La fertilizzazione del vigneto

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Regione Campania Dipartimento della Salute e Delle Risorse Naturali Direzione Generale per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Servizio Territoriale Provinciale di Avellino www.stapacepicaavellino.com P.S.R. Campania 2007-2013 Misura 111 La filiera Vitivinicola Irpina Qualità e sostenibilità La fertilizzazione del vigneto A cura del Dr. Giuseppe Marinelli responsabile provinciale del P.R.C.F.A. Piano Regionale di Consulenza alla Fertilizzazione Aziendale Montemarano, 2 Aprile 2014

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MARINELLI - La fertilizzazione del vigneto

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Regione CampaniaDipartimento della Salute e Delle Risorse Naturali

Direzione Generale per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali

Servizio Territoriale Provinciale di Avellinowww.stapacepicaavellino.com

P.S.R. Campania 2007-2013 Misura 111

La filiera Vitivinicola Irpina

Qualità e sostenibilità

La fertilizzazione del vigneto

A cura del Dr. Giuseppe Marinelli

responsabile provinciale del P.R.C.F.A. – Piano Regionale di Consulenza alla Fertilizzazione Aziendale

Montemarano, 2 Aprile 2014

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Dr. Giuseppe Marinelli

La filiera vitivinicola

1) Viticoltura

2) Enologia

3) Mercato

Quale delle tre è la fase più importante e più difficile da fare ?

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La qualità delle uve

“La qualità ha origine in campo”

Dipende dai seguenti fattori:

Clima

Terreno

Vitigno

Tecnica colturale

Tecnologia di produzione

La composizione minerale della pianta e anche del frutto rispecchia almeno in parte la composizione del suolo su cui la

pianta cresce, presupposto per gli studi di tracciabilità geografica/geologica del vino.

I fattori climatici o fisiologici (“effetto anno”) hanno un peso minore rispetto ai fattori pedologici (“effetto zona”) nel

determinare le variazioni del profilo compositivo delle uve.

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La conclusione è confortante

La concimazione

Quando si affronta il tema della concimazione si entra in un campo dai mille risvolti e dove

ognuno ha, o crede di avere, la soluzione giusta.

È necessario un necessario ripensamento della nutrizione della vite che negli anni è stata

forse un po’ trascurata sia per la preoccupazione di interferire sul prodotto finale, il vino,

sia per osservare i disciplinari di salvaguardia ambientale che impongono drastiche

riduzioni negli apporti di fertilizzanti minerali alle colture.

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La pratica della fertilizzazione rappresenta un momento di sintesi di almeno tre componenti

che caratterizzano l’attività all’interno dell’azienda agricola

•La componente agronomica

•La componente economica

•La componente ecologica

Concimare il suolo significa soddisfare un basilare requisito dell’agronomia che prevede la

reintegrazione degli elementi nutritivi affinché la coltura trovi a sua disposizione quanto

necessario per un’ adeguata crescita.

La scelta del formulato e delle dosi da distribuire rappresentano un costo per l’azienda, per

cui è necessario tener conto dell’aspetto economico, secondo il principio di raggiungere il

massimo di utilità con il minimo impiego di fattori produttivi.

Infine l’aspetto ecologico punta a ridurre il più possibile l’impatto che l’attività agricola ha

sull’ambiente.

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Concimare

il problema di sempre dell'agricoltura

Perché?

Quando (in che epoca)?

Quanto (con quali dosaggi)?

Con quali prodotti?

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Perché concimare?

1. Un apporto appropriato di elementi nutritivi agisce sulle rese e sulla

qualità delle uve (zuccheri, aromi, polifenoli, acido tartarico, pH del

mosto, ecc).

2. Diverse prove forniscono risultati in grado di affermare che la vite

necessita di essere fertilizzata. Non a caso infatti sono ormai

numerosi i casi segnalati dagli enologi di sempre più frequenti arresti

nella fermentazione per mancanza di sostanze azotate capaci di far

lavorare i lieviti e di assenza di microelementi come zinco,

manganese, potassio utili alla migliore caratterizzazione dei vini che,

in questo modo, corrono il rischio di perdere in tipicità.

3. La non concimazione rende il terreno più “povero”.

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Piano di concimazione

I fattori più importanti che influenzano il piano di concimazione sono:

• dotazione naturale del terreno (necessità delle analisi del terreno);

• fabbisogni ed asportazioni della coltura;

• precessione colturale (in particolare per le colture annuali);

• condizioni climatiche (soprattutto quantitativi di pioggia);

• obiettivo della produzione (vini destinati alla spumantizzazione,

affinamento in barrique, ecc.);

• stato della coltivazione (necessità delle analisi fogliari, utilizzo dello

SPAD);

• presenza o meno dell’inerbimento artificiale;

• salvaguardia ambientale (rispetto di un’agricoltura ecosostenibile:

integrata, biologica).

