Antica Pieve di Verdeto di Agazzano

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PROVINCIA DI PIACENZA COMUNE DI AGAZZANO - LOC. VERDETO COMPLESSO STORICO CHIESA PARROCCHIALE DI SAN TOMMASO APOSTOLO E PERTINENZE Strada Lanfranco n° 1 - Loc. Verdeto DOCUMENTAZIONE STATO DI FATTO COMMITTENTE PARROCCHIA S. TOMMASO APOSTOLO Strada Lanfranco n° 1 - Loc. Verdeto - Agazzano (PC) PROGETTISTA Dott. Arch. Marcella FARISELLI Via San Sisto, 6 - 29121 Piacenza RELAZIONE STORICA -ALLEGATI-PIANTE STATO DI FATTO -DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA- DATA 10/05/2012

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Descrizione dell'opera di recupero della antica Pieve di Verdeto di Agazzano - Piacenza Per conto di Don Pietro Cesena

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Page 1: Antica Pieve di Verdeto di Agazzano

PROVINCIA DI PIACENZACOMUNE DI AGAZZANO - LOC. VERDETO

COMPLESSO STORICO CHIESA PARROCCHIALE DI SAN TOMMASO APOSTOLO

E PERTINENZEStrada Lanfranco n° 1 - Loc. Verdeto

DOCUMENTAZIONE STATO DI FATTO

COMMITTENTE PARROCCHIA S. TOMMASO APOSTOLO Strada Lanfranco n° 1 - Loc. Verdeto - Agazzano (PC)

PROGETTISTA Dott. Arch. Marcella FARISELLI Via San Sisto, 6 - 29121 Piacenza

RELAZIONE STORICA -ALLEGATI-PIANTE STATO DI FATTO -DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA- DATA 10/05/2012

Page 2: Antica Pieve di Verdeto di Agazzano

RELAZIONE - PREMESSA

Il complesso storico, costituito dalla Chiesa Parrocchiale di San Tommaso Apostolo e Pertinenze, è situato in Provincia di Piacenza, sulle prime colline della Val Luretta nel Comune di Agazzano in località Verdeto, nome di origine romana: Caius Verres Verredetum. Questa collocazione, tra boschi e vigneti, dominante la sottostante pianura: “.... spaziando sul corso del Po da San Colombano a Cremona ....” (Vittorio Renzi dal quotidiano Libertà del 14-12-1983 Allegato 1), ne costituisce uno scenario altamente suggestivo.

Il complesso è costituito dalla Chiesa Parrocchiale di San Tommaso Apostolo e dalle seguenti Pertinenze, in stato di avanzato degrado:- la vecchia canonica, posta dietro la Chiesa contigua alla parte absidale di cui ne condivide il

tetto; - due corpi di fabbrica destinati ad abitazione e ad ex-fienile, adiacenti alla Chiesa;- una serie di corpi di fabbrica, aggiunti in epoca più recente, costituiti da un fabbricato più

grande destinato a Sala polivalente-ex Teatrino Parrocchiale, di cui è in atto il restauro, dato il crollo del tetto che ne ha richiesto un intervento urgente, e da una serie di piccoli locali destinati a ricovero attrezzi, legnaia e servizi igienici.

La chiesa e le pertinenze, sono soggette a Decreto di Vincolo dalla Soprintendenza, essendo sottoposti, con notifica n. 18415 del 27/09/1999, a tutte le disposizioni di conservazione e tutela previste dalla Legge 01/06/1939 n. 1089, dato l'interesse storico-artistico ai sensi dell’art.1 della citata Legge n.1089/1939. (Allegato 2).La chiesa e i fabbricati ad essa pertinenti, all’interno della perimetrazione vincolata, sono identificati al Catasto di Piacenza al Foglio 30, mappale B (Chiesa), mappali 45 e 46 le pertinenze. (Allegato 3).La chiesa, a tutt’oggi consacrata, e le pertinenze sono di proprietà della Parrocchia San Tommaso Apostolo, come si evince dalla Visura Storica. (Allegato 4).

Il complesso è classificato dal Piano Regolatore Generale - Variante Generale - come (Allegato 5) :Art. 60: Recupero dei fabbricati ubicati esternamente al territorio urbanizzato Patrimonio edilizio esistente non utilizzabile a fini agricoli.

