La fine di un’altra estate nonostante tutto

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Spedizione in A. P. Tabella B - Autorizzazione DCB/KR/79/2004 - Valida dal 22.03.2004 In caso di mancato recapito si restituisca al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa Lafinediun’altraestate... nonostante tutto Mensile - Anno X n.6 - Giugno - Settembre 2004 - euro 1.50

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La fine di un’altra estate...nonostante tutto

Mensile - Anno X n.6 - Giugno - Settembre 2004 - euro 1.50

Dattiloscritti, foto ecc.. anche se non pubblicati non sirestituiranno. Sono gratuite (salvo accordi diversamen-te pattuiti esclusivamente in forma scritta) tutte le colla-borazioni e le prestazioni direttive e redazionali. Gli arti-coli possono essere ripresi citandone la fonte.Gli articoli pubblicati riflettono il pensiero dei singoliautori i quali si assumono la responsabilità di fronte allalegge.

Registrazione Tribunale di Crotone:n. 75 del 17.10.1996 - decr. 16.10.2003Pos. n° 6525 Registro Nazionale Stampa

Direttore: Pino FabianoDirettore Responsabile: Carmelo Colosimo

Editore: Associazione Culturale Cotroneinformac.p. 53 - 88836 Cotronei [KR]

Direzione, redazione e amministrazioneVia Circunvallazione silana - c/o Centrodi Aggregazione Sociale - Cotronei [KR]

htpp://www.arealocale.com - e-mail: [email protected] 1782731963 - ICQ#: 161382587

Hanno collaborato a questo numero:Simone Arminio - Gregorio Colaci

Carmelo Colosimo - Pino Fabiano - Alberto FicoSpartaco Fontana - Gino Grassi - Andrea PesaventoRosario Rizzuto - Giovanni Rosa - Nicola Zitara

Stampa: Kroton Grafica

som

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rio 2 In questo numero

Disciplina sulla tutela delle persone

e di altri soggetti

rispetto al trattamento dei dati personali.

La Legge 31/12/1996 n. 675 dispone fra l’altro che la comunica-

zione e la diffusione dei dati personali sono ammesse con il consenso

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I dati non saranno ceduti a terze parti.

RADICI LA PRESENZA DEL CER-VO NEL CROTONESE

anno X n. 6 [nuova serie]

Giugno-Settembre 2004

NON SI E’ VECCHIOQUANDO...

meridiani - pag. 13

AMPOLLINO SOUND

ultrasuoni - pag. 22-25

In copertina: elaborazione grafica di Gino Grassi

Statistiche e griglie pagine elezioni: Spartaco Fontana

attualità - pag. 14-21

L’INFORMAZIONEDAL TERRITORIO

historia - pag. 8-9a sud - pag. 6-7

LA VALLE DEL TACINA

economia e lavoro - pag. 12

editoriale - pag. 3

IL RINNOVO DELLAPROVINCIA DI CROTONE

elezioni - pag. 26-31

COTRONEI E PETILIA

historia - pag. 10-11

polis - pag. 4-5

HANDICAP - ACQUAFINE ESTATE

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Il 27 agosto Enzo Baldoni e’ stato ucciso.

Enzo Baldoni, collaboratore di ‘Diario’, era scomparso lo scor-

so 19 agosto sulla strada tra Baghdad e Najaf. Dopo giorni di

silenzio sulla sua sorte, la televisione al Jazeera mandava in

onda un video con le immagini di Enzo Baldoni: la certezza del

rapimento. A rivendicarlo era l’’Esercito islamico dell’Iraq’ che

in un comunicato lanciava un ultimatum al governo italiano.Quarantotto ore di tempo per ritirare le truppe dall’Iraq altrimen-

ti per Baldoni nessuna speranza.

Il tragico epilogo. Enzo è stato ucciso, perchè l’esercito di occu-

pazione non vuole ritirarsi, la guerriglia islamica alza il tiro ed il

sangue scorre, scorre inesorabile in questa nuova epoca di

miserie, stupidità e follia umana.

La stagione turistica dovrebbe rappresentare una boccata di ossigeno per l’economia della nostra provincia. Nonriesce, tuttavia, a diventare un punto di forza reale in termini di occupazione e di ricchezza complessiva. Lepolitiche per il turismo navigano a vista, tra emulazioni imperfette di altre regioni [storicamente protese allo sfrut-tamento turistico] e grandi proclami da spendere principalmente nelle varie tornate elettorali.I dati sono incontrovertibili, e la dicono lunga sulle strategie degli assessorati, dei consorzi, dell’azienda di promo-zione turistica e di quanti sono preposti al settore.Nello scorso anno il movimento turistico nella provincia di Crotone, ha subito una flessione del 18.43 per centodelle presenze rispetto al 2002 e del 4.92 per cento degli arrivi. Complessivamente le presenze nel 2003 sonostate pari a 602.747 contro le 713.881, mentre gli arrivi 102.691 contro 107.753.Se poi il dato viene confrontato con quello di dieci anni fa è ancora peggio: nel 1993 le presenze furono pari a714.097.Per la stagione in corso, che ormai volge al termine, si teme che il bilancio complessivo risulterà ancor piùnegativo, sia perché è l’intera stagione turistica italiana che sembra subire un calo e sia per colpa dell’euro che haridotto la gente senza troppi denari da spendere.Nella nostra provincia, inoltre, bisogna aggiungere che è mancata una pianificazione della stagione turistica,poiché si votava per la Provincia [e dunque è venuta meno la presenza di un assessorato strategico] e tutti gliamministratori dei comuni sono stati “disperatamente concentrati” sulla campagna elettorale.Il risultato sarà quello di una stagione turistica austera nella quantità e nella qualità delle iniziative realizzate.Alla fine, per quelli che saranno stati i turisti, studenti ed emigrati arrivati, non possiamo che dare un consiglio:prendetela con filosofia, perché la nostra provincia, nonostante tutto, è una gran bella terra e che merita, almeno,di essere apprezzata e rispettata per quello che riesce a regalare, per il suo mare, la sua montagna, la gastrono-mia, la cultura, le tradizioni ed il patrimonio umano.Tutto il resto è demandato alle speranze del futuro!

La fine di un’altra estate...nonostante tutto

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Marco è figlio di genitori petilini emigrati aTorino.Ha venticinque anni e, se proprio voglia-mo dirlo, a Petilia non ci veniva più da quelgiorno di sette anni fa in cui la sua condi-zione fisica è mutata.Da allora, ed in seguito ad uno spiacevoleevento, le sue capacità di movimento sonoleggermente variate di prospettiva: non sibasano più sulle sue gambe ma su unapur comodissima sedia provvista di ruote.Disabile? E cosa credete che significhidisabile?Esattamente niente. Infatti Marco di abilitàcontinua ad averne fin troppe, anche inquesta sua nuova condizione.Guida la macchina con fare deciso, e persalirci o scenderne non ha bisogno del-l’aiuto di nessuno, solamente di un par-cheggio un po’ più largo.Nel posto dove abita, tutto sommato nes-sun problema, perchè un po’ per l’ammi-nistrazione comunale, un po’ per la suacombattiva intraprendenza, tutte le barrie-re architettoniche, attorno a lui, sono statevia via abbattute.Di Petilia Policastro, che Marco ricorda finda adolescente - quando veniva coi geni-tori a passarci le ferie d’agosto - ha un ri-cordo tutto sommato positivo.Certo, ha i suoi difetti, certo non sarà bel-lissima. Ma le vacanze nel verde della Sila,tra le case e le stradine di quel vecchiopaese di montagna, non erano poi cosìmale. Lui ci ritornerebbe volentieri a Petilia,non fosse altro che per un piccolo proble-ma del suo carattere: Marco odia terribil-mente il dover dipendere dagli altri.La sua vita procede benissimo così, in to-tale libertà e autonomia, e non sopporte-rebbe certo, una volta arrivato a Petilia, didover essere costantemente aiutato ascendere dalla macchina per via di quellestrade così ripide e strette.Senza contare che non avrebbe i suoi par-cheggi, e poi non potrebbe andare da soloin piazza, per via dei gradini, e della stradasconnessa dove le sue ruote rimarrebbe-ro facilmente incastrate tra due pietre.- Ci sono novità! – ha però esclamato ungiorno suo padre, leggendo la cronacapetilina sul Crotonese, che riceve per ab-bonamento.Già. I parcheggi per disabili (“ancora quel-la parola”, sospirava Marco) adesso cisono, e qualche barriera architettonica, al-meno in piazza Filottete, è stata eliminata.Marco prende in mano il giornale, interes-sato. Legge della piazza, dei parcheggi.Poi, giorni dopo, scopre anche della nuo-

ESSERE DIVERSAMENTE ABILE

va area pedonale serale istituita a CorsoGiove, e decide che per una volta potrebbe

fare contenti i genitori ed andare in vacan-za con loro.Avrebbe rivisto qualche vecchia amiciziaestiva e, grazie all’area pedonale, sareb-be di nuovo potuto di nuovo stare anche luiqualche serata “jettatu aru castiaddru”, chenon è niente di così emozionante di per sé– pensa sorridendo - ma in fondo un po’gli manca.Marco arriva a Petilia. I parcheggi ci sonosul serio, e in piazza Filottete può finalmen-

te andare anche lui, senza bisogno di es-sere aiutato da nessuno.Però, andiamo! Con tanti parcheggi dispo-nibili in piazza, spaziosi, in pianura, e ripa-rati dal traffico, ai diversamente abili dove-vano proprio assegnare quello che dà sucorso Roma, stretto, in discesa, e circon-dato da macchine a sinistra e dal baratro adestra??Tempo di saltare sulla carrozzina che sisarebbe trovato direttamente dentro la ve-trina del bar dello zio Ciccio.E poi, come diavolo pretendevano che po-tesse scendere dalla macchina, lui, soprala sua carrozzella, quando le macchine glisfrecciano a due centimetri dallo sportel-lo? Dov’è diavolo è lo spazio per lacarrozzella?- Quel parcheggio è una presa per il culo –pensa.Lui in piazza può andarci, il parcheggio ri-servato ce l’ha, ma non può scendere dal-la macchina!!! Petilia, nonostante gli inten-ti, resta un paese vivibile solo per chi siregge su due gambe, e Marco, stiamo si-curi, non ci ritornerà più.Ma questa è solo una banale storiella in-ventata: noi “abili” però ogni tanto, e so-prattutto quando disegniamo i parcheggi,sforziamoci a pensare un po’ con le rotel-le.

Simone Arminio

In edicola ogni giovedì a Roma e Milanoe venerdì in tutta Italia

CARTA CantieriSociali

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“Ma l’acqua gira e passa […]; ottusa e in-differente cammina e corre via, lascia unascia e non gliene frega niente”. Pensieridel buon Guccini quanto mai azzeccati,perché l’acqua, sostanzialmente, percor-re la sua strada senza farsi troppe storie.E non gliene frega niente di tutto il resto,neanche delle centinaia di persone diTrepidò, San Giovanni in Fiore e Cotroneiche, nei giorni 22-23-24 agosto, sono sta-te colpite da gastroenterite.Gli ospedali di S. Giovanni e Crotone, leguardie mediche e le farmacie sono stateprese d’assalto: situazioni surreali chefanno però capire quanto si diventa vulne-rabili attraverso il consumo del bene piùprezioso appartenente all’umanità: l’ac-qua.Proprio l’acqua [dell’acquedotto dellaRigola] è stata la causa accertata dell’epi-demia.Si tratta chiaramente di un fatto di un’estre-ma gravità. I polveroni sollevati non rendo-no, al momento, giustizia dei danni subiti.Entrando nei fatti, il sindaco di Cotronei,prima ancora di conoscere gli esiti delleanalisi batteriologiche delle acque, ha datodisposizioni di diffondere a Trepidò la noti-zia, attraverso gli altoparlanti di un’automo-bile, della potabilità dell’acqua, forse pre-so dal panico nel vedere flotte di turisti incoda alla guardia medica. Il buon sensoavrebbe suggerito il contrario, ovvero vie-tarne il consumo potabile in modocautelativo, in attesa degli esiti delle anali-si.Tutta l’opera mediatica, condotta dallo stes-so sindaco nei giorni successivi sulle te-levisioni e sui giornali locali, hanno un si-gnificato logico, forse anche giusto, vale adire smontare un caso che, in termini diimmagine, può dare il colpo di grazia aduna località turistica già fin troppo soffe-rente.Non sappiamo, però, fino a quale puntopotevano attecchire le rassicurazioni, an-che perché il Dipartimento di Prevenzionedell’Asl n.5 di Crotone, a seguito delle ana-lisi effettuate dal Presidio Multizonale diPrevenzione di Catanzaro, in data 27 ago-sto dava comunicazione del non utilizzodell’acqua per uso potabile.Le analisi batteriologice, risultate dai pre-lievi effettuati [seppur dopo la clorazionedell’acquedotto], hanno appurato la pre-senza di coliformi. Il sindaco continua aripetere che riguardano tracce di colibatteridi natura ambientale e non batteri prove-nienti da infiltrazioni fognarie. In ogni casosono analisi su campioni di acqua cloratae prelevata nei giorni successivi all’epide-mia: questo è un dato incontrovertibile.Inoltre, la contaminazione dell’acqua si as-socia con la manifestazione digastroenteriti (per il fatto che hanno un tas-so di attacco elevato: 50% degli esposti),

ma non bisogna dimenticare che vi sonoaltre patologie trasmissibili, molto più pe-ricolose per la salute pubblica e che ven-gono fuori dopo qualche mese. Non èallarmismo, ma un rischio intrinseco aquanto è successo, e sarebbe forse il casodi attivarsi per un’opera di prevenzione sa-nitaria [semmai esiste] attraverso l’Asl diCrotone.Purtroppo o per fortuna, questa storia del-l’acqua ha scoperchiato un altro bubboneche soltanto con il prosciutto sugli occhi èimpossibile vedere. Trepidò, con i suoi vil-laggi e le innumerevoli case sparse neiboschi, è pieno di merda [consentite il ter-mine poco ortodosso], che affiora da ogniluogo, e dove persino il depuratore [costru-ito per non essere utilizzato] scarica le fo-gne a cielo aperto che, a loro volta, finisco-no prima nel lago Migliarite [dunque nelParco Nazionale] e poi nel Tacina.Questa realtà, per quanto paradossale, èstata documentata efficacemente dalle te-lecamere di Enzo Condelli al seguito delconsigliere comunale di minoranza TonySilvestri, e trasmessa sull’emittente loca-le Tele Diogene nella giornata di sabato

28 agosto. Im-magini come unpugno nello sto-maco, che portanoallo sdegno ed al ri-sentimento, provocanovergogna, aprono abissinelle emozioni e nei pensieri.Perché succede tutto questo in un postotanto bello, in una montagna che il mondointero ci invidia?E’ il prezzo che si paga perun’urbanizzazione senza limiti, e che con-tinua nella sua espansione nonostantetante case recano, ormai, un triste cartellodi “vendesi”. Troppo cemento, troppo mo-vimento terra, insufficienti le opere prima-rie di urbanizzazione e gli scarichi fognaripropongono i miasmi pestilenziali come“alternativa turistica” all’aroma beneficodella resina sprigionata dal pino loricato.Parlare di questo non deve essere intesocome speculazione ideologica: non si staasserendo che le fogne vanno nell’acque-dotto. Ci sono, sono evidenti, rappresen-tano un potenziale rischio per gli acque-dotti e di pericolo per la salute pubblica deituristi e dei cittadini residenti a valle diTrepidò.A questo punto, le istituzioni, a tutti i livelli,hanno il compito di intervenire, immedia-tamente perché, dopo questo episodio,l’acqua di Trepidò e Cotronei [ma, in parte,anche di S.Giovanni] non può più conside-rarsi sicura.I cittadini non devono abbassare la guar-dia. Ma anche i politici devono fare la loroparte, riaprendo [dal letargo post-elettora-le] le sezioni di partito, per discutere, percreare momenti di coinvolgimento popo-lare e per la definizione di una politica del-l’acqua a livello locale utilizzando gli stru-menti della democrazia partecipativa.E’ necessario un presidio democraticopermanente per fare emergere i bisogniprimari della popolazione: l’acqua ed il ri-spetto del territorio vengono prima di tuttigli altri.Pertanto: gli scarichi provenienti dainsediamenti civili e produttivi non recapi-tanti in pubblica fognatura devono essereraggiunti dalle apposite condutture; idepuratori di Cotronei e Trepidò devonofunzionare costantemente per lasciare avalle acque perfettamente depurate; gliacquedotti necessitano di un monitoraggioquotidiano, e la tutela dall’inquinamentodelle acque captate deve avvenire attraver-so un sistema di potabilizzazione; predi-sponendo, infine, l’attuazione di piani d’in-tervento per il risanamento ed il migliora-mento della qualità delle acque destinateal consumo umano e per la bonifica delterritorio.

[29.08.2004]

Acqua come elemento di democrazia

Pino Fabiano

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Nicola Zitara

RADICI

opo l’ingresso nella Comunità Eu-ropea e nel sistema della monetaunica, in Italia si è allargata la frat-

tura già esistente tra l’area meridionale eil paese restante. Oggi siamo al punto cheil Centronord gode di una situazione di pie-no impiego della forza lavoro e delle risor-se finanziarie (le sue e le nostre), mentreal Sud le risorse bastano appena a finan-ziare gli sbocchi dell’apparato produttivocentrosettentrionale ed europeo. Il livellodisoccupazionale ha, poi, superato gli in-dici raggiunti nel 1880 e nel 1946, prima

dei due esodi epocali che spinsero fuoridalla sua terra un terzo della popolazione.Ma a quelle due date tutto il paese se lapassava male, cosicché lo Stato potevausare il malessere generale come alibidella sua cattiva volontà.Oggi le cose stanno diversamente, cometutti vediamo. A questo punto non è più ilcaso di domandarsi se l’Italia rappresentiuno stato unitario, o non sia la somma diuno Stato dominante e di una colonia. Sa-rebbe una domanda sciocca. Non c’è ma-scherata democratica ed egualitaria chetenga, non c’è patrio romanticismo che reg-ga: l’unità italiana è stata, ed è tuttora, unatruffa. E’il momento che il Sud badi ai fatti

propri, altrimenti finisce peggio di quantola stessa fantasia riesca a immaginare.D’altra parte, alcune alleanze del passatotra settori sociali del Sud con il Nord sonostate sbaragliate dagli eventi.

In passato, oltre che sull’ideologia dell’ap-partenenza a una sola identità nazionale,il legame sbilanciato tra le due Italie si reg-geva su concreti interessi di classe. All’ori-gine dello Stato, in un momento in cui lebaionette dell’esercito sabaudo eranol’unica forza efficiente contro i contadini in

rivolta, il legame si stabilì tra padronatotoscopadano e padronato duosicilano. Sisuole affermare che i due padronati fos-sero entrambi di natura fondiaria, con ladifferenza – si diceva e si dice ancora - cheil padronato toscopadano era aperto allamodernità e quello meridionale era d’in-dole feudale. L’affermazione è vera, peròrimane volutamente alla superficie dellecose.Il padronato fondiario dominava gli am-bienti politicamente più attivi sicuramentenel Lombardo-Veneto, ma non più in Ligu-ria e Piemonte, dove Cavour aveva fattoemergere, aiutandoli sottobanco, i settoridella speculazione finanziaria. Fatta l’uni-

tà, la speculazione ligure e piemonteses’incontrò e s’intese con la speculazionetoscana, in cui avevano una parte impor-tante i grossi latifondisti come BettinoRicasoli. I soldi per sostenere la secondaguerra cosiddetta d’indipendenza, cheCavour si era visto negare da Rothschild,arrivarono dalla Toscana, ufficialmente dadue banchieri livornesi. Dietro c’erano,però, i grandi proprietari fiorentini e la di-plomazia inglese. Fino all’ascesa al go-verno di Francesco Crispi nel 1887-1888e all’ingresso della classe industriale nel-

la stanza dei bottoni, il governo dell’Italiaunita rimase per 28 anni nelle mani deifinanzieri e degli intrallazisti liguri e tosca-ni, a cui si erano accodati in posizione su-bordinata prima quelli lombardi e poi l’ari-stocrazia nera di Roma capitale.

Al tempo dei Borbone, solo in Sicilia i pro-prietari di ascendenza feudale conserva-vano un largo peso politico e sociale.L’identica cosa non avveniva a Napoli enelle province di qua dal Faro. Il governoborbonico non era tenero con i proprietari;non li favoriva. I sui favori andavano inveceagli industriali, agli armatori, ai mercanti;la sua predilezione andava ai contadini

Il Reale Opificio Meccanico e Politecnico di Pietrarsa - 1840

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poveri. Il sistema commerciale, industria-le, finanziario napoletano era il più avan-zato e il più solido nell’Italia di metà Otto-cento. Conquistata Napoli, Cavour fece inmodo che in appena pochi mesi ogni atti-vità fosse distrutta. Il fine nascosto, e per-seguito usando al suo solito l’ipocrisia li-berale, era di favorire il ritorno sulle piazzemeridionali dei finanzieri toscopadani, chei Borbone avevano precedentemente al-lontanato.Dall’estate del 1860 all’inverno del 1861,al Sud fu fatta tabula rasa. Quindi, è impro-prio parlare di una base politica dell’unitàfondata sul padronato toscopadano e sulpadronato meridionale. Il blocco agrariofu una conseguenza della distruzione del-l’industria napoletana ed ebbe forma trian-golare: (uno) il padronato meridionale im-paurito dalla rivolta contadina (due) l’eser-cito sabaudo chiamato a reprimerla (tre)gli intrallazzisti liguri e toscani al governo,a portare avanti la speculazione sul dana-ro pubblico con il consenso del parlamen-to. Al momento dell’unità circolavano in Ita-lia monete per un valore corrispondente apoco più di un miliardo di lire. Di esse, 670milioni appartenevano alle Due Sicilie.Il massimo credito al commercio effettua-to nei vari Stati era quello del Banco delleDue Sicilie, con oltre 100 milioni di sconticambiari annui. Quindici anni dopo, la ban-ca ligure-piemontese (per giunta, una ban-ca privata, ma protetta dal governo italia-no), aveva già ingozzato tutto l’oro circo-lante e faceva operazioni creditizie per seio settecento milioni, concentrati all’80 percento in Piemonte, Liguria e Lombardia,emettendo cartamoneta per un miliardo emezzo, di cui seicento milioni a titolo priva-to.