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L'impianto del vigneto

SCELTA DELL’APPEZZAMENTO

in funzione di: tipo di terreno, profondità e composizione fisico-chimica;

esposizione e posizione geografica (giacitura); condizionamenti

idrogeologici; condizionamenti pluviometrici; regimazione delle acque;

pendenze; dimensione ed organizzazione della viabilità; tipi e livelli di

meccanizzazione previsti.

IMPIANTO

analisi del terreno, eventuale estirpazione della coltura arborea

precedente, eventuale predisposizione di drenaggi, livellamento del

terreno, scasso o ripuntatura, successive lavorazioni del terreno,

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L' analisi del terreno (1)

•Uno strumento indispensabile per sapere in

che condizioni si opera;

•il campione deve essere rappresentativo;

•deve essere eseguita da un laboratorio

specializzato;

•deve essere correttamente interpretata

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Le analisi del terreno (2)

•permettono di programmare per tempo la concimazione di fondo

•danno indicazioni per la scelta dei portinnesti da utilizzare.

Gli elementi da determinare:

Scheletro, tessitura (sabbia, limo e argilla), pH, conduttività elettrica, calcare totale ed attivo

carbonio organico, sostanza organica, azoto totale, fosforo assimilabile, CSC, basi di

scambio (potassio, calcio, magnesio, sodio), microelementi: ferro (estratto con ossalato di

ammonio per calcolare l'IPC, boro, ecc.

E’ buona norma anche effettuare l’analisi dei nematodi, per verificarne la popolazione e la

presenza di generi Xiphinema e Longidorus in grado di trasmettere virosi, nel caso il

vigneto succeda a se stesso o ad altre colture arboree.

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Disomogeneità dei terreni

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Page 16: La fertilizzazione del vigneto

Certificato di

analisi del

terreno

Page 17: La fertilizzazione del vigneto

Fonte: Pisante M.

Page 18: La fertilizzazione del vigneto

a cura del Dr. Giuseppe Marinelli

Page 19: La fertilizzazione del vigneto

Fonte: Porro D.

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Il Terreno

Funzioni

abitabilità nutrizione

Quantità (profondità)

porosità

permeabilità

temperatura

parassiti

pH

sostanze tossiche

Nutrienti

acqua

colloidi

attività microbica

Fertilità: attitudine a produrre

Fonte: Acutis M.

Page 23: La fertilizzazione del vigneto

Il TerrenoE’ lo strato superficiale della crosta terrestre capace di ospitare la vita delle

piante

T e r r e n o

F a s e l i q u i d a

a c q u a

s c h e l e t r o

s a b b i a

l i m o

a r g i l l a

m a t e r i a l i i n o r g a n i c i

v i v a

m i c r o f a u n a e

m i c r o f l o r a

r e s i d u i

a n i m a l i e

v e g e t a l i

S o s t a n z a o r g a n i c a

f a s e s o l i d a f a s e g a s s o s a

a r i a

Fonte: Acutis M.

Page 24: La fertilizzazione del vigneto
Page 25: La fertilizzazione del vigneto

Fonte: Valagro

Page 26: La fertilizzazione del vigneto

Principali parametri da considerare nell'interpretazione delleanalisi degli elementi assimilabili

Elemento pH T Catt S.O. CSC P K Mg Ca

Fosforo ** * ** **

Potassio * **

Magnesio * **

Calcio ** *

Sodio * ** **

Ferro * * ** *

Manganese * * *

Zinco * * *

Rame * * *

Boro * ** *

Fonte: Perelli M.

Page 27: La fertilizzazione del vigneto

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Concimazione di fondo o impiantochi ben inizia è alla metà dell'opera

L'effetto si protrae per più anni e serve per:

• migliorare la struttura del terreno (apporto di s.o.);

• correggere le carenze (fosforo, potassio, meso e

microelementi);

• creare una riserva nel terreno per gli elementi nutritivi

poco mobili (P, K, Mg, Bo, ecc);

• correggere, ove possibile, eventuali anomalie del suolo,

es. modificare il pH (utilizzo del gesso in terreni alcalini o

calcarei).

