La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea...

28
La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ecologiche creando relazioni di giustizia, adottando attenzione e cura per il pianeta che ci è stato offerto in dono temporaneo per lasciarlo in eredità all’umanità futura rappresenta una missione, anche etica, da compiere per dare un significato al nostro passaggio sulla Terra”. Giorgio Grimaldi Docente di Storia delle Relazioni Internazionali Università della Valle D’Aosta

Transcript of La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea...

Page 1: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

La politica ambientaledell’Unione Europea

“Decidere di diventare cittadini, società, istituzioniecologiche creando relazioni di giustizia, adottandoattenzione e cura per il pianeta che ci è stato offerto

in dono temporaneo per lasciarlo in ereditàall’umanità futura rappresenta una missione, ancheetica, da compiere per dare un significato al nostro

passaggio sulla Terra”.

Giorgio GrimaldiDocente di Storia delle Relazioni

Internazionali Università della Valle D’Aosta

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 205

Page 2: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 206

Page 3: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

La polticaambientaledell’UnioneEuropea

Giorgio Grimaldi

1. Introduzione: la tutela dell’ambiente, il diritto internazionale prima del 1972e l’emergere di una sensibilità ecologica

La tutela dell’ambiente è emersa, anchein epoche passate, come un’attivitàumana finalizzata sia alla cura e allasalvaguardia del territorio, sia almantenimento di condizioni igieniche esanitarie idonee alla vita dellecomunità. L’introduzione di sostanzerilasciate nell’atmosfera (si pensi, adesempio, all’inquinamento prodottodalla fusione del piombo in epocaromana nel bacino del Mediterraneoche raggiungeva addirittura le regioniartiche) o disperse nelle acque, losfruttamento intensivo dei terreni o diminiere, la caccia indiscriminata adalcune specie animali o altri generi dimodificazioni o influenze dell’uomosull’ambiente hanno inoltre sempreavuto, in diversa misura, un impatto“transfrontaliero”, ossia capace ditrasmettersi e propagarsi, o comunqueincidere, sugli ecosistemi a prescinderedai confini statali o geografici attraversogli elementi fisici e naturali. Le ripercussioni sull’ambiente sonoaumentate in maniera considerevole apartire dalla rivoluzione industriale cheprodusse un salto di qualità tecnologicoenorme - consistente soprattutto nello

sfruttamento dell’energia inanimata afini produttivi attraverso macchine ingrado di convertire in energiameccanica giacimenti di combustibilifossili creatisi nell’arco di centinaia dimilioni di anni in sostituzione di quellabiologica (o animata dell’uomo o dianimali addomesticati) e di sistemipoco efficienti di utilizzo del vento edell’acqua e dell’uso dell’energiachimica proveniente dal legno e dallebiomasse per generare calore. Taleprogresso, già preceduto da unacontinua e forte espansionedell’economia e del commercio iniziatasin dal XVI secolo con la conquista e losfruttamento coloniale del continenteamericano, portò all’incremento eall’accelerazione degli scambieconomici, trasferendo rapidamente lemerci attraverso nuovi sistemi ditrasporto come le ferrovie. L’impattoambientale, a causa soprattutto delleemissioni di biossido di carbonio edell’uso massiccio del petrolio haprogressivamente raggiunto nel corsodel XX secolo proporzioni giganteschetanto da essere ormai indicato come ilprincipale responsabile di uncambiamento climatico, attualmente inatto in tempi rapidi e con conseguenzegravi per intere popolazioni colpite daeventi meteorologici disastrosi conmaggior frequenza che in passato (adesempio fenomeni quali la penuria diprecipitazioni e l’incremento deiprocessi di desertificazione) o costrettea privarsi di importanti risorse naturali(acqua, flora e fauna) sempre più scarseo in via di esaurimento. Ilriscaldamento del pianeta che sembraaver assunto una dinamica

Il Tempietto 207

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 207

Page 4: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

208 Il Tempietto

pianeta, dove l’uomo si è spinto aprodurre, nel XX secolo, un livello diconsumo energetico notevolmentesuperiore a quello dell’intero millennioche lo ha preceduto con la ricaduta diun forte inquinamento da combustibilifossili e determinando enormidisuguaglianze tra diverse aree delmondo. Se questa situazione e l’emergere digravissimi episodi di inquinamento(manifestatisi, soprattutto dagli anni’50) hanno stimolato una sensibilitàambientalista ed ecologista sempremaggiore, tesa a mettere sotto accusa ea correggere o rifiutare un modello disviluppo energivoro e consumistafondato esclusivamente sulla crescitaeconomica e sul profitto a brevetermine, contribuendo alla prevenzionedi questi fenomeni, allo studio dellecause, delle interrelazioni tra fattorinaturali e umani e conseguentementealla ricerca di azioni da adottare persalvaguardare l’ambiente,parallelamente e in conseguenza di ciògli Stati hanno sviluppate politichepubbliche ambientali al fine dimigliorare la qualità della vita edell’ambiente. Sin dalla metà del XIX secolo, inoltre,primi piccoli passi erano stati mossi perla regolamentazione e la gestionecomune di alcune risorse naturali alivello internazionale da parte degliStati, in particolare i corsi d’acquacondivisi: in Europa vennero, infatti,costituite le commissioni internazionalifluviali per il Danubio, il Reno, l’Oder el’Elba, inizialmente con il compito diregolare la navigazione e poitrasformate in organi di tutela

preoccupante risulterebbe dipendere,con una ormai larga probabilità,dall’emissione di gas a effetto serrariconducibili quasi totalmente adattività umane.Con l’aumento straordinario dellapopolazione mondiale sin dalla fine delXVIII secolo, acceleratosiprogressivamente nel corso del XXsecolo, favorito anche dalla protezioneofferta dalle scoperte e dalleapplicazioni mediche e sanitarie e dalconseguente innalzamentodell’aspettativa media di vita (anche sesoltanto nelle parti del pianeta piùricche e cioè l’America del Nord el’Europa e in misura minore in altrezone), l’impatto umano sull’ambiente siè modificato non soltantoquantitativamente ma qualitativamente.Lo sfruttamento crescente eindiscriminato dell’ambiente da partedei paesi industrializzati si è imposto inseguito all’esaltazione del dominiodell’uomo sulla natura e sulle altrespecie viventi e all’adesione a unavisione fiduciosa in un progressocontinuo delle capacità e delle tecnichefinalizzate alla produzione e alsoddisfacimento dei bisogni, affermatasisin dal razionalismo cartesiano nelXVII secolo e consolidatasi poi perdivenire paradigma fondante delleattività economiche nelle società delmondo occidentale dal XVIII secolo.L’illusione di poter accedere a risorsepotenzialmente illimitate e la pratica diusare l’ambiente senza preoccuparsi dicontenere l’utilizzo di beni comunquescarsi e di reintegrare e rispettare iprocessi biologici naturali hannocontribuito all’aggravarsi dello stato del

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 208

Page 5: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

209Il Tempietto

biossido di zolfo della fonderiacanadese Smelser (caso della Fonderiadi Trail). Ciononostante l’ambiente nonrappresentava ancora una priorità e nonera al centro degli interessi politici ediplomatici, tanto che lo Statuto delleNazioni Unite del 1945 non incluse lasua tutela tra gli obiettivi della nascenteorganizzazione. I trattati e leconvenzioni internazionali riguardantideterminati ambienti e situazionirilevanti sotto il profilo ecologico che sisuccedettero fino alla fine degli anni’60 erano prevalentemente indirizzati aregolamentare alcuni particolari settorio problemi in un’ottica utilitaristica edeconomica. Con la progressivadecolonizzazione era stato peraltroribadito il dirittodell’autodeterminazione dei popoli eagli Stati divenuti indipendenti venivariconosciuto il diritto alla sovranitàpermanente sulle risorse naturali daesercitarsi “nell’interesse del lorosviluppo nazionale e del benesseredelle popolazioni” (punto 1 dellaDichiarazione sulla sovranitàpermanente degli Stati sulle proprierisorse naturali quale elementocostitutivo del diritto diautodeterminazione allegata allarisoluzione 1803 –XVII dell’Assembleagenerale delle Nazioni Unite del 14dicembre 1962 e Carta dei diritti edoveri economici degli Stati adottatadalla medesima Assemblea nel 1974). Uno dei primi e più importantiinterventi legislativi di politicaambientale in Europa, approvato dopoche a Londra lo smog (termine coniatonel 1905 e costituito da smoke, “fumo”e fog “nebbia”) aveva provocato

ambientale come la Commissionecentrale di navigazione del Renoistituita nel periodo compreso tra il1815 e il 1831 e, dopo la costituzionedi un forum intergovernativo nel 1950tra i paesi attraversati dal fiume(Francia, Germania, Lussemburgo,Paesi Bassi, Svizzera), divenuta, conl’Accordo di Berna del 1963, laCommissione internazionale per laprotezione del Reno control’inquinamento (alla quale aderirà poianche la Comunità economica europeanel 1976). All’inizio del secolo XX tanto laprotezione di specie animali a rischio diestinzione, quanto l’uso e la gestione diparticolari risorse naturali divennerooggetto di trattati multilaterali econvenzioni e diverse iniziative furonointraprese per dar vita ad unacooperazione internazionale ambientale.Soltanto il 5 ottobre 1948 però, sotto gliauspici dell’UNESCO e collegata alsistema delle Nazioni Unite vennecreata l’Unione internazionale per laprotezione della natura (UIPN),un’organizzazione costituita darappresentati di Stati, organizzazioniintergovernative nazionali einternazionali, poi ribattezzata nel 1956Unione per la conservazione dellanatura (UICN) e nel 1996 Unionemondiale per la natura, con sede primaa Bruxelles e poi in Svizzera. La prima sentenza internazionale chestabilì per uno Stato il principio deldivieto ad inquinare al di fuori deipropri territori fu la decisione arbitraledell’11 marzo 1941 sulla controversiadei danni prodotti negli Stati Uniti(Stato di Washington) dalle emissioni di

