La Nostra Pieve n°18 - Dicembre 2009
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Periodico trimestrale della Parrocchia di Pieve di Soligowww.parrocchiapieve.qdp.it Tel. 0438 82026 - Fax 0438 981483
Dicembre 2009Numero 18
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(continua a p. 2)
Spero e prego che il Natale 2009 porti a tuttisperanza, serenità ed un rinnovato anelito allabontà.
I disagi e le preoccupazioni provocati dalla crisieconomica ai nostri giorni sono pesanti, anche senon sono paragonabili alla povertà di Betlemme.La nascita di Gesù, partorito da Maria mentre conGiuseppe era in viaggio verso la città di Davide,avviene in una stalla perché non c’era posto perloro nell’albergo. Il bambino è deposto in una man-giatoia sopra la paglia ed è avvolto da qualche ruvi-da fascia. Eppure, in quel misero luogo e in quelpreciso momento, avviene il fatto più importantedella nostra storia e della storia del mondo intero:in Gesù, Dio assume la nostra natura umana perfarci aver parte della sua vita divina. E’ mistero dacontemplare e da accogliere nella fede.
* * *
Questa straordinaria realtà può far sorriderecoloro che non riescono a pensarsi sotto lo sguar-do amoroso di Dio; può indispettire quelli che rico-noscono come verità solo quanto riescono a verifi-care; può far scoraggiare quanti non hanno questaluce di speranza, grazie alla quale ci è dato di rivol-gerci verso la sorgente stessa della Vita. Eppure lanascita di Gesù non è solo poesia, ma stupendarealtà. Anche noi, come gli uomini di ogni tempo,siamo sollecitati a vivere e rivivere questo mistero.
* * *
Leggevo in questi giorni che con le sue creatu-re Dio si comporta come fa ogni mamma con ilsuo bambino. Lei è grande e lui è piccolo, ma eccoche si china, si abbassa fino al livello del suo bam-bino. Si fa piccola con lui. Con dolcezza lo prendefra le mani, si alza, lo porta in alto con sé, lo sol-leva alla propria altezza e gli dà un bacio. Quante
volte abbiamo visto questo gesto! E’ quello che hafatto Dio con l’umanità e continua a fare con ogniuomo.
* * *
Questo grande mistero lo hanno capito bene iSanti. San Giovanni Bosco, in un Natale diceva ai
ARRIVA IL
IL NATALENELLA
POESIA DIZANZOTTO
NOZZED’ORO,
DI DIAMANTE,DI PLATINO
UN REGALODI FRATEL
SOLE
Natale!
Foto Raoul Bernardi
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(segue da p. 1)
suoi ragazzi: “Pensate al grandemistero che si sta compiendo:un Dio che si fa uomo! La miaanima deve essere qualcosa digrande se i cieli e la terra sicommuovono e un Dio viene afarsi bambino proprio perme!”.
Papa Leone Magno, secoli fa,diceva in una notte di Natale: “Ilnostro Salvatore oggi è nato:rallegriamoci! Non c’è spazioper la tristezza nel giorno in cuinasce la Vita! Riconosci cristia-no la tua dignità, reso parteci-pe della natura divina!”.
Il mistico Angelico Silesio dice-va: “Anche se Cristo nascessemille o diecimila volte aBetlemme, a nulla ti gioverà senon nascesse almeno una voltanel tuo cuore!”.
* * *
Prego con voi e per voi, per-ché il Signore ci sveli il misterodel Natale, ci apra il cuore adaccogliere il Dio che viene, ciaiuti a riconoscere il suo amoreper l’uomo e la meraviglia che èl’uomo amato da Dio.
Ai parrocchiani e agli amiciauguro che in questo NataleGesù nasca davvero nel cuore ditutti!
Don Giuseppe
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“Anche se Cristonascesse mille
o diecimila volte a Betlemme,
a nulla ti gioverà se non nascesse
almeno una volta
nel tuo cuore!”.
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Andrea Zanzotto
DINTORNI NATALIZI
Natale ... Nostalgia di bene, di un Bene Grande, di un beneconosciuto, forse di quello stesso bene che ci ha creato, ci ha for-mato e redento.
Parole, sì è vero, ma parole di un vero Poeta, la cui fama ènon solo nazionale. E nelle parole di uno che scava nel profon-do dell'animo umano, sia nel proprio animo che nell’anima dellapropria terra, possiamo sentire quest’immensa Nostalgia delNatale vero, fatto di intimità profonda, di unione di cuori e diaffetti, di pensieri e di sentimenti. Nell’esperienza dell'autore que-sto è stato il Natale della Sua infanzia, circondato dall'affetto dellezie e della famiglia, di una natura dal volto amico non ancoradeturpato dall’insipiente avidità umana, coccolato dall’affettodella comunità pievigina, fossero le suore dell’asilo o le tante per-sone, ignote ai più ma colte e custodite dall’occhio vigile dell’ar-tista, persone semplici, ma in sé così importanti.
Ecco sì, Natale Nostalgia di Bene, il bene di chi ci ha amato,nella famiglia e nella nostra comunità, quando ancora essa eraradicata ai valori della solidarietà e della fede; nostalgia del beneche abbiamo respirato nella bellezza della natura. Ah certo,nostalgia del proprio cuore di un tempo, cuore di bimbo, cuore
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Natale, bambino o ragnetto o penninoche fa radure limpide dovunquee scompare e scomparendo appare
come candore e bludelle pieghe montane
in soprassalti e lentezzein fini turbamenti e più.
Bambino e vuoto e campanelle e tivù nel paesetto. Alle cinque della sera la colonnina del meteo della farmaciascende verso lo zero, in agonia.Ma galleggia sul buio con sue ciprie di specchi.Natale mordicchia gli orecchiglissa ad affilare altre altre radure.Lascia le luminarie a darsi ariesulla piazza abbandonatacol suo presepio di agenzie bancarie.
Natali così lontanida bloccarci occhi e manicome dentro fatate inesistenzedateci ancora di succhiaredegli infantili geli le inobliate essenze.
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tenero capace di succhiare l'amo-re, capace di cogliere quell’amoreofferto a lui dal ranuncolo o daltopinambur, oltre che da tutte lealtre persone che hanno fattocrescere il bimbo, ponendo lepremesse che hanno fatto matu-rare l’uomo e il poeta di oggi.
Ecco sì, Natale Nostalgia diBene. Quanto grande questanostalgia, perché oggi è difficiletrovarlo questo Natale. Sì hairagione tu, se tu non lo hai cono-sciuto, il Natale lontano dico:quello di oggi è spesso retorica efalsità e inganno. Il Poeta osservacon bonaria ironia che, purtrop-po, oggi ci si impantana nei din-torni natalizi, ma sì dài succedeanche nelle nostre comunità cri-stiane divenute troppo spessopresepio di agenzie bancarie o piazza abbandonata incui restano solo le luminarie a darsi arie. Teniamolasuvvia quest’espressione locale, non si vantano leluminarie, no no, “si danno arie”: espressione questatipica del nostro parlato e, ahimé, del nostro vissuto,ostentazione di vuoto, ma di un vuoto triste, non èquel vuoto che spinge il ragnetto operoso ad intesse-re complicate ragnatele, la sua casa, è un vuoto fred-do, in cui riecheggia il suono della televisione, checerca di occupare dei vuoti ... che fanno paura, queisilenzi ... . E allora Il Natale mordicchia gli orecchi, manoi non ce ne accorgiamo di questa tiratina d’orec-chi, non ci accorgiamo che il Natale oggi CI FAMALE! Nostalgia di Bene tu ci parli del nostro tradi-mento, di tanti quotidiani tradimenti, che giornodopo giorno ci allontano da un’umanità profonda, daquell’umanità che Dio ci ha rivelato, che noi abbiamotradito, ubriacati da desiderio di arrogante autosuffi-cienza, di potere, di ricchezza. Poi però arriva Natalee ci si sente ... tanto soli, tristi. Povero Natale, glissa,se ne va, ad affilare altre altre radure, a noi nellanostra sicumera lascia le luminarie a darsi arie.
I Natali, quelli veri, purtroppo sono così lontani,da bloccarci occhi e mani, da lasciarci di sale, da farciraggelare nel dolore, Natale Nostalgia di Bene, ohNatali lontani dateci ancora di succhiare ... le inobliateessenze, sperimentate nei freddi inverni della nostrainfanzia.
In questo testo, scritto negli anni Novanta, ilPoeta nel mentre osserva le molte contraddizioni econtraffazioni del Natale, accarezza ciò che vede conuno sguardo di bonaria ironia, nascente dalla consa-
pevolezza che i tempi dell’oggi possono confonderecon facilità gli animi, presentando gli inviti enfatici diun mondo in crisi economica. In questa complessitàdel reale, riflessa nel testo, permane un respiro pro-fondo, che è nostalgia, ma è anche apertura al futu-ro, è invito a ricercare tra i fuochi fatui ciò che per-mane e veramente ha valore.
L’uomo e la donna di oggi, dal cuore spessofrantumato e indurito, hanno bisogno di rivivere laprofonda esperienza di un Bene Profondo, quel Beneche dà senso e sapore all'esistenza, che unifica e risa-na i nostri cuori spezzati.
Ci doni il Buon Dio di vivere in questo Natale,anno domini 2009, una profonda esperienza dellavera umanità, quella che appaga il desiderio di ognicuore e nel contempo lo inquieta rilanciandolo suorizzonti di amore più ardui, solo apparentementeinaccessibili alle esigue forze umane.
Ci doni il Bambinello di riscoprire la bellezzadella fragilità, della nostra caducità, ci insegni a gio-care con cuore di bimbi e a sorridere sulle nostredebolezze e i nostri abbagli, per partecipare ad unagioia profonda e nascosta, ma sempre viva.
Non glissare Natale lontano, tiraci pure gli orec-chi: ascolteremo il tuo rimprovero per riconquistarela Via, la Verità e la pienezza della Vita, per ricevereciò che Tu, o Bambino, sei venuto a portare nelvuoto riempito di vanità fatua del nostro oggi.