La subordinazione al Nord della borghe-sia terriera meridionale si fece più esplici-ta in una fase successiva, intorno al 1890.Il crollo della rendita - un portato della cre-scita industriale - ridusse a mal partito gliantichi e i nuovi proprietari. Ma in un paesedove il potere cominciava a essere deter-minato dal voto popolare, non potendo farea meno del sostegno elettorale del Sud, il

governo degli industriali padani dovette te-nere in piedi l’apparato politico preceden-te. Lo fece aprendo le porte del pubblicoimpiego ai figli dei padroni impoveriti. Il fa-scismo e il clientelismo partitocratico epostfascista vanno inscritti in tale corsopolitico. L’ingresso in Europa ha sfondatoanche questo sistema. Il Sud, dopo averperduto l’indipendenza, dopo essersi fattoalleggerire del patrimonio costruito nei se-coli, ha perduto anche l’elemosina clien-telare. E non c’è Ciampi al mondo, né Innodi Mameli che possano riportare indietrola situazione.

Ma fallito lo Stato, la nazione rimane, sì ono? E’incredibilmente difficile dare una de-finizione di nazione. Non è la stessa cosadella famiglia. La famiglia ha una base na-turale che risiede (ancora) nella legge bio-logica della continuazione della specie. Ciòche in essa c’è di storico, per esempio glianelli al momento del matrimonio, il privi-legio ereditario dei figli, ecc., è un contornoconvenzionale del fatto naturale. Anche lanazione appartiene alla natura umana, inquanto l’uomo è un animale che vive ingruppo. Ma il legame non viene dalla natu-ra, o non viene più dalla natura, dall’istinto,dalla paura, dal mutuo bisogno di soste-gno, dalla solidarietà.Viene dalla cooperazione nel lavoro e nel-la produzione, dagli interessi comuni in oc-casione dello scambio con altri gruppi so-ciali. In linea di massima, le dimensioni diuna nazione sono connesse alla produ-zione, allo scambio, alla storia politica.Tutte cose che cambiano nel tempo. Infattioggi che gli scambi internazionali non tro-vano che deboli freni nelle frontiere nazio-nali e la spinta agli scambi prevale su tuttele volontà politiche contrarie - il crollo dellaRussia sovietica ne è la prova rumorosa erovinosa per quelle popolazioni - parliamodi globalizzazione.

La nazione che noi conosciamo deriva lasua attuale dimensione dai regni feudalidi Francia e d’Inghilterra. Secondo alcunistorici la dimensione del Regno di Franciacorrispondeva a una base contributiva suf-

ficiente a mante-nere il re, la corte,l’amministrazionee l’esercito in armi.A queste esigenzegenerali, l’Italia del1860 aggiunse l’esi-genza specifica di pa-gare anche la formazio-ne dell’industria moder-na.

La gente ha pagato, l’Italia è stata fatta,ma la nazione, se mai c’era al tempo diMazzini fra gli intellettuali e i mercanti, ogginon c’è più. L’Italia-una, realizzata con lospirito degli usurai e degli usurati si è dis-solta ad opera municipalismo padano.Dopo aver fatto i comodi degli speculatori,i comodi degli industriali, i comodi dei ge-nerali, i comodi della Banca d’Italia, ades-so dovremmo fare i comodi anche di Bossi.Mi pare troppo. Troppo per tutti.

Al tempo d’oggi, lo Stato altro non è chel’amministratore delegato di un’azienda-nazione. Tutti abbiamo capito che, nel-l’azienda-Italia, lo Stato si serve dei meri-dionali come se fossero l’indotto dell’azien-da-Italia, degli esterni poco remunerati, sucui la fabbrica addossa i suoi supercosti.La RAI, Mediaset, Mike Buongiorno, ForzaItalia, l’Ulivo non riusciranno a fare ciò chenon è riuscito a Mazzini e a migliaia di altri,che se peccarono in preveggenza, nonpeccarono sicuramente per mancanza digenerosità e disinteresse. La pulizia del-l’animo, la nobiltà dell’intento è un meroricordo, un’ideologia strumentalizzata da-gli usurai. Oggi, il più solido legame traSud e Nord sono i soldi della mafia. Il re-sto conta poco o niente.

Prima che i fratelli diventino coltelli, èmeglio che ce ne andiamo. Il Sud ha tuttoquel che occorre per essere la patria cheoccorre ai nostri cuori, al nostro lavoro, alfuturo dei nostri figli. Ha tutto, meno il co-raggio di divorziare. L’uomo e la donna cheperdono la famiglia da loro stessi creata,tornano dalla madre, alla famiglia d’origi-ne, per attingere alle vecchie radici la linfache deve aiutarli a vivere. Le vecchie DueSicilie non erano il miglior Stato del mon-do. Erano però il nostro Stato, la nostraindipendenza, lo spazio della nostra iden-tità economica e culturale. In te ipsum redi,

torna in te stesso e avrai la forza di essere,dice Sant’Agostino. Ma io voglio ridirlo conun linguaggio da bettola. Finiamola conquesta puttanata, che ci fa apparire a noistessi ottusi, ignoranti, barbari, balbuzien-ti, brutti, pelosi, incivili, asociali, malavitosi.Se la televisione vuole divertire, usa un at-tore che ha l’accento pugliese. Se vuolemostrare un delinquente, lo fa parlare sici-liano. Se gli serve un tipo brutale, gli mettein bocca l’accento calabrese. Siamo alpunto che una persona si vergogna di con-fessare d’essere nata a Reggio o di avereun padre palermitano. E’proprio l’ora di ri-trovare le radici. Aspettare è delittuoso.

Rocco Scotellaro

L’uva puttanellaContadini del SudLaterza

L’uva puttanella è il romanzo autobiogra-fico al quale Scotellaro lavorò dal 1950alla morte, nel 1953. Contadini del Sud èil primo risultato di un vasto programmadi esplorazione del comportamento cul-turale, religioso, sociale dei contadini me-ridionali, dei quali Scotellaro fornisceun’immagine non deformata dall’uso diastratte tecniche di ricerca.

La presenza del cervo in epoca sto-rica, non solo nel territorio provincia-le di Crotone ma anche nell’intera re-gione calabrese, è messa in dubbioda Armando Lucifero. Il nobilecrotonese all’inizio del Novecentodopo aver affermato, che “questo ru-minante non abitò mai la nostra regio-ne nell’epoca storica, e possiamosoltanto annoverarlo fossile”, avan-za anche l’ipotesi che i pochi “avanzifossili, cui il maggior numero è rap-presentato da oggetti d’uso di popolipreistorici”, potessero essere statitrasportati in Calabria da altre regio-ni1.Di diverso parere è Gabriele Barrio,storico piuttosto controverso e nonsempre ben informato, il quale affer-ma con certezza che tra la selvaggi-na, che abbondava nei boschi dellaCalabria alla metà del Cinquecento, viera ancora il cervo. Nella sua operainfatti si legge: “ Venatio ibi etaucupium nobiles sunt et variae, nammultigenae quadrupedes stabulantur, et alitesnidificant, ut apri, cervi, capreae, lepores, vulpes,lynces, lutrae, sciuri, martes, meles, viverrae,istrices, herinacei, testudines, tum aquaticae, tumterrestres, glires”2. Per altri scrittori questa af-fermazione, almeno per l’altopiano silano, era daprendere con il dubbio della verifica, mentre perquanto riguardava la presenza stanziale del cer-vo nell’area boschiva nel Pollino, era data persicura fino a pochi decenni fa3.

Un animale mitologicoFin dall’antichità il cervo fu oggetto di culto. Per isuoi palchi di corna, che in primavera si rinnova-no, fu considerato il simbolo della vita che dicontinuo risorge e si rinvigorisce. Anche per talemotivo fu spesso associato al culto solare e lesue corna assimilate ai raggi. Per la mitezza,dolcezza, forza, agilità e maestosità comparespesso in araldica come simbolo di nobiltà. NelMedioevo era la preda più ambita dai cacciatori ela sua caccia fu esclusivamente un privilegioriservato all’aristocrazia, che la esercitava al paridi un combattimento bellico con lunghi insegui-menti a cavallo ed utilizzando a seconda del tempoi cani, l’arco, la balestra e le reti. Per le sue qua-lità e perché ritenuto nemico dei serpenti veleno-si e quindi anche del peccato, il cervo fu assun-to a simbolo positivo dal Cristianesimo, che loassimilò all’immagine del Cristo perseguitato in-giustamente, come bene evidenzia l’episodio diSant’Eustachio. Per tutte queste ragioni durantel’antichità ed il Medioevo fu tra gli animali selvaticiquello più caro agli dei ed ai santi e fu spessooggetto di protezione contro la spietata cacciaesercitata dagli aristocratici e dalle popolazioniaffamate, che lo cacciavano di frodo, in quantogarantiva un considerevole apporto di carne.Di tale problematica ne abbiamo chiaro esempionella leggenda riguardante il fiume Esaro. Il fiu-me, che attraversava la città greca di Kroton,secondo una leggenda doveva il suo nome adun cacciatore che vi era affogato. Il fatto è così

La presenza del cervo (e dell’orso)in provincia di Crotone

tramandato dal Nola Molise, che lo riprende dafonti greche: “Esaro essere talmente detto da uncacciatore nominato Esaro, il quale andando inquesti luoghi cacciando appresso una Cerva,cascò dentro questo fiume, annegandosi,perilche il Fiume dal cacciatore prese tal nome”4.Secondo questa spiegazione mitologica il cac-ciatore era stato punito in quanto voleva uccide-re una cerva, un animale protetto da Artemide.La dea greca della natura e della caccia, spessorappresentata attorniata da ninfe, che scorreper i boschi su un carro tirato da cerve, munita diarco ed di frecce, ed alla quale erano sacri ifiumi e le fonti, aveva un forte legame di prote-zione con la cerva e perciò era intervenuta, pu-nendo l’attentatore.

RepertiAll’inizio del Novecento tra i cinque reperti fossilipertinenti al cervo, che si conservavano inCalabria, il Lucifero ne enumera uno in suo pos-sesso che così descrive: “un palco di corno (dicervo comune), oggetto di dubbia determinazio-ne intorno al suo uso, scoperto a poca distanzada Cotrone, ad un metro o poco più di profonditàin un terreno scassantesi per vigneto di perti-nenza dei signori Morelli, e dal compianto cav.Gaetano gentilmente donatomi”5. La presenza delcervo in età neolitica nel territorio di Crotone èstata anche di recente accertata e documentatain maniera scientifica.Dall’analisi dei resti della fauna di un sito archeo-logico, risalente al medio ed al tardo periodo ne-olitico, circa 4000 a.C., esistente in località CapoAlfieri, in territorio di Crotone, tra gli animali sel-vatici sono stati trovati oltre al lupo ed alla volpeanche resti di “Cervus Elephus, Linn” (cervo ros-so)6. Un utensile in osso di cervo d’epocamagnogreca, utilizzato forse per incidere il rame,è conservato tra i reperti del museo archeologi-co di Crotone. La presenza del cervo e dell’orsoin periodo greco - romano sembra inoltre conva-lidata dal ritrovamento in territorio crotonese d’al-

cuni frammenti di un piccolo altare(arula) fittile, depositati nel museo diCrotone, che mostrano lotte tra ani-mali e precisamente scene di cerviassaliti da orsi. E’ evidente che l’arti-giano per poter raffigurare così benei due animali selvatici, doveva aver-ne diretta conoscenza. Questa pro-veniva dalla presenza dei due ani-mali nei vicini boschi.

La toponomasticaLa toponomastica ci mostra ancoraoggi, che nei tempi antichi il cervo el’orso popolavano i boschi di Calabria.Numerosi toponimi, che richiamano laloro esistenza, costellano il territoriocalabrese, specie la sua parte piùmontuosa, impenetrabile e forestale.Essi sono l’indice più sicuro per di-mostrare come l’ambito, in cui questidue animali erano presenti, è statoanticamente molto vasto, ma che inetà storica si è andato restringendoad aree forestali ristrette, difficilmente

penetrabili dall’uomo, il più pericoloso predatore.Limitando la nostra ricerca toponomastica allaSila ed alla Presila, troviamo in Sila i toponimi:“Cervo”, detto anche “Timpone del cervo”, e “Ser-ra dei Cervi” in località “Macchia Sacra” ( BotteDonato), “Cervonello” e “Cerviolo” presso il monte“Pettinascura”, Cervinolo affluente del fiumeLese, “Campo de’ Cervi”7 ecc. e “Orsara” vicinoal bosco di Tafuri presso Parenti, Serra d’Orsovicino Cozzo Cacanella (Conflenti) ed Ursarapresso Rossano8 . Nella presila, non molto lonta-no dal territorio provinciale crotonese, abbiamo ilcomune di Cerva, un abitato ripopolato nel 17169

e la località “Ursiello” in territorio di Sersale.Toponimi riguardanti l’orso ed il cervo sono pre-senti anche nel territorio della provincia diCrotone: la località detta “Macchia dell’Orso” è interritorio di Mesoraca; “Manca del Cervo” in quellodi Petilia Policastro e “Cervinello” in territorio diCotronei, tutte e tre le località sono situate pres-so la folta foresta del monte Gariglione. Nel pas-sato i toponimi riferiti al cervo e all’orso in territo-rio crotonese dovevano essere più numerosi,come documenta un antico documento, che de-scrive i confini della terra di Mesoraca, allegatoad un atto notarile dell’inizio del Seicento. Si leg-ge: ” .......Et feriunt ad vallonem qui dicitur CaputAlbi et ascendunt per ipsum vallonem ad crucemviam S. Mariae de Monte et per ipsam viampublicam ascendunt ad petram, que dicitur deCervo deinde descendunt vallonem de Cervo adflumen Croque et ascendunt per ipsum…. “10.

Documentazione agiografica e storicaPur non avendo a disposizione molte fonti, pos-siamo affermare la presenza del cervo e dell’or-so in Calabria durante l’alto medioevo. Convali-da questa nostra certezza alcuni episodi trattidalla vita di santi vissuti nell’evo bizantino e pre-cisamente negli ultimi secoli del primo millennio.Anche se gli scritti agiografici, che li riguardano,sono stati compilati dopo la loro morte e con loscopo di un uso liturgico e panegirico, essi ci

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Andrea Pesavento

offrono utili elementi, che ci permettono di pene-trare una realtà così sconosciuta. E’ questo unperiodo storico in cui le comunità eremitichecalabro- greche cominciano a colonizzare le fol-te ed estesissime aree boschive, che attornianoi loro piccoli e modesti cenobi. In quest’opera diutilizzo delle risorse naturali e di dissodamento edi messa a coltura di piccoli suoli, che sono toltialla selva, essi entrano in contatto con gli animaliselvatici. La convivenza risulta spesso difficile,anche se non trascende mai nello scontro cruen-to. Nel bios di Sant’Elia Speleota, detto ancheSant’Elia di Reggio o “Lo Speleota”, è narrato unavvenimento che ha per protagonista un’orsa.L’animale veniva saltuariamente a rubare il miele,che i monaci della spelonca di Melicuccà produ-cevano con il loro lavoro quotidiano. I furti pro-seguirono finché un giorno il santo affrontò l’ani-male e lo rimproverò aspramente, minacciandolodi incorrere nell’ira di Dio, in quanto toglieva ilvitto a monaci, che erano sotto protezione divi-na11. Un episodio simile, anche se con protagoni-sti diversi, si trova nella vita di San Nicodemo diMammola. In questo caso i monaci avevanodissodato e messo a coltura un piccolo terrenoadiacente al monastero di Cellarano. Poiché unacerva di continuo usciva dalla vicina selva e in-vadeva il seminato, vanificando il lavoro dei mo-naci, il santo l’affrontò agitando un bastone e daallora l’animale non comparve più12

Per quanto riguarda l’orso non abbiamo alcundocumento che ci permetta di affermare la suapresenza sul territorio crotonese in età medie-vale; considerazioni diverse valgono per il cer-vo.Dall’analisi di un’esigua, ma sufficiente, docu-mentazione possiamo affermare, che la presen-za del cervo nel territorio provinciale di Crotoneproseguì fino alla fine del Medioevo. L’animalenon solo era frequente nella presila ma anchenelle foreste e nei boschi della pianura e pressola marina.Nei privilegi della chiesa di Isola concessi, o con-fermati, al vescovo isolano Luca dal re di SiciliaRuggero II verso la metà del Dodicesimo secolo,troviamo che il presule aveva diritto “etiam pelliumdecimas, venatorum, cerborum porcorum,carnium capreorum vulpium pellium silvestrium”.Il documento giunto a noi in copia cinquecente-sca fa esplicito riferimento ad animali selvaticiesistenti nella foresta regia in territorio di Isola,tra i quali sono chiaramente richiamati i cervi13.Un documento più tardo, ma certamente nellasua prima forma compilato prima dell’introduzio-ne delle armi da fuoco, perché fa riferimento aforme di caccia per mezzo di reti e di balestre, ciinforma dei diritti che aveva il feudatario di Crucolisugli animali cacciati sul territorio sotto la suagiurisdizione. Nelle consuetudini di Crucoli, ste-se nel Medioevo ed in seguito in parte modifica-te, si legge : “Che nella caccia de’ palombi, torto-

re, ed uccelli la Marchesal Corte riceveva unaporzione come compagno in tutti i diversi siti chesi cacciava. Egualmente doveva avere un quar-to tanto di cinghiali che di caprii, e cervi “e di ognialtra natura di bestiame selvaggi, che s’ammaz-zeranno colle balestre, o si pigliano con li rituni, oa caccia di cani. Dichiarandosi che se unobalestriere ammazza un giorno un porco o più, laCorte ci deve avere solamente un quarto”14. Leconsuetudini di Crucoli sono certamente ante-cedenti alla metà del Quattrocento, in quanto sifa esplicito riferimento alla gabella della quartaparte. Una richiesta di esenzione dalla gabelladella quarta parte, che deve essere pagata alfeudatario per ciascuna bestia selvatica uccisadai cacciatori, è già presente nei privilegi chiestidall’università di Tiriolo e concessi da Alfonsod’Aragona il 12 febbraio 144515. Una ulteriore testimonianza ci viene da un fattobellico, che investì il marchesato di Crotone allametà del Quattrocento. Il re di Napoli Alfonsod’Aragona, grande appassionato di caccia tantoda far recitare alcune messe in onore di San-t’Antonio di Padova per ottenere il rinvenimentodi un suo cane disperso, nel dicembre 1444,mentre era accampato nelle terre del Marchesatoper stroncare la ribellione del Centelles, ordina-va di far comprare “ fino alla somma di ducati200, filo di canapa per le reti necessarie allacaccia de’ cervi”16.E’ questo l’ultimo documento conosciuto che cer-tifica la presenza del cervo in territorio crotonese.

La scomparsa del cervoDurante il Medioevo l’animale fu più volte protettodalla legislazione imperiale e regia. Un funziona-rio regio, il magistro forestario, fu incaricato diproteggere il patrimonio boschivo e di impedirel’esercizio della caccia ai piccoli dei daini e deicervi durante i mesi primaverili17.L’uso delle armi da fuoco ed il ripopolamento del-la Sila e dei territori contermini determineranno inbreve la scomparsa degli ultimi esemplari, alme-no sul territorio crotonese e silano.

L’immagine del cervoLa presenza del cervo nel Crotonese, almenonel Medioevo, non ha lasciato alcuna testimo-nianza iconografica. Nessuna statua, nessunaimmagine e nessun oggetto di origine medievalesono conservati, o visibili, attualmente sia negliedifici pubblici che religiosi. Nessun riferimentoal cervo esiste negli inventari presi in esame eredatti nell’area crotonese tra la fine del Cinque-cento e del Seicento. Rare iconografie e riferi-menti alla presenza del cervo sono riscontrabilinell’area silana e nella presila della provinciacosentina. Fa eccezione il mosaico conservatonella chiesa di Santa Maria del Patire di Rossano,parte dell’abazia greca, già esistente in etànormanna. Il ricco e monumentale complesso

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1. Lucifero A., Mammalia Calabra, Chiaravalle

C. 1983, Rist., pp. 140 –141.

2. Barrius G., De Antiquitate et situ Calabriae,

Roma 1737, p. 43.

3. Mirabelli P., Guida naturalistica dellaCalabria, Cosenza 1989, p. 49.

4. Nola Molise G.B., Cronica cit., pp. 56 -57.

5. Lucifero A., Mammalia cit., p. 141.

6. Scali G., The faunal remains from the

Neolithic site of Capo Alfiere, in The Chora of

Croton. 1983 -1989, The University of Texas at

Austin, p. 28.

7. Valente G., La Sila dalla transazione alla

riforma (1687 -1950), Rossano 1990, pp. 56

sgg..

8. Rohlfs G., Dizionario toponomastico e ono-

mastico della Calabria, Longo Ed. 1974, p. 407.

9. Rel. Lim. Bellicastren., 1758.

10. ANC. 158, 1634, 71, Arch. Stat. CZ.11. Misasi G., Lo Speleota ovvero S. Elia di

Reggio Calabria, Napoli 1893, p. 117; Russo

F., Storia della chiesa in Calabria, Rubbettino

1982, p. 251.

12. Saletta V., Vita inedita di S. Nicodemo di

Calabria, Roma 1964, p. 102; Russo F., Storia

cit., p. 252.

13. Processo Grosso cit, f. 420v, Arc. Vesc. KR

14. Pugliese G. F., Descrizione ed istorica nar-

razione dell’origine, e vicende politico-econo-

miche di Cirò, Napoli 1849, Vol. II, p. 261.

15. Montuoro D. – Gargano F., Un privilegio diAlfonso V d’Aragona all’università di Tiriolo (12

febbraio 1445), in Rogerius n. 2, 2000.

16. Minieri Riccio C., Alcuni fatti di Alfonso I di

Aragona. Dal 15 aprile 1437 al 31 maggio 1458,

ASPN, a. VI, fasc. II, pp. 242, 247.

17. Reg. Ang., XI, 140 –141.18. Fiore G., Della Calabria Illustrata, Vol. II,

Rist. pp. 430 –431.

19. “ quidam venator... intendens emittere

sagittam in cervuum, velut alter Eustachius a

cervo monitus et cervi monitione perterritus dum

ea, quam emiserat sagitta ad se ipsum regressa

est absque laesione tangens eum, illico

prospexit imaginem beatissimae Virginis, prope

radices arboris castaneae erectam, qua

prospecta visione, perrexit ad episcopum

Anglonensem, qui cum clero illuc se conferens

ecclesiam illic beatissimae Virgini dicandamaedificari eamque ordini vero nostro destinari

sategit”, De Leo P., Certosini e Cistercensi nel

Regno di Sicilia, Rubbettino Editore 1993, pp.

201 -202.