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 209

Page 6: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

210 Il Tempietto

irreparabili a luoghi, paesaggi, interiecosistemi compromettendone lecondizioni di vita di vegetali, animali edell’uomo stesso) da scienziati (come labiologa Rachel Carson, autrice nel1962 del celebre libro “Primaverasilenziosa” che riuscì ad imporreall’attenzione le conseguenze nocivedella permanenza di sostanze chimichenella catena alimentare degli ecosistemie successivamente a far bandire l’usodel DDT in agricoltura), movimenti,associazioni, gruppi ecologisti, comitaticivici. Contemporaneamente iniziaronoa delinearsi iniziative e politiche diintervento nei singoli paesi e a livellointernazionale. Tra la fine degli anni ’70 e lungo glianni ‘80 nacquero in Europa diversipartiti verdi che elessero lororappresentanti al Parlamento europeo(PE) sin dal 1984 (confluitinell’eterogeneo Gruppo Arcobaleno) eriuscirono a costituire il primo GruppoVerde al PE nel 1989, divenuto daallora una presenza stabile nelpanorama politico comunitario ericostituitosi dal 1999 come GruppoVerdi/Alleanza Libera Europea aseguito della cooperazione stabilita conformazioni politiche regionaliste (dopole elezioni europee del 2009 conta 55eurodeputati - oltre il 7% degli eletti –e rappresenta la quarta componentepolitica del PE dopo popolari, socialistie liberaldemocratici). Soprattutto aseguito del percepito rischio nucleare edopo l’incidente al reattore diChernobyl del 26 aprile 1986 con ladispersione di sostanze radioattive chefece scattare misure d’emergenza intutto il continente, ma anche a causa

direttamente e indirettamente giàmigliaia di vittime, in particolare nellasettimana compresa tra il 4 e il 10dicembre 1952 quando si registrò ildecesso di circa quattromila persone, fuil Clean Air Act del 1956 in GranBretagna che provvide a limitare leemissioni tossico-nocive prodotte dalcarbone e a migliorare dopo alcuni annila situazione esistente, grazie alcambiamento del modello energetico(ricorso ad altre fonti e soprattutto alpetrolio al posto del carbone). Nellostesso paese una decisa azione dirisanamento e bonifica delle acque delTamigi portò a buoni risultati.Sin dalla fine degli anni ’60 e dai primianni ’70 l’aumento dei disastri ecologici(tra i quali, ad esempio, il naufragiodella petroliera Torrey Canyon a sud-ovest delle coste dell’Inghilterraavvenuto il 18 marzo 1967 tra le isoleScilly e Land’s End nel canale dellaManica che colpì la Cornovaglia e laNormandia devastandone le risorsebiologiche marine a seguito dellosversamento in mare di 120.000tonnellate di petrolio e il graveinquinamento delle acque del Reno,fonte importante di approvvigionamentoidrico, provocato nel 1969 dallapercolazione di grandi quantità disostanze tossiche) determinò laformazione di una sensibilitàambientalista a livello locale esovranazionale tra larghi stratidell’opinione pubblica, dovuta inparticolare all’opera di educazione epromozione svolta (unitamenteall’attività concreta di tutela e didenuncia nei confronti di abusi edanneggiamenti gravi e spesso

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 210

Page 7: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

211Il Tempietto

“miglioramento costante dellecondizioni di vita” e includeva tra icompiti della Comunità la promozionedi “uno sviluppo armonioso delleattività economiche, una continua ebilanciata espansione, un aumentodella stabilità, un crescita acceleratadel tenore di vita”;

- l’articolo 30 (ora art 36 TFUE), chestabiliva che le disposizioni perl’attuazione del mercato comune nonavrebbero precluso il ricorso a limiti orestrizioni in altri settori tra i quali,“la protezione della salute e della vitadegli uomini, degli animali e dellepiante”;

- l’articolo 100 (ora art. 115 TFUE),che consentiva al Consiglio deiMinistri su proposta dellaCommissione europea e dopo averconsultato il Parlamento europeo e ilComitato economico e sociale, distabilire direttive idonee a ravvicinarele legislazioni nazionali in funzionedella realizzazione del mercatocomune:

- l’articolo 235 (ora art. 352 TFUE),che rendeva possibili interventilegislativi comunitari riguardantiazioni non previste dagli scopicomunitari originari, ma necessarieper poterli raggiungere.

Alcuni riferimenti all’ambiente eranoinvece stati inseriti negli articoli 54 e55 del Trattato istitutivo della Comunitàeconomica del carbone e dell’acciaio(CECA) del 1951 e in quello istitutivodella Comunità europea per l’energiaatomica (CEEA o Euratom). La primadirettiva comunitaria su un problemaambientale fu adottata nel 1959 inmerito alle radiazioni ionizzanti ed

della pressante richiesta di politicheambientali nazionali e internazionalivoluta dall’opinione pubblica, l’ecologiapolitica fece il suo ingresso nelleistituzioni, mentre contemporaneamenteil numero e la crescita di associazioni emovimenti ambientalisti ed ecologistisorti soprattutto tra gli anni ’60 e glianni ‘80 (in particolare il WWF, gliAmici della Terra e Greenpeace)conobbe una crescita inedita eimpetuosa.

2. Lo sviluppo delle politiche ambientali nelle Comunità europee nell’ambito dellapolitica internazionale per l’ambiente e i primi Programmi d’azione

Nei Trattati di Roma del 1957, istitutividelle Comunità europee, la protezionedell’ambiente non veniva direttamenteprevista tra le finalità delle nuoveorganizzazioni poiché, da un lato, nonera considerata un problema prioritarioe, dall’altro, l’integrazione europea siprefiggeva il compito di realizzare unmercato unico fondato sul principiodella libera concorrenza. Tuttavia laComunità europea iniziò presto adoccuparsi di questioni ambientalimediante iniziative indirette, attraversol’applicazione congiunta di quattroarticoli del Trattato CEE:- l’articolo 2 (ora art. 3 del Trattato

dell’Unione europea – TUE – primaparte delle due delle quali sicompone il Trattato di Lisbona,entrato in vigore nel dicembre 2009,insieme al Trattato sul funzionamentodell’Unione europea – TFUE), chesottolineava l’importanza di un

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 211

Page 8: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

212 Il Tempietto

ecologica generale e della necessità diarmonizzare e rendere più efficacialcune misure già adottate. Nel luglio1971 la Commissione europea, dopoaver recepito le indicazione di unGruppo di lavoro per l’ambientecostituito al suo interno e presieduto daAltiero Spinelli (il principale federalistaeuropeo italiano e a quel tempoCommissario europeo) e che annoveravatra i suoi partecipanti anche l’olandeseSicco Mansholt padre della PoliticaAgricola Comune (PAC), presentò alConsiglio dei ministri un memorandumche individuava per la prima volta laprotezione dell’ambiente come obiettivodella Comunità europea, pur inmancanza di norme in merito neiTrattati (Comunicazione 2616 del 22luglio 1971). Il 1972 rappresentò un anno di svoltaper la tutela dell’ambiente e l’inizio diuna politica internazionale ambientale.Il 22 aprile di quell’anno venneproclamata negli Stati Uniti la Giornatadella Terra (Earth Day) e per la primavolta a livello mondiale venne indicatacome sfida la necessità di salvare gliequilibri naturali. Dal 5 al 16 giugno, aStoccolma, si riunì la Conferenzamondiale sull’ambiente umano indettadalle Nazione Unite che adottò laDichiarazione di principi, contenente alprincipio 21 una limitazioneall’autodeterminazione degli Stati (“gliStati hanno il diritto sovrano di sfruttarele loro risorse secondo le loro politicheambientali” e “il dovere di assicurareche le attività esercitate nei limiti dellaloro giurisdizione o sotto il lorocontrollo non causino danniall’ambiente di altri Stati o in aree al di

obbligava la Comunità europea perl’energia atomica (Euratom) a stabiliredegli standard per la protezione dellasalute dei lavoratori e della popolazionea rischio di esposizione, per monitorarel’aria, l’acqua e il suolo e tenereinformata la Commissione sui piani dismaltimento dei rifiuti radioattivi, inbase all’articolo 2, comma b del TrattatoEuratom, che indicava la necessità distabilire uno standard di sicurezzauniforme per proteggere la salute deilavoratori e delle persone, e all’articolo30 dello stesso Trattato che prescrivevala definizione di standard di base per laprotezione della salute dei lavoratori edel pubblico, in generale, dai pericoliderivanti dalle radiazioni ionizzanti. Inambito CEE, invece, la prima direttivaambientale fu quella adottata per laclassificazione, l’imballaggio el’etichettatura delle sostanze chimichepericolose (Direttiva 548 del 1967). Trail 1957 e il 1972 vennero poi approvatealcune direttive riguardantiprincipalmente la determinazione disoglie massime di emissione per alcuniagenti inquinanti come i gas di scaricodei veicoli a motore e i rifiuti agricoli eindustriali o limiti accettabili perl’inquinamento acustico.Con l’inaugurazione di un periodo diapertura alle riforme comunitarieavvenuta al vertice dell’Aja (Conferenzadi capi di Stato e di governo dei paesimembri della Comunità europea) deldicembre 1969 che riapriva laprospettiva dell’allargamentocomunitario e delle riforme istituzionali,la protezione dell’ambiente iniziò atrovare attenzione, sulla sciadell’aumentata consapevolezza

