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UFFICIO PRODOTTI LA FILIERA FORESTA-LEGNO-ENERGIA IN PROVINCIA DI TRENTO anno 2008-2009

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UFFICIO PRODOTTI

La fiLieraforesta-Legno-energia

in ProVinCia Di trentoanno 2008-2009

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Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Trento Redazione: Osservatorio del Legno - Ufficio Prodotti Area Promozione e Sviluppo Camera di Commercio I.A.A. di Trento Via SS. Trinità, 24 - 38122 TRENTO Tel. 0461 887101, fax 0461 239853 [email protected] Responsabile: Marco Zanoni A cura di: Mauro Leveghi Autori: Mirco Baldo, Federico Giuliani, Bruno Grisenti In redazione: Maria Cristina Tomasi, Michela Rizzi, Adriano Zanotelli Copertina: Artimedia s.a.s di Trentini Valentina e c., Trento Foto Copertina: Francesco March, Boscaioli nella foresta di Paneveggjo, 1900

ca Torino, Museo Nazionale della Montagna – Centro

Documentazione

Foto esposta alla mostra "Dal Garda alle Dolomiti. Incanti fotografici" di Palazzo Roccabruna, 25 marzo -15 maggio 2011

La pubblicazione è disponibile anche sul sito: www.legnotrentino.it Riproduzione, parziale o totale, e diffusione autorizzate con la citazione della fonte.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

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SOMMARIO SIGLE E ACRONIMI .............................................................................................................5

INTRODUZIONE..................................................................................................................7

BREVE INQUADRAMENTO DEL TRENTINO FORESTALE .....................................................8

LA PRODUZIONE DI ENERGIA DA BIOMASSA IN TRENTINO ............................................10

OFFERTA DI BIOMASSA IN TRENTINO .............................................................................15

Offerta di biomassa legnosa da imprese d’utilizzazione ...........................................15

Offerta di biomassa raccolta dai titolari di uso civico. ..............................................23

Offerta di biomassa derivante dagli scarti agronomici .............................................30

Offerta di biomassa derivante dagli scarti dell’industria di prima lavorazione. .......45

Offerta di biomassa derivante dagli scarti dell’industria di seconda lavorazione. ...57

lavorazione ...............................................................................................................67

Offerta di biomassa derivante dalla raccolta nei CRM E CRZ....................................68

Offerta di biomassa da produttori di legna da ardere. .............................................72

Offerta di biomassa dei commercianti di legna da ardere, cippato, pellet e

briquette. ...................................................................................................................82

DOMANDA DI BIOMASSA IN TRENTINO..........................................................................90

Uso di legna da ardere in ambito domestico. ...........................................................90

Uso di legna da ardere negli esercizi commerciali. .................................................104

Impiego di cippato nelle centrali di teleriscaldamento...........................................112

Impianti a biomassa di piccola taglia a servizio di utenze domestiche o

plurifamiliari ............................................................................................................119

Reimpiego dei sottoprodotti nelle aziende della filiera..........................................125

Prima lavorazione ................................................................................................126

Seconda lavorazione............................................................................................131

ANALISI CONCLUSIVE SULLO STUDIO “LA FILIERA FORESTA-LEGNO-ENERGIA IN

PROVINCIA DI TRENTO”.................................................................................................136

1. Premessa..............................................................................................................136

2. Un bilancio sintetico domanda/offerta di biomasse in Trentino ........................138

2.1. Analisi della domanda ......................................................................................140

2.2. Analisi dell’offerta.............................................................................................144

3. Indicazioni relative alle principali tipologie di biomasse in Trentino ..................147

3.1. Legna in ciocchi.................................................................................................147

3.2. Cippato..............................................................................................................148

4. CONCLUSIONI ......................................................................................................150

4.1 Le caratteristiche della filiera foresta-legno-energia in Trentino .....................150

4.2 Le utilizzazioni forestali e gli usi civici................................................................150

4.3 Le centrali di teleriscaldamento ........................................................................151

4.4 Le caratteristiche del mercato delle biomasse..................................................152

BIBLIOGRAFIA ................................................................................................................155

RIFERIMENTI LEGISLATIVI ..............................................................................................156

QUESTIONARI RELATIVI ALL’INDAGINE CONDOTTA......................................................156

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SIGLE E ACRONIMI

APE: APE: APE: APE: Agenzia provinciale per l’energia. AEBIOM:AEBIOM:AEBIOM:AEBIOM: Associazione Europea Industria della Biomassa. APPA.:APPA.:APPA.:APPA.: Agenzia Provinciale Protezione Ambiente della Provincia autonoma di Trento. Art.Art.Art.Art.: articolo. ASUC: ASUC: ASUC: ASUC: Amministrazione Separata Uso Civico. CATI: CATI: CATI: CATI: indagine commissionata dell’A.P.P.A al Servizio Statistica riguardante l’utilizzo della biomassa a fini energetici in Provincia di Trento. CCIAA: CCIAA: CCIAA: CCIAA: Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura. CE:CE:CE:CE: Conformité Européenne. CER:CER:CER:CER: Catalogo Europeo dei Rifiuti. CNR:CNR:CNR:CNR: Consiglio Nazionale delle Ricerche CRM: CRM: CRM: CRM: Centro di Raccolta Materiale. CRZ: CRZ: CRZ: CRZ: Centro di Raccolta Zonale. D.Lgs:D.Lgs:D.Lgs:D.Lgs: Decreto Legislativo. DPCM:DPCM:DPCM:DPCM: Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. FFFFA.: A.: A.: A.: fascicolo aziendale. GIS: GIS: GIS: GIS: Geographic Information System. GUFORGUFORGUFORGUFOR: database del Servizio Foreste e Fauna della P.A.T. ”Gestione delle Utilizzazioni Forestali”. IASMA:IASMA:IASMA:IASMA: Istituto Agrario di San Michele all’Adige. IVALSA:IVALSA:IVALSA:IVALSA: Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree. LP: LP: LP: LP: Legge Provinciale. mc. e o mmc. e o mmc. e o mmc. e o m³:::: metro cubo. mst: mst: mst: mst: metro stero. M.te:M.te:M.te:M.te: monte. MUD: MUD: MUD: MUD: Modello Unico di Dichiarazione ambientale. Mw:Mw:Mw:Mw: megawatt. n.d.:n.d.:n.d.:n.d.: non disponibile. n.p.:n.p.:n.p.:n.p.: non pervenuto. n.s.:n.s.:n.s.:n.s.: non significativo. ONORM:ONORM:ONORM:ONORM:. Österreichische Norm – Norma austriaca. PAT:PAT:PAT:PAT: Provincia autonoma di Trento. PSR:PSR:PSR:PSR: Piano di Sviluppo Rurale. R.D.:R.D.:R.D.:R.D.: Regio Decreto. SIAP:SIAP:SIAP:SIAP: Sistema Informativo Agricolo Provinciale. t:t:t:t: tonnellate. t. eq:t. eq:t. eq:t. eq: tonnellate equivalenti. q.:q.:q.:q.: quintali. q. eq:q. eq:q. eq:q. eq: quintali equivalenti.

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INTRODUZIONE

L’uso massiccio di combustibili fossili, principali responsabili del vertiginoso aumento della

concentrazione di gas serra nell’atmosfera, potrebbe drasticamente essere ridotto se i paesi

industrializzati, per la produzione di energia termica ed elettrica, utilizzassero biomassa

come combustibile ottenuto da materiale derivante dalle coltivazioni o dalle foreste.

L’AEBIOM (ASSOCIAZIONE EUROPEA INDUSTRIA DELLA BIOMASSA) afferma che le emissioni di

anidride carbonica potrebbero essere ridotte ogni anno di circa 1.000 milioni di tonnellate1,

se ciò avvenisse.

Secondo tale rapporto inoltre la biomassa utilizzata come fonte di energia pulita potrebbe,

entro il 2020, contribuire per il 15% dell’energia richiesta dai paesi industrializzati; tale

filiera produttiva darà origine come affermato dal rapporto sulle nuove opportunità

lavorative a circa 400.000 posti di lavoro entro il 20202, distribuiti prevalentemente nelle

zone rurali.

L’utilizzo di fonti energetiche di origine biologica sarà inoltre utile per il rispetto degli

obiettivi nazionali fissati dal protocollo di Kyoto, in materia di energie rinnovabili. A titolo di

esempio si cita la Svezia che, al fine di onorare l’impegno assunto dal governo per

abbandonare l’energia nucleare, si sta convertendo alla biomassa.

Questa nuova necessità evolutiva, oltre ad un’elevata valenza ambientalQuesta nuova necessità evolutiva, oltre ad un’elevata valenza ambientalQuesta nuova necessità evolutiva, oltre ad un’elevata valenza ambientalQuesta nuova necessità evolutiva, oltre ad un’elevata valenza ambientale, creerà pertanto e, creerà pertanto e, creerà pertanto e, creerà pertanto

nuove opportunità per il settore forestale e per quello agricolo marginalenuove opportunità per il settore forestale e per quello agricolo marginalenuove opportunità per il settore forestale e per quello agricolo marginalenuove opportunità per il settore forestale e per quello agricolo marginale3333....

In questo periodo storico si sta pertanto riconsiderando quella che è stata per troppo tempo

una valutazione unidirezionale dei problemi del settore forestale, che vedeva l’utilizzazione

dei boschi italiani come un’azione capace di pregiudicare gli equilibri ecologici del sistema.

Questo tipo di approccio da un lato ha fatto sì che negli ultimi 50 anni la superficie

forestale nazionale raddoppiasse passando da 5 a circa 10 milioni di ettari, ma dall’altro ha

ridotto le attività selvicolturali, con la conseguenza che poco meno della metà della

superficie forestale risulta abbandonata o in libera evoluzione.

1 Quantitativo pari alla somma annua delle emissioni di Italia e Canada 2 Ad esempio solo nel nordest, nel sud-est e lungo la costa ovest degli Stati Uniti, l'industria della biomassa ha già fornito circa 70.000 posti di lavoro. 3 marginale, che lascia scarso margine “economico”.

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Una buona gestione forestale, ispirata ai principi della sostenibilità, può, per contro, offrire

una rilevante quantità di legno da disporre per il comparto energetico e allo stesso tempo

produrre notevoli benefici ambientali, sociali ed economici, senza intaccare l’attuale

patrimonio forestale. L’abbandono della gestione attiva del bosco ha prodotto in passato

uno squilibrio del sistema ambientale forestale con conseguenti effetti negativi rilevanti

quali:

- l’aumento del pericolo di incendi;

- la riduzione della fruibilità del territorio;

- la perdita di valore paesaggistico;

- l’aumento dei rischi idrogeologici.

BREVE INQUADRAMENTO DEL TRENTINO FORESTALE

Il territorio Trentino è prevalentemente montano, oltre il 70% della superficie provinciale si

trova infatti al di sopra dei 1000 m s.l.m..

La superficie provinciale è di 620.668 ettari (PAT, 2006/b) e la sua popolazione conta

529.457 abitanti (Servizio Statistica, PAT – dato gennaio 2011).

Le foreste occupano circa il 55%4 del territorio e sono caratterizzate dalla prevalenza netta

di formazioni ad alto fusto rispetto ai cedui.

La superficie agricola occupa circa l’11% del territorio i pascoli il 17% e quella improduttiva

ed urbanizzata il 16%. Circa il 76% del patrimonio forestale è di proprietà pubblica5; questa

realtà fondiaria consente un’applicazione diffusa delle tecniche per la pianificazione delle

risorse forestali nonché un controllo diffuso e continuativo delle condizioni del comparto.

Negli ultimi 50 anni, accanto ad un aumento dell’area a bosco si è assistito ad una forte

espansione delle formazioni ad alto fusto. La biomassa media delle fustaie in termini di La biomassa media delle fustaie in termini di La biomassa media delle fustaie in termini di La biomassa media delle fustaie in termini di

volume cormometrico è passata dai 148 mc/ha degli anni 50 ai 201 mc/ha del 1999volume cormometrico è passata dai 148 mc/ha degli anni 50 ai 201 mc/ha del 1999volume cormometrico è passata dai 148 mc/ha degli anni 50 ai 201 mc/ha del 1999volume cormometrico è passata dai 148 mc/ha degli anni 50 ai 201 mc/ha del 1999 (D.

Pettenella, F. Giuliani, 2002).

I boschi ad alto fusto, in origine marcatamente coetanei, stanno gradualmente assumendo

una maggiore stratificazione; il 50% delle fustaie presenta oggi i requisiti della struttura

multiplana (fanno eccezione le aree ricadenti soprattutto nei distretti di Cavalese e Malè).

4 Pari all’11% della superficie a bosco nazionale. 5 Demanio provinciale, Comuni ed A.S.U.C.

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La metà della superficie a fustaia presenta soprassuoli che per il 30% sono costituiti da

piante di diametro superiore ai 50 cm (PAT, 2006 b).

Imprese boschive e segherie

Nel 2006 il complesso delle imprese di utilizzazione boschiva, comprendente sia quelle

condotte in forma artigianale che quelle con sistema cooperativistico, erano 133.

L’occupazione complessiva prodotta da tale settore era pari a 309 addetti di cui 173

autonomi, 99 lavoratori dipendenti e 37 stagionali (CCIAA 2007).

In termini di produttività del lavoro le rilevazioni condotte dal 1956 al 2003 mostrano un

notevole aumento degli indici di produttività media giornaliera (R. Cavalli, R. Bonfioli e G. Giovannini,

2004).

AddettoAddettoAddettoAddetto Anno diAnno diAnno diAnno di riferimentoriferimentoriferimentoriferimento

QuantitàQuantitàQuantitàQuantità MMMM³³³³

m³/anno m³/giorno

1956 n.d. 160 1,4 1983 2000 440 3,1 2003 6730 1375 6,7

Tabella 1: produttività medie generali (R. Cavalli, R. Bonfioli e G. Giovannini, 2004).

L’importante impegno da parte dell’Amministrazione pubblica provinciale nel contribuire,

attraverso finanziamenti specifici, all’acquisto di macchinari forestali ha prodotto, negli ultimi

10 anni, un forte ammodernamento.

A titolo esemplificativo si riporta un confronto sul parco macchine aziendale in due differenti

periodi di riferimento. Nel 1983 la dotazione di gru a cavo riguardava il 38% delle ditte

boschive, mentre nel 2003 l’utilizzo di tale macchinario è salito al 66% (R. Cavalli, R. Bonfioli e G.

Giovannini, 2004).

Nel 2006 le aziende di 1ª lavorazione del legname erano 143 ed occupavano 1085 addetti

di cui 333 autonomi, 791 lavoratori dipendenti e 15 stagionali (CCIAA, 2007).

Il numero di segherie nel 2000 risultava pari a 145, ma con solo 2 unità in grado di

lavorare dai 30.000 ai 50.000 m³/anno, 16 unità dai 10.000 ai 30.000 m³/anno e

57 unità fino ai 2.000 m³/anno (Servizio Foreste 2000). Si tratta quindi, per la straSi tratta quindi, per la straSi tratta quindi, per la straSi tratta quindi, per la stragrande grande grande grande

maggioranza, di aziende di piccolemaggioranza, di aziende di piccolemaggioranza, di aziende di piccolemaggioranza, di aziende di piccole----medie dimensionimedie dimensionimedie dimensionimedie dimensioni (nel contesto italiano possono essere

considerate segherie di medio-grandi dimensioni quelle che lavorano 30-40.000 m³/anno

– M. Merlo, 1992).

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LA PRODUZIONE DI ENERGIA DA BIOMASSA IN TRENTINO

Fin dal 2000 in Trentino, grazie anche all’azione di sostegno attuata dalla PAT, sono state

indicate due azioni principali volte alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica in

atmosfera: la prima si riferisce al miglioramento dell’efficienza energetica degli impianti, la

seconda alla sostituzione dei combustibili fossili con differenti fonti energetiche alternative.

A tal proposito i principali step volti alla sostituzione dell’attuale sistema energetico

prevedono che entro il 2012 vengano installate circa 1.100 caldaie a biomassa (nel 2003

erano censiti 197 impianti) e costruite 23 centrali di teleriscaldamento (sempre nel 2003

erano attive solo 2 centrali di teleriscaldamento).

Tale previsione formulata nel 2003 consentirebbe di portare l’energia termica prodotta da

fonti rinnovabili al 45 % del totale6.

In virtù di tali affermazioni appare evidente la necessità di un approfondimento sulle

dinamiche interne ai principali settori che compongono la domanda e l’offerta di biomassa

in Trentino.

Metodologia di indagine e fonti informative

Sia che si affronti l’analisi sotto il profilo della domanda che, a contrario, sotto il profilo

dell’offerta di biomassa che si genera all’intero del territorio trentino, il presente studio si

pone l’obiettivo di descrive i flussi quantitativi all’interno dei molteplici segmenti che

compongono e determinano il mercato locale di materia legnosa destinata ad usi

energetici.

Il lavoro ha quindi lo scopo di descrivere la filiera foresta-legno-energia in provincia di

Trento, nella sua strutturazione nel periodo compreso tra il 2008 ed il 2009.

L’intera indagine per semplicità viene quindi distinta nelle seguenti due parti:

i. analisi dell’offerta di biomassa in Trentino;

ii. analisi della domanda di biomassa in Trentino.

6 “Il piano energetico provinciale e il sostegno alle energie rinnovabili”; Servizio energia, Trento, 22 Maggio 2003.

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Metodologia di analisi dell’offerta di biomassa in Trentino

Nel dettaglio lo studio espone i risultati quantitativi dell’analisi delle seguenti aree di attività:

a) scarti di lavorazione delle utilizzazioni boschive: incontri con il Servizio Foreste e

Fauna della provincia di Trento per l’individuazione e selezione delle informazioni utili

alla quantificazione della biomassa ottenibile da tagli di utilizzazione ordinari e da

interventi colturali. Verifica dei dati di produzione di biomassa forestale su sei cantieri

boschivi della provincia di Trento, di cui tre di aziende che già reimpiegano gli scarti

di utilizzazione boschiva e gli altri tre scelti in base a criteri concordati con la CCIAA;

analisi dei dati contenuti nell’indagine sulla “Filiera foresta-legno in provincia di

Trento - 2007“ (CCIAA 2007);

b) biomassa raccolta dai titolari di uso civico: raccolta dati relativi alla quantificazione

della biomassa utilizzata dai titolari di uso civico per la produzione di energia termica;

c) biomassa derivante dagli scarti agronomici: determinazione dei parametri utili alla

quantificazione degli scarti agronomici; determinazione della biomassa prodotta sulle

superfici coltivate a specie legnose e destinabile a fini energetici;

d) scarti dell’industria di 1ª lavorazione: analisi dei dati contenuti nell’indagine sulla

“Filiera foresta-legno in provincia di Trento - 2007“; somministrazione di un

questionario ai titolari delle aziende di prima lavorazione con intervista telefonica;

e) scarti dell’industria di 2ª lavorazione: analisi dei dati contenuti nell’indagine redatta

dalla CCIAA; somministrazione di un questionario ai titolari delle aziende di seconda

lavorazione con intervista telefonica;

f) biomassa raccolta nei CRM e CRZ: analisi delle modalità di trattamento del rifiuto

verde urbano e del legno vergine in base alla normativa vigente, intervista alle

aziende municipalizzate che gestiscono i CRM e CRZ;

g) produttori di legna da ardere: questionario somministrato ad un campione di aziende

produttrici di legna da ardere con intervista diretta o telefonica;

h) commercianti di legna da ardere, cippato, pellet e briquette: analisi dell’offerta di

biomassa di esercizi commerciali di combustibili legnosi, tramite questionario

sottoposto ai titolari degli esercizi stessi con intervista diretta o telefonica.

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Metodologia di analisi della domanda di biomassa in Trentino

Nel dettaglio lo studio della domanda riguarda:

a) uso di legna da ardere in ambito domestico: tramite analisi bibliografica dei dati

contenuti nell’indagine CATI commissionata dall’APPA e redatta dalla PAT - Servizio

Statistica;

b) uso di legna da ardere negli esercizi commerciali (pizzerie): mediante la redazione di

questionari creati ad hoc, composti dai numerosi quesiti a risposta multipla/sintetica

somministrati ai titolari di attività commerciali che utilizzano combustibili legnosi. La

compilazione del “test” è stata svolta mediante intervista telefonica;

c) impiego di cippato nelle centrali di teleriscaldamento: attraverso l’analisi di

questionari, creati ad hoc, contenenti più quesiti a risposta multipla/sintetica e

sottoposti ai responsabili delle centrali a biomassa (intervista eseguita nelle sedi delle

centrali di teleriscaldamento);

d) impiego di cippato/pellets negli impianti di piccola taglia: tramite l’analisi di

questionari creati ad hoc, contenenti più quesiti a risposta multipla/sintetica e sottoposti

ai proprietari dell’impianto, con somministrazione tramite intervista telefonica;

e) reimpiego dei sottoprodotti nelle aziende della filiera: approfondimento sui dati

riguardanti il reimpiego aziendale dei sottoprodotti di lavorazione per la produzione di

energia termica/elettrica da parte delle aziende appartenenti ai segmenti della prima e

della seconda lavorazione; la base dei dati per l’analisi in parola è costituita dalla più

volte citata indagine camerale sulla filiera foresta–legno.

Modalità di reperimento dei dati ed elaborazioni

Lo svolgimento delle ricerche nei vari ambiti si è sviluppata principalmente attraverso le

seguenti fasi:

a. ricerca bibliografica su lavori analoghi, cataloghi cartacei e informatici, richiesta di

informazioni agli uffici di competenza dell’Amministrazione provinciale o di altri

Soggetti istituzionali;

b. formulazione di questionari predisposti ad hoc per ciascuna area di indagine e

somministrazione degli stessi ad un campione significativo della popolazione o alla

popolazione dei soggetti interessati, quando l’ampiezza della stessa lo consentiva;

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c. le informazioni raccolte sono state sottoposte ad inferenza statistica secondo il sistema

proporzionale semplice;

d. selezione e rielaborazione dei dati raccolti al fine di descrivere al meglio la realtà per

ciascuna area di indagine della filiera foresta-legno-energia nella provincia di Trento.

Per ogni settore soggetto ad analisi sono stati predisposti degli schemi sommari finali

indicanti, oltre ai principali punti di forza e/o di debolezza, specifici indicatori sintetici

descrittivi (volumi, valore economico) della situazione attuale.

Durante la realizzazione del lavoro, al raggiungimento di step significativi, i risultati parziali

sono stati esposti ai componenti del gruppo di lavoro appositamente predisposto.

Questa metodologia operativa, caratterizzata da un processo di confronto-informazione

partecipata tra più stakeholder, con formazione ed ambito professionale differente, ha

garantito il perseguimento di una migliore qualità del lavoro.

I componenti del tavolo di lavoro avente funzione di indirizzo, confronto e monitoraggio sui

documenti prodotti sono rispettivamente:

− Dott. Mauro Leveghi (CCIAA TN – Dirigente Area 4 Promozione e Sviluppo); − Dott. Mauro Colaone − Dott. Enrico Tonezzer − Dott. Francesco Dellagiacoma (Servizio Foreste e Fauna - PAT); − Dott. Giovanni Giovannini (Servizio Foreste e Fauna - PAT); − Dott. Adriano Zanotelli (CCIAA – Direttore Ufficio Prodotti); − Dott.ssa Maria Cristina Tomasi (CCIAA - Ufficio Prodotti); − Dott.ssa Michela Rizzi (CCIAA - Ufficio Prodotti).

Nelle fasi iniziali di indirizzo e in alcune fasi esecutive del lavoro hanno collaborato:

− Ing. Renzo Conotter (Agenzia Provinciale Energia – PAT); − Dott. Gianni Picchi (CNR – IVALSA); − Dott.ssa Silvia Silvestri (Area Sperimentazione agraria, ambientale e forestale

della Fondazione Edmund Mach - IASMA).

I componenti del gruppo operativo con funzione esecutiva nell’ambito dell’indagine sono:

− Dott. Federico Giuliani; − Dott. Mirco Baldo; − Dott. Bruno Grisenti; − Dott. Damiano Fedel; − Dott. Federico Salvagni; − Dott. ssa Samantha Casagranda; − P.a. Nicola Angeli.

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Tabelle di conversione

I dati raccolti sono stati uniformati utilizzando idonei rapporti di conversione

specificatamente rappresentati nelle tabelle sottostanti.

Tabella 2: rapporti di conversione legno–legna–cippato, la tabella riporta i fattori orientativi di conversione tra i più comuni assortimenti da energia riportati in allegato alle norme austriache ONORM M7 132 E M7133 [3] da Legna e cippato manuale pratico AIEL.

Tabella 3: masse volumetriche e steriche di alcune specie forestali , da “Legna e cippato manuale pratico” AIEL.

Unità di misura

Per meglio confrontare i dati fra loro è stata introdotta la ttttonnellata equivalenteonnellata equivalenteonnellata equivalenteonnellata equivalente, vale a dire

la trasformazione di biomassa espressa in metri cubi (mc), metri steri (mst) o in tonnellate (t.)

al 40% di contenuto idrico secondo le differenti essenze legnose e formati commercializzati (

ad esempio: 1 mst di cippato forestale di abete rosso con contenuto idrico al 40% equivale

a 0,26 tonnellate).

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OFFERTA DI BIOMASSA IN TRENTINO

Come evidenziato in precedenza si procede di seguito alla descrizione dei vari filoni di

indagine che riguardano lo stato dell’offerta attuale di biomassa legnosa in provincia di

Trento.

Offerta di biomassa legnosa da imprese d’utilizzazi one Le imprese di utilizzazione boschiva presenti al 2006 in provincia di Trento sono 133.

L’occupazione complessiva prodotta da tale settore è pari a 309 addetti di cui:

• 173 autonomi;

• 99 lavoratori dipendenti;

• 37 stagionali (C.C.I.A.A. 2007).

In termini di produttività del lavoro il potenziale espresso appare notevole e si attesta sui 6,7 In termini di produttività del lavoro il potenziale espresso appare notevole e si attesta sui 6,7 In termini di produttività del lavoro il potenziale espresso appare notevole e si attesta sui 6,7 In termini di produttività del lavoro il potenziale espresso appare notevole e si attesta sui 6,7

mc/giornomc/giornomc/giornomc/giorno7777 per addetto in virtù del fatto che negli ultimi ann per addetto in virtù del fatto che negli ultimi ann per addetto in virtù del fatto che negli ultimi ann per addetto in virtù del fatto che negli ultimi anni si è assistito ad un forte i si è assistito ad un forte i si è assistito ad un forte i si è assistito ad un forte

ammodernamento del settoreammodernamento del settoreammodernamento del settoreammodernamento del settore; ma per contro poche aziende presentano un livello di

dotazioni e di occupazione tale da garantire un’adeguata capacità organizzativa.

Durante le fasi di analisi della filiera e della potenziale offerta di biomassa è stato pertanto

individuato un elenco di aziende del settore (tramite incontri con il Servizio Foreste e Fauna

della PAT) che potevano presentare attività di produzione di biomassa, estrapolando 12

nominativi rappresentativi dell’intera popolazione.

A queste aziende è stato somministrato un questionario telefonico che ha avuto l’esito sotto

evidenziato.

Totale

INTERVISTATO 6 50%RIFIUTA INTERVISTA 1 8%NON TROVATO 3 25%NO AZ LEGNAME 1 8%APPUNTAMENTO 0 0%N. ERRATO O MANCANTE 1 8%

ESITO

Tabella 4: esito interviste eseguite

7 dato riferito a metri cubi netti di legname utilizzato per giornata di lavoro e per addetto (Tesi laurea G. Giovannini – Il comparto delle imprese boschive in provincia autonoma di Trento, 2004)

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

16

Le aziende di utilizzazione forestale intervistate hanno dichiarato una potenzialità produttiva,

riferita al 2008 e al territorio trentino, pari a 74.500 mst di biomassa; applicando

l’inferenza statistica si arriva ad una stima di 124.stima di 124.stima di 124.stima di 124.167 mst167 mst167 mst167 mst (322.834 quintali potenziali

equivalenti). La biomassa ha origine forestale per l’85% in volume, agricola e da ripulitura

d’alveo rispettivamente per il 7% e l’8%.

FORESTALE (conto terzi)

40%

AGRICOLA7%

RIPULITURA ALVEI/ CORSI

D'ACQUA8%

FORESTALE (diretta)

45%

Grafico 1: origine della biomassa.

L’impiego di risorse umane e di mezzi che assolvono a tale funzione produttiva appare

discontinuo e non omogeneo nell’ambito del settore considerato in quanto, ad aziende che

si sono specializzate nel recupero degli scarti d’utilizzazione o delle ramaglie (lavoro conto

terzi), si contrappongono aziende che impegnano solo marginalmente le risorse a

disposizione. La disponibilità di materiale in genere la seguente origine (in % rispetto al

volume complessivo lavorato):

a) azioni prescrittive nel 18% dei casi;

b) contratti di subappalto nei confronti di altre imprese d’utilizzazione o per la

valorizzazione del materiale disponibile all’ imposto, per il 47% dei casi;

c) stimoli diretti dalla filiera a valle e mai realizzati dalla filiera a monte, nel 19% dei

casi.

Tale condizione sottolinea come la filiera subisca un certo rallentamento del dinamismo Tale condizione sottolinea come la filiera subisca un certo rallentamento del dinamismo Tale condizione sottolinea come la filiera subisca un certo rallentamento del dinamismo Tale condizione sottolinea come la filiera subisca un certo rallentamento del dinamismo

commerciale commerciale commerciale commerciale già già già già nei primissimi attori, che si attivano nei primissimi attori, che si attivano nei primissimi attori, che si attivano nei primissimi attori, che si attivano più per più per più per più per forme vincoliforme vincoliforme vincoliforme vincolistiche piuttosto stiche piuttosto stiche piuttosto stiche piuttosto

che per che per che per che per reale convenienza reale convenienza reale convenienza reale convenienza alla valorizzazione del materiale.alla valorizzazione del materiale.alla valorizzazione del materiale.alla valorizzazione del materiale.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

17

33%

21%

9%

19%

14%

4%

OBBLIGO ASPORTAZIONE IMPARTITO

DAL PROPRIETARIO FORESTALE

OBBLIGO ASPORTAZIONE IMPARTITO

DALL'ASSEGNO FORESTALE

CONTRATTO DI SUBAPPALTO CON

IMPRESA DI UTILIZZAZIONE

VALORIZZAZIONE MATERIALE

DISPONIBILE ALL'IMPOSTO

RICHIESTA MATERIALE LEGNOSO

INOLTRATO DALL'ACQUIRENTE

ALTRO

Grafico 2: disponibilità di materiale.

I cantieri preferiti dalle imprese d’utilizzazione forestale, per le operazioni di valorizzazione

degli scarti di lavorazione, sono quelli gestiti in condizioni operative ordinarie, su lotti che

utilizzano la gru a cavo per l’esbosco di piante intere consentendo una notevole

concentrazione di materiale a valle del lotto boschivo e/o su piazzale.

5%

59%

13%

11%

5%

7%

VERBALE D'ASSEGNO E DISPONIBILITA' PIANTE MORTE E DEPERIENTI

ESBOSCO CON GRU A CAVO DI PIANTE INTERE

ANALISI SULL' ACCESSIBILITA' DEL LOTTO

VOLUME MINIMO DISPONIBILE

ANALISI INDISTINTA DI TUTTI I LOTTI

ALTRO

Grafico 3: importanza attribuita prevalentemente sulle potenzialità del lotto.

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19

Alcune aziende dichiarano di effettuare le operazioni di valorizzazione della biomassa su

cantieri ad hoc (bonifiche, miglioramenti ambientali,…) in cui la scarsa qualità

merceologica del popolamento arboreo impone la sola valorizzazione del materiale come

biomassa. Si evidenzia, inoltre, come, tra le caratteristiche del lotto scelto per effettuare le

operazioni in oggetto, si attribuisca un’importanza discreta al fatto di avere potenzialmente a

disposizione una buona quantità di legno puro e quindi di lotti con una bassa rilevanza

ponderale della ramaglia.

Per quanto concerne la valutazione sui costi di accantieramento, riferiti ai volumi totali

lavorati, si nota come le aziende dichiarino di attribuire pari importanza alle caratteristiche

della viabilità, al volume disponibile e alla distanza dal punto di conferimento.

Le ditte non riconosconoriconosconoriconosconoriconoscono una sola componente di costo una sola componente di costo una sola componente di costo una sola componente di costo come vincolante, ma piuttosto

indicano indistintamente un elenco di voci che partecipano alla definizione delle

problematiche economiche riscontrate a livello logistico. Elevata anche la quota di materiale

legnoso che viene movimentato e lavorato senza un’analisi sui costi d’accantieramento

(14% in volume).

28%

31%13%

28%

SVILUPPO E CARATTERISTICHE

VIABILITA'

VOLUME MATERIALE

DISPONIBILE

DISTANZA DAL PUNTO DI

CONFERIMENTO

NESSUNA VALUTAZIONE

EFFETTUATA

Grafico 4: importanza attribuita ai costi di accantieramento.

Alla specifica domanda se il tondame di scarto venga separato dalla ramaglia, le imprese

rispondono univocamente affermando che, laddove è possibile, viene condotta una

selezione del materiale al fine di ridurre le problematiche di eccessiva fermentazione del

cippato (se ricco in sostanza verde), con conseguente deprezzamento del materiale.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

20

Le aziende evidenziano, inoltre, una convenienza alla ridistribuzione in bosco delle ramaglie

(intere o cippate), qualora queste siano state scartate sotto il profilo qualitativo o si trovino in

punti logisticamente difficili. Ciò perché, con questi presupposti, esse quantomeno

partecipano al mantenimento del sistema ambientale.

La logistica preferita per il trasporto e recupero della biomassa è data dalla cippatura

effettuata direttamente su piazzale con successiva consegna diretta al cliente del cippato

(62% in volume). Nella restante parte dei casi la biomassa viene caricata sfusa e

concentrata per la successiva lavorazione (38% in volume).

20%

16%

2%

10%

52%

SFUSO SU MEZZI DI TRASPORTO VERSO PIAZZALI FORESTALI PIU' ACCESSIBILISFUSO SU MEZZI DI TRASPORTO VERSO PIAZZALI AZIENDALISFUSO SU MEZZI DI TRASPORTO VERSO PIAZZALI PRESENTI PRESSO CLIENTICIPPATO SUL POSTO E TRASPORTATO VERSO PIAZZALI AZIENDALICIPPATO SUL POSTO E TRASPORTATO VERSO PIAZZALI CLIENTE

Grafico 5: logistica applicata nel recupero della biomassa.

Il dato rivela, da una parte, che le aziende ritengono opportuna una riduzione delle fasi di

lavoro per contrarre i costi e, dall’altra, che i cantieri in cui viene effettuata la scelta di

valorizzazione della biomassa risultante dalle utilizzazioni forestali, sono di per sé sempre

ben strutturati logisticamente. La location consente infatti la possibilità di effettuare

lavorazioni suppletive (ad indicare una “filiera corta”) e, laddove l’accesso ai mezzi è sempre

garantito, il sistema di recupero del materiale ha quindi effettiva applicazione solo in

circostanze specifiche.

La destinazione prevalente della biomassa ricavata ha scopi energetici, sia che si tratti di

materiale cippato o che si tratti di materiale intero o di altro tipo, questo nello specifico fa

riferimento alla fornitura di materiale per un termovalorizzatore per la produzione elettrica.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

20

8%

7%

3%

82%

CIPPATO PER CENTRALI DI

TELERISCALDAMENTOBIOMASSA INTERA PER CENTRALI

DI TELERISCALDAMENTOINDUSTRIA PANNELLO

ALTRO

Grafico 6: destinazione della biomassa.

Gli intervistati evidenziano come nel prossimo futuro si attendano un incremento di richiesta

di biomassa attorno al 20%, ad indicare una forte aspettativa della rivalutazione del

rafforzamento della filiera.

La natura contrattuale che lega l’impresa d’utilizzazione forestale al bene ha valenza sul

singolo lotto e, solo in un caso, si è registrata la presenza di un contratto di fornitura

annuale.

Si evidenzia inoltre come la cessione della ramaglia e degli scarti d’utilizzazione all’impresa

che procederà alla lavorazione della stessa è per la maggior parte dei casi gratuita.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

21

ACQUISTO DELLA

BIOMASSA

6%

CONTRATTO DI

CESSIONE

GRATUITA DEL

BENE

74%

PERCEPISCE

PREZZO PER

L'ASPORTAZIONE

DELLA BIOMASSA

20%

Grafico 7: natura contrattuale della prestazione.

La vendita del cippato spunta un prezzo medio posto attorno ai 12 €/mst, con oscillazioni di

+/-2€/mst; la legna intera viene invece venduta da 1 a 3,5 €/qle; degno di nota l’interesse

di aziende alla creazione di un listino prezzi di riferimento.

Si evidenzia inoltre come il materiale venduto non venga controllato qualitativamente, se

non in ordine alla presenza di terra o di materiale verde; mancano verifiche circa il

contenuto idrico o la potenziale produzione di ceneri.

Sommario - offerta di biomassa legnosa da imprese d i utilizzazione

Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:

I. filiera corta;

II. aspettative di mercato: le aziende si attendono un incremento della domanda;

III. esistenza di aziende specializzate nel recupero degli scarti d’utilizzazione:

IV. il 47% dei casi di riutilizzo degli scarti d’utilizzazione è legato a contratti di

subappalto;

V. volontà di partecipazione al mantenimento del sistema ambientale.

Punti Punti Punti Punti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::

I. l’offerta di materiale deriva da vincoli di natura contrattuale (28 % dei casi) e solo nel

19 % dei casi da esigenze di mercato;

II. la valorizzazione del materiale è legata a cantieri ad hoc (esempio bonifiche, cambi

coltura..) o cantieri legati all’utilizzo di gru a cavo;

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

22

III. alti costi per recupero della biomassa;

IV. contratti di fornitura sono occasionali e legati al singolo lotto.

32.283,40 ton

124.167,00 mst

min. med. max.

- - -

- - -

€ 12,00 € 13,00 € 14,00

€ 3,00 € 3,75 € 4,50

min. med. max.

- - -

- - -

€ 8,00 € 10,00 € 12,00

n.p. n.p.

TOTALE:

**Franco partenza IVA inclusa ^Franco partenza IVA esclusa 'Franco destinazione IVA esclusa

IMPRESE DI UTILIZZAZIONE FORESTALE

OFFERTA DI BIOMASSA:

Vendita al dettaglio**

Vendita all'ingrosso^

CIPPATO (26472 t)

PREZZO* €/mst

RAMAGLIA - CIMALI (5811 t)

PREZZO* €/mst

STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO

INDUSTRIA DEL PANNELLO

Vendita all'ingrosso^

Centrale di teleriscaldamento'

Vendita al dettaglio**

Centrale di teleriscaldamento'

CIPPATO

ALTRO - Termovalorizzatore'

*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dalla categoria merceologica e

dall'umidità del materiale essendo in fase di sviluppo l'analisi dei prezzi riscontrabili sulla filiera.

€ 1.360.870,32

€ 99.333,60

n.p.

€ 1.460.203,92

RAMAGLIA - CIMALI

INDUSTRIA DEL PANNELLO

Tabella 5: quadro riassuntivo.

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23

Offerta di biomassa raccolta dai titolari di uso ci vico. Le informazioni utilizzate nell’analisi dell’offerta di biomassa legnosa derivante dagli usi

civici sono state estrapolate dal sistema GUFOR (Gestione delle Utilizzazioni Forestali) della

Provincia autonoma di Trento.

Dall’estrapolazione dei dati contenuti nel sistema sono stati ricavati i seguenti dati (espressi

in quintali) distinti per distretto forestale:

I. numero di consegne di legna; II. quantità per consegna; III. quantità totali per distretto; IV. totale provinciale; V. quantità di legna distinta in ramaglia e piante in piedi; VI. quantità di legna distinta in legno di conifera e di latifoglia; VII. quantità di legna pro capite nei distretti forestali; VIII. legna da ardere prelevata da proprietà pubblica e privata.

Nell’anno 2007 il numero di consegne di legna da ardere per uso civico registrato nelle

foreste pubbliche è stato di 24.457, ripartito come nella tabella di seguito (tabella n. 6)

dove è possibile distinguere l’effettivo numero di assegni avuti in provincia e distinti per

distretto. Il dato sulla numerosità delle consegne su proprietà privata è invece più impreciso:

per numerosi volumi ridotti si procede, infatti, al taglio senza l’obbligo da parte del Servizio

preposto di redigere apposito verbale di assegno del lotto boschivo.

DISTRETTONUMERO

CONSEGNE

Cavalese 2.337 Primiero 862 Borgo 2.061 Pergine 2.912 Trento 3.705 Cles 3.929 Malè 1.997 Tione 3.370 Riva 1.262 Rovereto 2.022

TOTALE 24.457

Tabella 6: numero di consegne di legna da ardere per usi civici nei distretti forestali della provincia di Trento.

I quantitativi totali di legna prelevata da superficie pubblica e destinata ad uso civico in

provincia di Trento si attesta sui 859.329 q.li/anno; a cui si aggiungono registrazioni di

assegno su suolo privato per ulteriori 307.444 q.li/anno.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

24

Tabella 7: quantità totale di legna da ardere per usi civici prelevata nei distretti forestali della provincia di Trento.

Nel complesso la stimala stimala stimala stima8888 sull’offerta di biomassa legnosa sull’offerta di biomassa legnosa sull’offerta di biomassa legnosa sull’offerta di biomassa legnosa per usi civici per usi civici per usi civici per usi civici in provincia di in provincia di in provincia di in provincia di Trento Trento Trento Trento

è pari a 1.166.è pari a 1.166.è pari a 1.166.è pari a 1.166.777777773333 q/anno q/anno q/anno q/anno.... Il dato appare sottostimato soprattutto in riferimento

all’assegno su bosco privato.

CAVALESE9%

PRIMIERO6%

BORGO7%

PERGINE9%

TRENTO13%

CLES16%

MALE'9%

TIONE15%

RIVA7%

ROVERETO9%

Grafico 8: legna da ardere prelevata nei distretti forestali - Percentuali di legna da ardere sul totale prelevata nei distretti forestali della provincia di Trento.

Le figure (8-9) mettono in evidenza le percentuali di legna da ardere prelevata nei vari

distretti forestali, rispetto al totale dei prelievi provinciali.

8 La massa viene stimata in bosco da operatori che si avvalgono di misure speditive e utilizzano specifiche tavole di cubatura.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

25

0

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

140.000

160.000

CAVALESE PRIMIERO BORGO PERGINE TRENTO CLES MALE' TIONE RIVA ROVERETO

QU

INTA

LI

Grafico 9: legna da ardere per usi civici (in q.li) prelevata nei distretti forestali rispetto al totali della provincia di Trento.

Da quanto emerso i distretti che assegnano il maggior quantitativo di legna da ardere sono

rispettivamente:

I. Cles (134.365,00 q.li);

II. Tione (129.575,00 q.li);

III. Trento (108.885,00 q.li).

I distretti di Primiero (55.386,00 q.li), Borgo (59.934 q.li) e Riva del Garda (62.790,00 q.li)

rappresentano le aree meno produttive, sotto questo profilo.

Dall’analisi si ricava che in media vengono distribuiti su ogni distretto forestale provinciale

86.000 q.li di biomassa.

0

10

20

30

40

50

60

70

CAVALESE PRIMIERO BORGO PERGINE TRENTO CLES MALE' TIONE RIVA ROVERETO

QU

INTA

LI

Grafico 10: Quantità media di legna da ardere (in q.li) consegnata agli aventi diritto di uso civico nei distretti forestali della provincia di Trento.

IIIIllll quantitativoquantitativoquantitativoquantitativo di legna mediamente assegnati per ogni di legna mediamente assegnati per ogni di legna mediamente assegnati per ogni di legna mediamente assegnati per ogni sorte sorte sorte sorte prelevata suprelevata suprelevata suprelevata su boschi pubblici boschi pubblici boschi pubblici boschi pubblici è è è è

pari a 35.pari a 35.pari a 35.pari a 35.

