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LA DIETA PERFETTA
Certamente il titolo può sembrare presuntuoso, però se analizziamo il vero
significato di quelle parole, ci accorgiamo che la parola DIETA significa
“stile di vita” e non vuole indicare solo una noiosa e irrealizzabile sequenza
di tristi alimenti, associati ad una serie di improponibili proibizioni… Il
tutto realizzabile soltanto nel mondo delle buone intenzioni !!|.
Cercheremo “ semplicemente” di indicare uno stile di vita che sia
adatto a ciascuno di noi.
Ciò sarà veramente arduo…...!
Questo risultato, certamente ambizioso, lo possiamo ottenere
percorrendo le vie della conoscenza del nostro corpo e soprattutto
prendendo coscienza della singolarità del” proprio essere”.
Cercheremo di vedere anche le relazioni che abbiamo con l’ambiente e
come le dinamiche ambientali interagiscono con noi. La nostra meta sarà
quella di indicare la via che ci conduce al massimo benessere tanto fisico ,
quindi oggettivo, quanto psichico, cioè soggettivo . La prima
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considerazione che dobbiamo” metabolizzare” è che ogni individuo è
condizionato dalla interazione di tre fattori:
1)dagli elementi che circolano nei propri fluidi corporei.
2)dagli impulsi che gli arrivano dai suoi organi sensoriali
3)dalle informazioni ed esperienze sedimentate nel “suo tempo” .
Torneremo successivamente a interpretare in modo dettagliato questi
processi, però sin da subito dobbiamo capire che l’interazione di questi tre
dinamici elementi crea la “singolarità” di ogni individuo. Quindi non
potremmo mai affermare che generiche indicazioni nutrizionali
produrranno i medesimi effetti su individui diversi.
Vedremo che tutti i processi metabolici seppure simili nelle prime fasi
biochimiche, saranno influenzati dall’azione di attivazione o di blocco,
esercitata da tutta una serie di attività “neuro-vegetativa” e ormonale che
cambierà il risultato della biochimica-metabolica delle sostanze
introdotte.
Facciamo un esempio: immaginate soltanto di sentire o pensare ad un
gradito evento, in un luogo piacevole, con una atmosfera da sogno (per
voi).
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Questo attiverà tutta una serie di processi di secrezione e di adattamento
per una perfetta utilizzazione delle sostanze circolanti, oppure di quelle
che sono attese….. Il contrario avverrà se aggrediti da sensazioni orrende.
E’ facilmente intuibile che le singole esperienze, non sono trasferibili.
Taluni potrebbero avere sensazioni opposte per il medesimo pensiero,
provocando o meglio attivando processi metabolici addirittura differenti
con formazione di elementi anche patogeni. Iniziamo un percorso che ci
deve far coscientemente comprendere da dove veniamo per capire chi e
cosa siamo e dove possiamo arrivare.
COME NASCE LA VITA
Per la proliferazione della vita sul nostro pianeta, sono dovute intervenire
una serie di circostanze. Per ovvii motivi, ne citeremo soltanto alcune. E’
chiaro che qualsiasi essere vivente, ad iniziare dai protozoi, batteri, miceti o
alghe ecc., ha necessità tanto di un idoneo ambiente, quanto di alimenti
da metabolizzare per trarne energia trasformandoli in altro.
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Accenniamo soltanto alla comparsa dei primi procarioti di 3,0 miliardi di
anni fa, oppure lo scontro e fusione della Terra con il “fratello” pianeta
Theia, che permette al nostro pianeta di raggiungere le attuali dimensioni
gravitazionali e elettromagnetiche…..
Iniziamo con i primi costruttori di quello che diverrà il nostro “ambiente”:
gli “stromatoliti”, compaiono sul nostro pianeta 2.7 miliardi fa. Il loro nome
(deriva dal greco stroma-tappeto, litos –pietra)” tappeto di pietra”, ci indica
che questi micro-organismi hanno trovato terreno adatto alla loro
nutrizione sulla superficie solidificata della crosta terrestre. Facciamo
presente che ancora oggi sono visibili in alcune zone del pianeta.
Il loro fondamentale merito fu quello di inondare la infernale atmosfera
terrestre con enormi quantità di ossigeno che in un primo momento
contribuì a far ossidare e quindi precipitare al suolo la enorme quantità di
metalli pesanti disciolti nella primordiale ed infernale atmosfera. Infatti i
metalli pesanti, durante le fasi iniziali, quando la altissima temperatura
costringeva la Terra allo stato di fluido, oltre la altissima velocità di
rotazione, che era 4 volte superiore alla attuale (6.000 km/h), li confinava
soprattutto nel nucleo del nostro pianeta e non erano presenti in superficie.
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Con tale ossidazione contribuiscono in prima istanza ad arricchire in
modo pressoché uniforme la litosfera di tali elementi (ricordo per tutti
l’importanza del ferro nella biochimica dei viventi).
Dopo questa prima fase, liberata l’atmosfera dai metalli, la inonda di
ossigeno. Però ci sono due altri grandi eventi: il primo è quello della
formazione del nostro satellite, la Luna.
Questa ha una importanza fondamentale perché determinerà con la forza di
attrazione esercitata, il rallentamento della velocità di rotazione della
Terra, alla condizione attuale ( oltre ad altri eventi); il secondo evento sarà
dovuto al devastante impatto subito dal pianeta con un enorme corpo
celeste che ne sposterà l’asse di rotazione, ciò determinerà oltre alle quattro
stagioni il moto della “precessione equinoziale”, già indicata dal
meraviglioso Eudosso da Cnido nel 4° secolo a.c. , successivamente
descritto anche da Platone come “il grande anno” (ogni processo dura 2.000
dei nostri anni che moltiplicati per 12 oscillazioni, portano alla complessiva
durata di circa 24.000 anni, dopo di che il ciclo ricomincia) .
Dunque si consolidano le condizioni ambientali ed arriviamo ad una altra
enorme tappa. Arriva l’acqua, (probabilmente contemporanea agli
stromatoliti) portata forse da meteore che impattano….
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Fortunate combinazioni di carbonio, idrogeno, ossigeno, oltre a azoto
danno inizio alle prime strutture viventi.
Tralasciamo alcune forme ( estremofili e altro ), quindi per sintetizzare,
iniziamo con le alghe, che usciranno pian piano dall’acqua, formando i
primi licheni poi le piante….
Se andiamo a vedere la sequenza genetica dei vegetali, troviamo una
enormità di somiglianze anche con il genoma umano…….
Arrivano i primi invertebrati, quindi i pesci, alcuni di questi usciranno
dall’acqua come anfibi.
Il loro limite sarà la riproduzione con uova dal guscio molle. Come tali
non possono allontanarsi dall’acqua. Per ovviare a questo, alcuni si
trasformano in rettili. Così hanno la possibilità di allontanarsi dall’acqua ed
invadono tutta la terra. Mangiano enormi quantità di vegetali …. e alcuni si
specializzano a mangiare gli erbivori……
I rettili hanno la possibilità di riprodursi con uova dal guscio duro,
calcareo. E’ come se all’interno dell’uovo trasportassero una parte
dell’ambiente marino in cui far germogliare la nuova vita….. Siamo arrivati
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a circa 500 milioni di anni fa. ….. C’è un altro evento fondamentale, è
quello della trasformazione di alcuni vegetali in graminacee.
Arriviamo a 250 milioni di anni fa. La terra è un brulicare di vita
complessa dominata dagli enormi rettili che per circa 190 milioni di anni
confineranno i mammiferi ai margini della “vita”, costringendoli ad
assumere ridotte dimensioni e a espletare le funzioni vitali soprattutto nel
periodo notturno.
I mammiferi inizialmente si nutrono di tuberi, frutta e graminacee, ed
hanno sviluppato un nuovo modo per la riproduzione: sviluppano la nuova
vita al loro interno.
Però anche in loro si ha una perfetta riproduzione di quel “liquido marino”
da cui sono uscite le prime forme di vita complessa. E’ indubbiamente
questo il modo migliore per preservare la prole, nutrendola e proteggendola
all’interno del proprio corpo.
Questo è risultato il modo migliore per invadere la Terra e prenderne il
dominio. Poi per un evento ancora non ben definito, comunque tale da
non permetterne più le funzioni vitali, quindi alimentari , i grandi rettili
scompaiono. Ciò permetterà ai mammiferi di cambiare il loro “ stile di vita”
e iniziare tutto il percorso evolutivo che porterà dall’ “homo erectus”
all’attuale “sapiens”.
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Questi processi evolutivi ci fanno capire che non solo il nostro corpo è
frutto di quella evoluzione ma anche che il nostro cervello contiene le
informazioni evolutive di tutte le forme di vita che ci hanno preceduto
.Noi siamo il prodotto di tutte quelle differenziazioni Studiando le
dinamiche evolutive del nostro cervello, abbiamo scoperto che, da questo
punto di osservazione è divisibile sommariamente in tre zone:
1) zona arcaica, l’archencefalo, che abbiamo ereditato dai” rettili”,
guardandolo da una sezione longitudinale mediana , la troviamo nella zona
sotto il “corpo calloso”, nella zona della neuro ipofisi e la zona
dell’epifisi e si dirama nella prima parte del tronco encefalico.
Questa zona è deputata al mantenimento in vita e alla riproduzione della
specie. Quindi regola la alimentazione e la attività sessuale.
Alimentazione e sesso, sono due attività che innescano in tutti i viventi non
solo sensazioni necessitate, ma innescheranno moti sia di ricerca del
piacere, che della “felicità”, mediata dal rilascio di neurormoni che ne
condizioneranno tutta la esistenza, anche calendarizzandola a seconda delle
varie convenzioni sociali di quella specie. Purtroppo saranno queste
“convenzioni sociali” che porteranno gli individui a sopprimere, o meglio a
controllare una di queste pulsioni vitali.
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Sappiamo che l’uomo è un animale sociale che ha come obbiettivo la
felicità. Pertanto tenterà di superare tutte le proibizioni fuorvianti il
raggiungimento della sua felicità compensandole, anche inconsciamente,
nella ricerca di un piacere sostitutivo, eccedendo in quello che sarà più
tollerato nei rapporti sociali.
In genere cercherà di non includere altre persone, e alla fine sarà portato
ad eccedere contro il proprio corpo…..
Ecco la spasmodica ricerca di cibo in qualità e quantità inopportune, o altre
sostanze che vedremo successivamente. Da questo, ecco l’insorgere di una
smisurata quantità di patologie, trasformazioni estetiche, fino a stati di
neuro patologie devastanti.
Nella 2) zona immediatamente superiore, risiede quella parte che
indichiamo per comodità, come “felina”, In questa zona sono concentrate e
particolarmente sviluppate tutte le attività sensoriali e percettive proprie dei
felini……
La 3) zona più alta, è rappresentata dalle circonvoluzioni della corteccia
cerebrale, vi troviamo la parte caratterizzante i primati. Qui avviene la
elaborazione di tutte le informazioni giunte dalle altre zone con miliardi
di processi sinaptici, che determineranno sia l’evoluzione del pensiero
che il differente comportamento dei vari primati. Gli umani sono una
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sintesi di quanto in precedenza avvenuto e conservano comunque tutte le
precedenti informazioni .
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SOCIO ANTROPOLOGIA DELL’ALIMENTAZIONE
Tra i classici del pensiero sociologico, l’ interesse per il cibo e la pratica
alimentare è marginale. L’importanza per il vivere sociale di questa
dimensione, anche se riconosciuta, resta perlopiù non analizzata.
Marx, che pure è attento alla dimensione materiale e al rapporto umano,
parla marginalmente delle pratiche alimentari.
Engels, nel testo “La condizione della classe operaia in Inghilterra” rileva la
pessima qualità del cibo della classe operaia, inaugurando un filone di
analisi del rapporto tra la classe operaia e il cibo.
Weber nel saggio “Storia agraria” introduce numerose specifiche in
accenni al cibo come sistema di agiatezza.
Un altro sociologo Durkheim analizza le tematiche religiose con il cibo
culminanti nelle classificazioni del sacro e del profano.
Fraser sviluppa una profonda analisi su cibo e magia.
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Spencer, altro sociologo, sostiene che le offerte del cibo ai morti
rappresentano l’ origine delle oblazioni (regali) su cui le chiese hanno
costruito le loro ricchezze (come già evidenziato nel luteranesimo).
Significativa la notazione di Spencer che rileva che nel cibo si evidenzia la
tradizionale subordinazione dei giovani agli anziani e delle donne agli
uomini. Weber evidenzia come le pratiche alimentari si orientano verso la
dialettica tra ostentazione del consumo vistoso ed emulazione delle classi
inferiori (tendenti allo sviluppo) alle classi agiate.
Simmel in un saggio del 1910 “La sociologia del pasto” , partendo dagli
usi cerimoniali nelle società antiche evidenzia il significato sociale della
commensalità. Simmel sottolinea le conseguenze della socializzazione dei
pasti. l’imposizione di norme sull’istintività e parla di una stilizzazione
estetica ,indipendente dai reali contenuti del cibo. Simmel scrive che i
popoli primitivi non mangiavano ad ore determinate ma in modo anarchico,
cioè quando avevano fame. Il consumare pasti insieme conduce a una
regolarità temporale e questa è la prima conquista alla naturalizzazione del
mangiare.
Molto efficace è il rapporto tra il cibo e la povertà allargato sul piano
globale dall’economista Amartya Sen in “Povertà e fame (1981)”, rileva
come la carestia non sia solo la scarsità del cibo. Durante le carestie la
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gente ha fame soprattutto perché priva dei titoli giusti per procurarsi il cibo,
titoli che derivano dall’ impiego e dal reddito, attraverso la sicurezza
sociale o la proprietà. La mancanza di cibo deriva dalle relazioni
economiche sociali e politiche in cui gli uomini sono invischiati.
Possiamo così suddividere lo studio della socioantropologia del cibo in:
Funzionalismo; Materialismo; Approccio storico/evolutivo; Strutturalismo.
1) Funzionalismo:
si basa sullo studio di modelli di credenza e di reciprocità sociale dove si
nota che in alcuni gruppi sociali il cibo rappresenta “Ricchezza primaria”
da accumulare e ostentare. Esempio: i granai venivano riempiti in modo
visibile dall’esterno, questo permetteva al suo possessore di tenere fede
agli obblighi sociali. Molti possono ricordare che anche nelle campagne
Marchigiane, i nostri agricoltori, fino agli anni ’70 erano soliti costruire
degli enormi mucchi di paglia, legati in un modo sapiente ad un alto pale
centrale, proprio di fianco alla loro abitazione. Colui che arrivava, doveva
per prima cosa “godere di questo enorme covone”, poi doveva veder l’aia
piene di liberi piccoli animali, come polli, papere, ecc. Era il loro biglietto
da visita, indicativo della Loro solvibilità e benessere economico. Poi
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hanno sostituito tutto questo , con le auto FIAT 124- o con le 128….
Quasi sempre recanti i colori dei campi….
Avere i granai vuoti era molto più temuto della fame. Inoltre i tabù e i
rituali legati al cibo sono usati per imprimere sui giovani il valore sociale
del cibo e per drammatizzare i sentimenti collettivi della comunità. In
particolare, la produzione cooperativa del cibo e la sua condivisione
servivano a sottolineare il senso di interdipendenza e di obbligazione
reciproca, rinforzando l’integrazione sociale.
In alcune società, come tra i Bantù, la produzione, la distribuzione e il
consumo del cibo è legato al ciclo della vita degli animali.
Oltre che alla struttura del gruppo ed dai legami sociali, esiste una
preminenza sociale del cibo quale elemento biologico indispensabile alla
riproduzione e al sesso. Di fatti, mentre il sesso deve essere regolato e
controllato all’interno di una rete di relazioni costruite socialmente (le
parentele) al fine di garantire la sopravvivenza della comunità, le attività
demandate alla soddisfazione alimentare, non solo necessitano di
cooperazione ma, in definitiva la favoriscono.
Vi è quindi una grande importanza del significato simbolico del cibo e
delle pratiche nutritive per esprimere legami di parentela, obblighi e
reciprocità. In altre società si è vista una simbiosi con il bestiame, dove si
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instaura il ruolo di centralità assunto dai bovini, della loro distribuzione e
consumo. Il modo in cui circola il bestiame struttura questa società.
2) Materialismo:
viene rilevato come le ragioni per le preferenze alimentari si trovano nei
benefici pratici che derivano dalle proprietà nutritive. I cibi preferiti sono
quelli (“buoni da pensare, buoni da mangiare”) che fanno pendere la
bilancia dalla parte dei benefici partici, rispetto a quella dei costi e le
differenze sostanziali tra le cucine del mondo, si possono far risalire ai
condizionamenti ambientali e alle diverse possibilità offerte dalle diverse
zone.
Le cucine che ricorrono alla carne sono legate ad una densità demografica
bassa e alla presenza di terre inadatte alla coltivazione.
Il contrario avviene per le alte densità demografiche incentrate sui prodotti
vegetali. Facciamo un punto sull’India dove larghi strati di popolazione
hanno regimi alimentari insufficienti, viene proibito il consumo della
carne.
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Questa proibizione risale alla aumentata densità della popolazione e dal
passaggio dalla antica vita semipastorale alla agricoltura intensiva. Tale
cambiamento è dovuto ad una semplice questione energetica. Per nutrire
una maggior quantità di persone occorre limitare il consumo di carne e
ricorrere in maggior misura ai latticini, al grano, legumi.
Se le granaglie sono consumate dai animali e questi dall’ uomo, 9 calorie
su 10 e 4g di proteine su 5g si perdono lungo il tragitto dalla pianta alla
bocca dell’uomo.
Quando la popolazione aumenta il bestiame diventa concorrente
dell’uomo, riguardo all’alimentazione e al consumo delle risorse della
terra.
A questo punto intervengono le religioni, come l’induismo, il buddismo
che vieta l’uccisione degli animali e dei sacrifici e condanna la
macellazione. Un’altra religione ancora più radicale, il “Jainismo” che
vieta di uccidere o mangiare qualsiasi essere vivente arrivando a
comportamenti parossistici, come coprirsi naso e bocca per non uccidere i
moscerini ecc.
Per gli indiani gli animali sono più utili per arare i campi e per la
produzione di latticini che per la produzione una tantum di carne. Pertanto
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l’ avversione per la carne di manzo consente alla sterminata popolazione
indiana un maggiore e non un minor consumo di cibo animale.
Prendiamo in considerazione il consumo della carne di cavallo, che giunge
quasi al completo rifiuto in America e in Inghilterra, dove questo animale
era utilizzato per il trasporto, la guerra.
Arriviamo ad oggi, dove viene utilizzato nelle competizioni o addirittura
nella “ippo terapia” o altro.
Nel Medioevo si inaugurò il periodo cavalleresco (in Europa) ed i cavalli
divennero simbolo aristocratico quindi esclusi dal pasto.
Tutto cambia con la rivoluzione francese, dove il cavallo ritorna nelle
“mense” e sotto il “terrore”, le teste dei nemici finivano nelle” ceste”,
mentre i loro cavalli finivano nelle pentole.
Con la prima guerra mondiale il consumo di carne di cavallo termina per
vari fattori, come la loro sostituzione con i mezzi a motore. Diventano
scarsi e la carne di cavallo viene vista come cibo dei poveri. Poi la scarsa
reperibilità ne fa aumentare il prezzo portando il crollo della domanda.
Anche la diffusione del pollo è spiegata in termini economici, infatti sono
molto efficaci nel trasformare le energie assimilate; uscito dall’uovo dopo
47 giorni pesa circa 2kg e può essere messo sul mercato (con mangimi
selezionati) e con un costo molto basso.
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3) Strutturalismo:
Analizza le regole sociali, profonde ed implicite che ne orientano le
pratiche.
Mentre con il funzionalismo si guarda il cibo, con lo strutturalismo si
esamina la cucina. Il principale strutturalista è Levi-Strauss, egli guarda la
logica che presiede le pratiche sociali e i loro significati.
Egli parla di “gustemi” analizzabili in termini di opposizioni binarie
(endogeno–esogeno; centrale–periferico; marcato– non marcato).
Opposizione fondamentale è quella tra cotto – crudo. Cuocere e cucinare il
cibo è trasformare la natura in cultura, i materiali grezzi in cibi umani.
Levi-Strauss sostiene che le operazioni di trasformazione,del cucinare ed
il cibo in genere sono linguaggi, cioè sistemi di comunicazione dotati di
regole, come il linguaggio verbale e i sistemi di parentela . Così lo studio
delle pratiche alimentari permette :
la conoscenza di una cultura e di una società, poiché la cucina è un
linguaggio in cui la società traduce la sua struttura e
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permette la rivelazione delle più profonde strutture del pensiero umano, le
forme universali che si manifestano nei diversi contesti e fanno
documentazione della essenza umana.
In un saggio di Mary Douglas “Decifrare un pasto” viene evidenziato
l’influsso delle culture sui gusti, sulla loro strutturazione e classificazione.
La scansione temporale dei pasti è scansione del tempo sociale, quotidiano,
settimanale, annuale, con momenti prestabiliti che il cibo sottolinea e
contribuisce a creare.
Il cibo è un modo per esprimere e creare relazioni sociali. È un sistema di
comunicazione, fissa sistemi condivisi (non cambiamo ogni giorno tipo di
alimentazione). Evidenzia legami e differenze sociali, e avviano una
dinamica di intrusione o esclusione di cui le pratiche alimentari sono
indicatori importanti.
Vicino alla Douglas c’è lo studio di Sahlius che evidenzia la struttura di
base delle scelte alimentari negli Stati Uniti; egli afferma: “ La prossimità
degli animali all’uomo è inversamente proporzionale alla loro
commestibilità.” Per cui, cani e cavalli sono tabù, mentre bovini e maiali
sono edibili.
Un atteggiamento simile riguarda le parti commestibili, quelle esterne e
rigetto di quelle interne (il cuore, la lingua, gli occhi, interiora) che sono
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simbolicamente più vicino all’uomo. Vi è anche un legame tra differenze di
gusto e differenze sociali, come evidenziava Bourdieu nel 1970. Egli
evidenzia che a differenti posizioni sociali corrispondono diversi gusti
dovuti al capitale culturale (educazioni e abitudini), al capitale sociale
( frequentazioni e conoscenze), al capitale economico (disponibilità
finanziarie e materiali). Questi elementi confezionano un habitus per le
comunità, un insieme di orientamenti del pensiero e dell’azione che lo
formano e all’agire in conformità.
4)Approccio storico evolutivo
la storia ci racconta che fino al Medioevo e a buona parte dell’età moderna,
il grasso, l’abbondanza, l’appetito pantagruelico erano simbolo di forza e
potere, mentre oggi sono negativamente considerati, sono sostituiti dalla
magrezza, dalla temperanza, dal controllo.
Negli studi sulla civilizzazione si evidenzia l’estendersi di controlli
razionali, di regole codificate che presiedono al buon vivere in società. I
controlli, come le buone maniere a tavola, si proponevano di evitare
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comportamenti spontanei e istintivi, di regolare e razionalizzare istinti e
appetiti.
Da qui la creazione di una nuova personalità moderna a cui si richiede il
controllo del proprio corpo (di sé), di separazione fra il pubblico e privato,
attenzione al rispetto delle regole di civiltà. All’apprezzamento medievale
per una forte istintività (si preferisce chi ha più appetito, più forza bruta,
dove l’istintività impetuosa era segno di superiorità) , oggi si preferisce
l’autocontrollo, si svaluta l’obesità, si valorizzano i corpi magri.
Quindi avviene il cambiamento della dieta e dei gusti. Questi
cambiamenti non risalgono ad una scienza alimentare, ma sono frutto di
mutamenti socio-culturali che la scienza alimentare sostiene e giustifica.
Una riflessione va fatta considerando che l’ homo sapiens è un onnivoro e
questo, con il bisogno di consolidare i significati culturali lo porta a vivere
un paradosso: una parte di se richiede varietà e diversificazione, mentre
l’altra si affida a modelli culturali tradizionali.
Da qui l’ansietà dell’onnivoro in bilico tra il piacere per la novità e la
rivoluzione per il nuovo. Questo implica pressioni incoerenti e
contraddittorie tipiche del consumatore contemporaneo. Questo sviluppo è
legato all’espansione dell’industria alimentare e alla mercificazione del
cibo in modo negativo, generando difficoltà e disturbi nel modo in cui le
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pratiche alimentari presiedono alla costruzione della integrità individuale e
alla identità sociale. Nel filone di interpretazioni storicizzanti si possono
considerare diverse tipologie di menù, considerati modalità di
organizzazione delle “totalità alimentari”. In ogni società si possono
distinguere :
Menù tradizionali: da cui le pratiche trasmesse da generazioni, derivano da
combinazioni e scelte che traggono legittimità dalla tradizione.
Menù razionali: orientati verso precisi obiettivi ( peso e salute ) legittimati
dai principi scientifici.
Menù di convenienza: legittimati dalla necessità del risparmio di energia e
di tempo.
Menù edonistici: massimizzano il piacere gustativo.
Menù morale: orientati al rispetto delle norme etiche, religiose, politiche.
Ogni gruppo sociale tenderà a differenti scelte all’interno di specifici
menù.
Il cibo per bambini :
Nasce da questa necessità: controllare il palato dei bambini per controllare
il loro sviluppo. A questo controllo contribuiscono tutte le agenzie della
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socializzazione, dalla famiglia alla scuola, con un ruolo decisivo svolto
dalle prescrizioni mediche.
Questi processi di razionalizzazione mirano ad escludere eventuali
imbarazzi sociali dovuti alla assunzione di certi cibi. Cipolle e aglio ed il
conseguente alito cattivo che ne deriva, sono esempi evidenti. Da ciò il
gusto e il disgusto, divengono una questione sociale e non personale.
Poi c’è un’altra articolazione in cui i rifiuti di certi cibi vengono collegati a
ragioni morali. Da queste ragioni nasce il tema dei tabù alimentari, in
genere collegati a schemi di classificazione degli animali, degli uomini e
del mondo in generale. Un esempio di cibo che viene tradizionalmente
evitato, è rappresentato dagli animali domestici.
Dal punto di vista nutrivo, non ci sono ragioni per questo rifiuto.
Tradizionalmente gli animali che vengono individualizzati con un nome,
seppure allevati, non vengono mangiati. La nominazione diventa un segno
di umanizzazione e unicità degli animali, diventano così parte di un
universo umano, diventano un individuo unico e irripetibile ( non è più un
animale qualsiasi).
Vi sono altri modi per umanizzare questi animali, il più evidente è quello
di farli convivere negli stessi alloggi dell’uomo. Perfino il cibo servito agli
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animali domestici è cibo con caratteristiche umane. Quindi alla prossimità
sociale corrisponde il processo di umanizzazione.
Tuttavia vi sono altre prossimità che inducono al rifiuto del cibo degli
animali, ad esempio la prossimità con i primati (le scimmie in generale); il
rifiuto della carne dei carnivori è dovuta alla prossimità con l’uomo anche
esso predatore e carnivoro.
Facciamo un ulteriore punto sui cibi di origine animale. Questi una volta
portati sulla tavola hanno perso totalmente gli indizi che il piatto di carne
abbia qualcosa a che fare con l’ uccisione di un animale, quindi con la
Morte. Nel corso del processo di civilizzazione gli uomini hanno cercato di
sopprimere in loro qualsiasi caratteristica sentita come animale. Allo stesso
modo abbiamo cercato di sopprimere tali caratteristiche nel nostro cibo. La
testa è una delle prime parti a cadere in questo processo di civilizzazione,
gli occhi, le orecchie, la bocca, sono indizi troppo forti della vita tolta agli
animali.
La questione del gusto
La nostra è una società del gusto, esso è un elemento che è il principale
produttore di appartenenze e distinzioni nell’ambito sociale. Ciò significa
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che i due capisaldi della cultura sociale, l’identità personale e le differenze
sociali si costruiscono sulla base del gusto. Nella cultura classica greca,
gusto come “senso” , era considerato ignobile in quanto soggettivo non
misurabile e non simmetrico, al contrario dei “sensi” nobili, la vista e
l’udito, che essendo simmetrici sono oggettivi (valgono per tutti).
Non è un caso che specifiche identità, individuali o collettive, vengono
rappresentate da specifiche pratiche alimentari.
Pensiamo al caso degli Eschimesi, questa parola significa “mangiatore di
carne cruda” mentre tra loro si chiamo Innuit, “uomini”.
Pensiamo anche all’epiteto “Frog” (Rana) che gli inglesi conferiscono ai
francesi con disprezzo in quanto i francesi mangiano questo animale.
Noto è il detto “ l’uomo è ciò che mangia”.
Leo Moulin afferma che la ricerca del cibo è la perenne ricerca della
nostra infanzia. Rouasseau diceva le donne sono dolci perché si nutrono di
dolci, inoltre si afferma che si potrebbe trovare qualche indice del carattere
della gente nella scelta dei cibi preferiti. La prima affermazione è
certamente una stupidaggine, la seconda presenta qualcosa di vero. Fischer
sottolinea che il cibo è fondamentale per la costruzione dell’identità
individuale. Il processo cruciale è quello della “incorporazione”, cioè il
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modo con cui il cibo attraversa le barriere tra il mondo esterno (della
natura) e l’interno del corpo.
Incorporazione che non solo è fisiologica, ma riguarda credenze e
rappresentazioni collettive. Vi è anche l’aspetto dei luoghi del consumo
alimentare, che vengono suddivisi secondo una scala che va dal più intimo
(il corpo) al più globale.
Per ognuna di queste dimensioni: corpo, casa (famiglia), comunità, città,
regione, nazione, si evidenziano i ruoli svolti dalle pratiche alimentari nel
segnare l’appartenenza a questi luoghi. Il cibo è parte vitale nella
definizione di questa identità.
Cibo e differenze sociali
in società altamente strutturate le posizioni tendono a corrispondersi: a una
certa occupazione corrisponde un livello di reddito e anche una posizione
sociale e culturale adeguata. I criteri del genere, dell'età e del ceto ascritto
per nascita, proprio delle antiche società, si ritrovano anche nelle società
industriali, dove la stratificazione sociale poggia sull'occupazione e sui
livelli di reddito.
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Questo rigidità oggi ( nella nostra società post industriale ) è meno presente
a causa di un maggiore accesso all'informazione. Comunque oggi abbiamo
differenze molto più sensibili e mutevoli, dove gli stili di consumo si
affermano come elementi caratterizzanti.
Il pasto inteso come struttura e confine della famiglia
I pasti richiedono l'uso di utensili, una tavola con posti assegnati che
comprendono una restrizione dei movimenti e delle occupazioni alternative.
Ogni famiglia, secondo le sue abitudini, il suo rango, userà modi differenti
per marcare i propri confini.
Il cibo come linguaggio e cultura
Cucinare significa simbolicamente sottomettere la natura, gli ingredienti e i
materiali grezzi, per rimetterli in cultura cioè il piatto finito. Si tratta di un
procedimento chimico ma anche di una dose di” magia” che in qualche
modo “esorcizza” la potenziale pericolosità del cibo. Teniamo sempre
presente che il cibo è un corpo estraneo che si introduce attraverso la bocca
nel nostro corpo.
E' un corpo estraneo potenzialmente pericoloso, contaminante. Questo
spiega le costruzione simboliche attorno al cibo, ai suoi miti e riti.
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L'alimentazione fa parte delle pratiche fondamentali del sé, la diretta cura
del sé attraverso la cura costante del corpo, attraverso il nutrimento del
corpo con cibi considerati culturalmente appropriati che, oltre a costituire
una fonte di piacere, agiscono simbolicamente come materia prima , per
rilevare l'identità di un individuo a se stesso e agli altri.
La condivisione dello stesso cibo, in famiglia, in occasione di determinati
avvenimenti sociali, o nella quotidianità, introduce e vincola le persone , le
rende membri della stessa cultura , oltre a metterle in comunicazione.
Il dono del cibo rappresenta un ponte tra noi e l'altro ed ha un peso rilevante
nelle dinamiche sociali.
Nelle civiltà occidentali, nel giorno di San Valentino gli innamorati si
regalano un cioccolato sotto forma di cuore..
Trascurando il contenuto alcaloide eccitante dovuto alla teobromina,
regalare cioccolato è una sorta di promessa di dolcezza e bontà all'amato/a.
Il cibo è anche strumentale nel sottolineare le differenze tra gruppi, culture,
strati sociali e serve, come abbiamo visto, a rafforzare l'identità di gruppo e
di conseguenza serve a separare e a distinguere il “Noi” dagli “Altri”.
Suggestiva e pertinente è la relazione consegnata al Senato di Roma, da
Scipione L'Africano, grande condottiero, mandato alla conquista dei
territori Africani.
28
Per 'indicare lo stato culturale di quelle popolazioni ( e giustificarene i
massacri) dice: “ Hic sunt leones” cioè, voleva significare che erano uomini
malvagi e selvaggi :“mangiatori di uomini” , quindi passava l’idea che “era
opportuno ucciderli”.
Anche i greci, molti secoli prima, durante le fasi espansive dei loro territori
indicavano quelle popolazioni “barbare” come cannibali.
La parola barbaro fu dai greci utilizzata per scimmiottare il linguaggio
degli altri popoli che, per loro, dicevano solo “bar-bar-bar”.
Forse qualche verità ci sarà stata, ma era certo che queste popolazioni si
nutrivano di cose, che gli occupanti, ritenevano disgustose per i popoli
civilizzati . E' evidente che tali accuse o semplici aspetti di cannibalismo.
provocavano (e anche ora provocano) repulsione e giustificano così i
massacri perpetrati dagli occupanti….
Attualmente l'alimentazione è uno dei più importanti sistemi per delimitare
barriere ideologiche, etniche, politiche, sociali. E' per questo uno dei mezzi
più utilizzati per conoscere “le altre” culture, utilizzandola così per
rimescolare le civiltà, aprendo la via dell'interculturalismo.
Purtroppo queste dinamiche collegate al cibo sono spesso sottovalute dai
sociologi per il loro carattere quotidiano, che a torto lo fa considerare
29
banale. Molto spesso il cibo è utilizzato come metafora di ciò che è buono e
cosa è cattivo, e differenzia così anche i buoni dai cattivi.
Penso ad una cartolina postale che girava nel recente periodo coloniale
fascista.
Nell'immagine si vedevano due bambine messe in un pentolone da un
africano!!
L'intento del regime fascista era quello di suscitare una iniziale comicità,
però indirettamente evidenziava non solo la diversità ma soprattutto la
superiorità dei bianchi nei confronti degli Africani “ selvaggi e cannibali
che avevano messo in pentola due bambine” ! Questa visione giustificava
così anche le barbarie ed i massacri su quelle popolazioni (svalutate al
grado di animali) da parte dell’esercito occupante.
Però recentemente siamo stati anche noi Italiani oggetto di una simbolica e
spregevole rappresentazione “alimentare” ad opera di un importante
giornale tedesco, che rappresentava un piatto di spaghetti con sopra una
fumante pistola. Il giornalista voleva indicare il popolo italiano come ”
mangiatori di spaghetti e mafiosi”….
Uno degli scenari futuri per lo studio dell’antropologia del terzo millennio
sarà dato proprio dallo studio della alimentazione, vista la scomparsa delle
30
civiltà primitive e l’ erosione delle differenze sotto la spinta della
globalizzazione.
Il cibo negli ultimi tempi ha invaso i media di tutto il pianeta con punte
oggettivamente ossessive.
È vero che il cibo è una merce , è un oggetto di consumo e un Valore allo
stesso tempo. Molto spesso è consumato simbolicamente, in tal caso il suo
sapore è di importanza non preponderante, però in questo caso ciò che
conta è l’immagine del prodotto alimentare. È proprio l’immagine che
entra prepotentemente nei media.
Il cibo è anche uno status symbol, e la pubblicità attraverso i media ne
esalta tale significato. Il cibo in sé ( nei media ) è insignificante, ciò che
significa è il contesto, i valori che veicola: giovinezza, vigore e attrazione
sessuale, ricchezza.
Il cibo e cultura
È vero che senza cibo non si vive, però è anche un’occasione per
incontrarsi per fare festa, un simbolo di abbondanza e benessere. Per questo
gli artisti lo hanno spesso inserito nelle immagini che hanno creato. Da
Omero a Boccaccio, da Leonardo a Kant, da Tolstoy a Gadda, da Neruda
31
a Calvino: attraverso le testimonianze della letteratura antica medievale,
rinascimentale, barocca fino ai più bei brani letterali italiani ed europei
contemporanei, vediamo evolversi delle forma storiche della cultura
alimentare, usi e costumi degli uomini a tavola, piaceri e dispiaceri, incontri
e scontri, hanno fatto del convivio un’immagine speculare della società.
Ha un ruolo fondamentale anche nella religione, pensiamo alla
trasformazione della acqua in vino, “Le nozze di Cana”, la moltiplicazione
dei pani e dei pesci, l’Ultima Cena, Adamo ed Eva con la mela!
La storia dell’alimentazione è ricca di sorprese, di civiltà “alimentari” che
cambiano. Un mondo di gusti, sapori e profumi ancora da scoprire.
Il convivio
Il cibo è un linguaggio, la parola convivio deriva da “cum vivere” (vivere
insieme). Mangiare insieme è un carattere tipico della specie umana, è un
modo per trasformare il gesto nutrizionale dell’alimentazione in un fatto
principalmente culturale.
Quello che si fa con gli altri assume significato sociale, è un valore
comunicativo. Questo momento è particolarmente forte data l’essenzialità
dell’oggetto rispetto alla sopravvivenza dell’individuo e della specie. I
messaggi possono essere di varia natura ma in ogni caso trasmettono i
32
valori di identità, ad esempio: l’identità economica , offrire i cibi preziosi
significa ricchezza.
L’identità sociale è un modo per ostentare le differenze di classe, l’identità
religiosa, il pane e il vino dei cristiani vanno ben oltre la loro materialità, la
dieta dei monaci con le sue regole; la quaresima si segnala con l’astinenza
da certi cibi; in altri contesti religiosi si hanno esclusioni o tabù alimentari
(maiale e vino nell’ Islam, la complessa casistica di cibi leciti o illeciti
nell’ebraismo e in altre religioni).
L’identità filosofica, con le diete vegetariane legate al rispetto della natura
vivente o a sistemi più strutturati come la metempsicosi (trasmigrazione
dell’anima anche in animali), oppure con la identità etnica.
Il cibo come segno di solidarietà nazionale, ad esempio la pasta per gli
italiani; pensiamo agli italiani all’estero, per essi non è solo un alimento ma
è soprattutto il modo per recuperare la propria identità culturale; lo stesso
vale per cous cous per gli arabi ecc. .
Anche le modalità di assunzione del pasto risultano significative: il
banchetto di festa, serve da un punto di vista simbolico per celebrare le
nozze, oppure battesimi; significato diverso da una “colazione lavoro”.
Tutte queste situazioni esprimono contenuti diversi, perfettamente
comprensibili perché comunicati da un linguaggio codificato all’interno di
33
ogni società. Questo ci conferma che “l’uomo è ciò che mangia” ma è
anche vero che mangia ciò che è, ovvero alimenti totalmente ripieni della
sua cultura.
Il cibo è il primo oggetto del mondo esterno con cui un neonato interagisce.
È il primo oggetto che è necessario per sopravvivere : costituisce il primo
bisogno, la prima emergenza a cui deve far fronte appena esposto alle
contingenze del mondo esterno.
È vero che il concetto di nutrizione esisteva già nella fase prenatale
attraverso il cordone ombelicale, dopo la sua recisione il cibo ovviamente
deve passare attraverso il “rito” della suzione del seno (o di un suo
surrogato). In questa fase il neonato si trova per la prima volta esposto al
concetto di “bisogno”, cioè di emergenza, di necessità, di mancanza di
qualcosa, la cui assenza genera dolore e comporta rischi tali da innescare il
pensiero della morte.
