dice che da quando è sindacoLucano “Riace non la conosce piùnessuno”. E propongono, “perrilanciare il paese” di puntare sullafesta di S. Cosimo e Damiano…con tutto il rispetto, ma fateci il pia-cere!

Giovanni Maiolo

Per Gianni Mura Mimmo Lucano valeFrancois Hollande e Cristiano Ronaldo

RIACE SU REPUBBLICA

ADDIOPIZZO

LLei, lui e l'altra. Politica e amore, sinistra e passione, sangue e primarie interra calabra. Adamo ed Eva sono tornati. E con loro Enza, moglie di lui,

che rischia di trovarsi Eva, l'altra, la rivale, vicina di scranno in Parlamento.Fosse una fiction avrebbe un successo pazzesco: due cuori e una lista. La coa-lizione dell'amore. Ma qui è tutto vero. Nicola Adamo ed Eva Catizone non

sono più la coppia di un tempo; la storia haprodotto un bambino, Filippo, poi lui è torna-to con la legittima consorte e i figli nati dall'u-nione coniugale. Anche il sodalizio politico èvenuto meno e alla complicità da amanti sonosubentrati i veleni. Al punto che lui, allorasegretario regionale diessino e vice di Agazio

Loiero, ha contribuito a sfiduciare l'ex fidanzata allora sindaco di Cosenza, chepoi ha cambiato perfino partito: dal Pd a Sinistra e Libertà di Vendola, con cuisi è appena candidata alle primarie nello stesso seggio dell'altra. Alleati sì, masotto un altro cappello. Intanto nel Pd è cresciuto il potere della consorte tra-dita, Vincenza Bruno Bossio, detta Enza ma anche «l'immarcescibile zarina»,come la definisce Mauro Francesco Minervino, professore di AntropologiaCulturale ed Etnologia all'Aba di Catanzaro.

Tratto da: www.liberoquotidiano.it

Incroci amorosi in Parlamento

Eva Catizone (Sel), l'ex Nicola Adamo e sua moglieBruno Bossio (Pd)

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la Riviera

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LL’’aurora dalle dita rosa, perdirla con Omero, il fuocoa testa in giù, un mare di

cristallo, la solidificazione delleemozioni, le primadonna Etna eil suo fumo spettinato, il verdevivo dell’Aspromonte, e qui l’a-ria è così tersa che anche mori-re non fa male, come scrivevaEsenin e cantava Branduardi.Lo scenario della costa Jonica,l’incanto delle albe e l’amoresconfinato per la vita, a dispettodi tutto. L’eternità ? Il mare ches’incontra col cielo, scriveva unragazzo di Charlerville tantianni fa. E aveva ragione.

POLEMICA TRA LUCIO MUSOLINO E IL GOVERNATORE SCOPELLITI

Alba sul Mar Jonio, il fuoco a testa in giùCCARARTOLINE MERIDIONALI TOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò

La Locride è già spenta nonostan-te Pietro Diano l'abbia illumina-ta con il suo video di Natale. È

durato poco ore, solo il tempo di unpandoro e di qualche risolino di scher-no soffiato sul caminetto e la griglia distocco alla sidernese. Poi la sfumata disalmoriglio ha annebbiato la vista,Last Christmas e You Tube: «U vidi-

stuvu a chigliu, ma è fora i testa,si senti George Micheal?» pun-zecchiavano i figli. «Nu scan-dalu totali, fora gabbu e forameravigghia» ribattevanogenitori, suoceri e sumpesseri.Riuniti dal cenone della vigilia

hanno spalancato tutta laloro miopia e dinanzi allavisione proibita hanno stap-

pato giudizi universali,tracannando arretratez-za. Quella fatta di lucefioca, di uomini veri, dimogli incinte, di liquidiseminali potenti, dibuoi e di paesi tuoi,dove i gatti sono gatti ei colombi colombi. Qui, dove oltre SantoStefano è Apartheid

e da Martedì Grasso aPasqua è Quaresima,in questa Locride spi-golosa, che guarda daibuchi della serratura eche somiglia sempre atutta la tristezza delmondo, bisognapagaiare a vista smen-tendo Copernico eGalileo Galilei: in unmondo quadrato,Pietro Diano è un ere-tico.(E.M.)

Pietro Diano,un eretico

IL VIDEO DI NATALE

Lucio Musolino dalla paginede Il Fatto quotidiano il 27dicembre attacca senza

riserve il governatore Scopelliti e ilsuo modello Reggio. Quasi nellostesso momento in cui Scopellitiha annunciato di volersi candidareal Senato come capolista Pdl eccoche viene emessa la delibera 309dai giudici contabili il 21 dicem-bre. Quest'ultima insieme allasituazione finanziaria di PalazzoSan Giorgio rappresentanosecondo quanto scritto dal giorna-lisra «un macigno che pesa suun'intera generazione di politici inriva allo Stretto». Sarebbero arischio le carriere politiche delgovernatore Scopelliti e dei suoifedeli Peppe boys. Se sarà dichia-rato lo stato di dissesto per il

Comune di Reggio il tracollo dellaclasse politica che ha guidatoReggio per 10 anni per Musolinosarà inesorabile. Non ci voleva perScopelliti e proprio ora che avevadeciso di candidarsi. I progetti delPresidente si scontrano con i datirelativi al rendiconto 2010 «cheevidenziano la presenza di residuipassivi (obbligazioni a carico delComune) per un ammontare dieuro 679.244.753». Ma non finiscequi. Il giornalista calabrese specifi-ca che nella relazione della Cortedei Conti «l'amministrazioneScopelliti prima e quella del sinda-co Demetrio Arena dopo sonostate caratterizzate da “una gestio-ne arbitraria e pervicacementeimpegnata ad aggirare ogni con-trollo di legittimità”».

3)AFRICO SENSAZIONALESCOPERTA ARCHEOLOGICA

1)OPERAZIONE CRIMINE:IL GRANDE SHOW

2)PEPPE BURRACCIA EIL REDDITTO DI PROVINCIA

5)IL PONTE DI BIANCO:UN KILLER SULLA 106

6)ENZO INGO, L’INNOCENZADI UN BAMBINO

7) CHIWAWA CHE SCONVOLSEL’ESTATE SIDERNESE

8)GLI OCCHI DI ANNA MULTARI E

L’ESEMPIO DI ALFREDO PISOLINO

Dati Google.com

Le notizie piùlette dell’anno sularivieraonline.com

Tritolo a mezzo stampa

4)CINZIA SARACO, UNACAULONIESE A UOMINI E DONNE

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PRIMO PIANO

Tale l’annuncio de “l’Unità”, quoti-diano fondato nel 1924 da AntonioGramsci (chi era costui?) e affonda-

to dai circoli dirigenti del Pd, il 2 gennaio:le primarie-parlamentarie, alle quali peral-tro Pier Luigi Bersani era stato costrettodal giovane Matteo Renzi, non stagionatocome il grana di Parma, sono state “unarivoluzione”. L’illusione ottica è l’ultima amorire, ma io sono ben lieto che la parola,che fece tremare, sobbalzare, rinnegare etutti mutare in riformisti, sia rientrata nelvocabolario politico, mentre malinconica-mente già m’avviavo a pensare che l’ultimarivoluzione, rimastaci, della quale menarelode per la vita che ci assicura perpetua,fosse quella del Terra che gira attorno alSole. Ma no! La Rivoluzione ha sette vitecome i gatti e sette teste come l’idra. Tornain circolazione grazie al democraticoBersani e alla signorina Rosy Bindi, chenon rispettano le regole da loro stessi fissa-te insieme a un ristretto numero dialtolocati dirigenti. Che sensoha stabilire la non ricandidabi-lità di parlamentari, che hannoconsumato 3 legislature, quan-do la deroga è richiesta daglistessi che questo gran principiodi rinnovamento hannocodificato? E che senso hanno leprimarie-parlamenta-rie quando nelle listeelettorali sono cata-pultati i carri armatipesanti, cioè segre-tari di federazio-ne, consiglieri

regionali, commissari straordinari, piccioniviaggiatori, come Anna Finocchiaro, custo-dita nello scrigno di D’Alema a Taranto, eRosy Bindi, dirottata a Reggio Calabria?Un dirigente politico intelligente, come lo èMario Oliverio, in proposito della Casta

Diva, nell’intervista a “Calabriaora” ( 2gennaio), ha spiegato che la sua conge-gnata candidatura a Reggio Calabrianon rappresenta per nulla una ferita

alla dignità politica delgruppo dirigente cala-

brese, semmai con-ferma che «un par-

tito che ha ungrande respi-

ro naziona-le deves a p e r

coniugareesperienze nazio-

nali e regionali». Una bella trovata. Ma incombe a MarioOliverio l’onere di spiegareperché tale coniugazionevien sperimentata non inLombardia e in Emilia,ma nel Mezzogiorno, interra di Puglia e in terra diCalabria? Perché è luogodi ascari? Di ambiziosisterili, che servono tacen-do, e al regno pensando?Talché a me sovviene ildubbio atroce che l’o-mertà, categoria ristrettaai mafiosi e ai loro dintorni,sia diventata la categoria allargata delceto politico. Che tuttalpiù allena adabbaiare, cioè, a festeggiare i dominanti.Né è un caso che di recente, a 8 e mezzo

della signora Lilli Gruber, BeppeSevergnini, per dare idea della qualità deipolitici di serie segugia, abbia ricordato icani dalmati che accompagnano fieri con iloro latrati le carrozze dei vincitori. Cosedel Nord. Noi dobbiamo accontentarcid’una razza canina d’un calibro inferioreche può vantare sui dalmati solo una mag-giore antichità. Ossia, i cani di macelleria.Né adatti alla guardia per cui si corronopericoli né adatti alla caccia per cui bisognacorrere e sudare. E sempre sdraiati di fron-te alla beccheria, in attesa d’un osso, spor-chi di sangue e digiuni. Così come si sonoritrovati dopo le primarie-parlamentariespecialmente in Calabria dove il voto chesbalza in cima alla classifica due consiglie-ri regionali, Demetrio Battaglia a Reggio e

Bruno Censore a Vibo, il commissarioAlfredo D’Attorre a Catanzaro,

il deputato Nicodemo Oliverioa Crotone, e a Cosenza lasignora Enza Bruno Bossio,tostata, come il caffè, chenon passa mai di moda. Né m’aspetto novità dalcilindro di Bersani. Vi potràestrarre solo conigli, chetemono persino il votopilotato e organizzato peril loro passaggio o rein-gresso al Parlamento, macontrabbandati come glieccelsi di cui nessunademocrazia parlamentare

può fare a meno. Sarebbeveramente un miracolo che fuo-

riescano da cilindro leoni. Forse ileoni di San Marco. Non Marco.Non Marco Minniti.

“Un partito che ha un gran-de respiro nazionale deve

saper coniugare esperienzenazionali e regionali”, diceMario Oliverio. Ma deve

spiegarci perché tale “coniu-gazione” viene effettuatanon in Lombardia e in

Emilia, ma nelMezzogiorno, in terra di

Puglia e in terra di Calabria.Dai cani dalmati ai cani di

macelleria.

LE PRIMARIE NATALIZIE DEL PD

Rivoluzione noi vogliamo fare

IN EVIDENZA

RODERIGO DI CASTIGLIA

Per la prima volta nella storia dellaRepubblica italiana, che assegna lasovranità al popolo, si andrà a votare a

febbraio, in pieno inverno, nel gelo, nel fred-do, nel vento. E pare cosa ottima contro larealtà dell'astensionismo e la tentazione di unsuo ulteriore ingrandimento. In primaveranon si poteva, perché le elettrici e gli elettorisarebbero stati invogliati ad andare per campia raccogliere “ violette e gigli/ fra l'erba verde,e vaghi fior novelli/ azzurri, gialli, candidi e ver-

migli”. Né si poteva in estate. Le elettrici e glielettori avrebbero preferito alla chiusa ariadelle cabine un bagno al mare o nei laghi. È l'in-verno, dunque, la stagione che concilia di piùurne ed elettori. Non avremo una campagna elettorale, ma unacampagna teatrale, nel senso che avrà svolgi-mento nei teatri, che Bersani, Berlusconi,Monti potranno utilizzare, sborsando fior dieuro. Ciò che non sono in grado di fare i movi-menti e i partiti minori la cui propaganda elet-

torale sarà ridotta al minimo. Un vulnus, unaferita alla democrazia? Per nulla. Più si parla epiù si sbaglia, la migliore parola è quella chenon si dice, e Giorgio Napolitano, MarioMonti, Silvio Berlusconi, Pier Luigi Bersanihanno fatto di tutto per toglierla ai veri progres-sisti. I quali, essendo nullatenenti, non hannodiritti, come sosteneva Ugo Foscolo. I nullafa-centi, quelli che sono vissuti sempre di politica enon per la politica, i diritti ce li hanno e come,dove la democrazia si trasforma in plutocrazia.

IL DIAVOLO NERO

LA CAMPAGNA D’INVERNO

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«Non è possibile. È una vergo-gna. Ma come si può andareavanti così». Queste le lamen-

tele di una signora esasperata cheaveva appena buttato un sacchetto dirifiuti. Anche andare a gettare laspazzatura ormai è un'impresa e lagente è stufa. Il cassonetto era stracol-mo e già un discreto numero di altrisacchetti ingombravano il marciapie-de intorno. La signora, dopo aver esi-tato un attimo, era stata costretta adaumentare ulteriormente quel cumu-lo. Ma cos'altro poteva fare. Ci sonozone in cui la spazzatura ha invasopersino le strade, limitando il trafficoe rendendo la strada ad una corsia dimarcia. Per poter passare gli automo-bilisti sono costretti ad alternarsi e adribblare le buste di rifiuti. Questa la situazione a Siderno, mapotrebbe benissimo essere successo aLamezia Terme, a Reggio Calabria, aioia Tauro, a Locri, ecc. Da quest'esta-te casa nostra è invasa dalla spazzatu-ra. Il servizio di raccolta funziona asinghiozzo. I dipendenti delle ditte diraccolta sono in protesta una settima-na sì e una no, ma è anche compren-sibile visto che non gli vengono paga-ti mesi e mesi di arretrati. Intanto icumuli di immondizia si accatastanoper essere rimossi (forse) a protestaconclusa. I dipendenti non sono perògli unici a lamentarsi per l'assenza dientrate. Anche le aziende avanzanoarretrati dai comuni. Nell'intervistaapparsa sul nostro settimanale il 4novembre 2012 il presidentedi Locride Ambiente,Giovanni Gerace,dichiarava «I comu-ni della Locridesono debitoriper milioni dieuro neiconfrontid e l l asocietà».Già nell'a-g o s t ol'Ufficio del

Commissario Delegato per il definiti-vo superamento del contesto di criti-cità nel settore dei rifiuti urbani nelterritorio della Regione Calabriaaveva diffuso una nota stampa in cui«invita i parecchi Comuni inadem-pienti a pagare le rate inerenti allatariffa di smaltimento RSU, ancheperché il sistema, potrebbe andare intilt». Uomo avvisato mezzo salvato?Non sembrerebbe proprio.

La situazione èpreci-

pitata in tutta la Regione e in partico-lare nei comuni reggini. Quello che èpiù strano è che la Calabria è statacommissariata per “il definitivo supe-ramento del contesto di criticità nelsettore dei rifiuti urbani” nel 1997. Ifinanziamenti ricevuti per l'emergen-za non hanno portato a niente visti irisultati. Si sarebbe dovuto studiareun piano regionale per lo smaltimen-to dei rifiuti ma non è stato fatto. Sisarebbe dovuta implementare la rac-

colta differenziata, ma spesso anchequesta soluzione è stata una

farsa. I cittadini separa-vano carta, vetro,plastica e orga-

nico e i raccoglitori venivano svuotatitutti nello stesso camion che li porta-va nella medesima discarica. Idemper il “compost”, un fertilizzante chepotrebbe essere prodotto con i rifiuti.Un altro buco nell'acqua. Nel dicembre 2012 doveva concluder-si il commissariamento, ma vista lasituazione il dott. Vincenzo Speranzasi è visto prorogare il mandato. Già ilsuo mandato è stato molto criticato ele sue decisioni definite come dei«tamponamenti provvisori», ma laprima azione del suo nuovo incarico è

stata al centro di proteste epolemiche. Il com-

missa-

rio ha infatti richiesto l'entrata in fun-zione della discarica di Melicuccàdefinendo il sito «basso tasso di inqui-namento ma fondamentale per assi-curare un'uscita dall'emergenza». Dipare ben diverso Legambiente: «Giàun anno fa, nel settembre 2011 -dichiara Francesco Falcone, presiden-te di Legambiente Calabria - abbia-mo presentato una circostanziatadenuncia al procuratore di Palmi,segnalando una serie di evidenti ano-malie relative al sito “La Zingara”.Una discarica che viola palesementele normative, una bomba ecologica

che è una vera e propriam i n a c c i a

di Eleonora ARAGONA

llato

A

COPERTINA

CASA NOSTRA INVASA DAI RIFIUTI

EcobombaI dipendenti delle ditte di raccolta protestano perché non ricevono lo stipendio da mesi. I comuninon pagano. Le discariche sono colme. E i finanziamenti dell’UE non si sa come siano statispesi. Ma noi siamo stanchi e commissariati dal 1997. Èora di trovare una soluzione.