Lina De Conti
Foto di Raoul Bernardi
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MISTERI GAUDIOSI
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LE MERAVIGLIE DEL ra e nella retorica, poiché sempre è sostenuta da una
forte ragione interiore, da una spiritualità intensa e seve-
ra che rende ogni sua opera autentica in sé, mai in fun-
zione ad ideologie o fini estremi…”.Il ciclo degli affreschi sulla vita di Gesù e della Madonna”
e “L’Ultima Cena” all’interno della facciata, ad indirizzocatechistico, esprimono anche il suo pensiero filosofico ereligioso, che la ispirò per tutta la sua breve, ma intensa vitadi donna ed artista.
Riportiamo all’inizio 15 affreschi seguendo la logica deiMisteri Gaudiosi, Dolorosi e Gloriosi, e alla fine altri 4 cheraffigurano altrettanti momenti della vita di Gesù.All’affresco dell’Ultima Cena dedicheremo pagine in un altronumero de La Nostra Pieve.
In questa breve rassegna parlerò degli affreschi di MartaSammartini, realizzati lungo le pareti delle navate laterali delDuomo. I primi tre negli anni ’30 e gli altri all’inizio deglianni ’50 e restaurati nel 1994 da Ivan Ceschin, essendo par-roco di Pieve don Lorenzo Garla.
L’artista, nata a Belluno nel 1900 e morta a Pieve diSoligo nel 1954, allieva di Annibale Lotto in Venezia, fu pit-trice e scultrice di grande talento e sensibilità artistica. Comescultrice partecipò a ben tredici Mostre Nazionali, tra le qualila XII e XXI Biennale di Venezia.
Scrive Virginia Baradel: “La sua pittura fu indipenden-
te dalla scultura. Nella pittura, da una vivacità narrativa
del primo periodo subentrò l’ispirata gravità di impronta
novecentesca che per altro non sconfina mai nella manie-
1. L’annuncio dell’AngeloNel primo affresco, con tocchi essenziali e semplicissimi, viene presentatal’Annunciazione, l’evento che predisse la nascita di Gesù, il “dies natalis”
di Cristo e dell’umanità rigenerata. L’immagine suscita sentimenti di umiltà e di sincera condivisione allavolontà di Dio.
2. La visita di Maria ad ElisabettaMaria incontra la cugina Elisabetta, di cui l’Angelo le aveva preannunciatala prossima maternità. Scrive l’evangelista Luca: “Avvenne che, come udì
il saluto di Maria, ad Elisabetta esultò nel seno il bambino, ed essa fu
ripiena di Spirito Santo. Allora a gran voce disse: “Benedetta sei tu fra
le donne e benedetto il frutto del tuo seno! Donde a me è dato che la
madre del mio Signore venga a visitarmi? Poiché, ecco, appena il suono
del tuo saluto è giunto alle mie orecchie, il Bambino ha esultato di
gioia nel mio seno”.
Maria, allora, esplose nel canto del Magnificat”.
3. La nascita di Gesù a BetlemmeIn oriente l’attaccamento al proprio luogo di origine era ed è moltoradicato nella gente. Ed i Romani con il primo censimento di Quirinoseguirono questa tradizione. Per questo Giuseppe, nonostante il nono mesedi gravidanza e le condizioni di Maria, si recò a Betlemme per farsiregistrare con lei presso l’anagrafe di quel comune, essendo lui del casato edella famiglia di Davide, originaria di Betlemme.Il paese rigurgitava di gente e poiché “non c’era posto per loro
nell’albergo” misero gli occhi in una piccola stalla, solitaria e tranquilla,dove nacque il discendente di Davide, il Re dell’universo.L’affresco, con la sua estrema semplicità ti affascina e ti conquista.
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NOSTRO DUOMO
4. La presentazione di Gesù al TempioDal Vangelo di Luca: “E’ quando si compirono i giorni della loro
purificazione secondo la legge di Mosé, Maria e Giuseppe portarono
Gesù a Gerusalemme per presentalo al Signore. Ed ecco, a
Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, giusto e pio, che
aspettava la consolazione di Israele, e lo Spirito era su di lui e gli aveva
rivelato che non avrebbe veduto la morte prima di aver visto il Messia
del Signore. E venne mosso dallo Spirito al tempio, e quando i genitori
vi portarono il bambino Gesù per adempiere la legge, egli lo prese fra
le braccia e benedisse Dio dicendo: “Adesso congeda il tuo servo,
secondo la tua parola, in pace; poiché i miei occhi hanno visto la tua
salvezza, che hai preparato a vantaggio di tutti i popoli: luce per
illuminare le genti e gloria del popolo di Israele”.
L’affresco, privo di ogni fronzolo grafico, mette in risalto lo sguardo diSimeone che, in quella occasione, pronuncia parole profetiche di grandeemozione.
1.Gesù nell’Orto degli uliviDal racconto di Matteo: “Gesù giunse allora, con essi, in un podere
chiamato Gethsemani, e disse ai discepoli: “Restate qui, mentre io vado
più in là per pregare”. Poi, prendendo con sé Pietro, e i due figli di
Zebedeo, cominciò a provare tristezza ed angoscia. Allora disse loro:
“L’anima mia è triste da morire, restate qui e vegliate con me”. E,
avanzatosi di poco cadde con la faccia a terra e pregò dicendo: “Padre
mio, se è possibile, passi da me questo calice!, però avvenga non come
voglio io, ma come vuoi tu”. Una seconda volta ancora se ne andò a
pregare dicendo: “Padre mio, se questo calice non può passare senza
che io lo beva, sia fatta la tua volontà”.
La sofferenza e l’angoscia di Gesù sono ritratte dalla pittrice con unaespressività tale da suscitare forti emozioni e sentimenti di pietà.
5. Gesù fra i dottori nel TempioGesù svolge la sua missione anche a costo di recare dolore ai genitori, che
ama tanto. La volontà di Dio mette a dura prova, talvolta, la nostraesistenza e pazienza. Adempierla fino in fondo è la dimostrazione del
nostro amore per il Signore e la condizione della nostra salvezza.Il dipinto è chiaro esempio delle capacità espressive della Sammartini nel
tratteggiare volti e persone.
2. Gesù flagellato L’Evangelista Marco con brevi cenni parla della flagellazione di Gesù:
“Pilato disse alla folla: “Che male ha fatto?”. Ma quella gridava ancora
più forte: “Crocifiggilo!”. Allora Pilato, volendo accontentare la folla,
rilasciò Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché
venisse crocifisso”.
Il pennello dell’artista ritrae la scena con tocchi così scarni da far pensarealla solitudine di Cristo nei momenti più bui del suo martirio.
MISTERI DOLOROSI
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MISTERI GLORIOSI
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3. Gesù incoronato di spineiScrive Marco: “I soldati condussero Gesù nell’interno del cortile, cioè
nel pretorio, e convocarono tutta la coorte. Lo rivestirono di porpora e,
intrecciata una corona di spine, gliela posero sulla testa. Poi
cominciarono a salutarlo: “Salve, re dei Giudei!”. E gli picchiavano il
capo con una canna e gli sputarono in faccia e, in ginocchio, gli
facevano riverenza. E quando se ne ebbero fatto gioco, lo spogliarono
della porpora, lo rivestirono con le sue vesti e lo portarono fuori per
crocifiggerlo”.
L’umiliazione, lo scherno, il ludibrio di Gesù sono presentati nell’affresco,per dimostrare l’atroce beffa perpetrata al re dei Giudei, con estremaschematicità, ma con buona efficacia.
1.Gesù risorgeCosì Matteo descrive l’evento più importante nella storia della salvezza: “Ed eccoche ci fu un gran terremoto; un angelo del Signore, difatti, era sceso dal cieloed aveva rotolata via la pietra, e vi si era seduto sopra. Aveva l’aspetto dellafolgore e la veste bianca come la neve. Per lo spavento che ebbero di lui, leguardie tremarono e tramortirono. E l’angelo, prendendo la parola, disse alledonne venute al sepolcro: “Non temete! Io so che cercate Gesù, il crocifisso.Non è qui; è risorto, come disse; venite, vedete il luogo dove Egli era statodeposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “E’ risorto dai morti ed ecco viprecede in Galilea: là lo vedrete”. E quelle, allontanatesi in fretta dal sepolcro,con timore e gioia grande, corsero a dare la notizia ai discepoli di Gesù. Ed eccoche Gesù venne loro incontro dicendo: “Salute!”. Esse si avvicinarono, glistrinsero i piedi e si prostrarono dinanzi a lui. Allora Gesù disse loro: “Nontemete; andate a dire ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno”. L’atteggiamento di Gesù che risorge, dipinto da Marta Sammartini, è quella di un
trionfatore, che vince la morte; e ci infonde un coraggio straordinario. Con Lui non dobbiamo temere alcun male, ma amare e sperare,perché Egli, veramente, ci ha preceduto per prepararci un posto nel Cielo.
5. Gesù che muore in CroceEcco la descrizione di Matteo: “Quando l’ebbero crocifisso, si divisero le
vesti tirandole a sorte. Poi, sedutisi, restarono a fargli la guardia. Al di
sopra la sua testa posero il motivo della sua condanna: “Questi è Gesù, il
re dei Giudei!”. Dalla sesta ora in poi, fino all’ora nona si fece buio su
tutta la terra. Verso l’ora nona Gesù diede in un alto grido: “Elì, Elì, lamà
sabactani?”, cioè: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Alcuni
degli istanti, sentendolo, dissero: “Costui chiama Elia!”. Subito uno di loro
corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto e infilatala su di una
canna, gli dava da bere. Gli altri dissero: “Lascia! Vediamo se viene Elia a
salvarlo!”. Ma Gesù, dopo aver dato di nuovo un alto grido, spirò”.