Un inedito concetto, cioè la sopravivenza non è sicura, non è garantita
come lo era nella vita intrauterina. Freud studiando queste fasi scopre che
ogni sintomo è la risposta ad un senso di colpa, la parola ( Sin – tomo in
greco si scompone in sin = segno - tomo = luogo della colpa ). Voglio
rilevare che la religione cristiana narra l’inizio delle sofferenze dell’uomo e
della donna con la consumazione della mela proibita di Eva. Mela che
34
rappresenta la voglia di sapere, di conoscere interiorizzando ciò che è
esterno e diventa paradigma della condanna alla sofferenza terrena, cioè la
vita extrauterina esposta alla sensazione dolorosa della mancanza e del
bisogno e alla ineluttabilità della morte.
E' il momento più toccante e delicato di tutta l'esistenza umana: c’è un
soggetto del mondo esterno, appunto la madre, che ci dona l'oggetto di
questo primo bisogno, ci dona quel cibo senza il quale la vita, appena
iniziata, non potrebbe proseguire. Con il primo pasto avviene anche il
primo incontro con un Altro soggetto del mondo esterno.
Dobbiamo tenere presente che nel neonato il concetto di Altro, di Altro
diverso da lui, non esiste. Fino a quel momento ha conosciuto e
sperimentato solo una sensazione di fusione con il corpo della madre, nulla
esiste fuori da quella coppia unita e questo è il primo incontro con una unità
esterna , con il mistero di un mondo esterno a sé.
Questo è paragonabile alla sensazione di stupore e di timore che
proverebbe un terrestre dinanzi ad un extraterrestre, di cui nessuno potrà
mai darci garanzie sulle sue intenzioni. Dunque il primo incontro, la prima
sensazione “duale” interrompe quella sensazione di unità conosciuta fino a
quel momento.
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E' il primo momento in cui il neonato avverte la necessità di formare un Io
distinto dall'esterno. Tuttavia nella mente del nascituro il corpo esterno ed
estraneo della madre rimarrà concepito come parte di sé, come “altro
proprio”, come prolungamento di sé. Però la via è segnata, il cordone è
tagliato e il tempo renderà onore al vero.
L'incontro con la madre, con il mondo “Altro”, avviene in un luogo
specifico, in una piccola e delimitata zona: la bocca.
E' con la bocca che inizia il rapporto con il mondo Esterno e con l'altro.
Mentre gli altri sensi non sono perfettamente funzionanti, la bocca è nel
pieno delle sue funzioni ed è il primo canale di entrata del mondo esterno.
In quei pochi centimetri di pelle avviene il primo incontro con ciò che è
diverso da noi (atterraggio del primo extraterrestre).
In questo inedito atto di suzione si scorgono le prime tracce di masticazione
(senza denti ancora) e ci imbattiamo in un ulteriore paradigma, IL
PIACERE.
Non vi è dubbio che l'allattamento rappresenta in assoluto la prima forma di
piacere. Questo nuovo soggetto, d'un tratto, scopre che c'è un
comportamento che coinvolge un altro esterno e distinto da lui in grado di
generargli una sensazione tale da desiderare che questo accada ancora e
ancora.
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Questo orienterà i suoi successivi comportamenti in modo da ritrovare
quella sensazione. Il primo incontro con il piacere è tanto imprevisto quanto
invasivo.
Questo piacere porta già i tratti anche di un piacere erotico e corporeo: il
cibo è un condensatore di un godimento che implicando l'Altro, non può
che essere erotico. Infatti Freud quando parla di zone erogene pone la
bocca come la prima delle serie, perché è per quel primo canale orale che
arriva il primo piacere.
Però, come l'autore ci insegna, dopo la sensazione di piacere, può
subentrare la sua compagna di strada naturale: la COLPA. Di questo
dualismo ci parla anche Platone che mette insieme Eros e la madre
Penia…. ( che rappresenta l’amore per la bellezza, con la sofferenza, la
miseria e i patimenti del vivere, la caparbietà nel voler superare gli
ostacoli, anche con i sotterfugi, anche i più miserevoli, finalizzati al
soddisfacimento del desiderio…..)
Piacere e colpa sono sensazioni vicendevoli, reciproche. Dobbiamo sempre
ricordarci che il mangiare, il cibo, l'alimentazione, incarnando lo scenario
del primo incontro con il piacere, richiamano su di sé anche la prima inedita
sensazione di colpa.
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Abbiamo parlato di PIACERE-RIPETIZIONE-COLPA, sono argomenti
che vanno maneggiati con cautela.
Dietro questa sequenzialità troviamo un grande tema che proprio
nell'alimentazione e nel cibo trova il suo modello di riferimento: la
dipendenza.
Il tema della dipendenza è da ricondurre sempre all’atto materno. E’ nella
fase di allattamento che possiamo rintracciare il primo modello di quella
posizione subalterna in cui non si può prescindere da quella persona, da
quel rito e da quella sostanza, in cui si concede una proroga alla
separazione ( già avvenuta con il taglio del cordone ombelicale), un rinvio
dell'autonomia. Ogni alterazione di questi delicati equilibri genera le tante
figure cliniche delle dipendenze.
La bocca ha anche un aspetto primordiale non solo come canale di entrata,
ma anche di uscita.
Ciò che ne esce è la comunicazione con l'esterno. Il pianto, il grido (che
sarebbe il linguaggio) con cui il neonato segnala la sensazione di fame per
riceverne le attenzioni e l'allattamento.
Attorno all'intricata questione alimentare, si pongono le basi di quel
linguaggio che pur disarticolato, sa già bene a quale interlocutore rivolgersi.
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“L'altro materno” soddisfa il grido trasformandolo in latte, quindi il latte
diventa una risposta dialettica.
Il pianto è la domanda, il latte è la risposta, dunque è una forma di
linguaggio che ha una sua sintassi, un suo lessico familiare, che dovranno
essere successivamente ricostruiti da psicologi o psichiatri per capire e
rimuovere eventuali errori.
E' bene evidenziare come questa prima forma di linguaggio, cioè il pianto,
sia una conseguenza della sensazione di fame e di altre sensazioni o meglio
emergenze dolorose, che richiedono l'intervento di un Altro che deve
riconoscere il segnale e rispondere in modo pertinente.
Il cibo è quindi paradigma di un dono di amore, di piacere, di incontro, di
linguaggio.
Adesso passiamo ad un età più matura dell'individuo e sostituiamo il seno
dell'allattamento ad una tavola imbandita e noteremo che le parole e le
dinamiche familiari non cambieranno molto “ ha dato più cibo e quindi
più amore a mio fratello”, “ ha servito prima mia sorella...”, “ha
paragonato il mio peso o il mio cibo a quello di un altro.,.” e cosi via. Si
nota che il cibo si presta sempre ad essere veicolo di dinamiche che
coinvolgono l'Altro, che instaurano con l'Altro una domanda di attenzioni
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unilaterali e che degenerano nella sofferenza e nell'odio quando queste
domande vengono disattese.
In sintesi possiamo dire che il cibo è:
Oggetto
Bisogno
Dono D’Amore
Incontro con l’Altro(bocca)
Situazione duale (io-l’Altro)
Piacere
Colpa
Dipendenza
Linguaggio
Motivo di odio
Desiderio
Moto di pulsione
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Cibo e corpo
La storia ci fornisce una serie di elementi e certezze che ci mostrano uno
stretto rapporto tra cibo e corpo, caratteristico o meglio, proprio di ogni
momento storico.
In ogni periodo si è valorizzata socialmente una certa forma corporea anche
a scapito della salute e dell’estetica. Da un breve excursus all’interno delle
civiltà che hanno abitato il bacino mediterraneo vediamo che:
I greci: avevano un culto smisurato per la perfezione del corpo e non
tolleravano alcuna anomalia ( gettavano chi aveva anomalie fisiche dal
monte Taigeto ); trovano addirittura il numero della bellezza ( 1,618….)
che sarebbe dato dal rapporto tra due misure, il così detto “numero
Platonico”. lo trovano sezionando una mela in senso trasversale, proprio
nella zona dei semi, qui si vedono delle figure geometriche a forma di
meravigliose stelle e facendo il rapporto tra i lati si trova sempre quel
numero. lo vedono o meglio lo trovano anche nei girasoli, dove dividono
il numero dei semi che girano in senso orario da quelli in senso anti
orario….poi nei corpi delle persone, dove in quelle che vengono definite
belle vedono che il rapporto tra alcune parti del corpo, rende sempre
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“quell’aureo numero” ( es . lunghezza delle gambe contro la lunghezza del
tronco ecc.)
Questo viene recepito inconsciamente dai nostri sensi e ci fa dire che una
cosa o una persona è bella.
Stabilirono un canone estetico, anche oggi apprezzato (denominato canone
di Policleto), dove appunto sono indicate le varie proporzioni matematiche
tra le varie parti del corpo.
Questo è testimoniato dalle numerose statue giunte fino a noi che
evidenziano l’ideale estetico greco. Naturalmente l’alimentazione era
pensata come un mezzo per raggiungere e mantenere tali proporzioni del
corpo.
Gli antichi romani, dopo il primo periodo di rigore, raggiunto il benessere,
lasciano il modello greco e si abbandonano a lunghissimi pasti che
duravano intere settimane sdraiati sul famoso triclinio (specie di divano su
cui mangiavano stando sdraiati) ed è storicamente descritto come facessero
ricorso al vomito per poter continuare a mangiare. Il cibo era simbolo di
ricchezza e benessere. E’ facile notare la somiglianza di queste condotte
con i moderni fenomeni di bulimia. Naturalmente queste condotte
coincidono con l’inizio della decadenza dell’impero romano….
42
Poi è la volta dei barbari, questi valorizzano il corpo grasso, obeso, come
una manifestazione di opulenza, di ricchezza e di “benessere sanitario”
perché allontana lo spettro della fame e della sottonutrizione dei popoli
poveri e sottomessi.
Nel Medioevo, fortemente influenzato dal cristianesimo e della sua morale,
corpo e cibo vengono rubricati come strumento del peccato. In questa fase
storica viene valorizzata la “morale” dei corpi anoressici delle sante
ascetiche, corpi magri fino allo scheletro quindi esenti e distanti dalle
tentazioni della carne, insensibili al piacere e per questo venerati. Il fatto
che molte sante e santi asceti fossero di fatto anoressici, morti di stenti e
mortificazioni passava in secondo piano.
Il Rinascimento che subentra al medioevo rivaluta il corpo che non
corrisponde più al male in quanto luogo di piacere diabolico. Innesca una
reazione di segno opposto, ed il corpo, proprio perché luogo di piacere, è
strumento e simbolo della rinascente cultura, che allontana lo spettro della
colpa morale, come testimoniato nei quadri di Tiziano che mostrano corpi
floridi, sensuali, giovani, in piena salute e vengono illustrati opulenti
banchetti. Salute e piacere tornano a convivere.
Nell’Illuminismo si valorizza l’efficienza e la produttività necessari al
nascente periodo industriale. C’è bisogno di corpi magri e in piena salute,
43
veloci, agili ed inarrestabili, proprio come le macchine; la malattia non
produce, non rende e non può integrarsi nella nuova società dei consumi. Il
corpo malato è oggetto di diagnosi e terapie perché deve guarire a tutti i
costi, pena una condanna non più morale ma scientifica.
Rapporto con il corpo femminile
Da sempre in tutte le culture è oggetto di fobie e timori, come dimostrato
dalla tendenza a coprirlo in Medio oriente con il burka o altro, oppure a
modificarlo artificialmente in occidente con la chirurgia plastica/estetica.
Queste sono 2 modalità opposte ma che perseguono lo stesso fine ed
affermano che la natura del corpo è “inaccettabile” e bisogna intervenire
per cambiarla o nasconderla; perché il corpo, così come disegnato dalla
natura, ha qualcosa di angosciante, di incompleto o di imprevisto.
Per questo da sempre gli esseri umani si affannano a proporre ed imporre
modelli estetici e canoni di bellezza in linea con la cultura e con i timori
della loro epoca storica.
Se negli ultimi decenni abbiamo visto sfilare in passerella tanti corpi
femminili anoressici è perché questo nuovo canone estetico ha ottenuto un
valore sociale. Il ruolo della donna e della madre è mutato perché è
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cambiata la struttura convenzionale della famiglia, compresa la funzione
materna.
Questi modelli anoressici sono entrati, a causa della tendenza collettiva
che vuole eliminare ogni insegna della femminilità classica.
Femminilità che ha ceduto il posto ad un nuovo modo di essere donna.
Voglio soffermarmi sul binomio Modella = Anoressia cioè Malattia =
Bellezza, ovvero Morte = Ideale Estetico.
Questo modello si è imposto sul mercato della moda riproducendosi
inevitabilmente in forma patologica sui corpi dei teen-agers di mezzo
mondo.
L’anoressia esposta sulle passerelle e sulle copertine dei giornali si è
ripresentata fedelmente nel campo clinico, in forma di digiuni, diete
ascetiche e pratiche di svuotamento del corpo (vomito, farmaci
anoressizzanti).
L’anoressia in pochi anni è diventata un modello unico di una nuova
femminilità. Il corpo di queste modelle si è trasformato in una sorta di
feticcio sociale che esalta non solo l’assenza della carne, ma soprattutto
esalta l’assenza dei presupposti formali della femminilità; si è proposto un
corpo de-femminilizzato senza le curve femminili, in a-menorrea che
contraddice la maturazione biologica.
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Ci siamo addentrati in un territorio estraneo alle sembianze umane disposte
dalla natura. Forme dis-umane che incarnano un tratto di morte, di
patologia, di malattia, elevate paradossalmente a modello estetico e che
diventa inaspettatamente desiderio maschile ed imitazione femminile.
Segno evidente che a mutare non sono stati solo i corpi, ma sono cambiati
anche i canoni estetici.
I recenti anni ottanta sono stati gli anni dell’anoressia, mentre il decennio
successivo ha visto un rapido passaggio dalla anoressia alla bulimia e negli
ultimi anni siamo arrivati alla obesità, modelli che in successione hanno
invaso anche il mercato dell’immagine.
Vediamo la società attuale.
L’opinione diffusa è che negli ultimi anni si è insediato l’imperativo
categorico di avere un corpo magro , simbolo di bellezza, però il corpo
deve essere anche sede di un godimento inesauribile.
Da questo connubio impossibile, prende forma la logica perversa
dell’educazione attuale: godere e dovere insieme, godere sempre, però
restando esteticamente perfetti.
E’ per questo che i pubblicitari più attenti, hanno prodotto recenti spot che
propongono e promettono una nuova forma di piacere, che oltre ad essere
pacato ed assente dal peccato, non scalfisce il corpo, né da un punto di vista
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calorico, né cronologico né estetico. Perché la vera “colpa morale” oggi si
incarna in qualsiasi alterazione del modello estetico di bellezza proposto dai
“Media”.
D’altra parte, il connubio tra purezza morale e bellezza non è nuovo.
Ricordiamo che nel Medioevo il giudice di un processo, tra due sospettati,
condannava quello più brutto e scagionava quello esteticamente più
gradevole.
Cibo energia vita
Il fatto che gli alimenti servono per fornirci energia necessaria alle normali
funzioni e allo stesso tempo per fornirci elementi indispensabili alla sintesi
di nuova materia vivente (crescita, mantenimento, reintegrazione dei
tessuti), fa si che il problema del bisogno alimentare si presenti sotto due
aspetti, quello quantitativo del fabbisogno calorico totale, e quello
qualitativo della distribuzione delle calorie tra i vari tipi di alimenti
semplici (proteine, glucidi, lipidi).
L’aspetto quantitativo della dieta si estende al di là di questa ripartizione
quando implica la necessità, che nella dieta, indipendente dal suo valore
calorico siano sempre rappresentati vitamine e Sali minerali, le une entranti
a far parte di complessi sistemi enzimatici regolanti la nutrizione, gli altri
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necessari, in parte come alimenti plastici, in parte come biocatalizzatori. Si
conferma pertanto il triplice significato generale degli alimenti
Energetico-plastico-regolatore
Partiamo da una certezza: tutti gli esseri umani traggono energia da un
singolo elemento chimico: il glucosio. Quindi qualsiasi elemento introdotto
dovrà essere trasformato in questa molecola.
Il glucosio è il nostro combustibile, ed il comburente per noi è l’ossigeno.
La produzione di energia avviene attraverso una complessa serie di reazioni
all’interno dei mitocondri, reazioni che vedono la partecipazioni di
numerosi enzimi e coenzimi.
Reazioni cicliche che prendono il nome di ciclo di Krebs dal nome del suo
scopritore Hadolf Krebs insignito del premio nobel per questa scoperta nel
1953.
In questo ciclo tutte le reazioni conducono alla riduzione della molecola di
glucosio in anidride carbonica-acqua e liberazioni di energia. ( reazioni
esotermiche).
Il fabbisogno calorico di un individuo si calcola nel modo seguente:
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Un uomo adulto di altezza 1,90m e 70 kg di peso ha una superficie di circa
1,80mq.
Il suo metabolismo basale, riferendosi al suo valore medio standard di 30
Cal/mq-h, è di 54 Cal/*h.
Questa produzione calorica è necessaria per il periodo di sonno o di riposo
assoluto della durata di circa 8h, il rimanente della giornata può esser
suddiviso in altri due periodi di 8h ciascuno, uno dei quali corrispondente
ha una ordinaria attività ridotta, inerente al periodo di riposo allo stato
sveglio del soggetto e rappresentata da movimenti non eccessivi di
deambulazione, movimenti di presa del cibo e masticazione e della spesa
energetica inerente all’azione dinamico-specifica degli alimenti, alla
termoregolazione ecc..
Questa attività si considera equivalente a quella basale aumentata di circa il
30%.
La terza parte del periodo si fa corrispondere in media a otto ore di attività
lavorativa che importa una maggiorazione dell’attività basale variabile
notevolmente a seconda della gravosità del lavoro, comunque un’attività
media la abbiamo calcolata in mille calorie. Il totale fabbisogno ideale
risulta allora:
49
Metabolismo basale (8ore di sonno) 432 Kcal
8 ore di attività ridotta = 561 Kcal
8 ore di attività lavorativa = 1432 Kcal
Totale = 2425 Kcal giornaliere.
Per una donna adulta alta 1,70m con 50kg di peso ha una superficie di
circa 1,60mq.
Si calcola un metabolismo di 27 Cal/mq-h.
E per un lavoro meno dispendioso di quello di un uomo si ha:
Metabolismo basale (8 ore di sonno) 345,6 Kcal
8 ore di attività ridotta = 449,28 Kcal
8 ore di attività lavorativa = 1005,60 Kcal
Totale = 1800,48 Kcal nelle 24 ore
Pertanto diciamo che in media per un uomo adulto impegnato in una attività
lavorativa fisicamente impegnativa sono necessarie 2400 Cal al giorno,
mentre per una donna impegnata in un lavoro di ufficio ne servono 2000
Cal al giorno.
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Per le donne si prescrive l’aggiunta di 450 Cal per le condizioni di
gravidanza e di 1000 Cal durante l’allattamento.
I bambini hanno bisogno di quantità di energia più elevata dell’adulto
perché hanno un metabolismo basale più alto e sono in continua attività.
I parametri esposti, se letti con le semplici regole della trasferibilità,
erroneamente possono generare poca rappresentatività.
Però l’unico punto poco variabile è dato dalle superfici dei due individui.
Infatti queste cambiano poco tra i soggetti.
Cambiano però i parametri. Il metabolismo basale sarà determinato dalle
soggetive situazioni di stress emozionali dovuti al proprio stile di vita e alla
propria socialità con variazioni fino al 20%.
Cambierà sicuramente l’occupazione lavorativa che in genere potrà essere
meno dispendiosa, magari compensata da una qualche forma di attività
sportiva. Ci potrà essere l’influenza della temperatura ambientale ecc.
Quello che comunque possiamo stabilire è che in genere per un uomo, la
quantità media di energia giornaliera necessaria sarà di 2300/2500 Kcal,
mentre per una donna 2000/2200 Kcal.
Un altro importante elemento indicativo è rappresentato dall’indice di
massa corporea (B.M.I.), il calcolo è abbastanza semplice e riportato da
molti testi, però quello che vogliamo proporre è l’ultimo sistema di calcolo
51
formulato nel 2013 dalla Oxford University, dal prof Nek Trefethan.
Questo ci dice che il calcolo di questo indice deve avvenire nel seguente
modo: peso in kg x 1.3 / h2,5 (in mt). La condizione ottimale per le persone
dovrebbe indicare un risultato compreso tra 18,5 e 25. Tale nuovo
sistema di calcolo, è stato motivato dalla necessità di trovare misurazioni
oggettivamente accettabili, infatti il precedente metodo, indicava famosi
personaggi del mondo del cinema, come Brad Pit, che in occasione del
film Troy, dove interpreta il ruolo di Achille presentando una altezza di mt.
1,80 con un peso di 83 Kg. Con il metodo precedente (peso in kg/altezza in
mt al quadrato) davano tale personaggio in sensibile sovrapeso), lo stesso
valeva per l’attore Liam Neson, con il suo 1,95 e 98kg di peso (in
occasione del film dove interpreta il ruolo di Lincoln). Vedendo questi due
personaggi, possiamo dire tutto, ma non che sono due “ciccioni”.
C’è un altro sistema che misura l’indice di massa grassa; questo viene
fatto con un apposito strumento, simile ad una pinza, che prende e
comprime delle pieghe di epidermide in tre precisi punti: 1)dietro e al
centro di un braccio, 2) sopra e di fianco alla cresta iliaca (la sporgenza
ossea laterale di un fianco, 3) dietro e in basso di una scapola. Su tale
pinza è posto un apposito manometro che indica la quantità di grasso
presente. Un altro metodo più complesso , ma non invasivo, è dato dalla
52
misurazione della resistenza al passaggio di corrente alternata (a bassa
intensità), nel corpo di una persona. Il principio si chiama di
“impedenziometria” (B.I.A. body impedence analysis ), sostanzialmente
è un metodo indiretto, che si effettua applicando un elettrodo su un dito
della mano e l’altro su un dito del piede. Ci rende nota la resistenza del
corpo al passaggio di corrente elettrica alternata. . Questo permette di
stimare tutti i tre compartimenti, cioè massa grassa, massa cellulare, massa
extra cellulare.
53
I macro elementi dell’alimentazione
Se ci dovessimo basare solo su quanto abbiamo detto fino a questo
momento, sarebbe tutto molto semplice, però così non è.
Iniziamo a percorre questo cammino guardando la composizione della
dieta relativamente alla ripartizione del valore calorico tra le proteine, lipidi
e glucidi.
Però prima ricordiamo che tutto ciò che introduciamo per darci energia,
deve essere trasformato in glucosio e tutto ciò che il nostro corpo può
immagazzinare come scorta di energia viene trasformato in lipidi.
E’ dimostrata l’impossibilità che tutte le calorie della dieta siano
rappresentate da un solo elemento.
Le proteine sono indispensabili alla crescita e alla sostituzione di tutte
quelle strutture proteiche come (emoglobina, mioglobina, parete interna
delle pareti cellulari,-immunuglobuline-enzimi-ormoni--ecc..) che
continuamente utilizziamo e dobbiamo sostituire per una quantità pari a
25/30 gr. al giorno.
Quindi una dieta di soli glucidi o lipidi non sarà compatibile con la vita.
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Purtroppo siamo abituati a pensare le proteine, soprattutto della carne, come
sostanze plastiche ed energetiche sufficienti a rappresentare il fabbisogno
calorico totale.
Questo è vero negli animali carnivori. Gli umani hanno un sistema gastro-
intestinale oblungo, per i primi sette metri è stretto, contorto e spugnoso,
pieno di curve e risalite e negli ultimi 2 m un poco più largo ma sempre
con risalite e discese, molto strutturato a trattenere e ad assorbire le
sostanze perciò poco propenso ad accogliere un sostanzioso pasto carneo.
Gli animali carnivori sono strutturati con un intestino corto, tozzo, poco
spugnoso, ideale per una rapida digestione ed espulsione delle sostanze
carnee; inoltre gli animali carnivori hanno l’enzima Uricasi capace di
disgregare gli acidi urici forniti dal metabolismo delle proteine, tale enzima
è assente nell’uomo.!!!
Ma perché mangiamo animali? Certamente le cause ( iniziali ) sono da
ricercare soprattutto nella sfera emozionale dell’uomo. Sappiamo che siamo
esseri che tendono alla socialità. Questo porta in prima istanza alla
necessità di affermare la propria superiorità sugli altri animali.
Immaginiamo una comunità di ominidi di 3 - 4 milioni di anni fa. Questi si
trovano a competere per il cibo della terra con gli altri animali.
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Immaginiamo il prestigio e l’ammirazione suscitata nella propria comunità
alla uccisione e ostentazione dell’animale, “il trofeo” che questo
rappresenta!! Il passo tra il mangiarne le carni “e il catturarne anche la
forza” è immediato.
Una sorte di rito liberatorio trasformato in una comune risorsa.
Consideriamo che per soddisfare il fabbisogno calorico mangiando solo
carne, sarebbe per noi necessario introdurre una quantità di circa 3 Kg di
carne al giorno, tale da risultare superiore ad ogni nostra capacità gastrica .
Il consumo di carne animale è oggi esponenzialmente aumentato in molte
società e il fatto paradossale è che sappiamo che una gran quantità di
malattie invalidanti e mortali derivano proprio dal mangiare animali..
Sappiamo anche dell’impoverimento energetico subito dalla terra, a causa
del forzato allevamento di animali adatti alla produzione di carne;
dell’inquinamento e ricircolo in noi di tutti i pesticidi ed inquinanti loro
somministrati, oltre a quelli che la collettività produce.
Allora perché mangiamo gli animali? I motivi sono molteplici, ma il più
antico e assorbente lo abbiamo imparato dai nostri progenitori.
Però possiamo affermare che dal punto di vista fisiologico, prendendo in
esame la struttura del nostro sistema digerente e persino della bocca, noi
non siamo carnivori… . !!!
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Per affermarlo, basta esaminare i movimenti della mandibola dei primati e
quelli dei carnivori. In questi ultimi il movimento della bocca è solo
verticale, con una fortissima dotazione muscolare tale da spaccare e
strappare le carni della vittima.
Noi ( come gli erbivori ) possiamo muovere la bocca sia in senso verticale
che orizzontale, con movimenti molatori che producono una completa
macinazione, triturazione anche di duri semi, bacche e frutta……
Possediamo un forte apparato muscolare, ma sicuramente insufficiente a
spaccare ossa o ad uccidere!! Inoltre noi non ingoiamo il cibo, lo
tratteniamo in bocca, dove facciamo avvenire la prima fase della digestione
mescolando il cibo con gli enzimi glucolitici come le amilasi e “la
ptialina”, secreta dalle ghiandole parotidi che si trovano dietro e in basso
all’estremità terminale della mascella e gli enzimi amilasici secreti dalle
ghiandole sottolinguali, linguali e palatine.
Come non considerare l’enorme ruolo svolto dalle terminazione nervose
che determineranno i valori propriamente gustativi dell’alimento, Soltanto
dopo aver trasformato l’alimento in “bolo alimentare”, questo sarà spinto,
previa “riflessa” chiusura dell’epiglottide (che chiuderà il dotto respiratorio
laringeo), verso il canale esofageo e quindi allo stomaco (circoscritto anche
esso da due diaframmi, in alto il cardias, in basso dal piloro) dove il nostro
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bolo viene mescolato come in una centrifuga a bassi giri, con i fortissimi
acidi gastrici ( l’acido cloridrico) che ridurranno il “bolo” in “kilo
alimentare” che passerà nell’intestino tenue, dove verranno scaricati tutta
una serie di enzimi proteolitici e amilasici, o alcalinizzanti come la
Mucina, atti non solo a digerire le molecole proteiche e glucidiche, quanto
a tamponare e neutralizzare la grande acidità del kilo alimentare.
L’intestino svolge tutta una serie di minuziose attività di assorbimento
grazie a quella straordinaria struttura rappresentata dalla sollevazione del
dotto in funzionalissime creste che accolgono i “villi intestinali”.
Questa configurazione strutturale, permette di utilizzare una superficie
operativa non di 9 metri, ma di qualche centinaia di metri!!!!.
Poi dobbiamo pure indicare la enorme quantità di cellule neuronali
presenti ,( da recenti studi si è visto che nel nostro intestino abbiamo un
numero di neuroni simili al numero di neuroni presenti nel cervello di un
cane !) che hanno funzioni sensoriali importantissime, quali la sensibilità
e la mobilità delle strutture muscolari lisce, la elaborazione di ormoni
come la Serotonina….Molto indicativa è la nuova rappresentazione di un
uomo, che al posto della testa ha una pancia….
Proseguendo nel cammino intestinale, vediamo l’aprirsi dei dotti
pancreatici ( da cui arrivano i succhi che tale organo produce come
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ghiandola esocrina), si aprono i dotti epatici (“elaborati” del fegato) ed i
dotti biliari che provengono dalla cistifellea (sacca retro epatica dove il
fegato accumula i sali biliari ) che riverserà nell’intestino attraverso il dotto
coledoco.
Questi sali servono per la digestione dei lipidi.
Nella parete del nostro intestino sono presenti anche una grande quantità di
batteri , dei quali parleremo in un altro momento, comunque diciamo che
senza di questi non potremmo vivere.
L’ animale carnivoro, utilizza la bocca, quindi i denti, per
uccidere,spaccare e strappare ossa e carni, ingoiando subito.
Se guardiamo l’addome dei carnivori, lo vediamo sempre molto
voluminoso. Le pareti del loro stomaco sono molto spesse ed ha una
notevole capienza.
Ci sono altri elementi che dobbiamo considerare, alcuni li abbiamo già
brevemente esposti, ma quello su cui ci dobbiamo soffermare è la
descrizione strutturale delle proteine; queste, indipendentemente dalla
propria specie, sono caratterizzate dalla presenza di un gruppo NH2
(gruppo amminico) ad una estremità e da un gruppo acido H0-C=0
dall’altra. Inoltre sappiamo che a seguito dei processi proteolitici, questi
gruppi vengono liberati in circolo come prodotti finali e se raggiungono
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determinati livelli, sono addirittura tossici. Pertanto l’organismo se ne
deve liberare attraverso il “ciclo dell’urea”, atto necessario ad eliminare
tutto l’ N (azoto) che non possiamo utilizzare e soprattutto non dobbiamo
trattenere.
Inoltre il radicale acido provocherà una aumentata acidità dei nostri fluidi.
Acidità che il nostro organismo non può accettare e genererà tutta una serie
di così dette reazioni tampone, mobilizzando basi soprattutto di calcio
preferibilmente dal tessuto osseo
. Questo sarà causa di demineralizzazione e quindi di fragilità ossea.
Particolarmente evidente in alcune età e fasce sociali. L’eccesso di azoto,
non completamente eliminato con le urine provocherà tutta una serie di
patologie uricemiche, tra cui la “gotta”.
A tal proposito, come non ricordare Carlo Magno. La storia ci racconta,
oltre alle sue gesta, che in età non ancora tarda fu aggredito dalla “ Gotta “,
malattia particolarmente dolenziale e invalidante. I medici del suo staff,
certamente tra i migliori dell’epoca, come terapia gli vietano di mangiare
carne, specialmente arrostita.
C’è da dire che il nostro “ Carlo “ era particolarmente ghiotto di questa e si
rifiuterà categoricamente di rinunciare e preferirà soffrire e morire.
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Come non ricordare un altro storico predatore quale fu Attila,” il flagello di
Dio”. Anche lui mangiava esclusivamente animali, tanto che i suoi capillari
divennero così fragili e la pressione arteriosa talmente alta che morirà per
una inarrestabile emorragia di sangue (gli storici ci parlano di irrefrenabile
epistassi nasale)!
Si possono citare altri personaggi, tutti sono indiscutibilmente
conquistatori e predatori. Esercitano la aggressività tanto sulle persone che
dominano e uccidono, quanto sugli animali, che allo stesso modo
dominano e mangiano.
Percepiscono la terra come elemento di servizio alle loro prede. Poca è la
differenza tra la uccisione di un uomo con quella di una capra. Da questo si
capisce la estrema ferocia di questi uomini e perché hanno sempre sconfitto
e distrutto gli stanziamenti sociali civicamente organizzati.
Come non ricordare la ferocia dei Britanni, così crudelmente riportata dallo
storico Svetonio nel 50 d.c. . Questi ci racconta i turbamenti delle pur
espertissime truppe romane, ( mandate dall’imperatore Claudio alla
conquista della Britannia) quando si accorsero della brutalità di quel
popolo che spinto anche dai Druidi ( una casta sacerdotale) erano soliti
squartare e mangiare i nemici .
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Ho fatto questa disgressione per indurre a riflettere sul perché dei
comportamenti tanto fisiologici quanto caratteriali delle persone partendo
da ciò che mangiano.
Per tornare all’argomento “proteine della carne”, facciamo anche una
considerazione di ordine igienico e relazionale. Infatti il sovrariempimento
gastrico derivante , è estremamente chetogeno , che al di là dei danni
arrecatici da questo elemento chimico, bisogna anche sottolineare che
questo ci “dona” un alito di un “ puzzo insopportabile” per i nostri
sventurati vicini (ne sono testimonianza gli Esquimesi capaci di consumare
notevoli quantità carne (di cui si nutrono quasi esclusivamente.), che hanno
una aspettativa di vita non superiore ai 50 anni e una capacità intellettuale
particolarmente bassa, oltre ad un odore dell’alito ………..
Certamente quanto sopra detto non è esaustivo per comprendere il perché
del mangiare animali, il trasformarci in “sarcofagi” ( dal greco: sarco=carne
fago=mangio) è da sempre ritenuto conveniente per l’uomo.
Quello che ha fugato le varie perplessità, è dovuto a quella indiscussa
autorità sociale rappresentata dai medici. Da moltissimi anni è passata la
teoria della essenzialità di “proteine della carne” perché dicevano che solo
nella carne sono presenti degli aminoacidi che verranno definiti
“essenziali”.
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Con il termine “proteina”, indichiamo semplicemente una sequenza di
vari amminoacidi.
Gli amminoacidi
I ventidue amminoacidi (o venti secondo Berg) secondo la nutrizionistica
ufficiale si dividono in , 14 sintetizzabili dall’organismo umano (quindi non
è necessario che siano presenti nei cibi) e da 8 che non potendo essere
sintetizzati debbono essere assunti con gli alimenti
. Vengono aggettivati come “essenziali o nobili” per indicare la loro
indispensabilità. Gli 8 a.a. essenziali sono: fenilanalina, isoleucina, leucina,
lisina, metionina, treonina, triptofano, valina.
Nella fase della crescita sono ritenuti essenziali quindi non fabbricabili
dall’organismo altri due a.a. l’arginina e la istidina, che l’organismo
infantile non produrrebbe in quantità sufficienti.
I restanti a.a. non essenziali sono: acido glutammico, alanina, arginina,
asparagina, cisteina, glicina, istidina, norleucina, ossiprolina, prolina,
serina, tirosina. La cisteina e la tirosina sono considerati “semi essenziali”
perché si possono sostituire alla metionina e alla fenilanina.
Secondo le regole ufficiali le proteine dei cibi dovrebbero ritenersi tanto
più valide sul piano nutrizionale quanto più esse sono ricche di aminoacidi
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essenziali, conseguentemente vengono considerate di elevato valore
biologico le proteine di origine animale mentre le proteine vegetali
consentirebbero solo per un breve periodo l’accrescimento e il
mantenimento degli individui perché conterrebbero quantità insufficienti di
uno o più a.a. essenziali. Quindi avrebbero un valore biologico inferiore.
Tutto ciò crea delle perplessità basta guardare l’eccellente stato di salute
delle persone vegetariane.!!!!!!
Consideriamo che tutti gli a.a. sono sintetizzati dai vegetali. (da loro
nascono tutte le forme di vita complessa)
Seguiamo la catena alimentare: i vegetali sono prelevati dagli erbivori, e I
carnivori che si nutrono degli erbivori… Per questi rappresentano una
fonte di prelievo indiretto.
Gli a.a. non essenziali possono essere sintetizzati da noi ( oltre che dai
vegetali ovviamente). Perché avvenga questa sintesi, l’organismo deve
disporre del gruppo NH2 (amminico – gruppo basico) e del gruppo
carbossilico (COOH – gruppo acido) che diventa disponibile dal
metabolismo dei glucidi e dei grassi. Perciò le proteine di origine animale
( cioè prodotti dall’organismo animale) sono il risultato di una sintesi
condizionata da quella vegetale. ……
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In realtà tra le proteine di origine animale e quelle vegetali, non può esistere
alcuna differenza.
Sappiamo che le proteine dei vegetali possono in questi accumularsi
formando “depositi” dai quali la pianta attinge per il suo sviluppo, riserve
che vanno dal 7% come nei semi delle graminacee al 25% delle
leguminose.
Invece nessun animale può accumulare e formare “depositi di riserva di
proteine”. Pertanto in questi, il rifornimento di proteine deve essere
continuo ma esiguo……
Tale continuità è assicurata dalla ubiquità delle proteine.
Una prima conclusione la deduciamo dal fatto che questi sono assunti dagli
erbivori mangiando vegetali.
Guardando il mondo animale vediamo che in genere i carnivori non si
nutrono di altri carnivori ma di erbivori cioè di animali che hanno costruito
il loro corpo con i vegetali. Ma vi è di più, in un recente congresso
internazionale sulle proteine tenutosi a Berna, il Professor A. Abelin negò
che negli alimenti destinati all’uomo sia indispensabile la presenza di a.a.,
affermando che essi posso essere sintetizzati dall’organismo umano,
proprio come gli a.a. non essenziali.
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Tanto è vero che da indagini chimiche, gli aminoacidi sono stati riscontrati
in sufficienti quantità anche in individui i cui cibi ne erano totalmente privi.
Questa scoperta ha demolito tutto ciò che fino adesso si credeva di sapere
sul metabolismo delle proteine in quanto ha dimostrato che non ha
importanza il tipo di proteine assorbito, dato che la cellula vivente è capace
di utilizzare ogni alimento che contenga azoto, costruendo poi
autonomamente quei composti di cui l’organismo ha specifico bisogno.
Il professor Curthbertson, dell’istituto di ricerche di Aberdeen, nel Sud
Dakota dice che: l’idea che le proteine animali siano superiori a quelle
vegetali è senza alcun fondamento. Le esperienze fatte per dimostrare la
pretesa superiorità delle proteine animali, hanno utilizzato proteine
sottoposte in precedenza a processi selettivi e di purificazione che le
avevano denaturate completamente. Pertanto erano proteine sintetiche.
Ora le proteine naturali della nostra abituale alimentazione, manifestano
proprietà e capacità del tutto differenti dalle risultanze sperimentali di
laboratorio
. Occorre inoltre tenere presente la capacità del nostro organismo di
realizzare quelle “trasmutazioni biologiche” la cui scoperta si deve al fisico
francese Louis Kervran membro dell’accademia delle scienze di New York.
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Tale scoperta ci mostra che il nostro organismo, con la intermediazione
della flora batterica intestinale, può sintetizzare anche gli a.a. essenziali
partendo dagli a.a presenti nelle proteine della frutta, degli ortaggi o altri
composti.
Indubbiamente esiste una “intelligenza innata del nostro corpo”, una
intelligenza sicura che non ha nulla a che vedere con quella cosciente del
cervello, e che essendo immensamente più sofisticata “mente pensante”,
rende il corpo capace di produrre regolarmente tutte le proteine che gli sono
necessarie, nel modo migliore, utilizzando i prodotti della digestione degli
alimenti purchè questi siano( “questo è il punto!!!”) quelli naturali, cioè
quelli che la Natura ci ha assegnato perché confacenti alla nostra anatomia,
alla nostra fisiologia…
Sempre a proposito degli aminoacidi non bisogna dimenticare che la cottura
provoca un decadimento del valore biologico delle proteine causato della
distruzione totale o parziale di codesti a.a ritenuti essenziali. Tale
distruzione è dovuta dall’idrolisi delle proteine attraverso polimeri
intermedi.