Zonizzazione Tav. n. 16 : Insediamenti ed edifici isolati di valore storico o ambientale zone “A” (perimetro).Disciplina delle zone “A” di cui alla tav. n° 14:Relativamente alla chiesa - Attrezzature pubbliche: civili, religiose e scolastiche. Soggetta a interventi di restauro scientifico.Relativamente alle pertinenze - Residenza e servizi ad essa annessi. Soggetta a interventi di restauro e risanamento conservativo tipo “B”.

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RELAZIONE STORICA

La Chiesa di San Tommaso Apostolo è certamente di origine anteriore al Mille. Le prime notizie risalgono ad un documento del 1123, dove il Vescovo Arduino conferma alla Cattedrale di Piacenza i beni posseduti e le fa dono della chiesa di Gossolengo e dell’Arcipretura di Verdeto. In questo documento, la Chiesa di San Tommaso, viene già denominata “pieve antica”. Nei documenti successivi, viene citata in quanto inserita al centro del sistema difensivo della Val Luretta, collegata alle vicine pievi di Pomaro, Bilegno, Tuna e Momeliano, con una giurisdizione su un piccolo territorio con poche cappelle. Nel tempo si sono succedute le signorie degli Arcelli, dei Barattieri e dei Dal Verme fino al 1761, dove tutta la zona diventerà feudo dei Marchesi Tredicini rimanendo tale fino al 1806, data della soppressione dei feudi e la costituzione dei comuni. (Arch. Luciano Summer “La Pieve di Verdeto e il suo territorio).

La presenza della Chiesa e di parte dei fabbricati pertinenti sono documentati nella mappa del Catasto Napoleonico Identificativo 21, Sez. E, Foglio 3, Particelle 461 - 462, risalente ai primi anni del 1800. (Depositato presso l’Archivio di Stato di Piacenza, Allegato 6). Inoltre è di tale periodo Napoleonico un’inchiesta sul Ducato di Parma e Piacenza, redatta dal Governatore francese Moreau di Saint Mery, in cui veniva valorizzata la pieve di Verdeto come la più antica della zona. Inoltre viene descritto il campanile come: “... una torre di scarsa altezza...”(Allegato 7. Quotidiano “Libertà” del 23-07-1985), sopraelevato infatti in epoca più recente, probabilmente nella prima metà del 1900.

La Chiesa conserva l’orientamento originario, con l’abside rivolto a levante. Questo confermerebbe l’ipotesi che la presente fisionomia barocca, dovuta agli interventi di restauro databili nella prima metà del 1700, sia stata realizzata su un impianto di epoca romanico-gotica. La facciata è ripartita da lesene che reggono una trabeazione posta all’altezza del livello di gronda del tetto retrostante, sopra il quale si eleva la parte sommitale, conclusa con un timpano curvilineo e delimitata da due pinnacoli laterali. L’interno è ad unica navata, coperta da una volta, con cappelle laterali ricche di stucchi. Le volte conservano una pregevole decorazione che, in parte, si estende sulle pareti, con quadrature prospettiche di fattura e gusto vicine al Bibiena. Tali affreschi sono stati oggetto di restauro nel 2000, per diretto interessamento del Ministero per i Beni Culturali. Ed ancora due dipinti murali, posti nella seconda cappella di destra, sono stati oggetto di un recente restauro, nel 2010. La chiesa presenta problemi di umidità di risalita, che stanno danneggiando altri dipinti murali, gli stucchi delle cappelle laterali e la tinteggiatura delle parti non affrescate. La tinteggiatura è presumibilmente di epoca recente, in quanto da una osservazione visiva presenta una composizione mista con contenuto di prodotto plastico resinoso.

L’altare maggiore, situato al centro dell’abside semicircolare, risalente intorno alla metà del 1700 è realizzato in pregiati marmi policromi. Di pregevole fattura anche la balaustra, in marmo nero del Belgio.