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I portinnesti: fattori di scelta ecopodologici

Kober 5 BB SO4 420 A 1103 P

ibrido RipxBer RipxBer RipxBer RupxBer

Attecchimento vivaio elevato difficoltà

vigoria elevata medio-alta medio-bassa Molto elevata

Resistenza siccità Media (inferiore al 420A) Scarsa-discreta media-buona Molto elevata

Res. umidità media media scarsa Medio-scarsa (colature)

Terreni compatti media media medio-bassa elevata

Apparato radicale semituffante semituffante semituffante tuffante

Res.salinità scarsa scarsa scarsa elevata

Res. carenza di magnesio medio-bassa bassa medio-bassa elevata

Res. stanchezza elevata elevata bassa elevata

Res. al calcare attivo 20% 17-20% 20% 17-20%

I.P.C. 40 30 40 30

note Sensibile alle virosi Sensibile asfissiaPuò essere sostituito dal 775 P

(resistenze medie) e 779P (meno vigoroso)

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I nuovi portinnesti

La serie M sono il frutto dell’incrocio combinato di diverse specie di Vitis

(riparia, cordifolia, rupestris e berlandieri).

M-1 è stato selezionato per l’alta resistenza alla clorosi ferrica e alla salinità

del suolo, nonché per la riduzione del vigore;

M-2 per l’alta efficienza di assorbimento di K e Mg e per la resistenza alla

clorosi ferrica;

M-3 per la riduzione del vigore;

M-4 per la resistenza agli stress idrici ed alla salinità del suolo.

Page 30: La fertilizzazione del vigneto

Fonti: Corazzina; Baldini-

Scaramuzzi-Liuni-Antonacci

Concimazione di allevamento

Anno Elemento Kg/ha elemento Concime Epoca di distribuzione

1 Azoto 30-50 (max 60) Nitrato o solfato ammonico

Distribuzione frazionata entro 2 mesi dal germogliamento

(max entro giugno)

Fosforo e potassio 0

2 Azoto 150-250Urea

solfato ammoniconitrato ammonico

40% marzo (pregermogliamento)

30% allegagione30% ingrossamento bacca

(max entro giugno)

Fosforo e potassio 0

3 Azoto 80-130 come 2 anno come 2 anno

fosforo 0

potassio 100-150 Solfato potassico marzo

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Concimazione di produzione (1)

È necessaria per soddisfare il fabbisogno della vite (formazione dei grappoli,

dei tralci, delle foglie, dei residui di potatura, accrescimento del fusto e

delle radici).

È importante non solo determinare i quantitativi adeguati dei vari elementi

nutritivi, ma anche scegliere l’epoca e la forma (minerale, a lenta cessione,

organo-minerale, organica) e la via (al terreno o fogliare) più opportune per

somministrarli.

Per predisporre un piano di concimazione razionale occorre::

• tenere conto delle asportazioni degli elementi nutritivi per i quintali di uva

prodotti;

• restituire le quantità di elementi nutritivi persi dal terreno nell’annata

(dilavamento, immobilizzazioni, ecc.);

• considerare lo stato nutrizionale del vigneto (valutato tramite l’analisi del

terreno e il livello di elementi nutritivi nelle foglie rilevabile mediante le

relative analisi da effettuarsi periodicamente).

Page 32: La fertilizzazione del vigneto

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Concimazione di produzione (2)

• Asportazioni: Il calcolo del reintegro delle asportazioni è basato dal

punto di vista teorico su dati piuttosto vecchi o troppo generici. (in base

al PRCFA Regione Campania, azoto: 0,62; fosforo: 0,26; potassio:0,74)

• Analisi del terreno: completa all'impianto e dopo 4-5 anni per quella

semplificata (ridotta a 2 anni per le aziende aderenti al PRCFA)

• Metodo di calcolo: esistono diversi metodi (quasi tutti si basano sul

metodo delle asportazioni)

Page 33: La fertilizzazione del vigneto

Asportazioni (valori minimo e massimo)