Come siamo arrivati a dichiarare “essenziali” questi a.a. ?
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Questo nasce a seguito di sperimentazione effettuate da W.C.Rose dell’
Università dell’ Illinois sui topi bianchi, partendo dall’assunto che la
necessità di questi topi siano uguali a quelli dell’uomo.
Il che non è vero, dato che già in condizioni normali la loro biochimica
fisiologica è lontanissima da quella umana.
Gli animali, oltre che a reagire alle sostanze chimiche in modo diverso,
presentano i livelli di sopportazione differenti e differenti parametri di
intossicazione.
Basta ricordare che i topi per crescere hanno bisogno di un latte molto
proteico ( il loro latte contiene il 9,5% di proteine), mentre gli umani
crescono con un latte materno allo 0,9% di proteine (1/10 rispetto di quello
del topo).
Questo permette nel neonato dell’uomo di raddoppiare il peso in 180 giorni.
Se durante il tale periodo l’uomo si discosta da questi parametri si
manifestano vistose turbe o per carenze o per overdose di proteine.
Prendiamo poi in considerazione la condizione di vita a cui sono sottoposte
gli animali nella sperimentazione di laboratorio, che ne stravolgono le
condizioni psico-fisiche, e comprendiamo subito che i risultati così ottenuti
saranno poco attendibili.
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Risultato è che tutte le nostre conoscenze sull’aminoacido essenziale
relativa all’alimentazione umana derivano dagli esperimenti fatti sui topi
bianchi. !
È questa l’unica assurda asserzione derivata dagli esperimenti su animali di
laboratorio e trasferita all’uomo?
Certamente no. Tanto per stare in tema ricordiamo il “famoso” Talimoide,
il farmaco che provocò migliaia di casi di bambini focomelici. Tale
farmaco fu sperimentato con successo sui topi e con criminale leggerezza
fu messo in commercio per l’uomo.
Facciamo altri esempi: la stricnina è innocua per scimmie e criceti, e le
galline la sopportano in dosi dieci volte superiori a quello letale per
l’uomo, come per l’oppio. L’arsenico per le pecore è innocuo, la
penicillina è letale per i conigli e criceti.
Ciò che possiamo dire è che le sperimentazioni fatte sugli animali non
daranno mai un’indicazione sicura.
Pensiamo nella ricerca del cancro sono state testate con successo sugli
animali più di 300.000 sostanze e 6.000 farmaci. Tutti sono falliti
sull’uomo!!!!!
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Torniamo a sottolineare che tutte le sostanze nutritive sono formate nel
regno vegetale, anche le proteine a iniziare dagli aminoacidi che le
costituiscono compresi perciò gli a.a. essenziali.
Le proteine passano con gli alimenti nel corpo degli animali che le
scindono nei vari aminoacidi costituenti, per poi ricostruire le “specifiche
proteine proprie e necessarie ad ogni animale”. Questo avviene sia
direttamente, mangiando vegetali, sia indirettamente mangiando corpi di
animali che si nutrono di vegetali.
Sono le piante che fabbricano gli a.a partendo da aria, acqua e terra. Senza
le piante non ci sarebbe vita animale sulla terra.
Studiando il ciclo dell’azoto si comprende come le piante riescono a
costruire gli a.a. e con questi le proteine, partendo da azoto inorganico che
legandosi con appositi processi a elementi presenti nel suolo, riescono a
“organicare”.
Ricordiamo pure l’azione simbiotica svolta dai batteri azoto fissatori che si
fissano all’apparato radicale di alcuni vegetali come le leguminose.
La digeribilità e l’assorbimento delle proteine vegetali sono eccellenti,
specie se ingerite crude.
Osservando lo stato di salute dei molti vegetariani si vede che questo è
ottimo, cosa che non si constata sulla moltitudine dei carnivori.
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Guardando poi il mondo animale, si vede che i più forti sono: elefanti, buoi,
cavalli, asini, cammelli ecc. che si nutrono di soli vegetali. Anche il gorilla
considerato “nostro vicino” sia per anatomia che fisiologia mangia solo
vegetali.
Allora perché ancora crediamo ai miti sulle proteine animali. I motivi sono
altri, in primo ci sono i grandi interessi economici legati al carnivorismo.
Pensiamo a tutta la filiera della produzione della carne, dai mangimi alla
macellazione, distribuzione, conservazione, vendita all’ingrosso e al
dettaglio, nonché alla industria di farmaci per la zootecnia ecc. Un
complesso imponente di interessi economici quindi politici, pertanto oggi
non superabili.
Le nostre considerazioni si debbono fermare sulla soglia della realtà della
nostra società, tuttavia dobbiamo acquisire queste conoscenze, sapendo
anche che il nostro organismo è talmente forte e ben strutturato che entro
certi limiti, può sopportare e riparare facilmente elementi negativi derivanti
dalle eccessive proteine della carne. Basta restare nei limiti e solo con il
tempo, magari allontanarsi.
Per restare sull’argomento dell’utilizzo degli a.a. contenuti nelle proteine
teniamo presente che un a. a. può risultare “essenziale” per un determinato
periodo e non per il mantenimento in vita.
71
Poi c’è la capacità sostitutiva di alcuni, ad esempio la “cisteina” può
sostituire fino a 1/6 della “metionina” (indispensabile per un normale
accrescimento), oppure la “fenilalanina” può essere sostituita fino al 50%
dalla “tirosina”.
Le proteine della frutta e degli ortaggi contengono tutti gli a.a. cosi detti
“essenziali”, oltre ai “più importanti non essenziali”.
Sul piano puramente pratico è semplicemente sufficiente miscelare le
varietà dei vegetali. Dobbiamo prendere in considerazione il grado di
tossicità di ciò che ingeriamo, infatti non tutte le parti degli animali sono
facilmente digeribili, ad esempio gli organi interni, fegato, cervello, reni,
cuore ecc, sono indigesti e possono provocare artritismo, colesterolemia,
calcoli biliari e renali ecc..
Ricordiamo che i conati di repulsione o rigetto, sono esclusivamente
causati da questi alimenti.
Al contrario, gli alimenti adatti all’uomo debbono presentare un elevato
grado di assorbimento e digeribilità.
E’ noto che i frutti dolci sono molto più digeribili ed assimilabili della
carne e dei sottoprodotti animali.
E’ molto frequente che gli a.a. della carne, pur presenti, non sono
disponibili sul piano fisiologico perché i legami che li tengono uniti al
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resto della molecola proteica sono così forti da resistere agli enzimi
digestivi che dovrebbero renderli liberi, quindi disponibili. Rilevante è che
questa indisponibilità oltre alla mera struttura della proteina, può verificarsi
a causa : 1)della cottura, specie ad alta temperatura; 2) prolungato tempo di
conservazione, come nella surgelazione o liofilizzazione; 3) azione di
glucidi industriali, come il saccarosio, portatore di una sua tossicità. L’alta
temperatura denatura la struttura proteica che coagula e la rende
inassorbibile e dannosa per il nostro organismo, che si difende attivando i
meccanismi emuntori che cercano di allontanarle il più velocemente
possibile.
A questo punto è assolutamente necessario dire che non vogliamo proporre
una forma di “terrorismo “ agli alimenti carnei ma vogliamo sfatare miti e
credenze che nulla hanno di scientifico.
Tuttavia dobbiamo anche considerare l’aspetto emozionale che rappresenta
“il mangiare carne”, lo stato di eccitazione che questo provoca con gli
odori derivanti dalla sua cottura. La liberazione di aldeidi prodotte dalla
denaturazione delle proteine, che legandosi con lo zucchero della carne,il
galattosio, danno quell’odore caratteristico e eccitatorio.
L’alto livello di conservabilità che ne facilita il trasporto , e la
commercializzazione facilitano un consumo eccessivo della carne.
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Infine non è certamente secondario la facilità di isolamento e studio delle
proteine animali, oggettivamente molto più semplici da isolare e osservare,
viste le loro relativamente grandi dimensioni.
C’è un ” esercito” di persone che vive sugli animali, una economia che
scomparirebbe e non parliamo del mondo accademico che sarebbe costretto
a dotarsi di tutt’altri strumenti di indagine.
Il nostro Stato, come altri non potrebbe sopravvivere se prima non troverà
una valida alternativa di reddito per queste persone.
Ci sono stati addirittura degli scienziati Fredericks Carlton che sosteneva;
“Quanto più la composizione della carne è vicina a quella umana, tanto
più è salutare per noi!!!” Certamente questo potrebbe essere un argomento
valido per “mangiare il nostro vicino”.
E’ naturale che questa dovrebbe essere solo una battuta.
Invece qualche anno fa, tale concetto fu applicato per la fabbricazione di
mangimi animali. Per aumentarne il peso si aggiungeva al mangime delle
mucche il macinato delle carcasse di animali morti. Quindi non contenti
dell’azioni di ormoni estrogeni somministrati si trasformavano questi
“ignari” erbivori in cannibali.
Il risultato fu il terribile “morbo della mucca pazza” che naturalmente si
trasmise all’uomo provocando anche a distanza di anni numerose vittime.
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Oggi si presta più attenzione perché questi episodi non accadano più o
meglio accadano meno. ….
Comunque dobbiamo ricordare le terribili condizioni di vita a cui gli
animali sono sottoposti. Prendiamo gli allevamenti di mucche. Sappiamo
che in media questi animali allo stato naturale possono raggiungere una
peso di 400/500 kg, quando hanno i piccoli producono circa 20-40 l/ di latte
ed hanno un’aspettativa di vita di 15/20 anni.
Negli allevamenti con delle innaturali tecniche raggiungono un peso che è
circa il doppio. Appena raggiunta la maturità vengono tenute sempre in
gravidanza per produrre una quantità di latte pari a 80-100 l/gg in queste
condizioni la loro aspettativa di vita si riduce a 4/5 anni in quanto anche il
loro scheletro non può sopportare un peso così alto. Consideriamo anche i
lamenti di dolore che questi animali hanno quando viene loro tolto
prematuramente il vitellino mandato alla macellazione affinché lei produca
il latte per essere venduto.
Lo stesso vale per gli altri animali come per il maiale. La parola “maiale”
deriva dal latino “Maia”.
Maia era la dea della terra e rappresentava la fertilità. Infatti i romani
erano affascinati dalla enorme prole di questi animali, e come
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riconoscimento a questa loro caratteristica, conferirono all’animale questo
nome.
Se oggi, in Italia, provate a “dare” del maiale ad una persona, questi vi
farà dare da un giudice almeno 5 anni di carcere….
A questo animale si causa, con il tipo di alimentazione a cui è sottoposto,
una alterazione metabolica che blocca il ciclo di Krebs (cioè si arresta la
trasformazione del glucosio in energia e quindi viene trasformato in
glicogeno che origina deposito di grasso), causando un aumento
sconsiderato della massa grassa.
Tralasciamo per ovvi motivi di dilungarci sugli allevamenti di polli in
gabbie angusti, luci sempre accese, alimentazione forzata, quantità enorme
di antibiotici e ormoni che gli permettono di raggiungere in meno di due
mesi, quello che la natura gli consente in circa due anni. ….
Certamente li mangiamo, però un prezzo anche noi lo paghiamo.
Le carni degli animali liberi, che conducono una vita felice, oltre a non
ridarci ormoni e altri farmaci, non ci darebbero tutti quei grassi, che si
trasformano da insaturi a saturi, che danneggiano il nostro organismo.
Non parliamo delle epidemie dovute alla innaturale densità abitativa.
Questa ci causa la trasmissione di preoccupanti pandemie, come influenza
76
aviarie, peste suine ecc. Comunque il prezzo che gli umani pagano è
veramente poco rispetto alle crudeltà che questi animali subiscono...
Altro aspetto da considerare, è quello della “commercializzazione di
aminoacidi puri”, dove le campagne pubblicitarie ci raccontano di efficacia
funzionale e terapeutica di integratori a base di a.a. isolati. Citiamo alcuni
esempi divulgazione mediatica:
Il triptofano: cura l’insonnia, è antidepressivo e antidolorifico
La tirosina: protegge dallo stress e dalla depressione
La lisina: migliora le funzioni intellettuali
La arginina: è un disintossicante
La metionina: regolarizza l’attività cardiaca
La valina, la leucina, la isoleucina(sono a.a. ramificati) favoriscono le
attività sportive
Tutto questo è assolutamente vero per i topi sui sono stati sperimentati. Non
è assolutamente vero per gli umani…..
Nell’uomo il processo di attivazione e l’utilizzo di queste molecole, come
di tutte le altre, è estremamente più complicato perché l’attività del nostro
sistema cellulare si basa su tutta una serie di recettori, che per far entrare o
uscire qualsiasi elemento strutturalmente complesso, ha necessità di tutta
una precisa sequenza di “attivatori” che agiscono con una serie di “reazioni
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a cascata” che dopo aver elaborato, modificato e ristrutturato la molecola, la
fanno entrare o usciere dallo spazio cellulare.
Purtroppo siamo abituati a pensare le dimensioni delle nostre cellule come
a luoghi chiusi con una delimitazione funzionale propria di quella che
chiamiamo “parete cellulare”. Così non è , in quanto le pareti di ogni cellula
sono costituite da tre strati funzionali: l’esterno e l’interno da fosfolipidi,
quello in mezzo da proteine. Questa parete è completamente fatta da tutti
ponti alle cui estremità ci sono tantissimi sensori che sono le molecole
apicali dei vari ponti, che aprono o chiudono lo spazio interno a seconda
delle esigenze dell’ambiente interno cellulare. Questo vale solo per
necessità cogenti di quella cellula.
Quindi prende solo ciò che gli serve (previa le opportune modifiche prima
dette mediate sempre dall’attività di specifici enzimi e vitamine
indispensabili per il loro utilizzo, oppure rilascia ciò che è necessario dopo
averlo opportunamente elaborato).
Si dovrebbe capire che l’assunzione di questi a.a. non serve assolutamente a
NULLA !!! Quindi se li vogliamo assumere dobbiamo semplicemente
mangiare regolarmente frutta e ortaggi … verdure, .che contengono tutti gli
aminoacidi di cui il nostro organismo ha bisogno per creare le proteine
necessarie
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Per semplificare diciamo che dobbiamo assumere 1 grammo di proteine al
giorno per ogni 2KG di peso corporeo. Quindi una persona che pesa 70KG
dovrà assumere non più di 35g di proteine al giorno.
STRUTTURA SPAZIALE DEGLI AMINOACIDI:
FENILALANINA
TIROSINA
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TRIPTOFANO
CISTEINA
METIONINA
80
SERINA
TREONINA
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LISINA
ARGININA
ISTIDINA
ASPARAGINA
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LA SINTESI PROTEICA
Vediamo come avviene la ”sintesi proteica” nel nostro corpo.
Nel nucleo della cellula si trovano i cromosomi contenenti “ l’informazione
genetica”, quindi decisionale che viene espletata con quella nota struttura
del DNA.
Questo si trova, in fase di quiete in una forma a spirale ( a doppia elica) , e
le sue costituenti basi azotate (o nucleotidi: adenina-tiamina, guanina-
citosina )sono legate tra loro con “ponti idrogeno”.
Nell’espletamento dell’attività, arriva alla base della catena un filamento di
RNA (che parte dal nucleolo) che è simile al DNA, differisce da questo in
quanto presenta il nucleotide uracile al posto della tiamina. Appena questo
filamento si avvicina alla doppia elica del DNA, questa si despiralizza e
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l’RNA, aprendo i ponti idrogeno, come un lettore, legge le sequenze della
doppia elica attraversandola e disponendo le sue basi azotate come quelle
del DNA.
Letta, cioè duplicata l’informazione, l’RNAm esce dal nucleo e va nel
citoplasma, dove con il nome di RNAm (messaggero) andrà a cercare i
ribosoma, ( specie di pallina che si trova nel citoplasma) sulla cui
superficie presenta delle chiavi di lettura del messaggio arrivato con
l’RNAm. Letto questo ordine, partirà dal ribosoma L’RNAt
( transport )che andrà in giro per l’ambiente citoplasmatico e “caricherà”
tutti gli elementi: atomi, molecole,…. necessari a costruire (assemblare)
l’ordine arrivato. Una volta trovato tutto il materiale lo porterà nelle
strutture deputate all’assemblaggio, cioè il reticolo endoplasmatico,
apparato del Golgi. …..
L’altra fase del metabolismo cellulare: Il catabolismo.
Si inizia dalla fase digestiva: le proteine arrivate nello stomaco iniziano ad
essere scisse dal pepsinogeno, una molecola secreta da alcune cellule che si
trovano sulla parete gastrica. Il pepsinogeno per essere attivato deve essere
trasformato in pepsina. Tale trasformazione avviene a seguito della
reazione del pepsinogeno con l’acido cloridrico (presente nello stomaco).
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La fase successiva avviene nella zona duodenale dove arrivano degli enzimi
proteolitici provenienti anche dal pancreas.
Una volta scisse queste proteine in amino-.acidi, entrano anche attraverso
il torrente circolatorio, in particolare con la vena PORTA , negli epatociti
( cellule del fegato).
Qui ad opera di specifici enzimi e vitamine, avviene un primo processo di
de-aminazione, cioè si separa il terminale amminico,NH2 (delle molecole
degli ammino-acidi).
L’Azoto così ottenuto verrà utilizzato per la costituzione di nuovi elementi:
enzimi, basi azotate per i nucleotidi, ormoni e quant’altro.
Il resto dell’NH2 verrà ossidato in NH4+,( ione ammonio), che inizierà il
ciclo dell’urea per essere eliminato.
L’organismo umano non è in grado di metabolizzare Azoto e né può
immagazzinarlo. Pertanto vengono attivate tutte le transferasi per liberarsi
di quanto (N) è in eccesso.
La restante parte della molecola ( priva di N) se non utilizzata, viene
convertita in glucosio, quindi di nuovo scissa ed avviata al ciclo di Krebs
che “brucerà “questi elementi con produzione finale di; energia , acqua e
CO2.
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I danni per noi deriveranno da un eccessiva presenza nei nostri fluidi di
ione ammonio NH4+ (quindi di ammoniaca.)
Queste reazioni di ossidazione dell’azoto sottoporranno il fegato ad un
eccesso di stress che si trasferirà di conseguenza ai reni ed avremo anche
una forzata attività cardiaca.
Esempi più noti delle patologie causate da queste eccedenze, sono le
calcolosi epatiche e renali, gravi ipertensioni arteriose e aterosclerosi. Oltre
ad una forte acidificazione del pH ematico che condurrà a tutta una serie di
attività atte a tamponare la pericolosa acidità.
Il sistema tampone che verrà innescato provocherà il prelievo di Ca dal
tessuto osseo, causa questa di osteoporosi e fragilità ossea.
Eliminazione dell’azoto: Ciclo dell’UREA
L ‘azoto amminico è eliminato sotto forma di urea. Questo processo si attua
nel “ciclo dell’urea”, scoperto nel 1932 da Krebs. La produzione dell’urea
avviene esclusivamente nel fegato. Successivamente questa raggiungerà per
via ematica il rene da dove verrà escreta con le urine.
L’urea viene prodotta dall’ammoniaca in 5 tappe enzimatiche. Il ciclo
inizia nei mitocondri (degli epatociti), le altre tappe avvengono nel
citoplasma degli epatociti
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Il primo gruppo amminico ad entrare nel ciclo, deriva dall’ammoniaca
presente nei mitocondri derivata dalla mobilitazione dei gruppi amminici
degli a.a. (ammino-acidi).
Una parte dell’ammoniaca deriva anche dalla ossidazione intestinale degli
a.a. ad opera dei batteri ed arriva al fegato tramite la vena Porta.
Come abbiamo già accennato, il “ciclo dell’urea” tende a ridurre la
concentrazione di ammoniaca sotto forma di NH4+ (ioni ammonio) nei
liquidi biologici e in particolare nel sangue degli animali superiori.
L’ammonica deriva dal catabolismo degli a.a. ed oltre ad una certa
concentrazione è per noi tossica.
Durante la via metabolica vengono prodotti ioni H+, pertanto il processo è
regolato negativamente in caso di acidosi.
Il ciclo inizia con la formazione di carbamilfosfato
NH4+ + HCO3- + 2ATP CH2NO5P2- + 2ADP + P1
Questa reazione accade nel mitocondrio, si vede il consumo di energia ed
avviene tramite l’enzima carbamilfosfato sintetasi.
Il carbamilfosfato viene fatto condensare con una molecola di ornitina (è un
a.a. prodotto dall’enzima arginasi sulla L-arginina che crea ornitina e urea)
ciò permette l’eliminazione dell’azoto in eccesso.
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Tra le numerose funzioni dell’ornitina è dimostrato che insieme
a L. Aspartato è efficace come disintossicante dell’ammoniaca
in molte malattie come iperammoniemia e favorisce la
cicatrizzazione delle ferite.
L’ornitina è utilizzata da molti sportivi perché favorisce l’eliminazione
dell’amoniaca che si produce durante l’esercizio fisico ed è collegata
all’insorgere degli stati di affaticamento.
Questo a.a. è noto anche per essere un efficace stimolatore dell’ormone
della crescita (GH).
Lo troviamo anche come stimolatore dell’ormone GH e in alcuni prodotti
che favoriscono il rilascio di azoto nella forma “nitrico” (con valenza
massima).
Torniamo al carbamilfosfato che viene condensato con una molecola di
ornitina per dare citrullina.
“ Questa pure è un a.a. presente in natura nel cocomero (Citrullus).”
La citrullina formata esce dal mitocondrio e si riversa nel citosol cellulare.
Qui viene fatta condensare con una molecola di aspartato, dall’ enzima
argino succinato – sintetasi, formando argino – succinato.
L’argino succinato viene scisso in arginina e fumarato.
88
Il fumarato viene indirizzato al ciclo di Krebs per la formazione di
ossalacetato precedentemente utilizzato per la formazione di aspartato.
Infine l’arginina è trasformata in ornitina e in urea e quindi l’urea viene
trasportata dal flusso ematico ai reni e l’ ornitina può essere riutilizzata per
un altro ciclo. La reazione totale:
NH4+ + HCO3- +Asp.+3ATP+H2O UREA + ACIDO FUMARICO +
2ADP+2P1 +2PP1
Proteine ed energia
Abbiamo visto seppur parzialmente la complessità delle fasi metaboliche
delle proteine,
la vastissima presenza di questi elementi in quasi tutti i processi funzionali
di tutti gli organismi viventi.
Ci rimane da indicare l’apporto energetico delle proteine. Contrariamente
alle credenze popolari l’apporto energetico di questi a.a. è ,come
vedremmo, molto basso.
Come abbiamo visto soltanto la parte eccedente delle proteine che
sopravvive ai processi di transaminazione (costruzione di nuovo materiale
proteico) e a quelli di deaminazione (distacco ed eliminazione dei gruppi
NH2), viene convertita in glucosio a mezzo interventi enzimatici di
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glucogenesi, quindi indirizzato al ciclo degli acidi tricarbossilici (o ciclo di
Krebs) per la produzione di energia.
L’apporto energetico delle proteine in teoria e di circa 4 calorie/g come
quello di glucidi. Però questo non è vero!!
Alla luce della nostre conoscenze sappiamo che la parte azotata non
utilizzata non solo non può essere dal nostro organismo “bruciata”, ma tutta
l’ammoniaca deve essere eliminata!!
Sappiamo anche che una parte della componente azotata è utilizzata per il
ricambio delle strutture ecc. . Allora perché si indica quel rapporto
energetico di 4cal/g?
Tale misura viene fatta in laboratorio utilizzando lo strumento del
calorimetro dove veramente viene rilevato quel dato.
Però il nostro corpo non è un calorimetro e l’utilizzo ai fini energetici è
completamente differente.
Oltre alla necessaria partecipazione di gruppi vitaminici in particolare la vit
B6 (biotina) , soltanto la parte eccedente alle necessità strutturali viene
utilizzata per la produzione di energia.
Questo ci deve far dire che in condizioni ottimali di nutrizione, l’apporto
calorico dovrebbe essere al massimo di due o tre cal/g.
90
Però viste le radicate convinzioni sociali e il conseguente iper consumo
proteico di tutti, togliendo sempre la nostra incapacità a bruciare l’azoto,
con quella di dover eliminare ioni ammonio (NH4+) , possiamo dire che
l’apporto energetico di proteine è di circa 3 cal/g. Ripetiamo che tale dato
risulta accettabile solo a causa della eccessiva introduzione di proteine nella
comune alimentazione.
Un cenno particolare dobbiamo rivolgerlo alla funzione delle proteine nel
nostro sistema immunitario.
Iniziamo con un accenno alla glutammina. Tale a.a. è normalmente
presente in quasi tutti i cerali.
Ci sono delle persone in cui il proprio organismo non è attrezzato al
riconoscimento di questa proteina.
Questo genera quella patologia nota come celiachia. Se tale molecola viene
in contatto con le cellule dell’epitelio dell’intestino duodenale, scatena una
violentissima reazione autoimmunitaria( propri anticorpi che agiscono
contro il proprio corpo) che distruggerà in poco tempo le cellule intestinali
del celiaco provocandone la morte . Tale evento potrà essere evitato con
somministrazione di appropriati farmaci capaci di bloccare la reazione
“auto-immunitaria”, ad es. antistaminici. ….
91
Accenniamo anche all’attività delle proteine nella formazione di sistema
immunitario con le immunoglobuline, che si dividono in base alla loro
funzionalità e struttura in: Ig alfa,Ig beta,Ig gamma. Queste attuano il
primo intervento difensivo del nostro corpo da tutto ciò che il “sistema”
ritiene dannoso ed estraneo.
Sono loro che innescano primariamente i primi processi infiammatori e
quindi difensivi. Reazioni che in genere causano stati febbrili dovuti ad un
aumento della velocità del torrente circolatorio, oppure si innescano
reazioni che causano dispnee da costrizione dei bronchioli polmonari ecc..
(reazioni asmatiche).
L’organismo cerca con questo aumentato flusso di fluidi di portare la
maggior quantità possibile di immuno- globuline e anticorpi “in loco” per
distruggere le sostanze ritenute invasori. Oppure nei casi di cattivo
funzionamento (iper-sensibilità a certe sostanze) scatena in alcuni soggetti
tutta una serie di fastidiose “reazioni allergiche” contro sostanze che altri
individui normalmente tollerano.
Una eccessiva introduzione di proteine provoca una aumentata acidità dei
fluidi circolanti che comporterà, oltre a quanto prima detto, una
diminuzione dell’ossigeno disponibile per le varie cellule dei tessuti.
92
E’ stato visto che una diminuzione di ossigeno pari al 35%, per un tempo
di 48ore determina trasformazioni cellulari tumorali.
Infatti nessuna cellula sana può vivere con poco o senza ossigeno. Soltanto
le cellule tumorali possono vivere con pochissimo ossigeno.
Quantizziamo gli alimenti proteici che dobbiamo introdurre per un corretto
apporto di amminoacidi: sappiamo che le unità molecolari degli a.a. sono
identiche sia per quelli di origine animale che vegetale.
Quello che cambia è la complessità dei polimeri (proteine) da questi
formati nelle due categorie.
In quelle animali vediamo strutture più complesse e più vincolate da una
gran quantità di ponti idrogeno.
Le proteine vegetali sono più semplici e perciò più facilmente disponibili.
Al fine di una maggiore comprensione, ricordiamo che la assimilazione
delle proteine dagli alimenti, è determinata anche dalla” regola
dell’amminoacido limitante”. Cioè sarà quello meno presente a determinare
la possibilità di assorbimento degli altri a.a. (se in una sequenza proteica ,
ad es. c’è una presenza di glicina al 2% e di es. lisina al 30%, la lisina e
tutti gli altri a.a. verranno assorbiti al 2% ).
Sicuramente dobbiamo specificare che la quantità di 1 gr. ogni 2 kg. di
peso è valida solo per individui adulti e in buone condizioni di salute. Per i
93
soggetti nella fase di accrescimento, tale misura deve variare dai 3 gr.
iniziali ad un grammo per chilo di peso. Tali misure debbono aumentare
anche nello stato di gravidanza. Debbono variare anche per adulti che
svolgono gravose e continue attività muscolari.
Quando mangiamo la carne “fresca”, dobbiamo tenere conto che circa il
il 70- 75% dl suo peso è dato da acqua, le proteine in essa contenute sono
in media del 20%- 22%
Tralasciamo le differenze , che pure ci sono, della specie animale di
provenienza e fermiamoci a vedere quali tecniche dobbiamo osservare per
un corretto utilizzo.
Per essere utilizzata, la carne necessita sempre di un periodo di “frollatura”,
necessario affinché avvenga una prima idrolisi delle proteine ( i polimeri
proteici diventano più corti e meno complessi), necessario alla successiva
nostra digestione.
Teniamo presente anche che questi nutrienti sono in genere termolabili,
perciò per un corretto uso, nelle fasi di cottura, dobbiamo assolutamente
fare in modo che , almeno all’interno della carne , non arrivino mai
temperature vicine ai 100 gradi.
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Infatti a questa temperatura, tutta l’acqua e con essa tutti i nutrienti,
vengono persi dall’alimento, trasformandolo in una immangiabile “suola
“.
La temperatura ” interna” della carne non deve MAI superare i 65 gradi.
L’interno della “carne” del pesce non deve superare i 45 gradi.
Per altri metodi cottura, si deve far in modo che la temperatura iniziale del
forno, oppure di pentole o altro, sia inizialmente molto elevata in modo da
creare una sorta di coagulo protettivo esterno., che tratterrà tutti i succhi
pieni di nutrienti.
Le carni forniscono una ampia gamma di enzimi e vitamine del gruppo B
ivi compresa la B12 (cobalamina), tanto decantata dai sostenitori della”
necessità della carne.” .
Cogliamo l’occasione per dire che gli unici produttori di vit. B12 sono :
le alghe, i batteri ed i miceti.
La B12 è anche una delle vitamine che restano più a lungo
immagazzinate nei tessuti degli animali. La sua conservazione nei nostri
tessuti può durare diversi anni.
Discorso a parte deve essere fatto per alimenti di origine animale
conservati. Per questi apriremo un apposito capitolo, quando parleremo
del” 5 GUSTO” .
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Le proteine vegetali, specialmente se non cotte, sono per noi subito
disponibili. Se cotte, al fine di non disperderle, si dovrebbero adottare
delle tecniche , come la cottura al vapore o meglio con basse temperature.
Anche le verdure forniscono un ampio corredo di vitamine e
importantissimi oligo elementi.
I GLUCIDI
La parola deriva dal greco Glucos=dolce. Sono idrati di carbonio divisi in
monosaccaridi disaccaridi o polisaccaridi vari ( a seconda della loro
polimerizzazione).
In genere sono formati da carbonio idrogeno ossigeno.
Hanno numerose funzioni biologiche, possono fungere da riserva energetica
ad esempio formando amidi nei vegetali, glicogeno negli animali.
Formano anche componenti strutturali, tali sono le cellulose nei vegetali,
mentre negli animali collaborano alle formazione delle cartilagini,
naturalmente uniti ad altre componenti. Li troviamo nel sistema
immunitario ecc…
96
Chimicamente sono aldeidi (gruppo funzionale CHO) o chetoni (gruppo
funzionale C=O). Agli altri atomi di carbonio della catena , sono stati
aggiunti gruppi ossidrilici (OH) e (H) in posizione opposta.
Singole unità molecolari sono dette monosaccaridi. Tra questi indichiamo il
glucosio il galattosio il fruttosio. La formula generale dei glucidi è Cn H2n
On. dove n. è un numero maggiore o uguale a 3 fino a 9 .
Fanno eccezione a questi gli acidi monocarbossilici derivati
dall’ossidazione a gruppo carbossilico del gruppo terminale CH2OH degli
aldosi.
Con questa ossidazione il gruppo carbonilico iniziale dello zucchero non
reagisce. Queste molecole sono chiamate acidi uronici o glucuronici. Hanno
una funzione importantissima. Questi derivati del D-glucosio entrano nel
ciclo dell’ urea che avviene a livello degli epatociti.
Molti carboidrati contengo una o più unità di monosaccaridi a cui sono stati
aggiunti vari gruppi. Ad esempio il desossiribosio, un componente del
DNA , è derivato da una modifica del Ribosio che è un componente del
RNA.
Taluni presentano gruppi funzionali differenti come il caso degli
amminozuccheri o delle glicoproteine.
97
Soluzione di glucidi riflettono la luce verso destra, per questo si afferma
che tutti i carboidrati sono D-enantiomeri.
Come visto li classifichiamo in semplici: mono e oligosaccaridi, o
complessi: polisaccaridi.
Per classificare l’indice glicemico dei cibi, calcoliamo la velocità del loro
effetto sul livello di concentrazione di glucosio nel sangue.
L’indice insulinico, classifica il cibo in base al suo effetto sui livelli di
insulina nel sangue.
Abbiamo fondati motivi per ritenere che la prima molecola comparsa sulla
terra sia stata il glucosio. La sua funzionalità è assolutamente unica, infatti
si può ruotare alla luce, addirittura si polimerizza grazie alle risonanze
elettriche dovute alla capacità di isomerizzazione (sp2 e sp3 ) dei suoi
atomi di carbonio che gli consentono una dinamica ciclizzazione della sua
catena. E’ assolutamente necessaria a tutte le forme di vita complessa,
tanto che in tutte la ritroviamo.
E’ estremamente duttile, può avere funzioni strutturali, come nella cellulosa
o nelle cartilagini, può essere un produttore di energia estremamente
efficace e pulita. Energia liberata dalla rottura dei suoi legami sotto forma
di ATP (adenosina –tri- fosfato) negli appositi cicli mitocondriali e
cellulari, con terminale riduzione della molecola in CO2 e H20. Diventa
98
elemento fondamentale nella formazione del Genoma di qualsiasi
organismo vivente ( virus compresi) quindi dell’RNA che contiene ribosio
e naturalmente del DNA con il desossiribosio.
Può fungere da elemento per la riserva di energia, tanto solo, ma
soprattutto se coniugato da specifici enzimi glicogenici (glicogeno-sintesi)
in glicogeno.
Con piccole modifiche diventa molecola fondamentale per altri cicli
metabolici necessari alla vita degli umani, ad esempio ossidando il gruppo
carbonilico CHO iniziale del glucosio, si trasforma in acido glucuronico
che è fondamentale nel ciclo dell’urea per eliminare l’ammoniaca.
E’ l’unico elemento utilizzato dai neuroni del cervello e dagli eritrociti del
nostro sangue. Nel sangue caratterizza la risposta antigenica delle
membrane degli eritrociti conferendo la specificità dei gruppi sanguigni.
Può coniugarsi a gruppi proteici, formando glucoammine, oppure a lipidi e
forma i glicolipidi.
Le vie cataboliche dei monosaccaridi
99
La glicolisi: dove il glucosio viene trasformato in due molecole di piruvato
con rilascio di energia sotto forma di 2 molecole di ATP e riduzione di 2
molecole di NAD+ a NADH +H+
Ciclo di Krebs, caratterizzato da un ciclo di reazioni che iniziano con la
trasformazione di glucosio in acido citrico (ciclo detto anche degli acidi
tricarbossilici).
Avviene nei mitocondri delle cellule che utilizzano ossigeno nel processo
della respirazione cellulare. Tale ciclo (detto anfibolico perché non solo
riduce , ma costruisce anche molecole da utilizzare per altri eventi)
fornisce anche molti precursori per la formazione di alcuni ammino acidi
come l’(alfa) chetoglucorato che è una molecola accettrice di gruppi
amminici (NH2) e interviene nelle reazioni di trans-amminazione legando i
gruppi amminici provenienti dall’ammino- acido da de-aminare (a cui viene
tolto l’ NH2) per ottenere la sintesi di un nuovo a.a. , e la molecola di ossal-
acetato che reagisce con l’ Acetil CoA per formare acido citrico; è inoltre
essenziale per la demolizione e la sintesi di acido aspartico e asparagina,
interviene anche nel ciclo dell’urea dove trasferisce uno ione ammonio
NH4+ legandosi alla citrullina per formare arginin-succinato. Comunque il
ciclo di Krebs è un continuo processo che serve a staccare i due atomi di C
100
presenti nell’ Acetil-Co A, derivato dall’acido piruvico iniziale, in due
terminali molecole di CO2 con rilascio di energia sotto forma di
3NADH+ + 3H+ + 1FADH2 + 1GTP che si converte in ATP
Via del fosfogluconato che è parallela alla glicolisi e serve a rifornire
l’organismo di ribosio-5fosfato e NADPH.
Ritorniamo alla descrizione degli zuccheri secondo la consueta
suddivisione:
monosaccaridi: hanno una sola molecola: glucosio-fruttosio-galattosio
disaccaridi: con due molecole: maltosio-lattosio-saccarosio
polisaccaridi: con 3 o più molecole: amido -glicogeno -fibre.
I mono e i disaccaridi vengono chiamati semplici, i polisaccaridi sono
carboidrati complessi o polimeri del glucosio.
I carboidrati ci forniscono circa 4 calorie/grammo. Vengono immagazzinati
sotto forma di glicogeno nei muscoli, per fornire energia all’occorrenza, e
nel fegato, da dove si materializza il controllo dei livelli ematici del
glucosio, negli adipociti( cellule del tessuto adiposo).
101
La presenza dei glucidi è pressoché ubiquitaria, sono presenti in quasi tutti
gli alimenti e rappresentano per noi la principale fonte di energia vitale.
Come abbiamo visto, le graminacee, che sono i maggiori produttori di
glucidi, hanno consentito lo sviluppo e la differenziazione sia morfologica
che sociale della specie umana. L’uomo ha imparato, tra l’altro, ad
utilizzare altre tecniche sofisticate per questi alimenti.
Come abbiamo visto sono i cereali che ci hanno fatto trasformare da
nomadi cercatori, poi predatori cacciatori , a stanziali coltivatori.
Fermandoci abbiamo imparato le regole della socializzazione anche
comunicativa.
Ricordo un elemento per tutti: circa 2 milioni di anni fa la nostra laringe si
trovava in una posizione più bassa e potevamo emettere solo i suoni
gutturali, più o meno come le scimmie.
La stanzialità ha necessitato un modo più articolato per relazionarci e la
nostra laringe è così salita ( per mutazione genetica… ) nella posizione
attuale permettendoci di comunicare in modo complesso e sviluppare tutte
le conseguenti funzioni intellettive, fino alle attuali.
I glucidi quindi rappresentano l’elemento principe su cui si fonda la vita
della specie umana, sia per la parte fisiologica che per l’aggregazione
sociale.
102
Abbiamo visto le aggregazioni sociali provocate dal grano, dal riso, dal
granoturco, dall’orzo ecc. . Le varie colture che si sono sviluppate attorno a
queste graminacee. Nelle terre vicino al Mediterraneo, il grano; nei paesi
Orientali con il riso, nel continente americano il mais….. ecc.
Dobbiamo anche ricordare l ’economia che dietro queste graminacee si è
sviluppata, le recenti sperimentazioni e mutazioni scientificamente
provocate nel patrimonio genetico di questi vegetali per aumentarne la
redditività e la resistenza a malattie o alle variazioni climatiche.
Oggi siamo arrivati alla trasformazione genetica di molte graminacee,
porto l’esempio del grano. Guardando le coltivazioni vediamo che le
piantine sono” inverosimilmente “ tutte uguali. La parte delle cariassidi
( zona dove si trovano i semi ) è molto densa di semi, mentre lo stelo è per
tutti della stessa lunghezza e poco alto. Guardando un campo coltivato,
vediamo un uniforme tappeto.