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 212

Page 9: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

213Il Tempietto

all’informazione, la partecipazione delpubblico al processo decisionale el’accesso alla giustizia in materiaambientale. I trattati e le convenzioniinternazionali sull’ambiente sonoproliferati negli ultimi decenni dandovita a diversi regimi giuridici,stabilendo impegni e assunzione diresponsabilità normative da parte degliStati contraenti in ogni ambito suiniziative delle agenzie specializzatedell’ONU, spesso sull’onda diemergenze internazionali come nel casodelle Convenzioni di Vienna del 1986sulla notifica tempestiva di incidentinucleari e l’assistenza in casi diincidenti nucleari o emergenzaradioattiva, firmate esattamente cinquemesi dopo la catastrofe di Chernobyl.Tra le più importanti vanno ricordate laConvenzione di Parigi sulla protezionedel patrimonio culturale e naturalemondiale adottata dall’UNESCO nel1972 (ispirata al principio disussidiarietà e indicante la nozione dipatrimonio naturale universale e che haistituito un Comitato intergovernativoper la tutela del patrimonio culturale enaturale mondiale e una lista delpatrimonio mondiale), la Convenzionedi Washington del 1973 sul commerciointernazionale delle specie di fauna eflora selvatiche in via di estinzione(CITES), la Convenzione di MontegoBay del 1982 sul diritto del mare checontiene norme specifiche sullaprotezione dell’ambiente marino edefinisce patrimonio comunedell’umanità i fondi marini in acqueinternazionali, la Convenzione di Bonn(1979) sulla conservazione delle speciemigratrici appartenenti alla fauna

fuori dei limiti delle giurisdizioninazionali”), e il Piano mondiale diazione ambientale, ai quali seguirono lanascita di un Programma delle Nazioniper l’ambiente (UNEP), istituitodall’Assemblea generale nel 1972 comeorgano autonomo e con una propriastruttura (Direttore generale e Consigliodi amministrazione con sede a Nairobiin Kenia) con funzioni di studio,assistenza tecnica e legislativa rivoltaall’elaborazione di progetti diconvenzione da sottoporre agli Stati (daiquali, con successo, sono scaturiti, adesempio, la Convenzione di Viennasulla protezione della fascia d’ozono del1985 e il Protocollo di Montreal del1987 sui clorofluorocarburi responsabilidell’assottigliamento dell’ozonosfera esono stati avviati anche il Programma diMontevideo sullo sviluppo del dirittoambientale e il programma sullosviluppo dei mari regionali che ha datoorigine alla Convenzione di Barcellonadel 1976 sulla tutela del MarMediterraneo), e l’adozione della Cartamondiale della natura nel 1982. LeNazioni Unite proseguirono il loroimpegno ambientale anche attraversocommissioni economiche regionaliformate a latere del Consiglioeconomico e sociale, tra le quali varicordata la Commissione economicaper l’Europa (UNECE) al cui internofurono negoziate la Convenzione diGinevra (1979) sull’inquinamentoatmosferico transfrontaliero a lungadistanza per la prevenzione delle pioggeacide, la Convenzione di Espoo (1991)sulla valutazione d’impatto ambientaletransfrontaliero e la Convenzione diAarhus (1998) sull’accesso

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 213

Page 10: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

214 Il Tempietto

aperta la strada al varo della politicaambientale comunitaria: nel 1973 laComunità si dotò di un programmad’azione per l’ambiente, all’interno dellaDirezione generale per la politicaindustriale (DGIII) della Commissioneeuropea venne costituito un Servizio perl’Ambiente e la Protezione delConsumatore e l’italiano Carlo ScarasciaMugnozza, già europarlamentare eall’epoca vicepresidente dellaCommissione europea, venne designatoquale primo commissario europeo per lapolitica ambientale, mentre all’internodel Parlamento europeo si costituì laCommissione per l’Ambiente.Dal 1973 sono stati adottati, conrisoluzioni del Consiglio dei Ministri suproposta della Commissione, seiprogrammi d’azione europei che, tranneil primo molto dettagliato e rimasto inbuona parte inattuato, hannorappresentato quadri di riferimentogenerali, (ma non direttamentevincolanti, sotto il profilo giuridico, gliStati membri) recanti principi e finalitàdelle politiche di settore interessate,sulla base dei quali implementare lepolitiche ambientali attraverso atti dotatidi potere normativo differenziato e cioè: - regolamenti (atti di portata generale e

con efficacia erga omnes,immediatamente applicabili evincolanti gli Stati membri);

- direttive (atti normativi ad efficacianon immediata e privi di portatagenerale e che obbligano lo Statomembro al quale si rivolgono araggiungere un determinato risultatolasciandolo più o meno libero discegliere i mezzi e la forma più adattia raggiungerlo, contenenti misure e

selvatica ed infine la Convenzione diBerna (1979) relativa alla conservazionedella vita selvatica e dell’ambientenaturale in Europa. Questa prima faseevolutiva del diritto internazionale vieneanche definita di “funzionalismoambientale”, poiché contraddistinta dadiversi trattati settoriali volti a preveniredeterminate tipologie di danni.Nel 1972 venne anche pubblicato ilcelebre Rapporto Meadows, intitolato “Ilimiti della crescita” e redatto dascienziati del Club di Roma, chesegnalò i rischi connessi all’esaurimentodelle risorse naturali verso il quale lacrescita economica incontrollata stavaconducendo l’umanità. Lo studioprendeva in considerazione diversifattori interagenti tra loro: l’aumentodella popolazione, il capitale industriale,la produzione alimentare,l’inquinamento e il consumo di risorsenaturali.Il 31 ottobre 1972, al vertice europeo diParigi tra i capi di Stato e di governo, ipaesi della Comunità europea, supressione della delegazione tedesca econ l’accordo dei tre paesi in procinto dientrarvi (Danimarca, Gran Bretagna eIrlanda), decisero di iniziare unapolitica ambientale comune affermandoche “la crescita economica non è fine ase stessa”, incaricarono la Commissionedi formare una struttura amministrativaad hoc e di regolare la materia edichiararono che l’espansioneeconomica prevista dall’art. 2 delTrattato CEE avrebbe dovuto quindirealizzarsi con un miglioramento dellaqualità della vita, con una particolareattenzione “ai valori intangibili e allaprotezione dell’ambiente”. Veniva così

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 214

Page 11: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

215Il Tempietto

comunitaria per l’ambiente (1973-1976)adottato dal Consiglio delle Comunitàeuropee intendeva soprattutto affrontarela lotta all’inquinamento delle acque edell’aria ed eliminare o limitare glieffetti negativi prodotti, per esempio,dagli scarichi agricoli e industriali, dalleemissioni di gas nocivi edall’inquinamento acustico. In essoerano inseriti un accenno al principio disussidiarietà, successivamente divenutoun elemento essenziale perl’integrazione europea e le singolepolitiche, e un altro all’urgenza ditrovare soluzioni comuni per problemiambientali internazionali (per esempio ilfenomeno delle cosiddette piogge acide,particolarmente grave nellaSchwarzwald, la Foresta Nera nellaRepubblica Federale Tedesca). Suoprincipale obiettivo era quellodell’azione preventiva volto ad eliminareeventuali barriere alla costruzione dellibero mercato prodotte da differentilegislazioni ambientali nazionali e adimpedire differenze normative tra i varipaesi membri che potessero attribuirevantaggi competitivi ad uno Stato inveceche ad un altro. In questa situazione,quindi, le politiche ambientalicomunitarie rivestivano un ruoloaccessorio, prive di una loro autonomiariconosciuta, sia dal punto di vistaformale che da quello operativo. Il secondo programma d’azione (1977-1981) si concentrò maggiormente suprevenzione, ricerca scientifica incampo ambientale, cooperazioneinternazionale e tra gli Stati europei esullo studio di un sistema di valutazionedi impatto ambientale (VIA) chedivenne oggetto della Direttiva 337 del

norme da recepire attraverso legginazionali nei singoli ordinamentistatali e strumenti principali adottatiper lo sviluppo delle politicheambientali comunitarie);

- decisioni (atti obbligatori in tutti i suoielementi ma, diversamente dairegolamenti, indirizzati soltanto aidestinatari identificati in essi e dotatidel carattere di atti di esecuzione deldiritto comunitario)

- raccomandazioni (atti non vincolanti). Vanno peraltro distinte quattro diversetipologie di direttive impiegate nellepolitiche ambientali europee rispondentia esigenze differenti:- direttive concernenti la disciplina

generale del diritto ambientaleeuropeo finalizzate alla creazione diun complesso omogeneo di principi emisure europee di protezioneambientale;

- direttive settoriali relative aindividuare norme comuni percontrastare singole forme diinquinamento e che, di fatto, hannorappresentato il numero più cospicuotra le direttive ambientali degli ultimidecenni;

- direttive volte ad integrare strumentigiuridici con misure economiche einiziative volontarie di enti pubblici eprivati;

- direttive specifiche su situazionimateriali meritevoli di tutela (peresempio l’individuazione dei Siti diinteresse comunitario da proteggereper le particolari condizioni di pregio,la protezione della fauna selvaticamigratoria o delle specie a rischiod’estinzione ecc.).