I volumi di legna da ardere risultanti sono stati ulteriormente suddivisi a seconda che la

stessa sia stata consegnata come piante in piedi o ramaglia.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

26

0

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

140.000

160.000

CAVALESE PRIMIERO BORGO PERGINE TRENTO CLES MALE' TIONE RIVA ROVERETO

QU

INTA

LI

Ramaglia (q)

Piante in piedi (q)

Grafico 11: Quantità di legna da ardere per usi civici prelevata nei distretti forestali della provincia di Trento, distinta in ramaglia e piante in piedi (in q.li).

A livello provinciale prevale l’assegnazione di piante in piedi (64%), modalità preponderante

nei distretti forestali di Riva del Garda (99%), Tione (95%) e Rovereto (85%), mentre nel

complesso risulta minore l’utilizzo di ramaglia (36% media complessiva), ad eccezione del

distretto di Cavalese dove questa risulta essere la tipologia prevalente di assegno (80%).

L’analisi della biomassa legnosa assegnata per uso civico è stata ulteriormente approfondita

dal punto di vista qualitativo attraverso la distinzione della stessa in legno di conifera o di

latifoglia.

0

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

140.000

160.000

CAVALESE PRIMIERO BORGO PERGINE TRENTO CLES MALE' TIONE RIVA ROVERETO

QU

INTA

LI

q conifere

q latifoglie

Grafico 12: tipologia di legna da ardere (conifera e latifoglia) per usi civici prelevata nei distretti forestali della provincia di Trento

(in q.li).

E’ chiara la correlazione fra tipologia di legna assegnata e relativo distretto; avremo quindi

una maggiore quantità di legno duro nei distretti con uno sviluppo altitudinale più

contenuto, laddove quindi il soprassuolo forestale è caratterizzato da una prevalenza di

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

27

specie decidue (Tione e Riva del Garda 94%). Si osserva invece una prevalenza di legname

tenero nei distretti estesi ad altitudini più elevate, dove si riscontrano soprassuoli forestali

maggiormente ricchi in specie resinose (Cavalese 99%, Malè 94%).

Mettendo in relazione l’offerta di biomassa legnosa derivante dagli usi civici con il numero

di abitanti, è possibile dedurne per ciascun distretto la disponibilità media pro capite.

2,8

2,3

1,7

0,7

3,7

5,3

3,7

1,5

0,9

5,7

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

CAVALESE PRIMIERO BORGO PERGINE TRENTO CLES MALE' TIONE RIVA ROVERETO

QU

INTA

LI

Grafico 13: disponibilità di legna pro capite nei distretti forestali della provincia di Trento (in q.li).

Analizzando l’offerta di biomassa legnosa per usi civici è necessario fare alcune

considerazioni in riferimento al prelievo di legna da ardere operato nei boschi privati.

Il grafico sottostante mette in relazione le quantità di legna da ardere prelevate nei vari

distretti su suolo privato e pubblico (sorti); la ripartizione del prelievo non è omogenea a

livello distrettuale, evidenziando comunque la tendenza all’approvvigionamento su suolo

pubblico.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

28

78.028

55.386 59.93476.685

108.885

134.365

79.599

129.575

63.87074.082

8.55532.600

36.450

68.116

20.224

40.833

8.905

49.880

5.95235.929

-

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

140.000

160.000

180.000

200.000

CAVALESE PRIMIERO BORGO PERGINE TRENTO CLES MALE' TIONE RIVA ROVERETO

QU

INTA

LI

da boschi privati

sorti

Grafico 14: legna da ardere prelevata da proprietà pubblica e privata nei distretti forestali della provincia di Trento (in q.li).

A livello provinciale la legna assegnata da boschi pubblici interessa circa il 74% del totale

(860.409 q.li), mentre la restante quota è rappresentata dai prelievi operati in boschi privati

(307.444 q.li).

90,12%

60,65%64,77%

67,78%

61,52%

86,92%

64,47%

87,76%

72,20%

93,04%

35,53%

12,24%

27,80%

38,48%32,22%35,23%

9,88%

39,35%

13,08%

6,96%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

CAVAL

ESE

PRIM

IERO

BORG

O

PERG

INE

TREN

TO

CLES

MALE

'

TIONE

RIVA

ROVER

ETO

sorti

da boschi privati

Grafico 15: provenienza della legna da ardere distinta in boschi di proprietà privata o pubblica per distretto (in percentuale).

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29

Sommario – offerta di biomassa raccolta dai titolar i di uso civico

Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:

I. “filiera corta”;

II. buona disponibilità sull’intero territorio provinciale;

III. offerta diffusa e capillare;

IV. il volume medio offerto coincide con il volume medio della domanda;

Punti Punti Punti Punti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::

I. l’autoproduzione non attiva processi di filiera;

II. ridotta partecipazione della proprietà privata.

85.932,90 ton BOSCO PUBBLICO

30.744,40 ton BOSCO PRIVATO^

Totale 116.677,30 ton

min. med. max.

n.p. n.p. n.p.

TOTALE:

^ Sottostimato essendo che l'assegno non sempre è condotto dal servizio pubblico.

USO CIVICO

OFFERTA DI BIOMASSA:

PREZZO* €/q.

LEGNA

€ 0,00*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dalla categoria merceologica, dal periodo e

STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO

LEGNA n.p.

Tabella 8: quadro riassuntivo.

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30

Offerta di biomassa derivante dagli scarti agronomi ci Le biomasse residuali derivanti dal comparto agricolo producono una ingente quantità di

scarti legnosi. Attualmente la gestione dei residui di potatura è considerata più un problema

di smaltimento, che un’operazione potenzialmente produttiva.

L’agricoltura è uno dei principali settori per la produzione di combustibili rinnovabili; tale

comparto è in grado di fornire diverse tipologie di biomasse, passando dalle colture

energetiche erbacee a quelle legnose, dalle produzioni dedicate a quelle residuali.

Tuttavia, dal punto di vista dell’utilizzazione in impianti per la produzione di energia, le fonti

agricole concretamente utilizzabili sono al momento le biomasse legnose e, fra queste,

principalmente il residuale.

La stima sui quantitativi di residui derivanti dal comparto agricolo è piuttosto complessa

pertanto la quantificazione della biomassa legnosa, sul territorio provinciale, è stata

effettuata attraverso l’analisi dei dati contenuti all’interno del fascicolo aziendale, reperiti dal

Sistema Informativo Agricolo Provinciale (SIAP).

La costituzione e tenuta del Fascicolo Aziendale (FA) è obbligatoria ai sensi del DPR n° 503,

1 dicembre 1999, tale strumento rappresenta l’insieme dei seguenti dati:

- dati identificativi dell’azienda agricola dati identificativi dell’azienda agricola dati identificativi dell’azienda agricola dati identificativi dell’azienda agricola e delle persone fisiche;

- manodopera e forma di conduzione,

- unità tecnicounità tecnicounità tecnicounità tecnico ---- economiche (superfici coltivate);economiche (superfici coltivate);economiche (superfici coltivate);economiche (superfici coltivate);

- diritti di produzione (quote latte, diritti di reimpianto vigneti);

- terreni;

- fabbricati;

- consistenza zootecnica;

- macchine;

- rapporti con l’Amministrazione provinciale (domande, stato procedimenti, finanziamenti).

Analisi dati fascicolo aziendale

Il fascicolo aziendale viene costituito come previsto dalla L.P. 4/2003, contestualmente alla

registrazione anagrafica delle aziende agricole presenti sul territorio provinciale.

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31

Tale strumento raccoglie le informazioni relative ai soggetti pubblici e privati che esercitano

attività agricola, agroindustriale e forestale in provincia di Trento e che abbiano o

intrattengano a qualsiasi titolo, rapporti con l’amministrazione pubblica.

La stima degli scarti agronomici è stata eseguita analizzando l’elenco delle aziende agricole

della provincia e le rispettive superfici coltivate, per tipo di coltura:

• melo (cod. 2100);

• vite (cod. 1000);

• olivo (cod. 2500);

• altre - inteso per il rimanente e nello specifico:

o frutticole (cod. 2000);

o pero (cod. 2200);

o susino (cod. 2300);

o ciliegio (cod. 2400);

o pesco (cod. 2600);

o albicocco (cod. 2700);

o noce (cod. 2800);

o castagno (cod. 2810);

o cotogno (cod. 2820);

o actinidia (cod. 3300);

o altre arboree (cod. 2900).

altre

3%

olivo

2%vite

46%

melo

49%

Grafico 16: suddivisione della superficie coltivata.

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32

La superficie totale coltivata con essenze legnose in provincia di Trento riferita all’anno

2008, è pari a 20.728 ettari, suddivisa rispettivamente in:

• 10.378 ettari per il melo;

• 9.461 ettari per la vite;

• 314 ettari per l’olivo;

• 574 ettari per le altre colture.

Dall’elaborazione dei dati a livello comprensoriale si nota che i comprensori più

rappresentativi in termini di superficie agricola sono quelli della Valle dell’Adige (34%) e

della Val di Non (32%), successivamente troviamo il C10 (Vallagarina 18%)9.

I rimanenti hanno una estensione agricola riferita alla superficie totale provinciale inferiore

al 20%.

C6; 35,28%

C9; 6,25%

C10; 16,19%

C8; 0,99%

C7; 1,81%

C3; 1,64%

C4; 5,34%

C5; 32,50%

Grafico 17: suddivisione percentuale superfici agricole per comprensorio.

COMPRENSORIOCOMPRENSORIOCOMPRENSORIOCOMPRENSORIO SUP. (ha)SUP. (ha)SUP. (ha)SUP. (ha)

C1 VAL DI FIEMME 0,16

C2 PRIMIERO 0,12

C3 BASSA VALSUGANA E TESINO 333

C4 ALTA VALSUGANA 1.074

C5 VALLE DELL'ADIGE 7.034

C6 VAL DI NON 6.554

C7 VAL DI SOLE 336

C8 VALLI GIUDICARIE 207

C9 ALTO GARDA E LEDRO 1.475

C10 VALLAGARINA 3.715

C11 LADINO DI FASSA 0,67

TOTALE (mq)TOTALE (mq)TOTALE (mq)TOTALE (mq) 20202020....728728728728

9 Al momento dell’effettuazione dell’indagine le Comunità di Valle non erano state ancora costituite.

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33

Un altro parametro interessante che si è ricavato dal fascicolo aziendale è la distinzione

delle varie aziende agricole distribuite sul territorio provinciale, in ordine alla superficie

coltivata.

In termini di frequenza si nota una distribuzione decrescente della popolazione, per classe di

superficie.

AzieAzieAzieAziendendendende Superficie aziendaleSuperficie aziendaleSuperficie aziendaleSuperficie aziendale

N°N°N°N° %%%% fino a 0,5 ettari 3.872 32% > a 0,5 e ≤ a 1 ettaro 2.690 22% > a 1 e ≤ a 2 ettari 2.485 20% > a 2 e ≤ a 5 ettari 2.420 20% > a 5 e ≤ a 10 ettari 664 5% > a 10 ettari 131 1% TOTALETOTALETOTALETOTALE 12121212....262262262262 100%100%100%100%

da 1 a 2 ha

20%da 2 a 5 ha

20%

da 0,5 a 1

ha

22%

fino 0,5 ha

32%

da 5 a 10 ha

5%

sopra 10 ha

1%

Grafico 18: suddivisione delle aziende per superficie aziendale utilizzata.

Sul territorio trentino sono presenti 12.262 aziende agricole, giuridicamente definite dall’art.

2555 del Codice Civile, come: “il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per

l’esercizio dell’impresa“.

La dimensione media dell’aziendaLa dimensione media dell’aziendaLa dimensione media dell’aziendaLa dimensione media dell’azienda,,,, dai dati raccolti e successivamente elaborati è pari ad pari ad pari ad pari ad

1,20 ettari.1,20 ettari.1,20 ettari.1,20 ettari.

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34

Apportando una distinzione in termine di superficie, le aziende di dimensione compresa tra i

2 e i 5 ha occupano la maggior parte del territorio agricolo.

5%

9%

17%

37%

21%

10%

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

40%

fino 0,5 ha da 0,5 a 1 ha da 1 a 2 ha da 2 a 5 ha da 5 a 10 ha sopra 10 ha

Grafico 19: suddivisione delle aziende per superficie occupata in termini ponderali.

Superficie vitata

La vite è coltivata in Trentino in circa 104 Comuni e si estende su 9.854 ettari,

approssimativamente le superfici vitate sono dislocate per il 39% in fondovalle, per il 41% in

collina e per il 20% in montagna.

Le varietà coltivate appartengono alla specie Vitis vinifera, per la produzione di uva da vino.

La superficie viticola del Trentino ha subito un’evoluzione in aumento negli ultimi anni, trend

conseguente alla grande dinamicità delle imprese locali, che in un contesto economico di

mercato molto difficile hanno saputo investire e soddisfare le aspettative di molti

consumatori nazionali ed esteri. Nel decennio compreso tra il 1970 e il 1980 la viticoltura

trentina ha perso, per cause diverse, conversione alla frutticoltura, urbanizzazione,

abbandono, quasi 2.000 ettari di estensione, in questo periodo la superficie coltivata a vite

è scesa dagli 11.860 agli 8.880 ettari. Verso la fine degli anni ’90 il trend della superficie

investita a vite in provincia è aumentato fino ad assestarsi nel 2008 con un valore di 9.461

ettari. Le particolari condizioni orografiche e morfologiche del territorio trentino

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35

rappresentano, peraltro, un limite alla diffusione della coltivazione della vite. Di seguito si

riportano i dati relativi all’andamento della superficie vitata in provincia di Trento.

AnnoAnnoAnnoAnno EttariEttariEttariEttari

1970 10 860 1975 10 104 1980 8 880 1985 8 967 1990 8 734 1995 8 756 2000 9 518 2005 9 845 2008 9 461

Tabella 9: Dati elaborati dalla pubblicazione a cura di: Consorzio Vini del Trentino. 2005. “Superficie vitata ed Aziende viticole della provincia di Trento: risultati dell’indagine 2005”.

0

2000

4000

6000

8000

10000

12000

1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2008

Grafico 20: Dati elaborati dalla pubblicazione a cura di: Consorzio Vini del Trentino. 2005. “Superficie vitata ed Aziende viticole della provincia di Trento: risultati dell’indagine 2005”.

Superficie vitata per comprensorio

I dati relativi alla distribuzione della superficie vitata nei diversi Comprensori della provincia

di Trento indicano un consolidamento di tale coltura nelle aree in cui la viticoltura

tradizionalmente riveste un’importanza preminente. Peraltro si sta registrando l’interesse a

recuperare alcune superfici a vigneto anche nelle aree così dette “marginali”.

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36

CoCoCoComprensoriomprensoriomprensoriomprensorio Superficie (ettari)Superficie (ettari)Superficie (ettari)Superficie (ettari) %%%%

C1 - Valle di Fiemme - -%

C2 - Primiero - -%

C3 - Bassa Valsugana e Tesino 92 0,97%

C4 - Alta Valsugana 169 1,79%

C5 - Valle dell’Adige 4.789 50,62%

C6 - Valle di Non 43 0,46%

C7 - Valle di Sole 1 0,01%

C8 - Giudicarie 76 0,80%

C9 - Alto Garda e Ledro 848 8,96%

C10 - Vallagarina 3.443 36,39%

C11 - Ladino di Fassa - -%

TOTALE SUPERFICIE VITATATOTALE SUPERFICIE VITATATOTALE SUPERFICIE VITATATOTALE SUPERFICIE VITATA 9999....861861861861 100100100100

Tabella 10: superficie vitata - dato elaborato da f.a. anno 2008.

VALLAGARINA;

36,4%

BASSA

VALSUGANA E

TESINO; 1,0%

ALTA

VALSUGANA;

1,8%

VALLE

DELL'ADIGE;

50,6%

VAL DI NON;

0,5%

VALLI

GIUDICARIE;

0,8%

ALTO GARDA E

LEDRO; 9,0%

Grafico 21: Superficie vitata divisa per comprensorio.

Forme di allevamento della vite

In Trentino, da una prima analisi dei dati, le forme di allevamento più frequenti sono la

pergola semplice (48,29 %) e quella doppia (31,64 %); la prima forma viene utilizzata in

collina e nei vigneti in pendenza, la seconda nei fondovalle.

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37

Recentemente, accanto a questa forma di coltivazione tradizionale sono stati introdotti

sistemi di allevamento a spalliera, quali guyot, archetto e cordone speronato.

Forma di allevamentoForma di allevamentoForma di allevamentoForma di allevamento Superficie (ettariSuperficie (ettariSuperficie (ettariSuperficie (ettari)))) %%%%

Pergola 4.754 48,29% Pergola doppia 3.116 31,64% Guyot 1.029 10,46% Cordone speronato 202 2,06% Archetto 26 0,26% Casarsa 20 0,20% G.D.C. 14 0,14% Altre forme di allevamento 3 0,03% Non specificata 682 6,92% TOTALE SUPERFICIE VITATATOTALE SUPERFICIE VITATATOTALE SUPERFICIE VITATATOTALE SUPERFICIE VITATA 9999....845845845845 100100100100,00%,00%,00%,00%

Tabella 11: fonte PAT e Consorzio Vini del Trentino - 2005.

La scelta della forma di allevamento incide non poco sui costi di gestione dell’impianto e

può consentire, o meno, una conveniente meccanizzazione delle operazioni colturali.

Superfici estirpate

Nella tabella in calce si analizza il trend degli espianti e gentilmente forniti dall’Ufficio Tutela

delle Produzioni Agricole della PAT (pubblicazione a cura di: Consorzio Vini del Trentino.

2005. “Superficie vitata ed Aziende viticole della provincia di Trento: risultati dell’indagine

2005”).

ANNATAANNATAANNATAANNATA SUPERFICIE ESPSUPERFICIE ESPSUPERFICIE ESPSUPERFICIE ESPIANTIANTIANTIANTATAATAATAATA

(HA)(HA)(HA)(HA)

2005/2006 313

2006/2007 230

2007/2008 236

2008/2009 200

Superficie estirpata

313

230 236200

0

50

100

150

200

250

300

350

2005/2006 2006/2007 2007/2008 2008/2009

Grafico 22: superficie estirpata in ettari.

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38

La superficie a vite annualmente estirpata in Trentino si attesta orientativamente sui 200 ha.

Superficie a melo

La coltivazione del melo in Trentino ha subito negli ultimi anni una progressiva contrazione,

dai 12.142 ettari del 1900 ai 10.378 ettari del 2008.

AnnoAnnoAnnoAnno EttariEttariEttariEttari 1990* 12.142 2000* 12.084

2008** 10.378 *:dati servizio statistica P.A.T. **: elaborazioni da F.A.

Tabella 12: aree agricole coltivate a melo.

La superficie a melo per comprensorio

I dati relativi alla distribuzione della superficie di melo nei diversi Comprensori della

provincia di Trento indicano un consolidamento di tale coltura nelle aree in cui la

frutticoltura tradizionalmente riveste un’importanza prevalente.

La forma di allevamento prevalente in questo caso è lo spindel o il fusetto.

ComprensorioComprensorioComprensorioComprensorio Superficie (ettari)Superficie (ettari)Superficie (ettari)Superficie (ettari) %%%% C1 - Valle di Fiemme - -% C2 - Primiero - -% C3 - Bassa Valsugana e Tesino 211 2,04% C4 - Alta Valsugana 762 7,35% C5 - Valle dell’Adige 2.081 20,05% C6 - Valle di Non 6.473 62,37% C7 - Valle di Sole 334 3,22% C8 - Giudicarie 106 1,02% C9 - Alto Garda e Ledro 217 2,09% C10 - Vallagarina 194 1,87% C11 - Ladino di Fassa 1 0,01% TOTALE SUPERFICIE TOTALE SUPERFICIE TOTALE SUPERFICIE TOTALE SUPERFICIE A MELOA MELOA MELOA MELO 10101010....378378378378 100100100100

Dato elaborato da F.A. anno 2008

Tabella 13: superficie coltivata a melo

Superfici estirpate

Per quanto riguarda le superficie estirpate degli impianti di melo si evidenzia l’influenza delle

azioni intraprese per contrastare il preoccupante andamento della malattia Apple

proliferation, meglio nota come “scopazzi del melo”, che ha accelerato il processo di

sostituzione dei vecchi impianti.

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39

A tal riguardo, la PAT provvede – fin dal 2002 – al versamento di un indennizzo per le

perdite causate dall’abbattimento e distruzione delle piante infette secondo quanto previsto

dalla deliberazione n. 910 di data 24 aprile 2002.

A ciò si aggiungono le sovvenzioni per i reimpianti: dal PSR per quanto riguarda i

frutticoltori non soci di cooperative o associazioni che commercializzano; dalla legge

provinciale 4/2003 per le iniziative a carattere collettivo, in cui la regia sia effettuata, per

conto dei propri soci, dai “magazzini” operanti nel settore.

Dalla trattazione congiunta di tutti questi strumenti si evince che le superfici per le quali si è

fatta richiesta di espianto per motivi fitosanitari è di 467 ha 10; mentre le superfici soggette a

contributo di rinnovo al 2004, anno in cui il fenomeno di rinnovo per scopi fitosanitari non

era ancora così marcato, sono 456 ha.11

I due fenomeni si sovrappongono a formare un andamento della superficie estirpata come

di seguito evidenziato, essendo evidente il fatto che gli impianti vecchi sono sia quelli da

sottoporre a rinnovo che quelli maggiormente esposti a rischi fitosanitari.

La superficie estirpata in provincia di Trento ha un andamento crescente fino al 2007,

passando dai 385 ha del 2002 agli attuali 603. Negli ultimi anni è visibile il netto

incremento della superficie estirpata; con un lieve decremento nell’ultimo anno considerato.

ANNATAANNATAANNATAANNATA SUPERFICIE ESTIRPATA (HA)SUPERFICIE ESTIRPATA (HA)SUPERFICIE ESTIRPATA (HA)SUPERFICIE ESTIRPATA (HA)

2002 385 2003 507 2004 467 2005 425 2006 628 2007 680 2008 603

Tabella 14: superficie a melo estirpata in provincia di Trento.

La stima più probabile del turnover consuetudinario, dedotta dall’andamento del grafico

precedente, si attesta pertanto attorno ai 350 – 450 ha di superficie annua.

10 “Indennizzi per l’estirpazione di impianti di melo colpiti da “scopazzi”, Pietro Molfetta. Servizio Strutture, Gestione e Sviluppo delle Aziende Agricole - Ufficio Tecnico e per l’agricoltura di montagna;2005 11 “ Rinnovi e nuovi impianti frutticoli nel 2004”. Pietro Molfetta. Servizio Strutture, Gestione e Sviluppo delle Aziende Agricole - Ufficio Tecnico e per l’agricoltura di montagna;2004

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40

0

100

200

300

400

500

600

700

800

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

superficie estirpata

media

Grafico 23: superficie a melo estirpata in ettari in provincia di Trento.

Potenziale di biomasse residuali dal comparto agricolo

In provincia di Trento si può affermare che la maggior parte delle biomasse residuali deriva

da:

• scarti di potature,

• rinnovo degli impianti,

riguardanti le coltivazioni più diffuse sul territorio: melo e vite.

Scarti di potature

La quantità di residui agricoli può essere determinata semplicemente moltiplicando la

Superficie Agricola, riportata nel F.A. del 2008, per un coefficiente che descrive la

produttività di residui in t/ha. La determinazione di tale parametro è stata effettuata da

diversi enti di ricerca:

- Fondazione E. Mach di San Michele a/A (IASMA),

- CESTAAT (Centro Studi sull’Agricoltura, l’Ambiente ed il Territorio) e confermato dal

SESIRCA (Servizio e Sperimentazione, Innovazione e Ricerca sull’Agricoltura).

La produzione media di residui ipotizzabile (t/ha) è quindi riportata nella tabella successiva.

SSSSpeciepeciepeciepecie residuo prodotto (t/ha)residuo prodotto (t/ha)residuo prodotto (t/ha)residuo prodotto (t/ha) CESTAATCESTAATCESTAATCESTAAT IASMAIASMAIASMAIASMA

vite 2,9 1,5 – 2,5 melo 2,6 2,0 – 2,5 olivo 1,6 -

Tabella 15: produzione media di residui da potatura (t/ha).

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41

Il dato espresso fa riferimento all’umidità presente nei residui verdi: variabile tra il 55% ed il

45% nei sarmenti da vite e tra il 35% ed il 45% nelle potature di melo e di altri impianti.

Per addivenire ad una stima della biomassa si procede applicano i seguenti parametri:

• 2,5 t/ha per il melo;

• 2,0 t/ha per la vite;

• 1,6 t/ha per l’olivo.

melomelomelomelo (t)(t)(t)(t)

ViteViteViteVite (t)(t)(t)(t)

OlivoOlivoOlivoOlivo (t)(t)(t)(t)

AltreAltreAltreAltre (t)(t)(t)(t) C1C1C1C1 - - - -

C2C2C2C2 - - - - C3C3C3C3 528 184 - 47 C4C4C4C4 1.906 339 - 227 C5C5C5C5 5.201 9.579 22 239 C6C6C6C6 16.182 87 - 60 C7C7C7C7 835 1 - 2 C8C8C8C8 264 151 2 40 C9C9C9C9 541 1.695 467 191

C10C10C10C10 484 6.886 12 114 C11C11C11C11 2 - - - TOTTOTTOTTOT 25.944 25.944 25.944 25.944 18.923 18.923 18.923 18.923 919 919 919 919

Tabella 16: residuo distinto per comprensorio in tonnellate.

L’offerta potenziale proveniente dagli scarti di poL’offerta potenziale proveniente dagli scarti di poL’offerta potenziale proveniente dagli scarti di poL’offerta potenziale proveniente dagli scarti di potatura è pari atatura è pari atatura è pari atatura è pari a 46.289 t al 40% di umidità.

melo;

25.944 vite;

18.923

olivo; 503 altre; 919

Grafico 24: massa potenziale per varietà in tonnellate.

Gli scarti provenienti dalla potatura del melo rappresentano il 56% del quantitativo prodotto

in provincia di Trento, seguito dalla vite con il 41%.

La maggior disponibilità di materiale si concentra nei comprensori della Val d’Adige, Valle

di Non e Vallagarina che nel complesso rappresentano l’83% della produzione.

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42

VAL DI SOLE; 2%

VALLI GIUDICARIE; 1%

ALTO GARDA E LEDRO; 6%VAL DI NON; 35%

VALLE DELL'ADIGE; 32%

BASSA VALSUGANA E

TESINO; 5%

VALLAGARINA; 16%

ALTA VALSUGANA; 2%

Grafico 25: biomassa in percentuale prodotta per comprensorio.

Rinnovo degli impianti

Le superfici medie estirpate, a livello provinciale, nelle colture a melo e vite sono:

SpecieSpecieSpecieSpecie Superficie media estirpata Superficie media estirpata Superficie media estirpata Superficie media estirpata

(ha)(ha)(ha)(ha) vite 245

melo 450

Tabella 17: superficie media in ettari estirpata in provincia di Trento.

La produzione di biomassa proveniente dai rinnovi degli impianti è estremamente variabile e

in letteratura non si ritrovano dati sperimentali. Per questo motivo si è scelto di interpellare i

tecnici dello IASMA che hanno indicato i seguenti valori medi:

• per il melo circa 700 q/ha (20 kg/albero x 3000-3500 alberi/ha) considerando un

impianto con portinnesto M9, di 20 anni, indicato come rappresentativo degli impianti

trentini;

• per la vite circa 170 q/ha (6 kg/pianta x 3000-3500 piante/ha) nel caso di un impianto

allevato a pergola, indicato come rappresentativo degli impianti trentini.

SpecieSpecieSpecieSpecie Biomassa prodotta (q/ha)Biomassa prodotta (q/ha)Biomassa prodotta (q/ha)Biomassa prodotta (q/ha)

Vite 170 Melo 700

Tabella 18: produzione di biomassa in quintali per ettaro per tipo di coltura

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43

Facendo riferimento all’umidità presente nei residui verdi variabile da 35-45% (quindi

un’umidità media pari al 40%).

Si può, quindi, ipotizzare che la biomassa proveniente dal rinnovo degli impianti e suddivisa

per le due colture principali è quella descritta nella successiva tabella.

SpecieSpecieSpecieSpecie Biomassa prodotta (q/anno)Biomassa prodotta (q/anno)Biomassa prodotta (q/anno)Biomassa prodotta (q/anno)

vite 41.650 melo 315.000

Tabella 19: produzione annua di biomassa in quintali ottenuta dai rinnovi degli impianti.

L’offerta potenziale proveniente dai reimpianti è L’offerta potenziale proveniente dai reimpianti è L’offerta potenziale proveniente dai reimpianti è L’offerta potenziale proveniente dai reimpianti è quindi quindi quindi quindi pari a pari a pari a pari a 356.650356.650356.650356.650 quintali quintali quintali quintali al 40% di

umidità.

Sommario – biomassa da scarti agronomici

Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:

I. “filiera corta”;

II. buona disponibilità sul territorio di fondovalle;

III. offerta diffusa e capillare all’interno dei territori vocati all’agricoltura;

IV. la parte di biomassa derivante dal rinnovo degli impianti è completamente

reimpiegata;

V. la produzione aziendale media coincide con i consumi medi del nucleo familiare.

Punti Punti Punti Punti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::

I. problematiche di gestione degli scarti agronomici;

II. alti costi per la valorizzazione del materiale soprattutto se relazionato alle limitate

dimensioni aziendali (difficile perseguimento di economie di scala);

III. scarsa aggregazione dell’offerta;

IV. necessità di verifiche sulla sostenibilità agronomica nella valorizzazione energetica

delle sarmenti;

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44

35.665,00 ton REIMPIANTI

46.289,00 ton POTATURE

Totale 81.954,00 ton

media

Distinzione dell'offerta 2,0 5,0 1,2

Potature vite (t) 4,0 10,0 2,4

Potature melo (t) 5,0 12,5 3,0

Reimpianto vite (t) 0,9 2,2 0,5

Reimpianto melo (t) 6,1 15,2 3,6

min. med. max.

n.p. n.p. n.p.

TOTALE:

Superficie aziendale espressa in ettari

SCARTI AGRONOMICI

OFFERTA DI BIOMASSA:

€ 0,00*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dalla categoria merceologica e dall'umidità del materiale

essendo in fase di sviluppo l'analisi dei prezzi riscontrabili sulla filiera.

moda per classe dimensionale

POTATURE e REIMPIANTI

STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO

POTATURE e REIMPIANTI n.p.

PREZZO* €/q.

Tabella 20: quadro riassuntivo.

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45

Offerta di biomassa derivante dagli scarti dell’ind ustria di prima lavorazione. Le informazioni utilizzate per l’analisi dell’offerta di biomassa legnosa, proveniente dagli

scarti della prima lavorazione, sono state ricavate dall’elaborazione di dati raccolti dalla

somministrazione di un questionario telefonico ad un campione (casuale semplice con

errore del 5%) estratto dalla popolazione delle aziende individuate nell’indagine condotta

sull’intera filiera dall’Osservatorio del Legno (2006). L’indagine ha considerato 182

aziende, con il seguente esito dell’indagine telefonica.

ESITO ELENCO

Totale

INTERVISTATO 86 86 47%

RIFIUTA INTERVISTA 30 30 16%

NON TROVATO 31 31 17%

NO AZ. LEGNAME 9 9 5%

NESSUNA PROD. SOTTOPROD. 6 6 3%

N.ERRATO O MANCANTE 20 20 11%

TOTALE CONTATTI 182

TOTALE 100%

Tabella 21: esito dell’indagine.

Le aziende, rientrate nel campione, esercitano attività prevalente di segheria nel 28% dei

casi, attività di produzione di imballagi nel 49% dei casi e altra tipologia di attività

prevalente nella restante parte.

Le aziende sollecitate sul tema delle aspettative relative al mercato nel prossimo

quinquennio, si rivelano ottimiste indicando sempre buone potenzialità future per il settore;

nell’11% dei casi non dichiara alcun dato, nel 10% dei casi una contrazione del potenziale

lavorato e nella restante parte dei casi indica un differente incremento di lavorazione

potenziale.

La domanda di materiale lavorabile dichiarata è pari aLa domanda di materiale lavorabile dichiarata è pari aLa domanda di materiale lavorabile dichiarata è pari aLa domanda di materiale lavorabile dichiarata è pari a 543.485 metri cubi di legname; il

dato, sottoposto ad inferenza statistica, aumenta a 978.273 metri cubi di legname.978.273 metri cubi di legname.978.273 metri cubi di legname.978.273 metri cubi di legname. Di

questi il 77,2% è rappresentato da legname tondo direttamente acquistato e lavorato, lo

0,2% da tondame lavorato per conto terzi e il restante 22,6% da semilavorato acquistato e

lavorato.

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46

Si evidenzia una ridotta parte di tondame lavorato per conto terzi e, viceversa, una forte

propensione alla gestione aziendale interna delle fasi di lavoro; elevata anche la quota di

materiale semilavorato ad indicare una certa specializzazione aziendale.

Le aziende di prima lavorazione rappresentano pertanto un settore distintamente

organizzato: ad aziende verticalizzate si contrappongono, infatti, aziende che dipendono

direttamente dalla fornitura di semilavorati.

MALE'3,9%

CLES25,6%TIONE

21,5%

PERGINE7,9%

TRENTO9,1%

PRIMIERO0,3%

CAVALESE3,1%

BORGO2,0%

ROVERETO0,4%

RIVA DEL GARDA26,1%

Grafico 26: domanda di materiale della prima lavorazione – distinzione per distretto.

La distinzione dichiarata circa la provenienza del materiale lavorato è riportata nel grafico

sottostante.

Conifera locale5,4%

Latifoglia Italia0,1%

Conifera Europa44,4%

Conifera Italia0,9%

Conifera Trentino

46,8%

Latifoglia Europa1,3%

Latifoglia Trentino

1,1%

Grafico 27: provenienza e tipologia del materiale acquistato dalla prima lavorazione

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47

La latifoglia assume un’importanza ridottissima e pari a circa il 2% del volume totale di

materiale acquistato e lavorato; la maggior parte è legno di conifera.

La quota di materiale locale acquistato è pari complessivamente a circa il 53% del volume

totale; il restante 44% ha provenienza europea.

Gli output aziendali di biomassa prodotta sono distinti secondo i seguenti quantitativi:

• Corteccia: 56.716 mst

• Cippato: 300.452 mst

• Segatura: 250.322 mst

• Sciaveri/refili: 43.423 mst

• Trucioli: 65.624 mst

• Legna da ardere: 6.145 mst

• Briquettes: 2.122 mst.

L’offerta di biomassaL’offerta di biomassaL’offerta di biomassaL’offerta di biomassa, tradotta in quintali equivalenti, considerando pertanto il prodotto

convenzionalmente con il 40% di contenuto idrico è pari a 1.1.1.1.891891891891....666630 quintali equivalenti, 30 quintali equivalenti, 30 quintali equivalenti, 30 quintali equivalenti,

distinti come in tabella:

ScartoScartoScartoScarto di I° di I° di I° di I° lavorazionelavorazionelavorazionelavorazione

MstMstMstMst q.liq.liq.liq.li %%%%

CortecciaCortecciaCortecciaCorteccia 56.716 147.462 7,8

CippatoCippatoCippatoCippato 300.452 781.175 41,3

SegaturaSegaturaSegaturaSegatura 250.232 650.603 34,4

Sciaveri/refiliSciaveri/refiliSciaveri/refiliSciaveri/refili 43.423 112.900 6,0

TrucioliTrucioliTrucioliTrucioli 65.624 170.622 9,0

LegnaLegnaLegnaLegna 6.145 23.351 1,2

PelletPelletPelletPellet 0 0 0

BriquetteBriquetteBriquetteBriquette 2.122 5.517 0,3

TotaTotaTotaTotalelelele 744744744744....714714714714 1111....891891891891....630630630630 100,00100,00100,00100,00

Tabella 22: stima della produzione di biomassa espressa in quintali equivalenti (C.I. al 40%)

La produzione di cortecciaLa produzione di cortecciaLa produzione di cortecciaLa produzione di corteccia è è è è pari a pari a pari a pari a 56565656....716716716716 mst mst mst mst.... Tale materiale è destinato per un 93,5% ad

altre aziende per scopi non direttamente collegati allo sfruttamento energetico e solo

marginalmente alle centrali a biomassa (4,1%) o ai privati (2,4%).

La produzione di corteccia risulta concentrata sul distretto di Trento e viene solitamente

stoccata in piazzali all’aperto.

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48

MALE'

4,8%

TIONE

10,2%

CLES

7,9%

PRIMIERO

0,3%

TRENTO

75,8%

PERGINE

1,1%

Grafico 28: produzione di corteccia distinta per distretto forestale.

La corteccia viene ceduta nella quasi totalità dei casi previo il versamento di un valore posto

tra 5,5 – 6,25 €/mst per le aziende e le centrali a biomassa; tale valore sale a 13 €/mst nel

caso di vendita a privati.

Nel 75% dei casi un vero mercato per la corteccia si manifesta in modo occasionale; non

mancano tuttavia forme contrattuali di medio (contratto di fornitura trimestrale) o lungo

periodo (contratto di fornitura annuale).

Il valore del valore del materiale si genera più in relazione al periodo di collocazione sul

mercato, che in rapporto alla qualità dello stesso.

IN BASE AL

PERIODO

88%

IN BASE ALLA

QUALITA'

6%IN

PRECEDENZA

6%

Grafico 29: modalità di definizione del prezzo di vendita della corteccia.

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49

La produzione di cLa produzione di cLa produzione di cLa produzione di cippatoippatoippatoippato è è è è papapapari a ri a ri a ri a 300300300300....452452452452 mst mst mst mst. Tale materiale è destinato principalmente

alle centrali a biomassa (66,9%) o ad altre aziende (30,9%), irrisorio è il riutilizzo aziendale

(1,8%).

La produzione risulta concentrata sul distretto di Borgo Valsugana, Cles e Riva del Garda e

viene solitamente stoccata in locali coperti.

PERGINE

0,7%

TRENTO

6,2%

CLES

30,3%

RIVA DEL

GARDA

19,1%TIONE

14,3%

MALE'

3,6%

CAVALESE

3,1%

BORGO

22,8%

Grafico 30: produzione di cippato per distretto forestale.

Il cippato viene ceduto nella quasi totalità dei casi previo il versamento di un valore

compreso tra i 7,5 ed i 10,0 €/mst; in un solo caso è stata dichiarata la cessione gratuita

dello stesso.

Il mercato del cippato è regolato indistintamente da forme occasionali di fornitura e da

contratti a valenza semestrale o annuale.

Il valore del materiale è legato soprattutto alla stagionalità (68,8%) piuttosto che alla qualità

merceologica del prodotto (3,1%), anche nei casi di fornitura di durata. Solo in un terzo dei

casi si procede alla fissazione preventiva del prezzo (28,1%). Il fatto che tale modalità sia

adottata da un così limitato numero di aziende denota un’immaturità contrattuale della

filiera.

La produzione di La produzione di La produzione di La produzione di segatura èsegatura èsegatura èsegatura è pari a 250pari a 250pari a 250pari a 250....322322322322 mst mst mst mst, destinata principalmente ad aziende

commerciali o di trasformazione (pennellifici). Una quota minore (11,6%) viene riutilizzata

internamente alle aziende o nelle centrali a biomassa (11,1%).

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50

AZIENDE

COMMERCIALI

37,1%

SMALTIMENTO

0,1%

RIUTILIZZO

AZIENDALE

11,6%

CENTRALI A

BIOMASSA

11,1%PRIVATI

1,1%

AZIENDE DI

TRASFORMA-

ZIONE

39,0%

Grafico 31: destinazione della segatura prodotta nelle aziende di prima lavorazione.

La produzione risulta concentrata nel distretto di Cles e di Riva del Garda; seguono per

importanza i distretti di Tione e di Borgo Valsugana. La segatura viene solitamente stoccata

in locali chiusi o in silos e venduta secondo quanto riportato nella tabella sottostante:

VENDITA A PRIVATI (Euro/mst) 6,0

VENDITA AD AZIENDE (Euro/mst) 5,9

VENDITA AD AZIENDE DI TRASFORMAZIONE (Euro/mst) 8,0

VENDITA ALLE CENTRALI A BIOMASSA (Euro/mst) 7,0

PRIMIERO

0,1%

ROVERETO

0,1%

PERGINE

2,4%

TRENTO

3,7%

TIONE

11,7%

MALE'

1,2%

CLES

42,2%

RIVA DEL GARDA

24,3%

CAVALESE

5,0%

BORGO

9,4%

Grafico 32: produzione di segatura per distretto forestale.

Il mercato di questo sottoprodotto è regolato prevalentemente da forme contrattuali di

fornitura occasionale (75% dei casi) e nella restante parte da contratti a valenza annuale.

Il valore del materiale è legato soprattutto al periodo (86,3%), essendo la fornitura

prevalentemente occasionale; solo per l’11% dei casi si prevede una fissazione preventiva

del prezzo.

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51

La produzione di La produzione di La produzione di La produzione di sciaveri/refilisciaveri/refilisciaveri/refilisciaveri/refili è è è è pari a pari a pari a pari a 43434343....423423423423 mst mst mst mst. Tale materiale ha destinata varia,

dipendente dalla congiuntura dei mercati e dei sottoprodotti. Dall’indagine emerge che

viene destinato principalmente ad aziende commerciali (42,7%), alle centrali a biomassa

(38,4) o ad aziende di trasformazione (16.6%).

AZIENDE

COMMERCIALI

42,7%

PRIVATI

1,6%

AZIENDE DI

TRASFORMA-

ZIONE

16,6%

CENTRALI A

BIOMASSA

38,4%

RIUTILIZZO

AZIENDALE

0,7%

Grafico 33: destinazione degli sciaveri / refili.

La produzione risulta particolarmente concentrata nel distretto di Cles (44,4%); seguono i

distretti di Tione e Riva del Garda. Il materiale viene solitamente stoccato su piazzale aperto

e solo in alcuni casi in locali chiusi.

TIONE

20,9%

RIVA DEL

GARDA

16,4%

PRIMIERO

1,0%

PERGINE

3,5%

TRENTO

9,2%

ROVERETO

0,1%

CLES

44,4%

CAVALESE

4,4%

Grafico 34: produzione di sciaveri / refili distinta per distretto.

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52

La vendita degli sciaveri e i refili si attesta tra gli 8 e i 12 €; in un solo caso è stata

dichiarata la cessione gratuita del bene.

Il valore del materiale si determina in relazione a fattori stagionali.

VENDITA A PRIVATI (Euro/mst) 10,6

VENDITA AD AZIENDE (Euro/mst) 8,2

VENDITA AD AZIENDE DI TRASFORMAZIONE (Euro/mst) 8,6

VENDITA ALLE CENTRALI A BIOMASSA (Euro/mst) 11,7

Il mercato degli sciaveri e refili è regolato prevalentemente da forme contrattuali di fornitura

occasionale (91,7% dei casi) e nella restante parte dei casi da contratti a valenza annuale.

La produzione di La produzione di La produzione di La produzione di trucioli è trucioli è trucioli è trucioli è pari a pari a pari a pari a 65656565....624624624624 mst mst mst mst; tale materiale è destinato principalmente ad

aziende sensu latu e solo per una quota esigua viene riutilizzato a livello aziendale o ceduto

ad aziende di trasformazione.

AZIENDE

95,1%

AZIENDE DI

TRASFORMA-

ZIONE

1,4%

RIUTILIZZO

AZIENDALE

3,5%

Grafico 35: destinazione dei trucioli.

La produzione risulta concentrata nei distretti di Trento, Pergine Valsugana e Tione. Il

materiale viene indistintamente stoccato su piazzali aperti o in locali chiusi.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

53

TIONE

13,1%

PERGINE

20,6%TRENTO

64,8%

MALE'

1,4%CAVALESE

0,2%

Grafico 36: produzione di trucioli distinta per distretto.

Il mercato è regolato prevalentemente da forme contrattuali di fornitura occasionale per

l’87% dei casi, per la restante parte i contratti hanno valenza annuale.

Il valore del materiale viene fissato in base alla stagione. I trucioli vengono venduti ad un

valore medio di 6,5 €/mst, con forniture di natura prevalentemente occasionale.

