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COMUNE DI PIEVE LIGURE Passeggiate ed escursioni nel territorio di Pieve Ligure

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COMUNE DIPIEVE LIGURE

Passeggiate ed escursioninel territorio

di Pieve Ligure

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Una realizzazione editoriale voluta dal Settore Ambiente e Turismodel Comune di Pieve Ligure, nell’ambito della valorizzazione delproprio territorio e delle proprie radici storico - ambientali del paese.

Realizzazione:Luca Contini, Giovanni Bottaro

Coordinamento editoriale:Claudio Culeddu

Si ringrazia per la preziosa collaborazione:Pierluigi Gardella, Valentina Penco, Michele Picco, Marco Molinari.

Poesie di:Piero Bozzo

Impaginazione e stampa:Tipolitografia Nicoloso - Recco (Ge)

I° edizione - anno 2010

Passeggiate ed escursioni nel territoriodi Pieve Ligure

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INTRODUZIONE

La presente pubblicazione è divisa in due parti; nella primaparte vengono proposti itinerari da percorrere a piedi, mentrenella seconda parte si possono approfondire le caratteristichestoriche, antropiche ed ambientali presenti sul territorio.

Gli itinerari proposti nella presente guida sono sia passeggiatesu vie pedonali e/o “creuze”, sia percorsi escursionistici. Perpercorrere le passeggiate basta avere delle scarpe sportive edabbigliamento leggero, mentre per i percorsi escursionistici èconsigliato utilizzare scarponcini ed avere nello zaino ancheuna mantellina.Le attrezzature che, inoltre non dovrebbero mai mancarenello zaino sono: il binocolo, la macchina fotografica percatturare panorami nonché fauna e flora presente nelterritorio, ed infine una borraccia che può essere riempitatramite le diverse fontane presenti sul territorio.Inoltre per i percorsi escursionistici possono risultare utili ibastoncini telescopici.Sul titolo di ogni itinerario a fianco della località di partenzae di arrivo, tra parentesi è segnata la quota altimetrica sullivello del mare.

SOMMARIO

� EscursioniItinerario n. 1: Pontetto - Pieve Alta (passeggiata)Itinerario n. 2: Sori - Pieve Alta (passeggiata)Itinerario n. 3: Pieve bassa - Pieve Alta (passeggiata)Itinerario n. 4: Pieve Alta - Monte Santa Croce (escursione)Itinerario n. 5: Pieve Alta - San Bernardo (escursione)Itinerario n. 6: Pieve Alta - Teriasca (escursione)

� Informazioni generali su Pieve Ligure� Punti di particolare interesse

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itinerariocolore MARRONE nella planimetria 1

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PONTETTO (25) - PIEVE ALTA (168)Tempo di percorrenza: 0,30 - 0,45 ora

Facile passeggiata con dislivello di 143 m

Si parte dall’incrocio stradale tra l’Aurelia e Via Campodonico,raggiungibile scendendo alla fermata dell’autobus immediatamentedopo il supermercato e il distributore di carburanti di Bogliasco,oppure scendendo alla stazione ferroviaria di Pontetto.Dall’incrocio procedere verso Recco sul marciapiede posto a montedell’Aurelia fino ad incrociare una “creusa” pedonale denominata“Via alla Chiesa”.Fin da subito la strada sale rapidamente stretta fra muri a secco chelasciano intravedere vegetazione spontanea e ulivi. Bello é l’incontrocon quattro maestosi cipressi e un grande albero di mimosa che afine inverno, con la sua fioritura, impreziosisce uno spicchio di cielo;qui incomincia località Taverna. Salendo la vista si allarga a ville e

giardini, mentre più lontano spaziasul mare da Genova fino aPortofino.A destra incroceremo diversescalinate (Torre, Madruzzo) che sicollegano alla strada carrabileche sale dall’Aurelia (Via Roma), asinistra s’incontra via Banchero,ripida scalinata su per il monte, checonduce in via San Bernardo

(pedonale che collega Pieve alta con la frazione Bogliaschina di SanBernardo).Noi proseguiamo diritti fino ad un punto in leggera discesa in cui ilpercorso supera un rio per riprendere a salire in modo deciso. Inquesta zona si possono ammirare le fasce create dall’uomo in epochepassate ed ancora oggi presenti, seppur modificate per lasciar spazioalle abitazioni che si sono realizzate nel tempo. Da notare in tali fascei numerosi ulivi che fanno da cornice al promontorio di Portofino.Dopo un tratto pianeggiante e l’inizio di una nuova scalinatatroviamo sulla destra un caratteristico altare dedicato alla VergineMaria che sembra invitare ad un attimo di riflessione; più avanti, asinistra si oltrepassa la scalinata di Via Consiglietto, che s’innesta nelpercorso per San Bernardo. All’altezza dello storico asilo comunale,la strada diventa più pianeggiante e panoramica con belle vedute

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itinerariovariante per il ritorno 1bis

PIEVE ALTA (168) - PONTETTO (25)Tempo di percorrenza: 0,30 oraInteressante ritorno con dislivello di 143 m

sul promontorio diPortofino e l’antico eoriginario nucleo di Pievealta.In breve si giunge alla PiazzaSan Michele, passandodavanti ad un nucleoresidenziale dove nelrecente passato sorgeva unnoto ristorante.