Note

monastico era situa-to alle falde della Silain diocesi di Rossanoe nei pressi di unafolta foresta. Ancoraoggi davanti alla portadi nord della chiesa tro-viamo rappresentato inuna forma circolare in-quadrata su fondo biancola figura di un cervo a testabassa. L’animale è formato datessere musive rossastre ( Sec.XIII?) ed accanto ad esso in un’al-tra forma identica c’è un centauro, simbolo dellaviolenza selvaggia e della caccia. Il centauro ten-de l’arco con la freccia che andrà a colpire ilvicino cervo, rappresentato già in forma caden-te. L’insieme ha una forte valenza religiosa e dicondanna dell’attività venatoria distruttiva dellanatura, rappresentando da una parte il cavaliere- cacciatore simbolo dell’aristocrazia, che di-strugge la natura, dall’altra il cervo, simbolo dellavita che patisce e si rinnova, ossia l’immaginedel Cristo e del santo. Sempre dall’arearossanese ci viene il racconto miracoloso cheha per protagonisti dei cacciatori ed una cerva.L’episodio, così come lo racconta Giovanni Fio-re, è collocato nel tardo medioevo (fine Trecen-to?). Esso narra d’alcuni cacciatori di Rossanoche, trovandosi nel territorio detto di Gadella,inseguirono una bellissima cerva, che li condus-se dentro una piccola e stretta grotta, che siapriva in una rupe. I cacciatori vi entrarono, mainvece della cerva trovarono una tavoletta conl’immagine della Vergine, che portarono aRossano. Il racconto prosegue con altri episodimiracolosi, che daranno luogo e fondamento sa-cro alla costruzione della chiesa- santuario diSanta Maria delle Armi nei pressi della grotta18.Un riferimento ad un fatto miracoloso simile, le-gato alla presenza dei cervi, è anche richiamatonella fondazione dell’abbazia cistercense di San-ta Maria del Sagittario, situata in territorio diChiaromonte, diocesi di Anglona, sul versantedel Pollino verso la Basilicata. La leggenda narrache un cacciatore (il sagittario), che si era inol-trato nella folta ed impenetrabile selva a cacciadi cervi, volendo trafiggere l’animale, non tenen-do in alcuna considerazione la protezione diSant’Eustachio, scagliò la freccia. Il dardo tutta-via non si diresse verso l’animale, anzi ritornò alcacciatore, colpendolo senza però ferirlo. Allo-ra il cacciatore vide nel luogo un’immagine dellaBeatissima Vergine, eretta presso le radici di uncastagno. Avuta questa visione, il cacciatore neinformò il vescovo di Anglona, il quale si recòcon il clero sul luogo dell’apparizione e dette or-dine di erigere una chiesa dedicata alla Vergi-ne19.

IL CAPPELLANO DI PALAZZOMATTEO CASOLE DA COTRONEI [I]

Andrea Pesaventohis

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a 10

Il marchese di Apriglianello Fabrizio Luci-fero abitava a Crotone nel suo palazzo inparrocchia del SS.Salvatore nel quale vi eraanche una cappella ed un oratorio. Nel lu-glio 1729 il marchese per testamento gra-vò il suo erede dell’elemosina di far cele-brare nella cappella quattro messe ognisettimana; volle inoltre che la cappellaniafosse “amovibile et ad nutum”, cioè che ilcappellano potesse essere scelto libera-mente e rimosso dal patrone dellacappellania e che la cappella non fossesoggetta alla visita del vescovo della città.In un successivo testamento, fatto il 28agosto 1731, il marchese obbligava il suoerede, il secondogenito Francesco, a farcelebrare per la sua anima nei giorni difesta una messa bassa nella cappella delpalazzo, pagando al celebrante per ognimessa l’elemosina di un carlino ed a farcelebrare altre quattro messe la settima-na nell’oratorio di casa.Il marchese Fabrizio Lucifero morì il 16 di-cembre 1731.Il 29 gennaio 1732 in Crotone, con atto delnotaio Pelio Tirioli, il patrizio FrancescoLucifero, figlio secondogenito del fu mar-chese Fabrizio, ed erede universale e par-ticolare del medesimo e anche donatariodi detto marchese in somma di docati18.000 e per essi della tenuta della Baroniad’Apriglianello, fin tanto che la somma nonfosse stata pagata dal successore, nonpotendo andare personalmente nellabaronia, in quanto impedito da altri affari eanche da una indisposizione, fidandosidell’”integrita del Rev. D. Matteo Casole delliCotronei cappellano di nostro Palazzo”, loincarica di prenderne, a suo nome, la verareale, legittima e reale possessione, tantodella baronia, o feudo, corpo per corpo,quanto del palazzo della baronia, dei diritti

Nella foto archivio

Antonio Amoroso [1878-1946]:

Veduta di Cotronei nel 1926

e giurisdizioni (banca, mastrodattia ecc.)quanto dei corpi e delle rendite. Il giornodopo Matteo Casole assieme al notaio diCrotone Pelio Tirioli ed a testimoni si recaad Apriglianello a compiere tutti gli atti nelfeudo nobile in nome del suo padrone.“Matteo Casole delli Cutronei” è ancora aCrotone nel gennaio 1734 come appareda un atto notarile in cui compare cometestimone.

Anno Domini Millesimo Septingent(esi)mo

trigesimo Secundo Reg.te Die vero

trigesima m.is Januarii Decima Ind.ne InBaronia Apriglianelli nos:

Cost(ituit)o nella p(rese)nza di me publicoreg(i)o et Ap(ostoli)co Not(a)ro il

Rev(eren)do Sacerdote Sig(no)r D. MatteoCasole delli Cotronei Capp(ella)no di casa

del sig.r D. Fran(ces)co Lucifero Patritio di

questa città di Cotrone et specialproc(urato)re di d(ett)o S(igno)r D.

Fran(ces)co a tenore di proc(ur)a stip(ulat)ain questa città di Cotrone per me

sott(oscritt)o Not(ar)o sotto il di ventinovedel cadente Gennaro mille settecento tren-

ta due, quale proc(u)ra/ et infine p(rese)ntis

in agg(ent)e inter(venien)te et stip(ulant)ea tutte lecose infratte per d(ett)o sig.r D.

Fran(ces)co suo Prin(cipa)le, e per l’erediet succ(esso)ri del med(esi)mo et asserì in

pre(se)nza n(ost)ra come detto sig(no)r D.Fran.co Lucifero viene donatario

dell’Ill(ustr)e Marchese Sig.r D. Fabritio

Lucifero suo Padre in somma di docatidiece otto mila e per essi la tenuta della

Baronia d’Apriglianello fin tanto che dettasomma non sarà pagata dal successore

ditta tenuta di Baronia, con tutti membri,raggioni, attioni, frutti emolum.ti ed altro,

come da d.a donat.e alla quale; come pure

erede universale et particolare del mede-

simo a tenore del suo testam(en)to

stip(ula)to per mano mia al quale\ ambe-due detti donat(ion)e e testam(en)to pas-

sati nel caduto anno mille settecento tren-ta uno et incumbendo a d(ett)o sig.r D.

Fran(ces)co Lucifero della Baronia

sud(ett)a d’apriglianello e di tutti li corpiannessi, connessi, dependentino et

emergentino pigliarne una vera, reale cor-porale, quieta e pacifica possessione e te-

nuta con tutti i frutti, raggioni, att(io)ni, jus,preminenze, prerogative, et altro a d(ett)a

Baronia d’apriglianello spettantino e

pertinentino in virtù di d.i donatione etestam(en)to di d(ett)o Ill(ustr)e Marchese

q.m D. Fabritio Lucifero suo Padre alli qualis’abbia relatione, e non potendo esso S.r

D. Fran.co esser di persona in d(ett)aBaronia d’Apriglianello a prenderne il pos-

sesso impedito in questa città di Cotrone,

non solo d’altri affari, ma trattenuto d’unapertinace indisposit.ne, fidato intanto all’in-

tegrità, et prudenza di d.o Rev. Sig.r D.Matteo cost(itut)o come sopra al medesi-

mo have commesso e costituitoProc(urato)re a tenore di d(ett)a proc(u)ra

afine pigliasse la tenuta et possesso di

d(ett)a Baronia d’Apriglianello.

(1.continua)

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a11POLICASTRO NELLA STORIA [V]Tra IX e VIII secolo a.C. - L’età antica

Alberto Fico

5.1. Territorio e gruppi umaniPoiché tutta la storiografia scientifica nonriesce a realizzare una storia certa dellepopolazioni dell’attuale Calabria, a causadella mancanza di materiale archeologicoe di qualsiasi altra fonte, per i secoli cheintercorrono tra il 2000 e il 900 a.C., l’unicaipotesi che si riesce a fare è che le popola-zioni insediatesi su tutto il territorio nonpresentano particolari evoluzioni tali dasconvolgere l’assetto precedente. Certa-mente si evidenzia il contatto economicotra le popolazioni del territorio dellaCalabria e quelle dell’Egeo e Micenee, percui alcuni storici, come Renato Peroni, fan-no ipotizzare che vi siano influenze cultura-li relativamente al periodo eroico e quindila trasmissione delle tradizioni delle fon-dazioni mitologiche di antiche città calabre,ma non abbiamo notizie particolari. Solo apartire dall’età del bronzo finale, assistia-mo a una presenza di materiali o strumen-ti metallici che sono utilizzati come mezzodi scambio per il commercio di prodotti. E’il caso di alcuni esemplari di pezzi a formad’ascia non rifinita, di materiale bronzeo,che, non potendo essere utilizzati in loco,certamente erano utilizzati per il baratto.In tale periodo storico, come per tutto il ter-ritorio della Calabria, anche da noi si svi-luppa una sorta di unificazione tra i tantigruppi di persone che hanno occupato lealture e le vallate circostanti il Tacina e ilSoleo, per il controllo del territorio agrarioe dei transumi lungo i quali si muove ilbestiame da allevamento e da pascolo; ècosì che si va a configurare l’esistenza diuna etnia locale ben precisa che inizia adavere contatti con l’esterno dal territoriomontano. Ciò è testimoniato dal materialeceramico ritrovato sempre in localitàCastelluccio (Casteddruzzu, altura al disopra delle grotte di San Demetrio) appar-tenente al periodo protostorico (come ab-biamo avuto modo di dire nel numero pre-cedente).

5.2. Antichi percorsi.Da quanto fin qui detto, e da una ricostru-zione storica e geografica del territorio, puòfacilmente farci ripercorrere anche quelleche sono le antiche vie di comunicazioneattraverso le quali si muovono i nostri an-tenati.Potremmo prendere come punto di riferi-mento, ancora una volta, la località attual-mente denominata delle “Grotte di sanDemetrio”: qui è stato individuato un sen-tiero che si affaccia da un lato sulla valledel Tacina e dall’altro sul corso del Cropa,al di sopra del primo livello di grotte; allespalle del sentiero si trovano i primi avam-posti della montagna silana e all’oppostole vallate che, estendendosi lungo il corsodel Tacina e del Neto, giungono fino alla

costa. E’ evidente, dunque, che questo sito è uti-lizzato come stanziamento di gruppi uma-ni che , risalendo le zone fertili della pianu-ra, sono diretti verso la montagna per rag-giungere i pascoli estivi per i propri anima-li. Inoltre, continuando al di sotto del livellodelle grotte, sul fiume Cropa esiste un pon-te che mette in comunicazione il sito citatocon un sentiero che conduce presso la lo-calità “Colla” del centro abitato diPolicastro.

5.3. La via del mare e della montagna.Attraverso una ricostruzione geografica,possiamo realizzare che tale percorso co-stituisce un crinale che conduce lungo ilfiume Soleo e quindi verso la montagnadove si trova la località detta della “SacraSpina” (con il famoso convento); ma an-che più in basso, sulla sponda oppostadel fiume Soleo rispetto al colle diPolicastro, presso la località chiamataBardaro dove sono state individuate trac-ce di stanziamenti risalenti al periodo inquestione, riteniamo che si possa ricostru-ire quella che è la via per il mare e per lamontagna Proseguendo in quella direzio-ne, infatti, incontriamo i fiumi che attraver-sano il territorio di Mesoraca: Vergari eReazio. Tutti questi corsi d’acqua (Cropa,Soleo, Reazio e Vergari) confluiscono nelTacina, il quale conduce sulla costa ionicadella Calabria; questo stesso fiume per-corre, scendendo dalla Sila, i territori diCotronei e Roccabernarda, fino ad arriva-re alla foce sul mare Jionio. In tale conte-sto si vengono a realizzare dei percorsi lun-go i crinali che conducono da un fiume al-l’altro e quindi in quelle località dove esi-stono tracce di insediamenti umani anti-chi. Da tali crinali e, quindi, da taliinsediamenti si dipartono le direttrici checonducono sulla montagna per i pascoliestivi, risalendo i fiumi, e sulla costa pergli scambi commerciali, percorrendo il lorocorso a scendere. Da queste strade del-l’antichità si dipartono gruppi umani cheentrano in contatto tra loro, comunicano,mettono insieme gli strumenti e l’esperien-za per fare fruttificare le terra, trovano moti-vi per aggregarsi o allearsi per il controllodel territorio o la difesa dagli estranei, spe-cialmente quando, a partire dall’VIII seco-lo, inizia la fase della colonizzazione grecae, dunque, l’arrivo di genti appartenenti astirpi diverse, che incominciano ad occu-pare il territorio costiero, le fertili pianuread esso adiacenti e a spingersi verso l’in-terno collinare per usufruire del legnameche la vicina foresta offre .

5.4. Gli antichi e Crotone.Gli storici tendono a evidenziare come lacolonizzazione greca lungo la costa non

sia casuale, maconsiderando i prece-denti scambi dell’orien-te greco sia con la nostracosta, sia con le popola-zioni dell’interno lungo le direttrici fluviali,le fondazioni di colonie seguono a una co-noscenza ben precisa del territorio e quin-di la possibilità di ogni singola colonia disvilupparsi verso l’interno o di controllarnei traffici e le attività.E’ il caso della greca Kroton, che, a partiredal VII secolo, avvia la sua storia di influen-za politica e militare, unitamente alla fon-dazione delle sub-colonie, proprio seguen-do le vie descritte e ormai conosciute datempo. Gian Pietro Givigliano in “Percorsie strade” dice:”Nell’area di Crotone la piùantica direttrice di penetrazione è rivoltaverso la Sila (…) pure il materiale votivodel Timpone del Gigante in agro diCotronei (… dimostra come) Crotone, fon-data nell’ottavo secolo a.C, sin dalla primametà del VII si impegna attivamente in unapolitica di accrescimento della propria areadi influenza in funzione del controllo, se nonaddirittura del drenaggio, delle risorse eco-nomiche dell’entroterra silano”.Le ricerche archeologiche fin qui effettua-te, hanno rinvenuto, sul Timpone del Gi-gante, consistenti tracce dell’esistenza diun tempio, quindi di un’intera area sacra,risalente sia al periodo precedente allafondazione di Kroton, sia al periodo di sto-ria che riguarda l’esistenza della città diPitagora.I ritrovamenti monetali e di materiale votivotestimoniano che il sito di Cotronei forma-va l’estrema periferia del territorio diCrotone e il tempio, unitamente all’inse-diamento umano, era posto a controllo deitraffici che dalla montagna giungevano allacosta dello Jonio.

5.5. Una ipotesi di via per il TirrenoE’ su queste consistenti notizie che sievidenzia come il punto di confluenza tra ilSoleo e il Tacina, quindi quello che formal’attuale territorio di Policastro, rappresen-ta uno snodo importante per lapenetrazione verso l’interno montuoso chesi diversifica in numerosi sentieri che indi-cano un movimento interno al territorio stes-so, economico, militare, quindi non solopastorale.Anche i sentieri che si snodano tra il Soleoe il Cropa e che portano sulle montagnedella Sila (vedi località Principe), attraver-so i crinali che mettono in comunicazionele sorgenti dei vari fiumi, compreso ilSavuto, si congiungono con l’entroterra delterritorio casentino per arrivare, quindi, finoalla costa tirrenica.

(5. continua)

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ro LA VALLE DEL TACINAIl sogno di un’industrializzazionenelle terre dell’argilla e del grano

Pino Fabiano

Giugno 2004. Oltre alle Europee, ilcrotonese ha votato per il rinnovo del Con-siglio provinciale. Nel pieno di una cam-pagna elettorale senza precedenti - sia percandidati in campo che per l’immensaquantità pubblicitaria prodotta [spot sui gior-nali ed in tv, manifesti, fac-simile, santini equant’altro] – è rimbalzata, con la debitadiscrezione, anche qualche altra notizia.Purtroppo, la concentrazione mediatica ac-cende i riflettori soltanto sulle vicende diuna campagna elettorale, e per forza dicose, forse perché lo vuole anche il mer-cato delle vendite e della pubblicità, argo-menti di maggiore rilevanza economica esociale passano in secondo piano, senzaraccogliere l’importanza dovuta.Sovvenzione globale, la ricorda qualcuno?Denari pubblici per l’industrializzazione delterritorio come merce di scambio per ladismissione delle grandi fabbrichecrotonesi.La Kriss è un’azienda nata con quel finan-ziamento. O meglio, doveva nascere un’im-presa per la produzione di imballaggi dicarta nell’area di Cutro. Si è beccata oltresette miliardi di vecchie lire per costruireun capannone ad eterna memoria, poichégli imballaggi erano soltanto il pretestoprogettuale: l’etica dei nuovi rampanti delcapitale nordico attraversol’intermediazione di qualche meridionaledesideroso di far quattrini senza troppi scru-poli.Per fortuna che la magistratura è più atten-ta di molti altri. Infatti, il sostituto procurato-re della repubblica di Crotone, MicheleToriello, attraverso l’indagine del nucleoregionale di polizia tributaria della Guardiadi finanza, ha messo le mani sui respon-sabili della truffa: i coniugi Giovanni Laghie Rosa Cantagalli, di Faenza; mentre il giu-dice per le indagini preliminari di Crotone,Armando Dello Iacovo, ha emesso l’ordi-nanza di arresto per altre persone campa-ne, funzionari di una società, la Sovis, cheaveva il compito di monitorare il progettodella Kriss.Ne esce fuori una storia fatta di fatture fal-se, di importi gonfiati a dismisura, e dove

l’unico obiettivo erano i soldi del finanzia-mento ammesso nella graduatoria dellaSovvenzione globale.La Kriss non è, purtroppo, l’unica aziendafantasma ad essere approdata nella valledel Tacina, nella terra del grano, in quelterritorio dalle gialle dune argillose tantocare a Pasolini.Non è, purtroppo, l’unica azienda ad avergiocato sporco sulle speranze occupazio-nali dei giovani del marchesato crotonese,tanto che, ormai, il sogno di una nuova in-dustrializzazione si è rattrappito, scompar-so dalle menti di tanti.Esisteva il progetto della brasilianaProema, specializzata nellacomponentistica meccanica, che aveva ri-cevuto una prima trance di finanziamentodi 12 miliardi di vecchie lire, necessari perla posa di una emblematica prima pietraper uno stabilimento che avrebbe occupa-to 248 lavoratori.Come anche la Padina e la Masc [altri 100posti di lavoro], per generi di panetteria ecarta adesiva. Oppure la Coatek che,seppur aveva aperto i battenti, ha chiuso inmalo modo, mortificando oltremisura i 12lavoratori in servizio.L’ultima, in ordine di tempo, la messa inliquidazione della De Tomaso Modena Spadecisa dal trust che rappresenta il 99%delle azioni e da Isabel Haskell, vedova diAlejandro De Tomaso. L’azienda avrebbedovuto produrre automobili: la jeep Simbired i modelli Pantera e Vallelunga, due bolidida 4mila di cilindrata (la prima equipag-giata con motore Ford, l’altra con unpropulsore Saab).De Tomaso Modena e Uaz Europa sono ledue società destinatarie dei finanziamentieuropei: circa 180 milioni di euro per occu-pare almeno 500 lavoratori da specializza-re con la collaborazione dell’Università diModena e Reggio Emilia e dell’Isfor delGruppo Fiat.Nell’aprile del 2002 furono Vladimir Putine Silvio Berlusconi che, tra abbracci, battu-te e pacche sulle spalle da buoni vecchiamici, ratificarono gli accordi tra i due Pae-si, e dunque anche quello sulla realizza-zione di automobili nell’area industriale diCutro, nella valle del Tacina.La Commissione europea, nel luglio del2003, avvia la verifica sul finanziamentopubblico da concedere [il 75% dell’inve-stimento totale]. L’iter sembra incepparsi,tanto che a fine anno una delegazione [ilsindaco di Cutro, Sulla, il consigliere re-gionale Napoli, l’amministratore della DeTomaso, Berti, e l’europarlamentarePittela] si reca a Bruxelles per sollecitare itempi del finanziamento. Il canale privile-giato in Belgio, naturalmente, è quello delpresidente Romano Prodi che garantisceil suo impegno in merito alla pratica.A tutt’oggi, con la messa in liquidazione

della DeTo m m a s o ,non è arrivatoil definitivo etanto attesovia libera al-l’investimento, tanto da far temere, ormai,il peggio, cioè il venir meno dell’iniziativache prevede l’insediamento del polo auto-mobilistico.Si guarda con speranza alla Uaz ed ai rus-si come possibili destinatari dell’investi-mento ma, seppur esistano gli interessa-menti, l’ipotesi pare non reggere, special-mente se non subentrerà qualche azien-da a rilevare il marchio De Tomaso.Ennesima delusione per i giovani disoc-cupati, certo, ma sono in tanti a leccarsi leferite, in particolar modo quanti considera-vano la nascita di questa fabbrica comeun momento di riscatto civile per la popo-lazione, gli stessi che rincorrono un mo-dello di sviluppo per il territorio senza trop-pa fantasia, prendendo per buono tuttoquel che viene.Manca, probabilmente, una diversa co-scienza critica e la memoria storica.Un’esperienza analoga è avvenuta con laIsotta Fraschini a San Ferdinando, nellaPiana di Gioia Tauro: una fabbrica costrui-ta e mai andata in produzione. Il gruppoFissore-Malvino doveva costruire 5000esemplari all’anno della prestigiosa Isotta.Servì soltanto come pretesto per chiuderegli impianti dell’ex Oto Breda e mettere sullastrada 260 lavoratori.Un po’ come la storia di Crotone. Si chiu-dono le fabbriche storiche e si promettononuovi e suggestivi progetti per compensa-re la fuoriuscita dei lavoratori dal ciclo pro-duttivo. Se poi qualcosa non funziona ed illavoratore resta senza lavoro, può sempredecidere di emigrare, perché è una solu-zione sempre valida per tutte le epoche.Il problema non è tanto il venir meno di unpolo automobilistico nella valle del Tacina,come il venir meno della Proema, dellaKriss e di tutte le altre. Il problema è comerecuperare i soldi dei finanziamenti e la-sciar perdere tutti i carrozzoni costruiti adhoc per ingannare le speranze della gen-te.L’esigenza è quella di recuperare ifinanziamenti e magari dirottarli nellegraduatorie della 488 dove giacciono i pro-getti delle piccole aziende locali, oppurenei progetti elaborati [o in cantiere] daglienti locali. Tutti quei soldi occorrono per leinfrastrutture, per i servizi, per il recuperoambientale ed architettonico della nostraprovincia. Anziché spendere lacrime di coc-codrillo sulle macerie della mancata indu-strializzazione, sarebbe bene cambiarerotta e rivendicare uno sviluppo diversobasato sulle necessità reali della popola-zione.