La scena della morte di Gesù in croce è presentata dalla pittrice in modolapidario, essenziale, per costringere l’osservatore a incentrare la suaattenzione e riflessione soltanto sullo strumento della nostra salvezza:la Crocedi Cristo. “Ti saluto, o Croce Santa, che portasti il Redentor”.
4. Gesù che sale il Calvario Così scrive l’evangelista Luca: “Lo seguiva una gran folla di popolo e di
donne che facevano cordoglio e lamento su di lui. Ma, volgendosi ad
esse, Gesù disse: “Figlie di Gerusalemme non piangete su di me, ma su
voi stesse e suoi vostri figli”.
La scena è incentrata sul Cristo che porta la croce e su una donna soltanto.Sembra che la pittrice, nell’immagine della donna sconsolata, abbia voluto
raffigurare la grande costernazione e lo sgomento di tutte le donne diGerusalemme.
LE MERAVIGLIE DEL
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NOSTRO DUOMO2. Gesù ascende in Cielo
Riporto dagli Atti degli Apostoli: “Con la discesa dello Spirito Santo,
riceverete un potere divino e sarete miei testimoni a Gerusalemme, in
Giudea e Samaria e fino ai confini del mondo”.
Dopo queste parole, fu elevato in alto sotto i loro occhi. E, mentre
scrutavano il cielo, due personaggi biancovestiti apparvero loro e
dissero: “O Galilei, perché rimanete a guardare il cielo? Quel Gesù or
ora salito al cielo ritornerà nello stesso modo con cui lo avete visto
andarvi”.La scena dell’Ascensione è dipinta secondo schemi classici, senza svolazzi.
L’avvenimento è presentato in modo limpido, essenziale.
4. Assunzione di MariaMaria fu assunta in cielo perché il suo corpo verginale, che aveva portato ilCristo, non poteva conoscere la corruzione del sepolcro. Questo dogma, acui aderiamo fermamente, ci convince ed allieta la nostra anima e il nostro
cuore di figli. Dopo l’ascensione di Gesù in cielo, ci doveva esserel’assunzione di Maria in Paradiso, tra le schiere degli angeli e dei santi.Con questo dipinto, luminoso e suggestivo, sembra che la Sammartini
abbia voluto riporre in Maria ogni speranza e ogni anelito della sua animaproiettata verso l’eternità.
3. Discesa dello Spirito SantoTrascrivo dagli Atti degli Apostoli: “Per la pentecoste, a giorno inoltrato,
gli apostoli erano tutti insieme nello stesso luogo, quando
all’improvviso si sentì dal cielo un rombo fortissimo, come una raffica
di vento, che riempì tutta la casa in cui si trovavano. Nello stesso
tempo videro delle lingue che parevano di fuoco dividersi e posarsi su
ciascuno di loro.
Tutti furono ripieni di Spirito Santo e presero a parlare in diverse
lingue, secondo come lo Spirito li ispirava ad esprimersi”.
L’affresco mette in risalto in modo efficace e soddisfacente la discesa dellaTerza Persona della Santissima Trinità, che compie l’opera ditrasformazione degli Apostoli, secondo la promessa di Gesù.
5. Incoronazione di MariaE’ bello pensare alla festa tributata a Maria in cielo: la Santissima Trinità sicompiace di incoronare la Vergine, figlia prediletta, che per l’eternità siederàaccanto al figlio Gesù. Forse non c’è lirica più bella di quella che Dante Alighieri,sommo poeta, mette sulla bocca di san Bernardo nel XXXIII Canto del Paradisodella sua Divina Commedia: “Vergine madre, figlia di tuo Figlio. Umile ed alta
più che creatura. Termine fisso d’eterno consiglio. Tu sei Colei che l’umana
natura nobilitasti sì, che il suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura”.
La pittrice, con questo ultimo affresco di grande pregnanza artistica, si congedadai suoi compaesani, invitandoli a guardare lassù, quasi presaga della suaprossima fine, per esorcizzarli e spronarli alle cose belle e grandi, aborrendo lebassezze di questo mondo.
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ALTRE SCENE DELLA VITA DI GESU’
La fuga in EgittoGesù, per realizzare il progetto della salvezza, deve sfuggire alla cattura deisoldati di Erode. Fugge con Maria e Giuseppe in Egitto e lì rimase finché ilpericolo è cessato. Poi ritorna in Palestina, e si stabilisce a Nazaret,affinché si adempisse la Scrittura: “Nazareno sarà chiamato” (Mt 2,23).Il dipinto con la sua grande sobrietà pittorica, ricalca le caratteristiche deiprecedenti.
Il battesimo di GesùGesù si fa battezzare dal Battista per adeguarsi con umiltà all’atto di
rigenerazione e purificazione degli Ebrei e presentare la figura del suoprecursore.
Così Matteo descrive l’avvenimento: “Allora Gesù si recò dalla Galilea al
Giordano da Giovanni per essere da lui battezzato. Giovanni però
cercava di distoglierlo dicendo: “Sono io che ho bisogno di essere
battezzato da te, e tu vieni a me?”.Ma, rispondendo, Gesù gli disse:
“Lascia, adesso, così, infatti ci conviene compiere ogni giustizia”.
Subito dopo il battesimo Gesù uscì dall’acqua ; ed ecco che i cieli si
apersero per lui, ed Egli vide lo Spirito di Dio discendere, come una
colomba, e venire su di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva:
“Questi è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto”.
Il pennello dell’artista ritrae la scena del battesimo di Gesù con la forza
che viene dalla fede e dalla verità.
La tempesta nel lagoScrive l’evangelista Matteo: “Salito poi sulla barca i suoi discepoli lo
seguirono. Ed ecco sollevarsi sul lago una grande tempesta, al punto
che la barca era coperta dalle onde; ma Gesù dormiva. Gli si
avvicinarono e lo destarono dicendo: “Signore, salvaci, siamo perduti!”.
E disse loro: “Perché avete paura, uomini di poca fede?”. Allora si levò,
minacciò i venti e sul lago si fece una grande bonaccia. Tutti furono
pieni di stupore e dicevano: “Chi è costui, che i venti e le acque gli
obbediscono”.
L’affresco, grazie alle indubbie doti espositive della pittrice, rende benel’idea della furia dei venti e delle onde perigliose del lago di Tiberiade inburrasca.
Gesù con Marta e MariaScrive l’evangelista Luca: “Mentre erano in cammino entrò in un
villaggio, e una donna di nome Marta lo ospitò nella sua casa. Costei
aveva una sorella chiamata Maria la quale, sedutasi ai piedi di Gesù,
ascoltava la sua parola. Marta, invece, era presa dalle molte faccende di
casa. Intervenendo, infine, disse: “Signore, non t’importa nulla che mia
sorella mi abbia lasciata sola ad occuparmi del servizio? Dille, quindi
che mi aiuti!”.Ma il Signore le rispose: “Marta, Marta, tu ti affanni e ti
agiti per troppe cose; una sola è necessaria! Maria ha scelto la parte
migliore, che non le sarà tolta”.
Il dipinto della Sammartini è chiaro ed efficace, nulla lascia allasuperficialità e alla marginalità.
a cura di Piero Furlan
Foto
Munari
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Fin dall’inizio di questo annoscolastico, i bambini di primaelementare si ritrovano tuttiinsieme e con i loro genitori,una volta al mese al patronatoCareni per l’incontro di catechi-smo con il parroco don Giu-seppe e la catechista Tiziana. Inmodo coinvolgente e con le giu-ste attenzioni all’età, il parroco ela catechista presentano la figu-ra di Gesù e il Suo Vangelo.
I bambini, seduti in cerchio,sono attenti, rispondono pron-tamente alle domande e inter-vengono per esprimere il loropensiero. Poi, presi tutti permano, si rivolgono al buon Diocon una preghiera sincera espontanea.
La presenza, silenziosa e dis-creta, dei genitori durante l’in-contro è rassicurante per i bam-bini, a conferma per loro di unappuntamento importante epieno di significati. E la stessariunione favorisce le relazioni, lacondivisione, il confronto tramamme e papà sull’educazionealla fede dei propri figli.
I bambini sono invitati poi acontinuare il lavoro a casa colo-rando il libro di catechismo,mentre i loro genitori e familiario i nonni leggono i racconti chedescrivono la vita e le opere diGesù.
Pertanto, si tratta di una pro-posta semplice, efficace e positi-
va per dedicare tempo alla for-mazione cristiana dei nostri figli,per accogliere il loro stupore nelconoscere Cristo Salvatore eper rispondere alle domandepiene di gioia e di curiosità sullarealtà della fede e sul senso dellavita.
Mariaregina Dal Ben
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Bambini e Genitoria Catechismo insieme
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Il vescovo Corrado lo scorso10 settembre ha presentato ilPiano pastorale 2009-2010 e hadato inizio alle attività pastoralinella nostra diocesi. Il tema diquest’anno è: “Chiamati a risco-
prire e a vivere la dignità batte-
simale: valorizzare e promuove-
re le vocazioni e i ministeri
nella comunità”.
L’intento del vescovo è quellodi farci riflettere come Chiesadiocesana sulla realtà delle voca-zioni e dei ministeri nella comu-nità cristiana.
Tre sono le parti o tappe fon-damentali del piano: *uno sguar-do alla realtà; *una riflessionebiblico-teologica; *alcune indica-zioni pastorali
I parte: uno sguardo sulla nostra realtà ecclesiale delle vocazioni e dei ministeri
Si assiste a un drastico calonumerico delle vocazioni di spe-ciale consacrazione: preti, consa-crati. Anche la vocazione almatrimonio è in crisi. Dio è fede-le e chiama sempre: perché que-sta crisi? Un risposta può esserela perdita del senso “vocaziona-le” della nostra vita. Se da unaparte il vescovo ribadisce il buonlavoro fatto nella nostra diocesiper valorizzare la vocazione e lamissione dei laici nella Chiesa,nel senso di una chiamata allacorresponsabilità pastorale (mini-stri straordinari, catechisti, ani-matori liturgici, operatori caritas,laici impegnati nel sociale e inpolitica, animatori di gruppi difidanzati, di gruppi famiglia e gio-vanili; offerta formativa dellascuola di teologia per laici), dal-
l’altra sottolinea la necessità diuna maggior opera di sensibiliz-zazione e promozione delle voca-zioni di speciale consacrazione: ilprete è necessario alla vita dellenostre comunità e non bisognatemere di fare proposte chiare ainostri ragazzi e giovani. E’ neces-sario anche un impegno comunenel rinnovare la forma di eserci-zio del ministero cercando unamaggior comunione tra preti, trapreti e vescovo e tra preti, reli-giosi e laici nella vita della Chiesadiocesana.
