La fiLiera foresta-Legno-energia · LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta...
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UFFICIO PRODOTTI
La fiLieraforesta-Legno-energia
in ProVinCia Di trentoanno 2008-2009
Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Trento Redazione: Osservatorio del Legno - Ufficio Prodotti Area Promozione e Sviluppo Camera di Commercio I.A.A. di Trento Via SS. Trinità, 24 - 38122 TRENTO Tel. 0461 887101, fax 0461 239853 [email protected] Responsabile: Marco Zanoni A cura di: Mauro Leveghi Autori: Mirco Baldo, Federico Giuliani, Bruno Grisenti In redazione: Maria Cristina Tomasi, Michela Rizzi, Adriano Zanotelli Copertina: Artimedia s.a.s di Trentini Valentina e c., Trento Foto Copertina: Francesco March, Boscaioli nella foresta di Paneveggjo, 1900
ca Torino, Museo Nazionale della Montagna – Centro
Documentazione
Foto esposta alla mostra "Dal Garda alle Dolomiti. Incanti fotografici" di Palazzo Roccabruna, 25 marzo -15 maggio 2011
La pubblicazione è disponibile anche sul sito: www.legnotrentino.it Riproduzione, parziale o totale, e diffusione autorizzate con la citazione della fonte.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
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SOMMARIO SIGLE E ACRONIMI .............................................................................................................5
INTRODUZIONE..................................................................................................................7
BREVE INQUADRAMENTO DEL TRENTINO FORESTALE .....................................................8
LA PRODUZIONE DI ENERGIA DA BIOMASSA IN TRENTINO ............................................10
OFFERTA DI BIOMASSA IN TRENTINO .............................................................................15
Offerta di biomassa legnosa da imprese d’utilizzazione ...........................................15
Offerta di biomassa raccolta dai titolari di uso civico. ..............................................23
Offerta di biomassa derivante dagli scarti agronomici .............................................30
Offerta di biomassa derivante dagli scarti dell’industria di prima lavorazione. .......45
Offerta di biomassa derivante dagli scarti dell’industria di seconda lavorazione. ...57
lavorazione ...............................................................................................................67
Offerta di biomassa derivante dalla raccolta nei CRM E CRZ....................................68
Offerta di biomassa da produttori di legna da ardere. .............................................72
Offerta di biomassa dei commercianti di legna da ardere, cippato, pellet e
briquette. ...................................................................................................................82
DOMANDA DI BIOMASSA IN TRENTINO..........................................................................90
Uso di legna da ardere in ambito domestico. ...........................................................90
Uso di legna da ardere negli esercizi commerciali. .................................................104
Impiego di cippato nelle centrali di teleriscaldamento...........................................112
Impianti a biomassa di piccola taglia a servizio di utenze domestiche o
plurifamiliari ............................................................................................................119
Reimpiego dei sottoprodotti nelle aziende della filiera..........................................125
Prima lavorazione ................................................................................................126
Seconda lavorazione............................................................................................131
ANALISI CONCLUSIVE SULLO STUDIO “LA FILIERA FORESTA-LEGNO-ENERGIA IN
PROVINCIA DI TRENTO”.................................................................................................136
1. Premessa..............................................................................................................136
2. Un bilancio sintetico domanda/offerta di biomasse in Trentino ........................138
2.1. Analisi della domanda ......................................................................................140
2.2. Analisi dell’offerta.............................................................................................144
3. Indicazioni relative alle principali tipologie di biomasse in Trentino ..................147
3.1. Legna in ciocchi.................................................................................................147
3.2. Cippato..............................................................................................................148
4. CONCLUSIONI ......................................................................................................150
4.1 Le caratteristiche della filiera foresta-legno-energia in Trentino .....................150
4.2 Le utilizzazioni forestali e gli usi civici................................................................150
4.3 Le centrali di teleriscaldamento ........................................................................151
4.4 Le caratteristiche del mercato delle biomasse..................................................152
BIBLIOGRAFIA ................................................................................................................155
RIFERIMENTI LEGISLATIVI ..............................................................................................156
QUESTIONARI RELATIVI ALL’INDAGINE CONDOTTA......................................................156
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SIGLE E ACRONIMI
APE: APE: APE: APE: Agenzia provinciale per l’energia. AEBIOM:AEBIOM:AEBIOM:AEBIOM: Associazione Europea Industria della Biomassa. APPA.:APPA.:APPA.:APPA.: Agenzia Provinciale Protezione Ambiente della Provincia autonoma di Trento. Art.Art.Art.Art.: articolo. ASUC: ASUC: ASUC: ASUC: Amministrazione Separata Uso Civico. CATI: CATI: CATI: CATI: indagine commissionata dell’A.P.P.A al Servizio Statistica riguardante l’utilizzo della biomassa a fini energetici in Provincia di Trento. CCIAA: CCIAA: CCIAA: CCIAA: Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura. CE:CE:CE:CE: Conformité Européenne. CER:CER:CER:CER: Catalogo Europeo dei Rifiuti. CNR:CNR:CNR:CNR: Consiglio Nazionale delle Ricerche CRM: CRM: CRM: CRM: Centro di Raccolta Materiale. CRZ: CRZ: CRZ: CRZ: Centro di Raccolta Zonale. D.Lgs:D.Lgs:D.Lgs:D.Lgs: Decreto Legislativo. DPCM:DPCM:DPCM:DPCM: Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. FFFFA.: A.: A.: A.: fascicolo aziendale. GIS: GIS: GIS: GIS: Geographic Information System. GUFORGUFORGUFORGUFOR: database del Servizio Foreste e Fauna della P.A.T. ”Gestione delle Utilizzazioni Forestali”. IASMA:IASMA:IASMA:IASMA: Istituto Agrario di San Michele all’Adige. IVALSA:IVALSA:IVALSA:IVALSA: Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree. LP: LP: LP: LP: Legge Provinciale. mc. e o mmc. e o mmc. e o mmc. e o m³:::: metro cubo. mst: mst: mst: mst: metro stero. M.te:M.te:M.te:M.te: monte. MUD: MUD: MUD: MUD: Modello Unico di Dichiarazione ambientale. Mw:Mw:Mw:Mw: megawatt. n.d.:n.d.:n.d.:n.d.: non disponibile. n.p.:n.p.:n.p.:n.p.: non pervenuto. n.s.:n.s.:n.s.:n.s.: non significativo. ONORM:ONORM:ONORM:ONORM:. Österreichische Norm – Norma austriaca. PAT:PAT:PAT:PAT: Provincia autonoma di Trento. PSR:PSR:PSR:PSR: Piano di Sviluppo Rurale. R.D.:R.D.:R.D.:R.D.: Regio Decreto. SIAP:SIAP:SIAP:SIAP: Sistema Informativo Agricolo Provinciale. t:t:t:t: tonnellate. t. eq:t. eq:t. eq:t. eq: tonnellate equivalenti. q.:q.:q.:q.: quintali. q. eq:q. eq:q. eq:q. eq: quintali equivalenti.
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INTRODUZIONE
L’uso massiccio di combustibili fossili, principali responsabili del vertiginoso aumento della
concentrazione di gas serra nell’atmosfera, potrebbe drasticamente essere ridotto se i paesi
industrializzati, per la produzione di energia termica ed elettrica, utilizzassero biomassa
come combustibile ottenuto da materiale derivante dalle coltivazioni o dalle foreste.
L’AEBIOM (ASSOCIAZIONE EUROPEA INDUSTRIA DELLA BIOMASSA) afferma che le emissioni di
anidride carbonica potrebbero essere ridotte ogni anno di circa 1.000 milioni di tonnellate1,
se ciò avvenisse.
Secondo tale rapporto inoltre la biomassa utilizzata come fonte di energia pulita potrebbe,
entro il 2020, contribuire per il 15% dell’energia richiesta dai paesi industrializzati; tale
filiera produttiva darà origine come affermato dal rapporto sulle nuove opportunità
lavorative a circa 400.000 posti di lavoro entro il 20202, distribuiti prevalentemente nelle
zone rurali.
L’utilizzo di fonti energetiche di origine biologica sarà inoltre utile per il rispetto degli
obiettivi nazionali fissati dal protocollo di Kyoto, in materia di energie rinnovabili. A titolo di
esempio si cita la Svezia che, al fine di onorare l’impegno assunto dal governo per
abbandonare l’energia nucleare, si sta convertendo alla biomassa.
Questa nuova necessità evolutiva, oltre ad un’elevata valenza ambientalQuesta nuova necessità evolutiva, oltre ad un’elevata valenza ambientalQuesta nuova necessità evolutiva, oltre ad un’elevata valenza ambientalQuesta nuova necessità evolutiva, oltre ad un’elevata valenza ambientale, creerà pertanto e, creerà pertanto e, creerà pertanto e, creerà pertanto
nuove opportunità per il settore forestale e per quello agricolo marginalenuove opportunità per il settore forestale e per quello agricolo marginalenuove opportunità per il settore forestale e per quello agricolo marginalenuove opportunità per il settore forestale e per quello agricolo marginale3333....
In questo periodo storico si sta pertanto riconsiderando quella che è stata per troppo tempo
una valutazione unidirezionale dei problemi del settore forestale, che vedeva l’utilizzazione
dei boschi italiani come un’azione capace di pregiudicare gli equilibri ecologici del sistema.
Questo tipo di approccio da un lato ha fatto sì che negli ultimi 50 anni la superficie
forestale nazionale raddoppiasse passando da 5 a circa 10 milioni di ettari, ma dall’altro ha
ridotto le attività selvicolturali, con la conseguenza che poco meno della metà della
superficie forestale risulta abbandonata o in libera evoluzione.
1 Quantitativo pari alla somma annua delle emissioni di Italia e Canada 2 Ad esempio solo nel nordest, nel sud-est e lungo la costa ovest degli Stati Uniti, l'industria della biomassa ha già fornito circa 70.000 posti di lavoro. 3 marginale, che lascia scarso margine “economico”.
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Una buona gestione forestale, ispirata ai principi della sostenibilità, può, per contro, offrire
una rilevante quantità di legno da disporre per il comparto energetico e allo stesso tempo
produrre notevoli benefici ambientali, sociali ed economici, senza intaccare l’attuale
patrimonio forestale. L’abbandono della gestione attiva del bosco ha prodotto in passato
uno squilibrio del sistema ambientale forestale con conseguenti effetti negativi rilevanti
quali:
- l’aumento del pericolo di incendi;
- la riduzione della fruibilità del territorio;
- la perdita di valore paesaggistico;
- l’aumento dei rischi idrogeologici.
BREVE INQUADRAMENTO DEL TRENTINO FORESTALE
Il territorio Trentino è prevalentemente montano, oltre il 70% della superficie provinciale si
trova infatti al di sopra dei 1000 m s.l.m..
La superficie provinciale è di 620.668 ettari (PAT, 2006/b) e la sua popolazione conta
529.457 abitanti (Servizio Statistica, PAT – dato gennaio 2011).
Le foreste occupano circa il 55%4 del territorio e sono caratterizzate dalla prevalenza netta
di formazioni ad alto fusto rispetto ai cedui.
La superficie agricola occupa circa l’11% del territorio i pascoli il 17% e quella improduttiva
ed urbanizzata il 16%. Circa il 76% del patrimonio forestale è di proprietà pubblica5; questa
realtà fondiaria consente un’applicazione diffusa delle tecniche per la pianificazione delle
risorse forestali nonché un controllo diffuso e continuativo delle condizioni del comparto.
Negli ultimi 50 anni, accanto ad un aumento dell’area a bosco si è assistito ad una forte
espansione delle formazioni ad alto fusto. La biomassa media delle fustaie in termini di La biomassa media delle fustaie in termini di La biomassa media delle fustaie in termini di La biomassa media delle fustaie in termini di
volume cormometrico è passata dai 148 mc/ha degli anni 50 ai 201 mc/ha del 1999volume cormometrico è passata dai 148 mc/ha degli anni 50 ai 201 mc/ha del 1999volume cormometrico è passata dai 148 mc/ha degli anni 50 ai 201 mc/ha del 1999volume cormometrico è passata dai 148 mc/ha degli anni 50 ai 201 mc/ha del 1999 (D.
Pettenella, F. Giuliani, 2002).
I boschi ad alto fusto, in origine marcatamente coetanei, stanno gradualmente assumendo
una maggiore stratificazione; il 50% delle fustaie presenta oggi i requisiti della struttura
multiplana (fanno eccezione le aree ricadenti soprattutto nei distretti di Cavalese e Malè).
4 Pari all’11% della superficie a bosco nazionale. 5 Demanio provinciale, Comuni ed A.S.U.C.
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La metà della superficie a fustaia presenta soprassuoli che per il 30% sono costituiti da
piante di diametro superiore ai 50 cm (PAT, 2006 b).
Imprese boschive e segherie
Nel 2006 il complesso delle imprese di utilizzazione boschiva, comprendente sia quelle
condotte in forma artigianale che quelle con sistema cooperativistico, erano 133.
L’occupazione complessiva prodotta da tale settore era pari a 309 addetti di cui 173
autonomi, 99 lavoratori dipendenti e 37 stagionali (CCIAA 2007).
In termini di produttività del lavoro le rilevazioni condotte dal 1956 al 2003 mostrano un
notevole aumento degli indici di produttività media giornaliera (R. Cavalli, R. Bonfioli e G. Giovannini,
2004).
AddettoAddettoAddettoAddetto Anno diAnno diAnno diAnno di riferimentoriferimentoriferimentoriferimento
QuantitàQuantitàQuantitàQuantità MMMM³³³³
m³/anno m³/giorno
1956 n.d. 160 1,4 1983 2000 440 3,1 2003 6730 1375 6,7
Tabella 1: produttività medie generali (R. Cavalli, R. Bonfioli e G. Giovannini, 2004).
L’importante impegno da parte dell’Amministrazione pubblica provinciale nel contribuire,
attraverso finanziamenti specifici, all’acquisto di macchinari forestali ha prodotto, negli ultimi
10 anni, un forte ammodernamento.
A titolo esemplificativo si riporta un confronto sul parco macchine aziendale in due differenti
periodi di riferimento. Nel 1983 la dotazione di gru a cavo riguardava il 38% delle ditte
boschive, mentre nel 2003 l’utilizzo di tale macchinario è salito al 66% (R. Cavalli, R. Bonfioli e G.
Giovannini, 2004).
Nel 2006 le aziende di 1ª lavorazione del legname erano 143 ed occupavano 1085 addetti
di cui 333 autonomi, 791 lavoratori dipendenti e 15 stagionali (CCIAA, 2007).
Il numero di segherie nel 2000 risultava pari a 145, ma con solo 2 unità in grado di
lavorare dai 30.000 ai 50.000 m³/anno, 16 unità dai 10.000 ai 30.000 m³/anno e
57 unità fino ai 2.000 m³/anno (Servizio Foreste 2000). Si tratta quindi, per la straSi tratta quindi, per la straSi tratta quindi, per la straSi tratta quindi, per la stragrande grande grande grande
maggioranza, di aziende di piccolemaggioranza, di aziende di piccolemaggioranza, di aziende di piccolemaggioranza, di aziende di piccole----medie dimensionimedie dimensionimedie dimensionimedie dimensioni (nel contesto italiano possono essere
considerate segherie di medio-grandi dimensioni quelle che lavorano 30-40.000 m³/anno
– M. Merlo, 1992).
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LA PRODUZIONE DI ENERGIA DA BIOMASSA IN TRENTINO
Fin dal 2000 in Trentino, grazie anche all’azione di sostegno attuata dalla PAT, sono state
indicate due azioni principali volte alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica in
atmosfera: la prima si riferisce al miglioramento dell’efficienza energetica degli impianti, la
seconda alla sostituzione dei combustibili fossili con differenti fonti energetiche alternative.
A tal proposito i principali step volti alla sostituzione dell’attuale sistema energetico
prevedono che entro il 2012 vengano installate circa 1.100 caldaie a biomassa (nel 2003
erano censiti 197 impianti) e costruite 23 centrali di teleriscaldamento (sempre nel 2003
erano attive solo 2 centrali di teleriscaldamento).
Tale previsione formulata nel 2003 consentirebbe di portare l’energia termica prodotta da
fonti rinnovabili al 45 % del totale6.
In virtù di tali affermazioni appare evidente la necessità di un approfondimento sulle
dinamiche interne ai principali settori che compongono la domanda e l’offerta di biomassa
in Trentino.
Metodologia di indagine e fonti informative
Sia che si affronti l’analisi sotto il profilo della domanda che, a contrario, sotto il profilo
dell’offerta di biomassa che si genera all’intero del territorio trentino, il presente studio si
pone l’obiettivo di descrive i flussi quantitativi all’interno dei molteplici segmenti che
compongono e determinano il mercato locale di materia legnosa destinata ad usi
energetici.
Il lavoro ha quindi lo scopo di descrivere la filiera foresta-legno-energia in provincia di
Trento, nella sua strutturazione nel periodo compreso tra il 2008 ed il 2009.
L’intera indagine per semplicità viene quindi distinta nelle seguenti due parti:
i. analisi dell’offerta di biomassa in Trentino;
ii. analisi della domanda di biomassa in Trentino.
6 “Il piano energetico provinciale e il sostegno alle energie rinnovabili”; Servizio energia, Trento, 22 Maggio 2003.
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Metodologia di analisi dell’offerta di biomassa in Trentino
Nel dettaglio lo studio espone i risultati quantitativi dell’analisi delle seguenti aree di attività:
a) scarti di lavorazione delle utilizzazioni boschive: incontri con il Servizio Foreste e
Fauna della provincia di Trento per l’individuazione e selezione delle informazioni utili
alla quantificazione della biomassa ottenibile da tagli di utilizzazione ordinari e da
interventi colturali. Verifica dei dati di produzione di biomassa forestale su sei cantieri
boschivi della provincia di Trento, di cui tre di aziende che già reimpiegano gli scarti
di utilizzazione boschiva e gli altri tre scelti in base a criteri concordati con la CCIAA;
analisi dei dati contenuti nell’indagine sulla “Filiera foresta-legno in provincia di
Trento - 2007“ (CCIAA 2007);
b) biomassa raccolta dai titolari di uso civico: raccolta dati relativi alla quantificazione
della biomassa utilizzata dai titolari di uso civico per la produzione di energia termica;
c) biomassa derivante dagli scarti agronomici: determinazione dei parametri utili alla
quantificazione degli scarti agronomici; determinazione della biomassa prodotta sulle
superfici coltivate a specie legnose e destinabile a fini energetici;
d) scarti dell’industria di 1ª lavorazione: analisi dei dati contenuti nell’indagine sulla
“Filiera foresta-legno in provincia di Trento - 2007“; somministrazione di un
questionario ai titolari delle aziende di prima lavorazione con intervista telefonica;
e) scarti dell’industria di 2ª lavorazione: analisi dei dati contenuti nell’indagine redatta
dalla CCIAA; somministrazione di un questionario ai titolari delle aziende di seconda
lavorazione con intervista telefonica;
f) biomassa raccolta nei CRM e CRZ: analisi delle modalità di trattamento del rifiuto
verde urbano e del legno vergine in base alla normativa vigente, intervista alle
aziende municipalizzate che gestiscono i CRM e CRZ;
g) produttori di legna da ardere: questionario somministrato ad un campione di aziende
produttrici di legna da ardere con intervista diretta o telefonica;
h) commercianti di legna da ardere, cippato, pellet e briquette: analisi dell’offerta di
biomassa di esercizi commerciali di combustibili legnosi, tramite questionario
sottoposto ai titolari degli esercizi stessi con intervista diretta o telefonica.
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Metodologia di analisi della domanda di biomassa in Trentino
Nel dettaglio lo studio della domanda riguarda:
a) uso di legna da ardere in ambito domestico: tramite analisi bibliografica dei dati
contenuti nell’indagine CATI commissionata dall’APPA e redatta dalla PAT - Servizio
Statistica;
b) uso di legna da ardere negli esercizi commerciali (pizzerie): mediante la redazione di
questionari creati ad hoc, composti dai numerosi quesiti a risposta multipla/sintetica
somministrati ai titolari di attività commerciali che utilizzano combustibili legnosi. La
compilazione del “test” è stata svolta mediante intervista telefonica;
c) impiego di cippato nelle centrali di teleriscaldamento: attraverso l’analisi di
questionari, creati ad hoc, contenenti più quesiti a risposta multipla/sintetica e
sottoposti ai responsabili delle centrali a biomassa (intervista eseguita nelle sedi delle
centrali di teleriscaldamento);
d) impiego di cippato/pellets negli impianti di piccola taglia: tramite l’analisi di
questionari creati ad hoc, contenenti più quesiti a risposta multipla/sintetica e sottoposti
ai proprietari dell’impianto, con somministrazione tramite intervista telefonica;
e) reimpiego dei sottoprodotti nelle aziende della filiera: approfondimento sui dati
riguardanti il reimpiego aziendale dei sottoprodotti di lavorazione per la produzione di
energia termica/elettrica da parte delle aziende appartenenti ai segmenti della prima e
della seconda lavorazione; la base dei dati per l’analisi in parola è costituita dalla più
volte citata indagine camerale sulla filiera foresta–legno.
Modalità di reperimento dei dati ed elaborazioni
Lo svolgimento delle ricerche nei vari ambiti si è sviluppata principalmente attraverso le
seguenti fasi:
a. ricerca bibliografica su lavori analoghi, cataloghi cartacei e informatici, richiesta di
informazioni agli uffici di competenza dell’Amministrazione provinciale o di altri
Soggetti istituzionali;
b. formulazione di questionari predisposti ad hoc per ciascuna area di indagine e
somministrazione degli stessi ad un campione significativo della popolazione o alla
popolazione dei soggetti interessati, quando l’ampiezza della stessa lo consentiva;
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c. le informazioni raccolte sono state sottoposte ad inferenza statistica secondo il sistema
proporzionale semplice;
d. selezione e rielaborazione dei dati raccolti al fine di descrivere al meglio la realtà per
ciascuna area di indagine della filiera foresta-legno-energia nella provincia di Trento.
Per ogni settore soggetto ad analisi sono stati predisposti degli schemi sommari finali
indicanti, oltre ai principali punti di forza e/o di debolezza, specifici indicatori sintetici
descrittivi (volumi, valore economico) della situazione attuale.
Durante la realizzazione del lavoro, al raggiungimento di step significativi, i risultati parziali
sono stati esposti ai componenti del gruppo di lavoro appositamente predisposto.
Questa metodologia operativa, caratterizzata da un processo di confronto-informazione
partecipata tra più stakeholder, con formazione ed ambito professionale differente, ha
garantito il perseguimento di una migliore qualità del lavoro.
I componenti del tavolo di lavoro avente funzione di indirizzo, confronto e monitoraggio sui
documenti prodotti sono rispettivamente:
− Dott. Mauro Leveghi (CCIAA TN – Dirigente Area 4 Promozione e Sviluppo); − Dott. Mauro Colaone − Dott. Enrico Tonezzer − Dott. Francesco Dellagiacoma (Servizio Foreste e Fauna - PAT); − Dott. Giovanni Giovannini (Servizio Foreste e Fauna - PAT); − Dott. Adriano Zanotelli (CCIAA – Direttore Ufficio Prodotti); − Dott.ssa Maria Cristina Tomasi (CCIAA - Ufficio Prodotti); − Dott.ssa Michela Rizzi (CCIAA - Ufficio Prodotti).
Nelle fasi iniziali di indirizzo e in alcune fasi esecutive del lavoro hanno collaborato:
− Ing. Renzo Conotter (Agenzia Provinciale Energia – PAT); − Dott. Gianni Picchi (CNR – IVALSA); − Dott.ssa Silvia Silvestri (Area Sperimentazione agraria, ambientale e forestale
della Fondazione Edmund Mach - IASMA).
I componenti del gruppo operativo con funzione esecutiva nell’ambito dell’indagine sono:
− Dott. Federico Giuliani; − Dott. Mirco Baldo; − Dott. Bruno Grisenti; − Dott. Damiano Fedel; − Dott. Federico Salvagni; − Dott. ssa Samantha Casagranda; − P.a. Nicola Angeli.
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Tabelle di conversione
I dati raccolti sono stati uniformati utilizzando idonei rapporti di conversione
specificatamente rappresentati nelle tabelle sottostanti.
Tabella 2: rapporti di conversione legno–legna–cippato, la tabella riporta i fattori orientativi di conversione tra i più comuni assortimenti da energia riportati in allegato alle norme austriache ONORM M7 132 E M7133 [3] da Legna e cippato manuale pratico AIEL.
Tabella 3: masse volumetriche e steriche di alcune specie forestali , da “Legna e cippato manuale pratico” AIEL.
Unità di misura
Per meglio confrontare i dati fra loro è stata introdotta la ttttonnellata equivalenteonnellata equivalenteonnellata equivalenteonnellata equivalente, vale a dire
la trasformazione di biomassa espressa in metri cubi (mc), metri steri (mst) o in tonnellate (t.)
al 40% di contenuto idrico secondo le differenti essenze legnose e formati commercializzati (
ad esempio: 1 mst di cippato forestale di abete rosso con contenuto idrico al 40% equivale
a 0,26 tonnellate).
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OFFERTA DI BIOMASSA IN TRENTINO
Come evidenziato in precedenza si procede di seguito alla descrizione dei vari filoni di
indagine che riguardano lo stato dell’offerta attuale di biomassa legnosa in provincia di
Trento.
Offerta di biomassa legnosa da imprese d’utilizzazi one Le imprese di utilizzazione boschiva presenti al 2006 in provincia di Trento sono 133.
L’occupazione complessiva prodotta da tale settore è pari a 309 addetti di cui:
• 173 autonomi;
• 99 lavoratori dipendenti;
• 37 stagionali (C.C.I.A.A. 2007).
In termini di produttività del lavoro il potenziale espresso appare notevole e si attesta sui 6,7 In termini di produttività del lavoro il potenziale espresso appare notevole e si attesta sui 6,7 In termini di produttività del lavoro il potenziale espresso appare notevole e si attesta sui 6,7 In termini di produttività del lavoro il potenziale espresso appare notevole e si attesta sui 6,7
mc/giornomc/giornomc/giornomc/giorno7777 per addetto in virtù del fatto che negli ultimi ann per addetto in virtù del fatto che negli ultimi ann per addetto in virtù del fatto che negli ultimi ann per addetto in virtù del fatto che negli ultimi anni si è assistito ad un forte i si è assistito ad un forte i si è assistito ad un forte i si è assistito ad un forte
ammodernamento del settoreammodernamento del settoreammodernamento del settoreammodernamento del settore; ma per contro poche aziende presentano un livello di
dotazioni e di occupazione tale da garantire un’adeguata capacità organizzativa.
Durante le fasi di analisi della filiera e della potenziale offerta di biomassa è stato pertanto
individuato un elenco di aziende del settore (tramite incontri con il Servizio Foreste e Fauna
della PAT) che potevano presentare attività di produzione di biomassa, estrapolando 12
nominativi rappresentativi dell’intera popolazione.
A queste aziende è stato somministrato un questionario telefonico che ha avuto l’esito sotto
evidenziato.
Totale
INTERVISTATO 6 50%RIFIUTA INTERVISTA 1 8%NON TROVATO 3 25%NO AZ LEGNAME 1 8%APPUNTAMENTO 0 0%N. ERRATO O MANCANTE 1 8%
ESITO
Tabella 4: esito interviste eseguite
7 dato riferito a metri cubi netti di legname utilizzato per giornata di lavoro e per addetto (Tesi laurea G. Giovannini – Il comparto delle imprese boschive in provincia autonoma di Trento, 2004)
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Le aziende di utilizzazione forestale intervistate hanno dichiarato una potenzialità produttiva,
riferita al 2008 e al territorio trentino, pari a 74.500 mst di biomassa; applicando
l’inferenza statistica si arriva ad una stima di 124.stima di 124.stima di 124.stima di 124.167 mst167 mst167 mst167 mst (322.834 quintali potenziali
equivalenti). La biomassa ha origine forestale per l’85% in volume, agricola e da ripulitura
d’alveo rispettivamente per il 7% e l’8%.
FORESTALE (conto terzi)
40%
AGRICOLA7%
RIPULITURA ALVEI/ CORSI
D'ACQUA8%
FORESTALE (diretta)
45%
Grafico 1: origine della biomassa.
L’impiego di risorse umane e di mezzi che assolvono a tale funzione produttiva appare
discontinuo e non omogeneo nell’ambito del settore considerato in quanto, ad aziende che
si sono specializzate nel recupero degli scarti d’utilizzazione o delle ramaglie (lavoro conto
terzi), si contrappongono aziende che impegnano solo marginalmente le risorse a
disposizione. La disponibilità di materiale in genere la seguente origine (in % rispetto al
volume complessivo lavorato):
a) azioni prescrittive nel 18% dei casi;
b) contratti di subappalto nei confronti di altre imprese d’utilizzazione o per la
valorizzazione del materiale disponibile all’ imposto, per il 47% dei casi;
c) stimoli diretti dalla filiera a valle e mai realizzati dalla filiera a monte, nel 19% dei
casi.
Tale condizione sottolinea come la filiera subisca un certo rallentamento del dinamismo Tale condizione sottolinea come la filiera subisca un certo rallentamento del dinamismo Tale condizione sottolinea come la filiera subisca un certo rallentamento del dinamismo Tale condizione sottolinea come la filiera subisca un certo rallentamento del dinamismo
commerciale commerciale commerciale commerciale già già già già nei primissimi attori, che si attivano nei primissimi attori, che si attivano nei primissimi attori, che si attivano nei primissimi attori, che si attivano più per più per più per più per forme vincoliforme vincoliforme vincoliforme vincolistiche piuttosto stiche piuttosto stiche piuttosto stiche piuttosto
che per che per che per che per reale convenienza reale convenienza reale convenienza reale convenienza alla valorizzazione del materiale.alla valorizzazione del materiale.alla valorizzazione del materiale.alla valorizzazione del materiale.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
17
33%
21%
9%
19%
14%
4%
OBBLIGO ASPORTAZIONE IMPARTITO
DAL PROPRIETARIO FORESTALE
OBBLIGO ASPORTAZIONE IMPARTITO
DALL'ASSEGNO FORESTALE
CONTRATTO DI SUBAPPALTO CON
IMPRESA DI UTILIZZAZIONE
VALORIZZAZIONE MATERIALE
DISPONIBILE ALL'IMPOSTO
RICHIESTA MATERIALE LEGNOSO
INOLTRATO DALL'ACQUIRENTE
ALTRO
Grafico 2: disponibilità di materiale.
I cantieri preferiti dalle imprese d’utilizzazione forestale, per le operazioni di valorizzazione
degli scarti di lavorazione, sono quelli gestiti in condizioni operative ordinarie, su lotti che
utilizzano la gru a cavo per l’esbosco di piante intere consentendo una notevole
concentrazione di materiale a valle del lotto boschivo e/o su piazzale.
5%
59%
13%
11%
5%
7%
VERBALE D'ASSEGNO E DISPONIBILITA' PIANTE MORTE E DEPERIENTI
ESBOSCO CON GRU A CAVO DI PIANTE INTERE
ANALISI SULL' ACCESSIBILITA' DEL LOTTO
VOLUME MINIMO DISPONIBILE
ANALISI INDISTINTA DI TUTTI I LOTTI
ALTRO
Grafico 3: importanza attribuita prevalentemente sulle potenzialità del lotto.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
19
Alcune aziende dichiarano di effettuare le operazioni di valorizzazione della biomassa su
cantieri ad hoc (bonifiche, miglioramenti ambientali,…) in cui la scarsa qualità
merceologica del popolamento arboreo impone la sola valorizzazione del materiale come
biomassa. Si evidenzia, inoltre, come, tra le caratteristiche del lotto scelto per effettuare le
operazioni in oggetto, si attribuisca un’importanza discreta al fatto di avere potenzialmente a
disposizione una buona quantità di legno puro e quindi di lotti con una bassa rilevanza
ponderale della ramaglia.
Per quanto concerne la valutazione sui costi di accantieramento, riferiti ai volumi totali
lavorati, si nota come le aziende dichiarino di attribuire pari importanza alle caratteristiche
della viabilità, al volume disponibile e alla distanza dal punto di conferimento.
Le ditte non riconosconoriconosconoriconosconoriconoscono una sola componente di costo una sola componente di costo una sola componente di costo una sola componente di costo come vincolante, ma piuttosto
indicano indistintamente un elenco di voci che partecipano alla definizione delle
problematiche economiche riscontrate a livello logistico. Elevata anche la quota di materiale
legnoso che viene movimentato e lavorato senza un’analisi sui costi d’accantieramento
(14% in volume).
28%
31%13%
28%
SVILUPPO E CARATTERISTICHE
VIABILITA'
VOLUME MATERIALE
DISPONIBILE
DISTANZA DAL PUNTO DI
CONFERIMENTO
NESSUNA VALUTAZIONE
EFFETTUATA
Grafico 4: importanza attribuita ai costi di accantieramento.
Alla specifica domanda se il tondame di scarto venga separato dalla ramaglia, le imprese
rispondono univocamente affermando che, laddove è possibile, viene condotta una
selezione del materiale al fine di ridurre le problematiche di eccessiva fermentazione del
cippato (se ricco in sostanza verde), con conseguente deprezzamento del materiale.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
20
Le aziende evidenziano, inoltre, una convenienza alla ridistribuzione in bosco delle ramaglie
(intere o cippate), qualora queste siano state scartate sotto il profilo qualitativo o si trovino in
punti logisticamente difficili. Ciò perché, con questi presupposti, esse quantomeno
partecipano al mantenimento del sistema ambientale.
La logistica preferita per il trasporto e recupero della biomassa è data dalla cippatura
effettuata direttamente su piazzale con successiva consegna diretta al cliente del cippato
(62% in volume). Nella restante parte dei casi la biomassa viene caricata sfusa e
concentrata per la successiva lavorazione (38% in volume).
20%
16%
2%
10%
52%
SFUSO SU MEZZI DI TRASPORTO VERSO PIAZZALI FORESTALI PIU' ACCESSIBILISFUSO SU MEZZI DI TRASPORTO VERSO PIAZZALI AZIENDALISFUSO SU MEZZI DI TRASPORTO VERSO PIAZZALI PRESENTI PRESSO CLIENTICIPPATO SUL POSTO E TRASPORTATO VERSO PIAZZALI AZIENDALICIPPATO SUL POSTO E TRASPORTATO VERSO PIAZZALI CLIENTE
Grafico 5: logistica applicata nel recupero della biomassa.
Il dato rivela, da una parte, che le aziende ritengono opportuna una riduzione delle fasi di
lavoro per contrarre i costi e, dall’altra, che i cantieri in cui viene effettuata la scelta di
valorizzazione della biomassa risultante dalle utilizzazioni forestali, sono di per sé sempre
ben strutturati logisticamente. La location consente infatti la possibilità di effettuare
lavorazioni suppletive (ad indicare una “filiera corta”) e, laddove l’accesso ai mezzi è sempre
garantito, il sistema di recupero del materiale ha quindi effettiva applicazione solo in
circostanze specifiche.
La destinazione prevalente della biomassa ricavata ha scopi energetici, sia che si tratti di
materiale cippato o che si tratti di materiale intero o di altro tipo, questo nello specifico fa
riferimento alla fornitura di materiale per un termovalorizzatore per la produzione elettrica.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
20
8%
7%
3%
82%
CIPPATO PER CENTRALI DI
TELERISCALDAMENTOBIOMASSA INTERA PER CENTRALI
DI TELERISCALDAMENTOINDUSTRIA PANNELLO
ALTRO
Grafico 6: destinazione della biomassa.
Gli intervistati evidenziano come nel prossimo futuro si attendano un incremento di richiesta
di biomassa attorno al 20%, ad indicare una forte aspettativa della rivalutazione del
rafforzamento della filiera.
La natura contrattuale che lega l’impresa d’utilizzazione forestale al bene ha valenza sul
singolo lotto e, solo in un caso, si è registrata la presenza di un contratto di fornitura
annuale.
Si evidenzia inoltre come la cessione della ramaglia e degli scarti d’utilizzazione all’impresa
che procederà alla lavorazione della stessa è per la maggior parte dei casi gratuita.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
21
ACQUISTO DELLA
BIOMASSA
6%
CONTRATTO DI
CESSIONE
GRATUITA DEL
BENE
74%
PERCEPISCE
PREZZO PER
L'ASPORTAZIONE
DELLA BIOMASSA
20%
Grafico 7: natura contrattuale della prestazione.
La vendita del cippato spunta un prezzo medio posto attorno ai 12 €/mst, con oscillazioni di
+/-2€/mst; la legna intera viene invece venduta da 1 a 3,5 €/qle; degno di nota l’interesse
di aziende alla creazione di un listino prezzi di riferimento.
Si evidenzia inoltre come il materiale venduto non venga controllato qualitativamente, se
non in ordine alla presenza di terra o di materiale verde; mancano verifiche circa il
contenuto idrico o la potenziale produzione di ceneri.
Sommario - offerta di biomassa legnosa da imprese d i utilizzazione
Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:
I. filiera corta;
II. aspettative di mercato: le aziende si attendono un incremento della domanda;
III. esistenza di aziende specializzate nel recupero degli scarti d’utilizzazione:
IV. il 47% dei casi di riutilizzo degli scarti d’utilizzazione è legato a contratti di
subappalto;
V. volontà di partecipazione al mantenimento del sistema ambientale.
Punti Punti Punti Punti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::
I. l’offerta di materiale deriva da vincoli di natura contrattuale (28 % dei casi) e solo nel
19 % dei casi da esigenze di mercato;
II. la valorizzazione del materiale è legata a cantieri ad hoc (esempio bonifiche, cambi
coltura..) o cantieri legati all’utilizzo di gru a cavo;
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
22
III. alti costi per recupero della biomassa;
IV. contratti di fornitura sono occasionali e legati al singolo lotto.
32.283,40 ton
124.167,00 mst
min. med. max.
- - -
- - -
€ 12,00 € 13,00 € 14,00
€ 3,00 € 3,75 € 4,50
min. med. max.
- - -
- - -
€ 8,00 € 10,00 € 12,00
n.p. n.p.
TOTALE:
**Franco partenza IVA inclusa ^Franco partenza IVA esclusa 'Franco destinazione IVA esclusa
IMPRESE DI UTILIZZAZIONE FORESTALE
OFFERTA DI BIOMASSA:
Vendita al dettaglio**
Vendita all'ingrosso^
CIPPATO (26472 t)
PREZZO* €/mst
RAMAGLIA - CIMALI (5811 t)
PREZZO* €/mst
STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO
INDUSTRIA DEL PANNELLO
Vendita all'ingrosso^
Centrale di teleriscaldamento'
Vendita al dettaglio**
Centrale di teleriscaldamento'
CIPPATO
ALTRO - Termovalorizzatore'
*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dalla categoria merceologica e
dall'umidità del materiale essendo in fase di sviluppo l'analisi dei prezzi riscontrabili sulla filiera.
€ 1.360.870,32
€ 99.333,60
n.p.
€ 1.460.203,92
RAMAGLIA - CIMALI
INDUSTRIA DEL PANNELLO
Tabella 5: quadro riassuntivo.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
23
Offerta di biomassa raccolta dai titolari di uso ci vico. Le informazioni utilizzate nell’analisi dell’offerta di biomassa legnosa derivante dagli usi
civici sono state estrapolate dal sistema GUFOR (Gestione delle Utilizzazioni Forestali) della
Provincia autonoma di Trento.
Dall’estrapolazione dei dati contenuti nel sistema sono stati ricavati i seguenti dati (espressi
in quintali) distinti per distretto forestale:
I. numero di consegne di legna; II. quantità per consegna; III. quantità totali per distretto; IV. totale provinciale; V. quantità di legna distinta in ramaglia e piante in piedi; VI. quantità di legna distinta in legno di conifera e di latifoglia; VII. quantità di legna pro capite nei distretti forestali; VIII. legna da ardere prelevata da proprietà pubblica e privata.
Nell’anno 2007 il numero di consegne di legna da ardere per uso civico registrato nelle
foreste pubbliche è stato di 24.457, ripartito come nella tabella di seguito (tabella n. 6)
dove è possibile distinguere l’effettivo numero di assegni avuti in provincia e distinti per
distretto. Il dato sulla numerosità delle consegne su proprietà privata è invece più impreciso:
per numerosi volumi ridotti si procede, infatti, al taglio senza l’obbligo da parte del Servizio
preposto di redigere apposito verbale di assegno del lotto boschivo.
DISTRETTONUMERO
CONSEGNE
Cavalese 2.337 Primiero 862 Borgo 2.061 Pergine 2.912 Trento 3.705 Cles 3.929 Malè 1.997 Tione 3.370 Riva 1.262 Rovereto 2.022
TOTALE 24.457
Tabella 6: numero di consegne di legna da ardere per usi civici nei distretti forestali della provincia di Trento.
I quantitativi totali di legna prelevata da superficie pubblica e destinata ad uso civico in
provincia di Trento si attesta sui 859.329 q.li/anno; a cui si aggiungono registrazioni di
assegno su suolo privato per ulteriori 307.444 q.li/anno.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
24
Tabella 7: quantità totale di legna da ardere per usi civici prelevata nei distretti forestali della provincia di Trento.
Nel complesso la stimala stimala stimala stima8888 sull’offerta di biomassa legnosa sull’offerta di biomassa legnosa sull’offerta di biomassa legnosa sull’offerta di biomassa legnosa per usi civici per usi civici per usi civici per usi civici in provincia di in provincia di in provincia di in provincia di Trento Trento Trento Trento
è pari a 1.166.è pari a 1.166.è pari a 1.166.è pari a 1.166.777777773333 q/anno q/anno q/anno q/anno.... Il dato appare sottostimato soprattutto in riferimento
all’assegno su bosco privato.
CAVALESE9%
PRIMIERO6%
BORGO7%
PERGINE9%
TRENTO13%
CLES16%
MALE'9%
TIONE15%
RIVA7%
ROVERETO9%
Grafico 8: legna da ardere prelevata nei distretti forestali - Percentuali di legna da ardere sul totale prelevata nei distretti forestali della provincia di Trento.
Le figure (8-9) mettono in evidenza le percentuali di legna da ardere prelevata nei vari
distretti forestali, rispetto al totale dei prelievi provinciali.
8 La massa viene stimata in bosco da operatori che si avvalgono di misure speditive e utilizzano specifiche tavole di cubatura.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
25
0
20.000
40.000
60.000
80.000
100.000
120.000
140.000
160.000
CAVALESE PRIMIERO BORGO PERGINE TRENTO CLES MALE' TIONE RIVA ROVERETO
QU
INTA
LI
Grafico 9: legna da ardere per usi civici (in q.li) prelevata nei distretti forestali rispetto al totali della provincia di Trento.
Da quanto emerso i distretti che assegnano il maggior quantitativo di legna da ardere sono
rispettivamente:
I. Cles (134.365,00 q.li);
II. Tione (129.575,00 q.li);
III. Trento (108.885,00 q.li).
I distretti di Primiero (55.386,00 q.li), Borgo (59.934 q.li) e Riva del Garda (62.790,00 q.li)
rappresentano le aree meno produttive, sotto questo profilo.
Dall’analisi si ricava che in media vengono distribuiti su ogni distretto forestale provinciale
86.000 q.li di biomassa.
0
10
20
30
40
50
60
70
CAVALESE PRIMIERO BORGO PERGINE TRENTO CLES MALE' TIONE RIVA ROVERETO
QU
INTA
LI
Grafico 10: Quantità media di legna da ardere (in q.li) consegnata agli aventi diritto di uso civico nei distretti forestali della provincia di Trento.
IIIIllll quantitativoquantitativoquantitativoquantitativo di legna mediamente assegnati per ogni di legna mediamente assegnati per ogni di legna mediamente assegnati per ogni di legna mediamente assegnati per ogni sorte sorte sorte sorte prelevata suprelevata suprelevata suprelevata su boschi pubblici boschi pubblici boschi pubblici boschi pubblici è è è è
pari a 35.pari a 35.pari a 35.pari a 35.
I volumi di legna da ardere risultanti sono stati ulteriormente suddivisi a seconda che la
stessa sia stata consegnata come piante in piedi o ramaglia.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
26
0
20.000
40.000
60.000
80.000
100.000
120.000
140.000
160.000
CAVALESE PRIMIERO BORGO PERGINE TRENTO CLES MALE' TIONE RIVA ROVERETO
QU
INTA
LI
Ramaglia (q)
Piante in piedi (q)
Grafico 11: Quantità di legna da ardere per usi civici prelevata nei distretti forestali della provincia di Trento, distinta in ramaglia e piante in piedi (in q.li).