Maurizio BortolettiIL RIFIUTO DEI RIFIUTISCANZANO JONICO E LA SINDROME NIMBYRubbettino - euro 10,00

La nostra società ci appare sempre più come una società del rischio edell’incertezza, dove lo sviluppo economico, produzione di ricchezza eproduzione di rischi si intrecciano e ci lasciano atterriti, ovunque si guar-di, per i pericoli che sembrano minacciare la nostra sopravvivenza ed ilnostro benessere.I disastri ambientali accaduti negli ultimi decenni in ogni parte del mondo,vissuti come se si fossero verificati sulla nostra porta di casa grazie adun’informazione sempre più globalizzata, aggiungono emotività e ci rendono facilmentesuggestionabili, riguardo alle possibili catastrofi, da parte di chi vuole ergere a combattentedella prevista sventura.Tra l’altro, le grandi opere attraverso le quali si sta tentando di rendere sempre più soste-nibile lo sviluppo, presentano benefici diffusi a fronte di costi sociali ed ambientali spessofortemente concentrati che suscitano ulteriore conflittualità tra le Comunità locali interes-sate.Se non si riuscirà a superare questo momento di emergenza, tecnica e politica, che sembraattanagliare le politiche pubbliche in materia ambientale, dove quelli di Scanzano e dei rifiutiin Campania sono solo gli esempi più eclatanti, si rischia la Sindrome BANANA, Build

Absolutely Nothing Anywhere Near Anything.

Ma un ambientalismo che dice sempre di no, non è utile a nessuno.

Non é vecchio quel che perde i capelli o il suo ultimo dente, non évecchio quel che porta ancora nel suo petto un amore sempreardente.Non si é vecchio quando si mantiene la fede in sestessi, quando si vive in salute, allegramente e con-vinti che per il cuore puro non c’é età.Il corpo invecchia... non l’attività creativa dellospirito.Per il profano la vecchiaia é inverno, per ilsavio é la stagione della trebbiatura.Goethe concluse il “Fausto” agli 82 anni, ilTiziano dipinse opere ai 98, Edison lavoravanel suo laboratorio agli 83, Benjamin Franklincontribuì a redattare la Costituzione degli StatiUniti agli 81, Isaac Wislicki incominciò a di-pingere ai 104 anni.Il crepuscolo della vita porta con se la pro-pria lampada; c’é una primavera che non tor-na giammai e un’altra ch’é eterna: la prima éla gioventù del corpo, la seconda é quelladell’anima.Quando una nobile vita ha preparato la vecchiezza non é la deca-denza che questa ricorda, sono le prime scintille dell’immortalità.E per questa cosa stupenda vedere un vecchio che assume laseconda parte della sua vita con tanto coraggio e illusione comela prima.

NON SI E’ VECCHIOQUANDO...

Rocco D’AmbrosioISTITUZIONI PERSONE E POTERERubbettino - euro 14,00

Vivere nelle istituzioni è impegnativo quanto comprenderle. L’esperien-za in una realtà familiare, lavorativa, associativa, religiosa, amministra-tiva, politica, ci pone molte domande, come tante sono le emozioni chesperimentiamo al suo interno; per non parlare degli interessi, non solomateriali, che spesso determinano le dinamiche istituzionali. Alcunevolte le istituzioni ci appaiono come realtà che riusciamo a capire edapprocciare senza molte difficoltà, altre volte come dei meccanismicomplicati ed oscuri. Trattando ogni giorno con istituzioni piccole e grandi, in alcuni casi,sperimentiamo di essere inseriti in realtà dove la dignità di ognuno è rispettata, in altri, invece,ci sentiamo pezzi di un ingranaggio freddo e disumano. Conservando l’ottica antropologicaed etica, il saggio affronta il rapporto tra persona e istituzione chiarendo i sei concettifondamentali di ordine, giustizia, coerenza, fiducia, identità, sicurezza, la loro incidenza sullavita personale come su quella istituzionale.

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se Area Localenon ti arriva...

Tutti coloro che ricevono il giornale con for-te ritardo sono invitati a reclamare pressola Direzione provinciale P.T. del loro capo-luogo di provincia con una lettera del se-guente tenore: Reclamo per la pubblica-

zione Area Locale n. .... consegnata dal-l’editore all’ufficio postale di Crotone in data

.... (come risulta dal timbro datario apposto

sul modello di spedizione dell’editore), che

mi è stata recapitata solo il giorno ...... con

un ritardo fortemente pregiudizievole per

l’utilizzo di tale pubblicazione ovvero per

la sua lettura in termini di attualità. Chiedo

risposta motivata ed assicurazioni scritte

sull’eliminazione dei ritardi nei futuri reca-

piti. Distinti saluti. (Firma leggibile, indiriz-

zo e data).Tali reclami vanno indirizzati in busta chiu-sa alla Direzione Provinciale P.T. del capo-luogo di provincia e, per conoscenza allaDirezione dei Servizi Postali, viale Europa147, 00144 Roma. Ambedue le lettere van-no spedite senza francobollo, indicando alposto dello stesso: esente da tassa, recla-mo di servizio, art. 51 D.P.R. 29.3.1973 n.156. Un’altra copia per conoscenza dovreb-be essere inviata, sempre in busta chiusama con francobollo, al nostro indirizzo. Perpermettere ai “protestatari” la massima pre-cisione, indichiamo quì la data in cui lo scor-so numero è stato consegnato all’ufficiopostale per la spedizione. Il numero 5/2004è stato spedito in data 29 maggio 2004.

Per questo che incomincerà ad accettareil sole del tramonto che é tanto importante

come quello dell’alba e delmezzogiorno, benché il suocalore sia molto distinto. Il solenon si vergogna del suo tramonto, non sente no-stalgia del suo brillo mattutino, non pensa che leore del giorno lo stanno spingendo dal cielo. Nonsi sente meno luminoso e splendido perché siapprossima al suo tramonto.Ogni ora tiene la sua gioia. Il sole lo sa e compieminuto per minuto il suo lavoro.Ohh... se tutti gli anziani intendessero che il lorosorriso sopra gli altri può essere tanto bello efecondo come questo ultimo raggio del sole pri-ma del suo tramonto!!!.Non sono vecchi i loro consigli e la loro cono-scenza pratica della vita o della realtà acquistatacon il tempo e l’esercizio. Non si é vecchio, anco-ra, quando si é circondati dalla presenza e dal-l’amore dei figli e dei nipoti, trasmettendosi reci-

procamente cordialità, amore e calore.Sono vecchi, soltanto, coloro che si abbandonano e quelli che ...sono abbandonati. 

                                    Francesco Polifrone [Buenos Aires]

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Salvatore Carvelli [nella foto], presidente della Comunità montana “Alto Marchesato Crotonese”, difende con i denti e con leunghie l’Ente montano di cui è massimo responsabile.Infatti, con un Decreto legge, Berlusconi, con il suo Governo, ha decurtato il Fondo Nazionale della Montagna.Pertanto, Carvelli ha inviato una dura protesta al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al responsabile del settorebilancio: “Con riferimento all’inopinato dimezzamento del Fondo Nazionale Montagna, operato dal decreto legge n°168\2004,

si eleva vibrata protesta per una scelta che in corso d’anno produce grave effetto agli interventi di investimen-to avviati dalle Comunità montane. Si richiede l’immediato ripristino del fondo nel suo complessivo ammon-tare pari a 61,481 milioni di euro”.Nello stesso tempo, Carvelli, tramite la stampa, ha spiegato quelle che sono le conseguenze di questoDecreto legge: poiché tale Fondo dalla Legge finanziaria 2004 era stato sottostimato, provocando dureproteste dell’Unione nazionale Comuni e Comunità montane presieduta, a Roma, da Enrico Borghi, l’ulterio-re taglio del 50%, che avviene a metà esercizio finanziario, colpisce tutti gli Enti locali (direttamente o indiret-tamente) ma fra questi particolarmente i Comuni montani che si trovano a dover garantire servizi ed apresiedere territori fortemente disagiati e con risorse già impegnate.Infatti, spiega Salvatore Carvelli, detto Fondo viene, di norma, utilizzato dalle Comunità montane in strettasinergia con i Comuni dei rispettivi territori e con il sistema economico e sociale locale, al fine di realizzareprogetti a valenza intercomunale e sostenere azioni e servizi rivolti alla generalità della Popolazione.Per Salvatore Carvelli, dunque, “una così forte riduzione dei finanziamenti mette a rischio queste fondamen-

tali azioni di sostegno, ormai consolidate da anni. Non sarà, infatti, più possibile sostituire le risorse tagliate con altrealternative, in quanto le Comunità montane vivono di sola finanza derivata. Si creano, così, le premesse per l’arresto delprocesso di crescita e la conseguente involuzione sociale ed economica delle aree montane”.

[Alberto Fico]

DECRETO TAGLIA-SPESE:EFFETTI ANCHE SULLE COMUNITÀ MONTANE

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E’ riuscita alla grande la conferenza dei sindaciaderenti al Pit 12, il progetto integrato territorialedella Sila crotonese, che comprende i comuni diCaccuri, Castelsilano, Cerenzia, Cotronei,Mesoraca, Petilia Policastro, Roccabernarda,S.Mauro Marchesato, S.Severina, svoltasi l’altrogiorno a Castelsilano, con la presenza anchedel presidente della Provincia Sergio Iritale. (nel-la foto a destra)il Pit 12 è stato ora finanziato con 12.561.990,00euro per investimenti di infrastrutture pubbliche,servizi e formazione.Una vera e propria rivoluzione culturale di unterritorio, che da un po’ di tempo a questa partesi sta mostrando unito e coeso e che si è dato laregola della concertazione, bandendo ogni sor-ta di campanilismo.Una strategia politica, visti i brillanti risultati, sucui si è da sempre ostinatamente battuto il presi-dente del Pit Pietro Secreti, coadiuvato efficace-mente da Salvatore Barresi, responsabile unicodel Progetto.Il contributo di 12 milioni e mezzo di euro è suddi-viso in infrastrutture per opere pubbliche (•3.213.400,00), servizi (• 557.902,00), regimid’aiuto Fers (• 5.656.954,20), regimi d’aiuto Sfop(• 493.743,00), Formazione Fse (•2.640.000,00).Il progetto integrato territoriale Pit 12, ha affer-mato il presidente Secreti, “è un complesso diazioni intersettoriali, strettamente coerenti e col-legate tra di loro che convergono verso un co-mune obiettivo di sviluppo del territorio e giustifi-cano un approccio attuativo unitario”.Entro il 15 settembre si firmerà l’accordo di pro-gramma tra il comitato di gestione Pit e la Giuntaregionale, che decreterà l’avvio delle operazionicon i bandi delle infrastrutture pubbliche e di tut-te le altre azioni finanziate.La Filiera del Benessere (• 494.200,00), chedovrà sorgere a Cotronei, e la Filiera del Legno(• 1.388.200,00), che abbraccia Mesoraca ePetilia, sono gli obiettivi prioritari di questo Pit,che metteranno in moto un processo di sviluppoendogeno per creare nuova occupazione nella

A CASTELSILANO IL PUNTO SU PIT 12Sila crotonese.Altri interventi sono previsti per un centro poli-valente per il turismo e tempo libero (• 328.800,00)che dovrà sorgere a Roccabernarda, un parcobotanico a Mesoraca (• 181.000,00), un percor-so naturalistico delle acque sulfuree a Caccuri(• 167.000,00),  un centro di aggregazione so-ciale a Cerenzia • 117.900,00), dei centri visite epiccole strutture museali a Castelsilano (•108.000,00), un centro convegni e studi socio-culturali a S.Severina (• 215.600,00), larivitalizzazione del centro storico zona TorreChiesa matrice (• 212.700,00).I Pit, ha aggiunto Salvatore Barresi, “costituisco-no il più interessante momento diterritorializzazione delle politiche d’intervento chetrovano attuazione attraverso un modello diconcertazione su base locale preordinato al con-seguimento di un obiettivo di sviluppo che appa-re espressione diretta della progettualità locale

e di un agire collettivo che si identifica in unospecifico contesto territoriale”.Dopo questo traguardo, ha concluso Secreti, cisono da concretizzare due interventi a supportodell’intera operazione Pit: la costituzione dell’Uf-ficio di collegamento provinciale dei 3 Pit dellaprovincia di Crotone, ed il varo dell’Agenzia diSviluppo Integrato del Turismo, che serviranno acatalizzare risorse aggiuntive incrementandol’economia locale.Il presidente Iridale si è impegnato su questo fron-te, sottolineando che lo sforzo culturale dev’es-sere quello di mettere da parte il clima di turbo-lenza politica e di recuperare credibilità nel terri-torio. Fatti e non parole, ha concluso Secreti;abbiamo costruito il futuro di un pezzo della pro-vincia di Crotone per frenare lo spopolamento eper dare lavoro ai giovani.

[Carmelo Colosimo]

Mesoraca: risorse ai servizi socialiLa Regione Calabria ha concesso un finanziamento di 50 mila euro al Comune di Mesoraca, in qualitàdi ente capofila del distretto sanitario, per realizzare interventi a sostegno della famiglia ed elabora-re un sistema integrato nei servizi sociali.A darne annuncio è il Sindaco di Mesoraca, Salvatore Lonetto, alla conclusione di un percorso distudio avviato dall’assessore ai Servizi Sociali Massimiliano Ferrazzo.“Occorre pianificare l’intervento nei servizi sociali,” ha dichiarato Lonetto, “per individuare le esi-genze dei cittadini bisognosi, così da evitare scelte discrezionali che non corrispondono alla realtà.Con questo finanziamento sarà possibile sostenere concretamente le famiglie di nuova costituzio-ne, con la possibilità di incentivi per l’acquisto della prima casa e sussidi per la natalità.”Le ragioni di questo finanziamento sono state illustrate dall’Ass. Ferrazzo: “destinatari del finanzia-mento sono i Comuni sedi di distretto socio-sanitario, per interventi previsti dalla L. 23/03. Con talirisorse è prevista un’azione incisiva nel servizio di assistenza domiciliare, integrazioni per le pre-stazioni sanitarie fornite dall’Asl. Inoltre, sarà possibile fornire servizi in situazioni limite, quali:famiglie con minori a rischio ed altri soggetti deboli, famiglie nel cui nucleo sono presenti disabili eanziani totalmente immobili, con necessità di assistenza per svolgere gli atti quotidiani della vita.”I fondi saranno gestiti previa la stipula di accordi tra il Comune di Mesoraca e gli altri Comuni delcomprensorio, con il coinvolgimento delle organizzazioni di categoria ed altri enti no-profit cheoperano nei servizi sociali. “Su queste basi,” conclude Ferrazzo, “è nostra intenzione concertareuna sorta di Piano regolatore dei servizi sociali, da valutare con le Amministrazioni Comunali, gli entiintermedi (Provincia e Comunità Montana), ASL di Crotone e Distretto di Mesoraca, nonché con leassociazioni di volontariato e gli enti no-profit del terzo settore”.

[Carmelo Colosimo]

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MALEDETTI PITBULL

Brutta avventuraquesta estateper una coppiadi coniugi, ag-grediti da unpitbull a Stecca-to di Cutro.I due, residenti aP e t i l i aPolicastro, sta-vano trascorrendo un periodo di vacanza almare sulla costa ionica, quando il loro de-stino si è drammaticamente incrociato conuno di quei cani cui è nota la naturale ag-gressività e potenziale pericolosità e cheancora tanti si ostinano ad esibire in stradao in spiaggia, nonostante i divieti (è giustoun anno che vige un’ordinanza del Ministe-ro della salute).Anche in questo caso il molosso è sfuggitoal controllo del proprio padrone ed è corsoin direzione dei due villeggianti. Questi ulti-mi, accortisi del pericolo imminente, sonocorsi trafelati verso la propria autovettura,tentando di sfuggire così all’aggressione delcane inferocito.Il fuoristrada, però, aveva i finestrini aperti eben poco si è potuto fare per evitare il peg-gio: il pitbull si è avventato sulla donna ad-dentandola in più punti, senza desistere unattimo nella furia. Solo il disperato interven-to del marito della vittima e del proprietariodel cane ha potuto evitare l’irreparabile.La donna ha riportato gravi lesioni: al viso,ad un braccio e, più lievemente, in altre partidel corpo. Meno drammatica la situazionedell’uomo. Per entrambi, comunque, tantapaura.Il pitbull è stato in seguito abbattuto ed ilsuo incauto padrone deferito all’autoritàgiudiziaria.

Il pericolo in via Eroi di Cefalonia, nel rioneCarreria a Roccabernarda è reale.Lì dove c’era un burrone tempo fa è statocostruito un muro di protezione ma per pro-teggere le persone ma soprattutto i bam-bini dal vuoto venutosi a creare spianandoil burrore è stata realizzata, sul muro di pro-tezione, una semplice staccionata con ta-vole (v. foto a destra)A parte che è sufficiente appoggiarsi allastaccionata perché essa cada, essa nonprotegge affatto dalla possibilità di caderesotto perché lo spazio tra le tavole consen-te il “passaggio” di un bambino.Le persone che vivono in questa zona sonopreoccupati ed esasperati, qualcuno hadetto che alcuni mesi fa erano state presele misure per la realizzazione di una rin-ghiera o comunque di una protezione più

ROCCABERNARDA: NON BASTANO QUATTRO TAVOLE

Nel rione Carreria preoccupa una staccionata prospiciente un burrone

consona ma ancora non si vede nulla.Così i bambini che abitano in questa via oquelli che vengono a trovare i parenti e chesi mettono a giocare sulla strada, che es-sendo senza via d’uscita, non è trafficatada macchine, devono essere controllati avista per evitare incidenti che seaccadessero potrebbero mettere seria-mente nei guai l’amministrazione comu-nale e il sindaco Coco.Vero che il Comune di Roccabernarda haproblemi finanziari ma crediamo chel’incolumità dei cittadini e soprattutto deibambini venga prima di tutto.Gli abitanti della zona minacciano di rivol-gersi alle autorità giudiziarie per smuove-re un po’ le acque, non se la sentono dicontinuare a convivere con questo perico-lo proprio sotto l’uscio di casa e con la

paura ormai perenne del: “Dove sono ibambini?”.

[Rosario Rizzuto]

BREVI DA COTRONEI

Da più parti ci giungono segnalazioni per il ripristino e la messa in posa della piantatoponomastica già esistente a Cotronei in Piazza Indipendenza, rimossa per leriprese del film nel mese di maggio.

Altrettante segnalazioni provengono dal versante case popolari. Terminati i lavori direcupero degli alloggi esistenti non si è ancora provveduto all’assegnazione deglistessi, nonostante il tutto sembrava dovevasi concretizzare nel periodo della cam-pagna elettorale dello scorso anno. Al danno la beffa. Infatti, gli alloggi non sonostati assegnati ma sono, al momento, diventati preda di sciacallaggi indiscriminati.Come al solito la storia si ripete!

Il pomeriggio del 15 agosto, in una Cotronei quasi deserta, sulla strada principale179 che attraversa il centro abitato, si è verificato un brutto incidente con l’investi-mento di un pedone, uno dei pochi che aveva preferito il paese anzichè la Sila.Complicati i primi soccorsi a causa delle poche persone presenti. I carabinieri sonoarrivati dalla Sila, mentre nessun vigile si trovava sul posto. L’incidente ha bloccatoil traffico sostenuto delle macchine provenienti dalla Sila e la situazione sarebbesicuramente degenerata se non c’erano alcuni cittadini che, per almeno tre ore, sisono posto in diversi punti del paese per deviare il traffico automobilistico.Effetti collaterali di un paese turistico!

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tàIL CENSIMENTO DEI PESCI

Presentata la “carta ittica” dei fiumi della provincia di Crotone

La Provincia di Crotone ha realizzato la carta ittica del proprio territorio, grazie ad una convenzione stipulata tral’assessorato alle Attività produttive ed il dipartimento di Ecologia dell’Università della Calabria. Si tratta dellaprima provincia calabrese a recepire gli indirizzi normativi della legge 29 del 2001, che si dota di un quadrosinottico multidisciplinare utile a tracciare la topografia delle aree fluviali degradate e di quelle meglio conser-vate.Dal lavoro risultano fortemente compromesse le arterie principali del Neto e del Tacina, mentre gli affluentiLese, Ampollino, Soleo e Sant’Antonio godono di migliore salute.Sono state rinvenute le seguenti specie ittiche: rovella, cavedano, gambusia, alborella, cagnetta, anguilla,trota fario macrostigma, cefalo, carpa, cobite, trota iridea, carassio, tinca, scardola, persico reale. Oltre acensire i pesci che popolano le acque crotonesi, questo studio risulta importante per pianificazione futuriinterventi necessari ad un adeguato risanamento delle aree degradate della rete fluviale e per consentire unagestione ecosostenibile mirata ad una fruizione non invasiva delle risorse territoriali.Lo studio ha eseguito un’indagine di primo livello basata sulla descrizione semiquantitativa dei popolamentiittici dei bacini idrografici dei fiumi Neto e gli affluenti Vitravo, Lese e Ampollino; Tacina, compresi i sottobaciniSoleo e Sant’Antonio; Nicà e il torrente Lipuda.

Aumentano i divieti di balneazione nei mari calabresi. Que-st’anno, dal primo maggio sono ben 88430 metri [12,3%] dicosta [sui 715.700 complessivi]dove non si potrà fare il bagno.Un dato preoccupante che au-menta di anno in anno. Nel 2001i divieti erano per 34 Km di spiag-gia; nel 2002 erano 36 Km; nel2003 si arriva a 50 Km. Confron-tate separatamente le cinqueprovince calabresi, quella diReggio Calabria risulta quellamaggiormente compromessacon 35959 metri di spiaggia condivieto di balneazione. SeguonoCosenza [31959 metri], Crotone [1059331959], Catanzaro[7280 metri] e Vibo [3000 metri]. Nella provincia di Crotone icasi di maggiore preoccupazione sono stati rilevati nella cittàcapoluogo e nell’aria della riserva marina di Capo Rizzuto. Ifenomeni di inquinamento sono da addebitare ai tanti comunisprovvisti di depuratore ed alle fiumare e torrenti che, prima diarrivare al mare, vengono contaminati per scarichi di acquereflue e per trattamenti chimici in agricoltura. I divieti dibalneazione della costa calabrese rappresentano la percen-tuale più alta della media nazionale, nonostante ci siano imari più trasparenti ed i fondali più sani di tutta la penisola.Sono una delle tante contraddizioni della nostra terra che pagala poca attenzione delle amministrazioni e delle popolazionilocali.