II parte: vocazioni eministeri nella comunità
Il vescovo Corrado sottolineala necessità di ripartire dalBattesimo per scoprire il sensodella vita come vocazione. Il
Battesimo, infatti, è un evento direlazione; se si ricorda il temadello scorso anno pastorale que-sta intuizione è più comprensibi-le: figli nel Figlio e fratelli nellaChiesa, perché il Battesimo è unevento che stabilisce relazioninuove: comunione con Dio e coni fratelli. E proprio perché ilBattesimo è dono di una relazio-ne di amore assume la fisionomiadi una chiamata: suscita la neces-sità di una risposta. Cristo harivelato l’amore del Padre, harivelato la nostra vocazione difigli e ci invita alla sua sequela, adessere come lui, a condividere lasua vita. Ogni brano del Vangelo,dice il vescovo, ha un eminentecarattere vocazionale, una occa-sione per porsi la domanda sulsenso della nostra esistenza. LoSpirito Santo, poi, è il grandeanimatore della vocazione cristia-
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na: suscita, accompagna, correg-ge, esorta, sostiene e lancia unappello alla nostra libertà e allanostra collaborazione. Lo Spiritopoi suscita carismi e ministeridiversi per il servizio del popolodi Dio. I modi di vivere questavocazione battesimale possonoessere diversi, perché ogni bat-tezzato è chiamato dallo Spirito adonare se stesso in modo perso-nalizzato, in forme e modalitàche la tradizione cristiana hachiamato vocazioni particolari opersonali. Il vescovo afferma chese un cristiano non cerca diconoscere la vocazione persona-le il Battesimo non ha portato isuoi frutti migliori. Per questo iltema vocazione deve essere pre-sente nel catechismo, nella for-mazione dei ragazzi e dei giova-ni, nella predicazione. E’ il piùgrande servizio che possiamooffrire alle giovani generazioni.
Il vescovo si sofferma poi aconsiderare la particolare voca-zione dei laici, chiamati a santifi-carsi nell’ordinarietà della vita,dei ministri ordinati per il serviziodel popolo di Dio e dei consacra-
ti, chiamati ad essere segno dellasequela radicale di Cristo.
Dal Battesimo non nasconosolo vocazioni particolari maanche molteplici servizi o mini-steri: dai catechisti agli animatori,dai ministeri istituiti del lettoratoe dell’accolitato ai sacristi, tuttidoni per l’edificazione dellaChiesa.
Alcuni atteggiamenti e atten-zioni possono favorire la diffusio-ne di una cultura vocazionaledella vita e favorire la realtà dellevocazioni alla ministerialità: inprimo luogo il silenzio e solitudi-ne in funzione di un autenticoascolto: capacità di interiorità edi ascolto della Parola delSignore; poi il gusto per i valorispirituali rispetto a quelli materia-li; in terzo luogo sentimenti difiducia e umiltà: ci si fida poco,c’è la difficoltà a impegnarsi confiducia nella ricerca della propriavocazione. Una cultura di auto-nomia e di autosufficienza rendemolto difficile il fidarsi degli altri;infine alcune esperienze significa-tive di gratuità e servizio.
III parte: alcune indicazionipastorali
Il vescovo Corrado offre alcu-ne indicazioni pastorali per favo-rire una cultura vocazionale:
1. conoscere e approfondire iltema del piano pastorale daparte dei pastori e degli operato-ri pastorali, dei membri del consi-glio pastorale parrocchiale. Inquesto Anno sacerdotale nondeve mancare una catechesi ade-guata per adulti sul tema dellevocazioni e dei ministeri;
2. chiedere, accogliere e vivere ildono della vocazione: preghieredei fedeli; adorazione eucaristicadel primo giovedì del mese;Monastero Invisibile; scuola dipreghiera per i giovani; preghie-ra del vescovo presso l’urna delpatrono San Tiziano; predicazio-ne e catechesi; corsi di prepara-zione al matrimonio; incontrivocazionali; prediche quaresimalidel Vescovo;
3. promuovere i ministeri attra-verso la formazione e il sostegnonel campo della ministerialità lai-cale: evangelizzazione e cateche-si, liturgia e ministeri; testimo-nianza e carità.
A modo di conclusione, ilvescovo considera che il PianoPastorale non rivoluzionerà radi-calmente la vita e la pastoraledella diocesi, ma cercherà diessere una sensibilizzazione ulte-riore sul tema del battesimo edelle vocazioni. Si creano cosìanche le condizioni per unabuona riuscita delle nuove realtàlocali formate da più parrocchie,chiamate Unità Pastorali.
A cura di
Don Alberto Botteon
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astorale Diocesano
VERE LA DIGNITÀ BATTESIMALE
Apertura dell’Anno Pastorale in parrocchia con la presenza del Vescovo
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!I MINISTERI LAICALI NE L
Il 13 ottobre, approfittando della inau-gurazione dell’impianto fotovoltaico, ab-biamo fatto nel nostro Duomo una cele-brazione della Parola presieduta dalVescovo per dare inizio alle attività pasto-rali, invocando i doni dello Spirito Santosu tutte le persone impegnate in parroc-chia.
Abbiamo invocato lo Spirito Santo:
per gli organismi di partecipazione:Consigli Pastorale e per gli Affari Economici,perché si impegnino non solo a programma-re e a sostenere le loro attività, ma anche adessere testimoni con la loro fede nella vita diogni giorno.
per i cristiani impegnati nella catechesi:catechisti dei ragazzi, animatori dei gruppigiovanili, coppie che preparano i fidanzati almatrimonio, il catechista che affianca il par-roco nella preparazione dei genitori alBattesimo dei figli, perché siano generosi,perseveranti, pieni di gioia e di ottimismonello svolgimento della loro importante mis-sione.
per i cristiani impegnati nella liturgia: lacorale S. Maria Assunta, il coro giovani, lecantorine, i lettori della parola di Dio, gli ani-matori liturgici, i chierichetti e i ministranti, iministri straordinari della Comunione, perchéaiutino tutta l’assembla a rendere lode alSignore.
per i cristiani impegnati nella carità: ilGruppo Operativo Caritativo, la ConferenzaS. Vincenzo de’ Paoli, le persone che lavora-no nel Centro Ascolto, la coppia che si pren-de cura della casa di Prima Accoglienza, quan-ti sono attivi nell’Unitalsi, perché continuinocon delicatezza, umiltà, generosità a testimo-niare la carità affinché nessun bisognoso sisenta solo e trascurato.
per coloro che in parrocchia tengonovivo lo spirito missionario, che mantengo-no i contatti con i sacerdoti in missione, cheaderiscono alle iniziative missionarie propostedalla diocesi, che fanno adozioni a distanza nei
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Vieni, S
pirito Santo!
E LLA NOSTRA COMUNITÀper gli aderenti ai movimenti e alleassociazioni: Azione Cattolica, Apostolatodella Preghiera, Rinnovamento nello Spirito,Focolarini, Gruppo del Rosario, perché sianosempre entusiasti e il loro carisma sia tra noifermento vivo di vita cristiana.
per i cristiani impegnati nella pastoralegiovanile: responsabili del Grest, comitatoCasa Alpina, animatori del Centro Ricreativo,perché queste sane aggregazioni siano per iragazzi occasione di crescita umana e cristia-na.
per le persone che mettono a disposi-zione e a servizio della parrocchia leloro capacità nella contabilità, nell’anagra-fe, nell’archivio, nel servizio di sacristi, nellapulizia del Patronato e in ogni tipo di lavororichiesto, perché restino fedeli a questi impe-gni e sentano la riconoscenza della comunità.
per le persone impegnate nelle pubbli-che istituzioni: amministratori comunali,carabinieri, polizia, operatori sanitari, inse-gnanti, datori di lavoro dell’industria e dell’ar-tigianato, perché siano aiutate dallo SpiritoSanto ad impegnarsi nel loro lavoro e a met-tere la loro creatività a servizio del benecomune.
Colgo l’occasione de “La Nostra Pieve”per invitare tante altre persone a scoprirei doni ricevuti e a metterli con generositàa servizio degli altri, entrando a far partedi uno dei gruppi già esistenti, o propor-ne di nuovi, per edificare insieme il corpodi Cristo che è la Chiesa.
La comunità, ricca del contributo ditante persone, consente a noi preti di nonsentirci soli nella animazione parrocchia-le, e ai laici di essere non solo collabora-tori ma corresponsabili all’interno dellaChiesa, animati dalla passione per ilVangelo.
Don Giuseppe
Paesi del Terzo Mondo, che fanno partedell’Operazione Zongo, perché grazie al loroimpegno si diffonda in parrocchia lo spiritomissionario e i genitori educhino i loro figli allacondivisione e alla solidarietà.
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Ho scelto questa frase a ricordo della miaPrima Messa. Ogni volta che prendo in manol’album delle foto della mia Ordinazione ePrima Messa ancora mi commuovo, nontanto per la nostalgia di quei giorni indimenti-cabili, quanto piuttosto al pensiero di qualegrande privilegio ho ricevuto senza meritarlo.
Il Piano Pastorale Diocesano ci fa rifletteresulla dignità del Battesimo per coglierne ildovere di valorizzare e promuovere le voca-zioni e i ministeri nella Comunità. Siamo aiu-tati anche dall’Anno Sacerdotale indetto dalPapa Benedetto XVI per tutta la Chiesa, occa-sione per riflettere e pregare per la santifica-zione dei sacerdoti e il dono di sante e nume-rose vocazioni. Ci soffermiamo a cogliere labellezza e la necessità della vocazione al mini-stero ordinato, cioè il sacerdozio.
