Riviera n° 04 del 26-01-2014

24
L’omofobia nella Locride è viva, vegeta e tagliente. Non inganni la pacifica convivenza di persone che – outing o meno – tra Monasterace a Palizzi coesistono più o meno serena- mente col resto della società in apparenza eterosessuale. Un’ala scura, a volte minaccio- sa e certamente soffocante, impedisce tutt’oggi la libertà dell’universo di lesbiche, gay, bisessuali e transgender (Lgbt) di vivere pienamente amalga- mato con l’ habitat locrideo. (pag.16/17)

description

Riviera n° 04 del 26-01-2014

Transcript of Riviera n° 04 del 26-01-2014

Page 1: Riviera n° 04 del 26-01-2014

L’omofobia nella Locride èviva, vegeta e tagliente. Noninganni la pacifica convivenzadi persone che – outing o meno– tra Monasterace a Palizzicoesistono più o meno serena-mente col resto della società inapparenza eterosessuale.

Un’ala scura, a volte minaccio-sa e certamente soffocante,impedisce tutt’oggi la libertàdell’universo di lesbiche, gay,bisessuali e transgender (Lgbt)di vivere pienamente amalga-mato con l’habitat locrideo.

(pag.16/17)

Page 2: Riviera n° 04 del 26-01-2014
Page 3: Riviera n° 04 del 26-01-2014

DOMENICA 26 GENNAIO 3www.larivieraonline.comCONTROCOPERTINA

Bambinoad unle ali

Hannospezzato

Nicola (questo il suo nome) a solo tre anni aveva cono-sciuto il carcere vivendo insieme alla madre, in un cellaumida tanto da ammalarsi di bronchite cronica. Glialtri bambini giocavano, lui era in cella per reati maicommessi.Uscito fuori del carcere è costretto a “con-vivere” colnonno, trafficante di droga, impegnato in guerre per ilcontrollo del mercato.Nessuno si ricorda di questo bambino, se non quandoi sicari lo uccideranno senza pietà.Uccidere un coniglio o un gallo per la stragrande mag-gioranza delle persone sarebbe un trauma.Per uccidere una persona bisogna superare una serieinfinita di sbarramenti che la natura ha messo dentrociascuno uomo a tutela della specie.Uccidere un bambino è un’impresa impossibile se nonper persone che hanno già ucciso la loro umanità.Persone che provano disprezzo e odio per se stesse, evedono in qualunque essere umano l’immagine rifles-sa della loro bruttura.Il dramma ci tocca da vicino, è successo da noi, inCalabria, in mezzo a noi.Il piccolo Nicola è nostro.Non possiamo restare indifferenti, né invocare la tor-tura o la pena di morte. Sarebbe inutile.Dovremmo invece dichiarare una guerra senza quar-tiere agli ambienti malsani e brutali che spengono ognimoto della coscienza, ogni lume di civiltà. I “bruti” cre-scono e vivono in mezzo a noi e noi ce ne accorgiamosolo quando presentano il loro triste conto di sangue edi morte.Mai più bambini in carcere, mai più bambini abbando-nati. Questo dovrebbe essere il grido unanime dellenostre coscienze.In Svezia o in Norvegia ci può pur essere un grave fattodi cronaca nera ma sarebbe impossibile che la societàlasciasse un bambino al suo triste destino, senza muo-vere un dito, come è successo in Calabria.

ILARIO AMMNEDOLIA

«Uomini nella truce ora dei lupi…» con questi versi ilPascoli intendeva indicare la regressione degli esseriumani verso la bestialità; però (e che però) i lupi nonuccidono i cuccioli della loro specie. Invece a Cassanoqualcuno si è disumanizzato a tal punto da spararecontro un bambino di appena tre anni e bruciare ilcadavere.La storia di questo bambino è un atto di accusa controla nostra società.

In questo senso pesanti sono le responsabilità dello“Stato” e di quella parte della società che osserva supi-na, indifferente e silente quanto avviene intorno adessa.Non è uno Stato civile quello che consente renditeparassitarie imponenti ai pochi e lesina i fondi per sal-vare la vita di una creatura, che lo rinchiude in carce-re, che ne perde la tracce.In questo caso la cattura degli assassini non può esse-re lasciata solo alle forze di polizia. Il crimine ha feritogravemente ognuno di noi e nessuno dovrebbe sentir-si estraneo a questa battaglia.Se non avessi paura diessere frainteso arriverei a dire: non so se ancorasopravvive qualche “uomo di onore” ed in che misuraquesti siano stati tali, ma se qualche “seme” è rimastosi dovrebbe sentire impegnato in questa guerra controgli assassini del piccolo Nicola.C’è un bel film di Pietro Germi “In nome della legge”La trama è tratta dal racconto autobiografico di unmagistrato di provincia, parla di un vecchio capomafiache non esita un secondo nel dare la caccia e conse-gnare i carabinieri un mafioso resosi responsabile del-l’omicidio di un ragazzo.Infine il carcere. Non ci può essere lo stesso carcereper il responsabile di un’azione così orrenda e chi séreso responsabile di una truffa, di un furto e neanchedi reati più gravi.Non propongo torture e sevizie, ma percorsi di recupe-ro non semplici e non scontati e la certezza che perso-ne responsabili di tali crimini non possano essererimesse a contatto con la società se non alla termine diun lungo percorso di recupero. Domani ricorre la giornata della Shoah. Uomini didivisa comandati da feroci tiranni concepirono il piùgrande sterminio di bambini della storia.«Se questo èun uomo…» scriveva Primo Levi guardando gli inter-nati nei campi di concentramento. Certo erano ancorameno uomini gli aguzzini e i carcerieri dei rinchiusinei lager.Goffredo Buccini sul “Corriere” si rifugia nella rispo-sta classica: rafforzare le forze armate. Inutile. Se ilbruto esiste, il bruto colpirà. Meglio, molto meglio,prosciugare con urgenza la pozzanghera stagnante enauseabonda dove costoro crescono e si moltiplicanoed estirpare il cancro prima che generi metastasi.

Uccidere un bambino è un’impresaimpossibile se non per persone che hanno

già ucciso la loro umanità. Persone cheprovano disprezzo e odio per se stesse, e

vedono in qualunque essere umanol’immagine riflessa della loro bruttura.

Cassano dello Jonio19 gennaio 2014

Page 4: Riviera n° 04 del 26-01-2014

DOMENICA 26 GENNAIO 4www.larivieraonline.comPRIMO PIANO

RIVIERA

“L’unione fa la forza”. Questo ada-gio quasi banale sembra cucitoapposta su quanto sta succedendonella Vallata del Torbido. Seicomuni e cioè Marina di Gioiosa,Gioiosa Jonica, Grotteria,Mammola, Martone e SanGiovanni di Gerace, hanno ripresoun cammino iniziato più di qua-rant’anni fa, nel lontano 1973 ecome tante cose che denotano l’in-dolenza calabrese e locridea,abbandonato o disatteso o ricomin-ciato. Comunque, si trattadell’Unione di questi comuni in unente autonomo. Il primo incontroal quale hanno partecipato i sinda-ci, i membri delle giunte e i presi-denti dei consigli comunali, si ètenuto sabato 18 gennaio alPalazzo Amaduri di Gioiosa Jonicacon la partecipazione di Arturo

Bianco della Coim Idea chedovrebbe gestire la costituzionedell’ente autonomo, un organismoche non intaccherà la singolaritàdei sei comuni, ma ne regolerà perstatuto le competenze ed il coordi-namento in materia di funzioni e diservizi da rendere alla comunità.Intanto è stato dato l'incarico dipredisporre un’analisi in tal sensosui sei comuni per verificare in con-creto quali incombenze possonoessere trasferite da subito alla com-petenza dell’Unione.È una decisione che probabilmen-te dopo un secondo incontro uffi-ciale dei consigli comunali alla pre-senza dei relativi segretari che siterrà questa volta al teatro diGioiosa Jonica, dovrà varare la ste-sura dello statuto e ricevere l’ap-provazione dei consigli, ma che

vede già un’attuazione bonaria einformale nel momento in cui duecomuni come Marina di Gioiosa eGioiosa Jonica si scambiano ilmezzo meccanico per la puliziadelle strade l’uno e il deposito dellasabbia raccolta l’altro. Tutto ciòsignifica che le amministrazionicomunali e le popolazioni si sonosensibilizzate sufficientemente ma,come si diceva, sotto la spinta dinecessità di fatto che rendono piùevidente e probante l’unione, lasolidarietà e il principio della pro-grammazione ponendo in essereprovvedimenti soprattutto di natu-ra economica, i quali danno impul-so ai servizi, all’efficienza e allo svi-luppo in cambio di ciò che i buonicittadini non evasori versano all’e-rario comunale, regionale e statale.

Andrea Quattrone

Il presidente di Locride Ambiente, Giovanni Gerace, risponde con alcune breviprecisazioni all’articolo apparso sullo scorso numero della “Riviera” in cui abbia-mo criticato la disinformazione in cui sta nascendo il progetto di raccolta diffe-renziata nella Locride, nel pezzo dal titolo La differenziata per nove comuni è par-tita, me nessuno lo sa. «La differenziata è parzialmente in atto dall’anno scorso.È stata eseguita spontaneamente dall’azienda con i con-tenitori disponibili nel comune di Siderno e nei paesilimitrofi dov’erano allocati e sono anche stati organizza-ti dei centri di raccolta per carta ed ingombranti con lacollaborazione delle principali associazioni cittadine. C’èstato una grande adesione da parte della comunità. Maquesta raccolta non rientra nell’avvio del progetto dei novecomuni, sul quale il presidente si riserva di tornare in modopiù ampio e descrittivo avviando anche una campagnad’informazione sulle modalità di esecuzione della differen-ziata». Rispetto ai ritardi nella partenza della raccolta, sul-l’arrivo dei cassonetti e delle compostiere e della mancata cam-pagna di sensibilizzazione e informazione Gerace sostiene «la data utile

ritengo possa essere la prima decade di febbraio, se i competenti uffici diSiderno, Locri e di altri piccoli centri provvederanno a indicare alla societàLocride Ambiente i punti di raccolta e di collocazione dei nuovi contenitori».Il presidente inoltre ringrazia i cittadini della Locride e ne approfitta per moti-varli a eseguire la differenziata come adempimento inevitabile per evitare il bloc-

co delle discariche e quindi l’ammasso di rifiuti per le strade deipaesi. Si impegna, una volta avviata la rac-colta, a migliorare di continuo il servizioattingendo alle più moderne tecnologie. «Per fare questo – sottolinea Gerace – non

è sufficiente l’impegno della LocrideAmbiente e dei comuni, ma è necessaria unasinergia con la cittadinanza che, correttamen-te informata, dovrà seguire scrupolosamentele metodiche di conferimento differenziata,permettendo così di dare soluzione definitiva

alle problematiche dei rifiuti nella Locride».

VALLATADELTORBIDO

GAETANO RAO: PER L’AGRICOLTURASERVE STRATEGIALa Provincia di Reggio Calabria continual'opera di promozione e valorizzazionedelle eccellenze agroalimentari reggine.Appena concluso il week end del clemen-tine che ha registrato la partecipazione diesponenti politici provinciali e regionali,delle Organizzazioni professionali agrico-le, degli stessi produttori, dell'Ordine deiDottori Agronomi e Forestali provincialie, di esperti qualificati, provenienti dalcampo della bio nutrizione e della ristora-zione di qualità, si continua con il WeekEnd del Bergamotto dal 25 al 26 gennaioa Reggio Calabria presso il Museo delBergamotto. Un talk show dal titolo"Bergamotto a tutto tondo", farà giunge-re, nel capoluogo reggino, una nutritarappresentanza di categoria ed esperticonoscitori delle proprietà organoletticheattribuite al rinomato agrume. Presente ilPresidente della Provincia di ReggioCalabria Giuseppe Raffa assiemeall'Assessore provinciale all'AgricolturaGaetano Rao per testimoniare l'ulterioreiniziativa di marketing territoriale, avvia-ta dall'Ente di Piazza Italia, finalizzataalla divulgazione, approfondimento epotenziamento delle risorse agroalimen-tari del comparto agricolo reggino. Se l'a-gricoltura è l'unico settore trainante del-l'economia nazionale, allora, non possia-mo più essere penalizzati dalla mancanzadi strategie di pianificazione, e penso, ad

un Piano Agricolo Provincialeche non è chimera ma uno

strumento di sostegno nelpercorso di sviluppo e di

affermazione suimercati”.

L’unione fa la forzaAppuntamento al Museodel Bergamotto per un weekend a “tutto tondo”

RISPONDE GIANNI GERACE PRESIDENTE DI LOCRIDEAMBIENTE SPA

La differenziatapartirà presto

Page 5: Riviera n° 04 del 26-01-2014
Page 6: Riviera n° 04 del 26-01-2014

ELEONORA ARAGONA

Un gratta e vinci». «Un euro». Unamonetina in una mano, nell’altra ilbiglietto che si spera cambierà la

vita. Si inizia a raschiare la patina grigiacon la monetina, è un sussulto ogni movi-mento. Gli occhi attenti seguono le figure ei numeri che si scoprono piano piano.L’adrenalina sale. Questa è ormai la routi-ne di migliaia di persone nella Locride.Anche in questa fetta di provincia, anziforse soprattutto in questo triste angolo dimondo sono sempre di più quelli che si lan-ciano in un’illusione per cercare di sfuggireai problemi e al disagio economico. È untentativo disperato di risolvere i propriproblemi con il colpaccio. Spendere uneuro e vincerne un milione. Potersi sve-gliare senza il pensiero di non avere abba-stanza soldi per arrivare a fine mese. Nessuno crede di poter essere lui il prossi-mo a diventare dipendente dal gioco d’az-zardo (Gap). E invece il rischio è proprio lìdietro l’angolo, pronto a trascinarlo in unbaratro da cui è difficile uscire. Il Sert territoriale ha lanciato una ricerca acampione per tentare di capire quale sia laportata del fenomeno in zona e si sono tro-vati in mano dati preoccupanti. Su migliaiadi giocatori solo il 6/7 % dei giocatori si èrivolto a questa struttura per la cura delledipendenze. Il gioco si è impossessato dellaLocride, ma in pochi stanno tentando divenirne fuori. «La gente non vuole esporsi.È una questione legata ai nostri retaggi, altimore del danno d’immagine e delle dice-rie paesane».Il Gap sta mietendo vittime in tutta laLocride, non fa differenze di sesso, religio-ne e razza. Uomini e donne, giovani eanziani, professionisti e disoccupati. Anchese ci sono sempre più donne tra i giocatoriincalliti. Ma tutte le categorie sono colpiteda questa malattia. Un caso emblematico è quello di un giova-ne della zona accompagnato dai genitoriallo sportello del Sert per ricevere aiutopsicologico. Quelli che si presentano spon-taneamente sono delle mosche bianche,forse si contano sulle dita di una mano. Nelcaso di questo ragazzo sono stati i parenti acostringerlo a chiedere aiuto. Una serie diacquisti inspiegabili e di sparizioni dioggetti di valore hanno insospettito i geni-tori del giovane. In casa apparivano capid’abbigliamento e oggetti tecnologici chenon potevano essere comprati con lapaghetta. E poi il volatilizzarsi di piccolioggetti e gioielli, o dei soldi lasciati in giroper casa. A quel punto i genitori hannocapito che loro figlio aveva un problema eche era necessario un intervento di forza.