Azoto: (kg/q) 0,12-0,8 kg/ha/anno 43-100

Fosforo: (kg/q) 0,01-0,4 kg/ha/anno 10-44

Potassio: (kg/q) 0,24-1,38 kg/ha/anno 60-112

Calcio: (kg/q) 0,014-1 kg/ha/anno 87-358

Magnesio: (kg/q) 0,02-0,44 kg/ha/anno 18-31

Zolfo: (kq/q) 0,13-0,17 kg/ha/anno 6-7,5

Ferro: (g/q) 0,29-9,24 kg/ha/anno 0,6-1

Manganese: (g/q) 0,29-8,8 kg/ha/anno 0,5-0,9

Zinco: (g/q) 0,04-3,2 kg/ha/anno 0,2-0,3

Boro: (g/q) 0,26-3,22 kg/ha/anno 0,11-0,2

Rame: (g/q) 0,35-13,92 kg/ha/anno 0,1-0,12

Fonte: vari autori

Dr. Giuseppe Marinelli

Page 34: La fertilizzazione del vigneto
Page 35: La fertilizzazione del vigneto

La dose ottimale

Fonte: Valagro

Page 36: La fertilizzazione del vigneto

Dr. Giuseppe Marinelli

Epoca di distribuzione dei concimi (1)Bisogna tener conto:

dei periodi di massimo accrescimento radicale:

• di cui uno in primavera (aprile-maggio, dai 15 ai 65 giorni dal germogliamento, nella fase di pre-fioritua);

• e l’altro da metà agosto a metà settembre (dai 140 ai 160 giorni dal germogliamento, in prossimità della raccolta

o post raccolta a seconda della varietà e della zona); a tal proposito è indicata la somministrazione di azoto, che

sarà trasformato dalle radici in arginina, riutilizzata nel corso della successiva stagione per una buona fioritura.

delle fasi fenologiche della pianta:

i nutrienti minerali servono subito, dall’inizio della ripresa vegetativa sino alla fase di più intensa crescita

(l’accrescimento del germoglio è elevato soprattutto tra i 20 e i 40 gg dal germogliamento), dododichè

subiscono una stasi per essere maggiormente richiesti nella fase di forte crescita delle bacche e durante la

maturazione dei grappoli (quindi dall’allegagione in poi).

L’assorbimento di azoto dal terreno inizia 1 mese dopo l’apertura delle gemme (verso fine maggio, quando la vite ha

finito le riserve), quando i germogli hanno disteso le prime 5-6 foglie e si protrae fino alla caduta delle foglie,

anche se il ritmo di assorbimento varia a seconda della stagione.

La pianta presenta tre periodi di elevato fabbisogno di azoto di cui:

uno nel momento della ripresa vegetativa, in cui dovrebbe sfruttare le riserve immagazzinate l’anno precedente;

il successivo raggiunge il massimo dopo la fase di post-allegagione, dai 15 ai 30 giorni dopo la fioritura, momento in cui

dovrà trovare l’elemento prontamente assimilabile in forma di nitrato per poter sopperire alle aumentate

richieste, quando vengono assorbiti 1,5-1,6 Kg di azoto/ha al giorno.

Il 3 subito dopo la raccolta con 1 Kg/giorno assorbito.

Page 37: La fertilizzazione del vigneto

Fonte: Baldini E.

Page 38: La fertilizzazione del vigneto

Dr. Marinelli Giuseppe

Fonte:

Baldini

E.

Page 39: La fertilizzazione del vigneto

Fonte: Porro D.

Page 40: La fertilizzazione del vigneto

Dr. Giuseppe Marinelli

Epoca di distribuzione dei concimi (2)

Azoto

Concimazione in tre interventi:

1) 40% al germogliamento (concimi a rilascio graduale, solfato ammonico, urea, organo-minerali);

2) 25% un mese dopo (non oltre la fine di maggio, con azoto a pronto effetto);

3) 35% subito dopo la raccolta (solo in presenza di foglie ancora attive e in assenza di terreni

saturi).

Concimazione in due interventi:

1) 65% alla fase fenologica di 5a-6a foglia;

2) 35% subito dopo la raccolta;

oppure:

1) 60% germogliamento

2) 40% 1 mese dopo

Concimazione in un solo intervento:

Foglie espanse (5 -6 foglia distesa)

Fosforo e potassio

Subito dopo la raccolta o inizio germogliamento

Page 41: La fertilizzazione del vigneto

Fonte: Porro D.