Per tornare a Pontetto si può percorrere lo stesso itinerarioprecedente fino ad incontrare sulla destra l’asilo nido e la scalinatadi Via Consiglietto. Anziché scendere Via alla Chiesa, proseguiresempre diritti per la strada asfaltata- Via Consiglieri - fino ad arrivaread una breve salita che conduce ad un gruppo di case.Via Consiglieri si presenta particolarmente tranquilla e pittoresca:l’escursionista s’immerge franumerose piante e fiori, il solefiltra fra le foglie rendendo piùsplendente e variegata lavegetazione. La presenza difarfalle, bombi e uccelli è diffusalungo tutto il percorso. Si vive inpoche centinaia di metril’atmosfera di un’oasi. Inoltre sipuò ammirare un’ottimopanorama su Bogliasco e il levantegenovese.Arrivati ad incrociare Via Banchero sulla sinistra, si scende per questascalinata per arrivare in Via alla Chiesa e raggiungere Pontetto.

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itinerariocolore ROSSO nella planimetria 2

SORI (27) - PIEVE ALTA (168)Tempo di percorrenza: 0,30 - 0,45 ora

Facile passeggiata con dislivello di 141 m

Dalla fermata dell’autobus all’incrocio tra la Via Aurelia e la stradache scende al centro di Sori, si va verso Genova lungo la statale percirca 40 - 50 metri, fino a vedere sulla destra una strada pedonale insalita - Via Manin.Si attraversa la Via Aurelia, prestando la massima attenzione, e siimbocca Via Manin.Salendo molto rapidamente ed avendo a sinistra e poi, a destra,palazzine tipiche genovesi, si incontra una fontana utile per riempirela propria borraccia.Si attraversa successivamente Via Solimano (strada in Comune di Sori)per imboccare Via San Gaetano (entrando in Comune di PieveLigure).Via San Gaetano è una tipica “creuza genovese” con lastricatura dimattoni al centro e ciottoli sui lati.Il primo tratto di questa via è privo di scalini, per consentire ilpassaggio alle auto dirette verso le abitazioni. Pertanto in questotratto la strada sale gradualmente. Si possono notare bellissimi muria secco per il contenimento delle fasce dei terreni soprastanti allastrada. Questi muri creati dalla mano dell’uomo in epoche passatesono stati in diversi punti ristrutturati.Sopra a tali muri spesso è possibile vedere ed ammirare numerosespecie arboree e piante (in particolare ulivi) che sono presenti graziealla cura dei proprietari delle case e terreni confinanti.Terminato il tratto carrabile, si giunge in un punto, libero da alberi,dove è possibile ammirare il mare al di sotto dell’Aurelia. Nellegiornate soleggiate e con acqua limpida se ne possono vedere anchei fondali. Da qui si notano anche i resti delle serre di quella che erauna volta l’attività di un noto floricoltore. E’ curioso osservare comela vegetazione abbia preso il sopravvento sulle serre stesse; ed èfacile vedere palme, piante grasse e altre specie che sono invececresciute oltre le serre dove erano coltivate.Successivamente si arriva ad una graziosa cappelletta, molto cara aipievesi, dedicata a San Gaetano.Di fronte a tale cappella è possibile trovare una fontana per bere ea poca distanza vi è un antico lavatoio o “trogolo”.La “creuza” compie una curva a destra e dopo una scalinata regolare

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una curva a sinistra (incrocio con Via Priaruggia). Si costeggianodiverse ville e fascie fino ad uscire nella zona dei campi sportivi.Quindi si attraversano Via Roma (strada di collegamento carrabiletra Pieve bassa e alta) e i giardini pubblici, di recente realizzazione,dove è stato collocato un monumento dedicato agli Alpini.All’interno dei giardini, se si osservano attentamente i muri, costituitida blocchi di marne calcaree è possibile trovare tracce di piccoliinvertebrati, vissuti milioni di anni fa, chiamati “elmintoidi”.Si fanno le ultime scalinate e l’ultimo tratto di Via Roma per giungereinfine a Piazzale San Michele, ovvero il “centro” di Pieve alta con lasua Parrocchiale.La chiesa Parrocchiale di San Michele Arcangelo fu costruita nel XVIIIsecolo su un antichissimo edificio ed è stata restaurata in epochesuccessive ed attualmente si presenta come una chiesa barocca anavata unica rettangolare con cappelle laterali, cappelle al lato delpresbiterio e con una volta ribassata. L’escursionista amante anchedegli aspetti storici e artistici potrà trovare all’interno della chiesainteressanti opere d’arte tra cui una tela del Battesimo di Cristodatata inizio 1.400 posta sopra al battistero. Interessante è losviluppo in altezza del campanile di circa 40 m., sembra che unanotevole altezza sia stata voluta dai pievesi affinchè i navigantipotessero scorgerlo da lontano mentre ritornavano a casa, dopolunghi periodi trascorsi in mare.