A livello provinciale prevale l’assegnazione di piante in piedi (64%), modalità preponderante
nei distretti forestali di Riva del Garda (99%), Tione (95%) e Rovereto (85%), mentre nel
complesso risulta minore l’utilizzo di ramaglia (36% media complessiva), ad eccezione del
distretto di Cavalese dove questa risulta essere la tipologia prevalente di assegno (80%).
L’analisi della biomassa legnosa assegnata per uso civico è stata ulteriormente approfondita
dal punto di vista qualitativo attraverso la distinzione della stessa in legno di conifera o di
latifoglia.
0
20.000
40.000
60.000
80.000
100.000
120.000
140.000
160.000
CAVALESE PRIMIERO BORGO PERGINE TRENTO CLES MALE' TIONE RIVA ROVERETO
QU
INTA
LI
q conifere
q latifoglie
Grafico 12: tipologia di legna da ardere (conifera e latifoglia) per usi civici prelevata nei distretti forestali della provincia di Trento
(in q.li).
E’ chiara la correlazione fra tipologia di legna assegnata e relativo distretto; avremo quindi
una maggiore quantità di legno duro nei distretti con uno sviluppo altitudinale più
contenuto, laddove quindi il soprassuolo forestale è caratterizzato da una prevalenza di
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
27
specie decidue (Tione e Riva del Garda 94%). Si osserva invece una prevalenza di legname
tenero nei distretti estesi ad altitudini più elevate, dove si riscontrano soprassuoli forestali
maggiormente ricchi in specie resinose (Cavalese 99%, Malè 94%).
Mettendo in relazione l’offerta di biomassa legnosa derivante dagli usi civici con il numero
di abitanti, è possibile dedurne per ciascun distretto la disponibilità media pro capite.
2,8
2,3
1,7
0,7
3,7
5,3
3,7
1,5
0,9
5,7
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
CAVALESE PRIMIERO BORGO PERGINE TRENTO CLES MALE' TIONE RIVA ROVERETO
QU
INTA
LI
Grafico 13: disponibilità di legna pro capite nei distretti forestali della provincia di Trento (in q.li).
Analizzando l’offerta di biomassa legnosa per usi civici è necessario fare alcune
considerazioni in riferimento al prelievo di legna da ardere operato nei boschi privati.
Il grafico sottostante mette in relazione le quantità di legna da ardere prelevate nei vari
distretti su suolo privato e pubblico (sorti); la ripartizione del prelievo non è omogenea a
livello distrettuale, evidenziando comunque la tendenza all’approvvigionamento su suolo
pubblico.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
28
78.028
55.386 59.93476.685
108.885
134.365
79.599
129.575
63.87074.082
8.55532.600
36.450
68.116
20.224
40.833
8.905
49.880
5.95235.929
-
20.000
40.000
60.000
80.000
100.000
120.000
140.000
160.000
180.000
200.000
CAVALESE PRIMIERO BORGO PERGINE TRENTO CLES MALE' TIONE RIVA ROVERETO
QU
INTA
LI
da boschi privati
sorti
Grafico 14: legna da ardere prelevata da proprietà pubblica e privata nei distretti forestali della provincia di Trento (in q.li).
A livello provinciale la legna assegnata da boschi pubblici interessa circa il 74% del totale
(860.409 q.li), mentre la restante quota è rappresentata dai prelievi operati in boschi privati
(307.444 q.li).
90,12%
60,65%64,77%
67,78%
61,52%
86,92%
64,47%
87,76%
72,20%
93,04%
35,53%
12,24%
27,80%
38,48%32,22%35,23%
9,88%
39,35%
13,08%
6,96%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
CAVAL
ESE
PRIM
IERO
BORG
O
PERG
INE
TREN
TO
CLES
MALE
'
TIONE
RIVA
ROVER
ETO
sorti
da boschi privati
Grafico 15: provenienza della legna da ardere distinta in boschi di proprietà privata o pubblica per distretto (in percentuale).
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
29
Sommario – offerta di biomassa raccolta dai titolar i di uso civico
Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:
I. “filiera corta”;
II. buona disponibilità sull’intero territorio provinciale;
III. offerta diffusa e capillare;
IV. il volume medio offerto coincide con il volume medio della domanda;
Punti Punti Punti Punti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::
I. l’autoproduzione non attiva processi di filiera;
II. ridotta partecipazione della proprietà privata.
85.932,90 ton BOSCO PUBBLICO
30.744,40 ton BOSCO PRIVATO^
Totale 116.677,30 ton
min. med. max.
n.p. n.p. n.p.
TOTALE:
^ Sottostimato essendo che l'assegno non sempre è condotto dal servizio pubblico.
USO CIVICO
OFFERTA DI BIOMASSA:
PREZZO* €/q.
LEGNA
€ 0,00*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dalla categoria merceologica, dal periodo e
STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO
LEGNA n.p.
Tabella 8: quadro riassuntivo.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
30
Offerta di biomassa derivante dagli scarti agronomi ci Le biomasse residuali derivanti dal comparto agricolo producono una ingente quantità di
scarti legnosi. Attualmente la gestione dei residui di potatura è considerata più un problema
di smaltimento, che un’operazione potenzialmente produttiva.
L’agricoltura è uno dei principali settori per la produzione di combustibili rinnovabili; tale
comparto è in grado di fornire diverse tipologie di biomasse, passando dalle colture
energetiche erbacee a quelle legnose, dalle produzioni dedicate a quelle residuali.
Tuttavia, dal punto di vista dell’utilizzazione in impianti per la produzione di energia, le fonti
agricole concretamente utilizzabili sono al momento le biomasse legnose e, fra queste,
principalmente il residuale.
La stima sui quantitativi di residui derivanti dal comparto agricolo è piuttosto complessa
pertanto la quantificazione della biomassa legnosa, sul territorio provinciale, è stata
effettuata attraverso l’analisi dei dati contenuti all’interno del fascicolo aziendale, reperiti dal
Sistema Informativo Agricolo Provinciale (SIAP).
La costituzione e tenuta del Fascicolo Aziendale (FA) è obbligatoria ai sensi del DPR n° 503,
1 dicembre 1999, tale strumento rappresenta l’insieme dei seguenti dati:
- dati identificativi dell’azienda agricola dati identificativi dell’azienda agricola dati identificativi dell’azienda agricola dati identificativi dell’azienda agricola e delle persone fisiche;
- manodopera e forma di conduzione,
- unità tecnicounità tecnicounità tecnicounità tecnico ---- economiche (superfici coltivate);economiche (superfici coltivate);economiche (superfici coltivate);economiche (superfici coltivate);
- diritti di produzione (quote latte, diritti di reimpianto vigneti);
- terreni;
- fabbricati;
- consistenza zootecnica;
- macchine;
- rapporti con l’Amministrazione provinciale (domande, stato procedimenti, finanziamenti).
Analisi dati fascicolo aziendale
Il fascicolo aziendale viene costituito come previsto dalla L.P. 4/2003, contestualmente alla
registrazione anagrafica delle aziende agricole presenti sul territorio provinciale.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
31
Tale strumento raccoglie le informazioni relative ai soggetti pubblici e privati che esercitano
attività agricola, agroindustriale e forestale in provincia di Trento e che abbiano o
intrattengano a qualsiasi titolo, rapporti con l’amministrazione pubblica.
La stima degli scarti agronomici è stata eseguita analizzando l’elenco delle aziende agricole
della provincia e le rispettive superfici coltivate, per tipo di coltura:
• melo (cod. 2100);
• vite (cod. 1000);
• olivo (cod. 2500);
• altre - inteso per il rimanente e nello specifico:
o frutticole (cod. 2000);
o pero (cod. 2200);
o susino (cod. 2300);
o ciliegio (cod. 2400);
o pesco (cod. 2600);
o albicocco (cod. 2700);
o noce (cod. 2800);
o castagno (cod. 2810);
o cotogno (cod. 2820);
o actinidia (cod. 3300);
o altre arboree (cod. 2900).
altre
3%
olivo
2%vite
46%
melo
49%
Grafico 16: suddivisione della superficie coltivata.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
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La superficie totale coltivata con essenze legnose in provincia di Trento riferita all’anno
2008, è pari a 20.728 ettari, suddivisa rispettivamente in:
• 10.378 ettari per il melo;
• 9.461 ettari per la vite;
• 314 ettari per l’olivo;
• 574 ettari per le altre colture.
Dall’elaborazione dei dati a livello comprensoriale si nota che i comprensori più
rappresentativi in termini di superficie agricola sono quelli della Valle dell’Adige (34%) e
della Val di Non (32%), successivamente troviamo il C10 (Vallagarina 18%)9.
I rimanenti hanno una estensione agricola riferita alla superficie totale provinciale inferiore
al 20%.
C6; 35,28%
C9; 6,25%
C10; 16,19%
C8; 0,99%
C7; 1,81%
C3; 1,64%
C4; 5,34%
C5; 32,50%
Grafico 17: suddivisione percentuale superfici agricole per comprensorio.
COMPRENSORIOCOMPRENSORIOCOMPRENSORIOCOMPRENSORIO SUP. (ha)SUP. (ha)SUP. (ha)SUP. (ha)
C1 VAL DI FIEMME 0,16
C2 PRIMIERO 0,12
C3 BASSA VALSUGANA E TESINO 333
C4 ALTA VALSUGANA 1.074
C5 VALLE DELL'ADIGE 7.034
C6 VAL DI NON 6.554
C7 VAL DI SOLE 336
C8 VALLI GIUDICARIE 207
C9 ALTO GARDA E LEDRO 1.475
C10 VALLAGARINA 3.715
C11 LADINO DI FASSA 0,67
TOTALE (mq)TOTALE (mq)TOTALE (mq)TOTALE (mq) 20202020....728728728728
9 Al momento dell’effettuazione dell’indagine le Comunità di Valle non erano state ancora costituite.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
33
Un altro parametro interessante che si è ricavato dal fascicolo aziendale è la distinzione
delle varie aziende agricole distribuite sul territorio provinciale, in ordine alla superficie
coltivata.
In termini di frequenza si nota una distribuzione decrescente della popolazione, per classe di
superficie.
AzieAzieAzieAziendendendende Superficie aziendaleSuperficie aziendaleSuperficie aziendaleSuperficie aziendale
N°N°N°N° %%%% fino a 0,5 ettari 3.872 32% > a 0,5 e ≤ a 1 ettaro 2.690 22% > a 1 e ≤ a 2 ettari 2.485 20% > a 2 e ≤ a 5 ettari 2.420 20% > a 5 e ≤ a 10 ettari 664 5% > a 10 ettari 131 1% TOTALETOTALETOTALETOTALE 12121212....262262262262 100%100%100%100%
da 1 a 2 ha
20%da 2 a 5 ha
20%
da 0,5 a 1
ha
22%
fino 0,5 ha
32%
da 5 a 10 ha
5%
sopra 10 ha
1%
Grafico 18: suddivisione delle aziende per superficie aziendale utilizzata.
Sul territorio trentino sono presenti 12.262 aziende agricole, giuridicamente definite dall’art.
2555 del Codice Civile, come: “il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per
l’esercizio dell’impresa“.
La dimensione media dell’aziendaLa dimensione media dell’aziendaLa dimensione media dell’aziendaLa dimensione media dell’azienda,,,, dai dati raccolti e successivamente elaborati è pari ad pari ad pari ad pari ad
1,20 ettari.1,20 ettari.1,20 ettari.1,20 ettari.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
34
Apportando una distinzione in termine di superficie, le aziende di dimensione compresa tra i
2 e i 5 ha occupano la maggior parte del territorio agricolo.
5%
9%
17%
37%
21%
10%
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
fino 0,5 ha da 0,5 a 1 ha da 1 a 2 ha da 2 a 5 ha da 5 a 10 ha sopra 10 ha
Grafico 19: suddivisione delle aziende per superficie occupata in termini ponderali.
Superficie vitata
La vite è coltivata in Trentino in circa 104 Comuni e si estende su 9.854 ettari,
approssimativamente le superfici vitate sono dislocate per il 39% in fondovalle, per il 41% in
collina e per il 20% in montagna.
Le varietà coltivate appartengono alla specie Vitis vinifera, per la produzione di uva da vino.
La superficie viticola del Trentino ha subito un’evoluzione in aumento negli ultimi anni, trend
conseguente alla grande dinamicità delle imprese locali, che in un contesto economico di
mercato molto difficile hanno saputo investire e soddisfare le aspettative di molti
consumatori nazionali ed esteri. Nel decennio compreso tra il 1970 e il 1980 la viticoltura
trentina ha perso, per cause diverse, conversione alla frutticoltura, urbanizzazione,
abbandono, quasi 2.000 ettari di estensione, in questo periodo la superficie coltivata a vite
è scesa dagli 11.860 agli 8.880 ettari. Verso la fine degli anni ’90 il trend della superficie
investita a vite in provincia è aumentato fino ad assestarsi nel 2008 con un valore di 9.461
ettari. Le particolari condizioni orografiche e morfologiche del territorio trentino
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
35
rappresentano, peraltro, un limite alla diffusione della coltivazione della vite. Di seguito si
riportano i dati relativi all’andamento della superficie vitata in provincia di Trento.
AnnoAnnoAnnoAnno EttariEttariEttariEttari
1970 10 860 1975 10 104 1980 8 880 1985 8 967 1990 8 734 1995 8 756 2000 9 518 2005 9 845 2008 9 461
Tabella 9: Dati elaborati dalla pubblicazione a cura di: Consorzio Vini del Trentino. 2005. “Superficie vitata ed Aziende viticole della provincia di Trento: risultati dell’indagine 2005”.
0
2000
4000
6000
8000
10000
12000
1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2008
Grafico 20: Dati elaborati dalla pubblicazione a cura di: Consorzio Vini del Trentino. 2005. “Superficie vitata ed Aziende viticole della provincia di Trento: risultati dell’indagine 2005”.
Superficie vitata per comprensorio
I dati relativi alla distribuzione della superficie vitata nei diversi Comprensori della provincia
di Trento indicano un consolidamento di tale coltura nelle aree in cui la viticoltura
tradizionalmente riveste un’importanza preminente. Peraltro si sta registrando l’interesse a
recuperare alcune superfici a vigneto anche nelle aree così dette “marginali”.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
36
CoCoCoComprensoriomprensoriomprensoriomprensorio Superficie (ettari)Superficie (ettari)Superficie (ettari)Superficie (ettari) %%%%
C1 - Valle di Fiemme - -%
C2 - Primiero - -%
C3 - Bassa Valsugana e Tesino 92 0,97%
C4 - Alta Valsugana 169 1,79%
C5 - Valle dell’Adige 4.789 50,62%
C6 - Valle di Non 43 0,46%
C7 - Valle di Sole 1 0,01%
C8 - Giudicarie 76 0,80%
C9 - Alto Garda e Ledro 848 8,96%
C10 - Vallagarina 3.443 36,39%
C11 - Ladino di Fassa - -%
TOTALE SUPERFICIE VITATATOTALE SUPERFICIE VITATATOTALE SUPERFICIE VITATATOTALE SUPERFICIE VITATA 9999....861861861861 100100100100
Tabella 10: superficie vitata - dato elaborato da f.a. anno 2008.
VALLAGARINA;
36,4%
BASSA
VALSUGANA E
TESINO; 1,0%
ALTA
VALSUGANA;
1,8%
VALLE
DELL'ADIGE;
50,6%
VAL DI NON;
0,5%
VALLI
GIUDICARIE;
0,8%
ALTO GARDA E
LEDRO; 9,0%
Grafico 21: Superficie vitata divisa per comprensorio.
Forme di allevamento della vite
In Trentino, da una prima analisi dei dati, le forme di allevamento più frequenti sono la
pergola semplice (48,29 %) e quella doppia (31,64 %); la prima forma viene utilizzata in
collina e nei vigneti in pendenza, la seconda nei fondovalle.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
37
Recentemente, accanto a questa forma di coltivazione tradizionale sono stati introdotti
sistemi di allevamento a spalliera, quali guyot, archetto e cordone speronato.
Forma di allevamentoForma di allevamentoForma di allevamentoForma di allevamento Superficie (ettariSuperficie (ettariSuperficie (ettariSuperficie (ettari)))) %%%%
Pergola 4.754 48,29% Pergola doppia 3.116 31,64% Guyot 1.029 10,46% Cordone speronato 202 2,06% Archetto 26 0,26% Casarsa 20 0,20% G.D.C. 14 0,14% Altre forme di allevamento 3 0,03% Non specificata 682 6,92% TOTALE SUPERFICIE VITATATOTALE SUPERFICIE VITATATOTALE SUPERFICIE VITATATOTALE SUPERFICIE VITATA 9999....845845845845 100100100100,00%,00%,00%,00%
Tabella 11: fonte PAT e Consorzio Vini del Trentino - 2005.
La scelta della forma di allevamento incide non poco sui costi di gestione dell’impianto e
può consentire, o meno, una conveniente meccanizzazione delle operazioni colturali.
Superfici estirpate
Nella tabella in calce si analizza il trend degli espianti e gentilmente forniti dall’Ufficio Tutela
delle Produzioni Agricole della PAT (pubblicazione a cura di: Consorzio Vini del Trentino.
2005. “Superficie vitata ed Aziende viticole della provincia di Trento: risultati dell’indagine
2005”).
ANNATAANNATAANNATAANNATA SUPERFICIE ESPSUPERFICIE ESPSUPERFICIE ESPSUPERFICIE ESPIANTIANTIANTIANTATAATAATAATA
(HA)(HA)(HA)(HA)
2005/2006 313
2006/2007 230
2007/2008 236
2008/2009 200
Superficie estirpata
313
230 236200
0
50
100
150
200
250
300
350
2005/2006 2006/2007 2007/2008 2008/2009
Grafico 22: superficie estirpata in ettari.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
38
La superficie a vite annualmente estirpata in Trentino si attesta orientativamente sui 200 ha.
Superficie a melo
La coltivazione del melo in Trentino ha subito negli ultimi anni una progressiva contrazione,
dai 12.142 ettari del 1900 ai 10.378 ettari del 2008.
AnnoAnnoAnnoAnno EttariEttariEttariEttari 1990* 12.142 2000* 12.084
2008** 10.378 *:dati servizio statistica P.A.T. **: elaborazioni da F.A.
Tabella 12: aree agricole coltivate a melo.
La superficie a melo per comprensorio
I dati relativi alla distribuzione della superficie di melo nei diversi Comprensori della
provincia di Trento indicano un consolidamento di tale coltura nelle aree in cui la
frutticoltura tradizionalmente riveste un’importanza prevalente.
La forma di allevamento prevalente in questo caso è lo spindel o il fusetto.
ComprensorioComprensorioComprensorioComprensorio Superficie (ettari)Superficie (ettari)Superficie (ettari)Superficie (ettari) %%%% C1 - Valle di Fiemme - -% C2 - Primiero - -% C3 - Bassa Valsugana e Tesino 211 2,04% C4 - Alta Valsugana 762 7,35% C5 - Valle dell’Adige 2.081 20,05% C6 - Valle di Non 6.473 62,37% C7 - Valle di Sole 334 3,22% C8 - Giudicarie 106 1,02% C9 - Alto Garda e Ledro 217 2,09% C10 - Vallagarina 194 1,87% C11 - Ladino di Fassa 1 0,01% TOTALE SUPERFICIE TOTALE SUPERFICIE TOTALE SUPERFICIE TOTALE SUPERFICIE A MELOA MELOA MELOA MELO 10101010....378378378378 100100100100
Dato elaborato da F.A. anno 2008
Tabella 13: superficie coltivata a melo
Superfici estirpate
Per quanto riguarda le superficie estirpate degli impianti di melo si evidenzia l’influenza delle
azioni intraprese per contrastare il preoccupante andamento della malattia Apple
proliferation, meglio nota come “scopazzi del melo”, che ha accelerato il processo di
sostituzione dei vecchi impianti.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
39
A tal riguardo, la PAT provvede – fin dal 2002 – al versamento di un indennizzo per le
perdite causate dall’abbattimento e distruzione delle piante infette secondo quanto previsto
dalla deliberazione n. 910 di data 24 aprile 2002.
A ciò si aggiungono le sovvenzioni per i reimpianti: dal PSR per quanto riguarda i
frutticoltori non soci di cooperative o associazioni che commercializzano; dalla legge
provinciale 4/2003 per le iniziative a carattere collettivo, in cui la regia sia effettuata, per
conto dei propri soci, dai “magazzini” operanti nel settore.
Dalla trattazione congiunta di tutti questi strumenti si evince che le superfici per le quali si è
fatta richiesta di espianto per motivi fitosanitari è di 467 ha 10; mentre le superfici soggette a
contributo di rinnovo al 2004, anno in cui il fenomeno di rinnovo per scopi fitosanitari non
era ancora così marcato, sono 456 ha.11
I due fenomeni si sovrappongono a formare un andamento della superficie estirpata come
di seguito evidenziato, essendo evidente il fatto che gli impianti vecchi sono sia quelli da
sottoporre a rinnovo che quelli maggiormente esposti a rischi fitosanitari.
La superficie estirpata in provincia di Trento ha un andamento crescente fino al 2007,
passando dai 385 ha del 2002 agli attuali 603. Negli ultimi anni è visibile il netto
incremento della superficie estirpata; con un lieve decremento nell’ultimo anno considerato.
ANNATAANNATAANNATAANNATA SUPERFICIE ESTIRPATA (HA)SUPERFICIE ESTIRPATA (HA)SUPERFICIE ESTIRPATA (HA)SUPERFICIE ESTIRPATA (HA)
2002 385 2003 507 2004 467 2005 425 2006 628 2007 680 2008 603
Tabella 14: superficie a melo estirpata in provincia di Trento.
La stima più probabile del turnover consuetudinario, dedotta dall’andamento del grafico
precedente, si attesta pertanto attorno ai 350 – 450 ha di superficie annua.
10 “Indennizzi per l’estirpazione di impianti di melo colpiti da “scopazzi”, Pietro Molfetta. Servizio Strutture, Gestione e Sviluppo delle Aziende Agricole - Ufficio Tecnico e per l’agricoltura di montagna;2005 11 “ Rinnovi e nuovi impianti frutticoli nel 2004”. Pietro Molfetta. Servizio Strutture, Gestione e Sviluppo delle Aziende Agricole - Ufficio Tecnico e per l’agricoltura di montagna;2004
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
40
0
100
200
300
400
500
600
700
800
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
superficie estirpata
media
Grafico 23: superficie a melo estirpata in ettari in provincia di Trento.
Potenziale di biomasse residuali dal comparto agricolo
In provincia di Trento si può affermare che la maggior parte delle biomasse residuali deriva
da:
• scarti di potature,
• rinnovo degli impianti,
riguardanti le coltivazioni più diffuse sul territorio: melo e vite.
Scarti di potature
La quantità di residui agricoli può essere determinata semplicemente moltiplicando la
Superficie Agricola, riportata nel F.A. del 2008, per un coefficiente che descrive la
produttività di residui in t/ha. La determinazione di tale parametro è stata effettuata da
diversi enti di ricerca:
- Fondazione E. Mach di San Michele a/A (IASMA),
- CESTAAT (Centro Studi sull’Agricoltura, l’Ambiente ed il Territorio) e confermato dal
SESIRCA (Servizio e Sperimentazione, Innovazione e Ricerca sull’Agricoltura).
La produzione media di residui ipotizzabile (t/ha) è quindi riportata nella tabella successiva.
SSSSpeciepeciepeciepecie residuo prodotto (t/ha)residuo prodotto (t/ha)residuo prodotto (t/ha)residuo prodotto (t/ha) CESTAATCESTAATCESTAATCESTAAT IASMAIASMAIASMAIASMA
vite 2,9 1,5 – 2,5 melo 2,6 2,0 – 2,5 olivo 1,6 -
Tabella 15: produzione media di residui da potatura (t/ha).
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
41
Il dato espresso fa riferimento all’umidità presente nei residui verdi: variabile tra il 55% ed il
45% nei sarmenti da vite e tra il 35% ed il 45% nelle potature di melo e di altri impianti.
Per addivenire ad una stima della biomassa si procede applicano i seguenti parametri:
• 2,5 t/ha per il melo;
• 2,0 t/ha per la vite;
• 1,6 t/ha per l’olivo.
melomelomelomelo (t)(t)(t)(t)
ViteViteViteVite (t)(t)(t)(t)
OlivoOlivoOlivoOlivo (t)(t)(t)(t)
AltreAltreAltreAltre (t)(t)(t)(t) C1C1C1C1 - - - -
C2C2C2C2 - - - - C3C3C3C3 528 184 - 47 C4C4C4C4 1.906 339 - 227 C5C5C5C5 5.201 9.579 22 239 C6C6C6C6 16.182 87 - 60 C7C7C7C7 835 1 - 2 C8C8C8C8 264 151 2 40 C9C9C9C9 541 1.695 467 191
C10C10C10C10 484 6.886 12 114 C11C11C11C11 2 - - - TOTTOTTOTTOT 25.944 25.944 25.944 25.944 18.923 18.923 18.923 18.923 919 919 919 919
Tabella 16: residuo distinto per comprensorio in tonnellate.
L’offerta potenziale proveniente dagli scarti di poL’offerta potenziale proveniente dagli scarti di poL’offerta potenziale proveniente dagli scarti di poL’offerta potenziale proveniente dagli scarti di potatura è pari atatura è pari atatura è pari atatura è pari a 46.289 t al 40% di umidità.
melo;
25.944 vite;
18.923
olivo; 503 altre; 919
Grafico 24: massa potenziale per varietà in tonnellate.
Gli scarti provenienti dalla potatura del melo rappresentano il 56% del quantitativo prodotto
in provincia di Trento, seguito dalla vite con il 41%.
La maggior disponibilità di materiale si concentra nei comprensori della Val d’Adige, Valle
di Non e Vallagarina che nel complesso rappresentano l’83% della produzione.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
42
VAL DI SOLE; 2%
VALLI GIUDICARIE; 1%
ALTO GARDA E LEDRO; 6%VAL DI NON; 35%
VALLE DELL'ADIGE; 32%
BASSA VALSUGANA E
TESINO; 5%
VALLAGARINA; 16%
ALTA VALSUGANA; 2%
Grafico 25: biomassa in percentuale prodotta per comprensorio.
Rinnovo degli impianti
Le superfici medie estirpate, a livello provinciale, nelle colture a melo e vite sono:
SpecieSpecieSpecieSpecie Superficie media estirpata Superficie media estirpata Superficie media estirpata Superficie media estirpata
(ha)(ha)(ha)(ha) vite 245
melo 450
Tabella 17: superficie media in ettari estirpata in provincia di Trento.
La produzione di biomassa proveniente dai rinnovi degli impianti è estremamente variabile e
in letteratura non si ritrovano dati sperimentali. Per questo motivo si è scelto di interpellare i
tecnici dello IASMA che hanno indicato i seguenti valori medi:
• per il melo circa 700 q/ha (20 kg/albero x 3000-3500 alberi/ha) considerando un
impianto con portinnesto M9, di 20 anni, indicato come rappresentativo degli impianti
trentini;
• per la vite circa 170 q/ha (6 kg/pianta x 3000-3500 piante/ha) nel caso di un impianto
allevato a pergola, indicato come rappresentativo degli impianti trentini.
SpecieSpecieSpecieSpecie Biomassa prodotta (q/ha)Biomassa prodotta (q/ha)Biomassa prodotta (q/ha)Biomassa prodotta (q/ha)
Vite 170 Melo 700
Tabella 18: produzione di biomassa in quintali per ettaro per tipo di coltura
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
43
Facendo riferimento all’umidità presente nei residui verdi variabile da 35-45% (quindi
un’umidità media pari al 40%).
Si può, quindi, ipotizzare che la biomassa proveniente dal rinnovo degli impianti e suddivisa
per le due colture principali è quella descritta nella successiva tabella.
SpecieSpecieSpecieSpecie Biomassa prodotta (q/anno)Biomassa prodotta (q/anno)Biomassa prodotta (q/anno)Biomassa prodotta (q/anno)
vite 41.650 melo 315.000
Tabella 19: produzione annua di biomassa in quintali ottenuta dai rinnovi degli impianti.
L’offerta potenziale proveniente dai reimpianti è L’offerta potenziale proveniente dai reimpianti è L’offerta potenziale proveniente dai reimpianti è L’offerta potenziale proveniente dai reimpianti è quindi quindi quindi quindi pari a pari a pari a pari a 356.650356.650356.650356.650 quintali quintali quintali quintali al 40% di
umidità.
Sommario – biomassa da scarti agronomici
Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:
I. “filiera corta”;
II. buona disponibilità sul territorio di fondovalle;
III. offerta diffusa e capillare all’interno dei territori vocati all’agricoltura;
IV. la parte di biomassa derivante dal rinnovo degli impianti è completamente
reimpiegata;
V. la produzione aziendale media coincide con i consumi medi del nucleo familiare.
Punti Punti Punti Punti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::
I. problematiche di gestione degli scarti agronomici;
II. alti costi per la valorizzazione del materiale soprattutto se relazionato alle limitate
dimensioni aziendali (difficile perseguimento di economie di scala);
III. scarsa aggregazione dell’offerta;
IV. necessità di verifiche sulla sostenibilità agronomica nella valorizzazione energetica
delle sarmenti;
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
44
35.665,00 ton REIMPIANTI
46.289,00 ton POTATURE
Totale 81.954,00 ton
media
Distinzione dell'offerta 2,0 5,0 1,2
Potature vite (t) 4,0 10,0 2,4
Potature melo (t) 5,0 12,5 3,0
Reimpianto vite (t) 0,9 2,2 0,5
Reimpianto melo (t) 6,1 15,2 3,6
min. med. max.
n.p. n.p. n.p.
TOTALE:
Superficie aziendale espressa in ettari
SCARTI AGRONOMICI
OFFERTA DI BIOMASSA:
€ 0,00*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dalla categoria merceologica e dall'umidità del materiale
essendo in fase di sviluppo l'analisi dei prezzi riscontrabili sulla filiera.
moda per classe dimensionale
POTATURE e REIMPIANTI
STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO
POTATURE e REIMPIANTI n.p.
PREZZO* €/q.
Tabella 20: quadro riassuntivo.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
45
Offerta di biomassa derivante dagli scarti dell’ind ustria di prima lavorazione. Le informazioni utilizzate per l’analisi dell’offerta di biomassa legnosa, proveniente dagli
scarti della prima lavorazione, sono state ricavate dall’elaborazione di dati raccolti dalla
somministrazione di un questionario telefonico ad un campione (casuale semplice con
errore del 5%) estratto dalla popolazione delle aziende individuate nell’indagine condotta
sull’intera filiera dall’Osservatorio del Legno (2006). L’indagine ha considerato 182
aziende, con il seguente esito dell’indagine telefonica.
ESITO ELENCO
Totale
INTERVISTATO 86 86 47%
RIFIUTA INTERVISTA 30 30 16%
NON TROVATO 31 31 17%
NO AZ. LEGNAME 9 9 5%
NESSUNA PROD. SOTTOPROD. 6 6 3%
N.ERRATO O MANCANTE 20 20 11%
TOTALE CONTATTI 182
TOTALE 100%
Tabella 21: esito dell’indagine.
Le aziende, rientrate nel campione, esercitano attività prevalente di segheria nel 28% dei
casi, attività di produzione di imballagi nel 49% dei casi e altra tipologia di attività
prevalente nella restante parte.
Le aziende sollecitate sul tema delle aspettative relative al mercato nel prossimo
quinquennio, si rivelano ottimiste indicando sempre buone potenzialità future per il settore;
nell’11% dei casi non dichiara alcun dato, nel 10% dei casi una contrazione del potenziale
lavorato e nella restante parte dei casi indica un differente incremento di lavorazione
potenziale.
La domanda di materiale lavorabile dichiarata è pari aLa domanda di materiale lavorabile dichiarata è pari aLa domanda di materiale lavorabile dichiarata è pari aLa domanda di materiale lavorabile dichiarata è pari a 543.485 metri cubi di legname; il
dato, sottoposto ad inferenza statistica, aumenta a 978.273 metri cubi di legname.978.273 metri cubi di legname.978.273 metri cubi di legname.978.273 metri cubi di legname. Di
questi il 77,2% è rappresentato da legname tondo direttamente acquistato e lavorato, lo
0,2% da tondame lavorato per conto terzi e il restante 22,6% da semilavorato acquistato e
lavorato.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
46
Si evidenzia una ridotta parte di tondame lavorato per conto terzi e, viceversa, una forte
propensione alla gestione aziendale interna delle fasi di lavoro; elevata anche la quota di
materiale semilavorato ad indicare una certa specializzazione aziendale.
Le aziende di prima lavorazione rappresentano pertanto un settore distintamente
organizzato: ad aziende verticalizzate si contrappongono, infatti, aziende che dipendono
direttamente dalla fornitura di semilavorati.
MALE'3,9%
CLES25,6%TIONE
21,5%
PERGINE7,9%
TRENTO9,1%
PRIMIERO0,3%
CAVALESE3,1%
BORGO2,0%
ROVERETO0,4%
RIVA DEL GARDA26,1%
Grafico 26: domanda di materiale della prima lavorazione – distinzione per distretto.
La distinzione dichiarata circa la provenienza del materiale lavorato è riportata nel grafico
sottostante.
Conifera locale5,4%
Latifoglia Italia0,1%
Conifera Europa44,4%
Conifera Italia0,9%
Conifera Trentino
46,8%
Latifoglia Europa1,3%
Latifoglia Trentino
1,1%
Grafico 27: provenienza e tipologia del materiale acquistato dalla prima lavorazione
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47
La latifoglia assume un’importanza ridottissima e pari a circa il 2% del volume totale di
materiale acquistato e lavorato; la maggior parte è legno di conifera.
La quota di materiale locale acquistato è pari complessivamente a circa il 53% del volume
totale; il restante 44% ha provenienza europea.
Gli output aziendali di biomassa prodotta sono distinti secondo i seguenti quantitativi:
• Corteccia: 56.716 mst
• Cippato: 300.452 mst
• Segatura: 250.322 mst
• Sciaveri/refili: 43.423 mst
• Trucioli: 65.624 mst
• Legna da ardere: 6.145 mst
• Briquettes: 2.122 mst.
L’offerta di biomassaL’offerta di biomassaL’offerta di biomassaL’offerta di biomassa, tradotta in quintali equivalenti, considerando pertanto il prodotto
convenzionalmente con il 40% di contenuto idrico è pari a 1.1.1.1.891891891891....666630 quintali equivalenti, 30 quintali equivalenti, 30 quintali equivalenti, 30 quintali equivalenti,
distinti come in tabella:
ScartoScartoScartoScarto di I° di I° di I° di I° lavorazionelavorazionelavorazionelavorazione
MstMstMstMst q.liq.liq.liq.li %%%%
CortecciaCortecciaCortecciaCorteccia 56.716 147.462 7,8
CippatoCippatoCippatoCippato 300.452 781.175 41,3
SegaturaSegaturaSegaturaSegatura 250.232 650.603 34,4
Sciaveri/refiliSciaveri/refiliSciaveri/refiliSciaveri/refili 43.423 112.900 6,0
TrucioliTrucioliTrucioliTrucioli 65.624 170.622 9,0
LegnaLegnaLegnaLegna 6.145 23.351 1,2
PelletPelletPelletPellet 0 0 0
BriquetteBriquetteBriquetteBriquette 2.122 5.517 0,3
TotaTotaTotaTotalelelele 744744744744....714714714714 1111....891891891891....630630630630 100,00100,00100,00100,00
Tabella 22: stima della produzione di biomassa espressa in quintali equivalenti (C.I. al 40%)
La produzione di cortecciaLa produzione di cortecciaLa produzione di cortecciaLa produzione di corteccia è è è è pari a pari a pari a pari a 56565656....716716716716 mst mst mst mst.... Tale materiale è destinato per un 93,5% ad
altre aziende per scopi non direttamente collegati allo sfruttamento energetico e solo
marginalmente alle centrali a biomassa (4,1%) o ai privati (2,4%).
La produzione di corteccia risulta concentrata sul distretto di Trento e viene solitamente
stoccata in piazzali all’aperto.
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48
MALE'
4,8%
TIONE
10,2%
CLES
7,9%
PRIMIERO
0,3%
TRENTO
75,8%
PERGINE
1,1%
Grafico 28: produzione di corteccia distinta per distretto forestale.
La corteccia viene ceduta nella quasi totalità dei casi previo il versamento di un valore posto
tra 5,5 – 6,25 €/mst per le aziende e le centrali a biomassa; tale valore sale a 13 €/mst nel
caso di vendita a privati.
Nel 75% dei casi un vero mercato per la corteccia si manifesta in modo occasionale; non
mancano tuttavia forme contrattuali di medio (contratto di fornitura trimestrale) o lungo
periodo (contratto di fornitura annuale).
Il valore del valore del materiale si genera più in relazione al periodo di collocazione sul
mercato, che in rapporto alla qualità dello stesso.
IN BASE AL
PERIODO
88%
IN BASE ALLA
QUALITA'
6%IN
PRECEDENZA
6%
Grafico 29: modalità di definizione del prezzo di vendita della corteccia.
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49
La produzione di cLa produzione di cLa produzione di cLa produzione di cippatoippatoippatoippato è è è è papapapari a ri a ri a ri a 300300300300....452452452452 mst mst mst mst. Tale materiale è destinato principalmente
alle centrali a biomassa (66,9%) o ad altre aziende (30,9%), irrisorio è il riutilizzo aziendale
(1,8%).
La produzione risulta concentrata sul distretto di Borgo Valsugana, Cles e Riva del Garda e
viene solitamente stoccata in locali coperti.
PERGINE
0,7%
TRENTO
6,2%
CLES
30,3%
RIVA DEL
GARDA
19,1%TIONE
14,3%
MALE'
3,6%
CAVALESE
3,1%
BORGO
22,8%
Grafico 30: produzione di cippato per distretto forestale.
Il cippato viene ceduto nella quasi totalità dei casi previo il versamento di un valore
compreso tra i 7,5 ed i 10,0 €/mst; in un solo caso è stata dichiarata la cessione gratuita
dello stesso.
Il mercato del cippato è regolato indistintamente da forme occasionali di fornitura e da
contratti a valenza semestrale o annuale.
Il valore del materiale è legato soprattutto alla stagionalità (68,8%) piuttosto che alla qualità
merceologica del prodotto (3,1%), anche nei casi di fornitura di durata. Solo in un terzo dei
casi si procede alla fissazione preventiva del prezzo (28,1%). Il fatto che tale modalità sia
adottata da un così limitato numero di aziende denota un’immaturità contrattuale della
filiera.
La produzione di La produzione di La produzione di La produzione di segatura èsegatura èsegatura èsegatura è pari a 250pari a 250pari a 250pari a 250....322322322322 mst mst mst mst, destinata principalmente ad aziende
commerciali o di trasformazione (pennellifici). Una quota minore (11,6%) viene riutilizzata
internamente alle aziende o nelle centrali a biomassa (11,1%).
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50
AZIENDE
COMMERCIALI
37,1%
SMALTIMENTO
0,1%
RIUTILIZZO
AZIENDALE
11,6%
CENTRALI A
BIOMASSA
11,1%PRIVATI
1,1%
AZIENDE DI
TRASFORMA-
ZIONE
39,0%
Grafico 31: destinazione della segatura prodotta nelle aziende di prima lavorazione.
La produzione risulta concentrata nel distretto di Cles e di Riva del Garda; seguono per
importanza i distretti di Tione e di Borgo Valsugana. La segatura viene solitamente stoccata
in locali chiusi o in silos e venduta secondo quanto riportato nella tabella sottostante:
VENDITA A PRIVATI (Euro/mst) 6,0
VENDITA AD AZIENDE (Euro/mst) 5,9
VENDITA AD AZIENDE DI TRASFORMAZIONE (Euro/mst) 8,0
VENDITA ALLE CENTRALI A BIOMASSA (Euro/mst) 7,0
PRIMIERO
0,1%
ROVERETO
0,1%
PERGINE
2,4%
TRENTO
3,7%
TIONE
11,7%
MALE'
1,2%
CLES
42,2%
RIVA DEL GARDA
24,3%
CAVALESE
5,0%
BORGO
9,4%
Grafico 32: produzione di segatura per distretto forestale.
Il mercato di questo sottoprodotto è regolato prevalentemente da forme contrattuali di
fornitura occasionale (75% dei casi) e nella restante parte da contratti a valenza annuale.
Il valore del materiale è legato soprattutto al periodo (86,3%), essendo la fornitura
prevalentemente occasionale; solo per l’11% dei casi si prevede una fissazione preventiva
del prezzo.
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51
La produzione di La produzione di La produzione di La produzione di sciaveri/refilisciaveri/refilisciaveri/refilisciaveri/refili è è è è pari a pari a pari a pari a 43434343....423423423423 mst mst mst mst. Tale materiale ha destinata varia,
dipendente dalla congiuntura dei mercati e dei sottoprodotti. Dall’indagine emerge che
viene destinato principalmente ad aziende commerciali (42,7%), alle centrali a biomassa
(38,4) o ad aziende di trasformazione (16.6%).
AZIENDE
COMMERCIALI
42,7%
PRIVATI
1,6%
AZIENDE DI
TRASFORMA-
ZIONE
16,6%
CENTRALI A
BIOMASSA
38,4%
RIUTILIZZO
AZIENDALE
0,7%
Grafico 33: destinazione degli sciaveri / refili.
La produzione risulta particolarmente concentrata nel distretto di Cles (44,4%); seguono i
distretti di Tione e Riva del Garda. Il materiale viene solitamente stoccato su piazzale aperto
e solo in alcuni casi in locali chiusi.
TIONE
20,9%
RIVA DEL
GARDA
16,4%
PRIMIERO
1,0%
PERGINE
3,5%
TRENTO
9,2%
ROVERETO
0,1%
CLES
44,4%
CAVALESE
4,4%
Grafico 34: produzione di sciaveri / refili distinta per distretto.
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La vendita degli sciaveri e i refili si attesta tra gli 8 e i 12 €; in un solo caso è stata
dichiarata la cessione gratuita del bene.
Il valore del materiale si determina in relazione a fattori stagionali.
VENDITA A PRIVATI (Euro/mst) 10,6
VENDITA AD AZIENDE (Euro/mst) 8,2
VENDITA AD AZIENDE DI TRASFORMAZIONE (Euro/mst) 8,6
VENDITA ALLE CENTRALI A BIOMASSA (Euro/mst) 11,7
Il mercato degli sciaveri e refili è regolato prevalentemente da forme contrattuali di fornitura
occasionale (91,7% dei casi) e nella restante parte dei casi da contratti a valenza annuale.
La produzione di La produzione di La produzione di La produzione di trucioli è trucioli è trucioli è trucioli è pari a pari a pari a pari a 65656565....624624624624 mst mst mst mst; tale materiale è destinato principalmente ad
aziende sensu latu e solo per una quota esigua viene riutilizzato a livello aziendale o ceduto
ad aziende di trasformazione.
AZIENDE
95,1%
AZIENDE DI
TRASFORMA-
ZIONE
1,4%
RIUTILIZZO
AZIENDALE
3,5%
Grafico 35: destinazione dei trucioli.
La produzione risulta concentrata nei distretti di Trento, Pergine Valsugana e Tione. Il
materiale viene indistintamente stoccato su piazzali aperti o in locali chiusi.
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TIONE
13,1%
PERGINE
20,6%TRENTO
64,8%
MALE'
1,4%CAVALESE
0,2%
Grafico 36: produzione di trucioli distinta per distretto.
Il mercato è regolato prevalentemente da forme contrattuali di fornitura occasionale per
l’87% dei casi, per la restante parte i contratti hanno valenza annuale.
Il valore del materiale viene fissato in base alla stagione. I trucioli vengono venduti ad un
valore medio di 6,5 €/mst, con forniture di natura prevalentemente occasionale.
La produzione di La produzione di La produzione di La produzione di legna da arderelegna da arderelegna da arderelegna da ardere è è è è pari a pari a pari a pari a 6.1456.1456.1456.145 mst mst mst mst; tale materiale è destinato
principalmente ad altre aziende o a privati. Solo una quota esigua viene riutilizzata a livello
aziendale o ceduta alle centrali a biomassa.
RIUTILIZZO
AZIENDALE
5,9%
AZIENDE
52,5%
PRIVATI
39,1%
CENTRALI A
BIOMASSA
2,5%
Grafico 37: destinazione della legna da ardere
La produzione risulta concentrata nei distretti di Pergine Valsugana, Cavalese, Riva del
Garda e Cles. Il materiale viene indistintamente stoccato su piazzali aperti o in locali chiusi.