DIVIETI DI BALNEAZIONENEI MARI CALABRESI

Francesca Vona [nella foto] è l’assessorealle pari opportunità che, con grande en-tusiasmo, si sta impegnando in vari set-tori e quindi un valido contributo all’Ammi-nistrazione comunale di Policastro. Unicarappresentante femminile in un conses-so di soli uomini dà notizia di sé stavoltaper l’iniziativa dei Regolamenti comunalisulla “tutela della riservatezza dei dati per-sonali” e alla “disciplina e gestione delle sponsorizzazioni”.All’interno della prima Commissione è riuscita a realizzare unpositivo confronto la minoranza consiliare che ha dato inte-ressanti contributi. Tra i due Regolamenti, quello che è vera-mente curioso e innovativo per le nostre realtà è il secondo,quello delle sponsorizzazioni.Con l’applicazione di tale disciplinare, l’Assessore Vona siripromette di dare la possibilità al Comune di “fare cassa”,contenendo gli oneri ai contribuenti e facendo così fronte alminore impegno dello Stato.La battagliera Francesca Vona sostiene che “anche alla lucedei numerosi tagli del Governo ai finanziamenti agli Enti co-munali, questa deliberazione consentirà al Comune petilinodi accogliere e regolamentare varie convenzioni con soggettipubblici e privati, con la conseguenza benefica di rimpinguarele casse comunali. Per fare un esempio, da oggi in poi i nomidegli sponsor potrebbero apparire sugli scuolabus comuna-li, attraverso il pagamento di una quota economica”.Tale convinzione è confortata dall’esperienza dei Comuni edegli altri Enti che hanno già approvato regolamenti di questogenere.L’assessore Vona non sembra lasciare le cose al caso:” Perdivulgare questo Regolamento, mi farò promotrice io stessadi organizzare degli incontri ad hoc con la popolazione edinviare delle lettere a tutti quegli imprenditori che potrebberoessere interessati”. I contratti di collaborazione,a titolo onero-so, prevede che il Comune di Petilia Policastro (sponsee)offre, nell’ambito delle proprie iniziative, ad un terzo (sponsor)che si obbliga a dare un determinato corrispettivo, la possibi-lità di pubblicizzare la propria ragione sociale, il proprio logo,il marchio, i prodotti in appositi e predefiniti spazi pubblicitari”.

[Alberto Fico]

POLICASTRO: IN CERCADI SPONSOR (ORA SI PUÒ)

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Si aggiungono altri risvolti alla controversavicenda della intitolazione a don CesareOliveti della nuova piazza Municipio diCotronei.La notte tra l’8 ed il 9 giugno, con un atto diinciviltà coperto dall’anonimato, è stata rot-ta la lastra che intitolava la piazzaall’ottantenne prete cotronellaro.Sicuramente un atto vandalico, seppur nonsono mancate allusioni ad ipotetichemacchinazioni per risolvere la questionein modo “diplomatico”.Infatti, il Prefetto di Crotone, in data 19maggio, aveva ordinato al Comune diCotronei la tassativa esclusione, entro 20giorni, della intitolazione “don Cesare Oli-veti” per la piazza suddetta, poiché, secon-do le specifiche normative, l’intitolazionedi strade o piazze pubbliche può essereproposta esclusivamente a nome di per-sone decedute (art. 2 legge n.1188/1927).Il termine ultimo è stato rispettato, se è vero

PIAZZA… BELLA PIAZZAPer la nuova piazza di Cotronei, si complica la vicenda della intitolazione

che la targa, dopo l’atto vandalico, è statarimossa.Però, dopo qualche giorno, è stata rimes-

sa una targa recante l’intitolazione “Piazzadella solidarietà – don Cesare Oliveti”.Di tale nuova dicitura era stata richiesta

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Dall’alto della sua complessa esperienzae della sua elevata professionalità, l’exassessore regionale alle infrastruttureAurelio Misiti (nella foto) ha bacchettato,senza mezzi termini, la classe politicacalabrese, di destra e di sinistra, alla qua-le ha contestato le sue divisioni interne ele sue risse intestine, la mancanza di uni-tà di fronte alle grandi questioni, l’assenzadi compattezza davanti ai grossi problemi,a discapito invece della critica reciproca,delle divisioni e delle contrapposizionipregiudiziali, che favoriscono, alla fine, lamancanza di decisioni centrali e governa-tive a favore delle nostra regione, a vantag-gio di quelle settentrionali.Questo è uno degli aspetti emersi nel cor-so del convegno, tenutosi in agosto aMesoraca, sul tema: “Il Marchesato, terradi emigrazione. La viabilità come sviluppo:analisi e prospettive”, a cui hanno parteci-pato, oltre al professor Misiti, presidentedell’associazione ProCalabria e Commis-sario straordinario per le grandi opere delSud,  il vice presidente della ProvinciaEmilio De Masi, il presidente della Comu-nità Montana Alto Marchesato CrotoneseSalvatore Carvelli, il sindaco di SantaSeverina Bruno Cortese,  di Cutro France-sco Sulla, l’assessore Calaminici di PetiliaPolicastro, i segretari provinciali della CislAntonio Venneri e della Uil DomenicoTomaino, il presidente dell’Amit MaurilioCortese, il parroco don GiovanniNapolitano, il sindaco Salvatore Lonetto,gli assessori Massimiliano Ferrazzo, Fran-co Mangano, Pietro Fontana, Saverio Gen-

tile, Carmine Iannone.Secondo Misiti, lo sviluppo della nostraregione, più in generale, deve passare at-traverso la valorizzazione del territorio, e laparte non valorizzata è proprio la collina ela montagna, che rappresentano il 91 percento dell’intero territorio calabrese. Perchèquesto sviluppo sia possibile, occorre peròrinnovare la classe dirigente, al di là delleideologie, auspicando che vengano chia-mati a raccolta i migliori cervelli dellaCalabria, che vivono qui o fuori, perchè di-ano il loro contributo di idee e di progettiper fare uscire la nostra regione dalla crisiin cui si trova.Un appello, quello di Misiti, ai cittadini per-ché‚ scelgano gli uomini di governo, a qual-siasi livello,  assolutamente onesti.Prima di tutto l’etica, poi la capacità, hasottolineato Misiti, facendo molto affida-mento nelle nuove generazioni e ribaden-do che amministrare dev’essere un’auten-tica missione.L’ex assessore regionale non ha mancatodi soffermarsi sulla questione della 106,l’attuale E90, che Misiti preferisce chiama-re la nuova autostrada jonica, che potràessere realizzata a condizione che ci siauna classe politica unita e se ognuno ri-nuncerà a qualcosa.Altrimenti resterà un sogno nel cassetto.Per realizzare tutta l’autostrada jonica oc-corrono nove miliardi di euro. Al momentoè prevista una spesa di 4 miliardi, anchese le risorse disponibili sono di un solomiliardo in quanto si dovrà procedere allaindividuazione del general contactor, come

in sostanza fu l’Iri negli anni Sessanta.Un accenno anche alla costruzione delPonte sullo stretto, che presto sarà unarealtà positiva soprattutto per le nostre re-gioni meridionali. La presenza di Misiti aMesoraca ha suscitato una valanga di con-sensi da parte di tutti gli ospiti, che hannoconfermato pubblicamente la loro stimaverso un uomo che aveva dato una svoltadecisiva nel suo settore alla Regione.Al vice presidente della Provincia EmilioDe Masi l’occasione è servita anche perannunciare che a breve verranno appaltati,ed entro l’anno verranno iniziati i lavori perla costruzione della cosiddetta Strada delMare o del Petilino, i cui costi ammonte-ranno a 26 miliardi di vecchie lire, di cui 10miliardi sono stati messi a disposizionedalla Provincia mentre gli altri furono as-segnati proprio dall’allora assessore re-gionale Aurelio Misiti.

Misiti: viabilità, volano di sviluppo

l’autorizzazione alla Prefettura da parte del-la Giunta comunale di Cotronei. Il Prefetto,con la missiva di cui sopra, aveva autoriz-zato soltanto la dizione “Piazza della soli-darietà”.Incurante di tutto ciò, e dopo l’atto vandalico,il Comune di Cotronei ha messo in dimo-ra la nuova targa senza considerare le di-sposizioni prefettizie.Di tale questione si è immediatamente in-teressato il consigliere di minoranza Ales-sandro Garofano, con una comunicazionerivolta al Prefetto e, per conoscenza, aiCarabinieri di Cotronei, al Ministero degliInterni ed agli organi di stampa.Il Garofano si domanda come è possibileche “un Sindaco, in barba a tutte le regole,si permette di non ottemperare ai dettamiprefettizi. Un ladro di polli meriterebbe benaltro trattamento se violasse la Legge”.E la storia, sicuramente, continua.

Carmelo Colosimo

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IL MONDO DELLA PIZZA

Il proprietario della pizzeria “La Silana” di Cotronei, Luca Angotti, ha partecipa-to, nel marzo scorso, al 4° campionato nazionale di pizza, svoltosi a Fiuggi. Sitratta di una manifestazione di notevole importanza per la categoria [che siavvale anche della collaborazione della “Vita in diretta”, trasmissione televisivadel servizio pubblico] e che, anno dopo anno, accresce il numero dei parteci-panti. L’edizione di quest’anno ha visto la partecipazione di circa 180 pizzaioli,soci dell’Api - Associazione pizzerie italiane - provenienti da tutta Italia.Luca Angotti si è distinto per l’impegno e l’entusiasmo dimostrato, tanto dafinire sulla copertina di Real Pizza [n° 5 – maggio 2004], la rivista italiana delmondo della pizza. Una gran bella soddisfazione per il giovane pizzaiolocotronellaro, alla sua prima esperienza nell’importante vetrina di Fiuggi e nelcampionato nazionale della categoria.

Alla manifestazione “Pucciarelli - D’Afflitto”giunta alla sua 38° edizione e svoltasi nel-l’aula magna dell’Istituto Tecnico Commer-ciale di Crotone sono stati premiati 53 stu-denti [33 femmine e 20 maschi] della pro-vincia. Alla manifestazione oltre alla pre-senza dei genitori degli alunni erano pre-senti anche dirigenti scolastici ed inse-gnanti.Il premio, ha sottolineato il presidente Sal-vatore Di Lascio, testimonia da anni la pro-fonda valenza culturale nell’ambito dellaprovincia di Crotone.Tra i premiati, anche tre alunni di Cotronei:Amoroso Maria Rosaria, Carvelli Dajana eTavernese Marzia.Amoroso Maria Rosaria, dell’Istituto Com-prensivo “D. Borrelli” di S. Severina, è statapremiata con la seguente motivazione:“L’alunna ha seguito con vivo e tenace im-pegno, arricchendo la sua cultura con ap-profondimenti personali rivelando spiritocritico e capacità di sintesi suffragati daapertura alle attività curriculari al mondodell’extrascuola”.Carvelli Dajana [nella foto in basso], del-l’Istituto Professionale di Stato per i ServiziCommerciali e Turistici di Cotronei, è sta-ta premiata con la seguente motivazione:“L’allieva, frequentante nell’anno scolasti-

XXXVIII EDIZIONE DEL “PUCCIARELLI - D’AFFLITTO”

co in corso la classe II/A E.C.A., ha dimo-strato per i risultati conseguiti di essere lamigliore allieva dell’istituto. Allieva dotatadi una particolare capacità rielaborativa eforte senso critico, ha partecipato con no-tevole interesse e impegno a tutta l’attivitàdidattica. Grazie alla sua forte personalità,il dialogo educativo all’interno della clas-se è stato particolarmente stimolato e in-teressante. Per aver saputo organizzare leconoscenze acquisite in maniera logica eben strutturata, per lodevoli risultati rag-giunti”.Tavernese Marzia, dell’Istituto Comprensi-vo Statale “A. Volta” di Cotronei, è stata pre-miata con la seguente: “L’alunna nel cor-so del triennio, ha sempre assunto uncomportamento educato e corretto nel pie-no rispetto delle regole scolastiche. Ra-gazza animata da impegno, costanza edequilibrio, è riuscita sempre a distinguersinelle attività didattico-educative, manife-stando senso di responsabilità ed auto-nomia operativa”.Dell’Istituto Comprensivo Statale diRoccabernarda, Dirigente Scolastico prof.Pasquale Andreoli, è stato premiato l’alun-no Labernarda Rodolfo [nella foto in alto],nato a Catanzaro il 20/10/1990, con la se-guente motivazione: “Educato, sensibile e

ben dotato, ha se-guito un regolarecorso di studi distin-guendosi per inte-resse ed impegnonel lavoro scolastico.Puntuale semprenelle consegne e ri-spettoso delle rego-le ha conseguito unpersonale metododi studio che gli haconsentito di amplia-re sempre più il li-vello culturale. Ap-prezzabile il suoportafolio delle co-noscenze, compe-tenze ed abilitàcome anche ottimoil grado di maturitàraggiunto”.A Rodolfo tantissimicomplimenti da par-te del suo ex mae-stro delle elementariGiovanni Rosa. A tutti quanti i complimentidalla Redazione di Area Locale.

Potrebbero tornare presto a studiare ai banchi della propria scuo-la gli studenti della Media “Don Matteo Lamanna”. L’edificio sco-lastico del rione S. Margherita, dichiarato inagibile dai vv. ff. dovràessere adeguato secondo il piano previsto dalla Amministrazio-ne Lonetto e approvato dalla Procura della Repubblica, che hadeciso conseguentemente la revoca del sequesto giudiziario del-l’intera struttura, ferma restando l’inchiesta sulle responsabilitàpenali per i guasti causati forse da una sopraelevazione eseguitanel 2000 sulla vecchia struttura preesistente.Come si ricorderà, infatti, già nel 2002 i vigili del fuoco riscontraro-no alcune lesioni sulle pareti e degli evidenti segni di distaccodelle divisioni interne dalla struttura portante. Il primo piano dellascuola media fu quindi dichiarato inagibile e gli alunni ospitati inquelle cinque aule furono trasferiti nella sezione staccata di Filippa.Seguì l’inchiesta della Procura su quei lavori di ristrutturazionesvolti nel 2000 e, una volta evidenziate le prime irregolarità, avven-ne il sequestro dell’intero edificio scolastico, nella primavera del2003. Per duecento alunni del rione Santa Margherita cominciò il

MESORACA: DISSEQUESTRATA LA SCUOLA MEDIA LAMANNA

dramma dei doppi turni, perché ospitati alla meglio presso plessiscolastici di altri quartieri. E questo fu uno dei primi problemi chedovette affrontare la nuova amministrazione guidata dall’ing. Sal-vatore Lonetto.La provvisoria soluzione che l’assessore alla Pubblica Istruzio-ne, Francesco Mangano, trovò per lo scorso anno scolastico fuquella di trasferire tutte le attività della “Lamanna” nell’antico pa-lazzo Stranges-Longobucco, attraverso una rapida definizione diun accordo con la diocesi di Crotone e la realizzazione di alcuniurgenti lavori di adattamento dell’antico edificio (peraltro già inprecedenza ristrutturato dalla Curia come centro di ospitalità) allenormative in materia di edifici scolastici.Adesso il dissequestro dello stabile nel rione S. Margherita aseguito dell’approvazione del piano di adeguamento da parte dellanuova amministrazione comunale significherà, si spera, il riavviodell’anno scolastico in condizioni di traquillità.

[Gregorio Colaci]

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VICINO AL FIUMEUn’esperienza cinematografica per la promozione

turistica e culturale del territorio

Le riprese del film “Vicino al fiume” hanno

rappresentato un evento economico e cul-

turale molto importante per il territorio di

Cotronei. Ne abbiamo discusso con Giu-

seppe Pipicelli, presidente dell’Angolo 12,

promotore del progetto cinematografico.

Domanda – Come nasce l’idea di realizza-re un film nel territorio di Cotronei?Risposta – Alla base di tutto c’è la voglia dipromuovere il nostro territorio. Quindi, conun evento mai organizzato a Cotronei, ab-biamo deciso di organizzare ed ospitareun film, portando sul luogo non solo attoriemergenti del cinema italiano, ma anchedelle maestranze che sono conosciute perla loro professionalità a livello internazio-nale. Fra tutti, il maestro Luciano Tovoli cheha siglato la direzione di fotografia di nu-merosi film di registi italiani e stranieri.Abbiamo intrapreso rapporti di collabora-zione, anche per il futuro, con una casa diproduzione seria. Il regista Carlo Marcucci,alla sua opera prima, vanta un buoncurriculum come scenografo, ha lavoratoanche per Mediaset.Da premettere che, per la realizzazione diquesto film, ho coinvolto tutti coloro che poisi sono resi necessari per la buona riusci-ta di questo progetto, vale a dire le istitu-zioni, le scuole, ecc.D. – Quali sono le istituzioni che hannocontribuito alla realizzazione del film? Sisono attinti fondi da qualche legge parti-colare?R. – Il film, come progetto, parte dal registae dalla casa di produzione, ed è stato fi-nanziato dal Ministero dei Beni e le attivitàculturali. Gli Enti coinvolti sono stati il Co-mune di Cotronei, per quanto riguardal’ospitalità, l’Azienda di promozione turisti-ca di Crotone, la Provincia di Crotone, lastessa Regione Calabria, la ComunitàMontana; tutti questi enti, anche se di diffe-renti colori politici, per la prima volta hannolavorato in sinergia affinché si realizzassequesto progetto. Questo film si doveva farein Umbria e siamo riusciti a farlo dirottarein Calabria: c’erano altre 10 località chepotevano ospitarlo, ma siamo riusciti aportarlo nel nostro territorio anche per undiscorso logistico, assorbendo i pro e icontro, poiché le difficoltà sono state note-voli.D. – Quale è stata la difficoltà maggioreche hai riscontrato in questa esperienza?R. – Innanzitutto, per noi questa è stata laprima esperienza nel mondo del cinema,io provengo dal mondo dello spettacolo,ho sfiorato a livello organizzativo il mondodella televisione. E poi abbiamo iniziato conun film non semplice, un film d’epoca, dicostume, percorrendo un secolo di vita.Sono state complicate le scene, gli

allestimenti, il reperimento dei costumi.L’altra difficoltà il tempo bruttissimo: su 24giorni di registrazione siamo stati 16 gior-

ni con la pioggia ed il freddo.D. – Il film quando è stato girato?R. – E’ stato girato dal 19 Aprile fino al 15Maggio, tenendo presente che la domeni-ca non si lavorava.D. – Quindi nonostante le cattive giornatesi è riusciti a girare le scene?R. – Si, grazie a loro che sono stati davveroprofessionali. La cosa positiva è stata ladisponibilità della cittadina di Cotronei, ilmodo con cui, nonostante le difficoltà, lacasa di produzione ha portato avanti il filmintegrandosi nel territorio. E perché il filmin sé è diventato il film non solo del regi-sta, del produttore, ma il film di tutti coloroche vi hanno partecipato.D. – C’è stato un coinvolgimento emotivoforte nella popolazione?R. – Un coinvolgimento emotivo ed allo stes-so tempo abbiamo dato l’opportunità acoloro che hanno del talento di manifestar-lo.D. - C’è stato qualcuno che si è distinto eche potrà dare continuità a questa espe-rienza cinematografica?R. – Diciamo che i sei attori protagonistisono tra quelli emergenti su scala nazio-nale. Massimo Poggio, protagonista delleprime edizioni di “Un posto al sole”, di al-cuni episodi di “Carabinieri”, ha recitato alfianco di Raul Bova. Imma Pirro, una delle

protagoniste di “Orgo-glio”, riconfermata per “Or-goglio 2”. StefaniaPalmisaro che è sempre intelevisione ed ha fatto numerosi spot pub-blicitari. Stefano Abate, un altro attore. Unarosa di professionisti ai quali siamo riu-sciti ad affiancare persone non di cinema.L’unica mia segnalazione è stata quella diPasquale Fragale, che in questi anni è statoper noi un punto di riferimento per le varieiniziative teatrali che ha rappresentato e chenel film interpreta il ruolo del prete. Sonostati bravissimi anche i bambini: su 30 diloro, in 4 hanno ricoperto il ruolo da prota-gonista.D. – Quante persone hanno fatto parte delcast?R. – Le persone sono state intorno alleduecento complessivamente, tra lo staff ele maestranze, per quasi oltre 300figurazioni, infatti ce ne sono state alcuneche hanno recitato più giorni. Una sessan-tina erano gli attori e le maestranze cheprovenivano da fuori, gli altri erano tuttepersone di Cotronei, scelte, in base ai ruo-li da rappresentare, dal regista dopo un’ac-curata selezione.D. – Dobbiamo ricordare che c’è stata unafase preparatoria, durata un paio di mesi,prima dell’inizio delle riprese.R. – Si, certamente. In questa fase si sonoscelti i luoghi del nostro territorio che do-vevano ospitare le scene e si è formato uncast degli adulti e dei bambini.D. – E’ stato un buon giro d’affari perCotronei, poiché ha movimentato denaronel territorio, anche per quanto riguarda lecomparse.R. – C’è stato un giro d’affari ben oltre i 350milioni delle vecchie lire, per un mese dilavorazione, perché oltre le comparse sonostate pagate le maestranze locali, i fale-gnami, le sarte, i ristoranti, coloro che han-no fornito i materiali. Comunque, resta unatestimonianza importante per lavalorizzazione del nostro territorio. L’inte-resse da parte mia è quello che altri pro-getti vengano portati a Cotronei. L’antepri-ma assoluta del film sarà proiettata aCotronei a settembre.

www.arealocale.com

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Finalmente, dopo un lungo periodo di attesa e un altrettanto lungo iter burocratico,è in fase di arrivo il finanziamento di146.880,00 •, per la sistemazione del piazzale antistante il santuario petilino della sacra Spina, un progetto che fa parte Pordella Comunità europea “Appennino Parco d’Europa”.Il restauro del piazzale è stato progettato dagli architetti Rosario Marrazzo, Gerardo Scalise e Michele Fico, i quali giudicano

l’attuale sagrato, “realizzato negli anni sessanta con materiali di scarsa qualità, nonconfacente allo stile architettonico dell’intero complesso conventuale; inoltre, è in evi-dente stato di degrado e l’area circostante non soddisfa le generali necessità”.Quindi, oltre a salvaguardare l’architettura della chiesa nel suo complesso, è neces-sario, secondo gli architetti , soddisfare le esigenze di spazio nonché di un adeguatoparcheggio”; pertanto esso avrà la suggestiva forma di una spirale.E’ stato Salvatore Carvelli, presidente della Comunità montana dell’”Alto MarchesatoCrotonese”, il più assiduo sostenitore del progetto; quindi, ha ringraziato tutti colorocreduto e si sono spesi per l’impresa, come don Pasquale Marrazzo e don BernardinoMongelluzzi responsabili del sacro luogo.Questa importante opera vuole essere il primo tassello per creare quel turismo inte-grato che vuole far diventare il Marchesato punto di riferimento per l’offerta turistica,unitamente alle tradizioni religiose e di quelle eno-gastronomico.