(Cappella San Gaetano) (Tracce di Elmintoidi)

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itinerariocolore AZZURRO nella planimetria 3

PIEVE BASSA (27) - PIEVE ALTA (168)Tempo di percorrenza: 0,30 - 0,45 ora

Facile passeggiata con dislivello di 141 m

Questa passeggiata unisce la parte bassa di Pieve con quella alta,passando attraverso diverse “creuze” che salgono lungo le pendicidel Monte di S. Croce.Provenendo da Genova, si scende dall’autobus alla fermata subitodopo l’incrocio con Via Roma, si prosegue per l’Aurelia, per circa 40metri, fino ad incontrare sulla sinistra una scalinata: Via Milite Ignoto.Si sale per tale pedonale che costeggia sia a destra che a sinistragiardini di villette e piccole case tipiche del levante ligure.Tale “creuza” incrocia la carrabile Via Roma in prossimità di untornante: attraversare la strada e proseguire diritti. Poco più avantisi attraversa la stessa carrozzabile tramite un ponte.Salendo ancora un po’ si arriva ad un bivio. Proseguire sulla pedonalea destra per entrare in Via Besso. Tale “creuza” inizialmente passavicino a case e abitazioni per poi attraversare una zona poco abitata,dove predominano fasce coltivate a oliveto. Inoltre poco dopo averattraversato un piccolo compluvio con relativo corso d’acqua acarattere torrentizio la pedonale passa in una zona poco alberata

Incrocio con scalinata caduti pievesi Lungo Via Besso

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dove è possibile ammirare il promontorio di Portofino nella suainterezza.

Panorama su ville e Portofino

Proseguendo si arriva in una zona dedicata alla coltivazione dellepiante, ove è possibile notare le diverse serre presenti sopra ilpercorso.Oltre ancora si attraversa una zona di edificazione mista: si passavicino sia a piccole casette indipendenti sia a piccoli condomini, ovesono state comunque realizzate aree verdi dedicate a giardino.Oltrepassato il gruppo abitativo si deve svoltare a sinistra pergiungere sulla carrabile Via Roma, proprio all’altezza delladiramazione per i vicinissimi campi sportivi. Con una breve sostapotete vedere le strutture sportive Comunali, attraversate lacarrozzabile e percorrete la scalinata che sbuca poco prima della P.zzaSan Michele Arcangelo: ancora due passi lungo la Via Roma perarrivare alla piazza, principale punto di ritrovo sociale di Pieve alta,dove sono presenti diverse attività commerciali.

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Qui durante la stagione estiva vengono svolte diverse sagre a base dipiatti tipici della riviera con successive serate musicali e/o spettacoli.Recentemente la piazza è stata rinnovata dal punto di vistaarchitettonico e dell’arredo urbano per dare maggiore spazio agliabitanti, in particolare dando un’area sicura e libera per i bambini.

Tipiche case lungo la via

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itinerariocolore VIOLA nella planimetria 4

PIEVE ALTA (168) - SANTA CROCE (518)“Sentiero dei Misteri”Tempo di percorrenza: 1.00 - 1.15 ora - Percorso escursionistico con dislivello di 350 m

Da piazza San Michele, dove domina la Parrocchiale del XVIII secolo,nel cui interno è presente un crocefisso attribuibile al Maragliano,da vedere prima di iniziare l’escursione, si sale lungo la scalinata ViaXI Febbraio che passa vicino al piccolo, ma contanti ricordi per le generazioni passate, ilcampetto sportivo parrocchiale.Al termine della scalinata si svolta a destra pergiungere in una strada carrabile, che da Pievealta porta a Pieve “altissima”. La si percorrefino ad arrivare in località Pini, dove èpresente un tornante; si segue la stradaancora per 50 mt. fino ad incontrare sulladestra una carrareccia, ad uso agricolo, connotevole dislivello.Si sale per tale via, che porta dopo pocotempo in una zona dove sulla destra èpresente una fascia boschiva, mentre sullasinistra possiamo trovare alcuni ingressi divillette private. Proseguendo, il percorso sirestringe diventando totalmente una mulattiera pedonale, e dopo

una ripida salita sigiunge ad una casacon vicino unrubinetto d’acquapotabile: èconsigliata unasosta sia per bere esia per ammirare ibei giardini curatidagli abitanti.Dopo pochi scalinisi giunge ad untabellone chemostra il percorsoche porta al Monte

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(prima salita per Santa Croce)

(crèste)

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di S.Croce: tale punto segna l’inizio del Sentiero dei “Cinque MisteriDolorosi”, che terminerà alla chiesetta sita in cima al monte stesso.Si sale quindi subito a sinistra, lasciando il sentiero pianeggiante cheprosegue in costa (v. itinerario 4bis per il ritorno) e prendendo quellodella Federazione Italiana Escursionismo (segnavia FIE � �). Ilsentiero sale rapidamente in un contesto di tipica macchiamediterranea con garigi e ginestre odorose (spartium junceum), cheoccupano zone terazzate, un tempo coltivate e dedicate a pascoli.Lungo tutto il percorso, che segue il crinale est del monte, si puònotare la presenza delle “creste di pietra” o “crèstè”, tipici murettia secco su cui l’ultimo strato di pietre veniva disposto verticalmente.Tali manufatti delimitavano i confini delle aree dedicate un tempo aduna intensiva attività di pascolo. Nel secolo XIX su queste prateriepassavano infatti almeno 4.000 capi di bestiame (ovini e bovini) e talimuri servivano, grazie alla disposizione verticale delle pietre, adimpedire agli stessi di oltreppassare le aree dedicate al pascolo.Salendo sono sempre presenti arbusti a dominanza di erica arborea,spesso con ginestra odorosa e roverella, fino ad entrare in un fitto