Page 42: La fertilizzazione del vigneto

Dr. Giuseppe Marinelli

Tipo di concime

Azoto

dipende dal rapporto C/N

rapporto ottimale 8-12, se:

> 12, utilizzare azoto minerale

< 8, utilizzare azoto organico

8-12, ampia scelta

Fosforo

prediligere concimi a base di fosforo a basso costo per unità

se, problemi di insolubizzazione, utilizzare fosforo di natura organica, o

insieme a sostanza organica

Potassio

evitare i cloruri

Page 43: La fertilizzazione del vigneto

Concimi azotati minerali(1)

Solfato ammonico

Contiene il 21% di N e il 23-24 % di zolfo (S) pari a 60-61% come SO3. E’ trattenuto abbastanza a lungo dal terreno,

contenendo azoto solo in forma ammoniacale (l’azoto si sottrae al dilavamento poiché è facilmente trattenuto dai

siti di scambio cationico del terreno e quindi sottratto al dilavamento), ma viene comunque utilizzato abbastanza

rapidamente dalle colture (azione quasi pronta). Se dato in copertura senza interramento può essere inefficace,

in quanto il solfato ammonico, reagisce con il carbonato di calcio per formare solfato di calcio e ammoniaca che

volatilizza in parte. È adatto ai terreni calcarei. L’elevata solubilità e la capacità di essere trattenuto dal terreno,

fanno del solfato ammonico un ottimo coadiuvante nelle operazioni di diserbo, soprattutto come coadiuvante del

glifosate che, oltre a renderne più rapida l’azione disseccante, consente di ridurne le dosi normali d’impiego.

Nitrato ammonico

Contiene azoto nitrico e ammoniacale in parti uguali e quindi sono evidenti i vantaggi ma anche i limiti derivanti

dall’impiego di tale concime (l’azoto nitrico è prontamente disponibile per le piante ma, di contro, soggetto al

dilavamento; l’azoto ammoniacale si fissa alle argille del suolo e deve essere trasformata in nitrico, dai batteri

nitrificanti, prima di essere assorbito dalla pianta). È senza dubbio il fertilizzante più versatile ed adatto ad un gran

numero di colture. Può essere utilizzato in qualunque stadio di sviluppo delle colture ed è utilizzabile sia interrato

che in copertura; tuttavia nei terreni calcarei, è necessario interrarlo leggermente per evitare perdite in forma

gassosa (ammoniaca), mentre in quelli alcalini è preferibile ricoprirlo con terra. È un composto molto igroscopico e

per questo motivo ha una forte tendenza ad impaccare durante l’immagazzinamento, va quindi conservato con

grande cura, sempre imballato, in locali adatti.

Dr. Giuseppe Marinelli

Page 44: La fertilizzazione del vigneto

Concimi azotati minerali (2)Urea

Attualmente si producono due tipi d’urea: prilled (sempre meno diffusa) e granulare; la prima con sfere

lisce di 1-2 mm, bianchi e molto leggeri, la seconda a granelli rugosi di 2-4 mm.

Fra tutti i concimi chimici solidi, ha il maggior titolo azotato (46%) e il minor costo per chilogrammo di

azoto permettendo un ovvio risparmio nelle spese di trasporto, possiede inoltre facilità di

conservazione. Elenchiamo alcune particolarità dell’urea:

a) l’Urea finché non è idrolizzata non è trattenuta dal potere assorbente quindi scende nel terreno

come i nitrati. Nel momento in cui viene idrolizzata si comporta come l’ammoniaca la quale viene

assorbita nel terreno.

b) Le perdite causate dal dilavamento nel terreno sono limitate in quanto l’idrolisi è un processo

immediato.

L’azoto è facilmente lisciviabile nella forma ureica ma immessa nel terreno, viene rapidamente

trasformata in carbonato ammonico (NH4)2 CO3 e successivamente in ammoniaca per idrolisi

dall’ureasi, in tempi che variano, in funzione della temperatura e del contenuto in S.O. del terreno,

tra le poche ore e i 3-5 giorni (azione quasi pronta). Fino a che non ha subito l’idrolisi, l’urea

diffonde liberamente nel terreno, assicurando in esso una distribuzione omogenea di azoto. Le

reazioni sono rapide in terreni caldo-umidi e lente in terreni freddi. Al di sotto dei 16 C il processo di

trasformazione viene rallentato, anche se l’ureasi è attiva anche con temperature inferiori a 0 C .

Dr. Giuseppe Marinelli

Page 45: La fertilizzazione del vigneto

Concimi azotati minerali(3)L’urea per essere il più possibile efficace, deve essere utilizzata seguendo alcuni accorgimenti, fra i

quali si ricorda:

1) se si sparge l’urea in superficie è probabile che una quota elevata di azoto si disperda come

ammoniaca per interazione tra l’urea medesima e la componente calcarea del suolo;

2) in terreni tendenzialmente sciolti è preferibile frazionare la distribuzione;

3) la distribuzione su prati è sconsigliata, dato che può essere sparsa solo in superficie e, di

conseguenza, è probabile la perdita per volatilizzazione di azoto sotto forma di ammoniaca;

4) il terreno deve essere “agronomicamente attivo” per garantire una rapida trasformazione; è

pertanto indispensabile che il terreno presenti contenuti in S.O. ottimali.