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Elogio alla pazzia?Bisogna essere un po’ pazzi

per accettare supinamen-te molte delle cose che

avvengono intorno a noi senzareagire. Bisogna essere ancorapiù pazzi per reagire pagando dipersona.Percorrendo in lungo e largo ilcomprensorio Jonico un senso dismarrimento ti soffoca: laLocride è sommersa dai rifiuti.Ce ne sono tanti da costruire le“torri gemelli” dell’immondizia.Strade di campagna, centri inter-ni, comunità costiere, periferieurbane e centri storici, luoghivicino agli Istituti di ogni ordinee grado, alle scuole materne, alleguardie mediche, all’ospedaleovunque rifiuti anzi: una, dieci,cento, mille discariche!Non c’è differenza tra i Comuniamministrati da sindaci normal-mente eletti, commissari prefet-tizi, commissari antimafia.Almeno per una volta la Locrideè unita: nella sporcizia!Eppure sono appena passati igiorni di Natale e di Capodanno.Probabilmente in qualche alber-go arriva qualche turista, in alcu-ni paesi ci sono gli insediamentidei cosiddetti “inglesi”, ma noidiamo questa immagine deva-stante.Di quale decollo turistico si può

parlare? Quale tour ope-rator investirebbe soldiin Calabria?Questa è solo unaparte del dramma!Le ripercussioni piùserie si riverberanosui nostri ragazzi chesi abitueranno a con-vivere con la spazza-tura, che non avran-

no modo di gustare le

bellezza e la freschezza dellapulizia, di pretendere unambiente più curato e più pulito.Infine i rischi per la salute. Hoconsultato un medico specialistae mi ha sinteticamente illustratoquanti miliardi di batteri, e quin-di quanti ratti, insetti, parassiti,trovano rifugio negli accumuli diimmondizia. Lo stesso terrenosu cui giacciono, per giorni egiorni, i rifiuti rischia un inquina-mento permanente non solosuperficiale, ma anche nellefalde sottostanti.Pericoli elevatissimi soprattuttoper la salute dei bambini che vigiocano nelle vicinanze, per glianziani, per gli ammalati.Eppure questa è la Locride inquesto momento. Questa è l’in-tera Calabria.Quanto accade non è frutto deldestino, ma la conseguenza diprecise responsabilità di unaclasse dirigente.Nell’estate del 2011 mi sono tro-vato, quale presidente del comi-tato dei sindaci, al centro di unoscontro con il Commissario perl’emergenza ambientale.Scontro aperto e senza quartie-re che mi ha portato a chiedernecon forza, e pubblicamente, ledimissioni. Inoltre ho supplicato,inutilmente, l’intervento delleAutorità competenti.Non si può essere indifferenti,non si può non essere indignati,dinanzi a una montagna di dena-ro spesa dall’Ufficio delCommissario per l’emergenzacon risultati pari a zero.Inoltre un’emergenza non può

durareventi

anni con un costante spreco difondi.Tuttavia noi non ci siamo limita-ti a protestare abbiamo fattomolto di più.Nel “progetto d’urto” per laLocride, non a caso, si partivaproprio dai rifiuti cercando ditrasformare un problema in unarisorsa.Lo si faceva con competenza eforza. Inoltre veniva evitata laclassica furbizia paesana di tro-vare la scorciatoia per un singolocomune ,ma ben 42 consiglicomunali, insieme, approvavanouna piattaforma strategica chepartiva proprio dalla emergenzarifiuti.Inoltre, anche grazie al senatoreDe Sena, era in stato avanzato, l’ipotesi di un finanziamento fina-lizzato all’emergenza rifiuti daparte della fondazione CarloBorgomeo, decisione presa allapresenza del presidenteBorgomeo in una riunione con-giunta presso il Comune diLocri. Sorprende negativamente ilfatto che il bando odierno esclu-da la Locride e l’intera provinciadi Reggio. Segno di un immobi-lismo non più sopportabile.I tavoli che si sono allora costitui-ti mi sembrano fermi e questomi amareggia e mi mortifica.Infine, una annotazione di carat-tere personale.Si sono sprecati una montagnadi soldi, ci troviamo sommersi daanaloga montagna di rifiuti.Una, una sola, persona èsotto processo: il sotto-scritto. Io hoavuto la respon-

sabilitàd i

scontrarmi con i responsabili deldisastro. Con i potenti non ci sipuò scontrare senza pagarne leconseguenze. Così si sono alzatiin volo gli elicotteri dei noe manon hanno visto il disatroambientale che sta sconvolgen-do la Calabria. Inoltre, reatoancora più grave, nel pienorispetto della legge, ho tenutopulito il mio paese. Questo è ilcrimine che ho commesso.Siederò serenamente sul bancodegli imputati. Serenamente, dalmomento che quel banco è libe-ro dai responsabili di tantodegrado e tanto spreco.Ho salvaguardato la salute deimiei concittadini, tutelandol’ambiente, evitando sperperi,cercando di dare una immaginedignitosa del Paese di cui ero sin-daco e della Locride.Ancora una volta sarò imputatoma con dignità, assolutamenteconsapevole di aver rispettato ilgiuramento sulla Costituzionedella Repubblica, anteponendogli interessi collettivi a quelli per-sonali.Non mi sento né eroe, né vitti-ma. È il prezzo che si paga alla“follia” quando si vuole cambia-re una realtà così amara e sfida-re poteri così perversi.

ILARIO AMMENDOLIA

I rischi per la salute sono elevatissimi. Miliardi ibatteri,e quindi ratti, insetti, parassiti trovano rifugionegli accumuli di immondizia. Lo stesso terrenosu cui giacciono i rifiuti rischia un inquinamentopermanente, anche per le falde profonde

La Lorcride è finalmn-te unita: nella spazzatu-ra !Le foto che pubbli-chiamo mortificano noicome giornalisti e voicome cittadini di questonosro comprensorio..Proviamo tanta ama-rezza perchè il tentativodi risolvere il problemaè stato abbandonato adopera di una classe diri-gete regionale e di zonache non sa anadre oltrele faide paesane

LA PROTESTA

per i cittadini. A pensarla così anche isindaci del comprensorio, le associa-zioni, i sindacati e soprattutto la gentedel territorio». La preoccupazioneprincipale degli ambientalisti è la com-promissione delle falde acquifere dellaPiana. Sotto il sito su cui sorge la disca-rica scorre il torrente Arena, che è unaffluente del torrente Vina, fonte diapprovvigionamento per l'acquedottoche serve la fascia tirrenica reggina. Inogni caso le discariche sono stracolmee non sono la soluzione al problema. Èdal 2010 che il presidente del FAIIlaria Borletti Buitoni, « Una raccoltadifferenziata “fatta sul serio” e unacintura di micro-impianti che evitino di“trasformare piccoli centri in metropo-li dei rifiuti altrui e che rispettino learee verdi”. Due soluzioni semplici epraticabili. Esattamente quelle cheservono, secondo per far fronte all'e-

mergenza rifiuti al Sud, unproblema ormai inso-

stenibile per gli abi-tanti, il territorio e l'e-conomia locale».

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Parlandodi...

Approfondimenti

MARIA BOETI

Ha aperto i lavori, introducendo ilDirettore generale, il giornalistadell’Ufficio Stampa ConsalvoCordova che nella sua brevissimadisquisizione ha annunciato che laparte più consistente dellaConferenza stampa sarebbe statadedicata al Bilancio, oltre all’illu-strazione del lavoro svolto fin oradalla dott.ssa Squillacioti. Dunque,offrire un’informazione correttaagli utenti attraverso gli organi distampa, questo lo scopo dell’in-contro che si è svolto nella matti-nata di ieri a Palazzo Tibi fra iquali relatori erano presenteanche il dott. Francesco Cananzi eil Direttore amministrativo Scali.Per lumeggiare il discorso fin dalleprime battute, dopo i ringrazia-menti di rito - a giornalisti, sindaca-listi e sindaci - la dott.ssaSquillacioti si è affidata alla suapersonale positività dichiarando«Desidero guardare con positivitàil futuro e con dati di fatto in manodesiderando essere in sinergia congli stakeholder che ruotano intor-no all’azienda». Rimarcandoquanto sia importante fare squa-dra. Ha sollevato delle obiezioniriguardo notizie distorte riportateda un quotidiano che in passatepubblicazione attestava il caos deiBilanci dell’Azienda sanitaria.«Nulla di ciò è vero, quelli del 2008e del 2009, antecedenti la miapresenza in Direzione maapprovati successivamentecon un disavanzo rispetti-vamente di circa 58milioni di euro per ilprimo anno citato e dicirca 31 milioni per ilsecondo». La mana-ger si riferiva alla ren-dicontazione dellaCommissione straor-dinaria delle AziendePalmi e Reggio.Quindi, documenticontabili di anni pre-cedenti (2008-2009)rimarcando con forzache sono stati bocciati perelevato disavanzo. «È indi-spensabile tenere in conside-razione che si è provvedutoall’accorpamento contabi-le e alla sua unifica-zione» haprose-

guito. «Inoltre, in Regione ci sonostate grosse difficoltà a pagare idebitori e ripianare i debiti sempredel periodo 2008-2009». Ha parla-to inoltre di strascichi che devonoancora essere ridefiniti. Ha distin-to inoltre con la massima precisio-ne il Bilancio respinto del 2010,approvato - sì - con un avanzo diun milione di euro, ma ugualmen-te bocciato per alcune deficienzeamministrative precedenti.Riguardo il Bilancio del 2011, hachia-

rito che è già stato approvato conun utile di quasi 500mila euro, e haannunciato l’impegno per il bilan-cio 2012 e per quello di previsionedel 2013.Fra gli argomenti da esporre c’eratra l’ altro la riconversione di Scilladove è stato fatto – a suo dire - ungran lavoro per riconvertirla inCasa della salute, così come perSiderno ci sono dei progetti - agennaio partirà la gara d’appalto -per ristrutturare le vecchie struttu-re riconvertirle e riutilizzarle. Haesposto, altresì, del Centro di assi-

stenza territoriale a Siderno epiù in generale della rete

ospedaliera, di quella pri-vata e di quella di emer-genza-urgenza.Ha avuto un notevoleimpatto - soprattutto suqualche giornalista chealla fine ha polemizza-to sui fondi - lo scena-rio degli Hospices,quello di Siderno e diMelicucco. In chiusurad’argomento è stataposta la domanda, allaDirigente, se ci sarà lamassima attenzione per

l’Hospice infantile.Anche il risparmio degliaffitti e del trasferimento del-l’intero corpo B di PalazzoTibi sul Corso Garibaldi è

stato motivo d’orgoglioper la dottores-

sa.I l

presidio ospedaliero di Polistena,invece, è stato schematizzato persponsorizzare la ristrutturazionedel Reparto di Psichiatria e laRianimazione con l’aggiunta diposti letto. Così come il diparti-mento Materno-Infantile poliste-nese è stato segnalato con entusia-smo nell’ampio discorso, dovenegli obiettivi di Piano rientrereb-bero anche quattro ambulanzematerno- infantili. Con scrupolosa esattezza ha parla-to dei tagli - trentatre strutture inmeno - del Piano di rientro, delTavolo Massicci e delle normativeche vengono imposte dalMinistero della Salute. I contratticon le Case di cura che ultima-mente sono stati pagati in anticipoe delle farmacie, tenendo sempred’occhio gli sprechi; dei farmacisalvavita, del loro alto costo, delmodo giusto nello scambio razio-nale per le farmacie ospedaliere diLocri e Polistena. Un migliora-mento quello descritto dallaDirigente che potrebbe essereriassunto a ciclo continuo e passi

graduali.Lo scenario sul per-sonale è stato illu-strato sulla pesantesituazione fin ora vis-suta in quanto silavorava senza con-tratti e senza basi

legali. «È giusto dare, riguardo ilpersonale, dopo l’assegnazione deibuget, obiettivi di responsabilità adirigenti di strutture ospedalieresemplici e complesse. Con il nuovoanno convocherò un tavolo di con-certazione da cui mi aspetto vengafuori un lavoro d’intesa proficuo.Daremo la massima attenzione alpersonale e ai precari. È nell’inte-resse di tutti che l’Azienda funzio-ni. Il Direttore della RegioneOrlandi ha prorogato fino a Luglioil contratto dei precari.Continuerò su questa strada, il miomotto è sempre stato mani pulite efronte scoperta. Ci sarà una ricogni-zione di tutti gli uffici del persona-le, degli uffici direttivi e ammini-strativi, di tutta la struttura dirigen-ziale completa». Alla domanda sulnome del nuovo DirettoreSanitario la dottoressa ha taciutoassicurando che a giorni lo comu-nicherà.Sul ridimensionamento delReparto di Otorino a Polistena ildott. Cananzi ha risposto dichia-rando che i casi urgenti e di ecce-zionalità si appoggeranno aiReparti di chirurgia; mentre suicasi di personale impiegatizio - chepare - occupi posti di rilievo contitoli accademici di scuola mediainferiore non ho ricevuto rispota.

UNA STORIAUNA STORIA

InpsL’INPS, che da un anno èdiventato SuperINPS, avendoinglobato INPDAP edENPALS, forte dei provvedi-menti governativi in tema ditagli alla spesa pubblica, statirando fuori il peggio di séarrivando a fare terrorismonei confronti dei pensionatiche rappresentano le fascepiù deboli dei cittadini italia-ni. Già nel mese di settembre,l’INPS aveva annunciato che200mila pensionati sarebberostati chiamati a restituire la14° ricevuta “indebitamente”per alcuni anni, dopo l’intro-duzione voluta dal governoProdi per i pensionati con piùdi 64 anni e appartenenti allafascia di reddito più bassa.Dall’analisi dei redditi del2009 erano emerse alcuneirregolarità e quindi l’INPSaveva annunciato di procede-re al recupero coatto di dettesomme in rate mensili, a par-tire da novembre, per 12mesi, poi corretti in 24. Daqualche giorno, adesso pro-prio sotto feste, un’altra tro-vata: molti pensionati stannoricevendo una lettera racco-mandata dall’INPS che inti-ma loro di presentare entro il28 febbraio una domanda diricostituzione della pensioneper ovviare alla mancata pre-sentazione degli ulteriori red-diti per il 2010, pena lasospensione e successivarevoca della pensione. Il pani-co è entrato nelle case dimolti pensionati al minimo, iquali alla ricezione della rac-comandata hanno temuto diaver già perso i “quattrosoldi” che gli consentono divivere al limite della sopravvi-venza. Un provvedimento,questo dell’INPS che, seppursupportato da una legge cheprevede la procedura dellasospensione, si inserisce in ungenerale comportamento chel’Istituto sta tenendo, chetende più a gettare il pensio-nato nello scoramento, piut-tosto che nella tranquillità el’incoraggiamento a fidarsi diuno Stato amico che i cittadi-ni italiani meriterebbero.

ASP DI REGGIO CALABRIA

Si parla di bilancio, riconversionee miglioramento dei servizi

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PRIMO PIANO

Utilizzare gli scarti vegetali (biomas-se forestali) per produrre correntee per climatizzare gli edifici.

Realizzare, al posto del ponte sulloStretto, un tunnel collegato a dei genera-tori che producono elettricità grazie allecorrenti marine. Ecco alcune idee innova-tive dell’ingegnere elettronico regginoDiego Quattrone, 52 anni, esperto dienergie rinnovabili e di software, agricol-tore a tempo perso, la cui amicizia mi con-sente di conoscere le potenzialità delletecnologie che non inquinano. Diego pro-pone e pratica uno stile di vita sobrio esostenibile in contrasto con coloro cheperseguono unicamente la crescita econo-mica. Laureato al Politecnico di Torino, èstato tra i fondatori di una azienda leadernel settore dei programmi per la progetta-zione di impianti e per il calcolo energeti-co degli edifici. Avvertendo l’urgenza delproblema ambientale, è tornato inCalabria dove svolge ricerche nel campodelle energie alternative. Si interessa inparticolare dello sfruttamento dell’ener-gia solare e della cogenerazione per la cli-matizzazione estiva. Produce inoltresoftware per la certificazione energetica. Ingegnere, che cosa sono le biomasseforestali?Sono tutti i prodotti destinati alla combu-

stione per produrre energia derivati dallapotatura, dal decespugliamento e dallosfrondamento. Alcune aziende trasfor-mano in combustibile l’intero albero.La combustione produce anidride carbo-nica.Anche se produce anidride carbonica, laquantità di CO2 prodotta verrà assorbitadalla ricrescita della vegetazione. Occorreprecisare che le organizzazioni ambienta-liste raccomandano l’utilizzo di terreniscarsamente produttivi o di foreste, di cuila Calabria è ricca, per la produzione dienergie rinnovabili, evitando l’utilizzo deiterreni che possono essere destinati allaproduzione di alimenti.Perché impiegare in questi terreni impro-duttivi le biomasse invece che installareimpianti fotovoltaici?Perché gli impianti fotovoltaici richiedononotevoli investimenti economici e richie-dono energia (e quindi inquinamento)per la loro costruzione, mentre le biomas-se forestali possono essere sfruttate conmodeste risorse economiche e produconomolta occupazione.Come avviene la raccolta e il trattamentodelle biomasse?Dopo una prima essiccazione sul terrenodi raccolta che serve a eliminare granparte dell’acqua, i vegetali vengono tra-sportati in un sito dove subiscono la tritu-razione ed un ulteriore essiccamentonaturale. Infine vengono trasportati pres-so le centrali. Per la raccolta, in una primafase, potrebbero essere utilizzati gli operaiforestali. Se la tecnologia si diffonderàrichiederà altra manodopera. Quali investimenti occorrono?Si potrebbe pensare che sia necessariocostruire grandi centrali termoelettriche,

in realtà per ottenere la massima resa èpiù conveniente realizzare piccole centra-li che effettuano la cogenerazione.Cos’è la cogenerazione?Quando si produce energia elettrica,viene prodotta una rilevante quantità dicalore che normalmente si disperde nel-l’aria o nell’acqua. Se si costruiscono leminicentrali nelle vicinanze di edifici,questo calore può essere utilizzato per ilriscaldamento e per la produzione diacqua calda sanitaria.Nel nostro clima non c’è una grande esi-genza di riscaldamento.Tramite apparecchi che si chiamanoassorbitori si può utilizzare il calore per laclimatizzazione estiva, producendo acquae quindi aria fredde.Hai esperienza diretta di questo tipo diimpianti?Si, ne ho realizzato uno a Torino.In che cosa consiste?Si tratta di un impianto di produzione dienergia elettrica e di freddo, per le esigen-ze di una fabbrica di gomma e di plastica,tramite un gruppo elettrogeno alimentatoa gas ricavato dal motore di un autotreno.Proponi qualcosa del genere anche qui inCalabria?Si potrebbe realizzare un impianto pilotadi cogenerazione alimentato da una pic-cola centrale a biomasse, destinato a fun-gere da laboratorio formativo per l’uni-versità e a fornire energia elettrica e calo-re al Cedir.Recentemente le aziende che rappresen-tano la filiera della biomassa in Calabriahanno formulato un appello al Governoperché sono allarmate per la possibileriduzione degli incentivi statali.Questo appello denuncia la precarietà

degli investimenti basati su leggi incenti-vanti. Per questo motivo propongo pro-getti che si sostengono senza interventodello Stato.Come si può realizzare questo obiettivo?Occorre che l’efficienza dei processi siaalta, la cogenerazione consente di sfrutta-re al massimo la potenzialità termica dellebiomasse rendendo l’investimento conve-niente anche in assenza di incentivi. Parlami della tua idea di collegamentodello Stretto.Propongo di realizzare un attraversamen-to sottomarino che serva anche come sup-porto di generatori idrodinamici in gradodi sfruttare le correnti. Il tunnel, otre altrasporto di persone e di merci, consenti-rebbe la manutenzione degli idrogenera-tori.Sarebbe un progetto molto costoso.Anche il ponte lo è. Per ovviare a questoproblema ho pensato a un sistema modu-lare, ogni modulo è costituito da un trattodi tunnel e da un idrogeneratore. Fin dal-l’applicazione dei primi moduli il sistemasarebbe produttivo e potrebbe finanziarsicon l’energia prodotta.Oltre a tali vantaggi, quali problemipotrebbero crearsi?Occorre verificare l’impatto che tale strut-tura potrebbe avere sulla fauna ittica esulla navigazione sottomarina.