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Nella prima cappella di destra è presente un antico fonte battesimale in pietra locale, a doppia vasca, sormontato da un pregevole coperchio ligneo.A destra della Chiesa si eleva la torre campanaria, in sasso a vista, coronata da un’alta cuspide conica in mattoni, posta al di sopra della cornice di gronda ad archetti intrecciati, di epoca successiva, in quanto in un’immagine dei primissimi anni del 1900 non compare (Allegato 8), suffragata anche dalla citata relazione del Governatore francese del periodo Napoleonico. La cella campanaria è aperta con un grande fornice per lato, delimitato da una ghiera con conci alternati banchi e rossi, di gusto romanico-lombardo.

A lato della facciata della chiesa, nel fabbricato sulla destra, si trova una piccola cappella. Sebbene in pessimo stato di conservazione, al suo interno è ancora presente parte di un affresco, presumibilmente Cinquecentesco, che rappresenta la Madonna Addolorata, con sette spade indirizzate verso il cuore, che sorregge Cristo dopo la morte sulla croce. Di notevole interesse malgrado lo stato di avanzato degrado in cui versa.

Adiacenti alla Chiesa, sorgono una serie di Pertinenze frutto di aggregazioni successive, formatisi in tempi diversi, a testimonianza di come da questo fulcro si sia sviluppato un borgo. Si tratta di edifici semplici, ma di una pregevole tecnica costruttiva. Sebbene in stato di grave degrado sono altamente suggestivi, riportandoci una importante testimonianza non solo architettonica, ma anche della vita quotidiana legata alla conduzione del fondo agricolo. La chiesa, infatti, possedeva terreni coltivi e pascoli al fine del proprio sostentamento.

Dietro la chiesa sorge la canonica, di antica datazione, contigua alla parte absidale e al presbiterio, con i quali condivide l’impianto delle coperture, in travature lignee. Di semplice forma, è di due piani fuori terra, presenta una muratura a scarpa in sasso a vista. Non sono presenti cornicioni o elementi decorativi. Internamente presenta al piano terra soffitti a volte, pavimenti in pietra e cotto nella cucina, dove è presente un grande camino e l’antico fornello in muratura, dove si usavano le braci per la cottura dei cibi, il locale lavaggio con lavello in pietra. Mentre nelle stanze rimaneggiate in epoca recente, la pavimentazione è in graniglia e ceramica. Al piano primo si trovano le stanze con pavimenti in cotto e soffitti in legno e in parte a volta.

A destra della facciata della chiesa, oltre alla cappella, sorge l’ex-fienile. Il fabbricato rurale presenta una copertura lignea visibile dalle grandi aperture, che permettevano l’agevole ricovero delle messi. La copertura, appoggiata sui pilastri in sasso, presenta una struttura a orditura lignea costituita da travi, travetti, cantinelle e coppi. A lato del fienile nella facciata a sud, attraverso un portone si entra in una piccola e suggestiva piazzetta dove si affacciano oltre all’ex-fienile, la torre campanaria, i corpi di fabbrica destinati ad abitazione, un tempo utilizzati dai conduttori del fondo agricolo a sostentamento del complesso ecclesiastico. Sebbene di semplici forme, la loro pregevole costruzione è di antica datazione. Sono edifici a due piani fuori terra, si presentano in grave stato di degrado, con murature esterne in sasso a vista, solai in legno, tetti con travatura lignea e copertura in coppi. I prospetti esterni pur essendo semplici presentano anch’essi una pregevole tecnica costruttiva.

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A questo antico aggregato, in epoca più recente, sono stati aggiunti una serie di corpi di fabbrica, che non compaiono nella mappa Napoleonica, costituiti da un fabbricato più grande destinato a Sala polivalente-exTeatrino Parrocchiale, e una serie di piccoli locali destinati a ricovero attrezzi, legnaia e servizi igienici. Le Pertinenze risultano alle schede del Catasto Fabbricati di Piacenza. (Allegato 9).