Utilizzabile sia in presemina che in copertura; distribuito in superficie in terreni non acidi o anche in

periodi particolarmente caldi (quindi di elevata temperatura e ridotta umidità) e abbondante

presenza di ureasi, libera ammoniaca gassosa, soprattutto in terreni calcarei, che a sua volta,

può danneggiare le foglie più basse. L’urea può essere impiegato per la concimazione di fondo di

cereali autunno-vernini o di colture primaverili. Nella concimazione localizzata può creare

fitotossicità per la presenza di biureto (a dosi superiori al 1,2% può essere tossico per i vegetali).

In copertura su cereali e colture prative presenta l’80-85% dell’efficacia del nitrato ammonico,

mentre in semina e presemina ha la stessa efficacia. In genere è consigliabile una diluizione con

terra o materiali inerti. Può essere impiegato anche per la fertirrigazione e la concimazione

fogliare. L’ureasi è presente anche nelle piante che sono, quindi, in grado di utilizzare l’urea

anche se somministrata per via fogliare

Dr. Giuseppe Marinelli

Page 46: La fertilizzazione del vigneto

Concimi a “lento effetto”

o “non a pronto effetto”

I concimi azotati sono soggetti a perdite per dilavamento con conseguente riduzione dell’efficienza della

concimazione, costringendo a frazionare gli interventi di distribuzione. Per questo motivo sono stati

messi a punto prodotti poco solubili e in grado di liberare nitrati gradualmente nel tempo mediante:

– l’impiego di composti che liberano azoto lentamente come l’ureaformaldeide, la

crotonilidiurea, l’isobutilendiurea e l’ossammide;

– la protezione fisica dei granuli di concime con sostanze che ne rallentano la solubilizzazione quali

zolfo, cere, vermiculite e resine;

– l’impiego di sostanze che inibiscono la nitrificazione (dicianammide, piridine,

cloroaniline);

– l’utilizzazione di inibitori della nitrificazione come il tiosolfato d’ammonio e il 3,4 DMPP

(Dimetilpirazolofosfato).

Questa gradualità di rilascio fa si che la disponibilità degli elementi nutritivi nel suolo possa essere,

talvolta, più compatibile con le esigenze delle colture.

Problema:

Qual è il tempo di rilascio?

Coincide con l’esigenza della coltura?

Dr. Giuseppe Marinelli

Page 47: La fertilizzazione del vigneto

Concimazione fogliare

Nel 1956 il professor Tukey (del Dipartimento di orticoltura del Michigan) ha

dimostrato, nel trattato "The contribution of atomic energy to agricolture" che le

piante non assorbono elementi nutritivi solo tramite le radici, ma anche dalla

foglie, dai frutti, dai fiori, dai rami e dal tronco. Secondo Tukey le applicazioni

fogliari hanno un’efficacia pari al 95% rispetto al solo 10% della concimazione

al suolo.

Nel 1980 il professor Mario Fregoni dimostrava che la capacità di scambio

cationico delle foglie è sostanzialmente identica a quella delle radici.

Dr. Giuseppe Marinelli

Page 48: La fertilizzazione del vigneto

Concimazione fogliare

La concimazione fogliare è efficace perchè i tempi di assorbimento

fogliare (attraverso la cuticola e gli stomi) sono molto veloci, ma

deve essere considerata una tecnica integrativa a quella del

terreno.

Deve integrare la concimazione al terreno quando:

l’apparato radicale è poco sviluppato (es. piante appena trapiantate);

bisogna tamponare carenze di microelementi;

è presente ristagno idrico o scarsa disponibilità idrica;

bisogna migliorare la qualità del prodotto (es. colore dei frutti e grado

zuccherino, aumentare la concentrazione di calcio nei frutti).

È necessario quando non è possibile risolvere il problema al terreno (ad

esempio nel caso di disseccamento del rachide per eccesso di potassio

nel terreno).

Dr. Giuseppe Marinelli

Page 49: La fertilizzazione del vigneto

Concimazione fogliare

La concimazione fogliare è efficace perchè i tempi di assorbimento

fogliare (attraverso la cuticola e gli stomi) sono molto veloci, ma

deve essere considerata una tecnica integrativa a quella del

terreno.