Questo ragazzo però è stato “fortunato”.La presenza dei genitori e la loro attenzio-ne li hanno portati ad agire tempestiva-mente. Spesso invece ad essere colpiti dallaludopatia, così è chiamata la malattia delgioco d’azzardo, sono persone adulte eindipendenti, cui difficilmente i genitoricontrollano i conti correnti. Come nel caso di un operaio che guada-gnava 900 euro al mese e ne spendevaquasi il doppio tra slot e tavoli verdi. Luinon aveva qualcuno che si rendesse contodel suo stato di dipendenza, era solo e nonsi realizzava di avere un problema. Pensavasolo che la fortuna prima o poi avrebbe ini-ziato a girare dalla sua. Le carte sonodiventate la sua ossessione. Il panno verdee le fiches i suoi unici amici. La sua rovina. Stessa sorte per l’ingegnere convinto dipoter vincere studiando sistemi e statisti-che. Notti passate a studiare numeri e gio-cate nel tentativo di rendere prevedibile ematematico il caso. Il professionista inveceha dilapidato stipendi su stipendi tentandodi battere il caso. E ancora il caso anziani. Ormai non si con-tano più i pensionati e le pensionate chenon appena ricevono quei miseri 400/450euro alle macchinette disseminate neitabacchini, nelle sale gioco e nelle sale slotdei bar. Un vecchietto prende la pensioneall’inizio del mese e già sa che non gli

«

Page 7: Riviera n° 04 del 26-01-2014

DOMENICA 26 GENNAIO 7www.larivieraonline.com

basterà fino al primo del mese successivo,ma va comunque a giocare anche queipochi euro per tentare di cambiare la pro-pria vita. Magari per tutta la sua esistenzaha lavorato, è riuscito a far studiare i figli,a farli diventare professionisti. Eppure lavergogna per non riuscire più ad autososte-nersi è stata troppa grande per chiedereaiuto. La prima volta ha giocato, in fondonon c’è niente di male a sognare. Anzi adilludersi. Gli anziani sono i più deboli inquesto momento, sono i più esposti e vul-nerabili anche perché la loro capacità dicontrollo è più precaria.Ma come abbiamo anticipato il Gap nonrisparmia nessuno. Neanche i matrimoni.Donne e uomini stanno dilapidando patri-moni, si stanno giocando case e convivenzee alcuni anche il futuro dei propri figli inquelle macchinette mangia soldi e nei grat-ta e vinci che promettono vite da pascià.«La maggior parte delle persone che chie-de aiuto – ci racconta Francesco DeMatteis, direttore del Sert – sono spinte adisintossicarsi propri dal compagno o dallacompagna. Sono quasi tutti spinti dallaminaccia di un divorzio. Sono sempre piùfrequenti anche le manifestazioni di violen-za tra i partner. Uno esasperato fa doman-de, controlla e cerca giustificazioni sullespese folli, sui conti prosciugati e l’altropuò scoppiare in attacchi d’ira». DeMatteis spiega come quella del gioco com-pulsivo sia una vera e propria piaga dellaLocride, come del resto d’Italia. Una trage-dia sociale ed economica che sta assumen-do delle dimensioni preoccupanti e dram-matiche. «Non si può stilare un profilo deigiocatori d’azzardo, possono essere diqualsiasi età ed estrazione sociale. Questaè una malattia che colpisce chiunque ed èsoprattutto un disturbo da curare a livellopsicologico perché influenza il nostro cer-vello, ne attiva il lato automatico e ci spin-ge a ripetere senza riflettere lo stesso gestoper molte volte». La prevenzione è l’unica possibilità percontenere in minima parte questo fenome-no sociale. Curare chi ha questo problemasignifica offrirgli un supporto psicologico epsicoterapeutico, ma come per ogni dipen-denza è fondamentale che la persona mala-ta prenda coscienza del proprio problema esi astenga dal gioco e dalle situazioni chepossano indurlo in tentazione.Un altro dramma che va di pari passo aquello del gioco d’azzardo è quello dell’u-sura. Secondo De Matteis: «I cravattarinelle grandi città si appostano davanti allesale slot. Qui da noi invece la cosa è piùdiscreta. In fondo tutti conoscono i vizidegli altri. I due fenomeni sono sicuramen-te collegati però e si autoalimentano».

Page 8: Riviera n° 04 del 26-01-2014

ANTONIO TASSONE

Anticipiamo ai nostri lettori che“Riviera” per domenica 9 febbraio,alle ore 10,00, intenderà organizzare

una manifestazione pubblica nei salonidell’Ymca dove si discuterà dei problemiche attualmente riguardano la città diSiderno e su come eventualmente cercaredi risolverli. I temi da trattare saranno tanti.Inviteremo “in primis” i componenti dellatriade commissariale che attualmenteamministrano la città, sperando che gli stes-si decideranno di partecipare. Sarebbe unatto dovuto, a nostro avviso, perché la citta-dinanza ha diritto di essere informata suquanto è stato fatto sino ad oggi dalmomento del loro insediamento. Quindi siaprirà il dibattito con i cittadini e con i suoirappresentanti politici, sia attuali che delpassato, anche per cercare di discuteredemocraticamente su come venire fuori daquesta delicata situazione che in pocotempo ha portato prima allo scioglimentodel consiglio comunale e successivamente,dopo l’avvento dei commissari di governo,alla dichiarazione di dissesto economico.Ancora non sappiamo se si ritornerà a vota-re ad ottobre di quest’anno (ipotesi chetaluni definiscono fantasiosa) oppure siritornerà alle urne nella primavera del 2015(ipotesi che molti considerano invece piùrealista) fatto sta che noi della Riviera nonvogliamo assistere impassibili allo “sgreto-lamento” civile, sociale e culturale dellanostra città che si è sempre contraddistintaper la capacità e validità della sua classepolitica e per la laboriosità ed onestà dellamaggioranza dei suoi cittadini. Pertanto,invitiamo tutti i nostri lettori, sidernesi enon, a partecipare a questo importanteincontro pubblico che dovrà sfociare nellastesura di un documento unitario che suc-cessivamente verrà portato all’attenzionedegli attuali amministratori che, ovviamen-te, non potranno che prendere atto dellerichieste fatte dai cittadini in tale nell’occa-sione. Intanto proviamo ad aggiornare tutti sullasituazione relativa ad alcune importantiopere pubbliche, ringraziando tutta l’areatecnica comunale che ci ha fornito alcuniopportuni chiarimenti: LUNGOMARE I commissari straordinari vorrebbero dareluogo prima possibile ai necessari interven-ti di ristrutturazione e riparazione dei dannisubiti dal lungomare in occasione delle vio-lente mareggiate del dicembre scorso ed èper questo che li hanno inseriti nel piano dipriorità dei lavori pubblici. Nei giorni scorsiuna rappresentanza della commissionestraordinaria si e’ incontrata, a Catanzaro,presso l’Assessorato Regionale ai LavoriPubblici, con il Direttore Generale dell’im-portante struttura. L’incontro è servito afare il punto della situazione. Il Comune,allo stato attuale e considerate le gravi diffi-coltà economiche, non può provvedere dasolo ad eseguire i lavori. A seguito dellamareggiata buona parte della ringhieradelimitante la parte lato mare è caduta giùcosì come è caduto giù anche il marciapie-de. Anche la darsena è stata completa-mente distrutta così come ingenti dannihanno subito quasi tutti gli stabilimenti bal-neari esistenti sul litorale. Servirebberoalmeno 700-800 mila euro per ripristinarel’agibilità del lungomare. Nel corso del ver-tice di Catanzaro si è, peraltro, preso attodell’immediata adozione, da parte dellaCommissione straordinaria di Siderno,della delibera afferente la richiesta dellostato di emergenza, con l’allegata relazionetecnica e fotografica realizzata dal Comuneproprio nell’ottica della richiesta dei finan-ziamenti occorrenti per riparare il lungo-mare. Si è anche parlato di un possibileinteressamento della Provincia di ReggioCalabria e del presidente Giuseppe Raffache nei prossimi giorni dovrebbe recarsi aSiderno per verificare personalmente lasituazione. In ogni caso i commissari straor-dinari hanno voluto precisare che “la situa-zione sarà costantemente seguita senza calidi attenzione” e che verrà fatto tutto perreperire le risorse necessarie. TEATRO Il teatro comunale doveva essere inaugura-to più di cinque anni or sono. È una di

quelle incompiute che pesa enormementesull’immagine della città. Ubicata in unadelle zone residenziali della città (viaAmendola) su un terreno donato all’epocaal Comune dalla famiglia Falleti, ad unprezzo simbolico di 10 euro, con il soloimpegno politico e vincolante per le ammi-nistrazioni seguenti di intitolare quell’areaal capostipite dei Falleti, l’opera attualmen-

te è stata letteralmente abbandonata. Sitratta di una struttura unica nel suo genere,concepita da alcuni autorevoli professoreuniversitari come l’architetto Purini, laprof. Termes e l’arch. Morabito. Secondoalcuni non esisterebbe attualmente, daReggio Calabria a Catanzaro, altra struttu-ra con caratteristiche simili. L’opera è stataconcepita con alcune caratteristiche tecni-

che pregnanti. Una struttura su tre pianicon 528 posti a sedere e con spazi polifun-zionali circostanti, dotate di poltrone clima-tizzate anche molto costose e di tutti icomfort. Un’opera per la quale sono giàstati spesi quattro miliardi delle vecchie lire.L’ufficio tecnico comunale ha avanzatorichiesta per tre milioni di euro (e non di tremilioni e mezzo, tengono a precisare dagliuffici ) perché è stata” stralciata” la sistema-zione della piazza antistante il teatro. Larichiesta è stata avanzata da molto tempoalla Regione Calabria. Lo ha fatto prima ladottoressa Scialla, poi il Sindaco Ritorto,quindi il Commissario prefettizio LucaRotondi ed ora nuovamente la triade com-missariale. È chiaro che in questa situazio-ne di difficoltà economiche sarà difficileche la Regione possa farsi carico dellasomma necessaria al completamento del-l’opera ed allora bisognerà chiedere ai com-missari se l’opera riuscirà ad essere com-pletata oppure se resterà un’altra dellegrandi incompiute. PALAZZETTO DELLO SPORT L’area su cui dovrebbe sorgere il palazzettodello sport, nella zona di Piazza Europa, ècostata al Comune quasi 500 mila euro.L’aggiudicazione dei lavori era già stataeffettuata e, come ci hanno detto, conside-rato che per lavori sopra un certo importoserviva un apposito certificato, lo stesso èstato richiesto agli organi competenti. Nelfrattempo, la ditta aggiudicatrice dei lavoriha provveduto a cambiare denominazionesociale ed il Comune, alla luce di ciò, èstato obbligato a rifare nuovamente tutti gliatti e la relativa procedura con l’inevitabiledilatazione dei tempi tecnici. Adesso si è inattesa dei riscontri della Prefettura per l’ap-posita certificazione. Appena 10 giorni fasono stati inviati in segreteria le delibereche sono propedeutiche per la stipula delcontratto dove il l’ente si riserva di arrivarealla risoluzione dello stesso in caso dovesse-ro sorgere dei problemi con la ditta aggiu-dicatrice. Ricordiamo che dalla data di sti-pula del contratto decorrono trenta giorniper la presentazione del progetto esecuti-vo. In un paio di mesi, così, almeno si spera,gli oltre due milioni erogati dalla Provinciadi Reggio Calabria per la realizzazione delPalazzetto dello Sport, potranno trovareconcreta utilizzazione. ILLUMINAZIONE I lavori di illuminazione sul lungomaredovevano iniziare lo scorso settembre . Laditta che ha partecipato ed ha vinto il bandonella sua offerta aveva dichiarato cheavrebbe inteso affidare i lavori in subappal-to. C’è quindi voluta l’autorizzazione comu-nale per consentire questa procedura. Neigiorni scorsi sono state presentate le nuovelampade che si caratterizzano per alcuneimportanti caratteristiche tecniche tra cuiquelle relative al basso consumo. Le stesselampade sono state visionate dal direttoredei lavori, geom Fragomeni, dall’ing.Logozzo, dall’ing.Errigo e dall’elettricistacomunale. La lanterna presentata possede-va i requisiti previsti dal capitolato. Il veroproblema, alla luce dell’ultima normativa inmateria,è che attualmente in zona non c’ènessun tecnico abilitato alla sicurezza suiluoghi di lavoro per cui bisogna dare luogoad una manifestazione d’interesse per affi-dare questo delicato incarico. Si pensa chela consegna dei lavori avverrà prima diquest’ estate. Ricordiamo che il comune diSiderno deve sborsare circa ottocento milaeuro l’anno per pagare bollette relative alconsumo di energia elettricaSTRADE CITTADINE L’ing. Logozzo ha stabilito un piano dellapriorità per la bitumazione delle strade cit-tadine ed a tal fine sono stati impegnaticirca centosessantamila euro. Vista la situa-zione d’emergenza sono state stralciatealcune vie della popolosa contrada diDonisi che verranno bitumate prima dellealtre. È opportuno precisare che la dittaAstaldi, contrariamente a quanto si dice, siè sempre interessata per cercare di provve-dere a tamponare la situazione. Ogni gior-no i tecnici comunali contattano l’Astaldiper verificare si si produce bitume e tutti gliinterventi che sinora sono stati fatti sullestrade cittadine sono stati resi possibili pro-prio grazie alla disponibilità manifestata datale azienda.

DOMENICA 26 GENNAIO 8www.larivieraonline.comPRIMO PIANO

L’INCONTRO DI SIDERNO

Riviera chiama a raccolta tutti i cittadini

Il lungomare di Siderno devastatoda Nettuno, il palazzetto dello

sport, le luminarie, il teatro maiaperto e le buche nelle strade

Ancora non si conosce la data per

il ritorno alle urne.Forse ad ottobre di

quest’anno ( ipotesiche taluni definiscono

fantasiosa) oppurenella primavera

del 2015 (ipotesi chemolti consideranoinvece più realista)

fatto sta che noi dellaRiviera non

vogliamo assistereimpassibili allo

“sgretolamento”civile,sociale e culturaledella nostra città.

