L'impatto economico delle società in house per l'innovazione tecnologica delle regioni italiane

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Continuando la serie di studi ed indagini finalizzati all’analisi dello scenario in cui si attua la società dell’informazione, Assinter offre, nelle pagine a seguire, una riflessione di matrice economica, realizzata dal Dipartimento Di Economia e Diritto dell’Università La Sapienza di Roma. L’indagine focalizza le principali linee caratterizzanti il “mondo” delle società ICT in house regionali e gli effetti sistemici derivanti dalla loro presenza sui territori.

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Il PresidenteAlberto Daprà

Continuando la serie di studi ed indagini finalizzati all’analisi dello scenario in cui si attua la società dell’informazione, Assinteroffre, nelle pagine a seguire, una riflessione di matrice economica, realizzata dal Dipartimento Di Economia e Dirittodell’Università La Sapienza di Roma. L’indagine focalizza le principali linee caratterizzanti il “mondo” delle società ICT in houseregionali e gli effetti sistemici derivanti dalla loro presenza sui territori.La ricerca verrà, non a caso, presentata nell’ambito dell’edizione 2011 del Festival dell’Economia di Trento, dedicato a “I Confinidella libertà economica”. In questa occasione infatti i tanti protagonisti della scena economica, politica ed istituzionale sonochiamati a dibattere sul ridisegno de “i confini tra iniziativa privata e politiche pubbliche, tra ruolo dello Stato in economia ecoinvolgimento del terzo settore” a valle della grande recessione del 2008.Il 2008, del resto, rappresenta un momento cruciale per le società ICT in house, non solo per gli impatti della crisi, ma ancheper gli importanti cambiamenti normativi che le hanno riguardate in via diretta. Le modifiche del quadro legislativo hanno datoil via, assieme a tutti gli altri elementi di contesto di natura economica, ad un ripensamento profondo del ruolo e della stessamission delle società ICT pubbliche regionali.I processi evolutivi dell’ultimo triennio hanno portato le società ICT in house regionali a incardinarsi sempre più come soggettioperanti sul lato della “domanda” pubblica di innovazione, rafforzando le loro capacità di coordinamento e cooperazione conle imprese e la società civile al fine di favorire l’incremento della competitività territoriale. I dati della ricerca mettono in evidenza come esista una correlazione tra i diversi contesti socioeconomici e i vari modelliorganizzativi adottati dalle società ICT in house. A fronte di tale varietà, tuttavia, emergono alcuni tratti comuni a tutte leesperienze regionali. Si tratta, in particolare, della capacità delle società in house di favorire il coordinamento con gli altri attoripubblici e di migliorarne la performance a vantaggio del sistema economicoterritoriale di riferimento.Le funzioni economiche e sociali svolte dalle società in house attribuiscono loro in maniera sempre più forte il ruolo di “cerniera”tra la domanda pubblica di innovazione e le potenzialità/capacità delle aziende di mercato. Le in house si propongono comestrumento di sistema: intervenendo nelle fasi attuative delle politiche regionali, lavorando per favorire e catalizzare l’innovazionedel territorio. Come detto, si tratta di un processo evolutivo. Molta strada è stata percorsa ed il quadro appare ancora in mutamento. È questa la ragione per cui le riflessioni qui sintetizzate,così come gli esiti dell’analisi economica proposta, devono essere lette come tracce per l’avvio di una riflessione; linee di tendenzada studiare e da dibattere per meglio interpretare i fenomeni e mettere a punto strategie e percorsi correttivi o alternativi, inuna logica di governo dei fenomeni sempre più aperta e partecipata.

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SI RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE IL CISISCentro Interregionale per i sistemi InformaticiGeografici e Statisticiwww.cisis.it

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SOMMARIOINTRODUZIONE PAG. 7LE SOCIETÀ ICT INHOUSE: DATI E CARATTERISTICHE PAG. 8DATI E CARATTERISTICHE DI BASE PAG. 8LE SOCIETÀ ATTIVE PAG. 8LE COMPAGINI SOCIETARIE PAG. 9L’ANDAMENTO DEL FATTURATO PAG. 10GLI ADDETTI E IL COSTO DEL PERSONALE PAG. 11IL CAPITALE UMANO UTILIZZATO PAG. 13IL PIANO INDUSTRIALE E L’INTERNAZIONALIZZAZIONE PAG. 13LE FUNZIONI, I SETTORI E LE PROFESSIONALITÀ PAG. 15CARATTERISTICHE STRUTTURALI E TIPOLOGIE DELLE SOCIETÀ IH PAG. 17IL COORDINAMENTO TRA GLI ATTORI PUBBLICI E IL RUOLO DELLE SOCIETÀ IH PAG. 19IL COORDINAMENTO NELLA VALUTAZIONE DELLE SOCIETÀ IH PAG. 19UNA STIMA DEGLI EFFETTI DEL COORDINAMENTO E DEL RUOLO DELLE SOCIETÀ IH PAG. 21LE MODALITÀ DEL COORDINAMENTO E IL RUOLO DELLE SOCIETÀ IH PAG. 22LO SCHEMA DI RIFERIMENTO E GLI INDICATORI PAG. 23I RISULTATI DELLA NOSTRA ANALISI PAG. 27L’EVOLUZIONE DEL SETTORE IT E IL RUOLO DELLE SOCIETÀ IH A LIVELLO LOCALE PAG. 29L’EVOLUZIONE DEL SETTORE IT IN EUROPA E IN ITALIA PAG. 29L’IMPATTO DELLE SOCIETÀ IH SUL SETTORE LOCALE IT PAG. 32CONCLUSIONI PAG. 37ELENCO FIGURE PAG. 38ELENCO TABELLE PAG. 39

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INTRODUZIONEScopo della ricerca1 è contribuire a una migliore conoscenza, sotto il profilo economico, delle attività svolte e dei risultaticonseguiti dalle società in house (IH) regionali IT. Per raggiungere tale scopo si utilizzano oltre alle informazioni desumibili davarie fonti ufficiali2 , i risultati emersi da un questionario somministrato alle società IH regionali IT associate ad Assinter nelperiodo giugnosettembre 2010. Queste informazioni vengono elaborate con varie tecniche di analisi statistica ed econometrica.In questo modo si delinea, in primo luogo, un quadro aggiornato della situazione delle società IH e si valuta il loro grado diomogeneità in base ad alcune caratteristiche strutturali. Inoltre, e soprattutto, si affrontano i seguenti quesiti:

A ) In che misura e in che termini le società IH contribuiscono al coordinamento dei vari attori pubblici e privati che operanonel settore IT a livello regionale?

B ) Un miglior coordinamento dell'azione pubblica a livello regionale (efficacia delle "azioni di sistema") contribuisce a migliorarele "performance IT" degli EELL? Qual è il contributo delle IH in tal senso? Tutto ciò ha influenza sulla diffusione dei servizi IT neidiversi territori?

C ) Qual è il contributo delle IH alla crescita del settore IT nell’ambito dell’economia locale di riferimento?

In questo summary presentiamo gli aspetti principali del quadro delle società IH, così come è emerso dalla nostra indagine e,successivamente, le risposte ai quesiti elencati, illustrando brevemente anche la metodologia utilizzata.

1 Alla ricerca, coordinata da Maurizio Franzini, hanno contribuito: Antonio Nicita, Luigi Reggi, Chiara Assunta Ricci, Sergio Scicchitano e Dimitri Tartari. 2 In particolare, rispetto ai vari problemi affrontati, sono stati utilizzati dati contenuti nell’ultimo Rapporto CISIS, dati provenienti da Eurostat e dall'ArchivioStatistico sulle Imprese Attive (ASIA).

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LE SOCIETÀ ICT INHOUSE: DATI E CARATTERISTICHEDATI E CARATTERISTICHE DI BASE

LE SOCIETÀ ATTIVELe Aziende pubbliche controllate da Regioni e Province Autonome che operano nel settore dell’informatica sono sedici. Lostatuto di Assinter definisce le società IH “aziende a partecipazione regionale e/o statale a capitale interamente pubblico, operantinel Settore dell’informatica per la pubblica amministrazione secondo il modello in house providing nell’ambito della ricerca e/olo sviluppo di tecnologie, di servizi e soluzioni, la produzione e/o l’integrazione di beni e servizi, l’innovazione organizzativa e/ocommerciale e/o distributiva, la consulenza e la formazione, i contenuti”.Nella tabella 1.1 riportiamo per ciascuna Regione e Provincia Autonoma le società ICT IH corrispondenti, rappresentate anchenella cartina della figura 1.1.

PIEMONTE CSI Piemonte

LIGURIA Datasiel SpA

VALLE D’AOSTA INVA SpA

LOMBARDIA Lombardia Informatica SpA

PROV. AUT. BOLZANO Informatica Alto Adige SpA

PROV. AUT. TRENTO Informatica Trentina SpA

FRIULI VENEZIA GIULIA Insiel SpA

EMILIA ROMAGNA Lepida SpA CUP 2000 SpA

UMBRIA Webred SpA

LAZIO LAit SpA

SICILIA Sicilia eServizi SpA

SARDEGNA Sardegna IT Srl

PUGLIA InnovaPuglia SpA

MOLISE Molise Dati SpA

ABRUZZO Abruzzo Engineering SCpA (posta in liquidazione il 02/12/2010)

Figura 1.1 Le società ICT IH nelle Regioni e Province AutonomeTabella 1.1 Regioni che dispongono di una (o più) Società ICT IH

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La tabella 1.2 documenta quanto differenziata sia la storia delle società IH. Qualcuna è nata già negli anni ’70 mentrequalcun'altra è di recentissima creazione. Questa diversa “anzianità” incide, naturalmente, su diverse variabili e, in particolare,sulle dimensioni che, a loro volta, non sono prive di effetti sulle strategie adottate.