Ma se pensiamo che stiamo guardando ad una specie vivente, ci
dovremmo chiedere come sia possibile che individui, se pur della stessa
specie, diventino tutti uguali?....... È come se in una popolazione tutti
fossero uguali. Sulle persone capiremmo che c’è stata una manipolazione
genetica. …
103
In una comunità ,in condizioni naturali, la crescita di individui di qualsiasi
specie sarà simile, ma mai uguale.
Guardando foto d’epoca si vedono campi di grano con piantine dallo stelo
con altezze molto diverse e la zona della cariasside molto più limitata
dell’attuale.
Nel periodo precedente la seconda guerra mondiale, i coltivatori alla fine
del raccolto lasciavano una parte di quei semi per la semina dell’anno
successivo. Andando ad indagare, abbiamo visto che alcune aziende,
ricordo l’americana Monsanto, hanno brevettato e sviluppato sementi di
grano, mais, soia ed altre, con modificazioni genetiche che ne hanno
decuplicato la produttività.
Però queste sementi modificate non sono più riproduttive, di fatto hanno
un D.N.A. morto…
Ciò ha comportato la necessità per tutti i coltivatori di acquistare ogni anno
i semi per le future piantagioni. Ovviamente questa azienda si è creata
un’egemonia mondiale. .
Si è generato un vizioso circolo di dipendenza tra l’unico produttore di
semi e l’universo dei coltivatori. Si è, in questo modo, concentrato in un
unico punto l’intero flusso economico del pianeta, con una invalicabile
dipendenza.
104
D’altro canto si è visto che pur diminuendo la superficie coltivata , la
produzione di granaglie è ancora sufficiente a soddisfare i fabbisogni
alimentari degli attuali abitanti del pianeta.
Senza dubbio ci sono elementi quantitativamente positivi derivati da
queste mutazioni, che si sono associate a fitofarmaci capaci di bloccare la
competizione di queste nuove piantine con altri vegetali cosi detti “
infestanti” .
Tuttavia alcuni dubbi sulla positività di queste mutazioni attraversano i
nostri pensieri. Certamente non disponiamo di strumenti atti a monitorare
tutte le dinamiche biochimiche percorse da queste molecole, non solo nel
metabolismo delle nostre cellule, ma soprattutto per effetti probabilmente
mutageni o altro che potrebbero aggredire, anche con il tempo , non solo
i nostri organi, ma anche l’ambiente, alterandone la fragile biosfera.
Al proposito abbiamo osservato lo stato del terreno dove esistono queste
colture. Abbiamo visto in tutti questi terreni, una terra talmente dura da
sembrare cementificata . Un terreno che dava l’idea di morte,
abbandonato da tutti quegli animali , insetti, lombrichi , lumache e da altri
preziosissimi animali, che per secoli hanno reso fertile e soffice la terra ,
pronta cosi a raccogliere e trattenere sia i nutrienti che l’acqua. Anche
105
l’acqua sembra fermarsi e penetrare con enorme difficoltà su questi
terreni, rimanendo in superficie.
Perchè gli uccelli e altri animali si sono allontanati da quei luoghi, non
sono in grado di dirlo, ma vedo che se ne tengono a distanza.
Assorbimento dei glucidi
Torniamo al nostro argomento e iniziamo a considerare come i carboidrati
vengono assorbiti:
già sappiamo che il glucosio può derivare da altre fasi metaboliche di
molecole come gli amminoacidi e come vedremo, dai lipidi. Abbiamo
visto che le prime fasi digestive iniziano nella bocca, dove le ghiandole
presenti secernono l’enzima ptialina oltre alle amilasi, che scindono i primi
legami glucosidici. Ora ci soffermiamo sulla primaria attività delle
papille gustative .
106
questi organi sensoriali si dividono in tre gruppi
a)le papille filiformi
b ) papille fungiformi
c) papille vallate
Comunemente si indica con la parola gusto o sapore, l’insieme delle
sensazioni percettibili in bocca.
Il gusto è generato dalle sensazioni che hanno origine nei bottoni gustativi,
cioè strutture in cui sono accolti i recettori che sono distribuiti in prevalenza
sulla superficie della lingua, ma anche sulla mucosa del palato, sul fondo
della bocca e sull’epiglottide. Lo stimolo è prodotto dalle molecole del
cibo quando vengono a contatto con i recettori gustativi, secondo un
meccanismo simile a quello olfattivo.
Le sensazioni gustative vengono tradizionalmente descritte mediante i 4
gusti fondamentali: il dolce, il salato, l’acido e l’amaro. Questi vengono
percepiti in specifiche regioni della lingua.
Il dolce è percepito nella parte anteriore,
il salato nella zona laterale anteriore
l’acido nella parte superiore e mediale
l’amaro nella zona posteriore e sopra al retro palato.
107
Soffermiamoci al dolce. La sua ricezione avviene per prima. Sappiamo che
le fibre nervose dei recettori, attraverso processi di trasduzione,
trasmissione, integrazione, arrivano al cervello, (sia nella zona centrale o
volontaria, che in quella “periferica” o meglio-autonoma).
Facciamo attenzione a questo passaggio, perché ci chiarirà le diverse
dinamiche che affronteremo. Quando arrivano le sensazioni del dolce, si
attiveranno subito tutte quelle misure protettive finalizzate al mantenimento
della perfetta fluidità del flusso ematico, proteggendolo preventivamente
dall’aumento della viscosità provocata dall’innalzamento del livello
glicemico.
Questo processo è fondamentale per capire che l’indice glicemico di un
alimento non sempre sarà proporzionale alla risposta insulinica. Lo
tratteremo in modo più puntuale quando argomenteremo i “sostituti degli
zuccheri”. Ma dobbiamo capire che appena arriva la sensazione del dolce,
dal sistema nervoso, vengono inviati immediatamente messaggi di
attivazione alle isole del Langherans del pancreas, per il repentino rilascio
di Insulina, che avrà il compito di “pulire” il sangue dal glucosio
circolante, avviandolo alla formazione di depositi di glicogeno, o alla
produzione di energia.
108
L’impoverimento di glucosio non viene subito compensato adeguatamente
dall’azione dell’ormone antagonista all’Insulina, il Glucagone. Quindi il
temporaneo deficit di glucosio e la contemporanea presenza di glucagone
e come vedremo di altri ormoni come il Cortisolo e ancora successivamente
di Adrenalina, provocheranno nel soggetto un senso di debolezza , di fame
e di irrequietezza.
Il glicogeno entrerà nei specifici processi di formazione di lipidi come
componente associata del glicerolo, causando cambiamenti ponderali e
quindi strutturali del soggetto. Inoltre unendosi a proteine a bassa densità
formerà le LDL (lipoproteina a bassa densità ) che saranno la causa anche
di varie patologie cardiovascolari.
Influenzeranno anche le dinamiche di ormoni stereoidei come gli estrogeni,
o degli ormoni adrenalinici, che agiranno sia sulla sfera degli ormoni
sessuali che sul trofismo muscolare. Influenzeranno anche lo stato psico-
fisico del soggetto.
L’individuo pur bene alimentato avrà sempre fame e introdurrà sempre più
cibo, ma si sentirà sempre più debole. Entra in un diabolico vortice fatto di
dinamiche metaboliche decisamente negative che si alimenteranno
vicendevolmente.
Per completare il quadro dobbiamo capire anche” il perché del mangiare” .
109
Sappiamo che questa attività è radicata nella zona più antica del nostro
cervello insieme a quella sessuale, perché servono l’una alla vita e l’altra al
mantenimento della specie.
Come già detto, questo vale per tutte le specie viventi.
Perché ciò è da tutti ricercato? C’è alla base di questa istintività la prima e
più intensa forma di soddisfazione, o meglio di gratificazione e di piacere.
Queste sensazioni vengono percepite quando si raggiunge una determinata
soglia alla quale avviene il rilascio di precisi ormoni neuronali, le
Endorfine, conosciute anche come “encefaline”. Appena raggiunta questa
soglia, si ha il rilascio di questi ormoni, il soggetto si sente appagato e
smette, come nel nostro caso, di mangiare. Avverte quindi quel senso di
appagatezza e si rilassa in quello che in genere è definito “rilassamento post
prandiale”. Il problema è che oltre la metà degli individui adulti mostrano i
segni di una alimentazione compulsiva e addirittura nevrotica.
Il motivo è da ricercare nel fatto che si instaura in essi un continuo
elevamento della soglia per il raggiungimento del piacere. Questo è dovuto
alla adattabilità del nostro organismo al mutare di qualsiasi condizione.
La nostra struttura anatomo- fisiologica ci dice di introdurre nell’arco di
24ore una quantità di cibi “solidi” non superiore ai 300-400g. Tale quantità
dovrebbe essere frazionata in circa 5 volte.
110
Chiaramente dobbiamo anche bere almeno 1.5 L di acqua, però questo è
ininfluente sulle dinamiche che stiamo valutando.
Vediamo che sin dai primi momenti di vita, si instaurano nei confronti
dell’individuo, tutta una serie di processi di attenzione e di protezione delle
strutture sociali che circondano il bambino. Questi si manifestano dando
risposte all’ unico mezzo di comunicazione che ha un neonato: Il pianto .
Le risposte sono rappresentate dal cibo. Il bimbo piange e gli viene dato
cibo. Per i primi tempi, questa risposta, entro certi limiti, è positiva.
Le cose cambiano con la crescita perché “ il linguaggio del cibo” resta
sedimentato sia nella memoria del bambino che (e questo è il più grande
problema) in quello dei genitori.
Chi non si ricorda oppure non ha sentito frasi come “Non mangio!!!” “ Non
lo voglio!!!!!” oppure “ se non fai……, ti mando a letto senza cena”.
Nell’immediatezza, queste comunicazioni sembrano entrare poco con il
nostro argomento.
Invece tutto questo vincola il concetto del cibo, del mangiare, non più alla
sfera individuale, ma si apre alla socialità del mangiare e al concetto di
gratificazione o punizione ad esso associati. Quindi un piacere che si
estende anche ad altri.
111
Si mangia e si fa felice la “mamma”, anche se il soggetto in realtà non ha
bisogno di cibo in quel momento…. Quello che accadrà sarà un continuo
innalzamento di quell’asticella alla quale si raggiunge “il piacere” (la
soddisfazione). Si aumentano le dosi, si aumenta la massa ponderale, si
cambia l’estetica con i problemi ad essa associati. Ci si muove con più
difficoltà, subentrano stati di ansia e frustrazione per un corpo che non si
riconosce più come proprio.
In genere questi processi si interrompono al raggiungimento di un quadro
non tanto estetico ma soprattutto clinico, invalidante.
La funzione fondamentale dei carboidrati è quella di fornire energia. Ogni
grammo di glucidi fornisce 4 Kcal/gr. in una dieta equilibrata dovrebbero
rappresentare almeno il 60 o 65%.
I vari carboidrati hanno un ruolo differente. Gli zuccheri semplici sono
assorbiti rapidamente e causano una risposta insulinica immediata. Da
recenti ricerche si è visto che il glucosio, appena arrivato nello stomaco,
viene immediatamente assorbito dai vasi sanguigni, alzando
immediatamente l’indice glicemico del plasma, innescando quella risposta
insulinica che li andrà subito a cercare, per toglierli dal fluido e condensarli
nei modi che abbiamo visto ( in questo modo non conferiscono energia ) .
112
L’amido o meglio i glucidi complessi e preferibilmente integrali, vengono
assorbiti lentamente e questo porta ad aumenti glicemici distribuiti per un
lungo tempo, consentendo un continuo e ben distribuito rilascio di energia,
soprattutto non provocano la risposta insulinica.
Rilevante anche la capacità del saccarosio di causare la carie dentaria, visto
che questo rappresenta la fonte alimentare preminente per i microrganismi
che la causano.
Naturalmente oltre al consiglio di limitare l’uso di questo zucchero, è
necessario lavare i denti appena possibile.
Sostituti dei glucidi
Da qualche anno, per abbassare il contenuto calorico di alcuni alimenti,
senza comprometterne il gusto, si usano dei sostituenti dei glucidi che
forniscono meno calorie, ma hanno lo stesso potere dolcificante.
Quando si devono dolcificare dei liquidi la cosa è facile, però se si devono
preparare dei dolci, è più complicato perché lo zucchero costituisce anche
una certa massa del prodotto, quindi si sono inventati dei sostituti, che sono
rappresentati da “agenti di massa”, questi sono:
113
1)Polialcoli, tra i più utilizzati ci sono lo xilitolo, mannitolo, sorbitolo,
lactitolo, eritritolo, saccarosio, acetilsulfame k, aspartame.
Questi polialcoli sono ottenuti dai glucidi per addizione di idrogeno. Li
troviamo nelle caramelle, gomme da masticare, nelle bevande cosi dette
light. Sono assorbiti in modo variabile. Comunque vengono tutti fermentati
nell’intestino con produzione di gas e di acidi grassi a catena corta.
Questo determina la produzione di una minore quantità di energia rispetto
allo zucchero comune. Un problema, ma come vedremo non l’unico, è che
se consumati in quantità provocano problemi gastro-intestinali.
Il loro apporto calorico è pressoché nullo.
Visto da questo punto sarebbe vantaggioso. Però abbiamo accertato che le
nostre papille gustative, recepiscono comunque l’arrivo del dolce e
scatenano comunque la risposta protettiva dell’insulina.
Infatti a tutti sarà capitato di mangiare caramelle o gomme o bere bevande
light. Dopo aver preso una caramella, si avverte il bisogno di consumarne
altre. Poi si avverte un insistente senso di fame, il classico “buco nello
stomaco”. A questo punto dovrebbe essere chiaro che tutto il meccanismo
fisiologico necessario ai processi metabolici viene attivato.
E’ evidente che i sostituenti dei glucidi non saranno scissi e assorbiti, però
il loro potere dolcificante è persino 200 o 300 volte superiore a quello del
114
comune zucchero, vedi acetilsulfame k o l’aspartame. Questa enorme
sensazione provocherà la risposta insulinica con tutte le conseguenze che
abbiamo visto.
2)Polioli: sono derivati dall’amido a cui si aggiunge idrogeno. Introdotti
nell’organismo sono scissi in glucosio, sorbitolo, smaltitolo.
3)Frutto-oligosacaridi: li troviamo all’interno di alcuni vegetali come le
cipolle o gli asparagi. Conferiscono un sapore dolce, però inferiore a quello
del saccarosio e non apportano le stesse calorie. Resistono a temperature
fino a 140° e trattengono maggiori quantità d’acqua rispetto allo zucchero “
comune”. Questi frutto-oligosacaridi sono scarsamente assorbiti a livello
intestinale perché sono fermentati dalla flora intestinale. Questo provoca in
genere tensione intestinale che causa meteorismo. Però non sono
iperglicemizzanti (non scatenano la risposta insulinica).
4)Polidestrosio: viene prodotto dal glucosio, dal sorbitolo e dall’acido
citrico. Fornisce una kal/gr e non causa fenomeni di meteorismo.
Dolcificanti ad alto effetto intensivo
Sono sostanze con un elevato potere dolcificante, i più utilizzati sono:
acetilsulfame K, l’aspartame, il ciclammato e la saccarina. Dei loro effetti
115
“collaterali” ne abbiamo già parlato. Quello che aggiungiamo è che il loro
potere dolcificante è di 30, fino a 500 volte superiore al comune zucchero.
Una costante assunzione di questi dolcificanti crea gravi problemi
all’organismo.
AMIDI
Abbiamo visto che anche la vita dei primati è legata alla presenza
dell’amido. Questo è un polimero formato da un gran numero di molecole
116
di glucosio unite tra loro da legami glucosidici. E’ prodotto dalle piante
dove è utilizzato come riserva.
E ’composto da due polimeri: l’amilosio per il 20% e l’amilopectina per l’
80% .
Sono polimeri del glucosio.
L’ amilosio è un polimero lineare che tende ad avvolgersi ad elica; i legami
avvengono tra il carbonio 1 di una unità con il carbonio 4 dell’unità
successiva. L’elica è costituita da 6 molecole di glucopiranosio (pirano:
struttura ciclica a 6 lati) che “spirano”. La stabilizzazione di queste
molecole è data dai ponti idrogeno (come nel DNA).
L’ amilopectina è un polimero ramificato, con catene molecolari simili all’
amilosio però disposte a formare una struttura ramificata.
L’amilosio lega la struttura più espansa dell’amilopectina ed è in genere
formata da circa 1.000 unità di glucosio.
L’amido è sintetizzato dalle piante per via enzimatica a partire dal glucosio
che deriva dalla fotosintesi clorofilliana.
I granuli di amido hanno una disposizione semicristallina che ne determina
la insolubilità in acqua a temperatura ambiente. Una parziale
solubilizzazione si ottiene aumentando la temperatura e ciò porta alla
formazione di un gel.
117
Il processo di gelatinizzazione porta a variazioni di digeribilità dell’amido.
La forma cristallina è meno digeribile in quanto meno attaccabile dalle
amilasi, mentre la forma gelatinizzata è più digeribile a causa della dis-
organizzazione strutturale conseguente allo stato di gel.
L’amido lo troviamo nei frutti, nei semi, nei tuberi, nei legumi.
Derivati dell’amido: IL MALTO
Il malto si ottiene per riduzione enzimatica del polimero glucosidico a 2
molecole di glucosio. Sappiamo che dai vegetali, sopra visti, provengono
tutte quelle farine che comunemente utilizziamo
AGENTI DI MASSA DERIVATI DALLA CELLULOSA
I composti derivati dalla cellulosa non vengono assorbiti e non forniscono
calorie.
Le pectine le troviamo sulle pareti di moltissimi cereali, ricordiamo la
buccia delle mele, alle quali conferisce quell’aspetto turgido e fluido.
118
Caratteristico è il raggrinzimento della buccia quando le pectine, con il
tempo, perdono acqua conferendo al frutto quell’aspetto “invecchiato”.
Le pectine vengono utilizzate anche come addensanti nelle marmellate.
Sono fermentate molto lentamente dalla flora intestinale ed hanno un
effetto ipocolesterolizzante.
IL SACCAROSIO
In genere la chiamiamo zucchero, già sappiamo che è un disaccaride
formato da glucosio (aldo-pirano) unito al fruttosio (cheto-furano). Il
legame avviene tra i “carboni anomerici” dei due monosaccaridi (estremità
riducenti), in modo da formare uno zucchero non riducente. La storia ci
dice che l’uomo ha sempre cercato dolcificanti. Questo alimento è stato
un protagonista della storia dell’umanità. Ci sono tracce di lavorazione
della canna da zucchero dal 1.300 a.c. sia in Cina che nell’America Latina.
In Europa i Persiani di Dario, nel 500 a.c. trovano questi vegetali .
Però furono gli arabi nel 5 secolo a.c. ad estenderne la coltivazione.
Poi nell’XI secolo d.c. i Genovesi e Veneziani iniziano ad importarlo
dall’Arabia, chiamandolo “sale arabo” e costruiscono con i guadagni una
notevole grandezza economica..
119
Resta comunque, per un lungo periodo di tempo, un cibo per persone
ricche. Con la scoperta delle Americhe, gli invasori europei si accorgono
della migliore qualità dello zucchero da canna americano e soprattutto del
minor costo di produzione. Nacque un fiorente traffico di importazione che
rese il prodotto più comune.
.Questo diede una notevole spinta alla nascita della pasticceria europea
come arte autonoma, grazie anche al connubio con il cacao ed il caffè.
Questa facilità di guadagni è la prima causa di quel mostruoso traffico di
esseri umani, perpetrato dagli europei, che prelevavano uomini
( trasformandoli in schiavi) dall’Africa e li deportavano nell’america latina
per la coltivazione di canna da zucchero. Tutto questo si verifica tra la
metà del 1600 fino alla metà del 1700.
Poi in Europa si verifica l’ascesa di Napoleone, nascono i contrasti tra
Francia e Inghilterra, che portano al blocco delle importazioni inglesi.
Quindi le merci che giungevano in Europa dall’America, ben presto
spariscono dai negozi…
Sulla spinta delle necessità, gli europei cercano una alternativa che
trovano con la lavorazione della “barbabietola da zucchero”..
120
Sarà appunto NAPOLEONE ad incoraggiare la produzione di questo
tubero in Europa. In conseguenza di questa facile coltivazione si aprono
stabilimenti in ogni zona europea per la produzione di zucchero.
INDUSTRIALIZZAZIONE DEI GLUCIDI : “zucchero e farina”
Sappiamo che dai vegetali sopra visti, provengono tutte quelle farine
(zuccheri e farine) che comunemente utilizziamo per la maggior parte della
nostra alimentazione. Ora dobbiamo prestare attenzione anche alle
dinamiche metaboliche dannosissime per la nostra salute che derivano dalla
industrializzazione dei glucidi.
La maggior parte delle persone, quando pensa a zuccheri e farine,
immagina una fine “polvere bianca”. In realtà nessuno dei due elementi in
natura si presenta così.
Per trasformarli in quel modo ci vogliono una serie di processi di
raffinazione. Il problema è che durante questi procedimenti, la gran parte
dei benefici nutrizionali vengono persi.. Il risultato è che otteniamo un
super concentrato di glucidi raffinati che vengono assorbiti rapidamente e
contribuiscono a diversi tipi di gravi rischi per la salute.
121
Se guardiamo un seme di frumento, esempio il grano, vediamo che questo
presenta diverse strutture, tra le quali una membrana esterna, ricca di fibre
per noi importantissime, contenenti fitati, vitamina B1 (tiamina) necessaria
proprio per metabolizzare il glucosio, vediamo anche un piccolo
“peduncolo” che rappresenta il “germe di grano” pieno proprio di tutti gli
elementi che consentiranno alla pianta di svilupparsi, quindi ricchissimo di
oli essenziali, vitamine del gruppo B e proteine. L’interno del seme è di
colore scuro. Infatti nel passato, la farina di grano era scura ed il pane che
se ne ricavava era piuttosto scuro. Certamente brutto da vedere ma
sanissimo. Bastava una fetta di quel pane per fornire una quantità di energia
sufficiente e prolungata nel tempo, tale da proteggere le persone sia dai
sensi di “fame” , che dalle patologie diabetiche ecc.
Oggi in molti incominciano a vedere i danni provocati dall’enorme
consumo di queste farine bianche, le doppio 0(00) e zucchero bianco.
I motivi sono diversi: fino agli anni ’50 del secolo scorso, l’aspirazione
principale di ogni capo famiglia era quella di poter dare ai propri
famigliari , principalmente due cose: l’acqua bianca (pura) e il pane bianco
(farina e zucchero). Perché negli anni precedenti, solo una piccola
percentuale di persone detenevano la quasi totalità della ricchezza, che
utilizzavano anche per avere acqua pulita, pane bianco e zucchero bianco.
122
Poi alla fine della seconda guerra mondiale, arriva il boom economico, si
attiva una nuova distribuzione della ricchezza, con l’atteso “ascensore
sociale”, la nuova classe media vuole e ottiene quello che gli antichi
ricchi avevano.
Scompare lo zucchero grezzo ed il pane scuro.
Arriviamo ad oggi, lo zucchero bianco e le farine raffinate entrano
giornalmente nella nostra alimentazione con tutti i cibi “confezionati”:
biscotti, merendine, pane di tutte le foggie ma sempre bianchissimo,
caramelle, gomme, bevande, dolci vari ecc…..
Lo zucchero bianco è come la farina bianca, specie 00, trattati e talmente
raffinati che non possiedono più la gran parte dei principi nutritivi e sono
addirittura nocivi alla nostra salute.
Lo zucchero si ottiene dalla canna da zucchero o dalla barbabietola e viene
raffinato per renderlo alla vista del consumatore più invitante, perché
questi che cerca un cibo apparentemente “puro” e quindi di “qualità”.
Non si riesce ad associare il bianco con la mancanza di nutrienti o peggio
alla pericolosità.
Proviamo ora a parlare del processo di lavorazione e sbiancamento dello
zucchero, sperando di non spaventare nessuno.
123
Una volta estratto dalla pianta, canna o barbabietola, lo zucchero subisce
una prima depurazione con” latte di calce” (Ca(OH)2) per eliminare la
“calce” presente nello zucchero. Viene trattato poi con CO2; dopo viene
trattato con acido solforoso (HSO2) per togliere il colore (naturalmente)
scuro. Quindi viene cotto, raffreddato e cristallizzato. Finito questo primo
processo, si passa al secondo : ora lo zucchero viene decolorato con
carbone animale (in genere ossa o peggio, alcune aziende utilizzano
carbone derivato dal petrolio, poi per eliminare ancora il colore ambrato,
aggiungono il “colorante Blu Idantrene”. Questo colorante è un derivato
del catrame!!!!.
Secondo alcune ricerche , questo composto si è dimostrato estremamente
cancerogeno!!!!!.
Terminato questo processo otteniamo lo zucchero bianco, ma privo di
sostanze nutritizie.! Questo zucchero è presente in quasi tutti i cibi che
acquistiamo (basterebbe leggere le etichette).
Oggi vediamo che quel divario sociale tra ricchi e poveri, si è ampiamente
ristabilito proprio come lo era fino alla prima metà dello scorso secolo.
Così oggi il 10% della popolazione è tornata a detenere più della metà
della ricchezza mondiale.
124
Oggi la classe sociale più ricca, e acculturata, è divenuta consapevole dei
rischi per la salute rappresentato da questi glucidi raffinati, pertanto ha
iniziato a chiedere zuccheri e farine assolutamente integrali.
Naturalmente l’industria alimentare ha preso conoscenza di queste nuove
richieste ed ha riportato sul mercato alimenti naturali, quindi sani e ricchi
di nutrienti. Tali alimenti dovrebbero, secondo logica, essere meno cari.
Invece vengono venduti a prezzi molto più alti, proprio perché indirizzati
alla classe più ricca.
Quindi si sono materialmente riprodotte quelle antiche barriere sociali,
perché i “ nuovi poveri “ non possono permettersi cibi costosi.
Abbiamo visto che i glucidi raffinati , riescono a passare, in parte ,
addirittura nei capillari che irrorano lo stomaco, e la parte più cospicua,
arrivata nella zona duodenale dell’intestino, attiva processi di
fermentazione che portano alla produzione di gas addominali, fino anche
alla alterazione della flora batterica, causando coliti, stipsi, diarrea,
assorbimento di sostanze tossiche.
Lo zucchero bianco, provoca dipendenza a causa dell’influenza che ha sul
sistema nervoso. Conduce a stati di euforia e gioia o, in mancanza, a stati
di depressione che portano alla necessità di introdurre zucchero per sentirsi
sollevato.
125
I meccanismi di feed-back con l’insulina, già descritti, sono enormemente
coinvolti. Questi sbalzi ormonali, a cui contribuisce anche l’adrenalina,
coinvolta per accrescere i livelli di glicemia nel sangue, producono nel
tempo esiti psicofisici che portano al collasso delle energie del soggetto,
con esaurimento di tutto il suo corpo.
Questo è stato recentemente dimostrato da studi operati negli Stati Uniti,
dove si è accertata la preoccupante aggressività, presente nei bambini,
tenuti in un regime alimentare di cibi con zuccheri e glucidi raffinati.
Questo naturalmente sta generando forti preoccupazioni per le conseguenze
sociali derivate.
Inoltre con il tempo ne risentirà anche il nostro sistema immunitario, perché
l’esaurimento delle forze, porta ad un abbassamento delle difese
immunitarie e quindi sono più facili i contagi con le più comuni malattie.
Però anche quelle più pericolose hanno più facile ingresso, prendiamo ad
esempio i tumori, cancro, diabete, AIDS, vengono fuori più facilmente a
causa dell’abbassamento delle difese.
Non vogliamo certamente spaventare nessuno, quello che dobbiamo fare è
indicare quelle scelte necessarie ad una vita sana.
E’ necessario eliminare, o quanto meno, cercare di stare alla larga dallo
zucchero bianco e da tutto ciò che è prodotto con farine raffinate.
126
Scegliere solo zucchero grezzo e alimenti, ad iniziare dal pane, pasta, riso
ecc. derivati da sane farine integrali, in una quantità giornaliera di circa
200-250gr.
Teniamo sempre presente che il nostro cervello, per funzionare
correttamente deve avere a disposizione almeno 90gr. di sano glucosio
ogni giorno, unitamente a vitamine (come la B1 tiamina) e oligo-minerali
come Ca e Cr . Anche altri oligoelementi sono importantissimi per
l’utilizzo del glucosio, citiamo il P (fosforo), determinante per la
“fosforilazione” del glucosio, che appena entrato nella cellula per semplice
diapedesi, viene subito fosforilato affinchè non possa più uscire e segua i
percorsi metabolici opportuni per un corretto suo utilizzo.
Tali elementi sono naturalmente presenti nei sani cereali, verdure , frutta, e
zuccheri integrali. Certamente le quantità giornaliere saranno influenzate
sia dall’età che dalle attività del singolo soggetto. Un modo corretto per
bilanciare i glucidi introdotti è in primo luogo, iniziare la giornata con una
generosa colazione a base di pane integrale o cereali integrali, marmellate
senza zucchero raffinato, spremute di frutta di stagione, o frutta, oppure
pane integrale con burro naturale, rigorosamente senza grassi idrogenati o
zuccheri raffinati. Oppure il classico latte con caffè, oppure orzo….tè….
127
I glucidi così complessi, non scateneranno la risposta insulinica e
rilasceranno lentamente, gradualmente, tutta la loro energia che verrà spesa
dal nostro corpo per svolgere in modo perfetto tutte le sue funzioni.
Vedremo che non ci saranno stati di nervosismo, debolezza, o “senso di
vuoto”.
A metà mattina si potrà prendere qualsiasi frutto, preferibilmente di
stagione e non trattato con fito-farmaci. L’ora di pranzo sarà raggiunta
senza alcuna aggressione famelica e sarà opportuno iniziare con le verdure,
sempre di stagione ( non trattate con fito-farmaci), in quantità desiderata.
Sappiamo bene che pochissimi sono abituati ad iniziare il pasto con delle
verdure, però questo è importantissimo. Le verdure sono ricche di fibre,
queste una volta introdotte, producono una specie di tappeto protettivo sulla
superficie dello stomaco , inoltre causeranno anche il richiamo di acqua
nello stomaco che inizierà a produrre il senso di riempimento, e sazietà.
Naturalmente le verdure dovranno essere condite con olio extra vergine di
oliva, ricco tra l’altro, di polifenoli e acidi grassi essenziali oltre a vitamine
tra cui la vit. M (folacina) e la vitamina E.
l’olio sarà un determinante veicolo per tutte le vitamine liposolubili (A-D-
E-K)., inoltre dovrà essere sempre aggiunto uno spruzzo di limone ( per la
128
vit.C “acido ascorbico”) perché necessario all’assorbimento dello ione Fe2+
che altrimenti non sarebbe assorbito..
Dopo questa fase si continua con cereali integrali, (pasta-riso-ecc..) quindi
si prosegue con alimenti più propriamente proteici come le leguminose o
volendo alimenti di origine animali, in quantità contenute e alternate
settimanalmente. Si può fare un break pomeridiano con frutta o un sano
probiotico.
Naturalmente debbono essere fatte delle scelte con consapevolezza e si
debbono accettare soltanto temporanee proibizioni dettate da casi
temporaneamente patologici . Ci soffermiamo ancora sulla fase di
assunzione delle verdure, perché queste, oltre a quanto detto, facilitano il
rilascio da parte delle cellule gastriche della “mucina”, sostanza
indispensabile a tamponare tutto l’acido cloridrico (HCl) da queste
prodotto.
Ricordiamo che l’ HCl ha diverse funzioni, attiva il pepsinogeno a pepsina,
per la prima digestione delle proteine, sterilizza il cibo introdotto,
distruggendo tutti gli elementi indesiderati. Però tale acido non deve
aggredire la parete epiteliale gastrica e deve essere tamponato dalla Mucina
che deve bloccare tutto l’acido, prima che questo raggiunga l’intestino.
129
Il repentino riempimento della cavità gastrica, provocato dalle fibre
vegetali, attiverà tutta quella serie di contrazioni muscolari, peristaltico-
antrali e circolari, che mescoleranno in modo ottimale il cibo permettendo
sia un perfetto contatto con tutti gli elementi digestivi secreti dalla mucosa
gastrica, che la idonea progressione del cibo verso la zona Pilorica (parte
terminale dello stomaco ed apertura all’intestino duodenale).
Il perfetto funzionamento delle contrazioni muscolari, permetterà la corretta
progressione, (esattamente come avviene con le onde del mare, cioè con
l’effetto “risacca”), atteso sulla soglia del piloro.
Questo effetto è fondamentale perché fa ritornare indietro il “kilo
alimentare” affinché questo, mescolandosi ulteriormente per appropriati
contatti con tutti gli elementi digestivi, e mescolandosi adeguatamente
con la Mucina, arrivi all’intestino in soluzione “neutra”, perciò
proteggendolo da ulcerazioni..
Non debbono mancare nella nostra alimentazione le verdure “brassicacee-
crucifere” (cavoli ecc.) che ci introducono tra l’altro molecole di “sulfo-
rafani” che sono anche degli antibatterici naturali.
Preziosissimi sono i legumi, non solo per il loro alto contenuto di proteine,
come Valina, Lisina, Metionina ecc. ma perché ci introducono degli
oligosaccaridi , come il Verbascosio, lo Stachiosio che hanno due
130
sommarie attività; la prima un poco fastidiosa , perché essendo questi non
idrolizzizzabili, sono comunque aggrediti dai batteri della flora intestinale,
che fermentandoli, provocano la produzione di fastidiosi gas intestinali,
che causano tensione addominale e meteorismo; la seconda è che questa
fermentazione, causa il rilascio di “acido propionico e acido butirrico” che
hanno un favorevole effetto ipocolesterolizzante.
I legumi, in genere hanno un contenuto proteico più alto della carne, con la
differenza , che sono per noi (come abbiamo visto) più facilmente
disponibili.
Il contenuto in glucidi nei legumi è pari al 50%. Particolare attenzione
deve essere fatta sul modo di preparare i legumi al fine di ridurre i piccoli
inconvenienti descritti.
Debbono essere a lungo tenuti in ammollo 12 o 18 ore, quindi bolliti per
non meno di due ore ed infine ( volendo ) ridurli in una fine meravigliosa
vellutata.
Il principe di questi legumi, il fagiolo (comunemente usato), è arrivato
dalle Americhe dopo il XV secolo. All’inizio non fu gradito dagli europei
perché iniziarono a magiarne i baccelli crudi. Gli europei non disponendo
dell’enzima capace di metabolizzare la “fasina”, che è una proteina
131
termolabile, furono aggrediti da violente intossicazioni. Solo più tardi,
capito il rimedio (bastava bollirli), iniziò una diffusa produzione.
Certamente con le leguminose si sono avuti anche inconvenienti sociali, a
causa della capacità che hanno di stimolare reazioni antigeniche, con esiti
autoimmunitari a volte ferali. Ricordiamo la fine del grande Pitagora,
morto a causa del “favismo” (una sorta di ittero emmorrargico) in un campo
di fave nei pressi di Taranto. Un altro caso più recente fu rappresentato
dalla diffusione di questo “favismo” nella popolazione dell’agro pontino e
in alcune zone della Sardegna, nel periodo antecedente alla 2 guerra
mondiale.
I LIPIDI
Il nome deriva dal greco Lypos = grasso. Sono costituiti da complesse
molecole formate da catene di atomi di carbonio più o meno lunghe che
terminano con un gruppo carbossilico (COOH). Possono essere a catena
corta, breve o lunga. Possono avere doppi legami e vengono definiti
132
insaturi; con più doppi legami sono polinsaturi; oppure senza doppi legami
sono detti saturi. Hanno diverse funzioni:
Energetica infatti forniscono 9 Kcal/g ed hanno una utilizzazione più
lenta dei glucidi, per questo sono di fondamentale importanza nei lavori
protratti nel tempo. Producono senso di sazietà perché la loro digestione
richiede del tempo.
Hanno la funzione di veicolare le vitamine liposolubili che possono essere
assorbite ed utilizzate solo in presenza di lipidi.
Classica è la rappresentazione nei testi di anatomia patologica, del fegato
di una paziente intasato di vitamina A (beta-carotene), che quella persona
era solita assumere in quantità elevatissime bevendo continuamente
spremute di carote senza mai assumere oli.
Apportano acidi grassi essenziali che altrimenti non potrebbero essere
sintetizzati dall’organismo. La quantità di acidi grassi essenziale è del 3%.
La quantità giornaliera di lipidi deve essere del 20-25% della
alimentazione totale. Permettono, tra l’altro, la sintesi degli ormoni
stereoidei, che sono formati a partire dal colesterolo.
Mantengono costante la temperatura corporea attraverso l’isolamento
termico svolto dal tessuto adiposo sottocutaneo.
Proteggono gli organi interni dagli urti.
133
Costituiscono e mantengono le membrane cellulari e subcellulari, che
sono costituite per 2/3 da fosfolipidi.
Producono sali biliari, a mezzo del precursore colesterolo.
Li troviamo nel torrente circolatorio come lipoproteine a bassa densità
(L.D.L.) che ,oltre certi limiti, e soprattutto se particolarmente piccole,
sono responsabili della formazione di depositi vascolari, causanti fenomeni
aterosclerotici, oppure come lipoproteine ad alta densità (H.D.L.), che
hanno anche il compito di catturare le L.D.L. e trascinarle all’interno delle
cellule per essere metabolizzate.
Oppure li troviamo sotto forma di colesterolo…. ( dal punto di vista
chimico, il colesterolo è un alcol policiclico, non è un grasso….però tutti
lo considerano un grasso…!..) Non dobbiamo aver paura di questo
elemento, perché è assolutamente indispensabile alla nostra vita.
Vedremo che sarà indispensabile per la assunzione di vitamine liposolubili,
interverrà nella formazione, maturazione (fino ai 25 anni) e nel
funzionamento di tutto il nostro Sistema Nervoso, permetterà la
formazione di tutti gli ormoni steroidei….
Quello che dobbiamo fare, è prestare massima attenzione alle fonti di
provenienza degli alimenti da cui questo proviene. Un grasso derivato da
un animale allo stato L I B E R O , non conterrà mai “Colesterolo
134
Patogeno”, lo stesso vale per oli vegetali , che non dovranno mai essere
TRANS-IDROGENATI.
I lipidi, nella forma stabile, li troviamo all’interno dI cellule specifiche, gli
adipociti. Queste sono voluminose cellule che presentano un piccolo nucleo
schiacciato alla periferia. Sono poco vascolarizzate. Fino a poco tempo fa
erano ritenute attive solo nel quadro del rifornimento energetico nel lungo
tempo. Oggi si è accertata la loro grande attività “secretoria ormonale”.
Quando osserviamo una persona in soprappeso, siamo portati a parlare di
grasso in eccesso. Il grasso è formato da due tipi di cellule differenti:
Cellule adipose bianche hanno il compito di accumulare gli acidi grassi
sotto forma di trigliceridi (sono tre catene di acidi grassi che si legano, con
il loro terminale carbossilico, con una molecola di glicerolo, che è un alcol
trivalente, formando trigliceridi, cioè lipidi semplici comuni e sono neutri).
135
Si è visto che gli adipocidi secernono alcune sostanze ad azione ormonale,
vale a dire che hanno effetto su cellule lontane da loro. Fra queste molecole
ci sono : la leptina, il fattore di necrosi tumorale, l’interleochina,
l’adiponectina.
Le cellule adipose brune nell’uomo le troviamo soprattutto nelle prime
fasi di vita e successivamente scompaiono, o meglio perdono la loro
normale caratteristica multivascolare, cioè con tanti vacuoli (lipidi e
mitocondri) e tendono ad avere una forma simile alle bianche. Queste
cellule rappresentano il 10% degli adipocidi. Hanno un’attività termogenica
silente che può essere attivata in situazioni particolari, come nel caso dei
boscaioli del nord europa esposti al freddo per un tempo molto prolungato,
e in risposta allo stimolo trasformano cellule adipose bianche in brune.