La produzione di La produzione di La produzione di La produzione di legna da arderelegna da arderelegna da arderelegna da ardere è è è è pari a pari a pari a pari a 6.1456.1456.1456.145 mst mst mst mst; tale materiale è destinato

principalmente ad altre aziende o a privati. Solo una quota esigua viene riutilizzata a livello

aziendale o ceduta alle centrali a biomassa.

RIUTILIZZO

AZIENDALE

5,9%

AZIENDE

52,5%

PRIVATI

39,1%

CENTRALI A

BIOMASSA

2,5%

Grafico 37: destinazione della legna da ardere

La produzione risulta concentrata nei distretti di Pergine Valsugana, Cavalese, Riva del

Garda e Cles. Il materiale viene indistintamente stoccato su piazzali aperti o in locali chiusi.

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54

CAVALESE

25,0%

BORGO

2,1%

TRENTO

0,3%

CLES

15,3%

TIONE

4,2%

PERGINE

30,7%

ROVERETO

1,8%

RIVA DEL GARDA

20,7%

Grafico 38: produzione di legna da ardere distinta per distretto

La legna da ardere viene venduta ai privati ad un prezzo medio di 17 €/mst; alle aziende

ad un valore inferiore variabile tra gli 8,5 e gli 11 €/mst.

VENDITA A PRIVATI (Euro/mst) 17,3

VENDITA AD AZIENDE (Euro/mst) 11,0

VENDITA ALLE CENTRALI A BIOMASSA (Euro/mst) 8,4

Il mercato di legna da ardere è regolato quasi esclusivamente da forme contrattuali di

fornitura occasionale con valore del materiale fissato in base al periodo (83%).

Dagli scarti della prima lavorazione non vengono prodotti non vengono prodotti non vengono prodotti non vengono prodotti pelletspelletspelletspellets bensì un discreto

quantitativo di briquettes.

La produzione diLa produzione diLa produzione diLa produzione di briquettes briquettes briquettes briquettes del campione intervistato è pari a pari a pari a pari a 2222....122122122122 mst mst mst mst; si tratta di

materiale destinato principalmente ai privati (89%). Solo una quota esigua viene ceduta ad

altre aziende (11%).

La produzione risulta concentrata sui distretti di Trento (54,5%) e Rovereto (45,5%). Il

materiale viene stoccato in locali chiusi.

Il valore commerciale rilevato è variabile da 17 a 22,5 €/mst.

Il mercato è regolato esclusivamente da forme contrattuali di fornitura occasionale ed il

valore del materiale è fissato in base alla qualità (67%).

Tale modalità operativa si discosta nettamente rispetto ai precedenti sottoprodotti o scarti di

lavorazione analizzati, ad evidenziare una buona propensione ad essere assorbita dal

mercato, legata soprattutto alla qualità intrinseca del materiale.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

55

Sommario – Offerta di biomassa derivante dagli scar ti di prima lavorazione

Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:

I. prospettive positive per il mercato;

II. interlocutore principale nell’attivazione della filiera e nell’offerta;

III. il volume di materiale trasformabile in Trentino, indipendentemente dall’origine del

legname grezzo (per circa un 50% provinciale ed un 50% di diversa origine) garantisce

l’approvvigionamento.

IV. il 95 % del materiale viene immesso nella filiera legno - energia;

V. stoccaggio del materiale principalmente in locale coperto a garanzia della qualità.

Punti Punti Punti Punti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::

I. assenza sul mercato di contratti di fornitura continuativi;

II. valore economico determinato da fattori stagionali, più che in riferimento a standard

qualitativi del prodotto;

III. assenza di metodi oggettivi per la definizione della qualità del prodotto.

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56

189.163,00 ton

724.714,00 mst

min. med. max.

€ 12,00 € 13,00 € 14,00

€ 5,50 € 5,88 € 6,25

€ 5,50 € 5,88 € 6,25

min. med. max.

- - -

€ 7,50 € 8,75 € 10,00

€ 7,50 € 8,75 € 10,00

min. med. max.

€ 7,00 € 8,50 € 10,00

€ 5,00 € 6,00 € 7,00

€ 6,00 € 7,50 € 9,00

€ 6,00 € 7,00 € 8,00

min. med. max.

€ 11,40 € 12,70 € 14,00

€ 7,20 € 8,20 € 9,20

€ 7,50 € 8,50 € 9,50

€ 11,00 € 11,70 € 12,40

min. med. max.

€ 5,50 € 6,50 € 7,50

min. med. max.

€ 15,00 € 17,30 € 19,60

€ 9,00 € 11,00 € 13,00

€ 7,00 € 8,50 € 10,00

min. med. max.

€ 17,00 € 19,75 € 22,50

€ 341.288,53

€ 2.602.665,45

€ 1.501.392,00

SCIAVERI-REFILI € 416.252,88

TRUCIOLI € 405.228,20

LEGNA € 78.330,32

BRIQUETTES € 41.909,50

TOTALE:

**Franco partenza IVA inclusa ^Franco partenza IVA esclusa

'Franco destinazione IVA esclusa

SEGATURA

€ 5.387.066,87

CIPPATO

Vendita al dettaglio**

STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO

CORTECCIA

Centrale di teleriscaldamento^

*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dal periodo e dall'umidità del materiale. L'analisi

dei prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.

Aziende di trasformazione'

Aziende di trasformazione'

LEGNA (2335 t)

Vendita al dettaglio**

SCIAVERI-REFILI (11290 t)

PREZZO* €/mst

BRIQUETTES (552 t)

PREZZO* €/mst

PREZZO* €/mst

Vendita al dettaglio**

Vendita all'ingrosso^

Centrale di teleriscaldamento'

PREZZO* €/mst

Vendita al dettaglio**

Vendita all'ingrosso^

PREZZO* €/mst

TRUCIOLI (17062 t)

Vendita all'ingrosso^

Centrale di teleriscaldamento'

Vendita all'ingrosso^

CIPPATO (78117 t)

Vendita al dettaglio**

Vendita all'ingrosso^

SEGATURA (65060 t)

Centrale di teleriscaldamento^

Centrale di teleriscaldamento^

PREZZO* €/mst

Vendita all'ingrosso^

PRIMA LAVORAZIONE (Segheria)

OFFERTA DI BIOMASSA:

PREZZO* €/mst

CORTECCIA (14746 t)

Vendita al dettaglio**

Tabella 23: quadro riassuntivo.

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57

Offerta di biomassa derivante dagli scarti dell’ind ustria di seconda lavorazione.

Le informazioni riportate di seguito analizzano l’offerta di biomassa legnosa proveniente

dagli scarti della seconda lavorazione e sono state ricavate dalla somministrazione di

un’intervista telefonica ad un campione (campionamento casuale semplice con errore

campionario del 5%) estratto dalla popolazione delle aziende individuate nell’indagine

condotta sull’intera filiera dall’Osservatorio del Legno (2006).

L’indagine ha considerato un campione di 261 soggetti estratto, con campionamento

casuale semplice con errore del 5%, dalla lista delle aziende di seconda lavorazione

individuate dalla CCIAA di Trento; l’esito dell’indagine telefonica è stato il seguente.

Totale %INTERVISTATO 134 51%RIFIUTA INTERVISTA 42 16%NON TROVATO 31 12%NO AZ LEGNAME 18 7%PRODUZIONE SCARTO MINIMA 36 14%APPUNTAMENTO 0 0%N. ERRATO O MANCANTE 34 13%TOTALE CONTATTI 295 100%

ESITO

Tabella 24: esito indagine.

Le aziende operanti nel settore della seconda lavorazione presentano una numerosità

quattro volte superiore rispetto a quelle della prima lavorazione e sono ripartite

geograficamente come esposto dal grafico sottostante (riferito al campione intervistato); le

aziende si concentrano nei distretti delle Giudicarie, Valle Non e Valle dell’Adige.

0 5 10 15 20 25

CAVALESE

PRIMIERO

PERGINE

BORGO

TRENTO

CLES

MALE'

TIONE

RIVA DEL GARDA

ROVERETO

FASSA

numero aziende

Grafico 39: aziende seconda lavorazione – distribuzione per distretto.

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58

Le aziende contattate esercitano attività molteplici; di questo insieme le aziende per la

produzione di serramenti ed i mobilifici ne rappresentano la maggior parte del campione.

Sono affiancate da un cospicuo numero di aziende (18%) che non hanno dichiarato una

specifica area di collocazione categoriale eda altri quattro settori minori che coinvolgono un

numero appena superiore al 20% delle aziende intervistate.

prodotti di nicchia

3,7%

serramenti

18,7%

non specializzata

18,7%

mobili/arredamenti

29,1%carpenteria

6,0%

arredo urbano

3,0%

scultura/artigianato

artistico

7,5%

serramenti +

mobili/serramenti

13,4%

Grafico 40: categorie di produzione per le aziende intervistate.

La forma giuridica prevalentemente adottata è la ditta individuale, seguono le società in

nome collettivo in 42 casi.

s.n.c; 42

cooperative; 1

s.a.s; 6

Ditte

individuali; 76 s.r.l; 9

Grafico 41: forma giuridica dei soggetti intervistati

Sul totale intervistato solamente il 24% risulta essere in possesso di certificazioni di qualità o

di prodotto, percentuale destinata comunque ad incrementare vista la quota di aziende con

processo di certificazione in corso (4%).

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Il possesso delle certificazioni si riferisce essenzialmente a quella CE o ad attestazioni di

qualità sui serramenti (es. trasmittanza termica). Una minima parte di aziende si dota di

semplici autocertificazioni (11 %).

Le aziende, interrogate sulle attese relative al mercato per il prossimo quinquennio,

dichiarano di essere piuttosto ottimiste, indicando una certa stabilità nei mercati nel 39% dei

casi, ovvero un incremento del mercato nel 24% dei soggetti intervistati. Solo nel 15% dei

casi il campione si aspetta una contrazione della produzione. Una quota minoritaria, ma

pur sempre significativa, dichiara, inoltre, la volontà di abbandonare l’attività.

Input aziendaliInput aziendaliInput aziendaliInput aziendali

La domanda di materiale lavorabile espressa dal campione intervistato è pari a 10.141

metri cubi, applicando l’inferenza statistica precedentemente calcolata si ottiene una

domanda di 31.640 mcdomanda di 31.640 mcdomanda di 31.640 mcdomanda di 31.640 mc.

3,25%

68,25%

14,17% 14,32%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

TONDAME TAVOLAME/TRAVATURA PANNELLI LAMELLARE

Grafico 42: tipologia di legname acquistato.

Di questi quasi il 68% del totale è rappresentato da tavolame o travature, seguono in ugual

misura pannelli e legno lamellare (14%); il tondame viene utilizzato in rarissimi casi (3%) da

aziende specializzate nell’arredo urbano o nella produzione di carpenteria e nel settore della

scultura.

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60

carpenteria

12,8%

mobili/ar-

redamenti

3,2%

scultori

4,2%

arredo

urbano

79,9%

Grafico 43: utilizzo di tondame dalle aziende della seconda lavorazione.

Le aziende della seconda lavorazione rappresentano pertanto un settore che dipende

direttamente dalla fornitura di semilavorati.

L’utilizzo di tavolame/travatura è principalmente esercitato dalle aziende dell’arredo urbano

(38%), il 19% è dato dalla carpenteria, il 15% dai serramentisti, il 13% da ditte non

specializzate; per gli altri settori si evidenziano utilizzi compresi tra l’1 ed il 6 %.

carpenteria

19,0%arredo urbano

38,3%

non specializzato

12,9%

serramenti +

mobili/arreda-

menti

3,6%

mobili/arreda-

menti

5,9%

serramenti

15,2%

scultori

0,7%

prodotti di

nicchia

4,4%

Grafico 44: utilizzo di tavolame/travatura dalle aziende della seconda lavorazione.

La categoria merceologica dei pannelli evidenzia invece un consumo specializzato

apportato in primis dal settore mobili-arredamenti e a seguire dai serramentisti.

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61

prodotti di nicchia1,7%

scultori0,3%

non specializzato8,9%

serramenti + mobili/arreda-

menti8,0%

serramenti15,6%

mobili/arreda-menti65,4%

Grafico 45: utilizzo di pannelli dalle aziende della seconda lavorazione.

Stessa cosa per la categoria merceologica del lamellare, utilizzato quasi esclusivamente dai

carpentieri e dai serramentisti.

non

specializzato

3,8%

serramenti +

mobili/arreda

menti

1,4%

serramenti

12,1%

carpenteria

82,7%

Grafico 46: utilizzo di lamellare dalle aziende della seconda lavorazione

L’essenza maggiormente utilizzata è legno di conifera (94,4%), poco rappresentate le

latifoglie.

La fornitura di materiale legnoso di conifera, di origine locale, ovvero proveniente da

superfici forestali poste nello stesso distretto forestale o comune rispetto alla sede aziendale,

affiancata a quella trentina, si attesta su valori prossimi al 30%.

Preponderante l’importazione di materiale prodotto in Europa (77,8%).

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62

locale

12,1%

Trentino

7,7%

Italia

2,4%

Europa

77,8%

Grafico 47: areale di provenienza delle conifere.

Simile andamento nella richiesta di materiale legnoso anche per le latifoglie con contrazione

del legname trentino a favore di materiale extra comunitario (per lo più esotico) o italiano.

Europa

70,5%

locale

1,6%Trentino

2,1%

Italia

3,6%

Extra europea

22,1%

Grafico 48: areale di provenienza delle latifoglie (%).

OutputOutputOutputOutput aziendali aziendali aziendali aziendali

Nel segmento della seconda lavorazione la produzione di scarti dichiarata dal campione

risulta più limitata: 4.380 mst. Applicando l’inferenza statistica precedentemente calcolata si

ottiene una produzione di 13.667 mc.una produzione di 13.667 mc.una produzione di 13.667 mc.una produzione di 13.667 mc.

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63

Gli output aziendali si distinguono nelle seguenti tipologie di materiale: corteccia, cippato,

segatura, refili, trucioli, segatura/trucioli/refili non differenziati e legna da ardere.

Scarti della II mst q %

lavorazione

Corteccia 78 203 0,6%

Cippato 718 1.866 5,3%

Segatura 235 612 1,7%

Refili 2.010 5.227 14,7%

Trucioli 8.739 4.735 13,3%

Segatura/trucioli/refili 66 22.722 63,9%

Legna 170 0,5%

TOTALE 13.667 35.534

Tabella 25: stima della produzione di biomassa espressa in quintali equivalenti (C.I.al 40%)

Quantitativi così esigui sono giustificati dal fatto che la materia prima utilizzata spesso è già

parzialmente lavorata. La voce segatura/trucioli/refili sta ad indicare la condizione rilevata

all’atto dell’intervista, circa la presenza di impianti di aspirazione che concentrano

indistintamente in un unico punto tutto il materiale fine di scarto prodotto durante le

lavorazioni, (inoltre esistono frequenti casi in cui le aziende non separano le varie tipologie

di cascami).

trucioli (mst)

13,3%

segatura/

truciolo/refili

(mst)

63,9%

corteccia (mst)

0,6%

segatura (mst)

1,7%

refili (mst)

14,7%

cippato (mst)

5,3%legna (mst)

0,5%

Grafico 49: tipologie di scarti (%).

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64

La produzione di La produzione di La produzione di La produzione di cortecciacortecciacortecciacorteccia è pari a pari a pari a pari a 78 78 78 78 mstmstmstmst; tale quota di materiale viene completamente

reimpiegato in azienda.

La produzione di La produzione di La produzione di La produzione di cippatocippatocippatocippato è pari a pari a pari a pari a 718718718718 mst mst mst mst; anche questa quota di materiale viene

completamente reimpiegato in azienda.

La produzionLa produzionLa produzionLa produzione di e di e di e di segaturasegaturasegaturasegatura è pari a pari a pari a pari a 235235235235 mst mst mst mst; la maggior parte del materiale viene ceduto ad

aziende di trasformazione o indirizzato ad altri reimpieghi, il 28% viene riutilizzato in

azienda. La restante quantità viene smaltita come rifiuto oppure ceduta a privati.

smaltimento

7% aziende di

trasformazione

27%

privati

8%

riutilizzo

aziendale

28%

aziende

30%

Grafico 50: destinazione segatura (%).

Circa metà della segatura viene ceduta in forma gratuita, il 42 % viene venduta e la restante

quota smaltita (10%).

La produzione di La produzione di La produzione di La produzione di refilirefilirefilirefili è pari a pari a pari a pari a 2.0102.0102.0102.010 mst mst mst mst; la maggior parte del materiale viene riutilizzato a

livello aziendale (80,9 %); una quota parziale (10,3 %) viene ceduta a privati in forma

prevalentemente gratuita e la restante smaltita con un costo medio di 23,30 €/mst.

smaltimento (mc)

46,1%

gratuito (mc)

52,8% vendita (mc)

1,1%

Grafico 51: modalità di cessione dei refili (%).

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La produzione di La produzione di La produzione di La produzione di truciolitruciolitruciolitrucioli è pari a pari a pari a pari a 1821182118211821 mst mst mst mst; la maggior parte del materiale (85,7%) viene

venduto ad aziende ad un prezzo medio di 8 €/mst. Poco più dell’ 11% viene reimpiegato in

azienda mentre una percentuale minima viene ceduta a privati in forma gratuita.

La modalità di cessione alle aziende viene regolata solitamente attraverso accordi annuali.

La produzione La produzione La produzione La produzione mista mista mista mista di di di di segatura/ truciolisegatura/ truciolisegatura/ truciolisegatura/ trucioli/ refili refili refili refili è pari a pari a pari a pari a 8739 8739 8739 8739 mstmstmstmst; la maggior parte del

materiale viene riutilizzato a livello aziendale (70,5%). La restante parte viene ceduta a

privati (7,5%) o ad aziende di trasformazione (20,4%) e soltanto in minima parte smaltita.

Più della metà dei cascami forniti ad aziende e privati vengono venduti ad un prezzo medio

di 5€/mst. La restante parte è ceduta in forma gratuita e in minima parte smaltita con un

costo medio di 0,42€/kg.

smaltimento

(mc)

5,0%

vendita (mc)

55,1%

gratuito (mc)

39,9%

Grafico 52: Modalità di cessione di segatura/trucioli/refili (%).

La produzione di La produzione di La produzione di La produzione di legna da arderelegna da arderelegna da arderelegna da ardere è pari a 66pari a 66pari a 66pari a 66 mst mst mst mst; tale materiale è destinato principalmente

al riutilizzo aziendale (77,3%).

Una quota minoritaria è venduta a privati ad un prezzo medio di 10 € al quintale.

Nel complesso la seconda lavorazione evidenzia una forte propensione al riutilizzo

aziendale, non a caso il 31,34% del campione ha dichiarato di essere dotato di

bricchettatrice.

privati

7,0%

aziende

25,5%

smaltimento

2,4%

riutilizzo aziendale

65,2%

Grafico 53: destinazione degli scarti.

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66

Buona parte dello scarto impiegato all’esterno dell’azienda viene venduto (64,5%) anche se

rilevante risulta essere la quota ceduta in forma gratuita sia a privati che ad aziende (in

cambio del servizio di trasporto) per il 28,8%.

In ultima analisi si riporta la differente partecipazione alla produzione di scarti delle tipologie

aziendali che compongono la seconda lavorazione.

La distribuzione della produzione di scarto rispecchia la differente rappresentatività numerica

delle aziende, ovvero i quantitativi di scarto prodotti sono abbastanza simili nei differenti

comparti (es. i serramentisti sono il 29% della popolazione della seconda lavorazione e

producono circa la stessa quantità di scarto).

serramenti

26,4%

carpenteria

8,3%

scultori

0,5% non

specializzato

22,3%

serramenti +

mobili/arredam

enti

10,8%

mobili/arredam

enti

14,6%

prodotti di

nicchia

2,5%arredo urbano

14,6%

Grafico 54: totale scarti per tipologia di azienda.

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Sommario – offerta di biomassa derivante dagli scar ti dell’industria di seconda lavorazione

Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:

I. attesa di mercato in crescita;

II. forte propensione al riutilizzo aziendale;

III. il 31 % delle aziende dichiara di possedere una bricchettatrice;

Punti Punti Punti Punti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::

I. 1/3 del prodotto è ceduto in forma gratuita;

II. parte del prodotto viene smaltito;

3.553,00 ton

13.667,00 mst

min. med. max.

- - -

min. med. max.

- - -

min. med. max.

n.d. n.d. n.d.

min. med. max.

n.p. n.p. n.p.

Smaltimento n.s. n.s. n.s.

min. med. max.

n.p. n.p. n.p.

n.s. n.s. n.s.

min. med. max.

n.p. n.p. n.p.

n.s. n.s. n.s.

min. med. max.

n.p. n.p. n.p.

TOTALE #:*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dal periodo e dall'umidità del materiale. L'analisi dei

prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.

€ 25.000,00

Vendita al dettaglio

Vendita all'ingrosso

PREZZO* €/mst

LEGNA (17 t)

Vendita al dettaglio

# I prezzi di mercato rilevati nel corso dell'indagine non vengono riportati in tabella in quanto non signficativi; essendo stati

espressi solo da un ridotto numero di soggetti intervistati. L'analisi dei prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.

Il volume totale del mercato è stato stimato in 25.000€.

STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO #

PREZZO* €/mst

SEGATURA (61 t)

PREZZO* €/mst

SEGATURA/TRUCIOLI/REFILI (2272 t)

PREZZO* €/mst

REFILI (523 t)

Vendita al dettaglio

TRUCIOLI (473 t)

Vendita all'ingrosso

PREZZO* €/mst

Vendita al dettaglio

PREZZO* €/mst

CIPPATO (187 t)

Reimpiego aziendale

SECONDA LAVORAZIONE

OFFERTA DI BIOMASSA:

PREZZO* €/mst

CORTECCIA (20 t)

Reimpiego aziendale

Tabella 26: quadro riassuntivo.

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68

Offerta di biomassa derivante dalla raccolta nei CR M E CRZ. I C.R.MC.R.MC.R.MC.R.M. (Centro Raccolta Materiali) sono centri appositamente attrezzati a ricevere ogni tipo

di rifiuto urbano differenziato. I cittadini possono conferire presso tali strutture tutti quei rifiuti

che normalmente non possono essere depositati nei tradizionali cassonetti.

I C.R.M. sono custoditi da personale addetto che impartisce istruzioni all’utenza al fine di

differenziare i rifiuti nel modo migliore. Possono esservi conferiti:

⇒ rifiuti ingombranti12.

⇒ beni durevoli13.

Il C.R.ZC.R.ZC.R.ZC.R.Z. (Centro Raccolta Zonale Rifiuti) è un centro appositamente attrezzato a ricevere

ogni tipo di rifiuto urbano differenziato ed alcune tipologie di rifiuti speciali e pericolosi.

Le attività economiche e produttive potranno conferire presso il CRZCRZCRZCRZ i rifiuti assimilabili agli

urbani, i rifiuti speciali e quelli pericolosi. Presso il Centro di Raccolta possono essere

conferiti a pagamento anche i rifiuti specialirifiuti specialirifiuti specialirifiuti speciali prodotti nel Comune di appartenenza. E’

sufficiente recarsi con mezzi propri presso il Centro di Raccolta. Le principali categorie di

rifiuti che possono essere ricevute sono: ferro (rottami in ferro e metalli vari, …), legno

trattato (assi verniciate, vecchi mobili, …), legno non trattato (ramaglie da giardino,tavolati

grezzi), beni durevoli (computer, televisori, frigoriferi …), carta e cartone, tessili, ingombranti

non riciclabili (divani, materassi, …), rifiuti urbani pericolosi: rup (vernici, solventi, oli esausti

…), vetro in lastre, plastica da imballaggio (arredo da giardino, giocattoli..), imballaggi in

vetro, plastica, alluminio e ferro.

In provincia i rifiuti ligneo cellulositici raccolti nei C.R.M. E C.R.Z. sono rappresentati da:

a. legno trattato (assi verniciate, vecchi mobili);

b. legno non trattato (ramaglie da giardino, tavolami grezzi);

c. erba.

Le tabelle ed i grafici di seguito evidenziano le variazioni dei quantitativi raccolti in

tonnellate per comprensorio dal 2004 al 2009 distinguendo il legno (trattato e non) dal

verde (erba, potature, ecc.…) (fonte - Servizio per le politiche di risanamento dei siti

inquinati e di gestione dei rifiuti della PAT – dati in tonnellate)

12 componenti di arredo (poltrone, divani, mobili, sedie, scaffali,…) reti e materassi biciclette pneumatici stenditoi, … 13 frigoriferi surgelatori, congelatori, televisori, computer, lavatrici, lavastoviglie, condizionatori d’aria, …

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69

2004 2005 2006 2007 2008 2009

Valle di Fiemme 107 220 252 277 235 269

Primiero 139 141 186 222 270 392

Bassa Valsugana e Tesino 51 56 102 237 1.136

Alta Valsugana 730 665 652 669 678 817

Valle dell'Adige 791 781 939 989 1.086 1.163

Valle di Non 631 615 547 685 519 511

Val di Sole 190 212 228 236 238 331

Valle delle Giudicare 590 978 1.045 1.486 1.346 1.315

Alto garda e Ledro 646 600 616 1.016 1.296 1.351

Vallagarina 334 290 342 359 522 600

Ladino di Fassa 145 348 436 375 524 458

Rovereto 158 123 263 303 383 371

Trento 442 1.174 1.808 1.321 1.621

totale 4.354 4.850 5.299 6.416 6.951 8.343

BACINO LEGNO

Tabella 27: variazione quantitativi di “legno” in tonnellate distinta per comprensorio.

2004 2005 2006 2007 2008 2009

Valle di Fiemme 315 702 1.177 1.327 1.597 1.431

Primiero 150 71 70 98

Bassa Valsugana e Tesino 164 335 459 551 516 47

Alta Valsugana 1.079 1.330 1.785 2.210 2.349 1.863

Valle dell'Adige 907 1.094 1.043 1.106 1.131 1.347

Valle di Non 285 578 960 1.204 1.789 2.509

Val di Sole 208 539 614 638 780 247

Valle delle Giudicare 523 201 171 160 233 306

Alto garda e Ledro 1.941 2.130 2.483 2.406 2.668 3.152

Vallagarina 1.407 1.387 1.450 1.618 1.567 1.438

Ladino di Fassa 80 184 240 229 372 382

Rovereto 510 621 412 701 560 1.602

Trento 2.026 1.332 888 1.104 1.788 3.193

totale 6.909 8.480 10.532 11.520 13.072 12.820

BACINO VERDE

Tabella 28: variazione quantitativi di “verde” in tonnellate distinta per comprensorio.

4.3544.850

5.299

6.4166.951

8.343

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

8.000

9.000

2004 2005 2006 2007 2008 2009

Anni

Ton

nellate

Grafico 55: variazione quantitativi di “legno” in tonnellate.

Il quantitativo di legno trattato e non, conferito ai centri specializzati dal 2004 ad oggi, ha

subito un trend in crescita raggiungendo nel 2009 un valore di circa 8.343 t. Vale lo stesso

per il quantitativo di residuo verde che nel 2009 ha raggiunto un valore di 12.820 t.

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70

0

200

400

600

800

1.000

1.200

1.400

1.600

1.800

2.000

2004 2005 2006 2007 2008 2009Anni

Tonn

ellate

Valle di Fiemme Primiero

Bassa Valsugana e Tesino Alta Valsugana

Valle dell'Adige Valle di Non

Val di Sole Valle delle Giudicare

Alto garda e Ledro Vallagarina

Ladino di Fassa Rovereto

Trento

Grafico 56: variazione quantitativi di “legno” in tonnellate per comprensorio.

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

3.500

2004 2005 2006 2007 2008 2009Anni

To

nn

ellate

Valle di Fiemme Primiero

Bassa Valsugana e Tesino Alta Valsugana

Valle dell'Adige Valle di Non

Val di Sole Valle delle Giudicare

Alto garda e Ledro Vallagarina

Ladino di Fassa Rovereto

Trento

Grafico 57: variazione quantitativi di “verde” in tonnellate per comprensorio.

6.909

8.480

10.53211.520

13.072 12.820

0

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

14.000

2004 2005 2006 2007 2008 2009

Anni

Tonnellate

Grafico 58: variazione quantitativi di “verde” in tonnellate.

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71

Negli ultimi anni il grado di differenzazione del materiale ligneo – cellulositico dipende

fortemente dalle dinamiche di mercato. Per ragioni di pura convenienza economica e di

logistica, una ditta appaltatrice può scegliere di smaltire tali categorie di rifiuto in un

inceneritore. E’ probabile quindi che nello stesso container si verranno a trovare legno non

trattato, ramaglie, materiale verde, erbe…

Da quanto espresso in precedenza è evidente che in molti casi la logica di smaltimento si

contrappone a quella di recupero e valorizzazione del materiale legnoso. Attualmente tutto

questo materiale viene infatti smaltito nei processi di compostaggio e/o presso inceneritori.

Le problematiche riscontrabili in un ipotetico processo di valorizzazione del rifiuto ligneo

sono legate a vincoli di natura giuridica. Di fatto tale biomassa, per essere utilizzata a fini

energetici deve subire un processo di riciclo con conseguenti alti costi di produzione.

Sommario - offerta di biomassa derivante dalla racc olta nei CRM e CRZ Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:

I. Crescita dei volumi raccolti;

II. Materiale concentrato, e su luoghi ad elevata accessibilità;

III. Modalità di conferimento consolidata e diffusa;

PuntPuntPuntPunti i i i di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::

I. Materiale non sempre adeguatamente differenziato e selezionato;

II. La biomassa presente nei C.R.M. e C.R.Z. giuridicamente è definita come rifiuto;

III. Costi elevati.

8.343,00 ton LEGNO

12.820,00 ton ERBA

Totale 21.163,00 ton

min. med. max.

- - -

TOTALE:* L'analisi dei prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.

CRM - CRZ

OFFERTA DI BIOMASSA:

PREZZO* €/t.

LEGNO E ERBA

STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO

LEGNA n.p.

€ 0,00

Tabella 29: quadro riassuntivo.

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72

Offerta di biomassa da produttori di legna da arder e

La quantificazione dell’offerta di biomassa legnosa derivante dai produttori di legna da

ardere è stata ricavata dall’elaborazione dei dati raccolti, attraverso la somministrazione di

un questionario telefonico ad un campione di aziende. L’indagine ha considerato 31

aziende individuate dai membri del gruppo di lavoro in quanto tale attività non è

specificatamente codificata nel registro imprese della CCIAA. Nella tabella di seguito si

illustra schematicamente l’esito dell’indagine telefonica.

ESITO

Totale

INTERVISTATO 20 65%

RIFIUTA INTERVISTA 5 16%

NON TROVATO 3 10%

NO AZ. LEGNAME 3 10%

APPUNTAMENTO 0 0%

N.ERRATO O MANCANTE 0 0%

TOTALE CONTATTI 31

TOTALE 100%

Tabella 30: Conduzione dell’indagine telefonica.

2

3

1

4

1 1

3

1

2 2

00

0,5

1

1,5

2

2,5

3

3,5

4

4,5

FIEM

ME

PRIM

IERO

ALTA V

ALSUGAN

A

BASSA

VALS

UGANA E

TES

INO

VALLE DEL

L'ADIG

E

VAL DI N

ON

VAL DI S

OLE

VALLI G

IUDIC

ARIE

ALTO G

ARDA E LED

RO

VALLAGARIN

A

MEDIA

Grafico 59: produttori contattati distinti per comprensorio.

Dall’esito delle interviste alle aziende si desume che la produzione di legna da ardere

rappresenta in ogni caso un’attività per lo più secondarappresenta in ogni caso un’attività per lo più secondarappresenta in ogni caso un’attività per lo più secondarappresenta in ogni caso un’attività per lo più secondaria o comunque non esclusivaria o comunque non esclusivaria o comunque non esclusivaria o comunque non esclusiva.

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73

S.N.C

40,0%

S.R.L

5,0%

DITTA

INDIVIDUALE

55,0%

Grafico 60: forma giuridica

Le aziende intervistate prevedono per i prossimi cinque anni un potenziale incremento

produttivo connesso con un aumento della domanda di biomassa legnosa (62,5%).

Le aziende di produzione di legna da ardere individuano nella proprietà pubblica o privata il

fornitore principale del prodotto da trasformare, acquistando direttamente la biomassa da

boschi di proprietà pubblica o privata rispettivamente nel 42% o nel 24% dei casi. Tale

tendenza è legata al fatto che buona parte delle aziende contattate svolgono anche attività

di esbosco, cosa per cui la proprietà forestale rappresenta un interlocutore importante a tutti

gli effetti.

La quota di aziende che si rivolge ad intermediari o rivenditori per l’approvigionamento

della materia prima si attesta sul 13%, con pari frequenza si presenta la quota di aziende

che si rivolge alle imprese boschive. Le segherie vengono contattate solo nel 5% dei casi.

All’interno del campione intervistato solamente un’azienda ha dichiarato di acquistare la

biomassa da altri soggetti (nello specifico da un’azienda agricola extra regionale).

Grafico 61: tipologia di fornitori scelti dalle aziende per l’acquisto di biomassa.

L’analisi evidenzia come la filiera sia “corta” e caratterizzata da diverse tipologie di fornitori

di materia prima (impresa boschiva, rivenditore, segheria…).

Nove aziende intervistate su venti (44%) dichiarano di autoprodurre il legname, ovvero di ovvero di ovvero di ovvero di

acquistare lotti in piedi ed eseguiracquistare lotti in piedi ed eseguiracquistare lotti in piedi ed eseguiracquistare lotti in piedi ed eseguirnnnne l’esboscoe l’esboscoe l’esboscoe l’esbosco.

RIVENDITORE

13,2%

IMPRESA BOSCHIVA

13,2%

SEGHERIA

5,3%

ALTRO

2,6%

PROPRIETA' PRIVATA

23,7%

PROPRIETA' PUBBLICA

42,1%

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74

Si tratta evidentemente di imprese d’utilizzazione forestale che svolgono attività di

produzione di legna da ardere come attività secondaria; la quantità effettiva di legname

prodotto a fini energetici da tali aziende rappresenta infatti solamente il 6% del totale.

All’interno del campione si evidenzia però la presenza di un’azienda che da sola acquista

oltre il 50% della biomassa totale e che quindi condiziona notevolmente gli indici statistici e

le tendenze. Ipotizzando di escludere tale azienda dal campione, la percentuale di biomassa

autoprodotta dalle aziende raddoppierebbe (12%), ma risulterebbe comunque sempre poco

rappresentativa.

La quantità totale di biomassa acquistata dalle aziende del campione ammonta a

98.913,33 mc.. Tale valore rapportato all’intera popolazione si accresce a 153.316153.316153.316153.316 mc. mc. mc. mc.

Nella tabella seguente si riportano nello specifico i quantitativi di legname dichiarati come

input aziendale dal campione.

FORNITOREQUANTITA' DI

BIOMASSA ACQUISTATA (mc)

rivenditore 8.917

impresa boschiva 30.700

proprietà pubblica 29.421

proprietà privata 1.876

segheria 28.00098.913

Tabella 31: quantità di biomassa acquistata in base al fornitore (dato riferito al campione non all’intera popolazione).

Una distinzione della domanda di biomassa, non più indicata in termini di numerosità di

scambi con il fornitore, ma in ordine alla quantità di materiale acquistato, modifica lo

scenario precedentemente analizzato.

IMPRESA BOSCHIVA

31,0%

SEGHERIA

28,3%

PROPRIETA' PRIVATA

1,9%

PROPRIETA'

PUBBLICA

29,7%

RIVENDITORE

9,0%

Grafico 62: quantità di biomassa acquistata dalle aziende da ciascun fornitore.

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75

Benché il 24% delle aziende dichiarino di acquistare esclusivamente o in parte materiale da

proprietà privata, la quantità di biomassa effettivamente prelevata risulta essere minima

(1,9%).

Le imprese d’utilizzazione forestale, le segherie e le proprietà pubbliche rappresentano in

modo egualitario i maggiori fornitori del comparto.

Tale trend è da attribuirsi al notevole peso in termini di quantità di biomassa acquistata da

una delle aziende del campione, che da sola acquista il 50,4% del totale e che si rifornisce,

appunto, in parte dalla segheria di proprietà (scarti) e in parte da imprese boschive

(tondame).

Nell’ipotesi di escludere tale azienda dal campione, al fine di ridurre la distorsione esercitata

dal comportamento di una sola azienda, il grafico si modifica radicalmente, come di seguito

dimostrato.

Si assiste (se si riferisce al grafico) ad una contrazione delle quantità di biomassa acquistata

da imprese boschive e segherie a favore di un’espansione di quella prelevata da boschi di

proprietà pubblica.

IMPRESA BOSCHIVA

11,7%

RIVENDITORE

18,2%

SEGHERIA

6,1%PROPRIETA'

PRIVATA

3,8%

PROPRIETA'

PUBBLICA

60,1%

Grafico 63: ipotesi di risultato della quantità di biomassa acquistata dai vari fornitori, omettendo dall’analisi un’azienda con comportamento anomalo rispetto al campione considerato.

La maggior parte dei fornitori ha sede nel territorio provinciale (65,4%), il 26,9% ha invece

sede a livello nazionale mentre solo una minima parte (7,7%) all’estero. Oltre la metà di

tutta la biomassa viene acquistata da fornitori che risiedono in territorio provinciale (61,9%).

Come per le precedenti analisi anche in questo caso è opportuno evidenziare l’influenza

esercitata dell’azienda con comportamento anomalo precedentemente citata; tale azienda

acquista metà della biomassa da fornitori nazionali; la presenza di questo produttore nel

campione incrementa, quindi, notevolmente la fetta di biomassa acquistata a livello

nazionale.

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76

Omettendo dall’analisi il dato di tale azienda le proporzioni subiscono una variazione a

sfavore dei fornitori nazionali e in favore invece di quelli provinciali e in parte anche

stranieri, quindi la percentuale di biomassa acquistata da fornitori trentini si assesta su una

percentuale del 88,6%.

L’origine della biomassa risulta coincidere quasi sempre con la sede del fornitore; l’unica

eccezione riguarda una leggera espansione della percentuale di biomassa proveniente

dall’estero a scapito di quella nazionale, ad indicare come parte della biomassa fornita a

livello nazionale provenga in realtà da paesi esteri. Si tratta in ogni caso di uno scostamento

minimo che interessa volumi limitati. Per lo più si nota una corrispondenza spaziale tra sede

del produttore e origine della biomassa, da attribuirsi in buona parte al fatto che molte delle

aziende intervistate svolgono attività di esbosco e prelevano quindi la biomassa direttamente

in loco, da proprietà pubblica e/o privata.

PROVINCIALE

61,9%

NAZIONALE

33,0%

ESTERA

5,1%

Grafico 64: provenienza della biomassa acquistata dalle aziende del campione.

La quota di biomassa prelevata sull’intero territorio provinciale è pari a 95.055 mc (61,9%

del totale).

La restante parte è reperita per lo più nel territorio nazionale (33% - in particolare Alto

Adige) e in minima parte all’estero (5,1%).

L’elevata quota di biomassa nazionale è però fortemente influenzata dal peso dell’azienda

precedentemente citata che acquista complessivamente un quarto della massa totale del

campione dall’Alto Adige. Omettendo tale quantitativo, la percentuale di biomassa di

origine nazionale subirebbe una sensibile contrazione passando dal 33% al 5% ed

incrementando così il peso della biomassa locale e comprensoriale (e di conseguenza

quella complessiva provinciale che passerebbe dal 61,9% al 77%).

La biomassa maggiormente utilizzata è rappresentata da legno di conifera (67,2%); segue il

faggio per le latifoglie con il 31,1%, mentre rimane marginale l’utilizzo di specie legnose

quali rovere o querce in genere e carpino.

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77

OOOOutput aziendaliutput aziendaliutput aziendaliutput aziendali

Il totale di biomassa legnosa destinata a fini energetici prodotta dalle aziende intervistate

ammonta a 137.135 mst (pari a 67.492,12 mc). Tali valori riferiti all’intera popolazione

salgono a 212.559 mst e a 104.613 mc.

Normalizzando il dato in quintali equivalenti si ottiene un offerta di offerta di offerta di offerta di legna da arderelegna da arderelegna da arderelegna da ardere pari a

972.901 quintali equivalenti.972.901 quintali equivalenti.972.901 quintali equivalenti.972.901 quintali equivalenti.

Comparando gli input e gli output totali dichiarati dalle aziende si rileva una differenza di

48.703 mc. Questa discordanza tra i dati deriva dal fatto che negli input è compresa la

quota di legname da opera acquistato dalle aziende del campione (che come in precedenza

ricordato eseguono spesso anche l’esbosco) e rivenduto ad aziende di prima lavorazione.

Tale quantità non risulta di conseguenza tra le biomasse destinate a fini energetici prodotte

dall’azienda (output).

Nel grafico seguente si riportano le diverse categorie merceologiche di biomassa e i

rispettivi quantitativi prodotti.

CIPPATO

44,94%

PELLET

10,94%

ALTRO

21,18%

LEGNA PARZIALMENTE

LAVORATA (TRONCHETTI

DA 1-2 M)

0,61%CIOCCHI DA 50 CM

1,00%

CIOCCHI DA 30 CM

18,99%

LEGNA INTERA NON

LAVORATA

(ASSORTIMENTO

FORESTALE)

2,33%

BRIQUETTES

(TRONCHETTI)

0,01%

Grafico 65: biomassa prodotta dalle aziende del campione distinti per categoria merceologica.

La tabella seguente riporta i quantitativi di biomassa prodotta dalle aziende intervistate.

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78

Categoria

merceologica mst mc

Legna intera non lavorata 2,33% 3,31%(assortimento forestale)

Legna parzialmente lavorata 0,61% 0,87%(tronchetti da 1 - 2 m)

Ciocchi da 50 cm 1,00% 1,43%

Ciocchi da 30 cm 18,99% 27,01%

Cippato 44,94% 30,44%

Briquettes (tronchetti) 0,01% 0,01%

Pellet 10,94% 11,11%

Altro 21,18% 25,82%

TOTALE 137.135,182 64.492,121

percentuale

Tabella 32: biomassa prodotta e distinta per categoria merceologica dichiarata dal campione intervistato.

Le masse più rilevanti derivano dalla produzione di cippato, ciocchi da 30 cm di lunghezza

e altro.

Con la categoria “altro” si identificano: la corteccia prodotta dall’azienda più volte

segnalata come anomala e la segatura, truciolo e refili prodotti da due aziende del

campione come scarto.

Nella tabella sottostante si mostrano le modalità di commercializzazione adottate per

ciascuna categoria merceologica.

Categoria

merceologica sciolta pallet big bag confezionata

Legna intera non lavorata 3,52% 1,06% 0,00% 0,00%(assortimento forestale)

Legna parzialmente lavorata 0,96% 0,00% 0,00% 0,00%(tronchetti da 1 - 2 m)

Ciocchi da 50 cm 0,62% 6,02% 0,00% 0,00%

Ciocchi da 30 cm 16,47% 92,84% 0,00% 0,09%

Cippato 70,90% 0,00% 0,00% 0,00%

Briquettes (tronchetti) 0,00% 0,08% 0,00% 0,00%

Pellet 0,00% 0,00% 0,00% 99,91%

Altro 7,53% 0,00% 0,00% 0,00%

modalità di commercializzazione (mst)

Tabella 33: modalità di commercializzazione della biomassa

Nel complesso la modalità di commercializzazione maggiormente diffusa per la

distribuzione della legna è il pallet.

I clienti principali delle aziende intervistate, distinti in base alla frequenza di rapporti

commerciali dichiarati, sono privati; seguono in ordine le pizzerie, i commercianti e le altre

aziende. Minimi risultano invece essere i rapporti con l’Ente pubblico.

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79

PRIVATO

41,9%

ENTE PUBBLICO

3,2%

COMMERCIANTI

16,1%

PIZZERIE

22,6%

RIUTILIZZO

3,2%

AZIENDA

12,9%

Grafico 66: clienti che acquistano la biomassa dalle aziende del campione.

In termini quantitativi i privati assorbono ben il 64,2% della biomassa, seguiti dalle pizzerie

(19,9%) e dai commercianti (13,3%). Minima, infine, la quantità destinata ad altre aziende,

enti pubblici o quella riutilizzata a livello aziendale.