La lettera di Leo Autelitano

Energie alternative perrpodurre corrente e

climatizzare gli edifici.Realizzare un tunnel

sotto lo Stretto.L’ingegnere/scrittore diPalmi discute di ideeinnovative e soluzioni

ecosostenibili per il nostroterritorio con Diego

Quattrone, ingegnereelettronico reggino e

agricoltore a tempo perso

IN EVIDENZA

Caro Direttoreincombono le elezioni etorna il tempo dei trasformi-sti! Uomini di istituzioni, digoverno e sottogoverno,gente che magari fin quandosi è trovata nell’esercizio delruolo, non si è mai sognata diabbracciare battaglie dure enel caso anche ardite a favo-re della causa del mezzogior-no, oggi in campagna eletto-rale rischiamo di trovarcela,impossessata del marchio,impegnata a cavalcare ilcavallo comodo della causameridionalista, causa ripara-

trice di ataviche ingiustizie eal tempo stesso fautrice del-l’agognato sviluppo liberato-re dovuto al Mezzogiorno!Rifiutiamo soprattutto in talimomenti l’ipotesi che quantiimpegnati nella vita di ognigiorno a far camminare l’ideadi un Mezzogiorno libero,protagonista, non più subal-terno rispetto all’azione digoverno del Paese, si trovinoimprovvisamente nella sem-plice condizione di dover sce-gliere fra i nemici del mezzo-giorno e quanti impossessati-si del marchio, si ergono a

soli esclusivi rappresentantidella causa meridionalista.Sarebbe davvero un assurdo!Per evitare ciò, si invitanotutti i movimenti di ispirazio-ne meridionalista e con que-sto intendiamo non solo imovimenti politici, ma anchele numerose Associazioni efinanco i liberi cittadini, avoler indirizzare il propriovoto verso quelle forze, perfi-no verso quelle di estrazioneparolaia lontana dal gergomeridionalista, disponibiliad accogliere le tesi meridio-naliste all’interno dei propri

programmi politico-elettora-li.Sarebbe questa una lezionedi alto profilo culturale oltreche di maturità manifesta intempi in cui tutto è ridotto acontrattazione finalizzataalla garanzia di spazi eletto-rali in cambio del voto.Per dare corpo ad una simileidea e per articolare nelmerito una proposta, sarebbeopportuno organizzare unincontro fra i vari soggettiinteressati, magari utilizzan-do la data del tredici gennaio,una data abbastanza utile per

far seguire alla stessa, unaproficua battaglia elettorale!Al vostro giornale, guidatoda autentici meridionalisti,chiediamo un contributoin questo senso, patroci-nando magari l’iniziativadell’incontro.Grazie per l’ospitalitàed auguri di buonlavoro.

Leo AutelitanoMovimento

Sud perl’Autonomia

Un invito ai movimenti meridionalisti, intendendo le numeroseAssociazioni e i liberi cittadini, a voler indirizzare il loro proprio votoverso quelle forze disponibili ad accogliere le tesi meridionaliste

I meridionalisti al voto!

L’intervista di Giuseppe Gangemi

Un ingegnere laureato al Politecnico di Torino che è stato tra i fondatori di un’azienda leader nel settore dei programmi per la progettazione di impianti. Decide di tornare inCalabria e dedicarsi al problema ambientale proponendo idee innovative

Energie alternative

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Polaroid

Città Balneare della LocridePerché una società vada bene, si muovanel progresso, nell'esaltazione dei valoridella famiglia, dello spirito, del bene, del-l'amicizia, perché prosperi senza contra-sti tra i vari consociati, per avviarsi sere-na nel cammino verso un domani miglio-re, basta che ognuno faccia il suo dovere.

Giovanni Falcone

Nessuna profezia da fine del mondo,bensì il mancato pagamento delle bol-lette arretrate. È questo il motivo percui il comune di Reggio Calabriarischia di rimanere al buio. Si vocife-rava già dal settembre 2011 ma adessonon si può più far finta di niente.9.433.853,63 Û questo sarebbe l’am-montare del debito.

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LOCRIDE

GIOVANNI MAIOLO

I cauloniesi hanno spento il cervello.Ora, dicendo cauloniesi so di generaliz-zare e so anche che generalizzare è tantocomodo quanto sbagliato. Ma adesso hobisogno di generalizzare, e quindi al dia-volo, generalizzo.Volete la prova che i cauloniesi hannosmesso di pensare? Ve la presento subi-to: ammirate la composizione del consi-glio comunale. Sarà che IlarioAmmendolia ci aveva abituati troppobene… e qui mi tocca aprirla una picco-la parentesi su Ammendolia, del qualesono stato avversario ed estimatore. Eancora oggi sono entrambe le cose, per-ché continuo ad apprezzare molte sueposizioni e continuo a non condividernealtre, come per esempio quelle che spes-so esprime su questo giornale. Ma, tor-nando al ragionamento, anche questo èdifficile spiegare in un paese dove “o seicon me o sei contro di me”, dove si vedesolo il bianco e il nero, dove non c’è spa-zio per l’intelligenza delle sfumature,dove l’onestà intellettuale è andata a cer-care la “gurna nigra” e non è più tornata.Per cui se esprimi un apprezzamento perAmmendolia (visto che ormai lo abbia-mo citato) sei un alleato per qualcuno eun traditore per qualcun altro. Se poi tipermetti di esprimergli una critica diven-ti un traditore per quelli che ti considera-vano alleato e viceversa. Bianco o nero.Idioti. Volevi esprimere un’opinione politicalibera da appartenenze? A Caulonia nonpuoi, non è previsto dalle regole dell’at-tuale gioco politico.Ma torniamo al consiglio comunale e allaqualità politica dei nostri rappresentanti.A me l’attuale consiglio sembra la giustaespressione di una comunità che vota perappartenenza, per amicizia, per parente-la. E poi finisce che a rappresentare tuttinoi (perchè è nostro rappresentantetutto il consiglio, mica solo quelli cheabbiamo votato) ci ritroviamo gente chenon riesce a sviluppare una mezza idea

politica (quanto vale certa gente che purnon avendo mai studiato e non cono-scendo bene l’italiano mantiene unavisione lucida degli interessi in gioco!) eci ritroviamo gente che sta lì a fare nume-ro, incapace di esprimere (e prima anco-ra di formarsi) un’opinione. E se loronon provano imbarazzo vi assicuro che èimbarazzante osservarli. Non me nevogliano i consiglieri tutti, sto volutamen-te facendo di tutta l’erba un fascio, è chia-ro che ci sono importanti eccezioni e cheio sto evidenziando solo gli aspetti glinegativi.E comunque, si potrebbe dire, ormai ildanno e fatto, e adesso? E adesso, volen-do, potremmo rimediare avviando nel

paese discussioni critiche e costruttive,non importa da dove queste partano, sedalla maggioranza o dalla minoranza, mache si discuta responsabilmente e si avan-zino proposte concrete e ragionate fina-lizzate alla soluzione dei problemi. Manon si fa, perché i cauloniesi hanno spen-to il cervello. Discutere discutono, masenza cognizione di causa. Tutti parlanodi cose che non conoscono, assumonoposizioni basate sul sentito dire, sul pet-tegolezzo, il più delle volte nell’incapa-cità di essere propositivi ci si limita all’in-sulto. Un dibattito che fa vergognare divivere in questo paese.Eppure Caulonia, nonostante tutto, èpiena di risorse ed intelligenze, sia tra chisostiene l’amministrazione che tra chi lacontrasta. Sia nella destra che nella sini-stra (ammesso che in questo paese senzaidealità politica queste definizioni abbia-no un senso). Si trovano persino nel con-siglio comunale che poche righe piùsopra ho così esageratamente maltratta-to. Ora, per concludere la riflessione, citeròdelle persone (più o meno a caso) inegual numero per la maggioranza e laminoranza (adattandomi per un attimoalla dannosa logica dei due campi).Attilio Tucci, Mimmo Mercuro, FrancoCagliuso, Ninni Riccio. Con Mercuri eCagliuso ho in comune l’essere di sinistra(seppur in modi mooolto diversi), conTucci credo di non condividere pratica-mente nulla e Riccio, a dire il vero, poli-

ticamente non l’ho mica capito da cheparte sta. Ma queste quattro persone (emolte altre che non sto a citare per nondilungarmi) hanno in comune tra lorouna cosa: l’intelligenza. Lo stesso sevogliamo citare altri che non siedono inconsiglio (sempre rispettando la logicadei due campi), per esempio BrunoGrenci (credo proprio che mi odi e lacosa mi crea dispiacere, ma quando nonsi lascia accecare da certe passioni sonoconsapevole che il suo irrefrenabile atti-vismo costituisca una risorsa), StefanoAmato, Gloria Petrolo, Franco Portaro ecome loro tanti che potrebbero dare uncontributo importante se il dibattito poli-tico (ammesso che di politico abbia qual-cosa) non fosse così polarizzato, cosìvomitevole ma soprattutto così infinita-mente stupido e deleterio.I cauloniesi hanno spento il cervello, maun cervello ce l’hanno. Possono decideredi continuare a dormire il sonno dellaragione coi mostri che ne conseguono opossono scegliere di riattivare le funzionicerebrali. Che significa non inquadraretutto nel bianco e nel nero. Che in paro-le povere vuol dire che non tutto quelloche fa l’amministrazione comunale è sba-gliato, così come non tutte le critiche chemuove la minoranza sono cazzate. Chec’è del buono (e del marcio), delle capa-cità (e delle incapacità) in entrambi glischieramenti. E che bisognerebbe pren-dere a calci in culo il marcio e tenersi ilbuono. Speriamo…

IN EVIDENZA

«A me l’attuale consigliosembra la giusta espressionedi una comunità che vota perappartenenza, per amicizia,per parentela. E poi finisceche a rappresentare tutti noici ritroviamo gente che nonriesce a sviluppare unamezza idea»

Fare il proprio dove-re il motto a Locri

Si rischia il balck-outa Reggio Calabria

I cauloniesi hannospento il cervello

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la Riviera

Il consultorio di Siderno non è ancoratornato alla sua normale attività.Permane una situazione insostenibile,gli operatori sono costretti, da un mesea lavorare senza corrente elettrica esenza riscaldamento. La bolletta contestata è stata pagata.Adesso qual è il problema?

La provincia tenta di distrarre Reggiodalle sue recenti disgrazie. Tra dissestofinanziario e spazzatura è sommersadai problemi. “Animare la città aspet-tando la Befana” è questo il nome dellamanifestazione di sabato 5 gennaio,nel centro storico di Reggio.

La befana questa notte era triste: ha indugiato alungo su Monasterace bilanciandosi nell'aria comeun nastro nero. Nel Mega Toys, la grande piazza digiocattoli dello Stilaro, non è rimasto nient'altro.Solo giocattoli incendiati che ancora bruciano. E'bruciata Minni la cantastorie, Nancy la parrucchie-ra, la pista Spiderman Simba. E ancora, Cicciobello,la casa di Barbie a Mlaibù, Charry Gatta e tuttoquello che fa sorridere i cuori dei bambini.Simbolicamente un colpo brutto per vive di questepiccole gioie. « Non appena abbiamo aperto la porta io e un cara-biniere, una ventata di fumo nero ci ha colpiti infaccia, siamo stati costretti ad allontanarci imme-diatamente. I carabinieri della compagnia diRoccella - che mi sono stati molto vicini - hannousato degli estintori che erano nel ristorante laTerrazza, di cui è proprietario mio zio. Hanno but-tato giù il vetro della porta e hanno spento il rogocontando anche sull'aiuto di parenti e amici dellamia famiglia. Uno dei carabinieri si è fatto moltomale alla gamba con il vetro della porta. Il fuoco èstato domato solo per pochi minuti, ma poi le fiam-me sono rispuntate come coltelli. Ognuna produce-va una ferita diversa. Ognuna divampava contro

tutto. Contro ogni singolo dettaglio, contro i pro-getti contro il futuro della mia attività. L'abbiamospento nuovamente, ma “lui” come un animaleimpaziente ripartiva tutte le volte. I cavi elettricisembravano micce, scintillavano, facevano paura.Dieci estintori non sono bastati, il fuoco saliva sem-pre più in alto, fino a raggiungere il piano di sopradove erano presenti delle bombole di gas. Questo ilmotivo che ha costretto le forze dell'ordine adallontanarci da un luogo che si stava trasformandoin una bomba. Poi l'arrivo dei pompieri delle com-pagnie di Siderno e Bianco. Che hanno raggiuntoMonasterace in pochissimo tempo. Hanno domatole fiamme ed hanno messo in sicurezza l'interazona. Alle 21,30 era tutto sotto controllo.Approfitto per ringraziare tantissimo i due valorosicarabinieri che mi sono stati accanto come dei fra-telli, ringraziamento che estendo dei vigili delfuoco. Professionisti seri. E per finire, il debito cheho con parenti e amici, a cui per adesso posso diresolo grazie. Questa la testimonianza di GiuseppePilato, dopo l'incendio che ha sconvoltoMonasterace la sera del 1 gennaio 2013. Per la cro-naca: le fiamme non sarebbero di natura dolosa, madovute a un corto circuito.

ROGO DI MONASTERACE

L’Enel se la prendecon i più deboli

Reggio in attesadella Befana

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CROTONE

Nella tarda mattinata di ieri aCrotone in località Tufolo-S.Paolo un bambino di 11 anni èstato vittima di un petardoinesploso. Soccorso dal padree da alcuni vicini di casa al

nosocomio cittadino è statoprontamente sottoposto allecure mediche che il casorichiedeva. Ha perso tre ditadella mano sinistra. L’ordigno,una “cipolla” costruita inmodo rudimentale, era in stra-da quando il piccolo avvicinan-

dosi incuriosito l’ha lievementetoccata, ma tanto è bastato, dafarla scoppiare. La polvere dasparo gli ha disintegrato ancheuna parte di mandibola.D’urgenza è stato trasportatoall’ Ospedale di Potenza in eli-cottero per essere assistito più

approfonditamente dagli spe-cialisti. Tragedie prodotte dallafatalità quanto dall’ incuriadegli uomini tanto trascurati eincoscienti da produrre arti-gianalmente bombe pericolosequanto distruttive.

Maria Baoeti

La testimonianza del titolare

I petardi del giorno dopoImbecilli

SUPERCAZZOLEdi Vincenzo Carrozza

Don Piero Corsi daLerici: “Le donnee il femminicidio,facciamo una sanaautocritica: quantevolte provocanocon i loro abiti suc-cinti?”. Gli imbecillitrovano casa ovun-que. Spesso dovenon dovrebbero.

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Parlandodi...

