La Placenta

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Funzioni della placenta La placenta svolge tre diverse funzioni fondamentali per il mantenimento della gravidanza e per promuovere il normale sviluppo fetale. Infatti essa funge da polmone, intestino e rene per l'embrione in via di sviluppo. Funzione di trasporto Una delle funzioni primarie della placenta è sicuramente quella di permettere gli scambi metabolici e gassosi tra il sangue fetale e quello materno. La comunicazione tra feto e placenta avviene tramite il cordone ombelicale o funicolo; inoltre alcune estroflessioni del corion, chiamate villi coriali, si estendono nell'endometrio e al loro interno crescono i vasi sanguigni embrionali, che in questo modo vengono a contatto con il sangue materno contenuto in lacune presenti nella parete dell'utero (lacune sanguigne). Il sangue materno e quello embrionale, tuttavia, non si mescolano mai proprio grazie alla presenza della placenta, che funge da barriera, regolando gli scambi metabolici in maniera selettiva. Più correttamente si parla di una membrana placentare; ssa, infatti, agisce come vera e propria barriera soltanto quando la molecola ha una certa dimensione, una certa configurazione ed è carica, come l'eparina e i batteri. Le sostanze che possono oltrepassare questa “barriera placentare”, dunque, devono rispettare diverse caratteristiche che controllano: Liposolubilità; Grado di ionizzazione. Infatti il Ph fetale è inferiore a quello materno e le sostanze basiche tendono ad accumularsi nel feto, diventando più polari; così non riescono facilmente a tornare indietro; Peso Molecolare; < 500 passaggio agevole > 1000 passaggio impossibile. Attraverso la barriera placentare passano, invece, vari farmaci, specialmente alcaloidi (come la nicotina) e i barbabiturici, i quali hanno azione estremamente dannosa sullo sviluppo fetale. Passano anche i virus e , con meccanismi poco conosciuti, gli anticorpi circolanti nel sangue materno. Questi ultimi, raggiungendo il sangue fetale, conferiscono al feto una sorta di immunità passiva contro le affezioni verso cui è immunizzata la madre finché questi è ospite nell'utero e permangono anche per un periodo limitato dopo la nascita. Ma, in alcuni casi, il passaggio di anticorpi dal sangue materno a quello fetale può dar luogo a reazioni immunitarie pericolose per il feto o per il neonato. E' il caso, ad esempio, dell'antigene Rh+ il quale, se è presente nel sangue del feto e viene in contatto con il sangue della madre, può determinare nelle gestanti a costituzione Rh- la produzione di anticorpi specifici anti- Rh+. In una seconda gravidanza, tali anticorpi raggiungono il feto e, se questo è Rh+, provocano l'eritroblastosi fetale (detta anche malattia emolitica del neonato), causandone addirittura la morte. Quei materiali che riescono a passare attraverso la membrana, o cosiddetta barriera, placentare seguono uno dei seguenti quattro principali meccanismi di trasporto (vi sono tuttavia altri meccanismi minori di trasporto seguiti da sostanze come i globuli rossi o i leucociti) : Diffusione semplice;

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Funzioni della placenta

La placenta svolge tre diverse funzioni fondamentali per il mantenimento della gravidanzae per promuovere il normale sviluppo fetale. Infatti essa funge da polmone, intestino erene per l'embrione in via di sviluppo.

Funzione di trasporto

Una delle funzioni primarie della placenta è sicuramente quella di permettere gli scambimetabolici e gassosi tra il sangue fetale e quello materno. La comunicazione tra feto eplacenta avviene tramite il cordone ombelicale o funicolo; inoltre alcune estroflessioni delcorion, chiamate villi coriali, si estendono nell'endometrio e al loro interno crescono i vasisanguigni embrionali, che in questo modo vengono a contatto con il sangue maternocontenuto in lacune presenti nella parete dell'utero (lacune sanguigne). Il sangue maternoe quello embrionale, tuttavia, non si mescolano mai proprio grazie alla presenza dellaplacenta, che funge da barriera, regolando gli scambi metabolici in maniera selettiva.

Più correttamente si parla di una membrana placentare; ssa, infatti, agisce come vera epropria barriera soltanto quando la molecola ha una certa dimensione, una certaconfigurazione ed è carica, come l'eparina e i batteri. Le sostanze che possonooltrepassare questa “barriera placentare”, dunque, devono rispettare diversecaratteristiche che controllano:

Liposolubilità;

Grado di ionizzazione. Infatti il Ph fetale è inferiore a quello materno e le sostanzebasiche tendono ad accumularsi nel feto, diventando più polari; così non riesconofacilmente a tornare indietro;

Peso Molecolare;

< 500 passaggio agevole

> 1000 passaggio impossibile.