Il primo programma d’azione

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 215

Page 12: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

216 Il Tempietto

Direzione Generale XI (DGXI), alloscopo di gestire le iniziative per la tutelaambientale e si affermò gradatamente,con sempre maggior successo e risorse,come il principale “attore” del policymaking ambientale comunitario. Se le prime direttive in materiaambientale rispecchiavanomaggiormente la necessità di garantirenorme e riferimenti comuni in omaggioai principi del Trattato CEE esoprattutto a garanzia della liberacircolazione dei beni e delle merci,benché alcune si discostassero daquesto obiettivo come la Direttiva 409CEE del 1979 concernente la protezionedegli uccelli selvatici del 1979 - laprima ad occuparsi specificamente dihabitat naturali e fauna, la qualeaffermava che la preoccupantediminuzione di molte specie di uccelliselvatici “rappresenta un serio pericoloper la conservazione dell’ambientenaturale in particolare perché minacciagli equilibri biologici” e stabiliva all’art.14 che “gli Stati membri possonoprendere misure di protezione piùrigorose di quelle previste dallapresente direttiva”, precorrendo ilprincipio di maggior protezioneambientale, più tardi riconosciuto alivello comunitario – a partire dagli anni’80 direttive e regolamenti divenneroimportanti strumenti di impulso atti astimolare significative e specificheazioni di politica ambientale nei singolipaesi, finendo sostanzialmente perinvestire un ampio spettro di settorid’intervento. La Corte di Giustizia tornò,senza equivoci, a definire la tuteladell’ambiente come “uno degli scopiessenziali della Comunità” in una

1985, successivamente modificata. LaVIA, che introdusse per la prima voltaall’art. 3 una definizione implicita diambiente considerato come l’insieme dideterminati fattori (uomo, flora, fauna,suolo, acqua, aria, clima, paesaggio),delle loro relazioni tra loro e dei benimateriali e del patrimonio culturale,divenne il punto di riferimento dellapolitica comunitaria col terzoprogramma d’azione (1982-1986),adottato nel 1983, definitivamentediretto all’azione preventiva e allasalvaguardia delle risorse naturali(indipendentemente dalla loro valenzain riferimento al mercato comune), aintegrare la politica ambientale nellealtre politiche comunitarie,sottolineandone l’importanza perl’occupazione e l’economia eindividuando priorità e tipi di interventiadeguati alle specificità regionali. Nel 1980 la Corte di Giustizia delleComunità europee sancì definitivamentela compatibilità del ricorso all’art. 100(riavvicinamento delle legislazioninazionali) e all’art. 235 (poteri implicitiper il conseguimento delle finalità dellaComunità) e la necessità di uniformarele legislazioni nazionali in materia ditutela ambientale per difendere laconcorrenza, con la previsione di oneriper le imprese inquinanti (causa 91/79– Commissione contro Repubblicaitaliana in risposta al rifiuto dell’Italia dirispettare il termine di adeguamento alladirettiva sulla biodegradabilità deidetergenti, contestata dall’Italia sullabase dell’argomento – smentito - che laComunità europea non avessecompetenze in campo ambientale). Nel 1981 la Commissione costituì la

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 216

Page 13: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

217Il Tempietto

verdi (nella Repubblica FederaleTedesca nel 1983 i Verdi – Die Grünen- furono il primo nuovo partito dalla finedella seconda guerra mondiale adentrare nel parlamento nazionale, ilBundestag, superando la clausola disbarramento del 5% dei voti su basefederale e a consolidarsi come attorepolitico negli anni successivi), e quellidel Sud Europa (Francia, Italia e i paesientrati nella Comunità europea tra il1981 e il 1986, cioè Grecia, Spagna ePortogallo) che, insieme alla GranBretagna erano contrari a maggiorivincoli e impegni. Un ostacolo notevolealla concreta attuazione di normecomunitarie era dovuta al principiodell’unanimità richiesto per le votazionidel Consiglio in tale materia, utilizzatodai paesi contrari a una tutelaambientale maggiore. Un ruoloimportante iniziò ad acquisire laComunità europea quale soggettochiamato ad attivare una cooperazioneambientale a livello internazionaleaderendo per conto degli Stati membri adiverse convenzioni e trattati per latutela dell’ambiente.Con il terzo programma d’azione (1982-1986) iniziò un’effettiva politicapreventiva nei riguardi dell’ambiente,non più subordinata solamente allarealizzazione del mercato comune maintrodotta all’interno di altre politiche(in particolare quelle agricola,industriale, energetica e dei trasporti) eintesa a promuovere la politicaambientale come fondamento dellosviluppo economico e sociale. Vennerointrodotti strumenti importanti dicontrollo come la prima delle direttivesui rischi di incidenti rilevanti connessi

sentenza del 1985 (causa 240/83 –Procureur de la République controAssociation de Défense des Bruleursd’Huiles Usagées, ADBHU) e, chiamataa giudicare sull’ammissibilità di misuredi tutela ambientale riguardo alla libertàdi circolazione delle merci, hacontribuito notevolmente a chiarire elegittimare le politiche ambientalinazionali e comunitarie quali “esigenzeimperative” capaci di imporre restrizionialla libertà degli scambi, ritenendo peresempio legittime imposizioni fiscaliapplicabili a prodotti non biodegradabilio riconoscendo i rifiuti come beni. Nellacausa 302/86 che ha visto laCommissione europea citare in giudiziola Danimarca per la rigida normativa daessa stabilita sui tipi di contenitori perbirre e bibite ammessi sul mercatonazionale, che dovevano essere dotati diparticolari caratteristiche e riciclabili, laCorte di Giustizia, dando parzialmenteragione alla Danimarca, nel 1988sentenziò che restrizioni al liberomercato possono essere consentite per ilperseguimento di obiettivi ambientali,purchè proporzionate ai vantaggiottenibili.Con il passare degli anni si manifestòcome sempre più evidente nellalegislazione europea l’interdipendenzadei fenomeni aventi incidenzaambientale e non circoscrivibili allacompetenza dei singoli Stati membri.Negli anni ’80 si avviò anche un serratoconfronto tra paesi del Nord Europa(Repubblica Federale Tedesca,Danimarca e Paesi Bassi), dotati dinormative ambientali più severe emaggiormente influenzati dall’affermarsidell’ambientalismo e dei movimenti

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 217

Page 14: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

218 Il Tempietto

qualità dell’ambiente e della saluteumana e nell’utilizzo razionale dellerisorse i due principali ambiti diintervento comunitari.Nel Titolo VII (articoli 130R 130 S e

130T) la politica ambientale erariconosciuta come scopo ”legittimo” el’assunzione delle decisioni dovevaavvenire da parte del Consiglio deiMinistri secondo la procedura dicooperazione nella quale si affiancava ilParlamento europeo con un voto amaggioranza qualificata quando questefossero collegate al funzionamento delmercato unico (art. 100 A, ora art. 94-95), mentre permaneva la procedura divoto all’unanimità del Consiglio neglialtri casi (art. 130 S). Venne ancheammessa la possibilità per gli Statimembri di introdurre nei propriordinamenti limiti e standard piùecologici di quelli adottati in sedecomunitaria e la valutazione dellaprotezione ambientale come elementofondamentale nelle altre politiche disettore (art. 130 T). I principi a cuidoveva ispirarsi la politica ambientaleeuropea nella sua azione erano:- la prevenzione;- la correzione alla fonte (cioè

l’eliminazione del danno ambientalenello Stato dove esso era prodotto);

- il principio «chi inquina paga»(polluter pays principle);

- il principio di integrazione con altrepolitiche;

- il principio di sussidiarietà (introdottoper la prima volta nell’ordinamentocomunitario soltanto in riferimentoalla politica ambientale e poi esteso aprincipio generale negli anni ’90).

Soffermandoci su quest’ultimo principio

con determinate attività industriali, laDirettiva 501 del 1982, divenuta notacome “Direttiva Seveso” (dal nomedella località italiana colpitadell’incidente ad un’industria chimicanel 1976) e la già citata direttiva sullaVIA la quale, modificatasuccessivamente, istituiva controlli eprocedure rigorose per valutare lacompatibilità ambientale di iniziativeatte a trasformare il territorio (opereedilizie, infrastrutture ecc.). Dopo il disastro nucleare di Chernobyldell’aprile 1986 e il graveinquinamento provocato alle acque delReno, nel novembre dello stesso anno,a seguito dello sversamento da partedell’industria Sandoz di Basilea di oltretrenta tonnellate di sostanze chimicheche arrivando in Germania, Francia ePaesi Bassi trascinarono con sé morte edistruzione per la flora e la faunafluviale creando forti problemi ancheper l’approvvigionamento idrico umano,divenne ancor più chiara la comunepercezione della dimensioneinternazionale dei problemi ambientaliche potevano essere affrontati soltantoattraverso una stabile e costantecooperazione transnazionale einternazionale.

3. Il riconoscimento e l’affermazione della politica ambientale come obiettivo intersettoriale e indipendente

Con l’Atto unico europeo del 1986, invigore dal 1° luglio 1987, la politicaambientale è stata inserita tra gliobiettivi riconosciuti della Comunitàeuropea che individuava nellaprotezione e nel miglioramento della

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 218

Page 15: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

219Il Tempietto

Consiglio europeo sull’ambiente diDublino tenutosi nel giugno 1990,sottolineò, in particolare, il ruolo che laComunità europea doveva svolgere neinegoziati per la risoluzione dei problemiambientali internazionali (effetto serra eassottigliamento dello strato di ozono,cambiamento climatico, salvaguardiadella biodiversità), in considerazionedella sua posizione di autorità morale,economica e politica. Nel giugno 1991,nel castello di Dobris vicino Praga,invece, si svolse il primo incontro ditutti i ministri dell’Ambiente d’Europache decise la stesura di un inventariocompleto e paneuropeo dei problemiambientali.Tra le varie iniziative dellaCommissione europea vanno poisegnalate l’attenzione nei confrontidell’inquinamento urbano con il Libroverde sull’ambiente urbano (1990)contenente azioni necessarie permigliorare la qualità della vita nellecittà, luoghi ove risiede oltre il 75%della popolazione europea e il sostegnoalla cooperazione tra le grandi reti dicittà formatesi per attuare politicheurbane ecologiche che si è consolidatacon l’adozione della Carta di Aalborgper uno sviluppo durevole delle cittànel 1994. Il Trattato di Maastricht, firmato il 7febbraio 1992 ed entrato in vigore il 1°novembre 1993, all’articolo 2 inserì trai fini dell’Unione Europea (UE) “unacrescita sostenibile, non inflazionisticae che rispetti l’ambiente”. Veniva cosìrecepito nell’ordinamento comunitario ilprincipio dello “sviluppo sostenibile”,definito ufficialmente per la prima voltaa livello internazionale nel 1987 dal