Tanti ricordano l’abbondanza di preti “usci-ti” nel passato dalle nostre famiglie, anchenella nostra parrocchia, tuttavia è sotto gliocchi di tutti l’attuale calo numerico dellevocazioni di speciale consacrazione. In ognicaso una cosa è certa: Dio continua a chia-mare perché Egli è fedele alla sua Chiesa!
Ma chi sono i ministri ordinati? “I ministri ordinati (vescovi, presbiteri cioè sacerdoti,
e diaconi) sono cristiani chiamati a donare tutta la loroesistenza a servizio della vita di fede, speranza e caritàdi tutti i fratelli. Essi hanno ricevuto il sacramentodell’Ordine Sacro che permette loro di agire in perso-
na Christi (in persona di Cristo), capo e pastore del suopopolo (dal Piano Pastorale Diocesano, passim).
San Giovanni Maria Vianney, patrono dei sacerdotidiceva: “Oh! Che cosa grande il sacerdozio! Il sacerdo-zio lo si capirà bene solo in cielo … Se lo si capisse sullaterra, si morirebbe, non di spavento, ma di amore!”; eaggiungeva: “… sono contento di essere prete perchéposso celebrare la Messa!” (Trochu, “Il curato d’Ars”,
passim).
C’è una stretta relazione tra il Sacerdozio, l’Eucaristiae la Chiesa. Giovanni Paolo II nell’enciclica Ecclesia de
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“Sazierò di delizie l’anima dei sacerdoti e il mio popolo abbonderà dei miei beni”
MINISTERI O
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Eucharistia, scrive che la Chiesa vive e si nutredell’Eucaristia, quindi - afferma il nostro Vescovo nelPiano Pastorale - la Comunità cristiana non può fare ameno del ministro ordinato, perché senza il prete nonc’è l’Eucaristia, e neanche la Chiesa. Senza il sacerdo-zio, la Chiesa semplicemente non ci sarebbe (PPD,
p.34).
Il sacerdote è uomo di Dio: quanti sacerdoti passati,molti anche originari di Pieve, testimoniano che è bello
essere uomo per Dio e al suo servizio! Eccoperché vale la pena accogliere l’invito delSignore che chiama. Il motivo fondamentalenon è la gente, che pure va in giro smarrita,“come pecore senza pastore” e invoca unaparola certa e vera; non è neanche la fierezzadi essere protagonista nella Chiesa. Vale lapena vivere l’azzardo che consegna tutta lavita perché solo Gesù “sazia di delizie l’ani-
ma dei sacerdoti” (Ger31,14).Perché la Chiesa spende tante energie per
la cura delle vocazioni all’Ordine Sacro?Qualche settimana fa, ho avvicinato un
ragazzo in Patronato e gli ho detto: “Guardache il Signore sta sognando qualcosa di gran-de su di te. Chiedigli che te lo faccia capire!”.Quel ragazzino sorridente e orgoglioso mi harisposto: “Glielo chiedo ogni sera”. Credetemiche mi sono commosso! I ragazzi portanodentro di sé la freschezza e la forza di tantivalori e il desiderio profondo di spiritualità perpoter realizzare la propria vita. Ecco perché ilVescovo insiste nel dire che tutta la Comunitàdeve impegnarsi per suscitare tutte le vocazio-ni, ma in modo speciale quella al sacerdozio.
Penso a quei ragazzi e giovani che nellefamiglie della nostra parrocchia il Signore stachiamando alla meravigliosa avventura delsacerdozio. Spero per loro che non perdanotempo a chiedersi se da preti saranno felici oavranno ancora tempo libero per sé e per gli
amici. Questi sarebbero motivi troppo umani. Vale lapena essere preti perché ci sono giorni nei quali si puòsostare a lungo in preghiera. È davanti al mistero gran-de dell’Eucaristia, che alla domanda di Gesù ai suoidiscepoli: “Volete andarvene anche voi?”, il sacerdotetrova la risposta più bella e consolante: “Signore, da
chi andremo, solo Tu hai parole di vita eterna!” (Gv
6,67-68).
Don Luca Martorel
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Raju
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Uno dei ministranti
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Pordenone, 23 ottobre 2009
Desidero anch’io rendermi presente all’incontro
con una breve testimonianza. Conservo con grati-
tudine tanti ricordi di lui come uomo, come prete e
musicista.
In Seminario, quando vi entrai nell’autunno del
1946, don Mansueto frequentava già i corsi di teo-
logia. Fra i colleghi del suo gruppo si segnalava
unico per il carattere gioviale, alquanto libero dagli
schemi della disciplina piuttosto rigida allora vigen-
te, sportivo, e contemporaneamente pronto a gesti
di bontà con caratteristiche di semplicità e di tra-
sparenza evangelica, che conserverà sempre nella
sua vita. Il suo sonoro sorriso, accompagnato dalle
immancabili e fresche battute ironiche, mettevano
di buon umore sempre quanti lo avvicinavano.
Con il passare degli anni scoprii sempre più la
sua generosa e pronta disponibilità, come prete, a
rendersi utile per ogni richiesta di servizio e la sua
particolare sensibilità verso le persone sofferenti.
Come pure la sua spiritualità soda, scevra da ogni
sentimentalismo. I suoi Oratori ne sono l’espres-
sione più alta e più vera.
Quando come Vicario Generale della diocesi di
Vittorio Veneto ebbi occasione di coinvolgerlo per
alcuni eventi, lo trovai sempre pronto ad aderire
mettendo a frutto la sua inesauribile e geniale vena
artistica e musicale, che traeva ispirazione dai testi
biblici e dalle melodie gregoriane. Non posso
dimenticare una sua telefonata inattesa che mi rag-
giunge una domenica a seguito della trasmissione
RAI della Santa Messa da me presieduta, come
Vescovo, nella cattedrale di Concordia. Avevo can-
tato il prefazio in gregoriano. Don Mansueto non
finiva di complimentarsi con me perché – diceva –
lo avevo commosso e fatto contento.
Ora sono certo che gusta lassù, ed è partecipe di
quel canto nuovo di cui parla il libro dell’Apo-
calisse, innalzato a gran voce da un coro formato
da miriadi di miriadi e da migliaia e migliaia di
angeli e di esseri viventi (cfr Ap. 5, 9-11).
✠ Ovidio Poletto
Vescovo di Concordia-Pordenone
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eAssociazione Ma
Una “serata-concerto” effettuata il 23 ottobrenell’Auditorium Battistella Moccia di Pieve di Soligo,è il primo evento dell’Associazione “MansuetoViezzer”. Chi ha partecipato a questa serata si è sen-tito con il cuore caldo di emozioni per i ricordisuscitati dai relatori e per la musica di DonMansueto eseguita da solisti, strumentisti e dal coro“San Gallo” ora con il nuovo nome “Coro San GalloMansueto Viezzer”.
L’Associazione si propone di tener vivo il ricordo
del sacerdote musicista attraverso lo studio e ladivulgazione della sua opera musicale. Come primoatto ufficiale dell’Associazione è stato dato allestampe un piccolo volume che contiene studi, saggie ricordi sulla figura di Don Mansueto.
Questo libro contiene anche la lettera, che quiriportiamo, del Vescovo Mons. Eugenio Ravignaniche Don Mansueto stimava e amava.
Anche il Vescovo Mons. Ovidio Poletto partecipacon un suo messaggio.
Don Giuseppe
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er non dimenticare
Mansueto ViezzerTrieste, 8 ottobre 2009.
Egregio Signor Presidente,
Le sono molto grato per avermi dato notizia
della costituzione di un’Associazione che vorrà
mantenere vivo il ricordo di mons. Mansueto
Viezzer, un sacerdote buono e sereno, un com-
positore di riconosciuto valore, un docente che
ai suoi allievi del Conservatorio ha trasmesso la
ricchezza della sua passione musicale, un amico
cordiale e semplice per tutti, e, particolarmen-
te, per voi e per me.
Lo conobbi nel 1949/50, quando il seminario
di Vittorio Veneto accolse noi triestini, allora
alunni di liceo, rimasti senza il seminario dio-
cesano passato in territorio sotto amministra-
zione jugoslava. Lo ricordo con quei capelli ros-
sicci, scomposti e ribelli, quasi un segno rivela-
tore della sua personalità libera e del continuo
agitarsi nel suo spirito di suoni che convergeva-
no verso armonie, a dire il vero, piuttosto nuove
e non sempre a me, incompetente, immediata-
mente comprensibili. Glielo scrissi, e fu la mia
ultima lettera, il 25 luglio 2007, dopo aver
ascoltato il concerto per i suoi ottant’anni, di
cui mi aveva cortesemente fatto avere il cd. Gli
dissi allora che, una volta di più forse non avrei
capito la sua musica, che a me ostinatamente
celava i suoi misteri, ma mi faceva davvero pia-
cere che l’opera di un amico come lui incon-
trasse tanta approvazione e ammirazione.
Un ricordo simpatico sul filo di della memo-
ria mi fa risentire una sua esortazione:
“Imparate da me che sono mansueto”. La disse
in una predica nella cappella del seminario, in
un giorno del giugno 1950. Non era affatto un
proporsi a modello di vita, ma era un amabile e
divertito seppur rispettoso associare al suo
nome la parola di Gesù, che si era detto “mite
e umile di cuore”.
Ed io ritengo che ciascuno di noi possa impa-
rare da lui, quali che siano oggi le nostre scelte
di vita: musicisti e compositori che ne hanno
seguito l’insegnamento e ne hanno apprezzato
l’opera; sacerdoti che l’hanno conosciuto nella
sua esuberante, ma fedele cura degli ospiti
della Casa di Riposo a Pieve; membri del coro
di Soligo, di cui preparava i canti con qualche
impazienza e qualche energico richiamo e ne
dirigeva la esecuzioni con gesto deciso; tutti noi
che abbiamo avuto il dono della Sua amicizia,
schietta e sincera.