PRIVATO

64,2%

COMMERCIANTI

13,3%

PIZZERIE

19,9%

RIUTILIZZO

0,1%

ENTE PUBBLICO

0,1%

AZIENDA

2,4%

Grafico 67: percentuale di biomassa venduta dalle aziende del campione ai vari acquirenti.

La maggior parte della biomassa prodotta dalle aziende del campione è venduta a livello

nazionale (83%). Al territorio provinciale viene destinato circa il 17% del totale prodotto.

Prevedibile invece l’assenza di vendite all’estero.

Pare comunque opportuno sottolineare che, nella maggior parte dei casi, sotto la categoria

“nazionale” sono state raggruppate zone limitrofe a quella provinciale ed, in particolare,

Alto Adige e Veneto; questo per sottolineare come il mercato delle biomasse a fini energetici

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80

ed in particolare quello della legna da ardere sia comunque concentrato in un‘area

abbastanza circoscritta, poiché i trasporti su lunghe distanze ne aumentano di molto i costi.

Per avere un’analisi più equilibrata, si è scelto di eseguire anche in questo caso

un’elaborazione dei dati che non tenga conto del peso di quell’azienda che da sola copre

più della metà della quantità venduta. Il risultato infatti cambia radicalmente, con una

contrazione della quota venduta a livello nazionale (29,2%) e un aumento di quella venduta

a livello provinciale (70,8%).

Nell’elaborazione grafica seguente si riporta infine il prezzo medio di vendita applicato per

ciascuna categoria merceologica.

€ 10

€ 5

€ 20

€ 18

€ 4

€ 9

€ 14

€ 14

0,00 5,00 10,00 15,00 20,00 25,00

LEGNA INTERA NON LAVORATA (ASSORTIMENTO FORESTALE)

LEGNA PARZIALMENTE LAVORATA (TRONCHETTI DA 1-2 M)

CIOCCHI DA 50 CM

CIOCCHI DA 30 CM

CIPPATO

BRIQUETTES (TRONCHETTI)

PELLET

ALTRO

Grafico 68: prezzi di vendita medi (Euro/q.le) della biomassa venduta dalle aziende del campione.

Sommario – offerta di biomassa da produttori di leg na da ardere

Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:

I. Prospettive di crescita del mercato;

II. filiera corta;

III. numero fornitori elevato;

IV. fornitori di biomassa, distinti in termini di quantitativo offerto sono rappresentati in

egual misura da proprietà pubblica, imprese boschive e segherie.

Punti Punti Punti Punti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::

I. la produzione di legna è un’ attività secondaria e comunque non esclusiva;

II. l’auto approvvigionamento limita l’offerta a livello locale (ridotto export fuori

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81

provincia);

III. il basso valore aggiunto del prodotto non consente alle aziende di investire sulla

produttività.

97.290,00 ton

212.559,00 mst

min. med. max.

€ 12,00 € 14,00 € 16,00

min. med. max.

€ 4,00 € 5,00 € 6,00

min. med. max.

€ 16,00 € 18,00 € 20,00

min. med. max.

€ 8,00 € 10,00 € 12,00

min. med. max.

€ 2,00 € 4,00 € 6,00

€ 2.860.200,00

€ 2.189.000,00

€ 1.926.360,00

€ 223.700,00

€ 805.560,00

TOTALE #:*I valori riportati sono

orientativi e dipendono **Franco partenza IVA inclusa

^Franco partenza IVA esclusa

CIOCCHI

CIPPATO

PELLET

LEGNA INTERA

ALTRO

€ 8.004.820,00

PREZZO* €/q

LEGNA INTERA (2237 t)

PREZZO* €/q

ALTRO (20139 t)

PREZZO* €/q

STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO*

CIPPATO (43780 t)

Centrale di teleriscaldamento^

PREZZO* €/q

PELLET (10702 t)

Vendita al dettaglio**

CIOCCHI (20430 t)

PRODUTTORI DI LEGNA DA ARDERE

OFFERTA DI BIOMASSA:

PREZZO* €/q

Tabella 34: quadro riassuntivo.

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82

Offerta di biomassa dei commercianti di legna da ar dere, cippato, pellet e briquette .

Le informazioni di seguito esposte per l’analisi dell’offerta di biomassa legnosa da parte di

commercianti di legna da ardere, cippato, pellet e briquettes; sono state ricavate attraverso

l’elaborazione di dati raccolti presso un campione di 24 aziende. Il campione da intervistare

è stato individuato non tanto da una selezione in base alla codifica Istat (non esistente),

quanto piuttosto da altre fonti informative (precedenti ricerche ed elenchi telefonici). Nella

tabella di seguito si illustra schematicamente l’esito dell’indagine telefonica.

Totale

INTERVISTATO 14 14 64%RIFIUTA INTERVISTA 3 3 14%NON TROVATO 0 0 0%NO AZ LEGNAME 5 5 23%APPUNTAMENTO 0 0 0%N. ERRATO O MANCANTE 2 2 9%TOTALE CONTATTI 22 85%

TOT 100%

ESITOELENCO

Tabella 35: esito interviste

Per quanto riguarda l’offerta di biomassa legnosa da parte dei commercianti si è scelto di

dividere l’analisi in due filoni distinti in base alle dimensioni aziendali:

• piccoli commercianti;

• catene di distribuzione.

Piccoli commerciantiPiccoli commerciantiPiccoli commerciantiPiccoli commercianti

Le informazioni necessarie all’analisi sono state ricavate attraverso la somministrazione di un

questionario telefonico sottoposto ad un campione di 13 aziende. L’estrazione del campione

delle aziende è stato definito a livello empirico in base alla conoscenza del settore da parte

del gruppo di ricerca.

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83

Solo per il 38,5% dei casi l’attività di commercio di biomasse legnose viene esercitata a

titolo esclusivo, per la maggior parte delle aziende esso rappresenta invece un ramo di

attività secondario.

La maggior parte dei commercianti contattati si identificano come rivenditori finali al

dettaglio (85%); una quota minoritaria invece sono intermediari.

Alla domanda, sulla previsione del volume d’affari potenziale nei prossimi cinque anni, le

aziende intervistate hanno dimostrato, nel 46,2% dei casi, una marcata incertezza circa

l’andamento del mercato; il 38,5% dei commercianti prevedono invece una potenziale

espansione delle vendite. Un numero più limitato ha invece dichiarato l’intenzione di

abbandonare l’attività.

Il (33%) dei commercianti intervistati si rifornisce da aziende produttrici, il 28% da

rivenditori, il 22% da imprese boschive e la restante parte dalle aziende di 1° lavorazione.

IMPRESA

BOSCHIVA

22%

AZ.PRODUTTRI

CE

33%

RIVENDITORE

28%

AZIENDA DI I

LAVORAZIONE

17%

Grafico 69: tipologia di fornitore.

Ben il 69% della biomassa totale commercializzata proviene da aziende produttrici e il 26%

da rivenditori.

Si nota invece che nonostante il 22% dei commercianti si riforniscano, totalmente o in parte,

da imprese boschive, l’effettiva quantità di biomassa fornita da quest’ultime è minima

(1,74%).

Il dato conferma quanto rilevato in precedenza, ovvero che la produzione di legna da

ardere è un attività spesso condotta in modo marginale o comunque ha un’importanza

secondaria.

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84

In sede di analisi delle aziende di 1ª lavorazione si dichiarava infatti come i commercianti vi

si rivolgano nel 17% dei casi, prelevando però solamente il 3,45% della biomassa totale.

IMPRESA

BOSCHIVA

2%

AZ.PRODUTTRI

CE

69%

RIVENDITORE

26%

AZIENDA DI I

LAVORAZIONE

3%

Grafico 70: biomassa acquistata per fornitore.

La metà dei fornitori ha sede all’estero; il 19% sono nazionali e provinciali mentre il 31% ha

sede locale.

Ai fornitori esteri viene ordinata la maggior parte della biomassa (70%). Una buona quota

(25%) è invece acquistata da fornitori nazionali; andamento opposto per quanto riguarda il

territorio provinciale. Nonostante, infatti, il 30% dei commercianti intervistati dichiari di

acquistare da fornitori provinciali, la quantità di biomassa da essi effettivamente fornita

risulta essere minima (5% del totale); si tratta quindi di forniture molto contenute.

Quasi tutta la biomassa acquistata dai commercianti proviene dall’estero (90%)Quasi tutta la biomassa acquistata dai commercianti proviene dall’estero (90%)Quasi tutta la biomassa acquistata dai commercianti proviene dall’estero (90%)Quasi tutta la biomassa acquistata dai commercianti proviene dall’estero (90%), soprattutto

dai Paesi dell’Est (Slovenia, Slovacchia e Romania) e in parte dall’Austria. Una quota molto

ridotta è prelevata invece in Italia (7%). Soltanto il 3% infine ha origine locale (proveniente

in parte da una segheria e in parte da un’ impresa boschiva locali).

mst mc

376,43 263,50

1.094,07 680,17

13.755,86 8.964,06

TOTALE 15.226,4 9.907,7

PROVINCIALE

NAZIONALE

ESTERA

ORIGINE DELLA BIOMASSAQUANTITA' ACQUISTATA

Tabella 36: quantità di biomassa (mst e mc) provenienti dalle varie zone.

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85

Come prevedibile, trattandosi di legna da ardere, l’essenza legnosa maggiormente utilizzata

è il faggio. Minore risulta essere invece l’impiego di resinose ad eccezione dell’abete

(18,5%); una percentuale trascurabile rivestono le altre resinose e le latifoglie come rovere e

carpino (tra il 2 e il 2,5%).

La quantità totale di biomassa commercializzata è La quantità totale di biomassa commercializzata è La quantità totale di biomassa commercializzata è La quantità totale di biomassa commercializzata è 15.65015.65015.65015.650 mst pari a mst pari a mst pari a mst pari a 10.20410.20410.20410.204 mc mc mc mc, distinta in

varie categorie merceologiche come sintetizzato nella tabella sottostante.

mst mc

934,5 654,2

0 0

6.191,5 4.334,0

95,2 66,6

3.753,6 1.876,8

4.675,0 3.272,5

0 0

TOTALE 15.649,8 10.204,1

CATEGORIA MERCEOLOGICAQUANTITA' COMMERCIALIZZATA

LEGNA SCIOLTA

LEGNA IN PALLET

LEGNA IN BIG BAG

LEGNA CONFEZIONATA

PELLETS SACCHI

BRIQUETTES

CIPPATO

Tabella 37: quantità commercializzata per categoria merceologica.

La necessità di uniformare il dato all’interno della trattazione impone la conversione (40% di

contenuto idrico, faggio in formato commerciale a legna) anche di questa componente

dell’offerta in quintali equivalenti; la stima è pertanto pari a 58585858....980 quintali equivalenti980 quintali equivalenti980 quintali equivalenti980 quintali equivalenti....

LEGNA SCIOLTA

6,0%

LEGNA IN BIG BAG

39,6%

LEGNA IN PALLET

0,6%

LEGNA

CONFEZIONATA

24,0%

PELLETS SACCHI

29,9%

Grafico 71: tipologia di biomassa commercializzata.

Le tipologie di biomassa maggiormente commercializzate sono: la legna da ardere in pallet,

pellet in sacchi e briquettes (tronchetti). Più contenute risultano invecie le vendite di legna da

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86

ardere nelle modalità sciolta (6%) e confezionata (0,6%). Non sono stati rilevati dati sul

commercio di legna in big bag e cippato.

Più della metà degli acquirenti di biomassa sono privati, un 25% è rappresentato da pizzerie

e un 13% da aziende. Nell’8% dei casi i commercianti dichiarano invece di riutilizzare parte

della biomassa a livello aziendale.

A conferma di quanto appena esposto, si evidenzia come gli acquirenti privati assorbano

ben il 79% della biomassa totale commercializzata.

Si riportano in tabella i quantitativi di produzione commercializzato riportati per tipologia di

acquirente (dati in mst e mc).

mst mc

12.395,42 8.048,47

ENTE PUBBLICO 0,00 0,00

1.366,14 888,30

PIZZERIA 1.812,44 1.214,31

RIUTILIZZO AZIENDALE 75,77 53,04

TOTALE 15.649,77 10.204,12

QUANTITA' COMMERCIALIZZATAACQUIRENTE

PRIVATO

AZIENDA

Tabella 38: quantità commercializzata in base all’acquirente.

Si esprimono infine i prezzi medi di vendita delle varie categorie merceologiche

commercializzate.

€ 13

€ 27

€ 25

€ 11

€ 0,00 € 5,00 € 10,00 € 15,00 € 20,00 € 25,00 € 30,00

LEGNA SCIOLTA

LEGNA IN PALLET

PELLETS SACCHI

BRIQUETTES

Grafico 72: prezzo di vendita (Euro/q.le).

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87

Sommario - offerta di biomassa dei commercianti di legna da ardere, cippato, pellet e briquettes

Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:

I. nel 38% dei casi il piccolo commerciante esercita attività a titolo esclusivo;

II. i piccoli commercianti sono attivatori della filiera perché si rivolgono principalmente a

produttori di legna

Punti Punti Punti Punti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::

I. incertezza sull’andamento di mercato;

II. forte import dall’estero;

III. i produttori di legna locali garantiscono solo ridotte forniture.

5.898,00 ton

15.650,00 mst

min. med. max.

€ 11,00 € 13,00 € 15,00

min. med. max.

€ 24,00 € 27,00 € 30,00

min. med. max.

€ 23,00 € 25,00 € 27,00

€ 353.730,00

€ 381.780,00

€ 440.250,00

TOTALE:

**Franco partenza IVA inclusa

*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dal periodo e dall'umidità del materiale. L'analisi dei

prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.

STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO*

LEGNA

PELLET

BRIQUETTES

PREZZO* €/q

€ 1.175.760,00

PELLET (1414 t)

Vendita al dettaglio**

PREZZO* €/q

BRIQUETTES (1761 t)

Vendita al dettaglio**

Vendita al dettaglio**

LEGNA (2721 t)

PICCOLI COMMERCIANTI

OFFERTA DI BIOMASSA:

PREZZO* €/q

Tabella 39: quadro riassuntivo.

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88

Catena di distribuzioneCatena di distribuzioneCatena di distribuzioneCatena di distribuzione

Le informazioni di seguito esposte e utilizzate per l’analisi dell’offerta di biomassa legnosa

da parte di commercianti di legna da ardere, cippato, pellet e briquette sono state ricavate

attraverso l’elaborazione di dati raccolti presso un campione di aziende che rappresentano,

nella limitatezza del numero, la popolazione di asiende della grande distribuzione che

operano nel settore della vendita di legna da ardere.

Su una popolazione già ridotta, solo una delle 3 aziende accetta l’intervista.

L’unica azienda intervistata dichiara di commercializzare quasi 110.000 mst di briquette e

32.000 mst di pellet in sacchi. Il volume dichiarato, che tradotti in quintali equivalenti,

consente una stima prudenziale delldelldelldell’offerta di biomassa della popolazione della grossa ’offerta di biomassa della popolazione della grossa ’offerta di biomassa della popolazione della grossa ’offerta di biomassa della popolazione della grossa

distribuzionedistribuzionedistribuzionedistribuzione in 353535350.000 quintali equivalenti0.000 quintali equivalenti0.000 quintali equivalenti0.000 quintali equivalenti14141414

La stima non permette l’applicazione di alcuna inferenza statistica in quanto una sola

azienda non è rappresentativa della popolazione; il dato espresso è pertanto prudenziale e

soggetto ad elevata variabilità.

L’essenza legnosa costituente il prodotto è unicamente di latifoglie (faggio 80%).

Il 100 % della biomassa venduta è destinato al mercato finale ed ha un prezzo variabile

come indicato nel grafico sottostante.

PELLET; € 25,3

BRIQUETTES;

€ 21

0

5

10

15

20

25

30

euro/q.le

Grafico 73: prezzo dei prodotti in euro/q.le.

14 Il valore viene stimato dal gruppo di lavoro in modo prudenziale, non essendovi un adeguato numero di soggetti intervistati.

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89

Sommario

Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:

I. n.s. / n.p.

Punti Punti Punti Punti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::

I. n.s. / n.p.

35.000,00 ton

- mst

min. med. max.

€ 23,00 € 25,00 € 27,00

min. med. max.

€ 18,00 € 21,00 € 24,00

€ 2.012.500,00

€ 5.659.500,00

TOTALE:

**Franco partenza IVA inclusa

STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO*

PELLET

BRIQUETTES

€ 7.672.000,00*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dal periodo e dall'umidità del materiale. L'analisi dei

prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.

Vendita al dettaglio**

CATENA DI DISTRIBUZIONE

OFFERTA DI BIOMASSA:

PREZZO* €/q

PELLET (8050 t)

Vendita al dettaglio**

PREZZO* €/q

BRIQUETTES (26950 t)

Tabella 40: quadro riassuntivo.

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90

DOMANDA DI BIOMASSA IN TRENTINO

Uso di legna da ardere in ambito domestico – I casa

Le informazioni riguardanti la domanda di biomassa legnosa impiegata a livello domestico

sono state estrapolate dall’indagine CATI, commissionata dall’APPA, al Servizio Statistica

della PAT.

Il lavoro analizzato prevedeva la somministrazione di un questionario ad un campione di

1.602 nuclei familiari, rappresentativo dei 212.352 presenti in provincia di Trento alla data

del 31 gennaio 2006 (PAT, 2008).

Le informazioni così ottenute sono state sottoposte ad inferenza statistica secondo sistema

proporzionale semplice, ricavato dal rapporto tra il numero di famiglie presenti in Trentino

nel 2006 e la numerosità del campione intervistato (S.Lombardo, 2008 – comunicazione

Servizio Statistica).

((((Numerosità delle famiglie/numerosità del campioneNumerosità delle famiglie/numerosità del campioneNumerosità delle famiglie/numerosità del campioneNumerosità delle famiglie/numerosità del campione) = (212.352/1.602) = 132,55) = (212.352/1.602) = 132,55) = (212.352/1.602) = 132,55) = (212.352/1.602) = 132,55

Il questionario ha indagato in primo luogo la domanda di biomassa legata alla prima casa

e successivamente ha analizzato quella relativa alle seconde case di proprietà (12% del

campione).

La distribuzione geografica del campione permette una ripartizione delle unità in riferimento

alla quota altimetrica dell’insediamento abitativo, posto sopra o sotto gli 800 m. s.l.m.

Questa ripartizione del campione consente di rispettare la distribuzione degli insediamenti

familiari in Trentino che vede la popolazione concentrata nella fascia basale del territorio

provinciale (84%).

Grafico 74: localizzazione dei soggetti intervistati

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

91

Per quel che riguarda le prime case, i combustibili maggiormente impiegati, per il

riscaldamento e la produzione di acqua sanitaria, sono il gas naturale e la legna da ardere,

con frequenze di utilizzazione similari (62,0 % e 62,8 %).

4%

63%

22%24%

62%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

Ga

s N

atu

rale

G.P

.L.

Ga

solio

/Ke

rose

ne

Leg

na

Alt

ro

Grafico 75: tipologia combustibile utilizzato per il riscaldamento

L’energia complessivamente prodotta dai differenti vettori energetici risulta essere però

molto differente: la maggior parte del campione intervistato dichiara infatti che l’energia

complessiva utilizzata all’interno dell’abitazione viene prodotta per il 51% da gas metano, e

per il 29% da legna da ardere.

Stufa a

combustione

controllata

1,4%

Forno/cucina

economica

61,1%

Stufa

tradizionale

20,8%Stufa a olle

11,2% Camino

aperto

(caminetto)

2,5%

Camino

chiuso

1,6%Caldaia/

boiler

1%

Grafico 76: ripartizione dell’energia totale prodotta.

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92

La legna è un combustibile ancora fortemente diffuso anche se l’energia effettivamente

prodotta da tale fonte, non corrisponde alla sua diffusione. La sua utilizzazione la pone ad

ausilio delle altre fonti energetiche. Infatti, secondo quanto affermato dagli intervistati che

utilizzano biomassa legnosa come combustibile, nel 32% dei casi la legna da ardere è

utilizzata a titolo prevalente15; e solo nel 2,3% dei casi a titolo esclusivo16.

Il generatore di calore più frequentemente utilizzato è la cucina economica, a cui si affianca

una buona percentuale di stufe tradizionali, utilizzate nel riscaldamento dell’ambiente

domestico.

Va ricordato come questa tipologia di sistemi sia caratterizzata da rendimenti abbastanza

limitati (attorno al 70-75%) e sicuramente minori rispetto alle caldaie a legna, che

presentano una diffusione molto più limitata (1,4%).

Stufa a

combustione

controllata

1,4%

Forno/cucina

economica

61,1%

Stufa

tradizionale

20,8%Stufa a olle

11,2% Camino

aperto

(caminetto)

2,5%

Camino

chiuso

1,6%Caldaia/

boiler

1%

Grafico 77: tipologia di generatore

L’arco temporale in cui si utilizzano i generatori è pressoché costante per tutti i tipi

considerati e si attesta sulle 170-190 giornate annue, che corrispondono al periodo

invernale; fa eccezione il camino aperto (caminetto) che viene utilizzato solamente per un

mese all’anno (32 giornate). Il periodo d’esercizio più lungo si registra nelle caldaie/boiler

(192 giorni/anno) in virtù del fatto che evidentemente vengono impiegate anche durante la

bella stagione, per il riscaldamento dell’acqua sanitaria. Un maggior divario si osserva fra i

soggetti che risiedono sotto o sopra il limite altitudinale stabilito (800 m s.l.m.). Nelle zone a

quota inferiore le giornate complessive di utilizzo della legna da ardere ammontano a 158

15 Titolo prevalente: quando la biomassa legnosa produce più del 50% dell’energia necessaria all’abitazione. 16 Titolo esclusivo quando la biomassa legnosa produce il 100% dell’energia necessaria all’abitazione.

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93

unità mentre nella fascia superiore il periodo di utilizzo arriva a 215. Questa differenza è

ovviamente da correlare alle differenti caratteristiche climatiche.

Il dato più significativo che è possibile estrapolare dall’indagine CATI riguarda l’ammontare

complessivo di biomassa legnosa impiegata a fini energetici, a livello domestico, sul

territorio provinciale. Il dato rilevato consente di distinguere il consumo invernale e il

consumo complessivo annuale; nella tabella seguente è possibile visualizzare i quantitativi

totali stimati.

CONSUMO CONSUMO CONSUMO CONSUMO TOTALE (q) =TOTALE (q) =TOTALE (q) =TOTALE (q) =

ConsumoConsumoConsumoConsumo dichiarato dichiarato dichiarato dichiarato dal dal dal dal campione *132,55campione *132,55campione *132,55campione *132,55 = = = =

32.582,00 (q) * 132,5532.582,00 (q) * 132,5532.582,00 (q) * 132,5532.582,00 (q) * 132,55 = 4.318.884,00 quintali= 4.318.884,00 quintali= 4.318.884,00 quintali= 4.318.884,00 quintali

INCIDENZAConsumo complessivo invernale

di legna da ardere (q)3.870.453 89,6%

Consumo complessivo annuale di legna da ardere (q)

4.318.884 100,0%

Consumo medio per nucleo familiare

32,4

Tabella 41: consumo assoluto e per nucleo familiare di legna da ardere nella PAT.

E’ stato inoltre calcolato il consumo il consumo il consumo il consumo medio di legna da ardere per nucleo familiaremedio di legna da ardere per nucleo familiaremedio di legna da ardere per nucleo familiaremedio di legna da ardere per nucleo familiare,

considerando esclusivamente i soggetti che utilizzano materiale legnoso, come fonte di

produzione energetica (133.350 soggetti pari al 29,45% del totale delle famiglie trentine),

tale valore è pari a 32,4 quin32,4 quin32,4 quin32,4 quintalitalitalitali.

Il dato di consumo si differenzia, anche notevolmente, nelle due fasce altimetriche. Il

campione residente nella fascia al di sotto sotto sotto sotto dedededegli 800 gli 800 gli 800 gli 800 m. s.l.mm. s.l.mm. s.l.mm. s.l.m. ha un consumo medio

dichiarato di 29,9 q29,9 q29,9 q29,9 q....; mentre il campione residente nella fascia al di sopra gsopra gsopra gsopra gli 800li 800li 800li 800 m.m.m.m. s.l.m. s.l.m. s.l.m. s.l.m.,,,,

ha un consumo medio dichiarato di 40,6 q.40,6 q.40,6 q.40,6 q.

L’indagine consente inoltre di evidenziare la provenienza del materiale legnoso,

distinguendolo in tre macrocategorie:

• ditta/distributore,

• produzione propria,

• foreste comunali.

La provenienza del combustibile si ripartisce piuttosto uniformemente tra le diverse fonti.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

94

Ditta/

distributore

29%

Produzione

propria (es:

potature, bosco

privato)

38%

Foreste comunali

(parti, sort o

buono legna)

33%

Grafico 78: provenienza della biomassa.

Da notare come ancora particolarmente attiva e diffusa sia la raccolta diretta della legna da

ardere che avviene sia all’interno dei boschi privati che sulla proprietà pubblica, da parte

dei titolari di uso civico come sort o part (quota annuale di materiale legnoso distribuito dai

proprietari boschivi pubblici ai censiti).

n° % q

Ditta/dis tributore 38706 29,0% 1.253.593

P roduz ione propria (es : potature, bosco privato)

50238 37,7% 1.627.095

Foreste comunali (parti, sort o buono legna)

44406 33,3% 1.438.197

TotaleTotaleTotaleTotale 133350133350133350133350 100,0%100,0%100,0%100,0% 4.318.8844.318.8844.318.8844.318.884

Tabella 42: origine della biomassa.

La categoria merceologica del materiale legnoso utilizzato è prevalentemente rappresentato

dalla legna da ardere (91,7%) a conferma della forte propensione all’approvvigionamento

autonomo ancora esistente; marginali sono le altre tipologie, tra cui anche cippato e pellet,

che non hanno ancora trovato una ampia diffusione sul mercato locale.

Dall’analisi condotta si evince come coesistano due tipologie distinte di consumatore: la

prima, la più rappresentata, che utilizza la “classica” legna da ardere a supporto di altri

sistemi di riscaldamento a diverso combustibile (gas, gasolio…); la seconda si rivolge ad un

mercato più specializzato nel quale la biomassa rappresenta un effettivo surrogato alle

tradizionali fonti energetiche.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

95

Pellet

1,8%

Legno vario

91,7%

Legno trattato

2,1%

Briquette

1,9%

Cippato

0,3%

Truciolato

2,3%Non so

0,0%

Grafico 79: categorie merceologiche della biomassa utilizzata.

Quest’ultima tipologia di consumatore è stata indagata in modo specifico con un’indagine

telefonica diretta i cui risultati vengono riportati in un successivo paragrafo.

L’indagine consente di evidenziare inoltre l’essenza legnosa utilizzata.

Carpino

4%

Castagno

1%

Vite

2%

Pino

8% Quercia

8%

Melo

9%

Altro

11%

Faggio

38%

Abete

19%

Grafico 80: essenza legnosa utilizzata.

Risulta possibile estrapolare anche un’importante informazione riguardante la biomassa

proveniente dal settore agricolo sotto forma di potature e di reimpianti delle colture di melo

e vite; la percentuale di biomassa proveniente da tale settore è pari al 10,6% del totale.

Una ulteriore distinzione delle essenze legnose utilizzate come fonte energetica, apportata

attraverso la creazione di quattro macro categorie, consente di ottenere ripartizione e stima

del consumo come nella tabella seguente:

% q m3Conifere 26,88 1.160.960 193.493L atifoglie 51,91 2.242.099 -Agricoltura 10,59 457.492 -Altro 10,61 458.333 -

100,00 4.318.884

Tabella 43: distinzione dell’origine della biomassa.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

96

In ultima analisi si riportano i grafici descrittivi del grado di soddisfazione nell’utilizzo della

biomassa legnosa e le motivazioni che spingono al suo utilizzo.

Poco

3,1%

Abbastanza

24,6%Molto

72,0%

Niente

0,4%

Grafico 81: grado di soddisfazione nell’utilizzo.

Si riscontra un elevato grado di soddisfazione dettato dall’economicità e dalla praticità

d’utilizzo dichiarata.

ecologicità

7,8%

economicità

40,4%

comodità/praticità

40,1%

estetica/non sa

11,7%

Grafico 82: motivazione dell’utilizzo.

Si nota una quota rilevante di casi che indicano nella comodità e praticità d’utilizzo, la

motivazione della scelta, a fronte di una partecipazione notevole di sistemi tradizionali

(82%); ciò a descrivere come l’utilizzo sia fortemente radicato nelle consuetudini della

popolazione più che all’effettiva praticità degli strumenti adottati.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

97

25,00

26,00

27,00

28,00

29,00

30,00

31,00

32,00

33,00

34,00

35,00

R< 2000 € 2000 € <R<4000 €

4000 € <R<6000 €

R> 6000 € Non sa/nonrisponde

Consumo (q)

Consumo medio

Grafico 83: consumo medio dichiarato distinto per classe di reddito netto mensile del nucleo familiare

La diffusione e la consuetudine all’utilizzo di tale fonte è sottolineato anche dalla

trasversalità del prodotto, che viene consumato indistintamente dalle varie fasce di reddito

della popolazione.

Sommario – Uso di legna da ardere in ambito domesti co – I casa

Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:

I. domanda stazionaria;

II. consumo diffuso e capillare;

III. l’autoproduzione garantisce:

i. una filiera corta

ii. approvvigionamento diffuso

IV. il prodotto legnoso utilizzato a scopi energetici è ritenuto:

i. economico

ii. pratico;

V. il prodotto legnoso utilizzato a scopi energetici è trasversale essendo consumato

indistintamente dalle varie fasce di reddito;

Punti Punti Punti Punti di ddi ddi ddi debolezzaebolezzaebolezzaebolezza::::

I. i generatori di calore maggiormente diffusi presentano una ridotta innovazione (in

virtù del prodotto utilizzato);

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

98

II. l’autoproduzione attiva limitatamente la filiera;

III. il prodotto principalmente consumato è facilmente riproducibile;

IV. la domanda è facilmente destabilizzabile.

431.888,00 ton

- mst

min. med. max.

n.d. - n.d.

min. med. max.

n.d. - n.d.

min. med. max.

n.d. - n.d.

min. med. max.

n.d. - n.d.

min. med. max.

n.d. - n.d.

min. med. max.

n.d. - n.d.

TOTALE:

**Franco partenza IVA inclusa

PREZZO* €/q

PREZZO* €/q

ALTRO (9502 t)

N.D.

LEGNA (396041 t)

*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dal periodo e dall'umidità del materiale. L'analisi dei

prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.

PREZZO* €/q

LEGNO TRATTATO (9070 t)

STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO*

PREZZO* €/q

PREZZO* €/q

CIPPATO (1296 t)

BRIQUETTE (8206 t)

PELLET (7774 t)

USO DOMESTICO - I CASA

DOMANDA DI BIOMASSA:

PREZZO* €/q

Tabella 44: quadro riassuntivo.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

99

Uso di legna da ardere in ambito domestico – II cas a

L’indagine ha riguardato, in ultima analisi, anche le seconde case, possedute dal 12,2% dei

soggetti costituenti il campione.

In linea generale i risultati ottenuti da questa seconda parte del questionario sono

direttamente confrontabili con il precedente anche se alcune variazioni comportamentali del

consumatore sono ben evidenziate.

Dei 1602 soggetti costituenti il campione, il 51,8% utilizza la legna da ardere come fonte

energetica principale per il riscaldamento delle seconde case.

I dispositivi impiegati più frequentemente sono la stufa tradizionale e il forno/cucina

economica che rappresentano complessivamente l’88% dei generatori dichiarati.

Camino aperto

(caminetto)

2,0%

Forno/cucina

economica

62,4%

Stufa tradizionale

25,7%

Stufa a olle

5,9%

Camino chiuso

3,0%

Caldaia/boiler

1,0%

Grafico 84: tipo generatore.

Sensibilmente più contenuto rispetto alle prime case è ovviamente il periodo di utilizzo della

legna da ardere che copre in media soltanto 49 giornate/anno medie.

Nella tabella sottostante si evidenzia il quantitativo di biomassa legnosa utilizzato nelle

seconde case.

INCIDENZAConsumo complessivo invernale

di legna da ardere (q)101.802 81,4%

Consumo complessivo annuale di legna da ardere (q)

124.999 100,0%

Consumo medio per seconda casa 5

Tabella 45: consumo totale e medio nelle seconde case.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

100

L’ammontare complessivo dei consumi stimati è pari a 125.000 q/annui, di cui l’81% viene

bruciato durante la stagione invernale; il consumo medio annuo stimato è pari a 5 q.

L’analisi, sulla tipologia legnosa impiegata nelle seconde case, evidenzia una netta

prevalenza della legna assortita in modo tradizionale.

Pellet

1,0%

Legno vario

94,3%

Legno

trattato

2,9%

Briquette

1,0%

Truciolato

1,0%

Grafico 85: categoria merceologica della biomassa utilizzata.

Da notare l’assenza di utilizzo di cippato e la scarsa rilevanza di pellet e briquette.

L’essenza legnosa utilizzata viene distinta nel grafico seguente:

Melo

3,4%

Pino

8,7%Altro

12,8%

Faggio

45,4%

Abete

18,2%

Quercia

8,7%

Carpino

1,6%

Castagno

0,8%Vite

0,4%

Grafico 86: essenza legnosa utilizzata.

Anche per le seconde case è stata creata un’ulteriore distinzione delle essenze utilizzate,

apportata attraverso la creazione di quattro macro categorie.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

101

% q m3Conifere 26,97 33.712 56,19L atifoglie 56,36 70.454 -Agricoltura 3,84 4.798 -Altro 12,83 16.035 -

100,00 124.999

Tabella 46: distinzione dell’origine di biomassa utilizzata nelle seconde case.

Per le seconde case l’approvvigionamento della biomassa avviene prevalentemente da

boschi privati, probabilmente in ragione del fatto che l’ubicazione delle stesse sia attigua a

proprietà boscate private da cui i proprietari ottengono la legna utilizzata come

combustibile.

Ditta/

distributore

19%

Produzione

propria (es:

potature,

bosco privato)

61%

Foreste

comunali

(parti, sort o

buono legna)

20%

Grafico 87: provenienza della biomassa

A seguire si riporta il grafico che descrive il grado di soddisfazione nell’utilizzo della

biomassa legnosa come fonte energetica per il riscaldamento della seconda casa; si nota

un analogo grado di soddisfazione come rilevato in sede di analisi per la prima casa.

Niente

2%

Molto

73%

Abbastanza

23%

Poco

2%

Grafico 88: grado di soddisfazione nell’utilizzo

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

102

L’analisi sulla motivazione dell’utilizzo evidenzia invece una differente modalità

comportamentale rispetto alle scelte effettuate per la prima casa: prevale ancora la

comodità/praticità della fonte ma si riduce di molto l’aspettativa sull’economicità a favore

della componente estetica.

estetica/non sa

19%

economicità

26%

comodità/

praticità

48%

ecologicità

7%

Grafico 89: motivazione dell’utilizzo.

La comodità e praticità d’utilizzo rimane anche in questo caso la motivazione della scelta

principale.

Sommario – Uso di legna da ardere in ambito domesti co – II casa

Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:

I. domanda stazionaria;

II. consumo diffuso e capillare;

III. l’autoproduzione garantisce:

i. una filiera corta;

ii. approvvigionamento diffuso;

IV. il prodotto legnoso utilizzato a scopi energetici è ritenuto:

i. economico;

ii. pratico e comodo;

iii. esteticamente valido.

Punti Punti Punti Punti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::

I. i generatori di calore maggiormente diffusi presentano una ridotta innovazione (in virtù

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

103

del prodotto utilizzato);

II. l’autoproduzione attiva limitatamente la filiera;

III. il prodotto principalmente consumato è facilmente riproducibile;

IV. la domanda è facilmente destabilizzabile.

12.500,00 ton

- mst

min. med. max.

n.d. - n.d.

min. med. max.

n.d. - n.d.

min. med. max.

n.d. - n.d.

min. med. max.

n.d. - n.d.

min. med. max.

n.d. - n.d.

TOTALE:

**Franco partenza IVA inclusa

USO DOMESTICO - II CASA

DOMANDA DI BIOMASSA:

PREZZO* €/q

LEGNA (11763 t)

PREZZO* €/q

PELLET (125 t)

PREZZO* €/q

LEGNO TRATTATO (363 t)

PREZZO* €/q

BRIQUETTE (125 t)

PREZZO* €/q

ALTRO (125 t)

STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO*

N.D.*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dal periodo e dall'umidità del materiale. L'analisi dei

prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.

Tabella 47: quadro riassuntivo.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

104

Uso di legna da ardere negli esercizi commerciali L’indagine conoscitiva, volta ad analizzare i consumi di legna da ardere negli esercizi

commerciali, è stata condotta attraverso la somministrazione di un questionario telefonico a

235 pizzeriepizzeriepizzeriepizzerie, costituenti un campione casuale (con errore del 5%) rappresentativo delle 600

attività iscritte al Registro Imprese della CCIAA alla data del 4 novembre 2008.

L’86% degli operatori hanno dato il proprio consenso a partecipare all’indagine, di questi

l’84% svolge attività continuativa, mentre la restante quota solo attività stagionale.

To tale %

IN T E R V IST A TO 2 0 1 8 6 %

R IF IU TA IN T ER V ISTA 2 9 1 2 %

N O N T R O V A T O 3 9 1 7 %

N O P IZ ZE R IA 5 2 %

T O T A L E 2 3 5 1 0 0 %

E SIT O

Il 69% delle pizzerie utilizza un forno a legna e quindi è consumatore di essenze legnose; il

31% è dotato di forno a gas o elettrico.

7

17 18

4 5

16

9

24

16

224

83

3

5

12

7

20

1

0

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

BORGO

VALS

UGAN

A

CAVALESE

CLES

FIER

A DI P

RIMIE

RO

MALE

'

PERGINE

RIVA D

EL GARDA

ROVER

ETO

TION

E DI T

RENTO

TRENTO

LEGNA ALTRO

Grafico 90: tipologia di forno utilizzata dal campione intervistato, analisi per distretto espressa in valore assoluto.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

105

Nel contesto provinciale la tipologia di forno adottata dagli esercizi varia però a livello

locale; le pizzerie, accorpate nei differenti distretti forestali della provincia, evidenziano,

infatti, una differente propensione all’utilizzo del forno a legna.

A fianco di distretti con forte propensione all’utilizzo della legna (Fiera di Primiero/Tione di

Trento) esistono distretti che prediligono forni alimentati con altre forme energetiche (Riva

del Garda/Trento); un esempio su tutti è rappresentato da quello di Riva del Garda, l’unico

in cui i forni a legna risultano numericamente meno rappresentati di quelli a gas o ad

elettricità.

Il questionario sottoposto agli esercizi ha indagato, quindi, il consumo di legna, che è stato

riferito successivamente sia all’intera popolazione che alle sole pizzerie dotate di forno a

legna.

Tale modalità di organizzazione del dato consentirà in futuro una rapida analisi

dell’evoluzione dei consumi, potendo infatti fare riferimento a indagini che vanno a rilevare

solamente il numero di pizzerie presenti in Trentino; o indagini più approfondite che vadano

a descrivere e distinguere nello specifico gli esercizi.

Il consumo medio stimato è pari a:

- circa 82 q: se riferito all’intero campione;

- circa 119 q: se riferito alle sole pizzerie dotate di forno a legna.

81,83

119,19

0,00

20,00

40,00

60,00

80,00

100,00

120,00

140,00

RIFERITO ALL'INTERO CAMPIONE RIFERITO ALLE SOLE PIZZERIE CON FORNO A

LEGNA

RIFERITO ALL'INTERO CAMPIONE

RIFERITO ALLE SOLE PIZZERIE CON

FORNO A LEGNA

Grafico 91: consumo medio espresso in q.li per esercizio/anno

I dati raccolti dall’indagine hanno permesso di calcolare il consumo totale del campione

intervistato e di ipotizzare il consumo totale sul territorio provinciale, considerando una

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

106

numerosità della popolazione totale provinciale posta pari a 588 esercizi in attività (600

pizzerie a cui vanno sottratti 12 esercizi che hanno cambiato attività).

16.448

48.115

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

CAMPIONE INTERVISTATO POPOLAZIONE TOTALE

CAMPIONE INTERVISTATO

POPOLAZIONE TOTALE

Grafico 92: consumo totale espresso in q.li.

La partecipazione al consumo dei differenti distretti è abbastanza equilibrata, spiccano

evidentemente i consumi dei centri abitati maggiormente antropizzati:

CLES

12,6%

MALE'

5,0%

ROVERETO

23,7%

TIONE DI TRENTO

12,6%

TRENTO

16,2%

FIERA DI

PRIMIERO

1,5%

PERGINE

9,1%

RIVA DEL GARDA

5,8%

CAVALESE

8,5%

BORGO

VALSUGANA

4,9%

Grafico 93: partecipazione al consumo- valore relativo alle sole pizzerie con forno a legna e accorpato per area

A livello distrettuale si notano inoltre realtà con atteggiamenti di consumo differenti, a Cles,

Malè, Rovereto e Tione di Trento gli esercizi dichiarano infatti consumi superiori rispetto alla

media provinciale.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

107

0,00

20,00

40,00

60,00

80,00

100,00

120,00

140,00

BORGO

VALS

UGANA

CAVALESE

CLES

FIERA D

I PRIM

IERO

MALE

'

PERGIN

E

RIVA D

EL GARDA

ROVERETO

TION

E DI T

RENTO

TRENTO

RIFERITO ALL'INTERO CAMPIONE CONSUMO MEDIO PROVINCIALE

Grafico 94: stima del consumo medio. Valore assoluto riferito al totale del campione intervistato e accorpato per distretto forestale.

Lo stesso dato, espresso considerando solamente le pizzerie dotate di forno a legna, non

presenta particolari modificazioni. Gli esercizi ricadenti nei distretti di Cles, Rovereto, Tione

e Trento evidenziano una maggiore attività del mercato della legna, stante le considerazioni

che verranno espresse di seguito.

0,00

20,00

40,00

60,00

80,00

100,00

120,00

140,00

160,00

180,00

BORGO

VALS

UGANA

CAVALESE

CLES

FIERA D

I PRIM

IERO

MALE

'

PERGINE

RIVA D

EL G

ARDA

ROVERETO

TION

E DI T

RENTO

TRENTO

RIFERITO ALL'INTERO CAMPIONE CONSUMO MEDIO PROVINCIALE

Grafico 95: stima del consumo medio. Valore assoluto riferito alle sole pizzerie con forno a legna e accorpato per distretto forestale.

La provenienza della legna da ardere utilizzata è prevalentemente legata ad attività

commerciali. Ancora ben rappresentata, e in parte inattesa, la quota relativa

all’autoproduzione, con non rare opinioni espresse circa la volontà di perseguire tale

sistema di approvvigionamento.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

108

SEGHERIA

6%

AUTOPRO-

DUZIONE

9%

ALTRO

9%

RIVENDI-

TORE

73%

IMPRESA

FORESTALE

3%

Grafico 96: soggetto fornitore della legna.

L’autoapprovvigionamento non viene effettuato, generalmente per carenza di tempo o per

cause non ben specificate.

La localizzazione della sede del fornitore coincide spesso con quella dell’esercizio

commerciale, nel 66,6% dei casi l’intervistato dichiara infatti di rifornirsi di materiale

legnoso a livello locale/comprensoriale. Anche nel caso degli esercizi commerciali viene

quindi privilegiato il rivenditore locale.

5,80%

14,49%

7,25%4,35%

23,91%

44,20%

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

40%

45%

50%

COM

PRENSO

RIALE

COM

UN

ALE

PROVIN

CIALE

NAZIO

NALE

ESTERA

NO

N D

ICHIA

RATA

RIFERITO ALL'INTERO CAMPIONE

Grafico 97: localizzazione della sede del fornitore.

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109

Non si può invece parlare di filiera corta: alla domanda rivolta ad identificare l’origine del

prodotto, l’intervistato dichiara che il 28,25% della legna ha origine nazionale o estera,

valore equivalente si riscontra anche per la quota degli intervistati che dichiarano un’origine

locale/provinciale della legna 27,54%.

Va rilevato altresì che una notevole quota degli intervistati non conosce o non dichiara

l’origine del materiale legnoso, in quanto il prodotto non riporta l’adeguata certificazione di

filiera produttiva.