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(veduta sul promontorio di Portofino)

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(Santuario Santa Croce)

bosco di pini neri, frutto di un rimboschimento avvenuto nel secondodopoguerra.Superato il breve ed ombreggiante bosco, si percorre un tratto dicrinale pianeggiante (presente panchina per una sosta panoramica)dove si possono osservare singoli pini da pinoli (pinus pinea) con laloro caratteristica chioma ad ombrello, larga e piatta. Anche talialberi erano stati coltivati un tempo dall’uomo per la raccolta deipinoli, ingredienti essenziali per numerosi piatti della tradizioneculinaria ligure.Infine, dopo un’ultima salita con diversi tornanti, si giunge sulla cimadel Monte di Santa Croce da dove si può ammirare un panoramameraviglioso con vista da Portofino a Capo Berta e le Alpi Marittime.Se si è fortunati a salire nelle giornate più limpide e terse è possibileanche vedere la Corsica e l’isola Gorgona dell’Arcipelago Toscano.La chiesa sembra sia stata edificata intorno al 1.200 per lavenerazione di una Reliqua della Santa Croce prelevata e trasportatada un pellegrino dalla Terra Santa e nascosta appunto sul monte.

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(panorama sulla costa verso Genova)

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itinerario(ritorno da Santa Croce) 4A

SANTA CROCE (518) - PIEVE ALTA (168)“Attraverso pendici nord M. Santa Croce”Tempo di percorrenza: 1.15 - 1.30 ora

Per il ritorno da Santa Croce, è possibile prendere il sentiero che scendea Bogliasco (sentiero F.I.E., segnavia — �) seguendo il crinale nord-ovest. Su tale crinale si estendono arbusti di erica arborea “a macchiadi leopardo”. Le specie arboree più diffuse in questa zona sono legraminacee, come il brachipodio e il forasacco eretto e il paleoodoroso, la salvastrella minore, l’erba mazzolina ed il trifoglio. Taleambiente segna il periodico e/o ciclico passaggio del fuoco cheimpedisce la naturale formazione di arbusti e boschi.Arrivati ad un fabbricato per uso ricovero, si abbandona il sentieroF.I.E., che porta a Bogliasco, per scendere sulla destra, in direzioneTeriasca, fino all’arrivo di una antica “strafia” (teleferica), sistema afune utilizzato per il trasporto a valle della legna.Si abbandona quindi il sentiero che scende verso la frazione sorese,per prendere una mulattierache si distacca sulla destra.Presto si giunge ad uncastagneto abbandonato, untempo utilizzato dallapopolazione locale sia comerisorsa alimentare (produ-zione delle castagne), siacome fonte di legname daardere. Tale bosco è statolocalmente sostituito dalcarpino nero e dalla roverella.Proseguendo nel bosco siarriva ad uno slargo - localitàCanè - dove è presente unrubinetto d’acqua potabile,proveniente da sorgentelimitrofa.Successivamente si arrivaall’inizio del tratto delsentiero dei “Cinque MisteriDolorosi” congiungendosicon l’itinerario di andata. (castagneti sulla via del ritorno - versante nord del monte)

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itinerario(ritorno da Santa Croce) 4B

SANTA CROCE (518) - PIEVE ALTA (168)“Attraverso Loc. San Bernardo”

Tempo di percorrenza: 0.45 – 1.00 ora

itinerario(ritorno da Santa Croce) 4C

SANTA CROCE (518) - PIEVE ALTA (168)“Via Rotondo di Martinelli - San Bernardo”

Tempo di percorrenza: 0.45 ora

Questa ulteriore variante permette di raggiungere P.zzale SanMichele scendendo a San Bernardo seguendo il sentiero FIE che portaa Bogliasco. Arrivati al fabbricato per uso ricovero si svolta a sinistrascendendo nel vallone di Bogliasco. Sono visibili i campi sportivi e ilpaese. Scendendo su tale versante si arriva a costeggiare sulla sinistraun fitto bosco dove è presente una terrazza, cosidetta “rotonda diMartin”. In tale località è da segnalare il fabbricato rurale, che fu permolto tempo sede dell’Osteria “Da Martin”, punto di ritrovodomencale di molti pievesi, bogliaschini ed escursionisti genovesi.Giunti a San Bernardo, all’altezza della chiesetta, si svolta a sinistraper imboccare il sentiero che porta a Pieve alta (v. itinerario n. 5).

Questa rappresenta unascorciatoia al preceden-te itinerario di ritornoda Santa Croce(itinerario 4B) nellaquale il sentiero sidistacca da quello FIE,rimanendo sul versantesud delle pendici diSanta Croce e passandoattraverso un fittobosco nel quale si troval’antico punto di ritrovorappresentato dalla exOsteria “De Martin”.Da li si prosegue perSan Bernardo per poigiungere a Pieve alta.