La Sala polivalente-exTeatrino Parrocchiale, databile intorno alla metà del 1900, nel dopoguerra, è oggetto di un intervento di restauro, autorizzato dalla Soprintendenza, dato il crollo del tetto. La datazione recente è suffragata dalle osservazioni degli intonaci e delle pitturazioni interne (Allegato 10), dal controsoffitto interno, in putrelle di ferro e tavelloni in laterizio, anch’esso crollato, oltrechè dalle testimonianze degli abitanti più anziani.Esternamente presenta una muratura in pietre del luogo e mattoni a vista. La struttura del tetto, ricostruita come in precedenza con una orditura lignea, è costituita da capriate portanti a vista, disposte in sequenza a distanza relativamente ravvicinata, con catena in legno, di geometria e pendenza simile a quella esistente, e soprastante tavolato in legno di rovere a vista. L’imposta delle capriate è alla stessa altezza di quelle esistenti. Questo tipo di copertura, inoltre, si presenta ottimale acusticamente, confacendosi alla destinazione del locale, quale soluzione migliorativa rispetto all’originario controsoffito, che presentava delle putrelle in ferro.

Adiacente all’ex teatrino sorgono, verso nord, alcuni bassi fabbricati di tipo rurale, in stato di degrado, che formano un’altra piccola piazzetta. Si presentano anch’essi in sasso, e con solai e coperture realizzate con una travatura lignea e tavelle il cotto, le coperture con manto in coppi. I prospetti esterni sono semplici e non sono presenti cornicioni o elementi decorativi. Sovrastante a questi locali si presenta, per una porzione, una copertura, visibile dalle grandi aperture che permetteva il ricovero delle messi, appoggiata sui pilastri in sasso, con struttura a orditura lignea, costituita da travi, travetti, cantinelle e coppi.

Per la riqualificazione di questo luogo e per la sopravvivenza del Complesso Storico è necessario intervenire non solo nella Chiesa, ma anche sulle Pertinenze, poichè la salvaguardia di un bene non può escludere l’altro. Inoltre, di notevole rilievo paesaggistico è anche l'ubicazione, di cui il complesso ne è parte integrante e consolidata da secoli. La sua salvaguardia, infatti, è anche la salvaguardia e la tutela del paesaggio stesso.Si rende necessario il tempestivo intervento di risanamento, in modo da restituire la funzionalità del complesso storico, quale centro di aggregazione e di riferimento di queste valli, al fine di non perderne la memoria storica. La vitalità di questo complesso parrocchiale si evince, anche, dalla richiesta di spazi per lo svolgimento di percorsi mirati alla spiritualità, quali ritiri di gruppi, alla promozione sociale della persona umana e al miglioramento della qualità della vita, quali momenti aggregativi e formativi di giovani, anziani e famiglie. Sono inoltre scaturite richieste e nuovi dinamismi collettivi, mirati all’organizzazione di attività didattiche e culturali.

La ristrutturazione di questa antica Pieve acquista, anche, un valore simbolico, favorendo l’aggregazione tra le persone che qui trovano un punto di riferimento e una forza collettiva. Importante in questo momento di crisi, non solo economica ma anche dei valori umani, la

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risposta ad una sempre maggiore richiesta di condivisione e mutualità, di sostentamento, anche spirituale, al fine della ricerca dell’armonia e della bellezza interiore. Calati in questo luogo, dove la bellezza della natura ci circonda e l’armonia delle opere dell’uomo ci accolgono, non possiamo che trarre nuovo vigore e rinnovamento.

Attualmente è amministratore del complesso storico il Parroco Rev.do Don Pietro Cesena.

Architetto Marcella Fariselli

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PERIMETRAZIONE DI VINCOLO

ESTRATTO CATASTALE

Scala 1:2.000

FG 30 mapp. B (Chiesa), 45, 46

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PERIMETRAZIONE DI VINCOLO

ESTRATTO CATASTALE

Scala 1:2.000

FG 30 mapp. B (Chiesa), 45, 46

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S t ra d a C o m u n a l e V e rd e t o