Page 9: Riviera n° 04 del 26-01-2014
Page 10: Riviera n° 04 del 26-01-2014

DOMENICA 26 GENNAIO 10www.larivieraonline.comPRIMO PIANO

Roberto “Bebé” Pannunzi sarà pro-cessato a Locri per narcotraffico. Ildottore Nicola Gratteri ha chiesto ilrinvio a giudizio del presunto brokerdi origini romane ma sidernese d'ado-zione. Il procuratore aggiunto dellaDda reggina è voluto intervenire per-sonalmente all'udienza preliminare,forse anche per dimostrare che non sitrattava di un imputato qualunque madi uno dei maggiori esponenti del traf-fico internazionale di droga che piùvolte è riuscito a sfuggire dalle magliedella giustizia, per ultimo una rocam-bolesca fuga da una clinica di Roma,dove si trovava ricoverato per motividi salute, per essere arrestato a distan-za di anni all'interno di un super-market in Colombia nel luglio scorsoe fatto rientrare in Italia su un aereo dilinea sul quale, come allora si disse,viaggiava anche Raffaella Carrà.Per Bebé Pannunzi ci sarà un nuovoprocesso, che inizierà a fine marzo,davanti al tribunale di Locri, dove l'ac-cusa si richiamerà agli esiti dell'indagi-ne “Igres”, del 2003. Un'operazione

antidroga, una delle prime, che hasegnato il passo nei rapporti tra mafiae 'ndrangheta nel traffico internazio-nale di sostanze stupefacenti.I siciliani, nonostante fossero protago-

nisti di una stagione di accumulazionedi ingenti capitali, non riuscirono aportare a conclusione un acquisto dicocaina dal Sud America, provocandola rottura nei rapporti con i narcos

colombiani, che da quel momentohanno preferito parlare di affari soloed esclusivamente con i calabresi, e sinda allora si è ipotizzato che il primo eforse insuperabile broker fosse BebèPannunzi.Nel fermo di indiziato del maggio2003 dell'operazione Igres c'è un pas-saggio in cui un mafioso siciliano dia-logando con un sodale raccontandoquanto accaduto nel corso di una riu-nione avvenuta a Roma: “Senza offe-sa per noi presenti … di questomestiere a noi ci possono insegnare”tali soggetti, successivamente identifi-cati nei Pannunzi, sarebbero, a dettadel M. abituati a trattare ingenti quan-titativi di droga: “Gliene arrivano2000 chili, 3000 chili, loro lo sanno, setu un giorno vuoi comprare 'roba' te lafaccio comprare io a 48, 50 milioni,però ne devi prendere 100 chili allavolta pura”; tanto da poterne acqui-stare anche per due miliardi pagandoin contanti: “Salvuccio hai capito ildiscorso di Roma? se dici due miliar-di! sopra il tavolo!”.

La deputata Vincenza BrunoBossio ha scritto al Ministro del-l'interno per protestare contro lo

spostamento del comune diMonasterace dalla sede storica in unanuova struttura. Riportiamo stralci delsuo intervento: «il comune diMonasterace, istituito con regio-decre-to 4 maggio 1811, si trova in provinciadi Reggio Calabria ed è collocato aduna altezza di 150 metri dal livello delmare sviluppandosi attorno ad uncastello medievale rappresentato nellostemma ufficiale del comune - giustodecreto del Presidente dellaRepubblica n. 33 del 13 dicembre 1979;[...] la comunità si è storicamente for-mata attorno al borgo medievalecaratterizzato dalle sue quattro chiese edal municipio; qui sono natele scuoleelementari, l'asilo comunale, l'ufficio dicollocamento, la stazione dei carabi-nieri e l'ufficio postale; nel corso degliultimi decenni anche Monasterace,come gran parte dei paesi della costaionica reggina, ha conosciuto un feno-meno migratorio in direzione delmare, [...]; questo processo di svuota-mento ha anche innescato una forterivalità tra gli abitanti della frazione edel centro storico; anche al fine di evi-tare ulteriori lacerazioni nella comu-nità, tutte le amministrazioni comuna-li succedutesi negli ultimi anni, avevano

inteso mantenere la sede del municipionel centro storico; il commissario pre-fettizio, dottoressa Maria LuisaTripodi, nominata in seguito alle dimis-sioni della sindaco Maria CarmelaLanzetta, contravvenendo al principiosecondo il quale la gestione commissa-riale di un comune deve limitarsi esclu-sivamente alla gestione dell'ordinariaamministrazione, ha disposto con pro-pria deliberazione n. 20 del 2013 il tra-sferimento degli uffici comunali daMonasterace Superiore a MonasteraceMarina; tale deliberazione adducevaquale motivazione una presunta inido-neità dei locali, motivazione che appa-re assolutamente infondata se si consi-dera che nel medesimo stabile è allo-cato al piano terra un punto Telecom,nei confronti del quale non è statoadottato alcun provvedimento analogodi trasferimento; nella relazione deltecnico comunale richiamata in delibe-ra si faceva riferimento ad infiltrazionid'acqua di cui non si era finora, venutia conoscenza; la suddetta deliberaveniva adottata nonostante tutti i resi-denti, con apposita sottoscrizione diuna petizione acquisita al protocollocomunale, chiedessero al commissarioprefettizio di soprassedere rispetto aduna decisione dai caratteri evidente-mente «politici»; [...]; inoltre, né dalsopralluogo dei vigili del fuoco, né dalla

relazione dell'ufficiale sanitario, nédalla relazione del tecnico comunaledel 10 ottobre 2013 prot. n. 6403 venivaattestata o certificata l'inagibilità dell'at-tuale palazzo comunale o con rilievi talida poter giustificare, in qualche modo,il provvedimento di trasferimento; con-testualmente gli stessi cittadini propo-nevano lo spostamento temporaneodegli uffici comunali presso uno stabiledisponibile denominato «casa gialla»ubicata in via Calvario [...]; il commissa-rio prefettizio non dava alcun riscontroalla petizione ed alla istanza di annulla-mento in autotutela della citata delibe-ra, chiudendo gli uffici al pubblico edanzi accelerando le operazioni di tra-sloco nei locali destinati a caserma deivigili del fuoco nella frazione Marina,realizzata con fondi del Ministero del-l'interno per questa specifica destina-zione d'uso; in ragione di ciò i cittadinipresentavano formale ricorso al TARcompetente per l'annullamento delladelibera in questione; nel complessotale vicenda ha creato forte disagio trai residenti, ha rinfocolato vecchie e maisopite rivalità, ha suscitato clamoroseproteste culminate nella raccolta delletessere elettorali al fine di consegnarle,in segno di protesta, al prefetto diReggio Calabria; la decisione del com-missario prefettizio è apparsa a molticittadini di Monasterace contraria ai

principi di terzietà [...]; quali siano statie quanto siano costati i lavori di ade-guamento della caserma dei vigili delfuoco alla nuova destinazione d'uso,comprese le spese di allacciamentodelle utenze telefoniche e della reteinternet; se sia possibile utilizzare unlocale realizzato dal Ministero dell'in-terno con la specifica destinazioned'uso di caserma dei vigili del fuoco perallocarvi uffici comunali; se sia noto perquali ragioni il commissario prefettizionon abbia inteso valutare il trasferi-mento degli uffici comunali presso lacosiddetta «casa gialla», dotata di loca-li già pronti e disponili all'uso, con tuttele utenze allacciate e l'impianto diriscaldamento funzionante, che nonavrebbe comportato altre spese se nonquelle derivanti dal trasloco del solomobilio tra due stabili posti uno difronte all'altro; per quali ragioni il com-missario prefettizio non abbia intesodare alcuna risposta alle istanze dei cit-tadini, fatta eccezione per una genericaassicurazione sulla «temporaneità» delprovvedimento; se non si rilevino nelcomportamento assunto dal commis-sario prefettizio in questa vicenda ele-menti che travalichino la correttagestione dell'ordinaria amministrazio-ne in un comune in attesa della cele-brazione di nuove elezioni».

La prima udienza dovrebbe essere fissata per fine marzo,si discuteranno gli esiti dell’indagine Igres del 2003

GIUDIZIARIA

Roberto “Bebé” Pannunzi sarà processato a Locri per narcotraffico

MONASTERACE

Lo spostamento della sede comunalesegnalato al ministero dell’Interno

APPUNTAMENTI

Borboni e i francesi

nella LocrideLa deputazione di storia patria e la

pro-loco di Locri hanno organiz-zato martedì 28 gennaio 2014 alle 17,nella sala ex sede caritas diocesana aLocri, un ciclo d’incontri su “LaCalabria borbonica e napoleonica”dal nome La Locride tra periodo bor-bonico e decennio francese.Relazioneranno Fabio Mammoliti, inqualità di presidente della pro-loco,Giuseppe Caridi, presidente delladeputazione di storia patria, eVincenzo Cataldo, docente dell’uni-versità di Messina.

Ricordo dellaShoah a Siderno

Lunedì 27 gennaio nella scuolasecondaria Pascoli-Alvaro di

Siderno sarà allestita una mostrafotografica, con scatti realizzati daDomenico Scali, dal titoloAuschwitz... solo andata. Viaggiofotografico all’inferno. Il 30 inoltreavrà luogo una manifestazione percommemorare il genocidio del popo-lo degli ebrei.

Il memoriale di prigionia

nei lager nazistiLunedì 27 gennaio alle ore 18,00

nella Sala Consiliare delMunicipio di Siderno, per onoraredegnamente la ricorrenza internazio-nale della “Giornata dellaMemoria”, sarà presentata la pubbli-cazione postuma di NicodemoAgostino:Memoriale di prigionia neilager nazisti. Introduce - PinaArmocida Borzomì - Presidentedella Sez. FIDAPA di Siderno.Coordina - Vito Pirruccio - DirigenteScolastico. Relaziona - GiovanniPittari.

Page 11: Riviera n° 04 del 26-01-2014
Page 12: Riviera n° 04 del 26-01-2014

Questa è una foto che ben esprime la perso-na che sei, sempre sorridente con tutti. Mirisuona nella mente i tuo inconfondibile tim-bro di voce e le tue parole. E con questa car-tolina in mano sembra che ci stai salutandopronto x un lungo viaggio... Il Paradiso!!!Sarai sempre con noi... Questo lo so!!!!Ciao mr joe

r.t.

Ecco, compatrioti, a notizia chitutti aspettàvamu: a Calabria èterritoriu itaglianu. A vui non viparìa pecchì cca non avipresenza du statu, cca nonavimu strati, non avimu treni,non avimu scoli, ndavimu sulutassi e oneri. Ebbene vi

sbagghiàuvu! Pemmu transita anavi cchiù pericolosa da storia il'armi chimiche si scigghìu nuportu calabrisi: Gioia Tauro,compatrioti! E comu mi sentu itagliana mo!Viditi ca prima o poi 'ndavìanumu ammettunu ca a Calabriaesisti? Certu, po' smaltimentu il'armi siriani esistìmu eccome! ASardegna già sa' 'ndaviascardatu ca non era n'affari dibboni e u governaturiCappellacci dissi ca non si potimentìri a repentagliu a vita disardi. A vita di calabrisi è natta cosa!Nui potimu tuttu! Chi voliti casunnu 60 containers d'armichimiche? Simu già abituati e'barili i' scorie tossiche 'ntal'Aspromonte, simu abituatiall'acqua 'mbelenata, simuabituati e' navi di veleniaffondati attornu a nui 'nta costa

nostra, comu a Rigel, a Latvia, aJolly Rosso (non 'ndi scordamuu capitanu De Grazia ca si dicica fu 'mbelenatu pecchì sapìatroppi cosi supa sti navi!). Secundu mia simu già'mbelenati pecchì u ficiru chianuchianu 'nta tutti sti anni, e momancu i veleni ndi fannu cchiùnenti. Non è così? Sinnò pecchìscigghìanu propriu u portu iGioia Tauro? Na domanda minasci spontanea: ma pecchì stanavi non sa' lèvanu 'nta nu portudu nord? Secundu mia gliàsarrìanu cchiù onorati upartecipanu a stu smaltimentud'armi. Veru? Nossignuri, sa' spàgnanuassai! Chi 'ndavimu mi volimu o'nord, 'nta na terra sviluppata eprogredita, cu' periculu da' vitanostra? Megghiu u sud,megghiu ancora nu portucalabrisi, ca è na terra chi non

servi a nenti, e si succedi nudannu… poi u chiamamu“incidente” e tuttu finìu. A nui'ndi resta u dannu e a beffa, e'politici itagliani si resta agratitudini mondiali da'partecipazioni a sta pericolosa edelicata operazioni! A cosacchiù scandalosa è ca nuicalabrisi 'ndi stacimu a casanostra pensandu ca non 'ndisuccedi nenti. Però si surda l'ura'ndavarrìa u capita na disgraziacu l'armi chimiche… jamu imenzu nui e i figghi nostri, jamua finiri peju da centrali nuclearigiapponesi. 'Ndi 'mpararu ca non valìmunenti e mu 'ndi stamu ccitti, èura u 'ndi arzamu e u 'ndidecidìmu ca amamu sta terra, caè nostra e non dì politici chigovernanu e venunu pe' cca sulupe' voti. A Calabria è di'calabrisi.