è importante rilevare che la Comunitàeuropea contribuisce a realizzareobiettivi ambientali condividendo unacompetenza concorrente con gli Statimembri nei limiti che assicurino un piùagevole perseguimento degli obiettivi eper evitare che siano mantenute opeggiorate norme nazionali derogatoriea tali scopi. Tuttavia la sussidiarietàrischia di essere interpretata e attuata afavore della competenza esecutiva degliStati rispetto ad atti comunitari nonimmediatamente vincolanti eapplicabili con il protrarsi di situazionidisomogenee a discapito di unaprotezione ambientale efficace.Il quarto Programma d’azione (1987-1992) tentò di delineare un approccioglobale per le politiche ambientali,allargando gli ambiti di intervento allagestione delle aree naturali e inserendotra i possibili nuovi strumentiutilizzabili quelli economici e fiscalidisincentivanti l’inquinamento. Ilperiodo tra il marzo del 1987 e quellodel 1988 venne proclamato “Annoeuropeo per l’ambiente” e negli anniimmediatamente successivi si registròuna forte accentuazione dell’impegnocomunitario per l’ambiente, compensataperò da una crescente inadempienzanell’applicazione negli Stati membri edalla difficoltà di monitorare i risultaticonseguiti.Due vertici europei nei primi anniNovanta misero l’accento sull’impegnocomunitario nell’ambito dei negoziatiinternazionali sull’ambiente e sulsostegno al miglioramento dellecondizioni ambientali nei paesidell’Europa orientale che avevanoappena riottenuto l’indipendenza. Il

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 219

Page 16: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

Rapporto della Commissione mondialeper l’ambiente e lo sviluppo OurCommon Future (Rapporto Brundtland)come lo sviluppo economico e socialecapace di soddisfare i bisogni presentisenza privare le generazioni future dellapossibilità di soddisfare i propri. IlTrattato di Maastricht dedicava l’interoTitolo XVI all’ambiente e consacravapienamente la politica ambientale comepolitica comunitaria e non piùsolamente “azione”, applicandovi qualeregola decisionale generale lamaggioranza qualificata (salvo limitatema rilevanti eccezioni per le misurefiscali, l’assetto territoriale e il campoenergetico). La politica ambientalediventava quindi una politica strutturalericonosciuta dell’UE. Il Trattato diMaastricht prevedeva esplicitamente ilprincipio di precauzione, separato daquello di prevenzione, e la necessità dipromuovere la cooperazione ambientaleinternazionale e regionale. L’articolo130 S (ora art. 192 TFUE) indicavaespressamente che l’adozione deiprogrammi d’azione ambientali dovevaavvenire mediante una decisione delConsiglio dei Ministri.

4. Il quinto Programma d’azione (1993-2000) sulla scia della Conferenza mondiale sull’Ambiente di Rio de Janeiro del 1992

Una nuova strategia di intervento alivello internazionale venne propostadalla Conferenza mondialesull’Ambiente di Rio de Janeiroconvocata dalle Nazioni Unite esvoltasi dal 3 al 14 giugno 1992 (EarthSummit). Essa, indicativa

Il Tempietto220

dell’affermarsi di una visione piùcomplessiva e interrelata dellequestioni ambientali denominata“globalismo ambientale”, si espresse inalcuni importanti documenti einiziative:- il documento noto come Agenda 21,

contenente le linee guida perl’adozione di decisioni specifiche alivello locale;

- la Dichiarazione su Ambiente eSviluppo costituita da 27 principigenerali;

- la Dichiarazione sui principi per latutela delle foreste;

- la Convenzione sulla biodiversità (invigore nel 1993 alla quale ha fattoseguito il Protocollo sullabiosicurezza di Cartagena in vigoredal 2003);

- la Convenzione quadro suicambiamenti climatici (in vigore dal1994, contenente obblighi di risultatoche rimandava ad un successivoprotocollo applicativo - che sarà ilProtocollo di Kyoto di cui si dirà piùavanti - le misure da prendere):

- la costituzione di una Commissioneper lo sviluppo sostenibile.

Sull’onda di questo orientamentointernazionale l’UE inaugurò il quintoProgramma d’azione europeo per ilperiodo 1993-2000 intitolato Per unosviluppo durevole e sostenibile e volto adapprofondire ed estendere un approcciospecifico alla prevenzione per ilconseguimento di un elevato grado ditutela ambientale e a perseguire seifinalità fondamentali:- l’integrazione delle scelte e degli

obiettivi di tutela ambientale nellealtre politiche;

- la compartecipazione e la

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 220

Page 17: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

condivisione di responsabilità tral’UE, gli Stati membri, le imprese ela popolazione;

- l’ampliamento del potenzialerepertorio di strumenti d’azione afavore dell’ambiente affiancando aicaratteristici sistemi di regolazionediretta legislativa e amministrativabasati su sanzioni (command andcontrol) misure di tipo economico(tasse, imposte, sussidi, accordivolontari ecc.) da promuovereall’interno dei paesi membri;

- il cambiamento dei modelli diconsumo e di produzione;

- l’applicazione ed attuazione della giàcospicua normativa ambientaledell’UE;

- la cooperazione internazionale nelquadro delle indicazioni provenientidall’Agenda 21.

L’industria, il settore energetico,l’agricoltura, i trasporti e il turismoerano poi le cinque aree di interesseprimario alle quali applicare una nuovastrategia integrata d’intervento basatasull’adozione di misure trasversali, chesuperava il precedente approccio diintervento per categorie diinquinamento. Il quinto Programma intendevaaffrontare prioritariamente questioniambientali complesse ed in partenuove, come il cambiamento climaticoe la tutela della biodiversità, eparallelamente procedere verso ilraggiungimento di nuovi traguardi pergarantire la qualità dell’aria, unacorretta gestione delle acque, lavivibilità degli ambienti urbani, lasalvaguardia delle zone costiere e ilrecupero e lo smaltimento dei rifiuti.

Tra i criteri ispiratori della politicaambientale europea veniva adaggiungersi quello di precauzione,enunciato dall’art. 15 dellaDichiarazione di Rio de Janeirostabilendo che “dove ci sono minaccedi serio ed irreversibile danno, lamancanza di una piena certezzascientifica non deve essere usata comeragione per rinviare l’adozione dimisure, i cui risultati sonoproporzionati ai costi, atte a prevenireil degrado ambientale” e venneesplicitamente inserito nell’ articolo174 (ora art. 191 TFUE) del Trattatodell’UE. Esso implica che laddove nonsia possibile prendere decisioni sicuresulla base di dati scientifici certi sidecida di astenersi da esse. LaCommissione ha individuato cinqueprincipi generali per la gestione deirischi e per l’applicazione del principiodi precauzione: - la proporzionalità delle misure al

livello di protezione richiesto; - la non discriminazione per situazioni

uguali o simili;- la coerenza con altre misure prese in

situazioni equivalenti; - l’esame dei benefici e dei costi

derivanti dall’azione o dall’inazione;- l’esame dell’evoluzione scientifica.L’informazione ambientale, lo sviluppodi statistiche e ricerche e l’utilizzo dinuove misure finanziarie a supportodelle politiche ambientali (conl’incremento dei Fondi di coesione perprogetti ambientali) rappresentavanonuovi ambiti d’azione. In quest’otticaveniva introdotta la ValutazioneAmbientale Strategica (VAS), checonsiste nella valutazione di piani e

Il Tempietto 221

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 221

Page 18: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

programmi sull’ambiente (Direttiva 42del 2001), in particolare nella gestionedei fondi strutturali dell’UE. La VASprevede la verificadell’ecocompatibilità di progetti digrande rilievo attraverso differentipiani complessivi riguardanti losmaltimento degli inerti, la mobilitàsostenibile, la sicurezza dei lavoratori edella popolazione, la prevenzione deirischi naturali e il sistema idrico (ilprogramma per le Olimpiadi invernali2006 di Torino ha rappresentato laprima applicazione per legge delprocesso di VAS in Italia). Diretto ispiratore del quinto programmaera stato il Libro bianco dellaCommissione europea del 1993intitolato Crescita, competitività eoccupazione e noto anche comeRapporto Delors (dal nome delPresidente della Commissione europeaJacques Delors). All’interno del Librobianco citato, infatti, era stato espostoun nuovo orientamento politico asostegno dell’occupazione cheintroduceva le politiche ambientalicome una delle nuove frontiere dellavoro e dell’innovazione, incentivandola diminuzione dei consumi energeticie la contemporanea allocazione dellerisorse in base ai bisogni. In altreparole il Libro bianco suggeriva unospostamento del prelievo fiscale, senzaaumentare la tassazione complessiva,dal lavoro al consumo delle risorseenergetiche e ambientali, nell’intentodi conseguire contemporaneamente ilduplice obiettivo (il cosiddetto “doppiodividendo”) di diminuire il costo dellavoro rilanciando l’occupazione e dilimitare gli sprechi e l’uso di risorse

naturali non rinnovabili nelle attivitàproduttive.