GIUSEPPE ROMEO

31dicembre 2012.Poche ideeper un’Italia nuova? Pocheparole o pochi pensieri perelaborare delle proposte

per un Paese che naviga a vista, che hauna percezione nebulosa e miope dellasua collocazione in Europa e del ruolomancato che non gioca nella comunitàinternazionale? Un Paese dove il pro-vincialismo campanilistico mascherato-si con uno pseudofederalismo dozzina-le ed egoistico ha fatto emergere loscarso senso di identità e di rispetto deivalori comuni di nazione sacrificati dal-l’orda dei distruttori – o approfittatori –del patrimonio pubblico? O per affer-mare un’identità mancata che non si èconsolidata per effetto di una derivapolitica delle vecchie burocrazie di par-tito che sono naufragate nell’incapacitàdi governare i cambiamenti perché piùpropense a sbarcare un quotidiano per-sonale? Poche idee o poche riflessioni,o alcuni contenuti se si vuole per riem-pire il vuoto di valori e principi che si èman mano affermato oggi nella nostraclasse politica e in ognuno di noi.La nostra politica, come le nostre istitu-zioni, sopravvive ormai in un clima diautoreferenzialità e di distacco dallarealtà quotidiana evidenziando l’esi-stenza di due o più Italie, divise tra furbie potenti e lavoratori e cittadini di ognigiorno. Politica e istituzioni sopravvivo-no grazie a una singolare concezioneaffermatasi nel tempo e tendente acapovolgere strumentalmente - per ser-vire al meglio gli interessi di partito edei leader di sempre - la responsabilitàe il merito in deresponsabilizzazione emediocrità considerate quali virtù elet-te a necessità di potere. Così come nel rapporto tra Stato eRegioni il decentramento reale e fun-zionale è mancato per l’incapacità digestire in molti casi con efficacia ed effi-cienza le comunità locali sublimatosinella volontà di applicare un modellofederale pro domo propria – in tutti isensi – senza essere stati capaci dal 1977(anno di attuazione del decentramentoamministrativo con il DpR 616) a oggidi far maturare una cosciente, consape-vole e onesta capacità amministrativalocale già prevista e riconosciuta dallaCostituzione del 1948 agli artt. 5 e 117.In questa strana percezione del nostroessere Stato, e del come esserlo, la cre-scita civile stenta a maturare dalmomento che proprio responsabilità e

merito vengono abbattuti dal disincan-to di una necessità clientelare chedomina ancora oggi ogni aspetto dellavita civile del Paese e che si manifestasecondo proprie forme in ogni angolodel Paese, nel privato come in ogni cor-porativa espressione istituzionale.Favorire la crescita civile di una comu-nità, prim’ancora che economica, signi-fica auspicare, promuovere e difenderelo spirito di cittadinanza attiva che nonsolo avvicina chi amministra al cittadi-no/elettore, ma restituisce a quest’ulti-mo il potere di controllo sull’azionepoliticoamministrativa espressa. Difendere i meno fortunati e premiarei meritevoli e i più capaci significa resti-tuire credibilità alle istituzioni che sioccupano di formazione, scuole ed uni-versità, ma significa, altrettanto porredei controlli efficaci soprattutto nellecarriere pubbliche sulle promozioni,sulle attribuzioni di incarichi specifici achi ha meritato e non a chi si è distintonello stesso controsviluppo istituzionaledella clientela di favore o di favori.Crescita civile significa, oggi più di ieri,per il Paese superare una concezionevanagloriosa di una politica divisa trauna concezione affaristico-liberale equanto ancora rimane di un socialismosenza cuore erede di un vecchio com-promesso catto-comunistra. Significa superare una politica costrui-ta, modellata sull’essere il risultato di

un incontro fra interessi d’élites e parti-tocrazia rivisitata. Sull’essere il prodot-to di un’incerta, dilatata dimensioneneocentrista dotata di una trasversalecapacità di creare e “imperare” sullaconfusione ma non di una reale, eresponsabile, capacità di sintesi di pro-gramma e di scelte. Una miscela di ideesparse all’interno delle anime di ciò cherimane dei due ex poli, consunti dall’in-coerenza e dalle contraddizioni ideolo-giche ben supportate da una magmaticaottica centrista postdemocristiana. Una politica virtuale, giocatasi tra fede-ralismi di pochi, sterili antifascismi diieri e politiche sociali di destra e di sini-stra privatizzatesi alla fine nella leader-ship del singolo attraverso la teatralitàdi primarie vere o presunte. Una politi-ca espressione di finalità aziendalisti-che, bancarie, ma non sociali e popola-ri che non sono compatibili con il signi-ficato stesso delle istituzioni pubblichee con le finalità di queste ultime assolu-tamente non privatizzabili a interessi dilobbies. Una politica stantia il cui unicorisultato ottenuto in questi ultimi anni,da destra a sinistra è la subordinazionedella partecipazione collettiva e condi-visa alle decisioni e agli obiettivi delleoligarchie di partito.Crescita civile significa, ad esempio,anche una sanità efficiente, pubblica,che afferma nella sua peculiarità nonsolo il diritto costituzionale alla salute

ma il diritto del cittadino a essere cura-to. Significa rispettare il senso deonto-logico dell’impegno sociale che qualun-que professione – soprattutto nellasanità – richiede e che ristabilisca unafiducia tra utente e strutture. Ma cresci-ta civile significa anche una giustizianon corporativa, che non si sovrapponeai poteri e che esercita la propria azio-ne coerentemente con i codici di ritorimodulando il proprio assetto ordina-mentale coerentemente con la riformadel 1989 del processo penale che rendedel tutto incompatibile con un ritoaccusatorio un ordinamento giudiziarioantecedente, vetusto e che non concre-tizza l’ultimo – e mai voluto – aspettoche la riforma stessa del codice di ritorichiedeva: la separazione della carrieree la terzietà giuridica e di fatto del ruologiudicante. Significa affermare un giusto senso dilegalità che vada di pari passo con lacrescita di uno Stato di diritto e non dipolizia dove il garantismo sia un patri-monio che prescinde dal colore politicoabbandonando comode posizioni giu-stizialistiche di parte, evitando che reatia forma libera si trasformino in reati aforma anarchica solo perché più remu-nerativi da un punto di vista di vetrinamediatica distinguendo, in questomodo, la scelta investigativa tra reati diserie A e reati di serie B.Crescita civile significa non solo evitare

distorsioni della libertà che si trasfor-mano in arbitrio, ma anche distorsionidella legalità che si tramutano insopraffazione attraverso processimediatici celebrati spesso da improvvi-sati sacerdoti del diritto, ma non sem-pre tali, che non pagano mai gli erroricompiuti sulla pelle dei cittadini.Crescere individui, come comunità cul-turalmente definita nella sua progressi-va trasformazione in una società multi-culturale e multirazziale significadisporre di un senso e di un sentimentodi cittadinanza che si afferma attraversouna nuova cultura politica. Una culturache ci faccia sentire tutti italiani ancheproponendo un federalismo economicoche non alieni però il Paese nelle ragio-ni di un mercato per pochi, ma che miria valorizzare le diversità per realizzareun vantaggio competitivo di tutta l’eco-nomia nazionale.Una nuova cultura politica capace diaffermare una tolleranza fondata sullareciprocità e su un quadro culturale diconfronto e di condivisione concepitonell’interesse laico della nazione. Nelleopportunità laiche di crescita e di acces-so ai servizi. Nelle possibilità di permet-tere una formazione completa, parita-ria, parificata nei titoli e nei finanzia-menti. Dove lo Stato e i suoi servizi nonsi trasformino in un affare, ma restinol’ancora politica di un’individualità dinazione. Dove siano garantite quelleconquiste sociali tutelate dall’unicaarchitettura giuridica fondamentale egarantista per il futuro di cui oggi anco-ra disponiamo, al di là delle riformepossibili, condivisa e allargata nel con-senso: la Costituzione. L’unico docu-mento in cui possiamo trovare, ancoraoggi, le garanzie e le risposte per unmodello sociale condivisibile in un’otti-ca di alternanza fondata sul programmamigliore. Sul miglior governo possibilesecondo i cittadini.Se l’Italia è un Paese fondato sull’eco-nomia reale allora anche in economiacrescita civile significa che non ci sonoaltre possibilità se non quelle di rico-struire un tessuto produttivo per unsistema delocalizzatosi per convenienzafavorendo il trasferimento di know howai nostri concorrenti di oggi. Significasuperare un’imprenditorialità miope, inverità, un capitalismo industriale che harinnegato se stesso - complice l’assenzadi uno Stato poco incline a valutare unaguida efficace degli investimenti e deimercati - che ha preferito deindustria-lizzare per assumere il ruolo di finanzie-ri d’occasione trasferendo gli utili ininvestimenti su titoli demoltiplicati -nella loro offerta da parte delle banche– oltre la copertura realeespressa nella liquidità disponibile rea-lizzando una corsa speculativa al rendi-mento virtuale che ha bruciato, a variotitolo e con… vari titoli/prodotti milionidi euro.

L’APPROFONDIMENTO

L’ITALIA

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la Riviera

Crescita civile in economia significasuperare uno Stato assente, una manca-ta defiscalizzazione degli utili reinvesti-ti per affermare anche una politica dellavoro flessibile, ma dotata di ammor-tizzatori sociali tali da favorire non isti-tuti come la cassa integrazione, ma ilricondizionamento in itinere dellecapacità del lavoratore per reinserirloin processi produttivi più favorevoli.Di fronte ad una crisi annunciata, quasida tempesta perfetta tendente ad inde-bolire le economie dello spazio euro c’èchi ha proposto l’uscita dall’euro.Anche in questo crescita civile significafar si che altri esperti di economia del-l’ultima ora evitino di segnare il tempocon follie da effetto pensando che unritorno alla lira possa rappresentare lapanacea di un male da loro stessi crea-to. Un ritorno alla lira potrebbe esseregiustificato solo da una volontà di svalu-tazione della moneta stessa per favorirele esportazioni. Ma viste le condizioniin cui versa il modello produttivo italia-no, per un Paese che non produce piùcome un tempo, che non esporta e chedipende in larga parte dall’estero e daPaesi non-Ue per l’offerta di materieprime, semilavorati ed energia, ciòsarebbe devastante, un cataclisma eco-nomico-finanziario senza precedentinon potendo più contare, ovviamente,sull’ombrello Ue. La soluzione?L’acquisto in proporzione alle capacitàcontributive e di spesa di ogni famigliadi una quota-parte del debito pubblicoe, immediatamente dopo, la rinegozia-zione del cambio euro vs lira in attesa diuna concreta trasformazionedell’Unione Europea in un modello asovranità politica matura e stabilizzata.Ma crescita civile in economia significaanche disporre di una politica dei tra-sporti integrata, un modello sinergico einterdipendente di mobilità delle perso-ne e delle merci che renda complemen-tari mobilità nazionale e mobilità localeassicurando tempi rapidi di percorrenzae qualità dei servizi, favorendo l’inter-connessione anche tra Nord e Sud nel-l’ambito del quadro complessivo deiprogrammi TEN dell’Unione Europea(Trans – Euro – Networks); un pro-gramma che non guardi solo alle rotteverso Nord e verso Est ma anche versoil Mediterraneo. Significa disporre diuna reale politica energetica e dellefonti alternative che non distribuiscafondi a pioggia ai soliti noti, ma che creiuna cultura e accessi agevolati alle tec-nologie alle singole famiglie. Significacreare un modello di riciclo dei rifiutiche non si dissolva nelle spire di unagestione approssimativa da parte delleamministrazioni locali prim’ancora chefinire, per completare l’opera dell’inuti-le raccolta, nel gioco delle mafie mosseda un utile condiviso con compiacenzelegali. Crescita civile vuol dire far si cheil Mezzogiorno non sia più valutato in

rapporto a se stesso, ovvero parte mar-ginale se non addirittura esclusa odimenticata di un disegno complessivodi sviluppo del sistema Italia in un’otti-ca di difesa di abilità produttive e diofferta verso l’Europa e ilMediterraneo, oltre che nell’internazio-nalizzazione. Crescita civile significareinterpretare il ruolo del Mezzogiornoconsiderandolo a pieno titolo, e dignità,uno degli attori capaci di produrre cul-ture, istituzioni, classi dirigenti, modellialternativi a quelli dominanti da sem-pre, mutando le classi dirigenti locali,coinvolgendo le popolazioni e riducen-do l’aspetto clientelare che è il primovero responsabile di un ritardoevidentee di una dimensione neofeudale dellapolitica a Sud.Così, crescita civile in politica esterasignifica un maggior protagonismo delnostro Paese, una credibilità conquista-ta nel conoscere, interpretare e se pos-sibile dirigere le transizioni soprattuttonel Mediterraneo senza cadere nellespire di un edonismo provinciale che cirelega a essere cenerentola di semprenel nostro mare. Significa affermare edifendere nei fatti una vera e sinceracapacità di dialogo nel rispetto dellediverse culture e nell’affermazione diun principio giuridico di reciprocità alquale ispirare ogni transazione perse-guita o voluta su temi economici, politi-ci e sociali. Crescita civile significa pro-

muovere un’immagine internazionaledel Paese e dei suoi cittadini che rimuo-va luoghi comuni e “pacche sulle spal-le” o colbacchi d’occasione e ridisegniuna volontà di porsi nella comunitàdegli Stati o nelle organizzazioni inter-nazionali in termini di parità attraversouna serietà tra interlocutori e dell’Italiacome interlocutrice. Perché la credibi-lità in politica estera si trasforma nonsolo nella possibilità di partecipare allavita di una comunità allargata, com’èquella internazionale, ma si trasferisce,nelle sue azioni e negli effetti, anchesull’economia del Paese,sulla sua competitività, sulla possibilitàdi poter analizzare gli scenari migliorisui quali operare in termini vantaggiosinell’interesse del Paese. Crescere comePaese oggi vuol dire per i giovani elimi-nare laprospettiva di una dilatazione dei tempidi ingresso nel mercato del lavoro, diabbattere il senso di incertezza chedemotiva le nuove generazioni perchéangosciate dal voler dare un senso allapropria esistenza. Crescita civile signifi-ca eliminare qualunque ragione deldistacco generazionale che caratterizzail nostro tempo. Un distacco dovutoall’incapacità di guardare alle massedegli studenti e delle giovani risorseumane come al futuro di una comunità,e non come un peso da trascinarsi man-tenendo ferme le possibilità di potere

appannaggio di classi politiche non rin-novate e non rinnovabili. Crescita civilesignifica ridurre al minimo essenzialeogni forma di contrattazione provviso-ria nel mercato del lavoro per non farcronicizzare un incubo da futuro o lapaura dei giovani di non riuscire a tro-vare un’identità propria nella comunità,costretti a fartrasmigrare capacità e abilità altrovesenza ottimizzare le proprie attitudini avantaggio del modello produttivo che sivuole difendere, senza renderlo origi-nale, in Patria. Crescita civile significainvestire nel mercato del lavoro facen-do sì che un modello produttivo costrui-to sulla flessibilità delle risorse più gio-vani possa solo soddisfare ragioni dicompetitività nel breve periodo senzaperdere di vista, però, l’affermazione diuna capacità di potersi strutturare perdiventare competitivo nel medio-lungotermine e assicurare livelli di occupa-zione tali da assorbire risorse che sidisperdono, soprattutto, qualitativa-mente. Crescita civile per i giovanisignifica, in altre parole, evitare la prov-visorietà che determina incertezza,paura del futuro, che favorisce la disoc-cupazione ideologica e culturale.E, crescere civilmente, last but not list,significa far sì che la formula liberaChiesa in libero Stato nonrappresenti solo uno slogan o un pen-siero. Diritti civili riconosciuti alle cop-

pie di fatto, il diritto di curarsi con lecellule staminali, l’affidamento dei figliai padri, le adozioni, il diritto di tutela-re una dimensione laica della vitalasciando ad ogni singolo credente lascelta sul come comportarsi secondo lesue intenzioni di fedesono aspetti di crescita civile e laica peruno Stato la cui multiconfessionalità,anche all’interno della stessa dimensio-ne cristiana, non può essere trascuratao dimenticata per ragioni di opportu-nità politica ma va difesa, e può esseredifesa, soltanto attraverso la laicità diuno stato la cui cultura e tradizione reli-giosa è difesa nonda norme ma dal sentimento di ognisingolo fedele e cittadino che si con-fronta con la propria coscienza.Crescita civile significa, in altre parole,evitare il paradosso, nella corsa allacapitalizzazione di valori politici, oltreche morali, che sia la Chiesa Cattolicache lo Stato si assumano molto spessola responsabilità di confondere la veranatura – e significato – della frase libe-ra Chiesa in libero Stato. Una confusio-ne che sembra nascere da un’esaspera-zione del confronto dialettico su temi divalore civile che non possono avere ununico credo, ma che nella loro laicitàdevono tutelare chiunque, coscienzecomprese. Una confusione sul sensolaico dello Stato di diritto che rischia difavorire, al contrario, un concetto dilibertà di culto, ovvero di libertà di chie-dere parità di diritti e riconoscimento divalori religiosi in termini civili da partedi altre confessioni, che non necessaria-mente si identificano in quelli difesi etutelati per tutti i cittadini dallaCostituzione.Crescere civilmente significa tutto que-sto, perché nel nostro domani, nellarealizzazione di una nuova offerta poli-tica non si potrà non tenere conto – peronestà intellettuale – dei propri e deglialtrui errori, così come la stessa vittoriadi un qualsiasi progetto politico rifor-matore non potrà che essere il seguitodi una precedente sconfitta metaboliz-zata con il senso di chi non è stato ingrado di assicurare sicurezza e certezzeal Paese. Per questo, la forza e la longe-vità futura di un’idea vincente potrannoessere solo e soltanto il risultato dellaconsapevolezza degli errori del passatoe la conseguenza dei rimedi posti nelpresente… ammesso che i rimedi cisiano e, se ci sono, qualcuno abbia final-mente e disinteressatamente interesse aricorrervi.

Un Paese da ripensare.Riflessioni per una crescita

civile e nel breve periodo

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LaGerenza...

Ecco ancora che Befana,dalla casa sua lontana,sulla scopa è andata in groppae nel cielo su galoppa.Si lamenta per l'artrite, rumoreggia la gastrite,anche il mezzo è mal conciatocon il manico tarlato.Cade neve a fiocchi uguali

sui capelli e sui regalimentre i piedi infreddolitidi geloni son conditi." Guarda che mi tocca fareper gli umani accontentare,pur con lor tecnologianon sto in pace a casa mia!"Eh, si sa, bello è il progressoma non spiace poi il regresso

n e l l evecchietradizio-niche ci fan sentire buonie puliti d'ogni scoriache su noi tinge la sto-ria.Benvenuta alla vecchietta

che alsorriso ora

ci alletta,tutti candidi e sornioni

aspettiamo pure i doniche il domani, al suo arrivare,ci farà poi vomitare!