BRUZZANO

Ho letto l'articolo a firma Rosa Marrapodi sul n.della Riviera del L2/O1/2014 e mi corre I'obbligodi rispondere per ripristinare la verità storica esmentire tutte le menzogne divulgate in quelloscritto, da persona animata da sentimenti di odio edi vendetta nei confronti di chi, ogni volta che èsceso in campo in prima persona, è riuscito tanta èla stima che gode tra i cittadini, ad avere un gran-de consenso popolare non solo, nelle ultime duecompetizioni elettorali comunali, regolarmentesvolte (2005-2010), ma anche nel passato. Ricordonel 1990 quando, candidato alla provincia, ebbil'80% dei suffragi nel mio paese e fui eletto consi-gliere provinciale con la più alta percentuale incampo nazionale nel mio partito (Psi).Prima di entrare nel merito della mia recente atti-vità amministrativa, intendo ricordare alla Signoraex sindaco che nel 1996 non ha surrogato i 6 con-siglieri, come lei dice, ma sono stati 6 "attenti"con-siglieri comunali a mandare a casa un sindaco cheagiva spesso in modo prevaricatore e non avendoil minimo rispetto per la classe burocratica, cosequeste che determinavano uno stato di tensioneall'interno della vita dell'Ente paralizzando ogniattività amministrativa. Il Comune, in questi 9 annisotto la mia guida, non si è trasformato in un Entescassato finanziariamente, come vorrebbe far cre-dere gratuitamente l'ex sindaco: - i dipendentihanno ricevuto sempre regolarmente e puntual-mente lo stipendio; - i servizi non sono mai venutimeno e sono stati sempre efficienti; - i creditori-fornitori sono stati sempre puntualmente pagati;grazie alla nostra responsabilità e all'eliminazionedi tutti gli sprechi, le casse comunali sono floridetanto da avere chiuso il 2013 con un saldo positivodi cassa di Û 111.048,32 come si evince dalDocumento Contabile di Verifica di Cassa.ALTRO CHE DISSESTO!A proposito di minoranza "fittizia" colgoI'occasione per ringraziare il gruppo di opposizio-ne, democraticamente e legittimamente letto, peril lavoro svolto in seno al Consiglio Comunale, gra-zie alla presenza qualificata di giovani professioni-sti, consapevoli che l'unità e la condivisione per-mettono di raggiungere buoni livelli di ammini-strazione. Come mai, dopo 9 lunghi anni di silen-zio e quasi allo scadere della mia seconda legisla-tura, la signora ex sindaco è uscita dal letargo, cer-cando con quanto pubblicato di infangare contanto odio persone perbene e validi amministrato-re del passato e del presente?Sono certo che tutto questo scaturisce dal provve-dimento adottato dalla mia amministrazione inseguito alla sentenza n.266/L2 del Tribunale diLocri con la quale la Signora Rosa Marrapodi (exsindaco) veniva condannata a restituire alComune la somma di Û 18.074,85 comprensiva diinteressi e rivalutazione, somma della quale l'exsindaco si era indebitamente appropriata facendosi liquidare, durante il suo mandato, le spese di unasua parcella legale illegittima.Altro che gestione allegra quella della signora!Questo si che è scempio di denaro pubblico!L'amministrazione da me presieduta in tutti que-sti anni ha sempre avuto come obiettivo I'interess Generale del paese e non ha mai adottato provve-dimenti che esentano alcuna struttura dal paga-mento di qualsiasi tributo, né ha mai liquidatoalcuna somma sotto forma di retta o altro ad alcu-no. A proposito della famosa strada "attigua" biso-gna precisare che il mutuo concesso all'Ente nelnovembre 2001 ammonta precisamente a Û165.266,21 come risulta dagli atti ufficiali delComune e non a Û 320.000,00 come asserisce l'exsindaco. Anche se artefice della costruzione diquella strada non è stata I'amministrazione da meguidata, ne riconosco l' importanza poiché è servi-ta e serve a migliorare il sistema viario nella frazio-ne Marinella, prova che gli amministratori di que-sto centro si sono sempre impegnati per cercare disoddisfare le esigenze dei cittadini e non a liquida-re parcelle. lo come Sindaco di questo paese, sonoorgoglioso della presenza nel territorio comunaledi una casa di cura, non solo perché quella struttu-ra rappresenta il principale sostanziale contribuen-te del comune ma principalmente perché in quel-la struttura lavorano 16 cittadini nati e residenti inBruzzano. Concludo ricordando all'ex sindaco chenoi non siamo degli" abusivi", non avendo mai rice-vuto un ordine di sfratto da parte di nessuno, inve-ce lei per ben due volte, essendo realmente abusi-va in quanto priva di maggioranza, è stata sfrattatadal Prefetto.

Franco Cuzzola

Cuzzola rispondealla Marrapodi

ROSA MARRAPODI

Come si arriva a cent’anni di età? “Conil lavoro onesto e la buona coscienza“ –risponde il centenario di BruzzanoZeffirio, Domenico Oliva, lucido quan-to un quindicenne, vigile e sereno tra lesue pareti domestiche. Una vita lungaed intensa, quella di Mico. Terzogenitodi tredici figli, ha incominciato a lavora-re a quattordici anni, da minore, comeallora facevano tutti per “aiutare labaracca“, anche se la sua era una fami-glia con un’attività di trasporto in pro-prio. Suo padre, don Ciccio Oliva, eraun pezzo forte dell’economia paesana.Infatti, col suo carro, trainato da unapariglia di buoi, forniva al paese il servi-zio dei trasporti dell’epoca. Varia era lamerce con cui si lavorava: grano, olio,sansa, pietre, mattoni di terracotta pro-venienti da una locale fornace (a carca-ra), generi alimentari acquistati dai pic-

coli commercianti della zona aBrancaleone, nel negozio del grossistaApicella, napoletano di origine.“Io – dice Domenico – da bambino

stavo seduto sul carro accanto a miopadre. Ricordo che portavamo fino allastazione di Brancaleone grandi botti diessenza di bergamotto, che mettevamosul treno merci in partenza. Gli anni ‘30lo hanno visto lavorare in importantiopere pubbliche paesane: l’argine dicontenimento della fiumara Bruzzano,la strada provinciale per Motticella.“Ero tanto piccolo che mi avevanomesso a lavorare con le donne, con cuiraccoglievo pietre sul greto della fiuma-ra, lungo il quale, in determinati giorni,effettuavo anche le esercitazioni para-militari con altri miei coetanei.” Quantastoria paesana e nazionale nella suamente cristallina! A vent’anni, con ilservizio di leva, compie il suo primoviaggio oltre il paese, alla fine del quale

ritorna alle sue radici per fare il mecca-nico dei motori a scoppio di gran partedegli impianti d’irrigazione delle azien-de agricole di bergamotto prima e digelsomini dopo, fiorenti in tutta lafascia ionica locridea. Fu in Africa, a

Tripoli, poco prima dello scoppio dellaguerra, durante la quale, richiamatodalla Libia in patria, peregrinò da norda sud per tutta l’Italia, eseguendo gliordini militari. Finita la guerra, emigròin Argentina, dove si fermo per benquarant’anni, al termine dei quali,seguendo i comandi del cuore, rientròdefinitivamente a Bruzzano dalla donnadella sua vita, un grande amore contra-stato, nato prima della sua partenza perl’America latina, e dall’adorato figlioavuto da lei. Una storia avvincente, unsuggestivo caleidoscopio, la sua lungavita. Una bella sceneggiatura per unfilm di costume la sua interessante esi-stenza, in cui “a vincere – con un sorri-so soddisfatto sulle labbra di Mico,festeggiato e circondato da cari e fedeliamici – è stata la perseveranza nei sen-timenti più belli, l’amicizia, la gratitudi-ne, l’amore.”Auguri, Domenico!

Tanta vita nei cent’anni di Domenico (Mico) Oliva

La Via Marina di Reggio è un luogo incantevole, tra piante esotiche e ilmare dello Stretto, bella ugualmente d’Estate e d’Inverno e dedicata almiglior sindaco che la città abbia mai avuto, Italo Falcomatà.Racchiude le suggestioni più romantiche, e i ricordi di migliaia d’inna-morati. Il più bel chilometro d’Italia, certo: ma questa frase non l’hadetta D’Annunzio. D’Annunzio non è mai stato a Reggio. Questa frasel’ha pronunciata Nando Martellini, che era molto più poeta delRapagnetta, ed anche più sincero.

CCARARTOLINE MERIDIONALI TOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò

Il più bel chilometro d’Italia

ACalabriaTornau aesseri Itaglia!

BRIGANTI di Brigantessa Serena Iannopollo

E comu mi sentuitagliana mo! Viditi caprima o poi 'ndavìanumu ammettunu ca a

Calabria esisti?

NOTE E SCHERMAGLIE

Ciao Mr. Joe La redazione esprime

vive condoglianze allafamiglia Agostino perla perdita del caro Joe.Mente lucida e lungi-mirante nel capire lavocazione della suaterra, dove rientrato asvolto un ruolo diprimo piano nel campodel turismo costruendoe poi gestendo unadelle migliori strutturedella locride.

la redazione

Page 13: Riviera n° 04 del 26-01-2014

Carissimo Ilario,Leggo il tuo articolo di oggi, e mi trovo ancora,entusiasticamente, ben rappresentato dalle tueopinioni. Poi, però, ricordo, con fastidio,l'Assemblea dei sindaci della Locride, convoca-ta tre giorni fa, per sentire il rapporto dell'asses-sore regionale al "Lavoro", on. Salerno.La sala del Consiglio Comunale di Siderno,grande, gremita. Ventisei comuni rappresenta-ti su 44, dal sindaco o, come nel caso delComune di Marina di Gioiosa, dal suo vice.Osservavo questa sala, nella quale si respiravala disperazione del tantissimi LPU-LSU, dellaLocride, in rappresentanza dei circa ottomila(8.000) distribuiti in tutta la Regione Calabria.Essi sono il frutto di, scellerate, politiche perl'occupazione (?), sviluppate negli ultimi ventianni dai vari Governi succedutisi, con la com-plicità della classe politica calabrese. La scarpadestra, prima delle elezioni, e poi, se tutto vabene, quella sinistra (di Lauirina memoria).Nel nostro caso, una situazione di precarietàpermanente, sottocosto e soprattutto senzadiritti. Mi veniva da ridere amaramente pen-sando al nuovo leader del PD che riparla del-l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Questilavoratori, ovviamente, non sono tutelati,. Ilsignor assessore al "Lavoro" della RegioneCalabria, insieme al Presidente della stessaRegione, e, a suo dire, da tutte le forze politicheregionali, hanno surrogato l'articolo 18, e aRoma, nell'incontro avuto con i rappresentantidel Governo, sono riusciti ad ottenere,un rifi-nanziamento che consente di garantire,a que-sta massa di Padri e Madri di Famiglia, lo "sti-pendio" (sic!) per i prossimi tre anni. Più di cosìnon si è riusciti ad ottenere. La crisi, sapete. IlGoverno è impegnato col patto di stabilità anon sforare i tetti previsti. Lo stesso Governoche autorizzava lo stoccaggio a Gioia Tauro di

una nave proveniente dalla Siria carica di rifiu-ti tossici.Magari dimenticandosi di avvertire ilPresidente della Regione Calabria. Bene, bravi,tutti contenti, arrivederci a fra tre anni.Sennonché questa storia non assomiglia affattoalla vicenda delle "quote latte" che misero inginocchio i bilanci del Paese, o al salvataggiodell'Alitalia. No qui parliamo di una categoria(non classe) di persone in carne ed ossa la cuiunica certezza sta nella certa precarietà e chenel tempo,sono diventate indispensabili,pertenere in piedi la pubblica amministrazionecalabrese. Lo sanno bene i sindaci, magari stor-cendo il naso. Ma se per una sciagurata ipotesi,venissero di colpo a mancare queste energie, icomuni potrebbero chiudere. E non metafori-camente.Il signor assessore al "Lavoro" ha infine chiestoa tutti gli attori della vicenda, di fare ognuno lapropria parte. Traducendo: ha chiesto ai sinda-ci di provvedere a strutturare questi lavoratori,con i bilanci dei rispettivi Comuni. E saremmoalle comiche, se non stessimo parlando diuomini e donne in carne ed ossa e del drammache ogni giorno, da 18 anni stanno vivendo.Il signor assessore Regionale al "Lavoro" conun’enfasi degna di miglior causa ha più volteaffermato, nel corso della sua esposizione chela Regione Calabria ha il primato di avereimmediatamente preso atto dell'accordo, cosic-ché le risorse economiche sono immediata-mente disponibili, per proseguire, questi treanni ad aspettare Godot.Il signor assessore al "Lavoro" ha accuratamen-te omesso di ricordare che in questi stessi 18anni la Regione Calabria ha vinto un altro pri-mato, triste. È stata la regione italiana che harestituito, senza averle utilizzate, le più alte per-centuali di Fondi Strutturali Europei, nell'ordi-

ne del 80% , a causa della mancata presenta-zione di progetti finanziabili. Ed è terribile che,sempre il signor assessore Regionale al"Lavoro", non abbia sentito il bisogno di comu-nicare, quanti progetti, l'assessorato di cui èresponsabile, ha nel cassetto pronti per essereinviati a Bruxelles, per il finanziamento. Con ilquale finanziamento, è bene sottolinearlo,molti di questi precari, potrebbero trovare unaoccupazione.Se è vero che "il lavoro viene prima di tutto", èpur vero che la Calabria ha avuto, ed ha adisposizione molte opportunità derivantiappunto dal corretto utilizzo di questo fiume didanaro, che si badi bene, nessuno ci regala, per-ché sono soldi nostri. Ma noi abbiamo espres-so solo la capacità di restituirli, perché poi li uti-lizzino al meglio la Polonia, l'Irlanda, l'Estonia,etc, etc.Do atto che in questi giorni è stato pubblicatoun progetto, curato dal consigliere regionaleon. Crinò e dall'ex sindaco di Gerace Galluzzo,stroncato dalla Riviera come fosse carta strac-cia. Non so giudicare nel merito il progetto, main una condizione nella quale regna il "nulla",questo lavoro, mi pare meriti un minimo diserena valutazione, prima di essere bocciato

senza neanche essere stato processato.Dire queste cose, significa denigrare laCalabria e le sue genti. Affermare che quandosi parla di danaro, tanto danaro, gli artigli dellacriminalità organizzata si vedono spuntare die-tro ogni bando, come per altro accade aMilano, (vedi appalti per L'Expo) o L'Aquiladel terremoto. Gli esempi del malaffare e dellamala politica non mancano a nessuna latitudi-ne. Ma a noi tocca denunciare e combattere inostri. Ci tocca fare i conti con le nostre criticitàe le nostre debolezze. Ed anche, se posso per-mettermelo con i punti di forza. Gli esempi inpositivo non mancano. Nuove energie, giovanie fresche, vengono emergendo con idee e com-portamenti nuovi. Nella Vallata del Torbido,all'esperienza di Amministratori con qualcheanno sulle spalle, si sono aggiunti nuovi innestiche fanno ben sperare per l'avvenire. È unfatto, ormai, la costituzione dell'Unione deiComuni della Vallata del Torbido, un nuovoEnte Locale che ha grandi potenzialità. Unariunione delle sei Giunte con i rispettivi Sindacie capigruppo consiliari Sabato scorso a GioiosaIonica, in Presenza del Arturo Bianco diCOIM IDEA, a sancito l'avvio concreto di que-sta nuova esperienza con la convocazione dei

sei Consigli Comunali che, congiuntamentedelibereranno ,a giorni, la adesione allaUnione. I sindaci faranno bene a spendere almeglio la forza ed il meritato prestigio di cuigodono, rifiutandosi di iscriversi o farsi iscrive-re d'ufficio nel comitato elettorale di tizio ocaio, e rivendicando il diritto di scrivere inprima persona, insieme alle loro comunità, l'a-genda politico amministrativa del territorio chegovernano, e sulla base di questa agendacostruire le classi dirigenti che dovranno cari-carsi il compito di rappresentarla nelle varieassemblee elettive.Voglio concludere questa mia lettera con unelenco, sommario, e sicuramente insufficientedei capitoli, da riempire di contenuti, di cuidovrebbe comporsi l'Agenda Politica.Scuola ed Istruzione, Trasporti, Salute,Giustizia, Turismo legato al recupero dellosfruttamento dei, residui terreni agricoli, e ulti-mo ma che tutti raccoglie, il Lavoro, che dàdignità a tutto il resto.Niente di nuovo, dirà qualche astuto analista.Dimenticando che queste sono questioni, pernoi è le nostre genti, mai divenuti vecchi, per-ché mai affrontati.