Signor Presidente, a Lei, ai membri
dell’Associazione, a quanti partecipano a
questo commosso ed affettuoso ricordo di
don Mansueto, il mio grazie e il mio cordiale
saluto.
✠ Eugenio Ravignani, Vescovo
E’ mons. Venanzio Buosi, il nuovocappellano della Casa per Anziani diPieve di Soligo. L’estate scorsa ha con-cluso il suo lungo servizio pastorale nellaparrocchia di Cison per raggiunti limiti dietà. Ora, pur risiedendo nella sua casa aCison, viene a prestare servizio aglianziani. Celebra la Santa Messa il marte-dì, il venerdì e la domenica, ed è a dis-posizione per le Confessioni il venerdìmattina.
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RINNOVATE STRUTTURE PARROCCHOrmai tutti avranno notato i due “cappelli” sul Patronato e sulla pale-stra: si tratta di due tetti fotovoltaici dalla potenza complessiva di 86 kWche sono stati realizzati, a tempo di record, nei mesi di luglio e agosto.L’inaugurazione è avvenuta alla presenza del nostro Vescovo Corrado il13 ottobre scorso.A cosa servono? Naturalmente a produrre energia elettrica con i raggi
solari e quindiad avere, inauto-produzio-ne, quanto ser-ve al patronatoed alla canonicasia per i norma-li usi elettrici che per le necessità di riscaldamento. In canonica ed in patronato le caldaie sono state sostituite da duepompe di calore che portano ad alta temperatura l’acqua per ilriscaldamento degli ambienti Questi apparecchi funzionano come inostri frigoriferi, a corrente elettrica e producono, in questo caso, ilcaldo e non il freddo.
La decisione di realizzare l’impianto è stata agevolata da una serie di fattori:
• Il tetto del patronato aveva la copertura di eternit da dover eliminare. I tem-porali d’autunno inoltre li avevano rovinati per cui l’acqua piovana scende-va dai soffitti.
• La palestra aveva un impianto di riscaldamento consistente di tre rumorosiaerotermi che soffiavano aria calda mettendo contemporaneamente in cir-colazione la polvere dell’ambiente.
• Il costo della bolletta energetica per la parrocchia costituiva una voce rile-vante nel bilancio parrocchiale.
• Abbiamo scoperto una opportunità da non perdere dal punto di vista finanziario, poiché l’impianto è stato completamentefinanziato dalle banche e viene pagato dagli incentivi che la legge “Conto Energia” prevede.
I due tetti fotovoltaici visti dal campanile
Serbatoio di acqua calda
per il riscaldamento del patronato
Pompa di calore della canonica Inverters e trasformatori sistemati
nel nuovo sottotetto del patronato
Particolare del tetto in eternit
Il Vescovo partecipa alla presentazione dei lavori
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HIALI UN REGALO DI “FRATEL SOLE”
Dati tecnici riassuntivi
Potenza nominale 86,48 kWpNumero moduli: 376 da 230 WpInverter: n. 1 SMA SB 5000
n. 3 SMA SMC 7000n. 6 SMA SMC 10000
Produzione stimata 101.700 kWh/annoEvita la combustione di circa 23 tonellate di petrolioEvita la produzione di circa70 tonnellate anidride carbonica
Ingresso dalla palestra
Ingresso dal patronato Un’aula del patronato
Accesso al nuovo spogliatoio Passaggio dal patronato alla palestra
Come spesso accade, una volta che si mettemano a qualche cosa si coglie l’occasione perrealizzare quelle modifiche che da tempo sivolevano fare e così:
1) si è resa la palestra un luogo gradevolmenteriscaldato da un impianto a pavimento, con tri-bunette ed impianto di aereazione rispettosedelle attuali norme,
2) si è realizzato un secondo spogliatoio per ifrequentatori della palestra, si è creato un pas-saggio tra patronato e palestra così che le duestrutture siano finalmente integrate,
3) si sono ravvivati i locali, dove si svolgono leattività parrocchiali, con pareti gradevolmentecolorate.
Altri impegni però ci aspettano. Perché la struttura delpatronato sia sempre più gradevole ed accogliente,stiamo progettando nuovi servizi igienici ed unampliamento dell’edificio che consenta ai nostri gio-vani ed alle famiglie di avere ambienti sicuri per atti-vità culturali, sociali e ludiche oltre alle attività spor-
tive che già sono brillantemente assicurate dai campivicini.Insomma si sta pensando alla costruzione di un ORA-TORIO che confidiamo si avvalga della collaborazionedi molti genitori.
Pasquale Cacciatore
La palestra con la nuova tribunetta
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DIO SOLO BASTA
NNOOVVIITTÀÀAALLLLAA SSCCUUOOLLAA DD’’ IINNFFAANNZZIIAA
Il nostro più caro benvenuto allanuova coordinatrice della scuolad’Infanzia “Maria Bambina” di Pievedi Soligo, maestra Francesca Pignat,che sin dai primi giorni è stata accol-ta con tanta simpatia.
Ha già dimostrato competenza,professionalità e dedizione nei con-fronti di tutti i bambini, specialmen-
te dei più piccoli, che per la primavolta hanno dovuto affrontare il dis-tacco dalla famiglia.
La maestra Francesca ha saputoconquistare subito la simpatia anchedei bambini più grandi con canzon-cine allegre e mimate, soprattuttocon quella delle “streghe” che can-ticchiano in ogni momento dellagiornata, anche a casa. Si è dimo-strata determinata, pronta e sicuranel proseguire, in modo personale ilruolo svolto da Suor Agnese, chericordiamo con tanto affetto.
Auguriamo alla nuova coordina-trice di continuare la sua missioneeducativa con l’entusiasmo, la serie-tà e lo spirito di accoglienza finoradimostrati, in modo di essere guidae punto di riferimento sicuro perbambini, insegnati e genitori.
Un sincero benvenuto anche aSuor Attilia, che ogni giorno acco-glie con dolcezza e con un sorrisorassicurante i bambini più “mattu-tini”.
Una coppia di genitori
LA GRATITUDINE DELLA COMUNITÀ
Con la festa del 22 novembre per il50° di vita religiosa di Suor Piera, lanostra comunità parrocchiale ha mani-festato stima e gratitudine alle Suore di“Maria Bambina” che da oltre 100anni lavorano a Pieve di Soligo.
La loro presenza è una componentepreziosa nella Chiesa. Con il loro cari-sma di persone consacrate rendonocompleta la nostra realtà ecclesiale(sacerdoti, diaconi, religiose e laici),
Le Suore sono apprezzate per l’im-pegno con cui si dedicano alla scuolamaterna, alla catechesi per i ragazzi,alla vicinanza ai poveri ed agli amma-lati Ma le ringraziamo soprattutto per-ché con l’offerta totale della loro vita aDio nel servizio ai fratelli, sono un richiamo alla preghiera ed alle realtà spirituali. Si donano allacomunità in assoluta gratuità, testimoniando a tutti che “Dio solo basta!”.
Grazie Suore! Rimanete a lungo nella nostra parrocchia!Don Giuseppe
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Sono già vent’anni che nella fami-glia parrocchiale di Pieve di Soligo, siè acceso, e continua a propagarsianche nei paesi vicini, un particolarefervore missionario; e si contano adecine le persone che ne sono state“contagiate”.
Al primo intervento del 1989, sol-lecitato da Mons. Beniamino Stella,allora Nunzio Apostolico a Bangui (RepubblicaCentrafricana), per la sistemazione della cap-pella della sua sede, seguirono molte altre spe-dizioni per importanti lavori presso varie mis-sioni, in Africa e in Argentina, in aiuto allesuore Figlie di San Giuseppe di Genoni(Sardegna), con le quali si è consolidato un rap-porto di stretta collaborazione per ogni necessi-tà ove fosse possibile intervenire, grazie ancheal prezioso aiuto di numerosi altri benefattori.
L’ultima spedizione – di cui si è fatto cenno inun precedente numerode “La Nostra Pieve” -risale al gennaio 2008, per il completamentodella scuola materna di Zongo. Nella stessa mis-sione è già in programma un altro importantis-simo lavoro: rifacimento ex novo del compartocucina, refettorio, dispensa e servizi. All’uopo ègià stato spedito, e felicemente giunto a desti-nazione, un altro container zeppo di materiali (epur anco assai costoso!).
Per motivi di lavoro o di famiglia, non è statopossibile organizzare il gruppo per questoNatale; l’Operazione “Zongo Quattro” verràquindi aggiornata, come meglio si potrà, nel2010. Non mancherà comunque un contattoesplorativo e programmatorio direttamente conle Suore: nel prossimo gennaio, infatti, per unasettimana, Benedetto De Biasio sarà a Zongoper meglio organizzare sul posto i preparativi(fondazioni, blocchi cementizi, legnami ecc.).
Andranno con lui anche Gabriella De Faveri,con la commozione dei vent’anni dalla suaprima esperienza, e la giovanissima Francesca,che, fresca ancora delle emozioni vissute loscorso gennaio, quando la suora la invitò a gui-dare quello che lei chiama “il suo primo parto”.Con suor Concetta, in quell’ospedaletto dimaternità, saranno certamente giorni pieni, etutti memorabili.
Ircano Zanet
Finestra
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Finestra sul mondoMissione
Zongo
Caro don Giuseppe,
dopo i lavori della Seconda Assemblea perl’Africa del Sinodo dei Vescovi a Roma, non mi èstato davvero possibile venire a trovarvi personal-mente, voi che dopo aver servito di persona, conamore la nostra Diocesi, continuate a sostenerlaspiritualmente e materialmente. Chiedo scusaper tale omissione.