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CAVALESE
25,0%
BORGO
2,1%
TRENTO
0,3%
CLES
15,3%
TIONE
4,2%
PERGINE
30,7%
ROVERETO
1,8%
RIVA DEL GARDA
20,7%
Grafico 38: produzione di legna da ardere distinta per distretto
La legna da ardere viene venduta ai privati ad un prezzo medio di 17 €/mst; alle aziende
ad un valore inferiore variabile tra gli 8,5 e gli 11 €/mst.
VENDITA A PRIVATI (Euro/mst) 17,3
VENDITA AD AZIENDE (Euro/mst) 11,0
VENDITA ALLE CENTRALI A BIOMASSA (Euro/mst) 8,4
Il mercato di legna da ardere è regolato quasi esclusivamente da forme contrattuali di
fornitura occasionale con valore del materiale fissato in base al periodo (83%).
Dagli scarti della prima lavorazione non vengono prodotti non vengono prodotti non vengono prodotti non vengono prodotti pelletspelletspelletspellets bensì un discreto
quantitativo di briquettes.
La produzione diLa produzione diLa produzione diLa produzione di briquettes briquettes briquettes briquettes del campione intervistato è pari a pari a pari a pari a 2222....122122122122 mst mst mst mst; si tratta di
materiale destinato principalmente ai privati (89%). Solo una quota esigua viene ceduta ad
altre aziende (11%).
La produzione risulta concentrata sui distretti di Trento (54,5%) e Rovereto (45,5%). Il
materiale viene stoccato in locali chiusi.
Il valore commerciale rilevato è variabile da 17 a 22,5 €/mst.
Il mercato è regolato esclusivamente da forme contrattuali di fornitura occasionale ed il
valore del materiale è fissato in base alla qualità (67%).
Tale modalità operativa si discosta nettamente rispetto ai precedenti sottoprodotti o scarti di
lavorazione analizzati, ad evidenziare una buona propensione ad essere assorbita dal
mercato, legata soprattutto alla qualità intrinseca del materiale.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
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Sommario – Offerta di biomassa derivante dagli scar ti di prima lavorazione
Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:
I. prospettive positive per il mercato;
II. interlocutore principale nell’attivazione della filiera e nell’offerta;
III. il volume di materiale trasformabile in Trentino, indipendentemente dall’origine del
legname grezzo (per circa un 50% provinciale ed un 50% di diversa origine) garantisce
l’approvvigionamento.
IV. il 95 % del materiale viene immesso nella filiera legno - energia;
V. stoccaggio del materiale principalmente in locale coperto a garanzia della qualità.
Punti Punti Punti Punti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::
I. assenza sul mercato di contratti di fornitura continuativi;
II. valore economico determinato da fattori stagionali, più che in riferimento a standard
qualitativi del prodotto;
III. assenza di metodi oggettivi per la definizione della qualità del prodotto.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
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189.163,00 ton
724.714,00 mst
min. med. max.
€ 12,00 € 13,00 € 14,00
€ 5,50 € 5,88 € 6,25
€ 5,50 € 5,88 € 6,25
min. med. max.
- - -
€ 7,50 € 8,75 € 10,00
€ 7,50 € 8,75 € 10,00
min. med. max.
€ 7,00 € 8,50 € 10,00
€ 5,00 € 6,00 € 7,00
€ 6,00 € 7,50 € 9,00
€ 6,00 € 7,00 € 8,00
min. med. max.
€ 11,40 € 12,70 € 14,00
€ 7,20 € 8,20 € 9,20
€ 7,50 € 8,50 € 9,50
€ 11,00 € 11,70 € 12,40
min. med. max.
€ 5,50 € 6,50 € 7,50
min. med. max.
€ 15,00 € 17,30 € 19,60
€ 9,00 € 11,00 € 13,00
€ 7,00 € 8,50 € 10,00
min. med. max.
€ 17,00 € 19,75 € 22,50
€ 341.288,53
€ 2.602.665,45
€ 1.501.392,00
SCIAVERI-REFILI € 416.252,88
TRUCIOLI € 405.228,20
LEGNA € 78.330,32
BRIQUETTES € 41.909,50
TOTALE:
**Franco partenza IVA inclusa ^Franco partenza IVA esclusa
'Franco destinazione IVA esclusa
SEGATURA
€ 5.387.066,87
CIPPATO
Vendita al dettaglio**
STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO
CORTECCIA
Centrale di teleriscaldamento^
*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dal periodo e dall'umidità del materiale. L'analisi
dei prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.
Aziende di trasformazione'
Aziende di trasformazione'
LEGNA (2335 t)
Vendita al dettaglio**
SCIAVERI-REFILI (11290 t)
PREZZO* €/mst
BRIQUETTES (552 t)
PREZZO* €/mst
PREZZO* €/mst
Vendita al dettaglio**
Vendita all'ingrosso^
Centrale di teleriscaldamento'
PREZZO* €/mst
Vendita al dettaglio**
Vendita all'ingrosso^
PREZZO* €/mst
TRUCIOLI (17062 t)
Vendita all'ingrosso^
Centrale di teleriscaldamento'
Vendita all'ingrosso^
CIPPATO (78117 t)
Vendita al dettaglio**
Vendita all'ingrosso^
SEGATURA (65060 t)
Centrale di teleriscaldamento^
Centrale di teleriscaldamento^
PREZZO* €/mst
Vendita all'ingrosso^
PRIMA LAVORAZIONE (Segheria)
OFFERTA DI BIOMASSA:
PREZZO* €/mst
CORTECCIA (14746 t)
Vendita al dettaglio**
Tabella 23: quadro riassuntivo.
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Offerta di biomassa derivante dagli scarti dell’ind ustria di seconda lavorazione.
Le informazioni riportate di seguito analizzano l’offerta di biomassa legnosa proveniente
dagli scarti della seconda lavorazione e sono state ricavate dalla somministrazione di
un’intervista telefonica ad un campione (campionamento casuale semplice con errore
campionario del 5%) estratto dalla popolazione delle aziende individuate nell’indagine
condotta sull’intera filiera dall’Osservatorio del Legno (2006).
L’indagine ha considerato un campione di 261 soggetti estratto, con campionamento
casuale semplice con errore del 5%, dalla lista delle aziende di seconda lavorazione
individuate dalla CCIAA di Trento; l’esito dell’indagine telefonica è stato il seguente.
Totale %INTERVISTATO 134 51%RIFIUTA INTERVISTA 42 16%NON TROVATO 31 12%NO AZ LEGNAME 18 7%PRODUZIONE SCARTO MINIMA 36 14%APPUNTAMENTO 0 0%N. ERRATO O MANCANTE 34 13%TOTALE CONTATTI 295 100%
ESITO
Tabella 24: esito indagine.
Le aziende operanti nel settore della seconda lavorazione presentano una numerosità
quattro volte superiore rispetto a quelle della prima lavorazione e sono ripartite
geograficamente come esposto dal grafico sottostante (riferito al campione intervistato); le
aziende si concentrano nei distretti delle Giudicarie, Valle Non e Valle dell’Adige.
0 5 10 15 20 25
CAVALESE
PRIMIERO
PERGINE
BORGO
TRENTO
CLES
MALE'
TIONE
RIVA DEL GARDA
ROVERETO
FASSA
numero aziende
Grafico 39: aziende seconda lavorazione – distribuzione per distretto.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
58
Le aziende contattate esercitano attività molteplici; di questo insieme le aziende per la
produzione di serramenti ed i mobilifici ne rappresentano la maggior parte del campione.
Sono affiancate da un cospicuo numero di aziende (18%) che non hanno dichiarato una
specifica area di collocazione categoriale eda altri quattro settori minori che coinvolgono un
numero appena superiore al 20% delle aziende intervistate.
prodotti di nicchia
3,7%
serramenti
18,7%
non specializzata
18,7%
mobili/arredamenti
29,1%carpenteria
6,0%
arredo urbano
3,0%
scultura/artigianato
artistico
7,5%
serramenti +
mobili/serramenti
13,4%
Grafico 40: categorie di produzione per le aziende intervistate.
La forma giuridica prevalentemente adottata è la ditta individuale, seguono le società in
nome collettivo in 42 casi.
s.n.c; 42
cooperative; 1
s.a.s; 6
Ditte
individuali; 76 s.r.l; 9
Grafico 41: forma giuridica dei soggetti intervistati
Sul totale intervistato solamente il 24% risulta essere in possesso di certificazioni di qualità o
di prodotto, percentuale destinata comunque ad incrementare vista la quota di aziende con
processo di certificazione in corso (4%).
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
59
Il possesso delle certificazioni si riferisce essenzialmente a quella CE o ad attestazioni di
qualità sui serramenti (es. trasmittanza termica). Una minima parte di aziende si dota di
semplici autocertificazioni (11 %).
Le aziende, interrogate sulle attese relative al mercato per il prossimo quinquennio,
dichiarano di essere piuttosto ottimiste, indicando una certa stabilità nei mercati nel 39% dei
casi, ovvero un incremento del mercato nel 24% dei soggetti intervistati. Solo nel 15% dei
casi il campione si aspetta una contrazione della produzione. Una quota minoritaria, ma
pur sempre significativa, dichiara, inoltre, la volontà di abbandonare l’attività.
Input aziendaliInput aziendaliInput aziendaliInput aziendali
La domanda di materiale lavorabile espressa dal campione intervistato è pari a 10.141
metri cubi, applicando l’inferenza statistica precedentemente calcolata si ottiene una
domanda di 31.640 mcdomanda di 31.640 mcdomanda di 31.640 mcdomanda di 31.640 mc.
3,25%
68,25%
14,17% 14,32%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
TONDAME TAVOLAME/TRAVATURA PANNELLI LAMELLARE
Grafico 42: tipologia di legname acquistato.
Di questi quasi il 68% del totale è rappresentato da tavolame o travature, seguono in ugual
misura pannelli e legno lamellare (14%); il tondame viene utilizzato in rarissimi casi (3%) da
aziende specializzate nell’arredo urbano o nella produzione di carpenteria e nel settore della
scultura.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
60
carpenteria
12,8%
mobili/ar-
redamenti
3,2%
scultori
4,2%
arredo
urbano
79,9%
Grafico 43: utilizzo di tondame dalle aziende della seconda lavorazione.
Le aziende della seconda lavorazione rappresentano pertanto un settore che dipende
direttamente dalla fornitura di semilavorati.
L’utilizzo di tavolame/travatura è principalmente esercitato dalle aziende dell’arredo urbano
(38%), il 19% è dato dalla carpenteria, il 15% dai serramentisti, il 13% da ditte non
specializzate; per gli altri settori si evidenziano utilizzi compresi tra l’1 ed il 6 %.
carpenteria
19,0%arredo urbano
38,3%
non specializzato
12,9%
serramenti +
mobili/arreda-
menti
3,6%
mobili/arreda-
menti
5,9%
serramenti
15,2%
scultori
0,7%
prodotti di
nicchia
4,4%
Grafico 44: utilizzo di tavolame/travatura dalle aziende della seconda lavorazione.
La categoria merceologica dei pannelli evidenzia invece un consumo specializzato
apportato in primis dal settore mobili-arredamenti e a seguire dai serramentisti.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
61
prodotti di nicchia1,7%
scultori0,3%
non specializzato8,9%
serramenti + mobili/arreda-
menti8,0%
serramenti15,6%
mobili/arreda-menti65,4%
Grafico 45: utilizzo di pannelli dalle aziende della seconda lavorazione.
Stessa cosa per la categoria merceologica del lamellare, utilizzato quasi esclusivamente dai
carpentieri e dai serramentisti.
non
specializzato
3,8%
serramenti +
mobili/arreda
menti
1,4%
serramenti
12,1%
carpenteria
82,7%
Grafico 46: utilizzo di lamellare dalle aziende della seconda lavorazione
L’essenza maggiormente utilizzata è legno di conifera (94,4%), poco rappresentate le
latifoglie.
La fornitura di materiale legnoso di conifera, di origine locale, ovvero proveniente da
superfici forestali poste nello stesso distretto forestale o comune rispetto alla sede aziendale,
affiancata a quella trentina, si attesta su valori prossimi al 30%.
Preponderante l’importazione di materiale prodotto in Europa (77,8%).
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
62
locale
12,1%
Trentino
7,7%
Italia
2,4%
Europa
77,8%
Grafico 47: areale di provenienza delle conifere.
Simile andamento nella richiesta di materiale legnoso anche per le latifoglie con contrazione
del legname trentino a favore di materiale extra comunitario (per lo più esotico) o italiano.
Europa
70,5%
locale
1,6%Trentino
2,1%
Italia
3,6%
Extra europea
22,1%
Grafico 48: areale di provenienza delle latifoglie (%).
OutputOutputOutputOutput aziendali aziendali aziendali aziendali
Nel segmento della seconda lavorazione la produzione di scarti dichiarata dal campione
risulta più limitata: 4.380 mst. Applicando l’inferenza statistica precedentemente calcolata si
ottiene una produzione di 13.667 mc.una produzione di 13.667 mc.una produzione di 13.667 mc.una produzione di 13.667 mc.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
63
Gli output aziendali si distinguono nelle seguenti tipologie di materiale: corteccia, cippato,
segatura, refili, trucioli, segatura/trucioli/refili non differenziati e legna da ardere.
Scarti della II mst q %
lavorazione
Corteccia 78 203 0,6%
Cippato 718 1.866 5,3%
Segatura 235 612 1,7%
Refili 2.010 5.227 14,7%
Trucioli 8.739 4.735 13,3%
Segatura/trucioli/refili 66 22.722 63,9%
Legna 170 0,5%
TOTALE 13.667 35.534
Tabella 25: stima della produzione di biomassa espressa in quintali equivalenti (C.I.al 40%)
Quantitativi così esigui sono giustificati dal fatto che la materia prima utilizzata spesso è già
parzialmente lavorata. La voce segatura/trucioli/refili sta ad indicare la condizione rilevata
all’atto dell’intervista, circa la presenza di impianti di aspirazione che concentrano
indistintamente in un unico punto tutto il materiale fine di scarto prodotto durante le
lavorazioni, (inoltre esistono frequenti casi in cui le aziende non separano le varie tipologie
di cascami).
trucioli (mst)
13,3%
segatura/
truciolo/refili
(mst)
63,9%
corteccia (mst)
0,6%
segatura (mst)
1,7%
refili (mst)
14,7%
cippato (mst)
5,3%legna (mst)
0,5%
Grafico 49: tipologie di scarti (%).
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
64
La produzione di La produzione di La produzione di La produzione di cortecciacortecciacortecciacorteccia è pari a pari a pari a pari a 78 78 78 78 mstmstmstmst; tale quota di materiale viene completamente
reimpiegato in azienda.
La produzione di La produzione di La produzione di La produzione di cippatocippatocippatocippato è pari a pari a pari a pari a 718718718718 mst mst mst mst; anche questa quota di materiale viene
completamente reimpiegato in azienda.
La produzionLa produzionLa produzionLa produzione di e di e di e di segaturasegaturasegaturasegatura è pari a pari a pari a pari a 235235235235 mst mst mst mst; la maggior parte del materiale viene ceduto ad
aziende di trasformazione o indirizzato ad altri reimpieghi, il 28% viene riutilizzato in
azienda. La restante quantità viene smaltita come rifiuto oppure ceduta a privati.
smaltimento
7% aziende di
trasformazione
27%
privati
8%
riutilizzo
aziendale
28%
aziende
30%
Grafico 50: destinazione segatura (%).
Circa metà della segatura viene ceduta in forma gratuita, il 42 % viene venduta e la restante
quota smaltita (10%).
La produzione di La produzione di La produzione di La produzione di refilirefilirefilirefili è pari a pari a pari a pari a 2.0102.0102.0102.010 mst mst mst mst; la maggior parte del materiale viene riutilizzato a
livello aziendale (80,9 %); una quota parziale (10,3 %) viene ceduta a privati in forma
prevalentemente gratuita e la restante smaltita con un costo medio di 23,30 €/mst.
smaltimento (mc)
46,1%
gratuito (mc)
52,8% vendita (mc)
1,1%
Grafico 51: modalità di cessione dei refili (%).
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
65
La produzione di La produzione di La produzione di La produzione di truciolitruciolitruciolitrucioli è pari a pari a pari a pari a 1821182118211821 mst mst mst mst; la maggior parte del materiale (85,7%) viene
venduto ad aziende ad un prezzo medio di 8 €/mst. Poco più dell’ 11% viene reimpiegato in
azienda mentre una percentuale minima viene ceduta a privati in forma gratuita.
La modalità di cessione alle aziende viene regolata solitamente attraverso accordi annuali.
La produzione La produzione La produzione La produzione mista mista mista mista di di di di segatura/ truciolisegatura/ truciolisegatura/ truciolisegatura/ trucioli/ refili refili refili refili è pari a pari a pari a pari a 8739 8739 8739 8739 mstmstmstmst; la maggior parte del
materiale viene riutilizzato a livello aziendale (70,5%). La restante parte viene ceduta a
privati (7,5%) o ad aziende di trasformazione (20,4%) e soltanto in minima parte smaltita.
Più della metà dei cascami forniti ad aziende e privati vengono venduti ad un prezzo medio
di 5€/mst. La restante parte è ceduta in forma gratuita e in minima parte smaltita con un
costo medio di 0,42€/kg.
smaltimento
(mc)
5,0%
vendita (mc)
55,1%
gratuito (mc)
39,9%
Grafico 52: Modalità di cessione di segatura/trucioli/refili (%).
La produzione di La produzione di La produzione di La produzione di legna da arderelegna da arderelegna da arderelegna da ardere è pari a 66pari a 66pari a 66pari a 66 mst mst mst mst; tale materiale è destinato principalmente
al riutilizzo aziendale (77,3%).
Una quota minoritaria è venduta a privati ad un prezzo medio di 10 € al quintale.
Nel complesso la seconda lavorazione evidenzia una forte propensione al riutilizzo
aziendale, non a caso il 31,34% del campione ha dichiarato di essere dotato di
bricchettatrice.
privati
7,0%
aziende
25,5%
smaltimento
2,4%
riutilizzo aziendale
65,2%
Grafico 53: destinazione degli scarti.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
66
Buona parte dello scarto impiegato all’esterno dell’azienda viene venduto (64,5%) anche se
rilevante risulta essere la quota ceduta in forma gratuita sia a privati che ad aziende (in
cambio del servizio di trasporto) per il 28,8%.
In ultima analisi si riporta la differente partecipazione alla produzione di scarti delle tipologie
aziendali che compongono la seconda lavorazione.
La distribuzione della produzione di scarto rispecchia la differente rappresentatività numerica
delle aziende, ovvero i quantitativi di scarto prodotti sono abbastanza simili nei differenti
comparti (es. i serramentisti sono il 29% della popolazione della seconda lavorazione e
producono circa la stessa quantità di scarto).
serramenti
26,4%
carpenteria
8,3%
scultori
0,5% non
specializzato
22,3%
serramenti +
mobili/arredam
enti
10,8%
mobili/arredam
enti
14,6%
prodotti di
nicchia
2,5%arredo urbano
14,6%
Grafico 54: totale scarti per tipologia di azienda.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
67
Sommario – offerta di biomassa derivante dagli scar ti dell’industria di seconda lavorazione
Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:
I. attesa di mercato in crescita;
II. forte propensione al riutilizzo aziendale;
III. il 31 % delle aziende dichiara di possedere una bricchettatrice;
Punti Punti Punti Punti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::
I. 1/3 del prodotto è ceduto in forma gratuita;
II. parte del prodotto viene smaltito;
3.553,00 ton
13.667,00 mst
min. med. max.
- - -
min. med. max.
- - -
min. med. max.
n.d. n.d. n.d.
min. med. max.
n.p. n.p. n.p.
Smaltimento n.s. n.s. n.s.
min. med. max.
n.p. n.p. n.p.
n.s. n.s. n.s.
min. med. max.
n.p. n.p. n.p.
n.s. n.s. n.s.
min. med. max.
n.p. n.p. n.p.
TOTALE #:*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dal periodo e dall'umidità del materiale. L'analisi dei
prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.
€ 25.000,00
Vendita al dettaglio
Vendita all'ingrosso
PREZZO* €/mst
LEGNA (17 t)
Vendita al dettaglio
# I prezzi di mercato rilevati nel corso dell'indagine non vengono riportati in tabella in quanto non signficativi; essendo stati
espressi solo da un ridotto numero di soggetti intervistati. L'analisi dei prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.
Il volume totale del mercato è stato stimato in 25.000€.
STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO #
PREZZO* €/mst
SEGATURA (61 t)
PREZZO* €/mst
SEGATURA/TRUCIOLI/REFILI (2272 t)
PREZZO* €/mst
REFILI (523 t)
Vendita al dettaglio
TRUCIOLI (473 t)
Vendita all'ingrosso
PREZZO* €/mst
Vendita al dettaglio
PREZZO* €/mst
CIPPATO (187 t)
Reimpiego aziendale
SECONDA LAVORAZIONE
OFFERTA DI BIOMASSA:
PREZZO* €/mst
CORTECCIA (20 t)
Reimpiego aziendale
Tabella 26: quadro riassuntivo.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
68
Offerta di biomassa derivante dalla raccolta nei CR M E CRZ. I C.R.MC.R.MC.R.MC.R.M. (Centro Raccolta Materiali) sono centri appositamente attrezzati a ricevere ogni tipo
di rifiuto urbano differenziato. I cittadini possono conferire presso tali strutture tutti quei rifiuti
che normalmente non possono essere depositati nei tradizionali cassonetti.
I C.R.M. sono custoditi da personale addetto che impartisce istruzioni all’utenza al fine di
differenziare i rifiuti nel modo migliore. Possono esservi conferiti:
⇒ rifiuti ingombranti12.
⇒ beni durevoli13.
Il C.R.ZC.R.ZC.R.ZC.R.Z. (Centro Raccolta Zonale Rifiuti) è un centro appositamente attrezzato a ricevere
ogni tipo di rifiuto urbano differenziato ed alcune tipologie di rifiuti speciali e pericolosi.
Le attività economiche e produttive potranno conferire presso il CRZCRZCRZCRZ i rifiuti assimilabili agli
urbani, i rifiuti speciali e quelli pericolosi. Presso il Centro di Raccolta possono essere
conferiti a pagamento anche i rifiuti specialirifiuti specialirifiuti specialirifiuti speciali prodotti nel Comune di appartenenza. E’
sufficiente recarsi con mezzi propri presso il Centro di Raccolta. Le principali categorie di
rifiuti che possono essere ricevute sono: ferro (rottami in ferro e metalli vari, …), legno
trattato (assi verniciate, vecchi mobili, …), legno non trattato (ramaglie da giardino,tavolati
grezzi), beni durevoli (computer, televisori, frigoriferi …), carta e cartone, tessili, ingombranti
non riciclabili (divani, materassi, …), rifiuti urbani pericolosi: rup (vernici, solventi, oli esausti
…), vetro in lastre, plastica da imballaggio (arredo da giardino, giocattoli..), imballaggi in
vetro, plastica, alluminio e ferro.
In provincia i rifiuti ligneo cellulositici raccolti nei C.R.M. E C.R.Z. sono rappresentati da:
a. legno trattato (assi verniciate, vecchi mobili);
b. legno non trattato (ramaglie da giardino, tavolami grezzi);
c. erba.
Le tabelle ed i grafici di seguito evidenziano le variazioni dei quantitativi raccolti in
tonnellate per comprensorio dal 2004 al 2009 distinguendo il legno (trattato e non) dal
verde (erba, potature, ecc.…) (fonte - Servizio per le politiche di risanamento dei siti
inquinati e di gestione dei rifiuti della PAT – dati in tonnellate)
12 componenti di arredo (poltrone, divani, mobili, sedie, scaffali,…) reti e materassi biciclette pneumatici stenditoi, … 13 frigoriferi surgelatori, congelatori, televisori, computer, lavatrici, lavastoviglie, condizionatori d’aria, …
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
69
2004 2005 2006 2007 2008 2009
Valle di Fiemme 107 220 252 277 235 269
Primiero 139 141 186 222 270 392
Bassa Valsugana e Tesino 51 56 102 237 1.136
Alta Valsugana 730 665 652 669 678 817
Valle dell'Adige 791 781 939 989 1.086 1.163
Valle di Non 631 615 547 685 519 511
Val di Sole 190 212 228 236 238 331
Valle delle Giudicare 590 978 1.045 1.486 1.346 1.315
Alto garda e Ledro 646 600 616 1.016 1.296 1.351
Vallagarina 334 290 342 359 522 600
Ladino di Fassa 145 348 436 375 524 458
Rovereto 158 123 263 303 383 371
Trento 442 1.174 1.808 1.321 1.621
totale 4.354 4.850 5.299 6.416 6.951 8.343
BACINO LEGNO
Tabella 27: variazione quantitativi di “legno” in tonnellate distinta per comprensorio.
2004 2005 2006 2007 2008 2009
Valle di Fiemme 315 702 1.177 1.327 1.597 1.431
Primiero 150 71 70 98
Bassa Valsugana e Tesino 164 335 459 551 516 47
Alta Valsugana 1.079 1.330 1.785 2.210 2.349 1.863
Valle dell'Adige 907 1.094 1.043 1.106 1.131 1.347
Valle di Non 285 578 960 1.204 1.789 2.509
Val di Sole 208 539 614 638 780 247
Valle delle Giudicare 523 201 171 160 233 306
Alto garda e Ledro 1.941 2.130 2.483 2.406 2.668 3.152
Vallagarina 1.407 1.387 1.450 1.618 1.567 1.438
Ladino di Fassa 80 184 240 229 372 382
Rovereto 510 621 412 701 560 1.602
Trento 2.026 1.332 888 1.104 1.788 3.193
totale 6.909 8.480 10.532 11.520 13.072 12.820
BACINO VERDE
Tabella 28: variazione quantitativi di “verde” in tonnellate distinta per comprensorio.
4.3544.850
5.299
6.4166.951
8.343
0
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
7.000
8.000
9.000
2004 2005 2006 2007 2008 2009
Anni
Ton
nellate
Grafico 55: variazione quantitativi di “legno” in tonnellate.
Il quantitativo di legno trattato e non, conferito ai centri specializzati dal 2004 ad oggi, ha
subito un trend in crescita raggiungendo nel 2009 un valore di circa 8.343 t. Vale lo stesso
per il quantitativo di residuo verde che nel 2009 ha raggiunto un valore di 12.820 t.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
70
0
200
400
600
800
1.000
1.200
1.400
1.600
1.800
2.000
2004 2005 2006 2007 2008 2009Anni
Tonn
ellate
Valle di Fiemme Primiero
Bassa Valsugana e Tesino Alta Valsugana
Valle dell'Adige Valle di Non
Val di Sole Valle delle Giudicare
Alto garda e Ledro Vallagarina
Ladino di Fassa Rovereto
Trento
Grafico 56: variazione quantitativi di “legno” in tonnellate per comprensorio.
0
500
1.000
1.500
2.000
2.500
3.000
3.500
2004 2005 2006 2007 2008 2009Anni
To
nn
ellate
Valle di Fiemme Primiero
Bassa Valsugana e Tesino Alta Valsugana
Valle dell'Adige Valle di Non
Val di Sole Valle delle Giudicare
Alto garda e Ledro Vallagarina
Ladino di Fassa Rovereto
Trento
Grafico 57: variazione quantitativi di “verde” in tonnellate per comprensorio.
6.909
8.480
10.53211.520
13.072 12.820
0
2.000
4.000
6.000
8.000
10.000
12.000
14.000
2004 2005 2006 2007 2008 2009
Anni
Tonnellate
Grafico 58: variazione quantitativi di “verde” in tonnellate.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
71
Negli ultimi anni il grado di differenzazione del materiale ligneo – cellulositico dipende
fortemente dalle dinamiche di mercato. Per ragioni di pura convenienza economica e di
logistica, una ditta appaltatrice può scegliere di smaltire tali categorie di rifiuto in un
inceneritore. E’ probabile quindi che nello stesso container si verranno a trovare legno non
trattato, ramaglie, materiale verde, erbe…
Da quanto espresso in precedenza è evidente che in molti casi la logica di smaltimento si
contrappone a quella di recupero e valorizzazione del materiale legnoso. Attualmente tutto
questo materiale viene infatti smaltito nei processi di compostaggio e/o presso inceneritori.
Le problematiche riscontrabili in un ipotetico processo di valorizzazione del rifiuto ligneo
sono legate a vincoli di natura giuridica. Di fatto tale biomassa, per essere utilizzata a fini
energetici deve subire un processo di riciclo con conseguenti alti costi di produzione.
Sommario - offerta di biomassa derivante dalla racc olta nei CRM e CRZ Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:
I. Crescita dei volumi raccolti;
II. Materiale concentrato, e su luoghi ad elevata accessibilità;
III. Modalità di conferimento consolidata e diffusa;
PuntPuntPuntPunti i i i di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::
I. Materiale non sempre adeguatamente differenziato e selezionato;
II. La biomassa presente nei C.R.M. e C.R.Z. giuridicamente è definita come rifiuto;
III. Costi elevati.
8.343,00 ton LEGNO
12.820,00 ton ERBA
Totale 21.163,00 ton
min. med. max.
- - -
TOTALE:* L'analisi dei prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.
CRM - CRZ
OFFERTA DI BIOMASSA:
PREZZO* €/t.
LEGNO E ERBA
STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO
LEGNA n.p.
€ 0,00
Tabella 29: quadro riassuntivo.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
72
Offerta di biomassa da produttori di legna da arder e
La quantificazione dell’offerta di biomassa legnosa derivante dai produttori di legna da
ardere è stata ricavata dall’elaborazione dei dati raccolti, attraverso la somministrazione di
un questionario telefonico ad un campione di aziende. L’indagine ha considerato 31
aziende individuate dai membri del gruppo di lavoro in quanto tale attività non è
specificatamente codificata nel registro imprese della CCIAA. Nella tabella di seguito si
illustra schematicamente l’esito dell’indagine telefonica.
ESITO
Totale
INTERVISTATO 20 65%
RIFIUTA INTERVISTA 5 16%
NON TROVATO 3 10%
NO AZ. LEGNAME 3 10%
APPUNTAMENTO 0 0%
N.ERRATO O MANCANTE 0 0%
TOTALE CONTATTI 31
TOTALE 100%
Tabella 30: Conduzione dell’indagine telefonica.
2
3
1
4
1 1
3
1
2 2
00
0,5
1
1,5
2
2,5
3
3,5
4
4,5
FIEM
ME
PRIM
IERO
ALTA V
ALSUGAN
A
BASSA
VALS
UGANA E
TES
INO
VALLE DEL
L'ADIG
E
VAL DI N
ON
VAL DI S
OLE
VALLI G
IUDIC
ARIE
ALTO G
ARDA E LED
RO
VALLAGARIN
A
MEDIA
Grafico 59: produttori contattati distinti per comprensorio.
Dall’esito delle interviste alle aziende si desume che la produzione di legna da ardere
rappresenta in ogni caso un’attività per lo più secondarappresenta in ogni caso un’attività per lo più secondarappresenta in ogni caso un’attività per lo più secondarappresenta in ogni caso un’attività per lo più secondaria o comunque non esclusivaria o comunque non esclusivaria o comunque non esclusivaria o comunque non esclusiva.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
73
S.N.C
40,0%
S.R.L
5,0%
DITTA
INDIVIDUALE
55,0%
Grafico 60: forma giuridica
Le aziende intervistate prevedono per i prossimi cinque anni un potenziale incremento
produttivo connesso con un aumento della domanda di biomassa legnosa (62,5%).
Le aziende di produzione di legna da ardere individuano nella proprietà pubblica o privata il
fornitore principale del prodotto da trasformare, acquistando direttamente la biomassa da
boschi di proprietà pubblica o privata rispettivamente nel 42% o nel 24% dei casi. Tale
tendenza è legata al fatto che buona parte delle aziende contattate svolgono anche attività
di esbosco, cosa per cui la proprietà forestale rappresenta un interlocutore importante a tutti
gli effetti.
La quota di aziende che si rivolge ad intermediari o rivenditori per l’approvigionamento
della materia prima si attesta sul 13%, con pari frequenza si presenta la quota di aziende
che si rivolge alle imprese boschive. Le segherie vengono contattate solo nel 5% dei casi.
All’interno del campione intervistato solamente un’azienda ha dichiarato di acquistare la
biomassa da altri soggetti (nello specifico da un’azienda agricola extra regionale).
Grafico 61: tipologia di fornitori scelti dalle aziende per l’acquisto di biomassa.
L’analisi evidenzia come la filiera sia “corta” e caratterizzata da diverse tipologie di fornitori
di materia prima (impresa boschiva, rivenditore, segheria…).
Nove aziende intervistate su venti (44%) dichiarano di autoprodurre il legname, ovvero di ovvero di ovvero di ovvero di
acquistare lotti in piedi ed eseguiracquistare lotti in piedi ed eseguiracquistare lotti in piedi ed eseguiracquistare lotti in piedi ed eseguirnnnne l’esboscoe l’esboscoe l’esboscoe l’esbosco.
RIVENDITORE
13,2%
IMPRESA BOSCHIVA
13,2%
SEGHERIA
5,3%
ALTRO
2,6%
PROPRIETA' PRIVATA
23,7%
PROPRIETA' PUBBLICA
42,1%
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74
Si tratta evidentemente di imprese d’utilizzazione forestale che svolgono attività di
produzione di legna da ardere come attività secondaria; la quantità effettiva di legname
prodotto a fini energetici da tali aziende rappresenta infatti solamente il 6% del totale.
All’interno del campione si evidenzia però la presenza di un’azienda che da sola acquista
oltre il 50% della biomassa totale e che quindi condiziona notevolmente gli indici statistici e
le tendenze. Ipotizzando di escludere tale azienda dal campione, la percentuale di biomassa
autoprodotta dalle aziende raddoppierebbe (12%), ma risulterebbe comunque sempre poco
rappresentativa.
La quantità totale di biomassa acquistata dalle aziende del campione ammonta a
98.913,33 mc.. Tale valore rapportato all’intera popolazione si accresce a 153.316153.316153.316153.316 mc. mc. mc. mc.
Nella tabella seguente si riportano nello specifico i quantitativi di legname dichiarati come
input aziendale dal campione.
FORNITOREQUANTITA' DI
BIOMASSA ACQUISTATA (mc)
rivenditore 8.917
impresa boschiva 30.700
proprietà pubblica 29.421
proprietà privata 1.876
segheria 28.00098.913
Tabella 31: quantità di biomassa acquistata in base al fornitore (dato riferito al campione non all’intera popolazione).
Una distinzione della domanda di biomassa, non più indicata in termini di numerosità di
scambi con il fornitore, ma in ordine alla quantità di materiale acquistato, modifica lo
scenario precedentemente analizzato.
IMPRESA BOSCHIVA
31,0%
SEGHERIA
28,3%
PROPRIETA' PRIVATA
1,9%
PROPRIETA'
PUBBLICA
29,7%
RIVENDITORE
9,0%
Grafico 62: quantità di biomassa acquistata dalle aziende da ciascun fornitore.
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75
Benché il 24% delle aziende dichiarino di acquistare esclusivamente o in parte materiale da
proprietà privata, la quantità di biomassa effettivamente prelevata risulta essere minima
(1,9%).
Le imprese d’utilizzazione forestale, le segherie e le proprietà pubbliche rappresentano in
modo egualitario i maggiori fornitori del comparto.
Tale trend è da attribuirsi al notevole peso in termini di quantità di biomassa acquistata da
una delle aziende del campione, che da sola acquista il 50,4% del totale e che si rifornisce,
appunto, in parte dalla segheria di proprietà (scarti) e in parte da imprese boschive
(tondame).
Nell’ipotesi di escludere tale azienda dal campione, al fine di ridurre la distorsione esercitata
dal comportamento di una sola azienda, il grafico si modifica radicalmente, come di seguito
dimostrato.
Si assiste (se si riferisce al grafico) ad una contrazione delle quantità di biomassa acquistata
da imprese boschive e segherie a favore di un’espansione di quella prelevata da boschi di
proprietà pubblica.
IMPRESA BOSCHIVA
11,7%
RIVENDITORE
18,2%
SEGHERIA
6,1%PROPRIETA'
PRIVATA
3,8%
PROPRIETA'
PUBBLICA
60,1%
Grafico 63: ipotesi di risultato della quantità di biomassa acquistata dai vari fornitori, omettendo dall’analisi un’azienda con comportamento anomalo rispetto al campione considerato.
La maggior parte dei fornitori ha sede nel territorio provinciale (65,4%), il 26,9% ha invece
sede a livello nazionale mentre solo una minima parte (7,7%) all’estero. Oltre la metà di
tutta la biomassa viene acquistata da fornitori che risiedono in territorio provinciale (61,9%).
Come per le precedenti analisi anche in questo caso è opportuno evidenziare l’influenza
esercitata dell’azienda con comportamento anomalo precedentemente citata; tale azienda
acquista metà della biomassa da fornitori nazionali; la presenza di questo produttore nel
campione incrementa, quindi, notevolmente la fetta di biomassa acquistata a livello
nazionale.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
76
Omettendo dall’analisi il dato di tale azienda le proporzioni subiscono una variazione a
sfavore dei fornitori nazionali e in favore invece di quelli provinciali e in parte anche
stranieri, quindi la percentuale di biomassa acquistata da fornitori trentini si assesta su una
percentuale del 88,6%.
L’origine della biomassa risulta coincidere quasi sempre con la sede del fornitore; l’unica
eccezione riguarda una leggera espansione della percentuale di biomassa proveniente
dall’estero a scapito di quella nazionale, ad indicare come parte della biomassa fornita a
livello nazionale provenga in realtà da paesi esteri. Si tratta in ogni caso di uno scostamento
minimo che interessa volumi limitati. Per lo più si nota una corrispondenza spaziale tra sede
del produttore e origine della biomassa, da attribuirsi in buona parte al fatto che molte delle
aziende intervistate svolgono attività di esbosco e prelevano quindi la biomassa direttamente
in loco, da proprietà pubblica e/o privata.
PROVINCIALE
61,9%
NAZIONALE
33,0%
ESTERA
5,1%
Grafico 64: provenienza della biomassa acquistata dalle aziende del campione.
La quota di biomassa prelevata sull’intero territorio provinciale è pari a 95.055 mc (61,9%
del totale).
La restante parte è reperita per lo più nel territorio nazionale (33% - in particolare Alto
Adige) e in minima parte all’estero (5,1%).
L’elevata quota di biomassa nazionale è però fortemente influenzata dal peso dell’azienda
precedentemente citata che acquista complessivamente un quarto della massa totale del
campione dall’Alto Adige. Omettendo tale quantitativo, la percentuale di biomassa di
origine nazionale subirebbe una sensibile contrazione passando dal 33% al 5% ed
incrementando così il peso della biomassa locale e comprensoriale (e di conseguenza
quella complessiva provinciale che passerebbe dal 61,9% al 77%).
La biomassa maggiormente utilizzata è rappresentata da legno di conifera (67,2%); segue il
faggio per le latifoglie con il 31,1%, mentre rimane marginale l’utilizzo di specie legnose
quali rovere o querce in genere e carpino.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
77
OOOOutput aziendaliutput aziendaliutput aziendaliutput aziendali
Il totale di biomassa legnosa destinata a fini energetici prodotta dalle aziende intervistate
ammonta a 137.135 mst (pari a 67.492,12 mc). Tali valori riferiti all’intera popolazione
salgono a 212.559 mst e a 104.613 mc.
Normalizzando il dato in quintali equivalenti si ottiene un offerta di offerta di offerta di offerta di legna da arderelegna da arderelegna da arderelegna da ardere pari a
972.901 quintali equivalenti.972.901 quintali equivalenti.972.901 quintali equivalenti.972.901 quintali equivalenti.
Comparando gli input e gli output totali dichiarati dalle aziende si rileva una differenza di
48.703 mc. Questa discordanza tra i dati deriva dal fatto che negli input è compresa la
quota di legname da opera acquistato dalle aziende del campione (che come in precedenza
ricordato eseguono spesso anche l’esbosco) e rivenduto ad aziende di prima lavorazione.
Tale quantità non risulta di conseguenza tra le biomasse destinate a fini energetici prodotte
dall’azienda (output).
Nel grafico seguente si riportano le diverse categorie merceologiche di biomassa e i
rispettivi quantitativi prodotti.
CIPPATO
44,94%
PELLET
10,94%
ALTRO
21,18%
LEGNA PARZIALMENTE
LAVORATA (TRONCHETTI
DA 1-2 M)
0,61%CIOCCHI DA 50 CM
1,00%
CIOCCHI DA 30 CM
18,99%
LEGNA INTERA NON
LAVORATA
(ASSORTIMENTO
FORESTALE)
2,33%
BRIQUETTES
(TRONCHETTI)
0,01%
Grafico 65: biomassa prodotta dalle aziende del campione distinti per categoria merceologica.
La tabella seguente riporta i quantitativi di biomassa prodotta dalle aziende intervistate.
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78
Categoria
merceologica mst mc
Legna intera non lavorata 2,33% 3,31%(assortimento forestale)
Legna parzialmente lavorata 0,61% 0,87%(tronchetti da 1 - 2 m)
Ciocchi da 50 cm 1,00% 1,43%
Ciocchi da 30 cm 18,99% 27,01%
Cippato 44,94% 30,44%
Briquettes (tronchetti) 0,01% 0,01%
Pellet 10,94% 11,11%
Altro 21,18% 25,82%
TOTALE 137.135,182 64.492,121
percentuale
Tabella 32: biomassa prodotta e distinta per categoria merceologica dichiarata dal campione intervistato.
Le masse più rilevanti derivano dalla produzione di cippato, ciocchi da 30 cm di lunghezza
e altro.
Con la categoria “altro” si identificano: la corteccia prodotta dall’azienda più volte
segnalata come anomala e la segatura, truciolo e refili prodotti da due aziende del
campione come scarto.
Nella tabella sottostante si mostrano le modalità di commercializzazione adottate per
ciascuna categoria merceologica.
Categoria
merceologica sciolta pallet big bag confezionata
Legna intera non lavorata 3,52% 1,06% 0,00% 0,00%(assortimento forestale)
Legna parzialmente lavorata 0,96% 0,00% 0,00% 0,00%(tronchetti da 1 - 2 m)
Ciocchi da 50 cm 0,62% 6,02% 0,00% 0,00%
Ciocchi da 30 cm 16,47% 92,84% 0,00% 0,09%
Cippato 70,90% 0,00% 0,00% 0,00%
Briquettes (tronchetti) 0,00% 0,08% 0,00% 0,00%
Pellet 0,00% 0,00% 0,00% 99,91%
Altro 7,53% 0,00% 0,00% 0,00%
modalità di commercializzazione (mst)
Tabella 33: modalità di commercializzazione della biomassa
Nel complesso la modalità di commercializzazione maggiormente diffusa per la
distribuzione della legna è il pallet.
I clienti principali delle aziende intervistate, distinti in base alla frequenza di rapporti
commerciali dichiarati, sono privati; seguono in ordine le pizzerie, i commercianti e le altre
aziende. Minimi risultano invece essere i rapporti con l’Ente pubblico.
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79
PRIVATO
41,9%
ENTE PUBBLICO
3,2%
COMMERCIANTI
16,1%
PIZZERIE
22,6%
RIUTILIZZO
3,2%
AZIENDA
12,9%
Grafico 66: clienti che acquistano la biomassa dalle aziende del campione.
In termini quantitativi i privati assorbono ben il 64,2% della biomassa, seguiti dalle pizzerie
(19,9%) e dai commercianti (13,3%). Minima, infine, la quantità destinata ad altre aziende,
enti pubblici o quella riutilizzata a livello aziendale.
PRIVATO
64,2%
COMMERCIANTI
13,3%
PIZZERIE
19,9%
RIUTILIZZO
0,1%
ENTE PUBBLICO
0,1%
AZIENDA
2,4%
Grafico 67: percentuale di biomassa venduta dalle aziende del campione ai vari acquirenti.
La maggior parte della biomassa prodotta dalle aziende del campione è venduta a livello
nazionale (83%). Al territorio provinciale viene destinato circa il 17% del totale prodotto.
Prevedibile invece l’assenza di vendite all’estero.
Pare comunque opportuno sottolineare che, nella maggior parte dei casi, sotto la categoria
“nazionale” sono state raggruppate zone limitrofe a quella provinciale ed, in particolare,
Alto Adige e Veneto; questo per sottolineare come il mercato delle biomasse a fini energetici
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80
ed in particolare quello della legna da ardere sia comunque concentrato in un‘area
abbastanza circoscritta, poiché i trasporti su lunghe distanze ne aumentano di molto i costi.