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ANNO COSTITUZIONE IH 2007 1977 1996 1988 1992 1983 2008 1974 1988 2011 2007 1981 2006 1973 2005

ANNO INIZIO OFFERTA SERVIZI EELL 2007 1977 1996 1988 1993 1984 1974 1989 2003 2007 1982 2007 1973 2006

LE COMPAGINI SOCIETARIEL’analisi delle compagini societarie presenta diversi motivi di interesse. In particolare, essa mette in luce come le società IH,nonostante la loro “natura” comune, siano nate e si siano strutturate seguendo percorsi indipendenti, legati alle esigenzeterritoriali ed alle scelte delle proprie Amministrazioni di riferimento.Il numero dei soci è, infatti, molto variabile (da un minimodi 1 ad un massimo di 81) e nonostante la Regione o la Provincia Autonoma siano il socio prevalente nella maggior parte deicasi, un ruolo significativo è talvolta rivestito anche da Ausl e altri soci (tabella 1.3).

SOCIETÀ N° SOCI QUOTA SOCIO DI MAGGIORANZA SOCIO DI MAGGIORANZA

ABRUZZO ENGINEERING 3 60 Regione

CSI PIEMONTE 75 31 Altri

CUP2000 20 55 AUSL

DATASIEL 1 100 Regione

INFORMATICA ALTO ADIGE 3 65 Provincia Autonoma

INFORMATICA TRENTINA 81 51 Provincia Autonoma

INNOVAPUGLIA 1 100 Regione

INSIEL 1 100 Regione

INVA 3 75 Regione

LAIT 1 99 Regione

LEPIDA 58 99,68 Regione

LOMBARDIA INFORMATICA 1 100 Regione

SARDEGNAIT 1 100 Regione

WEBRED 11 84 Regione

SICILIA ESERVIZI ND 51 Regione

Tabella 1.3. Compagine societaria (2009)

Tabella 1.2 L’età delle IH

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L’ANDAMENTO DEL FATTURATO

L’andamento del fatturato3 nel periodo 20052009 è rappresentato nella figura 1.3: essorisulta essere piuttosto omogeneo e in lievecrescita per le società che hanno un fatturatoannuo dell’ordine di 50 milioni di Euro. Il fatturato medio relativo all’anno 2009 èpari 64,8 milioni.

Figura 1.2 assetto proprietario dell’inhouse 2009

Figura 13 Andamento fatturato 20052009(migliaia di euro)

3 I dati di bilancio relativi ad Innova Puglia si riferiscono all’esercizio 01/07/2008 30/06/2009

La figura 1.2 riporta graficamente l’assettoproprietario delle società IH.

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La figura 1.4 riporta l’incremento percentuale del fatturato delle IH da un anno all’altro nel periodo di tempo considerato.

In alcuni casi sono presenti fortioscillazioni, ma il pattern prevalente èquello di una variabilità contenuta che,in un paio di casi, si manifesta attorno avalori negativi.La figura 1.5 riporta il valore dell’utileante imposte in migliaia di Euro perl’anno 2009. Come si vede siamo difronte a oscillazioni piuttosto marcate.

Figura 1.5 Utile ante imposte 2009 (migliaia di Euro)4

Figura 1.4 Incremento % fatturato aggregato 20062009 rispetto all’anno precedente

4 I dati di Abruzzo Engineering, Datasiel e Inva non sono disponibili.

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GLI ADDETTI E IL COSTO DEL PERSONALELa dimensione in termini di addetti negli anni dal 2005 al 2009 è rappresentata in dettaglio nella figura 1.6. Il numero di personeimpiegate è generalmente cresciuto, ma senza dare luogo a significative variazioni. Inoltre, si conferma l’ampia variabilità di

dimensione tra le società IH. Ilnumero di addetti medio perl’anno 2009 è pari a 326.

Il costo medio del personale si colloca, nella grande maggioranza dei casi, tra i 45 e 50.000 euro annui per unità lavorativa(Fig. 1.7). La variabilità resta, tuttavia, piuttosto pronunciata, con scostamenti anche significativi dalla media, probabilmente

dovuti anche a recenti fenomeni diriorganizzazione aziendale.

Figura 1.6 Numero di addetti 20052009

Figura 1.7. Costo medio del personale 2009(migliaia di euro)

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IL CAPITALE UMANO UTILIZZATOLa figura 1.8 presenta i dati, per il 2009, relativiagli addetti, distinti in base ai titoli di studioconseguiti. La percentuale di laureati è elevata in quasitutte le società. La quota di laureati triennali trai dipendenti è molto elevata soprattutto pressoSardegna IT, la cui recente costituzione hasenz’altro favorito l’ingresso di giovani chehanno conseguito la laurea di primo livello,introdotta a partire dal 2000/2001.

IL PIANO INDUSTRIALE E L’INTERNAZIONALIZZAZIONENella definizione del questionario sono stati individuati, normalizzando le linee di azione del Piano eGov2012 del Governo, 11settori e 9 funzioni. E’ facile notare che lo spettro d’azione delle società IH interessa molte delle dimensioni prioritarie definite

nella programmazione nazionale. La figura 1.9considera i settori che le società IH coprono nel pianoindustriale: i settori maggiormente presenti nellaprogrammazione pluriennale sono quelli delleinfrastrutture, delle attività produttive e della salutea cui si interessano più dell’80% dei piani industrialiapprovati. In un solo caso, quello della giustizia, laquota di società IH presenti nei vari settori è inferioreal 50%. Molto spesso essa è decisamente più elevata.Solo una società IH delle tre che hanno indicatoulteriori settori di intervento ha specificato quali siano(agricoltura, formazione professionale, risorse umaneed enti locali).

Figura 1.9. Piano industriale: settori interessati

Figura1.8. Composizione del personale 2009

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Per quanto riguarda le funzioni (figura 1.10) quella maggiormente diffusa risulta essere la sicurezza dei sistemi informativie delle reti, che costituisce oggetto di attività di tutte le società che hanno previsto un piano industriale. Tutte le funzioni

risultano, però, sufficientemente considerate, dalmomento che anche quella meno coperta – iltrasferimento del know how ai cittadini – è oggettodi programmazione in oltre il 40% dei piani industriali.

Nella tabella 1.4 riportiamo alcune percentuali che riassumono l’attività dell’IH sul mercato estero. Nel 2009 il numero di società che ha operato a livello internazionale è stato piuttosto limitato ma rappresenta comunque unabuona percentuale rispetto al totale (pari al 27%). Tale dato è, però, destinato a crescere poiché oltre il 45% delle società chenon hanno ancora avviato progetti all’estero ha intenzione di farlo nei prossimi anni.

IH CON ESPERIENZA ALL’ESTERO 27%

• all’interno di progetti UE % 75%

IH SENZA ESPERIENZA SUL MERCATO ESTERO 73%

• hanno intenzione di avviare progetti all’estero 45,5%

Chi ha operato all’interno di progetti internazionali lo ha fatto in maniera prevalente nell’ambito dell’Unione Europea, trasferendoin particolare know how relativo all’innovazione. Infatti, questa risulta essere la funzione maggiormente svolta.

È interessante notare come i settori di intervento riguardino aree nelle quali è limitata l’attività a livello nazionale, come lagiustizia, i giovani e il sociale. Questo sembra essere prova del fatto che le esperienze internazionali favoriscono ladiversificazione rispetto alle attività tradizionalmente svolte.

Tabella1.4. Internazionalizzazione

Figura 1.10 Piano industriale: funzioni interessate

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LE FUNZIONI, I SETTORI E LE PROFESSIONALITÀ Esaminiamo ora quali sono i settori e le funzioni che interessano maggiormente (in termini di prodotti e servizi offerti) le societàIH a prescindere dalla programmazione pluriennale, eventualmente anche discostandosi da quanto previsto dal piano industriale,

che generalmente è coerente con la programmazioneregionale. Per quanto riguarda i settori (figura 1.11)quello sanitario risulta essere il più sviluppato (circa87%), mentre numerosi altri presentano percentuali dicopertura comprese tra il 67 e l’80%. Il valore più basso,come è già emerso nell’analisi dei piani industriali,riguarda la giustizia.

Per quello che riguarda le funzioni, la gran parte diesse viene svolta da oltre il 60% delle società (figura1.12): le più importanti risultano essere la sicurezzadei sistemi informativi, il dialogo tra cittadini e PA,la dematerializzazione e le anagrafi svolte da oltrel’80% delle società.

Con il questionario si è cercato anche di stabilire quali siano le principali professionalità messe a disposizione dall'inhouse nelleattività di offerta e consulenza: esse risultano essere distribuite come rappresentato nell’istogramma della figura 1.13, da cui emergecome tutte le società si occupino di project management e nella maggior parte dei casi di progettazione e sviluppo software.

Figura 1.11 Settori attività IH

Figura 1.12 Funzioni attività IH

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I prodotti/servizi offerti dalle società IH maggiormente diffusi ed utilizzati tra gli EELL consorziati o soci risultano essere connessicon la progettazione e l’implementazione della rete telematica regionale; più in particolare per quanto riguarda i servizi diconnettività a banda larga, la gestione e il monitoraggio. Più di una società IH si occupa, inoltre, della gestione e dello sviluppodi sistemi di accesso e riconoscimento e in ambito sanitario del sistema CUP.

Con il questionario si è cercato anche di stabilire quali siano le principali professionalità messe a disposizione dall'inhousenelle attività di offerta e consulenza: esse risultano essere distribuite come rappresentato nell’istogramma della figura 1.13, da

cui emerge come tutte le società si occupino di projectmanagement e nella maggior parte dei casi diprogettazione e sviluppo software.

La figura 1.14 rappresenta il posizionamento delle società IH in base a due indici rappresentativi dell’ampiezza sia delleprofessionalità sia dei prodotti e servizi offerti dalle società (calcolati dividendo il numero di professionalità offerte e il numero

di funzioni e settori in cui opera la società IH rispetto al totale). Risulta chiaral’ampia variabilità dei casi, nonostante si abbia una concentrazione nell’areain alto a destra, caratterizzata da ampie professionalità offerte su una vastagamma di prodotti e servizi. Alcune società IH si situano, infatti, neiquadranti in basso a destra e in alto a sinistra, caratterizzandosi per unadiversa operatività: le prime agiscono su un ampio numero di settori efunzioni offrendo un basso numero di professionalità (e ciò dovrebbe esseresegno di una maggiore specializzazione), le seconde svolgono invece attivitàpiù eterogenee su un numero limitato di settori e funzioni.