Attraverso la barriera placentare passano, invece, vari farmaci, specialmente alcaloidi(come la nicotina) e i barbabiturici, i quali hanno azione estremamente dannosa sullosviluppo fetale. Passano anche i virus e , con meccanismi poco conosciuti, gli anticorpicircolanti nel sangue materno. Questi ultimi, raggiungendo il sangue fetale, conferiscono alfeto una sorta di immunità passiva contro le affezioni verso cui è immunizzata la madrefinché questi è ospite nell'utero e permangono anche per un periodo limitato dopo lanascita. Ma, in alcuni casi, il passaggio di anticorpi dal sangue materno a quello fetale puòdar luogo a reazioni immunitarie pericolose per il feto o per il neonato. E' il caso, adesempio, dell'antigene Rh+ il quale, se è presente nel sangue del feto e viene in contattocon il sangue della madre, può determinare nelle gestanti a costituzione Rh- la produzionedi anticorpi specifici anti- Rh+. In una seconda gravidanza, tali anticorpi raggiungono il fetoe, se questo è Rh+, provocano l'eritroblastosi fetale (detta anche malattia emolitica delneonato), causandone addirittura la morte.

Quei materiali che riescono a passare attraverso la membrana, o cosiddetta barriera,placentare seguono uno dei seguenti quattro principali meccanismi di trasporto (vi sonotuttavia altri meccanismi minori di trasporto seguiti da sostanze come i globuli rossi o ileucociti) :

• Diffusione semplice;

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• Diffusione facilitata;

• Trasporto attivo:

• Pinocitosi.

Trasporto dei gas: avviene per diffusione semplice ed è limitato più dal flusso sanguignoche dall'efficienza della diffusione. La membrana placentare ha una efficienza quasi comequella dei polmoni e l'interruzione del trasporto di ossigeno per diversi minuti mette arepentaglio la vita del feto o dell'embrione.

Sostanze nutritive: sono la componente principale delle sostanze che vengono trasveritedalla madre al feto. L'acqua viene scambiata per diffusione in quantità sempre maggiorivia via che la gravidanza progredisce; anche il glucosio prodotto dalla madre è subitotrasferito al feto per mezzo della placenta per diffusione. Per quanto concerne le vitamine,è necessaria una divisione: le vitamine liposolubili, infatti, attraversano la membrana piùlentamente di quelle idrosolubili che invece sono molto più veloci. Entrambe le classi,però, sono essenziali per il normale sviluppo del feto.

Elettroliti: liberamente scambiati in quantità significative.

Prodotti di rifiuto: l'urea e l'acido urico passano attraverso la membrana placentare perdiffusione semplice; essa agisce, così, quasi come fosse un rene per l'embrione in via disviluppo.

Anticorpi materni: il feto produce solo piccole quantità di anticorpi per l'immaturità delsuo sistema immunitario. Un certo grado di immunità passiva gli è conferito dagli anticorpiprovenienti dalla madre per via della placenta (es. alfa e beta globuline in piccole quantitào le gammaglobuline trasportate velocemente al feto per pinocitosi).

Farmaci e loro metaboliti: molti farmaci ed i loro metaboliti attraversano la placenta perdiffusione semplice. Le medicine prese dalla madre, infatti, posso avere conseguenzesull'embrione o sul feto o direttamente o indirettamente interferendo on il metabolismoplacentare.

Agenti infettivi: alcuni virus (ad esempio quelli associali al vaiolo, la varicella, il morbilloecc...) possono passare attraverso la membrana placentare e causare infezioni fetali edeterminare gravi anomalie, come nel caso del virus della rosolia. Alcuni microorganismi,inoltre, possono portare ad anomalie congenite e/o morte dell'embrione o del feto.

Ormoni: gli ormoni proteici non raggiungono in quantità significative l'embrione o il feto; gliormoni steroidi non coniugati, invece, attraversano la membrana placentare liberamente.

Funzione metabolica

L’equilibrio metabolico che si stabilisce tra la madre e il feto è diverso nelle varie epochedella gravidanza. Nella prima metà della gravidanza il metabolismo materno è di tipoanabolico. Questo è dovuto all’aumento dei livelli plasmatici di estrogeno e progesterone,che hanno un’azione iperglicemizzante, che consente un costante apporto di glucosio,lipidi ed aminoacidi al feto. Durante la seconda metà della gravidanza si verifica unasituazione ormonale detta “diabetogena”, dovuta ai diversi ormoni legati allo statogravidico (prolattina, progesterone, cortisolo, hPL, estrogeni), tale da provocare uno statodi resistenza tessutale all’insulina a livello epatico, muscolare e nervoso. La placentamodula il trasferimento di substrati al feto, il quale è totalmente dipendente dallacircolazione materna.