Questo fenomeno è ora studiato per i casi in cui è necessario il controllo
136
ponderale di alcuni pazienti.. Le cellule adipose bianche sono in grado di
liberare molecole che hanno influenza sugli stessi adipocidi. Queste
ricerche hanno permesso di capire come l’obesità è correlata con altre
malattie come diabete o ipertensione.
Vediamo l’attività dei tre ormoni secreti dagli adipocidi:
La adiponectina: è un ormone che controlla il metabolismo energetico dei
lipidi e carboidrati, è in grado di innalzare il consumo di lipidi e modulare
l’attività dell’insulina. Gli unici dati certi ci correlano bassi livelli di
adiponectina a condizione di adiposità e di insulino-resistenza.
La resistina: recenti studi hanno mostrato la sua proporzionalità diretta con
il grado di adiposità, sembra inibire l’azione dell’insulina.(come per il
diabete da insulino- resistenza).
La leptina è considerata l’ormone che rappresenta lo stato delle riserve
lipidiche, cioè più mangiamo e più accumuliamo grasso e maggiore è la
concentrazione di leptina nel sangue. La leptina tramite meccanismi che
coinvolgono il sistema nervoso è in grado di diminuire il senso della fame e
aumentare la spesa energetica tramite la termogenesi e si arriva così al
mantenimento del peso corporeo.
137
In condizioni di digiuno si ha una riduzione delle scorte adipose che induce
ad abbassamento della secrezione di leptina, aumento del senso di fame e
diminuzione della spesa energetica ( mantenimento del peso corporeo).
. Se tutto funzionasse in questo modo, non si verificherebbe l’obesità.
Invece si è visto il verificarsi negli obesi di una leptino- resistenza, che non
permette più il controllo delle riserve di grasso.
I meccanismi della leptina, probabilmente sono efficaci solo per soggetti
sani (cioè che non hanno alterato i meccanismi della leptina). Questi sono
efficaci solo a bilanci calorici che spaziano entro un certo intervallo.
Negli obesi si è visto come la leptino- resistenza sia associata all’insulina-
resistenza e quindi al diabete di tipo2.
Si è accertato anche che la secrezione di leptina è influenzata dal grado di
adiposità e dal bilancio calorico, ma anche dalla concentrazione di ormoni
come il testosterone, gli estrogeni, l’adrenalina ed i glucocorticoidi.
La leptina interviene anche nella fase di sviluppo e nella gravidanza. Si
pensa che la concentrazione di leptina rappresenti una informazione per i
centri ipotalamici .
Indica la presenza di scorte di grasso necessarie per iniziare la fase
puberale o la fase di gravidanza.
138
Ha una struttura molecolare, con catene a lunga elica, propria delle
molecole che hanno funzione messaggere, tra il sistema neuro endocrino e
quello immunitario.
C’è una certa azione svolta nell’attività fisica.
Caratteristico il classico over- training che si raggiunge quando il soggetto
a causa di una elevata attività, consuma le sue riserve e non riesce più ad
attivare la termo- regolazione e va in una sorta di ipotermia.
Il tessuto adiposo bianco lo consideriamo erroneamente come un organo
che serve solo per immagazzinare energia. Abbiamo già visto che questo
procede anche alla sintesi di molte sostanze biologicamente attive: le
ADIPOCHINE, capaci di regolare il metabolismo, la sensibilità
all’insulina e di svolgere importanti funzioni cardiovascolari.
Nei processi di aumento della adiposità, anche il muscolo si infiltra di
grasso all’ interno delle sue strutture, e questo è deleterio per il muscolo
che diventa insulino-resistente.
Il tessuto adiposo intermuscolare deriva da cellule staminali
totipotenti,cioè quelle che possono dare origine a cellule adipose o a cellule
muscolari.
Classica è la condizione di vita sedentaria o l’eccessiva presenza di
glucosio in circolo, che conducono ad un aumento della massa grassa di un
139
muscolo e provocano nelle cellule una insulina-resistenza che si conserva
addirittura come “memoria” nel tempo. Pertanto se un soggetto tende ad
ingrassare bisogna intervenire subito.
Anche i macrofagi intervengono nel tessuto adiposo e si dispongono a
circondare, per distruggere, ogni adipocita sofferente (in ipossia=-scarsità
di ossigeno).
L’insieme delle cellule adipose viscerali, sono un tessuto metabolicamente
attivo e il loro iper accumulo, che è rappresentato da una fonte di acidi
grassi liberi, derivati dall’idrolisi dei trigligeridi, si associa a insulino-
resistenza epatica e periferica.
L’afflusso a livello epatico di acidi grassi liberi, oltre ad indurre un
aumentata sintesi di glucosio e trigligeridi, promuove anche la secrezione
di lipoproteine a molto bassa densità (VLDL) ricche di trigligeridi.
Questo provoca la tendenza ad iperglicemia a digiuno e quindi al diabete e
conduce per eccessiva disponibilità e infiltrazione di trigligeridi, verso la
steatosi epatica non alcolica.
Quindi arriviamo all’incremento della produzione di acidi grassi
dicarbossilici ad azione citotossica, conseguente all’ aumento della
perossidazione lipidica, con fibrosi e inflitrazione infiammatoria (steato-
140
epatite), che rappresenta il primo passo verso il diabete mellito e verso
l’insulino-resistenza.
A causa di questi cambiamenti la clearance delle HDL aumenta, (il
temine clearance è mutuato dal principio della conservazione della massa
che, nel caso ci indica che, la quantità dell’elemento circolante nel plasma
deve essere uguale a quella escreta con le urine ) con conseguente
riduzione del loro livello circolante.
Questo processo provoca la riduzione dell’azione protettiva e antiossidante
a livello endoteliale e si ha una minore rimozione di colesterolo dai tessuti.
Da poco è stata studiata la relazione tra insulino-resistenza e incremento del
tessuto adiposo viscerale, tale relazione è dovuta alle adipochine prodotte,
cioè: la leptina, la adiponectina, l’angiotensinogeno, la resistina e altri
fattori pro-infiammatori.
Queste molecole intervengono nella regolazione del metabolismo glucidico
e lipidico; intervengono nel controllo dello stress-ossidativo e nel
mantenimento dell’integrità strutturale e funzionale delle pareti vascolari.
L’insieme di questi meccanismi sono responsabili delle manifestazioni
cliniche della “sindrome metabolica”.
141
Durante l’aumento di peso, si vede una diminuzione della adiponectina,
che è la molecola che svolge funzione di protezione nei casi di alterazioni
metaboliche. Pertanto bassi livelli di adiponectina si associano ad un
aumento di rischio diabetico e si vede un ridotto utilizzo di glucosio e una
ridotta ossidazione degli acidi grassi da parte del tessuto muscolare.
Alcune adipochine sono dotate di azione pro-infiammatoria e queste si
vedono aumentare nella obesità. Inoltre hanno un ruolo diretto nelle
patologie endoteliali e della aterosclerosi.
Si è visto che la leptina favorisce l’accumulo di colesterolo nei macrofaci
attivati.
La adiponectina svolge un ruolo protettivo in quanto si accumula in sede di
lesione vascolare e inibisce la proliferazione delle cellule monocitarie e
muscolari lisce.
Nella obesità, come nelle infiammazioni, i macrofaci raggiungono il
tessuto adiposo sia per diapedesi, per quelli che derivano dal midollo osseo,
sia a causa della differenziazione dai pre-adipociti , ovvero dalle cellule
staminali mesenchimali del tessuto adiposo.
L’accumulo di macrofagi nel tessuto adiposo è proporzionale alla quantità
di massa grassa che l’individuo possiede, ed esiste anche una relazione tra
le dimensioni degli adipociti e l’abbondanza dei macrofagi. Oltre ai
142
macrofagi il tessuto adiposo può essere invaso da altri leucociti. Pertanto gli
accumuli di macrofagi nel grasso contribuiscono alla produzione di
mediatori infiammatori , sia da soli , sia in cooperazione con gli adipociti.
Nella obesità causata da eccesso energetico dovuto da ipernutrizione , si
altera il processo di omeostasi metabolica, si sviluppa obesità viscerale e la
conseguente attivazione di un processo di attivazione infiammatoria, da
parte degli adipociti.
Tale infiammazione provoca la risposta degli ormoni glucocorticoidi che
provocano la differenziazione delle cellule staminali in adipociti e
favoriscono l’aumento del grasso.
Il tessuto adiposo infiammato è caratterizzato sia da un aumento del
numero degli adipociti (iperplasia) che da un aumento del loro
volume(ipertrofia).
Questo è indotto dall’aumentato accumulo di grassi. Gli adipociti
ipertrofici, fanno virare la risposta immunitaria, verso la produzione di
ulteriori molecole infiammatorie, con il conseguente aumento dei
macrofagi. Questo rapido aumento della massa adiposa, causa ipossia che
contribuisce ad aumentare la condizione infiammatoria.
La adiposità viscerale, rispetto alla sottocutanea, provoca una maggiore
quantità di infiammatori, che provocano una maggiore attività lipolitica ,
143
con rilascio in circolo di acidi grassi liberi. Gli acidi grassi liberi attivano
sia i macrofagi che le adipochine infiammatorie.
ASSORBIMENTO DEI GRASSI
Al livello dell’intestino tenue le lipasi pancreatiche digeriscono gli acidi
grassi originando degli aggregati (le micelle). All’interno di questi piccoli
trasportatori, fondamentali per veicolare le molecole lipofile nelle cellule
deputate al loro assorbimento, sono contenuti i prodotti della digestione
lipidica: colesterolo, sali biliari, monogligeridi e acidi grassi derivati dalla
digestione dei trigligeridi , fosfolipidi, glucolipidi..
L’assorbimento dei grassi avviene soprattutto nel tratto medio dell’intestino
tenue, il digiuno. A causa delle piccole dimensioni e all’azione dei Sali
biliari , le micelle sono solubili in ambiente acquoso.
Arrivate vicino ai microvilli intestinali, le micelle rilasciano il loro
contenuto che attraversa la membrana plasmatica degli enterociti (le cellule
intestinali). Ora queste sostanze , per essere riversate nel plasma o nella
linfa, debbono riunirsi in aggregati formati da una porzione lipidica e una
144
proteica. Queste 2 unità formano una lipoproteina chiamata kilomicrone
che ha una solubilità in acqua.
Questa esce dall’enterocita con il meccanismo della “esocitosi”, il
kilomicrone passa nel liquido interstiziale e da qui passa nei vasi linfatici.
Gli acidi grassi, vengono assorbiti nella parte terminale dell’intestino tenue
(l’ileo) , passano nel circolo sanguigno e sono trasportati al fegato, dove
vengono metabolizzati per formare la bile. Soltanto gli acidi grassi a catena
corta passano direttamente in circolo come i glucidi e amminoacidi.
VEDIAMO L’AZIONE DEI GRASSI E OLI A CATENA CORTA
In generale li troviamo nei grassi tropicali che oggi sono molto utilizzati
per i prodotti dolciari soprattutto industriali come grissini, crackers, fette
biscotatte, biscotti, merendine, creme da spalmare, pasticceria, cioccolato,
salse, pesce pronto per friggere.
Gli acidi grassi saturi come il miristico, il laurico, il palmitico hanno un
azione ipercolesterolizzante e aterogena.
GLI OLI TROPICALI
L’olio di cocco, ha un ottimo sapore
L’olio di palmisti deriva dai semi della palma da olio, ottimo di sapore e
simile a quello di cocco
145
Olio di tabasso deriva da una particolare palma
L’olio di palma: dalla polpa dei frutti della palma
Hanno tutti una percentuale di grassi saturi di circa l’88%
GRASSI TROPICALI
Burro di dika, è estratto daI semi di invirgia gabonensis, ha un sapore
gradevole simile al cacao
Burro di caritè , ricavato dai semi di una pianta africana
Burro di illipe.
Il burro di dika, di caritè, di illipe sono prevalentemente utilizzati
nell’industria della cioccolata e nei prodotti cosmetici.
Questi trigligeridi a catena corta e media (da 6 a 12 atomi di carbonio) sono
grassi saturi ,però presentano delle particolarità:
non innalzano il livello delle LDL
sono assorbiti direttamente dalle mucosa intestinale
sono utilizzati direttamente dai mitocondri per produrre energia senza
l’intervento della Carnitina , quindi si ha un processo più veloce ed
efficiente.
Questi oli e grassi a media catena sono utilizzati dall’organismo in modo
simile ai carboidrati, però danno un contributo energetico doppio.
146
Abbiamo ritenuto utile approfondire il tema dei grassi e oli vegetali
essenzialmente per due motivi:
il notevole uso fatto dall’industria alimentare che, troppo spesso evita di
indicarli, e quasi sempre utilizza indicazioni fantasiose tendenti
esclusivamente a confondere l’ignaro consumatore.
L’altro input è arrivato da alcuni programmi televisivi che rappresentavano
gli attuali abitanti delle isole del Pacifico.
I filmati mostravano la quasi totalità degli abitanti tutti molto grassi.
Secondo logica, gli abitanti di questi paradisi, si dovrebbero alimentare
prevalentemente di frutta, verdura e pesci….
. Acqua cristallina e temperatura ideale, dovrebbero far pensare a corpi
quanto meno in forma….
. Approfondendo abbiamo visto addirittura che, un precedente presidente
degli Stati Uniti Bill Clinton, preso atto dei gravi problemi sanitari che
investivano la popolazione della Hawai (territorio degli Stati Uniti, se pur
confinate nel lontano Oceano Pacifico), varò un piano di emergenza
sanitaria per cercare di ridurre, per quegli abitanti , tutte le malattie derivate
da quella diffusa obesità.
147
Eppure, a di stanza di circa 20 anni , stando alle recenti immagini, poco è
cambiato. Il motivo della diffusa obesità è sicuramente dovuto al massiccio
uso che questi popoli fanno di olio di palma, di cocco o di palmisti.
Questi oli vengono assorbiti immediatamente, proprio come gli zuccheri,
di cui ne seguono il metabolismo, conferendo non solo un apporto calorico
doppio, ma causeranno sia un aumento in volume delle cellule adipose, che
un aumento del loro numero… Tali accumuli di grasso saranno poi causa di
quelle dinamiche patologiche che abbiamo approfondito nel capitolo
precedente.
Facciamo il punto sulla qualità dei grassi saturi.
Abbiamo visto che i grassi a catena corta o media hanno uno scarso effetto
sulla colesterolemia. Questo parametro che ci rappresenta la
concentrazione di colesterolo nel sangue, viene aumentato dall’acido
palmitico, dall’acido miristico e dall’acido laurico. L’abbondanza di questi
grassi saturi si è dimostrata attiva in alcune forme tumorali come nel
tumore della mammella e della prostata.
Dove troviamo questi grassi:
L’acido laurico, nell’olio di cocco e in quello palma
Acido miristico nel latte, vaccino e derivati
Acido palmitico nell’olio di palma e nella carne
148
Acido stearico nel burro di cacao, carne e nel cioccolato.
Le catene lineari dei grassi saturi a catena media e lunga permettono a
questi di solidificare a temperatura ambiente.
Questo non avviene per i grassi insaturi , proprio a causa dei doppi legami,
che non consentono il ripiegamento molecolare, e le molecole non si
impacchettano così strette da formare una struttura solida. Per questo
motivo a temperatura ambiente sono liquidi. Nell’industria alimentare si
usano, per esigenze produttive ed economiche, degli oli vegetali liquidi dai
quali formare dei grassi semisolidi e soprattutto con un punto di ebollizione
, detto “punto di fumo” a temperatura molto più alta. Questo consente di
cuocere gli alimenti conferendo loro quella croccantezza caratteristica.
Per questo motivo, utilizzano il processo di “idrogenazione” degli oli
vegetali insaturi.
Tale processo consiste nel porre gli oli in una campana pressurizzata, dove
si manda idrogeno ad alta pressione. Tale intervento determina la addizione
di idrogeno agli atomi di carbonio coinvolti nel doppio legame.
È qui che si verificano le possibilità per danni alla nostra salute,
determinati dalla formazione di acidi grassi trans - idrogenati.
Naturalmente nei doppi legami, gli atomi di idrogeno legati agli atomi di
carbonio, si trovano dalla stessa parte, cioè in posizione CIS. Con questo
149
processo di idrogenazione, uno dei due atoni di idrogeno, migra dalla parte
opposta, cioè in posizione TRANS.
Questo processo causa la formazione dei grassi idrogenati, con i quali si
formano margarine e oli, per cuocere alimenti in modo ottimale e non
attaccabile da microrganismi. Li troviamo negli gli alimenti somministrati
nei Fast –food e in tutti quelli di origine industriale, come merendine,
biscotti, patatine fritte ecc.
E’ a tutti visibile la friabilità e la “freschezza” mantenuta da questi prodotti
anche a distanza di molto tempo.
. Per non parlare delle margarine industriali fatte con oli idrogenati , che
non sono attaccate da funghi o altri microrganismi. Si conservano in frigo
per tempi lunghissimi, non perdendo la loro consistenza.
Batteri e funghi, capiscono bene che per loro questi alimenti sono dannosi
e se ne tengono alla larga.
Questi acidi grassi trans-idrogenati sono molto pericolosi per la nostra
salute, lo sono molto di più di quelli saturi. Infatti il nostro sistema non è in
grado di distinguerli dai grassi normali e li utilizzerà per costruire strutture
che saranno inevitabilmente instabili, a partire dalle stesse pareti cellulari
che risulteranno amorfe e prive di funzionalità.
150
L’ OBESITA’ :
Mens sana in corpore sano
Una conferma a questo antico detto latino, reso noto dal Giovenale nelle
sue Satire, ci viene fornita dalla New York University. Gli scienziati di
quella università , ci confermano che l’obesità è legata ad un aumento di
rischio di diabete 2 , che già da sola compromette le funzioni cognitive,
determina anche un mal funzionamento comportamentale , che porta le
persone a mangiare sempre di più nel tempo.
Studiando un “panel” di persone obese e un “panel” di magri, della stessa
età e livello di istruzione, hanno visto che gli obesi hanno più acqua nella
amigdala e la corteccia orbito-frontale è più piccola. Inoltre i neuroni di
queste aree sono: o in numero minore o più “rattrappiti”.
Quindi il grasso influenza negativamente l’attività e le dimensioni di
quelle zone del cervello. L’amigdala e la corteccia orbito-frontale
controllano il comportamento alimentare. Le alterazione di queste strutture
cerebrali, possono determinare una minore funzionalità cognitiva e
sicuramente sono una causa di disturbi alimentari.
151
Lo studio dimostra che l’ infiammazione legata alla adiposità, riduce l’
integrità delle strutture cerebrali coinvolte nei meccanismi di sazietà e di
ricompensa.
I percorsi di ricompensa nel cervello delle persone in sovra peso,
diventano meno sensibili. Da tale ricerca è emerso che il comportamento
alimentare delle persone obese è simile a quello dei tossico dipendenti. Per
trarre piacere dall’assunzione del cibo, hanno bisogno di dosi sempre
maggiori.
Lo studio ci dice che questo dipende dai recettori del piacere che sono più
deboli nelle persone grasse. Questo genera un circolo vizioso. Più si
ingerisce il cibo, più si indebolisce la risposta del recettore del piacere ed
aumenta la voglia di mangiare.
Sappiamo che il cibo provoca il rilascio di dopamina (ormone del
piacere ). Si è visto inoltre che gli obesi rispetto ai magri hanno un minor
numero di recettori D2 ( sono i recettori delle dopamina). Per compensare
questa carenza, ingeriscono sempre più cibo.
Questo spiega il fatto che la persona grassa è soggetta ad un “Disagio
cronico”.
152
Grassi a basso contenuto calorico:
Sono alimenti industriali prodotti per facilitare ed incrementare la quantità
di cibo da consumare. Forniscono meno di 9 kal/gr e sono il Caprenin, in
sostituzione del burro di cacao. Fornisce 5 kal/gr perché i suoi acidi grassi
vengono poco assorbiti. Il salatrin è usato per la preparazione di prodotti
dolciari e lattiero caseari; il salatrin contiene acidi grassi che sono poco
assorbiti.
Troviamo in commercio anche succedanei dei grassi, forniscono da 0 a 3
Kal/gr.
Derivano dalla manipolazione del glucosio con la produzione di poliesteri
che non vengono assorbiti. Questi elementi non apportano calorie, ma
causano un diminuito assorbimento di vitamine liposolubili, il sorbestrin è
appunto uno di questi ed è ottenuto dal sorbitolo.
Troviamo anche esteri del glicerolo che non sono digeriti proprio come i
poliesteri del saccarosio. Infine troviamo anche i “Tacta” che sono formati
da esteri addizionati con gruppi carbossilici “OH-C=O” che non vengono
assorbiti, ma possono causare problemi intestinali.
Naturalmente il consumo abituale di queste sostanze è causa di problemi
intestinali e del mancato assorbimento di elementi indispensabili. Inoltre la
153
consapevolezza del loro basso rapporto calorico, può indurre a un loro
eccessivo consumo.
Grassi Essenziali :
Sono degli acidi grassi che il nostro organismo non è in grado di produrre e
debbono essere introdotti con gli alimenti.
Vengono indicati come vitamina F e sono: l’acido linoleico e acido
linolenico, cioè omega 3 e omega 6 e si trovano nei pesci ,(soprattutto
azzurri) nella frutta secca come noci, nocciole ecc. o cereali come il lino o
miglio. Debbono essere presenti in percentuali dal 3 al 10%.
La loro mancanza causa “la sindrome di Burr” (immunodeficienza ,
caratterizzante anche l’ aspetto assunto nello stato terminale dai malati di
tumore) e desquamazione dell’epidermide.
Le due funzioni principali di questi grassi essenziali, che sono polinsaturi ,
sono la costruzione delle membrane cellulari e ne permettono la fluidità.
Nello specifico gli omega 6 hanno funzioni nella riproduzione e per
l’integrità della pelle; intervengono nella produzione delle piastrine
(coagulazione del sangue), regolano la lipemia (quantità di grassi e quindi
anche di colesterolo), regolano il sistema immunitario e infiammatorio.
154
Gli omega 3 hanno funzioni nella vista, sul sistema nervoso, regolano il
tasso di trigliceridi. Gli omega 6 e omega 3 possono entrare in
competizione, pertanto è importante che il loro rapporto sia di 5 a 1.
In un regime alimentare equilibrato ci deve essere una presenza di circa un
25- 30% di lipidi.
La ripartizione ottimale è:
acidi grassi saturi 8%
acidi grassi monoinsaturi 20%
acidi grassi polinsaturi 5% con un rapporto di 1/5 tra acido alfa innoleico
(omega 3) /acido linoleico (omega 6).
La trasformazione industriale nella forma TRANS, aumenta anche la
concentrazione di colesterolo LDL, così aumentano il rischi di patologie
cardiovascolari.
Relax – Response
(La risposta del rilassamento)
Oggi sappiamo che tutte le scelte e le dinamiche alimentari, derivano
dall’interazione tra modelli culturali sociali e religiosi. Il dominio delle
funzioni del cervello è indiscutibile ma allo stesso tempo molto difficile da
comprendere.
155
Mentre conosciamo abbastanza bene l’azione di tutti i nostri organi interni,
lo studio o meglio la conoscenza dell’attività del cervello è molto indietro,
perché è più difficile, data la singolarità di ogni individuo, la elaborazione
di propri stati emotivi , ai quali contribuisce tanto il tessuto nervoso
Centrale, quando il tessuto nervoso Autonomo ( periferico o simpatico).
Il cervello è stato sempre considerato come un organo recettore e
trasmettitore di impulsi, o elaboratore di stimoli sensoriali. Invece è molto
altro…..
Conosciamo molti mediatori “sinaptici intelletivi,” ma ancora non sono
ben comprese tutte le relative interazioni con quella fase funzionale che
chiamiamo “funzione neuro-ghiandolare” e la funzione “neuro-vegetativa”.
Certamente non mi riferisco alla conoscenza delle molecole ormonali
prodotte, ma a tutte le interazioni delle endorfine e encefaline, che soltanto
in certi “stati d’animo”, vengono prodotte, e in modo specifico , come
queste sostanze condizionano e determinano anche il comportamento di
tutti gli altri organi e soprattutto il nostro “stato d’animo”.
Per studiare le dinamiche di queste molecole all’interno del cervello e dei
loro effetti nei vari organi periferici, è necessario aver a disposizione una
strumentazione di altissimo livello e un “panel” di persone, naturalmente
vive, che accettino di farsi indagare.
156
Sono appunto queste ultime condizioni la causa principale delle difficoltà
conoscitive.
Tra i primi a superare queste difficoltà c’è l’Università di Harward (USA)
a Boston , dove il professor Herbert Benson studia dal 1960 la connessione
tra la mente il corpo.
Benson, che in partenza è un cardiologo, si accorge che non molto è
conosciuto su come lo stress fosse una risposta a specifici stimoli, e come
nella comunità scientifica , c’erano pregiudizi su come l’area della
meditazione interferisse con lo stress.
Prende delle persone a cui fa alternare periodi di normale vita quotidiana, a
periodi di meditazione e tranquillità, quindi misura clinicamente diversi
indicatori come: il loro metabolismo, l’eliminazione diossido di carbonio, le
pulsazioni cardiache e le onde cerebrali…..
Benson e la sua equipe scoprono che cambiamenti dello stato mentale,
cambiano le attività cliniche dei soggetti. Cioè le loro attività fisiche
cambiano al cambiare dei loro pensieri.
Durante il periodo di meditazione e di calma, la pressione arteriosa
diminuisce, il battito cardiaco diminuisce, cambia il metabolismo,
cambiano le onde cerebrali, migliora l’eliminazione di diossido di carbonio.
157
Benson realizza che se gli individui ogni giorno si concedessero del tempo
per la meditazione, riuscirebbero a rompere lo stato di stress che
normalmente si costruisce intorno ad essi.
Dopo molti studi sulle varie religioni e la relativa letteratura secolare, trova
che in prossimità di ogni umana civilizzazione è utilizzata qualche forma di
questa pratica che è data dai “tempi religiosi”.
Dopo molti percorsi clinici, ha chiamato questo effetto (“mente/corpo “ )
“Risposta al Rilassamento”, per descrivere i cambiamenti psicologici , oltre
che fisici, che accadono in malattie metaboliche, con variazioni nel ritmo
respiratorio, nel battito cardiaco , nel metabolismo basale, nell’attività delle
onde cerebrali, ecc.
Benson dimostra che la risposta al rilassamento (R.R.) è una effettiva
terapia per i disordini causati dallo stress-ansietà, moderata depressione,
arrabbiature, ostilità, insonnia, alta pressione del sangue, tensioni
premestruali, crampi mestruali, artrite reumatoide….
Nell’anno 2006 è riuscito a misurare la (R.R.) in molti dettagli. Le sue
ricerche hanno mostrato che la mente può calmare il corpo.
La scienza dell’Occidente ha separato la mente dal corpo.
158
Gli studi degli ultimi 10 anni hanno appurato il tema del tempo della R.R,
che altera la espressione (attività) dei geni. Questo campo è chiamato, da
questo ricercatore, Epigenitica.
I geni che controllano il metabolismo, lo stress, agiscono sul corpo
attivandolo per le opportune difese.
Ci sono Geni che controllano il sistema immunitario ed infiammatorio ,
attivando il primo e quietando il secondo. Questo è un piccolo sistema di
controllo.
Con questa scoperta si vide che non vi era alcuna separazione tra mente e
corpo.
La mente può calmare il corpo ed il livello dell’attività dei Geni, fino al
loro controllo tramite la R.R. Mostra che l’attività dei singoli geni inizia a
cambiare dopo un lungo tempo di pratica della meditazione.
Naturalmente non bisogna dire che si possa abbandonare l’uso di farmaci o
chemioterapia, tradizionali della medicina occidentale.
Ci sono diverse tecniche che permettono il rilascio della R.R; queste
possono essere: lo yoga, la meditazione in tutte le sue differenti forme, ivi
compresi i momenti della preghiera (meditazione mistica)…
159
Le sperimentazioni hanno misurato anche l’attività genetica nei vari
globuli bianchi del sangue. Si è dimostrato che la R.R non cambia la
struttura dei geni, ciò che cambia è l’attività dei geni.
Questo è l’ Epigenetica.
L’attività della mente può alterare l’attività delle cellule del corpo in un
aiuto funzionale.
Benson ha mostrato che la risposta alla meditazione è il miglior aiuto,
specialmente in individui con ipertensione. Persone che meditavano
regolarmente, abbassavano il livello di stress ed erano capaci di ridurre la
pressione sanguigna e ristabilivano un corretto battito cardiaco.
Efficaci studi li esegue su un “panel “di monaci tibetani, dove riesce a
documentare un aumento dei collegamenti sinaptici tra le varie zone del
loro cervello.
Sappiamo che nel nostro cervello ci sono circa 100 miliardi di neuroni, e
1000 miliardi circa di possibili connessioni sinapitiche. Con la
meditazione, il dott. Benson, ha visto aumentare i collegamenti sinaptici tra
le varie zone del cervello.
Questa è in sintesi la grande scoperta. Ciò spiega anche il motivo della
simbiosi tra tutte le dinamiche mistiche o religiose dei diversi popoli della
terra.
160
La R.R è essenzialmente l’opposta reazione alla risposta del “combatti o
fuggi”.
La risposta al combatti o fuggi, avviene naturalmente quando noi
percepiamo che siamo sotto pressione e questa risposta è deputata a
proteggere il nostro corpo.
Il sistema nervoso simpatico inizia subito una serie di cambiamenti
psicologi, cambiamenti che includono: aumento del metabolismo, della
pressione del sangue, del battito cardiaco, dilatazione delle pupille. Tutte
condizioni che possono contribuire alla risposta a situazioni di stress o
pericolo, cioè del “combatti o fuggi”.
Sarebbe necessario praticare la tecnica della risposta al rilassamento ogni
giorno per almeno 10 o 20 minuti. In questo modo si può contenere lo
stress ed ottenere una pace interna. Il dott. Benson ci indica quali sono le
tecniche per ottenere i benefici della R.R. :
sedere tranquilli in una posizione confortevole
chiudere gli occhi
rilassare tutti i muscoli , iniziando dai piedi fino a quelli del viso
inspirare con il naso. Ad ogni espirazione , con la bocca, pensare la parola
“uno”. Inspirare dolcemente e lentamente
161
continuare per 10 o 20 minuti. Potete aprire gli occhi per verificare il
tempo, ma non usare mai un allarme.
Quando avete finito, restate seduti tranquilli per qualche minuto.
Inizialmente con gli occhi chiusi e alla fine apriteli. Non alzatevi di scatto.
Restate calmi ancora per alcuni istanti in modo da non disturbare il livello
di rilassamento raggiunto.
Con la pratica, la risposta diverrà un sostegno. Non prolungate la pratica
per tempi più lunghi e soprattutto dovete fare questi esercizi senza aver
assunto cibo, in modo che i processi digestivi non interferiscano
Durante lo svolgimento dell’esercizio, scegliete un qualsiasi pensiero
purché positivo.
Attività sportiva
Alla base di ogni dieta, cioè di ogni stile di vita ottimale, deve
assolutamente esserci un’attività sportiva.
162
Questa deve essere essenzialmente aerobica, cioè dobbiamo respirare
regolarmente durante l’esercizio. Quindi non deve essere anaerobica, cioè
non si deve trattenere il fiato durante l’ esecuzione dell’ attività , come
avviene per le prove di corse brevi a scatti o sollevamento pesi ecc.
Deve essere ritmica, cioè fatta di gesti naturali e regolarmente ripetuti.
Deve coinvolgere armonicamente tutti i muscoli del corpo e tutti gli organi
sensoriali, in una piena armonia con l’ ambiente.
L’ attività sportiva aerobica può essere e deve essere fatta da tutti e a
qualsiasi età.
Quelle più comuni e complete sono: la corsa, il nuoto, il ciclismo, il
camminare a passo veloce. Ultimamente si possono considerare anche
attività fatte nelle palestre che si qualificano come “cardio-fitness”.
L’attività sportiva deve essere considerata una componente fondamentale
della nostra “ dieta”. Deve essere fatta tutti i giorni. Le ore migliori sono
quelle del mattino perché al mattino, appena svegli , abbiamo il picco della
produzione dell’ ormone cortisolo.
Tale ormone durante il sonno raggiunge il suo livello minimo. Infatti
durante il sonno abbiamo una diminuzione del ritmo cardiaco, diminuisce il
ritmo respiratorio, rallentano le onde celebrali, si abbassa l’attività
termogenica e si installa un isolamento del nostro cervello, dalla parte
163
periferica del corpo. Isolamento che avviene per la riduzione funzionale
delle sinapsi che giungono dalla “periferia” sulla zona Reticolare Midollare
Superiore (del midollo spinale ).
Si verifica un vero scollegamento ( tra la periferia e il centro superiore
del cervello) che abbassa anche il metabolismo basale.
Al risveglio, come detto, abbiamo il picco di cortisolo che è l’ormone che
riattiva tutte le funzioni vitali: il sangue circola più velocemente, la
pressione aumenta, si ha una grande richiesta e consumo di energia che ci
rende immediatamente scattanti e pronti all’azione.
Il cortisolo è un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali. E’un ormone
che deriva dal colesterolo ed è un glucocorticoide come il corticosterone.
Il cortisolo è sintetizzato su stimolazione fatta dall’ormone
adenocorticotropo (ACTH) che è prodotto dall’ Ipofisi. Quindi è
comprensibile perché durante il sonno questo ormone raggiunge i suoi
minimi e come al risveglio e in tutte le situazioni di stress si noti un suo
forte aumento.
L’azione del cortisolo consiste nello stimolare la glicogenolisi epatica
(scioglie il glicogeno già immagazzinato nel fegato ) e soprattutto agisce a
livello muscolare, e del tessuto adiposo dove svolge un’azione lipolitica
(scioglimento del grasso). Tali attività sono mirate a fornire l’organismo
164
della massima energia disponibile. Riesce a mobilitare subito le riserve di
energia che si accumulano nei muscoli sotto forma di ATP. Questo spiega
perché in casi di assoluta “necessità”, il corpo riesce ad avere prestazioni
che altrimenti sarebbero impossibili (immaginate la velocità raggiunta da
una persona per fuggire da un mortale pericolo) .
Inoltre ha un’azione contraria all’insulina. In medicina viene utilizzato
anche come anti-infiammatorio perché ha un’azione anti-immunitaria.
Come avviene per tutti gli ormoni, livelli non adeguati di cortisolo, sono
causa di varie malattie. Alti livelli di cortisolo sono associati ad una dieta
con un alto apporto di carboidrati ad alto indice glicemico e poveri di fibre.
Come già visto, l’alto indice glicemico è causa di una eccessiva
stimolazione dell’insulina che innesca una nuova fase per l’abbassamento
della glicemia. Quest’ abbassamento della glicemia è nuovamente causa di
nuova produzione di cortisolo.
Si è visto anche che una dieta ricca di proteine è causa di alti livelli di
cortisolo ed innesca cosi quel perverso meccanismo che abbiamo appena
visto.
Comunque per svolgere un’attività sportiva, tutti gli altri momenti della
giornata possono essere utili. Il tempo minimo da dedicarvi varierà a
seconda della disciplina scelta.
165
Se partiamo dalla corsa, con una velocità di 13 o 15 km. ora, dobbiamo
dedicarvi almeno un’ora al giorno. Nella prima ora si “bruciano” le riserve
di carboidrati circolanti. Dopo la prima ora di corsa, si iniziano ad
utilizzare le riserve di” grassi” che normalmente possono garantire tempi di
attività molto lunghi. Al proposito ricordo il così detto “maratoneta di
Dio”, cioè il sig. Lambertucci Ulderico di Treia (MC) che già
ultrasessantenne, nel febbraio dell’ anno 2008 partì da Macerata e correndo
per circa 70 km al giorno percorse 12.000 km. arrivando a Pechino (Cina)
in meno di 6 mesi.
E’ arrivato in perfetta forma e anche oggi, ormai settantenne seguita a
macinare km e travolgere primati sulle lunghe percorrenze. Certamente
questo non è un caso isolato, infatti conosciamo” runners” che,
indipendentemente dall’età ,macinano ogni giorno 30 0 40 km. Non solo
senza avvertire stanchezza , ma hanno raggiunto un’ efficienza fisica e
psichica a cui non rinuncerebbero per alcun motivo al mondo.
Per queste persone la corsa è divenuta una parte fondamentale del loro
equilibrio e della propria vita. Durante queste lunghe percorrenze, si porta
il corpo a superare situazioni di tensione, si riesce a sentire ogni singola
parte che “racconta “ il proprio stato. Si riesce a trovare un “Uno” con il
corpo e con la mente. Si riesce a stabilire un contatto con la natura che ci
166
circonda. Il sorgere del sole, i colori che si risvegliano all’alba, gli animali
che dopo una notte di sonno iniziano felici il nuovo giorno. Gli odori del
mare, della terra o delle piante, che inebriano l’aria della loro “felicità”
Quando si provano queste sensazioni, non si riesce più nella rinuncia. Può
farlo o deriderlo chi non conosce queste esperienze.
E’ naturale che tali obbiettivi si raggiungono non solo con il tempo, ma
soprattutto con la costanza, con il “ carattere”, ma anche con la
meditazione.
Con il tempo e allenamenti, si modificano anche le dinamiche metaboliche.
Si perfeziona la produzione ormonale ed enzimatica.
Tali modifiche adattano il corpo ad una ottimizzazione del consumo di
calorie e a non intaccare le strutture proteiche. Infatti come abbiamo visto,
il catabolismo proteico (rilascio NH3 – Ammoniaca) è la prima causa della
sensazione di affaticamento.
La pratica sportiva costante permette di modificare ed ottimizzare non solo
la funzionalità muscolo-scheletrica, ma anche di tutti gli altri processi
metabolici (efficiente produzione di amminoacidi “ornitina” “l. arginina”,
“citrullina” come abbiamo già visto nel precedente capitolo degli
amminoacidi).
167
Praticare un’attività sportiva in modo continuo, riduce tutti i fattori di
rischio di numerose malattie. Ottimizzando tutti i valori vitali si favorisce
anche il benessere psichico riducendo ansia, depressione e perfino il
senso di solitudine.
L’attività motoria migliora le capacità di apprendimento e l’adattabilità
delle persone agli impegni quotidiani, favorisce un buon controllo emotivo,
una maggiore autostima e aumenta la capacità di socializzazione.
A livello strutturale si sviluppa un buon tessuto osseo ed articolare,
determinato dal profondo e completo continuo rinnovo proprio della
struttura scheletrica e muscolare. Ricordo che il completo rinnovo della
nostra struttura ossea (la struttura del nostro organismo che richiede più
tempo per essere rinnovata ) , avviene normalmente ogni 15 anni, ma con
l’attività sportiva, i tempi del rinnovamento si riducono di circa un terzo.
Continuo e veloce è anche il rinnovo di tutti gli elementi muscolari
cellulari, compreso la fluidificazione e rinnovo di tutti i fluidi circolanti e
di tutte le cellule coinvolte.
Dal punto di vista esterno si vede un ritorno dell’armonia estetica di tutto il
corpo, con ritardo dell’invecchiamento , non solo muscolo-scheletrico,
quanto cardio-vascolare e finanche psichico.
La stella polare di qualsiasi “dieta” deve essere il movimento.
168
Non può esistere alcun “regime nutrizionistico” serio che non contempli
una vera e costante pratica sportiva.
Tutti i giorni mangiamo e tutti i giorni dobbiamo fare sport. Ci fermiamo
per mangiare, ci dobbiamo muovere per fare sport.
La sedentarietà è la via maestra per tutte le malattie, sia fisiche che
psichiche. Si capisce molto bene, che in genere la maggior parte delle
persone, soprattutto raggiunta l’età adulta, non riescono a ritrovare gli
stimoli necessari per modificare il proprio stile di vita, costruito in genere,
sulla ricerca di gratificazioni facilmente trovate nel cibo o peggio nell’alcol,
fumo o altro. Come vedremo queste sostanze agiscono scatenando il
pessimo funzionamento nella produzione nel nostro cervello, di quelle
“Endorfine, Encefaline” e altri ormoni che normalmente produciamo in
modo proficuo durante l’attività sportiva.