Per avere un’analisi più equilibrata, si è scelto di eseguire anche in questo caso
un’elaborazione dei dati che non tenga conto del peso di quell’azienda che da sola copre
più della metà della quantità venduta. Il risultato infatti cambia radicalmente, con una
contrazione della quota venduta a livello nazionale (29,2%) e un aumento di quella venduta
a livello provinciale (70,8%).
Nell’elaborazione grafica seguente si riporta infine il prezzo medio di vendita applicato per
ciascuna categoria merceologica.
€ 10
€ 5
€ 20
€ 18
€ 4
€ 9
€ 14
€ 14
0,00 5,00 10,00 15,00 20,00 25,00
LEGNA INTERA NON LAVORATA (ASSORTIMENTO FORESTALE)
LEGNA PARZIALMENTE LAVORATA (TRONCHETTI DA 1-2 M)
CIOCCHI DA 50 CM
CIOCCHI DA 30 CM
CIPPATO
BRIQUETTES (TRONCHETTI)
PELLET
ALTRO
Grafico 68: prezzi di vendita medi (Euro/q.le) della biomassa venduta dalle aziende del campione.
Sommario – offerta di biomassa da produttori di leg na da ardere
Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:
I. Prospettive di crescita del mercato;
II. filiera corta;
III. numero fornitori elevato;
IV. fornitori di biomassa, distinti in termini di quantitativo offerto sono rappresentati in
egual misura da proprietà pubblica, imprese boschive e segherie.
Punti Punti Punti Punti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::
I. la produzione di legna è un’ attività secondaria e comunque non esclusiva;
II. l’auto approvvigionamento limita l’offerta a livello locale (ridotto export fuori
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81
provincia);
III. il basso valore aggiunto del prodotto non consente alle aziende di investire sulla
produttività.
97.290,00 ton
212.559,00 mst
min. med. max.
€ 12,00 € 14,00 € 16,00
min. med. max.
€ 4,00 € 5,00 € 6,00
min. med. max.
€ 16,00 € 18,00 € 20,00
min. med. max.
€ 8,00 € 10,00 € 12,00
min. med. max.
€ 2,00 € 4,00 € 6,00
€ 2.860.200,00
€ 2.189.000,00
€ 1.926.360,00
€ 223.700,00
€ 805.560,00
TOTALE #:*I valori riportati sono
orientativi e dipendono **Franco partenza IVA inclusa
^Franco partenza IVA esclusa
CIOCCHI
CIPPATO
PELLET
LEGNA INTERA
ALTRO
€ 8.004.820,00
PREZZO* €/q
LEGNA INTERA (2237 t)
PREZZO* €/q
ALTRO (20139 t)
PREZZO* €/q
STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO*
CIPPATO (43780 t)
Centrale di teleriscaldamento^
PREZZO* €/q
PELLET (10702 t)
Vendita al dettaglio**
CIOCCHI (20430 t)
PRODUTTORI DI LEGNA DA ARDERE
OFFERTA DI BIOMASSA:
PREZZO* €/q
Tabella 34: quadro riassuntivo.
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82
Offerta di biomassa dei commercianti di legna da ar dere, cippato, pellet e briquette .
Le informazioni di seguito esposte per l’analisi dell’offerta di biomassa legnosa da parte di
commercianti di legna da ardere, cippato, pellet e briquettes; sono state ricavate attraverso
l’elaborazione di dati raccolti presso un campione di 24 aziende. Il campione da intervistare
è stato individuato non tanto da una selezione in base alla codifica Istat (non esistente),
quanto piuttosto da altre fonti informative (precedenti ricerche ed elenchi telefonici). Nella
tabella di seguito si illustra schematicamente l’esito dell’indagine telefonica.
Totale
INTERVISTATO 14 14 64%RIFIUTA INTERVISTA 3 3 14%NON TROVATO 0 0 0%NO AZ LEGNAME 5 5 23%APPUNTAMENTO 0 0 0%N. ERRATO O MANCANTE 2 2 9%TOTALE CONTATTI 22 85%
TOT 100%
ESITOELENCO
Tabella 35: esito interviste
Per quanto riguarda l’offerta di biomassa legnosa da parte dei commercianti si è scelto di
dividere l’analisi in due filoni distinti in base alle dimensioni aziendali:
• piccoli commercianti;
• catene di distribuzione.
Piccoli commerciantiPiccoli commerciantiPiccoli commerciantiPiccoli commercianti
Le informazioni necessarie all’analisi sono state ricavate attraverso la somministrazione di un
questionario telefonico sottoposto ad un campione di 13 aziende. L’estrazione del campione
delle aziende è stato definito a livello empirico in base alla conoscenza del settore da parte
del gruppo di ricerca.
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83
Solo per il 38,5% dei casi l’attività di commercio di biomasse legnose viene esercitata a
titolo esclusivo, per la maggior parte delle aziende esso rappresenta invece un ramo di
attività secondario.
La maggior parte dei commercianti contattati si identificano come rivenditori finali al
dettaglio (85%); una quota minoritaria invece sono intermediari.
Alla domanda, sulla previsione del volume d’affari potenziale nei prossimi cinque anni, le
aziende intervistate hanno dimostrato, nel 46,2% dei casi, una marcata incertezza circa
l’andamento del mercato; il 38,5% dei commercianti prevedono invece una potenziale
espansione delle vendite. Un numero più limitato ha invece dichiarato l’intenzione di
abbandonare l’attività.
Il (33%) dei commercianti intervistati si rifornisce da aziende produttrici, il 28% da
rivenditori, il 22% da imprese boschive e la restante parte dalle aziende di 1° lavorazione.
IMPRESA
BOSCHIVA
22%
AZ.PRODUTTRI
CE
33%
RIVENDITORE
28%
AZIENDA DI I
LAVORAZIONE
17%
Grafico 69: tipologia di fornitore.
Ben il 69% della biomassa totale commercializzata proviene da aziende produttrici e il 26%
da rivenditori.
Si nota invece che nonostante il 22% dei commercianti si riforniscano, totalmente o in parte,
da imprese boschive, l’effettiva quantità di biomassa fornita da quest’ultime è minima
(1,74%).
Il dato conferma quanto rilevato in precedenza, ovvero che la produzione di legna da
ardere è un attività spesso condotta in modo marginale o comunque ha un’importanza
secondaria.
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84
In sede di analisi delle aziende di 1ª lavorazione si dichiarava infatti come i commercianti vi
si rivolgano nel 17% dei casi, prelevando però solamente il 3,45% della biomassa totale.
IMPRESA
BOSCHIVA
2%
AZ.PRODUTTRI
CE
69%
RIVENDITORE
26%
AZIENDA DI I
LAVORAZIONE
3%
Grafico 70: biomassa acquistata per fornitore.
La metà dei fornitori ha sede all’estero; il 19% sono nazionali e provinciali mentre il 31% ha
sede locale.
Ai fornitori esteri viene ordinata la maggior parte della biomassa (70%). Una buona quota
(25%) è invece acquistata da fornitori nazionali; andamento opposto per quanto riguarda il
territorio provinciale. Nonostante, infatti, il 30% dei commercianti intervistati dichiari di
acquistare da fornitori provinciali, la quantità di biomassa da essi effettivamente fornita
risulta essere minima (5% del totale); si tratta quindi di forniture molto contenute.
Quasi tutta la biomassa acquistata dai commercianti proviene dall’estero (90%)Quasi tutta la biomassa acquistata dai commercianti proviene dall’estero (90%)Quasi tutta la biomassa acquistata dai commercianti proviene dall’estero (90%)Quasi tutta la biomassa acquistata dai commercianti proviene dall’estero (90%), soprattutto
dai Paesi dell’Est (Slovenia, Slovacchia e Romania) e in parte dall’Austria. Una quota molto
ridotta è prelevata invece in Italia (7%). Soltanto il 3% infine ha origine locale (proveniente
in parte da una segheria e in parte da un’ impresa boschiva locali).
mst mc
376,43 263,50
1.094,07 680,17
13.755,86 8.964,06
TOTALE 15.226,4 9.907,7
PROVINCIALE
NAZIONALE
ESTERA
ORIGINE DELLA BIOMASSAQUANTITA' ACQUISTATA
Tabella 36: quantità di biomassa (mst e mc) provenienti dalle varie zone.
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85
Come prevedibile, trattandosi di legna da ardere, l’essenza legnosa maggiormente utilizzata
è il faggio. Minore risulta essere invece l’impiego di resinose ad eccezione dell’abete
(18,5%); una percentuale trascurabile rivestono le altre resinose e le latifoglie come rovere e
carpino (tra il 2 e il 2,5%).
La quantità totale di biomassa commercializzata è La quantità totale di biomassa commercializzata è La quantità totale di biomassa commercializzata è La quantità totale di biomassa commercializzata è 15.65015.65015.65015.650 mst pari a mst pari a mst pari a mst pari a 10.20410.20410.20410.204 mc mc mc mc, distinta in
varie categorie merceologiche come sintetizzato nella tabella sottostante.
mst mc
934,5 654,2
0 0
6.191,5 4.334,0
95,2 66,6
3.753,6 1.876,8
4.675,0 3.272,5
0 0
TOTALE 15.649,8 10.204,1
CATEGORIA MERCEOLOGICAQUANTITA' COMMERCIALIZZATA
LEGNA SCIOLTA
LEGNA IN PALLET
LEGNA IN BIG BAG
LEGNA CONFEZIONATA
PELLETS SACCHI
BRIQUETTES
CIPPATO
Tabella 37: quantità commercializzata per categoria merceologica.
La necessità di uniformare il dato all’interno della trattazione impone la conversione (40% di
contenuto idrico, faggio in formato commerciale a legna) anche di questa componente
dell’offerta in quintali equivalenti; la stima è pertanto pari a 58585858....980 quintali equivalenti980 quintali equivalenti980 quintali equivalenti980 quintali equivalenti....
LEGNA SCIOLTA
6,0%
LEGNA IN BIG BAG
39,6%
LEGNA IN PALLET
0,6%
LEGNA
CONFEZIONATA
24,0%
PELLETS SACCHI
29,9%
Grafico 71: tipologia di biomassa commercializzata.
Le tipologie di biomassa maggiormente commercializzate sono: la legna da ardere in pallet,
pellet in sacchi e briquettes (tronchetti). Più contenute risultano invecie le vendite di legna da
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
86
ardere nelle modalità sciolta (6%) e confezionata (0,6%). Non sono stati rilevati dati sul
commercio di legna in big bag e cippato.
Più della metà degli acquirenti di biomassa sono privati, un 25% è rappresentato da pizzerie
e un 13% da aziende. Nell’8% dei casi i commercianti dichiarano invece di riutilizzare parte
della biomassa a livello aziendale.
A conferma di quanto appena esposto, si evidenzia come gli acquirenti privati assorbano
ben il 79% della biomassa totale commercializzata.
Si riportano in tabella i quantitativi di produzione commercializzato riportati per tipologia di
acquirente (dati in mst e mc).
mst mc
12.395,42 8.048,47
ENTE PUBBLICO 0,00 0,00
1.366,14 888,30
PIZZERIA 1.812,44 1.214,31
RIUTILIZZO AZIENDALE 75,77 53,04
TOTALE 15.649,77 10.204,12
QUANTITA' COMMERCIALIZZATAACQUIRENTE
PRIVATO
AZIENDA
Tabella 38: quantità commercializzata in base all’acquirente.
Si esprimono infine i prezzi medi di vendita delle varie categorie merceologiche
commercializzate.
€ 13
€ 27
€ 25
€ 11
€ 0,00 € 5,00 € 10,00 € 15,00 € 20,00 € 25,00 € 30,00
LEGNA SCIOLTA
LEGNA IN PALLET
PELLETS SACCHI
BRIQUETTES
Grafico 72: prezzo di vendita (Euro/q.le).
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Sommario - offerta di biomassa dei commercianti di legna da ardere, cippato, pellet e briquettes
Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:
I. nel 38% dei casi il piccolo commerciante esercita attività a titolo esclusivo;
II. i piccoli commercianti sono attivatori della filiera perché si rivolgono principalmente a
produttori di legna
Punti Punti Punti Punti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::
I. incertezza sull’andamento di mercato;
II. forte import dall’estero;
III. i produttori di legna locali garantiscono solo ridotte forniture.
5.898,00 ton
15.650,00 mst
min. med. max.
€ 11,00 € 13,00 € 15,00
min. med. max.
€ 24,00 € 27,00 € 30,00
min. med. max.
€ 23,00 € 25,00 € 27,00
€ 353.730,00
€ 381.780,00
€ 440.250,00
TOTALE:
**Franco partenza IVA inclusa
*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dal periodo e dall'umidità del materiale. L'analisi dei
prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.
STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO*
LEGNA
PELLET
BRIQUETTES
PREZZO* €/q
€ 1.175.760,00
PELLET (1414 t)
Vendita al dettaglio**
PREZZO* €/q
BRIQUETTES (1761 t)
Vendita al dettaglio**
Vendita al dettaglio**
LEGNA (2721 t)
PICCOLI COMMERCIANTI
OFFERTA DI BIOMASSA:
PREZZO* €/q
Tabella 39: quadro riassuntivo.
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88
Catena di distribuzioneCatena di distribuzioneCatena di distribuzioneCatena di distribuzione
Le informazioni di seguito esposte e utilizzate per l’analisi dell’offerta di biomassa legnosa
da parte di commercianti di legna da ardere, cippato, pellet e briquette sono state ricavate
attraverso l’elaborazione di dati raccolti presso un campione di aziende che rappresentano,
nella limitatezza del numero, la popolazione di asiende della grande distribuzione che
operano nel settore della vendita di legna da ardere.
Su una popolazione già ridotta, solo una delle 3 aziende accetta l’intervista.
L’unica azienda intervistata dichiara di commercializzare quasi 110.000 mst di briquette e
32.000 mst di pellet in sacchi. Il volume dichiarato, che tradotti in quintali equivalenti,
consente una stima prudenziale delldelldelldell’offerta di biomassa della popolazione della grossa ’offerta di biomassa della popolazione della grossa ’offerta di biomassa della popolazione della grossa ’offerta di biomassa della popolazione della grossa
distribuzionedistribuzionedistribuzionedistribuzione in 353535350.000 quintali equivalenti0.000 quintali equivalenti0.000 quintali equivalenti0.000 quintali equivalenti14141414
La stima non permette l’applicazione di alcuna inferenza statistica in quanto una sola
azienda non è rappresentativa della popolazione; il dato espresso è pertanto prudenziale e
soggetto ad elevata variabilità.
L’essenza legnosa costituente il prodotto è unicamente di latifoglie (faggio 80%).
Il 100 % della biomassa venduta è destinato al mercato finale ed ha un prezzo variabile
come indicato nel grafico sottostante.
PELLET; € 25,3
BRIQUETTES;
€ 21
0
5
10
15
20
25
30
euro/q.le
Grafico 73: prezzo dei prodotti in euro/q.le.
14 Il valore viene stimato dal gruppo di lavoro in modo prudenziale, non essendovi un adeguato numero di soggetti intervistati.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
89
Sommario
Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:
I. n.s. / n.p.
Punti Punti Punti Punti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::
I. n.s. / n.p.
35.000,00 ton
- mst
min. med. max.
€ 23,00 € 25,00 € 27,00
min. med. max.
€ 18,00 € 21,00 € 24,00
€ 2.012.500,00
€ 5.659.500,00
TOTALE:
**Franco partenza IVA inclusa
STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO*
PELLET
BRIQUETTES
€ 7.672.000,00*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dal periodo e dall'umidità del materiale. L'analisi dei
prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.
Vendita al dettaglio**
CATENA DI DISTRIBUZIONE
OFFERTA DI BIOMASSA:
PREZZO* €/q
PELLET (8050 t)
Vendita al dettaglio**
PREZZO* €/q
BRIQUETTES (26950 t)
Tabella 40: quadro riassuntivo.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
90
DOMANDA DI BIOMASSA IN TRENTINO
Uso di legna da ardere in ambito domestico – I casa
Le informazioni riguardanti la domanda di biomassa legnosa impiegata a livello domestico
sono state estrapolate dall’indagine CATI, commissionata dall’APPA, al Servizio Statistica
della PAT.
Il lavoro analizzato prevedeva la somministrazione di un questionario ad un campione di
1.602 nuclei familiari, rappresentativo dei 212.352 presenti in provincia di Trento alla data
del 31 gennaio 2006 (PAT, 2008).
Le informazioni così ottenute sono state sottoposte ad inferenza statistica secondo sistema
proporzionale semplice, ricavato dal rapporto tra il numero di famiglie presenti in Trentino
nel 2006 e la numerosità del campione intervistato (S.Lombardo, 2008 – comunicazione
Servizio Statistica).
((((Numerosità delle famiglie/numerosità del campioneNumerosità delle famiglie/numerosità del campioneNumerosità delle famiglie/numerosità del campioneNumerosità delle famiglie/numerosità del campione) = (212.352/1.602) = 132,55) = (212.352/1.602) = 132,55) = (212.352/1.602) = 132,55) = (212.352/1.602) = 132,55
Il questionario ha indagato in primo luogo la domanda di biomassa legata alla prima casa
e successivamente ha analizzato quella relativa alle seconde case di proprietà (12% del
campione).
La distribuzione geografica del campione permette una ripartizione delle unità in riferimento
alla quota altimetrica dell’insediamento abitativo, posto sopra o sotto gli 800 m. s.l.m.
Questa ripartizione del campione consente di rispettare la distribuzione degli insediamenti
familiari in Trentino che vede la popolazione concentrata nella fascia basale del territorio
provinciale (84%).
Grafico 74: localizzazione dei soggetti intervistati
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
91
Per quel che riguarda le prime case, i combustibili maggiormente impiegati, per il
riscaldamento e la produzione di acqua sanitaria, sono il gas naturale e la legna da ardere,
con frequenze di utilizzazione similari (62,0 % e 62,8 %).
4%
63%
22%24%
62%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
Ga
s N
atu
rale
G.P
.L.
Ga
solio
/Ke
rose
ne
Leg
na
Alt
ro
Grafico 75: tipologia combustibile utilizzato per il riscaldamento
L’energia complessivamente prodotta dai differenti vettori energetici risulta essere però
molto differente: la maggior parte del campione intervistato dichiara infatti che l’energia
complessiva utilizzata all’interno dell’abitazione viene prodotta per il 51% da gas metano, e
per il 29% da legna da ardere.
Stufa a
combustione
controllata
1,4%
Forno/cucina
economica
61,1%
Stufa
tradizionale
20,8%Stufa a olle
11,2% Camino
aperto
(caminetto)
2,5%
Camino
chiuso
1,6%Caldaia/
boiler
1%
Grafico 76: ripartizione dell’energia totale prodotta.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
92
La legna è un combustibile ancora fortemente diffuso anche se l’energia effettivamente
prodotta da tale fonte, non corrisponde alla sua diffusione. La sua utilizzazione la pone ad
ausilio delle altre fonti energetiche. Infatti, secondo quanto affermato dagli intervistati che
utilizzano biomassa legnosa come combustibile, nel 32% dei casi la legna da ardere è
utilizzata a titolo prevalente15; e solo nel 2,3% dei casi a titolo esclusivo16.
Il generatore di calore più frequentemente utilizzato è la cucina economica, a cui si affianca
una buona percentuale di stufe tradizionali, utilizzate nel riscaldamento dell’ambiente
domestico.
Va ricordato come questa tipologia di sistemi sia caratterizzata da rendimenti abbastanza
limitati (attorno al 70-75%) e sicuramente minori rispetto alle caldaie a legna, che
presentano una diffusione molto più limitata (1,4%).
Stufa a
combustione
controllata
1,4%
Forno/cucina
economica
61,1%
Stufa
tradizionale
20,8%Stufa a olle
11,2% Camino
aperto
(caminetto)
2,5%
Camino
chiuso
1,6%Caldaia/
boiler
1%
Grafico 77: tipologia di generatore
L’arco temporale in cui si utilizzano i generatori è pressoché costante per tutti i tipi
considerati e si attesta sulle 170-190 giornate annue, che corrispondono al periodo
invernale; fa eccezione il camino aperto (caminetto) che viene utilizzato solamente per un
mese all’anno (32 giornate). Il periodo d’esercizio più lungo si registra nelle caldaie/boiler
(192 giorni/anno) in virtù del fatto che evidentemente vengono impiegate anche durante la
bella stagione, per il riscaldamento dell’acqua sanitaria. Un maggior divario si osserva fra i
soggetti che risiedono sotto o sopra il limite altitudinale stabilito (800 m s.l.m.). Nelle zone a
quota inferiore le giornate complessive di utilizzo della legna da ardere ammontano a 158
15 Titolo prevalente: quando la biomassa legnosa produce più del 50% dell’energia necessaria all’abitazione. 16 Titolo esclusivo quando la biomassa legnosa produce il 100% dell’energia necessaria all’abitazione.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
93
unità mentre nella fascia superiore il periodo di utilizzo arriva a 215. Questa differenza è
ovviamente da correlare alle differenti caratteristiche climatiche.
Il dato più significativo che è possibile estrapolare dall’indagine CATI riguarda l’ammontare
complessivo di biomassa legnosa impiegata a fini energetici, a livello domestico, sul
territorio provinciale. Il dato rilevato consente di distinguere il consumo invernale e il
consumo complessivo annuale; nella tabella seguente è possibile visualizzare i quantitativi
totali stimati.
CONSUMO CONSUMO CONSUMO CONSUMO TOTALE (q) =TOTALE (q) =TOTALE (q) =TOTALE (q) =
ConsumoConsumoConsumoConsumo dichiarato dichiarato dichiarato dichiarato dal dal dal dal campione *132,55campione *132,55campione *132,55campione *132,55 = = = =
32.582,00 (q) * 132,5532.582,00 (q) * 132,5532.582,00 (q) * 132,5532.582,00 (q) * 132,55 = 4.318.884,00 quintali= 4.318.884,00 quintali= 4.318.884,00 quintali= 4.318.884,00 quintali
INCIDENZAConsumo complessivo invernale
di legna da ardere (q)3.870.453 89,6%
Consumo complessivo annuale di legna da ardere (q)
4.318.884 100,0%
Consumo medio per nucleo familiare
32,4
Tabella 41: consumo assoluto e per nucleo familiare di legna da ardere nella PAT.
E’ stato inoltre calcolato il consumo il consumo il consumo il consumo medio di legna da ardere per nucleo familiaremedio di legna da ardere per nucleo familiaremedio di legna da ardere per nucleo familiaremedio di legna da ardere per nucleo familiare,
considerando esclusivamente i soggetti che utilizzano materiale legnoso, come fonte di
produzione energetica (133.350 soggetti pari al 29,45% del totale delle famiglie trentine),
tale valore è pari a 32,4 quin32,4 quin32,4 quin32,4 quintalitalitalitali.
Il dato di consumo si differenzia, anche notevolmente, nelle due fasce altimetriche. Il
campione residente nella fascia al di sotto sotto sotto sotto dedededegli 800 gli 800 gli 800 gli 800 m. s.l.mm. s.l.mm. s.l.mm. s.l.m. ha un consumo medio
dichiarato di 29,9 q29,9 q29,9 q29,9 q....; mentre il campione residente nella fascia al di sopra gsopra gsopra gsopra gli 800li 800li 800li 800 m.m.m.m. s.l.m. s.l.m. s.l.m. s.l.m.,,,,
ha un consumo medio dichiarato di 40,6 q.40,6 q.40,6 q.40,6 q.
L’indagine consente inoltre di evidenziare la provenienza del materiale legnoso,
distinguendolo in tre macrocategorie:
• ditta/distributore,
• produzione propria,
• foreste comunali.
La provenienza del combustibile si ripartisce piuttosto uniformemente tra le diverse fonti.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
94
Ditta/
distributore
29%
Produzione
propria (es:
potature, bosco
privato)
38%
Foreste comunali
(parti, sort o
buono legna)
33%
Grafico 78: provenienza della biomassa.
Da notare come ancora particolarmente attiva e diffusa sia la raccolta diretta della legna da
ardere che avviene sia all’interno dei boschi privati che sulla proprietà pubblica, da parte
dei titolari di uso civico come sort o part (quota annuale di materiale legnoso distribuito dai
proprietari boschivi pubblici ai censiti).
n° % q
Ditta/dis tributore 38706 29,0% 1.253.593
P roduz ione propria (es : potature, bosco privato)
50238 37,7% 1.627.095
Foreste comunali (parti, sort o buono legna)
44406 33,3% 1.438.197
TotaleTotaleTotaleTotale 133350133350133350133350 100,0%100,0%100,0%100,0% 4.318.8844.318.8844.318.8844.318.884
Tabella 42: origine della biomassa.
La categoria merceologica del materiale legnoso utilizzato è prevalentemente rappresentato
dalla legna da ardere (91,7%) a conferma della forte propensione all’approvvigionamento
autonomo ancora esistente; marginali sono le altre tipologie, tra cui anche cippato e pellet,
che non hanno ancora trovato una ampia diffusione sul mercato locale.
Dall’analisi condotta si evince come coesistano due tipologie distinte di consumatore: la
prima, la più rappresentata, che utilizza la “classica” legna da ardere a supporto di altri
sistemi di riscaldamento a diverso combustibile (gas, gasolio…); la seconda si rivolge ad un
mercato più specializzato nel quale la biomassa rappresenta un effettivo surrogato alle
tradizionali fonti energetiche.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
95
Pellet
1,8%
Legno vario
91,7%
Legno trattato
2,1%
Briquette
1,9%
Cippato
0,3%
Truciolato
2,3%Non so
0,0%
Grafico 79: categorie merceologiche della biomassa utilizzata.
Quest’ultima tipologia di consumatore è stata indagata in modo specifico con un’indagine
telefonica diretta i cui risultati vengono riportati in un successivo paragrafo.
L’indagine consente di evidenziare inoltre l’essenza legnosa utilizzata.
Carpino
4%
Castagno
1%
Vite
2%
Pino
8% Quercia
8%
Melo
9%
Altro
11%
Faggio
38%
Abete
19%
Grafico 80: essenza legnosa utilizzata.
Risulta possibile estrapolare anche un’importante informazione riguardante la biomassa
proveniente dal settore agricolo sotto forma di potature e di reimpianti delle colture di melo
e vite; la percentuale di biomassa proveniente da tale settore è pari al 10,6% del totale.
Una ulteriore distinzione delle essenze legnose utilizzate come fonte energetica, apportata
attraverso la creazione di quattro macro categorie, consente di ottenere ripartizione e stima
del consumo come nella tabella seguente:
% q m3Conifere 26,88 1.160.960 193.493L atifoglie 51,91 2.242.099 -Agricoltura 10,59 457.492 -Altro 10,61 458.333 -
100,00 4.318.884
Tabella 43: distinzione dell’origine della biomassa.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
96
In ultima analisi si riportano i grafici descrittivi del grado di soddisfazione nell’utilizzo della
biomassa legnosa e le motivazioni che spingono al suo utilizzo.
Poco
3,1%
Abbastanza
24,6%Molto
72,0%
Niente
0,4%
Grafico 81: grado di soddisfazione nell’utilizzo.
Si riscontra un elevato grado di soddisfazione dettato dall’economicità e dalla praticità
d’utilizzo dichiarata.
ecologicità
7,8%
economicità
40,4%
comodità/praticità
40,1%
estetica/non sa
11,7%
Grafico 82: motivazione dell’utilizzo.
Si nota una quota rilevante di casi che indicano nella comodità e praticità d’utilizzo, la
motivazione della scelta, a fronte di una partecipazione notevole di sistemi tradizionali
(82%); ciò a descrivere come l’utilizzo sia fortemente radicato nelle consuetudini della
popolazione più che all’effettiva praticità degli strumenti adottati.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
97
25,00
26,00
27,00
28,00
29,00
30,00
31,00
32,00
33,00
34,00
35,00
R< 2000 € 2000 € <R<4000 €
4000 € <R<6000 €
R> 6000 € Non sa/nonrisponde
Consumo (q)
Consumo medio
Grafico 83: consumo medio dichiarato distinto per classe di reddito netto mensile del nucleo familiare
La diffusione e la consuetudine all’utilizzo di tale fonte è sottolineato anche dalla
trasversalità del prodotto, che viene consumato indistintamente dalle varie fasce di reddito
della popolazione.
Sommario – Uso di legna da ardere in ambito domesti co – I casa
Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:
I. domanda stazionaria;
II. consumo diffuso e capillare;
III. l’autoproduzione garantisce:
i. una filiera corta
ii. approvvigionamento diffuso
IV. il prodotto legnoso utilizzato a scopi energetici è ritenuto:
i. economico
ii. pratico;
V. il prodotto legnoso utilizzato a scopi energetici è trasversale essendo consumato
indistintamente dalle varie fasce di reddito;
Punti Punti Punti Punti di ddi ddi ddi debolezzaebolezzaebolezzaebolezza::::
I. i generatori di calore maggiormente diffusi presentano una ridotta innovazione (in
virtù del prodotto utilizzato);
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
98
II. l’autoproduzione attiva limitatamente la filiera;
III. il prodotto principalmente consumato è facilmente riproducibile;
IV. la domanda è facilmente destabilizzabile.
431.888,00 ton
- mst
min. med. max.
n.d. - n.d.
min. med. max.
n.d. - n.d.
min. med. max.
n.d. - n.d.
min. med. max.
n.d. - n.d.
min. med. max.
n.d. - n.d.
min. med. max.
n.d. - n.d.
TOTALE:
**Franco partenza IVA inclusa
PREZZO* €/q
PREZZO* €/q
ALTRO (9502 t)
N.D.
LEGNA (396041 t)
*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dal periodo e dall'umidità del materiale. L'analisi dei
prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.
PREZZO* €/q
LEGNO TRATTATO (9070 t)
STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO*
PREZZO* €/q
PREZZO* €/q
CIPPATO (1296 t)
BRIQUETTE (8206 t)
PELLET (7774 t)
USO DOMESTICO - I CASA
DOMANDA DI BIOMASSA:
PREZZO* €/q
Tabella 44: quadro riassuntivo.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
99
Uso di legna da ardere in ambito domestico – II cas a
L’indagine ha riguardato, in ultima analisi, anche le seconde case, possedute dal 12,2% dei
soggetti costituenti il campione.
In linea generale i risultati ottenuti da questa seconda parte del questionario sono
direttamente confrontabili con il precedente anche se alcune variazioni comportamentali del
consumatore sono ben evidenziate.
Dei 1602 soggetti costituenti il campione, il 51,8% utilizza la legna da ardere come fonte
energetica principale per il riscaldamento delle seconde case.
I dispositivi impiegati più frequentemente sono la stufa tradizionale e il forno/cucina
economica che rappresentano complessivamente l’88% dei generatori dichiarati.
Camino aperto
(caminetto)
2,0%
Forno/cucina
economica
62,4%
Stufa tradizionale
25,7%
Stufa a olle
5,9%
Camino chiuso
3,0%
Caldaia/boiler
1,0%
Grafico 84: tipo generatore.
Sensibilmente più contenuto rispetto alle prime case è ovviamente il periodo di utilizzo della
legna da ardere che copre in media soltanto 49 giornate/anno medie.
Nella tabella sottostante si evidenzia il quantitativo di biomassa legnosa utilizzato nelle
seconde case.
INCIDENZAConsumo complessivo invernale
di legna da ardere (q)101.802 81,4%
Consumo complessivo annuale di legna da ardere (q)
124.999 100,0%
Consumo medio per seconda casa 5
Tabella 45: consumo totale e medio nelle seconde case.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
100
L’ammontare complessivo dei consumi stimati è pari a 125.000 q/annui, di cui l’81% viene
bruciato durante la stagione invernale; il consumo medio annuo stimato è pari a 5 q.
L’analisi, sulla tipologia legnosa impiegata nelle seconde case, evidenzia una netta
prevalenza della legna assortita in modo tradizionale.
Pellet
1,0%
Legno vario
94,3%
Legno
trattato
2,9%
Briquette
1,0%
Truciolato
1,0%
Grafico 85: categoria merceologica della biomassa utilizzata.
Da notare l’assenza di utilizzo di cippato e la scarsa rilevanza di pellet e briquette.
L’essenza legnosa utilizzata viene distinta nel grafico seguente:
Melo
3,4%
Pino
8,7%Altro
12,8%
Faggio
45,4%
Abete
18,2%
Quercia
8,7%
Carpino
1,6%
Castagno
0,8%Vite
0,4%
Grafico 86: essenza legnosa utilizzata.
Anche per le seconde case è stata creata un’ulteriore distinzione delle essenze utilizzate,
apportata attraverso la creazione di quattro macro categorie.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
101
% q m3Conifere 26,97 33.712 56,19L atifoglie 56,36 70.454 -Agricoltura 3,84 4.798 -Altro 12,83 16.035 -
100,00 124.999
Tabella 46: distinzione dell’origine di biomassa utilizzata nelle seconde case.
Per le seconde case l’approvvigionamento della biomassa avviene prevalentemente da
boschi privati, probabilmente in ragione del fatto che l’ubicazione delle stesse sia attigua a
proprietà boscate private da cui i proprietari ottengono la legna utilizzata come
combustibile.
Ditta/
distributore
19%
Produzione
propria (es:
potature,
bosco privato)
61%
Foreste
comunali
(parti, sort o
buono legna)
20%
Grafico 87: provenienza della biomassa
A seguire si riporta il grafico che descrive il grado di soddisfazione nell’utilizzo della
biomassa legnosa come fonte energetica per il riscaldamento della seconda casa; si nota
un analogo grado di soddisfazione come rilevato in sede di analisi per la prima casa.
Niente
2%
Molto
73%
Abbastanza
23%
Poco
2%
Grafico 88: grado di soddisfazione nell’utilizzo
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
102
L’analisi sulla motivazione dell’utilizzo evidenzia invece una differente modalità
comportamentale rispetto alle scelte effettuate per la prima casa: prevale ancora la
comodità/praticità della fonte ma si riduce di molto l’aspettativa sull’economicità a favore
della componente estetica.
estetica/non sa
19%
economicità
26%
comodità/
praticità
48%
ecologicità
7%
Grafico 89: motivazione dell’utilizzo.
La comodità e praticità d’utilizzo rimane anche in questo caso la motivazione della scelta
principale.
Sommario – Uso di legna da ardere in ambito domesti co – II casa
Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:
I. domanda stazionaria;
II. consumo diffuso e capillare;
III. l’autoproduzione garantisce:
i. una filiera corta;
ii. approvvigionamento diffuso;
IV. il prodotto legnoso utilizzato a scopi energetici è ritenuto:
i. economico;
ii. pratico e comodo;
iii. esteticamente valido.
Punti Punti Punti Punti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::
I. i generatori di calore maggiormente diffusi presentano una ridotta innovazione (in virtù
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
103
del prodotto utilizzato);
II. l’autoproduzione attiva limitatamente la filiera;
III. il prodotto principalmente consumato è facilmente riproducibile;
IV. la domanda è facilmente destabilizzabile.
12.500,00 ton
- mst
min. med. max.
n.d. - n.d.
min. med. max.
n.d. - n.d.
min. med. max.
n.d. - n.d.
min. med. max.
n.d. - n.d.
min. med. max.
n.d. - n.d.
TOTALE:
**Franco partenza IVA inclusa
USO DOMESTICO - II CASA
DOMANDA DI BIOMASSA:
PREZZO* €/q
LEGNA (11763 t)
PREZZO* €/q
PELLET (125 t)
PREZZO* €/q
LEGNO TRATTATO (363 t)
PREZZO* €/q
BRIQUETTE (125 t)
PREZZO* €/q
ALTRO (125 t)
STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO*
N.D.*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dal periodo e dall'umidità del materiale. L'analisi dei
prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.
Tabella 47: quadro riassuntivo.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
104
Uso di legna da ardere negli esercizi commerciali L’indagine conoscitiva, volta ad analizzare i consumi di legna da ardere negli esercizi
commerciali, è stata condotta attraverso la somministrazione di un questionario telefonico a
235 pizzeriepizzeriepizzeriepizzerie, costituenti un campione casuale (con errore del 5%) rappresentativo delle 600
attività iscritte al Registro Imprese della CCIAA alla data del 4 novembre 2008.
L’86% degli operatori hanno dato il proprio consenso a partecipare all’indagine, di questi
l’84% svolge attività continuativa, mentre la restante quota solo attività stagionale.
To tale %
IN T E R V IST A TO 2 0 1 8 6 %
R IF IU TA IN T ER V ISTA 2 9 1 2 %
N O N T R O V A T O 3 9 1 7 %
N O P IZ ZE R IA 5 2 %
T O T A L E 2 3 5 1 0 0 %
E SIT O
Il 69% delle pizzerie utilizza un forno a legna e quindi è consumatore di essenze legnose; il
31% è dotato di forno a gas o elettrico.
7
17 18
4 5
16
9
24
16
224
83
3
5
12
7
20
1
0
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
BORGO
VALS
UGAN
A
CAVALESE
CLES
FIER
A DI P
RIMIE
RO
MALE
'
PERGINE
RIVA D
EL GARDA
ROVER
ETO
TION
E DI T
RENTO
TRENTO
LEGNA ALTRO
Grafico 90: tipologia di forno utilizzata dal campione intervistato, analisi per distretto espressa in valore assoluto.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
105
Nel contesto provinciale la tipologia di forno adottata dagli esercizi varia però a livello
locale; le pizzerie, accorpate nei differenti distretti forestali della provincia, evidenziano,
infatti, una differente propensione all’utilizzo del forno a legna.
A fianco di distretti con forte propensione all’utilizzo della legna (Fiera di Primiero/Tione di
Trento) esistono distretti che prediligono forni alimentati con altre forme energetiche (Riva
del Garda/Trento); un esempio su tutti è rappresentato da quello di Riva del Garda, l’unico
in cui i forni a legna risultano numericamente meno rappresentati di quelli a gas o ad
elettricità.
Il questionario sottoposto agli esercizi ha indagato, quindi, il consumo di legna, che è stato
riferito successivamente sia all’intera popolazione che alle sole pizzerie dotate di forno a
legna.
Tale modalità di organizzazione del dato consentirà in futuro una rapida analisi
dell’evoluzione dei consumi, potendo infatti fare riferimento a indagini che vanno a rilevare
solamente il numero di pizzerie presenti in Trentino; o indagini più approfondite che vadano
a descrivere e distinguere nello specifico gli esercizi.
Il consumo medio stimato è pari a:
- circa 82 q: se riferito all’intero campione;
- circa 119 q: se riferito alle sole pizzerie dotate di forno a legna.
81,83
119,19
0,00
20,00
40,00
60,00
80,00
100,00
120,00
140,00
RIFERITO ALL'INTERO CAMPIONE RIFERITO ALLE SOLE PIZZERIE CON FORNO A
LEGNA
RIFERITO ALL'INTERO CAMPIONE
RIFERITO ALLE SOLE PIZZERIE CON
FORNO A LEGNA
Grafico 91: consumo medio espresso in q.li per esercizio/anno
I dati raccolti dall’indagine hanno permesso di calcolare il consumo totale del campione
intervistato e di ipotizzare il consumo totale sul territorio provinciale, considerando una
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
106
numerosità della popolazione totale provinciale posta pari a 588 esercizi in attività (600
pizzerie a cui vanno sottratti 12 esercizi che hanno cambiato attività).
16.448
48.115
0
10.000
20.000
30.000
40.000
50.000
60.000
CAMPIONE INTERVISTATO POPOLAZIONE TOTALE
CAMPIONE INTERVISTATO
POPOLAZIONE TOTALE
Grafico 92: consumo totale espresso in q.li.
La partecipazione al consumo dei differenti distretti è abbastanza equilibrata, spiccano
evidentemente i consumi dei centri abitati maggiormente antropizzati:
CLES
12,6%
MALE'
5,0%
ROVERETO
23,7%
TIONE DI TRENTO
12,6%
TRENTO
16,2%
FIERA DI
PRIMIERO
1,5%
PERGINE
9,1%
RIVA DEL GARDA
5,8%
CAVALESE
8,5%
BORGO
VALSUGANA
4,9%
Grafico 93: partecipazione al consumo- valore relativo alle sole pizzerie con forno a legna e accorpato per area
A livello distrettuale si notano inoltre realtà con atteggiamenti di consumo differenti, a Cles,
Malè, Rovereto e Tione di Trento gli esercizi dichiarano infatti consumi superiori rispetto alla
media provinciale.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
107
0,00
20,00
40,00
60,00
80,00
100,00
120,00
140,00
BORGO
VALS
UGANA
CAVALESE
CLES
FIERA D
I PRIM
IERO
MALE
'
PERGIN
E
RIVA D
EL GARDA
ROVERETO
TION
E DI T
RENTO
TRENTO
RIFERITO ALL'INTERO CAMPIONE CONSUMO MEDIO PROVINCIALE
Grafico 94: stima del consumo medio. Valore assoluto riferito al totale del campione intervistato e accorpato per distretto forestale.
Lo stesso dato, espresso considerando solamente le pizzerie dotate di forno a legna, non
presenta particolari modificazioni. Gli esercizi ricadenti nei distretti di Cles, Rovereto, Tione
e Trento evidenziano una maggiore attività del mercato della legna, stante le considerazioni
che verranno espresse di seguito.
0,00
20,00
40,00
60,00
80,00
100,00
120,00
140,00
160,00
180,00
BORGO
VALS
UGANA
CAVALESE
CLES
FIERA D
I PRIM
IERO
MALE
'
PERGINE
RIVA D
EL G
ARDA
ROVERETO
TION
E DI T
RENTO
TRENTO
RIFERITO ALL'INTERO CAMPIONE CONSUMO MEDIO PROVINCIALE
Grafico 95: stima del consumo medio. Valore assoluto riferito alle sole pizzerie con forno a legna e accorpato per distretto forestale.
La provenienza della legna da ardere utilizzata è prevalentemente legata ad attività
commerciali. Ancora ben rappresentata, e in parte inattesa, la quota relativa
all’autoproduzione, con non rare opinioni espresse circa la volontà di perseguire tale
sistema di approvvigionamento.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
108
SEGHERIA
6%
AUTOPRO-
DUZIONE
9%
ALTRO
9%
RIVENDI-
TORE
73%
IMPRESA
FORESTALE
3%
Grafico 96: soggetto fornitore della legna.
L’autoapprovvigionamento non viene effettuato, generalmente per carenza di tempo o per
cause non ben specificate.
La localizzazione della sede del fornitore coincide spesso con quella dell’esercizio
commerciale, nel 66,6% dei casi l’intervistato dichiara infatti di rifornirsi di materiale
legnoso a livello locale/comprensoriale. Anche nel caso degli esercizi commerciali viene
quindi privilegiato il rivenditore locale.
5,80%
14,49%
7,25%4,35%
23,91%
44,20%
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
COM
PRENSO
RIALE
COM
UN
ALE
PROVIN
CIALE
NAZIO
NALE
ESTERA
NO
N D
ICHIA
RATA
RIFERITO ALL'INTERO CAMPIONE
Grafico 97: localizzazione della sede del fornitore.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
109
Non si può invece parlare di filiera corta: alla domanda rivolta ad identificare l’origine del
prodotto, l’intervistato dichiara che il 28,25% della legna ha origine nazionale o estera,
valore equivalente si riscontra anche per la quota degli intervistati che dichiarano un’origine
locale/provinciale della legna 27,54%.
Va rilevato altresì che una notevole quota degli intervistati non conosce o non dichiara
l’origine del materiale legnoso, in quanto il prodotto non riporta l’adeguata certificazione di
filiera produttiva.
ESTERA17%
NAZIONALE3%
PROVINCIALE5%
COMUNALE10%
COMPRENSORIALE4%
Non pervenuta18%
Non conosciuta13%
NON DICHIARATA30%
Grafico 98: provenienza della biomassa.
La specie legnosa maggiormente utilizzata è il faggio.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
110
Sommario – uso di legna da ardere negli esercizi co mmerciali - pizzerie Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:
I. il consumo è costante durante l’anno;
II. il consumo diffuso e capillare;
III. attivazione della filiera in quanto il fornitore quasi esclusivo è un rivenditore.
PuntiPuntiPuntiPunti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::
I. esiste una quota di autoproduzione e da pareri raccolti, viene spesso anche
auspicata;
II. la materia prima proviene prevalentemente da fuori provincia.
4.811,00 ton
- mst
min. med. max.
n.d. - n.d.
TOTALE:
**Franco partenza IVA inclusa
ESERCIZI COMMERCIALI - PIZZERIE
DOMANDA DI BIOMASSA:
PREZZO* €/q
LEGNA (4811 t)
STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO*
N.D.*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dal periodo e dall'umidità del materiale. L'analisi dei
prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.