Deve integrare la concimazione al terreno quando:

l’apparato radicale è poco sviluppato (es. piante appena trapiantate);

bisogna tamponare carenze di microelementi;

è presente ristagno idrico o scarsa disponibilità idrica;

bisogna migliorare la qualità del prodotto (es. colore dei frutti e grado

zuccherino, aumentare la concentrazione di calcio nei frutti).

È necessario quando non è possibile risolvere il problema al terreno (ad

esempio nel caso di disseccamento del rachide per eccesso di potassio

nel terreno).

Dr. Giuseppe Marinelli

Page 50: La fertilizzazione del vigneto

Dr. Giuseppe Marinelli

L'analisi fogliare

L'analisi del terreno è utilissima ma non sufficiente a delineare il quadro della situazione,

perché a volte gli elementi nutritivi nel terreno ci sono ma per vari motivi non vengono

assorbiti dalla pianta. Per questo occorre analizzare il contenuto delle foglie e determinare

lo stato nutritivo nutrizionale della coltura.

Le analisi fogliari, pur costituendo una misura indiretta della fertilità del suolo, sono più

direttamente correlati con lo stato fisiologico della vite e servono per 3 motivi

fondamentali:

• verificare lo stato nutrizionale per impostare un corretto piano di concimazione,

• diagnosticare stati di carenza o di eccesso nutrizionale

• individuare situazioni di incipiente carenza non visibile con sintomi chiari

(criptocarenze).

Page 51: La fertilizzazione del vigneto

Prelievo fogliare

Problematiche:

– precisione del campionamento

– epoca del campionamento

– omogeneità appezzamento e coltura (cv., pi)

– va effettuata annualmente

– standard di riferimento

• serve comunque ad integrare le analisi del terreno che vengono effettuate ad

intervalli più lunghi

Fonte: Porro D.

Page 52: La fertilizzazione del vigneto

Fonte: Porro D.

Page 53: La fertilizzazione del vigneto

Localizzazione sintomi da carenze

Foglie vecchie (basali): azoto, fosforo, potassio,

magnesio e cloro.

Foglie giovani (apicali): ferro, manganese, rame,

zinco, boro, nichel, calcio.

La carenza di zolfo si manifesta sulle foglie basali

e mediane con clorosi uniforme (simile all’azoto),

e sugli apici e foglie apicali con clorosi

internervale uniforme (simile al ferro).

Dr. Giuseppe Marinelli

Page 54: La fertilizzazione del vigneto

P.R.C.F.A.Obblighi (2)

Dotarsi di un Piano di Concimazione Aziendale (PCA)

Rispetto del PCA

(non superare le unità fertilizzanti indicate per l’azoto,il fosforo e il

potassio)

Aggiornamento del “Registro cronologico …”

Assoggettamento dell’intera SAU aziendale

Comunicare variazioni intervenute nelle superfici e nelle colture

praticate.

Riduzione del 20% per l’azoto nelle zone vulnerabili ai nitrati

Page 55: La fertilizzazione del vigneto

Fonte: internet

Clorosi ferrica

Page 56: La fertilizzazione del vigneto

Fonte: Fregoni M.

La carenza di azoto

Page 57: La fertilizzazione del vigneto

La carenza di magnesio

Page 58: La fertilizzazione del vigneto

La carenza di potassio

Page 59: La fertilizzazione del vigneto

Cause della carenza di magnesio

1) Terreni sciolti ed acidi o molto argillosi

2) Annate molto umide

3) Elevate concimazioni potassiche

4) Elevate produzioni di uva/ceppo

5) Sensibilità varietale (Croatina, Riesling i. e r., Schiava, Cabernet Sauvignon,

Sangiovese, Gewürztraminer)

6) Scarsa selettività dei portinnesti ( SO4, Fercal, Kober 5BB)

Fonte: Bavaresco L.

Page 60: La fertilizzazione del vigneto

Cause della carenza di boro

Le cause sono legate alla natura del terreno ed in

concomitanza con periodi di siccità:

1) terreni sciolti (con problemi di lisciviazione)

2) terreni acidi

3) terreni calcarei/alcalini

4) terreni poveri di s.o.