5. Dalle nuove iniziative dell’UE per l’ambiente negli anni ’90 alla sfida del cambiamento climatico

Negli anni ‘90 sono proseguitiimportanti progressi nell’adozione distrumenti e politiche in campoambientale, soprattutto attraverso lacostituzione dell’Agenzia europea perl’Ambiente (European EnvironmentAgency - EEA, con sede a Copenaghen,operativa dal 1994, responsabile dellaRete europea d’informazione e diosservazione in materia ambientaleEionet e incaricata di raccogliere ecurare la qualità dei dati ambientali,fornire informazioni, studi, misurazionie controlli agli Stati e a paesi terzi), lacreazione del marchio ecologicoEcolabel nel 1992 (applicabile aprodotti e servizi di imprese che, subase volontaria, si siano sottoposte conesito positivo ad una procedura dicertificazione ambientale, al terminedella quale viene attribuito il logoufficiale raffigurante una margheritacon petali a forma di stella), delprogramma LIFE (L’InstrumentFinancier pour l’Environnement, varatonel 1992 e unico programma dell’UEesclusivamente preposto a sostenereiniziative ambientali e attualmentegiunto nella fase LIFE PLUS per ilperiodo 2007-2013 e con un budgetcomplessivo di 2,19 miliardi di euro) edel sistema di ecogestione e dicertificazione EMAS (EnvironmentalManagement and Audit SystemRegulation – EMAS, avviato nel 1995 e

Il Tempietto222

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 222

Page 19: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

rivisto nel 2001, che permettere alleindustrie la volontaria sottomissione aun controllo sulle procedure di gestioneesercitato da parte di un soggettoindipendente, al fine di ottenere, con ilcoinvolgimento dei dipendenti e delleparti interessate, un’attestazione diecocompatibilità).Nel Trattato di Amsterdam del 1997 (invigore dal 1999), la politica ambientaleha visto riconfermato il ruolo dicontesto prioritario nella previsionedella promozione dello svilupposostenibile. La procedura dellacodecisione di Parlamento europeo eConsiglio dei Ministri era estesa a quasitutte le materie, salvo il mantenimentodell’unanimità per l’approvazione didisposizioni in tema di tributi, diassetto territoriale e diapprovvigionamento energetico. Il Trattato individuava i seguentiobiettivi della politica dell’UE in campoambientale per ottenere “un elevatolivello di tutela”:- salvaguardia, difesa e miglioramento

dell’ambiente; - protezione della salute umana; - utilizzo moderato e razionale delle

risorse naturali (analisi del rapportocosti-benefici e valutazioni diecoefficienza nelle attivitàproduttive);

- promozione sul piano internazionaledi misure destinate a risolvere iproblemi ambientali regionali emondiali.

Numerosi e riguardanti un vastoinsieme di tematiche sono gli strumentie le disposizioni dell’UE in campoambientale, per i quali si rimanda adanalisi e descrizioni approfondite

segnalate nella bibliografia consigliata.Momento centrale per ridisegnare ilpercorso della politica ambientale èstato inoltre il Processo di Cardiff. IlConsiglio dei Ministri sull’ambiente diCardiff del 1998 ha valutato le propostedella Commissione per procederenell’attuazione di una strategiad’integrazione delle politicheambientali nelle politiche comunitarie,individuando un programma discadenze e azioni che ha portatoall’adozione di strategie in nove settori(trasporti, agricoltura, energia,industria, mercato interno, sviluppo,pesca, affari generali e questionieconomiche e finanziarie). Nel 2001 ilConsiglio europeo di Göteborg ha poiapprovato una Strategia europea per losviluppo sostenibile che ha inserito ladimensione ambientale, accanto aquelle economica e sociale nellaStrategia di Lisbona, costituita da uninsieme di programmi e azioni definitial Consiglio europeo svoltosi nel marzo2000 nella capitale portoghese,finalizzati a far divenire l’UE“l’economia basata sulla conoscenzapiù competitiva e dinamica al mondo” ecapace di “realizzare una crescitaeconomica sostenibile con nuovi emigliori posti di lavoro e una maggiorecoesione sociale”. Le sfide indicatecome essenziali risultano le seguenti:cambiamenti climatici ed energiapulita; trasporti sostenibili; consumo eproduzioni sostenibili; conservazione egestione delle risorse naturali; salutepubblica; inclusione sociale,demografia e migrazione; povertàmondiale. La Strategia viene aggiornataannualmente dal 2001 ad opera del

Il Tempietto 223

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 223

Page 20: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

Consiglio primaverile dei Ministrisull’ambiente, convocato per rivedere imetodi di lavoro e le priorità. La Commissione europea ha anchedefinito, nel maggio 2005, le lineedirettive dello sviluppo durevole comebase per lo sviluppo delle politiche edelle azioni comunitarie. Gli elementicostitutivi dello sviluppo durevole inuna società europea dinamica sono idiritti fondamentali, la giustiziainterregionale, la trasparenza, lapartecipazione dei cittadini, delleimprese e delle parti sociali, lacoerenza delle politiche ad ogni livello,l’integrazione delle considerazionieconomiche, sociali e ambientali nellepolitiche, la gestione delle miglioriconoscenze disponibili e l’applicazionedel principio chi inquina paga” - cheinclude non solo l’obbligo dirisarcimento del danno a caricodell’inquinatore ma anchel’inammissibilità di aiuti di Stato acoloro che inquinano in base allaDisciplina comunitaria degli aiuti diStato per la tutela dell’ambiente. Tra le iniziative previste dallaCommissione europea in campoeducativo va segnalata nell’aprile 2001la prima edizione della Green Week,che ha coinvolto numerosi soggetti dellasocietà civile nell’elaborazione diproposte per avviare un nuovoProgramma d’azione. Dopo questaesperienza, ripetutasi con cadenzaannuale, la Commissione europea hainfatti proposto il sesto Programmad’azione comunitario per l’ambiente(2001-2010), denominato Ambiente2010: il nostro futuro, la nostra scelta,con la decisione 1600 del 2002 del PE

e del Consiglio dei Ministri,individuando quali priorità urgentiquattro settori di impegno: - il cambiamento climatico;- la protezione della natura e della

biodiversità;- la salute e la qualità della vita;- la gestione delle risorse naturali e dei

rifiuti. Il programma ha introdotto anche nuovemodalità di intervento come lepartnership con i soggetti coinvolti nellatutela dell’ambiente, che vanno daglienti locali di gestione territoriale alleindustrie e ad altre realtà economiche esociali con le quali è previstosoprattutto il ricorso agli accordivolontari, e sistemi di incentivazioneeconomica dei comportamentiecologicamente sostenibili, oltre che aprivilegiare la diffusione di informazionisui buoni risultati raggiunti e sulle bestpractices. Tenendo conto dei progressi avvenutinel tentativo di rendere efficaciregolamenti, direttive, programmi estrumenti finanziari, l’UE si trova difronte a sfide sempre più complesse ein una difficile collocazioneinternazionale, frutto della propriadebolezza istituzionale. Pur difendendoposizioni e azioni importanti (dalProtocollo di Kyoto – di cui si dirà trapoco - alla ratifica di numerosi trattati,protocolli e convenzioni internazionisull’ambiente), l’UE fatica a impostarequel “cambiamento di rotta” urgenteper alleviare i problemi ambientali chedovrebbe prevedere una ridefinizionedei processi economici e finanziari e ungoverno internazionale dell’ambienteefficace. Dopo la prima metà degli anni

Il Tempietto224

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 224

Page 21: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

Novanta, la Commissione e inparticolare la Direzione generale perl’Ambiente si sono dimostrate piùinteressate all’adozione di misurericorrendo alla concertazione e allamediazione con altri soggettiistituzionali e con le lobbieseconomiche per una gestionecomplessiva delle principaliproblematiche (global governance), difronte al rischio di vedere respinteinnovazioni ritenute troppo radicalicome la tassa europea sul biossido dicarbonio e sull’energia, proposta senzasuccesso dal Commissario perl’Ambiente Carlo Ripa Di Meana nel1992 e sostenuta da autorevolieconomisti, ma difficilmente attuabilecon il presente sistema decisionalepoiché soggetta, in quanto misurafiscale, al voto unanime del Consigliodei Ministri. La Commissione europea svolge unruolo centrale nella politica ambientaleeuropea, dal momento che ha il poteregenerale di iniziativa legislativa,soprattutto attraverso il Commissarioeuropeo preposto e la DirezioneGenerale Ambiente, che è oggi unadelle quarantuno articolazioni(Direzioni generali e servizispecializzati) che compongono laCommissione europea. La DGAmbiente ha sede a Bruxelles (adesclusione dell’unità competente dellaradioprotezione che è ubicata aLussemburgo) e uno staff di oltrecinquecento persone. Tra i suoi compitiprincipali in materia ambientale vi sonola promozione, redazione e propostadelle politiche volte a realizzare un altolivello di tutela dell’ambiente e della

qualità della vita nell’UE,l’accertamento, in stretta collaborazionecon la Corte di Giustizia delleComunità europee, della correttaapplicazione del diritto ambientale neivari Stati membri, la rappresentanzadell’UE nelle organizzazioni econferenze internazionali riguardantil’ambiente, l’erogazione difinanziamenti e la divulgazione diinformazioni al pubblico. Anche altreDirezioni generali svolgono un ruolonelle politiche ambientali in specificiambiti, entrando anche in competizioneo in contrasto con la DG Ambiente (DGEnergia e Trasporti, DG Agricoltura,DG Ricerca, ecc.). Le tematichesettoriali di cui si occupa sono: aria;biotecnologie; sostanze chimiche;protezione civile e incidenti ambientali;cambiamento climatico; economiaambientale; allargamento europeo eambiente; salute; industria e tecnologia;questioni internazionali; uso delterritorio; natura e biodiversità; rumore;suolo; sviluppo sostenibile; rifiuti;acqua; protezione dello strato d’ozono.La prospettiva della tutela ambientaleha assunto carattere “costituzionale”nella Carta dei Diritti fondamentalidell’UE, ufficialmente recepita alConsiglio europeo di Nizza (dicembre2000) dai paesi membri. Nel Preambolodella Carta, infatti, tra gli obiettivicomunitari è ribadito quello di“promuovere uno sviluppo equilibrato esostenibile”. Inoltre, all’articolo 37della stessa si afferma che «un livelloelevato di tutela dell’ambiente e ilmiglioramento della sua qualità devonoessere integrati nelle politichedell’Unione e garantiti conformemente