Con immutata stima Isidoro Napoli

LA LETTERA DI ISIDORO NAPOLI

Il “signor” assessore al Lavoro e le comiche dei sindaci

DOMENICA 26 GENNAIO 13www.larivieraonline.com

Caro Sisì,condivido gran parte della tua lettera ma non entro nel merito del “piano” presentato da Pietro Crinò ed altri. Ognuno è libero di presentare ciòche vuole.. Rispetto il documento anche se non ne condivido né il merito, né il metodo. La stessa libertà deve essere riconosciuta ad un giornali-sta di valore come Ercole Macrì ed ad un giornale libero da ogni condizionamento quale io ritengo debba e voglia essere “Riviera”.Mi limito ad osservare che negli ultimi quaranta anni gli archivi della Locride e della Calabria si sono riempiti di “piani” di nessuna utilità. Senzaalcun riferimento particolare debbo constatare che i “piani” presentati a freddo sono sempre qualcosa di stantio destinati ad ammuffire negli archi-vi senza che nessuna ne legga mai un solo rigo. Altra cosa è poi il fatto che si dica che detto piano, secondo i firmatari, verrà presentato al presi-dente Scopelliti. Siamo al 2014. Tra pochissimi mesi saremo in campagna elettorale per le regionali. E’ tempo di bilanci e non di presentazionedi “piani” che possono contenere di tutto anche la metropolitana e l’aeroporto della Locride . La realtà purtroppo è molto diversa.

Con stima IlarioLA R

ISPO

STA

Page 14: Riviera n° 04 del 26-01-2014

DOMENICA 26 GENNAIO 14www.larivieraonline.comPRIMO PIANO

ERCOLE MACRÌ

Che le strade non risolvano i problemi di svilup-po di comprensori in forte ritardo finora non èstato compreso solo dai calabresi, ma i danni di

mentalità provocati a questa regione dalla Cassa“cemento e asfalto” del Mezzogiorno richiederebberouna costituzione di parte civile per ritardo mentale,amnesie comportamentali e involuzione pilotata di unintero popolo. Cetto la Qualunque è solo una caricatu-ra scadente di una sindrome cronica. Addirittura raris-sima. Una roba cervellotica che porta la Calabria, nel-l’era dello Smartphone, dei Mozart con gli occhi amandorla e delle capitali giardino, a investire, arrac-cando, nei giubbotti di Happy Days e la Locride nelchiodo di Fonzie. Una deriva.Con Eleonora Aragona il settimanale “la Riviera”annunziò lo scorso primo novembre il miracolo, pre-miando giustamente l’efficienza di una ditta locale (diRoccella). Quest’ultima avrebbe consegnato (parolamantenuta) prima del previsto i lavori che gli eranostati subappaltati per mancanza d’affidabilità e serietàdi quelle imprese del nord che, dopo aver lasciatomacerie e povertà nel nostro territorio, hanno gettatola spugna, concimato debiti e rovinato decine di fami-glie.A due mesi esatti dall’inaugurazione, dopo aver ser-peggiato per otto chilometri, mi sono fermato in unpiazzale di sosta con in canna cronometro, penna efoglio. Superdotato, a tre chilometri dallo svincoloLocri/Merici, per registrare eventuali congestioni ditraffico lungo questa nuova giungla d’asfalto. Ore 15, 43 minuti e 13 secondi, avverto il deserto allemie spalle. Una distesa magrebina, senza cammelli.Una roba siberiana.Start. Il mio Crono/Swatch spacca il secondo, mentre unavecchia certezza mi assale: sempre loro, le lobby delcemento nel paese che sta crescendo di meno inEuropa, comandano sempre loro, quelli che meditata-mente polverizzano ogni boccone, quelli degli sprechisenza benefici per la comunità.In alto a destra scorgo Gerace, in fondo, leggermente asinistra, Locri. E ancora, quasi sotto di me, in primopiano, un capannone prefabbricato della 488 (altrabella storia), alla mia sinistra, poco sopra la carreggia-ta per Gioiosa, un Cat, di media stazza, appiana glismottamenti dello svincolo sidernese di San Leo.Allungo lo sguardo fino allo Jonio, sul tratto di maretra Siderno e Locri. A meno di un chilometro vedo lastrada che unisce queste due città, più giù la vecchia106, poco dopo la ferrovia. Qualcuno vorrebbe costrui-re anche il lungomare unico e la pista ciclabile. Calcoloin modo approssimativo e concludo tra me e me:«Neppure un abitante di Pechino vanta un coefficientecosì alto di asfalto e cemento a propria disposizione».Dopo 1 minuto e 50 secondi dallo start spunta unaCinquecento color crema che distanzia di soli 10 secon-di una Punto. Da subito la Fiat è patrona sulla ss 106.Passano altre dieci macchine fino alle ore 15 e 51 cheregistrano anche il rombo di una Golf. Quest’ultima mispolvera a 140km/h destinandomi un vuoto d’aria checolpisce in pieno la fiancata della mia utilitaria.Il primo mezzo pesante taglia il traguardo alle ore15,56. Il suo è il sedicesimo posto, al diciassettesimo unfuoristrada della Nissan color ciano molto metallizzato.Poi ancora deserto. Due minuti di silenzio assoluto,solo una littorina in fondo, come un lento treno perTozeur, viene ingoiata dalla frazione locrese di Basilea;intanto un verdone volteggia sopra un mandorlo alnono mese.Poche altre macchine nel frattempo. Alle 16 precise ilmiracolo: un filotto di cinque. Apre una Stilo, chiudeil gruppo una Panda fluo: la Locride è sempre più unafiliale della Fiat. C’è anche, subito dopo, una LanciaThema ultimo tipo, di quelle ministeriali, a spesenostre (Tan 0% Taeg 0,81 % salvo approvazioni Sava)con optional da salotto e fari obbligatori. Sembra scan-dagliare, con i suoi colletti bianchi, l’ultimazione deilavori di una strada strapazzata da molte deviazionistile vecchia Salerno-Reggio. Non ci resta che piangere.Un fiorino. Ore 16,07. Anch’esso della Fiat, proprio incoda, praticamente attaccato, al di dietro di un auto-carro con ceppi asciutti di pioppo da dodici euro alquintale.Alle ore 16,08, un mezzo pesante lascia una scia pocogradevole. Credo si tratti di residui di buccia e noccio-lo d’olive pronte per spremiture di seconda. Per con-fenzioni scadenti. Sansa e strade di campagna. Rimango nel piazzale fino alle 16,09. Totale: 32 mezziin venticinque minuti. Uno ogni 48,75 secondi.Un’eternità. Ovvero, hanno realizzato un grattacielo dicento piani per una sola famiglia.

UNAMACCHINAOGNI48,75 SECONDI

NUOVASS 106LAMENOPRATICATA

Dalle 15 e 43 alle 16 e 09 sono transitate 32macchine. Ovvero, hanno realizzato ungrattacielo di 100 piani per una sola famiglia.

D’ITALIA

Page 15: Riviera n° 04 del 26-01-2014
Page 16: Riviera n° 04 del 26-01-2014

STEFANO MARZETTI

Antonimina e le sue termecome frontiera gay. Perchéno? Un’idea che può divenire

realtà. Perché da sempre terme ecentri benessere, sono luoghi predi-letti dalle persone che vivono unasessualità diversa. E che venendo inquesta parte della Calabria potreb-bero dar vita a un nuovo tipo di turi-smo e trasformare lo stabilimento diAntonimina in un volano per lo svi-luppo economico di tutta la zona.Non com’è successo per il “moteldegli omosessuali” che doveva sorge-re a Locri ed essere un punto di rife-rimento per tutto il sud dell’Italia.Francesco Macrì, ai tempi in cui fusindaco di Locri, parlò con AnnaPaola Concia (già parlamentare delPartito democratico, portavoce emembro del direttivo nazionale diGayleft, la consulta Lgbt - lesbiche,gay, bisessuali e transgender - deiDemocratici di sinistra e oggi porta-voce del tavolo nazionale Lgbt delPd). Con lei, che nel 2008 da deputa-ta, insieme ai parlamentari democratBarbara Pollastrini e Giovanni

La copertinaTurismo omosessuale

Perché no?

ANTONIMINA

Dopo il naufragiodel “villaggio”delFaro a Portigliola,oggi le termedella Locridepotrebbero esserevolano di sviluppo

anni. Lo dimostra anche la storia di Greta,transessuale che, in seguito a una specificaoperazione, da uomo ha coronato il propriosogno di poter essere donna, come si era sem-pre sentita. Anche a Greta la redazione diedespazio con un’illuminante intervista del giu-gno 2010.Nonostante questi esempi, le domande cheaffluiscono al cervello sono diverse. Due lepiù insistenti: come siamo messi a omofobia,la diffusissima – e non certo solo calabrese –ostilità, finanche ripugnanza, nei confrontidegli omosessuali? E, di conseguenza, quantoè ineluttabile il ricorso di queste personeall’“invisibilità”, all’obbligo di nascondere lapropria identità? Eclissarsi al resto della col-lettività è una possibilità che ha dei limiti.Nelle piccole cittadine e nei paesi dellaLocride gli omosessuali dichiarati – uomini inparticolare - e le lesbiche sono conosciuti esono quelli che vivono meglio e che psicologi-camente “hanno saltato l’ostacolo”. Coloro,invece, su cui grava un’esistenza fatta d’ingan-ni e stratagemmi, sono i tantissimi sposati econviventi, moglie o marito e dei figli, magariuna vita in apparenza serena ma di certo un’o-mosessualità mozzata. Viene di nuovo inmente il suddetto film del regista turco FerzanOzpetek, nel quale una donna cui muore ilmarito all’improvviso, per un caso fortuito

scopre la vita parallela del suo compagno, cheda anni era l’amante di un uomo e frequenta-va un appartamento in cui gay, travestiti etransgender formavano una “famiglia allarga-ta” grazie alla quale filtrare le limitazioni dellaquotidianità.«Quando vivi nell’ombra la tua omosessualità,rispondi a delle convenzioni del mondo gay,come quella di incontrarsi in certi posti dellacittà, la sera tardi», dichiarò in una nostraesaudiente intervista del 2010 ad AndreaMisiano, l’allora presidente dell’Arcigay “Idue mari” (oggi retto da Lucio Dattola) diReggio Calabria. «Vivi dei fugaci amori clan-destini. Ma è un modo incompleto di condur-re la tua esistenza», concludeva Misiano.Tutto ciò succede nella terra che fu MagnaGrecia, quella che ereditava rapporti “omo-sessuali ‘omerici’. Anche se non contenentialcun riferimento esplicito a questi amori, ipoemi dell’autore dell’Iliade e dell’Odissearaccontano d’amicizie tra uomini, affettiva-mente così intense da lasciare quantomeno ildubbio che si tratti di rapporti di tipo amoro-so: come vale a dimostrare, in particolare, lostrettissimo e discusso rapporto tra Achille ePatroclo, considerato del resto amoroso sia daEschilo sia da Platone” (fonte Studenti.it).

(st.mar.)

Nella Locride lesbiche, gay,bisessuali e transgender vivono

ancora sotto un’ala scuraUn’esistenza parallela, costretti a

frequentarsi solo in luoghi segreti

Le “fate invisibili”

NESSUNA LIBERTÀ

L’omofobia nella Locride è viva, vegetae tagliente. Non inganni la pacificaconvivenza di persone che – outing o

meno – tra Monasterace a Palizzi coesistonopiù o meno serenamente col resto dellasocietà in apparenza eterosessuale. Un’alascura, a volte minacciosa e certamente soffo-cante, impedisce tutt’oggi la libertà dell’uni-verso di lesbiche, gay, bisessuali e transgender(Lgbt) di vivere pienamente amalgamato conl’habitat locrideo. Con un’iperbole possiamodefinirle “Le fate ignoranti” del celebre film.Quelle “fate” invisibili, vittime di un guastodella modernità che ha un respiro nazionalema che forse – anzi di certo – da queste partiraggiunge livelli di parossismo. Eppur qualco-sa si muove. Lo dimostrano il matrimonio gaytra Nicola Iervasi (intervistato nell’agosto2013), 38enne coreografo e di RoccellaJonica, unitosi negli Stati Uniti a KevinAlbert, un qualificato regista e attore ameri-cano, con il quale Nicola lavora da dodici

frontiera gay

Page 17: Riviera n° 04 del 26-01-2014

DOMENICA 26 GENNAIO 17www.larivieraonline.com

Una Locride ancora impregnata di omofobia. Qui «ilconcetto di maschio dominante», maschio dominato-re che non ammette la diversità sessuale del suo simi-