Dr. Giuseppe Marinelli

Page 61: La fertilizzazione del vigneto

Cause della clorosi ferricaNatura calcarea del terreno

Fattori concorrenti:

1. concimazione nitrica

2. eccessive concimazioni fosfatiche

3. lavorazioni del terreno

4. elevata vigoria

5. sensibilità varietale (ex. Pinot, Cabernet Sauvignon, Picolit, Carmenère,

Ribolla, alcuni tipi di Moscato, ad es. il M. d’Amburgo)

6. scarsa resistenza dei portinnesti (ex Rip x Rup)

7. eccesso di calcio attivo

8. pH superiore a 8

9. carenza di ferro

Dr. Giuseppe Marinelli

Page 62: La fertilizzazione del vigneto

Dr. Giuseppe Marinelli

Metodi di analisi fogliareI metodi utilizzati sono:

• diagnostica fogliare

• diagnostica peziolare

Non si dovrebbero eseguire campionamenti dopo forti piogge, irrigazioni sovrachioma, trattamenti

fitosanitari e concimazioni fogliari.

Il sistema dell’analisi fogliare ha dei limiti interpretativi (“paradosso della clorosi”)

Il nuovo (il futuro per la Campania, il presente per il centro-nord):

agricoltura di precisione e Spad

Spad

Lo SPAD-502 è uno strumento misuratore di clorofilla (poiché la maggior parte dell’azoto

si trova nelle molecole di clorofilla, dà un’indicazione della quantità relativa di clorofilla

presente nelle foglie delle piante) che permette di rilevare rapidamente la

concentrazione di azoto nelle foglie proprio grazie alla stretta correlazione esistente tra

tale parametro e il contenuto di clorofilla indicato. Lo strumento è portatile, di lettura

rapida e risulta non distruttivo.

Page 63: La fertilizzazione del vigneto

Fonte: Porro D.

Page 64: La fertilizzazione del vigneto

Dr. Marinelli Giuseppe

Fonte: Porro D.

Page 65: La fertilizzazione del vigneto

Dr. Giuseppe Marinelli

L’inerbimentoPositivo:

protegge dall’erosione;

aumenta la portanza;

migliora la fertilità biologica;

contiene la vigoria della pianta;

incremento della s.o.;

migliore assorbimento di fosforo e potassio

Negativo:

competizione con la vite per acqua ed elementi nutritivi.

aumento della concimazione nei primi 2-3, massimo 4 anni.

È sconsigliabile l’inerbimento in: terreni sabbiosi, poco profondi, fortemente argillosi

No concimazioni organiche

Importante la scelta del miscuglio.

Page 66: La fertilizzazione del vigneto

Dr. Marinelli Giuseppe

Page 67: La fertilizzazione del vigneto

P.R.C.F.A.Obblighi (1)

Per appezzamento omogeneo si intende quella parte della superficie aziendale che

presenta elementi ambientali comuni e per la quale si ritiene che i terreni abbiano

caratteristiche chimico-fisiche pressoché uguali.

Per ogni appezzamento omogeneo: analisi chimico-fisica del terreno “di base” al primo

anno e per nuovi appezzamenti

Ogni 2 anni analisi “semplificata” (carbonio organico, azoto totale, fosforo assimilabile,

potassio, calcio, magnesio e sodio scambiabili)

Rivolgersi ad un laboratorio abilitato e che utilizzi i “Metodi ufficiali di analisi chimica del

suolo” approvati con D.M. del 13/09/99

Dr. Giuseppe Marinelli

Page 68: La fertilizzazione del vigneto

P.R.C.F.A.Obblighi (2)

Dotarsi di un Piano di Concimazione Aziendale (PCA)

Rispetto del PCA

(non superare le unità fertilizzanti indicate per l’azoto,il fosforo e il

potassio)

Aggiornamento del “Registro cronologico …”

Assoggettamento dell’intera SAU aziendale

Comunicare variazioni intervenute nelle superfici e nelle colture

praticate.

Dr. Giuseppe Marinelli

Page 69: La fertilizzazione del vigneto

Dr. Giuseppe Marinelli

GRAZIE PER L’ATTENZIONE

Page 70: La fertilizzazione del vigneto

Regione Campania

S.T.A.P.A. Ce.P.I.C.A. di AvellinoSettore Tecnico Amministrativo Provinciale Agricoltura

Centro Provinciale Informazione e Consulenza in Agricolturawww.stapacepicaavellino.com

P.S.R. Campania 2007-2013 Misura 111 “Vini irpini di Qualità: il racconto di un territorio”

La fertilizzazione del vigneto

A cura del Dr. Giuseppe Marinelli

responsabile provinciale del P.R.C.F.A. – Piano Regionale di Consulenza alla Fertilizzazione Aziendale

Sede dei corsi anno 2012: Santa Paolina (25 Giugno), Mirabella Eclano (2 Luglio), Lapio (11 Luglio)