[Alberto Fico]

SACRA SPINA: AL VIA IL PROGETTO

Un finanziamento Por della Comunità europea per il restauro del piazzale

Si è appena costituita l’associazione Arci“Pagania”. Buon segno.Le attività della giornata di inaugurazionehanno riscosso unanimi consensi da par-te dei numerosi partecipanti, giovanid’ambo i sessi in particolare anche venutida fuori. Squisita accoglienza da parte deigiovani gestori che sono stati all’altezza del-la situazione anche se alle prime espe-rienze. La manifestazione si è protratta finoa tarda nottata.La massiccia partecipazione di giovanisoprattutto ha voluto significare che si at-tende e si spera in un sostanziale cambia-mento. E le premesse per cambiare cisono visto che si ha un locale attrezzatoper le richieste e le esigenze delle variefasce di età.Durante la giornata è stata allestita unamostra di artisti locali che è stata moltoapprezzata dai visitatori. Hanno esposto leloro opere i pittori Thomas Albi di Cotronei,Anastasia Arabia e Piero Pollinzi diRoccabernarda e lo scultore in legnoSarino Ammirati di Roccabernarda.Un ricco buffet è stato offerto a tutti gli inter-venuti. Efficiente il servizio bar e il servizioristoro. La musica, come al solito, l’ha fat-ta da padrona dato che si sono esibiti duegruppi locali, i “Fac-simile” e gli “Off-on”che hanno allietato il pubblico con musicareggae, canti popolari della tradizione con-tadina e canzoni contro la guerra.Durante l’esibizione una giovane portavo-ce dell’Arci ha spiegato al pubblico perchési è costituito il circolo “Pagania”: Perchéquesto circolo? La ragazza spiega ”perchénasce dall’esigenza, in un paese dove lestrutture sono assenti, di avere degli spazidi aggregazione, di socializzazione che ri-spondano alle richieste delle varie fasce

Si allarga la rete dell’Arci Nuova Associazione nella provincia di Crotone

Nasce a Roccabernarda il circolo Arci PaganiaUn nuovo laboratorio di impegno politico e sociale

di età, dai più piccoli, ai giovani, agli adulti,agli anziani... A Rocca c’è esigenza di cul-tura, di rapporti interpersonali, di comuni-

cazione. Ecco perché è nato questo circo-lo Arci!... “L’Arci - ha proseguito la giovane -  comesapete, è un’associazione socio-politica,non a scopo di lucro, antirazzista (a questopunto la giovane portavoce ha salutato edha espresso la solidarietà del circolo a tut-ti gli immigrati che si trovano nel nostroterritorio, nei centri di accoglienza e nei

centri profughi, esprimendo l’augurio chesiano sempre meno lager e sempre piùaccoglienti). E’ antifascista, antiliberista,contro qualsiasi tipo di violenza, e soprat-tutto è contro la guerra, qualsiasi tipo diguerra.Perché, ha continuato, poi questo circolosi chiama “Pagania”? Innanzitutto perchévuole essere un omaggio alla nostra terra,anticamente chiamata Rocca di Paganiatermine derivato da un mitico Re Pagano,un omaggio quindi alla sua storia, storiadi povertà, di umiliazioni, di vessazioni maanche di ricolta contro le violenze ed i so-prusi. E poi il termine Pagania può avereun significato vasto, può essere intesocome trasgressione, come libertà... Il cir-colo “Pagania” è aperto a tutti coloro chevogliono contribuire alla realizzazione diprogetti tesi contro la solitudine sociale,l’emarginazione, lo sfruttamento dell’uomosull’uomo”.

[Giovanni Rosa]

Il 20 giugno Tom Benetollo, Presidente Nazionale dell’Arci, ci ha lasciati. E’ mortoimprovvisamente dopo un malore giunto durante la partecipazione ad un convegnosulla democrazia.La scomparsa di Tom lascia un vuoto enorme ma, allo stesso tempo, una testimo-nianza di passione e libertà, nella continua ricerca della verità attraverso l’impegnosociale e politico per i diritti, la giustizia, la pace.Una testimonianza che percorrerà nuove strade nel futuro. Anche nella nostraprovincia.Infatti, dopo l’apertura del circolo Arci di Cotronei, Terra e Libertà, anche aRoccabernarda è nato il circolo Arci Pagania. Un buon segno per gli impegni deiprossimi mesi e, perché no, per onorare il ricordo del buon Tom!Dalla redazione di Area Locale un augurio di buon lavoro ai ragazzi di Roccabernarda.

NEL RICORDO DI TOM BENETOLLO

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“Una bellissima serata, complimenti, con-tinuate così; sicuramente si mangerannole mani quelli che hanno preferito lastruscio su via Nazionale”, erano unanimigli attestati di stima e di soddisfazione ri-volti ai responsabili della Pro Loco diScandale da tante delle persone che han-no assistito nel pomeriggio alla “Primamostra mercato artistico artigianale”, e inserata al concerto della Band Juredurè.Tutto bello, tutto ben fatto grazie al lavoroorganizzativo ma anche manuale del pre-sidente Franco Demme e di alcuni soci.In particolare, oltre al presidente, non han-no riposato un attimo: Lucio Ierardi eSandro Ritelli, mentre dal punto di vistaorganizzativo hanno fatto la loro parte: AnnaCicalese, Marta Trivieri ed Emilio Scalise.“Siamo oltre 70 iscritti ma oggi che c’erada lavorare si sono viste davvero pochepersone, devo ringraziare alcuni volontari,tra i quali Lino di Reggio Emilia che ci han-no dato una mano a montare i gazebo e cihanno facilitato le cose e Gino Voce (che èun iscritto della Pro Loco) e Rosario Car-nevale che si sono occupati dell’illumina-zione dei gazebo”.Una serata che è servita ad animare il cen-tro storico di Scandale con gli stand, in tut-to 14, sistemati lungo la strada fino ad ar-rivare al palco.Qualcuno ha provato a lamentarsi dicen-do che il concerto era meglio farlo in piaz-za Condoleo.Ma - a parte che si sarebbe danneggiata laMostra che non sarebbe potuta durare finoa tardi né aveva senso farla vicino a piazzaCondoleo perché non ha lo stesso fasci-no del centro storico - il presidente Demmetaglia corto: “Io per un concerto faccio an-che centinaia di chilometri non vedo per-ché la gente non possa scendere da viaNazionale a piazza San Francesco per unasera, anche perchè, secondo me, sono lepersone che devono andare dove c’è mu-sica di qualità non viceversa”.Tante le arti messe in vetrina alla Mostra:dall’impagliatore Peppe (nella foto adestra)che ha anche dato dimostrazionedi come si realizza un “panaro” (cesto) euna sedia, all’arte del vetro di GiuseppeAmelio (nella foto a sinistra) della provin-cia di Catanzaro che ha realizzato davantiallo sguardo stupito di tanti bambini e si-gnori alcuni oggetti di vetro e per qualcheminuto il centro storico di Scandale si ètrasformato in una piccola Murano.E poi c’erano lavori in ceramica, mobiliantichi o restaurati, oggetti in vetro dipintiin modo artigianale, tessuti ricamati amano, lavori in cuoio o i bellissime lavoriin cera realizzati dalla signorina Aggazio diCrotone che di questo suo hobby dal pros-simo primo settembre ne farà il suo nuovolavoro aprendo una bottega nel centro sto-rico di Crotone.Hanno attratto molte le ragazzine, ma an-che qualche signora, gli stand dove si rea-

SCANDALE: ARTIGIANATO IN MOSTRA E JUREDURÉ

lizzavano o vendevano oggetti di bigiotte-ria, le ragazze di Scandale hanno vistocome dal filo di ferro e pietre varie si arrivaad un anello.Ma uno stand molto grazioso era quellodel signor Cosco di Roccabernarda nel

quale erano esposte alcune sculture, piùche altro di vita contadina, da lui realizzate.Opere bellissime ed uniche che hanno ri-chiesto anche anni di lavoro; a chi chiede-va il prezzo il Cosco rispondeva oltre 15milioni delle vecchie lire ma era solo unmodo per far sì che nessuno volesse ac-quistare le sue opere perché, come ci haspiegato poi lo stesso Cosco, non eranoin vendita ma destinate ai suoi familiari econ le quali lui partecipa alle varie mostreche si tengono nella zona.La mostra è andata avanti per tutta la serae anche durante il concerto serale.Infatti in piazza San Francesco si è primaesibito il gruppo locale dei “No Face” cheha fatto da apripista agli attesi Juredurè.Davvero bravi questi ragazzi provenienti tuttidalla provincia di Crotone eccetto ilbatterista che è Croato.A Scandale al gruppo ufficiale si sono ag-giunti due guest stars e i nove sul palcohanno proposto dell’orecchiabilissima mu-sica popolare ma anche due brani delcompianto Rino Gaetano, abilmentemusicati e prepotentemente cantati dal bra-vo Emanuele Trocino, ineccepibile nono-stante i suoi ancora non del tutto eliminatiproblemi di voce: ”Vado avanti grazie alBentelan, ha detto, sembra quasi che fac-

cia pubblicità oc-culta a questoprodotto, ma ècosì”.Ma se non fossestato lui a dirlo for-se nessuno se nesarebbe accortovisto che ha can-tato ed incitato ilpubblico a ballareper oltre un’ora.E qualcuno si è lasciato andare facendositrascinare dalla belle note. Già la musica,davvero bravi i musicisti dei Juredurè daAntonio Calzone al clarinetto a SalvatoreVaccaro al trombone e alla chitarra batten-te.E poi Mario Brizzi al basso, Renato Carusoalla chitarra, Dino Deghenghi alla batteriae Antonio Rimedio alla fisarmonica e poi idue ospiti Francesco Rimedio alle tastie-re e Nicola Mungo alle percussioni.Una giornata formidabile dunque quellaorganizzata dalla Pro Loco di Scandale esiamo sicuri che la Mostra mercato diverràun appuntamento fisso, sicuramente an-nuale, ma se aumentassero le persone dibuona volontà che danno una mano po-trebbe anche ripetersi con scadenze piùravvicinate.

[Rosario Rizzuto]

Discriminazioni o rispetto delle regole?

Nel pieno della stagione turistica, l’amministrazione comunale di Cotronei ha impo-sto la chiusura della Darsena sul lago Ampollino: mancanza delle autorizzazioniigienico sanitarie e di sicurezza degli impianti elettrici.Il titolare Garofalo ha gridato allo scandalo, considerando tale atto dell’amministra-zione comunale come un sistema per mettere a tacere il suo impegno da consiglierecomunale di minoranza.Una determinazione nel rispetto delle regole o un atteggiamento discriminatorio: inogni caso un episodio originale e mai verificatosi nel passato. Ci ritorneremo a di-scuterne dopo l’acquisizione della documentazione necessaria.

Eccolo il popolo dell’Ampollino Sound.Martedì 3 agosto riempie già i boschi attor-no al lago, monta le sue tende, accende lamusica, prepara i fuochi per il pranzo.Per fortuna c’è il sole, che non abbando-nerà la manifestazione per tutti e tre i gior-ni della sua durata, nonostante le previ-sioni promettessero pioggia già fin damercoledì pomeriggio.Questa edizione, la settima, del festivalbiennale che da quattordici anni portamusica e culture in mezzo alla nostra splen-dida natura, nello scorcio più sug-gestivo della Sila Piccola, era peròpartita quest’anno sotto il cattivoauspicio delle polemiche.

La disputatra martufelliani e ampollinisti

Già da questo inverno si parlava, invista dell’estate, della bontà o menodell’evento, e del reale interesseche la comunità Silana poteva ave-re ad ospitarlo.Il tutto, a dire il vero, era partito pro-prio sulle pagine on-line di Area Lo-cale, in seguito ad un articolo cheannunciava la morte dell’AmpollinoSound Festival soppiantato, nellaprogrammazione estiva del Teatro Tendadi Trepidò, da uno spettacolo del comicoMartufello.- Niente contro Martufello, ci mancherebbealtro - aveva subito detto la gente che quo-tidianamente popola il forum di Area Loca-le, ma era chiaro che una scelta di questogenere, e la perdita di una manifestazionecosì suggestiva e seguita, non poteva chedispiacere ai giovani crotonesi e a quantivi vedevano da anni l’unico evento musi-cale di rilievo nella vita monotona dellanostra provincia.Al forum erano intervenuti subito molti altricittadini che si trovavano inveced’accordissimo con la decisione di nonfare più l’Ampollino (come tutti comune-mente lo chiamano, per accorciare), inquanto, era risaputo, il festival fin dalla suanascita aveva portato alle comunità silanesolo sporcizia e depreziamento del lago.Teniamoci stretto Martufello – dicevano fe-lici - e ringraziamo la nostra buona stellase non avremo più la Sila invasa da tuttiquei giovani debosciati. E amen.A più riprese, la polemica si è protratta sulnostro sito per mesi, e ciò almeno dimo-stra che nella provincia c’è moltissimagente che, a dispetto dell’apparente acci-dia culturale imperante, ha voglia eccome

Ampollino Sound vive!

di dire la sua.Si è parlato a lungo di turismo straccione,di barboni e punkabbestia provenienti datutta Italia solo per bivaccare e drogarsi inriva al lago, e perché noi dovremmo poipermetterglielo? Vadano altrove.Dall’altro lato, però, si è subito alzato unpolverone di voci indignate intervenute adifesa dell’Ampollino Sound, che oltre aportare cultura e buona musica in una pro-vincia dove il livello delle manifestazioniculturali spesso non supera la sagra delle

castagne (con il dovuto rispetto per le sa-gre delle castagne, sia beninteso), portaanche notevoli tornaconti economici aTrepidò, Villaggio Palumbo ed ai suoi eser-centi, poiché anche gli straccioni, a quantopare, non disdegnano di consumare unpanino alla salsiccia, comprare sigarettee bibite varie, spendere soldi.La disputa tra martufelliani e ampollinistiè infuriata e si è allargata in breve tempo.Sono aumentati i contatti al sito, e gli inter-venti, fino a richiamare più volte la rispostadello stesso Oberdan Cappa, “inventore”dell’Ampollino Sound Festival, che ne haripetutamente difeso la bontà e l’alto livel-lo qualitativo e culturale.Alla fine, ci pare, hanno vinto gli ampollinistianche solo per superiorità numerica, edopo mille altre traversie burocratiche,l’Ampollino Sound si è svolto anche que-st’anno.La manifestazione è anche andata megliodel previsto, se è vero che gli organizzatorihanno rilevato in questa edizione il recordassoluto di presenze.Massiccia è stata la partecipazione, soprat-tutto dei giovani della nostra provincia, cuiseguivano pressoché a pari merito icosentini e poi via via i calabresi delle altreprovince.

Ma si sono contati arrivi da tutta Italia eanche alcuni gruppi dall’estero.Viva l’Ampollino allora, e lunga vita all’affa-scinante connubio di musica, aggregazio-ne e natura.

La musica prima di tutto

Ma cos’è stato l’Ampollino Sound Festival2004?Naturalmente la musica, al primo posto:

tanta, e di alto livello.Hanno partecipato alla prima sera-ta inaugurale di martedì 3 agosto, iSungria, gruppo di rock attivo soprat-tutto nel bolognese, poi i nostraniJureduré, anche loro gruppo bolo-gnese ma composto per ben seicomponenti su sette da giovani mu-sicisti di Roccabernarda (AntonioCalzone al clarinetto, Sasà Vaccaroal trombone, bombardino e chitarrabattente), Petilia Policastro (RenatoCaruso alla chitarra classica ed ilcantante Emanuele Trocino),Mesoraca (Mario Brizzi al basso) ePapanice (Antonio Rimedio alla fi-sarmonica. Il settimo, DinoDeghenghi, è un batterista epercussionista croato, anche se na-

turalizzato bolognese).La chiusura della prima serata è stata tut-ta per i salentini Apres la Classe (in cuifino a poco tempo fa militava ancheCaparezza), che per un ora ha fatto ballareil teatro tenda, fino alla chiusura dei con-certi.Ma la notte musicale dell’Ampollino Soundnon si chiude certo con l’ultimo gruppo chesi esibisce al Teatro Tenda: per tutta lanotte, i campeggiatori hanno ballato sullaspiaggia in riva al lago al suono della mu-sica sparata sia dall’ormai tradizionaleTeknotenda, sia ben altre quattro tendemusicali: mai così tante e di qualità.Erano presenti infatti anche una tendareggae sullo spiazzo del teatro - che per72 ore ininterrotte ha diffuso musica – epoi, sparse in tutta l’area, una tenda rock,una tenda folk, una seconda tenda tekno,più la consolle del gruppo dei collettivi stu-denteschi di Catanzaro. Per continuare adascoltare altra musica dal vivo bastava poifare un giro tra le tende per scovare i nu-merosi gruppi improvvisati di suonatori,

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Simone Arminio

jambèe e chitarre attorno al fuoco, e faremattina con loro in attesa dell’alba.La seconda giornata di concerti si è apertacon la sorpresa di un gruppo che più emer-gente non si può: i “the Knawe”.Giovanissimi musicisti petilini, hanno co-perto all’ultimo momento (sono staticatapultati da pubblico a musicisti sul pal-co in poco meno di due ore, e onore allaloro intraprendenza) il forfait dato daicosentini Ludovico Van, mancati per im-provvisa tracheite del cantante.La serata è continuata con gli SpasulatiBand, che alla bravura musicale aggiun-gono il colore di un dialetto antichissimo eincomprensibile, quello delle comunitàcosentine di origine albanese.A finire, gli ormai famosi Folkabbestia, conla loro musica insieme celtica e popolare,sicuramente la più impegnata politicamen-te e socialmente.A sentirli, oltre al caloroso pubblicodell’Ampollino ed alla gente venuta esclu-sivamente ascoltarli in concerto, due spet-tatori molto speciali: Madaski e Bunna de-gli Africa Unite, che arrivati all’Ampollinocon un giorno d’anticipo, hanno preferitopasseggiare tra i gazebo delle esposizio-ni e le tende, e ascoltare i concerti, piutto-sto che rinchiudersi in hotel come tutti glialtri gruppi anche molto meno conosciuti.

Quel legame indissolubilecon gli Africa Unite…

Siamo al terzo giorno - Bunna, i lunghissi-mi dred raccolti in un verde cappellonejamaicano, si è presentato alla sbarra, allesei, e quasi non volevano farlo entrare. Ilproblema è che i gruppi, quando arrivano,entrano nell’area con tanto di camper ecamion con il loro nome impresso a carat-teri cubitali sulla carrozzeria, e nessuno allasbarra si aspettava certo di vedersi spun-tare davanti il famoso cantante degli AfricaUnite a piedi e con le mani in tasca neltardo pomeriggio!Così, ci sono voluti alcuni secondi e unpaio di domande imbarazzanti del tipo “leideve campeggiare?”, o “ha pagato il bigliet-to”, prima che fosse prontamente ricono-sciuto dagli organizzatori ed accolto all’in-terno dell’area del festival, che Bunna havisitato con interesse e un po’ di nostalgia.Il loro concerto, giovedì 5 agosto, è stato ilvero grande successo di questo AmpollinoSound edizione 2004: quasi mille perso-ne venute esclusivamente per ascoltarli,oltre a tutti i campeggiatori già presenti sulposto.Loro, gli Africa Unite, non hanno certo de-luso il loro pubblico: oltre due ore di buonamusica, i grandi successi di sempre e lenuove canzoni del loro ultimo album “Un’al-tra ora”.Attesi con impazienza come le “star” dellamanifestazione, immaginati magari ancheun po’ freddi e snob (visto il prezzo d’in-gaggio e le condizioni perigliosissime det-tate dai loro manager), si sono rivelati poia ragione il gruppo che meglio ha incarna-

to lo spirito free e la cultura alternativa del-la manifestazione.A partire dal loro sound-check pomeridia-no, che nei giorni precedenti è statoblindatissimo, e che con loro si è trasfor-mato invece in un piccolo concerto: duran-te le prove dei singoli strumenti, viste leporte lasciate aperte, si era raccolto ungruppetto di persone che li aveva visti en-trare e li aveva seguiti fin dentro il teatro.

Sul palco Bunna, Madaski e tutti gli altri,

maglietta e birra in mano, hanno accurata-mente provato effetti e volumi, senza di-mostrare (come altri gruppi invece hannofatto) alcun segno di disturbo per il fatto dinon essere da soli nel teatro.Nel giro di venti minuti, davanti a loro si eraradunato un gruppo di almeno un centina-io di persone, che alla fine del brano diprova non ha resistito ad un lungo applau-so.Loro, quando sono scesi dal palco, si sonotrattenuti a lungo a parlare con quel pub-blico improvvisato, rivelando a qualcunoquel loro grande legame con l’Ampollinoche non tutti ricordavano: gli Africa Unitehanno infatti partecipato alla storica primaedizione del festival, ed anche loro, comequella inedita ed insolita manifestazionein riva al lago che li ospitava, erano alloradei debuttanti.Oggi, quattordici anni dopo, gli Africa Unitesono il primo gruppo reggae italiano, ed

a l l ’ A m p o l l i n oSound accorre gen-te da tutta Italia, e neparlano finalmente igiornali.Gli Africa però nondimenticano gliesordi, e per dimostra-re di non aver scordatol’Ampollino in tutti questianni, hanno aperto il loro con-certo proprio con l’ultima canzo-ne con cui avevano chiuso allora, nel 1992.Un legame più stretto di così?