le, «è ancora imperante». Lo dice senza esitazioneAnnunziato Gentiluomo, sociologo della salute e giornalistaoriginario proprio della Locride – trapiantato a Torino - spe-cializzato in tematiche inerenti alla sessualità e alla salute,impegnato sulle questioni di genere con l’associazione“Zephyria” di cui è presidente. «In Calabria – aggiunge –sono molto radicate le differenze di genere e si registra lapresenza ancora forte di stereotipi legati all’uomo e alladonna: l’uomo è quello che comanda e gestisce il denaro, ladonna è colei che si occupa principalmente della famiglia edella casa. Questa mentalità è più radicata al Sud rispetto alresto d’Italia e rispetto agli anni Settanta e Ottanta, sonostati fatti passi indietro».C’è stato un momento storico in cui la Calabria – e laLocride in particolare – ha mostrato la possibilità di un cam-biamento? «Direi proprio di no – risponde il sociologo - èuna zona reticente alla trasformazione. Qualcosa nel suddell’Italia si è mosso, in Sicilia per esempio ed è incredibile,se si pensa a quanto le due regioni siano vicine. Eppure,soprattutto nella provincia di Messina e Catania esiste mag-giore libertà. La stessa comunità gay di Reggio Calabria sisposta verso la Sicilia, dove è presente una buona offerta diluoghi di aggregazione e socializzazione per omosessuali.Così come miglioramenti vi sono stati in Puglia, grazieall’impegno del governatore Nichi Vendola e dove localitàcome Gallipoli offrono l’opportunità di una serena libertà diespressione della propria sessualità».La Locride invece, come detto, «si nasconde ancora dietroal machismo» anche se, in particolare a Siderno, negli ultimianni ci sono state eccezioni non indifferenti, come il caso diGreta, transessuale che non ha avuto timore di uscire alloscoperto, appoggiata in modo sensibile dalla sua famiglia eche vive senza problemi nella sua città. Ma perlopiù l’omo-sessualità è vissuta «nella clandestinità», testimoniaGentiluomo. La tecnologia oggi favorisce questo fenomeno.«Gli incontri avvengono soprattutto attraverso specificheapplicazioni per i telefoni cellulari», così come grazie ad altrisocial network e chat a tematica. «C’è un primo contatto adistanza e poi il vero e proprio incontro. Nella Locride esi-stono almeno tre spiagge, tra Ardore e Riace, dove c’è lapossibilità di abbordare. In uno di questi posti è possibileanche praticare il nudismo. Dicerie riportano che tempo favi è stato visto anche un sacerdote».Le persone omosessuali, quindi, abbandonano la loro terracon la scusa degli studi e del lavoro. Ma esiste la possibilitàdi creare luoghi di ritrovo e aggregazione della comunitàgay, come le terme e i centri benessere? «È uno stereotipo –spiega ancora il sociologo - e quando ciò si verifica rappre-senta un modo di vivere la propria realtà attraverso la spon-sorizzazione di lobby gay. Un sistema deleterio di difender-si perché esiste la paura del confronto oggettivo. Qualsiasisoluzione vada in questo senso è un atto politico che nongioca a favore della valorizzazione della diversità sessuale»,conclude Gentiluomo. Insomma, bisogna accogliere l’altrosenza timore, ascoltarlo quando racconta storie di vita omo-sessuale, che sono realmente ricche di spunti di riflessione,anche perché poi, l’amore, lo viviamo tutti allo stesso modo.

(marzo)

no?

ONIMINA

Cuperlo presentò la proposta di legge“Misure contro gli atti persecutori econtro la discriminazione e la violen-za determinate dall’orientamento ses-suale o dall’identità di genere” (boc-ciata), il barone collaborò all’idea dicreare un motel-isola felice per omo-sessuali, che coprisse l’area più a suddell’Italia. La struttura era già stata individuata:il “Motel Faro”, lungo la statale 116, adue passi da Locri in direzioneReggio Calabria, più o meno all’altez-za del comune di Portigliola. Lì sivoleva creare un villaggio, nel qualel’albergo già esistente - ma da riam-modernare - avrebbe offerto gli allog-gi, mentre il litorale jonico antistantesarebbe stato l’area balneare riserva-ta. Un qualcosa di molto simile aTorre del Lago (Viareggio - Toscana),zona famosa per essere prediletta dalturismo omosessuale. Ma per quantoriguarda il “Motel Faro” il progettonaufragò e la struttura fu poi realizza-ta in Puglia. «I gay stanno bene dove possono vive-re in compagnia e rilassatezza la lorosessualità, tendono a colonizzare.Cercano un posto tutto loro – ma non

certo un ghetto - dove si sentanoaccettati e rispettati», sostiene unadelle persone che in questo momentodi “fermo” della stagione si occupanoin particolare del marketing delleTerme di Antonimina. Senza genera-lizzare o cadere negli stereotipi, sonomoltissimi i gay che prestano partico-lare attenzione alla cura del propriocorpo. Sono così, come detto, assiduifrequentatori di stabilimenti termali,centri benessere e Spa (dal latinosalus per aquam, la salute attraversol’acqua ma più concretamente termi-ne che deriva dalla città Belga di Spa,nota dal XVI secolo per le proprietàminerali delle sue acque). Luoghi incui, appunto, gli omosessuali, soprat-tutto uomini, trovano un’opportunitàdi aggregazione e di libertà per espri-mere del tutto se stessi. Antonimina ele sue terme sembrano essere lì pron-te ad attenderli. Secolari quanto LocriEpizephiri, l’antica città della MagnaGrecia, con le loro acque che rigene-rano la pelle e la fanno tornare similea quella di un bambino, oggi sono unastruttura che ispira l’inflazionatissimametafora di “cattedrale nel deserto”,efficace però a descrivere la realtàattuale dello stabilimento che sorgealla destra dalla fiumara di Gerace,poco sopra Locri. Complesso in fasedi “lavori in corso” con l’obiettivo diessere pronto ad aprile, all’inizio dellastagione. Con un grosso limite dasuperare: essere conosciuto in Italia enel mondo. E, paradossalmente,anche in tutta la Calabria.Le persone che ad Antonimina vivo-no questa sorta di countdown, confer-mano che i villeggianti omosessualipotrebbero giocare un ruolo fonda-mentale nel far girare per il mondo ilnome delle terme “locridee”. E maga-ri contribuire a portarle ai livelli di sitiillustri come Salsomaggiore, LignanoSabbia d’Oro, Tempio Pausania,Montecatini, Fiuggi, Tivoli, Sirmione,Aqui, San Gemini, Abano, solo percitare i più modaioli. Ma quella diAntonimina «non sarà una strutturariservata ai gay», tiene a sottolinearelo stesso Francesco Macrì, oggi presi-dente delle terme. «Lo stabilimentosarà rilanciato per tutti, in particolarerivolto a una clientela femminile. Ciònon toglie – precisa il barone – chepotremmo organizzare eventi partico-lari, settimane di benessere dedicatesolo a ospiti omosessuali. In questodiamo la massima disponibilità».Quindi nessuna discriminazione?«Non esiste un problema di accetta-zione – assicura il presidente – Alcontrario sono spesso i gay a mostrareuna certa diffidenza». Utile potrebbeessere organizzare degli eventi speci-fici, che pubblicizzino le terme diAntonimina verso quella tipologia diturista. «Per organizzare eventi – fapresente Macrì – ci vorrebbe un entegià funzionante» mentre, come detto,ad Antonimina si prega almeno dipartire con la giusta marcia.

IMMAGININella foto a sinistra un gruppodi omosessuali durante unamanifestazione. A pagina 16un fermo immagine del film“Le fate ignoranti”. A destra ilsociologo Nunzio Gentiluomo.Al centro più in basso NicolaIervasi al suo matrimonio euna veduta delle terme diAntonimina

RETROGADI

« Nella Locride il machismo

è imperante»Parla il sociologo

della sessualità,Annunziato Gentiluomo:

«Più che in altre partid’Italia e del mondo, inCalabria non si è fatto nessun passo avanti»

iera gay

Page 18: Riviera n° 04 del 26-01-2014

Esprimersi con il corpo, superare leproprie inibizioni e paure questi gliscopi del metodo di studio che NicolaIervasi, ballerino roccellese trasferitosia New York dal 98, sta portando in giroper l'Italia.Un training a metà strada tra l'espe-rienza teatrale e la danza, un percorsoche aiuta a superare i blocchi cheaccompagnano ogni performer eccocos'è il metodo the wave whitin,Iervasi ha costruito questo metodo chemette insieme esercizi e teorie di varistudi, per metterlo a punto si è ispiratoa Michele Abbondanza e Giorgio

Èstoria nota a tutti questa dellaCalabria come luogo da cui si parte.Il luogo dell’inizio, il grembo mater-

no, la radice. Partenza drammatica di tantiche prendono le distanze da una madre nonamorevole bensì arida di affetto, indifferen-te; così che la radice, lungi dall’essere fonteper il nutrimento vitale, si trasforma in cate-na che impedisce la crescita, l’affermazionedi sé, catena da spezzare e gettar via.“L’etichetta di musica etnica non ci interes-sa” dice Francesco Speziale, chitarra eanima musicale dei Koralira. “Ti mettonoquel marchio e poi sei condannato a suona-re soltanto tarantelle. Questo fatto della musica popolare non ciha aiutato affatto, semmai ci ha danneggia-to” in Calabria, però, soltanto in Calabria.Perché al di fuori di questa regione iKoralira raccolgono riconoscimenti e premiimportanti di qua e di là dall’Alpe e nessunosi lamenta per il fatto che non hanno porta-to sul palco l’organetto.Che i Koralira siano bravi lo sanno tutti nelsettore. I vari componenti, da Enzo DeMasi, batterista, a Pasquale Caracciolo, chi-tarrista, al giovane Tato Barresi, percussio-nista, sono gente di talento. Per non parlaredella collaborazione appena avviata conPino Mangano, bassista eccelso. Sebbenerimangano sostanzialmente assenti dainumerosi festival dedicati alle musiche deisud di ogni mondo che ormai si organizzanodappertutto nella provincia. Una madretroppo severa la Calabria, che cerca e trovasempre difetti: se non sei scarso tecnica-mente allora non sei abbastanza creativo, ese invece sei anche quello allora sei antipa-tico. Giunti al secondo lavoro in studio, MetroLine S, dopo l’album d’esordio del 2009,Apri battenti, i Koralira puntano in alto.Musiche e suoni del mondo si incontranodando vita ad un impasto sonoro vario efrizzante, tecnicamente evoluto senzadiventare cervellotico. Si canta in dialettocalabrese, ma anche in italiano, in francese.Domenica Rita Buda, autrice dei testi (e

voce del gruppo) fa viaggiare insieme il vec-chio proverbio popolare con il mito greco eil risultato è un lavoro che si confronta piùcon la canzone d’autore che non con la fila-strocca “Cummari ndaviti palumbi”.Il cd esce in contemporanea con un evento-spettacolo, un viaggio sulla scena teatraleattraverso i brani del disco, con coro gospel,corpo di ballo e i componenti della band.Un progetto ambizioso, certo. E d’altrondeperché no, chi dice che in Calabria si debba-no realizzare solo piccole cose?La prima di Metro Line S si è tenuta alTeatro Cilea di Reggio Calabria l’11 gen-naio, una serata il cui ricavato è stato devo-luto in beneficenza al reparto di oncologiadel presidio di Scilla. Teatro gremito, dun-que ottimo debutto. Resta da vedere se e quando avremo anco-ra la possibilità di veder rappresentato lospettacolo in qualche altro teatro dellanostra provincia o della nostra regione. Omagari dovremo andare a vederlo in un tea-tro di Roma o Bologna.

Daniele Mangiola

Rossi, con cui ha fatto degli intensivi alfestival jazz di Roccella Ionica e aDaniela Boensch. Quelle due esperienza sono state per ilmaestro e coreografo due momenti diformazione importante. DaAbbondanza e Rossi lo hanno portatoa cercare nuovi modi di esprimersioltre la danza, gli hanno aperto la stra-da di ricerca dell'essere scenico. Con laBoensch invece ha avuto l'opportunitàdi usare il suo essere artistico completo,non solo come ballerino ma anchecome attore. Voce, teatro, danza. Unodei corsi organizzati da Iervasi è stato ilLaboratorio all'università di Cosenza alDAM (Dipartimento Autogestito mul-timediale), sede dell'associazioneEntropia di cui Daniela Ielasi è la coor-dinatrice. Il laboratorio è stato presen-tato già nel 2008 e adesso si è ripetutocon un intensivo di 25 ore in 4 giornivalido per un credito universitario e sista pensando di farlo divenire un even-to periodico annuale o semestrale. Lealtre regioni in cui ha portato la suaonda e le sue emozioni sono state laToscana, la Puglia, le Marche. Nelle sueclassi lavora con ballerini, attori, perfor-mer, ma anche con bambini e con per-sone che non hanno niente a che vede-re con il mondo dello spettacolo. Adesempio in passato anche un'educatri-ce ha seguito una delle sue master class. Questa “non esclusività” dimostracome questo percorso aiuti a lavoraresull'introspezione e sulla persona e siaquindi adatto anche ai non addetti ailavori. Come aiuti anche persone nonlegate strettamente al mondo delladanza ad entrare in contatto con sestesse. È in qualche modo un breve maintenso percorso emotivo. È una sortadi terapia d'urto per affrontare lanostra paura di mostrarci al mondo.

DOMENICA 26 GENNAIO 18www.larivieraonline.comCULTURA E SOCIETÀ

Nicola Iervasi tornain Italia con il suoThe Wave Whitin

La Calabria non ama i suoi artisti

Voce, danza e un sorriso, un percorso

complesso ecompleto quello

studiato eproposto dal

ballerinoroccellese

ai performeritaliani.

La proposta di intervento di riqualificazione urbana di PiazzaDuomo (Reggio Calabria) si presenta come una nuova oppor-tunità tecnico-architettonica per ridare lustro alla piazza anti-stante il duomo. Attualmente l'area si presenta come un comu-ne parcheggio incastonato tra due vie carrabili adiacenti i por-tici, spesso paralizzate dal traffico. Il restyling prevede l'amplia-mento della piazza in tutta la sua ampiezza, con la realizzazio-ne di un unico basamento in pietra locale chiara/scura che va acongiungere le due aree dei portici, quindi le eliminazioni dellestrade carrabili laterali fronte al duomo e dei marciapiedi. Solola Via T. Campanella rimarrà percorribile alle autovetture, larestante area sarà a totale carattere pedonale per donare unnuovo spazio libero e fruibile per intero alla cittadinanza.L'intervento permetterà di consegnare anche la giusta corniceall'imponenza del duomo, dedicando l'area antistante l'ingressoa spazio del sagrato in occasione delle festività religiose.L'idea base del progetto è quella di unificare e allo stesso tempodistinguere gli spazi relativi sia all'uso per il tempo libero (costi-tuiti essenzialmente dall'ampliamento della zona dei portici ecaratterizzati dalla pavimentazione a stralci in pietra scura, dalsusseguirsi dalle panche, aiuole e alberi); che lo spazio centralein corrispondenza dell'ingresso del duomo (adibito a sagrato econtraddistinto da una pavimentazione più compatta e di colo-re chiara). Questo progetto nasce dunque dall'esigenza e dallaconsapevolezza di dover creare uno spazio nuovo, fruibile, fun-zionale, per una nuova importante polarità urbana della città. Di particolare enfasi e attrazione cromatica sarà la piazza dinotte, in quanto concepita per essere vissuta ad ogni ora.L'illuminazione è prevista attraverso la successione di particola-ri luci omogenee incassate nel pavimento. Da un lato eviden-ziano il sistema dei portici laterali in un gioco di luci e ombre elinee parallele; mentre centralmente sottolineano la spazialitàdella nuova piazza in direzione con la scalinata centrale delduomo. L'intero sistema di illuminazione sarà sostituito con unnuovo impianto che prevede l'utilizzo di pali in acciaio coninnovative lanterne a risparmio energetico per dare un tocco ditecnologico ed eco-sostenibile all'intero intervento, insieme apostazioni di ricarica di bici elettriche e all'area wi-fi libre per laconnessione internet all'aperto.A coronamento del tutto un sobrio arredo urbano, con panchee sedute concentriche in corrispondenza dei filari degli alberi.Un luogo interamente pensato per la spazialità recuperata, losvago, il relax all'area aperta, davanti una suggestiva quintaarchitettonica di notevole pregio artistico quale il duomo. Iltutto va a riqualificare il tessuto urbano dando valore ai percor-si pedonali che si dislocano e ben si sposano in corrispondenzadel Corso Garibaldi adiacente, mantenendo una peculiaritàarchitettonica efficiente e di continuità con la giusta scelta dimateriali, colori, arredo urbano. Una continuità stilistica d'in-sieme di notevole peso artistico-architettonico.La proposta progettuale è opera di un gruppo di progettisti :arch. I.Tassone, ing. A.Taverriti, arch. M. Lo Curzo, ing. A.Toscano, insieme ad altri collaboratori e consulenti specializza-ti atti a trovare la migliore soluzione progettuale.