RISPONDE il direttore

Ammendolia cavaliere del Pd

Gentile Direttore, è apprezzabile che La Riviera sia attentae sensibile alle statistiche nazionali sulla"qualità della vita", e i vari collaboratoriche trattano l'argomento non mancano dievidenziare che le province del Sud Italiasiano sempre in coda, con una larvataaccusa di congiura contro la "Terronia". Aparte i soggetti rilevatori e i parametriapplicati per stilare queste statistiche, inrealtà chi avesse tempo, voglia e risorseper una ricognizione di verifica sull'atten-dibilità di questi rilevamenti, non potreb-be non ammettere che i dati sono obietti-vi e credibili. Certo, se nelle voci positivedella qualità della vita si include il clima, legiornate di sole, le medie delle tempera-ture, la meraviglia del mare, la vegetazio-ne sempre verde, il cielo blu, il profumodelle fioriture di primavera e tutte le spe-cificità della fascia mediterranea, e se adesse si aggiunge il ridotto tasso di suicidi

(senza aggiungere il numero degli omici-di), e magari anche il senso dell'ospitalità,forse la situazione si capovolge, ma ilclima non dipende dalla vita umana, mapiuttosto il contrario e, dunque, la "qualitàdella vita" è un fattore dei comportamen-ti umani, della produttività non dipenden-te, delle risorse di lavoro, del redditomedio, della cura dell'ambiente, della sta-bilità delle amministrazioni locali, dellatempestività ed efficienza dei servizisocio-sanitari, del basso indice di evasioneo elusione fiscale, del tasso di criminalità(micro e macro), del rapporto numericotra soggetti produttivi e numero dellapopolazione, e di altri importanti e innu-merevoli fattori. Basti un esempio: si visi-ti un camposanto del Sud (basta quello diSiderno) e poi si visiti un camposanto diuna qualsiasi località del Nord (il Nord-Est è esemplare) e si traggano le evidentie semplici deduzioni. Ecco: la differenza

tra la qualità della vita si evidenzia proprionella morte! E non è il caso di aggiungerealtro, se non che nel Sud è necessario unserio esame di coscienza e domandarsi ilperché quelle statistiche penalizzanosempre il 38° parallelo: da chi o da cosadipende? C'è davvero una congiura con-tro il Sud? O non è il caso di ricordarequanto affermava Aurelio Cassiodoro alsuo ritorno nella Terra dei Bruzi, dopol'anno 535, quando rimproverava ai suoicorregionali un'infingardaggine perpetua-ta ancora per 1500 anni? Non me nevogliano i miei conterranei, ma un po’ diobiettività giova a scuotere le coscienze eforse a soffrire di meno per la disperantesituazione di una regione del Pianeta cheha dato la civiltà a tutto il mondo occiden-tale. Con simpatia ed ammirazione per ilVostro lavoro.

Vincenzo Papa

Note e schermaglie

OPINIONI

LOQUI E SPROLOQUI di Filomena Cataldo

Votare nuovamente Berlusconi. O votare il ridente partitodella Signora Cicciolina, DNA. Spiace ma

vero. Le nuove alleanze, a meno didue mesi dal voto, non fanno presa-gire altro. Monti, cosparso di cene-re, si è alleato ( lui con loro o lorocon lui, ancora non è chiaro) coni tre moschettieri, Casini, Fini,Montezemolo. Felicementeappoggiati dalla Chiesa.Intanto Bersani, oramai illumi-nato dalla stella di Nazaret,

chiama a sé Profumo, l'uomodella settimana

enigmistica.D ' a l t r a

parte

se ne fa tanta a Montecitorio che è giusto selezionare uominiin grado di risolvere più quiz possibili entro i tempi dellesedute. Piuttosto che parlare del popolo e dei suoi bisogni,meglio quizzare, taggare o tweettare. Di Grillo e Di Pietro sene parla poco, ma l'uno non si concede facilmente e l'altro siconcede troppo poco tempo per pensare. Renzi è ritornatotra i Medici, resosi finalmente conto che il suo posto è lì. Ora,

data la platea povera di aspettative, quale decisionepotremmo mai prendere noi elettori? Di non votare, asso-lutamente no. Il voto è diritto e dovere. Dove riversarlo,invece, è una questione di coscienza. Badate bene,

coscienza. Pensate che qualcuno la stia esercitando? Temodi no. Fare politica equivale a fare il proprio interesse. E

questo - coscientemente - dobbiamo ammetterlo. Chepoi qualcuno possa sembrare più altruista di altri, trat-tasi di atteggiamento non di spirito politico. La sfiduciadilaga e con essa anche la rabbia. Ma si sa ridere è sem-pre meglio che crucciarsi, lo dicono fior fiore di studiamericani. Continuiamo a farlo. Su di noi, non prenden-doci mai sul serio. E sui politici, comprendendone l'infi-ma finitezza. Saremo costretti, rifletteteci, a rivotare ilcavaliere o la Signora Cicciolina.

É arrivata la befanaMESSAGGI NEL TEMPO di Daniela Ferraro

Saremo costretti a

Egr. Direttore Pasquino Crupi,mi rivolgo a lei per fare delle osservazionia carattere generale sul contenutodell'Editoriale, a firma IlarioAmmendolia, apparso nella 3° pagina delsuo settimanale la Riviera di dom. 30 dic.col titolo Un patto di Popolo per laLocride. Sono anch'io di Caulonia comel'autore, suo amico e “compagno” da annilontani, ci stimiamo (credo!), impegnatidalla parte della gente comune che luichiama, romanticamente e religiosamen-te, gli ultimi, i più deboli, e io, più propria-mente credo, popolo. Amiamo entrambila Calabria, la sua storia, la sua cultura. Aquesto punto credo che a lei scappi dadire: perché non si è rivolto direttamentea lui? Le rispondo: perché mi interesse-rebbe coinvolgere altri, molti altri (spero),sull'argomento del riscatto della Locride.L'assunto dell'Editoriale è in queste righe:“Dobbiamo stringere i denti e individuareuna forza che, pur tra mille contraddizio-ni e limiti, si può fare carico del nostroprogetto. Per quanto mi riguarda: ilPartito Democratico. Se ci fosse stata unaalternativa l'avremmo percorsa, ma pur-troppo oggi non c'è! A questo punto,credo che noi dobbiamo trasformare ciòche potrebbe rappresentare un problema,in una risorsa. Rosy Bindi è la presidentedel Pd. La sua voce potrebbe essere forteed autorevole se solo lo volesse. Noi nondobbiamo limitarci a dare un voto madobbiamo stipulare un patto. Un patto dionore, un patto politico. La presidente delPd, ovviamente a nome e per conto delpartito, dovrà farsi carico del progettoLocride, nel Parlamento dellaRepubblica. (e se lei non lo volesse? Ildubbio viene anche al proponente vistoche aggiunge: capisco bene lo scetticismo,frutto di mille illusioni… , per poi conclu-dere: non ci sono altre alternative… ). Sirichiede a noi (solo a noi?) un salto diqualità. Sviluppo, solidarietà, rispettoassoluto di tutte le garanzie costituzionali,giustizia sociale, accoglienza, cultura, lottanon demagogica alla 'ndrangheta, sono icapisaldi del nostro Progetto”. Al terminedi questa perorazione Ilario ha un sussul-to: è in grado il Pd e la sua presidente distringere questo patto? Ciò dovrà esserepubblicamente verificato nei prossimigiorni! (dove, davanti a un notaio?).Quindi Ilario pensa che la soluzione ditutti i nostri mali sarebbe di affidarci (se lovolesse) alla novella Giovanna d'Arco cheè Rosy Bindi (che lui ha sostenuto nellavotazione per la scelta dei parlamentari;io ho votato la Cannizzaro, perché donna,

perché giovane, perché desiderosa diinnovare, perché cauloniese).Siamo al nocciolo di questo mio interven-to, al discrimine politico tra me eAmmendolia: lui si è sempre legato, purcon qualche distinguo e qualche bastona-tura patita, al Partito (che immeritata-mente l'ha accantonato in questo ultimoatto delle “primarie” per favorire altri) equindi trova naturale dire che la Bindi,cioè il partito, possa essere l'attore di unpatto ideale con i calabresi. Senza volernegare che il Pd abbia fatto, in Italia eanche in Calabria, uno sforzo di riaggiu-stamento della sua linea politica e dallasua organizzazione, non mi sembra anco-ra tempo di dargli in Calabria piena eincondizionata fiducia. Rispetto a questatesi io sostengo che i calabresi, in primapersona, debbano essere gli artefici delloro riscatto, i costruttori di un movimen-to politico capillare, sostenuto da unapiattaforma politica di loro elaborazione,che si proponga di tagliare i nodi secolaridel nostro sottosviluppo economico esociale e si ponga come stimolo ed esem-pio alle altre regioni del Sud: chiunquevinca le elezioni dobbiamo sapere che, lovoglia o no, si troverà contro i centri mon-diali della grande (nel senso di onnivora)finanza, i grandi monopoli e le consorte-rie ad essi legate, l'anonima mondiale dimafie e fuorilegge. Soltanto il coinvolgi-mento diretto dei popoli potrà evitarci ladiscesa nell'inferno della povertà e dell'i-solamento sociale. È partendo da questanera prospettiva, che si è già in partematerializzata negli ultimi anni, che faccioappello ai numerosi intellettuali che com-pongono il corpo redazionale del settima-nale, ai valenti collaboratori, ai lettori, aicalabresi che non si rassegnano, chehanno testa e cuore che solo devono sin-tonizzare sulle giuste frequenze , perché sipassi dalle descrizioni e lamentele sulnostro stato catalettico, alla aggregazioneper elaborare una piattaforma politica eun modello di lotta di massa: sono leavanguardie, gli intellettuali, che stimola-no, organizzano e dirigono le rivendica-zioni popolari. E dovrebbe essere chiaro:si prospetta un ritorno alla guerra perbande, al mors tua vita mea! Chi restasolo, soccomberà!Prego di non cestinarmi, non ho altrimodi efficaci per veicolare questi proposi-ti! Grazie.Cordiali saluti e buon anno.

Domenico Gallo

La qualità della vita

Egregio signor Gallo, la sua lettera non è assolutmnte da ces-tinare tanto per la correttezza, quanto per la serietà dei prob-lemi posti.Concordo con Lei sul fatto che la convinzione diIlario Ammendolia di ritenere, nonostante tutto, il Pd ancorapossibile fulcro di un cambiamento , sia il frutto della sualunga militanza , e di una sofferenza che segna, con lettere difuoco sulla pelle, quanti hanno creduto in una società piùgiusta e più umana e a questo obbiettivo hanno dedicato laloro vita. Neanche io avrei votato Rosy Bindi perchè noncredo si possa fare garante di un “patto di popolo” comeinvece ritiene Ilario Ammendolia. La differenza di posizioni è ladimostrazione della libertà con cui lavoriamo nel nostro gior-nale. Intanto La ringrazio e mi auguro che nei prosssimigiorni sull’argomento i possa aprire un proficuo dibattito.

[email protected]@gmail.comTel 0964/342679

la RivieraRegistrazione Tribunale diLocri (RC)n. 1 del 19/06/1998R.O.C. n°11602 del 02/11/98Questo periodico è associato all’Unione Stampa PeriodicaItaliana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri

RUBRICHENordici e sudici di Gioacchino CriacoBrizzolato di Ruggero Brizzi,Cronache dal nord di Vincenzo Carrozza Loqui e sproloqui di Filomena Cataldo,COLLABORATORIAnna Laura Tringali, Mara Rechichi,Benjamin Boson, Nik Spatari, AngeloLetizia, Marilene Bonavita, FrancoCrinò, Isabella Galimi ,Maria TeresaD’Agostino.

Direttore responsabile: PASQUINO CRUPIIn redazione: ERCOLE MACRÌ, ELEONORA ARAGONA,DOMENICO MACRÌ, NINO SIGILLI, ILARIOAMMENDOLIA, GIOVANNI LAROSA, ANTONIOTASSONE(SPORT), MASSIMO PETRUNGARO.Editorialista: GIOACCHINO CRIACOArt Director: PAOLA D’ORSAImpaginazione: EUGENIO FIMOGNARI

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la Riviera

Natale è una festività, ma nonsolo. È venuto in ProntoSoccorso proprio il 25 dicem-bre. Natale Natale, nome ecognome, o cognome e nome,come volete.

Nessuno ci credeva, ma lacarta d’identità non mentiva, enon era falsa. Così ha certifica-to il comandante dei vigiliurbani sollecitato sulla que-stione. Alto, biondo, un poco di pan-cia, sui quaranta, con tre assi-stenti accanto. Gli assistentierano indefinibili. Non uomini certi, non donnecerte, forse bambini o nani. Un azzardo definirli. Sì! Siamostati tutti d’accordo su questo:medici, infermieri, ammini-strativi. Dicevo, è venuto

dichiarando che portava regaliper tutti. Ai cattivi, però solo cenere ecarbone, ha proferito con voceseria. Penne, agendine, calendari,matite. Tre scatole pieni diregali, e ogni pacchetto colnome del destinatario. Io horicevuto una penna a sfera conla seguente dicitura: l’inchio-stro non finisce mai. Non mi èparso un buon augurio. Qualcuno ha ricevuto unagomma per cancellare tutti ipropri errori, altri una da

masticare garantita per unanno e riutilizzabile anche daicolleghi. Altri, quelli del triage, unapastiglia contro il mal di testail cui effetto dura a vita. Per tutti un telecomandomonouso che annulla il tempoe ci consente di tornare indie-tro. Non abbiamo deciso ancoracome usarlo. Ci ha lasciato con un sorrisosibillino, dicendo che avevaancora molto da fare primadell’arrivo della mezzanotte.

Alla Redazione de La Riviera

A pagina 12 della vostra edizionedel 23 dicembre è pubblicato unarticolo dal titolo “Riace, ilCristianesimo diventa progettopolitico”. A parere di IlarioAmmendolia, che ha firmato ilpezzo, l'attuatore del cristianesimoin questione sarebbe il sindaco diRiace, Mimmo Lucano. Mi asten-go volutamente, in questa sede, daogni chiosa in relazione ai progettidi accoglienza, cosa che risultereb-be fin troppo facile e scontata vistoche ormai il velo è stato sollevato ese ne stanno sentendo delle belle. Vi chiedo invece di dare spazio aquesta mia in relazione alle stupe-facenti affermazioni diAmmendolia, che era sindaco diCaulonia quando il vescovoFiorini Morosini si è insediato inDiocesi, e che mostra di non ricor-dare o, addirittura, di ignorare ilcomportamento tenuto al tempodal primo cittadino di Riace e per ilquale un consigliere di minoranzachiese pubblicamente scusa.È noto che Mimmo Lucano è statol'unico sindaco a non aver presen-ziato, neanche con un delegato, alpassaggio del presule: una man-

canza gravissima non relativaovviamente al sig. Lucano inquanto persona, ma al suo ruoloistituzionale.Nell'affermazione assolutamentecristiana dell'amore verso tutti, piùvolte inserita dal nostro vescovo neisuoi discorsi, non vi è quella sdol-cinatezza di cui gli atei, che perimbarazzo lessicale si definisconolaici, accusano i credenti. È veroche una certa corrente di pensierodefiniva il Cristianesimo comel'oppio dei popoli, ma non era enon è così!Nell'amore cristiano vi è impegno eanche la capacità di dire di no,quando è necessario. NostroSignore Gesù Cristo ha detto: “Amail prossimo tuo come te stesso”.Come te stesso, appunto, perché viè un sano rispetto che è dovuto daognuno di noi innanzi tutto a séstessi ed è frutto soltanto del torna-conto di alcuni, sempre pronti atorto o a ragione a puntare il ditoverso la Chiesa, il pregiudizio chese sei cristiano devi essere un per-dente sottomesso, che chiunquepuò disprezzare quando ne havoglia e tirare dalla giacca quandogli conviene.È vero - ahinoi - chechi fa politica spesso strumentaliz-

za tutto, per cui si è “laici” quandosi vuole affermare la propriamodernità e il proprio anticonfor-mismo, e ci si accosta alle istituzio-ni contestate quando comunque facomodo. È invece molto evangeli-co affermare che non si possonoservire due padroni e che vi è moltadignità tra coloro che, anche senon credenti, agiscono coerente-mente con i valori umani. Un sin-daco appartenente al nostro siste-ma democratico diviene sindaco ditutti gli amministrati e, al di là delproprio credo personale, non puòdisdegnare con un gesto platealel'insediamento del vescovo e rifiu-tare di porgergli il saluto istituzio-nale.Un grande esempio di dignità, inve-ce, è venuto in quell'occasione dalnostro vescovo, vicario di Pietro nelnostro territorio, che non si èlamentato, che non ha puntato ildito, ma anzi sono certa che incuor suo attende a braccia aperteogni pecorella smarrita - e più omeno lo siamo tutti - che chieda diessere accolta. Nessuna dignità visarebbe in un comportamentoacquiescente nei confronti di per-sone - che ad onor del vero a voltesembrano protese piuttosto a dive-

nire personaggi - pronte a dissacra-re in nome delle loro non credenzeed altrettanto pronte a 'fare la predi-ca' ai cristiani definendoli pocoattuatori del Vangelo. L'intelligenzadovrebbe porre a ognuno di noi deilimiti in nome della decenza. La parabola del figliol prodigo nar-rata dall'evangelista Luca presup-pone che venga espressa la volontà,da parte di chi ha sbagliato, di rico-noscere l'errore e chiedere perdono.Questo è un passaggio che nellanostra società viene spesso dimen-ticato e si pretende che chi è statooffeso faccia il primo passo.Altrettanto basilare nel cristianesi-

mo è il concetto di libero arbitrio,dote di ogni essere vivente, checomporta che ognuno sia respon-sabile delle proprie scelte e ne assu-ma le conseguenze.Ovviamente non mi è dato cono-scere le motivazioni per le quali ilvescovo non ha incontratoLucano, ma se l'ipotesi da meposta fosse giusta, plaudirei alvescovo Morosini che ancora unavolta, senza sensazionalismi, hamostrato il suo coraggio di essereal di fuori del coro e di agire comepadre che accoglie tutti, anchecoloro che lo hanno rifiutato, main coerenza col Vangelo solo quan-

do questi mostrano di riconoscerel'errore e chiedono perdono. Anna FerraroCaulonia, 28 dicembre 2012

Ho riletto l’articolo di ilarioAmmendolia è non ho visto nean-che l’ombra di una accusa nei con-fronti del vescovo di Locri a cui,anzi , ribadisce la propria stima egrande rispetto.Ci sembra inveceche , aldilà di singole responsabi-lità, si ritienga una occasione per-duta in quanto tanto il vescovo cheil sindaco Lucano siano persone dispessore che possono contribuire alprogresso della Locride.