La pittura, la fotografia e tutto il resto

Ma l’Ampollino Sound - soprattutto conquesta settima edizione – non è solo mu-sica.La sua idea di unione tra le culture, le arti ela natura incontaminata della Sila, da que-st’anno allarga i suoi orizzonti alla pittura,alla fotografia ed agli spettacoli di strada.Gruppi di giocolieri sono arrivati da tuttaItalia per esibirsi al suono della musicadelle tende musicali, artisti di strada, pro-fessionisti in giro per il mondo: un gruppodi suonatori andini hanno portato in Silagli strumenti tipici peruviani e suonato incompagnia di suonatori di bongos ejambèe.Poi, soprattutto, le mostre.Francesco Daniele, giovane fotografopetilino, ha esposto i suoi “momenti di ri-flessione” in un gazebo all’ingresso delfestival.È lui ad aver registrato, tra gli artisti, piùconsensi per le sue opere. Sarà forse per-ché davanti a quei scatti - quasi tutti rigoro-samente in bianco e nero - la gente riusci-va sul serio ad immergersi nella scenaraffigurata con un realismo impressionan-te: antichi paesaggi calabresi, vecchie car-riole accasciate su un muretto di pietradelle nostre campagne, scarponi consun-ti in cui è palpabile in ogni graffio e un ognimacchia tutto il lavoro e la fatica di una vitapassata in campagna, un giornalespaginato al vento sulle rotaie, un barbo-ne addormentato alla stazione dall’aspet-to profondamente umano.Il tutto con una cura per le prospettive e perle luci che attiravano i visitatori incollandolisulle sue stampe per decine e decine diminuti.Più avanti di qualche metro, l’esposizionedei quadri di Thomas Albi.Fisionomie alterate, colori vivaci, e lineesfumate, alcune delle quali l’artista ha an-che posizionato ai lati del palco, realizzan-do così proprio quella commistione di artie suggestioni differenti che il festival vuolepromuovere.La stessa commistione tra arte, musica enatura, principale aspetto fondante dello

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spirito dell’Ampollino Sound Festival, il piceno Ste-fano Tamburini ha inteso invece materializzarla at-traverso la creazione in progress di una grandetela (ben 7 metri per 2), raffigurante il lago, in cui alcolore marrone ha mischiato la vera terra del bo-sco silano, al verde degli alberi i veri aghi frantu-mati dei pini, mentre il celeste l’ha ottenuto diluen-do il pastello con vera acqua dell’Ampollino.Tamburini ha prodotto le sue opere, transennato eilluminato da un faretto, in un angolo di Teatro Ten-da a pochi metri dal palco, durante i concerti, pro-prio per trarre ispirazione dall’energia del pubblicoe dal calore dei suoni, regalando a chi lo ha potutovedere in opera un autentico momento di pura ge-nesi artistica.

È questo lo spirito autentico dell’Ampollino

Dipinti, musica, colori: le diverse arti e culture final-mente a contatto, il tutto in una totale immersionenella splendida natura silana.Lo spirito dell’Ampollino Sound Festival è tutto qui,racchiuso in quel tentativo di unire insieme le di-verse contaminazioni culturali, la voglia disocializzazione di aggregazione, e il desiderio diritrovare il vero contatto con la natura, quella mera-vigliosa ed incontaminata del lago Ampollino.I significati positivi di una manifestazione che daquattordici anni vince per tre giorni la triste vocazio-ne all’isolamento culturale delle nostre terre, perfarsi portatrice di quel cosmopolitismo e di quelprofondo legame con la cultura e le arti che i nostriantenati millenari dalla Magna Grecia hanno anco-ra voglia di insegnarci, ci sembra di capire sianoproprio questi.Le polemiche, i problemi legati alle degenerazioniche a volte alcuni isolati giovani partecipantidell’Ampollino hanno l’insana abitudine di perpe-trare, non sono che piccoli nei.Di certo sono meno gravi e fastidiosi di quei ripetutiattacchi alla cultura ed alla natura, che molti nostriconterranei non mancano quotidianamente di sfer-rare, protetti dalla consuetudine che ne sminuiscea parole gli effetti, quelli si, realmente devastantiper la nostra comunità, solamente pecchi tantu è

fisseria, pecchi tantu u fanu tutti.

Alla chiusura di questa settima edizione dell’Ampollino Sound Festival ci

siamo chiesti quali motivazioni abbiano portato gli organizzatori a far lievita-

re i prezzi al pubblico, venendo meno alle tariffe che erano state preceden-

temente diffuse e pubblicizzate. Si tratta, in effetti, di dieci euro complessivi a

tenda che l’associazione gestrice del campeggio ha inaspettatamente ag-

giunti ai quindici a persona precedentemente stabiliti, e di cinque euro richie-

sti dagli organizzatori del festival quale “contributo per tutelare la gratuità e lospirito dell’evento” - così recitava il cartello all’ingresso - che il pubblico accor-

so ad ascoltare gli Africa Unite (esclusi però i campeggiatori) ha dovuto paga-

re all’ingresso. Abbiamo contattato a riguardo gli organizzatori, che ci hanno

ribadito come tale scelta sia stata purtroppo indispensabile, e resa necessa-

ria esclusivamente per permettere loro di non mancare agli impegni di

remunerazione presi nei confronti di artisti e backstage (lo staff di giovani che

ha lavorato ininterrottamente per permettere la buona riuscita della manife-

stazione) e per far fronte ad un imprevisto impoverimento delle entrate previ-

ste. – Lo spirito della manifestazione – avvertono – è, e resta sempre, quello

di permettere un week-end di musica e aggregazione sociale, cercando di

pesare il meno possibile economicamente al pubblico. Precedenti edizioni(quarta e quinta, ndr) hanno visto pagare un salato biglietto d’ingresso per

ogni singolo concerto, e in questi anni ci si è battuti proprio allo scopo di

rendere progressivamente sempre meno onerosa la partecipazione alla ma-

nifestazione. I cinque euro sarebbero quindi da considerare solo un piccolo

aiuto allo scopo di tutelare la qualità e la futura e sempre maggiore gratuità

dell’evento.

Nell’accogliere le motivazioni degli organizzatori il nostro auspicio è allora

che le condizioni future permettano di non dover più ricorrere a tali misure

d’emergenza.

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Nelle foto di Simone Arminio:

pag. 22: Tende in spiaggiasul lago Ampollino

pag. 23 dall’alto in basso:

Prove Africa UniteFolkabbestia

Juredurè

Ordinari:

da Parma:Angelo Mancuso

da Cotronei:Raffaele Simbari

www.arealocale.com

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Si è svolta la giornata dedicata alla musi-ca tradizionale campana a partire da Mar-co Zurzolo, il sassofonista e compositorepartenopeo che coniuga le sonorità del jazza quelle della tradizione della sua terra che,dopo il concerto al Teatro Morlacchi diPerugia nel cartellone di Umbria Jazz,è intervenuto, insieme al suo quintet-to, alla presentazione del libro e delCd “Tammurriate. Canti, musiche edevozioni in Campania” a cura diAntonello Lamanna (Adnkronos Libri)della collana Le Voci del Folklore, natonell’ambito di “Perugia Classico”, chesi è svolta a Perugia all’Auditorium S.Cecilia (in via Fratti).Alla presentazione di “Tammurriate”,promossa dall’Assessorato allo SviluppoEconomico della Regione Umbria, in col-laborazione con il ministero delle AttivitàProduttive, Unioncamere, Provincia diPerugia, Perugia Classico, AssociazioneMessurga, Unitre di Perugia, erano pre-senti Gianni Pizza, antropologo dell’Univer-sità di Perugia, Federico Tantillodell’Adnkronos Libri, Ada Girolamini, as-sessore della Regione Umbria, AntonioMiscenà, di Perugia Classico e l’autoreAntonello Lamanna.“Il nostro progetto, che sta andando avantiormai da diversi anni - spiega AntonelloLamanna, autore di “Tammurriate” e diret-tore della collana Le Voci del Folklore - èmirato a mettere in rilievo quanto più pos-

LE TAMMURRIATE DIANTONELLO LAMANNA

Sarà per il fatto che il suono degli ottoni èmolto “umano” e ricorda continuamente la“voce cantante” che non riesco a non met-tere in relazione parola e musica in braniche paradossalmente sono solo strumen-tali. Non riesco proprio a tenere separatiquesti due linguaggi ascoltando ilgodibilissimo CD live “Fred & Friends”Tubilustrium 2003 del Brass Collection,pluricollaudato quintetto di ottoni da anno-verarsi tra gli “amici” del grandetrombettista canadese Fred Mills cosìcome anche il promettente giovane musi-cista di Santa Severina Alessandro Facen-te.D’altronde Debussy diceva che la musicacomincia laddove la parola è impotente e,rincarava il filosofo Jankélévitch, suo illu-stre ammiratore: “se uno parla da solo èpazzo. Se uno canta da solo è semplice-mente felice”. La tavolozza timbrica di que-sto gruppo di amici-ottoni riesce a saltel-lare tra i sentimenti estremi dell’animoumano, dalla gioia, alla velata malinconia.

sibile l’universo della musica tradizionale.Dopo aver attraversato l’Umbria, laCalabria e la Puglia, con questo volume eCd si è voluto affrontare la produzione cam-pana, estremamente ricca ed interessan-

te, in un’altra tappa di un viaggio musicaleche ogni volta ci riserva nuove scoperte.Intanto, seguendo un’intenzione divulgati-va, si cerca di far uscire dalle aule univer-sitarie questi temi che altrimenti rimarreb-bero puramente accademici. Non bisognadimenticare che i cantori, i danzatori, i liutaie i musicisti che portano avanti la tradizio-ne sono “veri”, e non quelle figurine cheappaiono di sbieco nelle varie trasmissio-ni televisive tra cipolle e salami. E la esu-berante Campania ne è un valido esem-pio. Lamanna parlando dei prossimi “viag-gi musicali” ha poi detto che per la Calabriasta pensando “Ad un grande progetto, macredo che sia ancora prematuro, vorrei ve-dere almeno qualche buon segnale di en-

tusiasmo collettivo, èl’unica propulsione chemi fa continuare a fare ri-cerca”.Le Tammurriate, in Campania,

rappresentano un’impor-tante evento collettivo, per lo piùdevozionale o rituale, in cui il cantoe la danza sono scanditi dall’inces-sante ritmo della tammorra - untamburo a cornice con i cembali, isonagli - strumento principale del-la tradizione campana, ma nel vo-lume, non si discute solo di que-sto: si attinge dalle abbondantiespressioni legate alla musica,dalle feste religiose e profane, alla

devozione popolare, agli strumenti tradi-zionali, tracciandone un panorama attra-verso i suoi aspetti più di rilievo, senza di-menticare gli sviluppi attuali e i rapporti conil passato, spesso controversi.Al volume è allegato un Cd, una specie diguida all’ascolto, che completa la rappre-sentazione del paesaggio musicale cam-pano con brani sia strettamente tradizio-nali, come quello delle Confraternite delSS. Crocifisso di Sessa Aurunca, sia delloscenario odierno, come quelli di MarcoZurzolo, degli E’ Zezi, di Nando Citarella &Tamburi del Vesuvio, della MarcelloColasurdo Paranza, della Nuova Compa-gnia della Tammorra, dei Rua Port’Alba.

COSI’ PARLA LA MUSICA DEGLI OTTONIE’ uscito il CD “Fred & Friends” Tubilustrium 2003 del Brass Collection e tra gli “amici” del grande Mills

anche un promettente trombettista di Santa SeverinaFrancesco Domenico Stumpo

Con lo squillo di tromba iniziale del primobrano Strawinskiy cita la Marcia Nuziale diMendelssohn così come la Marcia Fune-

bre della Quinta Sinfonia di Mahler. Ma ilcompositore russo nella brevissima Fan-

fare for a new theatre vi aggiunge un carat-tere inedito: l’ironia che è sempre ben rap-presentata in questo disco, nell’arrangia-mento dell’irresistibile tico-tico così comenelle Variazioni di Merredith Wilson o inNapoli dello stesso Fred Mills, per farequalche esempio. Parole non dette ma po-eticamente evocate ritroviamo invece nel-la delicata versione strumentale dellapucciniana Che gelida manina dallaBohème o nella stupenda trascrizione del-lo standard Someone To Watch Over Me diGerswhin. Altra caratteristica del disco è ilsuo essere molteplice sia in sensospaziale che temporale, molti generi mu-sicale vi sono rappresentati: dal jazz ame-ricano, alla musica barocca veneziana rivi-sitata da David Short a quella originalebarocca di Haendel, alla musica

sudamericana, alla canzone popolare na-poletana.Da segnalare la presenza nel disco, oltreche dei grandi trombettisti già citati FredMills e dello statunitense David Short, quel-la del trombonista Scott Hartman pure sta-tunitense. In conclusione un disco moltogradevole e ben eseguito che può soddi-sfare sia i “palati” musicalmente più raffi-nati, sia chi vuole semplicemente goderedi un’ora di buona musica.

CD live “Fred & Friends”

Tubilustrium 2003 - Registrato a

Cosenza il 24.5.2003

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ezio

ni

Emilio De MasiVice Presidente con deleghe ai Lavori Pubblici,

Viabilità, Infrastrutture e Politiche Comunitarie

Francesco PuglianoAssessore Politiche Economiche e Attivita’

Produttive

Giuseppe PoerioAssessore alla Pubblica Istruzione, Edilizia

Scolastica, Cultura, Università e Innovazione

Tecnologica

Giuseppe PuccioAssessore Sport e Spettacolo

LA GIUNTA PROVINCIALE

Sergio IritalePresidente della Giunta Provinciale

Sergio Iritale è il nuovo presidente dellaProvincia di Crotone. La coalizione dicentrosinistra ha vinto le elezioni al pri-mo turno, seppur con un risicato 0,7%che, però, ha permesso di superare lasoglia sufficiente per scongiurare il bal-lottaggio.Il centrodestra, guidato da Dionisio Gal-lo, si attesta al 38% che rappresenta unachiara sconfitta, se non altro per leargomentazioni messe in campo nellacampagna elettorale e per la troppa con-vinzione di vittoria esternata in campa-gna elettorale.Probabilmente, per questi motivi, che nelcentrodestra è iniziata una resa dei con-ti tra le diverse anime che compongonolo schieramento, e dove Alleanza Nazio-nale e Forza Italia vengono additatecome le forze politiche maggiormente re-sponsabili della sconfitta.Nonostante tutto, il centrodestra è au-mentato di quasi 10mila voti ed un 7%rispetto al 1999. Un risultato che non èservito per conquistare il palazzo dellaProvincia. Si interrompe, pertanto untrend positivo nel centrodestra che dura-va dal 1996 ed aveva portato continuevittorie elettorali nella città di Crotone.

ELEZIONIPROVINCIALI 2004

Sergio Iritale è il nuovo Presidente della Provincia di Crotone

Il centrosinistra, da parte sua, perde 11punti percentuali ed oltre 7000 voti rispet-to al 1999. E se è vero che leframmentazioni erano maggiori solo inquesto schieramento, e pur vero che

Iritale ha avuto nella coalizioneRifondazione Comunista che nel ’99 eracon una propria lista autonoma.

Quest’ultima ha perso circa l’1% e 1500voti rispetto a cinque anni fa.Anche i Ds e la Margherita hanno persovoti, circa il 2% ciascuno. Come anchehanno perso voti l’Udeur, i Verdi ed i Co-munisti italiani. Delle altre candidaturealla presidenza, soltanto l’Aranceto si-nistra plurale raccoglie un soddisfacen-te risultato che, con il 5% circa e 5000voti, si pone come la terza forza politicaesterna ai due maggiori schieramenti.L’Aranceto elegge nel consiglio provin-ciale Sergio Arena, espressione dellaminoranza.Non entrano in consiglio gli altri candi-dati alla presidenza. Migale con l’Italiadei Valori si ferma al 2,3%; Rita Ananiacon il nuovo Psi al 2,8%; Cavallaro conDemocrazia e Centralità all’1,2%; sen-za storia la comparsa di Pirillo con Al-ternativa Sociale che raccoglie meno di200 voti e 0,2 %.Non ci resta che augurare un buon lavo-ro alla nuova amministrazione provincia-le ed all’intero consiglio: che sia garantedi democrazia e che porti la semplicitàe la grandezza di una missione al servi-zio della popolazione provinciale nell’ar-co dell’intera legislatura.

Maria Concetta GuerraAssessore al Lavoro, Formazione Professionale

e Affari Legali

On.le Francesco SamàAssessore all’ Ambiente

Salvatore BonofiglioAssessore Finanze e Bilancio

Salvatore TambaroAssessore alle Politiche Sociali e Protezione

Civile

27

elez

ion

iELEZIONIPROVINCIALI 2004

Voti Partiti

PARTITO VOTI %

ALTERNATIVA SOCIALE CONALESSANDRA MUSSOLINI 160

0,18

FIAMMA TRICOLORE 3660,42

PARTITO REPUBBLICANOITALIANO 1.555

1,78

UDC 9.82311,25

LIBERAL SGARBI 5220,60

DONNE PER LA PROVINCIA 1.8092,07

SOCIALDEMOCRAZIA PSDI 6700,77

ORA BASTA 1.1981,37

PROGETTO CROTONEOTTAVIO RIZZUTO 2.699

3,09

AN 8.5589,80

FORZA ITALIA 6.2367,14

COMUNISTI ITALIANI 2.6703,06

VERDI 1.9512,24

SDI 3.5104,02

DEMOCRAZIA è LIBERTA' LAMARGHERITA 10.420

11,94

DS 14.95417,13

PARTITO COMUNISTARIFONDAZIONE 2.828 3,24

RIFORMISTI PER LA PROVINCIA 2.5322,90

ALLEANZA POPOLARE UDEURFILIPPELLI MASTELLA 6.149

7,04

PARTITO SOCIALISTA NUOVOPSI 2.255

2,58

DEMOCRAZIA E CENTRALITA' 1.0931,25

L'ARANCETO - SINISTRAPLURALE 2.545

2,92

SOLIDAREA DELL'ARANCETO 1.2741,46

ITALIA DEI VALORI 1.5251,75

GALLO DIONISIO 35.522 38,1 %

%VOTICANDIDATO

IRITALE SERGIO 47.276 50,8 %

ARENA SERGIO 4.379 4,7 %

ANANIA SERAFINA RITA 2.544 2,7%

MIGALE SALVATORE 2.153 2,3 %

CAVALLARO FRANCESCO 1.103 1,2 %

PIRILLO DAVIDE 197 0,2 %

CANDIDATI A PRESIDENTE

IL NUOVOCONSIGLIO PROVINCIALE

MA

GG

IOR

AN

ZA

MIN

OR

AN

ZA

Alberto Carolei (29,61) - Ds

Pantaleone Telemaco Pedace (28,47) - Ds

Antonio Barberio (25,37) - Ds

Lucio Cosentino (24,60) - DsEttore Perziano (21,82) - Ds

Francesco Salvatore Spina (22,12) - Margherita

Pasqualino Lerose (21,82) - Margherita

Carlo Colucci (17,26) - Margherita

Antonio Bompignano (16,20) - Margherita

Roberto Siciliani (18,33) - Udeur

Costantino Luigi (Udeur) (*)

Greco Donato (SDI) (*)

Egidio Sicilia (PdCI) (*)Santo Scalise (8,35) - PRC

Dionisio Gallo (candidato a presidente non eletto) - UDC

Raffele Martino (29,00) - UDC

Gianfranco Grano (21,03) - UDC

Alfonso Dattolo (18,78) - UDC

Giuseppe Frandina (20,68) - AN

Diodato Scalfaro (20,25) - AN

Dionisio Gallo (17,44) - AN

Domenico Siriani (17,46) - Forza Italia

Salvatore Giampà (13,76) - Forza Italia

Sergio Arena (candidato a presidente non eletto) - Aranceto

(*) Subentrano a : Salvatore Tambaro (14,53) Udeur ,

Giuseppe Poerio (23,22) - SDI, Salvatore Bonofiglio(14,31) - PdCI, nominati assessori.

28el

ezio

ni ELEZIONI PROVINCIALI 2004

Petilia: Poerio e Scalise consiglieri provinciali.Per un soffio Nicolazzi manca il risultato utile. Delusione in casa DS

Con lo spoglio dell’ultima scheda eletto-rale termina la grande corsa verso un seg-gio al Consiglio provinciale.Ha vinto la coalizione di Sergio Iritale intutta la provincia; ma proviamo a restringe-re il campo dell’analisi al voto policastrese.Il panorama che ne risulta, è quello di unvoto estremamente frammentato, che hafatto correre il serio rischio di non vederpassare nessuno dei candidati nostrani.Policastro, ancora una volta, risulta esse-re terra di conquista, dove anche la più pic-cola e ininfluente formazione è riuscita atrovare il suo candidato o a sottrarre il piùpiccolo dei vaticini.Qualunque formazione è riuscita a trovareil personaggio disposto a vendere la pro-pria immagine, a rischio della generalesconfitta, per un breve lasso di gloria (“saràvera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza”, A.Manzoni).Ha vinto il centrosinistra; il candidato cherisulta maggiormente votato è GiuseppePoerio, dello SDI.Assessore uscente, ha impersonato la fi-gura del classico politico, che ha iniziato lasua campagna elettorale in momenti nonsospetti, quando ancora gli altri partiti fa-cevano il gioco dei misteriosi, temendo cheil candidato annunciato anzitempo sareb-be stato messo in difficoltà. Poerio risultaeletto con 976 voti.Con onore e una grande battaglia elettora-le, giunge secondo Amedeo Nicolazzi,della Margherita, con 679 voti: con questacandidatura il partito di centro della coali-zione di Iritale, diventa il secondo partitodella cittadina; Nicolazzi ha avuto il pregiodi lottare fino allo spasimo; nella sua cam-pagna elettorale ha portato nuovi elementidi riflessione, facendo toccare con manogli obiettivi che concretamente si possonoraggiungere quando, alla base del propriomessaggio, c’è la coerenza delle scelte.Pur non essendo passato in consiglio pro-vinciale alla prima tornata, certamente pas-serà al momento della formazione dellaGiunta, quando il Consigliere della Mar-gherita che diverrà assessore si dovrà di-mettere e passerà il primo dei non eletti,che è, appunto, Nicolazzi.Altro vincente è Santino Scalise, diRifondazione Comunista; con il suo botti-no di 351 voti, appartenendo a una piccolaformazione, ha racimolato il consenso suf-ficiente per passare in Consiglio.Il grande sconfitto di questa tornata eletto-rale e il partito dei DS e il suo candidatoStefano Vona. E’ clamorosa, la sconfitta,per una serie di motivi: il candidato alleprovinciali è anche segretario cittadino dei

DS che esprimono, anche, il Sindaco, han-no in giunta due assessori di peso, hannoil presidente del Consiglio comunale, ilresponsabile provinciale della Sinistra Gio-vanile è capogruppo al Consiglio comu-nale del partito di Fassino; la caduta, dacirca 856 voti a 325, è il segno, forte e allar-mante, di una bocciatura su tutta la linea esenza attenuanti della politica diessina.Il Centrodestra ha perso, invece due volte:1) Perché rispetto alle comunali sono sce-si di circa 1000 voti; 2) Perché alle provin-ciali risulta il 12% in meno di voti rispettoalle europee.Ciò significa che:1) è stato disperso il capitale enorme deivoti che aveva caratterizzato le elezioni co-munali, segno di un elettorato che voleva ilcambiamento;2) che i candidati locali non hanno ottenu-to la stessa fiducia degli sconosciuti can-didati nazionali.In fin dei conti l’unico partito che ha dimo-strato compattezza e organizzazione, è sta-to Alleanza Nazionale con i suoi 425 voti;anche il suo candidato, GiuseppeCavarretta, ha dato il segno di un uomocredibile, la cui leader - ship è riconosciu-ta da tutti gli elettori di destra e che ha sa-

puto imprimere la marcia giusta al partitoper la grossa affermazione ottenuta.Cavarretta, quindi, si afferma, in tutto il pa-norama politico di centrodestra, come l’uo-mo immagine e il candidato ideale sul qua-le costruire le future fortune di tutta l’alle-anza della Casa delle Libertà.A tutti gli altri, comunque, complimenti: lavoglia di fare qualcosa di serio e di espri-mere una volontà politica, di essersi, quin-di, schierati, è un segno interessante peruna società che cresce.Riportiamo di seguito i risultati di alcuni trai candidati più votati:Giuseppe Poerio, segretario provincialedello Sdi ed assessore uscente, 976 voti,23,23%; Santino Scalise di Rifondazionecomunista, vice presidente della comuni-tà montana 351, l’8,86%; Amedeo Nicolazzi,imprenditore, 679 voti pari al 16,16%; Ste-fano Vona, segretario cittadino dei DS, 325voti, 7,74%; Giuseppe Cavarretta, diA.n,425 voti, 10,12 %; Rocco Corda, consi-gliere comunale Udc, 338 8,05%.Rosario Scandale, di Forza Italia, 286 voti,8,61%.