ESTERA17%

NAZIONALE3%

PROVINCIALE5%

COMUNALE10%

COMPRENSORIALE4%

Non pervenuta18%

Non conosciuta13%

NON DICHIARATA30%

Grafico 98: provenienza della biomassa.

La specie legnosa maggiormente utilizzata è il faggio.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

110

Sommario – uso di legna da ardere negli esercizi co mmerciali - pizzerie Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:

I. il consumo è costante durante l’anno;

II. il consumo diffuso e capillare;

III. attivazione della filiera in quanto il fornitore quasi esclusivo è un rivenditore.

PuntiPuntiPuntiPunti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::

I. esiste una quota di autoproduzione e da pareri raccolti, viene spesso anche

auspicata;

II. la materia prima proviene prevalentemente da fuori provincia.

4.811,00 ton

- mst

min. med. max.

n.d. - n.d.

TOTALE:

**Franco partenza IVA inclusa

ESERCIZI COMMERCIALI - PIZZERIE

DOMANDA DI BIOMASSA:

PREZZO* €/q

LEGNA (4811 t)

STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO*

N.D.*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dal periodo e dall'umidità del materiale. L'analisi dei

prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.

Tabella 48: quadro riassuntivo.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

111

Altre aziendeAltre aziendeAltre aziendeAltre aziende

L’indagine conoscitiva, volta ad analizzare i consumi di legna negli esercizi commerciali, ha

considerato successivamente anche la quantificazione circa la possibilità di consumo

espressa da aziende appartenenti ad altri settori economici. Tali aziende, non espressamente

legate alla filiera delle biomasse legnose, ma comunque utilizzatrici di prodotto legnoso,

visto il notevole impulso apprezzato oggettivamente sull’offerta di generatori di calore a

pellet, briquette o altro di facile installazione, rappresentano pur sempre una componente

della domanda.

L’analisi di questa componente è stata condotta attraverso la formulazione di una stima

prudenziale di consumo posta pari a 175.000 quintali equivalenti175.000 quintali equivalenti175.000 quintali equivalenti175.000 quintali equivalenti.

La stima del quantitativo è stata espressa, indirettamente ed è il risultato dell’analisi

dell’offerta; che indica complessivamente un quantitativo di biomassa legnosa ceduta ad

“aziende” in genere pari a circa 107.586 t; a fronte di una domanda complessiva

intercettata dall’analisi dei differenti questionari e documenti pari a circa 131.295 t.

La differenza fra offerta e domanda sarebbe pari a 17.500 t equivalenti, stimata in via

prudenziale.

10.758,60 ton

- mst

min. med. max.

n.d. - n.d.

TOTALE:

**Franco partenza IVA inclusa

ESERCIZI COMMERCIALI - ALTRI ESERCIZI COMMERCIALI

DOMANDA DI BIOMASSA:

PREZZO* €/q

n.d. (10.758,6)

STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO*

N.D.*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dal periodo e dall'umidità del materiale. L'analisi dei

prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.

Tabella 49: quadro riassuntivo.

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112

Impiego di cippato nelle centrali di teleriscaldame nto

Nel seguente paragrafo vengono riassunti ed elaborati i caratteri descrittivi della domanda

di cippato e legno intero, segnalati dalle principali centrali di teleriscaldamento presenti in

provincia di Trento. L’elenco è stato fornito dall’Agenzia Provinciale per l’Energia della PAT.

L’indagine ha carattere censuario o totale in quanto la popolazione, costituita al tempo da 8

soggetti gestori dislocati su differenti zone del Trentino, è stata interamente intervistata.

Le centrali in oggetto sono caratterizzate da diverse tipologie produttive:

a) teleriscaldamento;

b) teleriscaldamento/cogenerazione.

La maggior parte di esse opta per la soluzione produttiva di cui al punto a) come ben

evidenziato nel grafico sottostante (Grafico 141) dove viene espressa la potenza in Mw delle

“caldaie” .

108

4,1

810,7

10

0,80,540,5

1,5

0,8

0

5

10

15

20

25

A B C D E F G H

Mw

COGENERAZIONE

TELERISCALDAMENTO

Grafico 99: tipologia di impianto e Mw installati.

Lo sviluppo medio complessivo della rete è di 9,62 Km e nella tabella seguente si analizza il

rapporto tra Mw di energia prodotta e Km di linea servita in riferimento ad ogni centrale.

A B C D E F G H

sviluppo (km) 30,00 15,00 1,00 16,00 8,00 0,62 6,00 0,30

Kw prodotti/km 0,33 0,53 0,50 0,26 1,00 0,87 1,78 2,67

La quantità di biomassa richiesta a fini energetici dalle centrali di teleriscaldamento nel

periodo di studio (2000 – 2008) ha subito un forte incremento attestandosi per il 200817

attorno ai 111.049 mst111.049 mst111.049 mst111.049 mst....

17 Dato previsionale ricavato da dichiarazioni espresse dall’ente gestore; si ricorda che il questionario è stato eseguito nel novembre 2008. (consumo 2008 = mst consumati alla data dell’intervista + media dei mst di periodo consumati negli anni precedenti).

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113

Adottando convenzionalmente quanto indicato nei capitoli precedenti al fine di

uniformare il dato in quintali equivalenti di prodotto con contenuto idrico al 40% si ottiene

un consumo pari a:

288.727 quintali equivalenti288.727 quintali equivalenti288.727 quintali equivalenti288.727 quintali equivalenti

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

35.000

40.000

45.000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

MS

T

A

B

C

D

E

F

G

H

Grafico 100: : : : consumo di cippato dal 2000 al 2008 in provincia di Trento.

y = -1045,3x2 + 4E+06x - 4E+09

0

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010

ANNI

MS

T

Grafico 101: trend consumo medio di biomassa in provincia di Trento (2000 – 2008).

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114

L’origine della biomassa energetica è cosi distinta per provenienza:

- 85,63 % segherie locali;

- 13,47 % settore forestale;

- 0,90 % verde agricolo.

Nello specifico il materimaterimaterimateriale da segheriaale da segheriaale da segheriaale da segheria è costituito per il 93,4% da cippato93,4% da cippato93,4% da cippato93,4% da cippato, per il 4,4% da 4,4% da 4,4% da 4,4% da

refilirefilirefilirefili e per il 2,2% da corteccia2,2% da corteccia2,2% da corteccia2,2% da corteccia. Quello forestaleforestaleforestaleforestale è costituito per il 65,9% da cippato65,9% da cippato65,9% da cippato65,9% da cippato e per ilper ilper ilper il

34,1% da cascami34,1% da cascami34,1% da cascami34,1% da cascami; ; ; ; il verde agricolo deriva al 100% da “reimpianti”.

Tabella 50: consumo di biomassa dal 2000 al 2008 in provincia di Trento distinto sui soggetti componenti intervistati (dati riferiti in mst).

Nella stragrande maggioranza dei casi la provenienza del materiale impiegato nella

centrale arriva dal distretto forestale locale; solo in un caso il combustibile proviene dal

mercato provinciale e dal mercato nazionale; il raggio di approvvigionamento non supera

comunque i 70 Km.

Le centrali tendono ad acquistare materiale lavorato (cippato) piuttosto che materiale

grezzo; infatti l’incidenza del materiale grezzo acquistato sul totale è del 11,17% mentre la

rimanente quota 88,83% riguarda interamente l’acquisto di semilavorato.

Da quanto precedentemente espresso si può dire che di norma le società Da quanto precedentemente espresso si può dire che di norma le società Da quanto precedentemente espresso si può dire che di norma le società Da quanto precedentemente espresso si può dire che di norma le società di produzione di di produzione di di produzione di di produzione di

energiaenergiaenergiaenergia inte inte inte intervistate rvistate rvistate rvistate prediligono prediligono prediligono prediligono l’approvvigionamento localel’approvvigionamento localel’approvvigionamento localel’approvvigionamento locale. Tale situazione ha permesso . Tale situazione ha permesso . Tale situazione ha permesso . Tale situazione ha permesso di di di di

consoliconsoliconsoliconsolidare idare idare idare i rapporti con i fornitori e rapporti con i fornitori e rapporti con i fornitori e rapporti con i fornitori e ddddi conseguire i conseguire i conseguire i conseguire evidenti risparmi sui costi di trasportoevidenti risparmi sui costi di trasportoevidenti risparmi sui costi di trasportoevidenti risparmi sui costi di trasporto

del materiale in centraledel materiale in centraledel materiale in centraledel materiale in centrale18181818....

A titolo esemplificativo, se in media l’incidenza del trasporto, franco centrale, per le filiere

locali è di circa 1,5 Euro/mst per approvvigionamenti in filiere provinciali/nazionali è di 3

Euro/mst.

18 Di norma il prezzo del cippato è riferito al metro stero franco centrale; quindi l’incidenza del trasporto sul prezzo è in funzione anche delle distanze percorse.

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115

Negli anni il numero di utenze servite dal teleriscaldamento è risultato in deciso aumento,

con un deciso rafforzamento del servizio nell’area di riferimento.

Tabella 51: variazione del numero di utenze servite a partire dall’apertura del ciclo produttivo.

AB

CD

EF

GH

TOTALI

0

500

1000

1500

int. Pubblico privati aziende tot

Grafico 102: utenze servite – nel caso B il soggetto intervistato fornisce solo il dato totale.

Nel 2008 le utenze servite sono 1.119, contro le 314 relative all’inizio del ciclo produttivo

energetico (2000).

Dall’anno di entrata in esercizio ad oggi vi è stato un notevole aumento in termini in termini in termini in termini

percentualipercentualipercentualipercentuali delle utenze private (+9%) e un notevole calo (-12%) di quelle pubbliche.

Le società sono ben dotate di magazzini interrati e/o coperti per l’accumulo di biomassa per

i mesi di maggiore necessità.

In poche occasioni le forme contrattuali esistenti sono vincolate ad un periodo di fornitura

annuale o pluriannuale con prezzo preventivamente fissato.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

116

In generale prevalgono forme di contrattazione atipiche19 basate su accordi verbali con un

prezzo di acquisto del materiale che può variare in presenza di fattori straordinari che ne

condizionano il mercato.

Il numero di fornitori, anche nelle realtà più affermate, non supera le dieci unità, ad

evidenziare come nel tempo si siano creati rapporti commerciali stabili, con un certo

equilibrio tra acquirente ed offerente, basati su nessi di fiducia.

L’area di approvvigionamento della materia prima coincide essenzialemente con il distretto

di collocazione della centrale. Solo in un caso il cippato proviene per un 60% dall’ambito

provinciale e per un 40% dall’ambito regionale.

Per quanto riguarda il legno “intero” (non cippato) solo tre impianti hanno fornito il dato e

la provenienza è anch’essa locale.

Tabella 52: prezzi in Euro/mst del cippato, franco centrale, nel periodo 2000-2008

Il grafico (fig. 103) illustra come varia il prezzo del cippato franco centrale per ogni società

energetica.

Il prezzo medio del cippato nell’anno 2008 (calcolato con media semplice tra i prezzi forniti

dalle centrali) è pari a Euro 13,56/mst. Dal 2000 il prezzo medio del materiale ligneo,

franco centrale, risulta aumentato di circa Euro 6,56/mst.

19 Non formalizzate e basate su nessi fiduciari.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

117

14

16

11

12

12

16,5

15

12

0 2 4 6 8 10 12 14 16 18

1

H

G

F

E

D

C

B

A

Grafico 103: prezzo in Euro/mst del cippato franco centrale per soggetto gestore.

In riferimento agli aspetti qualitativi la ricerca ha evidenziato:

I. la completa assenza di sistemi di certificazione di processo e di prodotto;

II. nessun fornitore adotta, a giudizio dell’acquirente, parametri qualitativi per la

definizione della biomassa conferita (contenuto idrico, pezzatura e ceneri).

L’acquirente inoltre verifica la qualità del materiale con metodologie rudimentali quali il

controllo visivo, la doppia pesata; in nessun caso si eseguono analisi specifiche di

laboratorio.

FORNITURA A B C D E F G H

CIPPATO 4 5 1 4 4 1 3 1

LEGNO INTERO 6 0 2 2 0 0 1 0

TOTALE 10 5 3 6 4 1 4 1

Tabella 53: numerosità dei fornitori distinta in fornitori di cippato e di legno non cippato.

Dall’analisi del lavoro si evidenzia che i gestori delle centrali di teleriscaldamento possono

essere interessati alla strutturazione di filiere corte, in cui la biomassa impegnata provenga

dai cascami delle utilizzazioni forestali, purché il cippato derivante da tale materiale abbia

prezzi plausibili e definiti in funzione della qualità20.

20 Nell’ordine di una valutazione attorno ai 8 Euro/mst.

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118

Sommario – Impiego di cippato nelle centrali di tel eriscaldamento

Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:

I. domanda diffusa, in crescita e ben supportata attualmente da un eccesso di offerta;

II. filiera corta e locale;

III. il prodotto consumato ha tendenzialmente buoni livelli qualitativi intrinseci,

provenendo quasi interamente da segherie;

Punti Punti Punti Punti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::

I. filiera poco organizzata (eccessivo incremento del prezzo di periodo a fronte di

un’offerta reale circa 4 volte superiore);

II. verifica “speditiva” e non oggettiva sotto il profilo tecnico della qualità della materia

prima;

III. il prezzo non viene fissato in precedenza e si basa su rapporti fiduciari;

IV. il mercato – per le sue debolezze interne ed organizzative – è facilmente soggetto a

fenomeni di destabilizzazione.

28.873,00 ton

111.049,00 mst

min. med. max.

€ 8,50 € 11,75 € 15,00

min. med. max.

n.d. - n.d.

CIPPATO € 1.159.285,49

LEGNO / CASCAMI n.d.

TOTALE:

**Franco piazzale IVA inclusa

CIPPATO (98.663 t)

CENTRALI DI TELERISCALDAMENTO

DOMANDA DI BIOMASSA:

PREZZO* €/mst

LEGNO / CASCAMI (12.386 t)

Acquisto in centrale**

STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO*

€ 1.159.285,49*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dal periodo e dall'umidità del materiale. L'analisi dei

prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.

PREZZO* €/q

Tabella 54: quadro riassuntivo.

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119

Impianti a biomassa di piccola taglia a servizio di utenze domestiche o plurifamiliari

Gli impianti a biomassa di piccola taglia, ovvero con potenza dichiarata compresa tra i 15

e i 550 kW, rappresentano un'altra componente fondamentale nella definizione qualitativa e

quantitativa della domanda di materiale legnoso.

Il paragrafo dedicato agli impianti di piccola taglia rappresenta, peraltro, un’analisi più

approfondita di quanto già rilevato precedentemente sull’ uso di legna da ardere in ambito

domestico.

I soggetti intervistati sono stati individuati attraverso estrazione di un campione statistico

casuale della popolazione rappresentato dall’elenco di tutti i beneficiari di contributo

erogato dall’APE nel periodo 1996-2008, per l’acquisto di impianti a biomassa per

produzione di energia termica.

La numerosità del campione, fissata dal Servizio Statistica della PAT per ottenere un errore

campionario del 5%, era pari a 299 interviste; l’indagine telefonica è stata condotta a 391

soggetti coinvolgendo in due momenti successivi oltre 1300 persone secondo l’esito

riassunto nella tabella seguente.

ESITO TOTALE %

INTERVISTATO 391 29%

RIFIUTA INTERVISTA 302 23%

NON TROVATO 127 9%

N.ERRATO O MANCANTE 521 39%

TOTALE CONTATTI 1341 100%

La numerosità del campione intervistato è stata maggiore perché nel corso dell’indagine ci

si è ritrovati con un errore d’estrazione pari a 51 unità (all’atto dell’intervista dichiarano di

non avere un impianto a biomassa), 17 intervistati, in cui l’impianto non era ancora in

funzione e un’amministrazione pubblica che non doveva rientrare nell’indagine; nel

complesso pertanto il campione posto a descrizione della popolazione è composto da 322

unità.

(N° impianti finanziati /n° campione) = (2.110/1.341) = 1,57(N° impianti finanziati /n° campione) = (2.110/1.341) = 1,57(N° impianti finanziati /n° campione) = (2.110/1.341) = 1,57(N° impianti finanziati /n° campione) = (2.110/1.341) = 1,57

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

120

Nella maggior parte dei casi (258 impianti), l’impianto a biomassa installato è del tipo a

legna, seguito da impianti a pellets (41) e, in ultima analisi, da impianti a cippato (23).

IMPIANTO A PELLETS;

13%

IMPIANTO A LEGNA;

80%

IMPIANTO A

CIPPATO; 7%

Grafico 104: tipologia di impianto a biomassa.

Al variare della tipologia di combustibile la potenza installata differisce in modo marcato

mostrando diverse tipologie di impianti: i sistemi a cippato sono posti per lo più a servizio di

utenze plurifamiliari; gli impianti a pellets e a legna a servizio di unità singole o plurime.

118

44

28

0

20

40

60

80

100

120

140

IMPIANTO A CIPPATO

IMPIANTO A PELLETS

IMPIANTO A LEGNA

Grafico 105: potenza installata.

L’analisi sulla superficie servita dai differenti sistemi di riscaldamento, dichiarata dal

campione, enfatizza in modo ancora più marcato tale aspetto, consentendo di sviluppare

un’ulteriore riflessione: mentre rimane evidente il fatto che i sistemi a cippato sono posti a

servizio di utenze plurime, il grafico seguente sottolinea come l’impianto a legna sia

solitamente utilizzato per il riscaldamento di unità abitative singole, mentre i sistemi a pellets

siano adottati nel caso di utenze plurime.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

121

529

224157

0

100

200

300

400

500

600

IMPIANTO A CIPPATO

IMPIANTO A PELLETS

IMPIANTO A LEGNA

Grafico 106: superficie media in mq riscaldata da impianti a biomassa.

Il periodo di utilizzo degli impianti differisce a seconda della tipologia: l’impianto a legna

viene utilizzato 7 mesi all’anno, ad evidenziare un uso tradizionale; gli impianti a pellets e a

cippato rispettivamente per 9 e 10 mesi.

L’ammontare complessivo di biomassa legnosa impiegata L’ammontare complessivo di biomassa legnosa impiegata L’ammontare complessivo di biomassa legnosa impiegata L’ammontare complessivo di biomassa legnosa impiegata a fini energetici, a servizio di

utenze domestiche o plurifamiliari sul territorio provinciale, è è è è stato stato stato stato pari apari apari apari a 81818181.2.2.2.256 quintali56 quintali56 quintali56 quintali

equivalentiequivalentiequivalentiequivalenti, con una media , con una media , con una media , con una media didididi 160 160 160 160 quintaliquintaliquintaliquintali per impianto.per impianto.per impianto.per impianto.

Il dato è il risultato dell’elaborazione delle risposte del campione che, a seconda dei casi,

indicava il quantitativo consumato direttamente in quintali, oppure in metri cubi o metri steri;

nello specifico il campione intervistato ha dichiarato un consumo di:

• 21.470 quintali;

• 4.516 metri cubi;

• 1.276 metri steri.

Il dato è stato uniformato considerando le seguenti indicazioni:

• 1 mc conifera = 5,5 quintali;

• 1 mc latifoglia = 8 quintali;

• 1 mc misto = 6,75 quintali;

• 1 mst = 0,65 metri cubi.

Le modalità di stoccaggio del materiale mostrano seguono una corretta prassi di

immagazzinamento della materia prima (67% tettoia, 28% locale chiuso); solo nel 5% dei

casi la biomassa viene stoccata in piazzali all’aperto.

La modalità di reperimento della biomassa maggiormente diffusa è ancora una volta il

canale tradizionale dell’auto-approvvigionamento di legna, legname tondo o ramaglia;

rimane poco rappresentato il pellets che viene evidentemente acquistato da rivenditore.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

122

ramaglia; 11,6%

cascami; 6,2%

rinnovo impianti;

6,3%

pellets; 0,1%

segatura; 4,2%

scarti di

lavorazione; 2,8%

legna/tondame;

58,7%

cippato pronto;

10,1%

Grafico 107: modalità di reperimento della biomassa.

La biomassa maggiormente utilizzata a scopi energetici, secondo le tipologie

precedentemente descritte, rimane quella fornita dalle essenze lignee di conifera, che

partecipa alla definizione della domanda per il 47% del totale (38.450 quintali); seguita

dalle latifoglie (21.287 quintali) e da una mescolanza di essenze legnose per la restante

parte (21.519 quintali).

larice;

11%pino;

5%

latifoglie;

26%

altro/mix;

26%

abete;

32%

Grafico 108: essenza legnosa utilizzata.

Rimane evidentemente escluso il pellet, la cui composizione lignea è variabile.

L’approvvigionamento avviene prevalentemente in sede locale (la sede del fornitore coincide

con lo stesso comune amministrativo in cui è situato l’impianto).

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

123

estera; 3,1%

nazionale ; 5,6%

provinciale; 4,8%

locale; 86,5%

Grafico 109: sede del fornitore.

Ciò è ulteriormente comprovato dal fatto che, se consideriamo questa volta in termini

ponderali la quantità di biomassa utilizzata negli impianti, il valore relativo

all’autoproduzione è elevato.

impresa boschiva

0,24%

segheria

13,71%

altro

0,21%

autoproduzione

73,62%

rivenditore

12,22%

Grafico 110: fornitore della biomassa.

La domanda di materiale legnoso derivante da impianti a biomassa di piccola taglia a

servizio di utenze domestiche o plurifamiliari, rappresentando una quota minore nella stima

di biomassa utilizzata a livello domestico (già oggetto di specifica indagine), si comporta

analogamente, con una filiera in gran prevalenza locale.

Il sistema di riscaldamento preferito è ancora legato a sistemi “tradizionali”, rivolti

principalmente all’autoconsumo e caratterizzato principalmente dall’autoproduzione della

legna da ardere.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

124

Sommario – Impianti a biomassa di piccola taglia a servizio di utenze domestiche o plurifamiliari

Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:

I. l’autoproduzione garantisce:

i. una filiera corta e locale

ii. approvvigionamento diffuso e puntiforme

Punti Punti Punti Punti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::

I. i generatori di calore maggiormente diffusi presentano ridotte efficacia ed innovazione

(in virtù del tipo di prodotto utilizzato);

II. l’autoproduzione attiva limitatamente la filiera;

III. la domanda è facilmente destabilizzabile.

8.126,00 ton

- mst

min. med. max.

n.d. - n.d.

min. med. max.

n.d. - n.d.

min. med. max.

n.d. - n.d.

min. med. max.

n.d. - n.d.

TOTALE:

**Franco partenza IVA inclusa

PREZZO* €/q

CASCAMI / SEGATURA (1056 t)

USO DOMESTICO - IMPIANTI DI PICCOLA TAGLIA

DOMANDA DI BIOMASSA:

PREZZO* €/q

LEGNA (5769 t)

CIPPATO (813 t)

PREZZO* €/q

REIMPIANTI (488 t)

STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO*

N.D.*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dal periodo e dall'umidità del materiale. L'analisi dei

prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.

Tabella 55: quadro riassuntivo.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

125

Reimpiego dei sottoprodotti nelle aziende della fil iera

La valutazione sul reimpiego in azienda dei sottoprodotti legnosi delle lavorazioni di filiera

completa lo schema generale di tutte componenti della domanda di biomassa per usi

energetici. Le aziende del comparto sono inquadrabili in due macro categorie:

• prima lavorazione, corrispondenti ai settori delle segherie e delle aziende

imballaggiste;

• seconda lavorazione: falegnamerie, carpenterie, serramentisti ed altri settori

che utilizzano semilavorati legnosi.

All’interno della prima tipologia rientrano le aziende che lavorano tondame grezzo,

fornendo il mercato di prodotto semilavorato di vario genere, destinato alle seconde

lavorazioni. In quest’ambito va sottolineata l’importanza della categoria economica della

produzione di imballaggi che, soprattutto in alcuni ambiti della provincia (Val di Non e Val

di Ledro), costituiscono l’attività preponderante delle aziende della filiera del legno.

L’attività svolta dalle aziende inquadrate nella seconda lavorazione risulta molto più

diversificata e specializzata su categorie specifiche di prodotti (arredi, carpenteria ed edilizia

in legno, serramenti).

L’indagine condotta dall’Ente camerale sulla filiera foresta-legno in provincia di Trento

rappresenta la base informativa di partenza per l’analisi del fenomeno dei reimpieghi per

scopi energetici dei sottoprodotti derivanti dalle lavorazioni legnee.

All’interno dello studio viene infatti indagato, oltre al quantitativo complessivo di

sottoprodotti ottenuti dalla lavorazione della materia prima, anche la destinazione finale di

tale materiale.

I risultati espressi non sono stati sottoposti ad inferenza, in quanto l’indagine ha coinvolto

l’intera popolazione statistica.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

126

Prima lavorazione

Le aziende di prima lavorazione presenti in provincia di Trento si distribuiscono piuttosto

uniformemente sul territorio, con l’unica eccezione dell’area del Primiero21, in cui

rimangono attive solamente 4 imprese, e dal distretto di Cles, in cui si concentrano invece

36 unità locali.

74

7

2019

1215

1211

36

0

5

10

15

20

25

30

35

40

CAVALESE

PRIMIE

RO

BORG

O V

ALSU

GANA

PERGINE V

ALSUG

ANA

TRENTOCLE

S

MALE

'

TION

E

RIVA D

EL GARDA

ROVERETO

Grafico 111: prima lavorazione – numero aziende distribuite per distretto

La capacità lavorativa media si aggira attorno a poco meno di 1.000 mc per addetto su

base annua: un volume piuttosto ridotto che lascia denotare una struttura aziendale di

medio-piccole dimensioni.

Si sottolinea, inoltre, come la struttura e l’organizzazione delle aziende possano ritenersi

analoghe sull’intero territorio provinciale.

L’indagine evidenzia infatti piccoli scostamenti dal valore medio lavorato per addetto; unica

eccezione è rappresentata in questo caso dalle aziende ricadenti sul distretto di Trento.

21 Nell’indagine camerale, al fine di uniformare i dati rispetto alla ripartizione sub-territoriale della provincia di Trento, si è fatto riferimento ai distretti forestali.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

127

0,00

500,00

1000,00

1500,00

2000,00

2500,00

CAVALESE

PRIMIE

RO

BORG

O V

ALSU

GAN

A

PERG

INE

VALSUGAN

A

TREN

TOCLE

S

MALE

'

TIO

NE

RIVA D

EL G

ARDA

ROVERET

O

Legname lavorato per addetto

Media di legname lavorato per

addetto

Grafico 112: prima lavorazione – legname lavorato per addetto.

Nel complesso il comparto si presenta omogeneo, consentendo un’analisi aggregata per

l’intero territorio provinciale.

L’indagine camerale sulla quantificazione degli scarti uscenti dal processo di trasformazione

ha inoltre consentito di determinare che la resa media in semilavorato rispetto al volume di

tondame immesso nel processo di trasformazione è pari al 70%.

Si tratta sicuramente di un’informazione soggetta a variazioni a livello aziendale, ma che di

fatto permette di quantificare in maniera abbastanza precisa la biomassa legnosa derivante

dai cascami di lavorazione.

La ripartizione in tipologie degli stessi, dichiarata dagli stessi intervistati, è riportata nella

tabella sottostante.

mc % mc %

CORTECCIA 24981 8,2% 100 0,4%

CIPPATO 96009 31,5% 3275 3,4%

SEGATURA 78739 25,8% 4886 6,2%PEZZI, REFILI, TESTE, RITAGLI

34632 11,4% 1996 5,8%

TRUCIOLI 5656 1,9% 399 7,1%

LEGNA DA ARDERE 5066 1,7% 0 0,0%

ALTRA BIOMASSA 60000 19,7% 0 0,0%

TOTALE 305.083 100,0% 10.656 5,2%

QUANTITA' COMPLESSIVA PRODOTTASCARTI DALLA I

LAVORAZIONE

REIMPIEGO IN AZIENDA A FINI ENERGETICI

Tabella 56: tipologie e volumi di scarti (in mc) prodotti dalle aziende di prima lavorazione.

Gli scarti di lavorazione reimpiegati in azienda a scopi energetici rappresentano soltanto il

5,2% del totale prodotto, pari a 10.656 metri cubi equivalenti10.656 metri cubi equivalenti10.656 metri cubi equivalenti10.656 metri cubi equivalenti.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

128

Considerando che il peso di un metro cubo di legname tondo di abete rosso con 40% di

umidità risulta pari a 631 kg, si perviene ad una stima di 67.67.67.67.222239393939 quintali quintali quintali quintali di biomassa di biomassa di biomassa di biomassa

reimpiegata.reimpiegata.reimpiegata.reimpiegata.

Lo sfruttamento in azienda dei propri sottoprodotti riguarda esclusivamente la produzione di

energia termica per il riscaldamento degli ambienti di lavoro o per l’essiccazione artificiale

del legname all’interno dei forni a convezione. In nessun caso i residui di lavorazione

vengono usati per la produzione di altri semilavorati destinati al riutilizzo aziendale.

Nel grafico seguente si riportano, in termini percentuali, le differenti quote, rispetto al totale

dei cascami prodotti dalle aziende, di sottoprodotti reimpiegati a scopi energetici.

CIPPATO; 3,4%

SEGATURA;

6,2%

TRUCIOLI;

7,1%

PEZZI, REFILI,

TESTE,

RITAGLI; 5,8%

CORTECCIA;

0,4%

Grafico 113: reimpiego in azienda a fini energetici dei sottoprodotti della prima lavorazione.

Segature, refili e trucioli, che rappresentano complessivamente il 19% dei sottoprodotti della

prima lavorazione, sono le categorie merceologiche maggiormente valorizzate a scopo

energetico.

In termini di partecipazione ponderale, in riferimento al solo reimpiego energetico, i valori

sopra riportati presentano una netta modificazione sull’importanza/utilità energetica

attribuita dalle aziende.

Il reimpiego aziendale delle biomasse disponibili si poggia principalmente sulla segatura di

legno (per oltre un 45% della biomassa utilizzata). Si evidenzia quindi una maggiore

flessibilità nella valorizzazione energetica dei sottoprodotti di lavorazione, rispetto a quanto

rilevato per le centrali di teleriscaldamento a biomassa in cui il materiale fine non viene

considerato idoneo per tali scopi. Segue, per importanza, il cippato (per un 30,7%) ed il

materiale intero e grezzo come refili, teste e ritagli.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

129

SEGATURA;

45,9%

CIPPATO; 30,7%

TRUCIOLI; 3,7%

PEZZI, REFILI,

TESTE, RITAGLI;

18,7%

CORTECCIA;

0,9%

Grafico 114: ripartizione percentuale per tipologia del volume di biomassa reimpiegato per scopi energetici nella prima lavorazione.

L’indice descrittivo del consumo di metri cubi equivalenti di sottoprodotto reimpiegato a fini

energetici, rispetto al totale delle superfici coperte aziendali (dato dalla somma delle

superfici a laboratorio, ufficio, magazzino e negozio), risulta essere pari a 0,054 mc/mq. In

altri termini le aziende reimpiegano 0,054 metri cubi di materiale legnoso, per il

riscaldamento di un metro quadro di superficie aziendale.

Lo stesso valore, se confrontato con l’analogo calcolato per le aziende della seconda

lavorazione, evidenzia un impiego doppio di materiale legnoso a parità di superficie

aziendale.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

130

Sommario - Reimpiego dei sottoprodotti nelle aziend e della filiera – prima lavorazione

6.724,00 ton

mst

min. med. max.

n.d. - n.d.

min. med. max.

n.d. - n.d.

min. med. max.

n.d. - n.d.

min. med. max.

n.d. - n.d.

min. med. max.

n.d. - n.d.

TOTALE:

**Franco partenza IVA inclusa

PREZZO* €/mst

SEGATURA (3086 t)

PREZZO* €/mst

CIPPATO (2064 t)

REFILI/CASCAMI (1257 t)

TRUCIOLI (249 t)

RIUTILIZZO AZIENDALE - Segherie

DOMANDA DI BIOMASSA:

PREZZO* €/mst

PREZZO* €/mst

ALTRO (67 t)

N.D.*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dal periodo e dall'umidità del materiale. L'analisi dei

prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.

STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO*

Tabella 57: quadro riassuntivo.

Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:

I. gli scarti aziendali non riutilizzati (circa il 95%) alimentano fortemente l’offerta;

II. offerta diffusa

Punti Punti Punti Punti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::

I. ridotto quantitativo reimpiegato;

II. il reimpiego è funzionale all’azienda (riscaldamento dei locali, essicazione dei

materiale legnosi); l’energia prodotta non viene ceduta all’esterno.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

131

Seconda lavorazione

Le aziende operanti nel settore della seconda lavorazione presentano una numerosità

quattro volte superiore rispetto a quelle del primo segmento della filiera e si distribuiscono

geograficamente come mostrato nel grafico sottostante (cfr. nota 21).

9181

39

73

63

26

52

25

32

106

0

20

40

60

80

100

120

CAVALESE

PRIMIE

RO

BORGO

VALS

UGANA

PERGIN

E VALS

UGAN

A

TRENTOCLE

S

MALE

'

TION

E

RIVA D

EL G

ARDA

ROVERETO

N. AZIENDE

Grafico 115: nr. di aziende della seconda lavorazione: distribuzione per distretto.

Considerata la presenza di diversi settori nel segmento produttivo della seconda

lavorazione, la ricerca svolta dall’Ente camerale sulla filiera foresta-legno ha già messo in

evidenza che il volume di materia prima lavorato per addetto è tendenzialmente uniforme

nell’ambito di ciascun settore.

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

CAVALESE

PRIMIE

RO

BORG

O V

ALSUG

ANA

PERGIN

E VALS

UG

ANA

TRENTOCLE

S

MALE

'

TION

E

RIVA D

EL GARDA

ROVERETO

Legname lavorato per addetto

Media di legname lavorato per addetto

Grafico 116: seconda lavorazione – quantità di legname lavorato in mc per addetto.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

132

Altrettanto non può dirsi a livello di area geografica. Nei distretti di Borgo Valsugana e di

Trento risiedono le aziende rispettivamente a minore e a maggiore capacità produttiva per

addetto.

La tipologia di materia prima impiegata dalle aziende riguarda quasi esclusivamente il

semilavorato (tavolame, travatura, pannelli, impiallacciati, ecc.); il tondame – la cui

lavorazione produce, come è noto, mediamente poco meno del 30% di legno di scarto -

viene utilizzato in rarissimi casi. L’area geografica che fa eccezione è quella del distretto

forestale di Tione in cui si rileva la presenza di aziende specializzate nella lavorazione del

tondame grezzo per la costruzione di case in legno secondo il sistema “block bau”.

Proprio a causa del forte impiego di semilavorato nel segmento della seconda lavorazione,

la produzione di residui risulta più limitata, come esposto nella seguente tabella.

Quantità complessiva Reimpiego in azienda per usi energetici

Sottoprodotti in mc in % in mc in % sul

totale

CORTECCIA 25 0,16 - -

CIPPATO 480 2,98 259 3,56

SEGATURA e TRUCIOLI 9.599 59,61 4.216 58,02

PEZZI, REFILI, TESTE, RITAGLI

5.998 37,25 2.792 38,42

TOTALE 16.103 100,00 7.267 100,00

Tabella 57: produzione di scarti di lavorazione dalle aziende della seconda lavorazione

Quantitativi così esigui sono giustificati dal fatto che la materia prima utilizzata spesso è già

parzialmente lavorata.

Il reimpiego aziendale a scopo energetico, in termini percentuali, risulta essere molto più

marcato rispetto alle aziende di prima lavorazione e coinvolge una frazione legnosa pari al

45% del totale prodotto ovvero a 7777....267 metri cubi equivalenti.267 metri cubi equivalenti.267 metri cubi equivalenti.267 metri cubi equivalenti.

Applicando le conversioni di prassi, che considerano il peso di un metro cubo di legname

tondo di abete rosso con 40% di umidità equivalente a 631 kg, si arriva ad una stima di

45.45.45.45.855 quintali855 quintali855 quintali855 quintali.... Il reimpiego aziendale non riguarda esclusivamente la produzione di

energia termica. Una quota esigua del materiale legnoso, pari a 118 mc (0,7 %), viene

reimpiegato come semilavorato. Nel grafico seguente si riporta, in termini percentuali, la

ripartizione delle tipologie di cascame reimpiegate a scopi energetici, rispetto al totale

prodotto dalle aziende.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

133

0,00%

10,00%

20,00%

30,00%

40,00%

50,00%

60,00%

CIPPATO SEGATURA E TRUCIOLI PEZZI, REFILI, TESTE, RITAGLI

Grafico 117: percentuale di reimpiego a fini energetici dei sottoprodotti nelle aziende della seconda lavorazione.

Il cippato risulta essere il materiale che più si presta alla valorizzazione energetica, seguito

da segatura e refili.

In termini di partecipazione ponderale, in riferimento al solo reimpiego energetico, i valori

sopra riportati presentano una netta modificazione sull’importanza/utilità energetica

attribuita dalle aziende.

CIPPATO; 3,56%

SEGATURA E

TRUCIOLI;

58,02%

PEZZI, REFILI,

TESTE, RITAGLI;

38,42%

Grafico 118: ripartizione percentuale del volume di biomassa reimpiegata per tipologia a fini energetici nelle aziende della seconda lavorazione.

La fonte energetica principale delle aziende della seconda lavorazione è data dalla

componente di segatura e trucioli, che da sola copre il 58% del volume reimpiegato,

seguita dai pezzi, refili, teste e ritagli (38,4%) e per una quota esigua (3,5%) dal cippato.

L’indice descrittivo del consumo di metri cubi equivalenti di scarto reimpiegato a fini

energetici rispetto al totale delle superfici coperte aziendali (dato dalla somma delle superfici

destinate a laboratorio, ufficio, magazzino e negozio), per le aziende di seconda lavorazione

è di 0,020 mc per il riscaldamento di un metro quadro di superficie aziendale.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

134

Lo stesso valore, se confrontato con l’analogo calcolato per le aziende della prima

lavorazione (0,054 mc/mq), evidenzia un reimpiego di materiale legnoso per scopi

energetici decisamente più ridotto a parità di superficie riscaldata.

0,020

0,054

PRIMA LAVORAZIONE SECONDA LAVORAZIONE

mc/

mq

Grafico 119: reimpiego a scopo energetico – indice di riutilizzo mc/mq

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

135

Sommario - Reimpiego dei sottoprodotti nelle aziend e della filiera – Seconda lavorazione

4.586,00 ton

mst

min. med. max.

n.d. - n.d.

min. med. max.

n.d. - n.d.

min. med. max.

n.d. - n.d.

TOTALE:

**Franco partenza IVA inclusa

REFILI (1761 t)

CIPPATO (165 t)

SEGATURA (2660 t)

STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO*

N.D.*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dal periodo e dall'umidità del materiale. L'analisi dei

prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.

PREZZO* €/mst

RIUTILIZZO AZIENDALE - II lavorazione

DOMANDA DI BIOMASSA:

PREZZO* €/mst

Tabella 59: quadro riassuntivo.

Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:

I. Il 45 % degli scarti viene reimpiegato in azienda;

Punti Punti Punti Punti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::

I. Ridotto quantitativi immessi sul mercato;

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

136

ANALISI CONCLUSIVE SULLO STUDIO “LA FILIERA FORESTA -LEGNO-ENERGIA IN PROVINCIA DI TRENTO” Indice degli argomenti trattatiIndice degli argomenti trattatiIndice degli argomenti trattatiIndice degli argomenti trattati

1. Premessa

2. Un bilancio sintetico domanda/offerta di biomasse in Trentino

1. Analisi della domanda

2. Analisi dell’offerta

3. Indicazioni relative alle tipologie di biomasse

1. Legna da ardere

2. Cippato forestale

4. Conclusioni

1. Le caratteristiche della filiera foresta-legno-energia in Trentino

2. Le utilizzazioni forestali e gli usi civici

3. Le centrali di teleriscaldamento

4. Le caratteristiche del mercato delle biomasse

1. Premessa

Lo studio sull’offerta e sulla domanda di biomassa legnosa22 utilizzata a scopi energetici in

Trentino è ricco di dati quantitativi al punto che una sua analisi in termini aggregati

abbisogna di alcune precisazioni e di un’articolazione sistematica dei vari elementi di

conoscenza emersi dallo studio. 22 Definita ai sensi del DPCM 8 marzo 2002 “Disciplina delle caratteristiche merceologiche dei combustibili aventi rilevanza ai fini dell'inquinamento atmosferico, nonche' delle caratteristiche tecnologiche degli impianti di combustione” Allegato III; D. Lgs 387 dd 29/12/2003 e D.Lgs. 152/2006. Nel dettaglio il D.P.C.M. 8 Marzo 2002 (e ss.mm.) parla delle seguenti “biom“biom“biom“biomasse combustibili”:asse combustibili”:asse combustibili”:asse combustibili”:

Materiale vegetale prodotto da coltivazioni dedicate; Materiale vegetale prodotto da trattamento esclusivamente meccanico di coltivazioni agricole non dedicate;Materiale vegetale prodotto da trattamento esclusivamente meccanico di coltivazioni agricole non dedicate;Materiale vegetale prodotto da trattamento esclusivamente meccanico di coltivazioni agricole non dedicate;Materiale vegetale prodotto da trattamento esclusivamente meccanico di coltivazioni agricole non dedicate; Materiale vegetale prodotto da interventi selvicolturali, da manutenziMateriale vegetale prodotto da interventi selvicolturali, da manutenziMateriale vegetale prodotto da interventi selvicolturali, da manutenziMateriale vegetale prodotto da interventi selvicolturali, da manutenzioni forestali e da potatura;oni forestali e da potatura;oni forestali e da potatura;oni forestali e da potatura; Materiale vegetale prodotto dalla lavorazione esclusivamente meccanica di legno vergine e costituito da cortecce, Materiale vegetale prodotto dalla lavorazione esclusivamente meccanica di legno vergine e costituito da cortecce, Materiale vegetale prodotto dalla lavorazione esclusivamente meccanica di legno vergine e costituito da cortecce, Materiale vegetale prodotto dalla lavorazione esclusivamente meccanica di legno vergine e costituito da cortecce, segatura, trucioli, chips, refili e tondelli di legno vergine, granulati e cascami di legno vergine, granulati segatura, trucioli, chips, refili e tondelli di legno vergine, granulati e cascami di legno vergine, granulati segatura, trucioli, chips, refili e tondelli di legno vergine, granulati e cascami di legno vergine, granulati segatura, trucioli, chips, refili e tondelli di legno vergine, granulati e cascami di legno vergine, granulati e cascami di e cascami di e cascami di e cascami di sughero vergine, tondelli, non contaminati da inquinanti;sughero vergine, tondelli, non contaminati da inquinanti;sughero vergine, tondelli, non contaminati da inquinanti;sughero vergine, tondelli, non contaminati da inquinanti; Materiale vegetale prodotto dalla lavorazione esclusivamente meccanica di prodotti agricoli;

Altro strumento da considerare per la definizione di biomassa è il Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, che estende a tutta la parte biodegradabile dei prodotti: rifiuti e residui provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e rifiuti e residui provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e rifiuti e residui provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e rifiuti e residui provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesseanimali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesseanimali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesseanimali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, (nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani, purché non pericolosa ai sensi degli allegati del "Ronchi” Decreto Legislativo 5 Febbraio 1997, n. 22), la possibilità di utilizzo come la possibilità di utilizzo come la possibilità di utilizzo come la possibilità di utilizzo come combustibile in impianti di produzione di energia elettricacombustibile in impianti di produzione di energia elettricacombustibile in impianti di produzione di energia elettricacombustibile in impianti di produzione di energia elettrica. Vada bene però che tale definizione entra in conflitto con la normativa sui rifiuti che prescrive per gli stessi materiali nelle stesse forme, oneri e modalità di gestione differenti, nonchè l'esplicita autorizzazione, sia per il trattamento ai fini dello smaltimento D10, sia ai fini del recupero R1 e i relativi stoccaggi, rispettivamente D15 e R13; ai sensi degli articoli 208 o 214 del D. Lgs. 152/06.

