La gestione della Crisi delle Società In-house · 2014-11-26 · 2 S.A.F.- SCUOLA DI ALTA...
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S.A.F. SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE LUIGI MARTINO
La gestione della Crisi delle Società In-house
Ciro D‘Aries
29 settembre 2014 - Sala Convegni – Corso Europa Milano
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La fallibilità delle Società In-house - Premesse
Di seguito si procederà ad illustrare una serie di verifiche propedeutiche ad analizzare le diverse
tipologie di società pubbliche e le possibili evoluzioni alla luce della giurisprudenza sulla
fallibilità delle stesse e dei provvedimenti legisltativi che saranno approvati in attuazione
della relazione Cottarellli
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… In Primis
LA VISIONE AZIENDALE CHE LEGITTIMA UNA
PARTECIPAZIONE PUBBLICA
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1^VERIFICA: Concorrenza - Mercato
Alla Scadenza dell’Affidamento
Al Rinnovo dell’Affidamento
Per obbligo di legge (?)
Questions
A. Cosa può offrire il mercato?
B. Quale livello quanti – qualitativo sul Mercato?
C. Cosa può l’attuale gestione del «Gruppo Comunale» offrire alla Utenza tale da rendere il servizio «Esclusivo»?
D. In cosa è «Fallimentare» il mercato?
E. L’attuale gestione In-House o in economia è strettamente necessaria al perseguimento di finalità istituzionali?
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1^VERIFICA: Concorrenza - Mercato
La precedente riforma imponeva una Delibera ricognitiva delle partecipate comunali
Analisi riguardante le Partecipate e le modalità di gestione dei servizi pubblici che deve essere riscontrata in una relazione tecnica, economica, finanziaria e
gestionale in osservanza dell’art. 97 della Costituzione
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… In Previsione
LA RELAZIONE «COTTARELLI»
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Il Piano Cottarelli – Previsioni da tradurre in Legge
• FINALITÀ = Ridurre il peso finanziario e le distorsioni di mercato
• Incentivi alle Aggregazioni e alla Quotazione in Borsa
• Micro-Società (con meno di 6 dipendenti e fatturato inferiore a € 100.000), con attività fuori da «Mission Istituzionali» e Società in Perdita da «chiudere»
• Privatizzazione Farmacie Comunali
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… per non dimenticare
CIÒ CHE LA LEGGE PREVEDE GIÀ
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Normativa Preesistente al Piano Cottarelli
• Art. 3 co. 27 L. n. 244/2007 = «Stretta Necessità per conseguimento Finalità Istituzionali» oppure per lo svolgimento di S.I.G.
• Art. 25 D.L. n. 1/2012 = « Ambiti Territoriali Ottimali», comunque non inferiori alle dimensioni Provinciali
• Art. 1 co. 553 L. 147/2013 = Prezzi di mercato per i Servizi Strumentali e Parametri Standard dei Costi e dei Rendimenti per SPL
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Normativa Preesistente al Piano Cottarelli
• Art. 13 D.L. n. 223/2006 = «Oggetto Esclusivo delle Società Strumentali e divieto di Partecipazioni in altre Società»
• Quindi … «separazione obbligatoria dei Servizi Strumentali dai Servizi Pubblici Locali»
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L’Inquadramento Normativo e Giurisprudenziale
LA TIPOLOGIA DEI SERVIZI
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Servizi Pubblici Locali e Servizi Strumentali
Per servizi pubblici locali si intendono quelli che hanno per
oggetto la produzione di beni ed attività rivolte a realizzare fini sociali e a promuovere lo sviluppo economico e civile delle comunità locali
La Rilevanza Economica attiene innanzitutto alle modalità di erogazione del servizio, alle modalità organizzative e non tanto al risultato economico ritraibili da esso; e quale tratto necessario è quello dell’appetibilità del Mercato al suo svolgimento
Per Servizio Strumentale (SS) si intende quel servizio diretto all’Ente Locale – senza contatti con l’utenza – funzionale allo svolgimento di un servizio istituzionale o pubblico locale la cui titolarità spetta all’Ente
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Milano, 10 maggio 2012 C. D’Aries
Elenco servizi tratto dal PEG – 1^ parte
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Milano, 10 maggio 2012 C. D’Aries
Elenco servizi tratto dal PEG – 2^ parte
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Milano, 10 maggio 2012 C. D’Aries
Elenco servizi esternalizzati
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1. SPL A RILEVANZA ECONOMICA
O MENO
Dubbi Amletici (da dirimere)
Milano, 10 maggio 2012 C. D’Aries
DELICATA E PROPEDEUTICA ISTRUTTORIA DELL’ENTE E ADOZIONE CONSEGUENTE DI APPOSITA DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE
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Milano, 10 maggio 2012 C. D’Aries
CORTE COSTITUZIONALE – SENTENZA N. 272/2004
DISTINZIONE TRA SPL A RILEVANZA ECONOMICA E PRIVI DI RILEVANZA ECONOMICA
A questo proposito, la Commissione Europea, nel «Libro Verde sui servizi di interesse generale» (COM-2003-270) del 21.05.2003, ha affermato che le norme sulla concorrenza si applicano soltanto alle attività economiche, dopo aver precisato che la distinzione tra attività economiche e non economiche ha carattere dinamico ed evolutivo, cosicchè non sarebbe possibile fissare a priori un elenco definitivo dei servizi di interesse generale di natura «non economica». Secondo la costante giurisprudenza comunitaria spetta infatti al giudice nazionale valutare circostanze e condizioni in cui il servizio viene prestato, tenendo conto, in particolare, dell’assenza di uno scopo precipuamente lucrativo, della mancata assunzione dei rischi …..