[Alberto Fico]

Collegio Petilia Policastro I

PARTITO CANDIDATO VOTI %

ALTERNATIVA SOCIALE CON

ALESSANDRA MUSSOLINIGiovanni CARUSO (Farinon) 32

0,76%

FIAMMA TRICOLORE Alessandro GAROFALO 210,50%

PARTITO REPUBBLICANO

ITALIANODomenico IERARDI 36

0,86%

UDC Rocco CORDA 3388,05%

LIBERAL SGARBI Francesco ALOISIO 00,00%

DONNE PER LA PROVINCIA Serafina ALESSIO 1924,57%

SOCIALDEMOCRAZIA

PSDIAntonio GALLO 0

0,00%

ORA BASTA Giuseppina Tiziana PRATICO' 10,02%

PROGETTO CROTONE

OTTAVIO RIZZUTOMario MESORACA 6

0,14%

AN Giuseppe CAVARRETTA 42510,12%

FORZA ITALIA Rosario SCANDALE 2866,81%

COMUNISTI ITALIANI Giuseppe Francesco ARCURI 170,40%

VERDI Anna SAMA' 110,26%

SDI Giuseppe POERIO 97623,23%

DEMOCRAZIA è LIBERTA' - LA

MARGHERITAAmedeo NICOLAZZI 679

16,16%

DS Stefano VONA 3257,74%

PARTITO COMUNISTA

RIFONDAZIONESanto SCALISE 351

8,36%

RIFORMISTI PER LA

PROVINCIAPalmina RUBERTO 65

1,55%

ALLEANZA POPOLARE

UDEUR FILIPPELLI

MASTELLA

Domenico RIZZA 110,26%

PARTITO SOCIALISTA NUOVO

PSIFranco RIZZA 67

1,59%

DEMOCRAZIA E CENTRALITA' Nicola DANIELE 2536,02%

L'ARANCETO - SINISTRA

PLURALE

Gaetano BEVILACQUA

(detto NINO)9

0,21%

SOLIDAREA DELL'ARANCETO Paola LIGUORI in MESORACA 60,14%

ITALIA DEI VALORI Luigi CONCIO 942,24%

29

elez

ion

i

Collegio Petilia II (Cotronei Pagliarelle)

PARTITO CANDIDATO VOTI %

ALTERNATIVA SOCIALE CONALESSANDRA MUSSOLINI Giovanni CARUSO (Farinon) 4

0,09%

FIAMMA TRICOLORE Alessandro GAROFALO 471,08%

PARTITO REPUBBLICANOITALIANO Juliano FLAGELLI 33

0,76%

UDC Gabriele COSTANTINO 52311,98%

LIBERAL SGARBI Francesco ALOISIO 50,11%

DONNE PER LA PROVINCIA Loredana MEDAGLIA MUTO 801,83%

SOCIALDEMOCRAZIA PSDI Antonio GALLO 150,34%

ORA BASTA Maria Isabella GENOVESE 120,27%

PROGETTO CROTONEOTTAVIO RIZZUTO Francesco GAROFALO 314

7,19%

AN Ilaria VENTURA 1503,43%

FORZA ITALIA Maria MARRELLA 481,10%

COMUNISTI ITALIANI Egidio SICILIA 3989,11%

VERDI Angela CHIMENTI 511,17%

SDI Pietro MIRABELLI 2265,18%

DEMOCRAZIA è LIBERTA'LA MARGHERITA Antonio ALBI 220

5,04%

DS Lucio COSENTINO 1.07924,71%

PARTITO COMUNISTARIFONDAZIONE Francesco LA BERNARDA 264

6,05%

RIFORMISTI PER LAPROVINCIA Mario SCAVELLI 532

12,18%

ALLEANZA POPOLAREUDEUR FILIPPELLI

MASTELLAGaetano MARRELLA 47

1,08%

PARTITO SOCIALISTANUOVO PSI Fabio BORZA 71

1,63%

DEMOCRAZIA ECENTRALITA' Teresa NICOTERA 59

1,35%

L'ARANCETO - SINISTRAPLURALE

Gaetano BEVILACQUA(detto NINO)

1804,12%

SOLIDAREADELL'ARANCETO Vincenzo DE FRANCO 1

0,02%

ITALIA DEI VALORI Luigi CONCIO 80,18%

L’assessore provinciale uscente, Lucio Cosentino dei Ds, è stato eletto, per la terza volta consecutiva,consigliere provinciale. L’esito non era troppo scontato, poiché le molte candidature locali facevanopresupporre una massiccia frammentazione dell’elettorato.Cosentino ha ottenuto 1.071 preferenze. Nel ’99 i voti ottenuti furono 1.328.Mario Scavelli, consigliere uscente, non riesce ad essere riconfermato poiché il suo partito, Riformistiper la Provincia, non raggiunge, per pochi voti, il quorum necessario per esprimere un consigliere.Francesco La Bernarda, giovane candidato di Rifondazione comunista, ottiene 264 voti. 51 voti per lagiovane Chimenti dei Verdi e 398 voti per Egidio Sicilia, il candidato di Pagliarelle per il PdCI. La Marghe-rita, con Albi, ottiene 220 voti. 180 voti per Nino Bevilacqua, candidato per l’Aranceto.Sul versante del centrodestra si riscontra una buona affermazione per Gabriele Costantino, dell’Udc, con523 voti [nel ’99 ne aveva ottenuti 157]. Forza Italia, con Maria Marrella, ne ottiene soltanto 48 [92 nel ‘99].Alleanza Nazionale, con la giovane Ilaria Ventura, ottiene soltanto 150 voti [nel ’99 erano 260].Tra le altre candidature di Cotronei si ricordano i 71 voti di Fabio Borza nel Nuovo Psi, 47 voti perAlessandro Garofalo nella Fiamma Tricolore, 47 voti per Nino Marrella dell’Udeur [nel ’99, con il CCD, neottenne 175], e 33 voti per Juliano Flagelli nel Partito Repubblicano. Tra i candidati di Pagliarelle ottiene226 voti Pietro Mirabelli, il minatore del Mugello candidato per lo SDI.Complessivamente, non sono emerse, dal risultato finale, grandi sorprese, a parte un rilevante sposta-mento di voti dal centrodestra al centrosinistra, e viceversa, confrontando i risultati delle provinciali con leeuropee.In particolar modo, si constata un travaso di voti tra i Democratici di sinistra e Alleanza Nazionale, tanto daconfermare un rapporto di reciprocità consolidato ormai negli anni. In questo ultima tornata elettoraleuna parte dei Ds ha dato il sostegno ai candidati europei di An [con buona pace al misero risultato diD’Alema], mentre sul versante provinciale An ha ricambiato la cortesia in modo particolarmente genero-so, visto che ha smarrito oltre 300 voti dal risultato delle Europee.

ELEZIONI PROVINCIALI 2004

Cotronei

30el

ezio

ni

Vittoria schiacciante delneo consigliere GianfrancoGrano [nella foto], segreta-rio dell’UDC di Mesoraca.Una vittoria quella di Granoche ha lasciato tutti di stuc-co.I suoi 838 voti hanno fattoricredere quanti, dentro efuori il partito, avevano ac-colto la sua candidaturacon delle riserve. Una per-plessità nata dalla convin-zione che ci fosse un can-didato più valido.Convinzione che la capar-bietà del neo consigliereha nettamente demolito, ri-velandosi il candidato vin-cente, riuscendo acatapultare l’UDC al primoposto tra i partiti diMesoraca.Il risultato raggiunto stupi-sce ancora di più se si pen-sa che si tratta della suaprima candidatura, che l’havisto essere il secondoeletto in tutta la provincia.Grano sottolinea il risultatopositivo raggiunto dall’UDCche, con 9714 voti è diven-tato il primo partito dellacoalizione del centrodestra.In pieno accordo con Gal-lo, evidenzia il calo che For-za Italia e Alleanza Nazio-nale, ha avuto nel capoluo-go e il conseguente avan-zamento del centrosinistra,che diventa minore nelle re-altà comunali.Grano dopo aver manife-stato soddisfazione per il ri-sultato conseguito, ha vo-luto ringraziare di cuore tut-ta la gente che gli haespresso fiducia e stimavotandolo. Inoltre si è dettopronto, anche se in oppo-sizione, a dare il suo con-tributo per costruire la nuo-va Provincia.

E’ stato un bel ri-sultato quellodel collegio diScandale (checomprende i co-muni diScandale e SanM a u r oMarchesato); in-

fatti per la prima volta da quando esiste laprovincia di Crotone, il collegio scandaleseporta in seno al consiglio provinciale bendue consiglieri.Uno per la maggioranza, Antonio Barberio[nella foto] dei Democratici di Sinistra, e unper l’opposizione, Giuseppe Frandina di Al-leanza Nazionale; uno di Scandale, Barberio,e uno di San Mauro: più parità di così! A do-minare le preferenze nel complesso è statoAntonio Barberio che ha ottenuto ben 838voti (dei quali 721 a Scandale) e il 25,23 %,seguito da Giuseppe Frandina con 683 pre-ferenze (di cui 591 a San Mauro Marchesato)e il 20,56 %.Il terzo votato del collegio è stata VincenzoChiaravalloti della Margherita che ha otte-nuto 500 preferenze e il 15,05 %.Quarto è arrivato Iginio Pingitore dell’Udc cheè stato votato da 493 persone e ha avuto il14,84 %. Questi sono stati quattro candidatiche hanno ottenuto una percentuale a duecifre.Hanno ottenuto un numero di voti superioria cento anche Francesco Corigliano (198) eGiuseppe Gallucci (178).Così a Scandale torna a farla da padroneBarberio e il suo partito; si è capito subitogià dopo le prime schede, a chi gliscandalesi avevano riservato la loro fiducia:era troppo frequenta l’uscita dall’urna dischede con la croce sulla quercia rispetto aquelle degli altri partiti. La vittoria di Barberioè stata netta al di là dei numeri. Nella frazio-ne Corazzo di Scandale ha ottenuto oltre il50 % dei consensi e a Scandale nel com-plesso oltre il 35 %. Barberio mantiene quin-di il suo seggio alla Provincia di Crotone e,come abbiamo scritto prima di queste ele-zioni, se Barberio già nella precedente legi-slatura, secondo noi, meritava un assesso-rato, dopo questa bella riconferma non glielosi può negare. Vedremo.Una bella soddisfazione anche per Giusep-pe Frandina, alla sua prima esperienza elet-torale. Pino, come lo chiamano gli amici, èrisultato il primo eletto della provincia nelpartito di Fini e sicuramente lavorerà benedai banchi dell’opposizione.E speriamo sia il quinquennio di svolta perla Provincia di Crotone.

[Rosario Rizzuto]

RoccabernardaS.Severina

ELEZIONI PROVINCIALI 2004

Mesoraca

Nel segno della continuità il risul-tato delle elezioni provinciali nelcollegio di Roccabernarda che hasancito la vittoria del consigliereuscente Salvatore Bonofiglio [nellafoto] e del suo partito, il PdCI. Fortedi un partito compatto e di una pre-senza ormai radicata nel territorio[Bonofiglio è alla sua terzarielezione, la prima volta comeespressione del Pds e nelle ulti-

me due nei Comunisti italiani, del cui circolo è fondato-re] il riconfermato consigliere senza toni eclatanti o ac-cesi ha sbaragliato senza eccessiva difficoltà i due can-didati storici del centrosinistra [Scalise dei Ds e Iaquintadell’Udeur]. Facendo un’analisi del voto, a Destra si èvista una netta affermazione di An che ha contribuito nonpoco all’elezione di Diodato Scalfaro, neoconsigliere diSanta Severina, il tutto a discapito di Forza Italia, partitoormai [per scarsa entità di voti sia nelle provinciali chealle europee] fuori gioco a Roccabernarda. Ben poco hapotuto fare, inoltre, il candidato locale Luigi Forestadell’UDC, contro la determinazione del sindaco Coco diAN disposto a difendere con le unghie e con i denti laposizione in loco del suo partito e della sua amministra-zione anche a costo di ‘pescare’ voti nell’orticello deipartiti alleati; pochissimi sono stati, infatti, quelli del Nuo-vo PSI con candidato Rocco Pugliese e di ‘Noi donneper la Provincia’ con candidata Felicia Facente. E’ bravoil sindaco Coco, dunque, a cui, per il momento, tutte leciambelle riescono col buco, a causa delle lacerazionisistematiche che, ormai, contraddistinguono il maggiorpartito di sinistra. All’interno del Ds, infatti, buona partedegli iscritti, coerenti sulla linea del rinnovamento, nonha accettato la candidatura di Armando Scalise, capolistanelle ultime elezioni comunali, di uno dei tre “spacchi”avvenuti nel partito. I dissidenti hanno appoggiato la li-sta dei Riformisti con candidato Antonio Toscano checon una buona affermazione ha dato scacco matto alloScalise. Maggiore fortuna non ha avuto FrancescoIaquinta, capolista, sempre alle comunali, dell’altra fa-zione Ds ed adesso candidato, e fondatore, della sezio-ne UDEUR. Causa della sconfitta di questi partiti è statala presenza ingombrante di politici ‘d’altri tempi’, chesenza accorgersi dei mutamenti che la politica ha subitosono rimasti ancorati a metodi demagogici sbandieratida trent’anni. Buona, invece, l’affermazione diRifondazione Comunista che, nonostante la ‘diaspora’di alcuni appartenenti, pronti a dare man forte ai Ds eall’UDEUR, si è vista premiata, sia alle europee che alleprovinciali [candidato Maurizio Basile di Santa Severina]dal popolo della Sinistra europea e no-global.E proprio dal PRC si fa notare che a Roccabernardaun’epoca si è ormai chiusa, se ne apre un’altra dovefare politica non è soddisfare le esigenze dei singoli, madella collettività. E’ epoca, insomma, di un nuovo mododi fare politica. Sia questo il monito per il Centrosinistra!Coerenza con i valori di appartenenza, eliminazione deivecchi schemi politici, lotte democratiche con il popolo eper il popolo… Roccabernarda l’ha decretato! [Giovanni Rosa]

ScandaleSan Mauro

31

elez

ion

i

Collegio Mesoraca

PARTITO CANDIDATO VOTI %

ALTERNATIVA SOCIALE CONALESSANDRA MUSSOLINI

Maria Teresa SARPI2

0,05%

FIAMMA TRICOLORE Alessandro GAROFALO 531,33%

PARTITO REPUBBLICANOITALIANO

Franco Antonino BARBERA 230,58%

UDC Gianfranco GRANO 83821,08%

LIBERAL SGARBI Antonio CAPOANO 80,20%

DONNE PER LA PROVINCIA Maria Genoeffa BIANCO 1233,09%

SOCIALDEMOCRAZIA PSDI Bruno ALIA 10,03%

ORA BASTA Filippo SCALZI 20,05%

PROGETTO CROTONEOTTAVIO RIZZUTO Mario MESORACA 9

0,23%

AN Antonio PIANE 48212,13%

FORZA ITALIA Francesco MATARISE 2827,09%

COMUNISTI ITALIANI Salvatore BONOFIGLIO 120,30%

VERDI Antonio SEGRETO 581,46%

SDI Antonio CARCELLO 3799,53%

DEMOCRAZIA è LIBERTA'LA MARGHERITA

Pasquale COVELLI 3167,95%

DS Francesco MANGANO 55513,96%

PARTITO COMUNISTARIFONDAZIONE

Pasquale ROMEO 1343,37%

RIFORMISTI PER LAPROVINCIA Santino ALTIMARI 3

0,08%

ALLEANZA POPOLAREUDEUR FILIPPELLI

MASTELLADomenico Antonio ALESSIO 240 6,04%

PARTITO SOCIALISTANUOVO PSI

Francesco RENDA 1744,38%

DEMOCRAZIA ECENTRALITA' Pasquale MATARISE 178

4,48%

L'ARANCETO - SINISTRAPLURALE Alfredo SCICCHITANO 10

0,25%

SOLIDAREADELL'ARANCETO Vittorio Spartaco G. IOZZI 5

0,13%

ITALIA DEI VALORI Vincenzo LONDINO 882,21%

ELEZIONI PROVINCIALI 2004

Collegio Roccabernarda S. Severina

PARTITO CANDIDATO VOTI %

ALTERNATIVA SOCIALE CONALESSANDRA MUSSOLINI Giovanni CARUSO (Farinon) 4

0,12%

FIAMMA TRICOLORE Antonio SEGRETO 80,23%

PARTITO REPUBBLICANOITALIANO Salvatore CORDUA 56

1,64%

UDC Luigi FORESTA 1945,68%

LIBERAL SGARBI Angelo TUCCI 10,03%

DONNE PER LA PROVINCIA Felicita FACENTE 371,08%

SOCIALDEMOCRAZIA PSDI Antonella MILANO 20,06%

ORA BASTA Paolo IMPERIO 20,06%

PROGETTO CROTONEOTTAVIO RIZZUTO Gino RIZZA 5

0,15%

AN Diodato SCALFARO 69520,34%

FORZA ITALIA Maria RUGGIERO 160,47%

COMUNISTI ITALIANI Salvatore BONOFIGLIO 49114,37%

VERDI Alessandro GIORDANO 90,26%

SDI Fabrizio ALBI 280,82%

DEMOCRAZIA è LIBERTA'LA MARGHERITA Fernando MIRIELLO 307

8,98%

DS Armando SCALISE 62318,23%

PARTITO COMUNISTARIFONDAZIONE Maurizio Giuseppe BASILE 179

5,24%

RIFORMISTI PER LAPROVINCIA Antonio TOSCANO 404

11,82%

ALLEANZA POPOLAREUDEUR FILIPPELLI

MASTELLA

Francesco GiuseppeIAQUINTA

2116,18%

PARTITO SOCIALISTANUOVO PSI Rocco PUGLIESE 59

1,73%

DEMOCRAZIA ECENTRALITA' Gianluca LONETTO 7

0,20%

L'ARANCETO - SINISTRAPLURALE Antonio GRIMALDI 59

1,73%

SOLIDAREADELL'ARANCETO Luigi RICCIO 9

0,26%

ITALIA DEI VALORI Santino CACCIA 110,32%

Le preferenze nei collegi diMesoraca - Scandale - S.Mauro - Roccabernarda - S.Severina

Collegio Scandale San Mauro M.

PARTITO CANDIDATO VOTI %

ALTERNATIVA SOCIALE CONALESSANDRA MUSSOLINI Fabio ASSISI 0

0,00%

FIAMMA TRICOLORE Antonio GARRABBA 160,48%

PARTITO REPUBBLICANOITALIANO

Pierino PANCARI 250,75%

UDC Iginio PINGITORE 49314,84%

LIBERAL SGARBI Gennaro COSENTINO 20,06%

DONNE PER LA PROVINCIA Rita STILLITANO 110,33%

SOCIALDEMOCRAZIA PSDI Antonella MILANO 60,18%

ORA BASTA Bruno Francesco TALLARICO 240,72%

PROGETTO CROTONEOTTAVIO RIZZUTO Francesco CORIGLIANO 198

5,96%

AN Giuseppe FRANDINA 68320,56%

FORZA ITALIA Armando COLAO 320,96%

COMUNISTI ITALIANI Rosario RIZZUTO 672,02%

VERDI Giuseppe GALLUCCI 1785,36%

SDI Giuseppe DE LORENZO 351,05%

DEMOCRAZIA è LIBERTA'LA MARGHERITA

Vincenzo CHIARAVALLOTI 50015,05%

DS Antonio BARBERIO 83825,23%

PARTITO COMUNISTARIFONDAZIONE

Giuseppe FERA 702,11%

RIFORMISTI PER LAPROVINCIA Francesco COLOSIMO 24

0,72%

ALLEANZA POPOLAREUDEUR FILIPPELLI

MASTELLAAntonio PANCARI 40

1,20%

PARTITO SOCIALISTANUOVO PSI Angela MAIDA in MACCHIO 36

1,08%

DEMOCRAZIA ECENTRALITA' Rosario Pantaleone LARATTA 12

0,36%

L'ARANCETO - SINISTRAPLURALE

Alessandra DE BIASE inGULLO

100,30%

SOLIDAREADELL'ARANCETO Luigi RICCIO 3

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ITALIA DEI VALORI Saverio ABIUSO 190,57%

A causa di “problemi tecnici”, il n.6/2004 di AreaLocale ha posticipando l’uscita nel mese di ago-sto [anzichè per fine giugno], seppur non era pre-vista alcuna pubblicazione durante l’estate.Le pagine riguardanti il rinnovo del Consiglio pro-vinciale di Crotone avrebbero aperto il numerodi giugno. A causa del ritardo abbiamorimpaginato il tutto, portandoci dietro anche que-ste pagine poichè riteniamo, in ogni caso, utileed organico alla periodicità del giornale l’infor-mazione delle avvenute elezioni nella nostra pro-vincia.

Questo numero vienechiuso in redazionedomenica 29 agosto