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

137

I dati sono stati raccolti attraverso la predisposizione di questionari e la loro successiva

somministrazione su base campionaria; l’estensione del risultato alla popolazione del

segmento di attività considerata è avvenuto attraverso inferenza o stima; i risultati devono

pertanto essere interpretati come tali. Solo per alcuni segmenti d’indagine si sono resi

disponibili i dati rilevati o dichiarati che facessero riferimento all’intera popolazione.

I valori ottenuti sono indicativi di un “trend” relativo alla situazione provinciale con

riferimento agli aspetti del mercatomercatomercatomercato delle biomasse, con i fornitori (offerta) da un lato e

consumatori (domanda) dall’altro.

In questo senso devono quindi essere interpretate le due categorie (domanda e offerta) in

cui sono distinti i rispettivi flussi; per quanto riguarda in particolare l’offerta, dunque, non si

tratta di una stima riguardante la massima disponibilità potenziale a livello provinciale di

biomasse legnose, bensì della somma delle quantità ricavabili dai residui delle attività di

utilizzazione dei boschi, dall’agricoltura, dalle industrie di trasformazione del legname

rilevate e dal commercio.

Ciò detto, la differenza riscontrata all’attualità tra il quantitativo dell’offerta e quello della

domanda interna (cfr. tabella 60) può essere spiegata dai seguenti motivi:

− dal lato dell’offerta c’è una sottostima delle biomasse destinate all’autoconsumo,

soprattutto di quelle ricavate da boschi di proprietà privata;

− non tutti i flussi di offerta di origine extra-provinciale sono intercettati dallo studio,

mentre sono intercettati nella domanda (ad es. fornitori non provinciali di consumatori).

La stima sul medio periodo (2015) delle quantità coinvolte nella domanda/offerta sembra

fondata dove si registra dal lato della domanda un unico forte incremento del settore

teleriscaldamento (+73%; tra il 2008 ed il 2015) e una sostanziale stabilità degli altri settori

di consumo.

La principale voce della domanda è data dal fabbisogno per il riscaldamento domestico

della prima casa, che rappresenta circa l’85% del consumo; di questo solo il 30% circa è

garantito da fornitori e il restante è coperto dall’autoproduzione o dalle “sort/part”

pubbliche.

In conclusione dell’analisi della domanda complessiva di biomassa c’è da aspettarsi nel

medio termine un aumento considerevole dell’utilizzo di biomasse nel settore del

teleriscaldamento (cippato); molto più contenuto, invece, per le biomasse connesse

all’innovazione tecnologica di piccoli impianti di riscaldamento (legno bricchettato e pellets).

La valutazione al 2015 dell’offerta, così come elaborata nello studio, richiede alcune

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138

precisazioni:

• la stima dell’offerta da parte delle imprese di utilizzazione (+20%) da un lato è

giustificata dall’aumento della domanda per teleriscaldamento (cippato), ma

dall’altro è anche subordinata ad innovazioni organizzative nelle utilizzazioni

forestali di boschi pubblici e, in parte, dal futuro intervento contributivo provinciale

in favore della produzione di cippato proveniente da boschi trentini;

• l’aumento differenziato da parte dei settori – aziende agricole, CRM-CRZ, legna da

ardere – piccoli commercianti e catene di distribuzione – può apparire percorribile

in relazione al contenimento di consumi energetici in senso ecocompatibile, al

diffondersi di sistemi tecnologici di riscaldamento o tecniche di raccolta della

biomassa più avanzati e ad una ampia efficienza sul riuso dei rifiuti (CRM-CRZ);

• si ritiene, invece, che l’uso civico e l’autoproduzione rimangano invariati (a meno di

forti crisi sui mercati petroliferi, con aumento considerevole dei prezzi delle fonti

energetiche non rinnovabili), ferma restando la sottostima di base riferita

all’autoproduzione proveniente da boschi privati rilevata in analisi dell’offerta;

• le previsioni di aumento delle quantità in offerta provenienti dalle aziende di 1° e 2°

lavorazione indicate in un +10% potrebbero, a meno che i dati 2008 non siano già

influenzati da forti cali connessi alla crisi, essere riviste al ribasso.

In conclusione dell’analisi sul lato dell’offerta, l’aspettativa più fondata è quella relativa

all’aumento di produzione, essenzialmente di cippato proveniente dalle imprese di

utilizzazione e dal settore agricolo; solo marginalmente dal riuso del legno nella raccolta

differenziata, ritenuto difficilmente percorribile in relazione alle norme vigenti.

2. Un bilancio sintetico domanda/offerta di biomass e in Trentino

Il bilancio sintetico della domanda e dell’offerta di biomassa legnosa utilizzata a scopi

energetici rilevato in provincia di Trento nel periodo 2008 e 2009 è sintetizzato nello

schema seguente. I dati sono riportati in tonnellatein tonnellatein tonnellatein tonnellate equivalenti (cfr. nota 23), secondo

quanto più volte ribadito nelle analisi di ciascuna componente della filiera foresta-legno-

energia.

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139

PRIMA CASA IMPRESE DI UTILIZZAZIONE

431.888 32.284

SECONDA CASA FORESTE PUBBLICHE E PRIVATE^

12.500 116.677

PIZZERIE AZIENDE AGRICOLE*

4.812 35.665

TELERISCALDAMENTO PRIMA LAVORAZIONE

28.873 189.165

PRIMA LAVORAZIONE SECONDA LAVORAZIONE

6.724 3.552

SECONDA LAVORAZIONE CRM - CRZ

4.586 0

LEGNA DA ARDERE

nb: Nelle voci "1° e 2° 9.730

casa" sono già computati gli PICCOLI COMMERCIANTI

impianti di piccola taglia 5.898

CATENA DI DISTRIBUZIONE **

AZIENDE VARIE ° 35.000

17.500

506.883 427.971

DOMANDA RILEVATA OFFERTA RILEVATA

Tabella 60: bilancio sintetico sulla domanda/offerta di biomassa rilavato in Trentino nel 2008-2009

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140

2.1. Analisi della domanda

La domanda di biomassa destinata a scopi energetici in provincia di Trento è pari a:

506.883506.883506.883506.883 tonnellate tonnellate tonnellate tonnellate equivalentiequivalentiequivalentiequivalenti23232323....

Il consumo principale è dato dal riIl consumo principale è dato dal riIl consumo principale è dato dal riIl consumo principale è dato dal riscaldamento domestico della prima casa che da sola scaldamento domestico della prima casa che da sola scaldamento domestico della prima casa che da sola scaldamento domestico della prima casa che da sola

rappresenta l’8rappresenta l’8rappresenta l’8rappresenta l’85555,2,2,2,2% della domanda% della domanda% della domanda% della domanda; seguito dal consumo delle centrali di

teleriscaldamento attive sul territorio.

TELERISCALDA-

MENTO

6%

I° LAVORAZIONE

1,3%

II° LAVORAZIONE

0,9%

AZIENDE VARIE

3,5%

II° CASA

2,5%PIZZERIE

0,9%

I° CASA

85,2%

Grafico 120: distribuzione percentuale della domanda di biomassa legnosa utilizzata in provincia di Trento

Il 33% del volume consumato viene soddisfatto rivolgendosi a fornitori in generale, la

rimanente quota è autoprodotta, intendendo sia da approvvigionamento autonomo su

suolo forestale o agricolo di proprietà, che su suolo pubblico per soddisfacimento del diritto

di uso civico, che il riutilizzo nelle aziende dello scarto prodotto dalle lavorazioni della

filiera.

L’approvvigionamento di materiale legnoso proveniente dalle foreste pubbliche (sort) e

destinato al fabbisogno domestico copre quasi il 30% della domanda complessiva; i

quantitativi intercettati con l’analisi dell’offerta e della domanda appaiono però solo in

parte sovrapponibili per le motivazioni precedentemente elencate (cfr considerazioni

espresse in tabella 1).

A quantitativi globali differenti si contrappone però un valore medio rilevato per nucleo

familiare pressoché similare (32 q.li in analisi della domanda e 35 q.li in analisi 23 tonnellate equivalenti: trasformazione di biomassa espressa in mc/mst in tonnellate al 40% di umidità secondo le differenti essenze legnosa.

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141

dell’offerta).

L’approvvigionamento su suoli privati copre un'altra importante quota della domanda

(135.825 t. eq.; 26,8%); anche in questo caso si è rilevata una discrepanza tra i valori

rilevati, dovuti alle problematiche di definizione già espresse.

Il verde agricolo copre con le sue 46.489 t il 9% della domanda e rappresenta la terza voce

fondamentale dell’autoproduzione.

I produttori che garantiscono il soddisfacimento della domanda sono:

• le imprese forestali che partecipano in modo estremamente marginale all’offerta

con una produzione pari a circa l’ 1% (4018 t eq.) rivolgendosi solo a tre dei sette

capitoli della stessa (domanda espressa dalle pizzerie e dagli impianti di

teleriscaldamento o di piccola taglia);

• le segherie che si rivolgono quasi esclusivamente alle centrali di teleriscaldamento e

agli impianti di piccola taglia (26.102 t eq.);

• i fornitori, che coprono tutte le categorie della domanda, rappresentando

l’interlocutore più attivo all’interno della filiera sia in termini di presenza che di

quantitativi distribuiti (127.734 t.eq.).

71%81%

9%

74%

100% 100%

0%

20%

40%

60%

80%

100%

D1 I ca

sa

D1 II c

asa

D2 Pizz

erie

D3 Tele

risca

ldam

ento

D4 Imp. p

icco

la ta

glia

D5 Reim

p. I la

vora

zione

D6 Reim

p. II l

avora

zione

VERDE AGRICOLO

ALTRO

SEGHERIA

IMP. FORESTALE

FORNITORE

AUTOPRODUZIONE

Grafico 121: distinzione dei fornitori di biomassa per capitolo della domanda

Le filiere, per semplicità descrittiva, sono così descritte:

I. locali e corte, caratterizzate da pochi “attori”:

IMPRESA DI UTILIZZAZIONE/RIVENDITORE → ACQUIRENTE

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142

La filiera è composta per lo più di aziende artigiane di utilizzazione forestale che

integrano il reddito con la vendita di legna da ardere e/o di aziende specializzate

soprattutto localizzate nel basso Trentino.

II. lunghe e solo in parte locali: appaiono meno “sostenibili” in quanto caratterizzate caratterizzate caratterizzate caratterizzate

da da da da una forte importazione di materia una forte importazione di materia una forte importazione di materia una forte importazione di materia da paesi esterida paesi esterida paesi esterida paesi esteri; ; ; ; questa si presenta come un

prodotto facilmente replicabile e a ridotto valore aggiunto che subisce pertanto la

filiera:

IMPRESA DI UTILIZAZIONE ESTERA/PRIMO RIVENDITORE → FORNITORE ITALIANO → ACQUIRENTE

91,7% 94,3%100,0%

59,0%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

D1 I ca

sa

D1 II c

asa

D2 Pizz

erie

D3 Tele

risca

ldam

ento

D4 Imp. p

icco

la ta

glia

D5 Reim

p. I la

vora

zione

D6 Reim

p. II l

avora

zione

ALTRO

SEGATURA

VERDE AGRICOLO

CASCAMI FORESTALI

CORTECCIA

TRUCIOLI

REFILI

CIPPATO

PELLET

BRIQUETTE

LEGNA

Grafico 122: tipologia di prodotto richiesta nelle differenti componenti della domanda.

La legna è la categoria merceologica prevalente e utilizzata quasi esclusivamente in ambito

domestico, una parte minoritaria viene richiesta a scopo commerciale (pizzerie); la sua

produzione non comporta rilevanti dotazioni tecnologiche e, tanto meno, innovazioni di

processo o problematiche di stoccaggio, è, pertanto, presumibile che nei prossimi anni

rappresenterà la categoria merceologica di riferimento della biomassa legnosa utilizzata a

scopi energetici.

Il cippato viene preferito negli impianti industriali cosicché gli impianti di teleriscaldamento

rappresentano il principale consumatore del prodotto fornito dalle segherie; nel prossimo

futuro si prevede un considerevole aumento della richiesta di cippato per possibili

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143

realizzazioni di nuove centrali24.

Un’ulteriore distinzione apportata a livello dei singoli capitoli della domanda consente di

affermare inoltre che:

• nella prima e nella seconda lavorazione si riutilizza a scopi energetici una quota

considerevole di segatura;

• il cippato forestale ha un mercato marginale;

• Il verde agricolo è quasi del tutto riutilizzato in azienda o nelle utenze domestiche;

• le quantità di residui legnosi accumulate nei C.R.M. e C.R.Z. non sono rilevabili in

analisi della domanda a evidenziare un problema oggettivo di recupero.

REFILI

0,9%

CIPPATO

6,0%

TRUCIOLI

0,1%

CORTECCIA

0,1%VERDE AGRICOLO

0,2%

SEGATURA

1,2%

CASCAMI

FORESTALI

0,6%

ALTRO

3,8%

PELLET

1,6%

LEGNA

83,9%

BRIQUETTE

1,7%

Grafico 123: tipologia di materiale legnoso utilizzata

24 Diverse sono le progettazioni di impianti nuovi in fase di autorizzazione.

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144

2.2. Analisi dell’offerta La biomassa legnosa offerta dalla filiera in Trentino è pari a:

427427427427.971.971.971.971 tonnellate tonnellate tonnellate tonnellate equivalentiequivalentiequivalentiequivalenti25.

L’offerta potenziale esistente e rilevata in analisi della filiera è maggiore ma non raggiunge

il mercato; le aziende agricole producono dall’attività d’impresa 81.954 t di residui

derivanti da potature e reimpianti, ma la normale pratica agronomica non induce a

valorizzare l’intera disponibilità di materiale a scopi energetici.

I CRM e CRZ producono 8.343 t eq. di materiale composto da legno trattato, non trattato e

verde. Questi rifiuti sono spesso mescolati e ai sensi del D.P.C.M. 8 Marzo 2002 (e ss.mm.)

non possono essere immessi sul mercato come “biomasse combustibili” perché non

derivanti interamente da legno vergine.

Il Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 estende infatti alla parte biodegradabile

dei rifiuti industriali e urbani, purché non pericolosa ai sensi degli allegati del "Ronchi”

Decreto Legislativo 5 Febbraio 1997, n. 22, la possibilità di utilizzo come combustibile. Va

rilevato però che tale definizione entra in conflitto con la normativa sui rifiuti che prescrive

per gli stessi materiali, nelle stesse forme, oneri e modalità di gestione differenti, nonchè

l'esplicita autorizzazione, sia per il trattamento ai fini dello smaltimento che ai fini del

recupero e i relativi stoccaggi, ai sensi degli articoli 208 o 214 del D. Lgs. 152/06.

Nella pratica, quando ad esempio un impianto tratta materiali assimilabili a fonti rinnovabili

includendo anche rifiuti gestiti come tali (quindi prodotti come rifiuti, classificati come tali

con relativa attribuzione di codice CER, trasportati con l'ecobolla) e li stocca nei propri

depositi, producendo quindi energia termica e/o elettrica, potrebbe essere incluso sia nelle

definizioni del D. Lgs. 387/2003 sia in quelle del D. Lgs. 152/06 . In effetti il DM 5 maggio

2006 rinvia sia al D. Lgs 133/2005 (ma per i limiti di emissione, non per le procedure) sia

all'art. 12 del D. Lgs 387/03 per gli impianti alimentati da rifiuti assimilabili a fonti

rinnovabili (“di cui al presente decreto").

25 Tonnellate equivalenti: trasformazione di biomassa espressa in mc/mst in tonnellate al 40% di umidità secondo le differenti essenze legnose.

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145

INPUT OFFERTA

IMPRESE D'UTILIZZAZIONE FORESTE PUBBLICHE PAT

32.284 27.441

AGRICOLTURA PAT

2.260

RIPULITURA ALVEI PAT

2.583

FORESTE PUBBLICHE E PRIVATE^ FORESTE PUBBLICHE E PRIVATE PAT^

116.677 116.677

AZIENDE AGRICOLE* AGRICOLTURA PAT

35.665 81.954

PRIMA LAVORAZIONE TONDAME PAT

189.165 333.337

TONDAME NAZIONALE

6.173

TONDAME EUROPEO

277.781

SECONDA LAVORAZIONE LEGNAME PAT

3.552 3.853

LEGNAME NAZIONALE

471

LEGNAME EUROPEO

15.331

LEGNAME EXTRAEUROPEO

309

CRM - CRZ LEGNO TRATTATO / NON TRATTATO PAT

0 8.343

VERDE PAT

12.820

LEGNA DA ARDERE LEGNAME PAT

9.730 6.033

LEGNAME NAZIONALE

2.919

LEGNAME EUROPEO

778

PICCOLI COMMERCIANTI LEGNAME PAT

5.898 177

LEGNAME NAZIONALE

413

LEGNAME EUROPEO

5.308

CATENA DI DISTRIBUZIONE** LEGNAME PAT

35.000 1.050

LEGNAME NAZIONALE

2.450

LEGNAME EUROPEO

31.500

427.971 939.961

*Stima prudenziale

^Sottostima. Il prelievo su suolo privato non sempre è soggetto ad assegno forestale.

309

330.698

LEGNAME EXTRA-EUROPEO

OFFERTA DI BIOMASSA LEGNOSA

**Dati espressi in peso trasformando masse volumiche o steriche. Contenuto idrico pari al 40% e fattori orientativi di conversione tra i

più comuni assortimenti riportati in allegato alle norme austriache ONORM M7132 e M7133. Peso espresso in tonnellate.

Valori espressi in tonnellate***

OFFERTA

LEGNAME PAT

LEGNAME EUROPEO

499.494

AGRICOLTURA / VERDE PAT

97.034

LEGNAME NAZIONALE

12.426

Tabella 61 : biomassa legnosa generata dalla filiera in Trentino rilevata in analisi dell’offerta

Appare infatti certo che un impianto che producesse energia termica da biomasse e rifiuti

non pericolosi assimilabili debba rispettare integralmente anche la normativa rifiuti (come

prescrive, tra l'altro, la Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio 2001/77/CE del

27 settembre 2001) almeno sotto il profilo degli stoccaggi, quindi essere autorizzato per

questo anche ai sensi del D. Lgs. 152/06. Questa sembrerebbe la soluzione, ma resta un

problema: si stoccherebbe un rifiuto violando la definizione di "messa in riserva" o "Deposito

preliminare" ai sensi della normativa rifiuti non invia effettivamente ad un'operazione di

recupero rifiuti o smaltimento rifiuti debitamente autorizzata (bisogna che l'impianto sia in

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146

grado di rilasciare il certificato di avvenuto smaltimento o recupero). Ne deriva che senza

preventivo trattamento meccanico tale quota di materiale non può essere immessa sul

mercato.

Le aziende della prima lavorazione immettono il 44% della biomassa disponibile, contro un

27% derivante dagli usi civici (tale valore sottostimato potrebbe realisticamente essere pari

al 40%); le aziende agricole un 8%.

Il quantitativo di biomassa offerto dalle imprese d’utilizzazione forestale rappresenta l’8%; la

catena di distribuzione e i piccoli commercianti immettono rispettivamente l’8% e il 2%.

Per comprendere appieno come la biomassa viene generata, è necessario tenere in

considerazione che essa, di fatto, ha origine da materia prima di produzione (taglio o

semilavorazione) sia locale che estera, come ha evidenziato la ricerca condotta dall’Ente

camerale sulla struttura della filiera foresta-legno in Trentino, fortemente dipendente da

approvvigionamenti di materia prima estera (sia tondame che, soprattutto, semilavorato).

Il quantitativo di biomassa legnosa viene generato da 939.961 tonnellate equivalenti di

legname proveniente per un 64% direttamente dai suoli forestali o agricoli provinciali e per

un 35% approvvigionato dall’estero.

La differenza tra i due valori (500mila tonnellate equivalenti) è rappresentata da prodotto

finito o semilavorato immesso sul mercato e naturalmente dal quantitativo di biomassa che

fuoriesce dalla matrice dei valori di input–ouput.

Il quantitativo esportato dalla provincia di Trento, stando ai dati emersi dall’incrocio delle

analisi condotte sui due fronti, ammonta a circa 71.000 tonn. stimate di cippato ed ulteriori

28.000 tonn. di materiale legnoso di scarto destinato alla lavorazioni derivate (pannellifici).

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147

3. Indicazioni relative alle principali tipologie d i biomasse in Trentino

Un’ulteriore valutazione dei dati raccolti dallo studio, in funzione del prodotto fornito e

consumato e non in funzione dei soggetti fornitori e consumatori, ragionando per quanto

possibile con valori aggregati, appare anch’esso significativo ai fini dell’analisi della filiera

foresta-legno–energia trentina.

I dati a disposizione sono trattati in ragione delle due principali tipologie di biomassa

rilevate: legna legna legna legna grezza grezza grezza grezza in ciocchiin ciocchiin ciocchiin ciocchi e cippatocippatocippatocippato.

Per ognuno delle tipologie l’analisi conclusiva riguarda i seguenti aspetti:

a) ruolo nella filiera foresta-legno-energia;

b) principali canali di approvvigionamento;

c) principali consumatori;

d) il trend;

e) il mercato.

3.1. Legna in ciocchi

a) Ruolo nella filiera foresta-legno-energia

In Trentino la legna da ardere (in pezzi/in ciocchi), usata in modo tradizionale, ha un ruolo

ancora largamente dominante, rappresentando poco più dell’ 81% del quantitativo di

biomassa rilevato in analisi della domanda. Occorre inoltre sottolineare il fatto che la legna

proveniente dall’uso civico esercitato su suolo pubblico e dall’autoproduzione forestale e

agricola rappresentano un volume equivalente a quasi il 70% dell’intera biomassa offerta in

Trentino.

Dal lato del consumo (prima e seconda casa), la domanda pari a 444.388 t (l’88% del

consumo totale) è costituita da legna ancora per il 91,8%. La produzione è diffusa

sull’intero territorio, coincidendo di fatto con il luogo di consumo.

b) I principali canali di approvvigionamento

I principali canali di approvvigionamento sono l’uso civico e l’autoproduzione ricavata da

boschi privati e dal settore agricolo; peraltro come più volte sottolineato il dato realmente

fornito appare, per svariate ragioni e soprattutto per l’autoproduzione da boschi privati

decisamente sottostimato. Una quota stimabile attorno al 30% del totale di legna grezza

proviene da aziende e commercianti (rivenditori) che si riforniscono anche sul mercato

extraprovinciale (per circa il 40% dell’offerta).

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

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c) I principali consumatori

Sono le prime case che richiedono circa 396.000 t di legna come combustibile, le seconde

case con 11.750 t e le pizzerie con 4812 t. Da sottolineare l’elevato grado di soddisfazione

espresso dagli utenti domestici, rispetto ad un sostanziale autoconsumo di tipo tradizionale,

che è percepito come economico e pratico; ad indicare una forte penetrazione del prodotto

e un utilizzo trasversale (quasi il 64% delle prime case e il 94% delle seconde case utilizza

legna da ardere).

d) Il trend

I consumi di legna in ciocchi appaiono sostanzialmente stazionari.

e) Il mercato e i prezzi

Esclusa la quota di legna autoprodotta che non genera un mercato, per quella quota messa

in vendita da aziende commerciali (rivenditori) emerge un mercato abbastanza diffuso e

consolidato sul territorio provinciale; per altri fornitori (imprese di utilizzazione, segherie)

invece si tratta di un’attività ancora marginale, ma in prospettiva interessante.

I prezzi indicati dai vari soggetti sono i seguenti:

Prezzi Min – Medio – Max 15 – 17- 19 Euro/mst al dettaglio

1a lavorazione (segherie) 9 – 11 – 13 Euro/mst all’ingrosso

Produttori di legna 8 - 10 – 12 Euro/q legna intera Commercianti 11 – 13 – 15 Euro/q al dettaglio

Tabella 62: valori rilevati nel 2008 in sede di analisi della filiera in Trentino

I prezzi delle segherie risultano inferiori perché si tratta di legna di conifere (sottoprodotto

delle lavorazioni), mentre produttori e commercianti trattano un prodotto destinato

specificamente ad un utilizzo come combustibile, trattando legna di latifoglie (faggio,

carpino).

3.2. Cippato

a) Ruolo nella filiera foresta-legno-energia

Dopo la legna grezza, è il secondo prodotto più diffuso nella filiera trentina, con una quota

sul totale consumato attorno al 6,5%. Il consumo principale è dato dagli impianti di

teleriscaldamento con circa 28.900 t annui al momento della rilevazione; prima e seconda

lavorazione utilizzano soprattutto sottoprodotti di lavorazione essendo che il cippato

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149

richiesto è pari a 2.300 t. circa; le utenze domestiche ne consumano solo 1.727 t. La

produzione è concentrata e coincide con la localizzazione (Val di Non e Val di Ledro) della

produzione di imballaggi.

b) I principali canali di approvvigionamento

Sono costituiti dalle imprese di prima lavorazione del legname (segherie). È vero che la

biomassa complessiva prodotta dalle segherie è pari a 189 mila tonnellate; ma di queste

solo il 41,3% (78.117 t) è costituito da cippato che rifornisce sia il mercato provinciale che

quello extraprovinciale.

Le imprese d’utilizzazione forestale sono il secondo fornitore (29.055 t); queste ricavano

cippato principalmente dalle utilizzazioni in boschi di proprietà pubblica.

c) I principali consumatori

Sono costituiti dalle centrali di teleriscaldamento presenti in Trentino, la cui domanda risulta

peraltro pari a un quarto dell’offerta (28.873 t); ancora marginale il consumo delle prime e

seconde case (con sistemi di riscaldamento di potenza compresa tra 15 e 550 KW). Appare

evidente che la forte disponibilità di prodotto trova, al momento della rilevazione, sbocchi

extra provinciali.

d) Il trend

Il consumo di cippato è considerato in espansione sia in relazione alla previsione di nuova

realizzazione di centrali di teleriscaldamento, sia per la diffusione di comportamenti

ecosostenibili, che per la modalità d’impiego che nel caso delle prime e seconde case fa

assimilare l’impianto ad uno di tipo convenzionale (metano, gpl, gasolio,…).

e) Il mercato e i prezzi

La produzione di cippato rappresenta per i principali fornitori (segherie e imprese di

utilizzazione), una produzione marginale rispetto ai rispettivi cicli di produzione; da qui la

mancanza di un mercato strutturato al riguardo. Ciò vale anche per i proprietari pubblici di

boschi, per i quali la produzione di cippato rispetto alla utilizzazione di legname da opera,

fatto salvo l’obbligo di assicurare il godimento dell’uso civico, rappresenta finora una fonte

di entrate ininfluente.

Tale considerazione non vale nei riguardi dei principali consumatori (centrali di

teleriscaldamento), la cui riluttanza nel consolidare il mercato locale (per tipi di contratto e

caratteristiche quindi tipiche dei rifornimenti) va attribuita al fatto che nei rispettivi obiettivi

aziendali è del tutto estraneo quello di valorizzare in primis le biomasse locali, sia che

provengano da imprese di trasformazione, sia che provengano da soprassuoli forestali,

ancorché gli stessi siano di proprietà degli stessi soggetti proprietari delle centrali di

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

150

teleriscaldamento (Comuni).

Tuttavia va valorizzata la disponibilità provinciale rispetto alla domanda in crescita,

favorendo le filiere corte e cercando di consolidare un mercato che appare ancora nelle sue

fasi iniziali.

I prezzi riscontrati sono i seguenti:

Prezzi Min – Medio – Max 12 – 13- 14 Euro/mst al dettaglio Imprese di utilizzazione e

segherie 7 – 8,75 – 10 Euro/mst all’ingrosso

Tabella 63: valori rilevati nel 2008 in sede di analisi della filiera in Trentino

4. CONCLUSIONI

4.1 Le caratteristiche della filiera foresta-legno- energia in Trentino

In Trentino l’autoproduzione di legna per uso civico limita la disponibilità di materia prima

locale da immettere sulla filiera, limitando la nascita di un mercato e di processi di

trasformazione economicamente sostenibili. Per lo stesso aspetto l’autoproduzione risulta

difficilmente modificabile, fortemente relazionata alle consuetudini, un esempio concreto e

stabile di sostenibilità.

Gli scambi di biomasse sono caratterizzati da un mercato piuttosto ampio e solo in alcuni

segmenti della filiera classificabili come sostenibili (distanza in un raggio inferiore ai 70 km);

in particolare nel settore della distribuzione commerciale di prodotti energetici (pellet) e

legna grezza da ardere, forte è la presenza di prodotti proveniente dall’estero (83%).

La criticità si riduce solo in parte considerando che tale merce venduta su paletta rientra nel

quadro della sostenibilità per l’ottimizzazione della gestione dei “ritorni a vuoto” delle

aziende di autotrasporto.

4.2 Le utilizzazioni forestali e gli usi civici

La quantità di biomasse attivate dal sistema delle proprietà pubbliche per gli usi civici,

dall’autoproduzione su suolo privato o dalle superfici agricole, rientra tra gli aspetti da

considerarsi più propriamente culturali e antropologici.

Difficile è ipotizzare che tali quantitativi possano essere, nel breve/medio periodo, dirottati,

se non in minima parte, verso impieghi di natura industriale. Anzi, nello specifico, si stima

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151

ragionevolmente che il consumo domestico rimanga costante nel tempo, ovvero aumenti

nel caso in cui tecnologie di impiego combinato di varie tipologie di risorse energetiche,

rinnovabili e non, divenga economicamente ulteriormente più vantaggioso per impianti di

piccola dimensione.

I punti di forza della filiera, in questo specifico caso, sono le imprese di utilizzazione

forestale, in quanto:

� caratterizzate da una dotazione strutturale mediamente alta, dovuta ad ingenti

investimenti in macchinari di esbosco ad avanzata produttività;

� sono competitive ed in grado di attivare lavorazioni di biomassa su ampie superfici

forestali, anche fuori provincia;

In uno scenario - nemmeno troppo ipotetico - in cui il prezzo delle risorse non rinnovabili

(petrolio, gas) cresca oltre un certo limite, si potrebbero al contrario immaginare strategie di

gestione delle risorse rinnovabili da biomassa forestale tali da sovvertire un quadro

organizzativo basato sull’utilizzo comune delle risorse boschive.

In questa prospettiva è opportuno che:

� a beneficio dei gestori delle superfici forestali e delle imprese di utilizzazione siano

previsti incentivi alla produzione di cippato forestale, imponendo un vincolo di

destinazione alla materia prima ottenuta;

� le proprietà adeguino la loro pianificazione forestale e chiedano, per il principio della

sostenibilità ambientale, l’esbosco di tutto il materiale forestale;

� vengano in generale ridotti i costi di utilizzazione delle imprese boschive, mediante una

politica tesa a rendere maggiormente competitive le lavorazioni;

� venga attivata la proprietà privata non gestita.

4.3 Le centrali di teleriscaldamento

Il sistema di produzione di energia termica tramite centrali di teleriscaldamento a biomassa

è in fase di ulteriore incremento.

I dati elaborati nel presente studio rivelano un consumo di biomassa (cippato) pari a

28.873 tonn. equivalenti contro una disponibilità di materiale di quasi 3 volte superiore.

I margini di crescita dell’offerta di energia termica da risorsa rinnovabile è quindi ampliabile

fino ad oltre il doppio di quella disponibile ad oggi in provincia di Trento.

Si sottolineano tuttavia le seguenti criticità:

� le centrali di teleriscaldamento, all’oggi, sono ubicate senza un attenta valutazione

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

152

della presenza di una filiera produttiva integrata, in grado di sostenere la produzione

energetica;

� nella filiera foresta-legno-energia, in particolare nel suo ultimo segmento produttivo,

esistono nette fratture tra le prima e la seconda lavorazione e tra la produzione e

l’impiego di risorse rinnovabili;

� devono essere meglio definite le regole del mercato, quali listino prezzi di riferimento e

sistemi di certificazione della qualità della materia prima (in termini di composizione

lignea, pezzatura, residui e grado di umidità).

� si è rilevata la mancanza di una figura/ente che si ponga a contatto tra l’offerta e la

domanda, ad aggregazione e gestione dei flussi tra le stesse.

4.4 Le caratteristiche del mercato delle biomasse

Gli scambi di biomasse in Trentino sono caratterizzati da un mercato piuttosto ampio e

“sostenibile” solo in alcuni segmenti della filiera (distanza tra luogo di produzione e utilizzo

della biomassa inferiore ai 70 km); in particolare nel settore della distribuzione commerciale

di prodotti energetici (pellet) e legna in ciocchi forte è la presenza di prodotti provenienti

dall’estero.

Le principali criticità rilevate sono:

o la forte quota di autoproduzione di legna per uso civico non attiva il mercato, non

sviluppa processi di trasformazione economicamente sostenibili e limita la

disponibilità di materia prima locale da immettere sulla filiera;

o la frammentazione delle proprietà si ripercuote analogamente sull’offerta; alla scarsa

attitudine alla valorizzazione legnosa dei proprietari pubblici, soprattutto

nell’organizzazione della vendita in piedi di assortimenti ad hoc per uso legna26, si

affianca lo scarso interesse economico-culturale dei molti proprietari boschivi privati,

nella realizzazione di vendite del proprio legname;

o la legna da ardere in ciocchi, venduta su paletta, rientra nei principi della sostenibilità

solo se inserita nel quadro dell’ottimizzazione della gestione dei “ritorni a vuoto” delle

aziende di autotrasporto;

o il cippato di segheria è dovuto attualmente, per la metà, da legname proveniente

26 Il Trentino meridionale è caratterizzato da boschi di faggio in conversione dove il prodotto principale è costituito da legna da ardere la buona organizzazione di vendita in piedi di tale bene aumenterebbe non poco l’offerta di legname locale.

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153

dall’estero e confluisce, visti i quantitativi assorbiti dalle centrali, necessariamente su

un mercato più ampio;

o mancano, nella filiera, forme consortili o attori che operino sulla biomassa legnosa

utilizzata per scopi energetici;

o manca un adeguata formazione in campo manageriale sulle dinamiche della filiera e

del mercato della biomassa.

In prospettiva il mercato sarà influenzato dai potenziali effetti distorsivi e/o evolutivi dati da:

� i “Piani energetici regionali” (con previsione di centrali di teleriscaldamento, non

adeguatamente supportate da un’analisi economico-tecnica di fattibilità);

� il riconoscimento economico dei crediti di carbonio;

� la possibile monetizzazione degli usi civici, su suolo pubblico o privato, in “quote

energia”, nel caso di uno sfruttamento con criteri di natura industriale delle biomasse

locali.

La forte dipendenza dai mercati esteri può essere contrastata con opportune manovre di

incentivazione e di informazione/formazione ai gestori di beni pubblici e privati volte a

politiche di aggregazione dell’offerta, di organizzazione e management delle vendite, azioni

che aiuterebbero non poco la creazione e il mantenimento di filiere corte e locali.

Il bilancio atteso nel medio periodo, secondo le considerazioni raccolte in fase di analisi

della domanda e dell’offerta potrebbe essere il seguente:

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PRIMA CASA IMPRESE D'UTILIZZAZIONE (1)

432.000 38.000

SECONDA CASA FORESTE PUBBLICHE E PRIVATE (2)

12.500 198.666

PIZZERIE AZIENDE AGRICOLE (3)

4.800 45.000

AZIENDE VARIE* PRIMA LAVORAZIONE (4)

20.000 190.000

TELERISCALDAMENTO'' SECONDA LAVORAZIONE (5)

50.000 3.500

PRIMA LAVORAZIONE CRM - CRZ (6)

7.000 6.500

SECONDA LAVORAZIONE LEGNA DA ARDERE (7)

4.600 10.700

PICCOLI COMMERCIANTI (8)

6.500

CATENA DI DISTRIBUZIONE* (9)

38.500

*

"

(1)

(2)

(3)

(4) (5)

(6)

(7) (8)

(9)

**

Tabella 64: stima sintetica sulla domanda attesa e offerta potenziale di biomassa legnosa destinata a scopi energetici in provincia di Trento nel medio periodo.

Incremento di mercato atteso pari al 20%. Valore dichiarato dagli intervistati.

Dati espressi in peso trasformando masse volumiche o steriche. Contenuto idrico pari al 40% e fattori orientativi di

conversione tra i più comuni assortimenti riportati in allegato alle norme austriache ONORM M7132 e M7133. Peso

espresso in tonnellate.

Stima prudenziale ottenuta dal valore medio calcolato dall'applicazione di una funzione logaritmica di secondo grado e

lineare, a descrizione dell'incremento di domanda reale rilevata. Il valore espresso non considera la reale messa in

esercizio di impianti di teleriscaldamento.

Elaborazione su un valore stimato e non indagato. Desunto in analisi dell'offerta reale rilevata e ottenuto dalla

sommatoria delle voci di biomassa destinate ad "aziende" in generale. Il valore non considera la parte destinata alle

aziende di trasformazione (pannellifici).

Ipotesi di parziale riutilizzo degli scarti legnosi raccolti nei CRM -CRZ (10%); Il dato considera uno scenario di riciclo in

crescita, come riscontrato in sede di analisi del comparto, ma una evidente difficoltà di riutilizzo.

Il dato produttivo rimane costante nonostante l'ncremento di mercato atteso pari al 10%, dichiarato dagli intervistati; per

contrazione del settore edile.

Ipotesi di totale riutilizzo degli scarti provenienti da reimpianto e riutilizzo degli scarti di potatura solo per un quinto

dell'effettivo rilevato. Si prevede uno scenario agricolo uguale a quello riscontrato in sede di analisi del comparto.

Quantitativo stimato applicando al valore dell'offerta rilevato (116.667 t eq.), un fattore correttivo pari a 1,7027; desunto

dal rapporto tra il quantitativo di biomassa di origine forestale adibito ad uso civico rilevato in domanda (146.320 t eq.) e

il quantitativo rilevato in offerta (85.933 t eq.).

146.320/85.933 = 1,7027

Incremento di mercato atteso pari al 10% come dichiarato dagli intervistati.

530.900 537.366Valori espressi in tonnellate**

DOMANDA STIMATA OFFERTA STIMATA

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

155

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C.C.I.A.A. 2007. Indagine “Filiera Foresta – Legno in Provincia di Trento 2007”. Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Trento, Ufficio Prodotti. Dati non pubblicati

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Giovannini G. 2004. Il comparto delle imprese boschive in Provincia Autonoma di Trento. Tesi in Scienze Forestali ed Ambientali. Relatore Cavalli R. Correlatore Bonfioli R. Dipartimento Territorio e sistemi agro-forestali, Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Padova, Legnaro

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Pettenella D. 2009. Le nuove sfide per il settore forestale – Mercato, energia, ambiente e politiche. Gruppo 2013, edizioni Tellus.

Pettenella D. 2010. Innovazioni, capitale sociale e networks nel settore forestale – presentazione in conferenza tenutasi a Trento il 15/10/2010.

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RIFERIMENTI LEGISLATIVI DPCM 8 marzo 2002: Disciplina delle caratteristiche merceologiche dei combustibili aventi rilevanza ai fini dell'inquinamento atmosferico, nonche' delle caratteristiche tecnologiche degli impianti di combustione. Allegato III;

D. Lgs Governo 387 del 29 Dicembre 2003: Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità;

D. Lgs 152 del 3 Aprile 2006: Norme in materia ambientale;

D. Lgs 22 del 5 Febbraio 1997 “Decreto Ronchi”: Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio. Abrogato dall'art. 264, c. 1, lett. i) del D. Lgs. 152 del 3 Aprile 2006

Art. 30 delle “prescrizioni di massima e di polizia forestale della P.a.t. in applicazione degli art. 8, 9, 10 del R.D. 3267/23;

LP 11 del 23 maggio 2007: Governo del territorio forestale e montano, dei corsi d'acqua e delle aree protette;

Istruzioni operative IOAS del Servizio Foreste e Fauna;

Norme austriache ONORM M7132 e M7133;

QUESTIONARI RELATIVI ALL’INDAGINE CONDOTTA

� Questionario per la definizione degli scarti provenienti dalle utilizzazioni forestali.

� Questionario: aziende di prima lavorazione, caratteristiche aziendali e stima dei cascami destinati a fini energetici.

� Questionario telefonico: aziende di seconda lavorazione, caratteristiche aziendali e stima dei cascami destinati a fini energetici.

� Questionario telefonico: offerta di biomassa legnosa da produttori di legna da ardere

� Questionario telefonico: offerta di biomassa legnosa da commercianti.

� Questionario telefonico: impiego di biomassa legnosa negli esercizi commerciali (pizzerie).

� Questionario centrali termiche di teleriscaldamento alimentate a biomassa legnosa.

� Questionario telefonico: impiego di biomassa legnosa in impianti di piccola taglia a servizio di utenze domestiche o plurifamiliari

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QuestionarioQuestionarioQuestionarioQuestionario per la definizione degli per la definizione degli per la definizione degli per la definizione degli scarti provenienti dalle scarti provenienti dalle scarti provenienti dalle scarti provenienti dalle utilizzazioni forestaliutilizzazioni forestaliutilizzazioni forestaliutilizzazioni forestali

Denominazione impresa d’utilizzazione: _________________________________________________ Sede: _________________________________________________________________________________ Persona di riferimento: _________________________________________________________________

1. DESCRIZIONE AZIENDALEDESCRIZIONE AZIENDALEDESCRIZIONE AZIENDALEDESCRIZIONE AZIENDALE

1.1 Esercita attività di recuperEsercita attività di recuperEsercita attività di recuperEsercita attività di recupero di ramaglia/cimali/ceppaieo di ramaglia/cimali/ceppaieo di ramaglia/cimali/ceppaieo di ramaglia/cimali/ceppaie:::: S __ N __

Esercita altre attività_______________________________________________________

1.2 Il recupero di ramaglia/cimali/ceppaie ha origine:Il recupero di ramaglia/cimali/ceppaie ha origine:Il recupero di ramaglia/cimali/ceppaie ha origine:Il recupero di ramaglia/cimali/ceppaie ha origine:

Esercizio dell’attivitàEsercizio dell’attivitàEsercizio dell’attivitàEsercizio dell’attività QuantitàQuantitàQuantitàQuantità

DirettaDirettaDirettaDiretta Conto terziConto terziConto terziConto terzi

FORESTALE

AGRICOLA

RIPULITURA ALVEI

ALTRO_____________________

Note:_____________________________________________________________________________

__________________________________________________________________________

1.3 Stima dell’impegno aziendale nell’eserStima dell’impegno aziendale nell’eserStima dell’impegno aziendale nell’eserStima dell’impegno aziendale nell’esercizio del recupero della ramaglia/cimali/ceppaie cizio del recupero della ramaglia/cimali/ceppaie cizio del recupero della ramaglia/cimali/ceppaie cizio del recupero della ramaglia/cimali/ceppaie (stima (stima (stima (stima dell’intervistato coadiuvato dall’operatore)dell’intervistato coadiuvato dall’operatore)dell’intervistato coadiuvato dall’operatore)dell’intervistato coadiuvato dall’operatore)::::

□ temporale ______% (giorni dedicati al recupero della ramaglia rispetto al totale delle ore lavorate in un anno)

□ risorse umane ______% (numero di uomini/giorno dedicati alle operazioni di recupero della ramaglia rispetto al totale delle ore lavorate in un anno)

□ mezzi impiegati ______% (ore d’esercizio del mezzo dedicate alle operazioni di recupero della ramaglia rispetto al totale delle ore lavorate in un anno)

Note:____________________________________________________________________

1.4 Indichi perché vi è disponibilità di materiale (ramaglia/cimali/ceppaie) o perché lo lavora Indichi perché vi è disponibilità di materiale (ramaglia/cimali/ceppaie) o perché lo lavora Indichi perché vi è disponibilità di materiale (ramaglia/cimali/ceppaie) o perché lo lavora Indichi perché vi è disponibilità di materiale (ramaglia/cimali/ceppaie) o perché lo lavora ((((indicare la priorità data e l’importanza attribuita alla sceltaindicare la priorità data e l’importanza attribuita alla sceltaindicare la priorità data e l’importanza attribuita alla sceltaindicare la priorità data e l’importanza attribuita alla scelta))))::::

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

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□ obbligo di asportazione del materiale legnoso impartito dal proprietario forestale (es:

ripristini ambientali, pulizie di pascoli, bonifiche,…)__-____%

□ economicità riconosciuta dal proprietario forestale all’utilizzo degli scarti legnosi

(provenienti da utilizzazioni ordinarie o da recuperi ambientali)__-____% □ obbligo di asportazione del materiale legnoso impartito dall’assegno forestale (es: ripristini

ambientali, pulizie di pascoli, bonifiche,…)__-____%

□ contratto di subappalto nei confronti di un’impresa d’utilizzazione forestale__-____%

□ valorizzazione di materiale disponibile all’imposto__-____%

□ richiesta di materiale legnoso inoltrato dall’acquirente__-____%

□ altro__-____%

1.5 Effettua un’analisi preventiva sul lotto in base a Effettua un’analisi preventiva sul lotto in base a Effettua un’analisi preventiva sul lotto in base a Effettua un’analisi preventiva sul lotto in base a ((((indicare la prioindicare la prioindicare la prioindicare la priorità data e l’importanza attribuita rità data e l’importanza attribuita rità data e l’importanza attribuita rità data e l’importanza attribuita

alla sceltaalla sceltaalla sceltaalla scelta))))::::

□ verbale d’assegno e alla disponibilità di materiale potenzialmente ritraibile (scarti

d’utilizzazione consuetudinari)__-____% □ verbale d’assegno e alla disponibilità di piante morte/deperienti

□ __-____% □ soli lotti derivanti da utilizzazioni con gru a cavo

□ secondo il sistema Full Tree System FTS (esbosco a pianta intera)_-____% □ secondo il sistema intermedio Short Wood System SWS-FTS (esbosco di piante parzialmente

allestite sul letto di caduta)__-____%

□ analisi sull’accessibilità del cantiere d’utilizzazione forestale__-____%

□ un volume minimo disponibile__-____%

□ no, considero tutti i lotti__-____% NOTE:______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

2. LOGISTICA DI CANTIERELOGISTICA DI CANTIERELOGISTICA DI CANTIERELOGISTICA DI CANTIERE

2.1Effettua un’analisi sui costi d’accantieramento considerando Effettua un’analisi sui costi d’accantieramento considerando Effettua un’analisi sui costi d’accantieramento considerando Effettua un’analisi sui costi d’accantieramento considerando (indichi l’ordine utilizzato nella (indichi l’ordine utilizzato nella (indichi l’ordine utilizzato nella (indichi l’ordine utilizzato nella scelta)scelta)scelta)scelta)

□ lo sviluppo e le caratteristiche costruttive della viabilità d’accesso____ □ la facilità d’accantieramento del punto d’esbosco____ □ distanza dal punto di conferimento____ □ capacità dell’imposto____ □ il volume di materiale disponibile____

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□ non effettua alcuna valutazione in merito____

2.2 Viene separato il tondame di scarto dalla ramaglia?Viene separato il tondame di scarto dalla ramaglia?Viene separato il tondame di scarto dalla ramaglia?Viene separato il tondame di scarto dalla ramaglia?