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All'inizio della gravidanza la placenta sintetizza il glicogeno, il colesterolo e gli acidi grassiche servono come fonte di energia e nutrimento all'embrione/feto. Molte delle sue attivitàmetavoliche sono indubbiamente critiche per le altre due sue attività placentari, il trasportoe la secrezione endocrina.

Funzione di secrezione endocrina

Le fasi iniziali della gravidanza dipendono dall’attività ormonale materna. L’organoendocrino che sostiene l’impianto e i primi stadi dello sviluppo embrionale è, infatti, il corpoluteo. La presenza di un corpo luteo funzionante è essenziale solo nelle fasi iniziali e nonoltre la VII settimana. Successivamente, invece, è la placenta che assume un ruolofondamentale nella sintesi ormonale. In particolare gli ormoni prodotti dalla placenta sono:

• hCG (gonadotropina corionica umana)

• hPL (lattogeno placentare)

• hCT (tireotropina corionica umana)

• hCC (corticotropina corionica umana)

• relaxina

• progesterone

• estrogeni

• α-endorfine

L’attività di produzione degli ormoni steroidei da parte della placenta non segue imeccanismi convenzionali della produzione ormonale nelle varie ghiandole. Infatti, laplacenta ha solo la capacità di convertire precursori steroidei preformati che vengonoprodotti dalla madre e dal feto.

In particolare, la gonadotropina corionica umana mantiene il corpo luteo, evitandol'insorgere del periodo mestruale. Il progesterone, invece, può essere ottenuto dallaplacenta in tutti gli stadi della gestazione, indicando così che è essenziale per ilmantenimento della gravidanza. Inoltre, le gonadotropine e più avanti, gli estrogeni, iprogestinici e il lattogeno di natura placentare, raggiungono il sangue materno stimolandolo sviluppo delle ghiandole mammarie in vista dell'allattamento.

Tipi di placentaPossiamo distinguere vati tipi di placenta, a secondo delle caratteristiche che prendiamo inconsiderazione.

Una prima classificazione tra i tipi di placenta si basa sul rapporto che intercorre tra questae la mucosa uterina:

• placenta epiteliocoriale, quando l’epitelio del corion giunge a contatto con l’epitelio uterino(maiale);

• placenta sindesmocoriale, quando l’epitelio del corion è a contatto con la tonaca propria(tessuto connettivo) della mucosa uterina a causa dell’avvenuta erosione dell’epitelio

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uterino (ruminanti);

• placenta endocoriale, quando l’epitelio del corion è a contatto con l’endotelio dei vasi dellatonaca propria, per un’erosione più profonda (cane);

• placenta emocoriale, propria dell’uomo, quando per un’erosione ancora più profonda, i villipescano nel sangue materno essendo caduto anche l’endotelio. Non tutti i villi giungonoperò nelle lacune sanguigne (villi liberi) ma alcuni.tramite coaguli di fibrina, si fissano allatonaca propria e servono per l’impianto (villi fissi).

Se ci riferiamo alla sede di formazione dei vasi ombelicali, possiamo distinguere tre diversi tipi diplacenta:

• allantoidea, quando i vasi ombelicali si formano nell’allantoide;

• anallantoidea, quando i vasi si sviluppano nel corion e nel peduncolo addominale;

• vitellino od onfaloide, quando il corion contrae rapporti con il sacco vitellino anziché conl’allantoide ed i vasi ombelicali si formano nel sacco vitellino.

Inoltre la placenta può essere classificata in rapporto alla disposizione dei villi in:

• diffusa, con i villi uniformemente diffusi su tutta la superficie del corion;

• multipla o cotiledonare, con i villi raggruppati in cotiledoni;

• zonale o a cintura, con i villi raggruppati e disposti ad anello intorno al sacco coriale;

• discoidale, con i villi riuniti in un’area discoidale del corion.

La placenta, infine, per altri tipi di classificazione, basata sulla circolazione del sangue e sul suodestino post parto, può anche essere:

• labirintica, quando il sangue materno circola in stretti spazi a carattere capillare;

• olliforme, quando il sangue circola in seni sanguigni;

• vera o completa, se dopo il parto gli strati materni si staccano;

• semiplacenta, se invece gli strati materni rimangono in situ ed intatti.

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