ARTE

&

DINTORNI...

KORALIRA : TRA MUSICA E TEATRO

Restyling urbano:nuova veste perpiazza Duomo a Reggio Calabria

di Domenico Spanò

«

Page 19: Riviera n° 04 del 26-01-2014

Corso di formazione gratuito

PAGLIACCI IN OSPEDALE

CON IL PATROCINIO DELLA PROVINCIADI REGGIO CALABRIA

Per informazioni e chiarimenti scrivere a [email protected] oppure chiamare il 3207042460. Le domande, corredate degli allegati, dovranno pervenire entro il 18 febbraio 2014 - via email all’indirizzo: [email protected]; - via posta ordinaria presso la sede legale: Associazione di Promozione Sociale Pagliacci Clandestini Freckles, via Frà G. Melacrinò n. 52. 89125 Reggio Calabria

Le selezioni si svolgeranno presso il Centro CulturaleNuvola Rossa di Villa San Giovanni il 22 e 23 febbraio 2014.

Una volta superata la fase selettiva la frequenza atutte le fasi del corso sarà a titolo gratuito.

L’associazione pagliacci clandestiniorganizza

Ilgruppo Pagliacci Clandestini Nasce aReggio Calabria e svolge le sue attivitàdi denuncia e sostegno in tutto il terri-

torio della città e della provincia reggina. Ilnome Pagliacci ClanDestini riassume la missiondel gruppo. Scomponendo la parolaClanDestini si hanno altri due significati: laparola “Clan” pensando al contesto calabreseindica l’appartenenza a gruppi malavitosi inquesto caso si vuole dare un significato positivo,dando un nuova memoria al termine. L’altraparola è “Destini” che rappresenta la magia del-l’incontro che si trasforma in un percorso di vita.L’Associazione realizza spettacolo teatrali, corsiper clown sociale, e laboratori pedagogici pressostrutture della città di Reggio Calabria e provin-cia, comunità per disabili, centri anziani etc. chea vario titolo si occupano di cura, accoglienza,recupero e prevenzione, di fasce deboli. Attivitàdi prevenzione e di educativa di strada nelle stra-de dei quartieri periferici del comune e dellaProvincia di Reggio Calabria. Inoltre svolge atti-vità di clown terapia presso il reparto pediatricodell’Azienda Ospedaliera “Bianchi-Morelli-Melacrinò” di Reggio Calabria.

IL CORSOL’Associazione di Promozione Sociale PagliacciClandestini Freckles di Reggio Calabria pro-muove il bando di partecipazione al corso“Pagliacci in ospedale”. L’idea di un corso, per-corso rivolto a persone che vogliono avvicinarsial poetico mondo del clown, nasce dal desideriodi fornire ai partecipanti un cammino persona-le, una crescita, la ricerca del loro sorriso interio-re per poi donarlo agli altri. Un lavoro di interio-rizzazione con l’obiettivo di conoscere prima sestessi e poi gli altri passando da giochi di fiduciaa giochi di comunicazione, da momenti in cui sivivono forti emozioni a improvvisazioni teatrali,momenti di interiorizzazione, e poi ancora tec-niche di clownerie, gag, ecc. Inoltre il laborato-rio mette al centro di tutto la persona in quantotale e la accompagna verso la pratica del viverequotidianamente in modo da poter assaporarel’essenza della via.

Il progetto verterà su una parte teorica e una pratica sui seguenti argomenti: Il Clown e la sua storia; Il Clown in ospedale; Vivere il reparto; Costruzione di un personaggio clown; Il trucco del clown; Uso dello spazio scenico; Giochi di fiducia; Giochi di comunicazione; Preparazione di una performance.

CONDIZIONI E REQUISITI: Verranno selezionate 40 persone, di età com-presa tra i 16 e 40 anni, sia occupate chedisoccupate, principianti o provenienti daipiù diversi ambiti dello spettacolo (teatro,circo, commedia, artisti di strada, musicisti,ballerini, teatro di burattini ecc), con eventua-le esperienza di lavoro con bambini di variefasce di età. Saranno riservati cinque postiper persone over 40.

CERTIFICAZIONE FINALE: Saranno rilasciati due attestati: Attestato dipartecipazione al percorso formativo e di par-tecipazione alla fase di tirocinio riservati acoloro i quali hanno frequentato almeno il90% del monte ore di entrambi.

Page 20: Riviera n° 04 del 26-01-2014
Page 21: Riviera n° 04 del 26-01-2014

DOMENICA 19 GENNAIO 21www.larivieraonline.comBENESSERE E SALUTE

SETTIMANALE

PilloleNaturopatiche

che vivono in famiglie dove si litiga, protezioneper i terapisti, protezione contro i batteri. Adattoai cambiamenti di vita e fisiologici. E’ il fiore della vita, e la vita è un cambiamentocontinuo. Dopo divorzi, separazioni, perdita dipersone care. Inizio dell’età pensionabile e iniziodi viaggi. Ottimo nel periodo della dentizione,pubertà, menopausa e gravidanza. La coscienza delle proprie finalità è chiara, ma laseparazione dal passato o da vecchie abitudini èdolorosa. Condizionati fortemente da circostanzeesterne, pericolo di condizionamento energeticodall’ambiente in cui si lavora. Con Walnut si avràla liberazione dai legami del passato, libertà divolare verso i nuovi orizzonti senza essere influen-zati dalle circostanze esterne. Disinvoltura e aper-tura verso le cose nuove, ottimo ausilio quando siviaggia, e per coloro che si sentono perseguitati dafatture, malocchi e forze occulte.Larch (larix decidua-larice), ultimo fiore del grup-po degli anarchici; la sua qualità è: autostima.“Non sono capace” è la frase tipica, sfiducia in séstessi, paura del fallimento. E’ il fiore per tutte leprove e le prestazioni di qualsiasi genere. Si dà agliuomini in caso d’impotenza. Sindrome del complesso d’inferiorità e d’impo-tenza. Ancorati ad esperienze negative del passa-to, si è convinti di non riuscire, di essere incapacinel fare qualsiasi cosa. Non si tenta neppure.Spesso è un’ovvia convinzione, non suffragatadalla presenza di incapacità reali. La mancanza di

tentativi crea fallimento e creazione di un circolovizioso. Incapacità di accettare e di approfittare dieventuali miglioramenti. Falsa modestia. Buonausilio prima degli esami, concorsi e interrogazio-ni. I bambini a scuola si sentono falliti, mandanosempre avanti la mamma “fai tu che sei capace!”.Con Larch utilizzo delle proprie possibilità, valu-tazione oggettiva delle possibilità e delle situazioni, fiducia e tenacia. Umiltà più consonaalla realtà.

Star of Bethlehem (Stella di Betlemme) è un fioreche sta solo, non fa parte di nessun gruppo. La suaqualità è: superamento del trauma. E’ il fiore piùconsolatore esistente, cura tutti i traumi esistenti,cura le ferite dell’anima, ripara le fratture dellospirito. Per il parto, per incidenti subiti o eventi traumati-ci inaspettati. La frase tipica è: “da quando è suc-cesso...io sto male!”. Alla nascita è ottimo per ilneonato. A volte i sintomi sopravvengono in cor-rispondenza del trauma e sono facilmente spiega-bili, a volte a distanza di tempo. La gravità o la fre-quenza dell’effetto traumatico può strutturareuna caratteriologia tipica. Malattie psicosomati-che dovute ad episodi traumatici; echi di esperien-ze sentimentali passate. Ottimo ausilio nei lavoridi regressione. Il sintomo che si avverte è tensionealla gola (traumi rimasti in gola). Con questo fioresi fa chiarezza mentale, si assume forza interiore,è il risveglio dal dormiveglia. Elimina i blocchienergetici e i residui. Rimette in moto il processodi autoguarigione. E’ chiamato il rimedio consola-tore dell’anima. Allevia i dolori. E’ il “sarto” chericuce tutto.Walnut (Juglans regia-noce), fiore del gruppodegli anarchici; la sua qualità è: cambiamento,protezione. Questi soggetti hanno difficoltà neicambiamenti, sentono forte l’influenza di circo-stanze esterne. E’ il fiore della protezione. Sono come spugne che assorbono la negatività.Ottimo per le donne in gravidanza, per i bambini

A cura di:Patrizia Pellegrini Naturopata BioterapiaNutrizionale®Presidente AssociazioneCulturale Tone www.associazione-tone.it [email protected]

Tanto tempo fa il filosofo ThomasHobbes rifletteva sul concetto latinodell’homo homini lupus. Secondo mesi riferiva a qualche litigata di lavoro. Avolte tra colleghi c’è un odio fortissimoe si ha l’impressione che tutti vadano ingiro armati fino ai denti, pronti a ficca-re un coltello nella schiena di qualcuno.Il libero mercato sarà anche una cosapositiva, ma la competizione uccide l’a-

micizia. Cerchiamo di scavalcare gli altri per ottenerepiù successo, anche a costo di passare sul cadavere deinostri avversari. Non bisogna chiamarsi don VitoCorleone per comportarsi così, basta essere un uomoche desidera uno stipendio migliore.Nel giornale dove ho lavorato a lungo c’era un malesse-re costante tra caporedattori e redattori. L’odio non èun sentimento nutriente: toglie forza e creatività ed èdannoso per l’ambiente. Coltivarlo è un po’ comeimpegnarsi con tutte le proprie forze per far crescere lagramigna. Meglio concentrarsi sulla bontà, la tolleran-za e l’amicizia. Ovviamente questi sentimenti spessonon trovano spazio in ufficio. Ma non dovremmo maicadere nella trappola di odiare tutte le facce odiose cheincrociamo nei corridoi. Ammetto, non è facile. Untrucco, però, è ricordarsi che anche i colleghi odiosi untempo sono stati bambini piccoli e dolci. Provate anchevoi. Invece del signore delle tenebre, diventate quellodella luce.

Amo il mio lavoro maodio quasi tutti i mieicolleghi. È normale?

cara

Milana

Dipendenza da computer: un rischio concreto,grave e sempre più diffuso. Sono sempre più fre-quenti i fatti di cronaca che raccontano di ragaz-zi in crisi da eccesso di uso del pc.I genitori devono porre dei limitiCome comportarsi di fronte a situazioni simili?Cosa deve fare un genitore per evitare che si arri-vi a situazioni come questa? I genitori dovrebbe-ro fissare delle regole per limitare l uso dei com-puter da parte dei loro figli: è il consiglio di AnnaOliviero Ferraris, docente di psicologia dell etàevolutiva all Università La Sapienza di Roma:“Bisogna dire ai figli che il computer si usa a talora, e in ogni caso non più di un certo tempo. I campanelli di allarme della dipendenza da pcSecondo la psicologa, la dipendenza dal compu-ter dei ragazzi si manifesta con aggressività quan-do si tenta di interrompere la loro attività, e conla mancata partecipazione ad esempio ad attivitàcome pranzi o cene. Ma perché alcuni ragazziarrivano a vivere una “simbiosi” con il pc tanto,come nel caso specifico, da dover richiederel intervento della polizia per staccarli dal com-puter? “Per molti il pc è una vera e propriadroga”, afferma Ferraris, “in cui si rifugiano per-chè ad esempio hanno problemi di relazione coni loro compagni. È il caso di chi non solo cercanuovi amici sulla rete, ma partecipa a giochi diruolo che li assorbono talmente tanto da volerrimanere svegli tutta la notte perché l allontana-mento dal pc, in questi giochi, comporta la per-dita di punti”. I consigli della psicologaIl fenomeno, ha ricordato Ferraris, è molto diffu-so in Giappone, dove è stato anche battezzatocon il nome “Hikikomori”, una sindrome checolpisce centinaia di migliaia di ragazzi tra i 15 edi 30 anni. Ai ragazzi La psi-cologa dà il consiglio di“restare sempre in guar-dia, la tecnologia è unacosa utilissima, ma puòassorbire molto e nonpuò far perdereil contatto conla realtà”.

Dipendenza da pc,come affrontarla

Il tè verde è buono e fa bene. Lemille proprietà di questa bevan-da di origine orientale e ormaiampiamente diffusa anche inOccidente, sono più che cono-sciute: antietà, depurativo, disin-tossicante. A fronte di tutti questivantaggi per la salute, tuttavia, siscopre ora che il tè verde portacon sé anche una controindica-zione non da poco per l'organi-smo: un'interazione con i farmacianti ipertensione, in particolarecon un principio attivo chiamatonadololo. Lo hanno scoperto iricercatori giapponesi autori di unpiccolo studio sull'uomo pubbli-cato sulla rivista scientifica"Clinical Pharmacology &Therapeutics".Lo studio: I test su 10 volontarihanno mostrato che l'efficaciadel medicinale è ridotta in chiassumeva tè verde in concomi-tanza con il farmaco. Un mecca-nismo confermato anche dastudi di laboratorio.Bastano 2 tazze per l'interazio-ne: Dunque i ricercatori sottoli-neano l'importanza di tenerconto di questa interazione.Come per altri medicinali, ilfoglietto illustrativo che accom-pagna il nadololo avverte chealcuni farmaci, tra cui i rimedi abase di erbe, possono interagirecon l'azione dell'antipertensivo.Ebbene, tra questi occorrereb-be inserire anche il tè verde.Secondo gli scienziati, un paiodi tazze di questa bevandasarebbero sufficienti per ottene-re l'effetto messo in luce dallaricerca.