Da questi risultati sembra derivare un’importante conclusione: non esiste un modello unico di società IH e ciò, probabilmente,dipende anche dal fatto che tali società sono nate in Italia in momenti storici e in contesti normativi ed economicoterritorialitra loro notevolmente differenti.E’, però, possibile chiedersi se vi sia qualche elemento di omogeneità strutturale tra le varie società IH.

Figura 1.14. Ampiezza delle professionalità e dei prodotti e servizi offerti.

Figura 1.13 Professionalità offerte

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CARATTERISTICHE STRUTTURALI E TIPOLOGIE DELLE SOCIETÀ IHPer stabilire se le società IH siano raggruppabili in diverse tipologie, abbiamo utilizzato una tecnica statistica (la cluster analysis)che consente di individuare gruppi di società che sono relativamente omogenee tra di loro e sufficientemente differenziate

rispetto alle altre. Le due principali variabili strutturali e di mission sulle qualiabbiamo basato la nostra analisi, anche per effetto della lorosignificatività nella spiegazione di più complessivi aspetti diomogeneità, sono: • gli addetti delle IH, che ne rappresentano la dimensione • numero di funzioni e di settori nei quali l'inhouse offreservizi, che ne rappresentano il "raggio di azione".Tenendo conto di queste due variabili, abbiamo dapprimaindividuato due grandi gruppi di società IH, caratterizzati dadiverso raggio di azione. Successivamente, abbiamoclassificato le società IH caratterizzate da ampio raggio diazione in due ulteriori gruppi, l’uno di grandi e l’altro dipiccole dimensioni. L’esito finale sono i tre gruppirappresentati nella fig. 1.15 che, sugli assi, mostra i valoridelle nostre due variabili strutturali nel 2009 . Si noti cheentrambe le variabili sono state normalizzate e rappresentatenell’intervallo 01. Pertanto un eventuale 0 non indica che in

valore assoluto la corrispondente variabile è 0, ma che essa assume il valore più basso tra quelli rilevati tra tutte le società IH.Ad esempio, nel caso dell’indice rappresentativo del “raggio di azione” il valore più basso è, in termini assoluti, 7. Per effettodella normalizzazione a tale valore è associato uno 0. Valori più elevati in termini assoluti sono a una distanza proporzionaledallo 0. Come si vede nel cluster 1 rientrano 4 società che hanno un ridotto raggio di azione e dimensioni piuttosto contenute,anche se con una rilevante eccezione. Per queste caratteristiche, possiamo dire si tratta di società molto “focalizzate” nelle loroattività, anche se queste ultime possono essere, nei contenuti, molto diverse tra loro. Nel cluster 2 sono comprese 5 societàcaratterizzate da dimensioni contenute ma ampio raggio di azione. Qui sembra, quindi, prevalere un approccio “sistemico” conpiccole dimensioni. Infine, le 5 società del cluster 3 si distinguono per un raggio di azione ampio e per dimensioni, in generale,piuttosto grandi. Si può, dunque, parlare di approccio “sistemico” con grandi dimensioni. Gli elementi di similarità strutturaletra le imprese appartenenti ai vari cluster sono numerosi. I principali di essi sono riportati nella tab. 1.5. Anzitutto, la data dicreazione della società sembra essere correlata cluster in cui si è inclusi. Ad esempio, il cluster 3 è composto da società natenegli anni ottanta e novanta, mentre le società comprese negli altri cluster sono state costituite in prevalenza intorno dellaseconda metà degli anni novanta. L’evoluzione della tecnologia nel corso di questi anni e, in particolare, l’affermarsi di Internetpotrebbero spiegare almeno in parte le differenze nella forma e nella struttura delle società IH. Inoltre, tra dimensioni e data

Figura 1.15 Rappresentazione grafica delle due variabili consideratenell’analisi per cluster.

CLUSTER 1RIDOTTO RAGGIO DI AZIONESOCIETÀ SETTORIALI

CLUSTER 2AMPIO RAGGIO DI AZIONEDIMENSIONI RIDOTTE

CLUSTER 3GRANDI DIMENSIONIAMPIO RAGGIO DI AZIONE

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I giudizi espressi dalle società incluse nei tre cluster sui vantaggi connessi alla presenza delle società IH stesse, forniscono altreinteressanti indicazioni. La tab. 1.6 elenca questi vantaggi e i punteggi assegnati a ciascuno di essi in media dalle società appartenentia ciascun cluster, in una scala che va da 1 a 6. Emerge, in primo luogo, che i vantaggi maggiori sono individuati da tutti i gruppinella possibilità di realizzare soluzioni tecnologiche condivise (standard comuni) e nella continuità degli interventi (contro ladiscontinuità della politica). Inoltre, le società del cluster 3 tendono ad assegnare ad ogni possibile vantaggio un punteggio piùelevato. Ciò sembra indicare, anche sulla base delle caratteristiche in precedenza ricordate, una percezione più positiva del proprioruolo complessivo. Si può anche notare che il cluster 1 assegna il valore più basso alla riduzione dei costi (economie di scala) equesto non stupisce viste le sue caratteristiche strutturali. Infine il cluster 2 assegna i valori più bassi a tutto il comparto delcoordinamento interregionale e intraregionale e nei rapporti con gli EELL, un tema su cui si tornerà più avanti.

In conclusione, la similarità in due elementi (la dimensione e il raggio di azione) si associa a un più vasto insieme di elementidi omogeneità tra le società IH e questo permette di considerare strutturalmente molto importanti quei due elementi. I risultatienunciati mostrano, inoltre, che non esiste un modello unico di società IH e se i cluster permettono di individuare similarità edifferenze essi non consentono di stilare una valida graduatoria delle varie tipologie di società.

CLUSTER 1 CLUSTER 2 CLUSTER 3 MEDIA SUL TOTALE

ANNI DALLA FONDAZIONE 11 14 30 19

FATTURATO 15.659 28.160 119.931 60.571

ADDETTI 225 164 638 360

FATTURATO PER ADDETTO 70 172 188 168

NUMERO DI SOCI 21 4 39.5 21.4

CLUSTER 1 CLUSTER 2 CLUSTER 3 MEDIA SUL TOTALE

RIDUZIONE COSTI (ECONOMIE DI SCALA) 3.8 4.5 5.0 4.5

SOLUZIONI TECNOLOGICHE CONDIVISE (STANDARD) 5.0 5.0 5.6 5.2

COMPETENZE SPECIALISTICHE SPECIFICHE 4.8 4.8 5.2 4.9

CONTINUITÀ NEGLI INTERVENTI (OLTRE LE DISCONTINUITÀ DELLA POLITICA) 5.0 5.0 5.4 5.1

COORDINAMENTO A LIVELLO INTERREGIONALE 4.3 3.3 4.8 4.1

COORDINAMENTO A LIVELLO INTRAREGIONALE E NEI RAPPORTI CON GLI EELL 4.3 3.8 5.2 4.4

Tabella 1.6. Autovalutazione dei vantaggi connessi alla presenza delle IH (media per cluster)

Tabella 1.5. Caratteristiche medie per cluster

di costituzione sembra esservi una correlazione, nel senso che le prime, come mostra sempre la tab. 1.5, tendono ad esseretanto maggiori quanto più lontana nel tempo è la nascita della società. Inoltre, i valori del fatturato per addetto risultano piùelevati nel caso del cluster 3, probabilmente in ragione di economie di scala possibili dovute all’elevato numero di dipendenti ecompetenze interne, e forse anche connesse all’alto numero di soci/clienti, che permettono un più facile ricorso a soluzionistandardizzate per i prodotti e i servizi offerti.

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IL COORDINAMENTOTRA GLI ATTORI PUBBLICI E IL RUOLO DELLE SOCIETÀ IH

IL COORDINAMENTO NELLA VALUTAZIONE DELLE SOCIETÀ IH

Il punto di partenza per esaminare il rapporto tra società IH e coordinamento degli attori pubblici in ambito IT è l’individuazionedei benefici e dei costi che il coordinamento può comportare. I primi, tenendo conto anche di quanto sostenuto nella competenteletteratura, li abbiamo così individuati:

benefici legati all'efficacia dei servizi in termini di maggiore soddisfazione dell'utente e qualità del servizio (un elevato gradodi coordinamento e collaborazione, come già detto, è condizione necessaria per l'offerta di servizi in comune tra Enti dilivello diverso, i cosiddetti servizi joinedup o One Stop Shop);

benefici economici, derivanti dalle economie di scala create dalla condivisione delle informazioni e delle risorse. E' questoil caso, ad esempio, dei servizi IT offerti secondo il paradigma del Cloud Computing;

benefici organizzativi e culturali (miglioramento delle capacità organizzative; gli obiettivi prefissati vengono raggiunti conmaggiore facilità; esistono maggiori incentivi a recepire le innovazioni).

Analogamente, i costi sono stati da noi distinti in:

organizzativi (si osservano una maggiore difficoltà nell’ individuazione e nella valutazione dei problemi, tempi lunghi per ilraggiungimento di decisioni condivise, problemi di sincronizzazione ed assegnazione)

politico/strategici (si verificano perdita di autonomia e flessibilità oltre che un aumento dell’influenza del contesto politico)

manageriali/operativi (si presentano difficoltà a sviluppare la condivisione di uno stile operativo e decisionale comune ecosti connessi all’adeguamento e normalizzazione)

tecnici (si presentano difficoltà nell’individuazione della pratica migliore, le alternative tecnologiche non possono esserevalutate concretamente, si impiegano tempi lunghi per la definizione di standard tecnologici condivisi)

Gli uni e gli altri sono stati sottoposti alla valutazione delle società IH, che potevano assegnare a ciascuno di essi un punteggiocompreso tra 1 (“poco importante”) e 6 ("molto importante").