(ingressi bosco pino nero con edicola votiva sulla sinistra)

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itinerario(colore VERDE nella planimetria) 5

PIEVE ALTA (168) - SAN BERNARDO (240)Tempo di percorrenza: 0,40 oraPercorso escursionistico con dislivello di 72 m

Dalla Piazza di San Michele, salendo in direzione di San Bernardoincontriamo sulla nostra destra l’Oratorio di S.Antonio Abate, doveha sede l’omonima confraternita attiva fin dal 1406. L’internodell’edificio si presenta nelle forme tradizionali delle confraterniteliguri: una sola navata e la volta a botte. Si può osservare un tritticoattribuibile al maestro Pietro Francesco Sacchi (1520) che raffiguraSant’Antonio Abate con i Santi Giovanni Battista e Benedetto, laPietà e l’Annunciazione di Maria. Imponenti sono i tradizionalicrocefissi lignei che ancora oggi sono portati fuori dalla Parrocchiaper le processioni più solenni.Riprendiamo il percorso che sisnoda sulla carrabile in falsopiano fra villette, case contadinee abitazioni tradizionali. Sulladestra la collina terrazzata lasciaintravedere molti ulivi circondatispesso da un gran numero divarietà di piante e fiori. Ancoraesistenti (in qualche casomodificate in relazione alleesigenze odierne) le “strafie”,piccole teleferiche utilizzate intempi remoti, per il trasporto di materiali, in particolare fieno elegna. Sulla sinistra s’incrociano prima Via Consiglietto e poi ViaBanchero che riportano in basso ricongiungendosi con Via allaChiesa. Via Banchero è intitolata ad un valoroso garibaldino e

combattente per l’Indipendenza el’Unità d’Italia: egli abitò e morì nellavecchia casa che si trova all’inizio dellavia ove è stata posta una lapide aricordo dell’eroe. Proseguendo siraggiunge in poco tempo l’ultimonucleo di case di Pieve ordinate lungo ilclassico viottolo ligure “carruggiö”; piùavanti un sentiero acciottolato, di epocamedioevale, ci introduce in un ambiente

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diverso con vegetazione composta di piccoli arbusti tipici dellamacchia mediterranea, la terra è incolta con presenza di molte rocceaffioranti. In basso bella vista su alcuni tratti della scogliera fra Pievee Bogliasco ai margini dei quali si scorgono ville e piccoli parchi. Nelcielo si vede talora la poiana che compie ampi voli circolari perindividuare le sue prede. Ben presto si attraversa il Rio Pontetto,piccola sorgiva d’acqua che nasce poco più in alto e che ogni estaterischia di prosciugarsi. Si risale lentamente fra le fasce coltivate,ancora molti gli ulivi. La vista sul mare si fa sempre più ampia. Si salerapidamente nell’abitato fra belle case che, come da tradizioneligure, sono state costruite appoggiate fra di loro. Ben presto sigiunge a San Bernardo.Noi possiamo scendere a Bogliasco oppure salire verso il monte diSanta Croce per concludere un percorso circolare che ci riporterà inPiazza San Michele.

itinerario(colore ARANCIONE nella planimetria) 6

PIEVE ALTA (168) – TERIASCA (280)Tempo di percorrenza: 0,45 - 1.00 ora

Percorso escursionistico con dislivello di 112 m

Da piazza San Michele, dove domina la chiesa Parrocchiale del XVIIIsecolo, al cui interno sono meritevoli di essere viste interessanti opered’arte, ci si dirige sulla scalinata che passa tra una palazzina di colorerosa e il piccolo campo sportivo parrocchiale.Al termine della scalinata si svolta a destra per giungere in unacarrabile asfaltata, strada che da Pieve alta porta a Pieve “altissima”.Si percorre un tratto di tale strada in salita, da dove è possibileammirare un panorama sul promontorio di Portofino. Lungo i bordidella strada e sui terrazzamenti sottostanti domina la vegetazionemediterranea tra cui ulivi, timo e numerose piante aromatiche chefanno da cornice alle diverse villette. In particolare nella parte amonte della strada si notano i numerosi muri a secco che sorreggonole fascie di uliveto soprastanti.Arrivati ad un tornante, in località Pini, si scende una scaletta dicemento sulla destra per imboccare un sentiero che procede in falsopiano all’interno di un fitto bosco a dominanza di carpino nero, con

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orniello, roverella e castagno.L’origine di questo bosco èprobabilmente posteriore allaseconda metà del secolo XIX.Le pratiche selvicolturali hannoprofondamente trasformatoquesti boschi, che venivanosottoposti a tagli ravvicinati perfornire legna da ardere o dapaleria. L’aspetto attuale deiboschi misti è caratterizzato dauno strato arboreo in cui prevaleil carpino nero, facilmentericonoscibile in autunno per lebianche infruttescenze a cono.Osservando attentamente lostrato arbustivo è, invece,composto da due livelli: il primo

(Capreno visto dalsentiero)

(sentiero per Teriasca immerso nel bosco misto)