Ingerire molto cibo, alcol, fumo o altre sostanze, (che purtroppo hanno la
capacità di fuorviare le anzidette “sostanze gratificanti”, o peggio, si
sostituiscono a queste..) è secondo queste persone molto più facile che
correre per ore.
Le “dipendenze” da cibo o da droghe, si spiegano con la inibizione della
produzione endogena di endorfine. All’interno del nostro organismo le
droghe o simili si sostituiscono al ruolo naturale di queste sostanze,
169
inibendone la produzione, conseguentemente gettano le basi per la
dipendenza !
Quando si sospende l’assunzione di queste micidiali sostanze , i livelli
plasmatici di endorfine sono estremamente bassi e ciò si evidenzia nel
senso di stanchezza, insoddisfazione o malessere generale che porta il
soggetto a cercare quelle nocive e ( purtroppo facili) sostanze.
Le persone che praticano regolarmente sport hanno ottimi livelli di
endorfine. Vediamo che cosa sono queste molecole:
Endorfine: Sono di natura proteica, oppiacei endogeni prodotti dal cervello.
Hanno proprietà analgesiche e fisiologiche simili a quelle dell’oppio e
della morfina. Però hanno una portata più ampia e sono normalmente
assimilabili dal corpo. Si trovano negli animali superiori.
Sono alcaloidi in grado di procurare uno stato di euforia e successivamente
di sonnolenza più o meno intenso. Sono prodotte dal S.N.C.(sistema
nervoso centrale). Funzionano come anestetico, calmano il dolore e
donano benessere.
Vengono rilasciate durante l’attività sportiva, innamoramento, carezze,
durante le sedute di agopuntura. Per questo sono definite “l’ormone della
felicità”.
170
Quando sono stimolate, oltre ad aumentare la tolleranza al dolore, sono
coinvolte nella regolazione del ciclo mestruale, nella produzione di GH
(ormone della crescita) e ACTH (adenocorticotropo), prolattina, cortisolo.
Danno il senso di appagatezza che insorge al termine di un rapporto
sessuale, nel controllo dell’appetito e dell’attività gastro-intestinale ,nella
termoregolazione, nella regolazione del sonno, della fame, nella secrezione
ormonale.
Le nostre endorfine fanno cose stupefacenti che ci aiutano ad affrontare la
vita. Sono prodotte nel cervello, sintetizzate anche nell’Ipofisi, nelle
ghiandole surrenali e in alcuni tratti dell’intestino.
Hanno i loro recettori in varie zone del S.N.C. e si concentrano nelle aree
deputate alla percezione del dolore, oltre alle sensazioni sopra dette.
La loro sintesi aumenta in risposta all’attività fisica e migliora anche la
coordinazione dei movimenti e la reclutazione di fibre muscolari.
Inoltre determina la riduzione di ansia e di stress. L’azione delle endorfine
regola soprattutto l’umore e il loro rilascio provoca un senso di
soddisfazione, aumenta l’autostima. Negli stati di affaticamento e di dolore
fisico , aumenta la sopportazione del dolore. Pensate ai colpi ricevuti da
calciatori durante un sentito match ,, che dopo pochi attimi riprendono a
competere, come se non fosse avvenuto nulla.
171
Certo il dolore sopraggiungerà , ma dopo che l’avventura sarà terminata.
……..
Come abbiamo visto produciamo endorfine anche dopo ago- puntura,
elettro-stimolazioni.
I tossico dipendenti sostituiscono le proprio endorfine con le sostanze
stupefacenti inibendone così la (propria) produzione. Quando non
assumono droghe, il senso di vuoto e il malessere fisico e psicologico li
opprimono così da renderli dipendenti.
Anche il cibo provoca la produzione di endorfine.
A queste endorfine appartengono anche due pentapeptidi estratti dal
tessuto nervoso le “encefaline,”. Si è visto anche che vengono rilasciate
anche durante l’ipnosi oltre che con la stimolazione elettrica.
Dobbiamo considerare anche l’azione di altri funzionali ormoni che
vengono ottimizzati con la attività fisica.
DOPAMINA: è un neuro trasmettitore endogeno. E’ riferibile alla
famiglia delle catecolamine. E’ prodotta in diverse aree del cervello e
precisamente nella substantia-nigra , nella zona VENTRALE-
Tegumentale. E’ prodotta anche nel Telencefalo, nel Nucleo Accumbens,
nel Nucleo centrale della Amigdala e in alcune zone della corteccia
frontale.
172
E’ rilasciata anche dall’Ipotalamo. E’ biosintetizzata anche nella zona
midollare del Surrene.
La dopamina rilasciata nello spazio sinaptico viene rapidamente ricaptata
dalla terminazione nervosa da cui è stata liberata.
La dopamina è indispensabile per la liberazione del neuro trasmettitore
nello spazio sinaptico, da parte dell’impulso nervoso. All’arrivo
dell’impulso, le vescicole contenenti dopamina, per effetto dell’onda di
depolarizzazione, fondono le loro membrane con quella del neurone e si
aprono, liberando il loro contenuto nello spazio sinaptico.
Gli antagonisti dopaminergici inibiscono, mentre gli agonisti aumentano il
rilascio di dopamina della terminazione nervosa.
La dopamina ha molte funzioni nel cervello, gioca un ruolo importante
negli stimoli che producono motivazione e ricompensa.
Sono appunto questi stimoli che sono alla base anche della sana attività
sportiva.
Ci sono sostanze che bloccano la ricaptazione nello spazio sinaptico della
dopamina, aumentando il tono dopaminergico. Un esempio ci viene fornito
dalla nicotina, che come altri alcaloidi blocca la ricattura. E’ per questo
motivo che fornisce quel senso di rilassamento.
173
Altri farmaci antidepressivi agiscono su questi recettori inibendone il
riassorbimento., oppure facilitandone il rilascio…. Sono usati per la cura
della depressione. ( ne indichiamo la famiglia più comune….. e abusata ,
le “benzodiazepine”)
Un altro ormone ,ottimizzato con l’attività sportiva, è la serotonina: è
sintetizzata dai neuroni serotoninergici e della cellule enterocromarfini
dell’apparato gastrointestinale. E’ una triptamina con formula
( C10H12N2O ).
Nel sistema nervoso centrale è presente in elevate concentrazioni in aree
specifiche del Mesencefalo.
L’aminoacido precursore è il triptofano che viene convertito in idrossi-
triptofano , a sua volta decarbossilato a 5-HT. Questo viene immagazzinato
nei neuroni dopo un’azione come co-trasmettitore. Viene utilizzato anche
dalle piastrine che lo prelevano durante la loro circolazione intestinale.
Determina un aumento della mobilità intestinale grazie al suo effetto
diretto sulle cellule muscolari lisce.
La serotonina (5-HT) stimola la secrezione dei fluidi.
Può provocare nausea e vomito mediante stimolazione del muscolo liscio e
dei nervi sensoriali dello stomaco. Il riflesso peristaltico provocato
dall’aumento della pressione in un segmento dell’intestino è mediato dalla
174
secrezione di serotonina da parte delle cellule enterocromaffini in risposta
allo stimolo meccanico.
Le cellule enterocromaffini rispondono alla stimolazione vagale secernendo
5-HT ( 5 idrossitriptamina=serotonina).
Nei vasi sanguigni ha una azione contratturante.
L’attivazione dei recettori di 5-HT da origine alla vasocostrizione dei
grandi vasi intracranici ,contribuendo così all’emicrania.
Sulle piastrine ne causa aggregazione. Se il lume del vaso è leso,
l’accumulo di piastrine determina vasocostrizione che ostacola il flusso
ematico. Se il vaso è integro il loro accumulo regredisce e causa
vasodilatazione, che permette il flusso ematico.
Nelle terminazioni nervose la 5-HT stimola le terminazioni nervose
“sensoriali nocicettive”
(recettori 5-HT3).
Se iniettata a livello locale provoca dolore.
Nel S.N.C. la 5-HT eccita alcuni neuroni e ne inibisce altri. A livello
presinaptico determina inibizione del rilascio dei neuro trasmettitori delle
terminazioni nervose.
Nel S.N.C. ha un ruolo importante nella regolazione dell’umore e del
sonno, della temperatura corporea, della sessualità e dell’appetito. D’altro
175
canto la serotonina è coinvolta in disturbi neuoropsichiatrici come la
depressione, l’ansia, il disturbo bipolare e l’emicrania.
Durante ed alla fine di un intensa attività sportiva si ha un accumulo di
serotonina nel cervello, generando o meglio contribuendo a generare uno
stato di benessere e di entusiasmo.
Una menzione dobbiamo farla per parlare di recettori della serotonina. Li
troviamo sulla membrana cellulare delle cellule nervose e su altre cellule.
Questi recettori influenzano vari processi biologici e neurologici come
l’aggressività, l’ansia, l’appetito, la memoria, l’umore, nausea, sonno e
termoregolazione.
Questi recettori sono il bersaglio di molti farmaci e di sostanze stupefacenti.
Ricordiamo antidepressivi, antipsicotici, anoressizzanti, allucinogeni come
anfetamine ecc.
Naturalmente con lo sport si ottimizza la produzione e soprattutto l’azione
di tutta una serie di ormoni a partire dagli estrogeni, al testosterone, agli
ormoni tiroidei, oltre a quelli già visti.
Però dobbiamo insistere nel rimarcare che l’attività sportiva deve essere
una componente essenziale della “dieta”. Infatti è scientificamente
dimostrato che al di sotto di una determinata intensità, lo sport non è in
176
grado di modificare e proteggere il nostro organismo , ne di aiutare la
nostra mente.
Ciò è dimostrato inequivocabilmente dai “ricercatori” dell’università di
Harward (U.S.A) . questi hanno confermato che solo chi pratica sport per
almeno un’ora e mezzo o due al giorno, sport aerobico come la corsa,( o
simili ) ottiene i reali benefici che abbiamo prima descritto.
Recentemente anche dall’università di Atlanta (U.S.A.), sono arrivate
conferme della necessità di praticare sport a volumi e di intensità per circa
due ore al giorno, ed hanno dimostrato che le 3 ore settimanali di attività
(spesso indicate nelle varie riviste) non servono praticamente a nulla!!
Lo sport praticato in modo corretto consente di :
Proteggersi dalle malattie che uccidono la maggior parte delle persone
Farci vivere in modo dinamico e attivo
Rallenta il decadimento delle prestazioni fisiche che è impressionante dopo
i 40 anni
Migliora l’aspetto fisico
Migliora la volontà, abbatte l’ansia e aumenta le capacità propriocettive.
La pratica dello sport deve accompagnarci fino alla fine dei nostri giorni. È
semplicemente folle il pensiero della gran parte delle persone che dopo i 30
anni non possono più permettersi di fare sport ad una certa intensità.
177
È vero che questo si verifica perché lo sport è troppo spesso praticato male,
e quindi dopo quell’età si pagano le lesioni croniche alle articolazioni,
causate da anni di sport praticato male.
Per non parlare di uno stile di vita sbagliato che è causa di un
invecchiamento precoce.
Ricordiamo che sul nostro pianeta, al momento, vivono circa 7 miliardi di
persone, di queste 1.5 miliardi sono obese, mentre 1 miliardo circa soffrono
di scarsa nutrizione.
Evitiamo di indicare il numero dei normo-peso per non affliggere l’ enorme
numero dei sovra-peso della nostra comunità.
I chili di troppo pesano come i macigni. Queste persone passano da regimi
alimentari detti “diete” che sono spesso tossici e quando va bene sono
dannosi.
Privazioni assurde e mancanza di risultati che alla fine li convincono solo
della ineludibilità dovuta ad una “sorte di natura maligna”,
un continuo effetto yo- yo. Dimagriscono di qualche chilo dopo mesi di
“frustrazioni” e lo riprendono con gli “interessi” appena abbassano la
guardia per qualche giorno.
Tutte quelle “penitenze” non servono a nulla!! Invece più gli anni passano,
più lo sport è necessario per mantenerci in salute. Se smettiamo di
178
allenarci, nel giro di qualche mese torniamo ad essere sedentari, torniamo
ad invecchiare come sedentari qualunque.
Sono perfettamente consapevole che la gran parte delle persone oggi è
attratta dal miraggio del potere, da raggiungere cercando il denaro o peggio
il “comando” su altre persone.
Una squallida follia che li porta ad un totale isolamento fatto di
contemplazione del proprio conto corrente e si nutrono di finti servilismi
di grigi servitori…..
Nel praticare i 4 “Sport Fit” per eccellenza si fondono non solo le interne
condizioni psico somatiche, ma si trova una completa armonia con tutto ciò
che ci circonda e soprattutto si formano tutta una serie di reali e sani
rapporti sociali con tutte le persone che si incontrano nei percorsi di vita.
Quando si corre con una persona si sviluppa una sorta di alchimia che nasce
anche dal ritmo della falcata, dal respiro, e si “ odono” perfino i messaggi
lanciati dal corpo dell’altro.
Le anime si spogliano di tutte le false convenzioni sociali e rivelano se
stesse nel profondo intimo. Nasce il vero incondizionato rispetto. Una reale
empatia dove ognuno entra nell’animo dell’altra.
Si genera una complicità. Si rifiuta la competitività. Non si vuole prevalere
sull’altro, anzi incosciamente si cerca di supportarla quando si avverte un
179
calo di tensione, una sopraggiunta difficoltà. Non si cercano servigi o
profitti dall’altro. C’è solo empatia. Ma l’empatia si raggiunge anche con la
natura. Quando si inizia a correre al mattino prima dell’alba, quando la
città ancora dorme, le strade sono deserte e l’aria ancora sonnolenta e
pulita, pare voler prolungarci il tepore del letto da poco lasciato.
All’inizio si avverte lo sforzo che bisogna fare per superare i più dispettosi
momenti iniziali. Poi dopo qualche minuto tutto il corpo entra nella sua fase
e pare scomparire dal proprio radar percettivo ogni pur minimo fastidio….
Inizia l’alba, un dolce avvicendarsi di tenui colori, sembrano spegnere ad
una ad una le occhieggianti stelle.
Il mare all’inizio nero, si colora , sembra svegliarsi e sbadigliando
aumenta dolcemente la frequenza delle sue onde e ci avvolge con i suoi
salmastri profumi.
Poi si sale sulle colline verso la città alta. La corsa è accompagnata dai
melodiosi canti dei mattinieri merli, melodie indescrivibili.!!!
L’alba inizia a scacciare il buio, il cielo si tinge di colori stupendi, che ogni
volta sono diversi e sorprendono come se fosse sempre una prima volta.
Anche la città alta è deserta (però sono appena arrivati gli addetti alle
pulizie) . Al ritorno dalla sommità della collina si gode di un indescrivibile
panorama.
180
Si vede ancora la città bassa immersa nelle ormai tenui luci. Tutta la
vallata è ancora silenziosa, salvo qualche raro faro di auto che
frettolosamente cerca di cancellare l’ultima oscurità.
Quindi si ritorna ad attraversare i campi. Ora le piante, l’erba e i fiori
sembrano voler mostrare pudicamente le loro bellezze, ed aprendosi ci
regalano i loro meravigliosi colori e i dolcissimi profumi
. Si arriva di nuovo al mare ove il sole si affaccia con il suo impetuoso
colore rosso sull’orizzonte. Come un pavone, conscio della sua bellezza , si
lascia ammirare per qualche minuto. Tutto si colora decisamente di rosso, i
gabbiani si levano in cielo gridando come per salutarlo.
I muscoli di tutto il corpo girano perfettamente. Si sente solo un
indescrivibile gioia, non c’è stanchezza o altro. Si arriva al fiume, qui c’è
un tripudio di vita che si accende, un gruppo di aironi bianchi e grigi, con
le loro zampe hanno preso posizione per pescare. Non sono preoccupati
della mia presenza.! Poi si inizia un altro giro...
Sono circa le 6, ora la città inizia a svegliarsi, però sono ancora poche le
auto che si vedono.
Passando vicino alle piante, si sente un “vociare” festoso di una incredibile
folla di volatili.
Mi piace pensare che cantano per salutare.
181
So bene che non è vero, però questo pensiero, ne fa godere ancora di più
la loro presenza.
Ora si è pronti per il secondo giro.
Il mare, la campagna, le colline sembrano più distaccate, forse un po’
presuntuose, consapevoli della loro bellezza.
Il sole non si lascia più guardare, gli animali e la natura sembrano distratti
nelle loro attività.
Il ritmo della corsa si fa più veloce e si porta il corpo vicino ai suoi limiti.
Finche si sente ogni parte, ogni minima parte del corpo, che da segnali sul
proprio stato.
La mente è calma e rilassata.
Dopo trenta chilometri e tutte quelle indescrivibili emozioni si è pronti ad
affrontare una nuova giornata a contatto di persone anche squallide e
stupide, in attesa delle prossime emozioni nel prossimo giorno che
cancelleranno tutto il “pessimo” che potrà arrivare da questi.!!!!!
Sono consapevole di essere scivolato sul personale.
Ho inteso esemplificare in modo compiuto diversi elementi emotivi
indispensabili per un buon stile di vita (dieta). Sappiamo compiutamente
della necessità per gli esseri umani dell’innamoramento (cosa diversa
dall’amore).
182
L’innamoramento è una pulsione emotiva che si perpetua continuamente,
giornalmente. Una assoluta complicità con l’altra/o , fusi in una empatia
che unisce le due “anime” in un afflato eterno e in continuo divenire. Cosa
diversa dall’amore, sentimento statico soggetto ai tumulti del corpo e
mediato dalla specificità di un ormone: la OSSITOCINA. ! Proprio per
capire come in verità può essere tutto decisamente diverso, utilizziamo la
simbologia ghoethiana di un fiore reciso, meraviglioso all’inizio ma
destinato all’appassimento.
Per i mammiferi superiori si è scoperta da poco la funzionalità di
questa Ossitocina, ormone prodotto dalla neuro-ipofisi, che fino a poco
tempo fa era conosciuto come quell’ormone prettamente femminile legato
alle fasi del parto, dove causava la espulsione del feto con tutta una serie
di contrazioni.
Oggi si è visto che questo ormone ha una attività enorme su tutti i generi
dell’umanità, ed è il responsabile della fedeltà, o meglio dell’empatia, che
si innesca tra le persone. Una fedeltà che porta a pensare gli altri come
parti di se stessi. Viene secreto a seguito del “contatto dolce” tra le
persone, riduce l’intensità dei conflitti a causa di una comunicazione
positiva e permette di superare gli stress.
183
Determina la capacità di creare e mantenere rapporti sociali e amicali,
causa la lealtà verso le persone del proprio gruppo, il senso di appartenenza
e di fiducia verso le persone. E’ l’ORMONE delle “coccole” , come lo
hanno chiamato i ricercatori dell’Università di Bonn . Questi hanno
dimostrato le varie tappe della produzione.
Tralasciamo la parte già nota della gravidanza, e del parto, dove
interviene come scatenante le contrazioni e come dilatatore della Sinfisi
Pubica per la espulsione del feto. Si è visto che dopo il parto, la madre al
solo sentire il pianto del figlio, o il contatto di questo con il suo seno, ha
proprio un picco di ossitocina ( naturalmente anche dell’ormone Prolattina
per la produzione del latte). Non è da meno il bambino che al ricevimento
di coccole, carezze e baci, risponde con una altrettanta forte produzione di
questo ormone, che gli regala tranquillità, felicità e lo allevia dello stress.
Con questo ormone si stabilisce un contatto di amore e fedeltà eterno tra
questi due individui. Classico è l’esempio studiato su soggetti gravati da
“autismo” della mancanza di adeguate concentrazioni di ossitocina nel loro
plasma. Oppure delle basse concentrazioni di ossitocina su individui
aggressivi e violenti. ….. L’ossitocina può essere somministrata per
endovena o viene fatta inalare…… Parliamo soprattutto dello studio fatto
su un “panel” di persone che avevano già un rapporto stabile con una
184
persona. Questi avevano prima inalato uno spray contenente Ossitocina ed
erano stati sollecitati a guardare foto sia del loro partner che di altre
bellissime donne. Tutti quelli che avevano inalato ossitocina, hanno
risposto di preferire la loro donna.
E’ stato definito anche “l’ormone della fedeltà” proprio per questo motivo.
Questo ci fa capire come persone di ogni età, che si sono “nutrite di
coccole”, abbracci e passeggiate mano nella mano, sono inestricabilmente
ed eternamente unite. Questo avviene anche per le comunità di individui
che hanno usato come mezzo di comunicazione la tenerezza, la dolcezza e
quindi l’empatia.
Tutti hanno decisamente un tasso di stress particolarmente basso. Tutto
questo è particolarmente importante per le relazioni tra gli individui. Il
problema è che lo spray con ossitocina non è in commercio, quindi se si
vuole utilizzare l’ effetto benefico di questo ormone, dobbiamo ricevere e
concedere alte dosi di coccole. ……
Torniamo al nostro tema:
gli altri elementi emotivi descritti ci donano :la terapia armonica delle
melodie, la cromoterapia e l’aroma terapia, di cui ci “nutriamo” al contatto
con la natura, che in simili casi riesce a fornirci “coccole”….
Questi sono proprio gli elementi necessari , anzi indispensabili…..
185
Certamente alcuni possono pensare che quello sopra descritto sarà troppo
stressante. Questo ci consente di aprire un grande tema:
LO STRESS
Freud ha speso molto tempo per dare delle spiegazioni che noi proveremo a
riassumere. Prima di tutto dobbiamo capire che lo stress è rappresentato da
ogni situazione che altera il nostro equilibrio omeostatico, cioè l’equilibrio
che abbiamo “costruito” tra il nostro ambiente fisico e psichico con tutto
ciò che sta al nostro esterno. Questo equilibrio viene da noi costruito
immagazzinando (soprattutto inconsciamente) tutta una serie di azioni e
conseguenti future reazioni, che nascono dalle nostre dinamiche
psicofisiche. Impariamo e memorizziamo anche inconsciamente “dei
percorsi mentali”. Ogni volta che questi cambiano….. ci causano stress.
Purtroppo la nostra specie vive proiettando le sue attenzioni soprattutto
verso il futuro, poco verso il passato e quasi nulla nel presente!!!
Anche nel mentre facciamo una cosa pensiamo a quello che faremo
successivamente.
186
Il presente è sempre superato. Qualsiasi gioia o dolore presente è
generalmente amplificato o spento dal nostro cervello che già ha percorso,
a seguito dell’originario impulso , le sue “strade future”.
Un cibo, una promozione, un innamoramento, oppure una bocciature, un
licenziamento, una morte, causeranno delle risposte emozionali più o meno
stressanti a seconda di come il nostro cervello avrà proiettato tale evento
nel “suo” futuro.
Invece gli altri animali non hanno il concetto del “futuro” come ad esempio
quello della prossimità della morte. Perché pur avendo memoria del
passato, gli animali vivono solo nel presente!!!
Tornando allo stress dobbiamo catalogarlo in: EUSTRESS (stress buono) e
in DISTRESS (stress cattivo).
L’eustress lo abbiamo quando le situazioni che ci coinvolgono seguono
quelle nostre inconsce “strade mentali” senza causare alterazioni della
nostra omeostasi. Il raggiungimento di obiettivi ottenuto anche con grande
dispendio di energia, se raggiunto dopo aver pedissequamente percorso i
propri “tracciati mentali” (cioè sono stati rispettati tutti i meccanismi già
memorizzati da precedenti conoscenze) , ci consente un immediato
recupero delle energie spese con un senso assoluto di “felicità” e di
benessere.
187
Però stress ed ansia sono strettamente collegati. Abbiamo seppur
brevemente visto che il nostro rapporto con l’ambiente è generalmente
soggetto ad interazioni di tipo stressorio (cioè quando rompiamo
l’omeostasi psicofisica e dobbiamo inerpicarci su percorsi mentali
sconosciuti). Al proposito abbiamo visto che situazioni, esperienze o
persone determinano sollecitazioni che causano elaborazioni cognitive.
Da queste elaborazioni cognitive si tracciano i nostri percorsi dai quali
dipendono le nostre reazioni.
Facciamo l’esempio di una persona che percepisce un pericolo come reale e
vuole liberarsene.
Lo stress è la prima sollecitazione che l’organismo subisce quando c’è un
cambiamento dell’equilibro tra l’organismo e l’ambiente.
Ogni persona risponde agli eventi stressanti in modo diverso , perché
ognuno fa esperienze diverse ed elabora proprie strategie. Quindi
l’apprendimento ha un ruolo essenziale.
Tutte le nostre valutazioni su eventi o persone subiscono l’effetto
dell’apprendimento e queste, una volta consolidatesi agiscono
autonomamente.
188
Il Disstress inizia con una fase di allarme che mette in allerta l’organismo,
che reagisce con specifiche risposte: aumenta il battito cardiaco,
iperventilazione, sudorazione ecc.
Prosegue con una fase di resistenza, dove l’organismo cerca di adattarsi alla
situazione e gli indici fisiologici cercano di normalizzarsi anche se lo sforzo
sarà molto intenso.
L’ultima fase avviene quando l’adattamento non è più sufficiente a causa
della novità dell’evento ed avviene l’ultima fase che è quella
dell’esaurimento che è dovuta all’incapacità dell’adattarsi e non si riesce
più a difendersi.
Questa ultima fase, a seconda della durata, (cioè del tempo d’esposizione
allo stress), provoca l’insorgenza di patologie sia fisiche che psichiche.
Si attiva in questa fase un’attività dell’asse Ipotalamo-Ipofisi e ghiandole
surrenali che scatena la produzione di Adrenalina e Cortisolo.
I sintomi dello stress sono: crampi allo stomaco, senso di stanchezza,
tachicardia (aumento del battito cardiaco), difficoltà di concentrazione,
attacchi di panico, depressione, ulcera allo stomaco, diarrea,
malfunzionamento della tiroide, abbassamento delle difese immunitarie,
difficoltà ad esprimersi, sensazione di noia di fronte ad ogni situazione,
cambio della voce, iperattività, confusione mentale, ipertensione, cefalea,
189
disturbi del sonno, irritabilità, crisi di pianto, dolori muscolari (soprattutto a
spalle e zona cervicale).
Questi argomenti necessiterebbero di molta attenzione , però quello che ci
interessa è dimostrare come un Eustress abbia un ruolo essenziale per la
corretta “dieta” (stile di vita).
Si capisce che questo porta anche una sana accettazione degli alimenti con
un corretto loro utilizzo metabolico.
D’altro canto è intuibile come il Distress generi un rifiuto del cibo e un
disastroso quadro metabolico e fisiologico, che prevede anche difficoltà
nella fase del sonno. Nella fase acuta dello stress, avviene un deciso
aumento pressorio, che determinerà un aumento dei volumi plasmatici
anche nelle arterie coronarie e cerebrali dell’ordine dell’ 8%. Questo ci
spiega perché forti emozioni spesso coincidono con insorgenza di infarti, o
ictus. Ancora, il cortisolo (tra l’altro) abbassa la risposta immunitaria
generale, questo ci conferma che in quelle fasi siamo più soggetti
all’aggressione di agenti patogeni (ci ammaliamo più facilmente..)
Anche il risveglio può essere considerato una forma di stress. Infatti al
risveglio abbiamo un aumento del Cortisolo che determinerà un aumento
dei volumi plasmatici e una diminuzione delle difese immunitarie. Perciò
nel caso il soggetto presenti accumuli, ovvero placche di colesterolo, sulla
190
superficie interna dei suoi vasi, queste placche , a seguito dell’aumentata
pressione possono staccarsi e andranno inevitabilmente ad occludere il
lume di quel vaso, nel punto in cui il suo diametro sia a questo uguale.
Questo causerà la morte di tutto il tessuto a valle dell’occlusione, che è
rimasta inevitabilmente senza ossigeno. Questo è il modo in cui si hanno
“Infarti”,( se sarà interessato il cuore). Oppure “Ictus “ se sarà interessato il
cervello.
La sopravvivenza a questi eventi sarà data sia dai tempi di intervento , ma
soprattutto dalla vastità della zona che rimarrà priva di ossigeno. Anche al
mattino avremo una diminuita risposta immunitaria, caratteristici, sono i
dolori causati dall’artrite reumatoide, particolarmente intensi quando il
soggetto si alza al mattino.
Oggi ci sono molti ricercatori che stanno studiando l’efficacia dei farmaci
commisurandoli alle più idonee ore del giorno o della notte.
C’è un altro aspetto da considerare: tutti noi , specialmente all’interno
delle nostre relazioni sociali, ci muoviamo sempre ed incosciamente
seguendo dei “ percorsi mentali e cognitivi”, basati su percorsi mentali
già incosciamente pre-definiti.
191
Quando usciamo al mattino per recarci a svolgere la nostra attività,
abbiamo ( incosciamente) formulate tutte le “ Strade “ che dovremo
percorrere, secondo schemi “cerebrali “ già acquisiti.
Può capitare di trovare interlocutori, che possono essere amici, colleghi,
oppure la persona oggetto del nostro amore, o altro, che a volte “ non
rispondono” come ci aspettiamo, alle nostre urgenze.
“Il percorso mentale” che ci eravamo fatti , viene improvvisamente
stravolto, disatteso. Questo provoca una situazione di stress. Il nostro
cervello non trova più la sua “Strada”, si sente perso ed iniziano quelle
dinamiche che abbiamo visto prima. Ci sentiamo traditi, offesi… !!!!
Naturalmente anche il nostro interlocutore, avrà elaborato (sempre
incosciamente) un suo “percorso mentale”, che noi con la nostra
aspettativa, o richiesta, abbiamo cancellato o rovinato. Il risultato è che tutti
e due hanno, (secondo ognuno), una assoluta ragione…. Da questo
nascono tutte le azioni conflittuali tra le persone.
Tutte le liti delle persone, o addirittura tra gli Stati, nascono in questo
modo. Poi c’è un’altra fase determinata nelle relazioni tra le persone,
dovuta a “percorsi cognitivi mentali”, è quella delle scelta del partner.
Naturalmente ci sono molte dinamiche che portano a queste scelte, però la
più evidente è che la persona scelta, viene inserita nella propria “Strada
192
mentale”, generalmente in modo casuale, o determinato dall’azione del
nostro sub-conscio , come vedremo. !
Cioè si verificano alla presenza di questa, quelle situazioni di EUSTRESS,
che causano, anche per una sola volta, l’ingresso nella nostra “strada” di
quella persona, indipendentemente da ogni altra razionale giustificazione.
Quindi, almeno nei primi tempi, la persona sarà soggetta a tutti quei
comportamenti caratteristici delle prime fasi dell’ ”innamoramento”, con
stati di euforia, palpitazioni, stati di eccitazione, svogliatezza
nell’assunzione di cibo. …
Quando il partner avrà consolidato la sua presenza nel rispettivo circuito
mentale, tali stati di eustress finiranno. Poi sarà la volta del distress, ogni
volta che quella persona uscirà dal proprio “tracciato mentale” .
Il SONNO
E’ anche questo un elemento fondamentale della” dieta”. Non può esistere
alcuna forma di “vita complessa” che non sia sostenuta dal sonno.
Tutti gli esseri viventi hanno nel loro interno una sorta di orologio-
biologico che influenza tutti i processi fisiologici e condizionano le ore di
193
veglia e quelle di sonno. Questo orologio-biologico basato sull’alternanza
giorno e notte corrisponde al “Ciclo Circadiano” (dal latino circa
diem=circa un giorno) che regola nell’arco della giornata i vari processi
organici.
Questo orologio determina una omeostasi, cioè la capacità di mantenere una
condizione di equilibrio tra l’interno e l’esterno del nostro corpo. Facciamo
l’esempio della temperatura corporea, questa è mantenuta costante
indipendentemente dalle variazioni climatiche esterne.
Durante le 24ore, le concentrazioni plasmatiche degli ormoni seguono un
andamento sinusoidale, cioè hanno una fase crescente, un picco massimo
(acro fase) poi una fase decrescente ed un picco minimo.
Dai test effettuati, sappiamo che i picchi più elevati di temperatura
corporea si registrano nel tardo pomeriggio (dalle 16 alle 18) e si nota
anche il massimo consumo di ossigeno. Se andiamo ad analizzare, vediamo
che in questa fase iniziano ad aumentare le concentrazioni plasmatiche
degli ormoni tiroidei (che sono la causa dell’aumento di temperatura,
dovuto al maggior flusso di ossigeno all’apparato muscolare).
In questa fase le capacità intellettive del cervello sono conseguentemente
molto più basse che al mattino.
194
Il cortisolo, del quale abbiamo già parlato, vediamo il picco di produzione
(acrofase) intorno alle prime ore del mattino, mentre il picco minimo lo
vediamo durante le ore di riposo notturno.
Le concentrazioni plasmatiche dell’ormone della crescita (GH)
raggiungono il massimo durante il sonno e ritorna ai minimi al mattino
verso le 8 per restare basso fino alle 22.
Il testosterone raggiunge il picco massimo dalle 2 alle 4 del mattino e
progressivamente diminuisce fino al picco minimo delle ore 20.
L’ormone TSH (tireorstimolante) che regola le funzioni della ghiandola
Tiroidea, aumenta dal pomeriggio ed ha il picco massimo tra le 14 e le 19
del pomeriggio. Il minimo intorno alle venti, (come il testosterone, che poi
inizia a salire…).
Ritorniamo brevemente a sottolineare che le pratiche sportive debbono
essere caratterizzate dall’astensione alla assunzione di cibo prima
dell’attività.
Qualsiasi assunzione di cibo (prima…), comporterebbe una diminuzione di
Cortisolo annullandone gli effetti sulla Lipolisi (scioglimento dei grassi e
conseguente utilizzo della loro energia…) e soprattutto richiamerebbe il
flusso sanguigno nella zona addominale privando l’apparato muscolare e
cardiaco del giusto approvvigionamento.
195
Una ottima produzione e utilizzo di cortisolo si ottiene consumando al
mattino, un’abbondante colazione ricca di carboidrati a medio e basso
indice glicemico che, in questa fase, saranno utilizzati per la produzione di
energia, e non verranno” immagazzinati”.
Successivamente, il profilo ormonale che si instaura, favorirà la glicoceno
sintesi, predispondendo il corpo all’accumulo di acidi grassi, incentrandoli
nel tessuto adiposo.
Se non si vuole aumentare il grasso nell’addome e cosce, alla sera è
necessario evitare un pasto ricco di carboidrati semplici e ad alto indice
glicemico.
Conoscendo i ritmi circadiani di questi ormoni, possiamo capire come
utilizzarli nel modo migliore.
Sappiamo che gli ormoni anabolici(quelli che costruiscono le strutture)
vengono stimolati durante l’attività fisica e soprattutto quando questa viene
eseguita con elevata intensità.
Gli ormoni catabolici (quelli che riducono le strutture) si attivano
sensibilmente dopo un’ora circa dell’inizio dell’esercizio.
Poi ci sono gli ormoni adrenergici, come l’adrenalina. La sua
concentrazione durante il sonno e durante i periodi di rilassamento
diminuisce.
196
Adesso vediamo come agisce e che cos’è l’ormone Melatonina e come
essa accende il nostro orologio biologico.
Nel nostro cervello abbiamo la ghiandola Pineale, si trova in prossimità del
chiasma ottico e della Sella Turgica. Quindi in una zona profonda del
cervello. Perciò decisamente lontana dalla superficie.
Questa ghiandola all’ apparenza piccola e poco significante, è sensibile alla
radiazione elettromagnetica e secerne l’ormone melatonina in risposta alla
comparsa o scomparsa della luce del sole.
Questo ritmo circadiano della melatonina è il regolatore di tutte le
ghiandole endocrine e di tutti gli organi del corpo.
Provoca l’aumento di concentrazione del glucosio plasmatico, aumenta la
produzione di urina, provoca la diminuzione della pressione arteriosa, fa
diminuire il battito cardiaco, abbassa la frequenza delle onde encefaliche,
abbassa la temperatura corporea di circa 1 o 2 gradi, controlla la variabilità
dei valori proteici e degli elettroliti e controlla la ionizzazione dei fluidi
corporei.
Sappiamo che i ritmi circadiani una volta attivati, si perpetuano
regolarmente anche alla luce o all’oscurità ininterrotte (come ai poli). Ciò è
dovuto alle radiazioni cosmiche penetranti che attivano la ghiandola pineale
( o epifisi).
197
Un regolare ciclo di sonno e veglia influisce positivamente sulla produzione
ormonale determinando una buona condizione diurna e un soddisfacente
riposo notturno.
Durante il sonno, il basso livello di ormoni cortico steroidi ( adrenalina e
cortisolo), che sono associati alle condizioni di veglia, concedono
all’organismo di sfruttare le più alte concentrazioni di ormoni della crescita
(GH) prodotto dalla ghiandola Ipofisi nelle ore notturne.
Poi la temperatura che si abbassa in coincidenza con la diminuzione
dell’adrenalina, determina quel necessario senso di stanchezza.
Verso la fine della notte risalgono i valori degli ormoni adrenergici e
diminuisce la produzione di melatonina (prodotta dell’epifisi), risale la
temperatura corporea e ci svegliamo.
Vediamo quali sono le fasi del sonno necessarie per una “dieta” (stile di
vita) perfetta. Sono sostanzialmente il sonno “ non REM”, con l’attività
celebrale rallentata, con onde cerebrali alfa (visibili con l’E.E.G.)
caratteriste dello stato di veglia rilassato ad occhi chiusi.
Segue una fase di sonno lieve caratterizzata da onde cerebrali corte.
Poi segue una fase di sonno profondo dove le onde cerebrali diventano
lente e lunghe. Dura per la metà del sonno totale ed è la prima fase di vero
sonno.
198
Il sonno REM (rapid eyes movements) è il sonno vero e profondo. In questa
fase si ha il vero “reset” non solo del cervello ma di tutto l’organismo, le
onde cerebrali sono molto lente. Sono diverse fasi della durata di circa 15
minuti.
Sono caratterizzate da sonni intensi e da movimenti ritmici e rapidi degli
occhi.
Durante la notte c’è un’alternarsi tra le fasi del sonno profondo e le fasi
REM.
Le prime, ( nel tempo-sonno), diminuiscono, mentre le REM aumentano di
durata e intensità fino ad essere continue prima del risveglio.
La fase REM è propria del sonno essenziale. È questo il sonno
maggiormente riposante.
Infatti non è importante la lunghezza del sonno, si può dormire poco però
con una buona fase REM per essere perfettamente sani.
La notte è per noi un periodo in cui nell’organismo cambia tutto rispetto al
giorno, dal metabolismo, all’attività con modifiche necessarie alla nostra
sopravivenza.
Anche nelle zone polari c’è bisogno di buio e di sonno per ricaricarci.
199
Abbiamo visto che tutti questi processi iniziano al tramonto con la epifIsi
( O GHIANDOLA PINEALE) che inizia a produrre melatonina.
Però addormentarsi non è facile. In genere noi non crolliamo appena
appoggiamo la testa sul letto…. Prima di addormentarci abbiamo bisogno
di circa 15 minuti.
Nella prima fase del sonno si perde il contatto con la razionalità, le
percezioni si distorcono e il cervello fa delle associazioni bizzarre. Siamo
estremamente creativi, infatti molte genialità arrivano durante questa
fase…….
Niels Bohr raccontava che proprio in questa fase del sonno, pensò alla
struttura dell’atomo……
In genere le fasi R.E.M. sono quattro o cinque per notte con una durata
totale di ottanta novanta minuti.
La muscolatura volontaria in questa fase è paralizzata, non possiamo
muoverci e perdiamo completamente il comando dei nostri muscoli.
In questa fase si manifestano gli stati “allucinatori dei desideri istintuali”
indispensabili per l’economia della mente.