Gli effetti positivi della musica dal punto di vista psichico e fisicosono noti da tempo. Se ne continuano tuttavia a scoprire dinuovi, alcuni dei quali dalle notevoli potenzialità terapeutiche.L'ultimo in ordine di tempo si deve al lavoro congiunto di dueteam di ricercatori australiani e francesi: dalla musicapop potrebbe arrivare un aiuto a recuperare lamemoria per chi ha avuto grossi traumi cerebrali.A dimostrarlo, uno studio dell'Università diNewcastle, in Australia, e dell'Università di Lille,in Francia, pubblicato sulla rivista scientifica"Neuropsychological Rehabilitation".

LO STUDIOGli studiosi hanno esaminato cinque personecon traumi cerebrali e cinque che erano sane.A entrambi i gruppi sono state proposte delle can-zoni scelte tra quelle che avevano ascoltato di più

nella loro vita ed è stato chiesto se le associavano a dei ricordi.Risultato: con l'eccezione di un solo caso, chi aveva subito untrauma cerebrale riusciva a richiamare alla mente gli stessi ricor-di di chi era perfettamente sano.

I RISULTATIIn generale i partecipanti allo studio riferivano di aver

associato le canzoni al ricordo di una persona o di unperiodo specifico della loro vita, insomma a frammen-ti della propria storia personale.

"I risultati di questo studio dimostrano che lamusica pop risulta uno stimolo efficace per

recuperare una memoria autobiografica ed èquindi uno strumento efficace per la riabili-tazione di chi soffre di amnesie conseguentia traumi cerebrali" spiega Amee Baird, che

ha condotto la ricerca.

Musicaquella pop aiuta la memoria dopo un trauma

Altro che "macho". Con buona pace di quelli chepensano che il maschio duro, quello che non devechiedere mai, quello che tratta la donna come un'an-cella, sia vincente in amore, la verità sarebbe l'esattoopposto. Il vero uomo, sotto le lenzuola, è quello chesi prende cura della casa come un perfetto casalingo.E più provvede alle faccende domestiche, più la suacompagna è soddisfatta dal punto di vista sessuale.Perché sotto le lenzuola si rivela formidabile.

Sesso, l'uomocasalingo ne fa

di più del macho

Entriamo nelmondo dei fiori di E. Bach

Il tè verde alteragli effetti

della pillola per lapressione

Page 22: Riviera n° 04 del 26-01-2014

POLAROIDPOLAROID

L’OROSCOPONEL’OROSCOPONE diGiuditta1

2

ARIETE#ANOS: traffico in congestione tra Largo LaGamba e Piazza della Panza Piena . Senso unicoalternato verso lo svincolo per San Culo Fuori leMura, possibili code nella parte posteriore di viaDella Strettoia. #ANOSunaStradaPerOgniCosa

TORO#coglioneNO? CoglioneSÌ

GEMELLI#LoSapeviGiàChe gli uomini usano l'amore perfare sesso e le donne usano il sesso per ricevereamore? Tutti usano i coupon per ottenere i paninidel @MacDrive

CANCROTuttoCalcio via @giuditta http://www.giuditta.htmlquindi il presidente dell'Inter ha appena deciso cheil miglior centrocampista dell'Inter è forte perchél'ha letto su Twitter. Andiamo bene

LEONEMargherita Margheriti: "Nella Bibbia c'è molta iro-nia. Isacco è un uomo contemporaneo" Amen ecos-sìssia @EffatàEditrice #ScrittoriDiScrittura#BracciaRubateAll'Agricoltura

BILANCIAWatch now live on NASA TV for the latest upda-tes on the #TDRS launch set for Thursday, 1/23:http://www.nasa.gov/ntv @machicazzosenefotte?Riepilogo_ Risposta_ Retweet_ Aggiungi aipreferiti_Altro #chémeglio

ACQUARIO@diceILsaggio : premio di maggioranza con spareg-gio e monocameralismo son buone cose imho - novoto preferenza però mi pare politicamente insoste-nibile, no? #nonlosappiamomanconoi

1- L’on. Giovanni Nucera gongola pensando allebufale ed alle ormai rinomate “patacche a macchiadi leopardo” della locride2- Il grande sindaco di Portigliola Rocco Luglio conla bella consigliera regionale Tilde Minasi in unmomento di pausa dei lavori 3- Complimenti agli amici Rosario Previtera e LuigiRubino che sono stati splendidi organizzatori del“clementine day”

BLOB

Per richieste di pubblicità rivolgersi a: PI GRECOComunication srl - Via Gramsci, 72/A info 0964383251

GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e deiloghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore non risponde pereventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc...

Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari.

STAMPA: Master Printing S.r.l. - Modugno (BA)DIFFUSIONE S.P. servizi - Gioiosa J.

EDITORE - No così srl - via D.Correale, 5 - 89048 Siderno (RC)

Registrata al Tribunale di Locri (RC) N°1/14

Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione dipreventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi

gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione,anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI

sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorionazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui siesprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi

direttamente responsabili.

3

RIVIERA

Direttore responsabile: ANTONIO TASSONEDirettore editoriale: ILARIO AMMENDOLIAIn redazione: ELEONORA ARAGONA, DOMENICO

MACRÌ, STEFANO MARZETTI.

COLLABORATORI: Ercole Macrì, Angelo Letizia, FrancoParrello, Daniele Mangiola, Franco Blefari, Lidia Zitara,

Patrizia Pellegrini, Walter Scerbo, Filomena Cataldo, DanielaFerraro, Domenico Spanò, Andrea Quattrone.

Gerenza

DI TWITTER

VERGINE[FOTO] Maldive, una spiaggia che sembra un cielostellato - Il fotografo Pe Pi Pong ha catturato questeimmagini mozzafiato #infartoFulminante @date-glil'ossigeno... http://ow.ly/2D8jfT

SCORPIONE@unGrilloInParlamento via Ansa News Agency_@ansa_topnews 26 min Grillo giovedì a Romaalla stampa estera: Conferenza trasmessa in strea-ming. Forse Grillo in Parlamento ?http://bit.ly/1cR04oD. Un grillo in parlamento è unGrillo Parlante?

SAGITTARIOIl Prosciutto San Daniele Dop si presenta in Usa:non sapeva parlare l'Inglese ed è stato fatto a fette.Via Avaaz Campagna per potenziare export, sumercato estero 13% nel 2013. Ecco perché al marketnon lo trovo mai #pregaSanDaniele

CAPRICORNOvia @Apiarium - Il Riso e l'Orchidea -

Bagnodoccia - blogs di cosmetici e bellezzah t t p : / / w p . m e / p 3 E F w t - 1 q z#comeAvremmoPotutoVivereSenza?

PESCIaforismi via @il Delicato: #Vaffanculo non è uninsulto, è una direzione. Un percorso. Un viag-gio. Forse l'inizio di una storia. Chissà. Voi inizia-te ad andare, intanto.

L’ANGOLO DI PARRELLO

Un’insegnantea Matera

È così una collega, Antonella, ha perso la vita nel crollo della palazzinadove abitava, a Matera. Un' edificio che aveva profonde crepe neimuri, ma nonostante ciò i sopralluoghi effettuati da tecnici avevanoescluso qualsiasi pericolo. Ma com'è possibile tutto questo? Noi ital-iani, a volte, sembra che ci affidiamo quasi alla casualità. Se tutto vabene, il destino é benevolo, altrimenti é ingrato e crudele. Noivogliamo ora ricordare la maestra Antonella che a soli 31 anni ha las-ciato la vita terrena, certamente non per sue responsabilità.

Franco Parrello

Page 23: Riviera n° 04 del 26-01-2014

Per i nostri affezionati lettoriun’inedita e bellissima immaginedella Via Jonio (A sbarra)di Sidernonegli anni 60. Già da allora le stradeerano trafficate...di biciclette...

LLAA SBARRSBARRAA DIDI SIDERNOSIDERNO ANNIANNI 6060

La nostra naturopata e collaboratrice Patrizia Pellegriniassieme al maitre Francesco Sculli e una produttrice dideliziose marmellate di “clementine”. L’occasione si è rivelatapropizia per uno scatto d’autore .

Momenti di confronto e di progettifuturi. I nostri amici stanno cercando ditrovare la quadratura del cerchio invista dei loro prossimi impegniprofessionali.

GGIORNALISTIIORNALISTI ININ AZIONEAZIONE

LALA NANATUROPTUROPAATTAA EE ILIL MAITREMAITREOFOFTheThe

BL

OB

BL

OB

WE

EK

WE

EK

1- Enzo Cannatà e Nino Sigilli,due amici che, quandos’incontrano, trovano sempre ilmodo di discutere piacevolmenteconfrontandosi sulle grandiquestioni culinarie meridionali 2- Il nostro amico editore de“L’Eco del Chiaro “StefanoRaschellà e il prete di Mammoladon Nicola3- Non tutti sanno che MaurizioBonetti è un artista completo.Suona quasi tutti gli strumentimusicali ed inoltre ha anchescoperto di possedere poterimagici. Il mago Gandalf con lasua “sfera di cristallo” riescesempre a prevedere il futuro.

MOMENTIMOMENTIDELLA SETDELLA SETTIMANATIMANA

L'avevo promesso ai fantasticiragazzi del Roccella se avessimovinto a Corigliano mi sarei buttatocon il solo costume sulla neve.Contento di aver mantenuto la miaparola. Raffaele

PROMISPROMISSIOSIO BBONIONI VIRIVIRI

ESTEST OBLIGAOBLIGATIOTIO

Il signor Albanesefotografato alla Gru inoccasione dellapresentazione dei nuovimodelli Hyundai

AA NEWNEW CCARAR ALLAALLA GRUGRU

Per chi ancoracrede che nonesistano i nostalgicidel “comunismo”ecco a voi il signorGatto da GioiosaJonica

AANCORNCORAA RROSOSSOSO

1

2

3

DOMENICA 26 GENNAIO 23www.larivieraonline.com

SETTIMANALE

di Filomena CataldoLOQUI E SPROLOQUI

Ogni persona dovrebbe averlo, ilvizio della memoria, intendo. Nonsoltanto perché il ricordo riempie lamente nei suoi spazi vuoti, maperché esso è capace di costruireimportanti barriere di difesa. Difesadalla violenza, dalla millanteria, dalrevisionismo casuale o voluto, dallediscussioni sterili e dalleinterpretazioni un po’ troppo libere.La memoria si costruisce con laricerca storica e la formazione distudenti ed insegnanti. Partiamodalle scuole ed edifichiamo unlaboratorio di memoria perché –come sosteneva Primo Levi - <<ogni uomo civile è tenuto a sapereche Auschwitz è esistito. Secomprendere è impossibile,conoscere è necessario>>. Non sitratta di parole dovute in prossimitàdel 27 gennaio ma di un’urgenza

educativa, una possibile via di fugaall’ormai dilagante refrattarietà.L’Olocausto di ieri non è affrancato

dall’olocausto di oggi, laddove inunico filone di scelleratezza prendeforma la malformazione del malenell’uomo. Gli immigrati diLampedusa nudi sotto gelide docce,il bambino di tre anni massacrato epoi bruciato nella macchina con ilnonno a Cassano allo Jonio, lamattanza umana delle terre dilaniatedalle faide ... non si tratta forse,ancora, di olocausto? Certamente si.E dunque, qui c’è l’urgenza dellamemoria. Raccontiamo ai nostriragazzi che a Ferramonti di Tarsia, aCosenza è esistito uno dei campi diconcentramento più importanti, ilpiù atipico perché in esso siconsiderava, nel limite del possibile,l’uomo. Raccontiamo che questoaccadeva in Calabria. Alimentiamoin loro la curiosità della conoscenza.Il vizio della memoria.

Il vizio della memoria

VANESSA RIITANO

Una mammaEbrea

Ti ho visto stamane col tuo pigiaminoa strisce, un po' sporco e sui piediabbondanteho rotto le file per starti vicinoma un fischio -e sul capo un colpo-assordante.

Ignoravo che fosse per l'ultima voltae ingenua ho sentito dentro il miocuoretra angoscia, dolore e disperazione

un barlume di luce, di speme unbagliore.La pioggia sul vetro è ben poco rumo-rese paragonata al fragore nel pettoora che apprendo il significato del fumo denso che aleggia sul tetto.Non sento le gambe, non sento ilrespironon sono null'altro che un tatuaggiovorrei, ma non posso, strapparmi i

capellinon ho dignità, la vita è un miraggio.

Da oggi una stella avrà il tuo bel nomeda oggi ogni nube sarà un tuo giochinoda oggi so solo che il cielo è più gran-derespiro più forte e così sopravvivo.

Vanessa Riitano

Open day per iscrizioni

Scuola dell'infanziaScuola primaria

CasanovaAnno scolastico

2014/2015Mercoledì

29 gennaio 2014Dalle ore 15.00 alle ore 16.00

Era una fredda mattina diNovembre. Il sole si intravedeva amalapena fra le nuvole e lungo lastrada, nella nebbia avanzava pianpiano un'automobile scura imbratta-ta di scritte. Ad un tratto si arrestò ene scese un uomo distinto e piuttostoalto, che aveva(e questo mi parvealquanto strano) un simbolo cucitosulla parte sinistra del suocappotto:era una stella, quella a seipunte, la stella di David, simbolodella religione ebraica. “Ebraico” unaggettivo da sottolineare.Quell'uomo si avviava verso il suonegozio ma lo aspettava una bruttasorpresa. Appena si avvicinò peraprire, come ogni mattina, la sua atti-vità, quella di sarto, si accorse che lavetrina era rovinata a terra in millepezzi e dentro vi era la confusione

più totale. In particolare poi unascritta compariva sul muro:”Giudeo,la vacanza a Mauthausen, ti aspetta!L'uomo, con le lacrime agli occhi,aveva intuito che era stata la teppa-glia nazista a compiere quell'attovandalico e inquietante. Così salìnuovamente sull'auto e si avviò versocasa, alla periferia di Vienna. Adaspettarlo c'erano la moglie e i suoidue figli, rimasti a casa, per via deitafferugli che si susseguivano di con-tinuo per le strade e per le aggressio-ni di cui erano oggetto gli ebrei . Lamoglie Miriam , aveva un caratterechiuso, piuttosto timido, sembravafosse sempre impaurita.

Maria Luisa Mazzaferro

L’articolo completo su www.rivieraweb.it

La stella a sei punte diDavid simbolo ebraico

Page 24: Riviera n° 04 del 26-01-2014