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raggiunge i 4 metri di altezza ed è formato prevalentemente da ericaarborea e giovani ornielli, mentre il secondo (che non supera il metrodi altezza) comprende piante come la coronilla, la salsapariglia, larobbia e il rovo.Durante il percorso si costeggiano i ruderi di vecchie costruzioni,abitate in passato da contadini, molto spesso ormai rese invisibilidalla vegetazione.Dal sentiero, nei tratti più scoperti, è possibile vedere tutta la valle diSori, in particolare gli abitati di Capreno e Sussisa situati nella sinistraorografica della valle sorese e più avanti, entrati nella valle diTeriasca, l’abitato di Cortino.Oltrepassato il confine amministrativo tra Pieve e Sori all’interno delbosco, si giunge all’abitato di Teriasca, frazione sorese composta danumerose case sudue, o massimo trepiani.Si attraversa conuno stretto lastrica-to di cemento ilpaese fino agiungere allaParrocchiale intito-lata al SantoMartire Lorenzo,chiesa costruitanegli anni dal 1654al 1657 ed aventeal suo interno 3altari. Intorno al1860 fu eseguitoun’ampliamentodella struttura e fucreata la divisionein tre navate, oltrea portare a compi-mento il campanilecon tre campane eorologio.

(Chiesa di Teriasca)

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INFORMAZIONI GENERALI SU PIEVE LIGURE

Da un punto di vista geologico il territorio di Pieve si presenta comeun gran blocco di roccia calcarea poggiato sulla riva del mare: ilterreno è pertanto scosceso e arido rendendo difficile da semprel’agricoltura. La fitta vegetazione spontanea è stata in larga partetagliata per far posto alle colture e il tracciato dei numerosi sentieriè derivato inizialmente dal passaggio dei suoi abitanti.Le prime notizie storiche del territorio risalgono al periodo in cui iLongobardi, dopo aver occupato la Liguria, si convertirono alCristianesimo. E’ di quegli anni la notizia di una “Pieve di Sori”.Risale al 1143 un documento che attribuisce alla Parrocchia di Pievela decima d’olive dei parrocchiani, mentre da un documento del 1582risulta una descrizione dettagliata della chiesa di S.Michele. Lacomunità pievese ha tratto per lungo tempo le sue risorseprincipalmente dalla terra: coltivazione d’ulivo e fiori, taglio delbosco, coltura del castagno. Pecore e capre erano portate a pascolarenelle zone più impervie e improduttive, si raccoglievano le foglie e sifalciava l’erba per i bovini che sono stati presenti sul territorio finoagli anni ’80. A tal riguardo è ancora vivo fra i più anziani il ricordodella signora “Genia”, che per oltre cinquanta anni nelle prime oredel mattino scendeva dalla sua casetta, posta nella parte alta a sud-ovest della Piazza S. Michele in località Terrile “Terri”, per portare illatte delle sue mucche alle famiglie di Pieve. Se l’agricoltura ha avutoun ruolo importante occorre comunque puntualizzare che i pievesisono stati anche presenti nei commerci, nelle industrie e nellanavigazione.Pieve Ligure è un paese particolarmente diffuso sul territorio, sidistinguono due nuclei principali: uno adagiato sulla riviera del mare,Pieve bassa; e uno a metà collina, Pieve alta. Le due frazioni sonounite da Via Roma. Nel tratto iniziale di detta strada incontriamo ilMunicipio, già villa privata, che fu abitata dal 1943 al 1947 daGaetano d’Amato, pittore ed apprezzato illustratore su rivistetrattanti avvenimenti politici e di costume, raccogliendo consensi epremi ambiti. Egli amò moltissimo Pieve da cui trasse ispirazione permolti lavori. La generosità e un forte senso civico della signoraNoemi, vedova dell’artista, portarono alla donazione della villa e dialcune opere alla comunità Pievese che, riconoscente gli intitolò la

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bella piazzetta di Pieve bassa ove è stata collocata una stele in suamemoria.Pieve bassa ha numerosi punti di interesse oltre ad essere fornita diservizi e negozi. Ha il suo centro in Piazza d’Amato, poco lontanotroviamo la biblioteca comunale inserita nel vecchio caselloferroviario attivo fino alla fine del 1800, mentre a levante CappellaMassone (inserita nel palazzo omonimo e autorizzata al culto nel1736), lo scalo Fontanino, la Stazione Ferroviaria e lo scalo Torre.A ponente incontriamo lo scalo Demola, lo scalo Chiappa e laCappella Rivarola che è parte di un edificio fra i più antichi di Pievee fu donata nel 1992 alla Parrocchia di Pieve dalla Signora AntoniettaRivarola Guzzardi. Attualmente la cappella è aperta per lacelebrazione della S. Messa domenicale.Pieve non ha spiagge, ha però quattro accessi al mare; si tratta discogliere appena adattate per consentire, non senza fatica, dimettere in mare piccole barche. Ogni pievese che ama il mare si èscelto il suo scalo. Da bambini nascono le prime amicizie, i ragazzicrescono e al fine si crea fra le persone e il mare un legame che saràper sempre. In più occasioni non è mancata una sana competizionefra gli scali, competizione che ogni tanto si rinnova in occasione digare di pesca, e prove sportive. Si potrebbero raccontare molte storiedi persone semplici e forti che del mare hanno fatto una palestra.Atleti che hanno vinto moltissimi trofei ma che hanno ancheinsegnato ad amare il mare e a rispettarlo.Pieve alta, ha numerosi punti di interesse oltre ad essere fornita diservizi e negozi. Ha il suo centro nella Piazza San Michele che oltre aessere punto di arrivo e di partenza per tante escursioni, merita unasosta per la bella Parrocchia, l’Oratorio e i numerosi scorcipanoramici.