Mi accontento quindi di questa lettera per rin-graziarti per l’ennesima generosa offerta che mihai mandato per i nostri bambini. E’ stata subitomessa sul conto della nostra Casa Famiglia per iragazzi di strada. Ci sono per ora 36 bambini, macontinuiamo a sostenerne altri 20 che siamoriusciti a reinserire nelle loro famiglie di nascita o
in quelle dei parenti disposti ad accoglierli, apatto di essere poi aiutati a mantenerli.
Ti saluto fraternamente augurandoti una buo-na salute e un felice ministero
✠ Joachim Ntahondereye
Lettera dal BURUNDI
IL MERCATINO MISSIONARIOdel mese di ottobre, organizzato da Maria Pia,
Loredana e Giuseppina, con l’aiuto di tante colla-boratrici, ha fruttato € 1.690. Mille Euro sono giàarrivati nelle mani dei Vescovo di Muyinga inBurundi (è per questo che ringrazia). Il resto verràspedito a P. Giuseppe Lucchetta in Rwanda, per isuoi “bambini di strada”.
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BAMBUI: APICE DIUN UOMO CONVERTITO
Può Dio irrompere nella nostra vita e trasfor-marla? Può Dio amarci, perdonandoci di averedubitato di Lui? Può Dio farci amare, tutto quel-lo che nella nostra vita abbiamo rigettato?
A queste tre diverse domande c’è una unicarisposta positiva uguale per tutte:”Si”! E’ lo stes-so sì che ha pronunciato Don Mario quandoaveva provato a cercare la Verità con cuore genui-no e sincero, e la Verità gli è corsaincontro,abbracciando tutti i suoi dubbi, cancel-landoli, per lasciare posto alla forza che solo loSpirito sa infondere.
Ma cosa è accaduto lungo il cammino di questoprete? Per sapere, dalla voce di persone amiche didon Mario, come si possa invertire la rotta dellapropria vita, in modo completo e irreversibile, hochiesto nei vari incontri fatti con i soci, notizie suquest’uomo, che ha fatto della propria esistenza,un esempio per tutti noi di vera carità.
E’ un profilo che si potrebbe dipingere concolori decisi come si addice ad un uomo forte, chenon si ferma davanti alle difficoltà, che si fa sin-tesi di quella laboriosità ereditata dalla sua fami-glia, e che vede nello spirito della sua terra l’ap-plicazione ancora oggi presente. Avvicinando ilnostro sguardo alla sua giovinezza troviamo che èossessionato da un pensiero martellante e rivoltoalla situazione dei suoi fratelli ammalati di unarara forma di paralisi progressiva. Non si dàpace:”Perché io sono sano e i miei fratelli no!”.Tornava a casa, e vedendo che pregavano il rosa-rio, si arrabbiava con i famigliari. “Non vedete itre ragazzi come sono conciati? E voi lo pregate,con queste disgrazie che Vi ha mandato!”. Questodiceva, e questo si ricorda spesso di lui.L’incomprensione della sofferenza, l’arrabbiarsicon una situazione non risolvibile, il prenderselacon Dio per una ingiustizia subita.
Un giorno, con il compagno di studi Timoteo sitrovavano a Padova, mancava un’ora alla parten-za del treno e passando davanti alla chiesa disanta Giustina, decidono di entrarci. Davantiall’altare del S. Sacramento, Timoteo si fermaper una preghiera, Mario Gerlin gli dice con lasua irruenza:”Ma là se c’è il Signor, dovresti starqua giorno e notte”. Dio si lascia sfidare, e rispon-de sempre all’uomo,che con animo sincero, cercadi comprendere la verità.
Riflettiamo, per capire la logica umana.Sembra normale essere desiderosi del bene, esoprattutto quello delle persone più a noi vicine.Ma come si fa ad accettare? Come si fa a viverevicino a chi soffre? Sono rimasta sorpresa diquanto la mamma confidava all’amico del figlio:”Io sono più preoccupata per quello che sta ben”.
In questo passaggio importante, delle testimo-nianze raccolte, ho trovato la chiave di volta perla comprensione di quanto è accaduto e di comemisteriosamente la nostra storia si intrecci con lapresenza di Dio. Non la fede persa del figlioarrabbiato con Dio, ma la paziente preghiera diquesta famiglia, ha modificato gli eventi del futu-ro sacerdote. Questo è un punto fermo, che cidimostra come l’amore materno vinca, quando èdall’alto illuminato.
Casualmente, al ritorno da un viaggio inPortogallo con l’amico Calcinoni, si ferma aLourdes, il luogo dove la sofferenza camminasulla strada della fede. Non siamo mai soli nelnostro dolore,e i nostri orizzonti si possonoimprovvisamente allargare, osservando le testimo-nianze silenziose di chi sa soffrire con speranza.
Desideroso di fare chiarezza con se stesso,Mario decide di andare per qualche giorno adAssisi. Era il 1955, un mercoledì della SettimanaSanta, si incontra con Don Giovanni Rossi, inquella spiritualità francescana, fatta di essenziali-tà e di semplicità. E’ qui che ritrova la fede per-duta! La corsa della sua vita, arriva alla svoltadell’incontro con Dio, fino al punto di poterdichiarare al suo ritorno alla cuginaMariuccia:”Non so se riesco a farmi santo, ce lametterò tutta, perché Dio mi ha folgorato.”
Da giovane, aveva frequentato il seminario, maora voleva approfondire tutto ciò che gli era pos-sibile, decide quindi di iscriversi alla scuola diTeologia a Milano. E’ a questo punto della vitache lo Spirito raggiunge i pensieri e li trasforma eche il cuore diventa misericordioso verso gli altrie si riesce a discernere:”Bisogna provare ad averedelle idee che ti sembrano giuste e accorgersi diaver sbagliato tutto”, così arriva a dirci l’amicodon Mario!
Una nuova vita lo aspettava, quella di operato-re instancabile di Dio e per la Sua gloria! Dallascuola della sofferenza aveva imparato, che cosaè la fede, aveva visto la speranza, ma mancava lacarità, e questa l’ha voluta applicare, facendosiportatore del Vangelo. Diceva agli amici:”Il Suo
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Caro don Giuseppe,
ecco alcune notizie da questa parte del mondo.
Sono appena rientrato da Brasília, dove ho par-tecipato ad un incontro di preti focolarini, di tregiorni. Un tempo di ritiro, preghiera e condivisio-ne di esperienze. Un’occasione per conosceremeglio il Movimento di Chiara Lubich.
Il mese scorso sono arrivate, in anticipo sulleprevisioni, le prime piogge della stagione e così,grazie a Dio, la secca non ha fatto tanti danni.L'anno scorso a questa stagione c'era chi dovevacomprare l'acqua per dare da bere alle mandrie.Tutti si sono dati da fare per ripulire i campi, lavo-rare la terra e seminare. Le piogge però, già dauna decina di giorni si sono prima rarefatte e poifermate. Il sole cocente ha ripreso il sopravventoe sta bruciando i germogli appena nati. Si dovràseminare di nuovo. Ma niente di nuovo sotto ilsole, la gente non si lamenta, ha conosciuto sta-gioni peggiori.
Da quindici giorni abbiamo completato lacopertura di una nuova Cappella, in un bairro diIgaporã, la parrocchia dove lavoro. Una Cappellagrande, con sacrestia, sala per le riunioni e servi-
zio. La gente émolto soddi-sfatta e inmolti modi haaiutato nellacostruzione.Tutto é statopossibile gra-zie anche alvostro aiuto edella diocesi tutta.
Sono già prossime le feste di Natale e a fineanno terminerò la mia missione nella parrocchiadi Igaporã. Rientreró a Riacho per sostituire donMario, un prete piemontese fidei donum, cheritorna in Italia dopo 11 anni in Brasile. A gen-naio completerò tre anni di Brasile e ringrazio Dioper avermi accompagnato in ogni passo.
Un saluto caro a tutta la comunità pievigina,che seguo da vicino grazie anche alle belle paginede “La nostra Pieve”.
Alla prossima e buon cammino di Avvento.
Don Alberto Basso
Notizie dal Brasile
Solenne celebrazione della S.Messa presieduta dall’Arcivescovo
Mons. Beniamino Stella in occasione del 40° anniversario
di ordinazione sacerdotale di don Mario Gerlin
fuoco mi brucia dentro. Io devo predicare”.
Il Vescovo di Vittorio Veneto, mons. AlbinoLucani, ha presieduto la solenne cerimonia del-l’ordinazione sacerdotale di Don Mario Gerlin l’8dicembre 1969. Sono trascorsi 40 anni e per que-sto anniversario è stata celebrata una SantaMessa solenne, nel Duomo di Pieve di Soligo pre-sieduta dall’Arcivescovo Beniamino Stella, e con-celebrata da tutti i sacerdoti pievigini che opera-no in diocesi, tanti i presenti e molti di loro amicivicini a questo sacerdote.
Scrivendo questa memoria ho capito che l’ope-ra portata avanti da questi Amici di Don Mario, èancora oggi fondamentale in questa terra delBrasile, dove la malattia della lebbra, non è stataancora debellata. Grazie a questo apostolo, lepersone sofferenti, abbandonate e dimenticatehanno potuto trovare la loro dignità. Don Marioha saputo, attraverso le direttrici evangeliche del-l’attenzione verso la persona, operare, riuscendoa migliorare le condizioni igienico sanitarie, ade-guando i presidi sanitari e dotandoli di indispen-sabili servizi diagnostici, attraverso l’acquisizionedi apparecchiature per la radiologia, per l’oculi-stica, per il laboratorio di analisi cliniche, per ilgabinetto dentistico. E’ riuscito a dare dignità allepersone sofferenti, abbandonate e dimenticate.
Accanto alla struttura sanitaria dotata di servi-zi ospedalieri ci sono laboratori per la riabilitazio-ne e per le scarpe ortopediche, quelli di taglio ecucito e le scuole, anche per gli adulti. Anche ora,
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a distanza di quarant’ anni questo “centro SocialeS. Francesco di Assisi” di Bambui, si occupa di 96bambini dell’Asilo Nido e di 170 alunni che fre-quentano dal primo al nono anno di scuola.