Tabella 48: quadro riassuntivo.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
111
Altre aziendeAltre aziendeAltre aziendeAltre aziende
L’indagine conoscitiva, volta ad analizzare i consumi di legna negli esercizi commerciali, ha
considerato successivamente anche la quantificazione circa la possibilità di consumo
espressa da aziende appartenenti ad altri settori economici. Tali aziende, non espressamente
legate alla filiera delle biomasse legnose, ma comunque utilizzatrici di prodotto legnoso,
visto il notevole impulso apprezzato oggettivamente sull’offerta di generatori di calore a
pellet, briquette o altro di facile installazione, rappresentano pur sempre una componente
della domanda.
L’analisi di questa componente è stata condotta attraverso la formulazione di una stima
prudenziale di consumo posta pari a 175.000 quintali equivalenti175.000 quintali equivalenti175.000 quintali equivalenti175.000 quintali equivalenti.
La stima del quantitativo è stata espressa, indirettamente ed è il risultato dell’analisi
dell’offerta; che indica complessivamente un quantitativo di biomassa legnosa ceduta ad
“aziende” in genere pari a circa 107.586 t; a fronte di una domanda complessiva
intercettata dall’analisi dei differenti questionari e documenti pari a circa 131.295 t.
La differenza fra offerta e domanda sarebbe pari a 17.500 t equivalenti, stimata in via
prudenziale.
10.758,60 ton
- mst
min. med. max.
n.d. - n.d.
TOTALE:
**Franco partenza IVA inclusa
ESERCIZI COMMERCIALI - ALTRI ESERCIZI COMMERCIALI
DOMANDA DI BIOMASSA:
PREZZO* €/q
n.d. (10.758,6)
STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO*
N.D.*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dal periodo e dall'umidità del materiale. L'analisi dei
prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.
Tabella 49: quadro riassuntivo.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
112
Impiego di cippato nelle centrali di teleriscaldame nto
Nel seguente paragrafo vengono riassunti ed elaborati i caratteri descrittivi della domanda
di cippato e legno intero, segnalati dalle principali centrali di teleriscaldamento presenti in
provincia di Trento. L’elenco è stato fornito dall’Agenzia Provinciale per l’Energia della PAT.
L’indagine ha carattere censuario o totale in quanto la popolazione, costituita al tempo da 8
soggetti gestori dislocati su differenti zone del Trentino, è stata interamente intervistata.
Le centrali in oggetto sono caratterizzate da diverse tipologie produttive:
a) teleriscaldamento;
b) teleriscaldamento/cogenerazione.
La maggior parte di esse opta per la soluzione produttiva di cui al punto a) come ben
evidenziato nel grafico sottostante (Grafico 141) dove viene espressa la potenza in Mw delle
“caldaie” .
108
4,1
810,7
10
0,80,540,5
1,5
0,8
0
5
10
15
20
25
A B C D E F G H
Mw
COGENERAZIONE
TELERISCALDAMENTO
Grafico 99: tipologia di impianto e Mw installati.
Lo sviluppo medio complessivo della rete è di 9,62 Km e nella tabella seguente si analizza il
rapporto tra Mw di energia prodotta e Km di linea servita in riferimento ad ogni centrale.
A B C D E F G H
sviluppo (km) 30,00 15,00 1,00 16,00 8,00 0,62 6,00 0,30
Kw prodotti/km 0,33 0,53 0,50 0,26 1,00 0,87 1,78 2,67
La quantità di biomassa richiesta a fini energetici dalle centrali di teleriscaldamento nel
periodo di studio (2000 – 2008) ha subito un forte incremento attestandosi per il 200817
attorno ai 111.049 mst111.049 mst111.049 mst111.049 mst....
17 Dato previsionale ricavato da dichiarazioni espresse dall’ente gestore; si ricorda che il questionario è stato eseguito nel novembre 2008. (consumo 2008 = mst consumati alla data dell’intervista + media dei mst di periodo consumati negli anni precedenti).
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
113
Adottando convenzionalmente quanto indicato nei capitoli precedenti al fine di
uniformare il dato in quintali equivalenti di prodotto con contenuto idrico al 40% si ottiene
un consumo pari a:
288.727 quintali equivalenti288.727 quintali equivalenti288.727 quintali equivalenti288.727 quintali equivalenti
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
35.000
40.000
45.000
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
MS
T
A
B
C
D
E
F
G
H
Grafico 100: : : : consumo di cippato dal 2000 al 2008 in provincia di Trento.
y = -1045,3x2 + 4E+06x - 4E+09
0
20.000
40.000
60.000
80.000
100.000
120.000
1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010
ANNI
MS
T
Grafico 101: trend consumo medio di biomassa in provincia di Trento (2000 – 2008).
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
114
L’origine della biomassa energetica è cosi distinta per provenienza:
- 85,63 % segherie locali;
- 13,47 % settore forestale;
- 0,90 % verde agricolo.
Nello specifico il materimaterimaterimateriale da segheriaale da segheriaale da segheriaale da segheria è costituito per il 93,4% da cippato93,4% da cippato93,4% da cippato93,4% da cippato, per il 4,4% da 4,4% da 4,4% da 4,4% da
refilirefilirefilirefili e per il 2,2% da corteccia2,2% da corteccia2,2% da corteccia2,2% da corteccia. Quello forestaleforestaleforestaleforestale è costituito per il 65,9% da cippato65,9% da cippato65,9% da cippato65,9% da cippato e per ilper ilper ilper il
34,1% da cascami34,1% da cascami34,1% da cascami34,1% da cascami; ; ; ; il verde agricolo deriva al 100% da “reimpianti”.
Tabella 50: consumo di biomassa dal 2000 al 2008 in provincia di Trento distinto sui soggetti componenti intervistati (dati riferiti in mst).
Nella stragrande maggioranza dei casi la provenienza del materiale impiegato nella
centrale arriva dal distretto forestale locale; solo in un caso il combustibile proviene dal
mercato provinciale e dal mercato nazionale; il raggio di approvvigionamento non supera
comunque i 70 Km.
Le centrali tendono ad acquistare materiale lavorato (cippato) piuttosto che materiale
grezzo; infatti l’incidenza del materiale grezzo acquistato sul totale è del 11,17% mentre la
rimanente quota 88,83% riguarda interamente l’acquisto di semilavorato.
Da quanto precedentemente espresso si può dire che di norma le società Da quanto precedentemente espresso si può dire che di norma le società Da quanto precedentemente espresso si può dire che di norma le società Da quanto precedentemente espresso si può dire che di norma le società di produzione di di produzione di di produzione di di produzione di
energiaenergiaenergiaenergia inte inte inte intervistate rvistate rvistate rvistate prediligono prediligono prediligono prediligono l’approvvigionamento localel’approvvigionamento localel’approvvigionamento localel’approvvigionamento locale. Tale situazione ha permesso . Tale situazione ha permesso . Tale situazione ha permesso . Tale situazione ha permesso di di di di
consoliconsoliconsoliconsolidare idare idare idare i rapporti con i fornitori e rapporti con i fornitori e rapporti con i fornitori e rapporti con i fornitori e ddddi conseguire i conseguire i conseguire i conseguire evidenti risparmi sui costi di trasportoevidenti risparmi sui costi di trasportoevidenti risparmi sui costi di trasportoevidenti risparmi sui costi di trasporto
del materiale in centraledel materiale in centraledel materiale in centraledel materiale in centrale18181818....
A titolo esemplificativo, se in media l’incidenza del trasporto, franco centrale, per le filiere
locali è di circa 1,5 Euro/mst per approvvigionamenti in filiere provinciali/nazionali è di 3
Euro/mst.
18 Di norma il prezzo del cippato è riferito al metro stero franco centrale; quindi l’incidenza del trasporto sul prezzo è in funzione anche delle distanze percorse.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
115
Negli anni il numero di utenze servite dal teleriscaldamento è risultato in deciso aumento,
con un deciso rafforzamento del servizio nell’area di riferimento.
Tabella 51: variazione del numero di utenze servite a partire dall’apertura del ciclo produttivo.
AB
CD
EF
GH
TOTALI
0
500
1000
1500
int. Pubblico privati aziende tot
Grafico 102: utenze servite – nel caso B il soggetto intervistato fornisce solo il dato totale.
Nel 2008 le utenze servite sono 1.119, contro le 314 relative all’inizio del ciclo produttivo
energetico (2000).
Dall’anno di entrata in esercizio ad oggi vi è stato un notevole aumento in termini in termini in termini in termini
percentualipercentualipercentualipercentuali delle utenze private (+9%) e un notevole calo (-12%) di quelle pubbliche.
Le società sono ben dotate di magazzini interrati e/o coperti per l’accumulo di biomassa per
i mesi di maggiore necessità.
In poche occasioni le forme contrattuali esistenti sono vincolate ad un periodo di fornitura
annuale o pluriannuale con prezzo preventivamente fissato.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
116
In generale prevalgono forme di contrattazione atipiche19 basate su accordi verbali con un
prezzo di acquisto del materiale che può variare in presenza di fattori straordinari che ne
condizionano il mercato.
Il numero di fornitori, anche nelle realtà più affermate, non supera le dieci unità, ad
evidenziare come nel tempo si siano creati rapporti commerciali stabili, con un certo
equilibrio tra acquirente ed offerente, basati su nessi di fiducia.
L’area di approvvigionamento della materia prima coincide essenzialemente con il distretto
di collocazione della centrale. Solo in un caso il cippato proviene per un 60% dall’ambito
provinciale e per un 40% dall’ambito regionale.
Per quanto riguarda il legno “intero” (non cippato) solo tre impianti hanno fornito il dato e
la provenienza è anch’essa locale.
Tabella 52: prezzi in Euro/mst del cippato, franco centrale, nel periodo 2000-2008
Il grafico (fig. 103) illustra come varia il prezzo del cippato franco centrale per ogni società
energetica.
Il prezzo medio del cippato nell’anno 2008 (calcolato con media semplice tra i prezzi forniti
dalle centrali) è pari a Euro 13,56/mst. Dal 2000 il prezzo medio del materiale ligneo,
franco centrale, risulta aumentato di circa Euro 6,56/mst.
19 Non formalizzate e basate su nessi fiduciari.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
117
14
16
11
12
12
16,5
15
12
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18
1
H
G
F
E
D
C
B
A
Grafico 103: prezzo in Euro/mst del cippato franco centrale per soggetto gestore.
In riferimento agli aspetti qualitativi la ricerca ha evidenziato:
I. la completa assenza di sistemi di certificazione di processo e di prodotto;
II. nessun fornitore adotta, a giudizio dell’acquirente, parametri qualitativi per la
definizione della biomassa conferita (contenuto idrico, pezzatura e ceneri).
L’acquirente inoltre verifica la qualità del materiale con metodologie rudimentali quali il
controllo visivo, la doppia pesata; in nessun caso si eseguono analisi specifiche di
laboratorio.
FORNITURA A B C D E F G H
CIPPATO 4 5 1 4 4 1 3 1
LEGNO INTERO 6 0 2 2 0 0 1 0
TOTALE 10 5 3 6 4 1 4 1
Tabella 53: numerosità dei fornitori distinta in fornitori di cippato e di legno non cippato.
Dall’analisi del lavoro si evidenzia che i gestori delle centrali di teleriscaldamento possono
essere interessati alla strutturazione di filiere corte, in cui la biomassa impegnata provenga
dai cascami delle utilizzazioni forestali, purché il cippato derivante da tale materiale abbia
prezzi plausibili e definiti in funzione della qualità20.
20 Nell’ordine di una valutazione attorno ai 8 Euro/mst.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
118
Sommario – Impiego di cippato nelle centrali di tel eriscaldamento
Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:
I. domanda diffusa, in crescita e ben supportata attualmente da un eccesso di offerta;
II. filiera corta e locale;
III. il prodotto consumato ha tendenzialmente buoni livelli qualitativi intrinseci,
provenendo quasi interamente da segherie;
Punti Punti Punti Punti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::
I. filiera poco organizzata (eccessivo incremento del prezzo di periodo a fronte di
un’offerta reale circa 4 volte superiore);
II. verifica “speditiva” e non oggettiva sotto il profilo tecnico della qualità della materia
prima;
III. il prezzo non viene fissato in precedenza e si basa su rapporti fiduciari;
IV. il mercato – per le sue debolezze interne ed organizzative – è facilmente soggetto a
fenomeni di destabilizzazione.
28.873,00 ton
111.049,00 mst
min. med. max.
€ 8,50 € 11,75 € 15,00
min. med. max.
n.d. - n.d.
CIPPATO € 1.159.285,49
LEGNO / CASCAMI n.d.
TOTALE:
**Franco piazzale IVA inclusa
CIPPATO (98.663 t)
CENTRALI DI TELERISCALDAMENTO
DOMANDA DI BIOMASSA:
PREZZO* €/mst
LEGNO / CASCAMI (12.386 t)
Acquisto in centrale**
STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO*
€ 1.159.285,49*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dal periodo e dall'umidità del materiale. L'analisi dei
prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.
PREZZO* €/q
Tabella 54: quadro riassuntivo.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
119
Impianti a biomassa di piccola taglia a servizio di utenze domestiche o plurifamiliari
Gli impianti a biomassa di piccola taglia, ovvero con potenza dichiarata compresa tra i 15
e i 550 kW, rappresentano un'altra componente fondamentale nella definizione qualitativa e
quantitativa della domanda di materiale legnoso.
Il paragrafo dedicato agli impianti di piccola taglia rappresenta, peraltro, un’analisi più
approfondita di quanto già rilevato precedentemente sull’ uso di legna da ardere in ambito
domestico.
I soggetti intervistati sono stati individuati attraverso estrazione di un campione statistico
casuale della popolazione rappresentato dall’elenco di tutti i beneficiari di contributo
erogato dall’APE nel periodo 1996-2008, per l’acquisto di impianti a biomassa per
produzione di energia termica.
La numerosità del campione, fissata dal Servizio Statistica della PAT per ottenere un errore
campionario del 5%, era pari a 299 interviste; l’indagine telefonica è stata condotta a 391
soggetti coinvolgendo in due momenti successivi oltre 1300 persone secondo l’esito
riassunto nella tabella seguente.
ESITO TOTALE %
INTERVISTATO 391 29%
RIFIUTA INTERVISTA 302 23%
NON TROVATO 127 9%
N.ERRATO O MANCANTE 521 39%
TOTALE CONTATTI 1341 100%
La numerosità del campione intervistato è stata maggiore perché nel corso dell’indagine ci
si è ritrovati con un errore d’estrazione pari a 51 unità (all’atto dell’intervista dichiarano di
non avere un impianto a biomassa), 17 intervistati, in cui l’impianto non era ancora in
funzione e un’amministrazione pubblica che non doveva rientrare nell’indagine; nel
complesso pertanto il campione posto a descrizione della popolazione è composto da 322
unità.
(N° impianti finanziati /n° campione) = (2.110/1.341) = 1,57(N° impianti finanziati /n° campione) = (2.110/1.341) = 1,57(N° impianti finanziati /n° campione) = (2.110/1.341) = 1,57(N° impianti finanziati /n° campione) = (2.110/1.341) = 1,57
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
120
Nella maggior parte dei casi (258 impianti), l’impianto a biomassa installato è del tipo a
legna, seguito da impianti a pellets (41) e, in ultima analisi, da impianti a cippato (23).
IMPIANTO A PELLETS;
13%
IMPIANTO A LEGNA;
80%
IMPIANTO A
CIPPATO; 7%
Grafico 104: tipologia di impianto a biomassa.
Al variare della tipologia di combustibile la potenza installata differisce in modo marcato
mostrando diverse tipologie di impianti: i sistemi a cippato sono posti per lo più a servizio di
utenze plurifamiliari; gli impianti a pellets e a legna a servizio di unità singole o plurime.
118
44
28
0
20
40
60
80
100
120
140
IMPIANTO A CIPPATO
IMPIANTO A PELLETS
IMPIANTO A LEGNA
Grafico 105: potenza installata.
L’analisi sulla superficie servita dai differenti sistemi di riscaldamento, dichiarata dal
campione, enfatizza in modo ancora più marcato tale aspetto, consentendo di sviluppare
un’ulteriore riflessione: mentre rimane evidente il fatto che i sistemi a cippato sono posti a
servizio di utenze plurime, il grafico seguente sottolinea come l’impianto a legna sia
solitamente utilizzato per il riscaldamento di unità abitative singole, mentre i sistemi a pellets
siano adottati nel caso di utenze plurime.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
121
529
224157
0
100
200
300
400
500
600
IMPIANTO A CIPPATO
IMPIANTO A PELLETS
IMPIANTO A LEGNA
Grafico 106: superficie media in mq riscaldata da impianti a biomassa.
Il periodo di utilizzo degli impianti differisce a seconda della tipologia: l’impianto a legna
viene utilizzato 7 mesi all’anno, ad evidenziare un uso tradizionale; gli impianti a pellets e a
cippato rispettivamente per 9 e 10 mesi.
L’ammontare complessivo di biomassa legnosa impiegata L’ammontare complessivo di biomassa legnosa impiegata L’ammontare complessivo di biomassa legnosa impiegata L’ammontare complessivo di biomassa legnosa impiegata a fini energetici, a servizio di
utenze domestiche o plurifamiliari sul territorio provinciale, è è è è stato stato stato stato pari apari apari apari a 81818181.2.2.2.256 quintali56 quintali56 quintali56 quintali
equivalentiequivalentiequivalentiequivalenti, con una media , con una media , con una media , con una media didididi 160 160 160 160 quintaliquintaliquintaliquintali per impianto.per impianto.per impianto.per impianto.
Il dato è il risultato dell’elaborazione delle risposte del campione che, a seconda dei casi,
indicava il quantitativo consumato direttamente in quintali, oppure in metri cubi o metri steri;
nello specifico il campione intervistato ha dichiarato un consumo di:
• 21.470 quintali;
• 4.516 metri cubi;
• 1.276 metri steri.
Il dato è stato uniformato considerando le seguenti indicazioni:
• 1 mc conifera = 5,5 quintali;
• 1 mc latifoglia = 8 quintali;
• 1 mc misto = 6,75 quintali;
• 1 mst = 0,65 metri cubi.
Le modalità di stoccaggio del materiale mostrano seguono una corretta prassi di
immagazzinamento della materia prima (67% tettoia, 28% locale chiuso); solo nel 5% dei
casi la biomassa viene stoccata in piazzali all’aperto.
La modalità di reperimento della biomassa maggiormente diffusa è ancora una volta il
canale tradizionale dell’auto-approvvigionamento di legna, legname tondo o ramaglia;
rimane poco rappresentato il pellets che viene evidentemente acquistato da rivenditore.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
122
ramaglia; 11,6%
cascami; 6,2%
rinnovo impianti;
6,3%
pellets; 0,1%
segatura; 4,2%
scarti di
lavorazione; 2,8%
legna/tondame;
58,7%
cippato pronto;
10,1%
Grafico 107: modalità di reperimento della biomassa.
La biomassa maggiormente utilizzata a scopi energetici, secondo le tipologie
precedentemente descritte, rimane quella fornita dalle essenze lignee di conifera, che
partecipa alla definizione della domanda per il 47% del totale (38.450 quintali); seguita
dalle latifoglie (21.287 quintali) e da una mescolanza di essenze legnose per la restante
parte (21.519 quintali).
larice;
11%pino;
5%
latifoglie;
26%
altro/mix;
26%
abete;
32%
Grafico 108: essenza legnosa utilizzata.
Rimane evidentemente escluso il pellet, la cui composizione lignea è variabile.
L’approvvigionamento avviene prevalentemente in sede locale (la sede del fornitore coincide
con lo stesso comune amministrativo in cui è situato l’impianto).
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
123
estera; 3,1%
nazionale ; 5,6%
provinciale; 4,8%
locale; 86,5%
Grafico 109: sede del fornitore.
Ciò è ulteriormente comprovato dal fatto che, se consideriamo questa volta in termini
ponderali la quantità di biomassa utilizzata negli impianti, il valore relativo
all’autoproduzione è elevato.
impresa boschiva
0,24%
segheria
13,71%
altro
0,21%
autoproduzione
73,62%
rivenditore
12,22%
Grafico 110: fornitore della biomassa.
La domanda di materiale legnoso derivante da impianti a biomassa di piccola taglia a
servizio di utenze domestiche o plurifamiliari, rappresentando una quota minore nella stima
di biomassa utilizzata a livello domestico (già oggetto di specifica indagine), si comporta
analogamente, con una filiera in gran prevalenza locale.
Il sistema di riscaldamento preferito è ancora legato a sistemi “tradizionali”, rivolti
principalmente all’autoconsumo e caratterizzato principalmente dall’autoproduzione della
legna da ardere.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
124
Sommario – Impianti a biomassa di piccola taglia a servizio di utenze domestiche o plurifamiliari
Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:
I. l’autoproduzione garantisce:
i. una filiera corta e locale
ii. approvvigionamento diffuso e puntiforme
Punti Punti Punti Punti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::
I. i generatori di calore maggiormente diffusi presentano ridotte efficacia ed innovazione
(in virtù del tipo di prodotto utilizzato);
II. l’autoproduzione attiva limitatamente la filiera;
III. la domanda è facilmente destabilizzabile.
8.126,00 ton
- mst
min. med. max.
n.d. - n.d.
min. med. max.
n.d. - n.d.
min. med. max.
n.d. - n.d.
min. med. max.
n.d. - n.d.
TOTALE:
**Franco partenza IVA inclusa
PREZZO* €/q
CASCAMI / SEGATURA (1056 t)
USO DOMESTICO - IMPIANTI DI PICCOLA TAGLIA
DOMANDA DI BIOMASSA:
PREZZO* €/q
LEGNA (5769 t)
CIPPATO (813 t)
PREZZO* €/q
REIMPIANTI (488 t)
STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO*
N.D.*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dal periodo e dall'umidità del materiale. L'analisi dei
prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.
Tabella 55: quadro riassuntivo.
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125
Reimpiego dei sottoprodotti nelle aziende della fil iera
La valutazione sul reimpiego in azienda dei sottoprodotti legnosi delle lavorazioni di filiera
completa lo schema generale di tutte componenti della domanda di biomassa per usi
energetici. Le aziende del comparto sono inquadrabili in due macro categorie:
• prima lavorazione, corrispondenti ai settori delle segherie e delle aziende
imballaggiste;
• seconda lavorazione: falegnamerie, carpenterie, serramentisti ed altri settori
che utilizzano semilavorati legnosi.
All’interno della prima tipologia rientrano le aziende che lavorano tondame grezzo,
fornendo il mercato di prodotto semilavorato di vario genere, destinato alle seconde
lavorazioni. In quest’ambito va sottolineata l’importanza della categoria economica della
produzione di imballaggi che, soprattutto in alcuni ambiti della provincia (Val di Non e Val
di Ledro), costituiscono l’attività preponderante delle aziende della filiera del legno.
L’attività svolta dalle aziende inquadrate nella seconda lavorazione risulta molto più
diversificata e specializzata su categorie specifiche di prodotti (arredi, carpenteria ed edilizia
in legno, serramenti).
L’indagine condotta dall’Ente camerale sulla filiera foresta-legno in provincia di Trento
rappresenta la base informativa di partenza per l’analisi del fenomeno dei reimpieghi per
scopi energetici dei sottoprodotti derivanti dalle lavorazioni legnee.
All’interno dello studio viene infatti indagato, oltre al quantitativo complessivo di
sottoprodotti ottenuti dalla lavorazione della materia prima, anche la destinazione finale di
tale materiale.
I risultati espressi non sono stati sottoposti ad inferenza, in quanto l’indagine ha coinvolto
l’intera popolazione statistica.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
126
Prima lavorazione
Le aziende di prima lavorazione presenti in provincia di Trento si distribuiscono piuttosto
uniformemente sul territorio, con l’unica eccezione dell’area del Primiero21, in cui
rimangono attive solamente 4 imprese, e dal distretto di Cles, in cui si concentrano invece
36 unità locali.
74
7
2019
1215
1211
36
0
5
10
15
20
25
30
35
40
CAVALESE
PRIMIE
RO
BORG
O V
ALSU
GANA
PERGINE V
ALSUG
ANA
TRENTOCLE
S
MALE
'
TION
E
RIVA D
EL GARDA
ROVERETO
Grafico 111: prima lavorazione – numero aziende distribuite per distretto
La capacità lavorativa media si aggira attorno a poco meno di 1.000 mc per addetto su
base annua: un volume piuttosto ridotto che lascia denotare una struttura aziendale di
medio-piccole dimensioni.
Si sottolinea, inoltre, come la struttura e l’organizzazione delle aziende possano ritenersi
analoghe sull’intero territorio provinciale.
L’indagine evidenzia infatti piccoli scostamenti dal valore medio lavorato per addetto; unica
eccezione è rappresentata in questo caso dalle aziende ricadenti sul distretto di Trento.
21 Nell’indagine camerale, al fine di uniformare i dati rispetto alla ripartizione sub-territoriale della provincia di Trento, si è fatto riferimento ai distretti forestali.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
127
0,00
500,00
1000,00
1500,00
2000,00
2500,00
CAVALESE
PRIMIE
RO
BORG
O V
ALSU
GAN
A
PERG
INE
VALSUGAN
A
TREN
TOCLE
S
MALE
'
TIO
NE
RIVA D
EL G
ARDA
ROVERET
O
Legname lavorato per addetto
Media di legname lavorato per
addetto
Grafico 112: prima lavorazione – legname lavorato per addetto.
Nel complesso il comparto si presenta omogeneo, consentendo un’analisi aggregata per
l’intero territorio provinciale.
L’indagine camerale sulla quantificazione degli scarti uscenti dal processo di trasformazione
ha inoltre consentito di determinare che la resa media in semilavorato rispetto al volume di
tondame immesso nel processo di trasformazione è pari al 70%.
Si tratta sicuramente di un’informazione soggetta a variazioni a livello aziendale, ma che di
fatto permette di quantificare in maniera abbastanza precisa la biomassa legnosa derivante
dai cascami di lavorazione.
La ripartizione in tipologie degli stessi, dichiarata dagli stessi intervistati, è riportata nella
tabella sottostante.
mc % mc %
CORTECCIA 24981 8,2% 100 0,4%
CIPPATO 96009 31,5% 3275 3,4%
SEGATURA 78739 25,8% 4886 6,2%PEZZI, REFILI, TESTE, RITAGLI
34632 11,4% 1996 5,8%
TRUCIOLI 5656 1,9% 399 7,1%
LEGNA DA ARDERE 5066 1,7% 0 0,0%
ALTRA BIOMASSA 60000 19,7% 0 0,0%
TOTALE 305.083 100,0% 10.656 5,2%
QUANTITA' COMPLESSIVA PRODOTTASCARTI DALLA I
LAVORAZIONE
REIMPIEGO IN AZIENDA A FINI ENERGETICI
Tabella 56: tipologie e volumi di scarti (in mc) prodotti dalle aziende di prima lavorazione.
Gli scarti di lavorazione reimpiegati in azienda a scopi energetici rappresentano soltanto il
5,2% del totale prodotto, pari a 10.656 metri cubi equivalenti10.656 metri cubi equivalenti10.656 metri cubi equivalenti10.656 metri cubi equivalenti.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
128
Considerando che il peso di un metro cubo di legname tondo di abete rosso con 40% di
umidità risulta pari a 631 kg, si perviene ad una stima di 67.67.67.67.222239393939 quintali quintali quintali quintali di biomassa di biomassa di biomassa di biomassa
reimpiegata.reimpiegata.reimpiegata.reimpiegata.
Lo sfruttamento in azienda dei propri sottoprodotti riguarda esclusivamente la produzione di
energia termica per il riscaldamento degli ambienti di lavoro o per l’essiccazione artificiale
del legname all’interno dei forni a convezione. In nessun caso i residui di lavorazione
vengono usati per la produzione di altri semilavorati destinati al riutilizzo aziendale.
Nel grafico seguente si riportano, in termini percentuali, le differenti quote, rispetto al totale
dei cascami prodotti dalle aziende, di sottoprodotti reimpiegati a scopi energetici.
CIPPATO; 3,4%
SEGATURA;
6,2%
TRUCIOLI;
7,1%
PEZZI, REFILI,
TESTE,
RITAGLI; 5,8%
CORTECCIA;
0,4%
Grafico 113: reimpiego in azienda a fini energetici dei sottoprodotti della prima lavorazione.
Segature, refili e trucioli, che rappresentano complessivamente il 19% dei sottoprodotti della
prima lavorazione, sono le categorie merceologiche maggiormente valorizzate a scopo
energetico.
In termini di partecipazione ponderale, in riferimento al solo reimpiego energetico, i valori
sopra riportati presentano una netta modificazione sull’importanza/utilità energetica
attribuita dalle aziende.
Il reimpiego aziendale delle biomasse disponibili si poggia principalmente sulla segatura di
legno (per oltre un 45% della biomassa utilizzata). Si evidenzia quindi una maggiore
flessibilità nella valorizzazione energetica dei sottoprodotti di lavorazione, rispetto a quanto
rilevato per le centrali di teleriscaldamento a biomassa in cui il materiale fine non viene
considerato idoneo per tali scopi. Segue, per importanza, il cippato (per un 30,7%) ed il
materiale intero e grezzo come refili, teste e ritagli.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
129
SEGATURA;
45,9%
CIPPATO; 30,7%
TRUCIOLI; 3,7%
PEZZI, REFILI,
TESTE, RITAGLI;
18,7%
CORTECCIA;
0,9%
Grafico 114: ripartizione percentuale per tipologia del volume di biomassa reimpiegato per scopi energetici nella prima lavorazione.
L’indice descrittivo del consumo di metri cubi equivalenti di sottoprodotto reimpiegato a fini
energetici, rispetto al totale delle superfici coperte aziendali (dato dalla somma delle
superfici a laboratorio, ufficio, magazzino e negozio), risulta essere pari a 0,054 mc/mq. In
altri termini le aziende reimpiegano 0,054 metri cubi di materiale legnoso, per il
riscaldamento di un metro quadro di superficie aziendale.
Lo stesso valore, se confrontato con l’analogo calcolato per le aziende della seconda
lavorazione, evidenzia un impiego doppio di materiale legnoso a parità di superficie
aziendale.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
130
Sommario - Reimpiego dei sottoprodotti nelle aziend e della filiera – prima lavorazione
6.724,00 ton
mst
min. med. max.
n.d. - n.d.
min. med. max.
n.d. - n.d.
min. med. max.
n.d. - n.d.
min. med. max.
n.d. - n.d.
min. med. max.
n.d. - n.d.
TOTALE:
**Franco partenza IVA inclusa
PREZZO* €/mst
SEGATURA (3086 t)
PREZZO* €/mst
CIPPATO (2064 t)
REFILI/CASCAMI (1257 t)
TRUCIOLI (249 t)
RIUTILIZZO AZIENDALE - Segherie
DOMANDA DI BIOMASSA:
PREZZO* €/mst
PREZZO* €/mst
ALTRO (67 t)
N.D.*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dal periodo e dall'umidità del materiale. L'analisi dei
prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.
STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO*
Tabella 57: quadro riassuntivo.
Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:
I. gli scarti aziendali non riutilizzati (circa il 95%) alimentano fortemente l’offerta;
II. offerta diffusa
Punti Punti Punti Punti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::
I. ridotto quantitativo reimpiegato;
II. il reimpiego è funzionale all’azienda (riscaldamento dei locali, essicazione dei
materiale legnosi); l’energia prodotta non viene ceduta all’esterno.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
131
Seconda lavorazione
Le aziende operanti nel settore della seconda lavorazione presentano una numerosità
quattro volte superiore rispetto a quelle del primo segmento della filiera e si distribuiscono
geograficamente come mostrato nel grafico sottostante (cfr. nota 21).
9181
39
73
63
26
52
25
32
106
0
20
40
60
80
100
120
CAVALESE
PRIMIE
RO
BORGO
VALS
UGANA
PERGIN
E VALS
UGAN
A
TRENTOCLE
S
MALE
'
TION
E
RIVA D
EL G
ARDA
ROVERETO
N. AZIENDE
Grafico 115: nr. di aziende della seconda lavorazione: distribuzione per distretto.
Considerata la presenza di diversi settori nel segmento produttivo della seconda
lavorazione, la ricerca svolta dall’Ente camerale sulla filiera foresta-legno ha già messo in
evidenza che il volume di materia prima lavorato per addetto è tendenzialmente uniforme
nell’ambito di ciascun settore.
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
CAVALESE
PRIMIE
RO
BORG
O V
ALSUG
ANA
PERGIN
E VALS
UG
ANA
TRENTOCLE
S
MALE
'
TION
E
RIVA D
EL GARDA
ROVERETO
Legname lavorato per addetto
Media di legname lavorato per addetto
Grafico 116: seconda lavorazione – quantità di legname lavorato in mc per addetto.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
132
Altrettanto non può dirsi a livello di area geografica. Nei distretti di Borgo Valsugana e di
Trento risiedono le aziende rispettivamente a minore e a maggiore capacità produttiva per
addetto.
La tipologia di materia prima impiegata dalle aziende riguarda quasi esclusivamente il
semilavorato (tavolame, travatura, pannelli, impiallacciati, ecc.); il tondame – la cui
lavorazione produce, come è noto, mediamente poco meno del 30% di legno di scarto -
viene utilizzato in rarissimi casi. L’area geografica che fa eccezione è quella del distretto
forestale di Tione in cui si rileva la presenza di aziende specializzate nella lavorazione del
tondame grezzo per la costruzione di case in legno secondo il sistema “block bau”.
Proprio a causa del forte impiego di semilavorato nel segmento della seconda lavorazione,
la produzione di residui risulta più limitata, come esposto nella seguente tabella.
Quantità complessiva Reimpiego in azienda per usi energetici
Sottoprodotti in mc in % in mc in % sul
totale
CORTECCIA 25 0,16 - -
CIPPATO 480 2,98 259 3,56
SEGATURA e TRUCIOLI 9.599 59,61 4.216 58,02
PEZZI, REFILI, TESTE, RITAGLI
5.998 37,25 2.792 38,42
TOTALE 16.103 100,00 7.267 100,00
Tabella 57: produzione di scarti di lavorazione dalle aziende della seconda lavorazione
Quantitativi così esigui sono giustificati dal fatto che la materia prima utilizzata spesso è già
parzialmente lavorata.
Il reimpiego aziendale a scopo energetico, in termini percentuali, risulta essere molto più
marcato rispetto alle aziende di prima lavorazione e coinvolge una frazione legnosa pari al
45% del totale prodotto ovvero a 7777....267 metri cubi equivalenti.267 metri cubi equivalenti.267 metri cubi equivalenti.267 metri cubi equivalenti.
Applicando le conversioni di prassi, che considerano il peso di un metro cubo di legname
tondo di abete rosso con 40% di umidità equivalente a 631 kg, si arriva ad una stima di
45.45.45.45.855 quintali855 quintali855 quintali855 quintali.... Il reimpiego aziendale non riguarda esclusivamente la produzione di
energia termica. Una quota esigua del materiale legnoso, pari a 118 mc (0,7 %), viene
reimpiegato come semilavorato. Nel grafico seguente si riporta, in termini percentuali, la
ripartizione delle tipologie di cascame reimpiegate a scopi energetici, rispetto al totale
prodotto dalle aziende.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
133
0,00%
10,00%
20,00%
30,00%
40,00%
50,00%
60,00%
CIPPATO SEGATURA E TRUCIOLI PEZZI, REFILI, TESTE, RITAGLI
Grafico 117: percentuale di reimpiego a fini energetici dei sottoprodotti nelle aziende della seconda lavorazione.
Il cippato risulta essere il materiale che più si presta alla valorizzazione energetica, seguito
da segatura e refili.
In termini di partecipazione ponderale, in riferimento al solo reimpiego energetico, i valori
sopra riportati presentano una netta modificazione sull’importanza/utilità energetica
attribuita dalle aziende.
CIPPATO; 3,56%
SEGATURA E
TRUCIOLI;
58,02%
PEZZI, REFILI,
TESTE, RITAGLI;
38,42%
Grafico 118: ripartizione percentuale del volume di biomassa reimpiegata per tipologia a fini energetici nelle aziende della seconda lavorazione.
La fonte energetica principale delle aziende della seconda lavorazione è data dalla
componente di segatura e trucioli, che da sola copre il 58% del volume reimpiegato,
seguita dai pezzi, refili, teste e ritagli (38,4%) e per una quota esigua (3,5%) dal cippato.
L’indice descrittivo del consumo di metri cubi equivalenti di scarto reimpiegato a fini
energetici rispetto al totale delle superfici coperte aziendali (dato dalla somma delle superfici
destinate a laboratorio, ufficio, magazzino e negozio), per le aziende di seconda lavorazione
è di 0,020 mc per il riscaldamento di un metro quadro di superficie aziendale.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
134
Lo stesso valore, se confrontato con l’analogo calcolato per le aziende della prima
lavorazione (0,054 mc/mq), evidenzia un reimpiego di materiale legnoso per scopi
energetici decisamente più ridotto a parità di superficie riscaldata.
0,020
0,054
PRIMA LAVORAZIONE SECONDA LAVORAZIONE
mc/
mq
Grafico 119: reimpiego a scopo energetico – indice di riutilizzo mc/mq
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
135
Sommario - Reimpiego dei sottoprodotti nelle aziend e della filiera – Seconda lavorazione
4.586,00 ton
mst
min. med. max.
n.d. - n.d.
min. med. max.
n.d. - n.d.
min. med. max.
n.d. - n.d.
TOTALE:
**Franco partenza IVA inclusa
REFILI (1761 t)
CIPPATO (165 t)
SEGATURA (2660 t)
STIMA DEL VALORE DEL PRODOTTO COMMERCIALIZZATO*
N.D.*I valori riportati sono orientativi e dipendono dal volume trattato, dal periodo e dall'umidità del materiale. L'analisi dei
prezzi riscontrabili sulla filiera è in fase di definizione.
PREZZO* €/mst
RIUTILIZZO AZIENDALE - II lavorazione
DOMANDA DI BIOMASSA:
PREZZO* €/mst
Tabella 59: quadro riassuntivo.
Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:Punti di forza:
I. Il 45 % degli scarti viene reimpiegato in azienda;
Punti Punti Punti Punti di debolezzadi debolezzadi debolezzadi debolezza::::
I. Ridotto quantitativi immessi sul mercato;
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
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ANALISI CONCLUSIVE SULLO STUDIO “LA FILIERA FORESTA -LEGNO-ENERGIA IN PROVINCIA DI TRENTO” Indice degli argomenti trattatiIndice degli argomenti trattatiIndice degli argomenti trattatiIndice degli argomenti trattati
1. Premessa
2. Un bilancio sintetico domanda/offerta di biomasse in Trentino
1. Analisi della domanda
2. Analisi dell’offerta
3. Indicazioni relative alle tipologie di biomasse
1. Legna da ardere
2. Cippato forestale
4. Conclusioni
1. Le caratteristiche della filiera foresta-legno-energia in Trentino
2. Le utilizzazioni forestali e gli usi civici
3. Le centrali di teleriscaldamento
4. Le caratteristiche del mercato delle biomasse
1. Premessa
Lo studio sull’offerta e sulla domanda di biomassa legnosa22 utilizzata a scopi energetici in
Trentino è ricco di dati quantitativi al punto che una sua analisi in termini aggregati
abbisogna di alcune precisazioni e di un’articolazione sistematica dei vari elementi di
conoscenza emersi dallo studio. 22 Definita ai sensi del DPCM 8 marzo 2002 “Disciplina delle caratteristiche merceologiche dei combustibili aventi rilevanza ai fini dell'inquinamento atmosferico, nonche' delle caratteristiche tecnologiche degli impianti di combustione” Allegato III; D. Lgs 387 dd 29/12/2003 e D.Lgs. 152/2006. Nel dettaglio il D.P.C.M. 8 Marzo 2002 (e ss.mm.) parla delle seguenti “biom“biom“biom“biomasse combustibili”:asse combustibili”:asse combustibili”:asse combustibili”:
Materiale vegetale prodotto da coltivazioni dedicate; Materiale vegetale prodotto da trattamento esclusivamente meccanico di coltivazioni agricole non dedicate;Materiale vegetale prodotto da trattamento esclusivamente meccanico di coltivazioni agricole non dedicate;Materiale vegetale prodotto da trattamento esclusivamente meccanico di coltivazioni agricole non dedicate;Materiale vegetale prodotto da trattamento esclusivamente meccanico di coltivazioni agricole non dedicate; Materiale vegetale prodotto da interventi selvicolturali, da manutenziMateriale vegetale prodotto da interventi selvicolturali, da manutenziMateriale vegetale prodotto da interventi selvicolturali, da manutenziMateriale vegetale prodotto da interventi selvicolturali, da manutenzioni forestali e da potatura;oni forestali e da potatura;oni forestali e da potatura;oni forestali e da potatura; Materiale vegetale prodotto dalla lavorazione esclusivamente meccanica di legno vergine e costituito da cortecce, Materiale vegetale prodotto dalla lavorazione esclusivamente meccanica di legno vergine e costituito da cortecce, Materiale vegetale prodotto dalla lavorazione esclusivamente meccanica di legno vergine e costituito da cortecce, Materiale vegetale prodotto dalla lavorazione esclusivamente meccanica di legno vergine e costituito da cortecce, segatura, trucioli, chips, refili e tondelli di legno vergine, granulati e cascami di legno vergine, granulati segatura, trucioli, chips, refili e tondelli di legno vergine, granulati e cascami di legno vergine, granulati segatura, trucioli, chips, refili e tondelli di legno vergine, granulati e cascami di legno vergine, granulati segatura, trucioli, chips, refili e tondelli di legno vergine, granulati e cascami di legno vergine, granulati e cascami di e cascami di e cascami di e cascami di sughero vergine, tondelli, non contaminati da inquinanti;sughero vergine, tondelli, non contaminati da inquinanti;sughero vergine, tondelli, non contaminati da inquinanti;sughero vergine, tondelli, non contaminati da inquinanti; Materiale vegetale prodotto dalla lavorazione esclusivamente meccanica di prodotti agricoli;
Altro strumento da considerare per la definizione di biomassa è il Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, che estende a tutta la parte biodegradabile dei prodotti: rifiuti e residui provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e rifiuti e residui provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e rifiuti e residui provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e rifiuti e residui provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesseanimali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesseanimali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesseanimali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, (nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani, purché non pericolosa ai sensi degli allegati del "Ronchi” Decreto Legislativo 5 Febbraio 1997, n. 22), la possibilità di utilizzo come la possibilità di utilizzo come la possibilità di utilizzo come la possibilità di utilizzo come combustibile in impianti di produzione di energia elettricacombustibile in impianti di produzione di energia elettricacombustibile in impianti di produzione di energia elettricacombustibile in impianti di produzione di energia elettrica. Vada bene però che tale definizione entra in conflitto con la normativa sui rifiuti che prescrive per gli stessi materiali nelle stesse forme, oneri e modalità di gestione differenti, nonchè l'esplicita autorizzazione, sia per il trattamento ai fini dello smaltimento D10, sia ai fini del recupero R1 e i relativi stoccaggi, rispettivamente D15 e R13; ai sensi degli articoli 208 o 214 del D. Lgs. 152/06.
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I dati sono stati raccolti attraverso la predisposizione di questionari e la loro successiva
somministrazione su base campionaria; l’estensione del risultato alla popolazione del
segmento di attività considerata è avvenuto attraverso inferenza o stima; i risultati devono
pertanto essere interpretati come tali. Solo per alcuni segmenti d’indagine si sono resi
disponibili i dati rilevati o dichiarati che facessero riferimento all’intera popolazione.
I valori ottenuti sono indicativi di un “trend” relativo alla situazione provinciale con
riferimento agli aspetti del mercatomercatomercatomercato delle biomasse, con i fornitori (offerta) da un lato e
consumatori (domanda) dall’altro.
In questo senso devono quindi essere interpretate le due categorie (domanda e offerta) in
cui sono distinti i rispettivi flussi; per quanto riguarda in particolare l’offerta, dunque, non si
tratta di una stima riguardante la massima disponibilità potenziale a livello provinciale di
biomasse legnose, bensì della somma delle quantità ricavabili dai residui delle attività di
utilizzazione dei boschi, dall’agricoltura, dalle industrie di trasformazione del legname
rilevate e dal commercio.