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PUNTI DI PARTICOLARE INTERESSE A PIEVE

Piazza e Parrocchia di San Michele Arcangelo

La Piazza, sobria e piena di luce, siproietta come una finestra sulla collinae sul bel mare della Riviera. A levante sierge la Parrocchiale di San Michele.E’ già citata in un documento del 1143con il quale i Consoli genovesiordinavano il pagamento della “decimadel grano” all’Arcivescovo Siro diGenova agli uomini della Pieve di Sori,e documenti successivi testimonianocome dalla Pieve dipendesseroinizialmente le Parrocchie della valle diSori e di Sori stessa. Il primitivo edificio,che pare sorgesse sull’area dell’attualecanonica, restaurato e ampliato nel1610, con l’aggiunta di due altarilaterali e con l’affresco della volta,attribuito dubitativamente a Perin delVaga. Nel Settecento fu edificatol’attuale altar maggiore; non se ne conosce lo scultore, ma si sa chela balaustrata fu scolpita da Angelo Maria Mortola e risale ai primianni del Settecento. Sempre in questo secolo la chiesa fu arricchita didecorazioni e arredi tra cui il coro ligneo del 1749.L’edificio è ad unica navata con otto cappelle laterali, più altre dueai lati del presbiterio. Nella cappella del Rosario, a destra dell’altaremaggiore, vi è una scultura lignea della Madonna del Rosario, operadi Agostino Vignolo del 1879. La cappella di sinistra è invece dedicataa S. Rodano, un martire della Legione Tebea dell’esercito romano. Lesue reliquie furono donate alla Pieve di Sori nel 1764 dal Card.Colonna vicario di Papa Clemente XIII, grazie all’intercessione dellafamiglia Olderighi che soleva villeggiare a Pieve. Il Crocifisso ligneoche si conserva sull’altare di San Rodano è attribuito alla bottega diAnton Maria Maragliano. Tra i dipinti conservati nella parrocchiale èda segnalare un S.Eusebio e le Anime Purganti attribuita a LucaCambiaso.

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L’organo risale al 1863 e fu costruitosotto la sorveglianza del MaestroLuigi Lugaro, organista dellaMetropolitana genovese.La facciata, recentementerestaurata, presenta al centro unaffresco raffigurante il patrono SanMichele ed è finemente decoratacon stucchi e lesene.La chiesa fu consacratadall’Arcivescovo di Genova GiuseppeSaporiti il 17 agosto 1749.In sacristia è conservata l’urnacineraria romana, già ritrovata sulmonte di Santa Croce sulla quale èincisa la seguente scritta: D.M. –

SERVILIÆ RESTITUTÆ – A. SERVILIUS PHILODOXUS – CONJUGI SUÆCARISSIMÆ SIBI – FECIT ET SIBI.Il campanile spicca per la sua altezza di circa 40 metri. Si ritiene chequesta particolarità non comune fu voluta al fine di facilitare icapitani di lungo corso ad individuare Pieve al rientro dalle lunghetraversate.

Parco giochiLeggermente più in basso della Piazza diSan Michele, lungo Via Roma è statorealizzato un parco giochi per i bambini.Inoltre è presente un piccolo ma graziosogiardino con una stele dedicata agliAlpini.

Un elemento di particolarerilievo scientifico è riscon-trabile in alcune pietre concui sono stati eretti i suoimuretti. Tali pietre derivanoda un’arenaria marnosa

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tipica della zona dell’Antola che si è formata nel periodo cretaceo: isedimenti da cui trassero origine queste rocce si trovavano sul cigliodella scarpata continentale dell’antichissimo oceano ligure-piemontese.

Santa Croce

Il Monte di Santa Croceraggiunge l’altezza di m518 s.l.m. Il panorama che sipuò ammirare è veramentenotevole spaziando sulGolfo Ligure, dal Monte diPortofino sino a giungere aCapo Berta e le retrostantiAlpi Marittime; verso nordsi può avere una vistad’insieme sull’AppenninoLigure.Sullo spiazzo erbosodelimitato da un muro asecco sorge la Cappella diSanta Croce, mentreaccanto troviamo un piccolorifugio a disposizione di tutti gli escursionisti.La continua e costante manutenzione della Cappella, del rifugio edelle aree circostanti, viene sistematicamente effettuata da ungruppo di volontari: gli “Amici di Santa Croce”.Già nei primi anni del XIII sec. si ha notizia della volontà degli abitantidi Pieve di costruire sulla sommità della collina sulla quale è adagiatoil paese, una chiesa, accanto all’ospizio per viandanti e pellegrini chegià esisteva. Passavano in cresta ai monti, in quegli anni, i pellegrinidiretti a Roma, in Terra Santa o a Santiago di Compostela. Passavanoin cresta perché non sempre la via litoranea era sicura, sia per lemareggiate, sia per le improvvise piene dei torrenti, sia per leincursioni saracene. E la leggenda ci parla del passaggio sulla collinadi pellegrini che portavano una reliquia della Santa Croce, che qui lanascosero per tornare successivamente a riprenderla; mai ritornati ipellegrini, la reliquia fu posta in venerazione dai Custodi dell’Ospizio.