CHIESA

PIANTA PIANI TERRA

scala 1:200

N

PORTICO

EX STALLA

H = 2,50 m

S = 26,50 mqS = 67,00 mq

H = 2,25 m

scal

a di

acc

esso

al p

iano

inte

rrat

o

+0.00

-0.58H=2.55

H=2.86

Hmed=2.36

Hmax=3.78

Hmin laterale=3.50

SACRESTIA

CAMPANILE

ALTARE

H=2.80

H = 2,52 mH = 3,03 m

H=3.66

H = 2,40 m

CAPPELLA

PERIMETRAZIONE DI VINCOLO

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H 1,91 m

H imposta capriata 3,10 m

H=2.64

H=2.70

H=3.04

H=2.97

H=3.18

H=3.27

Hma x=2. 91

Hmi n=2. 14

Hmax=2. 14

PORTICO

PORTICO

Hcolmo = 4,75 m

S =70.25 mq

H=2.29

H=3.46

H=3.10

H=2.62

H=1.84

H m e d = 2 . 2 5

H = 1 . 9 7

H s o t t o c o l m o = 2 . 8 7

H m a x = 3 . 1 5

PIANTA PIANO PRIMO

scala 1:200

N

PIANTA PIANO SECONDO

scala 1:200

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COMUNE DI AGAZZANO - PIACENZA- Località VERDETO

COMPLESSO STORICO CHIESA PARROCCHIALE DI

SAN TOMMASO APOSTOLO E PERTINENZE

DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

VISTA ZENITALE

Il Complesso Storico sorge sulle prime colline della Val Luretta nel Comune di Agazzano in località

Verdeto, nome di origine romana: Caius Verres Verredetum, tra boschi e vigneti, in uno scenario

altamente suggestivo, dominante la sottostante pianura: “.... spaziando sul corso del Po da San

Colombano a Cremona ....” (Vittorio Renzi dal quotidiano Libertà del 14-12-1983).

Page 12: Antica Pieve di Verdeto di Agazzano

Scorcio dello scenario in cui è calato il

Complesso Storico della Chiesa Parrocchiale di San Tommaso Apostolo.

La Chiesa di San Tommaso Apostolo

Page 13: Antica Pieve di Verdeto di Agazzano

VISTE INTERNE DELLA CHIESA

L’altare Maggiore in marmi policromi e la balaustra in marmo nero del Belgio

Page 14: Antica Pieve di Verdeto di Agazzano

Il Fonte Battesimale

La Sacrestia

Page 15: Antica Pieve di Verdeto di Agazzano

CAPPELLINA DELLA MADONNA

DELLE SETTE SPADE

Fronte Ovest

Vista interna

Page 16: Antica Pieve di Verdeto di Agazzano

VISTA ESTERNA LATO OVEST

VISTA ESTERNA LATO SUD

Page 17: Antica Pieve di Verdeto di Agazzano

LATO SUD

Ingresso alla piazzetta dove si affacciano

il fienile, la torre campanaria, i corpi di

fabbrica destinati ad abitazione, un

tempo utilizzati dai conduttori del fondo

agricolo a sostentamento del complesso

ecclesiastico.

VISTA DELLA PIAZZETTA INTERNA

La Torre Campanaria

sopraelevata agli inizi del 1900.

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VISTA DELLA PIAZZETTA INTERNA

Le abitazioni e il fienile

Interno di un’abitazione

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LA SALA POLIVALENTE-TEATRINO PARROCCHIALE

Oggetto di intervento di restauro

per il crollo del tetto

Vista lato sud

Vista del crollo del tetto

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FASI DELL’INTERVENTO DI RESTAURO IN CORSO

Page 21: Antica Pieve di Verdeto di Agazzano

VISTA ESTERNA LATO EST

VISTA ESTERNA LATO EST

La seconda piazzetta dove si affacciano l’antica canonica e i fabbricati più recenti

Page 22: Antica Pieve di Verdeto di Agazzano

La seconda piazzetta in uno dei momenti conviviali della Parrocchia

VISTE INTERNE DELL’ANTICA CANONICA

La cucina

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Il locale lavaggio

L’ingresso all’antica canonica e alla chiesa

Page 24: Antica Pieve di Verdeto di Agazzano

Una stanza al piano primo

VISTA ESTERNA DELLA CHIESA E DELL’ANTICA CANONICA LATO NORD

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L’ANTICA PIEVE DI VERDETO

HA VOGLIA DI TORNARE A VIVERE

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S t ra d a C o m u n a l e V e rd e t o