Il Tempietto 225

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 225

Page 22: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

al principio dello sviluppo sostenibile”.Il Trattato di Nizza del dicembre 2000,entrato in vigore nel febbraio 2003, haapportato soltanto piccole modifiche trale quali va segnalata la previsione delvoto all’unanimità per quelle misure ingrado di incidere in modo rilevantesulla gestione delle risorse idriche e diinterferire sulla loro disponibilità (art.175), voluta dal Portogallo, paesedipendente per l’approvvigionamentoidrico da corsi d’acqua provenienti dalterritorio spagnolo. Il Trattato diLisbona, frutto del travagliato percorsodi riforme inaugurato al Consiglio diLaeken nel 2001 e che finalmente èentrato in vigore il 1° dicembre 2009,prevede l’accrescimento delladimensione esterna dei compiti dell’UEper l’ambiente (Titolo XX, artt. 191-193TFUE), la sicurezza e il benessere deicittadini europei e della collettivitàmondiale, potenziando soprattutto lasua azione per la lotta al cambiamentoclimatico e prevedendo una politicaenergetica comune (Titolo XXI, art. 194del TFUE). L’UE continua ad essere una delleorganizzazioni internazionali più attivein campo ambientale, ma deveprogredire notevolmente soprattutto perprevenire disastri e situazioni didegrado e applicare complessivamentealle proprie politiche il principio diprecauzione, persistendo ancora ampisettori privi di adeguati controlli evalutazioni ambientali (come purtroppohanno dimostrato i recenti naufragidelle petroliere Erika e Prestige,avvenuti l’uno sulle coste dellaBretagna nel 1999, e l’altro al largodella Galizia nel 2002 con la fuoriuscita

di circa cinquemila tonnellate digreggio, una parte delle quali haaggredito le coste spagnole).Elemento centrale della credibilitàdell’UE negli anni a venire è lacapacità di essere un attore globalesignificativo nel determinare ilraggiungimento degli obiettivi percontenere il cambiamento climaticoentro un aumento della temperaturamedia terrestre non superiore a 2° C,riuscendo a costruire una coalizioneglobale e una global governance checoinvolga in un impegno comune iprincipali responsabili delle emissionidi gas serra (Stati Uniti, Cina, India,Russia, Brasile) ed anche i paesi in viadi sviluppo, restii a limiti ambientaliper evitare potenziali restrizioni allaloro crescita economica. Con ilProtocollo di Kyoto, strumentoapplicativo della Convenzione suicambiamenti climatici approvata allaConferenza mondiale sull’Ambiente diRio de Janeiro, firmato nel dicembre1997 e ratificato dall’UE e dagli Statimembri nel maggio 2002, l’UE haassunto un impegno rilevante eambizioso in merito alla riduzione delleemissioni di gas serra. Si prevede,infatti, per l’UE la diminuzione dell’8%delle emissioni entro il 2008-2012rispetto alle emissioni del 1990 (afronte di un impegno mediocomplessivo del 5,2%, con l’esenzionedi alcuni paesi dalla riduzione e conl’introduzione di meccanismi flessibiliper favorire l’abbattimento delleemissioni quali la joint implementation– finanziamenti rivolti da Stati versoaltri paesi per consentire ilraggiungimento degli obiettivi -, il clean

Il Tempietto226

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 226

Page 23: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

development mechanism - finanziamentodi progetti di riduzione in paesi in viadi sviluppo -, emission trading –trasferimento di unità di emissione daun paese all’altro), ma mentre alcuniStati stanno avanzando versoquest’obiettivo, altri hanno visto inveceaggravarsi l’inquinamento prodotto daquesti fattori e la situazione sembrapiuttosto critica nel perseguire unobiettivo giudicato oltretuttoinsufficiente da molti esperti perpermettere nel medio periodosignificativi miglioramenti. L’UE havarato un Programma europeo sulcambiamento climatico dopo lapresentazione del Libro Verde sulcommercio dei diritti di emissione deigas serra nell’Unione europea, dellaComunicazione della Commissioneeuropea al Consiglio dei Ministri e alPE sulle politiche e misure dell’UE perridurre le emissioni dei gas a effettoserra (generate principalmente daisettori energetico, industriale e deitrasporti e, in percentuale minore masignificativa, dal riscaldamento e daiconsumi delle utenze familiari e dalcomparto agricolo) verso un programmaeuropeo per il cambiamento climatico el’applicazione del Regolamento 2037del 2000 sulle sostanze che riducono lostrato di ozono. A partire dal 1° gennaio2005 tutti i governi dell’UE hannostabilito un limite massimo per leemissioni di biossido di carbonio delleloro industrie. Le imprese cheproducono emissioni superiori allasoglia autorizzata, per compensare lasituazione, devono acquistare quote diemissione da imprese che sono riuscitea ridurre i loro livelli di emissioni.

Queste transazioni sono effettuatenell’ambito del nuovo sistema europeodi scambio delle quote di emissione dibiossido di carbonio stabilito dallaDirettiva 87 del 2003 che coinvolgetutti gli impianti di combustione conpotenza calorifica superiore a 20 Mw,comprendenti la produzione elettrica(raffinerie di petrolio, cokerie, industriadel ferro e dell’acciaio, industria delcemento e della calce, industria delvetro e della ceramica, industria dellacarta e del cartone), mentre la Direttiva2004/101/CE ha consentito ilriconoscimento di crediti a vantaggio diimprese impegnate in progetti diriduzioni di emissioni in altri paesiconvertendoli in quote da utilizzare nelsistema di scambio comunitario. IlProtocollo di Kyoto è entrato in vigore il16 febbraio 2005, con la ratifica dellaRussia notificata alla fine del 2004 e ilraggiungimento previsto della quotadegli Stati necessari coincidente con uninsieme di paesi responsabili di almenoil 55% delle emissioni totali nel 1990.Alla prima conferenza mondiale sulProtocollo di Kyoto tenutasi a Montrealtra il 28 novembre e il 9 dicembre2005, oltre 190 paesi (157 dei qualihanno ratificato il Protocollo di Kyoto)hanno deciso di rilanciare il dialogo sulcambiamento climatico per impostareun’azione comune nel periodoposteriore al 2012, oltre a definire unsistema di regole per l’applicazione e ilpieno funzionamento del Protocollo,mentre la Commissione europea con ilcontributo Vincere la battaglia contro icambiamenti climatici (COM/2005/35def.) aveva indicato come prioritàl’estensione della partecipazione al

Il Tempietto 227

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 227

Page 24: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

Protocollo di Kyoto ad altri paesisviluppati ed in via di sviluppo,l’impulso allo sviluppo e alla diffusionedi tecnologie a basse emissioniinquinanti, l’utilizzo di strumenti dimercato flessibili e l’applicazione dipolitiche di adattamento, facendosianche interprete dell’esigenza diinserire nel sistema comunitario eglobale di riduzione dei gas serra isettori del trasporto aereo(COM/2005/459 def.), del trasportomarittimo e della silvicoltura. Peraffrontare l’aggravamento dellasituazione globale e varare un politicaeuropea integrata in materia dicambiamento climatico ed energia,finalizzata sia ad arginare leconseguenze ambientali, sia a garantireil necessario approvvigionamentoenergetico e l’integrazione delle reti perla fornitura energetica puntando adiminuire la dipendenza dall’esterno ea privilegiare le fonti rinnovabili, ilConsiglio europeo il 9 marzo 2007 havarato un pacchetto di iniziative cheprevedono:- la riduzione del 20% (rispetto al

1990) delle emissioni di gas serradell’UE entro il 2020 elevabile sinoal 30% e del 60-80% entro il 2050qualora venga raggiunto in tal sensoun accordo a livello globale;

- la riduzione del 20% entro il 2020del consumo di energia attraversol’efficienza energetica (da sola peròpuò fare aumentare i consumi) ed unuso più razionale nelle attivitàproduttiva nell’edilizia, nell’industriae nei trasporti;

- l’aumento del 20% entro il 2020 dellaquota di energia rinnovabile (cioè da

fonti rinnovabili quali l’energiaeolica, solare, geotermica, biomassa);

- l’aumento del 10% entro il 2020 dellivello di biocarburanti utilizzati perl’autotrazione (al posto di benzina egasolio), a condizione che sianoprodotti in modo ecosostenibile (nonricorrendo a colture di usoalimentare) e da fonti rinnovabili(anche idrogeno).

L’energia, l’ambiente (incluso ilcambiamento climatico) e i trasportirientrano anche tra le 10 priorità del 7°Programma quadro di ricerca 2007-2013 (8,4 miliardi di euro stanziati perqueste voci) che finanzia anche laricerca nucleare (fusione e progettoITER, sicurezza nucleare, gestionescorie e radioprotezione).L’UE è la prima organizzazionesopranazionale e regione al mondo adessersi imposta traguardi così ambiziosie per conseguirli, alla fine del 2008,sulla base della proposta iniziale dellaCommissione europea ha approvato unnuovo Sistema comunitario di scambiodelle quote di emissione (ETS) allargatoanche a Islanda, Liechtenstein eNorvegia che attualmente riguarda circa11.000 centrali e impianti e dal 2012includerà anche le compagnie aeree. Ilnuovo ETS dal 2013 dovrebbe renderepiù efficiente ed equo su tutto ilterritorio dell’UE lo scambio di quote diemissioni, soprattutto attraverso un tettounico europeo delle quote, ridotto annodopo anno, che ha il compito diraggiungere una riduzione del 21%delle emissioni di biossido di carbonioentro il 2020 rispetto ai dati del 2005 el’acquisto attraverso asta di tutte lequote (mentre adesso una parte

Il Tempietto228

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 228

Page 25: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

consistente è attribuita gratuitamente),a patto che venga raggiunto un accordoglobale che non mini la competitivitàdegli operatori. E’ previsto che la metàdegli introiti nazionali dell’asta sianoimpiegati per la lotta e l’adattamento alcambiamento climatico. Non tutti isettori che producono gas ad effettoserra rientreranno nel nuovo sistemaETS: il 60% non regolamentato (usidomestici, agricoltura, trasporti, rifiutiecc.) sarà vincolato a riduzioni in basea obiettivi nazionali. Nel pacchetto sonostate indicate le entità delle riduzioni edell’implementazione delle energierinnovabili paese per paese e unanormativa per promuovere l’uso ditecnologie per la cattura e lo stoccaggiodel carbonio nel sottosuolo.Il bilancio complessivo di quasiquarant’anni di politiche ambientalicomunitarie presenta luci ed ombre. Trai successi conseguiti, in base ai datiufficiali forniti dall’Agenzia europeadell’ambiente, è possibile registraremiglioramenti (diminuzione dellepiogge acide, riduzione dellaconcentrazione nell’aria di alcunesostanze inquinanti come il piombo e dipesticidi e di alcuni prodotti chimicipericolosi, miglioramento della gestionedelle acque) ma anche peggioramenti(aumento complessivo della produzionedi rifiuti, perdita di patrimonio naturalee della biodiversità - nonostante laDirettiva Habitat e l’avvio dellacostituzione di una rete di siti ecologicieuropea denominata Natura 2000). Leprocedure d’infrazione avviate neiconfronti dei singoli Stati (tra i qualifigura di frequente anche l’Italia) dallaCommissione europea presso la Corte di