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

2.3 Il materiale di scarto vIl materiale di scarto vIl materiale di scarto vIl materiale di scarto viene completamenteiene completamenteiene completamenteiene completamente recuperato? recuperato? recuperato? recuperato? O viene in qualche modo lavorato e O viene in qualche modo lavorato e O viene in qualche modo lavorato e O viene in qualche modo lavorato e rilascrilascrilascrilasciato in bosco iato in bosco iato in bosco iato in bosco (perché preleva solo la parte selezionata e il resto lo rilascia in bosco(perché preleva solo la parte selezionata e il resto lo rilascia in bosco(perché preleva solo la parte selezionata e il resto lo rilascia in bosco(perché preleva solo la parte selezionata e il resto lo rilascia in bosco intero o intero o intero o intero o previapreviapreviaprevia cippatura)cippatura)cippatura)cippatura)

____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________

2.4 In che modo viene recuperato?In che modo viene recuperato?In che modo viene recuperato?In che modo viene recuperato?

□ Caricato sfuso su camion o altri mezzi di trasporto □ Verso piazzali forestali/ordinari maggiormente accessibili___ □ Verso piazzali aziendali ___ □ Verso i piazzali di deposito presenti presso il cliente___ □ Cippato sul posto e caricato su camion o su altri mezzi di trasporto □ Verso piazzali aziendali___ □ Verso i piazzali di deposito presenti presso il cliente___ □ Utilizzo di macchina imballatrice delle ramaglie e caricato su camion o altri mezzi di

trasporto □ Verso piazzali forestali/ordinari maggiormente accessibili___ □ Verso piazzali aziendali___ □ Verso i piazzali di deposito presenti presso il cliente___

□ e dove viene destinato?e dove viene destinato?e dove viene destinato?e dove viene destinato? □ Industria del pannello_________% □ Venduto come biomassa intera a fini energetici : □ A centrali di teleriscaldamento_________% □ A privati_________% □ Venduto come biomassa cippata a fini energetici: □ A centrali di teleriscaldamento_________% □ A privati_________% □ Destinato come legna da ardere ai censiti_________% □ Altro?

____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

2.5 Verifica problematiche nel conferimento:Verifica problematiche nel conferimento:Verifica problematiche nel conferimento:Verifica problematiche nel conferimento:

□ in ordine alla qualità merceologica (umidità, pezzatura, sporcizia,…)___

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160

□ in ordine alla logistica nella consegna ( costo, trasporto, sfasamento temporale della consegna,…)___

□ non verifica problematiche___

2.6 Quantitativo di materiale lavorato in un anno:Quantitativo di materiale lavorato in un anno:Quantitativo di materiale lavorato in un anno:Quantitativo di materiale lavorato in un anno:

□ media degli ultimi 5 anni (se attività esercitata da meno tempo indicare periodo di riferimento)__________ mc - mst – qli

□ previsione di mercato nei prossimi 5 anni: STABILE ___ □ CRESCITA del ____% - CONTRAZIONE del ____%

2.7 Indichi la percentuale di cippato ritraibile in riferimento a Indichi la percentuale di cippato ritraibile in riferimento a Indichi la percentuale di cippato ritraibile in riferimento a Indichi la percentuale di cippato ritraibile in riferimento a ((((se possibile rilevare tale info sul se possibile rilevare tale info sul se possibile rilevare tale info sul se possibile rilevare tale info sul singolo lotto o lavoro)singolo lotto o lavoro)singolo lotto o lavoro)singolo lotto o lavoro)::::

□ metri cubi tariffari:__________________________________________________________ □ metri cubi uso commercio:__________________________________________________ □ metri steri di ramaglia/cimali/ceppaie presenti sul piazzale:___________________ □ __________________________________________________________________________ □ Superficie dell’intervento:___________________________________________________

2.8 Il contratto verso l’ente/ditta appaltatrice ha valenza:Il contratto verso l’ente/ditta appaltatrice ha valenza:Il contratto verso l’ente/ditta appaltatrice ha valenza:Il contratto verso l’ente/ditta appaltatrice ha valenza:

sul singolo lotto ___ mensile ___ stagionale ___ annuale ___ Note:_____________________________________________________________________________

2.9 Natura contrattuale della prestazione:Natura contrattuale della prestazione:Natura contrattuale della prestazione:Natura contrattuale della prestazione:

□ Il proprietario/ditta stipula un contratto per la cessione gratuita del bene S__ Se NOSe NOSe NOSe NO □ Indichi il valore medio che Lei versa al proprietario forestale/ditta per l’acquisto del

bene:_____________________________________________________________ □ Indichi il valore medio che il proprietario forestale/ditta versa a Lei per l’asportazione del

bene:_________________________________________________________ □ Altro:______________________________________________________________________

2.10 Indichi il valore medio di vendita del materiale:Indichi il valore medio di vendita del materiale:Indichi il valore medio di vendita del materiale:Indichi il valore medio di vendita del materiale:

TIPOLOGIA MERCEOLOGTIPOLOGIA MERCEOLOGTIPOLOGIA MERCEOLOGTIPOLOGIA MERCEOLOGICAICAICAICA FRESCOFRESCOFRESCOFRESCO SECCOSECCOSECCOSECCO

MATERIALE INTERO MATERIALE CIPPATO ALTRO

Note:_____________________________________________________________________________

2.11Eventuali parametri qualitativi adottatiEventuali parametri qualitativi adottatiEventuali parametri qualitativi adottatiEventuali parametri qualitativi adottati per la definizione delle caratteristiche della biomassa per la definizione delle caratteristiche della biomassa per la definizione delle caratteristiche della biomassa per la definizione delle caratteristiche della biomassa cocococonferita:nferita:nferita:nferita:

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• Cippato

PARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVI

IMPIEGIMPIEGIMPIEGIMPIEGOOOOSI/NOSI/NOSI/NOSI/NO

U.M.U.M.U.M.U.M.

VALOREVALOREVALOREVALORE

CONTENUTO IDRICO PEZZATURA

CONTENUTO DI CORTECCIA CONTAMINAZIONE CON TERRA E PIETRE PRESENZA DI MATERIALE VERDE C

ENER

I

ESSENZA LEGNOSA ALTRO

• Legno intero

PARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVI

IMPIEGIMPIEGIMPIEGIMPIEGOOOOSI/NOSI/NOSI/NOSI/NO

U.M.U.M.U.M.U.M.

VALOREVALOREVALOREVALORE

CONTENUTO IDRICO PEZZATURA

CONTENUTO DI CORTECCIA CONTAMINAZIONE CON TERRA E PIETRE PRESENZA DI MATERIALE VERDE C

ENER

I

ESSENZA LEGNOSA ALTRO

2.12 Sarebbe interessato ad un listino prezzi di riferimento per prodotti destinati a scopi Sarebbe interessato ad un listino prezzi di riferimento per prodotti destinati a scopi Sarebbe interessato ad un listino prezzi di riferimento per prodotti destinati a scopi Sarebbe interessato ad un listino prezzi di riferimento per prodotti destinati a scopi energetici?energetici?energetici?energetici?

Sì � No �

Note:_____________________________________________________________________________

Questionario:Questionario:Questionario:Questionario: aziende di prima lavorazione, c aziende di prima lavorazione, c aziende di prima lavorazione, c aziende di prima lavorazione, caratteristiche aratteristiche aratteristiche aratteristiche aziendali e stima dei cascami destinati a fini energeticiaziendali e stima dei cascami destinati a fini energeticiaziendali e stima dei cascami destinati a fini energeticiaziendali e stima dei cascami destinati a fini energetici....

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Denominazione:_________________________________________________________ Comune:_______________________________________________________________ Forma giuridica:_______________________________________________________________ Persona di riferimento:______________________________________________________________

3.CARATTERISTICHE DELL’AZIENDACARATTERISTICHE DELL’AZIENDACARATTERISTICHE DELL’AZIENDACARATTERISTICHE DELL’AZIENDA

1.6 Attività prevalente: Attività prevalente: Attività prevalente: Attività prevalente: ���� Segheria ���� Imballaggi ���� Altro

1.7Addetti (a fine 2008)Addetti (a fine 2008)Addetti (a fine 2008)Addetti (a fine 2008)

StruttuStruttuStruttuStruttura dell’occupazionera dell’occupazionera dell’occupazionera dell’occupazione FISSIFISSIFISSIFISSI STAGIONALISTAGIONALISTAGIONALISTAGIONALI ADDETTI Titolari, contitolari Familiari collaboratori DIPENDENTI Dirigenti Impiegati Operai Apprendisti Altri collaboratori TOTALE:

1.8 Produzione reale e produzione potenzialeProduzione reale e produzione potenzialeProduzione reale e produzione potenzialeProduzione reale e produzione potenziale

Indicare la variazione % di lavorazione potenziale per il prossimo quinquennio _____________%

10.INPUT AZIENDALIINPUT AZIENDALIINPUT AZIENDALIINPUT AZIENDALI

2.1 Quantità di tondame acquistato (indicare UM: mc; mst; q.li; altro…)Quantità di tondame acquistato (indicare UM: mc; mst; q.li; altro…)Quantità di tondame acquistato (indicare UM: mc; mst; q.li; altro…)Quantità di tondame acquistato (indicare UM: mc; mst; q.li; altro…)

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

2.2 Quantità di tondame Quantità di tondame Quantità di tondame Quantità di tondame lavorato per conto terzi (indicare UM: mc; mst; q.li; altro…)lavorato per conto terzi (indicare UM: mc; mst; q.li; altro…)lavorato per conto terzi (indicare UM: mc; mst; q.li; altro…)lavorato per conto terzi (indicare UM: mc; mst; q.li; altro…)

_____________________________________________________________________

2.3 Quantità di semilavorato acquistato (indicare UM: mc; mst; q.li; altro…)Quantità di semilavorato acquistato (indicare UM: mc; mst; q.li; altro…)Quantità di semilavorato acquistato (indicare UM: mc; mst; q.li; altro…)Quantità di semilavorato acquistato (indicare UM: mc; mst; q.li; altro…) _____________________________________________________________________

2.4 Quantità di biomassa acquistata (indicare UM: mc; mst; q.li; bancali; altro…)Quantità di biomassa acquistata (indicare UM: mc; mst; q.li; bancali; altro…)Quantità di biomassa acquistata (indicare UM: mc; mst; q.li; bancali; altro…)Quantità di biomassa acquistata (indicare UM: mc; mst; q.li; bancali; altro…)

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PROVENIENZAPROVENIENZAPROVENIENZAPROVENIENZA Conifera Conifera Conifera Conifera LatifogliaLatifogliaLatifogliaLatifoglia LOCALE

TRENTINO ITALIA

EUROPA

11.OUTPUT AZIENDALIOUTPUT AZIENDALIOUTPUT AZIENDALIOUTPUT AZIENDALI

3.1Produzione di corteccia:Produzione di corteccia:Produzione di corteccia:Produzione di corteccia:

� Volume prodotto per periodo (mc, mst, q.li)__________________________ � Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio

□ piazzale aperto □ tettoia □ locale chiuso □ frequenza di

svuotamenti_____________________________________ � Destinazione della corteccia

□ privato� _________% □ azienda� __________% □ centrale a biomassa� __________% □ riutilizzo aziendale� ____% per__________________________ □ smaltimento� __________%

� Modalità di cessione del prodotto □ gratuita per_______% del totale □ vendita a_______€/____ □ smaltimento a_______€/____

Note:_____________________________________________________ � Produzione media riferita al tondame (mst/mc, q.li/mc,…)________________

3.2 Produzione di cippato:Produzione di cippato:Produzione di cippato:Produzione di cippato:

� Volume prodotto per periodo (mst, mc, q.li,…)________________________ � Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio

□ piazzale aperto □ tettoia □ locale chiuso

� frequenza di svuotamenti_____________________________________ � Destinazione del cippato

□ Privato ___________% □ azienda___________% □ centrale a biomassa___________% □ riutilizzo aziendale____% per____________________________

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□ smaltimento___________% � Modalità di cessione del prodotto

□ gratuita per_______% del totale □ vendita a_______€/____ □ smaltimento a_______€/____

Note:_____________________________________________________ _________

� Produzione media riferita al tondame (mst/mc, q.li/mc,…)_________________ � Produzione media riferita ai semilavorati (mst/mc, q.li/mc,…)______________

3.3 Produzione di segatura:Produzione di segatura:Produzione di segatura:Produzione di segatura:

� Volume prodotto per periodo (mst, mc, q.li,…)__________________ � Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio

□ silos □ tettoia □ locale chiuso

� frequenza di svuotamenti____________________________________ □ privato___________% □ azienda di trasformazione___________% □ azienda___________% □ centrale a biomassa___________% □ riutilizzo aziendale____% per____________________________ □ smaltimento___________%

� Modalità di cessione del prodotto □ gratuita per _______% del totale □ vendita a_______€/____ □ smaltimento a_______€/____

Note:__________________________________________________ __________________

� Produzione media riferita al tondame (mst/mc, q.li/mc,…)_________________

� Produzione media riferita ai semilavorati (mst/mc, q.li/mc,…)______________

3.4 Produzione di sciaveri/refili:Produzione di sciaveri/refili:Produzione di sciaveri/refili:Produzione di sciaveri/refili:

� Volume prodotto per periodo (mst, mc, q.li,…)____________________ � Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio

□ piazzale aperto □ tettoia □ locale chiuso frequenza di svuotamenti____________________________________

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� Destinazione degli sciaveri

□ privato___________% □ centrale a biomassa___________% □ azienda___________% □ riutilizzo aziendale____% per____________________________ □ smaltimento___________%

� Modalità di cessione del prodotto □ gratuita per_______% del totale □ vendita a_______€/____ □ smaltimento a_______€/____

Note:_________________________________________________ � Produzione media riferita al tondame (mst/mc,

q.li/mc,…)_________________ � Produzione media riferita ai semilavorati (mst/mc,

q.li/mc,…)______________

3.5 Produzione di trucioli:Produzione di trucioli:Produzione di trucioli:Produzione di trucioli:

� Volume prodotto per periodo (mst, mc, q.li,…)____________________ � Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio

□ piazzale aperto □ tettoia □ locale chiuso frequenza di svuotamenti___________________________________

� Destinazione dei trucioli □ privato___________% □ centrale a biomassa___________% □ azienda___________% □ riutilizzo aziendale____% per____________________________ □ smaltimento___________%

� Modalità di cessione del prodotto □ gratuita per_______% del totale □ vendita a_______€/____ □ smaltimento a_______€/____

Note:_____________________________________________________ � Produzione media riferita al tondame (mst/mc,

q.li/mc,…)_________________ � Produzione media riferita ai semilavorati (mst/mc,

q.li/mc,…)______________

3.6 Produzione di legna da ardere:Produzione di legna da ardere:Produzione di legna da ardere:Produzione di legna da ardere:

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� Volume prodotto per periodo (mst, mc, q.li,…)____________________ � Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio

□ piazzale aperto □ tettoia □ locale chiuso frequenza di svuotamenti___________________________________

� Destinazione della legna da ardere □ privato___________% □ centrale a biomassa___________% □ azienda___________% □ riutilizzo aziendale____% per____________________________ □ smaltimento___________%

� Modalità di cessione del prodotto

□ gratuita per_______% del totale □ vendita a_______€/____ □ smaltimento a_______€/____

Note:_____________________________________________________ � Produzione media riferita al tondame (mst/mc,

q.li/mc,…)_________________ � Produzione media riferita ai semilavorati (mst/mc,

q.li/mc,…)______________

3.7Produzione di pellets:Produzione di pellets:Produzione di pellets:Produzione di pellets:

� Volume prodotto per periodo (mst, mc, q.li,…)____________________ � Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio

□ piazzale aperto □ tettoia □ locale chiuso frequenza di svuotamenti___________________________________

� Destinazione della legna da ardere □ privato___________% □ centrale a biomassa___________% □ azienda___________% □ riutilizzo aziendale____% per____________________________ □ smaltimento___________%

� Modalità di cessione del prodotto

□ gratuita per_______% del totale □ vendita a_______€/____ □ smaltimento a_______€/____

Note:_____________________________________________________

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� Produzione media riferita al tondame (mst/mc, q.li/mc,…)_________________

� Produzione media riferita ai semilavorati (mst/mc, q.li/mc,…)______________

3.8 Produzione diProduzione diProduzione diProduzione di briquettes: briquettes: briquettes: briquettes:

� Volume prodotto per periodo (mst, mc, q.li,…)____________________ � Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio

□ piazzale aperto □ tettoia □ locale chiuso frequenza di svuotamenti___________________________________

� Destinazione della legna da ardere □ privato___________% □ centrale a biomassa___________% □ azienda___________% □ riutilizzo aziendale____% per____________________________ □ smaltimento___________%

� Modalità di cessione del prodotto

□ gratuita per_______% del totale □ vendita a_______€/____ □ smaltimento a_______€/____

Note:_____________________________________________________ � Produzione media riferita al tondame (mst/mc,

q.li/mc,…)_________________ � Produzione media riferita ai semilavorati (mst/mc,

q.li/mc,…)______________

3.9 Quantità e categoria merceologica di materiale legnoso utilizzata per finalità energetiche di Quantità e categoria merceologica di materiale legnoso utilizzata per finalità energetiche di Quantità e categoria merceologica di materiale legnoso utilizzata per finalità energetiche di Quantità e categoria merceologica di materiale legnoso utilizzata per finalità energetiche di autoconsumoautoconsumoautoconsumoautoconsumo

CATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICA QUANTITA’QUANTITA’QUANTITA’QUANTITA’ (indicare unità misura) (indicare unità misura) (indicare unità misura) (indicare unità misura) CORTECCIACORTECCIACORTECCIACORTECCIA

CIPPATOCIPPATOCIPPATOCIPPATO

SEGATURASEGATURASEGATURASEGATURA

SCIAVERI/REFILISCIAVERI/REFILISCIAVERI/REFILISCIAVERI/REFILI

TRUCIOTRUCIOTRUCIOTRUCIOLILILILI

LEGNA ARDERELEGNA ARDERELEGNA ARDERELEGNA ARDERE

PELLETSPELLETSPELLETSPELLETS

BRIQUETTESBRIQUETTESBRIQUETTESBRIQUETTES

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Indicare la potenza della centrale termica installata:_______________kW Indicare il periodo d’utilizzo della centrale termica:________________

3.10 Parametri descrittivi la tipologia del contratto di vendita (inserParametri descrittivi la tipologia del contratto di vendita (inserParametri descrittivi la tipologia del contratto di vendita (inserParametri descrittivi la tipologia del contratto di vendita (inserire % o quantità dei volumi ire % o quantità dei volumi ire % o quantità dei volumi ire % o quantità dei volumi posti in vendita):posti in vendita):posti in vendita):posti in vendita):

FORMA FORMA FORMA FORMA PARTE PARTE PARTE PARTE CATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICA (Indicare i primi tre acquirenti in ordine OCC.OCC.OCC.OCC. ANN.ANN.ANN.ANN. % o quantità% o quantità% o quantità% o quantità VENDITA DI CORTECCIAVENDITA DI CORTECCIAVENDITA DI CORTECCIAVENDITA DI CORTECCIA Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ VENDITA DI CIPPATOVENDITA DI CIPPATOVENDITA DI CIPPATOVENDITA DI CIPPATO Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ Acquirente_________________________

FORMA FORMA FORMA FORMA PARTE PARTE PARTE PARTE CATECATECATECATEGORIA MERCEOLOGICAGORIA MERCEOLOGICAGORIA MERCEOLOGICAGORIA MERCEOLOGICA (Indicare i primi tre acquirenti in ordine OCC.OCC.OCC.OCC. ANN.ANN.ANN.ANN. % o quantità% o quantità% o quantità% o quantità VENDITA DI SEGATURAVENDITA DI SEGATURAVENDITA DI SEGATURAVENDITA DI SEGATURA Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ VENDITA DI SCIAVERI/REFILIVENDITA DI SCIAVERI/REFILIVENDITA DI SCIAVERI/REFILIVENDITA DI SCIAVERI/REFILI Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ VENDITA DI TRUCIOLIVENDITA DI TRUCIOLIVENDITA DI TRUCIOLIVENDITA DI TRUCIOLI Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ VENDITA DI LEGNA DA ARDEREVENDITA DI LEGNA DA ARDEREVENDITA DI LEGNA DA ARDEREVENDITA DI LEGNA DA ARDERE Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ VENDITA DVENDITA DVENDITA DVENDITA DI PELLETSI PELLETSI PELLETSI PELLETS Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ VENDITA DI BRIQUETTESVENDITA DI BRIQUETTESVENDITA DI BRIQUETTESVENDITA DI BRIQUETTES Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ Acquirente_________________________

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3.11Modalità di definizione del prezzo di vendita (barrare casella):Modalità di definizione del prezzo di vendita (barrare casella):Modalità di definizione del prezzo di vendita (barrare casella):Modalità di definizione del prezzo di vendita (barrare casella):

CATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICA CIPPATOCIPPATOCIPPATOCIPPATO CORTECCIACORTECCIACORTECCIACORTECCIA

DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE ACQUIRENTEACQUIRENTEACQUIRENTEACQUIRENTE FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO

IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC.

VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE PERIODO PERIODO PERIODO PERIODO QUALITA'QUALITA'QUALITA'QUALITA'

FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC.

VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE PERIODO PERIODO PERIODO PERIODO QUALITA'QUALITA'QUALITA'QUALITA'

CONTRATTO 1 CONTRATTO 2 CONTRATTO 3

SEGATURASEGATURASEGATURASEGATURA SCIAVERI/REFILISCIAVERI/REFILISCIAVERI/REFILISCIAVERI/REFILI

DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE

ACQUIRENTEACQUIRENTEACQUIRENTEACQUIRENTE FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC.

VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE PERIODO PERIODO PERIODO PERIODO QUALITA'QUALITA'QUALITA'QUALITA'

FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC.

VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE PERIODO PERIODO PERIODO PERIODO QUALITA'QUALITA'QUALITA'QUALITA'

CONTRATTO 1 CONTRATTO 2 CONTRATTO 3

TRUCIOLITRUCIOLITRUCIOLITRUCIOLI LEGNA ARDERELEGNA ARDERELEGNA ARDERELEGNA ARDERE

DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE

ACQUIRENTEACQUIRENTEACQUIRENTEACQUIRENTE FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC.

VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE PERIODO PERIODO PERIODO PERIODO QUALITA'QUALITA'QUALITA'QUALITA'

FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC.

VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE PERIODO PERIODO PERIODO PERIODO QUALITA'QUALITA'QUALITA'QUALITA'

CONTRATTO 1 CONTRATTO 2 CONTRATTO 3

PELLETSPELLETSPELLETSPELLETS BRIQUETTESBRIQUETTESBRIQUETTESBRIQUETTES

DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE ACQUIRENTACQUIRENTACQUIRENTACQUIRENTEEEE

FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC.

VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE PERIODO PERIODO PERIODO PERIODO QUALITA'QUALITA'QUALITA'QUALITA'

FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC.

VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE PERIODO PERIODO PERIODO PERIODO QUALITA'QUALITA'QUALITA'QUALITA'

CONTRATTO 1 CONTRATTO 2 CONTRATTO 3 * mantenere la nomenclatura dell’acquirente adottata al par. 3.7.* mantenere la nomenclatura dell’acquirente adottata al par. 3.7.* mantenere la nomenclatura dell’acquirente adottata al par. 3.7.* mantenere la nomenclatura dell’acquirente adottata al par. 3.7. * Se esistono altre f* Se esistono altre f* Se esistono altre f* Se esistono altre forme contrattuali diverse dalle precedenti specificare di seguito:orme contrattuali diverse dalle precedenti specificare di seguito:orme contrattuali diverse dalle precedenti specificare di seguito:orme contrattuali diverse dalle precedenti specificare di seguito:

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

3.12 Adotta parametri qualitativi per la definizAdotta parametri qualitativi per la definizAdotta parametri qualitativi per la definizAdotta parametri qualitativi per la definizione delle caratteristiche della biomassa venduta:ione delle caratteristiche della biomassa venduta:ione delle caratteristiche della biomassa venduta:ione delle caratteristiche della biomassa venduta:

Corteccia Sì � No � quali______________________________ Cippato Sì � No � quali______________________________ Segatura Sì � No � quali______________________________ Sciaveri/refili Sì � No � quali______________________________ Trucioli Sì � No � quali______________________________

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170

Legna da ardere Sì � No � quali______________________________ Pellets Sì � No � quali______________________________ Briquettes Sì � No � quali______________________________

Effettua certificazione di prodotto? Sì � No � Effettua certificazione di processo? Sì � No � In caso di risposta affermativa si evidenzi la tipologia di garanzia adottata:

□ Dichiarazione di conformità (autocertificazione) □ Attestazione di conformità □ Certificazione di III livello PEFC □ FSC □ ISO 9000 □ ISO 14000

3.13 Sarebbe interessato ad un listino prezzi di riferimento per prodotti destinati a scopi energetici? Sì � No �

Data________________________Timbro e firma__________________________

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171

Questionario telefonico:Questionario telefonico:Questionario telefonico:Questionario telefonico: aziende di seconda lavo aziende di seconda lavo aziende di seconda lavo aziende di seconda lavorazione, razione, razione, razione, caratteristiche aziendali e stima dei cascami destinati a fini caratteristiche aziendali e stima dei cascami destinati a fini caratteristiche aziendali e stima dei cascami destinati a fini caratteristiche aziendali e stima dei cascami destinati a fini energetici.energetici.energetici.energetici.

Denominazione:_________________________________________________________ Comune:_______________________________________________________________ Forma giuridica:_________________________________________________________ Azienda produttrice di:____________________________________________________ Persona di riferimento:____________________________________________________

1.1.1.1.CARATTERISTICHE DELL’AZIENDACARATTERISTICHE DELL’AZIENDACARATTERISTICHE DELL’AZIENDACARATTERISTICHE DELL’AZIENDA

1.1 Anno di entrata in eserciAnno di entrata in eserciAnno di entrata in eserciAnno di entrata in esercizio:______zio:______zio:______zio:______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ 1.2 Organico (Organico (Organico (Organico (media ultimi 2 annimedia ultimi 2 annimedia ultimi 2 annimedia ultimi 2 anni):):):): titolare_____soci_____addetti_____amministrativi_____ 1.3 Impegno temporale dedicato all’attività (Impegno temporale dedicato all’attività (Impegno temporale dedicato all’attività (Impegno temporale dedicato all’attività (media ultimi 2 annimedia ultimi 2 annimedia ultimi 2 annimedia ultimi 2 anni))))

FISSO

STAGIONALE

N° media gg

Titolare Socio/i Addetto/i Impiegato/i

1.4 Produzione reale e produzione potenzialeProduzione reale e produzione potenzialeProduzione reale e produzione potenzialeProduzione reale e produzione potenziale

Indicare l’incremento o il decremento di lavorazione potenziale per il prossimo quinquennio__________________%

2.INPUT AZIENDALIINPUT AZIENDALIINPUT AZIENDALIINPUT AZIENDALI

2.13 TondameTondameTondameTondame

TIPOTIPOTIPOTIPOLOGIALOGIALOGIALOGIA

ACQUISTATOACQUISTATOACQUISTATOACQUISTATO indicare U.M.:

mc, mst, q.li, altro…

LAVORATOLAVORATOLAVORATOLAVORATO indicare U.M.:

mc, mst, q.li, altro…

PROVENIENZAPROVENIENZAPROVENIENZAPROVENIENZA Indicare % e origine secondo la dicitura:

locale, Trentino, Italia, Europa, extra

europeo

2.14 SemilavoratoSemilavoratoSemilavoratoSemilavorato

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172

TIPOLOGIATIPOLOGIATIPOLOGIATIPOLOGIA Cat. merceologica +

conifera/latifoglia

ACQUISTATOACQUISTATOACQUISTATOACQUISTATO indicare U.M.:

mc, mst, q.li, altro…

LAVORATOLAVORATOLAVORATOLAVORATO indicare U.M.:

mc, mst, q.li, altro…

PROVENIENZAPROVENIENZAPROVENIENZAPROVENIENZA Indicare % e origine secondo la dicitura:

locale, Trentino, Italia, Europa, extra europeo

2.15Quantità dQuantità dQuantità dQuantità di biomassa acquistata i biomassa acquistata i biomassa acquistata i biomassa acquistata (indicare U(indicare U(indicare U(indicare U....MMMM....: mc; mst; q.li;: mc; mst; q.li;: mc; mst; q.li;: mc; mst; q.li; bancali; bancali; bancali; bancali; altro…)altro…)altro…)altro…)

PROVENIENZAPROVENIENZAPROVENIENZAPROVENIENZA CCCConifera onifera onifera onifera LatifogliaLatifogliaLatifogliaLatifoglia

LOCALE

TRENTINO

ITALIA

EUROPA

EXTRA europeo

3.OUTPUT AZIENDALIOUTPUT AZIENDALIOUTPUT AZIENDALIOUTPUT AZIENDALI

3.1Produzione di corteccia:Produzione di corteccia:Produzione di corteccia:Produzione di corteccia:

Volume prodotto per periodo (mc, mst, q.li)___________________________

Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio

□ piazzale aperto □ tettoia □ locale chiuso frequenza di svuotamenti___________________________________

Destinazione della corteccia □ privato__________% □ azienda__________% □ centrale a biomassa__________% □ riutilizzo aziendale__________% □ smaltimento__________%

Modalità di cessione del prodotto

□ gratuitagratuitagratuitagratuita per_______% del totale

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173

□ venditavenditavenditavendita tramite versamento di_________€/_____ □ smaltimentosmaltimentosmaltimentosmaltimento tramite versamento di_______€/____

Note: _____________________________________________________

Produzione media riferita al tondame (mst/mc, q.li/mc,…)______________

3.2 Produzione di cippato:Produzione di cippato:Produzione di cippato:Produzione di cippato:

Volume prodotto per periodo (mst, mc, q.li,…)_________________________

Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio

□ piazzale aperto □ tettoia □ locale chiuso frequenza di svuotamenti___________________________________

Destinazione del cippato □ privato__________% □ azienda__________% □ centrale a biomassa__________% □ riutilizzo aziendale__________% □ smaltimento__________%

Modalità di cessione del prodotto

□ gratuitagratuitagratuitagratuita per_______% del totale □ venditavenditavenditavendita tramite versamento di_________€/_____ □ smaltimentosmaltimentosmaltimentosmaltimento tramite versamento di_______€/____

Note: _____________________________________________________

Produzione media riferita al tondame (mst/mc, q.li/mc,…)______________

Produzione media riferita ai semilavorati (mst/mc, q.li/mc,…)______________

3.3Produzione di segatura:Produzione di segatura:Produzione di segatura:Produzione di segatura:

Volume prodotto per periodo (mst, mc, q.li,…)________________________

Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio □ piazzale aperto □ tettoia □ locale chiuso frequenza di svuotamenti___________________________________

Destinazione del segatura □ privato__________% □ azienda__________% □ centrale a biomassa__________% □ riutilizzo aziendale__________%

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174

□ smaltimento__________% Modalità di cessione del prodotto

□ gratuitagratuitagratuitagratuita per_______% del totale □ venditavenditavenditavendita tramite versamento di_________€/_____ □ smaltimentosmaltimentosmaltimentosmaltimento tramite versamento di_______€/____

Note: _____________________________________________________ Produzione media riferita al tondame (mst/mc, q.li/mc,…)______________

Produzione media riferita ai semilavorati (mst/mc, q.li/mc,…)___________

3.4 Produzione di refili:Produzione di refili:Produzione di refili:Produzione di refili:

Volume prodotto per periodo (mst, mc, q.li,…)________________________

Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio □ piazzale aperto □ tettoia □ locale chiuso frequenza di svuotamenti___________________________________

Destinazione del refili □ privato__________% □ azienda__________% □ centrale a biomassa__________% □ riutilizzo aziendale__________% □ smaltimento__________%

Modalità di cessione del prodotto

□ gratuitagratuitagratuitagratuita per_______% del totale □ venditavenditavenditavendita tramite versamento di_________€/_____ □ smaltimentosmaltimentosmaltimentosmaltimento tramite versamento di_______€/____

Note: _____________________________________________________

Produzione media riferita al tondame (mst/mc, q.li/mc,…)_________________

Produzione media riferita ai semilavorati (mst/mc, q.li/mc,…)______________

3.5Produzione di trucioli:Produzione di trucioli:Produzione di trucioli:Produzione di trucioli:

Volume prodotto per periodo (mst, mc, q.li,…)________________________

Volume prodotto per periodo (mst, mc, q.li,…)________________________

Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio □ piazzale aperto □ tettoia □ locale chiuso frequenza di svuotamenti___________________________________

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175

Destinazione del trucioli □ privato__________% □ azienda__________% □ centrale a biomassa__________% □ riutilizzo aziendale__________% □ smaltimento__________%

Modalità di cessione del prodotto

□ gratuitagratuitagratuitagratuita per_______% del totale □ venditavenditavenditavendita tramite versamento di_________€/_____ □ smaltimentosmaltimentosmaltimentosmaltimento tramite versamento di_______€/____

Note: _____________________________________________________

Produzione media riferita al tondame (mst/mc, q.li/mc,…)______________

Produzione media riferita ai semilavorati (mst/mc, q.li/mc,…)____________

3.6 Produzione di legna da ardere:Produzione di legna da ardere:Produzione di legna da ardere:Produzione di legna da ardere:

Volume prodotto per periodo (mst, mc, q.li,…)___________________________

Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio □ piazzale aperto □ tettoia □ locale chiuso frequenza di svuotamenti___________________________________

Destinazione della legna da ardere □ privato__________% □ azienda__________% □ centrale a biomassa__________% □ riutilizzo aziendale__________% □ smaltimento__________%

Modalità di cessione del prodotto

□ gratuitagratuitagratuitagratuita per_______% del totale □ venditavenditavenditavendita tramite versamento di_________€/_____ □ smaltimentosmaltimentosmaltimentosmaltimento tramite versamento di_______€/____

Note: _____________________________________________________

Produzione media riferita al tondame (mst/mc, q.li/mc,…)_________________

Produzione media riferita ai semilavorati (mst/mc, q.li/mc,…)______________

3.7 Parametri descrittivi la tipologia del contratto di vendita:Parametri descrittivi la tipologia del contratto di vendita:Parametri descrittivi la tipologia del contratto di vendita:Parametri descrittivi la tipologia del contratto di vendita:

* inteso come tipologia di acquirente (privato, azienda, pubblico,…).

FORMA DEL CONTRATTOFORMA DEL CONTRATTOFORMA DEL CONTRATTOFORMA DEL CONTRATTO Inserire % volumi posti in vendita

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Non inserire nominativi aziendali ai sensi del D.L. 322/89 e D.Lgs. 196/03 OCCOCCOCCOCC.... BIM.BIM.BIM.BIM. SEMSEMSEMSEM.... ANNANNANNANN.... PLURIPLURIPLURIPLURI....

VENDITA DVENDITA DVENDITA DVENDITA DI CI CI CI CORTECCIAORTECCIAORTECCIAORTECCIA

Acquirente*_________________________

Acquirente*_________________________

VENDITA DVENDITA DVENDITA DVENDITA DI CIPPI CIPPI CIPPI CIPPATOATOATOATO

Acquirente*_________________________

Acquirente*_________________________

VENDITA DVENDITA DVENDITA DVENDITA DI I I I SEGATURASEGATURASEGATURASEGATURA

Acquirente*_________________________

Acquirente*_________________________

VENDITA DVENDITA DVENDITA DVENDITA DI I I I SCIAVERI/REFILISCIAVERI/REFILISCIAVERI/REFILISCIAVERI/REFILI

Acquirente*_________________________

Acquirente*_________________________

VENDITA DVENDITA DVENDITA DVENDITA DI I I I TRUCIOLITRUCIOLITRUCIOLITRUCIOLI

Acquirente*_________________________

Acquirente*_________________________

VENDITA DVENDITA DVENDITA DVENDITA DI I I I LEGNA ARDERELEGNA ARDERELEGNA ARDERELEGNA ARDERE

Acquirente*_________________________

Acquirente*_________________________

3.8 Modalità di dModalità di dModalità di dModalità di definizione del prezzo di vendita efinizione del prezzo di vendita efinizione del prezzo di vendita efinizione del prezzo di vendita (barrare casella)(barrare casella)(barrare casella)(barrare casella)::::

CATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICA DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE

ACQUIRENTE**ACQUIRENTE**ACQUIRENTE**ACQUIRENTE** CIPPATOCIPPATOCIPPATOCIPPATO CORTECCIACORTECCIACORTECCIACORTECCIA

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177

FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC. VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE

PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'

FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC. VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE

PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'

CONTRATTO 1*

CONTRATTO 2*

SEGATURASEGATURASEGATURASEGATURA REFILIREFILIREFILIREFILI

DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE ACQUIRENTE**ACQUIRENTE**ACQUIRENTE**ACQUIRENTE** FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO

IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC. VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'

FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC. VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE

PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'

CONTRATTO 1*

CONTRATTO 2*

TRUCIOLITRUCIOLITRUCIOLITRUCIOLI LEGNA ARDERELEGNA ARDERELEGNA ARDERELEGNA ARDERE

DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE ACQUIRENTE**ACQUIRENTE**ACQUIRENTE**ACQUIRENTE** FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO

IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC. VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'

FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC. VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE

PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'

CONTRATTO 1*

CONTRATTO 2* * mantenere la nomenclatura dell’acquirente adottata al par. 3.7.... ** inteso come tipologia di acquirente (privato, azienda, pubblico,…). Non inserire nominativi aziendali ai sensi del D.L. 322/89 e D.Lgs. 196/03 Se esistono altre forme contrattuali diverse dalle precedenti spSe esistono altre forme contrattuali diverse dalle precedenti spSe esistono altre forme contrattuali diverse dalle precedenti spSe esistono altre forme contrattuali diverse dalle precedenti specificare di seguito:ecificare di seguito:ecificare di seguito:ecificare di seguito: ________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

3.9 Adotta parametri qualitativi per la definizione delle caratteristiche della biomassa Adotta parametri qualitativi per la definizione delle caratteristiche della biomassa Adotta parametri qualitativi per la definizione delle caratteristiche della biomassa Adotta parametri qualitativi per la definizione delle caratteristiche della biomassa venduta:venduta:venduta:venduta:

□ Corteccia Sì � No � □ Cippato Sì � No � □ Segatura Sì � No � □ Refili Sì � No � □ Trucioli Sì � No � □ Legna da ardere Sì � No � □

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□ Effettua certificazione di prodotto? Sì � No � Nota:______________________________________________________ In caso di risposta affermativa si evidenzi la tipologia di garanzia adottata:

□ Dichiarazione di conformità (autocertificazione) □ Attestazione di conformità □ Certificazione di III livello

4. Sarebbe interessato ad un prezzo di riferimento della biomassa?Sarebbe interessato ad un prezzo di riferimento della biomassa?Sarebbe interessato ad un prezzo di riferimento della biomassa?Sarebbe interessato ad un prezzo di riferimento della biomassa?

Sì � No �

Data________________________

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179

QuestionQuestionQuestionQuestionario telefonico:ario telefonico:ario telefonico:ario telefonico: offerta di biomassa legnosa da offerta di biomassa legnosa da offerta di biomassa legnosa da offerta di biomassa legnosa da produttori di legna da ardere.produttori di legna da ardere.produttori di legna da ardere.produttori di legna da ardere.