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Nella figura 2.1 sono riportate le risposte delle società IH, indicando per ciascuna di esse sia il valore medio che l’ambito divariazione misurato dalla varianza. Il risultato principale è l’espressione di un giudizio complessivamente positivo sul coordinamento, come dimostra il fatto che ilvalore medio assegnato ai benefici è significativamente più elevato di quello dei costi. La valutazione dei benefici è, nella media, assai simile, ma il beneficio relativo alla maggiore soddisfazione dell’utenza èconsiderato positivamente in modo molto omogeneo dalle varie società, come dimostra la bassa varianza.

Anche per quello che riguarda i costi levalutazioni medie sono molto simili, ma laconvergenza più elevata si ha rispetto ai costipoliticostrategici e a quelli tecnici.La maggiore varianza può costituire unindicatore della varietà di esperienze.

Oltre alla valutazione del coordinamento in generale, è importante stabilire quale sia il ruolo specifico che le Società IH possonosvolgere per favorirlo e per realizzarlo nel modo più efficace. A questo scopo abbiamo individuato 7 tipologie di possibili vantaggi che abbiamo sottoposto alla valutazione delle società IHsecondo il criterio già indicato.

Figura 2.1 Costi e benefici del coordinamento nella valutazione delle Società IH

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Come si può vedere dalla figura 2.2, alcune tipologie di questi benefici possono trarre vantaggio sia gli attori del territorio siala Regione stessa. Si tratta della potenzialità delle IH di garantire maggiore continuità degli interventi durante tutto il ciclopolitico (e quindi anche nei periodi di assestamento corrispondenti tipicamente alle fase postelettorale), della possibilità dimettere in campo competenze specialistiche specifiche e di una maggiore propensione alla R&S, spesso portata avanti incollaborazione con il sistema universitario, e allo sviluppo di soluzioni innovative. Questi ultimi tre benefici hanno ricevuto dalle IH, in media, valutazioni elevate, rispettivamente 5.1, 4.9 e 4.8 su 6.

I rimanenti quattro benefici sono invecespecifici dell'azione di coordinamento chepotrebbe essere, almeno in parte, esercitatadalle società IH. Il primo in termini dipunteggio (5,2 su 6) è la possibilità di definirestandard tecnologici e organizzativi. Punteggiinferiori sono assegnati alla riduzione deicosti, facendo leva sulle economie di scala(4,5), al coordinamento a livello intraregionale nei rapporti con gli Enti Locali (4,4)e al coordinamento tra IH e altre regioni sulterritorio nazionale (4,1). Quest'ultimo vantaggio (coordinamento interregionale) presenta anche una variabilitàmolto elevata nelle risposte (1,9).

Le risposte al nostro questionario, riportate nella figura 2.1, permettono di stabilire quale sia la percezione che le SIH hanno diquesti benefici e costi. Il risultato che emerge è di chiara prevalenza dei benefici.

UNA STIMA DEGLI EFFETTI DEL COORDINAMENTOE DEL RUOLO DELLE SOCIETÀ IH

Al di là delle valutazioni espresse dalle società IH sul coordinamento, è importante cercare di stabilire quali siano effettivamentegli effetti del coordinamento (o, almeno, alcuni di essi) e quale sia il contributo che viene dalle società IH.Il punto di partenza è una ricognizione della situazione del coordinamento nelle varie realtà regionali.

Figura 2.2 – Vantaggi derivanti dalla presenza della società IH

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LE MODALITÀ DEL COORDINAMENTO E IL RUOLO DELLE SOCIETÀ IHLe società IH operano in contesti regionali molto differenti in cui gli schemi di relazioni formali ed informali tra Regioni e EELL,nell’ambito specifico della programmazione e dello sviluppo dell’IT, hanno trovato forme di sviluppo e consolidamento anchemolto diverse. In questo quadro sono però identificabili elementi ricorrenti oltre che ruoli e funzioni specifiche assegnate adeterminati soggetti. Nel dettaglio sono ben distinguibili due momenti fondamentali per il coordinamento delle azioni enell’attuazione delle strategie in materia di società dell’informazione:

• Il momento della scelta strategica (azione politico/strategica)• Il momento della scelta tecnologica (azione tecnico/operativa)

Nella stragrande maggioranza dei casi, Regione e società IH giocano ruoli ben distinti, seppure con livelli di autonomia moltovariabili. All’amministrazione pubblica è affidato il compito di definire gli indirizzi, mentre alle società IH spetta di identificarele soluzioni tecnologiche. Questa distinzione di ruoli identifica la società IH come un intermediario tecnico tra la Regione e ilmercato nella realizzazione e nell’attuazione dei progetti utili a raggiungere gli obiettivi definiti nelle politiche.

Questa relazione lineare trova però numerose ibridazioni che dipendono per lo più dall’effettiva e concreta presenza di relazionidi supporto e servizio verso gli EELL del territorio. In diversi casi, infatti, la società IH non offre servizi direttamente agli EELLma solo per il tramite della Regione, alternativamente la società IH è organo strumentale del solo Ente Regione o infine è intutto e per tutto partecipata e quindi abilitata a fornire servizi all’insieme degli EELL del territorio.

Analogamente, le programmazioni regionali interessano solo in alcuni casi l’intera gamma degli Enti territoriali potendofocalizzarsi anche sulle esigenze di un settore o dell’Ente Regione. La società IH, ancora, partecipa solo in alcuni casi agli incontridi coordinamento tra Regione e EELL e anche in questo può avere ruoli diversi: semplice uditore o componente ufficiale a tuttigli effetti. Ulteriori elementi di distinzione derivano dai ruoli che la società IH ricoprono nel contesto regionale, dal numero difunzioni che svolge ed dal tipo e dalla gamma di servizi che offre. E’ chiaro quindi che esistono molti e diversi modelli diintervento delle società IH nell’ambito del coordinamento regionale delle azioni in materia IT.

Le informazioni da noi raccolte, opportunamente integrate, risultano utili per distinguere quelle forme di coordinamento egovernance che puntano a rendere coerente l’approccio e lo sviluppo della società dell’informazione prioritariamente regionale(in cui gli EELL hanno un ruolo rilevante) e quelle che mirano maggiormente a integrare e condividere l’approccio all’internodell’ente Regionale.

Nella tabella 2.1 le risposte fornite dalle società IH (eventualmente integrate da informazioni desunte dai siti web istituzionali)sono state organizzate secondo due criteri: quello relativo al ruolo della società IH nel coordinamento della società

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dell’informazione regionale distinguendo tra “IntraRegione” e “Territoriale” ; e quello relativo alla forma del rapporto tra IHe gli EELL del territorio regionale – distinguendo tra forma mediata e forma diretta. Si nota come, nella maggior parte dei casi, l’azione delle società IH interessi l’intero territorio regionale, includendo le azioni ele progettualità degli EELL. Altrettanto frequente è una qualche forma di mediazione nei rapporti e nelle relazioni tra società IHe EELL. Emerge anche un’elevata coerenza tra il ruolo assunto nel coordinamento della società dell'informazione e la formadella relazione (diretta o mediata) con gli EELL.

FORMA DI RAPPORTO TRA SOCIETÀ IH E EELL

MEDIATA DIRETTA

RUOLO SOCIETÀ IH NEL COORDINAMENTO DELLA SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE REGIONALE

INTRA REGIONALE 6 0

TERRITORIALE 2 7

(Università La Sapienza e Assinter Italia, 2010)

LO SCHEMA DI RIFERIMENTO E GLI INDICATORICerchiamo ora di stabilire, utilizzando le informazioni di cui disponiamo, quanto importante sia effettivamente il coordinamentoe quale sia, in relazione al coordinamento, il ruolo concretamente svolto dalle società IH. Nel nostro schema di riferimento, valgono le seguenti assunzioni: la performance IT del settore pubblico nel territorio regionaleè funzione del coordinamento e quest’ultimo risente, a sua volta, del contributo che può derivare dalla presenza della società IH.

Esemplificando:P = f(CT, Sh)

Ove P è un indice della performance IT, mentre CT e Sh rappresentano rispettivamente due indici del coordinamento territorialee del contributo delle società IH. Per assegnare i valori a questi indici abbiamo utilizzato soprattutto i dati raccolti con la nostra indagine e quelli resi disponibilidal rapporto RIIR, Osservatorio ICARplus, CISIS 2010. Illustriamo brevemente come sono stati costruiti gli indici.Per quello che riguarda l’indicatore di performance IT si è scelto di utilizzare gli indicatori proposti nel rapporto RIIR. Inparticolare, si sono tenuti in considerazione i dati relativi a diffusione e dispiegamento della “porta di dominio”5 che oggirappresenta nel contesto nazionale e locale una componente fondamentale per l'interscambio di dati tra amministrazioni

5 La Porta di dominio ha lo scopo di assicurare che lo scambio elettronico di informazioni tra le Pubbliche Amministrazioni abbia le stesse caratteristiche di

Tabella 2.1 Ruolo nel coordinamento e autonomia delle società IH nellerelazioni con gli EELL (n. società IH)

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pubbliche secondo le normative vigenti. Inoltre, viene considerato il dato relativo alla presenza e disponibilità di piattaformeregionali di eprocurement, che rappresenta un segnale della tendenza a lavorare come sistema. Questi elementi informativisono stati utilizzati per stabilire se la regione operi più o meno come sistema composto da diverse unità amministrative chevogliono cooperare ed integrarsi.

Oltre alle informazioni rispetto all'attitudine delle regioni a fare rete su azioni tecnologiche particolarmente complesse e rilevantisi è scelto di utilizzare quattro indici che descrivono i risultati della regione in termini di:

(a) dotazione tecnologica dei Comuni6;

(b) competenze tecnologiche della popolazione7; (c) interazione cittadiniPA8; (d) interazione impresePA9.

Come indicatore quantitativo specifico si è utilizzato, per ciascuno di essi, lo scostamento dalla media nazionale. La media delledue componenti, normalizzata, ha permesso di costruire un indice e di distinguere tra performance IT medioalta e mediobassa. Questo indice, come si vede, è composto di elementi oggettivi e soggettivi.