Ciò detto, la differenza riscontrata all’attualità tra il quantitativo dell’offerta e quello della
domanda interna (cfr. tabella 60) può essere spiegata dai seguenti motivi:
− dal lato dell’offerta c’è una sottostima delle biomasse destinate all’autoconsumo,
soprattutto di quelle ricavate da boschi di proprietà privata;
− non tutti i flussi di offerta di origine extra-provinciale sono intercettati dallo studio,
mentre sono intercettati nella domanda (ad es. fornitori non provinciali di consumatori).
La stima sul medio periodo (2015) delle quantità coinvolte nella domanda/offerta sembra
fondata dove si registra dal lato della domanda un unico forte incremento del settore
teleriscaldamento (+73%; tra il 2008 ed il 2015) e una sostanziale stabilità degli altri settori
di consumo.
La principale voce della domanda è data dal fabbisogno per il riscaldamento domestico
della prima casa, che rappresenta circa l’85% del consumo; di questo solo il 30% circa è
garantito da fornitori e il restante è coperto dall’autoproduzione o dalle “sort/part”
pubbliche.
In conclusione dell’analisi della domanda complessiva di biomassa c’è da aspettarsi nel
medio termine un aumento considerevole dell’utilizzo di biomasse nel settore del
teleriscaldamento (cippato); molto più contenuto, invece, per le biomasse connesse
all’innovazione tecnologica di piccoli impianti di riscaldamento (legno bricchettato e pellets).
La valutazione al 2015 dell’offerta, così come elaborata nello studio, richiede alcune
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precisazioni:
• la stima dell’offerta da parte delle imprese di utilizzazione (+20%) da un lato è
giustificata dall’aumento della domanda per teleriscaldamento (cippato), ma
dall’altro è anche subordinata ad innovazioni organizzative nelle utilizzazioni
forestali di boschi pubblici e, in parte, dal futuro intervento contributivo provinciale
in favore della produzione di cippato proveniente da boschi trentini;
• l’aumento differenziato da parte dei settori – aziende agricole, CRM-CRZ, legna da
ardere – piccoli commercianti e catene di distribuzione – può apparire percorribile
in relazione al contenimento di consumi energetici in senso ecocompatibile, al
diffondersi di sistemi tecnologici di riscaldamento o tecniche di raccolta della
biomassa più avanzati e ad una ampia efficienza sul riuso dei rifiuti (CRM-CRZ);
• si ritiene, invece, che l’uso civico e l’autoproduzione rimangano invariati (a meno di
forti crisi sui mercati petroliferi, con aumento considerevole dei prezzi delle fonti
energetiche non rinnovabili), ferma restando la sottostima di base riferita
all’autoproduzione proveniente da boschi privati rilevata in analisi dell’offerta;
• le previsioni di aumento delle quantità in offerta provenienti dalle aziende di 1° e 2°
lavorazione indicate in un +10% potrebbero, a meno che i dati 2008 non siano già
influenzati da forti cali connessi alla crisi, essere riviste al ribasso.
In conclusione dell’analisi sul lato dell’offerta, l’aspettativa più fondata è quella relativa
all’aumento di produzione, essenzialmente di cippato proveniente dalle imprese di
utilizzazione e dal settore agricolo; solo marginalmente dal riuso del legno nella raccolta
differenziata, ritenuto difficilmente percorribile in relazione alle norme vigenti.
2. Un bilancio sintetico domanda/offerta di biomass e in Trentino
Il bilancio sintetico della domanda e dell’offerta di biomassa legnosa utilizzata a scopi
energetici rilevato in provincia di Trento nel periodo 2008 e 2009 è sintetizzato nello
schema seguente. I dati sono riportati in tonnellatein tonnellatein tonnellatein tonnellate equivalenti (cfr. nota 23), secondo
quanto più volte ribadito nelle analisi di ciascuna componente della filiera foresta-legno-
energia.
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PRIMA CASA IMPRESE DI UTILIZZAZIONE
431.888 32.284
SECONDA CASA FORESTE PUBBLICHE E PRIVATE^
12.500 116.677
PIZZERIE AZIENDE AGRICOLE*
4.812 35.665
TELERISCALDAMENTO PRIMA LAVORAZIONE
28.873 189.165
PRIMA LAVORAZIONE SECONDA LAVORAZIONE
6.724 3.552
SECONDA LAVORAZIONE CRM - CRZ
4.586 0
LEGNA DA ARDERE
nb: Nelle voci "1° e 2° 9.730
casa" sono già computati gli PICCOLI COMMERCIANTI
impianti di piccola taglia 5.898
CATENA DI DISTRIBUZIONE **
AZIENDE VARIE ° 35.000
17.500
506.883 427.971
DOMANDA RILEVATA OFFERTA RILEVATA
Tabella 60: bilancio sintetico sulla domanda/offerta di biomassa rilavato in Trentino nel 2008-2009
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2.1. Analisi della domanda
La domanda di biomassa destinata a scopi energetici in provincia di Trento è pari a:
506.883506.883506.883506.883 tonnellate tonnellate tonnellate tonnellate equivalentiequivalentiequivalentiequivalenti23232323....
Il consumo principale è dato dal riIl consumo principale è dato dal riIl consumo principale è dato dal riIl consumo principale è dato dal riscaldamento domestico della prima casa che da sola scaldamento domestico della prima casa che da sola scaldamento domestico della prima casa che da sola scaldamento domestico della prima casa che da sola
rappresenta l’8rappresenta l’8rappresenta l’8rappresenta l’85555,2,2,2,2% della domanda% della domanda% della domanda% della domanda; seguito dal consumo delle centrali di
teleriscaldamento attive sul territorio.
TELERISCALDA-
MENTO
6%
I° LAVORAZIONE
1,3%
II° LAVORAZIONE
0,9%
AZIENDE VARIE
3,5%
II° CASA
2,5%PIZZERIE
0,9%
I° CASA
85,2%
Grafico 120: distribuzione percentuale della domanda di biomassa legnosa utilizzata in provincia di Trento
Il 33% del volume consumato viene soddisfatto rivolgendosi a fornitori in generale, la
rimanente quota è autoprodotta, intendendo sia da approvvigionamento autonomo su
suolo forestale o agricolo di proprietà, che su suolo pubblico per soddisfacimento del diritto
di uso civico, che il riutilizzo nelle aziende dello scarto prodotto dalle lavorazioni della
filiera.
L’approvvigionamento di materiale legnoso proveniente dalle foreste pubbliche (sort) e
destinato al fabbisogno domestico copre quasi il 30% della domanda complessiva; i
quantitativi intercettati con l’analisi dell’offerta e della domanda appaiono però solo in
parte sovrapponibili per le motivazioni precedentemente elencate (cfr considerazioni
espresse in tabella 1).
A quantitativi globali differenti si contrappone però un valore medio rilevato per nucleo
familiare pressoché similare (32 q.li in analisi della domanda e 35 q.li in analisi 23 tonnellate equivalenti: trasformazione di biomassa espressa in mc/mst in tonnellate al 40% di umidità secondo le differenti essenze legnosa.
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dell’offerta).
L’approvvigionamento su suoli privati copre un'altra importante quota della domanda
(135.825 t. eq.; 26,8%); anche in questo caso si è rilevata una discrepanza tra i valori
rilevati, dovuti alle problematiche di definizione già espresse.
Il verde agricolo copre con le sue 46.489 t il 9% della domanda e rappresenta la terza voce
fondamentale dell’autoproduzione.
I produttori che garantiscono il soddisfacimento della domanda sono:
• le imprese forestali che partecipano in modo estremamente marginale all’offerta
con una produzione pari a circa l’ 1% (4018 t eq.) rivolgendosi solo a tre dei sette
capitoli della stessa (domanda espressa dalle pizzerie e dagli impianti di
teleriscaldamento o di piccola taglia);
• le segherie che si rivolgono quasi esclusivamente alle centrali di teleriscaldamento e
agli impianti di piccola taglia (26.102 t eq.);
• i fornitori, che coprono tutte le categorie della domanda, rappresentando
l’interlocutore più attivo all’interno della filiera sia in termini di presenza che di
quantitativi distribuiti (127.734 t.eq.).
71%81%
9%
74%
100% 100%
0%
20%
40%
60%
80%
100%
D1 I ca
sa
D1 II c
asa
D2 Pizz
erie
D3 Tele
risca
ldam
ento
D4 Imp. p
icco
la ta
glia
D5 Reim
p. I la
vora
zione
D6 Reim
p. II l
avora
zione
VERDE AGRICOLO
ALTRO
SEGHERIA
IMP. FORESTALE
FORNITORE
AUTOPRODUZIONE
Grafico 121: distinzione dei fornitori di biomassa per capitolo della domanda
Le filiere, per semplicità descrittiva, sono così descritte:
I. locali e corte, caratterizzate da pochi “attori”:
IMPRESA DI UTILIZZAZIONE/RIVENDITORE → ACQUIRENTE
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La filiera è composta per lo più di aziende artigiane di utilizzazione forestale che
integrano il reddito con la vendita di legna da ardere e/o di aziende specializzate
soprattutto localizzate nel basso Trentino.
II. lunghe e solo in parte locali: appaiono meno “sostenibili” in quanto caratterizzate caratterizzate caratterizzate caratterizzate
da da da da una forte importazione di materia una forte importazione di materia una forte importazione di materia una forte importazione di materia da paesi esterida paesi esterida paesi esterida paesi esteri; ; ; ; questa si presenta come un
prodotto facilmente replicabile e a ridotto valore aggiunto che subisce pertanto la
filiera:
IMPRESA DI UTILIZAZIONE ESTERA/PRIMO RIVENDITORE → FORNITORE ITALIANO → ACQUIRENTE
91,7% 94,3%100,0%
59,0%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
D1 I ca
sa
D1 II c
asa
D2 Pizz
erie
D3 Tele
risca
ldam
ento
D4 Imp. p
icco
la ta
glia
D5 Reim
p. I la
vora
zione
D6 Reim
p. II l
avora
zione
ALTRO
SEGATURA
VERDE AGRICOLO
CASCAMI FORESTALI
CORTECCIA
TRUCIOLI
REFILI
CIPPATO
PELLET
BRIQUETTE
LEGNA
Grafico 122: tipologia di prodotto richiesta nelle differenti componenti della domanda.
La legna è la categoria merceologica prevalente e utilizzata quasi esclusivamente in ambito
domestico, una parte minoritaria viene richiesta a scopo commerciale (pizzerie); la sua
produzione non comporta rilevanti dotazioni tecnologiche e, tanto meno, innovazioni di
processo o problematiche di stoccaggio, è, pertanto, presumibile che nei prossimi anni
rappresenterà la categoria merceologica di riferimento della biomassa legnosa utilizzata a
scopi energetici.
Il cippato viene preferito negli impianti industriali cosicché gli impianti di teleriscaldamento
rappresentano il principale consumatore del prodotto fornito dalle segherie; nel prossimo
futuro si prevede un considerevole aumento della richiesta di cippato per possibili
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realizzazioni di nuove centrali24.
Un’ulteriore distinzione apportata a livello dei singoli capitoli della domanda consente di
affermare inoltre che:
• nella prima e nella seconda lavorazione si riutilizza a scopi energetici una quota
considerevole di segatura;
• il cippato forestale ha un mercato marginale;
• Il verde agricolo è quasi del tutto riutilizzato in azienda o nelle utenze domestiche;
• le quantità di residui legnosi accumulate nei C.R.M. e C.R.Z. non sono rilevabili in
analisi della domanda a evidenziare un problema oggettivo di recupero.
REFILI
0,9%
CIPPATO
6,0%
TRUCIOLI
0,1%
CORTECCIA
0,1%VERDE AGRICOLO
0,2%
SEGATURA
1,2%
CASCAMI
FORESTALI
0,6%
ALTRO
3,8%
PELLET
1,6%
LEGNA
83,9%
BRIQUETTE
1,7%
Grafico 123: tipologia di materiale legnoso utilizzata
24 Diverse sono le progettazioni di impianti nuovi in fase di autorizzazione.
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2.2. Analisi dell’offerta La biomassa legnosa offerta dalla filiera in Trentino è pari a:
427427427427.971.971.971.971 tonnellate tonnellate tonnellate tonnellate equivalentiequivalentiequivalentiequivalenti25.
L’offerta potenziale esistente e rilevata in analisi della filiera è maggiore ma non raggiunge
il mercato; le aziende agricole producono dall’attività d’impresa 81.954 t di residui
derivanti da potature e reimpianti, ma la normale pratica agronomica non induce a
valorizzare l’intera disponibilità di materiale a scopi energetici.
I CRM e CRZ producono 8.343 t eq. di materiale composto da legno trattato, non trattato e
verde. Questi rifiuti sono spesso mescolati e ai sensi del D.P.C.M. 8 Marzo 2002 (e ss.mm.)
non possono essere immessi sul mercato come “biomasse combustibili” perché non
derivanti interamente da legno vergine.
Il Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 estende infatti alla parte biodegradabile
dei rifiuti industriali e urbani, purché non pericolosa ai sensi degli allegati del "Ronchi”
Decreto Legislativo 5 Febbraio 1997, n. 22, la possibilità di utilizzo come combustibile. Va
rilevato però che tale definizione entra in conflitto con la normativa sui rifiuti che prescrive
per gli stessi materiali, nelle stesse forme, oneri e modalità di gestione differenti, nonchè
l'esplicita autorizzazione, sia per il trattamento ai fini dello smaltimento che ai fini del
recupero e i relativi stoccaggi, ai sensi degli articoli 208 o 214 del D. Lgs. 152/06.
Nella pratica, quando ad esempio un impianto tratta materiali assimilabili a fonti rinnovabili
includendo anche rifiuti gestiti come tali (quindi prodotti come rifiuti, classificati come tali
con relativa attribuzione di codice CER, trasportati con l'ecobolla) e li stocca nei propri
depositi, producendo quindi energia termica e/o elettrica, potrebbe essere incluso sia nelle
definizioni del D. Lgs. 387/2003 sia in quelle del D. Lgs. 152/06 . In effetti il DM 5 maggio
2006 rinvia sia al D. Lgs 133/2005 (ma per i limiti di emissione, non per le procedure) sia
all'art. 12 del D. Lgs 387/03 per gli impianti alimentati da rifiuti assimilabili a fonti
rinnovabili (“di cui al presente decreto").
25 Tonnellate equivalenti: trasformazione di biomassa espressa in mc/mst in tonnellate al 40% di umidità secondo le differenti essenze legnose.
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INPUT OFFERTA
IMPRESE D'UTILIZZAZIONE FORESTE PUBBLICHE PAT
32.284 27.441
AGRICOLTURA PAT
2.260
RIPULITURA ALVEI PAT
2.583
FORESTE PUBBLICHE E PRIVATE^ FORESTE PUBBLICHE E PRIVATE PAT^
116.677 116.677
AZIENDE AGRICOLE* AGRICOLTURA PAT
35.665 81.954
PRIMA LAVORAZIONE TONDAME PAT
189.165 333.337
TONDAME NAZIONALE
6.173
TONDAME EUROPEO
277.781
SECONDA LAVORAZIONE LEGNAME PAT
3.552 3.853
LEGNAME NAZIONALE
471
LEGNAME EUROPEO
15.331
LEGNAME EXTRAEUROPEO
309
CRM - CRZ LEGNO TRATTATO / NON TRATTATO PAT
0 8.343
VERDE PAT
12.820
LEGNA DA ARDERE LEGNAME PAT
9.730 6.033
LEGNAME NAZIONALE
2.919
LEGNAME EUROPEO
778
PICCOLI COMMERCIANTI LEGNAME PAT
5.898 177
LEGNAME NAZIONALE
413
LEGNAME EUROPEO
5.308
CATENA DI DISTRIBUZIONE** LEGNAME PAT
35.000 1.050
LEGNAME NAZIONALE
2.450
LEGNAME EUROPEO
31.500
427.971 939.961
*Stima prudenziale
^Sottostima. Il prelievo su suolo privato non sempre è soggetto ad assegno forestale.
309
330.698
LEGNAME EXTRA-EUROPEO
OFFERTA DI BIOMASSA LEGNOSA
**Dati espressi in peso trasformando masse volumiche o steriche. Contenuto idrico pari al 40% e fattori orientativi di conversione tra i
più comuni assortimenti riportati in allegato alle norme austriache ONORM M7132 e M7133. Peso espresso in tonnellate.
Valori espressi in tonnellate***
OFFERTA
LEGNAME PAT
LEGNAME EUROPEO
499.494
AGRICOLTURA / VERDE PAT
97.034
LEGNAME NAZIONALE
12.426
Tabella 61 : biomassa legnosa generata dalla filiera in Trentino rilevata in analisi dell’offerta
Appare infatti certo che un impianto che producesse energia termica da biomasse e rifiuti
non pericolosi assimilabili debba rispettare integralmente anche la normativa rifiuti (come
prescrive, tra l'altro, la Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio 2001/77/CE del
27 settembre 2001) almeno sotto il profilo degli stoccaggi, quindi essere autorizzato per
questo anche ai sensi del D. Lgs. 152/06. Questa sembrerebbe la soluzione, ma resta un
problema: si stoccherebbe un rifiuto violando la definizione di "messa in riserva" o "Deposito
preliminare" ai sensi della normativa rifiuti non invia effettivamente ad un'operazione di
recupero rifiuti o smaltimento rifiuti debitamente autorizzata (bisogna che l'impianto sia in
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146
grado di rilasciare il certificato di avvenuto smaltimento o recupero). Ne deriva che senza
preventivo trattamento meccanico tale quota di materiale non può essere immessa sul
mercato.
Le aziende della prima lavorazione immettono il 44% della biomassa disponibile, contro un
27% derivante dagli usi civici (tale valore sottostimato potrebbe realisticamente essere pari
al 40%); le aziende agricole un 8%.
Il quantitativo di biomassa offerto dalle imprese d’utilizzazione forestale rappresenta l’8%; la
catena di distribuzione e i piccoli commercianti immettono rispettivamente l’8% e il 2%.
Per comprendere appieno come la biomassa viene generata, è necessario tenere in
considerazione che essa, di fatto, ha origine da materia prima di produzione (taglio o
semilavorazione) sia locale che estera, come ha evidenziato la ricerca condotta dall’Ente
camerale sulla struttura della filiera foresta-legno in Trentino, fortemente dipendente da
approvvigionamenti di materia prima estera (sia tondame che, soprattutto, semilavorato).
Il quantitativo di biomassa legnosa viene generato da 939.961 tonnellate equivalenti di
legname proveniente per un 64% direttamente dai suoli forestali o agricoli provinciali e per
un 35% approvvigionato dall’estero.
La differenza tra i due valori (500mila tonnellate equivalenti) è rappresentata da prodotto
finito o semilavorato immesso sul mercato e naturalmente dal quantitativo di biomassa che
fuoriesce dalla matrice dei valori di input–ouput.
Il quantitativo esportato dalla provincia di Trento, stando ai dati emersi dall’incrocio delle
analisi condotte sui due fronti, ammonta a circa 71.000 tonn. stimate di cippato ed ulteriori
28.000 tonn. di materiale legnoso di scarto destinato alla lavorazioni derivate (pannellifici).
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3. Indicazioni relative alle principali tipologie d i biomasse in Trentino
Un’ulteriore valutazione dei dati raccolti dallo studio, in funzione del prodotto fornito e
consumato e non in funzione dei soggetti fornitori e consumatori, ragionando per quanto
possibile con valori aggregati, appare anch’esso significativo ai fini dell’analisi della filiera
foresta-legno–energia trentina.
I dati a disposizione sono trattati in ragione delle due principali tipologie di biomassa
rilevate: legna legna legna legna grezza grezza grezza grezza in ciocchiin ciocchiin ciocchiin ciocchi e cippatocippatocippatocippato.
Per ognuno delle tipologie l’analisi conclusiva riguarda i seguenti aspetti:
a) ruolo nella filiera foresta-legno-energia;
b) principali canali di approvvigionamento;
c) principali consumatori;
d) il trend;
e) il mercato.
3.1. Legna in ciocchi
a) Ruolo nella filiera foresta-legno-energia
In Trentino la legna da ardere (in pezzi/in ciocchi), usata in modo tradizionale, ha un ruolo
ancora largamente dominante, rappresentando poco più dell’ 81% del quantitativo di
biomassa rilevato in analisi della domanda. Occorre inoltre sottolineare il fatto che la legna
proveniente dall’uso civico esercitato su suolo pubblico e dall’autoproduzione forestale e
agricola rappresentano un volume equivalente a quasi il 70% dell’intera biomassa offerta in
Trentino.
Dal lato del consumo (prima e seconda casa), la domanda pari a 444.388 t (l’88% del
consumo totale) è costituita da legna ancora per il 91,8%. La produzione è diffusa
sull’intero territorio, coincidendo di fatto con il luogo di consumo.
b) I principali canali di approvvigionamento
I principali canali di approvvigionamento sono l’uso civico e l’autoproduzione ricavata da
boschi privati e dal settore agricolo; peraltro come più volte sottolineato il dato realmente
fornito appare, per svariate ragioni e soprattutto per l’autoproduzione da boschi privati
decisamente sottostimato. Una quota stimabile attorno al 30% del totale di legna grezza
proviene da aziende e commercianti (rivenditori) che si riforniscono anche sul mercato
extraprovinciale (per circa il 40% dell’offerta).
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c) I principali consumatori
Sono le prime case che richiedono circa 396.000 t di legna come combustibile, le seconde
case con 11.750 t e le pizzerie con 4812 t. Da sottolineare l’elevato grado di soddisfazione
espresso dagli utenti domestici, rispetto ad un sostanziale autoconsumo di tipo tradizionale,
che è percepito come economico e pratico; ad indicare una forte penetrazione del prodotto
e un utilizzo trasversale (quasi il 64% delle prime case e il 94% delle seconde case utilizza
legna da ardere).
d) Il trend
I consumi di legna in ciocchi appaiono sostanzialmente stazionari.
e) Il mercato e i prezzi
Esclusa la quota di legna autoprodotta che non genera un mercato, per quella quota messa
in vendita da aziende commerciali (rivenditori) emerge un mercato abbastanza diffuso e
consolidato sul territorio provinciale; per altri fornitori (imprese di utilizzazione, segherie)
invece si tratta di un’attività ancora marginale, ma in prospettiva interessante.
I prezzi indicati dai vari soggetti sono i seguenti:
Prezzi Min – Medio – Max 15 – 17- 19 Euro/mst al dettaglio
1a lavorazione (segherie) 9 – 11 – 13 Euro/mst all’ingrosso
Produttori di legna 8 - 10 – 12 Euro/q legna intera Commercianti 11 – 13 – 15 Euro/q al dettaglio
Tabella 62: valori rilevati nel 2008 in sede di analisi della filiera in Trentino
I prezzi delle segherie risultano inferiori perché si tratta di legna di conifere (sottoprodotto
delle lavorazioni), mentre produttori e commercianti trattano un prodotto destinato
specificamente ad un utilizzo come combustibile, trattando legna di latifoglie (faggio,
carpino).
3.2. Cippato
a) Ruolo nella filiera foresta-legno-energia
Dopo la legna grezza, è il secondo prodotto più diffuso nella filiera trentina, con una quota
sul totale consumato attorno al 6,5%. Il consumo principale è dato dagli impianti di
teleriscaldamento con circa 28.900 t annui al momento della rilevazione; prima e seconda
lavorazione utilizzano soprattutto sottoprodotti di lavorazione essendo che il cippato
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
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richiesto è pari a 2.300 t. circa; le utenze domestiche ne consumano solo 1.727 t. La
produzione è concentrata e coincide con la localizzazione (Val di Non e Val di Ledro) della
produzione di imballaggi.
b) I principali canali di approvvigionamento
Sono costituiti dalle imprese di prima lavorazione del legname (segherie). È vero che la
biomassa complessiva prodotta dalle segherie è pari a 189 mila tonnellate; ma di queste
solo il 41,3% (78.117 t) è costituito da cippato che rifornisce sia il mercato provinciale che
quello extraprovinciale.
Le imprese d’utilizzazione forestale sono il secondo fornitore (29.055 t); queste ricavano
cippato principalmente dalle utilizzazioni in boschi di proprietà pubblica.
c) I principali consumatori
Sono costituiti dalle centrali di teleriscaldamento presenti in Trentino, la cui domanda risulta
peraltro pari a un quarto dell’offerta (28.873 t); ancora marginale il consumo delle prime e
seconde case (con sistemi di riscaldamento di potenza compresa tra 15 e 550 KW). Appare
evidente che la forte disponibilità di prodotto trova, al momento della rilevazione, sbocchi
extra provinciali.
d) Il trend
Il consumo di cippato è considerato in espansione sia in relazione alla previsione di nuova
realizzazione di centrali di teleriscaldamento, sia per la diffusione di comportamenti
ecosostenibili, che per la modalità d’impiego che nel caso delle prime e seconde case fa
assimilare l’impianto ad uno di tipo convenzionale (metano, gpl, gasolio,…).
e) Il mercato e i prezzi
La produzione di cippato rappresenta per i principali fornitori (segherie e imprese di
utilizzazione), una produzione marginale rispetto ai rispettivi cicli di produzione; da qui la
mancanza di un mercato strutturato al riguardo. Ciò vale anche per i proprietari pubblici di
boschi, per i quali la produzione di cippato rispetto alla utilizzazione di legname da opera,
fatto salvo l’obbligo di assicurare il godimento dell’uso civico, rappresenta finora una fonte
di entrate ininfluente.
Tale considerazione non vale nei riguardi dei principali consumatori (centrali di
teleriscaldamento), la cui riluttanza nel consolidare il mercato locale (per tipi di contratto e
caratteristiche quindi tipiche dei rifornimenti) va attribuita al fatto che nei rispettivi obiettivi
aziendali è del tutto estraneo quello di valorizzare in primis le biomasse locali, sia che
provengano da imprese di trasformazione, sia che provengano da soprassuoli forestali,
ancorché gli stessi siano di proprietà degli stessi soggetti proprietari delle centrali di
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
150
teleriscaldamento (Comuni).
Tuttavia va valorizzata la disponibilità provinciale rispetto alla domanda in crescita,
favorendo le filiere corte e cercando di consolidare un mercato che appare ancora nelle sue
fasi iniziali.
I prezzi riscontrati sono i seguenti:
Prezzi Min – Medio – Max 12 – 13- 14 Euro/mst al dettaglio Imprese di utilizzazione e
segherie 7 – 8,75 – 10 Euro/mst all’ingrosso
Tabella 63: valori rilevati nel 2008 in sede di analisi della filiera in Trentino
4. CONCLUSIONI
4.1 Le caratteristiche della filiera foresta-legno- energia in Trentino
In Trentino l’autoproduzione di legna per uso civico limita la disponibilità di materia prima
locale da immettere sulla filiera, limitando la nascita di un mercato e di processi di
trasformazione economicamente sostenibili. Per lo stesso aspetto l’autoproduzione risulta
difficilmente modificabile, fortemente relazionata alle consuetudini, un esempio concreto e
stabile di sostenibilità.
Gli scambi di biomasse sono caratterizzati da un mercato piuttosto ampio e solo in alcuni
segmenti della filiera classificabili come sostenibili (distanza in un raggio inferiore ai 70 km);
in particolare nel settore della distribuzione commerciale di prodotti energetici (pellet) e
legna grezza da ardere, forte è la presenza di prodotti proveniente dall’estero (83%).
La criticità si riduce solo in parte considerando che tale merce venduta su paletta rientra nel
quadro della sostenibilità per l’ottimizzazione della gestione dei “ritorni a vuoto” delle
aziende di autotrasporto.
4.2 Le utilizzazioni forestali e gli usi civici
La quantità di biomasse attivate dal sistema delle proprietà pubbliche per gli usi civici,
dall’autoproduzione su suolo privato o dalle superfici agricole, rientra tra gli aspetti da
considerarsi più propriamente culturali e antropologici.
Difficile è ipotizzare che tali quantitativi possano essere, nel breve/medio periodo, dirottati,
se non in minima parte, verso impieghi di natura industriale. Anzi, nello specifico, si stima
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
151
ragionevolmente che il consumo domestico rimanga costante nel tempo, ovvero aumenti
nel caso in cui tecnologie di impiego combinato di varie tipologie di risorse energetiche,
rinnovabili e non, divenga economicamente ulteriormente più vantaggioso per impianti di
piccola dimensione.
I punti di forza della filiera, in questo specifico caso, sono le imprese di utilizzazione
forestale, in quanto:
� caratterizzate da una dotazione strutturale mediamente alta, dovuta ad ingenti
investimenti in macchinari di esbosco ad avanzata produttività;
� sono competitive ed in grado di attivare lavorazioni di biomassa su ampie superfici
forestali, anche fuori provincia;
In uno scenario - nemmeno troppo ipotetico - in cui il prezzo delle risorse non rinnovabili
(petrolio, gas) cresca oltre un certo limite, si potrebbero al contrario immaginare strategie di
gestione delle risorse rinnovabili da biomassa forestale tali da sovvertire un quadro
organizzativo basato sull’utilizzo comune delle risorse boschive.
In questa prospettiva è opportuno che:
� a beneficio dei gestori delle superfici forestali e delle imprese di utilizzazione siano
previsti incentivi alla produzione di cippato forestale, imponendo un vincolo di
destinazione alla materia prima ottenuta;
� le proprietà adeguino la loro pianificazione forestale e chiedano, per il principio della
sostenibilità ambientale, l’esbosco di tutto il materiale forestale;
� vengano in generale ridotti i costi di utilizzazione delle imprese boschive, mediante una
politica tesa a rendere maggiormente competitive le lavorazioni;
� venga attivata la proprietà privata non gestita.
4.3 Le centrali di teleriscaldamento
Il sistema di produzione di energia termica tramite centrali di teleriscaldamento a biomassa
è in fase di ulteriore incremento.
I dati elaborati nel presente studio rivelano un consumo di biomassa (cippato) pari a
28.873 tonn. equivalenti contro una disponibilità di materiale di quasi 3 volte superiore.
I margini di crescita dell’offerta di energia termica da risorsa rinnovabile è quindi ampliabile
fino ad oltre il doppio di quella disponibile ad oggi in provincia di Trento.
Si sottolineano tuttavia le seguenti criticità:
� le centrali di teleriscaldamento, all’oggi, sono ubicate senza un attenta valutazione
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
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della presenza di una filiera produttiva integrata, in grado di sostenere la produzione
energetica;
� nella filiera foresta-legno-energia, in particolare nel suo ultimo segmento produttivo,
esistono nette fratture tra le prima e la seconda lavorazione e tra la produzione e
l’impiego di risorse rinnovabili;
� devono essere meglio definite le regole del mercato, quali listino prezzi di riferimento e
sistemi di certificazione della qualità della materia prima (in termini di composizione
lignea, pezzatura, residui e grado di umidità).
� si è rilevata la mancanza di una figura/ente che si ponga a contatto tra l’offerta e la
domanda, ad aggregazione e gestione dei flussi tra le stesse.
4.4 Le caratteristiche del mercato delle biomasse
Gli scambi di biomasse in Trentino sono caratterizzati da un mercato piuttosto ampio e
“sostenibile” solo in alcuni segmenti della filiera (distanza tra luogo di produzione e utilizzo
della biomassa inferiore ai 70 km); in particolare nel settore della distribuzione commerciale
di prodotti energetici (pellet) e legna in ciocchi forte è la presenza di prodotti provenienti
dall’estero.
Le principali criticità rilevate sono:
o la forte quota di autoproduzione di legna per uso civico non attiva il mercato, non
sviluppa processi di trasformazione economicamente sostenibili e limita la
disponibilità di materia prima locale da immettere sulla filiera;
o la frammentazione delle proprietà si ripercuote analogamente sull’offerta; alla scarsa
attitudine alla valorizzazione legnosa dei proprietari pubblici, soprattutto
nell’organizzazione della vendita in piedi di assortimenti ad hoc per uso legna26, si
affianca lo scarso interesse economico-culturale dei molti proprietari boschivi privati,
nella realizzazione di vendite del proprio legname;
o la legna da ardere in ciocchi, venduta su paletta, rientra nei principi della sostenibilità
solo se inserita nel quadro dell’ottimizzazione della gestione dei “ritorni a vuoto” delle
aziende di autotrasporto;
o il cippato di segheria è dovuto attualmente, per la metà, da legname proveniente
26 Il Trentino meridionale è caratterizzato da boschi di faggio in conversione dove il prodotto principale è costituito da legna da ardere la buona organizzazione di vendita in piedi di tale bene aumenterebbe non poco l’offerta di legname locale.
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153
dall’estero e confluisce, visti i quantitativi assorbiti dalle centrali, necessariamente su
un mercato più ampio;
o mancano, nella filiera, forme consortili o attori che operino sulla biomassa legnosa
utilizzata per scopi energetici;
o manca un adeguata formazione in campo manageriale sulle dinamiche della filiera e
del mercato della biomassa.
In prospettiva il mercato sarà influenzato dai potenziali effetti distorsivi e/o evolutivi dati da:
� i “Piani energetici regionali” (con previsione di centrali di teleriscaldamento, non
adeguatamente supportate da un’analisi economico-tecnica di fattibilità);
� il riconoscimento economico dei crediti di carbonio;
� la possibile monetizzazione degli usi civici, su suolo pubblico o privato, in “quote
energia”, nel caso di uno sfruttamento con criteri di natura industriale delle biomasse
locali.
La forte dipendenza dai mercati esteri può essere contrastata con opportune manovre di
incentivazione e di informazione/formazione ai gestori di beni pubblici e privati volte a
politiche di aggregazione dell’offerta, di organizzazione e management delle vendite, azioni
che aiuterebbero non poco la creazione e il mantenimento di filiere corte e locali.
Il bilancio atteso nel medio periodo, secondo le considerazioni raccolte in fase di analisi
della domanda e dell’offerta potrebbe essere il seguente:
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PRIMA CASA IMPRESE D'UTILIZZAZIONE (1)
432.000 38.000
SECONDA CASA FORESTE PUBBLICHE E PRIVATE (2)
12.500 198.666
PIZZERIE AZIENDE AGRICOLE (3)
4.800 45.000
AZIENDE VARIE* PRIMA LAVORAZIONE (4)
20.000 190.000
TELERISCALDAMENTO'' SECONDA LAVORAZIONE (5)
50.000 3.500
PRIMA LAVORAZIONE CRM - CRZ (6)
7.000 6.500
SECONDA LAVORAZIONE LEGNA DA ARDERE (7)
4.600 10.700
PICCOLI COMMERCIANTI (8)
6.500
CATENA DI DISTRIBUZIONE* (9)
38.500
*
"
(1)
(2)
(3)
(4) (5)
(6)
(7) (8)
(9)
**
Tabella 64: stima sintetica sulla domanda attesa e offerta potenziale di biomassa legnosa destinata a scopi energetici in provincia di Trento nel medio periodo.
Incremento di mercato atteso pari al 20%. Valore dichiarato dagli intervistati.
Dati espressi in peso trasformando masse volumiche o steriche. Contenuto idrico pari al 40% e fattori orientativi di
conversione tra i più comuni assortimenti riportati in allegato alle norme austriache ONORM M7132 e M7133. Peso
espresso in tonnellate.
Stima prudenziale ottenuta dal valore medio calcolato dall'applicazione di una funzione logaritmica di secondo grado e
lineare, a descrizione dell'incremento di domanda reale rilevata. Il valore espresso non considera la reale messa in
esercizio di impianti di teleriscaldamento.
Elaborazione su un valore stimato e non indagato. Desunto in analisi dell'offerta reale rilevata e ottenuto dalla
sommatoria delle voci di biomassa destinate ad "aziende" in generale. Il valore non considera la parte destinata alle
aziende di trasformazione (pannellifici).
Ipotesi di parziale riutilizzo degli scarti legnosi raccolti nei CRM -CRZ (10%); Il dato considera uno scenario di riciclo in
crescita, come riscontrato in sede di analisi del comparto, ma una evidente difficoltà di riutilizzo.
Il dato produttivo rimane costante nonostante l'ncremento di mercato atteso pari al 10%, dichiarato dagli intervistati; per
contrazione del settore edile.
Ipotesi di totale riutilizzo degli scarti provenienti da reimpianto e riutilizzo degli scarti di potatura solo per un quinto
dell'effettivo rilevato. Si prevede uno scenario agricolo uguale a quello riscontrato in sede di analisi del comparto.
Quantitativo stimato applicando al valore dell'offerta rilevato (116.667 t eq.), un fattore correttivo pari a 1,7027; desunto
dal rapporto tra il quantitativo di biomassa di origine forestale adibito ad uso civico rilevato in domanda (146.320 t eq.) e
il quantitativo rilevato in offerta (85.933 t eq.).
146.320/85.933 = 1,7027
Incremento di mercato atteso pari al 10% come dichiarato dagli intervistati.
530.900 537.366Valori espressi in tonnellate**
DOMANDA STIMATA OFFERTA STIMATA
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BIBLIOGRAFIA Consorzio Vini del Trentino. 2005. “Superficie vitata ed Aziende viticole della provincia di Trento: risultati dell’indagine 2005”.
C.C.I.A.A. 2007. Indagine “Filiera Foresta – Legno in Provincia di Trento 2007”. Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Trento, Ufficio Prodotti. Dati non pubblicati
Enzo Mescalcin, Andrea Cristoforetti, Natascia Magagnotti, Silvia Silvestri, Raffaele Spinelli 2009. Utilizzo dei residui di potatura della vite a fini energetici. Fondazione Edmund Mach – Istituto Agrario di San Michele all’Adige
Giovannini G. 2004. Il comparto delle imprese boschive in Provincia Autonoma di Trento. Tesi in Scienze Forestali ed Ambientali. Relatore Cavalli R. Correlatore Bonfioli R. Dipartimento Territorio e sistemi agro-forestali, Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Padova, Legnaro
Lombardo S. 2008. Comunicazione personale. Provincia Autonoma di Trento, Dipartimento programmazione, ricerca e innovazione, Servizio Statistica
Merlo M., Codemo L., Cesaro L. 1989. Utilizzazioni forestali e prima trasformazione del legno. ANARF – MAF, Milano.
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P.A.T. 2006 a. CATI. Dati non pubblicati – Provincia Autonoma di Trento, Dipartimento programmazione, ricerca e innovazione, Servizio Statistica
P.A.T. 2006 b. Relazione annuale. Attività svolta nel corso dell’anno 2006. Provincia Autonoma di Trento, Dipartimento Risorse Forestali e Montane, Servizio Foreste e Fauna.
D.Lgs 152 del 3 aprile 2006 “norme in materia ambientale”
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Francescato V., Antonini E. e Zuccoli Bergomi L. 2009. Legna e cippato – manuale pratico. AIEL – Associazione Italiana Energie Agroforestali.
Pettenella D. M. e Giuliani F. 2002. La spesa pubblica nel settore forestale: un’analisi dell’esperienza della Provincia Autonoma di Trento (1975 – 1999). Quaderni del Dipartimento TESAF. Numero 74. Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Padova, Legnaro
Pettenella D. 2009. Le nuove sfide per il settore forestale – Mercato, energia, ambiente e politiche. Gruppo 2013, edizioni Tellus.
Pettenella D. 2010. Innovazioni, capitale sociale e networks nel settore forestale – presentazione in conferenza tenutasi a Trento il 15/10/2010.
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RIFERIMENTI LEGISLATIVI DPCM 8 marzo 2002: Disciplina delle caratteristiche merceologiche dei combustibili aventi rilevanza ai fini dell'inquinamento atmosferico, nonche' delle caratteristiche tecnologiche degli impianti di combustione. Allegato III;
D. Lgs Governo 387 del 29 Dicembre 2003: Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità;
D. Lgs 152 del 3 Aprile 2006: Norme in materia ambientale;
D. Lgs 22 del 5 Febbraio 1997 “Decreto Ronchi”: Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio. Abrogato dall'art. 264, c. 1, lett. i) del D. Lgs. 152 del 3 Aprile 2006
Art. 30 delle “prescrizioni di massima e di polizia forestale della P.a.t. in applicazione degli art. 8, 9, 10 del R.D. 3267/23;
LP 11 del 23 maggio 2007: Governo del territorio forestale e montano, dei corsi d'acqua e delle aree protette;
Istruzioni operative IOAS del Servizio Foreste e Fauna;
Norme austriache ONORM M7132 e M7133;
QUESTIONARI RELATIVI ALL’INDAGINE CONDOTTA
� Questionario per la definizione degli scarti provenienti dalle utilizzazioni forestali.
� Questionario: aziende di prima lavorazione, caratteristiche aziendali e stima dei cascami destinati a fini energetici.
� Questionario telefonico: aziende di seconda lavorazione, caratteristiche aziendali e stima dei cascami destinati a fini energetici.
� Questionario telefonico: offerta di biomassa legnosa da produttori di legna da ardere
� Questionario telefonico: offerta di biomassa legnosa da commercianti.
� Questionario telefonico: impiego di biomassa legnosa negli esercizi commerciali (pizzerie).
� Questionario centrali termiche di teleriscaldamento alimentate a biomassa legnosa.
� Questionario telefonico: impiego di biomassa legnosa in impianti di piccola taglia a servizio di utenze domestiche o plurifamiliari
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QuestionarioQuestionarioQuestionarioQuestionario per la definizione degli per la definizione degli per la definizione degli per la definizione degli scarti provenienti dalle scarti provenienti dalle scarti provenienti dalle scarti provenienti dalle utilizzazioni forestaliutilizzazioni forestaliutilizzazioni forestaliutilizzazioni forestali
Denominazione impresa d’utilizzazione: _________________________________________________ Sede: _________________________________________________________________________________ Persona di riferimento: _________________________________________________________________
1. DESCRIZIONE AZIENDALEDESCRIZIONE AZIENDALEDESCRIZIONE AZIENDALEDESCRIZIONE AZIENDALE
1.1 Esercita attività di recuperEsercita attività di recuperEsercita attività di recuperEsercita attività di recupero di ramaglia/cimali/ceppaieo di ramaglia/cimali/ceppaieo di ramaglia/cimali/ceppaieo di ramaglia/cimali/ceppaie:::: S __ N __
Esercita altre attività_______________________________________________________
1.2 Il recupero di ramaglia/cimali/ceppaie ha origine:Il recupero di ramaglia/cimali/ceppaie ha origine:Il recupero di ramaglia/cimali/ceppaie ha origine:Il recupero di ramaglia/cimali/ceppaie ha origine:
Esercizio dell’attivitàEsercizio dell’attivitàEsercizio dell’attivitàEsercizio dell’attività QuantitàQuantitàQuantitàQuantità
DirettaDirettaDirettaDiretta Conto terziConto terziConto terziConto terzi
FORESTALE
AGRICOLA
RIPULITURA ALVEI
ALTRO_____________________
Note:_____________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________
1.3 Stima dell’impegno aziendale nell’eserStima dell’impegno aziendale nell’eserStima dell’impegno aziendale nell’eserStima dell’impegno aziendale nell’esercizio del recupero della ramaglia/cimali/ceppaie cizio del recupero della ramaglia/cimali/ceppaie cizio del recupero della ramaglia/cimali/ceppaie cizio del recupero della ramaglia/cimali/ceppaie (stima (stima (stima (stima dell’intervistato coadiuvato dall’operatore)dell’intervistato coadiuvato dall’operatore)dell’intervistato coadiuvato dall’operatore)dell’intervistato coadiuvato dall’operatore)::::
□ temporale ______% (giorni dedicati al recupero della ramaglia rispetto al totale delle ore lavorate in un anno)
□ risorse umane ______% (numero di uomini/giorno dedicati alle operazioni di recupero della ramaglia rispetto al totale delle ore lavorate in un anno)
□ mezzi impiegati ______% (ore d’esercizio del mezzo dedicate alle operazioni di recupero della ramaglia rispetto al totale delle ore lavorate in un anno)
Note:____________________________________________________________________
1.4 Indichi perché vi è disponibilità di materiale (ramaglia/cimali/ceppaie) o perché lo lavora Indichi perché vi è disponibilità di materiale (ramaglia/cimali/ceppaie) o perché lo lavora Indichi perché vi è disponibilità di materiale (ramaglia/cimali/ceppaie) o perché lo lavora Indichi perché vi è disponibilità di materiale (ramaglia/cimali/ceppaie) o perché lo lavora ((((indicare la priorità data e l’importanza attribuita alla sceltaindicare la priorità data e l’importanza attribuita alla sceltaindicare la priorità data e l’importanza attribuita alla sceltaindicare la priorità data e l’importanza attribuita alla scelta))))::::
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□ obbligo di asportazione del materiale legnoso impartito dal proprietario forestale (es:
ripristini ambientali, pulizie di pascoli, bonifiche,…)__-____%
□ economicità riconosciuta dal proprietario forestale all’utilizzo degli scarti legnosi
(provenienti da utilizzazioni ordinarie o da recuperi ambientali)__-____% □ obbligo di asportazione del materiale legnoso impartito dall’assegno forestale (es: ripristini
ambientali, pulizie di pascoli, bonifiche,…)__-____%
□ contratto di subappalto nei confronti di un’impresa d’utilizzazione forestale__-____%
□ valorizzazione di materiale disponibile all’imposto__-____%
□ richiesta di materiale legnoso inoltrato dall’acquirente__-____%
□ altro__-____%
1.5 Effettua un’analisi preventiva sul lotto in base a Effettua un’analisi preventiva sul lotto in base a Effettua un’analisi preventiva sul lotto in base a Effettua un’analisi preventiva sul lotto in base a ((((indicare la prioindicare la prioindicare la prioindicare la priorità data e l’importanza attribuita rità data e l’importanza attribuita rità data e l’importanza attribuita rità data e l’importanza attribuita
alla sceltaalla sceltaalla sceltaalla scelta))))::::
□ verbale d’assegno e alla disponibilità di materiale potenzialmente ritraibile (scarti
d’utilizzazione consuetudinari)__-____% □ verbale d’assegno e alla disponibilità di piante morte/deperienti
□ __-____% □ soli lotti derivanti da utilizzazioni con gru a cavo
□ secondo il sistema Full Tree System FTS (esbosco a pianta intera)_-____% □ secondo il sistema intermedio Short Wood System SWS-FTS (esbosco di piante parzialmente
allestite sul letto di caduta)__-____%
□ analisi sull’accessibilità del cantiere d’utilizzazione forestale__-____%
□ un volume minimo disponibile__-____%
□ no, considero tutti i lotti__-____% NOTE:______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
2. LOGISTICA DI CANTIERELOGISTICA DI CANTIERELOGISTICA DI CANTIERELOGISTICA DI CANTIERE
2.1Effettua un’analisi sui costi d’accantieramento considerando Effettua un’analisi sui costi d’accantieramento considerando Effettua un’analisi sui costi d’accantieramento considerando Effettua un’analisi sui costi d’accantieramento considerando (indichi l’ordine utilizzato nella (indichi l’ordine utilizzato nella (indichi l’ordine utilizzato nella (indichi l’ordine utilizzato nella scelta)scelta)scelta)scelta)
□ lo sviluppo e le caratteristiche costruttive della viabilità d’accesso____ □ la facilità d’accantieramento del punto d’esbosco____ □ distanza dal punto di conferimento____ □ capacità dell’imposto____ □ il volume di materiale disponibile____
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
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□ non effettua alcuna valutazione in merito____
2.2 Viene separato il tondame di scarto dalla ramaglia?Viene separato il tondame di scarto dalla ramaglia?Viene separato il tondame di scarto dalla ramaglia?Viene separato il tondame di scarto dalla ramaglia?