SCHERMAGLIE

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STORIE DA PRONTO SOCCORSOdi Vincenzo Carrozza

Natale

CIAO PI!!!IL RICORDO

Ci sono momenti nei quali nonè possibile trovare le parole...Grande, professionale,straordinario... Ti porteremosempre nel cuore! Cino Pi!!!

Franco Blefari

Il dramma della vecchiaianon è ancora recepito dalleistituzioni, che non si pongo-no il problema di quella etàquando sei un peso nella tuafamiglia e vedi scorrere gliultimi anni della tua vita insolitudine, o sballottato dauna casa all'altra, aspettandoche qualcuno ti rivolga laparola almeno all'ora dipranzo (se ti vede...) e dicena. Il giorno di capodannoho visto sei o sette vecchiettein una casa di riposo, chevivono in una stanza di pochimedri quadrati, e si sono illu-minate quando ho rivoltoloro un semplice sorriso.Chissà che fine faremo tutti,domani, quando saremo dabuttare via, non avremo unapensione (se l'avremo!) suffi-ciente per essere accolti inuna casa di riposo, e la classepolitica avrà ancora più famee porterà la gente ad esserecome il conte Ugolino? Lo

so che è un paragone moltoforte, ma mi aspetto tempiapocalittici, lontani da Diocome siamo e abituati a con-vivere con la politica corrottache, ignorando i veri bisognidella gente, spende i nostrisoldi per scopi personali edelettorali. Perché i nostriComuni non hanno maipensato ad una struttura,(anche di poche stanze,magari adottando qualchevecchio edificio) capace digarantire, in ogni paese,come si fa con l'asilo per i piùpiccoli, una vecchiaia pertutti quelli che rimangonosoli? Un asilo senile... dovelasciare i vecchi. Di questoc'è bisogno oggi, non diopere pubbliche che devonoessere fatte solo per accon-tentare le bramosie dellamafia che garantisce i votinecessari per ottenere unposto alla Provincia, allaRegione o in Parlamento. Èutopia?

Perchè non costruire gli asili... senili?

HANNO COLLABORATO

Francesco Laddarina,Giuseppe Patamia, ,BrunoGemelli, Carmelo Carabetta,Antonio Cormaci, GiulioRomeo, Sara Caccamo,Giuseppe Fiorenza, DanieleMangiola.

Le COLLABORAZIONI non precedute dallasottoscrizione di preventivi accordi tral’editore e gli autori sono da intendersigratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati allaredazione, anche se non pubblicati, nonverranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright dirittoesclusivo di “la Riviera Editore” per tutto ilterritorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui siesprimono giudizi o riflessioni personali, sonoda ritenersi direttamente responsabili.

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Dal 2003 a cura di Paola D’Orsa

COPERTINE

I dubbi di una lettrice nei confrontidel sindaco Lucano contro/in difesadi mons. Giuseppe Morosini

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la Riviera

Sport / responsabile Antonio Tassone

DOMENICA 06 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 23

P u òappa-

rire stra-no, ma c'è

il seriorischio che

la lotta scu-detto vada già

archiviata conun girone di

anticipo. QuestaJuventus è un rullo

compressore, stamacinando record su

record, è la squadra inassoluto che ha fatto più

punti in un anno solare, ben94 nell'anno appena trascorso.Guida la classifica con ottopunti di vantaggio sulla primainseguitrice, la Lazio, novesull'Inter e via discorrendo,insomma, ha creato un solcocon le inseguitrici. E noi quiancora a chiederci chi è l'anti -Juve; sarebbe meglio chiederci

se esiste un'anti - Juve. Perchése ne scova una ogni domeni-ca, che puntualmente vienesostituita la domenica successi-va. La squadra di Conte stafacendo un campionato aparte, le altre a lottare comeiene sulle piccole briciole chedi tanto in tanto i bianconerilasciano per strada, ma è pocacosa. E' ovvio che in un cam-pionato del genere i meritidella capolista vanno suddivisicon i demeriti delle altre, e confattori quanto meno discutibili,ma la continuità della VecchiaSignora è sotto gli occhi ditutti. E da che se ne dica ilmerito è tutto di AntonioConte. Non sarà simpaticissi-mo agli anti juventini, ma èuno che per mentalità, oggi inEuropa non ha eguali. E' unvincente? Ce lo dirà il tempo equindi i risultati che otterrà,ma è giusto annoverarlo tra imaggiori artefici dei successibianconeri. La cattiveria ago-nistica e la determinazione concui la Juventus scende incampo sono un facile deter-rente per chiunque avversario,almeno in Italia. Il banco di

prova ora è la Champions, loscontro a eliminazione diretta,e sulla carta non è certo ilCeltic - che incontrerà a feb-braio per gli ottavi - l'avversa-rio che ti toglie il sonno. Sepassi il turno, tutto può succe-dere, e non è facile retorica.Perché due tra ManchesterUnited, Real Madrid, Milan eBarcellona andranno fuori, equindi, scongiuri permetten-do, sognare è lecito. C'è chidice, forse giustamente, che aquesta Juventus manca uncentravanti da Champions, chipossa risolverti la partita conun'intuizione. In campionatola squadra ha ovviato a talemancanza con un super collet-tivo, perché non può essere lastessa cosa in Europa? Lalinea mediana con Vidal, Pirlo,Marchisio e con gli esterniAsamoah e Lichsteiner puògiocarsela con qualunque cen-trocampo e poi Vucinic inattacco e Buffon in porta nonce li ha nessuno. Poi laChampions è una competizio-ne a parte, non sempre vince lapiù forte: solo per restare all'ul-timo decennio, Porto,

Liverpool e Chelsea nonerano certo le candidatenumero uno, eppure hannoalzato la coppa dalle grandiorecchie. Conterà vedere inche stato di forma si arriva afebbraio, quali infortunirischiano di minare l'undicititolare, questa è la vera inco-gnita, cui non solo la Juventusdovrà fare i conti. Poi se da quiall'andata col Celtic aumenti ilvantaggio sulle dirette insegui-trici in campionato, puoi per-metterti un massiccio turno-ver. E proprio per restare intema campionato, la capolistachiude il girone d'andata incasa contro la Sampdoria concui sta intavolando alcune trat-tative di mercato che potreb-bero concretizzarsi a giugno: èforte l'interesse dei bianconeriverso Poli, Obiang e Icardi,con Ziegler che potrebbe farritorno a Genova. Intanto aTorino è giunto il ventinoven-ne Federico Pelusodall'Atalanta, che può giocaresia esterno di sinistra al postodi Asamoah impegnato nellaCoppa d'Africa, che sia al cen-tro in difesa in sostituzione del-l'infortunato Chiellini e pergiugno è prenotato Llorente,attaccante basco dell'AthleticBilbao. Questo mese e mezzoche ci separa dall'andata degliottavi di Champions è fonda-mentale per la zona alta e diconseguenza per tutto l'inte-resse che può ancora calamita-re la stagione. Perché se il gaptra la Vecchia Signora e chi lesta dietro si assottiglia, allora cisarà una pressione tale suicampioni d'Italia che renderàvivo il campionato; ma se talegap dovesse restare tale oaddirittura aumentare, Contesi potrà concentrare con piùenergie mentali e fisiche all'im-pegno europeo. E poi nondimentichiamoci che c'è sem-pre la lotta per la Champions,per l'Europa league, per nonretrocedere. In fin dei conti neabbiamo motivi per guardareancora questo campionato

Massimo Petrungaro

Chiuso il 2012 con la pesante sconfitta interna con l’Empoli, Dionigi ha concesso il rompete le righeai suoi giocatori. Il campionato cadetto, dopo le tre gare ravvicinate giocate a cavallo delle festivitànatalizie, è atteso adesso da una lunga pausa. Si ritorna in campo il 26 gennaio, la Reggina affron-terà la Pro Vercelli in trasferta.Davide Dionigi inizierà a preparare la trasferta piemontese l’8 gennaio. Per quel pomeriggio infat-ti è prevista la ripresa degli allenamenti, anche se il tecnico amaranto è indeciso se concedere unulteriore mezza giornata di riposo. In quel caso Rizzato e compagni si ritroveranno al S.Agata lamattina del 9 gennaio.

p.r. - rnp

Reggina, prevista per l'8 gennaio la ripresa degli allenamenti

Serie B

Serie A

Nel segno della Juve

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DOMENICA 06 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 24

Parlandodi...

Sport

Bivongi: festivita' natalizie all'insegna anche dello sportNel contesto di un ricco carnet dimanifestazioni natalizie che hannovisti protagonisti L'AmministrazioneComunale, la Parrocchia e le molteAssociazioni ricreative, culturali esportive del piccolo paese dellaVallata dello Stilaro, Bivongi, nonpoteva mancare una partita dell'ami-cizia tra la compagine diGuardavalle guidata dal bivongeseDOC Mister Gesualdo Calabrese. El'U,S. Bivongi - Pazzano di MisterVittorio Leotta. E' stato un incontrocombattuto e leale che ha visto lacompagine guardavallese militantenel girone di eccellenza prevalereper a 0 sulla squadra locale che stadisputando il campionato di primacategoria.Abbiamo approfittato delritorno sul campo che lo vide bambi-no tirare i primi calci al pallone perincontrare il carissimo amico e pae-sano Gesualdo Calabrese e lui harisposto cosi' alle notre confidenzialidomande.D.- Gesualdo, tu che hai portatosempre piu' in alto il nome delnostro paese con i tuoi ambiziosi edinvidiabili traguardi e successi calci-stici, avendo militato per tanti anniin serie C, ti senti emozionato e con-tento di essere qui oggi, in veste diallenatore di una squadra amica,

quella della vicina Guardavalle,suterreno di gioco che ti vide bambinofare i primi passi e tirare i primicalci di pallone:R.- Certo che mi sento molto emo-zionato ed arci contento di ritornaretra le mura amiche e tra i miei pae-sani e sostenitori che hanno seguitocon grande orgoglio e soddisfazionela mia splendida carriera che mi havisto decollare dal Bivongi, prima aLocri e poi definitivamente all'apicedella mia ambiziosa e fortunata car-

riera in sere C. Mi ricordo, in parti-colare, quando proprio tu, Mario,mio appassionato amico e ammira-tore organizzasti un pulman strapie-no di tifosi di Bivongi in occasionedell'incontro Reggina - Siracusa.Siete stati sempre meravigliosi e losiete tutt'ora quando vi incontronelle mie consuete e frequenti visitea mia madre, al nostro paese a cuisono molto legato dove amo incon-trare sempre gioioso gli amici disempre.

D.- Che ruolo hanno avuto nella tuacrescita umana e calcistica il dottordomenico murdolo ed il professoreVittorio Scaramuzzino di RoccellaJonica, tra l'altro insegnante diEducazione Fisica per decenni allanostra Scuola Media?R.- Il compianto Dottore Murdolo e'stato per me come un padre spiritua-le ed il connubio in perfetta sintoniae simbiosi col ProfessoreScaramuzzino sono stati determi-nanti durante la mia adolescenza

facendomi crescere nell'umilta' enell'insegnamento del sacrificio edello stare con i piedi per terra siacome cittadino esemplare e disponi-bile, sempre sereno e con il sorrisosempre presente sulla mia bocca chein campo calcistico se è vero come e'vero e' dovuto a loro, 3 anni fa ildecollo nell'emisfero dell'invidiabilee difficile mondo calcistico.Ancoraoggi, quando, soventemente, miincontro col carissimo amico prof.Vittorio Scaramuzzino amiamo

ripercorrere assieme tutto il cammi-no, dai primi calci ed insegnamentida bambino, alla cessione alla squa-dra del Locri, la militanza in serie Ced ora ancora mi chiede e vuolesapere riguardo alla mia attivita' diallenatore.D.- Oggi sei a Bivongi con la tuanuova squadra del Guardavalle inqualita' di trainer. Come va la tuasquadra e quali sono le tue prospet-tive future ?R.- Intanto mi sto godendo questaesperienza da trainer nelGuardavalle: La mia squadra militanel Girone di Eccellenza ed attual-mente si trova al terzo posto in clas-sifica e di questo sono molto soddi-sfatto, soprattutto nel vedere cresce-re calcisticamente molti giovanitalenti ai quali cerco di infonderesani principi sportivi e calcistici ed aiquali auguro almeno di ottenere isuccessi ed i traguardi che io hoavuto la fortuna di raggiungere. Peradesso mi accontento e sono moltofelice di allenare qui, anche perché aGuardavalle sono benvoluto essen-do il mio paese di adozione dovevivo assieme alla mia meravigliosafamiglia. Poi si vedra'.

Mario Murdolo.

Tutto è pronto per l'atto finale.Oggi pomeriggio con inizio alleore 14:15 a Vibo Valentia allo sta-dio Comunale “L. Razza. si asse-gna la Coppa Italia Dilettanti2012/2013. A contendersi il titoloci saranno il Roccella alla suaprima finale ed il già detentrice ditre titoli Rende. Nel doppio con-fronto di semifinale i biancorossihanno avuto la meglio sul Sersalementre la squadra jonica ha supe-rato la Nuova Gioiese. Per l'asse-gnazione del titolo, se dovesse per-sistere il risultato di parità al termi-ne dei 90' di gioco verranno effet-tuati i tempi supplementari coneventuali tiri di rigore. Il costo delbiglietto è fissato in Û 5,00 ed èconsentito l'ingresso gratuito aibambini di età inferiore a 12 annied ai possessori di tesseraFIGC/CONI. In vista di questasfida la S.S. Rende ha ufficializzatol'ingaggio del giovane ValerioCopponi classe 95. La società gra-

zie ai buoni rapporti instaurati conla società del città di Marino hamesso a segno un altro colpo inprospettiva assicurandosi le presta-zioni del giovane centrocampista.Valerio Copponi alto 1,86 cm conpresenza già in serie D è andato adaumentare il gruppo di giovaniprovenienti dalla squadra romanagià allenata da mister De Angelis.La società A.S. Roccella ha comu-nicato che in occasione delle finalesono stati organizzati dei pullmanper permettere a tutti coloro chevolessero assistere alla partita diraggiungere lo stadio “LuigiRazza” di Vibo Valentia. I pullmanper la partita partiranno da PiazzaSan Vittorio alle ore 12:15. Ciauguriamo che possa essere unbella giornata di sport e che allafine possa vincere chi sul campodimostrerà di essere più forte. Chivince la fase nazionale può punta-re all’acquisizione del diritto per ilsalto di categoria proprio come

fece l’Hinterreggio che alcuni annifa riuscì, unica squadra calabrese, aconquistare sia il campionato chela Coppa Italia nazionale dilettan-ti. La nostra speranza è che ilRoccella possa effettivamente cen-trare questo ambizioso traguardoche potrebbe dare un senso alleultime deludenti stagioni almenoin quanto a risultati ottenuti.Nuova Gioiese a parte, ricordiamoche se il Roccella ha raggiunto lafinale regionale di questo presti-gioso torneo gran parte del meritova ascritta a mister ToninoFigliomeni. E’ stato lui il brillantecondottiero di una squadra che orail neo tecnico Ferraro ha preso permano al fine di condurla, come hadichiarato lui stesso in sede di con-ferenza stampa di presentazione,verso prestigiosi traguardi. Oggi aVibo Valentia c’è il primo enonbisognerà farselo sfuggire. lr

CALCIO DILETTANTI / SI GIOCA A VIBO VALENTIA

IN EVIDENZA

Perl'assegnazione deltitolo, se dovessepersistere ilrisultato di paritàal termine dei 90'di gioco verrannoeffettuati i tempisupplementaricon eventuali tiridi rigore.

Coppa Italia Dilettanti: oggi la finale tra il Roccella ed il Rende

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la Rivieradi...