Nelle fasi REM avviene il recupero, la fissazione e “l’incorporazione” di
quanto appreso nello stato di veglia, nella memoria a lungo termine.
200
Infatti i neonati e i giovani presentano tempi più lunghi di sonno REM
rispetto agli anziani perché hanno maggiore capacità di apprendere. Questa
fase di “paralisi muscolare”. è
detta anche fase del SONNO PARADOSSO perché caratterizzata da eventi
tutt’altro che rilassanti. Il cervello è molto attivo ,consuma ossigeno e
glucosio come da sveglio. Avviene un completo “resettaggio” delle
memorie, una “pulizia” e riordino di quanto appreso e cancellazione di tutto
ciò che è ritenuto inutile. Una proficua catalogazione degli eventi.
( A QUANTI SARA’ CAPITATO SENTIRSI DIRE: “ma come non ti
ricordi, ne abbiamo già parlato ….) Il fatto vero è che di quell’argomento,
non vi interessava nulla…. !
La corretta elaborazione degli eventi diurni consente al soggetto di
affrontare il nuovo giorno senza ansie o depressione perché riesce a trovare
le vie su cui incanalare eventi della giornata precedente che magari lo
avevano stressato.
E’ evidente l’interdipendenza tra un sonno corretto ed una “dieta perfetta”.
Criticità del primo si rifletto nell’altra.
Il pasto della sera deve essere assolutamente leggero.
201
Devono predominare alimenti “a bassa densità” come appunto le verdure,
ortaggi, pane integrale oppure altri glucidi purché integrali e in piccole
quantità (60-80grammi).
Non debbono essere assunti eccitanti come caffè, fumo, e preferibilmente
niente alcool.
Il caffè è un alcaloide che favorisce l’aumento della concentrazione di
ormoni corticosteroidi che innescano meccanismi eccitatori. In merito
all’alcool, sappiamo che il nostro organismo non è assolutamente in grado
di metabolizzarlo. Non siamo in grado di distruggerlo o come assimilarlo
come tale . La struttura molecolare dell’alcool, indipendentemente dalla
bevanda in cui è contenuto è C2H5OH (alcool Etilico). Quando questo
arriva alla stomaco, passa immediatamente nei capillari gastrici e va
immediatamente in circolo.
Dalle vene gastriche passa alla vena PORTA ( che passa per il fegato) ,
attraversa la vena Cava, arriva al cuore , dove” infastidisce” i nodi seno-
atriale e atrio-ventricolare (strutture nervose del miocardio che hanno
funzione di pacemaker naturale, cioè determinano i ritmi cardiaci).
Dal cuore, viene spinto all’arteria polmonare che lo porta nei polmoni.
Ora Inizia ad essere espulso, seppur in piccola quantità, (caratteristico e
inconfondibile è l’odore dell’alito di colui che ha appena bevuto). Poi
202
l’altra parte ritorna al cuore tramite le Vene Polmonari quindi prende la
via del Grande Circolo e attraverso le Arterie Carotidi arriva al cervello
dove ha una “azione ritardante” le trasmissioni sinaptiche. Questo
determinerà ritardi nelle risposte motorie agli stimoli sensoriali.
Caratteristico è l’esempio del ritardo di un guidatore che ha bevuto alcool a
“vedere” , o per meglio dire, disporsi ad affrontare con i giusti tempi una
curva, oppure a percepire il modo adeguato gli spazzi utili per fare un
sorpasso………
Poi il flusso sanguigno arriva ( sempre con il Grande Circolo) dall’ Aorta ,
all’arteria Epatica e finalmente al Fegato dove inizia la trasformazione
dell’alcool etilico in” grasso”.
Se questi depositi raggiungono piccole quantità, i danni restano piccoli e
poco significanti. Se invece l’accumulo prosegue, dà origine alla “Steatosi
Epatica” con degenerazione preoccupante della funzionalità del fegato,
che addirittura aumenterà perfino il suo volume.
Anche fumare prima di andare a dormire causerà difficoltà al sonno. La
nicotina è un alcaloide derivata dalle foglie del tabacco. E’ un 3-(2=(N-
metil-pirrolidinil) piridina; è generalmente usata come potente veleno
antiparassitario in agricoltura. E’ mortale per l’uomo quando raggiunge
una concentrazione di un mg/kg, l’equivalente di circa 200 sigarette.
203
Il fumo che origina dalla combustione incompleta del tabacco e dalla carta
che lo avvolge è costituito da circa 4000 sostanze che classifichiamo come
irritanti tali sono: il catrame, monossido di carbonio, la nicotina e tali sono
l’acido cianidrico, acroleina, formaldeide, ammoniaca.
Questi causano danni immediati alla mucosa delle vie respiratorie, che
provoca tosse, produzione eccessiva di muco bronchite cronica, enfisema. Il
catrame comprende diverse sostanze tra cui il benzo- pirene e idrocarburi
aromatici. Tali sostanze sono cancerogene.
Inoltre il catrame ingiallisce i denti, contribuisce all’alito cattivo e lascia
una sensazione di amaro in bocca.
Il monossido di carbonio si lega più facilmente con l’emoglobina
riducendone la capacità di trasporto di ossigeno che comporta un minor
nutrimento per i tessuti.
La nicotina è un alcaloide naturale presente nelle foglie di tabacco, è
utilizzato in natura come potente insetticida ricordiamo a proposito la
notevole riduzione di insetti inpollinatori come le api, causato dallo
sconsiderato uso di questo alcaloide.
Quando la nicotina arriva ai polmoni passa subito nel sangue e arriva al
cervello in pochi secondi.
204
La nicotina stimola la liberazione di dopamina nel SNC e di adrenalina nel
surrene. L’effetto è eccitatorio sia nel cervello che nel corpo.
Quando la nicotina non arriva più , perché si smette di fumare, subentra un
aspetto deprimente che spinge a fumare per provare di nuovo quegli effetti
eccitatori. Questo spiega perché il fumo di sigaretta ha un effetto dopante
che genera dipendenza.
Come se non bastasse , nel fumatore pur reso consapevole dalla dannosità
di quella pratica , si crea anche una dipendenza psicologia che si manifesta
con ansia, voglia irrefrenabile di fumare, difficoltà di concentrazione.
Il fumo determina aumento della pressione arteriosa, accelera la
aterosclerosi, ostacola la circolazione del sangue dei vasi aumenta il rischio
di infarto o ictus.
Possono causare declino mentale invecchiamento precoce della pelle,
impotenza nell’uomo.
Nella donna aumenta il rischio di tumori all’utero, anticipa la menopausa
ed aumenta il rischio di osteoporosi. Inoltre si vede l’aumento del rischio
per il carcinoma polmonare, del tumore a reni e vescica perché le sostanze
cancerogene del tabacco sono eliminate attraverso i reni e ristagnano con
l’urina nella vescica.
205
Associato all’alcol aumenta il rischio di tumori all’esofago, colon e fegato.
Nella gravidanza il fumo può causare ritardo della crescita e di sviluppo
mentale e polmonare del bambino, perché la nicotina passa dalla madre al
figlio.
Il fumo riduce ovviamente le prestazioni atletiche e aumenta anche lo stress
ossidativo, aumenta il rischio di gengiviti e si è visto anche l’incremento di
ulcere duodenali.
Il fumo di tabacco è uno dei principali inquinanti dell’aria, in ambienti
chiusi e rappresenta un grave fattore di rischio anche per i non fumatori.
Il fumatore ha una diminuita capacità di percezione di odori e sapori. In
genere ha una speranza di vita inferiore di circa 10 anni rispetto al non
fumatore.
Finiamo il tema citando una frase di Oscar Wilde: “La sigaretta è quella
cosa che davanti ha il fumo e dall’altra un cretino.”
Abbiamo già visto che in piccole dosi la nicotina aumenta la frequenza
cardiaca e la funzione arteriosa, agisce sulla dopamina con i fugaci effetti
positivi sull’umore. Provoca un aumento della produzione di endorfine con
effetti sia stimolanti che rilassanti. La nicotina è una sostanza stupefacente,
il consumatore abituale sviluppa una forte dipendenza dalla sostanza.
206
I sintomi dall’astinenza sono i classici sensi di ansia. La nicotina diffusa
dalla circolazione sanguigna riesce a superare la barriera emato-encefalica e
arriva al cervello. Qui agisce sui recettori della acetilcolina. Ad alte
concentrazioni blocca questi recettori ed è questo un ulteriore motivo della
sua tossicità.
È proprio per questo che viene usata come insetticida.
La dipendenza fisica da nicotina è dovuta alla necessità del soggetto a
mantenere alti livelli di dopamina.
Dopo alcuni minuti dall’assunzione di fumo, si nota un incremento della
secrezione di HCL da parte della mucosa gastrica
. Questo può spiegare l’aumentato desiderio da fumo dopo un pasto. Però
l’effetto più strutturato sui processi digestivi è quello di bloccare le mono-
ammino-ossidasi ( MOA), causando ritardi e deficit digestivi. Rallenta i
sistemi “gastrici” come la Pompa Idrogenionica e la produzione di
mucina, questo sarà causa di aumento dell’acidità grastro- intestinale.
Tali dinamiche rallentano anche le peristalsi gastriche (i movimenti tesi a
far svuotare lo stomaco, dopo che siano tamponate le acidità) ed
aumentando così il grado di acidità, il fumo è correlato anche con le
ulcerazioni gastro-intestinali.
207
Naturalmente ci sono altre condizioni che dobbiamo attuare per ottenere
un sonno soddisfacente. Dobbiamo avere una stanza con una temperatura di
circa 20-22 gradi, priva di umidità, silenziosa, oltre che confortevole e buia.
E’ necessario accedere alla camera da letto dopo la digestione. Dobbiamo
far riposare non solo i muscoli, ma anche tutti gli organi interni. Non è
pensabile che mentre i muscoli riposano, gli altri organi lavorano. Tutto
deve riposare! ! !.
E’ necessario togliere dalla stanza qualsiasi strumento elettronico, dalla
televisione ad internet.
Non bisogna eccitare il cervello ! ! !.Il letto va solo utilizzato per dormire.
Quando non si ha sonno, o ci si sveglia non bisogna mai rimanervi. E’
necessario alzarsi, magari bere dell’acqua , e ritornare solo dopo aver
sentito nuovamente il bisogno di dormire.
Ci sono recenti studi americani pubblicati sulle riviste SCIENCE, e su THE
JOURNAL OF NEUROSCIENCE che ci indicano che l’ 80% degli adulti
soffre di un deficit del sonno.
Tale deficit lo paghiamo sotto forma di stress.
La SCIENZA DEL SONNO è cruciale per la prevenzione dopo molte
malattie degenerative del cervello, come Alzheimer, Parkinson, demenza.
Tali ricerche sono state condotte da una biologa danese, la prof.
208
Nerergaard, che dirige un gruppo di scienziati presso la Università di
Rochester nello Stato di New York.
Questi scienziati hanno iniziato cercando una “spiegazione evolutiva” del
sonno.
Dormire sembrerebbe una attività inefficiente, improduttiva e come
abbiamo visto, perfino pericolosa.
La Nerergaard ha accertato che il sonno è il momento in cui il nostro
cervello “fa le pulizie” al proprio interno, elimina la “spazzature” (scorie).
E’ l’equivalente di ciò che il sistema linfatico fa con i nostri muscoli,
eliminando l’ acido lattico generato dagli sforzi.
Questa scienziata, per analogia, ha chiamato questo sistema che agisce nel
cervello “GLINFATICO”
La esistenza e il funzionamento di questo sistema è dimostrata da questa
ricercatrice dopo numerosi esperimenti di laboratorio.
Proprio come i muscoli sotto sforzo producono “tossine”, anche il cervello
nell’attività diurna accumula “spazzatura”.
Quando siamo svegli, il sistema Glinfatico procede lentamente, non più del
5% rispetto al lavoro svolto quando dormiamo.
209
Durante il sonno, l’area occupata dal Sistema Glinfatico, dove scorrono i
fluidi del “lavaggio” cerebrale, occupa il 20% del volume del nostro
cervello.
Questi “detersivi” sono essenziali per eliminale le proteine dette BETA-
AMILOIDI e TAU, che sono associate proprio con l’ Alzheimer.
Se la conoscenza di questa “impresa di pulizia” che entra in azione ogni
notte ci rassicura,, d’altra parte ci rende allarmante la conoscenza del
deficit di sonno che affligge più o meno tutti e và addirittura peggiorando.
Altri ricercatori dell’ Università della Pennsylvania, hanno dimostrato che
se il deficit di sonno è cronico, il metabolismo cellulare subisce gravi danni
e i neuroni degenerano.
Un recente articolo del New York Times, ha riportato un dato della
National Sleep Foundation, dove questa fondazione ha elaborato che un
adulto ha necessità di dormire dalle sette alle nove ore per notte. Però negli
ultimi 50 anni, abbiamo ridotto il nostro sonno in media di due ore per
notte.
Questo certamente è una causa scatenante per una futura “epidemia” di
Alzhaimer, Demenza, Parkinson, malattie degenerative nelle quali
compaiono proprio quelle proteine che dobbiamo eliminare con il sonno.
Purtroppo la risposta non può arrivare dall’uso massiccio di sonniferi.
210
Il sistema Glinfatico lavora meno bene quando il sonno è “artificiale”.
Una sfida intelligente sarebbe invece quella della ricerca di farmaci in
grado di “surrogare “ il nostro “sistema glinfatico”, quindi capace di
ripulire il nostro cervello da quelle tossine e scorie.
Però al di là di queste nuove probabilità, dobbiamo recuperare la necessità
di vedere il sonno come un momento essenziale della nostra “dieta”,
recuperando ed adottando tutte quelle misure necessarie ad un suo corretto
utilizzo, proprio come per un necessario, indispensabile e sano
“alimento”.
LA FARMACIA NATURALE
La natura mette a nostra disposizione, quello che noi chiamiamo,
“intelligenza chimica”. Infatti ci fornisce tutti quegli elementi indispensabili
alla nostra esistenza.
Le piante sono indiscutibilmente le prime forme di vita che hanno abitato il
pianeta.
Da queste sono successivamente derivate tutte le altre forme di vita.
211
Sono loro che hanno permesso la sopravvivenza e l’evoluzione di tutti gli
abitanti del pianeta.
Sono presenti sulla Terra da circa 3 miliardi di anni. Hanno costruito le
condizioni ambientali a partire proprio dalla composizione chimica
dell’atmosfera ed hanno predisposto anche il suolo proprio per il
concepimento delle altre forme di vita. Ma soprattutto hanno sviluppato in
questi miliardi di anni, tutta una serie di proprie strategie sia ambientali che
biochimiche necessarie a difenderle contro le inevitabili aggressioni o
mutamenti che sono arrivati e arrivano sia da ogni asperità ambientale della
Terra che da “insulti” provenienti dal cosmo.
Le piante si proteggono da radiazioni elettromagnetiche, riescono a
proteggersi da qualsiasi condizione ambientale, anche alle più impensabili.
Pensiamo ai fiori che spuntano come per un miracolo nel deserto dopo una
inconsueta pioggia, oppure ai licheni che affiorano negli anfratti artici.
Queste sono in grado di produrre tutte le molecole necessarie a proteggerle
dalle radiazioni elettromagnetiche solari, oppure dal gelo siderale, o altre
asperità.
Rispondono secondo necessità ai loro predatori, anche utilizzandoli per loro
precise necessità di espansione territoriale.
212
Producono sostanze che li allontanano o li attraggono per le necessità della
propria specie.
Si propagano con semi che possono compiere percorsi brevi o addirittura
intercontinentali.
Riescono a conservare le proprie riserve alimentari senza che un solo
principio nutritizio venga perso.
Utilizzano tutti gli altri animali per far viaggiare i loro semi, secondo le
specifiche necessità della loro sopravvivenza.
Penso alle piante che producono grossi frutti, come il melo o il caco, pieni
di fibre e fruttosio che attirano grossi animali che dopo averne mangiato le
sapide polpe, defecando dopo del tempo, lasceranno i loro semi a
ragguardevole distanza dall’albero “madre”.
Oppure a piante invasive come il pioppo che conscio delle difficoltà di
sopravvivenza, genera una infinità di piccoli semi provvisti di una soffice
lanugine, simile ad ali, che li farà volare spinti dal vento, anche a molta
distanza e in ogni direzione.
Per non parlare delle erbe selvatiche che invece cercano di occupare tutti
gli spazi disponibili ed attirano gli animali perché ne mangino le parti
apicali in modo da godere tutte di una adeguata aerazione e soleggiamento,
213
costringendo l’animale a sostare per lungo tempo e a espellere durante la
sua permanenza sostanze per loro nutritizie.
Sarebbe impossibile qui descrivere e sintetizzare tutte le strategie adottate
dalle piante.
Però quello che stiamo imparando a capire è che se riconosciamo i loro
contenuti e soprattutto li rispettiamo, la nostra qualità della vita migliorerà.
Sappiamo che spesso sono utilizzate dall’uomo in modo sconsiderato,
pensiamo all’abuso degli alcaloidi “dopanti”…
Dopaminergici come le droghe, che vanno dal fumo alla morfina, che le
piante producono per tenere lontani aggressori o per richiamare
impollinatori o addirittura animali da utilizzare ( i simbiotici) con reciproci
benefici..
Alcaloidi che dovrebbero essere usati dall’uomo solo in casi di estrema
necessità e per fini curativi …
C’è un altro tema da affrontare: è quello della loro intelligenza, e se il
mondo vegetale sia in qualche modo, in grado di “ parlare o ascoltare.”
Uno studio della University of Bristol, pubblicato su “Trends in Placet
Science”, condotto dal prof. Daniel Robert, ha appurato che le piante
parlano tra loro per avvisarsi del pericolo.
214
Lo fanno rilasciando dei gas che vengono captati dalle piante vicine e
decodificati come segnale di pericolo.
Ma le piante non comunicano salo attraverso i gas, sono infatti capaci di
ascoltare ed emettere suoni da” bocche speciali : LE RADICI”.
Questi ricercatori hanno scoperto che le radici delle piante giovani
emettono e reagiscono a dei suoni particolari, simili a dei “clic”.
Questo è stato osservato nelle piante di mais da cui provenivano ticchettii a
cadenza regolare.
Queste vibrazioni sonore “che sono parole”, producono effetti concreti sulla
loro crescita e salute.
Sembra che le piante possono “origliare” le conversazioni dei vicini , e
quello che “ascoltano” ne influenzi la crescita (bene o male a seconda dei
vicini).
Questa è una nuova scoperta pubblicata, nel 2012 sulla rivista BMC
ECOLOGY, dal ricercatore prof. Ker Than, che ci dice che le piante
ricorrono a segnali acustici per comunicare tra loro.
Un’altra ricercatrice della University of Western Australia, la prof. Monica
Gagliano, ecologa evoluzionista, ha dimostrato che le piante sono in grado
di riconoscere se quello che gli cresce accanto sia o meno “un buon
vicino”.
215
Queste scoperte inducono a credere che le piante non solo possono “sentire
l’odore” di sostanze chimiche e “vedere” la luce emessa dai loro vicini, ma
possono perfino “ascoltare” i suoni emessi dalle altre piante.
In un recente studio condotto dalla pro. Gagliano e dal prof. Michael
Renton, hanno osservato che le piante di peperoncino in compagnia di
“buoni vicini” come il basilico, che inibisce lo sviluppo di “erbacce” e
parassiti indesiderati, crescevano più in fretta e più sane rispetto a quelle
più isolate.
Hanno ottenuto lo stesso risultato anche dopo aver avvolto le piante in fogli
di plastica nera, in modo da non scambiarsi eventuali radiazioni o segnali
chimici.
Le piante di peperoncino sono ugualmente riuscite ad individuare il tipo di
piante che avevano vicino.
L’ipotesi che quello che si scambiano sia una vibrazione sonora è la più
plausibile, perché i suoni si propagano facilmente attraverso numerosi
mezzi.
La conferma di questo processo si è vista con il posizionamento di
piantine di peperoncino vicino a “cattivi vicini”, come le piantine di
finocchio, che emettono sostanze chimiche che inibiscono la crescita di
216
altre piante. Oppure la meravigliosa convivenza tra le piantine di aglio con
le fragole!……
Comunque per scoprire un linguaggio universale delle piante si deve
percorrere ancora un lungo viaggio.
Sarebbe interessante scoprire se gli insetti o altri animali possono capire le
loro informazioni ed usarle per i loro scopi.
Questi ed altri ricercatori hanno dichiarato di aver capito questa attività
comunicativa. Però non sono in grado di spiegarla in modo compiuto,
almeno per il momento !
Altresi, molti ritengono che i segnali acustici, potrebbero essere utilizzati,
in modo rapido e semplice per le piante, per identificare i loro vicini e
anticiparne le mosse.
Comunicare con segnali chimici comporta una produzione di molecole e
recettori specifici, che risulta più costoso dal punto di vista energetico.
La professoressa Galiano ipotizza anche una ricaduta economica
vantaggiosa nella decifrazione del linguaggio delle piante, immagina il
vantaggio, che sia l’ecosistema, che gli agricoltori trarrebbero se invece di
ricorrere a pesticidi o fertilizzanti, potranno utilizzare suoni per inibire o
incoraggiare la crescita delle piante.
217
Altra conferma ci viene fornita da alcuni viticultori italiani, che per ottenere
una produzione migliore, hanno iniziato a diffondere musiche “melodiose”
nei loro areali.
Tutte queste recenti scoperte hanno reso attendibile l’ipotesi delle piante
“parlanti e capaci di emozioni”.
Al proposito è stato diffuso un video dove uno scienziato Sud Africano
Lyall Watson, mostrava che le piante provassero emozioni rilevabili con la
macchina della verità.
Llyal pone in una stanza due vasi vicini con piante simili (comuni piante
da appartamento)
Poi fa entrare un uomo che si avvicina ad una di esse e la aggredisce
sradicandola, e lasciandola in terra.
Il ricercatore fa uscire l’aggressore e collega le foglie della pianta non
aggredita, alla macchina della verità.
Quindi fa entrare altre persone e annota che i tracciati prodotti, non rilevano
alcun picco.
Poi fa entrare nella stanza l’aggressore.
Dal tracciato si notano forti segnali: la Pianta ha riconosciuto
l’aggressore !!!!!
218
Sappiamo che dobbiamo affrontare un mondo completamente nuovo, però è
da questo che possiamo arrivare a quelle conoscenze minime che
garantiranno agli umani una vita sana e ecologicamente compatibile, in
grado di raddoppiare le nostre aspettative di vita.
Sappiamo che circa il 70% delle morti annuali degli uomini sono dovute a
dinamiche alimentari sbagliate.
Conosciamo le difficoltà cognitive e relazionali dovute a stile di vita
sballati.
Città trasformate in presidi del mal essere, tossicità innalzate a innocue e
“meravigliose” trasgressioni …..
Dobbiamo vivere la natura, conoscerla per rispettarla.
C’è un universo inesplorato di opportunità che sommessamente e con
assoluta modestia e rispetto, cerchiamo di capire.
Non esiste nulla in natura che non abbia uno scopo preciso e…. benefico.!
E’ soltanto il nostro agire folle che può trasformare ogni cosa in pericolo e
danno.
Ora cerchiamo di vedere alcuni dei preziosi presidi che la natura ci offre:
219
FITONUTRIENTI
Il termine “phyto” deriva dal greco e significa pianta (nutrienti della
pianta). Sono composti organici che hanno effetti benefici per la salute
umana. Frutta fresca e secca, ortaggi, cereali, legumi, tè ecc. ne sono ricchi
e ci aiutano a prevenire le malattie. Sono molecole simili alle vitamine e
contribuiscono a regolare le funzioni corporee. Migliaia di questi sono
all’opera nel corpo per ottimizzarne i processi metabolici. Debbono essere
assunti in quantità notevole e allo stato attuale delle nostre conoscenze
possiamo dire che hanno:
proprietà antiossidanti
potenziano sistema immunitario
potenziano la comunicazione tra le cellule
controllo del metabolismo degli ormoni estrogeni
possono essere metabolizzati come vitamine , oppure sono proto -vitamine
o precursori delle vitamine.
possono causare la morte delle cellule tumorali
riparare danni cellulari provocati dal fumo o altre sostanze tossiche
possono detossificare i carcinogeni attivando sistemi enzimatici specifici
Sono questi meccanismi attraverso i quali i fitonutrienti possono
proteggere la nostra salute.
220
Si è visto studiando popolazioni che hanno un elevato consumo di frutta e
verdura, una riduzione del rischio a sviluppare alcuni tipi di tumore e
patologie cardiache. È certo che gli studi sono ancora ai primi passi.
Si è visto che alcuni fitonutrienti sono efficaci solo se associati ad alcune
vitamine, in particolare la vitamina E, che ha forte proprietà antiossidante.
Però altri potrebbero essere inefficaci.
Per concludere, l’unica certezza che abbiamo per ridurre l’incidenza di
malattie cardiache o tumorali, è aumentare il consumo di frutta, verdura,
cereali e alcuni tipi di tè (verde o nero), il caffè verde (da non confondere
con quella che è, al momento, la più diffusa bevanda del pianeta).
Le classi di fitonutrienti sono:
carotenoidi
flavonoidi (polifenoli) e isoflavoni (fitoestrogeni)
fosfati di inositolo (fitati)
isotiocianati e indolo
fenoli e composti ciclici
solfuri e tioli
terpeni
221
I carotenoidi sono coloratissimi pigmenti liposolubili (giallo, arancione e
rosso) che le piante utilizzano per proteggersi da danni che possono arrivare
durante la fotosintesi (conversione di energia solare in energia chimica).
Negli organismi umani hanno 2 funzioni:
sono metabolizzati come vitamina A
esercitano azione antiossidante.
Sono stati identificati circa 600 carotenoidi, almeno 50 sono precursori
della vitamina A (carotenoidi provitamina A) e come tali li metabolizziamo.
Di quelli non provitamina A, ma con grandi proprietà antiossidanti e
antiradicali, ricordiamo: la LEUTINA, il LICOPENE, la
ZEAXANTINA.
Un’elevata assunzione dietetica di carotenoidi, offre un’efficace
protezione contro alcuni tipi di cancro (polmoni, pelle, collo dell’utero,
tratto intestinale), dalla degenerazione maculare senile, dalla cataratta e
altre patologie dovute a danni ossidativi provocati da radicali liberi. Si è
visto inoltre che la somministrazione di Beta-carotene sintetico non ha
alcun effetto positivo nel contrasto alle dette patologie.
Dal che si può pensare che questo effetto è efficace se agisce insieme ad
altri elementi antiossidanti naturali come la vitamina C, la vitamina E o il
Selenio.
222
Non dobbiamo dimenticare che una massiccia assunzione di carotenoidi si è
dimostrata protettiva per le malattie cardio-vascolari. Uno dei motivi è
sicuramente la riduzione di grassi saturi e di colesterolo e ad una maggiore
quantità di fibre. Il tutto è sicuramente più salutare trattandosi di regime
prevalentemente vegetariano.
Per merito delle loro attività antiossidanti, i carotenoidi possono proteggere
dall’aterosclerosi prevenendo il danno ossidativo delle LDL. Tuttavia i
carotenoidi sono meno efficaci nel proteggere dall’ossidazione del
colesterolo LDL rispetto alla vitamina E. Preciso ancora che i prodotti
sintetici non hanno alcuna efficacia.
In quanto ad azione antiossidante, è il licopene (molto presente nel
pomodoro rosso) che ha un’attività superiore rispetto ai Beta-carotene.
I carotenoidi sono contenuti in tutti gli alimenti vegetali. Più elevata è
l’intensità del colore, più elevato è il contenuto di carotenoidi. Negli ortaggi
a foglia verde predomina il Beta-carotene. Nella frutta, nelle verdure
arancione come la carota, il mango, le albicocche e la patata dolce, pur
avendo la Beta-carotene, hanno in quantità elevata i carotene provitamina
A.
223
Le verdure con colore giallo, cioè le xantofile, hanno carotenoidi gialli con
bassa azione antiossidante, però hanno un alto contenuto di leutina, che
svolge una forte azione antiossidante.
I piccoli frutti rossi e blu ed anche le verdure con la stessa tonalità, come il
pomodoro, cavolo rosso, le more, le prugne con tengono un’elevata quantità
di carotenoidi non precursori di vitamina A, quindi fortemente
antiossidanti.
I legumi, i cereali e i frutti in grani (es.: melograno) contengono
carotenoidi. Infine li troviamo in alcuni alimenti di origine animale,
esempio: il torlo d’uovo, il salmone, alcuni molluschi, il latte e nel
pollame (non allevato).
I FLAVONOIDI (polifenoli) e ISOFLAVONOIDI (fitoestrogeni)
Sono pigmenti vegetali idrosolubili. Tra i più noti ricordiamo la genetina
(soprattutto nella soia), la quercitina (nella cipolla), la esperidina (nei frutti
citrini). Sono molto efficaci per aumentare la stabilità metabolica e la
resistenza dei capillari, la Rutina (si trova nella frutta e verdura associata
alla vitamina C), è nota per regolare il fattore della permeabilità dei
capillari.
La rutina rende più facile l’assunzione di acido ialuronico (si trova nelle
articolazioni e tessuti connettivi), rafforza le proprietà della vitamina C
224
impedendone l’ossidazione. È utile nelle perdite frequenti di sangue che
possono essere dovute a fragilità dei vasi. È anche un aggregante piastrinico
e antiossidante.
La Quercitina è in grado di bloccare il sorbitolo collegato a problemi
diabetici, inoltre per la sua proprietà antiossidante protegge da
aggregazioni di colesterolo LDL.
Un altro flavonoide come le antocianine dei mirtilli, del cavolo rosso,
dell’uva proteggono la retina dalla cataratta.
La Narginina del pompelmo e altri agrumi svolge una utile azione
anticancro.
NON-FLAVONOIDI:
Gallogene: si trovano: fragole, mirtilli, lampone
Cumarina: si trova: fragole, ciliegie, albicocche, cannella, lavanda,
liquirizia-
la cumarina in genere ha una proprietà di antiaggregazione piastrinica, unita
ad un glucoside, forma il DICUMAROLO che è presente in tutti gli
anticoagulanti. Può svolgere azione antitumorale.
Gruppi di FLAVONOIDI:
antocianine (dal greco: fiore –blu- verde): si trovano in fiori e frutti. Il
colore varia dal rosso al blu. Proteggono le piante dai raggi ultravioletti
225
quando la produzione di colorofilla e cere non è ancora iniziata. Alimenti
ricchi di antocianine sono il ribes,il mirtillo, ciliegia, cavolo rosso, l’uva, le
fragole, il sambuco e le bacche in genere.
In minor quantità si trovano nelle banane, asparagi, piselli, pere, patate. Si
trovano solo sulle piante superiori e mai in animali, microorganismi o
piante acquatiche. Ciò perché queste sostanze originano dalla fotosintesi e
richiedono una elevata luminosità.
Hanno un elevato potere antiossidante e antiradicalico. Proteggono la
fragilità dei capillari, dai processi di invecchiamento, dalle modificazioni
cellulari causati dall’ossigeno, come processi infiammatori e modificazioni
cancerogene.
Si utilizzano anche come indicatori di pH virando dal rosso al blu quando
aumenta l’alcalinità o l’acidità.
Gli antociani sono utilizzati anche come additivi alimentari in qualità di
rosso antociano (E 163), nelle marmellate e altri alimenti con pH acido
come lo yogurt
Industrialmente le antocianine si estraggono dalla buccia dell’uva rossa.
L’estrazione avviene con l’acidi diluiti, quindi per l’essicazione si ottiene
una polvere idrosolubile ricca di questi pigmenti.
LE CATECHINE:
226
si trovano nel tè, nel vino rosso, uva e frutti di bosco, questi fitonutrienti si
sono mostrati capaci di combattere il cancro. Le catechine sono un derivato
del TANNINO che conferisce proprietà astringenti e sono molto efficaci
per prevenire la formazione di agenti cancerogeni, attivano le difese
detossificanti dell’organismo.
Possono operare come agenti antivirali ed antibatterici, regolano il
colesterolo e la pressione del sangue.
FLAVONONI: negli agrumi
FLAVONI: frutta e verdura
FLAVONOLI: frutta, verdura, tè, vino rosso.
Il tè è la bevanda più consumata, dopo l’acqua. Gli effetti benefici di
questa bevanda sono dovuti a composti fenolici, chiamato “flavonoidi”. Il
tè verde contiene flavonoidi più semplici, noti come “catechine”. La
fermentazione ossidativa a cui vengono sottoposte le foglie per ottenere il
tè nero, trasforma le catechine in flavonoidi più complessi che sono le
“teaflavine” e le “tearubigine” Tutti i flavonoidi sono solubili in acqua ,
pertanto più il tè è tenuto in infusione, più i flavonoidi sono presenti nella
bevanda . Il picco dell’attività antiossidante del tè, si raggiunge dopo circa
30 min.
227
E’ stata vista una loro notevole azione anticancro indotto da agenti
chimici.
ISOFLAVONI (FITOESTROGENI):
ne è ricca la soia, sono una classe di fitonutrienti, che chiamiamo
fitoestrogeni o “ormoni” delle piante, che mimando quelli umani, danno
molti benefici.
Si trovano oltre che nella soia, nei piselli ed altri legumi. Alcune ricerche
hanno dimostrato: la loro capacità ad impedire la formazione della placca
arteriosa; di riduzione del tumore al seno, bloccando gli effetti cancerogeni
degli estrogeni umani; possono prevenire il cancro alla prostata riducendo
la crescita cellulare; stimolano la formazione di materiale osseo e ne
inibiscono il riassorbimento.
Gli isoflavoni hanno proprietà antiossidante del colesterolo LDL
proteggendo così il sistema cardiovascolare (impedendo la formazione delle
placche).
FENOLI: compostici ciclici
Alcuni impediscono la formazione di nitrosammina, contribuendo in questo
modo a fermare lo sviluppo del cancro.
Inibiscono gli enzimi che possono trasformarsi in oncogeni.
228
Nelle classe dei fenoli sono compresi gli isoflavoni (soprattutto della soia)
ed i più protettivi sono la Genestina ed i DAIDZEIN.
L’assunzione alimentare di questi composti riduce il rischio di malattie
cardiache in quanto impediscono l’ispessimento del sangue, oltre alla
riduzione dell’osteoporosi, attenuazione delle complicanze che
intervengono con la menopausa ( vampate di calore, sbalzi di umore
ecc….) A questo proposito, un cenno dobbiamo farlo alle comunità
femminili asiatiche che non manifestano tali “complicanze” con il
sopraggiungere della menopausa. Questo è dovuto all’ utilizzo molto
alto di SOIA nella loro dieta .
Un altro fenolo, il Resveratrol che si trova nel vino rosso, uva, frutti di
bosco e le arachidi, riduce il rischio di patologie cardiache e cancerogene
ACIDO ACETIL SALICILICO
Questa molecola è nota sin dal tempo della civiltà Sumerica (3000 a.C.).
Era stata trovata da queste popolazioni nella corteccia del salice (alba).
Avevano visto che essiccando una parte della parete del tronco, ottenevano
dei cristalli che avevano grandi proprietà curative e analgesiche.
229
Parla anche delle proprietà curative della pianta del salice anche lo scrittore
greco Erodoto (V secolo a.C.) nel libro “Le Storie”.
Ippocrate, noto medico greco del V secolo, parla dei rimedi ottenuti
dall’assunzione di infusi delle foglie e della corteccia di tale pianta.
Anche gli indiani dell’America precolombiana , hanno conoscenza delle
proprietà curative di quella pianta e lo utilizzano. Però la sua
industrializzazione, con la sintesi in laboratorio, avviene nel 1899 ad opera
di un chimico francese.
Dobbiamo ai tedeschi la costruzione sintetica del principio attivo della
molecola. Questi brevettano tale sostanza con il nome di ASPIRIN. La ditta
proprietaria del brevetto è la Bayer. Il nome Aspirina deriva da un
connubio di diversi motivi: “A” indica la terminazione acilica della
molecola, – “spir” deriva dalla abbreviazione del nome di un vegetale
contenente tale molecola “ la spirea” – “in” è il suffisso con cui i tedeschi
indicano i prodotti farmaceutici.
Come nota di cronaca, indichiamo che il brevetto di tale sostanza è scaduto
in tutti i Paesi del Mondo…… ad eccezione dell’Italia che ( unica al
mondo) ancora oggi continua a pagare i diritti alla BAYER. ! ! ( in
ITALIA, il prezzo al pubblico di tale farmaco è il più alto al MONDO).
230
L’azione dell’acido acetil salicilico (l’aspirina) ha le proprietà di
combattere stati infiammatori e febbrili. Blocca l’azione degli enzimi
COX1 e COX2 (sono delle ciclo ossigenasi che rispettivamente
impediscono: COX2 , si trova nelle cellule endotelialili, blocca la
formazione delle prostaglandine e delle prostacicline – sono degli ormoni
locali prodotti negli stati infiammatori e trasmettono impulsi dolorosi al
cervello nella zona dell’ipotalamo, e intervengono nella modulazione della
temperatura corporea; bloccando l’enzima COX1, che si trova nelle
piastrine, impedisce la produzione dei “trombassani” che sono coinvolti
nel processo di coagulazione del sangue, e di conseguenza la
trasformazione della fibrina in trombina…., in questo modo impedisce
l’aggregazione piastrinica e determina l’aumento della fluidità del sangue).
Il principio attivo di questa molecola è definito come FANS (farmaco non
steroideo), blocca sia il COX1 che il COX2.
Il COX2 lo troviamo nelle cellule dell’epitelio endoteliale
gastrointestinale, il blocco di questo enzima causa anche il blocco della
pompa idrogenionica (rimangono ioni H+ liberi nell’ambiente dello
stomaco) delle cellule dell’epitelio gastroendoteliale e viene bloccata
l’attività cellulare tesa a tamponare l’aumentata acidità .
231
Questo potrà essere causa di ulcerazioni, sanguinamenti nello stomaco o
nell’intestino. Al fine di evitare tale inconveniente, questo farmaco deve
essere assunto in concentrazioni basse, unitamente a gastro protettori, o
quanto meno sempre a stomaco pieno.
Il blocco del COX1 invece faciliterà un’aumentata fluidità del sangue,.
Per questo, basse concentrazioni (fino a 70 mg) vengono utilizzate per la
prevenzione o cura a problemi cardiovascolari (infarto), in questo modo il
farmaco è noto come cardioaspirina.
Non deve essere mai assunta da donne in gravidanza o in casi di
emorragie.
Oggi sono stati scoperti nuovi farmaci antiinfiammatori non steroidei
( FANS) che hanno una azione inibitoria selettiva per la COX2. In tale
modo si evitano gli effetti collaterali a carico dello stomaco e
dell’intestino. Infatti si usano in alternativa come antiinfiammatori, il
“paracetamolo”, oppure nei casi di infiammazioni articolari, “l’
Ibuprofene”. Questi principi attivi hanno una gastro-tossicità molto meno
marcata, proprio perché non bloccano l’enzima ciclo ossigenasi 2 (COX2) .
Però abbiamo visto che una sana attività analgesica e protettiva , quindi in
grado di non ledere la funzionalità di questi enzimi, ci può essere fornita da
estratti di alghe, come nell’apposito capitolo sarà spiegato.
232
NITRATO DI SODIO:
Sono utilizzati nell’industria alimentare per la colorazione e conservazione
anche di carni insaccate. Aiuta a stabilizzare il colore e a potenziare il
sapore. Svolge un importante azione antibatterica.
Nell’ambiente acido dello stomaco o a seguito di surriscaldamento
(frittura), i nitrati possono trasformarsi in nitrosamine che sono
cancerogene.
E’ necessario che i produttori di queste carni, aggiungano acido ascorbico
(vitamina C) per impedire la produzione delle nitrosamine cancerogene.