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
2.3 Il materiale di scarto vIl materiale di scarto vIl materiale di scarto vIl materiale di scarto viene completamenteiene completamenteiene completamenteiene completamente recuperato? recuperato? recuperato? recuperato? O viene in qualche modo lavorato e O viene in qualche modo lavorato e O viene in qualche modo lavorato e O viene in qualche modo lavorato e rilascrilascrilascrilasciato in bosco iato in bosco iato in bosco iato in bosco (perché preleva solo la parte selezionata e il resto lo rilascia in bosco(perché preleva solo la parte selezionata e il resto lo rilascia in bosco(perché preleva solo la parte selezionata e il resto lo rilascia in bosco(perché preleva solo la parte selezionata e il resto lo rilascia in bosco intero o intero o intero o intero o previapreviapreviaprevia cippatura)cippatura)cippatura)cippatura)
____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________
2.4 In che modo viene recuperato?In che modo viene recuperato?In che modo viene recuperato?In che modo viene recuperato?
□ Caricato sfuso su camion o altri mezzi di trasporto □ Verso piazzali forestali/ordinari maggiormente accessibili___ □ Verso piazzali aziendali ___ □ Verso i piazzali di deposito presenti presso il cliente___ □ Cippato sul posto e caricato su camion o su altri mezzi di trasporto □ Verso piazzali aziendali___ □ Verso i piazzali di deposito presenti presso il cliente___ □ Utilizzo di macchina imballatrice delle ramaglie e caricato su camion o altri mezzi di
trasporto □ Verso piazzali forestali/ordinari maggiormente accessibili___ □ Verso piazzali aziendali___ □ Verso i piazzali di deposito presenti presso il cliente___
□ e dove viene destinato?e dove viene destinato?e dove viene destinato?e dove viene destinato? □ Industria del pannello_________% □ Venduto come biomassa intera a fini energetici : □ A centrali di teleriscaldamento_________% □ A privati_________% □ Venduto come biomassa cippata a fini energetici: □ A centrali di teleriscaldamento_________% □ A privati_________% □ Destinato come legna da ardere ai censiti_________% □ Altro?
____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
2.5 Verifica problematiche nel conferimento:Verifica problematiche nel conferimento:Verifica problematiche nel conferimento:Verifica problematiche nel conferimento:
□ in ordine alla qualità merceologica (umidità, pezzatura, sporcizia,…)___
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160
□ in ordine alla logistica nella consegna ( costo, trasporto, sfasamento temporale della consegna,…)___
□ non verifica problematiche___
2.6 Quantitativo di materiale lavorato in un anno:Quantitativo di materiale lavorato in un anno:Quantitativo di materiale lavorato in un anno:Quantitativo di materiale lavorato in un anno:
□ media degli ultimi 5 anni (se attività esercitata da meno tempo indicare periodo di riferimento)__________ mc - mst – qli
□ previsione di mercato nei prossimi 5 anni: STABILE ___ □ CRESCITA del ____% - CONTRAZIONE del ____%
2.7 Indichi la percentuale di cippato ritraibile in riferimento a Indichi la percentuale di cippato ritraibile in riferimento a Indichi la percentuale di cippato ritraibile in riferimento a Indichi la percentuale di cippato ritraibile in riferimento a ((((se possibile rilevare tale info sul se possibile rilevare tale info sul se possibile rilevare tale info sul se possibile rilevare tale info sul singolo lotto o lavoro)singolo lotto o lavoro)singolo lotto o lavoro)singolo lotto o lavoro)::::
□ metri cubi tariffari:__________________________________________________________ □ metri cubi uso commercio:__________________________________________________ □ metri steri di ramaglia/cimali/ceppaie presenti sul piazzale:___________________ □ __________________________________________________________________________ □ Superficie dell’intervento:___________________________________________________
2.8 Il contratto verso l’ente/ditta appaltatrice ha valenza:Il contratto verso l’ente/ditta appaltatrice ha valenza:Il contratto verso l’ente/ditta appaltatrice ha valenza:Il contratto verso l’ente/ditta appaltatrice ha valenza:
sul singolo lotto ___ mensile ___ stagionale ___ annuale ___ Note:_____________________________________________________________________________
2.9 Natura contrattuale della prestazione:Natura contrattuale della prestazione:Natura contrattuale della prestazione:Natura contrattuale della prestazione:
□ Il proprietario/ditta stipula un contratto per la cessione gratuita del bene S__ Se NOSe NOSe NOSe NO □ Indichi il valore medio che Lei versa al proprietario forestale/ditta per l’acquisto del
bene:_____________________________________________________________ □ Indichi il valore medio che il proprietario forestale/ditta versa a Lei per l’asportazione del
bene:_________________________________________________________ □ Altro:______________________________________________________________________
2.10 Indichi il valore medio di vendita del materiale:Indichi il valore medio di vendita del materiale:Indichi il valore medio di vendita del materiale:Indichi il valore medio di vendita del materiale:
TIPOLOGIA MERCEOLOGTIPOLOGIA MERCEOLOGTIPOLOGIA MERCEOLOGTIPOLOGIA MERCEOLOGICAICAICAICA FRESCOFRESCOFRESCOFRESCO SECCOSECCOSECCOSECCO
MATERIALE INTERO MATERIALE CIPPATO ALTRO
Note:_____________________________________________________________________________
2.11Eventuali parametri qualitativi adottatiEventuali parametri qualitativi adottatiEventuali parametri qualitativi adottatiEventuali parametri qualitativi adottati per la definizione delle caratteristiche della biomassa per la definizione delle caratteristiche della biomassa per la definizione delle caratteristiche della biomassa per la definizione delle caratteristiche della biomassa cocococonferita:nferita:nferita:nferita:
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161
• Cippato
PARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVI
IMPIEGIMPIEGIMPIEGIMPIEGOOOOSI/NOSI/NOSI/NOSI/NO
U.M.U.M.U.M.U.M.
VALOREVALOREVALOREVALORE
CONTENUTO IDRICO PEZZATURA
CONTENUTO DI CORTECCIA CONTAMINAZIONE CON TERRA E PIETRE PRESENZA DI MATERIALE VERDE C
ENER
I
ESSENZA LEGNOSA ALTRO
• Legno intero
PARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVI
IMPIEGIMPIEGIMPIEGIMPIEGOOOOSI/NOSI/NOSI/NOSI/NO
U.M.U.M.U.M.U.M.
VALOREVALOREVALOREVALORE
CONTENUTO IDRICO PEZZATURA
CONTENUTO DI CORTECCIA CONTAMINAZIONE CON TERRA E PIETRE PRESENZA DI MATERIALE VERDE C
ENER
I
ESSENZA LEGNOSA ALTRO
2.12 Sarebbe interessato ad un listino prezzi di riferimento per prodotti destinati a scopi Sarebbe interessato ad un listino prezzi di riferimento per prodotti destinati a scopi Sarebbe interessato ad un listino prezzi di riferimento per prodotti destinati a scopi Sarebbe interessato ad un listino prezzi di riferimento per prodotti destinati a scopi energetici?energetici?energetici?energetici?
Sì � No �
Note:_____________________________________________________________________________
Questionario:Questionario:Questionario:Questionario: aziende di prima lavorazione, c aziende di prima lavorazione, c aziende di prima lavorazione, c aziende di prima lavorazione, caratteristiche aratteristiche aratteristiche aratteristiche aziendali e stima dei cascami destinati a fini energeticiaziendali e stima dei cascami destinati a fini energeticiaziendali e stima dei cascami destinati a fini energeticiaziendali e stima dei cascami destinati a fini energetici....
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162
Denominazione:_________________________________________________________ Comune:_______________________________________________________________ Forma giuridica:_______________________________________________________________ Persona di riferimento:______________________________________________________________
3.CARATTERISTICHE DELL’AZIENDACARATTERISTICHE DELL’AZIENDACARATTERISTICHE DELL’AZIENDACARATTERISTICHE DELL’AZIENDA
1.6 Attività prevalente: Attività prevalente: Attività prevalente: Attività prevalente: ���� Segheria ���� Imballaggi ���� Altro
1.7Addetti (a fine 2008)Addetti (a fine 2008)Addetti (a fine 2008)Addetti (a fine 2008)
StruttuStruttuStruttuStruttura dell’occupazionera dell’occupazionera dell’occupazionera dell’occupazione FISSIFISSIFISSIFISSI STAGIONALISTAGIONALISTAGIONALISTAGIONALI ADDETTI Titolari, contitolari Familiari collaboratori DIPENDENTI Dirigenti Impiegati Operai Apprendisti Altri collaboratori TOTALE:
1.8 Produzione reale e produzione potenzialeProduzione reale e produzione potenzialeProduzione reale e produzione potenzialeProduzione reale e produzione potenziale
Indicare la variazione % di lavorazione potenziale per il prossimo quinquennio _____________%
10.INPUT AZIENDALIINPUT AZIENDALIINPUT AZIENDALIINPUT AZIENDALI
2.1 Quantità di tondame acquistato (indicare UM: mc; mst; q.li; altro…)Quantità di tondame acquistato (indicare UM: mc; mst; q.li; altro…)Quantità di tondame acquistato (indicare UM: mc; mst; q.li; altro…)Quantità di tondame acquistato (indicare UM: mc; mst; q.li; altro…)
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
2.2 Quantità di tondame Quantità di tondame Quantità di tondame Quantità di tondame lavorato per conto terzi (indicare UM: mc; mst; q.li; altro…)lavorato per conto terzi (indicare UM: mc; mst; q.li; altro…)lavorato per conto terzi (indicare UM: mc; mst; q.li; altro…)lavorato per conto terzi (indicare UM: mc; mst; q.li; altro…)
_____________________________________________________________________
2.3 Quantità di semilavorato acquistato (indicare UM: mc; mst; q.li; altro…)Quantità di semilavorato acquistato (indicare UM: mc; mst; q.li; altro…)Quantità di semilavorato acquistato (indicare UM: mc; mst; q.li; altro…)Quantità di semilavorato acquistato (indicare UM: mc; mst; q.li; altro…) _____________________________________________________________________
2.4 Quantità di biomassa acquistata (indicare UM: mc; mst; q.li; bancali; altro…)Quantità di biomassa acquistata (indicare UM: mc; mst; q.li; bancali; altro…)Quantità di biomassa acquistata (indicare UM: mc; mst; q.li; bancali; altro…)Quantità di biomassa acquistata (indicare UM: mc; mst; q.li; bancali; altro…)
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PROVENIENZAPROVENIENZAPROVENIENZAPROVENIENZA Conifera Conifera Conifera Conifera LatifogliaLatifogliaLatifogliaLatifoglia LOCALE
TRENTINO ITALIA
EUROPA
11.OUTPUT AZIENDALIOUTPUT AZIENDALIOUTPUT AZIENDALIOUTPUT AZIENDALI
3.1Produzione di corteccia:Produzione di corteccia:Produzione di corteccia:Produzione di corteccia:
� Volume prodotto per periodo (mc, mst, q.li)__________________________ � Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio
□ piazzale aperto □ tettoia □ locale chiuso □ frequenza di
svuotamenti_____________________________________ � Destinazione della corteccia
□ privato� _________% □ azienda� __________% □ centrale a biomassa� __________% □ riutilizzo aziendale� ____% per__________________________ □ smaltimento� __________%
� Modalità di cessione del prodotto □ gratuita per_______% del totale □ vendita a_______€/____ □ smaltimento a_______€/____
Note:_____________________________________________________ � Produzione media riferita al tondame (mst/mc, q.li/mc,…)________________
3.2 Produzione di cippato:Produzione di cippato:Produzione di cippato:Produzione di cippato:
� Volume prodotto per periodo (mst, mc, q.li,…)________________________ � Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio
□ piazzale aperto □ tettoia □ locale chiuso
� frequenza di svuotamenti_____________________________________ � Destinazione del cippato
□ Privato ___________% □ azienda___________% □ centrale a biomassa___________% □ riutilizzo aziendale____% per____________________________
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164
□ smaltimento___________% � Modalità di cessione del prodotto
□ gratuita per_______% del totale □ vendita a_______€/____ □ smaltimento a_______€/____
Note:_____________________________________________________ _________
� Produzione media riferita al tondame (mst/mc, q.li/mc,…)_________________ � Produzione media riferita ai semilavorati (mst/mc, q.li/mc,…)______________
3.3 Produzione di segatura:Produzione di segatura:Produzione di segatura:Produzione di segatura:
� Volume prodotto per periodo (mst, mc, q.li,…)__________________ � Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio
□ silos □ tettoia □ locale chiuso
� frequenza di svuotamenti____________________________________ □ privato___________% □ azienda di trasformazione___________% □ azienda___________% □ centrale a biomassa___________% □ riutilizzo aziendale____% per____________________________ □ smaltimento___________%
� Modalità di cessione del prodotto □ gratuita per _______% del totale □ vendita a_______€/____ □ smaltimento a_______€/____
Note:__________________________________________________ __________________
� Produzione media riferita al tondame (mst/mc, q.li/mc,…)_________________
� Produzione media riferita ai semilavorati (mst/mc, q.li/mc,…)______________
3.4 Produzione di sciaveri/refili:Produzione di sciaveri/refili:Produzione di sciaveri/refili:Produzione di sciaveri/refili:
� Volume prodotto per periodo (mst, mc, q.li,…)____________________ � Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio
□ piazzale aperto □ tettoia □ locale chiuso frequenza di svuotamenti____________________________________
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� Destinazione degli sciaveri
□ privato___________% □ centrale a biomassa___________% □ azienda___________% □ riutilizzo aziendale____% per____________________________ □ smaltimento___________%
� Modalità di cessione del prodotto □ gratuita per_______% del totale □ vendita a_______€/____ □ smaltimento a_______€/____
Note:_________________________________________________ � Produzione media riferita al tondame (mst/mc,
q.li/mc,…)_________________ � Produzione media riferita ai semilavorati (mst/mc,
q.li/mc,…)______________
3.5 Produzione di trucioli:Produzione di trucioli:Produzione di trucioli:Produzione di trucioli:
� Volume prodotto per periodo (mst, mc, q.li,…)____________________ � Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio
□ piazzale aperto □ tettoia □ locale chiuso frequenza di svuotamenti___________________________________
� Destinazione dei trucioli □ privato___________% □ centrale a biomassa___________% □ azienda___________% □ riutilizzo aziendale____% per____________________________ □ smaltimento___________%
� Modalità di cessione del prodotto □ gratuita per_______% del totale □ vendita a_______€/____ □ smaltimento a_______€/____
Note:_____________________________________________________ � Produzione media riferita al tondame (mst/mc,
q.li/mc,…)_________________ � Produzione media riferita ai semilavorati (mst/mc,
q.li/mc,…)______________
3.6 Produzione di legna da ardere:Produzione di legna da ardere:Produzione di legna da ardere:Produzione di legna da ardere:
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� Volume prodotto per periodo (mst, mc, q.li,…)____________________ � Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio
□ piazzale aperto □ tettoia □ locale chiuso frequenza di svuotamenti___________________________________
� Destinazione della legna da ardere □ privato___________% □ centrale a biomassa___________% □ azienda___________% □ riutilizzo aziendale____% per____________________________ □ smaltimento___________%
� Modalità di cessione del prodotto
□ gratuita per_______% del totale □ vendita a_______€/____ □ smaltimento a_______€/____
Note:_____________________________________________________ � Produzione media riferita al tondame (mst/mc,
q.li/mc,…)_________________ � Produzione media riferita ai semilavorati (mst/mc,
q.li/mc,…)______________
3.7Produzione di pellets:Produzione di pellets:Produzione di pellets:Produzione di pellets:
� Volume prodotto per periodo (mst, mc, q.li,…)____________________ � Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio
□ piazzale aperto □ tettoia □ locale chiuso frequenza di svuotamenti___________________________________
� Destinazione della legna da ardere □ privato___________% □ centrale a biomassa___________% □ azienda___________% □ riutilizzo aziendale____% per____________________________ □ smaltimento___________%
� Modalità di cessione del prodotto
□ gratuita per_______% del totale □ vendita a_______€/____ □ smaltimento a_______€/____
Note:_____________________________________________________
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167
� Produzione media riferita al tondame (mst/mc, q.li/mc,…)_________________
� Produzione media riferita ai semilavorati (mst/mc, q.li/mc,…)______________
3.8 Produzione diProduzione diProduzione diProduzione di briquettes: briquettes: briquettes: briquettes:
� Volume prodotto per periodo (mst, mc, q.li,…)____________________ � Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio
□ piazzale aperto □ tettoia □ locale chiuso frequenza di svuotamenti___________________________________
� Destinazione della legna da ardere □ privato___________% □ centrale a biomassa___________% □ azienda___________% □ riutilizzo aziendale____% per____________________________ □ smaltimento___________%
� Modalità di cessione del prodotto
□ gratuita per_______% del totale □ vendita a_______€/____ □ smaltimento a_______€/____
Note:_____________________________________________________ � Produzione media riferita al tondame (mst/mc,
q.li/mc,…)_________________ � Produzione media riferita ai semilavorati (mst/mc,
q.li/mc,…)______________
3.9 Quantità e categoria merceologica di materiale legnoso utilizzata per finalità energetiche di Quantità e categoria merceologica di materiale legnoso utilizzata per finalità energetiche di Quantità e categoria merceologica di materiale legnoso utilizzata per finalità energetiche di Quantità e categoria merceologica di materiale legnoso utilizzata per finalità energetiche di autoconsumoautoconsumoautoconsumoautoconsumo
CATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICA QUANTITA’QUANTITA’QUANTITA’QUANTITA’ (indicare unità misura) (indicare unità misura) (indicare unità misura) (indicare unità misura) CORTECCIACORTECCIACORTECCIACORTECCIA
CIPPATOCIPPATOCIPPATOCIPPATO
SEGATURASEGATURASEGATURASEGATURA
SCIAVERI/REFILISCIAVERI/REFILISCIAVERI/REFILISCIAVERI/REFILI
TRUCIOTRUCIOTRUCIOTRUCIOLILILILI
LEGNA ARDERELEGNA ARDERELEGNA ARDERELEGNA ARDERE
PELLETSPELLETSPELLETSPELLETS
BRIQUETTESBRIQUETTESBRIQUETTESBRIQUETTES
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Indicare la potenza della centrale termica installata:_______________kW Indicare il periodo d’utilizzo della centrale termica:________________
3.10 Parametri descrittivi la tipologia del contratto di vendita (inserParametri descrittivi la tipologia del contratto di vendita (inserParametri descrittivi la tipologia del contratto di vendita (inserParametri descrittivi la tipologia del contratto di vendita (inserire % o quantità dei volumi ire % o quantità dei volumi ire % o quantità dei volumi ire % o quantità dei volumi posti in vendita):posti in vendita):posti in vendita):posti in vendita):
FORMA FORMA FORMA FORMA PARTE PARTE PARTE PARTE CATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICA (Indicare i primi tre acquirenti in ordine OCC.OCC.OCC.OCC. ANN.ANN.ANN.ANN. % o quantità% o quantità% o quantità% o quantità VENDITA DI CORTECCIAVENDITA DI CORTECCIAVENDITA DI CORTECCIAVENDITA DI CORTECCIA Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ VENDITA DI CIPPATOVENDITA DI CIPPATOVENDITA DI CIPPATOVENDITA DI CIPPATO Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ Acquirente_________________________
FORMA FORMA FORMA FORMA PARTE PARTE PARTE PARTE CATECATECATECATEGORIA MERCEOLOGICAGORIA MERCEOLOGICAGORIA MERCEOLOGICAGORIA MERCEOLOGICA (Indicare i primi tre acquirenti in ordine OCC.OCC.OCC.OCC. ANN.ANN.ANN.ANN. % o quantità% o quantità% o quantità% o quantità VENDITA DI SEGATURAVENDITA DI SEGATURAVENDITA DI SEGATURAVENDITA DI SEGATURA Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ VENDITA DI SCIAVERI/REFILIVENDITA DI SCIAVERI/REFILIVENDITA DI SCIAVERI/REFILIVENDITA DI SCIAVERI/REFILI Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ VENDITA DI TRUCIOLIVENDITA DI TRUCIOLIVENDITA DI TRUCIOLIVENDITA DI TRUCIOLI Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ VENDITA DI LEGNA DA ARDEREVENDITA DI LEGNA DA ARDEREVENDITA DI LEGNA DA ARDEREVENDITA DI LEGNA DA ARDERE Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ VENDITA DVENDITA DVENDITA DVENDITA DI PELLETSI PELLETSI PELLETSI PELLETS Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ VENDITA DI BRIQUETTESVENDITA DI BRIQUETTESVENDITA DI BRIQUETTESVENDITA DI BRIQUETTES Acquirente_________________________ Acquirente_________________________ Acquirente_________________________
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3.11Modalità di definizione del prezzo di vendita (barrare casella):Modalità di definizione del prezzo di vendita (barrare casella):Modalità di definizione del prezzo di vendita (barrare casella):Modalità di definizione del prezzo di vendita (barrare casella):
CATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICA CIPPATOCIPPATOCIPPATOCIPPATO CORTECCIACORTECCIACORTECCIACORTECCIA
DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE ACQUIRENTEACQUIRENTEACQUIRENTEACQUIRENTE FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO
IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC.
VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE PERIODO PERIODO PERIODO PERIODO QUALITA'QUALITA'QUALITA'QUALITA'
FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC.
VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE PERIODO PERIODO PERIODO PERIODO QUALITA'QUALITA'QUALITA'QUALITA'
CONTRATTO 1 CONTRATTO 2 CONTRATTO 3
SEGATURASEGATURASEGATURASEGATURA SCIAVERI/REFILISCIAVERI/REFILISCIAVERI/REFILISCIAVERI/REFILI
DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE
ACQUIRENTEACQUIRENTEACQUIRENTEACQUIRENTE FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC.
VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE PERIODO PERIODO PERIODO PERIODO QUALITA'QUALITA'QUALITA'QUALITA'
FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC.
VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE PERIODO PERIODO PERIODO PERIODO QUALITA'QUALITA'QUALITA'QUALITA'
CONTRATTO 1 CONTRATTO 2 CONTRATTO 3
TRUCIOLITRUCIOLITRUCIOLITRUCIOLI LEGNA ARDERELEGNA ARDERELEGNA ARDERELEGNA ARDERE
DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE
ACQUIRENTEACQUIRENTEACQUIRENTEACQUIRENTE FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC.
VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE PERIODO PERIODO PERIODO PERIODO QUALITA'QUALITA'QUALITA'QUALITA'
FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC.
VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE PERIODO PERIODO PERIODO PERIODO QUALITA'QUALITA'QUALITA'QUALITA'
CONTRATTO 1 CONTRATTO 2 CONTRATTO 3
PELLETSPELLETSPELLETSPELLETS BRIQUETTESBRIQUETTESBRIQUETTESBRIQUETTES
DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE ACQUIRENTACQUIRENTACQUIRENTACQUIRENTEEEE
FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC.
VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE PERIODO PERIODO PERIODO PERIODO QUALITA'QUALITA'QUALITA'QUALITA'
FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC.
VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE PERIODO PERIODO PERIODO PERIODO QUALITA'QUALITA'QUALITA'QUALITA'
CONTRATTO 1 CONTRATTO 2 CONTRATTO 3 * mantenere la nomenclatura dell’acquirente adottata al par. 3.7.* mantenere la nomenclatura dell’acquirente adottata al par. 3.7.* mantenere la nomenclatura dell’acquirente adottata al par. 3.7.* mantenere la nomenclatura dell’acquirente adottata al par. 3.7. * Se esistono altre f* Se esistono altre f* Se esistono altre f* Se esistono altre forme contrattuali diverse dalle precedenti specificare di seguito:orme contrattuali diverse dalle precedenti specificare di seguito:orme contrattuali diverse dalle precedenti specificare di seguito:orme contrattuali diverse dalle precedenti specificare di seguito:
________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
3.12 Adotta parametri qualitativi per la definizAdotta parametri qualitativi per la definizAdotta parametri qualitativi per la definizAdotta parametri qualitativi per la definizione delle caratteristiche della biomassa venduta:ione delle caratteristiche della biomassa venduta:ione delle caratteristiche della biomassa venduta:ione delle caratteristiche della biomassa venduta:
Corteccia Sì � No � quali______________________________ Cippato Sì � No � quali______________________________ Segatura Sì � No � quali______________________________ Sciaveri/refili Sì � No � quali______________________________ Trucioli Sì � No � quali______________________________
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Legna da ardere Sì � No � quali______________________________ Pellets Sì � No � quali______________________________ Briquettes Sì � No � quali______________________________
Effettua certificazione di prodotto? Sì � No � Effettua certificazione di processo? Sì � No � In caso di risposta affermativa si evidenzi la tipologia di garanzia adottata:
□ Dichiarazione di conformità (autocertificazione) □ Attestazione di conformità □ Certificazione di III livello PEFC □ FSC □ ISO 9000 □ ISO 14000
3.13 Sarebbe interessato ad un listino prezzi di riferimento per prodotti destinati a scopi energetici? Sì � No �
Data________________________Timbro e firma__________________________
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Questionario telefonico:Questionario telefonico:Questionario telefonico:Questionario telefonico: aziende di seconda lavo aziende di seconda lavo aziende di seconda lavo aziende di seconda lavorazione, razione, razione, razione, caratteristiche aziendali e stima dei cascami destinati a fini caratteristiche aziendali e stima dei cascami destinati a fini caratteristiche aziendali e stima dei cascami destinati a fini caratteristiche aziendali e stima dei cascami destinati a fini energetici.energetici.energetici.energetici.
Denominazione:_________________________________________________________ Comune:_______________________________________________________________ Forma giuridica:_________________________________________________________ Azienda produttrice di:____________________________________________________ Persona di riferimento:____________________________________________________
1.1.1.1.CARATTERISTICHE DELL’AZIENDACARATTERISTICHE DELL’AZIENDACARATTERISTICHE DELL’AZIENDACARATTERISTICHE DELL’AZIENDA
1.1 Anno di entrata in eserciAnno di entrata in eserciAnno di entrata in eserciAnno di entrata in esercizio:______zio:______zio:______zio:______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ 1.2 Organico (Organico (Organico (Organico (media ultimi 2 annimedia ultimi 2 annimedia ultimi 2 annimedia ultimi 2 anni):):):): titolare_____soci_____addetti_____amministrativi_____ 1.3 Impegno temporale dedicato all’attività (Impegno temporale dedicato all’attività (Impegno temporale dedicato all’attività (Impegno temporale dedicato all’attività (media ultimi 2 annimedia ultimi 2 annimedia ultimi 2 annimedia ultimi 2 anni))))
FISSO
n°
STAGIONALE
N° media gg
Titolare Socio/i Addetto/i Impiegato/i
1.4 Produzione reale e produzione potenzialeProduzione reale e produzione potenzialeProduzione reale e produzione potenzialeProduzione reale e produzione potenziale
Indicare l’incremento o il decremento di lavorazione potenziale per il prossimo quinquennio__________________%
2.INPUT AZIENDALIINPUT AZIENDALIINPUT AZIENDALIINPUT AZIENDALI
2.13 TondameTondameTondameTondame
TIPOTIPOTIPOTIPOLOGIALOGIALOGIALOGIA
ACQUISTATOACQUISTATOACQUISTATOACQUISTATO indicare U.M.:
mc, mst, q.li, altro…
LAVORATOLAVORATOLAVORATOLAVORATO indicare U.M.:
mc, mst, q.li, altro…
PROVENIENZAPROVENIENZAPROVENIENZAPROVENIENZA Indicare % e origine secondo la dicitura:
locale, Trentino, Italia, Europa, extra
europeo
2.14 SemilavoratoSemilavoratoSemilavoratoSemilavorato
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
172
TIPOLOGIATIPOLOGIATIPOLOGIATIPOLOGIA Cat. merceologica +
conifera/latifoglia
ACQUISTATOACQUISTATOACQUISTATOACQUISTATO indicare U.M.:
mc, mst, q.li, altro…
LAVORATOLAVORATOLAVORATOLAVORATO indicare U.M.:
mc, mst, q.li, altro…
PROVENIENZAPROVENIENZAPROVENIENZAPROVENIENZA Indicare % e origine secondo la dicitura:
locale, Trentino, Italia, Europa, extra europeo
2.15Quantità dQuantità dQuantità dQuantità di biomassa acquistata i biomassa acquistata i biomassa acquistata i biomassa acquistata (indicare U(indicare U(indicare U(indicare U....MMMM....: mc; mst; q.li;: mc; mst; q.li;: mc; mst; q.li;: mc; mst; q.li; bancali; bancali; bancali; bancali; altro…)altro…)altro…)altro…)
PROVENIENZAPROVENIENZAPROVENIENZAPROVENIENZA CCCConifera onifera onifera onifera LatifogliaLatifogliaLatifogliaLatifoglia
LOCALE
TRENTINO
ITALIA
EUROPA
EXTRA europeo
3.OUTPUT AZIENDALIOUTPUT AZIENDALIOUTPUT AZIENDALIOUTPUT AZIENDALI
3.1Produzione di corteccia:Produzione di corteccia:Produzione di corteccia:Produzione di corteccia:
Volume prodotto per periodo (mc, mst, q.li)___________________________
Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio
□ piazzale aperto □ tettoia □ locale chiuso frequenza di svuotamenti___________________________________
Destinazione della corteccia □ privato__________% □ azienda__________% □ centrale a biomassa__________% □ riutilizzo aziendale__________% □ smaltimento__________%
Modalità di cessione del prodotto
□ gratuitagratuitagratuitagratuita per_______% del totale
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173
□ venditavenditavenditavendita tramite versamento di_________€/_____ □ smaltimentosmaltimentosmaltimentosmaltimento tramite versamento di_______€/____
Note: _____________________________________________________
Produzione media riferita al tondame (mst/mc, q.li/mc,…)______________
3.2 Produzione di cippato:Produzione di cippato:Produzione di cippato:Produzione di cippato:
Volume prodotto per periodo (mst, mc, q.li,…)_________________________
Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio
□ piazzale aperto □ tettoia □ locale chiuso frequenza di svuotamenti___________________________________
Destinazione del cippato □ privato__________% □ azienda__________% □ centrale a biomassa__________% □ riutilizzo aziendale__________% □ smaltimento__________%
Modalità di cessione del prodotto
□ gratuitagratuitagratuitagratuita per_______% del totale □ venditavenditavenditavendita tramite versamento di_________€/_____ □ smaltimentosmaltimentosmaltimentosmaltimento tramite versamento di_______€/____
Note: _____________________________________________________
Produzione media riferita al tondame (mst/mc, q.li/mc,…)______________
Produzione media riferita ai semilavorati (mst/mc, q.li/mc,…)______________
3.3Produzione di segatura:Produzione di segatura:Produzione di segatura:Produzione di segatura:
Volume prodotto per periodo (mst, mc, q.li,…)________________________
Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio □ piazzale aperto □ tettoia □ locale chiuso frequenza di svuotamenti___________________________________
Destinazione del segatura □ privato__________% □ azienda__________% □ centrale a biomassa__________% □ riutilizzo aziendale__________%
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174
□ smaltimento__________% Modalità di cessione del prodotto
□ gratuitagratuitagratuitagratuita per_______% del totale □ venditavenditavenditavendita tramite versamento di_________€/_____ □ smaltimentosmaltimentosmaltimentosmaltimento tramite versamento di_______€/____
Note: _____________________________________________________ Produzione media riferita al tondame (mst/mc, q.li/mc,…)______________
Produzione media riferita ai semilavorati (mst/mc, q.li/mc,…)___________
3.4 Produzione di refili:Produzione di refili:Produzione di refili:Produzione di refili:
Volume prodotto per periodo (mst, mc, q.li,…)________________________
Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio □ piazzale aperto □ tettoia □ locale chiuso frequenza di svuotamenti___________________________________
Destinazione del refili □ privato__________% □ azienda__________% □ centrale a biomassa__________% □ riutilizzo aziendale__________% □ smaltimento__________%
Modalità di cessione del prodotto
□ gratuitagratuitagratuitagratuita per_______% del totale □ venditavenditavenditavendita tramite versamento di_________€/_____ □ smaltimentosmaltimentosmaltimentosmaltimento tramite versamento di_______€/____
Note: _____________________________________________________
Produzione media riferita al tondame (mst/mc, q.li/mc,…)_________________
Produzione media riferita ai semilavorati (mst/mc, q.li/mc,…)______________
3.5Produzione di trucioli:Produzione di trucioli:Produzione di trucioli:Produzione di trucioli:
Volume prodotto per periodo (mst, mc, q.li,…)________________________
Volume prodotto per periodo (mst, mc, q.li,…)________________________
Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio □ piazzale aperto □ tettoia □ locale chiuso frequenza di svuotamenti___________________________________
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175
Destinazione del trucioli □ privato__________% □ azienda__________% □ centrale a biomassa__________% □ riutilizzo aziendale__________% □ smaltimento__________%
Modalità di cessione del prodotto
□ gratuitagratuitagratuitagratuita per_______% del totale □ venditavenditavenditavendita tramite versamento di_________€/_____ □ smaltimentosmaltimentosmaltimentosmaltimento tramite versamento di_______€/____
Note: _____________________________________________________
Produzione media riferita al tondame (mst/mc, q.li/mc,…)______________
Produzione media riferita ai semilavorati (mst/mc, q.li/mc,…)____________
3.6 Produzione di legna da ardere:Produzione di legna da ardere:Produzione di legna da ardere:Produzione di legna da ardere:
Volume prodotto per periodo (mst, mc, q.li,…)___________________________
Caratteristiche dell’area per lo stoccaggio □ piazzale aperto □ tettoia □ locale chiuso frequenza di svuotamenti___________________________________
Destinazione della legna da ardere □ privato__________% □ azienda__________% □ centrale a biomassa__________% □ riutilizzo aziendale__________% □ smaltimento__________%
Modalità di cessione del prodotto
□ gratuitagratuitagratuitagratuita per_______% del totale □ venditavenditavenditavendita tramite versamento di_________€/_____ □ smaltimentosmaltimentosmaltimentosmaltimento tramite versamento di_______€/____
Note: _____________________________________________________
Produzione media riferita al tondame (mst/mc, q.li/mc,…)_________________
Produzione media riferita ai semilavorati (mst/mc, q.li/mc,…)______________
3.7 Parametri descrittivi la tipologia del contratto di vendita:Parametri descrittivi la tipologia del contratto di vendita:Parametri descrittivi la tipologia del contratto di vendita:Parametri descrittivi la tipologia del contratto di vendita:
* inteso come tipologia di acquirente (privato, azienda, pubblico,…).
FORMA DEL CONTRATTOFORMA DEL CONTRATTOFORMA DEL CONTRATTOFORMA DEL CONTRATTO Inserire % volumi posti in vendita
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176
Non inserire nominativi aziendali ai sensi del D.L. 322/89 e D.Lgs. 196/03 OCCOCCOCCOCC.... BIM.BIM.BIM.BIM. SEMSEMSEMSEM.... ANNANNANNANN.... PLURIPLURIPLURIPLURI....
VENDITA DVENDITA DVENDITA DVENDITA DI CI CI CI CORTECCIAORTECCIAORTECCIAORTECCIA
Acquirente*_________________________
Acquirente*_________________________
VENDITA DVENDITA DVENDITA DVENDITA DI CIPPI CIPPI CIPPI CIPPATOATOATOATO
Acquirente*_________________________
Acquirente*_________________________
VENDITA DVENDITA DVENDITA DVENDITA DI I I I SEGATURASEGATURASEGATURASEGATURA
Acquirente*_________________________
Acquirente*_________________________
VENDITA DVENDITA DVENDITA DVENDITA DI I I I SCIAVERI/REFILISCIAVERI/REFILISCIAVERI/REFILISCIAVERI/REFILI
Acquirente*_________________________
Acquirente*_________________________
VENDITA DVENDITA DVENDITA DVENDITA DI I I I TRUCIOLITRUCIOLITRUCIOLITRUCIOLI
Acquirente*_________________________
Acquirente*_________________________
VENDITA DVENDITA DVENDITA DVENDITA DI I I I LEGNA ARDERELEGNA ARDERELEGNA ARDERELEGNA ARDERE
Acquirente*_________________________
Acquirente*_________________________
3.8 Modalità di dModalità di dModalità di dModalità di definizione del prezzo di vendita efinizione del prezzo di vendita efinizione del prezzo di vendita efinizione del prezzo di vendita (barrare casella)(barrare casella)(barrare casella)(barrare casella)::::
CATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICA DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE
ACQUIRENTE**ACQUIRENTE**ACQUIRENTE**ACQUIRENTE** CIPPATOCIPPATOCIPPATOCIPPATO CORTECCIACORTECCIACORTECCIACORTECCIA
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177
FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC. VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE
PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'
FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC. VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE
PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'
CONTRATTO 1*
CONTRATTO 2*
SEGATURASEGATURASEGATURASEGATURA REFILIREFILIREFILIREFILI
DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE ACQUIRENTE**ACQUIRENTE**ACQUIRENTE**ACQUIRENTE** FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO
IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC. VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'
FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC. VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE
PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'
CONTRATTO 1*
CONTRATTO 2*
TRUCIOLITRUCIOLITRUCIOLITRUCIOLI LEGNA ARDERELEGNA ARDERELEGNA ARDERELEGNA ARDERE
DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE DENOMINAZIONE ACQUIRENTE**ACQUIRENTE**ACQUIRENTE**ACQUIRENTE** FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO
IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC. VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'
FISSATO FISSATO FISSATO FISSATO IN PREC.IN PREC.IN PREC.IN PREC. VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE
PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'PERIODO QUALITA'
CONTRATTO 1*
CONTRATTO 2* * mantenere la nomenclatura dell’acquirente adottata al par. 3.7.... ** inteso come tipologia di acquirente (privato, azienda, pubblico,…). Non inserire nominativi aziendali ai sensi del D.L. 322/89 e D.Lgs. 196/03 Se esistono altre forme contrattuali diverse dalle precedenti spSe esistono altre forme contrattuali diverse dalle precedenti spSe esistono altre forme contrattuali diverse dalle precedenti spSe esistono altre forme contrattuali diverse dalle precedenti specificare di seguito:ecificare di seguito:ecificare di seguito:ecificare di seguito: ________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
3.9 Adotta parametri qualitativi per la definizione delle caratteristiche della biomassa Adotta parametri qualitativi per la definizione delle caratteristiche della biomassa Adotta parametri qualitativi per la definizione delle caratteristiche della biomassa Adotta parametri qualitativi per la definizione delle caratteristiche della biomassa venduta:venduta:venduta:venduta:
□ Corteccia Sì � No � □ Cippato Sì � No � □ Segatura Sì � No � □ Refili Sì � No � □ Trucioli Sì � No � □ Legna da ardere Sì � No � □
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178
□ Effettua certificazione di prodotto? Sì � No � Nota:______________________________________________________ In caso di risposta affermativa si evidenzi la tipologia di garanzia adottata:
□ Dichiarazione di conformità (autocertificazione) □ Attestazione di conformità □ Certificazione di III livello
4. Sarebbe interessato ad un prezzo di riferimento della biomassa?Sarebbe interessato ad un prezzo di riferimento della biomassa?Sarebbe interessato ad un prezzo di riferimento della biomassa?Sarebbe interessato ad un prezzo di riferimento della biomassa?
Sì � No �
Data________________________
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179
QuestionQuestionQuestionQuestionario telefonico:ario telefonico:ario telefonico:ario telefonico: offerta di biomassa legnosa da offerta di biomassa legnosa da offerta di biomassa legnosa da offerta di biomassa legnosa da produttori di legna da ardere.produttori di legna da ardere.produttori di legna da ardere.produttori di legna da ardere.