Per misurare il grado di coordinamento si è partiti dalla considerazione che esso può essere ottenuto attraverso:

(a) la standardizzazione delle procedure e regole;

quello tradizionale (carta, firma, protocollo, fax….). In questo modo l’amministrazione che invia le informazioni in modo elettronico ad un’altra, sarà garantitadel fatto che la destinataria (e non altri) le abbia ricevute, così come la ricevente potrà trattare le informazioni elettroniche ricevute con pari dignità di quelleche oggi riceve con i metodi tradizionali, considerati fino ad ora gli unici probanti ai fini del procedimento amministrativo. L'allegato n.2 (Rete Nazionale:caratteristiche e principi di cooperazione applicativa) emesso dal Dipartimento per l'Innovazione e le Tecnologie definisce le principali linee guida per leamministrazioni che vogliano realizzare servizi online interagendo con i sistemi informativi di altre amministrazioni. In tali indicazioni la porta di dominiocostituisce l'elemento tecnologico che realizza la cooperazione.6 Basato su dati relativi alle dotazioni tecnologiche: comuni con Server; comuni con lettori Smart Card; comuni con strumenti GIS; PC per 100 dipendenti. Reti:comuni con Intranet; comuni con LAN. Internet e Web: comuni con collegamento BB; dipendenti con accesso a Internet; comuni con sito web. Fonte dati:Osservatorio ICAR plus, CISIS 2010 su dati ISTAT.7 L'indice è costruito tenendo in considerazione la % di individui che hanno utilizzato Internet per: scaricare software; caricare testi, immagini, fotografie, ecc.su siti web per condividerli; spedire o ricevere email. Sul totale delle persone che hanno utilizzato Internet: effettuare acquisti on line; usare servizi bancari viaInternet. Fonte dati: Osservatorio ICAR plus, CISIS 2010 su dati ISTAT.8 L'indice è stato basato su dati relativi a individui che hanno utilizzato Internet per ottenere informazioni dai siti web della PA (% di Italia utilizzatori Internet);scaricare moduli della PA (% di utilizzatori Internet); inviare moduli compilati della PA (% di utilizzatori Internet). Fonte dati: Osservatorio ICAR plus, CISIS 2010su dati ISTAT.9 Questi gli indicatori utilizzati: Imprese che hanno utilizzato servizi on line della PA per ottenere informazioni (%); Imprese che hanno utilizzato servizi on linedella PA per scaricare moduli (%); Imprese che hanno utilizzato servizi on line della PA per inviare moduli compilati (%); Imprese che hanno svolto proceduregestite interamente per via telematica (%).Fonte dati: Osservatorio ICAR plus, CISIS 2010 su dati ISTAT.

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(b) la condivisione di piani e programmi, che stabiliscano i ruoli e i tempi di intervento di vari attori interdipendenti;(c) gli aggiustamenti progressivi tra gli attori stessi, tramite un costante scambio informativo durante il processo.

Il nostro indice tiene conto di queste tre modalità.In particolare, la prima componente (a) è stata valutata sulla base della presenza di:

• Una Legge Regionale in materia di società dell’informazione e/o egovernment;• Tavoli di lavoro in materia di società dell’informazione e/o egovernment;• Community Network;• Servizi gestiti in forma associata10.

La presenza di un quadro normativo specifico e stabile e di tavoli di lavoro dedicati rientra certamente nell'ambito dellastandardizzazione di procedure e regole. Le relative informazioni, così come quelle sulla presenza e sulla formalizzazione di formedi community network, sono state desunte dal rapporto RIIR, Osservatorio ICARplus, CISIS 2010. Un ulteriore elemento checontribuisce alla standardizzazione e quindi ad una gestione comune e coerente delle tecnologie utilizzate nella fornitura diservizi pubblici innovativi è rappresentato dalle gestioni associate di servizi. Le politiche del governo nazionale (CST e ALI) e lestrategie regionali hanno in alcuni casi efficacemente spinto nella direzione di una gestione comune che permettesse di realizzareeconomie di scala e migliorare la qualità dei servizi offerti. Sulle gestioni associate, la nostra indagine fornisce utili informazioni.

Facendo, invece, riferimento agli aspetti di condivisione di piani e programmi, le fonti di cui disponiamo ci permettono di identificarela presenza di programmazioni di tipo strategico o attuativo nell'ambito della società dell'informazione. A questo scopo sono utilianche le valutazioni sul livello di consapevolezza e, quindi, di condivisione di tali programmazioni da parte del territorio e degliEELL; le valutazioni sul livello di centralizzazione nelle scelte e nelle decisioni strategiche in materia di società dell’informazione,che forniscono una misura dell'effettiva condivisione nelle scelte strategiche e attuative esercitata nelle varie regioni.

Nello specifico sono stati tenuti in considerazione i seguenti parametri:

• Programmazione Strategica;• Programmazione Attuativa;• Consapevolezza EELL Programmazione Strategica (su una scala da 1 a 6);• Consapevolezza EELL Programmazione Attuativa (su una scala da 1 a 6);• Centralizzazione decisione strategiche (su una scala da 1 a 6).

10 Si è scelto di includere la presenza di servizi gestiti in forma associata tra gli elementi che influiscono sugli standard pur consapevoli che per un loro correttofunzionamento è necessaria anche una forma di governance e coordinamento.

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Per completare l'indice di coordinamento si è tenuto conto anche della presenza di strutture regionali di governance econtemporaneamente dell'efficace funzionamento di gruppi di lavoro che abbiano il compito di coordinare operativamente gliinterventi in materia. Le funzioni fondamentali di tali strutture dovrebbero infatti essere la circolazione delle informazioni e l'adeguamento delleazioni sulla base delle mutevoli condizioni ambientali. Si è, infine, tenuto conto, della valutazione, da parte delle società IH,dell'efficacia del sistema di coordinamento tra Regione e EELL.

In conclusione per costruire questo indice si è tenuto conto dei seguenti elementi:

• Strutture regionali per il governo della società dell’informazione;• Gruppi di lavoro, tavoli settoriali interni alla Regione per il coordinamento degli interventi in materia di società dell’informazione; • Efficacia del sistema di coordinamento RegioneEELL (su una scala da 1 a 6).

Anche in questo indice sono presenti elementi oggettivi e soggettivi. La combinazione delle due componenti secondo il processodella media e la normalizzazione dei risultati ottenuti ha prodotto l’indice di coordinamento. Tale indice è stato poi distinto indiverse fasce sulla base della media dei valori ottenuti.

Infine, per quello che riguarda il contributo delle società IH al coordinamento, abbiamo tenuto conto dei seguenti elementi:

la valutazione soggettiva del contributo che la singola società IH fornisce, nei fatti, all'attuazione della strategia regionalesulla società dell'informazione (su una scala da 1 a 6);la valutazione delle difficoltà incontrate dalla società IH nell'interazione con gli EELL (sempre su una scala da 1 a 6 dove ilvalore massimo indica una difficoltà maggiore e quindi minori possibilità di contribuire al coordinamento).

Oltre a questi elementi soggettivi sono stati considerati fattori oggettivi, quali la presenza delle società IH negli organi formalied informali di coordinamento delle strategie e delle azioni in materia di società dell’informazione che, costituiscono una misuraindiretta del livello di conoscenza e consapevolezza delle scelte strategiche e quindi del livello e dell’efficacia delle azionioperative intraprese dalla società IH.

Non potendo valutare l'efficacia della partecipazione a tavoli e organismi e contemporaneamente basandosi su valutazionisoggettive delle singole società IH l’indice ottenuto è più propriamente identificabile come “contributo potenziale” alcoordinamento che dipende da come sono interpretate e agite le funzioni della società IH e la loro presenza formale nelle strutture.

Anche in questo caso quindi, come nella costruzione dell’indice precedente, le variabili oggettive e soggettive sono statecombinate in modo da individuare un unico valore normalizzato alla media. I valori così ottenuti sono stati distinti in due classi:medioalto e mediobasso.

(a)

(b)

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I RISULTATI DELLA NOSTRA ANALISI Per rispondere al quesito circa la relazione tra performance, da un lato, e coordinamento e ruolo delle società IH, dall’altro, si èproceduto a distinguere i valori assunti dai vari indici in due gruppi (medioalto e mediobasso) e a valutare le corrispondenzeesistenti tra di essi. Il primo risultato che emerge, con riferimento alle diverse società IH, sembra essere quello di una correlazionepositiva tra coordinamento nelle politiche e nell'attuazione delle strategie in materia di società dell'informazione, da un lato, eperformance IT del territorio di pertinenza, dall’altro.

Nel grafico a dispersione della figura 2.3, ove i quadranti delimitano i valori medioalti e mediobassi, la nuvola di punti siconcentra, infatti, attorno alla direttrice sudovest/nordest, indicando l’esistenza della correlazione positiva di cui si è detto.La scelta di distinguere soltanto due gruppi, quello medioalto e quello mediobasso, risponde all’esigenza di offrire un quadropiù facilmente interpretabile dei risultati, anche se relativamente semplificato.

Il grafico permette anche di dare conto del ruolo svoltodalle società IH. Infatti, il diverso colore delle bolle staproprio ad indicare il livello del contributo potenziale delle

società IH al coordinamento, determinato sulla base dell’apposito indice da noi costruito. Più precisamente, le bolle rossedenotano casi di bassi livelli di contributo potenziale, mentre le bolle verdi rappresentano casi di elevati contributo potenzialeda parte delle società IH.

Dal grafico sembra anche risultare che laddove la performance IT è elevata ed il coordinamento è elevato, di norma è presente una

Legenda: sull'asse x è rappresentato l'indice di performance ICT e su quellodelle y l'indice di coordinamento “percepito”, con i diversi colori sono statiidentificati i differenti livelli di contributo “potenziale” delle società IH alcoordinamento (nello specifico: bolla verde = medio medioalto; bollarossa = mediobasso; bolla grigia = casi per i quali si evidenzia un elevatonumero di valori mancanti). Nel dettaglio il raggruppamento delle regioni contrassegnate dai pallinirossi comprende: Abruzzo, Liguria, Sardegna, Valle d’Aosta; i pallini verdiidentificano: EmiliaRomagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia,Piemonte, Puglia, Sicilia, Umbria; i pallini grigi rappresentano le ProvinceAutonome di Trento e Bolzano.