PROMOZIONE

Il momento magico del Marina diGioiosa continua. Prima della sostaNatalizia anche la Nuova Rizziconeseha dovuto arrendersi dinnanzi aCarbone e compagni che hanno dispu-tato una gara perfetta . Ancora luiMatteo Carbone capo cannoniere delcampionato realizza la rete della vitto-ria regalando tre punti ai giallorossi chesi confermano in buona salute e in pienazona play off .Gianni Scigliano si gode ilgrande momento della sua squadra:”Sono contento per questa bella vittoria,ma soprattutto per la prestazione deimiei ragazzi, che voglio elogiare uno peruno. Abbiamo dominato per tutti inovanta minuti, chiudendo da subito glispazi e aggredendo l'avversario conmolta caparbietà. Sapevamo che nonsarebbe stato facile vincere contro laNuova Rizziconese , perché i nostriavversari si erano rinforzati nel mercato

di riparazione. Abbiamo chiuso il 2012con un bel bilancio positivo e in zonaplay off, ed alla ripresa saremo subitoconcentrati con la testa alla delicatissi-ma sfida, che ci vedrà impegnati control'ultima della classe il Real Catanzaroche sono convinto non sarà una passeg-giata. Poi ci concentreremo alla supersfida contro il Gioiosa Jonica il derbyche vogliamo preparare bene per otte-nere il massimo dopo la bella prova del-l'andata che avremmo meritato di vince-re per quello che abbiamo prodotto incampo. Colgo infime l'occasione perfare i miei più sinceri auguri di Buonefeste Natalizie e Buon Anno 2013 atutti gli sportivi, i calciatori ed i dirigentidel Marina Calcio. Ci godiamo questapausa Natalizia consapevoli che il cam-pionato rimane molto lungo e pieno diinsidie ma finora i ragazzi si sono disim-pegnati molto bene raccogliendo dei

buoni risultati ovunque. Non mollere-mo di un centimetro da qui fino alla finedella stagione, ma così come ripeto giàda alcune settimane, l'unico obiettivoresta solo ed esclusivamente quello delraggiungimento di una tranquilla posi-zione in classifica giocandocela con tutti. Durante questa pausa, lavoreremosulla testa dei ragazzi, affinché si presen-tino con l'atteggiamento giusto e con lapiù totale concentrazione sin dalla tra-sferta di Catanzaro, che sancirà la ripre-sa del torneo. Per andare lontano servela giusta mentalità, visto che tutte lesquadre ci affrontano consapevoli delblasone del Marina di Gioiosa, e quindisono stimolate a dare qualcosa in più”.La preparazione in casa giallorossa è giàiniziata per il primo impegno di questonuovo anno domenica prossima controil Real Catanzaro.

NICODEMO BARILLARO

MAMMOLA

Il presidente del Mammola PinoNeve insieme ai membri dellasocietà in conferenza stampa per i

rituali auguri di inizio Anno ha affer-mato :”Queste vacanze dovranno ser-virci ricaricare le batterie, per poi arri-vare alla ripresa carichi e determinati:sono convinto che possiamo migliora-re. Spero che al ritorno dalla pausanatalizia si possa vedere solo il latobello del Mammola calcio, squadracapace di giocare in velocità senzapaura di nessuno, cercando il risultatoin qualsiasi campo. Certo, speriamo dinon dover più fare i conti con decisio-ni arbitrali completamente scellerateei troppi infortuni che hanno caratte-rizzato questa prima parte di stagione.La mia squadra che, nonostante abbiadeluso fino al momento le aspettativegenerali, ha voglia di ricominciare dazero. Di voltare pagina e lasciarsi allespalle questo brutto avvio di stagioneche comunque ci vede in buona posi-zione e sempre vicini a un posto play

off . I ragazzi per vari motivi non sonoriusciti ad esprimersi al meglio. Pochele vittorie, tanti invece i pareggi e lesconfitte, arrivati il più delle volte condelle giocate dei singoli. La maledetta'zona cesarini' ha tormentato perdiverso tempo Galluzzo e compagni,

che per cali di concentrazione e qual-che disattenzione di troppo, si son vistisoffiare via punti importanti in vista diuna classifica, che non rende giustiziaal lavoro settimanale svolto dallasquadra e soprattutto alla qualità indi-scussa dell'organico a nostra disposi-

zione soprattutto dopo i recentirinforzi. Un gruppo importante affer-ma ancora il presidente Neve - è vero,ma anche quasi completamente rin-novato, e che perciò, come giusto chesia, necessita di tempo per amalga-marsi al meglio e trovare la propriadimensione con il nostro nuovo alle-natore Etna che sta lavorando su que-sto . Mettiamoci infine anche lo zam-pino della dea bendata, che bisognadire in diverse occasioni non è statacerto di grande aiuto per la mia squa-dra “. Questo dunque un bilancio del2012 per il Mammola calcio, che avràperò un intero girone di ritorno adisposizione per cambiare completa-mente rotta. Adesso godiamoci lapausa Natalizia . A partire dal 13 gen-naio ogni sfida dovrà essere interpre-tata come fosse l'ultima, e quindi lapiù importante. Solo così sarà possibi-le ottenere un buon piazzamento.

N.B.

Il Marina di Gioiosa si gode il suo momento magico

Angiò Pasquale:“Qui a Riccionemi sento a casa!”

Il difensore calabrese Pasquale Angi_ (22), che harescisso il suo contratto che lo legava al Milazzo(Lega Pro), nel mese di ottobre u. s., ex-Gaeta,Pisticci, Boville, Arzachena ed Ebolitana, ha firma-to con il Riccione in Serie D alla fine del mese diottobre ed oggi si esprime così: “qui a Riccione mitrovo divinamente bene, ho trovato un gruppo diamici e di dirigenti che stanno facendo di tutto perqualificare e professionalizzare il calcio di serie D edove spero di poter fare bene e contribuire a salva-re questa squadra. Tanto per dare qualche nume-ro… da quando sono arrivato, abbiamo fatto diver-se vittorie, si era a -1 in classifica, non dico che siamerito mio, ma sicuramente credo di aver contri-buito, insieme a qualche altro innesto, a dare conti-nuità e soprattutto credibilità ad una tifoseria chese pur in minima presenza, merita rispetto e fidu-cia. Il mister, con il quale ho uno splendido rappor-to lavorativo ed umano, persona molto dedita allavoro, ci sta sempre più impartendo, oltre a situa-zioni tecnico-tattiche, quella forza psicologica pernon essere secondi a nessuno. Ecco anche le vitto-rie fuori casa con Lucchese, Bagnolese e VirtusPavullese. Vorrei confermare che il gruppo è solido,coeso e convinto di salvare questa squadra e rima-nere nell'attuale categoria, anche se qualche ele-mento è andato via. Insomma Pasquale Angi_, che_ ormai divenuto un titolare inamovibile, _ convin-to che la salvezza del Riccione sia fattibile senzapassare dai play out.

Pino Neve: “si riparte con rinnovate e grandi ambizioni”

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la Riviera

Biblioteca Meridionalista

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Hélène Tuzet, giovane francese appenalaureata, viene inviata nel 1928 inCalabria e Sicilia per verificare la condi-zione delle scuole primarie createdall’Animi (Associazione nazionale pergli interessi del Mezzogiorno d’Italia)nelle estreme regioni del Mezzogiorno. Innanzitutto, prima di parlare del viag-

gio vero e proprio dobbiamo dire che laTuzet presenta il carattere eroico e inqualche modo “tendenzioso”dell’ANIMI, come dice SaverioNapoletano nella introduzione a “InCalabria durante il fascismo”, edito daRubbettino, Il viaggio in Calabria della Tuzet avvienein una condizione di spaesamento, giàda Reggio, le vie strette e dritte, le casebasse e uguali e le strade fangose e dis-sestate la disorientano rispetto alla bel-lezza dello stretto e della Sicilia.Ecco Reggio, la città colpita dall’ira divi-na, come le città maledette dalla Bibbia.Ci si sente spaesati davanti a queste stranevie dritte, interminabili disposte sul pendioparallelo alla costa, fiancheggiate dacostruzioni larghe e basse, che fanno pen-sare, in questa terra antica, a una di quel-le città del nuovo mondo che si distendo-no liberamente, senza limiti.La realtà sociale della Calabria la scon-volge, le appare come un ghetto e capo-volge l’idea degli stranieri sull’Italiarigogliosa come la Toscana e l’Umbriacon le sue bellezze rinascimentali, regio-ni con le quali la giovane francese fa iparagoni quando descrive i luoghi dellaCalabria.La Calabria è un geroglifico sociale, chedisorienta appunto la Tuzet, donna gio-vane che deve incontrare i disagi di unadonna sola che si muove in quella terradove le persone sono ostinatamenteindagatrici e diffidenti.La Tuzet riconosce la grandezza storicadel passato regionale, ma non in sensoimmobilistico, piuttosto come confron-to con il presente, che si mostra tormen-tato e complesso, ammantato di miseriae disagio sociale.…nella sua eccezionale lunghezza, lacosta, qui quasi rettilinea, fiancheggiatada un’interminabile spiaggia sabbiosa, daCapo Zeffirio alla punta di Stilo; unaimmensa distesa di pianura coperta d’uli-vi e mandorli e che si prolunga sulloJonio, oggi di un blu lavanda e di un gri-gio madreperlaceo; si riconoscono le cittàconsorelle di Gerace, quasi tutte identiche,selvagge cittadine appollaiate e cittàmoderne alla marina: Siderno, Gioiosa.A destra, la strada domina l’alveo di untorrente profondamente scavato, doveprecipita un flutto giallo; oltre la fiumara,un paesaggio immenso, grandioso, di

montagne disordinate, dalle forme stranee tormentate; vi si indovina il segno disconvolgimenti cosmici, la lacerazionedelle viscere della terra. Paese adatto alleinquietudini dell’aldilà, ai culti singolari ecrudeli; lo sguardo cerca istintivamente,attraverso le cime nude dai profili fantasti-ci, la caverna abitata dal demone Alybas,a cui i locresi davano ogni anno il tributodi una vergine in pasto, e che domò l’atle-ta Eutimio, figlio di un dio; e si vorrebbericonoscere il posto dello splendido tem-pio eretto all’infera e ingannevolePersefone. E questo anche in contrasto con l’uma-nità e la dolcezza delle persone. LaTuzet in effetti sposa la pietas di Zanotti-Bianco ma non indugia a contemplarein maniera asfittica la bellezza del pae-saggio, bensì a rimarcare i problemidella malaria, le condizioni di miseria edi una economia arretrata e l’isolamen-to totale dei paesi, il che comporta unarretramento culturale e sociale.

La stessa è molto puntuale poi neldenunciare le condizioni delle scuolecalabresi, le condizioni di salute deibambini e anche l’impegno costante deimaestri dell’ANIMI, che tuttavia si tro-vano in una condizione quasi eroica nel-l’insegnare ai ragazzini, e quindi allefamiglie, alle prese con problemi moltopiù gravi come la miseria e il semplicesostentamento.A Luppinari, la scuola è alloggiata in unabaracca di legno. È la più fiorita che fino-ra abbia vista; in mancanza di vasi, labacinella, la brocca, il secchio hannodovuto accogliere tanti anemoni e narcisi!Mi devo difendere dalla prodigalità e pro-fusione di fiori; ma, malgrado le proteste,le mie braccia si riempiono di corolle vel-lutate, bianche, rosa, malva, viola dal

dolce aroma di vaniglia, che si unisconoai rami di limone. I piccoli, molto nume-rosi – qui come a Sant’Elia gli iscritti supe-rano il massimo di sessanta e occorre per-sino rifiutarne altri – portano grembiulineri con bordi verdi; bisogna vedere comesono i bambini in giro per le strade percomprendere il miracolo che quest’ordinee questa pulizia rappresentano… Ogniistitutrice possiede un’abilità particolare:una riesce bene in aritmetica ed è ammi-revole la sicurezza degli scolari nell’ese-guire i calcoli, per i quali la maestra hamesso a punto un pallottoliere conpezzi di canna e chicchi di granturco.Essendo tardi, improvvisiamo nellascuola stessa un pasto rustico e alle-gro: un pezzo di salsiccia dal saporeforte, col peperoncino e grani di finoc-chio, pane, formaggio stagionato eduro e olive nere secche.

Molto intensa è la descrizionedella bellezza dei bambini, in con-trasto con la loro condizione socia-le:… nella casa di uncontadino…ospitalità calda eristoratrice: la moglie va a coglieredall’albero vicino delle arance goc-ciolanti di pioggia; arance enormi,frutti regali. Altro bicchiere di vinocalabrese, pausa piacevole attor-no a un grande braciere di rame,finché tre bei bambini si avvici-nano a me, silenziosi e seri. Inquesta regione, dove è cosìcomune da non prenderseneneanche cura, la bellezza diquesti fanciulli è tale da rima-nerne colpiti, intimiditi: daquella dei più piccoli in parti-colare, due gemelli di setteanni, Salvatore e Concettina;lui ha un visino olivastro sottouna folta capigliatura riccio-luta, carnagione scura e immensi occhi diun bruno verdastro; lei ha dei serici riccio-li neri, un colorito da fiore, le guance di unrosa delicato di geranio, gli occhi moltoneri con riflessi blu. Gerace Non solo. Anche le donne, la loro fun-zione a bestie da soma è citata come unacondizione tormentata del presente, allaquale non sfugge nessuno, anche lebestie.San Leonardo di Cutro 1930Niente acqua potabile: bisogna andare acercarla alla stazione, che riceve, cometutte le stazioni sulla linea ferroviariacostiera, l’acqua fresca della Sila. Ledonne, che fungono da bestie da somacome dappertutto in Calabria (è noto ilproverbio calabrese «dove l’asino nonpassa, passa la donna»), vanno a prender-la, barile in testa, sobbarcandosi due chi-

lometri di strada, d’inverno così fangosache non sempre la si può percorrere. Ilmedico è a Cutro, a dieci chilometri circa.La popolazione è devastata dalla malariae nel paese regna la più grande miseria. Lefamiglie, numerose, vivono stipate in loca-li dove la pulizia è pressoché impossibile;e il barone è favorevole alla costruzione di

nuove case e spera

di vedere accrescersi lapopolazione (gli abitanti sono 423): ciòche comporterà fatalmente un’ingerenzadello Stato. Tutti i contadini lavorano agiornata e non appartiene loro neppure lamodesta casupola in cui abitano. Questo villaggio è uno dei più miserabilid’Italia ed appartiene a un grande latifon-dista, il barone Barracco, ricco e potente,che possiede numerosi castelli e che non sivede mai in paese. Ci sono molte occasioni per l’educatri-

ce nel rimarcare l’ospitalità e la gentilez-za dei calabresi.Al termine della lezione, seguo la maestranel minuscolo appartamento a un solopiano a livello della strada nel quale abitacol marito e vi ricevo la magnifica ospita-lità calabrese sotto forma di un grande

piatto di profumate verdure cotte. Lacasetta possiede, dal lato del mare, un pol-laio chiuso da una siepe di fichi d’India,che una simpatica capretta tenta di scala-re posando le zampe sui rami torti e sullepale spinose come farebbe su una roccia.Locri 1930A Pirillo, paesino di montagna, l’aria è piùsana, ma il borgo, fangoso e miserabile,non ha la grazia amena di Sarrottino. Nei

pantani delle vie ine-guali, sguazzano intutta libertà enormimaiali, neri e selvaticicome cinghiali, l’unicaricchezza degli abitanti.Sulla soglia di una casaè accovacciata una vec-chia rinsecchita e rugo-sa: ha centotre anni e, cidice, ha condotto unadura esistenza, vivendodi erbe e senza mai man-giare carne di macelleria.È a Pirillo che consumia-mo le nostre provviste eche la generosa ospitalitàcalabrese ci riserva ognisorta di doni, così abbon-danti che non si possonorifiutare. Il pasto è allegro, alsole, davanti alla finestraaperta di una stanza i cuiproprietari sono certamentevecchi emigranti rimpatriatidall’America: lo si desumedalla pulizia e dall’ordine,dalla presenza di un gram-mofono e di un solido bauleadatto ai lunghi viaggi e anche,suvvia, dal cattivo gusto dellestampe alle pareti, una dellequali riproduce, segno rivelato-re, un piroscafo; ricordo di unatraversata che l’angoscia dellapartenza o l’entusiasmo del ritor-no hanno reso memorabile.Pirillo 1930

Cosa che non le succede a Catanzaro,dove si ritorna allo spaesamento di cui sidiceva all’inizio:La città è una delle più inospitali e in nes-sun posto mi sono sentita così estranea. Innessun posto come nel dedalo di viuzze –sprovviste di nome e numeri civici – le piùstrette, tortuose e buie che uno possaimmaginare, dove mi sono smarrita diecivolte e dove, di notte, la luce è quasi inesi-stente. Ho avuto l’impressione di trovarmiin un Oriente molto arretrato, con glisguardi che mi seguivano diffidenti e lepersone che non mi erano affatto amiche.

(25 – continua)

Una (croni)storia della Calabria attraverso i “forestieri”di Giuseppe Fiorenza

IN EVIDENZA

La giovane franceserestasconvolta dallarealtà sociale calabrese.Le appare come unghetto e capovolge l’ideadegli stranieri sull’Italialegata alla Toscana,all’Umbria e alle lorobellezze rinascimentali

Helene Tuzet

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Parlandodi...