Azienda:________________________________________________________________

Comune:_______________________________________________________________

Persona di riferimento:____________________________________________________

1. 1. 1. 1. CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITA’CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITA’CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITA’CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITA’

1.1 Anno di entrata in esercizio:__________________________________________Anno di entrata in esercizio:__________________________________________Anno di entrata in esercizio:__________________________________________Anno di entrata in esercizio:__________________________________________

1.2 Forma giuridica:_____________________________________________________Forma giuridica:_____________________________________________________Forma giuridica:_____________________________________________________Forma giuridica:_____________________________________________________

1.3 Organico (Organico (Organico (Organico (media ultimi 2 annimedia ultimi 2 annimedia ultimi 2 annimedia ultimi 2 anni):):):):

titolare_____soci_____addetti_____amministrativi_____

1.4 Impegno temporale dedicato all’attività (Impegno temporale dedicato all’attività (Impegno temporale dedicato all’attività (Impegno temporale dedicato all’attività (media ultimi 2 annimedia ultimi 2 annimedia ultimi 2 annimedia ultimi 2 anni))))

FISSO

STAGIONALE

n° media gg

lavorati

Titolare

Socio/i

Addetto/i

Impiegato/i

1.5 ProduzioProduzioProduzioProduzione reale e produzione potenzialene reale e produzione potenzialene reale e produzione potenzialene reale e produzione potenziale

Indicare l’aspettativa d’incremento o il decremento di produzione potenziale per il

prossimo quinquennio__________________%

2. 2. 2. 2. INPUT AZIENDALIINPUT AZIENDALIINPUT AZIENDALIINPUT AZIENDALI

2.1 Quantitativo di biomassa acquistata Quantitativo di biomassa acquistata Quantitativo di biomassa acquistata Quantitativo di biomassa acquistata (U.M./anno): ___________________: ___________________: ___________________: ___________________

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180

2.2 Da chi acDa chi acDa chi acDa chi acquista la biomassa legnosa?quista la biomassa legnosa?quista la biomassa legnosa?quista la biomassa legnosa? (indicare secondo una stima)::::

FornitoreFornitoreFornitoreFornitore QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)

Rivenditore / intermediario

Impresa boschiva

Proprietà pubblica

Proprietà privata

Segheria

Autoproduzione

Altro (specificare):

100%100%100%100%

2.3 Sede del fornitore/produtSede del fornitore/produtSede del fornitore/produtSede del fornitore/produttore della biomassa legnosa:tore della biomassa legnosa:tore della biomassa legnosa:tore della biomassa legnosa:

PROVENIENZA * QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)

Locale (Comune di residenza e attigui):

Comprensoriale:

Provinciale:

Nazionale:

Estera:

*- Specificare la provenienza. 100%100%100%100%

2.4 Origine della biomassa legnosa Origine della biomassa legnosa Origine della biomassa legnosa Origine della biomassa legnosa (se conosciuta):

PROVENIENZA * QQQQUANTITÀ (%)UANTITÀ (%)UANTITÀ (%)UANTITÀ (%)

Locale (Comune di residenza e attigui):

Comprensoriale:

Provinciale:

Nazionale:

Estera:

*- Specificare la provenienza. 100%100%100%100%

3.3.3.3.OUTPUT AZIENDALIOUTPUT AZIENDALIOUTPUT AZIENDALIOUTPUT AZIENDALI

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181

3.1Essenza legnosa prodotta:Essenza legnosa prodotta:Essenza legnosa prodotta:Essenza legnosa prodotta:

ESSENZA LEGNOSAESSENZA LEGNOSAESSENZA LEGNOSAESSENZA LEGNOSA QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)

Faggio

Rovere (querce)

Carpino

Conifere

Mista

Altro:

100%100%100%100%

3.2Quantitativo di legna da ardere prodotta e commercializzata Quantitativo di legna da ardere prodotta e commercializzata Quantitativo di legna da ardere prodotta e commercializzata Quantitativo di legna da ardere prodotta e commercializzata (indicare U.M.):

CATEGORIA MERCEOLOGICA QUANTITÀ PRODOTTA

QUANTITÀ VENDUTA

Legna intera non lavorata (assortimento forestale)

Legna parzialmente lavorata (tronchetti da 1-2 m)

Ciocchi da 50 cm

Ciocchi da 30 cm

Cippato

Briquettes (tronchetti)

Pellet

Altro:____________________________________________

3.3 Modalità di commercializzazione:Modalità di commercializzazione:Modalità di commercializzazione:Modalità di commercializzazione:

MODALITA’MODALITA’MODALITA’MODALITA’ CATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICA

ScioltaScioltaScioltaSciolta PalletPalletPalletPallet BiBiBiBig bagg bagg bagg bag ConfezionataConfezionataConfezionataConfezionata

Legna intera non lavorata

(assortimento forestale)

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182

Legna parzialmente lavorata

(tronchetti da 1-2 m)

Ciocchi da 50 cm

Ciocchi da 30 cm

Cippato

Briquettes (tronchetti)

Altro:______________________

3.4 AcquAcquAcquAcquirenti della legna da ardere:irenti della legna da ardere:irenti della legna da ardere:irenti della legna da ardere:

□ privati___________% □ enti pubblici__________% □ aziende in generale___________% □ commercianti___________% □ pizzerie___________% □ riutilizzo aziendale__________%

3.5Destinazione della legna da ardere:Destinazione della legna da ardere:Destinazione della legna da ardere:Destinazione della legna da ardere:

DESTINAZIONE * QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)

Locale (Comune di residenza e attigui):

Comprensoriale:

Provinciale:

Nazionale:

Estera:

*- Specificare la destinazione. 100%100%100%100%

3.6Prezzo di vendita:Prezzo di vendita:Prezzo di vendita:Prezzo di vendita:

CATEGORIA MERCEOLOGICA PREZZO

€/U.M

Legna intera non lavorata (assortimento forestale)

Legna parzialmente lavorata (tronchetti da 1-2 m)

Ciocchi da 50 cm

Ciocchi da 30 cm

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

183

Cippato

Briquettes (tronchetti)

Pellet

Altro:____________________________________________

3.7 Sarebbe interessato ad un prezzo di riferimentoSarebbe interessato ad un prezzo di riferimentoSarebbe interessato ad un prezzo di riferimentoSarebbe interessato ad un prezzo di riferimento della biomassa? della biomassa? della biomassa? della biomassa? Sì � No �

Data________________________Timbro e firma__________________________

Questionario telefonico:Questionario telefonico:Questionario telefonico:Questionario telefonico: offerta di biomassa legnosa da offerta di biomassa legnosa da offerta di biomassa legnosa da offerta di biomassa legnosa da commercianti.commercianti.commercianti.commercianti.

Azienda:________________________________________________________________

Comune:_______________________________________________________________

Persona di riferimento:____________________________________________________

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LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici

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1. 1. 1. 1. CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITA’CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITA’CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITA’CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITA’

1.5 Rivenditore finaleRivenditore finaleRivenditore finaleRivenditore finale���� IntermediarioIntermediarioIntermediarioIntermediario����

1.6 Esercita attività di commercio di biomasse legnose in maniera esclusiva?Esercita attività di commercio di biomasse legnose in maniera esclusiva?Esercita attività di commercio di biomasse legnose in maniera esclusiva?Esercita attività di commercio di biomasse legnose in maniera esclusiva?

� SI(compilare anche da 1.3 a1.6) � NO(saltare al punto 1.7)

1.7 Anno di entrata in esercizio:_________________________________________Anno di entrata in esercizio:_________________________________________Anno di entrata in esercizio:_________________________________________Anno di entrata in esercizio:_____________________________________________

1.8 Forma giuridica:___________________________________________________Forma giuridica:___________________________________________________Forma giuridica:___________________________________________________Forma giuridica:___________________________________________________

1.9 Organico (Organico (Organico (Organico (media ultimi 2 annimedia ultimi 2 annimedia ultimi 2 annimedia ultimi 2 anni):):):):

titolare_____soci_____addetti_____amministrativi_____

1.10 Impegno temporale dedicato all’attività (Impegno temporale dedicato all’attività (Impegno temporale dedicato all’attività (Impegno temporale dedicato all’attività (media ultimi 2 annimedia ultimi 2 annimedia ultimi 2 annimedia ultimi 2 anni))))

FISSO

STAGIONALE

n° media gg

lavorati

Titolare

Socio/i

Addetto/i

Impiegato/i

1.11 Volume reale e volume potenziale commercializzatiVolume reale e volume potenziale commercializzatiVolume reale e volume potenziale commercializzatiVolume reale e volume potenziale commercializzati

Indicare l’aspettativa d’incremento o di decremento di volume commercializzato potenziale per il prossimo quinquennio_________________%

2.2.2.2.INPUT AZIENDALIINPUT AZIENDALIINPUT AZIENDALIINPUT AZIENDALI

2.1Da chi acquista la biomassa legnosa?Da chi acquista la biomassa legnosa?Da chi acquista la biomassa legnosa?Da chi acquista la biomassa legnosa? (indicare secondo una stima)::::

FORNITORE QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%) NoteNoteNoteNote

Rivenditore / intermediario

Impresa boschiva

Azienda produttrice

Azienda di I lavorazione

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Azienda di II lavorazione

Altro (spec.):

100%100%100%100%

2.2 Sede del fornitore/produttore della biomassa legnosa:Sede del fornitore/produttore della biomassa legnosa:Sede del fornitore/produttore della biomassa legnosa:Sede del fornitore/produttore della biomassa legnosa:

PROVENIENZA * QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%) NoteNoteNoteNote

Locale (Comune di residenza e attigui)

Comprensoriale

Provinciale

Nazionale

Estera

*- Specificare la provenienza. 100%100%100%100%

2.3Origine della biomassa legnosa Origine della biomassa legnosa Origine della biomassa legnosa Origine della biomassa legnosa (se conosciuta):

CATEGORIA* merceologicamerceologicamerceologicamerceologica PROVENIENZA * QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)

Locale (Comune di residenza e attigui)

Comprensoriale

Provinciale

Nazionale

Estera

*- Specificare come al 2.2 100%100%100%100%

3.3.3.3.OUTPUT AZIENDOUTPUT AZIENDOUTPUT AZIENDOUTPUT AZIENDALIALIALIALI

3.1Essenza legnosa commercializzata:Essenza legnosa commercializzata:Essenza legnosa commercializzata:Essenza legnosa commercializzata:

ESSENZA LEGNOSAESSENZA LEGNOSAESSENZA LEGNOSAESSENZA LEGNOSA QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%) NoteNoteNoteNote

Faggio

Rovere (querce)

Carpino

Pioppo

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3.2

Quantitativi commercializzati Quantitativi commercializzati Quantitativi commercializzati Quantitativi commercializzati (indicare U.M.):

CATEGORIA MCATEGORIA MCATEGORIA MCATEGORIA MERCEOLOGICAERCEOLOGICAERCEOLOGICAERCEOLOGICA QUANTITÀQUANTITÀQUANTITÀQUANTITÀ

Legna da ardere in big bag

Legna da ardere in pallet (piccoli o grandi)

Legna da ardere confezionata

Pellets in sacchi

Briquettes (tronchetti)

Cippato

Altro:__________________________

3.3 Destinazione della merce:Destinazione della merce:Destinazione della merce:Destinazione della merce:

□ privato___________% □ enti pubblici___________% □ aziende in generale___________% □ pizzerie___________% □ riutilizzo aziendale___________%

3.4Prezzo di vendita:Prezzo di vendita:Prezzo di vendita:Prezzo di vendita:

Abete

Altre resinose

Miscela delle precedenti

Altro:

100%100%100%100%

CATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICA PREZZO PREZZO PREZZO PREZZO €/U.M.

Legna da ardere in big bag

Legna da ardere in pallet

Legna da ardere confezionata

Pellets in sacchi

Briquettes (tronchetti)

Cippato

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3.5 Sarebbe interessato ad un prezzo di riferimento della biomassa?Sarebbe interessato ad un prezzo di riferimento della biomassa?Sarebbe interessato ad un prezzo di riferimento della biomassa?Sarebbe interessato ad un prezzo di riferimento della biomassa?

SI � NO �

Data________________________Timbro e firma__________________________

Questionario:Questionario:Questionario:Questionario: centrali termiche di teleriscaldamento alimentate a centrali termiche di teleriscaldamento alimentate a centrali termiche di teleriscaldamento alimentate a centrali termiche di teleriscaldamento alimentate a biomassa legnosa.biomassa legnosa.biomassa legnosa.biomassa legnosa.

Denominazione:_________________________________________________________

Comune:_______________________________________________________________

Soggetto gestore:________________________________________________________

Forma giuridica:_________________________________________________________

Persona di riferimento:____________________________________________________

Data di compilazione:____________________________________________________

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1.1.1.1.CARATTERISTICHE DELL’IMPIANTOCARATTERISTICHE DELL’IMPIANTOCARATTERISTICHE DELL’IMPIANTOCARATTERISTICHE DELL’IMPIANTO

1.1 Anno di costruzione:________________________________________________Anno di costruzione:________________________________________________Anno di costruzione:________________________________________________Anno di costruzione:________________________________________________

1.2 Anno di entrata in esercizio:____________Anno di entrata in esercizio:____________Anno di entrata in esercizio:____________Anno di entrata in esercizio:____________________________________________________________________________________________________________________________________

1.3 Tipologia:Tipologia:Tipologia:Tipologia:

□ teleriscaldamento □ cogenerazione

1.4 Potenza installataPotenza installataPotenza installataPotenza installata (kW, MW):________________ (kW, MW):________________ (kW, MW):________________ (kW, MW):____________________________________________________________________________________________________________________________

1.5 Caratteristiche complesso alimentazione/caldaia: Caratteristiche complesso alimentazione/caldaia: Caratteristiche complesso alimentazione/caldaia: Caratteristiche complesso alimentazione/caldaia:

•sistema di alimentazione:

□ a coclea

□ spintori idraulici

□ altro

•tipologia della griglia:

□ fissa

□ mobile

•rendimento:

□ dichiarato………%

□ effettivo………%

1.6 Altre caratteristiAltre caratteristiAltre caratteristiAltre caratteristiche:__________________________che:__________________________che:__________________________che:______________________________________________________________________________________________________________________________

2.2.2.2.CARATTERISTICHE DELLA RETE DI TELERISCALDAMENTOCARATTERISTICHE DELLA RETE DI TELERISCALDAMENTOCARATTERISTICHE DELLA RETE DI TELERISCALDAMENTOCARATTERISTICHE DELLA RETE DI TELERISCALDAMENTO

2.1 Sviluppo Sviluppo Sviluppo Sviluppo complessivcomplessivcomplessivcomplessivo della rete (km):____________o della rete (km):____________o della rete (km):____________o della rete (km):____________________________________________________________________________________________________________

2.2 Utenze riferite all’anno d’entrata in esercizio:Utenze riferite all’anno d’entrata in esercizio:Utenze riferite all’anno d’entrata in esercizio:Utenze riferite all’anno d’entrata in esercizio:

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TIPOTIPOTIPOTIPO CONTRATTI CONTRATTI CONTRATTI CONTRATTI ---- FAMIGLIE FAMIGLIE FAMIGLIE FAMIGLIE

n°n°n°n°

VOLUME RISCALDATOVOLUME RISCALDATOVOLUME RISCALDATOVOLUME RISCALDATO

mmmm2222/m/m/m/m3333

PUBBLICO

PRIVATO

IMPRESE

2.3 Utenze attuali:Utenze attuali:Utenze attuali:Utenze attuali:

TIPOTIPOTIPOTIPO CONTRATTI CONTRATTI CONTRATTI CONTRATTI ---- FAMIGLIE FAMIGLIE FAMIGLIE FAMIGLIE

n°n°n°n°

VOLUME VOLUME VOLUME VOLUME RISCALDATORISCALDATORISCALDATORISCALDATO

mmmm2222/m/m/m/m3333

PUBBLICO

PRIVATO

IMPRESE

2.4 Utenze previste nel prossimo quinquennio:Utenze previste nel prossimo quinquennio:Utenze previste nel prossimo quinquennio:Utenze previste nel prossimo quinquennio:

TIPOTIPOTIPOTIPO CONTRATTI CONTRATTI CONTRATTI CONTRATTI ---- FAMIGLIE FAMIGLIE FAMIGLIE FAMIGLIE

n°n°n°n°

VOLUME RISCALDATOVOLUME RISCALDATOVOLUME RISCALDATOVOLUME RISCALDATO

mmmm2222/m/m/m/m3333

PUBBLICO

PRIVATO

IMPRESE

3.3.3.3.CONSUMO DI CIPPATOCONSUMO DI CIPPATOCONSUMO DI CIPPATOCONSUMO DI CIPPATO 3.1 Andamento dei principali parametri produttivi neglAndamento dei principali parametri produttivi neglAndamento dei principali parametri produttivi neglAndamento dei principali parametri produttivi negli anni:i anni:i anni:i anni:

ANNOANNOANNOANNO QUANTITÀ QUANTITÀ QUANTITÀ QUANTITÀ

(mst)(mst)(mst)(mst)

PREZZO PREZZO PREZZO PREZZO MEDIOMEDIOMEDIOMEDIO

(€/mst, €/t)(€/mst, €/t)(€/mst, €/t)(€/mst, €/t)

ENERGIA ENERGIA ENERGIA ENERGIA PRODOTTAPRODOTTAPRODOTTAPRODOTTA (kWh) (kWh) (kWh) (kWh)

ENERGIA ENERGIA ENERGIA ENERGIA FATTURATAFATTURATAFATTURATAFATTURATA

(kWh)(kWh)(kWh)(kWh) 2000

2001

2002

2003

2004

2005

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190

2006

2007

2008

(PROIEZIONE)

2010 - 2015

3.2 Consumo di periodo nell’anno:Consumo di periodo nell’anno:Consumo di periodo nell’anno:Consumo di periodo nell’anno:

MESEMESEMESEMESE QUANTITÀ QUANTITÀ QUANTITÀ QUANTITÀ

(MST)(MST)(MST)(MST)

PREZZO PREZZO PREZZO PREZZO MEDIO MEDIO MEDIO MEDIO

(€/mst, €/(€/mst, €/(€/mst, €/(€/mst, €/t)t)t)t)

ENERGIA ENERGIA ENERGIA ENERGIA PRODOTTA (PRODOTTA (PRODOTTA (PRODOTTA (kWkWkWkWh)h)h)h)

ENERGIA ENERGIA ENERGIA ENERGIA FATTURATAFATTURATAFATTURATAFATTURATA

((((kWkWkWkWh)h)h)h) GENNAIO

FEBBRAIO

MARZO

APRILE

MAGGIO

GIUGNO

LUGLIO

AGOSTO

SETTEMBRE

OTTOBRE

NOVEMBRE

DICEMBRE

2010 - 2015

5.PRODUZIONE E STOCCAGGIOPRODUZIONE E STOCCAGGIOPRODUZIONE E STOCCAGGIOPRODUZIONE E STOCCAGGIO

4.1 Il materiIl materiIl materiIl materiale utilizzato è di origine:ale utilizzato è di origine:ale utilizzato è di origine:ale utilizzato è di origine:

INCIDENZAINCIDENZAINCIDENZAINCIDENZA QUANTITA'QUANTITA'QUANTITA'QUANTITA' SETTORESETTORESETTORESETTORE ASSORTIMENTOASSORTIMENTOASSORTIMENTOASSORTIMENTO %%%% VALOREVALOREVALOREVALORE U.M.U.M.U.M.U.M.

FORESTALE CIPPATO

CASCAMI

TONDAME

SEGHERIA CIPPATO

TESTE

REFILI/SCIAVERI

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SEGATURA/TRUCIOLI

VERDE URBANO CIPPATO

CASCAMI

VERDE AGRICOLO CIPPATO

CASCAMI

REIMPIANTI

II LAVORAZIONE CIPPATO

LEGNO VERGINE

SEGATURA E TRUCIOLI

INTERMEDIARI CIPPATO

LEGNO INTERO

4.2 Stoccaggio del materiale:Stoccaggio del materiale:Stoccaggio del materiale:Stoccaggio del materiale:

•Capacità di stoccaggio massima:

TIPOLOGIATIPOLOGIATIPOLOGIATIPOLOGIA U.M.U.M.U.M.U.M. CAPACITA' MAX.CAPACITA' MAX.CAPACITA' MAX.CAPACITA' MAX.

PRESENZA DI PRESENZA DI PRESENZA DI PRESENZA DI VENTILAZIONE VENTILAZIONE VENTILAZIONE VENTILAZIONE

FORZATAFORZATAFORZATAFORZATA mq o mcmq o mcmq o mcmq o mc Sì/NoSì/NoSì/NoSì/No

PIAZZALE COPERTURA MOBILE

NON COPERTO

LOCALE DI STOCCAGGIO TETTOIA

MAGAZZINO CHIUSO

•Gestione delle modalità di stoccaggio del materiale durante l’anno:

TIPOLOGIATIPOLOGIATIPOLOGIATIPOLOGIA U.M.U.M.U.M.U.M. mq o mq o mq o mq o mcmcmcmc

LEGNO INTEROLEGNO INTEROLEGNO INTEROLEGNO INTERO (Spec._____________)(Spec._____________)(Spec._____________)(Spec._____________)

ESTIVO ESTIVO ESTIVO ESTIVO INVERNALEINVERNALEINVERNALEINVERNALE

CIPPATOCIPPATOCIPPATOCIPPATO ESTIVO ESTIVO ESTIVO ESTIVO

INVERNALEINVERNALEINVERNALEINVERNALE

PIAZZALE COPERTURA MOBILE

NON COPERTO LOCALE DI STOCCAGGIO TETTOIA

MAGAZZINO CHIUSO

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6. APPROVVIGIONAMENTOAPPROVVIGIONAMENTOAPPROVVIGIONAMENTOAPPROVVIGIONAMENTO

3.1Caratteristiche della fornitura:Caratteristiche della fornitura:Caratteristiche della fornitura:Caratteristiche della fornitura:

FREQUENZA DI CONFERIMENTO (n°)/VOLUME FREQUENZA DI CONFERIMENTO (n°)/VOLUME FREQUENZA DI CONFERIMENTO (n°)/VOLUME FREQUENZA DI CONFERIMENTO (n°)/VOLUME (mst o mc)(mst o mc)(mst o mc)(mst o mc)

TIPOLOGITIPOLOGITIPOLOGITIPOLOGIAAAA FORNITURAFORNITURAFORNITURAFORNITURA FORNITOREFORNITOREFORNITOREFORNITORE

I TRIM.I TRIM.I TRIM.I TRIM. II TRIM.II TRIM.II TRIM.II TRIM. III TRIM.III TRIM.III TRIM.III TRIM. IV TRIM.IV TRIM.IV TRIM.IV TRIM. **** CIPPATO ---- CIPPATO ---- CIPPATO ---- CIPPATO ---- CIPPATO ---- CIPPATO ---- CIPPATO ---- LEGNO INTERO

LEGNO INTERO

LEGNO INTERO

LEGNO INTERO

LEGNO INTERO

LEGNO INTERO

LEGNO INTERO

* Indicare * Indicare * Indicare * Indicare l’assortimento conferito presso ll’assortimento conferito presso ll’assortimento conferito presso ll’assortimento conferito presso la centralea centralea centralea centrale....

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193

3.2 Parametri descrittivi la tipologia del contratto di fornitura:Parametri descrittivi la tipologia del contratto di fornitura:Parametri descrittivi la tipologia del contratto di fornitura:Parametri descrittivi la tipologia del contratto di fornitura:

FORMA DEL CONTRATTOFORMA DEL CONTRATTOFORMA DEL CONTRATTOFORMA DEL CONTRATTO

OCCASIONALOCCASIONALOCCASIONALOCCASIONALEEEE

SEMESTRALESEMESTRALESEMESTRALESEMESTRALE ANNUALEANNUALEANNUALEANNUALE PLURIENNALEPLURIENNALEPLURIENNALEPLURIENNALE

FORNITURA DI CIPPATOFORNITURA DI CIPPATOFORNITURA DI CIPPATOFORNITURA DI CIPPATO

FORNITORE____________________

FORNITORE____________________

FORNITORE____________________

FORNITURA DI LEGNO INTEROFORNITURA DI LEGNO INTEROFORNITURA DI LEGNO INTEROFORNITURA DI LEGNO INTERO

FORNITORE____________________

FORNITORE____________________

FORNITORE____________________

* * * * mantenere la nomenclatura del fornitore adottata al par. 5.1mantenere la nomenclatura del fornitore adottata al par. 5.1mantenere la nomenclatura del fornitore adottata al par. 5.1mantenere la nomenclatura del fornitore adottata al par. 5.1....

3.3Modalità di definizione del prezzo Modalità di definizione del prezzo Modalità di definizione del prezzo Modalità di definizione del prezzo di conferimento:di conferimento:di conferimento:di conferimento:

CATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICA CIPPATOCIPPATOCIPPATOCIPPATO LEGNO INTEROLEGNO INTEROLEGNO INTEROLEGNO INTERO

DENOMINAZIONDENOMINAZIONDENOMINAZIONDENOMINAZIONE FORNITOREE FORNITOREE FORNITOREE FORNITORE FISSATFISSATFISSATFISSAT

O IN O IN O IN O IN PREC.PREC.PREC.PREC.

VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE PERIODO PERIODO PERIODO PERIODO QUALITA'QUALITA'QUALITA'QUALITA'

FISSATFISSATFISSATFISSATO IN O IN O IN O IN PREC.PREC.PREC.PREC.

VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE PERIODO PERIODO PERIODO PERIODO QUALITA'QUALITA'QUALITA'QUALITA'

CONTRATTO 1 CONTRATTO 2 CONTRATTO 3 CONTRATTO 4

CONTRATTO 5 * * * * mantenere la nomenclatura del fornitore adottata al par. 5.1mantenere la nomenclatura del fornitore adottata al par. 5.1mantenere la nomenclatura del fornitore adottata al par. 5.1mantenere la nomenclatura del fornitore adottata al par. 5.1.... * * * * Se esistono altre forme contrattuali diverse dalle precedenti specificare di seguito:Se esistono altre forme contrattuali diverse dalle precedenti specificare di seguito:Se esistono altre forme contrattuali diverse dalle precedenti specificare di seguito:Se esistono altre forme contrattuali diverse dalle precedenti specificare di seguito: ________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

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____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

3.4 Eventuali parametri qualitaEventuali parametri qualitaEventuali parametri qualitaEventuali parametri qualitativi adottati dal fornitore per la definizione delle caratteristiche tivi adottati dal fornitore per la definizione delle caratteristiche tivi adottati dal fornitore per la definizione delle caratteristiche tivi adottati dal fornitore per la definizione delle caratteristiche

della biomassa conferita ed impiegata nell’impianto:della biomassa conferita ed impiegata nell’impianto:della biomassa conferita ed impiegata nell’impianto:della biomassa conferita ed impiegata nell’impianto:

• Cippato

PARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVI IMPIEGIMPIEGIMPIEGIMPIEG

OOOO SI/NOSI/NOSI/NOSI/NO

U.M.U.M.U.M.U.M.

VALORE/VALORE/VALORE/VALORE/

IIII

CONTENUTO IDRICO PEZZATURA

CONTENUTO DI CORTECCIA CONTAMINAZIONE CON TERRA E PIETRE PRESENZA DI MATERIALE VERDE

CEN

ERI

ESSENZA LEGNOSA ALTRO

•Legno intero

PARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVI

IMPIEGOIMPIEGOIMPIEGOIMPIEGO SI/NOSI/NOSI/NOSI/NO

U.M.U.M.U.M.U.M.

VALORE/VALORE/VALORE/VALORE/IIII

CONTENUTO IDRICO ASSORTIMENTAZIONE

CONTENUTO DI CORTECCIA CONTAMINAZIONE CON TERRA E PIETRE PRESENZA DI MATERIALE VERDE C

ENER

I

ESSENZA LEGNOSA ALTRO

3.5 Esiste certificazione di prodotto garantita dal fornitore?Esiste certificazione di prodotto garantita dal fornitore?Esiste certificazione di prodotto garantita dal fornitore?Esiste certificazione di prodotto garantita dal fornitore?

SI � NO �

In caso di risposta affermativa si evidenzi la tipologia di garanzia adottataIn caso di risposta affermativa si evidenzi la tipologia di garanzia adottataIn caso di risposta affermativa si evidenzi la tipologia di garanzia adottataIn caso di risposta affermativa si evidenzi la tipologia di garanzia adottata:::: □ Dichiarazione di conformità (autocertificazione)

□ Attestazione di conformità

□ Certificazione di III livello

3.6 Provenienza del Provenienza del Provenienza del Provenienza del materiale impiegato nella centrale (specificare l’ubicazione per materiale impiegato nella centrale (specificare l’ubicazione per materiale impiegato nella centrale (specificare l’ubicazione per materiale impiegato nella centrale (specificare l’ubicazione per

ciascuna delle opzioni indicate):ciascuna delle opzioni indicate):ciascuna delle opzioni indicate):ciascuna delle opzioni indicate):

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•Cippato:

Locale (Distretto Forestale)__________________________� __________%

Provinciale_______________________________________� __________%

Regionale________________________________________� __________%

Nazionale________________________________________� __________%

Estera___________________________________________� __________%

•Legno intero:

Locale (Distretto Forestale)___________________________� __________%

Provinciale________________________________________� __________%

Regionale_________________________________________� __________%

Nazionale_________________________________________� __________%

Estera_____________________________________________� __________%

3.7Al momento della fornitura si procede alla verifica interna dei parametri qualitativi del Al momento della fornitura si procede alla verifica interna dei parametri qualitativi del Al momento della fornitura si procede alla verifica interna dei parametri qualitativi del Al momento della fornitura si procede alla verifica interna dei parametri qualitativi del

materiale?materiale?materiale?materiale?

•Cippato

PARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVI SISISISI NONONONO MODALITA’MODALITA’MODALITA’MODALITA’ FREQUENZAFREQUENZAFREQUENZAFREQUENZA CONTENUTO IDRICO PEZZATURA

CONTENUTO DI CORTECCIA

CONTAMINAZIONE CON TERRA E PIETRE

PRESENZA DI MATERIALE VERDE

CEN

ERI

ESSENZA LEGNOSA ALTRO

• Legno intero

PARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVI SISISISI NONONONO MODALITA’MODALITA’MODALITA’MODALITA’ FREQUENZAFREQUENZAFREQUENZAFREQUENZA

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CONTENUTO IDRICO PEZZATURA

CONTENUTO DI CORTECCIA CONTAMINAZIONE CON TERRA E PIETRE PRESENZA DI MATERIALE VERDE

CEN

ERI

ESSENZA LEGNOSA ALTRO

3.8 Sarebbe interessato ad un prezzo di riferimento della biomassa?Sarebbe interessato ad un prezzo di riferimento della biomassa?Sarebbe interessato ad un prezzo di riferimento della biomassa?Sarebbe interessato ad un prezzo di riferimento della biomassa? SI SI SI SI ���� NO NO NO NO ����

3.9 Nella definizione dei contratti di fornitura privilegia l’offerta localNella definizione dei contratti di fornitura privilegia l’offerta localNella definizione dei contratti di fornitura privilegia l’offerta localNella definizione dei contratti di fornitura privilegia l’offerta locale?e?e?e? SI SI SI SI ���� NO NO NO NO ����

3.10 Richiede mai specifiche sulla provenienza/origine del prodotto?Richiede mai specifiche sulla provenienza/origine del prodotto?Richiede mai specifiche sulla provenienza/origine del prodotto?Richiede mai specifiche sulla provenienza/origine del prodotto? SI SI SI SI ���� NO NO NO NO ����

Se SI, definiscaSe SI, definiscaSe SI, definiscaSe SI, definisca le motivazioni della scelta: le motivazioni della scelta: le motivazioni della scelta: le motivazioni della scelta: ________________________________________________________________________________________________________________________

3.11Sarebbe interessato alla strutturazione di filiere corte, in cui la biomassa impiegata Sarebbe interessato alla strutturazione di filiere corte, in cui la biomassa impiegata Sarebbe interessato alla strutturazione di filiere corte, in cui la biomassa impiegata Sarebbe interessato alla strutturazione di filiere corte, in cui la biomassa impiegata

provenga dai cascami delle utilizzazioni forestali? provenga dai cascami delle utilizzazioni forestali? provenga dai cascami delle utilizzazioni forestali? provenga dai cascami delle utilizzazioni forestali? SI SI SI SI ���� NO NO NO NO ����

DDDDefiniscaefiniscaefiniscaefinisca le motivazioni della scelta: le motivazioni della scelta: le motivazioni della scelta: le motivazioni della scelta: ________________________________________________________________________________________________________________________

3.12 Sarebbe interessato alla strutturazione di filiere corte in cui la biomassa impiegata Sarebbe interessato alla strutturazione di filiere corte in cui la biomassa impiegata Sarebbe interessato alla strutturazione di filiere corte in cui la biomassa impiegata Sarebbe interessato alla strutturazione di filiere corte in cui la biomassa impiegata

provenga da aziende locali strutturate per garantire contratti di fornitura?provenga da aziende locali strutturate per garantire contratti di fornitura?provenga da aziende locali strutturate per garantire contratti di fornitura?provenga da aziende locali strutturate per garantire contratti di fornitura?

SI SI SI SI ���� NO NO NO NO ����

________________________________________________________________________________________________________________________

3.13 Sareste disposti a pagare un prezzo maggiorato e costante nel periodo a Sareste disposti a pagare un prezzo maggiorato e costante nel periodo a Sareste disposti a pagare un prezzo maggiorato e costante nel periodo a Sareste disposti a pagare un prezzo maggiorato e costante nel periodo a

garanzia di una fornitura costante (lo stoccaggio garanzia di una fornitura costante (lo stoccaggio garanzia di una fornitura costante (lo stoccaggio garanzia di una fornitura costante (lo stoccaggio della biomassa avverrebbe della biomassa avverrebbe della biomassa avverrebbe della biomassa avverrebbe

quindi presso i commercianti/produttori)?quindi presso i commercianti/produttori)?quindi presso i commercianti/produttori)?quindi presso i commercianti/produttori)? SI SI SI SI ���� NO NO NO NO ����

DefiniscaDefiniscaDefiniscaDefinisca le motivazioni della scelta: le motivazioni della scelta: le motivazioni della scelta: le motivazioni della scelta: ____________________________________________________________

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____________________________________________________________

7.IMPIEGO DI FONTI ENERGETICHE ALTERNATIVEIMPIEGO DI FONTI ENERGETICHE ALTERNATIVEIMPIEGO DI FONTI ENERGETICHE ALTERNATIVEIMPIEGO DI FONTI ENERGETICHE ALTERNATIVE

6.1 La centrale è dotata di generatori ausiliari a:La centrale è dotata di generatori ausiliari a:La centrale è dotata di generatori ausiliari a:La centrale è dotata di generatori ausiliari a:

□ gasolio □ metano □ altro_____________________________________________________________ □ potenza (kW):___________

6.2 I generatori ausiliari vengono impI generatori ausiliari vengono impI generatori ausiliari vengono impI generatori ausiliari vengono impiegati per:iegati per:iegati per:iegati per:

□ Picchi (punte di assorbimento) □ emergenza □ regolarmente per la produzione di energia:

□ termica □ elettrica

6.3 Sono in vigore degli strumenti normativi che vincolano la produzione di energia Sono in vigore degli strumenti normativi che vincolano la produzione di energia Sono in vigore degli strumenti normativi che vincolano la produzione di energia Sono in vigore degli strumenti normativi che vincolano la produzione di energia

elettrica (cogenerazione) a quella di energiaelettrica (cogenerazione) a quella di energiaelettrica (cogenerazione) a quella di energiaelettrica (cogenerazione) a quella di energia termica? termica? termica? termica? SI SI SI SI ���� NO NO NO NO ����

____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Data________________________Timbro e firma__________________________

Questionario telefonico:Questionario telefonico:Questionario telefonico:Questionario telefonico: impiego di biomassa legnosa negli esercizi impiego di biomassa legnosa negli esercizi impiego di biomassa legnosa negli esercizi impiego di biomassa legnosa negli esercizi commerciali (pizzerie)commerciali (pizzerie)commerciali (pizzerie)commerciali (pizzerie)

Azienda:__________________________________________________________________ Comune:__________________________________________________________________

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Persona di riferimento:_______________________________________________________ Data di compilazione:________________________________________________________

1.1.1.1. CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITA’CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITA’CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITA’CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITA’

1.12 L’attività è dotata di forno a legna? SI ���� NO ���� 1.13 Quanti:Quanti:Quanti:Quanti:

� uno � più di uno � spec:_______ 1.14 L’attività è stagionale o costante durante l’anno?L’attività è stagionale o costante durante l’anno?L’attività è stagionale o costante durante l’anno?L’attività è stagionale o costante durante l’anno?

� Stagionale � Costante 1.15 Quali sono i periodi dell’anno in cui si concentra l’attività?Quali sono i periodi dell’anno in cui si concentra l’attività?Quali sono i periodi dell’anno in cui si concentra l’attività?Quali sono i periodi dell’anno in cui si concentra l’attività?

� primavera � estate � autunno � inverno

1.16 L’attività di ristorazione è aperta tutto l’anno L’attività di ristorazione è aperta tutto l’anno L’attività di ristorazione è aperta tutto l’anno L’attività di ristorazione è aperta tutto l’anno (se sì andare a 1.7)???? SI� NO �

1.17 Quanti mesi all’anno:Quanti mesi all’anno:Quanti mesi all’anno:Quanti mesi all’anno: n°: _________

1.18 Struttura dell’attività: Struttura dell’attività: Struttura dell’attività: Struttura dell’attività: indicare i periodi di apertura dell’esercizio.

SETTIMANASETTIMANASETTIMANASETTIMANA GIORNATAGIORNATAGIORNATAGIORNATA n° di giornaten° di giornaten° di giornaten° di giornate

MESEMESEMESEMESE (se possibile specificare) di aperturadi aperturadi aperturadi apertura

MezzogiornoMezzogiornoMezzogiornoMezzogiorno (sì (sì (sì (sì –––– no) no) no) no)

SeraSeraSeraSera (sì (sì (sì (sì –––– no) no) no) no)

GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE

MAGGIO GIUGNO LUGLIO

AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE

NOVEMBRE DICEMBRE

2.2.2.2. UTILIZZO DI LUTILIZZO DI LUTILIZZO DI LUTILIZZO DI LEGNA DA ARDEREEGNA DA ARDEREEGNA DA ARDEREEGNA DA ARDERE

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2.16 Quanta legna da ardere viene utilizzata in un anno per il funzionamento del/i forno/i Quanta legna da ardere viene utilizzata in un anno per il funzionamento del/i forno/i Quanta legna da ardere viene utilizzata in un anno per il funzionamento del/i forno/i Quanta legna da ardere viene utilizzata in un anno per il funzionamento del/i forno/i

a legna?a legna?a legna?a legna?

Quantitativo:________________________ in q/m3/mst

2.17 Indichi, secondo una stima, la distribuzione % del quantitativo di legna da ardere Indichi, secondo una stima, la distribuzione % del quantitativo di legna da ardere Indichi, secondo una stima, la distribuzione % del quantitativo di legna da ardere Indichi, secondo una stima, la distribuzione % del quantitativo di legna da ardere

impiegato impiegato impiegato impiegato nel corso dell’anno:nel corso dell’anno:nel corso dell’anno:nel corso dell’anno:

STAGIONESTAGIONESTAGIONESTAGIONE QUANTITÀQUANTITÀQUANTITÀQUANTITÀ

Primavera

Estate

Autunno

Inverno

100%100%100%100%

2.18Da chi acquista la legna?Da chi acquista la legna?Da chi acquista la legna?Da chi acquista la legna? (indicare secondo una stima)::::

FornitoreFornitoreFornitoreFornitore QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)

Rivenditore

Direttamente da impresa boschiva

Direttamente da segheria

Autoproduzione

Altro (spec.):

100%100%100%100%

2.19Sede del fornitore della legna Sede del fornitore della legna Sede del fornitore della legna Sede del fornitore della legna (fare riferimento al rivenditore e se possibile anche

all’origine del prodotto)::::

PROVENIENZA * QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)

Locale (Comune di residenza e attigui):

Comprensoriale:

Provinciale:

Nazionale:

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200

Estera:

100%100%100%100%

*- Specificare la provenienza.

2.20Essenza legnosa utilizzata:Essenza legnosa utilizzata:Essenza legnosa utilizzata:Essenza legnosa utilizzata:

ESSENZA LEGNOSAESSENZA LEGNOSAESSENZA LEGNOSAESSENZA LEGNOSA QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)

Faggio

Rovere

Carpino

Altro:

100%100%100%100%

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Questionario telefonico:Questionario telefonico:Questionario telefonico:Questionario telefonico: impiego di biomassa legnosa in impianti impiego di biomassa legnosa in impianti impiego di biomassa legnosa in impianti impiego di biomassa legnosa in impianti di piccola taglia a servizio di utenzdi piccola taglia a servizio di utenzdi piccola taglia a servizio di utenzdi piccola taglia a servizio di utenze domestiche o plurifamiliari.e domestiche o plurifamiliari.e domestiche o plurifamiliari.e domestiche o plurifamiliari.

Persona intervistata:________________________________________________________

Comune:_________________________________________________________________

Data di compilazione:______________________________________________________

1.CARATTERISTICHE DELL’IMPIANTO

1.1L’impianto a biomassa installato è del tipo:L’impianto a biomassa installato è del tipo:L’impianto a biomassa installato è del tipo:L’impianto a biomassa installato è del tipo:

□ A cippato □ A pellets □ A legna □ Altro (mais, granella,…)

1.2 Potenza termica installata (kW, kcal):__________________ Potenza termica installata (kW, kcal):__________________ Potenza termica installata (kW, kcal):__________________ Potenza termica installata (kW, kcal):__________________ (se disponibile)

1.3 Edifici/alloggi serviti: Edifici/alloggi serviti: Edifici/alloggi serviti: Edifici/alloggi serviti:

SUPERFICIESUPERFICIESUPERFICIESUPERFICIE UTILIZZOUTILIZZOUTILIZZOUTILIZZO

NUNUNUNUMEROMEROMEROMERO mmmm2222

n° mesi n° mesi n° mesi n° mesi

all’annoall’annoall’annoall’anno

Prima casa

Seconde case

Altri

edifici:___________________

1.4Quantitativo annuale di biomassa utilizzata:_________________Quantitativo annuale di biomassa utilizzata:_________________Quantitativo annuale di biomassa utilizzata:_________________Quantitativo annuale di biomassa utilizzata:_________________ q/m3/mst

1.5 Anno di installazione:___________________Anno di installazione:___________________Anno di installazione:___________________Anno di installazione:___________________

1.6 Lo stoccaggio del matLo stoccaggio del matLo stoccaggio del matLo stoccaggio del materiale avviene:eriale avviene:eriale avviene:eriale avviene: □ in locale chiuso capacità:___________________ □ sotto una tettoia all’aperto capacità:___________________

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□ su piazzale esterno capacità:___________________ □ altro: _____________________ capacità:___________________

2.2.2.2.UTILIZZOUTILIZZOUTILIZZOUTILIZZO DELLA BIOMASSA DELLA BIOMASSA DELLA BIOMASSA DELLA BIOMASSA

NOTA: per impianto a pellets andare direttamente a domanda 2.4.

2.1La biomassa impiegata nell’impianto viene acquistata/reperita direttamente come:La biomassa impiegata nell’impianto viene acquistata/reperita direttamente come:La biomassa impiegata nell’impianto viene acquistata/reperita direttamente come:La biomassa impiegata nell’impianto viene acquistata/reperita direttamente come: □ cippato pronto per l’uso quantità:______% □ legno intero da segheria (scarti di lavorazione) quantità:______% □ legno intero da bosco (legna/tondame) quantità:______% □ legno intero da bosco (ramaglia) quantità:______% □ cascami da manutenzione del verde quantità:______% □ segatura quantità:______% □ pellets quantità:______%

2.2 L’eventualeL’eventualeL’eventualeL’eventuale cippatura viene eseguita da: cippatura viene eseguita da: cippatura viene eseguita da: cippatura viene eseguita da: □ direttamente (cippatrice di proprietà) □ terzista (nolo a caldo) □ lei con cippatrice a nolo

2.3 Essenza legnosa utilizzata:Essenza legnosa utilizzata:Essenza legnosa utilizzata:Essenza legnosa utilizzata:

ESSENZA LEGNOSAESSENZA LEGNOSAESSENZA LEGNOSAESSENZA LEGNOSA QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)

Abete

Larice

Pino

Latifoglie:

Altro:

100%100%100%100%

2.4 Sede del fornitSede del fornitSede del fornitSede del fornitore ore ore ore (fare riferimento al rivenditore e non all’origine del prodotto)::::

FORNITORE*FORNITORE*FORNITORE*FORNITORE* QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)

Locale (Comune di residenza e attigui):

Provinciale:

Nazionale:

Estera:

100%100%100%100%

*- Specificare la provenienza.

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2.5 Da chi acquista la biomassa:Da chi acquista la biomassa:Da chi acquista la biomassa:Da chi acquista la biomassa:

FornitoreFornitoreFornitoreFornitore QUAQUAQUAQUANTITÀ (%)NTITÀ (%)NTITÀ (%)NTITÀ (%)

Rivenditore

Direttamente da impresa boschiva

Direttamente da segheria

Autoproduzione

Altro (spec.):

100%100%100%100%

2.6 Il caricamento del deposito avviene:Il caricamento del deposito avviene:Il caricamento del deposito avviene:Il caricamento del deposito avviene:

� una volta all’anno � due volte all’anno

� tre volte all’anno � più volte all’anno � spec.________

2.7Indichi, secondo una stima, la distribuzione % del quantitativo di biomassa impiegata Indichi, secondo una stima, la distribuzione % del quantitativo di biomassa impiegata Indichi, secondo una stima, la distribuzione % del quantitativo di biomassa impiegata Indichi, secondo una stima, la distribuzione % del quantitativo di biomassa impiegata

nel corso dell’anno:nel corso dell’anno:nel corso dell’anno:nel corso dell’anno:

STAGIONESTAGIONESTAGIONESTAGIONE QUANTITÀQUANTITÀQUANTITÀQUANTITÀ

Primavera

Estate

Autunno

Inverno

100%100%100%100%

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Stampato dall’Ufficio Economato della Camera di Commercio I.A.A. di Trento nel mese di maggio 2011