(UNIVERSITÀ LA SAPIENZA E ASSINTER ITALIA, 2010 ELABORAZIONI)

Figura 2.3 – Indice di coordinamento e indice di performance IT delleRegioni italiane e contributo “potenziale” delle società in house

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società IH caratterizzata da un elevato indice di contributo potenziale al coordinamento. Siamo cioè in presenza di realtà dove, piùche altrove, le società IH risultano integrate nei processi decisionali e partecipano ai processi di condivisione delle informazioni.

Le realtà corrispondenti alle bolle rosse, che presentano bassi livelli di contributo potenziale delle società IH, sono anche quelleche possono, più delle altre, migliorare il proprio modello di coordinamento e l’interazione RegioneEELLSocietà IH con effettimolto probabili di miglioramento della performance IT.

Nel grafico, come si vede, compaiono anche alcune bolle di colore grigio. Si tratta di casi in cui non è stato possibile procederead una completa costruzione dell’indice di “contributo potenziale” delle società IH a causa di numerosi dati mancanti.

Nel complesso, quindi, il ruolo delle società IH appare correlato positivamente all’indice di coordinamento e quest’ultimo siaccompagna a elevati valori dell’indice di performance IT.

Questo risultato va preso, comunque, con cautela, tenendo conto, in primo luogo, delle modalità con le quali sono stati costruitigli indici, condizionate, naturalmente, dall’ampiezza e dalla qualità dei dati disponibili. Ulteriori analisi, man mano che altri datisi renderanno disponibili, sono quindi auspicabili.

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L’EVOLUZIONE DEL SETTORE ITE IL RUOLO DELLE SOCIETÀ IHA LIVELLO LOCALELe società IH possono essere valutate, oltre che rispetto alla funzione di coordinamento, anche in relazione alla loro capacità dicontribuire, in diversi modi, allo sviluppo dell’economia locale e in particolare del settore IT nella regione in cui esse hanno sede.Prima di affrontare in modo diretto questo problema è utile offrire un quadro delle caratteristiche e delle tendenze del settoreIT a livello europeo, italiano e regionale.

Secondo gli ultimi dati disponibili di fonte Eurostat (2007), il settore dell’Information Technology in Europa conta circa 600.000imprese e più di 3 milioni di addetti, pari a circa il 13% del totale dei servizi alle imprese. In particolare, il 98,5% delle impresee il 94,5% degli addetti appartengono al subsettore del software, dell’assistenza tecnica e dei servizi legati all’informatica, cheha generato 180 miliardi di valore aggiunto su 369 miliardi di fatturato nel 2006.

Quest’ultimo dato rappresenta un quinto del totale fatturato dalle imprese che offrono servizi alle imprese (divisione NACE 72e 74) e la stessa percentuale si applica anche agli investimenti lordi.

Prendendo in considerazione le singole attività all’interno del subsettore, la consulenza per installazione di sistemi informaticirisulta quella in cui si concentra la maggior parte del fatturato complessivo (68%). Seguono l’elaborazione elettronica dei dati(13,1%), l’installazione e manutenzione di hardware (entrambe 3,3%) e lo sviluppo di database (1,8%). La categoria residuale“altre attività” fa registrare il 10,9% del fatturato del settore.

La produttività media del lavoro nel 2006 è stata approssimativamente pari a 64.000 Euro e i costi medi del personale sonostati di circa 50.000 Euro per addetto. Si tratta dei livelli più alti nell’ambito dei settori relativi ai servizi alle imprese presentinella classificazione Eurostat.

Il più circoscritto subsettore dell’hardware, nel 2006 ha generato 9,6 miliardi di valore aggiunto (2006) su un fatturatocomplessivo di 59,6 miliardi. In Europa, questo settore comprende la produzione di macchine e sistemi per l’elaborazioneinformatica dei dati (con un valore della produzione pari a 11.400 Meuro nel 2006), di Laptop e palmari (8.700 Meuro), unitàcentrali di storage o inputoutput (4.100 Meuro), PC desktop (1.600 Meuro).

L’EVOLUZIONE DEL SETTORE IT IN EUROPA E IN ITALIA

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Nel complesso, il settore IT a livello europeo appare caratterizzato da una sostanziale costanza nel numero di imprese e diaddetti, con le eccezioni, di Regno Unito e Germania, che si muovono in senso opposto.Questa tendenza si manifesta in modo differenziato tra i subsettori hardware e software e tra est e ovest. Il subsettore delsoftware assorbe la quasi totalità del fatturato complessivo ed è caratterizzato da andamenti crescenti, accompagnati, neltempo anche dai noti fenomeni connessi alla new economy. L’Italia si posiziona al primo posto per numero di imprese e presenta,sotto questo aspetto, un trend costante. Nel subsettore dell’hardware, che appare ancora assai contenuto in valori assoluti, iltrend è in media costante a livello europeo.

Nel 2007, l’Italia era al primo posto in termini di numero di imprese. Inoltre le differenze tra paesi appaiono piuttosto significativee anche le dinamiche all’interno dei paesi sono caratterizzate da una elevata dispersione regionale. Sul piano della localizzazione,va anche segnalata la tendenza a concentrarsi nei capoluoghi di regione o in aree metropolitane. Le imprese del settore sono ingenerale relativamente piccole, specie nei paesi dell’Est Europa e in Italia, dove la dimensione media è di 4,2 addetti per impresa.

Guardando all’Italia, il settore IT rappresenta l’1,5% del fatturato complessivo dell’economia (industria e servizi, dati 2006).Come detto, nel 2007 vi operavano 93.700 imprese, per un totale di quasi 390.000 addetti. Di questi ultimi, solo 15.000 eranoimpiegati nel comparto hardware. Risulta quindi interessante approfondire l’analisi del subsettore del software, dell’assistenzatecnica e dei servizi legati all’informatica.

La figura 3.1 mostra che la maggiore concentrazione delle imprese e degli addetti nel comparto software è riferita allarealizzazione di software e della consulenza informatica (36,6% delle imprese e 48,7% degli addetti nel 2007), seguito da

“elaborazione elettronica dei dati”(32,4% e 41,8%).In linea con quanto è avvenuto nel restodell’Europa, le imprese chemaggiormente hanno risentito dellacrisi del settore IT dei primi anni 2000sono state quelle attive nellarealizzazione di software e nellaconsulenza informatica, come mostra ladiminuzione nel numero delle impresee degli addetti tra il 2001 e il 2004.

Figura 3.1 Imprese e addetti Software e assistenza tecnica in Italia, per tipologia, 19952007

Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Statistiche Strutturali sulle Imprese

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L’impatto della “bolla” della New Economy è evidente considerando gli investimenti lordi in beni tangibili riportati nel graficoa destra in figura 3.2. Le imprese interessate sembrano, però, essere soltanto quelle del sottosettore “Realizzazione di software

e consulenza informatica” che, come si èvisto in precedenza, ha mostrato unnotevole calo anche di addetti e delsottosettore “Elaborazione elettronica deidati”. Per quanto riguarda la dimensionemedia di tali imprese (Figura 3.2), si puònotare che le imprese di maggioridimensioni sono quelle che sviluppano egestiscono database; nel 2007 essesuperavano la media delle imprese delcomparto software in Europa con 10addetti per impresa. Considerando i valoria livello provinciale, risulta confermato perl’Italia, il quadro europeo: anche nel casoitaliano, le imprese IT tendono aconcentrarsi nelle province dei Capoluoghidi Regione e, più in generale, nelle aree amaggiore concentrazione urbana.

I dati trend relativi al periodo 20052007, suggeriscono, però, che questo fenomeno potrebbe essere in progressivorallentamento: considerando sia le imprese IT sia i relativi addetti, le mappe a destra in ciascuna figura mostrano come leprovince in cui ricadono le principali aree metropolitane registrino un calo di entrambi i valori, mentre alcune aree più periferichemostrino tassi di crescita notevoli, anche superiori al 30%.

In conclusione, in Italia il settore IT, come nel resto d’Europa, è per la quasi totalità concentrato nel subsettore del software,che rappresenta tuttavia una quota marginale del fatturato complessivo nell’industria e nei servizi. Le imprese di maggioridimensioni risultano essere quelle attive nello sviluppo e nella gestione di database che, con una media circa di dieci addetti,si pongono ad un valore superiore alla media europea nel medesimo comparto.

La distribuzione territoriale è disomogenea a livello regionale e la maggiore densità delle imprese si registra nei capoluoghi diprovincia e nelle aree metropolitane. Le regione con maggior numero di addetti IT sono quelle nelle quali risulta crescente ilpeso degli addetti IT sugli addetti complessivi.

Nel biennio 20052007, si è registrato un incremento, in termini di unità locali e addetti, nelle regioni centromeridionali.