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E’ probabile pertanto che la chiesa sia stata edificata già agli inizi delXIII secolo. Quella odierna è frutto di successivi rifacimentidell’edificio primitivo, ma conserva il fascino antico di chiesacampestre, in una posizione dominate il Golfo Paradiso, puntod’incrocio di sentieri provenienti dall’entroterra e dalla riviera. Essamisura circa 20 metri per 7 ed ha un piccolo campanile. Nel suointerno vi sono due altari, oltre al maggiore con la croce in marmo viè pure un piccolo altare dedicato a S. Elena, madre di Costantino edalla quale la leggenda attribuisce il ritrovamento della Santa Croce.Sull’altare una scultura della santa collocatavi nel 1863. In facciata viè un’edicola con una statua in marmo della Madonna della Guardia,donata da un signora genovese e proveniente da un palazzo delcentro storico di Genova.

Oratorio di Sant’Antonio Abate

L’Oratorio di S.Antonio Abate è un tipico esempio di architettura“confraternale” ligure: ad una navata, con tetto a capanna e voltaa botte, di probabile costruzione quattrocentesca.Sicuramente l’omonima confraternita era attiva a fine ‘500 comecertificano i documenti d’archivio della Confraternita di S.Chiara diBogliasco, entrambe affiliate alla Conserva, istituzione cooperativafra congregazioni laicali, di cui fanno parte tutt’oggi anche S.Erasmodi Sori e S.Niccolò di S.Ilario (Nervi). La dedicazione a S.Antonio Abatenasce dalla cultura edall’economia prevalentementecontadina della popolazionepievese dei secoli scorsi. Lavicinanza del mare non potevanon influenzare questa piccolacomunità, tant’è vero che sonocustoditi, presso la voltadell’altare maggiore, alcunimodelli di imbarcazioni, ex-votoa carattere marinaro: lebombarde Concezione e S.Teresa e il brigantino N.S delle Graziecomandate da capitani pievesi e bogliaschini di primi ‘800.Non è stato possibile ricostruire con puntualità la storia di questoantico sodalizio per la quasi totale assenza di documentazione, ad

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eccezione di alcuni scritti, elenchi di confratelli e annotazioni dipriori, che ci raccontano il grande numero di iscritti alla confraternita,le attività quotidiane e gli impegni spirituali strettamente connessi alsuffragio dei defunti, dalla metà dell’Ottocento sino ai nostri giorni.Tuttavia, è la struttura stessa dell'oratorio a fornire informazioni sullavita e sulle pratiche confraternali. Gli spazi interni sono divisi intermini di funzionalità, in due luoghi: la parte verso l'altare maggioreera dedicata alla liturgia ed alle pratiche del culto, la parte, vicinoall’ingresso, al governo della Confraternita, dove sedevano, lungo glistalli, in posizione paritaria tutti i confratelli a rimarcare il pari gradofra ogni iscritto. Durante le celebrazioni, in particolare quelle funebri,erano utilizzati alcuni arredi sacri, conservatisi sino ad oggi, come “lostendardo de’ morti” che raffigura S. Antonio Abate orante al cielo.Le processioni erano accompagnate da numerosi confratelli: alcuniaddetti a rischiararla con fanali processionali lignei, che ora riposanoinutilizzati in oratorio, altri ad accompagnarla con i crocifissi ligneiornati dai magnifici “canti”, fra cui il Cristo “moro” del peso di 160kg, “portati” da squadre di “cristezanti” e “stramouei”. Al Priore eal Vice Priore spettavano e spettano le mazze pastorali, bastoni inlegno con l’immagine di S.Antonio e S.Erasmo in argento, datate1840, oltre a quelle più antiche in legno argentato risalenti alla finedel XVIII secolo.L’oratorio presenta affreschi con il tema dei misteri del Rosario e,sulla parete di fondo, la rappresentazione dell'Ultima Cena, schematipicamente ligure, restaurata nel 1972-1973 dal pittore bogliaschinoLuisitto Bozzo che intervenne su affreschi settecenteschi, comericordò in poche righe evidenti alla base della parete restaurata. Siricorda il prezioso trittico datato 1520 attribuito dopo l'interventodi restauro del 1978 a Pier Francesco Sacchi. Raffigura S. AntonioAbate benedicente, attorniato da S.Giovanni Battista e S.Benedetto,mentre nella cimasa reca il Cristo morto tra la Vergine e l'Angelo chel'annunzia. Nell’abside un raro esemplare di organo positivo-professionale probabilmente di fine ‘800 in attesa di restauro.La Confraternita conta oggi 30 iscritti, è operante, quale utilesupporto alla vita della Parrocchia; mantiene rapporti con il Prioratoe le altre Confraternite e mediante una collaborazione con gli EntiLocali cerca di valorizzare il patrimonio storico-artistico dell’Oratorio(sono possibili ad esempio visite guidate). La festa principale è quelladi S.Antonio Abate che cade il 17 Gennaio.

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“Mira” situata accanto al rifugio sul monte di Santa Croce

COMUNE DIPIEVE LIGURE

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Via Teriasca

Via Chiossa

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ScaloDemola

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