Nel prossimo febbraio 2010 ci sarà l’inaugura-zione della scuola superiore che permetterà aigiovani di specializzarsi in vari settori ed accede-re poi, al mondo del lavoro. I contributi per ilmantenimento di quest’opera sono stati garantitiin questi anni dai suoi amici, stretti nellaAssociazione, ed è con grande ammirazione, chedobbiamo ringraziarli, per aver saputo trasmette-re, fino a noi lo spirito missionario, che ha ani-mato la vita di questo nostro caro concittadino.
Per l’Ass. “Amici di Don Mario Gerlin” Marisa Pisotti
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N O Z Z E D ’ O R O , D I D I AAlcune coppie di sposi sono venute all’alta-
re per ringraziare il Signore dopo aver percor-so un bel tratto di strada unite nel Sacramentodel Matrimonio. Hanno gioito e faticato insie-me, e ora godono dell’affetto dei propri cari edella stima della comunità.
A loro auguriamo di raggiungere altri tra-guardi, e a tutte le coppie della parrocchia diimitarli in questo cammino di fede nel Signoree di fedeltà reciproca.
Don Giuseppe
Liessi Pietro e Zambon Maria
(22 novembre)
Dalla Betta Silvio e Giannina
(8 gennaio)
50 ANNI DI MATRIMONIO
Spagnol Primo e Busetti Luigina(11 gennaio)
Lucchetta Mario e Barriviera Maria(25 gennaio)
Parussolo Orfeo e Lucchetta Antonietta
(31 gennaio)
Stella Antonio e Bellé Virginia(30 agosto)
Zabotti Ilario e Gai Elena
(4 ottobre)
Ciotta Elio e Marchesin Costantina(28 settembre)
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A M A N T E E D I P L A T I N O
Per far festa insieme UNA NUOVA INIZIATIVA
Nel Libro del Deuteronomio, per bocca di Mosè,Dio dice al suo popolo: “Ricordati di questo giorno,
nel quale il Signore ti ha fatto uscire dal Paese di
Egitto, verso una Terra bella e spaziosa. Celebra
questo giorno, nel suo anniversario, con un memo-
riale”.
Anche per gli sposi c’è stato un esodo voluto dalSignore, iscritto nella loro vocazione. Sono usciti daquella terra rappresentata dalle famiglie d’origine, esono approdati ad un’altra terra, quella dell’intimacomunità di vita e di amore tra i coniugi, quasi sem-pre allietata dal dono dei figli.
Allora anche agli sposi è rivolto l’invito:Ricordatevi, fate memoria di ciò che il Signore haoperato con voi e della benedizione della quale vi haricolmato e ancora vi ricolma!
Nella storia della salvezza il memoriale delle operegrandi del Signore è sempre momento che coinvolge
la comunità: è la comunità che celebra con gioia legrandi opere del Signore.
La nostra Comunità cristiana vuole perciò unirsiagli sposi nella gioia dei loro anniversari di matrimo-nio, e celebrare ogni anno, a partire dal prossimoanno, i così detti “lustri” (quelli che cadono ogni cin-que anni, per intenderci). Sarà dono rinnovato dellagrazia sacramentale per gli sposi, preghiera di inter-cessione per le fatiche e le speranze di ogni famiglia,e soprattutto celebrazione di lode, rendimento di gra-zie in un’Eucarestia domenicale.
La domenica prescelta sarà quella della SS. Trinità(l’anno prossimo il 30 maggio), perché l’amore deglisposi attinge a quello della SS. Trinità, generatore divita.
Alberto Azzari
Zago Margherito e Dall'Anese Gina(21 gennaio)
Milanese Rino e
Fattor Lauretta
70 ANNIDI MATRIMONIO
60 ANNI
DI MATRIMONIO
De Coppi Salvino e Zambon Cecilia(25 ottobre)
Questi fortunati coniugi sono arrivati alle “nozze di plati-no”. Per la festa hanno avuto la S.Messa in casa attor-niati dai figli Antonio, Angelo e Marita insieme ai nipoti.L’8 giugno Margherito è stato chiamato alle “nozze eter-ne” in Paradiso.
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Rinati nel Battesimo
19 luglio
28. Reginato Manuel Ruben, di Walter e Tittonel Annalisa
29. Casagrande Alice, di Luca e Ranieri Carla
30. Padovan Marisol, di Domenik e De Saura Taise
31. Valentini Alex, di Franco e Ceotto Donatella
27 settembre
32. Doimo Alessandro, di Pablo e Mazzero Tatiana
33. Collodet Filippo, di Lino e Giotto Linda
34. Nardi Elena, di Dario e Brustolin Emanuela
35. Mura Erica, di Guido e Bottega Annamaria
36. Toffolon Matteo, di Sergio e Francescon Beatrice
37. Borsoi Giorgia, di Mario e Mazzero Michela
25 ottobre
38. Cannarile Matilde, di Salvatore e Bernardi Giulia
39. Barisan Noemi, di Carlo e Manzato Sonia
40. Manzato Chiara, di Moreno e Zambon Roberta
6 dicembre
41. Pallini Nicola Bruno, di Riccardo e Bariviera Greta
Anagrafe Parrocchiale
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Anagrafe Parrocchiale
6. Vidalli Luca con Gerlin Jenny (4 luglio)
7. Amoregie Mudiaga Ekhiosuehi con Shitta Kemi Giulia(8 agosto)
8. MeBride Gregory Joseph con Da Rui Daniela(19 settembre)
9. Rainone Giuseppe con Casagrande Lisa (5 dicembre)
22. Lorenzon Amedeo, di anni 90(17 luglio)
23. Villanova Mori Elena, di anni 84 (23 luglio) 24. Majanti Girani Bruna, di anni 88 (23 luglio)25. Pavan Antonio, di anni 62 (25 luglio)26. Bellé Giordano, di anni 81 (29 luglio)27. Pancot Barbon Monica, di anni 35 (27 luglio)28. Balbinot Francesco, di anni 66 (31 luglio)29. Lorenzon Bof Anna, di anni 93 (2 agosto)30. Mauro Mario, di anni 81 (25 febbraio)31. Fanaro Ruggero, di anni 70 (8 marzo)32. Lucchetta Mario, di anni 41 (15 agosto)33. Spina Venier Giovanna, di anni 85 (16 agosto)34. Devittor Schiratti Elena, di anni 101 (19 agosto)
35. Bernardi Martino, di anni 78 (22 agosto)36. De Guarda Severino, di anni 79 (14 settembre)37. Lubin Da Ruos Lionella, di anni 88 (22 settembre)38. Mion Toniolo Adriana, di anni 75 (10 ottobre)39. Padoin Andreola Stella, di anni 82 (15 ottobre)40. De Polo Giuseppe, di anni 87 (18 ottobre)41. Tonon Roberto, di anni 58 (19 ottobre)42. Bellé Da Dalto Maria, di anni 96 (21 ottobre)43. Colladetto Lucchetta Maria, di anni 86 (20 ottobre)44. De Faveri Barisan Teresa, di anni 96 (25 ottobre)45. Villanova Todesco Santina, di anni 86 (19 novembre)46. Mason Romano, di anni 78 (30 novemdre)47. Sartori Stella Maria, di anni 92 (14 dicembre)48. Padoin Eleonora, di anni 15 (14 dicembre)
Sposi nel Signore
Tornati alla Casa del Padre
8 dicembre
42. Bernardi Chiara, di Giovanni e Rosolen Romina
43. Lorenzet Claudia, di Giuseppe e Donadel Adriana
44. Bubola Clelia, di Alessandro e Tramet Rossella
Verso il matrimonio
Alle 16 coppie di fidanzati che hanno partecipato al corsodi preparazione al matrimonio guidati da don Alberto edagli animatori, auguriamo ogni bene.
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Un grazie riconoscente a tutte le personeche generosamente contribuiscono a sostenere le spese del bollettino.
Grazie anche alle seguenti Ditte per le loro offerte.
Date da ricordareBattesimiDomenica 7 febbraio, ore 10.30Rito di accoglienza,
domenica 31 gennaio, ore 15.00
Lunedì di Pasqua, 5 aprile, ore 10.30Rito di accoglienza, domenica 28 marzo, ore 16.00
Domenica 16 maggio, ore 10.30Rito di accoglienza, domenica 9 maggio, ore 16.00
Prima ConfessioneDomenica 21 marzo, ore 15.00Presentazione alla comunità, domenica 7 marzo, ore 9.00
Prima ComunioneDomenica 2 maggio, ore 10.30,Presentazione alla comunità, domenica 7 marzo, ore 9.00
CresimaSabato 10 aprile, ore 18.00
S O C I E T À C A T T O L I C A D I A S S I C U R A Z I O N ES O C I E T À C A T T O L I C A D I A S S I C U R A Z I O N E
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In Redazione:don Giuseppe Nadal
M. Teresa CampagnoliAntonia Ricoldo
Giuseppe Gagliano per le fotografiee con la collaborazione di Rita Tonel
Editore: don GIUSEPPE NADAL
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Iscritto al Registro di Stampa del Tribunale di Treviso n. 1170 del 5/08/2002
Stampa: GRAFICHE V. BERNARDI s.r.l. - Pieve di Soligo (Tv)
Novena di NataleDal 16 al 23 dicembre, ore 18.00Concerto di NataleDomenica 20 dicembre, ore 15.30Notte di NataleVeglia con inizio alle ore 22.30e Santa Messa alle ore 23.00Santo NataleMesse con orario festivo. La Messa delle9.00 sarà animata dal “Coro giovani” e “Cantorine”; quella delle 10.30 dallaCorale “S. Maria Assunta”.
Fine AnnoCanto del “Te Deum” e Messa di ringraziamento, alle ore 18.30Primo dell’AnnoFesta di Maria Madre di Dio e giornata della Pace. Messe con orario festivo. EpifaniaBenedizione dei bambinie premiazione dei presepi, ore 15.00
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