Figura 3.2 Dimensioni medie delle imprese (numero medio addetti) e investimenti lordi in benitangibili delle imprese Software e assistenza tecnica, 19952007

Fonte: Elaborazioni su dati Eurostat, Statistiche Strutturali sulle Imprese

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L’IMPATTO DELLE SOCIETÀ IH SUL SETTORE LOCALE ITLe società IH svolgono un importante ruolo di catalizzatore organizzativo, agendo come vettori dell’incremento della produttivitàorganizzativa interna all’amministrazione locale. Occorre tuttavia chiedersi se accanto a tale mission instituzionale, le societàIH abbiano svolto o possano svolgere un ruolo propulsivo di sviluppo per il settore locale dell’IT e, più in generale, per la crescitadell’economia locale. Ad oggi, questo tipo di analisi non trova alcuna risposta nella letteratura di riferimento, né sotto il profilo teorico, né nelleindagini empiriche fin qui tentate. Si tratta, infatti, di un ambito di analisi tutt’altro che agevole, anche in ragione della scarsitàe della frammentarietà dei dati disponibili, specie per la loro ridotta continuità temporale.Al fine di misurare l’impatto che la presenza di società IH genera sul settore IT locale, occorre non soltanto identificare il tipodi impatto atteso, ma anche stabilirne il grado di efficacia e le condizioni ‘ambientali’ o prerequisiti di contesto, tenendo contoanche delle caratterstiche specifiche delle singole realtà locali analizzate. Nella nostra analisi ci siamo concentrati sulla quota di fatturato esternalizzato dalle società IH a vantaggio di fornitori consede nella stessa regione sede della società e abbiamo misurato l’impatto di questo processo di esternalizzazione sul compartolocale IT. Nel 2009 la quota di fatturato esternalizzato dalle società IH (come risulta dalla tab. 3.1) è stata in media del 52,4%,con una quota del 60,9 % a vantaggio di fornitori con sede nella stessa regione sede della società. Questo dato proviene dal nostro questionario e si riferisce alle 10 IH, su 15, che hanno fornito questa informazione. Dai datiraccolti emerge, in particolare, che a fronte di una media piuttosto elevata della quota di fatturato "riversata" sul settore ITlocale, è riscontrabile una variabilità particolarmente elevata, che riflette i diversi modelli di società IH in essere da un lato, lediverse condizioni di partenza dei singoli territori dall’altro, nonché la dimensione, a livello territoriale, del settore IT sia in sensoassoluto sia rispetto agli altri settori. Inoltre, la quota di fatturato esternalizzato verso il mercato regionale è particolarmenteconcentrata nella provincia del capoluogo di regione, nella quale si localizza anche il maggior numero di imprese e addetti IT.Infine, le IH appartenenti al cluster 2 (come definito sopra) presentano quote particolarmente elevate di fatturato esternalizzato.Questo dato potrebbe aiutare a spiegare la capacità di questo gruppo di società di coprire un elevato numero di settori e funzionimantenendo però dimensioni relativamente ridotte.

La strategia di ricerca da noi adottata è consistita nel sottoporre a verifica disignificatività statistica l’ipotesi di una relazione causale positiva tra (i) il grado diesternalizzazione del fatturato delle società IH, in ciascuna delle province considerate, e (ii) il numero di addetti nel settore ITnella stessa provincia (addetti che, nell’ampia accezione adottata dall’ISTAT, vengono identificati con tutte le possibili tipologie

RAGGRUPPAMENTI DELLE SOCIETÀ IH

CLUSTER 1 CLUSTER 2 CLUSTER 3 TOTALE

FATTURATO ESTERNALIZZATO DELLE IH IN ITALIA NEL 2009 4552 24260 54665 32480

QUOTA FATTURATO ESTERNALIZZATO SUL TOTALE 45,6% 58,3% 49,9% 52,4%

QUOTA FATTURATO ESTERNALIZZATO VERSO FORNITORI LOCALI SUL TOTALE FATTURATO ESTERNALIZZATO 54,4% 67,9% 53,7% 60,9%

Tab. 3.1 Fatturato esternalizzato delle IH in Italia

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di occupati, a tempo indeterminato, parttime, a tempo determinato e così via). In particolare, l’indagine econometrica ha fattoriferimento all’esistenza di una relazione positiva tra la domanda di servizi attivata dalle IH in un anno e i nuovi occupati nelsettore IT nell’anno successivo, ricompresi nella categoria degli ‘addetti’. In questo modo, la crescita del numero di addetti nelsettore è stata interpretata come una proxy della crescita economica del settore. L’ipotesi posta dunque a verifica econometrica,ove riscontrata, dovrebbe così rivelare un effetto moltiplicatore sull’economia locale attribuibile, ceteris paribus, alla presenzasocietà IH. Un riscontro positivo a questa relazione comporta riconoscere alle società IH un ruolo significativo, ancorché limitato,di propagatore della crescita provinciale, quanto meno nel settore IT. Nello stesso tempo, data la diversità osservata sia nei modelli organizzativi delle società IH usl territorio nazionale, sia nellosviluppo locale del settore, possiamo aspettarci una consistente varianza dell’impatto studiato. Dal punto di vista statisticoeconometrico ciò significa richiedere al modello stimato di isolare la suddetta relazione causale, depurandola – sulla base deidati disponibili da ogni altra possibile concausa o da ogni eventuale altro effetto, in modo da attribuire una soddisfacentesignificatività statistica alla stima. Per tali ragioni si è proceduto ad arricchire l’analisi, verificandone la robustezza econometricaattraverso la progressiva introduzione di controlli su altre variabili che possono influenzare la relazione posta a verifica empirica.

Il modello econometrico considera dunque come variabile dipendente il numero di addetti al settore IT per provincia nel 2007(secondo l’ampia definizione di ‘addetti’ che l’ISTAT considera) e come variabili indipendenti:

(a) il fatturato esternalizzato dalla società IH, (b) il tasso di scolarizzazione superiore; (c) il valore aggiunto ai prezzi base per abitante della provincia; (d) la popolazione residente nella provincia.

Sulla base dei dati disponibili, l’anno di riferimento di tutti i regressori è il 2006. L’ipotesi di base testata dal modello econometricoè che le 4 variabili indipendenti sopra richiamate manifestino un qualche effetto significativo sulla dimensione del settore ITdell’anno successivo, in termini di nuovi occupati. In questo modo l’esplicitazione di un anno di ritardo misura la relazionecausale ipotizzata. Con riferimento alla prima variabile indipendente considerata il fatturato esternalizzato dalla società IH è stata consideratala quota percentuale, distinta per provincia, del fatturato esternalizzato nel 2006 dalle società IH verso i fornitori aventi sedenel medesimo territorio Regionale. Questo dato è stato ottenuto dalle risposte fornite al nostro questionario. Per quanto riguarda il tasso di scolarizzazione superiore, si tratta di una variabile utilizzata come proxy della qualità del capitaleumano, sulla base della circostanza – riscontrata dai dati in nostro possesso e largamente confermata nella letteratura diriferimento – che gli addetti nel settore IT siano tipicamente rappresentati da lavoratori con elevato grado di formazione.L’inserimento di questa variabile nella regressione serve dunque a isolare il ruolo specifico svolto dalla formazione sul numerodi addetti nel settore IT. Il tasso di scolarizzazione superiore è stato definito come la percentuale della popolazione in età 2024 anni che ha conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore. Si tratta di un indicatore, espresso in media annua,presente nel set degli indicatori strutturali per la valutazione degli obiettivi europei della strategia di Lisbona, diffusi sul sito

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Internet di Eurostat (fonte Istat). Infine, le altre due variabili indipendenti considerate nel modello – il valore aggiunto ai prezzibase per abitante in euro correnti e la popolazione residente nella provincia, entrambe di fonte Istat –hanno lo scopo di tenerconto della dimensione socioeconomica della provincia nel determinare i nuovi occupati nel settore IT. Più specificamente ilvalore aggiunto procapite tiene conto della ricchezza complessiva della provincia, mentre la popolazione consente di verificarel’effetto dell’ampiezza dimensionale della provincia stessa.Il risultato delle stime é il seguente. Abbiamo dapprima considerato isolatamente l'effetto medio, a livello nazionale, degli impattidelle singole società IH sui rispettivi ambiti locali di riferimento, indipendentemente dalle specificità locali. Si è così ottenutoche un incremento medio di 1.887 euro di fatturato esternalizzato dalle società IH al territorio provinciale determina unincremento di 1 addetto nel settore IT dell'anno successivo, con un rapporto moltiplicativo dato dal parametro 1/0.0005311 . Questo primo effetto deve essere interpretato come risultato medio nazionale dell’impatto locale delle diverse società e dunque,trattandosi di un valore medio, alcune realtà locali si porranno al di sopra di questo dato e altre invece registreranno un impattoassai più ridotto. In ogni caso, il dato medio sembra segnalare una significativa capacità della spesa esternalizzata delle societàIH di tradursi in nuova occupazione settoriale qualificata, cosa che a sua volta può determinare la crescita dimensionale, intermini di numero di addetti, delle imprese non IH. Saremmo cioè di fronte ad un’importante conseguenza indiretta dellapresenza delle società IH nel settore IT. Al crescere delle attività delle società IH cresce, da un lato, il fatturato che questeesternalizzano al settore e, dall’altro, il fatturato del settore locale IT nel suo complesso.

Allo scopo di meglio isolare l’effetto che qui interessa, sono stati poi considerati una serie di controlli aggiuntivi, ovvero il livellodel capitale umano della provincia (tasso di scolarizzazione superiore), la ricchezza della provincia (valore aggiunto procapite),la dimensione della provincia (popolazione). L'effetto stimato è ancora positivo e significativo, sebbene di valore più chedimezzato: un incremento di 4.762 euro di fatturato dell'IH esternalizzato alla provincia determina un incremento di 1 addettonel settore IT dell'anno successivo. Ancora una volta il coefficiente risulta significativo al 5% (pvalue=0.041).

L’introduzione dei controlli statistici permette da un lato di isolare l’impatto medio specifico delle società IH e dall’altro dimisurare l’impatto relativo delle altre variabili considerate. In particolare, un incremento di 1 punto percentuale nel tasso discolarizzazione superiore della provincia determina un incremento di 123 addetti nel settore IT della provincia; un incrementodi 125 individui residenti nella provincia determina un incremento di 1 addetto nel settore IT della provincia; un incremento di4,54 punti di valore aggiunto della provincia determina un incremento di 1 addetto nel settore IT della provincia. Tutti icoefficienti risultano significativi all’1% ad eccezione dei coefficienti del fatturato esternalizzato e del tasso di scolarizzazione,sempre significativi, ma rispettivamente al 5 e al 7%12.

11 Il coefficiente risulta significativo al 3% (pvalue=0.026) e il test F conferma la bontà della stima. Anche l’indicatore di correlazione Rsquared risultaapprezzabile.12 Anche in questo caso il test F conferma la bontà della stima, mentre l’indicatore di correlazione Rsquared migliora notevolmente per effetto dell’introduzionedei controlli.