CHIESA

PIANTA PIANI TERRA

scala 1:200

N

PORTICO

EX STALLA

H = 2,50 m

S = 26,50 mqS = 67,00 mq

H = 2,25 m

scal

a di

acc

esso

al p

iano

inte

rrat

o

+0.00

-0.58H=2.55

H=2.86

Hmed=2.36

Hmax=3.78

Hmin laterale=3.50

SACRESTIA

CAMPANILE

ALTARE

H=2.80

H = 2,52 mH = 3,03 m

H=3.66

H = 2,40 m

CAPPELLA

PERIMETRAZIONE DI VINCOLO

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H 1,91 m

H imposta capriata 3,10 m

H=2.64

H=2.70

H=3.04

H=2.97

H=3.18

H=3.27

Hma x=2. 91

Hmi n=2. 14

Hmax=2. 14

PORTICO

PORTICO

Hcolmo = 4,75 m

S =70.25 mq

H=2.29

H=3.46

H=3.10

H=2.62

H=1.84

H m e d = 2 . 2 5

H = 1 . 9 7

H s o t t o c o l m o = 2 . 8 7

H m a x = 3 . 1 5

PIANTA PIANO PRIMO

scala 1:200

N

PIANTA PIANO SECONDO

scala 1:200

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1

FEBBRAIO 2011

COMUNE DI AGAZZANO

PIEVE DI VERDETO

OSSARVAZIONI SUGLI INTONACI DIPINTI PRESENTI SULLE MURATURE INTERNE DEL

TEATRINO

1

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Maleo –LO- 21/02/2011

Spett.le Arch. Marcella Fariselli

Oggetto: osservazioni sugli intonaci presenti nel teatrino della Pieve di Verdeto RingraziandoLa per avermi interpellato, presento la relazione finale in merito ai risultati ottenuti dopo il soppraluogo

cordiali saluti

Davide Parazzi

Page 31: Antica Pieve di Verdeto di Agazzano

OSSERVAZIONI DESUNTE DAL SOPPRALUOGO

INTONACI L’intonaco presente su tutte le superfici, è l’unico presente sulla cortina muraria composta da pietre del luogo. Questo è composto da due stesure: la prima con spessore irregolare di circa due centimetri e la seconda più fine come composizione minerale. Si tratta, visivamente, per caratteristiche materiche, ottiche e conservative di intonaco a base cementizia con pochissime tracce di calce ( osservabili nell’impasto sottoforma di granelli non completamente disciolti).

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La stessa composizione la ritroviamo all’interno degli interstizi della cortina muraria delle pareti laterali della struttura. Inoltre la presenza del cemento è confermata anche dall’evidente impronta delle cosiddette cavillature cementizie con presenza di sali in superficie, specialmente nella parte inferiore di zoccolatura.

Anche la tipologia di degrado, osservabile dai distacchi e dalle spaccature dell’impasto sono segno tangibile di malta a base cementizia e dovute all’impermeabilità dell’intonaco nei confronti dell’umidità ambientale.

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PITTURAZIONI e DECORAZIONI

Per quanto riguarda le pitturazioni presenti sulle pareti laterali e su quella di fondo di scenografia, sono state stese a pennello compatibilmente con i segni e le tracce lasciate osservabili in luce radente..

Anche in questo caso sono segno evidente di realizzazione circoscrivibile alla seconda metà del secolo scorso ( anni ‘50/’60) in quanto non si tratta di pittura pura a calce ma di materiale di composizione probabilmente mista e non completamente naturale e con un contenuto in percentuale di prodotto plastico resinoso osservabile dalla compattezza e arricciatura della pellicola di colore in più punti

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SOFFITTO

Infine, un elemento importante per la datazione del manufatto, il soffitto presente ancora nella zona del palchetto: in tavelloni forati di cotto e putrelle metalliche in ferro. Questa tipologia di realizzazione è compatibile con l’ipotesi di datazione fatta e cioè nei primi decenni dell’ultima Guerra.

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NOTE FINALI

E’ stato quindi possibile constatare che:

- non sono presenti strati antichi preesistenti al di sotto degli intonaci attuali. - le pareti laterali sono realizzate con pietre del luogo e con malta di allettamento a base

cementizia.

- Il soffitto è realizzato con tavellonio forati di cotto e putrelle di ferro

- l’intonaco presente, con duplice stesura è composto da cemento e in minima percentuale di calce idrata.

- Le pitturazioni attualmente presenti sono state realizzate a pennello e con colori a

composizione mista e di origine industriale. In fede

Davide Parazzi

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