Giustizia delle Comunità europee pernon aver adempiuto a specifici obblighiambientali previsti dalle normativecomunitarie sono, ahimé, numerose. Con l’ultimo grande allargamento del2004 e la sua conclusione del 2007 conl’ingresso di Romania e Bulgaria, l’UEha ereditato ulteriori sfide legate allariqualificazione e alla bonifica di aree eregioni industriali e risulta coperta diforeste per più del 40% del suoterritorio comunitario. Nuovi rischi possono essere determinatidalla progressiva introduzione dipotenziali elementi di perturbazionenell’ambiente. Si pensi, ad esempio, aldibattito sugli organismi geneticamentemodificati - OGM, oggetto dicontroversie tra i diversi Stati dell’UE ea livello internazionale. A questoproposito, dopo l’introduzione di unamoratoria, è del marzo 2006 la primaautorizzazione della Commissioneeuropea relativa ad un OGM e,precisamente, la commercializzazionedel granturco geneticamente modificatotipo 1507, concessa in base al parerefavorevole espresso dall’Autoritàeuropea di sicurezza degli alimenti(European Food Safety Authority -EFSA) e ai sensi del regolamentoriguardante i generi alimentari e glialimenti geneticamente modificati peranimali - Regolamento 1829 del 2003 -che impone per tutti questi prodottil’etichettatura e la rintracciabilità dellefasi di formazione dello stesso. Inoltre ilnumero di sostanze chimiche immessenegli ecosistemi continua ad aumentaresenza che si conoscano con precisione iloro effetti sulla flora, sulla fauna esull’uomo: nel 2006 è stata approvata

Il Tempietto 229

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 229

Page 26: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

una nuova direttiva sulle sostanzechimiche per sostituire la legislazioneelaborata in varie tappe la qualeprevede la nascita di un sistema diregistrazione, valutazione eautorizzazione di queste sostanze,denominato REACH (Registration,Evaluation and Authorisation ofChemicals) e che entrerà a pienoregime solo nel 2018, basato su unabanca di dati centralizzata che saràgestita da una nuova Agenzia europeadelle sostanze chimiche, con sede aHelsinki. L’obiettivo dichiarato è quellodi evitare i rischi di contaminazionechimica dell’aria, delle acque, dei suolie degli edifici a vantaggio dellabiodiversità e della salute e dellasicurezza dei cittadini dell’UE, e dicreare un sistema che tenga contoanche della necessità di mantenere lacompetitività dell’industria europea, mauna dura battaglia si è svolta tra lepotenti lobbies dell’industria chimica(in particolare tedesca) e leorganizzazioni ecologiste eambientaliste che ha portato ad uncompromesso rifiutato da queste ultimee ad un voto negativo in aula delGruppo dei Verdi e di quello dellaSinistra unita europea/Sinistra verdenordica poiché il PE non è riuscito arendere obbligatoria la sostituzionedelle sostanze ad alto rischio presentinei prodotti destinati ai consumatori neicasi in cui esistono delle alternative.Un altro grave problema evidenziato dalrapporto annuale “Segnali ambientali inEuropa” dell’Agenzia europea perl’ambiente, è quello della crescita deitrasporti con gravi ripercussioniambientali ed energetiche.

L’esclusione dal metodo comunitario edal voto a maggioranza di alcunisettori di importanza fondamentale perincidere sulle scelte economiche epolitiche degli Stati, i quali rimangonointeramente di competenza nazionale(fiscalità ambientale, pianificazionedel territorio, destinazione dei suoli,gestione delle risorse idriche, scelte dipolitica energetica aventi particolareincidenza sulla scelta tra diverse fontidi approvvigionamento di uno Statomembro) impedisce la realizzazione diuna vera politica ambientale comunecoordinata e flessibile checonsentirebbe all’UE un approccioglobale e coerente più che mainecessario per favorire un nuovosistema di relazioni economiche esociali compatibili con la protezionedell’ambiente e la redistribuzione dellerisorse. Anche in considerazione diquesti limiti della politica ambientalecomunitaria si riaffaccia, dunque,l’annosa e fondamentale questionedelle riforme istituzionali dell’UE chedovrebbe portare all’assunzione di unapiù definita, netta, univoca identitàdella stessa Unione. La profondadiversità di vedute dell’UE rispettoagli Stati Uniti, che si sono rifiutati diaderire agli impegni internazionali perla riduzione dell’inquinamentoresponsabile dell’effetto serra nonratificando il Protocollo di Kyoto edimpedendone l’attuazione, ha resodifficile il progresso verso un’azioneinternazionale condivisa e costruttiva.Con l’insediamento alla Casa Biancadel nuovo Presidente Barack Obamache ha annunciato e iniziato arealizzare una svolta nella politica

Il Tempietto230

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 230

Page 27: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

ambientale statunitense e soprattuttonell’approccio alla global governanceambientale, annunciando la volontàpolitica di diminuire drasticamente leemissioni di gas ad effetto serra nelpaese e di investire nella ricerca enello sviluppo di energie rinnovabiliper stimolare la green economy, loscenario sempre destinato a mutare,anche per le pesanti conseguenze dellacrisi economica e finanziaria emondiale apertasi tra il 2008 e il 2009che ha sottolineato i limiti e leprofonde deficienze di un sistema diproduzione e scambi iniqui, basatosulla mancata regolazione pubblica e afini sociali delle attività economiche esu speculazioni e intermediazionisganciate dal valore reale prodotto dallavoro.L’attenzione per l’ecologia si èconfermata abbastanza alta alle elezionidel Parlamento europeo del 2009 e si ètradotta in Francia nel successo dellalista Europe écologie (oltre il 16% deivoti), caratterizzatasi per aver legato latutela dell’ambiente al progetto di una

nuova economia, di un nuovo pattosociale e di un rafforzamento dellademocraticità delle istituzioni europeeavanzando verso una prospettiva diunità federale. Diversi autori,associazioni e personalità hanno ancheproposto, in questi ultimi decenni,nuove istituzioni internazionali esovranazionali per la tutela del dirittoall’ambiente e la gestione di particolariemergenze (Corte penale ambientaleper l’ambiente, Organizzazionemondiale per l’ambiente ecc.).L’ambiente, visto nella sua totalità e inuna prospettiva ecologica riguarda lavita, le relazioni degli uomini con glialtri esseri viventi e con un habitatsottoposto ad uno stress imponente.Decidere di diventare cittadini, società,istituzioni ecologiche creando relazionidi giustizia, adottando attenzione e curaper il pianeta che ci è stato offerto indono temporaneo per lasciarlo ineredità all’umanità futura rappresentauna missione, anche etica, da compiereper dare un significato al nostropassaggio sulla Terra.

Il Tempietto 231

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 231

Page 28: La politica ambientale dell’Unione Europea · La politica ambientale dell’Unione Europea “Decidere di diventare cittadini, società, istituzioni ... ecologica La tutela dell’ambiente

BibliografiaCarlo Corazza, EcoEuropa. Le nuove politiche

per l’energia e il clima, Milano, Egea, 2009.Clima, energia, ambiente. Scegliere ora, “In

Europa”, rivista di studi e iniziativa europeadel Centro In Europa, anno XVII, n. 1, 2008,

Massimiliano Montini, Mariachiara Alberton (acura di), La governance ambientale europeain transizione, Milano, Giuffré, 2008.

Giulio Querini, La tutela dell’ambientenell’Unione europea, Un’analisi critica,Milano, FrancoAngeli, 2007.

Laura Scichilone, L’Europa e la sfida ecologica.Storia della politica ambientale europea(1969-1998), Bologna, Il Mulino, 2008.

Joanne Scott (ed.), Environmental Protection.European Law and Governance, Oxford,Oxford University Press, 2009.

Siti InternetDirezione generale (DG) Ambiente della

Commissione europea: http://ec.europa.eu/environment/

Agenzia europea per l’ambiente (EuropeanEnvironment Agency – EEA)http://www.eea.europa.eu/

Glossario a cura del’Agenzia europea perl’Ambientehttp://glossary.eea.eu.int/EEAGlossary/

Green 10 (dieci reti e organizzazioninongovernative per l’ambientecoordinatesi a livello europeo)- European Environmental Bureau (EEB):

http://www.eeb.org/- Birldlife International Europe:

http://www.birdlife.org/regional/europe/index.html.

- Climate Action Network Europe (CAN):http://www.climnet.org/

- Greenpeace Europe:http://eu.greenpeace.org/

- Friends of the Earth Europe:http://www.foeeurope.org/

- International Friends of Nature:http://www.nfi.at/

- European Federation for Transport andEnvironment:http://www.transportenvironment.org/

- World Wide Fund for Nature Europe (WWF)European Policy Office:http://www.panda.org/epo

- European Public Health Alliance –Environment Network (EEN):http://www.env-health.org/

- CEE Bankwatch Network:http://www.bankwatch.org/.

Campagna Act4Europe del Civil SocietyContact Group (Gruppo di contatto dellasocietà civile in Europa che comprende ONGambientaliste, sociali, per lo sviluppo e per idiritti umani)http://www.act4europe.org/code/en/hp.asp

Gruppo Verdi/Alleanza libera europea alParlamento europeo: http://www.greens-efa.org/index.htm

Il Tempietto232

TEMPIETTO 10_Layout 1 13/01/10 15:26 Pagina 232