FILIPPO ROSACEE' una raccolta epistolare di straordinariaforza quella presente nel volume Letteredal centro del mondo 1951-1988; che l'e-ditore Rubbettino ha recentemente pro-posto sul mercato editoriale grazie allavoro lucido e paziente dei due curatoridell'opera, i Professori Luigi Tassoni eMilly Curcio, e alla coinvolta partecipa-zione degli eredi dei due grandi scrittoried amici. Il volume si apre con il saggiodei curatori che non è una scintillante cor-nice all'opera, ma un vellutato ordito chesuggerisce al lettore la via per “la pancia”del carteggio.Una raccolta preziosa, che dà modo diconoscere senza mediazione quantogrande fosse lo spessore umano ed artisti-co dei due grandi autori. Un carteggiovero, per nulla edulcorato, tra due perso-ne che prima di considerarsi colleghi discrittura si consideravano due grandiamici. Traspira tra le righe di entrambi lapersonalità degli uomini prima ancorache degli scrittori. Uomini che per quan-to la storia ci abbia consegnato grandi, sisentivano spesso stanchi, delusi, a volteemarginati. Uomini che nonostante scri-vessero in forma privata tendevano, pro-babilmente in modo inconsapevole, allapulizia della parola, alla nitidezza del lin-guaggio. Ammirevole la scelta dei voca-boli mai fuori contesto e sempre al massi-mo della pregnanza, per un linguaggio dicui Tassoni scrive: “netto definirsi dentrolo spazio narrativo che percorre”. Forsein un carteggio privato non ve ne era biso-gno, è del resto fatto notorio che con unamico non serva molto per farsi com-prendere. Ma evidentemente a loro leparole uscivano così e basta, come si puòimmaginare succeda ai grandi scrittori.La dimensione intimistica del carteggio èappassionante finanche commovente,quando ad esempio Mario La Cava con-fessa a Sciascia che la moglie non lo mettetroppo in croce perché a casa non portamolti soldi.Carteggio illuminante anche da un puntodi vista critico e storico-letterario.Attraverso le lettere si comprende megliola genesi di alcune scelte stilistiche e con-tenutistiche di entrambi gli autori, e sisegue il flusso di quel cammino letterarioche li ha portati a lasciarci in eredità pezzidi letteratura che sono a buon diritto trale più rilevanti produzioni del nostropatrimonio librario contemporaneo.Due autori che si sono scelti “al volo”,solo sulla base di un'affinità intellettualeche urgeva per entrambi di un contrappe-so adeguato. Due uomini che, come sievince leggendo, si sentivano spessoemarginati dal quei centri di produzioneeditoriale e culturale fisicamente tantodistanti da loro. Da quegli stessi “centri”che però non poteva far a meno di recar-si poi in provincia, col cappello in mano,ad approvvigionarsi alla loro espressionepoetica e al loro spirito letterario; spiritofiero di aver avuto genesi nel presuntoisolamento provinciale dal quale sononate alcune delle più grandi opere delsecolo passato. Ancora qualche riga peruna riflessione collaterale sul mondo edi-toriale odierno che la lettura del volumesuscita. È arcinoto come in Italia la pas-sione per la scrittura sia assolutamente

Quest’anno hanno vinto le piazze e la tarantel-la. Pochi mezzi ma una partecipazione inattesae insperata. La crisi non ci ha demoralizzato.Una festa organizzata in due soli giorni quelladi Studio 54, dei bar del Corso e di Gigi mana-gement. Ma si sono inventati una serata che èrisultata vincente. Corso della Repubblica chiu-so e trasformato in un locale all’aperto per ilveglione di Capodanno. Si è ballato fino alleprime luci dell’alba. Siderno dopo tanto temposi è riempita di nuovo. È tornata a essere capi-tale del divertimento nella Locride.A Caulonia la tarantella l’ha fatta da padrona.Cavallaro, papandrea e i Taranta Project hannofatto ballare anche quest’altra piazza fino almattino con il loro ritmo trascinante. E per chivoleva qualcosa di diverso c’era anche la festadle Mojo Pin organizzata da Domenico Panetta

e i ragazzi del Welcome. Non sono mancate anche altre iniziative di staffgiovani, magari un po’ inesperti come il nostroRuggero Brizzi, l’organizzazione Sensation eRadio Venere al Centro commerciale iGelsomini. Bovalino grazie a loro ha riscopertoil suo spirito festaiolo, o almeno ha avuto un’al-ternativa. Su fb non sono mancate le critiche,ma anche i ringraziamenti.Un altro protagonista immancabile del capo-danno locrideo è sato il Ricaroka di RiccardoFazzolari. Il suo stile classico e inconfondibile,più sobrio di altri ma sempre d’effetto.Infine il Parco dei Principi, il capodanno piùcontetstao della Locride. Paragonata a unafesta di 18 anni dalla pessima musica e dallascarsa presenza femminile la festa di Roccella èstata la delusione di fine anno.

È poetessa e scrittrice Maria StellaBrancatisano, che dal 1994 scrive poesie, rac-conti e pensieri, pur essendo approdata tardialla scrittura, nonostante la passione letterariache custodisce sin dall’infanzia. Ha convogliatola passione per la letteratura in un volume dipoesia e narrativa, I luoghi del cuore, Samo miopiccolo mondo paesano tra storia e leggenda,edito a luglio 2012 da Laruffa editore. La scrit-trice in questi anni si è cimentata con il vernaco-lo, la poesia in lingua, la poesia Aiku, gli afori-smi, testi teatrali e religiosi. Numerosi i premiconseguiti, tra cui, nel 1999, nell’ambito del pre-mio “Gronchi” a Pontedera (Pisa), il PremioSpeciale con Medaglia d’argento dellaPresidenza della Repubblica, e per ben duevolte, le è stato assegnato il Premio Omaggio aCarla Gronchi, per poesie ad alto contenuto

sociale, nella sezione dedicata all’infanzia. Perla poesia in vernacolo ha conseguito il premio“Regioni D’Italia”, il premio "Marinai d'Italia",il premio dedicato a Colanapoli (poetaGeracese), quello a Micu Pelle (diAntonimina), e a Salvatore Gemelli (Locri).Nel 2001 ha vinto l’Histonium d’oro alla carrie-ra per una poesia dedicata alle Torri gemelli.Con il volume “I luoghi del cuore”, la poetessa,narra, sul filo della memoria, eventi vissuti oraccolti da chi narrava e vuole così dipingere,come in un affresco sempre vivo, figure e paro-le di ieri, partendo dall’infanzia. Il libro che sidivide in tre parti, nella prima sviluppa la storiadi Precacore, borgo antico ed abbandonato, chesi intreccia con la leggenda, recuperando miti,leggende, tradizioni e canti, religiosi e non. Illibro, piacevole e interessante, si pone comeun’opera di recupero del dialetto e delle tradi-zioni, divenendo, quasi, uno scritto antropologi-co-letterario e di memoria. Il bel volume è statopresentato ad agosto, a Samo, nell’ambito deifesteggiamenti per il Patrono San GiovanniBattista, al quale è anche dedicato, e, poi, aLocri, il 29 novembre, presso Palazzo Nieddu, acura della Biblioteca Comunale di Locri, e dellaFIDAPA di Locri. Relatori sono stati il prof.Gianni Lucà di Samo, il prof. Ugo Mollica eMarisa Romeo, sindaco di Ferruzzano, chehanno illustrato il valore poetico e sociale e let-terario del volume. Il volume può essere acqui-stato in libreria ed è in dotazione della bibliote-ca comunale di Locri, dove la scrittrice lavoracome bibliotecaria.

CULTURA E SOCIETÀ

Lettere dal centro del mondo, 1951-1988

La Cava - Sciascia

PRESENTAZIONE CD "SALVIAMO IL NATALE .CON ROBERTO CARIDI, ENZO ZOLEA,GIOVANNA SCARFÒ, MARINELLA RODÀ

Nuovo disco per Adela

1) SIDERNO - STUDIO 54

4) CAULONIA - MOJO PIN

A Capodanno la Locridesi riscopre terra di festa

Maria Stella Brancatisano.Una poetessa sociale

Vincono le feste di piazza e la tarantella. Siderno svetta sugli altri, mentre non all’altezza delle aspettative il gran finale al Parco dei Principi

IN EVIDENZA

La classifica dellefeste della Locride.Nonostante la crisie i pochi mezzi ilcapodanno dellaRiviera deiGelsomini si èfatto notare

FOTO SCATTATA IL 31 DICEMBRE 2012.NUVOLE A PARTE NON PENSO SIA CAMBIATONIENTE NEL PAESAGGIO

FOTO ANGELO MAGGIO

Cartoline non finito

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la Riviera

LuminarieCLASSIFICA

2°Caulonia Non ha il nasoall’insù di Roccella, ma Cauloniacon la sua anima popolareriesce sempre a colpire e apiacere a tutti

Ultima Siderno. Avremmo fattobene a commentare così:«Non ci sono parole» everamente non ce ne sono.Siderno non merita di essereoffesa da chi confonde le luci diNatale con i neon dell’obitorio

3°Gioiosa Marina Nel blu c’èl’anima marinara.La luminarianon è all’altezza degli addobbiprivati, ma non è male. Forsegià vista. Ma siamo convinti cheil prossimo anno salirà nel podio

1°Roccella Ha classe davendere e giustamente laostenta, ma la bilancia pendesempre dalla sua parte.Sia a San Lorenzo che a SanSilvestro

Sabato 12 gennaio dalle ore8,00 su Rai 1, nel corso delprogramma "UNO MATTI-NA IN FAMIGLIA" ilConservatorio di ReggioCalabria, rappresentato daVincenzo Nizzardo (barito-no) e Chiara Barillà (piani-sta) gareggerà con ilConservatorio di Catania perl'ammissione ai quarti di fina-le del Concorso Nazionaletra i Conservatori di tuttaItalia.Vincerà chi otterrà più prefe-renze tramite televoto duran-te il corso della trasmissione.In precedenza Vincenzo eChiara hanno superato i col-leghi del Conservatorio diTrento ottenendo l'81% dellepreferenze del televoto.

Vincenzo Logozzo

2) CAULONIA- CAVALLARO E PAPANDREA 3) BOVALINO - RADIO VENERE

5) GIOIOSA MARINA - RICAROKA 6) ROCCELLA - PARCO DEI PRINCIPI

Il conservatorio di Reggiosfida quello di Catania

La Calabria a Uno Mattina in Famiglia

Giuseppe AGOSTINO giovane artista di Marina diGioiosa Ionica da sette anni realizza, con dedizione esapienza, un suggestivo ed imponente presepe meccani-co di circa 60 mq, che rende “magica” la rappresentazio-ne della nascita di Gesù, nella quale sono inseriti vari per-sonaggi in movimento; sia quelli vicino alla grotta, chequelli presi a svolgere lavori artigianali, sono inseriti in untipico paesaggio ottocentesco, che fornisce un sensibilespaccato di quella che fu la vita contadina ed urbana dellenostre genti. L'artista ha utilizzato per ogni elemento unamolteplicità di materiali quali: sughero (per la realizza-zione delle case); das, materiale plastico modellabile,(perla realizzazione di tegole e piccoli accessori o prodotticasarecci come frutta, pane, salumi e formaggi ecc.).E'stata utilizzata anche Juta (per la creazione delle mon-tagne con andamenti morbidi e sinuosi); Legno ed altrisvariati materiali per la realizzazione in modo fantasiosoe realistico di ogni elemento che compone l'intero prese-pe. Giuseppe Agostino ha eseguito un duro e lungo lavo-ro, mesi e mesi di sudore e perfezionamenti per rendereil tutto perfetto come appare ad ogni visitatore.L'edizione 2012 conta di ben 35 movimenti meccanici.Il Presepe è esposto a Marina di Gioiosa Ionica in ViaFratelli Rosselli (a 300mt. dal palazzo Comunale) dalleore 16,00 alle ore 20,00!

Presepe a Marina di Gioiosa

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Parlandodi...

DOMENICA 06 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 30

LOCRI

GIORNATA DELLAMEMORIA 2013

Un personaggio principale dellapolitica locrese degli ultimi anni.Strenuo oppositore del BaroneMacrì, con cui le ha «provatetutte». Ha raccontato Locri e lasua politica attraverso i suoi mani-festi. «Se la strage di piazzaMercato del 1967 rappresenta l’11settembre per Locri, lui è ilMichael Moore locale». Pino Mammoliti con la presenta-zione del suo libro Dal bianco enero ai colori ha riempito palazzoNieddu. La storia personale intrecciata aquella della città e ai 45 anni dicambiamenti vissuti da Locri.La solidarietà e il rispetto per imeno fortunati è il messaggio allabase dell’esperienza di vita e con-divisione che Mammoliti hadescritto in questo suo testo. Questo concetto è stato più volteripetuto dall’autore nel corso delsuo intervento. A presentare illibro/cortometraggio c’eranoanche l’avvocato Nino Maio, cheha scritto la prefazione del testo, ildirigente del Pd DemetrioNaccari Carlizzi e l’editore de laRiviera, Rosario Condarcuri. «La speranza che traspare tra lepagine dell’opera e l’attenzioneche ha sempre rivolto ai più debo-li sono le due doti che emergonodal libro ma soprattutto dalla per-sonalità di Pino» con queste paro-le Condarcuri ha iniziato la pre-sentazione. Dando la parolaall’avvocato Maio che scherzosa-mente confessa di aver accettatodi scrivere la prefazione a Dalbianco e nero ai colori solo «perpaura di finire in uno dei famosimanifesti di Pino». E poi si è lanciato in un attacco aipolitici locali e alla mancanza di«figure politiche autorevoli». Dopo di lui Naccari ha sottolinea-to la sua amicizia con l’autore e loha definito un uomo di una gene-razione di mezzo. E continua affermando che è «Ilpiù grande produttore di dimissio-ni date. […] Pino è un irrazionale,nella misura in cui appartiene aquella schiera di individui nonconvenzionali che sono quelli che,

alla fine, riescono a fare le rivolu-zioni». Infine l’autore ha concluso gliinterventi affermando «Ho realiz-zato questo cortometraggio per icittadini che in questi anni mihanno aiutato ad alimentare lasperanza. Basta camminare epiangere con gli occhi chiusi». Mammoliti punta tutto su unmodello di collaborazione e con-divisione tra i cittadini, un sistemain cui tutti abbiamo pari opportu-nità. «Serve che gli abitanti diparco Mesiti si trasferiscano nellecase popolari e viceversa, cosìognuno potrà comprenderemeglio le ragioni e le condizionidell’altro».

Il cortometraggio di Pino Mammoliti

Le pillole di EvaI messaggi del tuo corpo

La storia personale del «più grande produttoredi dimissioni date» della politicasi intrecciataagli ultimi 45 anni di storia della sua Locri

Afonia: Una forte emozione inaspettata può farti rimanere senza parole! Può trattarsi di gioia,dolore, paura o rabbia. Quando perdi la voce non puoi parlare e sei costretto ad ascoltare quelloche succede dentro di te.Tosse secca : Ti è mai successo, magari durante una conferenza, di tossire? Forse non lo sai macon un colpo di tosse secca stai esprimendo di non essere d'accordo con quanto hai ascoltato edinconsciamente hai espresso una critica verso l'oratore che in questo caso l'avrai potuto trovareanche noioso. La tosse è quasi sempre legata alle critiche, inflitte o subite. Anche quando pre-tendiamo da noi stessi che tutto sia perfetto ci autocritichiamo e di conseguenza…. Tossiamo!

Auschwitz non può essere un racconto, masolo una testimonianza. Il silenzio tiaccompagna per tutto il viaggio, e in quel-lo stesso sembra di udire le voci di chi, qui,ha perso la libertà, la dignità e la vita…“Perché?” questo sembravano domandar-mi le migliaia di foto di deportati all'inter-no del blocco 6….Domanda a cui non si riesce a dare rispos-ta. Quel perché mi ha accompagnato pertutto il periodo che sono stato li…Tante volte avevo visto in foto, documen-tari, libri, il famoso cancello con la scritta“ARBEIT MACHT FREI “ matrovarmelo davanti mi ha fatto un effettoterribile, ti toglie ogni parola…Auschwitz...ti cambia la vita, lo ha fatto perquasi due milioni di persone...vittime ecarnefici….e lo fa anche per chi, dopotanti anni, ripercorre quel luogo.Mai dimenticherò quel giorno … Maidimenticherò quei visi fotografati … Maidimenticherò quel silenzio … Mai dimen-ticherò …Con queste parole, il fotografo calabrese,di Roccella Jonica, Domenico Scali, sinte-tizza il senso del suo reportage fotograficodi 109 scatti, realizzato nel dicembre del2011 nel campo di Auschwitz. E la sindacadi Corsico, Maria Ferrucci, ha volutofortemente che il reportage fosse edovesse essere una occasione da nonperdere, per riflettere; una occasione daoffrire a tutta la cittadinanza ed in partico-lare alle nuove generazioni di studenti chefrequentano gli istituti scolastici del sud -ovest Milano. La mostra sarà allestita presso la sala “LaPianta”, via Leopardi 7, a Corsico, dal 12 al27 gennaio. Sabato 12, alle ore 17:30, cisarà l'inaugurazione con la presenza dellostesso autore, che illustrerà il suo lavoro,accompagnato dalla lettura di alcuni branie versi, tratti dalla pubblicazioneAuschwitz solo andata! ...viaggio diemozioni all'inferno, con la collaborazionedella lettrice Patrizia Errante.

Giovanni Certomà

Viaggio fotografico all'inferno

Auschwitz... Solo andata...

Il dialetto che dà nuova forma alle parole, che riesce a rendere l'idea prima ancora di ridurla in terminiprecisi....il dialetto come un abito fatto su misura, una spugna che assorbe fatti, episodi, luoghi, persone eche restituisce fatti, episodi, luoghi, persone con profilo e identità precisi ma soprattutto con un’anima! Ese la vita è poche volte dolce e troppo spesso amara....proviamo in ogni caso sentirne il "gusto" ridendo dinoi stessi per togliere agli altri il gusto di farlo!

MBIVITI

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la Riviera

DOMENICA 06 GENNAIO 2013 | LA RIVIERA | 31

Blob of the week

Primo scatto del 2013Maria Chiara e Francesco

di “La 7”

Jimmy comeil “Principe di Bel-Air”

Pietro Origlia, lui è meglio di Corona

Il tenebroso onorevoleFerreri

Un’Amministrazione Comunale “bal-lerina”… matrimonio di Vanessa

Ieraci e Luigi Novembre… Auguri!

Pari ca a matina vindu luppinu e asira vaju e cantu gratis???

Los tres Mariachis

Mario e Dj Alfredino stanno pro-gettando un nuovo evento dance

Il bel Giuseppe...qualche tempo fa

Strane coppieIl secondo Cimento invernale a Locri 2 gennaio 2013

Il segretario comunale Domenico Di Giorgio va in pensione dopo 40 anni di carriera.L'Amministrazione di Casignana ha voluto festeggiarlo con affetto e "la massima gratitudine". Di

Giorgio ha detto che lascia "con animo particolarmente commosso" questo incarico che gli ha con-sentito di avere un'intensa ed esaltante esperienza professionale e di vita. Alla fine del suo discorso,ha rivolto un pensiero anche ai Funzionari Prefettizi con i quali ha sempre collaborato con lealtà ed

alto senso delle Istituzioni.

Jacopo,le regole della moda le detta lui

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