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Dal momento che l’ intensità dell’effetto riscontrato dipende verosimilmente da altri fattori locali e dalle condizioni iniziali dipartenza, abbiamo poi proceduto a declinare localmente l’analisi econometrica. E’ evidente che determinati fattori locali, primo tratutti la dimensione stessa del settore IT locale e dunque le diverse condizioni di partenza, influenzano l’intensità dell’impatto stimato. Guardando al dettaglio locale, emerge un risultato interessante.Nella figura 3.3 abbiamo riportato graficamente i risultati della cosiddetta quantile regression, che permette di individuarel’esistenza di eventuali ‘valori soglia’ dell’impatto stimato in funzione delle condizioni iniziali delle singole realtà locali. Sull’asse

delle ascisse abbiamo classificato ladimensione del settore IT locale(numero di addetti del settore ITprovinciale). Nella parte a sinistra, sempre sul latodelle ascisse, sono rappresentate lerealtà locali con il più basso livello disviluppo del settore, mentre nella partedestra sono rappresentate le realtà piùrilevanti a livello nazionale. Nell’asse verticale sono invece riportatii coefficienti di impatto.

Dal grafico si evince che la scomposizione a livello locale dell’effetto che abbiamo osservato mostra come tale impatto vari alvariare delle condizioni iniziali del settore a livello locale.

Infatti, dove il settore IT è molto sviluppato (nella parte estrema destra dell’asse orizzontale in fig. 3.3) il risultato che si ottieneè sempre positivo e significativo ma tende a decrescere quando si passa da livelli medio alti del settore locale IT a livelli moltoalti. Ciò significa che l’impatto non è sempre crescente indipendentemente dalla dimensione del settore locale: sembra, cioè,che quando il settore locale raggiunge livelli di maturità, l’impatto delle IH in termini di nuovi addetti nel settore sia via viameno rilevante. Esiste, peraltro, una dimensione ‘critica’ del settore (intorno ai quintili rappresentati da 2.849 e 3.595 addettiprovinciali al settore IT), superata la quale, l’effetto delle società IH sulla crescita del settore IT quasi si triplica. A livelli intermedidel settore (quelli associati agli addetti compresi fra le 799 e le 2504 unità) l’impatto è statisticamente significativo ma moltoridotto, mentre ai livelli più bassi la presenza delle IH non produce effetti statisticamente significativi, in base alla nostra analisi.

In altri termini l’impatto medio che misuriamo a livello nazionale si declina in modo molto diverso nelle singole realtà territoriali.Segno che le società IH hanno effetti maggiori laddove sono state già realizzate politiche complementari di promozione delsettore IT, tali da far sì che esso raggiunga quella soglia minima dimensionale rispetto alla quale l’impatto delle società IH sulnumero di addetti viene triplicato.Questo risultato, è bene ripeterlo, traccia semplicemente un trend e ne rivela l’intensità. I dati ISTAT non permettono di qualificare

Figura 3.3 L’impatto locale delle società IH sul settore IT: valore del fatturato esternalizzato necessarioa creare 1 addetto aggiuntivo nel settore IT

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ulteriormente la natura dell’occupazione prodotta, in quanto sotto la categoria ‘addetti’ vengono ricomprese forme del tuttodiverse di contratti che vanno dall’assunzione a tempo indeterminato a forme non strutturate e temporanee di occupazione.

Nondimeno, emergono quattro implicazioni generali di policy:

l’impatto sul settore locale IT delle società IH dipende non solo dalla dimensione del fatturato da queste esternalizzato,ma anche dalla dimensione locale del settore;

in settori molto piccoli o molto maturi l’impatto marginale del fatturato esternalizzato dalle IH genera effetti trascurabili sul settore;

in settori IT locali con una dimensione significativa ma ancora lontana dal conseguimento di una maturità, è sufficiente un‘piccolo’ fatturato esternalizzato per generare impatti significativi; ciò può suggerire che al di sotto di una soglia critica, molteimprese del settore IT sono disincentivate a realizzare ulteriori investimenti non proporzionati alla ‘scala minima’ del settore;

per i settori locali IH di ridotte dimensioni, le potenzialità dell’attività delle IH deve accompagnarsi a interventicomplementari sistemici che incidano positivamente sul decollo del settore; tali interventi si rendono ancor più necessariquanto più il divario territoriale osservato nella dimensione del settore IH può comportare che l’attività delle IH contribuiscaad incrementare il divide tra le regioni.

(i)

(ii)

(iii)

(iv)

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Ricordiamo, in queste conclusioni, i principali risultati emersi nello svolgimento della nostra ricerca .In primo luogo, richiamando i risultati più significativi emersi dalle risposte al nostro questionario, abbiamo mostrato come nonesista un modello unico di società IH, né appaia individuabile una best practice alla quale necessariamente tendere. Esaminando alcune variabili strutturali abbiamo anche individuato la possibilità di raggruppare le diverse società IH in gruppirelativamente omogenei al loro interno, sulla base di quelle variabili strutturali. In particolare sono stati individuati tre clustercaratterizzati dalla diversa combinazione di elementi relativi all’ampiezza dimensionale e a quella del raggio di azione. Questi elementi possono rivelarsi utili nella identificazione dei percorsi di sviluppo concretamente realizzabili, anche se unaconoscenza più approfondita dei fenomeni da noi individuati, da acquisire con ulteriori analisi e informazioni aggiuntive –soprattutto di tipo dinamico – potrebbe contribuire non poco a precisare e rafforzare le indicazione emerse dalla nostra analisi.

Sulle questioni relative al coordinamento e al ruolo che le società IH possono svolgere al riguardo, si è visto come la valutazione,da parte delle IH dei benefici del coordinamento ecceda significativamente quella dei costi che esso comporta. Si è anche potutostabilire quali siano i benefici e i costi maggiormente considerati dalle società IH. Si tratta di un’informazione che può essereutile anche per definire l’orientamento da dare alle forme specifiche e ai contenuti del coordinamento. Si è poi cercato di valutare l’esistenza di una relazione tra tre fenomeni: la performance del settore IT a livello locale, il grado dicoordinamento tra attori pubblici, il ruolo svolto dalle società IH. Sulla base degli indicatori da noi costruiti abbiamo verificatoanzitutto l’esistenza di un’apparente positiva correlazione tra grado di coordinamento e performance IT e, inoltre, l’influenzadelle società IH tanto sul grado di coordinamento quanto sulla performance IT. Anche questo risultato – che va interpretato, soprattutto, come rappresentativo di attendibili tendenze strutturali potrebbeessere rafforzato, disponendo di una più ampia quantità di dati, soprattutto in serie storica. Infine, abbiamo stimato l’effetto che le società IH possono avere sul settore IT a livello locale attraverso una loro specifica attività:quella che si concretizza nelle esternalizzazioni.

L’analisi econometrica porta alla conclusione che un ammontare relativamente limitato di esternalizzazione è sufficiente peraccrescere di una unità l’occupazione nel settore IT locale. Si tratta quando si inseriscano, come è opportuno fare, i necessaricontrolli di poco meno di 5,000 euro. Questo è, però, un risultato medio. Un approfondimento porta alla conclusione che glieffetti sull’occupazione dell’esternalizzazione tendono a essere marcati, al di là delle medie, soprattutto nelle regioni in cui isettori IT hanno un elevato grado di sviluppo anche se non sono in una fase di piena maturità. Il significato di questo risultatoe il suo ambito di validità sono stati illustrati nel testo.

In conclusione, tutti questi risultati – ed in particolare quelli relativi al coordinamento e all’impatto sul settore IT locale –dovrebbero contribuire a definire un quadro più completo e più documentato non soltanto del modo nel quale le società IHoperano e del loro rapporto con il mercato, ma anche, e principalmente, dei vari modi nei quali esse possono incidere sullecondizioni dello sviluppo economico e sociale dei territori nei quali sono inserite.

CONCLUSIONI

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Figura 1.1 Figura 1.2 Figura 1.3 Figura 1.4Figura 1.5 Figura 1.6 Figura 1.7Figura 1.8Figura 1.9 Figura 1.10 Figura 1.11Figura 1.12Figura 1.13Figura 1.14Figura 1.15Figura 2.1Figura 2.2Figura 2.3

Figura 3.1Figura 3.2

Figura 3.3

ELENCO FIGURELe società ICT IH nelle Regioni e Province AutonomeAssetto proprietario dell’inhouse 2009Andamento fatturato 20052009 (migliaia di euro)Incremento % fatturato aggregato 20062009 rispetto all’anno precedenteUtile ante imposte 2009 (migliaia di Euro)Numero di addetti 20052009Costo medio del personale 2009 (migliaia di euro)Composizione del personale 2009Piano industriale: settori interessatiPiano industriale: funzioni interessateSettori attività IHFunzioni attività IHProfessionalità offerteAmpiezza delle professionalità e dei prodotti e servizi offerti.Rappresentazione grafica delle due variabili considerate nell’analisi per clusterCosti e benefici del coordinamento nella valutazione delle Società IHVantaggi derivanti dalla presenza della società IHIndice di coordinamento e indice di performance IT delle Regioni italiane e contributo “potenziale”delle società in house Imprese e addetti Software e assistenza tecnica in Italia, per tipologia, 19952007Dimensioni medie delle imprese (numero medio addetti) e investimenti lordi in beni tangibili delle impreseSoftware e assistenza tecnica, 19952007L’impatto locale delle società IH sul settore IT: valore del fatturato esternalizzato necessario a creare 1 addetto aggiuntivo nel settore IT

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ELENCO TABELLERegioni che dispongono di una (o più) Società ICT IHL’età delle IHCompagine societaria (2009)InternazionalizzazioneCaratteristiche medie per clusterAutovalutazione dei vantaggi connessi alla presenza delle IH (media per cluster)Ruolo nel coordinamento e autonomia delle società IH nelle relazioni con gli EELL (n. società IH)Fatturato esternalizzato delle IH in Italia

Tabella 1.1Tabella 1.2Tabella 1.3Tabella 1.4Tabella 1.5Tabella 1.6Tabella 2.1Tabella 3.1

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