Azienda:________________________________________________________________
Comune:_______________________________________________________________
Persona di riferimento:____________________________________________________
1. 1. 1. 1. CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITA’CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITA’CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITA’CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITA’
1.1 Anno di entrata in esercizio:__________________________________________Anno di entrata in esercizio:__________________________________________Anno di entrata in esercizio:__________________________________________Anno di entrata in esercizio:__________________________________________
1.2 Forma giuridica:_____________________________________________________Forma giuridica:_____________________________________________________Forma giuridica:_____________________________________________________Forma giuridica:_____________________________________________________
1.3 Organico (Organico (Organico (Organico (media ultimi 2 annimedia ultimi 2 annimedia ultimi 2 annimedia ultimi 2 anni):):):):
titolare_____soci_____addetti_____amministrativi_____
1.4 Impegno temporale dedicato all’attività (Impegno temporale dedicato all’attività (Impegno temporale dedicato all’attività (Impegno temporale dedicato all’attività (media ultimi 2 annimedia ultimi 2 annimedia ultimi 2 annimedia ultimi 2 anni))))
FISSO
n°
STAGIONALE
n° media gg
lavorati
Titolare
Socio/i
Addetto/i
Impiegato/i
1.5 ProduzioProduzioProduzioProduzione reale e produzione potenzialene reale e produzione potenzialene reale e produzione potenzialene reale e produzione potenziale
Indicare l’aspettativa d’incremento o il decremento di produzione potenziale per il
prossimo quinquennio__________________%
2. 2. 2. 2. INPUT AZIENDALIINPUT AZIENDALIINPUT AZIENDALIINPUT AZIENDALI
2.1 Quantitativo di biomassa acquistata Quantitativo di biomassa acquistata Quantitativo di biomassa acquistata Quantitativo di biomassa acquistata (U.M./anno): ___________________: ___________________: ___________________: ___________________
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180
2.2 Da chi acDa chi acDa chi acDa chi acquista la biomassa legnosa?quista la biomassa legnosa?quista la biomassa legnosa?quista la biomassa legnosa? (indicare secondo una stima)::::
FornitoreFornitoreFornitoreFornitore QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)
Rivenditore / intermediario
Impresa boschiva
Proprietà pubblica
Proprietà privata
Segheria
Autoproduzione
Altro (specificare):
100%100%100%100%
2.3 Sede del fornitore/produtSede del fornitore/produtSede del fornitore/produtSede del fornitore/produttore della biomassa legnosa:tore della biomassa legnosa:tore della biomassa legnosa:tore della biomassa legnosa:
PROVENIENZA * QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)
Locale (Comune di residenza e attigui):
Comprensoriale:
Provinciale:
Nazionale:
Estera:
*- Specificare la provenienza. 100%100%100%100%
2.4 Origine della biomassa legnosa Origine della biomassa legnosa Origine della biomassa legnosa Origine della biomassa legnosa (se conosciuta):
PROVENIENZA * QQQQUANTITÀ (%)UANTITÀ (%)UANTITÀ (%)UANTITÀ (%)
Locale (Comune di residenza e attigui):
Comprensoriale:
Provinciale:
Nazionale:
Estera:
*- Specificare la provenienza. 100%100%100%100%
3.3.3.3.OUTPUT AZIENDALIOUTPUT AZIENDALIOUTPUT AZIENDALIOUTPUT AZIENDALI
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181
3.1Essenza legnosa prodotta:Essenza legnosa prodotta:Essenza legnosa prodotta:Essenza legnosa prodotta:
ESSENZA LEGNOSAESSENZA LEGNOSAESSENZA LEGNOSAESSENZA LEGNOSA QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)
Faggio
Rovere (querce)
Carpino
Conifere
Mista
Altro:
100%100%100%100%
3.2Quantitativo di legna da ardere prodotta e commercializzata Quantitativo di legna da ardere prodotta e commercializzata Quantitativo di legna da ardere prodotta e commercializzata Quantitativo di legna da ardere prodotta e commercializzata (indicare U.M.):
CATEGORIA MERCEOLOGICA QUANTITÀ PRODOTTA
QUANTITÀ VENDUTA
Legna intera non lavorata (assortimento forestale)
Legna parzialmente lavorata (tronchetti da 1-2 m)
Ciocchi da 50 cm
Ciocchi da 30 cm
Cippato
Briquettes (tronchetti)
Pellet
Altro:____________________________________________
3.3 Modalità di commercializzazione:Modalità di commercializzazione:Modalità di commercializzazione:Modalità di commercializzazione:
MODALITA’MODALITA’MODALITA’MODALITA’ CATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICA
ScioltaScioltaScioltaSciolta PalletPalletPalletPallet BiBiBiBig bagg bagg bagg bag ConfezionataConfezionataConfezionataConfezionata
Legna intera non lavorata
(assortimento forestale)
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Legna parzialmente lavorata
(tronchetti da 1-2 m)
Ciocchi da 50 cm
Ciocchi da 30 cm
Cippato
Briquettes (tronchetti)
Altro:______________________
3.4 AcquAcquAcquAcquirenti della legna da ardere:irenti della legna da ardere:irenti della legna da ardere:irenti della legna da ardere:
□ privati___________% □ enti pubblici__________% □ aziende in generale___________% □ commercianti___________% □ pizzerie___________% □ riutilizzo aziendale__________%
3.5Destinazione della legna da ardere:Destinazione della legna da ardere:Destinazione della legna da ardere:Destinazione della legna da ardere:
DESTINAZIONE * QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)
Locale (Comune di residenza e attigui):
Comprensoriale:
Provinciale:
Nazionale:
Estera:
*- Specificare la destinazione. 100%100%100%100%
3.6Prezzo di vendita:Prezzo di vendita:Prezzo di vendita:Prezzo di vendita:
CATEGORIA MERCEOLOGICA PREZZO
€/U.M
Legna intera non lavorata (assortimento forestale)
Legna parzialmente lavorata (tronchetti da 1-2 m)
Ciocchi da 50 cm
Ciocchi da 30 cm
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183
Cippato
Briquettes (tronchetti)
Pellet
Altro:____________________________________________
3.7 Sarebbe interessato ad un prezzo di riferimentoSarebbe interessato ad un prezzo di riferimentoSarebbe interessato ad un prezzo di riferimentoSarebbe interessato ad un prezzo di riferimento della biomassa? della biomassa? della biomassa? della biomassa? Sì � No �
Data________________________Timbro e firma__________________________
Questionario telefonico:Questionario telefonico:Questionario telefonico:Questionario telefonico: offerta di biomassa legnosa da offerta di biomassa legnosa da offerta di biomassa legnosa da offerta di biomassa legnosa da commercianti.commercianti.commercianti.commercianti.
Azienda:________________________________________________________________
Comune:_______________________________________________________________
Persona di riferimento:____________________________________________________
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184
1. 1. 1. 1. CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITA’CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITA’CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITA’CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITA’
1.5 Rivenditore finaleRivenditore finaleRivenditore finaleRivenditore finale���� IntermediarioIntermediarioIntermediarioIntermediario����
1.6 Esercita attività di commercio di biomasse legnose in maniera esclusiva?Esercita attività di commercio di biomasse legnose in maniera esclusiva?Esercita attività di commercio di biomasse legnose in maniera esclusiva?Esercita attività di commercio di biomasse legnose in maniera esclusiva?
� SI(compilare anche da 1.3 a1.6) � NO(saltare al punto 1.7)
1.7 Anno di entrata in esercizio:_________________________________________Anno di entrata in esercizio:_________________________________________Anno di entrata in esercizio:_________________________________________Anno di entrata in esercizio:_____________________________________________
1.8 Forma giuridica:___________________________________________________Forma giuridica:___________________________________________________Forma giuridica:___________________________________________________Forma giuridica:___________________________________________________
1.9 Organico (Organico (Organico (Organico (media ultimi 2 annimedia ultimi 2 annimedia ultimi 2 annimedia ultimi 2 anni):):):):
titolare_____soci_____addetti_____amministrativi_____
1.10 Impegno temporale dedicato all’attività (Impegno temporale dedicato all’attività (Impegno temporale dedicato all’attività (Impegno temporale dedicato all’attività (media ultimi 2 annimedia ultimi 2 annimedia ultimi 2 annimedia ultimi 2 anni))))
FISSO
n°
STAGIONALE
n° media gg
lavorati
Titolare
Socio/i
Addetto/i
Impiegato/i
1.11 Volume reale e volume potenziale commercializzatiVolume reale e volume potenziale commercializzatiVolume reale e volume potenziale commercializzatiVolume reale e volume potenziale commercializzati
Indicare l’aspettativa d’incremento o di decremento di volume commercializzato potenziale per il prossimo quinquennio_________________%
2.2.2.2.INPUT AZIENDALIINPUT AZIENDALIINPUT AZIENDALIINPUT AZIENDALI
2.1Da chi acquista la biomassa legnosa?Da chi acquista la biomassa legnosa?Da chi acquista la biomassa legnosa?Da chi acquista la biomassa legnosa? (indicare secondo una stima)::::
FORNITORE QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%) NoteNoteNoteNote
Rivenditore / intermediario
Impresa boschiva
Azienda produttrice
Azienda di I lavorazione
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185
Azienda di II lavorazione
Altro (spec.):
100%100%100%100%
2.2 Sede del fornitore/produttore della biomassa legnosa:Sede del fornitore/produttore della biomassa legnosa:Sede del fornitore/produttore della biomassa legnosa:Sede del fornitore/produttore della biomassa legnosa:
PROVENIENZA * QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%) NoteNoteNoteNote
Locale (Comune di residenza e attigui)
Comprensoriale
Provinciale
Nazionale
Estera
*- Specificare la provenienza. 100%100%100%100%
2.3Origine della biomassa legnosa Origine della biomassa legnosa Origine della biomassa legnosa Origine della biomassa legnosa (se conosciuta):
CATEGORIA* merceologicamerceologicamerceologicamerceologica PROVENIENZA * QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)
Locale (Comune di residenza e attigui)
Comprensoriale
Provinciale
Nazionale
Estera
*- Specificare come al 2.2 100%100%100%100%
3.3.3.3.OUTPUT AZIENDOUTPUT AZIENDOUTPUT AZIENDOUTPUT AZIENDALIALIALIALI
3.1Essenza legnosa commercializzata:Essenza legnosa commercializzata:Essenza legnosa commercializzata:Essenza legnosa commercializzata:
ESSENZA LEGNOSAESSENZA LEGNOSAESSENZA LEGNOSAESSENZA LEGNOSA QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%) NoteNoteNoteNote
Faggio
Rovere (querce)
Carpino
Pioppo
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
186
3.2
Quantitativi commercializzati Quantitativi commercializzati Quantitativi commercializzati Quantitativi commercializzati (indicare U.M.):
CATEGORIA MCATEGORIA MCATEGORIA MCATEGORIA MERCEOLOGICAERCEOLOGICAERCEOLOGICAERCEOLOGICA QUANTITÀQUANTITÀQUANTITÀQUANTITÀ
Legna da ardere in big bag
Legna da ardere in pallet (piccoli o grandi)
Legna da ardere confezionata
Pellets in sacchi
Briquettes (tronchetti)
Cippato
Altro:__________________________
3.3 Destinazione della merce:Destinazione della merce:Destinazione della merce:Destinazione della merce:
□ privato___________% □ enti pubblici___________% □ aziende in generale___________% □ pizzerie___________% □ riutilizzo aziendale___________%
3.4Prezzo di vendita:Prezzo di vendita:Prezzo di vendita:Prezzo di vendita:
Abete
Altre resinose
Miscela delle precedenti
Altro:
100%100%100%100%
CATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICA PREZZO PREZZO PREZZO PREZZO €/U.M.
Legna da ardere in big bag
Legna da ardere in pallet
Legna da ardere confezionata
Pellets in sacchi
Briquettes (tronchetti)
Cippato
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187
3.5 Sarebbe interessato ad un prezzo di riferimento della biomassa?Sarebbe interessato ad un prezzo di riferimento della biomassa?Sarebbe interessato ad un prezzo di riferimento della biomassa?Sarebbe interessato ad un prezzo di riferimento della biomassa?
SI � NO �
Data________________________Timbro e firma__________________________
Questionario:Questionario:Questionario:Questionario: centrali termiche di teleriscaldamento alimentate a centrali termiche di teleriscaldamento alimentate a centrali termiche di teleriscaldamento alimentate a centrali termiche di teleriscaldamento alimentate a biomassa legnosa.biomassa legnosa.biomassa legnosa.biomassa legnosa.
Denominazione:_________________________________________________________
Comune:_______________________________________________________________
Soggetto gestore:________________________________________________________
Forma giuridica:_________________________________________________________
Persona di riferimento:____________________________________________________
Data di compilazione:____________________________________________________
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188
1.1.1.1.CARATTERISTICHE DELL’IMPIANTOCARATTERISTICHE DELL’IMPIANTOCARATTERISTICHE DELL’IMPIANTOCARATTERISTICHE DELL’IMPIANTO
1.1 Anno di costruzione:________________________________________________Anno di costruzione:________________________________________________Anno di costruzione:________________________________________________Anno di costruzione:________________________________________________
1.2 Anno di entrata in esercizio:____________Anno di entrata in esercizio:____________Anno di entrata in esercizio:____________Anno di entrata in esercizio:____________________________________________________________________________________________________________________________________
1.3 Tipologia:Tipologia:Tipologia:Tipologia:
□ teleriscaldamento □ cogenerazione
1.4 Potenza installataPotenza installataPotenza installataPotenza installata (kW, MW):________________ (kW, MW):________________ (kW, MW):________________ (kW, MW):____________________________________________________________________________________________________________________________
1.5 Caratteristiche complesso alimentazione/caldaia: Caratteristiche complesso alimentazione/caldaia: Caratteristiche complesso alimentazione/caldaia: Caratteristiche complesso alimentazione/caldaia:
•sistema di alimentazione:
□ a coclea
□ spintori idraulici
□ altro
•tipologia della griglia:
□ fissa
□ mobile
•rendimento:
□ dichiarato………%
□ effettivo………%
1.6 Altre caratteristiAltre caratteristiAltre caratteristiAltre caratteristiche:__________________________che:__________________________che:__________________________che:______________________________________________________________________________________________________________________________
2.2.2.2.CARATTERISTICHE DELLA RETE DI TELERISCALDAMENTOCARATTERISTICHE DELLA RETE DI TELERISCALDAMENTOCARATTERISTICHE DELLA RETE DI TELERISCALDAMENTOCARATTERISTICHE DELLA RETE DI TELERISCALDAMENTO
2.1 Sviluppo Sviluppo Sviluppo Sviluppo complessivcomplessivcomplessivcomplessivo della rete (km):____________o della rete (km):____________o della rete (km):____________o della rete (km):____________________________________________________________________________________________________________
2.2 Utenze riferite all’anno d’entrata in esercizio:Utenze riferite all’anno d’entrata in esercizio:Utenze riferite all’anno d’entrata in esercizio:Utenze riferite all’anno d’entrata in esercizio:
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
189
TIPOTIPOTIPOTIPO CONTRATTI CONTRATTI CONTRATTI CONTRATTI ---- FAMIGLIE FAMIGLIE FAMIGLIE FAMIGLIE
n°n°n°n°
VOLUME RISCALDATOVOLUME RISCALDATOVOLUME RISCALDATOVOLUME RISCALDATO
mmmm2222/m/m/m/m3333
PUBBLICO
PRIVATO
IMPRESE
2.3 Utenze attuali:Utenze attuali:Utenze attuali:Utenze attuali:
TIPOTIPOTIPOTIPO CONTRATTI CONTRATTI CONTRATTI CONTRATTI ---- FAMIGLIE FAMIGLIE FAMIGLIE FAMIGLIE
n°n°n°n°
VOLUME VOLUME VOLUME VOLUME RISCALDATORISCALDATORISCALDATORISCALDATO
mmmm2222/m/m/m/m3333
PUBBLICO
PRIVATO
IMPRESE
2.4 Utenze previste nel prossimo quinquennio:Utenze previste nel prossimo quinquennio:Utenze previste nel prossimo quinquennio:Utenze previste nel prossimo quinquennio:
TIPOTIPOTIPOTIPO CONTRATTI CONTRATTI CONTRATTI CONTRATTI ---- FAMIGLIE FAMIGLIE FAMIGLIE FAMIGLIE
n°n°n°n°
VOLUME RISCALDATOVOLUME RISCALDATOVOLUME RISCALDATOVOLUME RISCALDATO
mmmm2222/m/m/m/m3333
PUBBLICO
PRIVATO
IMPRESE
3.3.3.3.CONSUMO DI CIPPATOCONSUMO DI CIPPATOCONSUMO DI CIPPATOCONSUMO DI CIPPATO 3.1 Andamento dei principali parametri produttivi neglAndamento dei principali parametri produttivi neglAndamento dei principali parametri produttivi neglAndamento dei principali parametri produttivi negli anni:i anni:i anni:i anni:
ANNOANNOANNOANNO QUANTITÀ QUANTITÀ QUANTITÀ QUANTITÀ
(mst)(mst)(mst)(mst)
PREZZO PREZZO PREZZO PREZZO MEDIOMEDIOMEDIOMEDIO
(€/mst, €/t)(€/mst, €/t)(€/mst, €/t)(€/mst, €/t)
ENERGIA ENERGIA ENERGIA ENERGIA PRODOTTAPRODOTTAPRODOTTAPRODOTTA (kWh) (kWh) (kWh) (kWh)
ENERGIA ENERGIA ENERGIA ENERGIA FATTURATAFATTURATAFATTURATAFATTURATA
(kWh)(kWh)(kWh)(kWh) 2000
2001
2002
2003
2004
2005
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
190
2006
2007
2008
(PROIEZIONE)
2010 - 2015
3.2 Consumo di periodo nell’anno:Consumo di periodo nell’anno:Consumo di periodo nell’anno:Consumo di periodo nell’anno:
MESEMESEMESEMESE QUANTITÀ QUANTITÀ QUANTITÀ QUANTITÀ
(MST)(MST)(MST)(MST)
PREZZO PREZZO PREZZO PREZZO MEDIO MEDIO MEDIO MEDIO
(€/mst, €/(€/mst, €/(€/mst, €/(€/mst, €/t)t)t)t)
ENERGIA ENERGIA ENERGIA ENERGIA PRODOTTA (PRODOTTA (PRODOTTA (PRODOTTA (kWkWkWkWh)h)h)h)
ENERGIA ENERGIA ENERGIA ENERGIA FATTURATAFATTURATAFATTURATAFATTURATA
((((kWkWkWkWh)h)h)h) GENNAIO
FEBBRAIO
MARZO
APRILE
MAGGIO
GIUGNO
LUGLIO
AGOSTO
SETTEMBRE
OTTOBRE
NOVEMBRE
DICEMBRE
2010 - 2015
5.PRODUZIONE E STOCCAGGIOPRODUZIONE E STOCCAGGIOPRODUZIONE E STOCCAGGIOPRODUZIONE E STOCCAGGIO
4.1 Il materiIl materiIl materiIl materiale utilizzato è di origine:ale utilizzato è di origine:ale utilizzato è di origine:ale utilizzato è di origine:
INCIDENZAINCIDENZAINCIDENZAINCIDENZA QUANTITA'QUANTITA'QUANTITA'QUANTITA' SETTORESETTORESETTORESETTORE ASSORTIMENTOASSORTIMENTOASSORTIMENTOASSORTIMENTO %%%% VALOREVALOREVALOREVALORE U.M.U.M.U.M.U.M.
FORESTALE CIPPATO
CASCAMI
TONDAME
SEGHERIA CIPPATO
TESTE
REFILI/SCIAVERI
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
191
SEGATURA/TRUCIOLI
VERDE URBANO CIPPATO
CASCAMI
VERDE AGRICOLO CIPPATO
CASCAMI
REIMPIANTI
II LAVORAZIONE CIPPATO
LEGNO VERGINE
SEGATURA E TRUCIOLI
INTERMEDIARI CIPPATO
LEGNO INTERO
4.2 Stoccaggio del materiale:Stoccaggio del materiale:Stoccaggio del materiale:Stoccaggio del materiale:
•Capacità di stoccaggio massima:
TIPOLOGIATIPOLOGIATIPOLOGIATIPOLOGIA U.M.U.M.U.M.U.M. CAPACITA' MAX.CAPACITA' MAX.CAPACITA' MAX.CAPACITA' MAX.
PRESENZA DI PRESENZA DI PRESENZA DI PRESENZA DI VENTILAZIONE VENTILAZIONE VENTILAZIONE VENTILAZIONE
FORZATAFORZATAFORZATAFORZATA mq o mcmq o mcmq o mcmq o mc Sì/NoSì/NoSì/NoSì/No
PIAZZALE COPERTURA MOBILE
NON COPERTO
LOCALE DI STOCCAGGIO TETTOIA
MAGAZZINO CHIUSO
•Gestione delle modalità di stoccaggio del materiale durante l’anno:
TIPOLOGIATIPOLOGIATIPOLOGIATIPOLOGIA U.M.U.M.U.M.U.M. mq o mq o mq o mq o mcmcmcmc
LEGNO INTEROLEGNO INTEROLEGNO INTEROLEGNO INTERO (Spec._____________)(Spec._____________)(Spec._____________)(Spec._____________)
ESTIVO ESTIVO ESTIVO ESTIVO INVERNALEINVERNALEINVERNALEINVERNALE
CIPPATOCIPPATOCIPPATOCIPPATO ESTIVO ESTIVO ESTIVO ESTIVO
INVERNALEINVERNALEINVERNALEINVERNALE
PIAZZALE COPERTURA MOBILE
NON COPERTO LOCALE DI STOCCAGGIO TETTOIA
MAGAZZINO CHIUSO
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
192
6. APPROVVIGIONAMENTOAPPROVVIGIONAMENTOAPPROVVIGIONAMENTOAPPROVVIGIONAMENTO
3.1Caratteristiche della fornitura:Caratteristiche della fornitura:Caratteristiche della fornitura:Caratteristiche della fornitura:
FREQUENZA DI CONFERIMENTO (n°)/VOLUME FREQUENZA DI CONFERIMENTO (n°)/VOLUME FREQUENZA DI CONFERIMENTO (n°)/VOLUME FREQUENZA DI CONFERIMENTO (n°)/VOLUME (mst o mc)(mst o mc)(mst o mc)(mst o mc)
TIPOLOGITIPOLOGITIPOLOGITIPOLOGIAAAA FORNITURAFORNITURAFORNITURAFORNITURA FORNITOREFORNITOREFORNITOREFORNITORE
I TRIM.I TRIM.I TRIM.I TRIM. II TRIM.II TRIM.II TRIM.II TRIM. III TRIM.III TRIM.III TRIM.III TRIM. IV TRIM.IV TRIM.IV TRIM.IV TRIM. **** CIPPATO ---- CIPPATO ---- CIPPATO ---- CIPPATO ---- CIPPATO ---- CIPPATO ---- CIPPATO ---- LEGNO INTERO
LEGNO INTERO
LEGNO INTERO
LEGNO INTERO
LEGNO INTERO
LEGNO INTERO
LEGNO INTERO
* Indicare * Indicare * Indicare * Indicare l’assortimento conferito presso ll’assortimento conferito presso ll’assortimento conferito presso ll’assortimento conferito presso la centralea centralea centralea centrale....
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
193
3.2 Parametri descrittivi la tipologia del contratto di fornitura:Parametri descrittivi la tipologia del contratto di fornitura:Parametri descrittivi la tipologia del contratto di fornitura:Parametri descrittivi la tipologia del contratto di fornitura:
FORMA DEL CONTRATTOFORMA DEL CONTRATTOFORMA DEL CONTRATTOFORMA DEL CONTRATTO
OCCASIONALOCCASIONALOCCASIONALOCCASIONALEEEE
SEMESTRALESEMESTRALESEMESTRALESEMESTRALE ANNUALEANNUALEANNUALEANNUALE PLURIENNALEPLURIENNALEPLURIENNALEPLURIENNALE
FORNITURA DI CIPPATOFORNITURA DI CIPPATOFORNITURA DI CIPPATOFORNITURA DI CIPPATO
FORNITORE____________________
FORNITORE____________________
FORNITORE____________________
FORNITURA DI LEGNO INTEROFORNITURA DI LEGNO INTEROFORNITURA DI LEGNO INTEROFORNITURA DI LEGNO INTERO
FORNITORE____________________
FORNITORE____________________
FORNITORE____________________
* * * * mantenere la nomenclatura del fornitore adottata al par. 5.1mantenere la nomenclatura del fornitore adottata al par. 5.1mantenere la nomenclatura del fornitore adottata al par. 5.1mantenere la nomenclatura del fornitore adottata al par. 5.1....
3.3Modalità di definizione del prezzo Modalità di definizione del prezzo Modalità di definizione del prezzo Modalità di definizione del prezzo di conferimento:di conferimento:di conferimento:di conferimento:
CATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICACATEGORIA MERCEOLOGICA CIPPATOCIPPATOCIPPATOCIPPATO LEGNO INTEROLEGNO INTEROLEGNO INTEROLEGNO INTERO
DENOMINAZIONDENOMINAZIONDENOMINAZIONDENOMINAZIONE FORNITOREE FORNITOREE FORNITOREE FORNITORE FISSATFISSATFISSATFISSAT
O IN O IN O IN O IN PREC.PREC.PREC.PREC.
VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE PERIODO PERIODO PERIODO PERIODO QUALITA'QUALITA'QUALITA'QUALITA'
FISSATFISSATFISSATFISSATO IN O IN O IN O IN PREC.PREC.PREC.PREC.
VARIABILEVARIABILEVARIABILEVARIABILE PERIODO PERIODO PERIODO PERIODO QUALITA'QUALITA'QUALITA'QUALITA'
CONTRATTO 1 CONTRATTO 2 CONTRATTO 3 CONTRATTO 4
CONTRATTO 5 * * * * mantenere la nomenclatura del fornitore adottata al par. 5.1mantenere la nomenclatura del fornitore adottata al par. 5.1mantenere la nomenclatura del fornitore adottata al par. 5.1mantenere la nomenclatura del fornitore adottata al par. 5.1.... * * * * Se esistono altre forme contrattuali diverse dalle precedenti specificare di seguito:Se esistono altre forme contrattuali diverse dalle precedenti specificare di seguito:Se esistono altre forme contrattuali diverse dalle precedenti specificare di seguito:Se esistono altre forme contrattuali diverse dalle precedenti specificare di seguito: ________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
194
____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
3.4 Eventuali parametri qualitaEventuali parametri qualitaEventuali parametri qualitaEventuali parametri qualitativi adottati dal fornitore per la definizione delle caratteristiche tivi adottati dal fornitore per la definizione delle caratteristiche tivi adottati dal fornitore per la definizione delle caratteristiche tivi adottati dal fornitore per la definizione delle caratteristiche
della biomassa conferita ed impiegata nell’impianto:della biomassa conferita ed impiegata nell’impianto:della biomassa conferita ed impiegata nell’impianto:della biomassa conferita ed impiegata nell’impianto:
• Cippato
PARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVI IMPIEGIMPIEGIMPIEGIMPIEG
OOOO SI/NOSI/NOSI/NOSI/NO
U.M.U.M.U.M.U.M.
VALORE/VALORE/VALORE/VALORE/
IIII
CONTENUTO IDRICO PEZZATURA
CONTENUTO DI CORTECCIA CONTAMINAZIONE CON TERRA E PIETRE PRESENZA DI MATERIALE VERDE
CEN
ERI
ESSENZA LEGNOSA ALTRO
•Legno intero
PARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVI
IMPIEGOIMPIEGOIMPIEGOIMPIEGO SI/NOSI/NOSI/NOSI/NO
U.M.U.M.U.M.U.M.
VALORE/VALORE/VALORE/VALORE/IIII
CONTENUTO IDRICO ASSORTIMENTAZIONE
CONTENUTO DI CORTECCIA CONTAMINAZIONE CON TERRA E PIETRE PRESENZA DI MATERIALE VERDE C
ENER
I
ESSENZA LEGNOSA ALTRO
3.5 Esiste certificazione di prodotto garantita dal fornitore?Esiste certificazione di prodotto garantita dal fornitore?Esiste certificazione di prodotto garantita dal fornitore?Esiste certificazione di prodotto garantita dal fornitore?
SI � NO �
In caso di risposta affermativa si evidenzi la tipologia di garanzia adottataIn caso di risposta affermativa si evidenzi la tipologia di garanzia adottataIn caso di risposta affermativa si evidenzi la tipologia di garanzia adottataIn caso di risposta affermativa si evidenzi la tipologia di garanzia adottata:::: □ Dichiarazione di conformità (autocertificazione)
□ Attestazione di conformità
□ Certificazione di III livello
3.6 Provenienza del Provenienza del Provenienza del Provenienza del materiale impiegato nella centrale (specificare l’ubicazione per materiale impiegato nella centrale (specificare l’ubicazione per materiale impiegato nella centrale (specificare l’ubicazione per materiale impiegato nella centrale (specificare l’ubicazione per
ciascuna delle opzioni indicate):ciascuna delle opzioni indicate):ciascuna delle opzioni indicate):ciascuna delle opzioni indicate):
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
195
•Cippato:
Locale (Distretto Forestale)__________________________� __________%
Provinciale_______________________________________� __________%
Regionale________________________________________� __________%
Nazionale________________________________________� __________%
Estera___________________________________________� __________%
•Legno intero:
Locale (Distretto Forestale)___________________________� __________%
Provinciale________________________________________� __________%
Regionale_________________________________________� __________%
Nazionale_________________________________________� __________%
Estera_____________________________________________� __________%
3.7Al momento della fornitura si procede alla verifica interna dei parametri qualitativi del Al momento della fornitura si procede alla verifica interna dei parametri qualitativi del Al momento della fornitura si procede alla verifica interna dei parametri qualitativi del Al momento della fornitura si procede alla verifica interna dei parametri qualitativi del
materiale?materiale?materiale?materiale?
•Cippato
PARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVI SISISISI NONONONO MODALITA’MODALITA’MODALITA’MODALITA’ FREQUENZAFREQUENZAFREQUENZAFREQUENZA CONTENUTO IDRICO PEZZATURA
CONTENUTO DI CORTECCIA
CONTAMINAZIONE CON TERRA E PIETRE
PRESENZA DI MATERIALE VERDE
CEN
ERI
ESSENZA LEGNOSA ALTRO
• Legno intero
PARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVIPARAMETRI QUALITATIVI SISISISI NONONONO MODALITA’MODALITA’MODALITA’MODALITA’ FREQUENZAFREQUENZAFREQUENZAFREQUENZA
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
196
CONTENUTO IDRICO PEZZATURA
CONTENUTO DI CORTECCIA CONTAMINAZIONE CON TERRA E PIETRE PRESENZA DI MATERIALE VERDE
CEN
ERI
ESSENZA LEGNOSA ALTRO
3.8 Sarebbe interessato ad un prezzo di riferimento della biomassa?Sarebbe interessato ad un prezzo di riferimento della biomassa?Sarebbe interessato ad un prezzo di riferimento della biomassa?Sarebbe interessato ad un prezzo di riferimento della biomassa? SI SI SI SI ���� NO NO NO NO ����
3.9 Nella definizione dei contratti di fornitura privilegia l’offerta localNella definizione dei contratti di fornitura privilegia l’offerta localNella definizione dei contratti di fornitura privilegia l’offerta localNella definizione dei contratti di fornitura privilegia l’offerta locale?e?e?e? SI SI SI SI ���� NO NO NO NO ����
3.10 Richiede mai specifiche sulla provenienza/origine del prodotto?Richiede mai specifiche sulla provenienza/origine del prodotto?Richiede mai specifiche sulla provenienza/origine del prodotto?Richiede mai specifiche sulla provenienza/origine del prodotto? SI SI SI SI ���� NO NO NO NO ����
Se SI, definiscaSe SI, definiscaSe SI, definiscaSe SI, definisca le motivazioni della scelta: le motivazioni della scelta: le motivazioni della scelta: le motivazioni della scelta: ________________________________________________________________________________________________________________________
3.11Sarebbe interessato alla strutturazione di filiere corte, in cui la biomassa impiegata Sarebbe interessato alla strutturazione di filiere corte, in cui la biomassa impiegata Sarebbe interessato alla strutturazione di filiere corte, in cui la biomassa impiegata Sarebbe interessato alla strutturazione di filiere corte, in cui la biomassa impiegata
provenga dai cascami delle utilizzazioni forestali? provenga dai cascami delle utilizzazioni forestali? provenga dai cascami delle utilizzazioni forestali? provenga dai cascami delle utilizzazioni forestali? SI SI SI SI ���� NO NO NO NO ����
DDDDefiniscaefiniscaefiniscaefinisca le motivazioni della scelta: le motivazioni della scelta: le motivazioni della scelta: le motivazioni della scelta: ________________________________________________________________________________________________________________________
3.12 Sarebbe interessato alla strutturazione di filiere corte in cui la biomassa impiegata Sarebbe interessato alla strutturazione di filiere corte in cui la biomassa impiegata Sarebbe interessato alla strutturazione di filiere corte in cui la biomassa impiegata Sarebbe interessato alla strutturazione di filiere corte in cui la biomassa impiegata
provenga da aziende locali strutturate per garantire contratti di fornitura?provenga da aziende locali strutturate per garantire contratti di fornitura?provenga da aziende locali strutturate per garantire contratti di fornitura?provenga da aziende locali strutturate per garantire contratti di fornitura?
SI SI SI SI ���� NO NO NO NO ����
________________________________________________________________________________________________________________________
3.13 Sareste disposti a pagare un prezzo maggiorato e costante nel periodo a Sareste disposti a pagare un prezzo maggiorato e costante nel periodo a Sareste disposti a pagare un prezzo maggiorato e costante nel periodo a Sareste disposti a pagare un prezzo maggiorato e costante nel periodo a
garanzia di una fornitura costante (lo stoccaggio garanzia di una fornitura costante (lo stoccaggio garanzia di una fornitura costante (lo stoccaggio garanzia di una fornitura costante (lo stoccaggio della biomassa avverrebbe della biomassa avverrebbe della biomassa avverrebbe della biomassa avverrebbe
quindi presso i commercianti/produttori)?quindi presso i commercianti/produttori)?quindi presso i commercianti/produttori)?quindi presso i commercianti/produttori)? SI SI SI SI ���� NO NO NO NO ����
DefiniscaDefiniscaDefiniscaDefinisca le motivazioni della scelta: le motivazioni della scelta: le motivazioni della scelta: le motivazioni della scelta: ____________________________________________________________
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
197
____________________________________________________________
7.IMPIEGO DI FONTI ENERGETICHE ALTERNATIVEIMPIEGO DI FONTI ENERGETICHE ALTERNATIVEIMPIEGO DI FONTI ENERGETICHE ALTERNATIVEIMPIEGO DI FONTI ENERGETICHE ALTERNATIVE
6.1 La centrale è dotata di generatori ausiliari a:La centrale è dotata di generatori ausiliari a:La centrale è dotata di generatori ausiliari a:La centrale è dotata di generatori ausiliari a:
□ gasolio □ metano □ altro_____________________________________________________________ □ potenza (kW):___________
6.2 I generatori ausiliari vengono impI generatori ausiliari vengono impI generatori ausiliari vengono impI generatori ausiliari vengono impiegati per:iegati per:iegati per:iegati per:
□ Picchi (punte di assorbimento) □ emergenza □ regolarmente per la produzione di energia:
□ termica □ elettrica
6.3 Sono in vigore degli strumenti normativi che vincolano la produzione di energia Sono in vigore degli strumenti normativi che vincolano la produzione di energia Sono in vigore degli strumenti normativi che vincolano la produzione di energia Sono in vigore degli strumenti normativi che vincolano la produzione di energia
elettrica (cogenerazione) a quella di energiaelettrica (cogenerazione) a quella di energiaelettrica (cogenerazione) a quella di energiaelettrica (cogenerazione) a quella di energia termica? termica? termica? termica? SI SI SI SI ���� NO NO NO NO ����
____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
Data________________________Timbro e firma__________________________
Questionario telefonico:Questionario telefonico:Questionario telefonico:Questionario telefonico: impiego di biomassa legnosa negli esercizi impiego di biomassa legnosa negli esercizi impiego di biomassa legnosa negli esercizi impiego di biomassa legnosa negli esercizi commerciali (pizzerie)commerciali (pizzerie)commerciali (pizzerie)commerciali (pizzerie)
Azienda:__________________________________________________________________ Comune:__________________________________________________________________
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
198
Persona di riferimento:_______________________________________________________ Data di compilazione:________________________________________________________
1.1.1.1. CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITA’CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITA’CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITA’CARATTERISTICHE DELL’ATTIVITA’
1.12 L’attività è dotata di forno a legna? SI ���� NO ���� 1.13 Quanti:Quanti:Quanti:Quanti:
� uno � più di uno � spec:_______ 1.14 L’attività è stagionale o costante durante l’anno?L’attività è stagionale o costante durante l’anno?L’attività è stagionale o costante durante l’anno?L’attività è stagionale o costante durante l’anno?
� Stagionale � Costante 1.15 Quali sono i periodi dell’anno in cui si concentra l’attività?Quali sono i periodi dell’anno in cui si concentra l’attività?Quali sono i periodi dell’anno in cui si concentra l’attività?Quali sono i periodi dell’anno in cui si concentra l’attività?
� primavera � estate � autunno � inverno
1.16 L’attività di ristorazione è aperta tutto l’anno L’attività di ristorazione è aperta tutto l’anno L’attività di ristorazione è aperta tutto l’anno L’attività di ristorazione è aperta tutto l’anno (se sì andare a 1.7)???? SI� NO �
1.17 Quanti mesi all’anno:Quanti mesi all’anno:Quanti mesi all’anno:Quanti mesi all’anno: n°: _________
1.18 Struttura dell’attività: Struttura dell’attività: Struttura dell’attività: Struttura dell’attività: indicare i periodi di apertura dell’esercizio.
SETTIMANASETTIMANASETTIMANASETTIMANA GIORNATAGIORNATAGIORNATAGIORNATA n° di giornaten° di giornaten° di giornaten° di giornate
MESEMESEMESEMESE (se possibile specificare) di aperturadi aperturadi aperturadi apertura
MezzogiornoMezzogiornoMezzogiornoMezzogiorno (sì (sì (sì (sì –––– no) no) no) no)
SeraSeraSeraSera (sì (sì (sì (sì –––– no) no) no) no)
GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE
MAGGIO GIUGNO LUGLIO
AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE
NOVEMBRE DICEMBRE
2.2.2.2. UTILIZZO DI LUTILIZZO DI LUTILIZZO DI LUTILIZZO DI LEGNA DA ARDEREEGNA DA ARDEREEGNA DA ARDEREEGNA DA ARDERE
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
199
2.16 Quanta legna da ardere viene utilizzata in un anno per il funzionamento del/i forno/i Quanta legna da ardere viene utilizzata in un anno per il funzionamento del/i forno/i Quanta legna da ardere viene utilizzata in un anno per il funzionamento del/i forno/i Quanta legna da ardere viene utilizzata in un anno per il funzionamento del/i forno/i
a legna?a legna?a legna?a legna?
Quantitativo:________________________ in q/m3/mst
2.17 Indichi, secondo una stima, la distribuzione % del quantitativo di legna da ardere Indichi, secondo una stima, la distribuzione % del quantitativo di legna da ardere Indichi, secondo una stima, la distribuzione % del quantitativo di legna da ardere Indichi, secondo una stima, la distribuzione % del quantitativo di legna da ardere
impiegato impiegato impiegato impiegato nel corso dell’anno:nel corso dell’anno:nel corso dell’anno:nel corso dell’anno:
STAGIONESTAGIONESTAGIONESTAGIONE QUANTITÀQUANTITÀQUANTITÀQUANTITÀ
Primavera
Estate
Autunno
Inverno
100%100%100%100%
2.18Da chi acquista la legna?Da chi acquista la legna?Da chi acquista la legna?Da chi acquista la legna? (indicare secondo una stima)::::
FornitoreFornitoreFornitoreFornitore QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)
Rivenditore
Direttamente da impresa boschiva
Direttamente da segheria
Autoproduzione
Altro (spec.):
100%100%100%100%
2.19Sede del fornitore della legna Sede del fornitore della legna Sede del fornitore della legna Sede del fornitore della legna (fare riferimento al rivenditore e se possibile anche
all’origine del prodotto)::::
PROVENIENZA * QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)
Locale (Comune di residenza e attigui):
Comprensoriale:
Provinciale:
Nazionale:
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
200
Estera:
100%100%100%100%
*- Specificare la provenienza.
2.20Essenza legnosa utilizzata:Essenza legnosa utilizzata:Essenza legnosa utilizzata:Essenza legnosa utilizzata:
ESSENZA LEGNOSAESSENZA LEGNOSAESSENZA LEGNOSAESSENZA LEGNOSA QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)
Faggio
Rovere
Carpino
Altro:
100%100%100%100%
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
201
Questionario telefonico:Questionario telefonico:Questionario telefonico:Questionario telefonico: impiego di biomassa legnosa in impianti impiego di biomassa legnosa in impianti impiego di biomassa legnosa in impianti impiego di biomassa legnosa in impianti di piccola taglia a servizio di utenzdi piccola taglia a servizio di utenzdi piccola taglia a servizio di utenzdi piccola taglia a servizio di utenze domestiche o plurifamiliari.e domestiche o plurifamiliari.e domestiche o plurifamiliari.e domestiche o plurifamiliari.
Persona intervistata:________________________________________________________
Comune:_________________________________________________________________
Data di compilazione:______________________________________________________
1.CARATTERISTICHE DELL’IMPIANTO
1.1L’impianto a biomassa installato è del tipo:L’impianto a biomassa installato è del tipo:L’impianto a biomassa installato è del tipo:L’impianto a biomassa installato è del tipo:
□ A cippato □ A pellets □ A legna □ Altro (mais, granella,…)
1.2 Potenza termica installata (kW, kcal):__________________ Potenza termica installata (kW, kcal):__________________ Potenza termica installata (kW, kcal):__________________ Potenza termica installata (kW, kcal):__________________ (se disponibile)
1.3 Edifici/alloggi serviti: Edifici/alloggi serviti: Edifici/alloggi serviti: Edifici/alloggi serviti:
SUPERFICIESUPERFICIESUPERFICIESUPERFICIE UTILIZZOUTILIZZOUTILIZZOUTILIZZO
NUNUNUNUMEROMEROMEROMERO mmmm2222
n° mesi n° mesi n° mesi n° mesi
all’annoall’annoall’annoall’anno
Prima casa
Seconde case
Altri
edifici:___________________
1.4Quantitativo annuale di biomassa utilizzata:_________________Quantitativo annuale di biomassa utilizzata:_________________Quantitativo annuale di biomassa utilizzata:_________________Quantitativo annuale di biomassa utilizzata:_________________ q/m3/mst
1.5 Anno di installazione:___________________Anno di installazione:___________________Anno di installazione:___________________Anno di installazione:___________________
1.6 Lo stoccaggio del matLo stoccaggio del matLo stoccaggio del matLo stoccaggio del materiale avviene:eriale avviene:eriale avviene:eriale avviene: □ in locale chiuso capacità:___________________ □ sotto una tettoia all’aperto capacità:___________________
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202
□ su piazzale esterno capacità:___________________ □ altro: _____________________ capacità:___________________
2.2.2.2.UTILIZZOUTILIZZOUTILIZZOUTILIZZO DELLA BIOMASSA DELLA BIOMASSA DELLA BIOMASSA DELLA BIOMASSA
NOTA: per impianto a pellets andare direttamente a domanda 2.4.
2.1La biomassa impiegata nell’impianto viene acquistata/reperita direttamente come:La biomassa impiegata nell’impianto viene acquistata/reperita direttamente come:La biomassa impiegata nell’impianto viene acquistata/reperita direttamente come:La biomassa impiegata nell’impianto viene acquistata/reperita direttamente come: □ cippato pronto per l’uso quantità:______% □ legno intero da segheria (scarti di lavorazione) quantità:______% □ legno intero da bosco (legna/tondame) quantità:______% □ legno intero da bosco (ramaglia) quantità:______% □ cascami da manutenzione del verde quantità:______% □ segatura quantità:______% □ pellets quantità:______%
2.2 L’eventualeL’eventualeL’eventualeL’eventuale cippatura viene eseguita da: cippatura viene eseguita da: cippatura viene eseguita da: cippatura viene eseguita da: □ direttamente (cippatrice di proprietà) □ terzista (nolo a caldo) □ lei con cippatrice a nolo
2.3 Essenza legnosa utilizzata:Essenza legnosa utilizzata:Essenza legnosa utilizzata:Essenza legnosa utilizzata:
ESSENZA LEGNOSAESSENZA LEGNOSAESSENZA LEGNOSAESSENZA LEGNOSA QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)
Abete
Larice
Pino
Latifoglie:
Altro:
100%100%100%100%
2.4 Sede del fornitSede del fornitSede del fornitSede del fornitore ore ore ore (fare riferimento al rivenditore e non all’origine del prodotto)::::
FORNITORE*FORNITORE*FORNITORE*FORNITORE* QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)QUANTITÀ (%)
Locale (Comune di residenza e attigui):
Provinciale:
Nazionale:
Estera:
100%100%100%100%
*- Specificare la provenienza.
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
203
2.5 Da chi acquista la biomassa:Da chi acquista la biomassa:Da chi acquista la biomassa:Da chi acquista la biomassa:
FornitoreFornitoreFornitoreFornitore QUAQUAQUAQUANTITÀ (%)NTITÀ (%)NTITÀ (%)NTITÀ (%)
Rivenditore
Direttamente da impresa boschiva
Direttamente da segheria
Autoproduzione
Altro (spec.):
100%100%100%100%
2.6 Il caricamento del deposito avviene:Il caricamento del deposito avviene:Il caricamento del deposito avviene:Il caricamento del deposito avviene:
� una volta all’anno � due volte all’anno
� tre volte all’anno � più volte all’anno � spec.________
2.7Indichi, secondo una stima, la distribuzione % del quantitativo di biomassa impiegata Indichi, secondo una stima, la distribuzione % del quantitativo di biomassa impiegata Indichi, secondo una stima, la distribuzione % del quantitativo di biomassa impiegata Indichi, secondo una stima, la distribuzione % del quantitativo di biomassa impiegata
nel corso dell’anno:nel corso dell’anno:nel corso dell’anno:nel corso dell’anno:
STAGIONESTAGIONESTAGIONESTAGIONE QUANTITÀQUANTITÀQUANTITÀQUANTITÀ
Primavera
Estate
Autunno
Inverno
100%100%100%100%
LA FILIERA FORESTA – LEGNO – ENERGIA Studio dell’offerta e della domanda di biomassa legnosa utilizzata a scopi energetici
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Stampato dall’Ufficio Economato della Camera di Commercio I.A.A. di Trento nel mese di maggio 2011