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Il Controllo «Analogo»
I REQUISITI DEL CSD. «CONTROLLO ANALOGO »
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La VERIFICA del CONTROLLO ANALOGO
Ambiti di Indagine del
Controllo Analogo
o D.U.P. Ente Locale
o P.E.G. Ente Locale
o Statuto della Società
o Patti Parasociali
o Regolamenti (CdG, Controllo Analogo, ecc.)
o Modalità effettive del Controllo (Budget, Report, Assemblee)
o Codice di comportamento
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Statuti
Patti parasociali
Contratti di servizio
Budget e RPA
Consiglieri di nomina pubblica
Strumenti di corporate governance
Strumenti per il
controllo antecedente
Report infrannuali sulla gestione per la verifica
Qualità del servizio
Economicità della gestione
Rispetto dei vincoli negoziali
Raggiungimento obiettivi programmati
Collegio sindacale
Società di revisione (eventuale)
Collegio dei revisori dell’ente
Consiglio di sorveglianza
Comitato per il controllo di gestione
Strumenti per il
controllo concomitante
Strumenti per il
controllo successivo Report annuali sulla gestione
Bilanci di esercizio
Valutazioni di azienda per il monitoraggio del valore
delle partecipate
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La VERIFICA del CONTROLLO ANALOGO
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Processo di trasmissione e negoziazione degli obiettivi
Il Consiglio dell’Ente è deputato, oltre che a deliberare (Art. 42 T.U.E.L.) in materia di: assunzione diretta dei servizi; costituzione di istituzioni ed aziende speciali; concessione di pubblici servizi; partecipazione dell’ente locale a società di capitali; all’approvazione degli atti in cui è riportata la pianificazione e la programmazione dell’ente
locale, tra cui: – Il Documento Unico di Programmazione; – il Bilancio Pluriennale; – il Bilancio Annuale; – il Programma Triennale ed elenco annuale dei Lavori Pubblici;
definizione degli indirizzi da osservare da parte delle aziende pubbliche e degli enti dipendenti, sovvenzionati o sottoposti a vigilanza;
definizione degli indirizzi per la nomina e la designazione di rappresentanti del comune presso enti, aziende ed istituzioni, nonché nomina dei rappresentanti del consiglio presso enti, aziende ed istituzioni ad esso espressamente riservata dalla legge.
Siamo di fronte ad una vera e propria azione di pianificazione-programmazione che deve spingere l’ente a formulare obiettivi di natura strategica, sia con riferimento ai servizi direttamente gestiti sia con riferimento ai servizi che sono stati esternalizzati e che vengono erogati dalle aziende e dalle società partecipate.
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Processo di trasmissione e negoziazione degli obiettivi
Il Consiglio Comunale procede, quindi, ad elaborare gli obiettivi sulla base dei seguenti elementi:
gli obiettivi dell’Amministrazione;
i bisogni espressi dalla Comunità;
le risorse disponibili;
i risultati in termini quantitativi, qualitativi, economici e finanziari, raggiunti dalle società negli anni precedenti e nell’anno corso, sulla base dei quali vengono elaborati gli obiettivi per i periodi successivi.
Il Consiglio Comunale si avvale in questa fase del supporto della struttura interna comunale, identificata nell’Ufficio Partecipate e/o la Holding, la quale funge anche come strumento di comunicazione e trasmissione delle informazioni tra l’organo amministrativo e il management delle società partecipate.
Il management, accoglie e analizza gli obiettivi assegnati dall’Amministrazione Comunale e procede all’elaborazione del Budget e della Relazione Previsionale Aziendale.
Da un punto di vista temporale, queste prime due fasi dovrebbero coincidere con la fase di predisposizione del Bilancio di Previsione da parte dell’Ente Locale.
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Processo di trasmissione e negoziazione degli obiettivi
Fase 1 e 2 – Definizione obiettivi ed elaborazione del budget e della Rpa
Holding e/o
Giunta Comunale
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Holding e/o
Processo di trasmissione e negoziazione degli obiettivi
Fase 3 - Negoziazione
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Processo di trasmissione e negoziazione degli obiettivi
Fase 4 e 5 - Approvazione del budget e della Rpa
Giunta Comunale
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Esempio di articolazione in RPP del Programma Partecipate
Progetti
negoziati e
recepiti dalle
Società
Partecipate
tramite la RPA
ed il Budget
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Messa in Liquidazione delle Società Pubbliche
LE RAGIONI E LE PROSPETTIVE
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Le Ragioni della «Messa in Liquidazione»
• Difficoltà finanziarie
• Eccessivo Personale
• Cessata strumentalità ai fini della elusione delle norme di finanza pubblica
• Impossibilità degli Enti di rispettare i Contratti di Servizio in termini finanziari
• Difficoltà di gestire i rapporti con le Partecipate da parte degli Enti Soci
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Prospettive della Liquidazione delle Società Pubbliche
• Cessione di Rami d’Azienda tramite Gara
• Individuazione del Corrispettivo in relazione al «normale rendimento del Servizio», evitando il trasferimento di «diseconomie» gestionali atipiche e mantenute dall’Ente Socio
• Trasferimento di Personale «necessario» allo svolgimento del Servizio
• Premialità per assunzione di altro Personale
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Personale: Previsione dal Piano Cottarelli
• Mobilità = Legge n. 147/2013 Art. 1 co. 653-658 e DL n. 90/2014 art. 5 co. 2 (ricollocazione con qualifica professionale inferiore)
• Reinternalizzazione da parte degli Enti Soci
• Assorbimento nel Settore Privato anche attraverso il Contratto di Ri-collocazione