TERPENI:
Sono biomolecole formate da multipli dell’unità isoprene C5H8.
Sono terpeni: il geraniolo, il mentolo, il limonene, lo squalene (nell’olio di
fegato dello squalo), la canfora.
Il genariolo: è un alcool terpenico linfatico presente in molte essenze
estratte dalle piante. E’ un liquido oleoso dall’odore piacevole. E’ solubile
in etanolo e in etere e si utilizza in profumeria.
233
Caratterizza l’aroma di alcuni vini. E’ estratto da fiori e dalle foglie del
geranio. Negli alimenti lo troviamo nell’arancia, nel bergamotto, nella noce
moscata, nella carota e nel mirtillo.
Ha una attività chemioprotettiva, nelle neoplasie e nelle malattie
cardiovascolari.
La formula è: C10H18O
Sperimentalmente è attivo contro le neoplasie mammarie ed intestinali.
Il mentolo: è un acool chirale (non sovrapponibile nell’immagine speculari,
come le mani in uno specchio). A temperatura ambiente è un solido bianco,
dal caratteristico odore, è irritante.
Si estrae dalla menta piperita. La formula è: C10H20O.
Viene utilizzato per alleviare il mal di gola, come analgesico contro i
crampi o strappi muscolari, mal di testa.
Svolge questa azione perché è agonista di recettori “oppioidi-k” quindi per
la serotonina, responsabile dell’umore. Inoltre è usato come
decongestionante ed è presente nei prodotti usati contro le scottature. Si
utilizza per produrre l’irritazione contro il mal di gola, per l’igiene orale,
come dentifricio, collutorio ed additivo per caramelle e gomme da
masticare.
234
Le canfore: sono chetoni ciclici , la formula è: C10H16O, sono derivati
dall’ossidazione di un multiplo del terpene (C10H16). E’ una sostanza
cerosa, bianca, dal forte odore.
E’ estratta dal legno di una pianta (Laurus Canphore).
Comunque la troviamo in numerosi vegetali quali l’alloro, il basilico, il
coriandolo, la maggiorana, il rosmarino e la salvia.
La canfora è velocemente assorbita dalla pelle e produce una sensazione di
raffreddamento simile al mentolo.
Oggi è utilizzata in Asia come aromatizzante per dolci. In Europa non è
consentito l’uso alimentare, elevate quantità sono tossiche.
Il limonene: è un idrocarburo classificato come terpene ciclico, la formula
è: C10H16.
È incolore ed ha un forte odore di arancio, di limone, a seconda della
composizione chirale.
Nell’industria alimentare è utilizzato come insaporitore.
È utilizzato anche come solvente per la pulizia di superfici dove rimuove
sostanze grasse. Si utilizza pure come biocarburante (nei modellini).
Nell’utilizzo come solvente ha il vantaggio di essere meno tossico di altri
solventi come la trementina o l’acqua regia.
235
Recenti studi hanno dimostrato proprietà anticangerogene incrementando i
livelli di enzimi epatici utili alla neutralizzazione dei carcinogeni.
I FLAVONOIDI: vengono raggruppati con il nome di vitamina P. sono
riconoscibili come pigmenti dei fiori e soprattutto dei frutti e delle foglie. Il
nome deriva da Flavus=biondo. I colori dei vegetali dipendono dal ph e
dalla chelazione con certi ioni metallici, ad esempio il blu con Fe+++ e
Al+++. Un preciso gruppo di flavonoidi, le antocianine sono responsabili
del colore rosso, blu o violetto. Sono importanti anche per i processi di
impollinazione (attirando insetti).
Le antocianine (dal greco fiore-blu-verde) si trovano in fiori e frutti. Il
colore varia dal rosso al blu.
Proteggono le piante dai raggi ultra-violetti quando la produzione di
clorofilla e cere non è ancora iniziata.
Alimenti ricchi di antocianine sono il ribes, ciliegia, cavolo rosso, l’uva, la
fragola, il sambuco e le bacche in genere.
In minor quantità si trovano nelle banane, asparagi, piselli, pere, patate.
Si trovano solo sulle piante superiori e mai in animali, microorganismi o
piante acquatiche.
236
Ciò perché queste sostanze originano dalla fotosintesi e richiedono una
elevata luminosità.
Hanno un elevato potere antiossidante e antiradicalico. Proteggono la
fragilità dei capillari, dei processi di invecchiamento, dalle modificazioni
cellulari causate dall’ossigeno, come i processi infiammatori e
modificazioni cancerogene
(si utilizzano anche come indicatori di pH virando dal rosso al blu quando
aumenta l’alcalinità).
Gli antociani sono utilizzati anche come additivi alimentari in qualità di
rosso antociano (E 163), nelle marmellate e altri alimenti con pH acido
come lo yogurt.
Industrialmente le antocianine si estraggono dalla buccia dell’uva rossa.
L’estrazione avviene con acidi diluiti, quindi per essiccazione si ottiene una
polvere idrosolubile ricca di questi pigmenti.
I bioflavonoidi mantengono il buon funzionamento del sistema
immunitario, cardiovascolare, epatico, dermico, neuropsicologico e
prevengono possibili patologie a loro carico.
237
Riducono la fragilità dei capillari e di conseguenza gli edemi e gonfiori
degli arti inferiori, contrastano la ritenzione idrica, la cellulite, le vene
varicose, alleviano le ulcere, sanguinamento gengivale, diminuiscono i
disturbi della retina di natura ipertensiva o da diabete ed in generale
migliorano la visione con scarsa luce.
Esercitano in sintesi, una azione protettiva dei tessuti connettivi che
circondano i capillari ed i piccoli vasi sanguigni, legandosi con le proteine
(da questo il nome di vitamina P)
Così il tessuto connettivo accresce il suo tono e viene trattenuta lontano la
tendenza alla rottura dei piccoli vasi.
Insieme ai carotenoidi donano ai vegetali le varie sfumature di colori.
Li troviamo anche in tutti i liquidi ottenuti dalla lavorazione di frutti, come
il vino, i succhi, il thè.
La loro scoperta risale agli anni 90 quando si scoprì che queste sostanze
erano in grado di proteggere dall’ossidazione la vitamina C e interagire con
essa.
Ad oggi se ne conoscono più di 4000. Sono degli ottimi spazzini dei
radicali liberi. Consentendo la prevenzione dai danni ossidativi, riducono
accumuli di colesterolo e piastrine scongiurando restringimenti e patologie
cardiovascolari e aterosclerosi.
238
Hanno azione antivirale, anti tumorali e anti neuro degenerative.
Si sono accertate proprietà estrogeniche che hanno dato la possibilità di
sostituire le terapie ormonali, causanti irregolarità come disturbi mestruali,
con composti di Flavoni.
I più conosciuti sono:
la Apigenina, Baicalina, Betanina , Catechine(mela e tè verde) Citina,
Diasmina, Epicatechina(cacao e tè verde) Esperitina (arancia,limone e
pompelmo)Genestina, Luteolina, Narginina (arance limone pompelmo)
Pinocembrina (miele propoli/del polline del fiore) Pycogenolo,
Quercitina (biancospino,calendula, camomilla,cipolla, ginko
biloba,ippocastano,luppolo,mela,mirtillo,tè verde), Rutina (agrumi,
eucalipto,grano saraceno, menta piperita rabarbaro,vino rosso)
Il fabbisogno quotidiano di bioflavonoidi viene valutato nell’ ordine dei 50-
200 mg al giorno.
Si assorbono nell’ intestino, dal quale passano direttamente al flusso
sanguigno.
L’ eccesso di questi non è tossico e viene eliminato attraverso il sudore e le
urine.
239
Sintomi carenziali sono, come per la vitamina C, emorragie, ematomi,
edemi, infiammazioni, stress psico-fisico, maggiore invecchiamento,
esposizione superiore agli attacchi virali.
Antagonisti dei bioflavonoidi sono: lo stress, l’alcool, fumo, cortisonici,
l’acido acetil salicilico, la caffeina, antibiotici.
Agonisti sono la vit. C e Sali minerali come Calcio e Magnesio.
INOSITOLO: essenziale e può essere di origine endogena o esogena.
E’ presente in molti alimenti ed è considerato una vitamino-simile e come
tale è indicato come vitamina B 7.
Nei vegetali si presenta sotto la forma di “fitato” che è indicato anche nella
“famiglia” degli antinutrienti perché lega i minerali rendendoli
indisponibili.
Si trova nella crusca, cereali integrali, germe di grano, agrumi, lievito di
birra.
Nel fegato avviene la produzione endogena.
L’inositolo ha una formula molecolare simile al glucosio, da cui differisce
per una diversa sequenza..
E’ sintetizzato dal glucosio 6-fosfato a seguito della glicolisi.
240
Come le vitamine del gruppo B è idrosolubile, quindi ben tollerato anche
per quantità eccessive e facilmente eliminato.
Sappiamo che è attivo nelle membrane cellulari dove partecipa ai sistemi
di controllo delle attività cellulari.
Stimola la produzione di Lecitina che è un fosfo-lipide (lipide+acido orto-
fosforico H3PO4), che si trova nelle strutture delle nostre membrane
cellulari, delle quali è il principale costituente.
A livello epatico è utilizzato per la sintesi di un enzima, la LCAT ( lecitina-
colesterolo-acil-transferasi) capace di esterificare il colesterolo secondo
questa reazione:
LECITINA+COLESTEROLO=LISOLECITINA+COLESTEROLO ESTERIFICATO
L’ LCAT aggancia l’acido grasso polinsaturo presente nella posizione 2
della lecitina e la trasferisce al colesterolo, esterificandolo.
In questo modo il colesterolo è trasferito ai tessuti in modo corretto.
La lecitina-colesterolo-acil-transferasi, facilita anche l’incorporazione del
colesterolo in eccesso nelle HDL, che lo veicolano al fegato.
Questo è particolarmente importante perché è solo dal fegato che il
colesterolo può essere allontanato dal nostro organismo, e attraverso la
bile , viene riversato nell’intestino ed eliminato con le feci (una piccola
parte può essere riassorbito)
241
L’azione della lecitina è quella di ripulire i nostri vasi dai grassi che vi si
depositano.
Inoltre rientrando nella composizione della bile, contribuisce a solubilizzare
il colesterolo, evitando la formazione di calcoli alla cistifellea.
Impedisce al fegato di accumulare troppi lipidi evitando la STEATOSI
(ingrassamento del fegato)
L’inositolo aiuta anche il cervello negli stati di ansia, depressione o stress
psichico (è ritenuto un blando sedativo)
ISOTIOCIANATI: contengono nella loro struttura un atomo di zolfo,
responsabile del caratteristico odore prodotto dalla cottura del cavolo, o
altre crucifere.
In natura, tali molecole, scoraggiano l’aggressione alla pianta da parte di
insetti ed erbivori, proprio per l’odore ed il sapore “pungente”.
Nell’uomo sembra che svolgano la medesima attività protettiva contro le
cellule tumorali impedendone la “carcinogenesi”, attuando il blocco del
loro nutrimento (apoptosi).
Il più noto degli isotiocianati è il Sulforafano (si trova in cavoli, broccoli,
senape ecc. ), è molto attivo contro i carcinomi del colon, mammella,
prostata, vescica.
242
TIOLI: sono composti simili agli alcoli. Il tiolo è caratterizzato da un
gruppo funzionale S-H. Differiscono perché l’ossigeno del gruppo
funzionale alcolico (OH) è sostituito con lo zolfo--- (R-S-H)
Hanno un intenso odore sgradevole. A causa del legame S-H, meno forte
del legame O-H, i tioli sono acidi più forti degli alcoli, perché il legame S-
H è meno forte, i tioli hanno una azione ossidante molto forte…
Si trovano nelle catene laterali dell’amminoacido Cisteina (che è un tiolo) e
ne determina la conformazione.
Li troviamo negli anticorpi, dove formano ponti disolfuro. Sono per questi
motivi degli anti-batterici (sulfamidici)
Sono Tioli: il Glutatione, il Coenzima A. Li troviamo anche nei capelli. I
ponti di-solfuro, sono responsabili dei capelli ricci, mentre la loro
“riduzione” dona capelli lisci.
tioli che non danno cattivi odori, li troviamo nel pompelmo (mercaptano
del pompelmo) dove è causa del caratteristico odore.
I tioli sono causa dello sgradevole odore delle feci. Sono utilizzati anche in
aggiunta al metano per rilevarne eventuali perdite.
243
FARMA-ALIMENTI:
Sono biomolecole complesse dalla comprovate attività benefiche e
protettive sia per la nostra salute fisica che psichica.
Per le loro attività funzionali li allineiamo tra gli alimenti ed i farmaci.
Sono sostanze biologiche concentrate, aventi attività “preventive”,
riequilibrative, terapeutiche a livello psico-fisico.
Questi associano ai fattori nutrizionali le loro proprietà “farmaceutiche
naturali”.
Pertanto forniscono una alimentazione arricchita di molecole utili contro
possibili malattie, invecchiamento, contro agenti patogeni esterni, radicali
liberi,stress.
D’altro canto esistono alimenti ai quali vengono aggiunte specifiche
sostanze che rendono il cibo funzionale al nostro benessere.
Esempio di questo è il latte, lo yogurt, addizionati con Coenzina Q 10,
Steroli, Omega 3-6, vitamine; oppure bevande, succhi di frutta, biscotti,
cereali per la colazione, anche le patate al Selenio, barrette energetiche con
aminoacidi vari e vitamine varie, i fiocchi di mais con aggiunta di acido
folico (detto anche folacina o vit.M) e Sali minerali…
244
Però è da rimarcare che l’efficacia di questi alimenti così trattati non è
ASSOLUTAMENTE la stessa delle medesime sostanze quando sono state
ottenute dall’alimento originario.
Infatti si è accertato che i processi di attivazione delle loro proprietà
farmacologiche sono molteplici e sono dovuti all’interazione con altre
molecole presenti nell’alimento originale.
Quindi tutte queste aggiunte serviranno veramente a poco, proprio perché
sono attivazioni multi direzionali.
Nel gruppo dei farma-alimenti indichiamo:
Acidi grassi polinsaturi: Omega 3 e Omega6 -sono indicati come vit. F. Si
trovano nei lipidi, hanno azione protettiva del sistema cardio-circolatorio
dove prevengono i depositi di LDL (colesterolo cattivo), di trigligeridi, di
coaguli del sangue, forniscono protezione al sistema nervoso.
Mantengono elastiche le membrane cellulari, conservano il derma in buone
condizioni.
Si trovano: frutta secca, legumi, olio di oliva, pesce azzurro, uva,
zafferano, verdure a foglia verde, semi oleosi.
Acido antranilico: si trova negli oli essenziali estratti da: gelsomino, e dalle
foglie dell’arancio. E’ un intermedio della biosintesi di un amino-acido
245
essenziale, il TRIPTOFANO, che è un amino-acido funzionale alla salute
dell’apparato neuro-psichico. E’ anche un intermedio nella bio-sintesi di
anti-biotici quali la ACTINOMICINA.
Acido ascorbico: conosciuto come vitamina C : Ha una grande proprietà
antiossidante, quindi contrasta i radicali liberi. Partecipa alla sintesi di vari
amminoacidi, collagene, ormoni. Rafforza i vasi sanguigni, protegge
l’apparato dermico, protegge dallo stress.
Si trova nella frutta e verdure fresche, agrumi, fragole, frutti di bosco, kiwi,
peperoni, pomodori, verdure a foglia verde.
Acido Folico: detto vitamina M, è fondamentale per il metabolismo di
amminoacidi, fosfolipidi, interviene nella formazione dei globuli rossi,
sintesi del DNA, nello sviluppo neuro-psichico. Si trova : arance, legumi,
lievito di birra, verdure a foglia verde, uova. Viene indicato anche come
acido pteroil-(mono)glutammico o folacina o vit. B9 . E’ stato scoperto nel
1939.
L’acido folico, come tale non è attivo, lo è nella forma di TETRA-IDRO-
FOLATO. Soltanto come tale viene assorbita dall’organismo. E’ una vit.
Idrosolubile del gruppo B. E’ necessario per tutte le reazioni di sintesi,
246
riparazione e metilazione del DNA. E’ essenziale per il metabolismo di un
particolare amminoacido: l’OMOCISTEINA.
Una concentrazione plasmatica di questo amminoacido, superiore ai 10
micro-mol /dl è stata associata , con assoluta attendibilità, alla prossimità di
gravissime patologie circolatorie, come l’infarto o l’ictus. La Omocisteina
è un peptide che è conseguentemente alto nei regimi alimentari basati sul
consumo di carne. Una elevata presenza di Omocisteina è sicuramente più
pericolosamente indicativa di un’alta concentrazione plasmatica di
colesterolo…… Oggi gli Ospedali più attrezzati utilizzano questa indagine
sulla Omocisteina come “marker” per la prevenzione di eventi come
l’infarto, o l’ictus, in genere mortali.
L’acido Folico, viene normalmente usato dal nostro organismo per
produrre i globuli rossi e prevenire forme di anemia. Questa B9 viene
oggi usata in moltissimi paesi per fortificare le farine alimentari. Tale
fortificazione ha ridotto l’incidenza delle malformazioni neo-natali,
particolarmente di quelle a carico del sistema nervoso centrale, come le
disfunzione del Tubo-Neuronale, malformazioni del cranio e malformazioni
cardiache. Nella donna che decide di concepire, in Italia è prescritta
l’assunzione di almeno 4 mg. al giorno di acido folico per prevenire
247
l’insorgenza di queste gravi malformazioni fetali. La assunzione
preventiva, con quelle dosi predette deve avvenire da un mese prima del
concepimento e fino al quarto o quinto mese dopo il concepimento.
ACIDO LIPOICO:
Detto vitamina N: nutrienti con forte azione antiossidante, agevola il
trasporto di glucosio nella cellula, agevola il funzionamento delle vie
nervose. Si trova: patate, verdure a foglia verde, carne rossa, fegato.
CAFFEINA(TRIMETIL-XANTINA):
è un alcaloide, ha un azione stimolante e tonificante sul sistema nervoso.
Provocando la liberazione di adrenalina e noradrenalina, ha un’azione
lipolitica. Viene estratta dal caffè.
La caffeina ha un effetto tossico per gli insetti che la mangiano. È per
l’uomo una sostanza stupefacente dall’effetto stimolante. Come tutti gli
alcaloidi ha una concentrazione letale che è di circa 150 mg/Kg.
Stimola il sistema nervoso centrale e viene utilizzata in ambito medico e
ricreazionale per combattere la sonnolenza. È completamente assorbita
dallo stomaco e nel tratto iniziale dell’intestino tenue in circa 30 min,
quindi passa in circolo.
248
Ha una struttura chimica simile alla Adenina (base azotata della adenosina)
e si lega ai recettori di quel nucleoside posti sulla membrana cellulare.
Questo causa una competizione che determina un aumento di adrenalina nel
sangue. L’aumentata presenza di questi ormoni causa un aumento del
battito cardiaco e di flusso ematico nei muscoli, quindi diminuisce il flusso
di sangue verso la pelle e verso gli organi interni. Ciò fa diminuire il
rilascio di glucosio dal fegato.
Viene metabolizzata nel fegato. Il consumo di 400 mg al giorno (circa 5
tazzine di caffè) è causa di irritabilità, agitazione, insonnia e palpitazioni
cardiache. Dosi più basse sono ben tollerate dal nostro organismo.
CARNITINA:
amminoacido precursore del neurotrasmettitore Acetilcolina ed è produttore
di energia attraverso la sua azione sul metabolismo dei grassi.
Questa molecola favorisce la resistenza agli sforzi e alla fatica. È utilizzata
nella preparazione atletica.
La sintesi avviene nel fegato. Si trova nella carne rossa, fegato e nelle
interiora.
249
CAROTENOIDI:
sono precursori della vitamina A. Sono il beta.carotene, licopene, leutina.
Sono funzionali all’apparato visivo, dermico, immunitario. Sono ottimi
antiossidanti. Si trovano nella frutta e verdura di colore arancio, giallo,
rosso; verdure a foglie verde, agrumi, albicocche, angurie, carote, frutti di
bosco, melone, peperoni, pomodori, spinaci, zucca.
CONZIMA Q10 (ubichinone):
detta vitamina Q, molecola coenzimatica di origine lipidica. È un buon
antiossidante. Interviene nel trasporto di ossigeno nei mitocondri (come già
visto nel ciclo di Krebs), in questo modo permette la sintesi e la produzione
di energia.
COLINA:
detta vitamina J , molecola che deriva da lipidi ed è precursore del
neurotrasmettitore Acetilcolina che è addetta ai processi cognitivi e
psichici: memoria, ragionamento, calcolo, concentrazione, pensiero,
attenzione.
250
CREATINA:
molecola prodotta dal fegato. È fondamentale per la produzione di energia.
Si produce a partire dagli amminoacidi Arginina, Glicina, Metionina.
Spesso è usata come integratore sportivo. Si trova nel pesce e nella carne. Il
fabbisogno è coperto da meccanismi di sintesi interni e con gli alimenti. Le
sue funzioni sono di migliorare la forza, la resistenza dei muscoli, così
come per il cuore ed il cervello.
D-RIBOSIO:
monosaccaride della cellula, si trova nel RNA e nell’ATP. È organicamente
fondamentale per il nostro metabolismo. È indicato contro la stanchezza,
per lo sport, visti i suoi effetti diretti della sintesi proteica e la produzione di
energia.
FICOCIANINE (dal greco phyco = alga e kyanos = verde-azzurro):
molecole naturali con potente azione ossidante (antiradicali liberi),
antinfiammatoria, azione stimolatrice (dopaminergica) delle dinamiche
neuro-psicologiche.
Si trovano nelle alghe verdi e azzurre , e nell’alga rossa.
251
FRUTTOSIO:
zucchero monosaccaride. Si trova nei frutti, nel miele. Nel nostro
metabolismo produce energia, viene convertito nel fegato o nell’intestino in
glucosio. Strutturalmente è un penta-chetoso, che per essere utilizzato dal
nostro organismo deve essere convertito in glucosio (aldo-esoso). Per tale
motivo, la sua introduzione non provoca subito un alto indice glicemico e
la conseguente risposta insulinica, con tutte le relative risposte (già viste).
GLUCOSAMINA:
glucoproteina precursore delle proteine glicosilate (i glicosidi sono ottenuti
dalla reazione di un emi-acetale (gli acetali derivano dalla sintesi di aldeide
con un alcol) di carboidrati con alcol, sono molto diffusi nel mondo
vegetale dove sono fonti di immagazzinamento degli zuccheri. L’uomo lo
utilizza in campo farmacologico (ad esempio glucosidi-cumarinici, hanno la
proprietà di dilatare le arterie o come additivo alimentare) e dei glicolipidi.
Sono fondamentali nella costruzione delle cartilagini e dei tendini,
contrastano anche il loro invecchiamento e la loro degenerazione causata da
artriti,artrosi…
È utile per la costruzione della cartilagine danneggiata. Comunque attiva
nelle patologie senili oltre che nelle patologie osteoarticolari.
252
INOSITOLO:
detto vitamina B-7. Zucchero semplice simile alle vitamine del gruppo B.
Ha azione costituente, stimolante, nutritiva. Possiede ed effettua azioni
fondamentali per la crescita ed il nutrimento delle cellule celebrali e del
sistema nervoso in generale.
Agisce in sinergia con l’acido folico (vitamina M), acido pantotenico
(Vitamina B5), biotina, colina, piridossina (vitamina B6).
Unito con la Colina protegge fegato e reni, apparato circolatorio.
Contrasta l’ostruzione dei vasi accentuando il metabolismo dei grassi,
quindi riducendo il colesterolo nel sangue.
Agevola la diminuzione degli stati di stress e depressivi.
Si trova in agrumi, cereali integrali, frutta fresca e secca, germe di grano,
lievito di birra.
ISOFLAVONI:
Fanno parte delle fito strutture con funzioni di protettive. Sono prive di
colore e sono esclusivamente presenti nelle leguminose. Le loro molecole
sono:
Daidzina, la Ginestina e la Glicitina, hanno effetti estrogenici.
253
Sono per questo indicati come fitoestrogeni.
In questo modo partecipano alla protezione da alcune forme cancerose
sostituendosi agli estrogeni umani. Come ad esempio avviene nel tumore al
seno, che è più probabile nelle donne aventi elevati livelli di tali ormoni.
Gli isoflavoni sono attivi anche contro le patologie cardiovascolari, sono
anticolesterolo ed hanno una ottima efficacia contro gli effetti collaterali
della menopausa (vampate di calore ed ecc..). Si trovano: ceci, cerali
integrali, fagioli, fave, finocchi, lenticchie e semi di soia.
Licopene:
Appartiene al gruppo dei carotenoidi, cioè quei composti che
partecipano alla colorazione delle piante e dei frutti.
Hanno una forte azione antiossidante e antitumorale. Svolgono funzioni
preventive su possibili malattie dovute all’invecchiamento (patologie
neuro-degenerative e cardiopatie).
Sono degli anti-age naturali. IL licopene, come tutti i carotenoidi, è un
potente antiossidante grazie alla peculiare azione di “spazzini dei radicali
liberi”.
Contrasta la ossidazione del colesterolo prevenendo così la formazione di
placche aterosclerotiche nei vasi sanguini.
254
E’ particolarmente presente nei pomodori maturi e nei suoi derivati: salsa,
concentrazione di pomodoro.
La cottura e la lavorazione del pomodoro, stabilizzano ed aumentano le
molecole assimilabili di tale carotenoide.
Lo troviamo anche nell’ anguria, melone, arancia, pompelmo, papaya,
albicocca, carota.
LIEVITO di BIRRA:
E’ dato dalla fermentazione di colonie di micro-organismi unicellulari. E’
una ricca fonte di principi nutritivi fondamentali per il benessere e la salute
psicofisica.
Questi nutrienti sono: aminoacidi,( proteine,) sali minerali, e soprattutto
vitamine del gruppo B.
MALTO- DESTRINE
Carboidrati idrosolubili derivati dalla scomposizione dell’amido (di mais o
di patate) a mezzo della idrolisi.
La loro particolarità è quella di fornire energia velocemente e protratta nel
tempo, senza innalzare la glicemia (non scatenano una violenta risposta
insulinica).
255
Sono per questo indicate per gli sportivi (sia per la attività che per il
recupero).
Si trovano negli integratori alimentari con aggiunta di Sali minerali.
OCTOSANOLO:
Molecole di origine vegetale:
ha azione energetica e funzione protettiva a livello cardiocircolatorio dove
inibisce uno specifico enzima alla base della sintesi del colesterolo.
Si trovano nell’olio di germe di grano e nella parte esterna di molti frutti.
L’octosanolo è appunto una fitomolecola che è parte dei policosanoli,
costituenti vegetali.
PICNOGENOLO
Molecole di origine vegetale, hanno funzione antiossidante e mantengono
elastici e tonificano i vasi sanguini. Proteggono da danni dovuti ad
esposizione a raggi ultravioletti e sono attive nelle problematiche dovute
all’invecchiamento.
Favoriscono l’attività della vitamina C ed E (anche queste antiossidanti). Si
trovano nella corteccia del pino marittimo, nei semi dell’uva rossa e nel tè
verde.
256
POLICOSANOLI
Sono fitomolecole costituite da acidi grassi a catena lunga . sono
octosanolo, tetracosanolo e l’esacosanolo. Hanno proprietà farmaceutiche
in quanto sono capaci di abbassare il colesterolo LDL “cattivo”, bloccando
l’enzima alla base della sua sintesi. Riducono la percentuale di trigligeridi,
riducono la capacità antiaggregante ed impediscono ostruzioni vasali.
Sono efficaci contro i radicali liberi e sono antiossidanti. Si trovano nella
canna da zucchero, nelle germe di grano da dove vengono estratti per
formare integratori a base di queste sostanze.
PROANTOCIANIDINE (PAC)
Sono bioflavonoidi con forte azione antiossidante, antiinfiammatoria e
antimicrobica. Contrastano possibili infezioni e patologie croniche o senili
dovute ai radicali liberi.
Inibiscono la ossidazione del colesterolo LDL e preservano la integrità,
l’elasticità e la permeabilità della membrana cellulare.
Le proantocianidine sono presenti in vari ortaggi e frutti come ad esempio:
cavolo, bacche di sambuco, fragole, lamponi, melanzane, mele, mirtilli.
More, ribes, tè, uva, contribuendo anche alle loro colorazione.
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RESVERATROLO:
hanno origine vegetale, appartengono alle famiglie dei polifenoli. Hanno
grande proprietà antiossidante e sono, per questo motivo, protettive delle
malattie cardiovascolari.
Si trova nella buccia dell’uva e nel vino (soprattutto nel vino rosso).
Protegge la pianta della vite da microorganismi (batteri-funghi) e dai raggi
solari.
SALI MINERALI:
sono elementi inorganici coinvolti in fondamentali processi di produzione,
mediazione, crescita del corpo. Regolano l’equilibrio osmotico delle
cellule.
Servono a combattere lo stress, l’invecchiamento e sono antiossidanti, e
anti radicali liberi. Sono Sali che presentano questi oligoelementi
funzionali: Ca-Fe-P-I-Mg-K-F-Se-Zn-Na ecc..
STEROLI VEGETALI (FITOSTEROLI):
sono di origine vegetale (ci sono steroli di origine animale gli zoosteroli,
come ad esempio il colesterolo).
258
Sono detti anche fitosteroli e sono il camposterolo, il sitosterolo, e lo
stigmasterolo.
I fitosteroli riescono a bloccare l’assorbimento del colesterolo “cattivo”
LDL, evitandone il deposito dei vasi sanguini.
Si trovano oltre che nei vegetali e nei derivati di questi come l’olio di
oliva, olio di soia, olio di riso, etc.
TAURINA:
è un aminoacido con azione nutriente e stimolante a livello psicofisico,
migliora il trasporto di glucosio a livello cellulare. Ha anche un’azione
contro i radicali liberi.
Ha questo nome perché è stato trovato nella bile dei bovini.
E’ presente anche in altri animali. Ha un ruolo importante nella sintesi degli
acidi biliari che facilitano la limitazione del colesterolo. Partecipa alla
regolazione della trasmissione nervosa, ha proprietà nutritive e
antiossidanti, agevola le funzioni psicofisiche, contrasta le malattie
cardiovascolari, lo stress e l’invecchiamento.
La taurina si trova: nella carne, latte, uova, pesce.
Può essere sintetizzata da altri 2 aminoacidi: la cisteina e la metionina.
Come nota di colore, riportiamo che un sig. austriaco, ha pensato bene di
259
confezionare una bevanda “la red bull”, contenente tale amino acido. In
pochi anni, supportato da una planetaria attività pubblicitaria, è divenuta
uno dei “brand” più noti e di successo al mondo.
TRIPTOFANO:
a.a. (aminoacido essenziale), precursore della serotonina, melatonina, della
Niacina (vit B3).
Si trova nel cioccolato, avena, banane, datteri,arachidi nel latte e latticini.
Data la sua capacità ad elevare il livello di serotonina si è rilevato come
efficace promotore del sonno, in quanto la serotonina, in dose moderate ha
un’azione calmante.
Viene utilizzato anche come farmaco da alcuni psichiatri.
TANNINO:
E’ una molecola presente negli estratti di alcuni vegetali, è capace di
combinarsi con composti contenenti N (azoto, come proteine ed altro), e si
evidenzia nel potere astringente caratteristico di molti vini rossi. Sono
composti polifenolici che vengono usati dalle piante per difendersi dagli
attacchi di predatori, disturbati dalla reazione dei tannini della pianta, con
260
le proprie strutture proteiche. Tale reazione rende non digeribile quella
pianta.
Una funzione importante dei tannini è quella di rendere il legno della pianta
(che contiene una notevole quantità di tannino) più resistente all’umidità,
per questo motivo, legname proveniente da: querce, castagno, abete sono
utilizzati per costruire barche; è anche utilizzato per “conciare le pelli” alle
quali conferisce una grande resistenza all’acqua.
Come detto,, sono particolarmente presenti nell’uva rossa. Sono facilmente
idrolizzabili e sono causa dei pigmenti rossi noti come” flobafeni” . Hanno
una forte azione antiossidante e agiscono insieme alla vit. C . Abbassano la
pressione arteriosa, riducono la aggregazione piastrinica, possono ridurre
i rischi alle coronarie ed hanno azione antivirale e antibatterica. Sono
anche usati nel trattamento alle dermatiti.
LE ALGHE
Sono indiscutibilmente organismi primordiali e come tali contengono la
gran parte dei principi nutritivi ( anche la vit. B 12 che tratteremo in un
261
altro punto…) da cui sono successivamente originate tutte le altre forme
viventi.
Vediamo quali sono alcuni dei numerosi principi attivi.
le alghe contengono pigmenti verdi/blu. Nelle cellule algali questi pigmenti
svolgono la funzione di unità di immagazzinamento delle proteine e sono
anche potenti ossidanti che proteggono la cellula dalla foto -ossidazione.
Alghe primordiali sono state rinvenute nel lago Klamath ( si trova in una
zona centrale degli U.S.A , regione dell’ Oregon. dove l’insediamento
urbano più vicino dista circa 1.000 km.), si è visto che queste contengono
delle fico -cianine che sono in grado di inibire l’enzima COX-2 ciclo-
ossidasi, ma lasciano intatto il COX1 che svolge importanti e benefiche
funzioni omeostatiche. Il COX2 conduce alla produzione di vari
eicosanoidi( prostaglandine, leucotreni, trombassani infiammatori).
Il problema dei tradizionali farmaci antiinfiammatori es. VOLTAREN ,
BRUFEN, SYMPIEX, detti anche FANS, farmaci non steroidei, è che
inibiscono sia il COX2 che il COX1, enzimi con funzioni omeostatiche.
Pertanto le fico- cianine svolgono una potente azione antinfiammatoria
senza effetti collaterali.
Oggi ci sono farmaci che inibiscono selettivamente solo il recettore COX2
( recettore delle ciclo-ossigenasi presenti nelle cellule endoteliali ed
262
inibenti la formazione delle prostaglandine – ormoni locali- che
trasmettono l’impulso dolorifico al cervello), i COX1B ( recettori delle
ciclo-ossigenasi presenti sulle piastrine, inibiscono la formazione dei
trombassani- responsabili della aggregazione piastrinica) come il celebrex e
il Vioxx. Però anche in questi si sono evidenziati effetti collaterali:
possono dare problemi gastrointestinali, problemi cardiovascolari, renali
ed anche visivi.
Recentemente sono state messe in confronto le fico -cianine con i suddetti
farmaci. Le fico cianine sono molto più potenti e più efficaci ad inibire la
COX2 e senza alcun effetto collaterale….. Le fico-cianine hanno capacità
protettive di 40 volte superiori alla vitamina C ed E. Proprio per la loro
capacità antiossidante inibiscono direttamente l’enzima 5-lipo-ossigenasi,
dunque la produzione del leucotriene B4 (LTB4) responsabile di vari stadi
infiammatori…. tra cui l’asma.
Inibiscono anche l’enzima fosfolipasi-A 2, quindi la produzione di
prostaglandine (PGE) direttamente coinvolte anche nello sviluppo di varie
forme di tumore. Pertanto le fico -cianine svolgono una forte azione
antitumorale e sono in grado di ridurre l’angiogenesi (formazione di vasi
che vanno a nutrire le masse tumorali) e rallentano la crescita cancerosa
(apoptosi).
263
Sono anche in grado di ridurre la perossidazione lipidica del fegato e
l’edema da gluco-ossidasi (GO).
FENIL- ETIL- AMMINA (F.E.A.) :
Le alghe Klamath sono gli unici elementi che contengono F.E.A. in
quantità significative.
La feniletilamina è un a.a. naturalmente prodotto dal nostro cervello negli
stati di euforia e gioia (per questo è indicata come “molecola
dell’innamoramento”). Contribuisce direttamente ad aumentare la quantità
di dopamina liberamente circolante, incrementando la trasmissione
dopaminergica.
Quindi la capacità di modulare la trasmissione dopaminergica, le
conferisce importanti proprietà nell’alleviare la depressione, i disordini
dell’attenzione, migliora la concentranzione e l’umore, regola anche
l’appetito.
La F.E.A. una volta assunta oralmente attraversa subito la barriera
ematoencefalica e diviene immediatamente disponibile nel cervello. Si
trova naturalmente nella alga klamath , e per nostra fortuna anche nel “
cioccolato” ( perché avremmo difficoltà a trovare nei nostri negozi queste
alghe, mentre il cacao….), . ed è in grado di produrre effetti terapeutici in
264
problematiche come : depressione, sbalzi d’umore, concentrazioni mentali,
acutezza mentale, disordine dell’attenzione.
AMMINOACIDI BIOGENI:
Ci sono degli ammino acidi prodotti dal nostro corpo, che derivano dalla
azione decarbossilante esercitata da Enterobatteri e sono: Tiramina-
Triptamina- Istamina- Serotonina- e FENILETILAMINA (ne abbiamo
iniziato a parlare sopra).
Questi a.a. sono stati trovati anche in alimenti fermentati. Facciamo
l’esempio del cacao: questo alimento, in genere, è lasciato fermentare
dall’azione di microrganismi che sono in grado di de-carbossilare gli
aminoacidi Fenilalanina in Feniletilalanina ed il Triptofano in
Serotonina.
La concentrazione di queste ammine aumenta con il processo di tostatura
del cacao, perché con il calore aumenta la decarbossilazione degli amino
acidi di origine.
265
La particolarità di questi a.a. è di avere una struttura simile alle
Anfetamine e pertanto hanno gli stessi effetti neuro-farmacologici,
perché si legano con gli stessi recettori cerebrali.
Le fonti alimentari di questi a.a. , oltre alle improbabili alghe Klamath,
come già detto, sono rappresentate dal cioccolato ( torrefazione del
cacao).
Recenti studi hanno dimostrato interessanti proprietà, quali:
-inibisce l’appetito
-ritarda l’affaticamento
-modifica l’umore
-favorisce la veglia e le funzioni cerebrali.
Però quello che è significativo è anche l’origine endogena di queste
molecole.
Infatti è prodotta dal nostro cervello, quando si è innamorati. La
feniletilamina, stimola il rilascio della Dopamina, che è un neuro
trasmettitore, che ritroviamo nel Sistema-Limbico, (sede delle emozioni,
oltre a varie funzioni vitali)
Cerchiamo di dare una spiegazione delle dinamiche che si scatenano nel
nostro cervello quando siamo “colpiti” dall’innamoramento.
266
Dobbiamo premettere che la nostra esistenza è determinata sia dall’azione
razionale del nostro sistema nervoso centrale, quanto dalla zona istintivo-
irrazionale del nostro sistema nervoso autonomo-periferico.
Sarà proprio la zona irrazionale, che in genere sfugge al nostro controllo,
che innescherà tutte le dinamiche biochimiche, che causeranno i nostri
comportamenti.
Un classico esempio è quello che la narrativa in genere chiama : “colpo di
fulmine,” oppure “ cotta” ecc… Due persone, sconosciute, si incontrano
per la prima volta.. Hanno subito la sensazione, non solo di conoscersi da
sempre, ma di essersi finalmente ritrovati dopo miliardi di ricerche. Il
primo stimolo, arriva naturalmente, dalla vista. In una frazione di secondo,
il nostro sub-conscio, riesce a calcolare con una precisione degna di un
grande matematico, le esatte misure del suo giro vita, del seno, fianchi ,
altezza, lunghezza delle gambe, distanza degli occhi ecc. i nostri sensi
cercano e trovano “l’indice di Policleto”, ovvero la proporzione perfetta di
Platone. Attenzione, questi calcoli riesce a farli con esattezza anche il più
ignorante degli umani. Si rimane “imbambolati”, poi i due individui si
avvicinano. E’ qui che questi si “inondano” di Feromoni.
Queste sono molecole invisibili, volatili (apparentemente inodori) che sono
prodotte dalle ghiandole apocrine situate sotto le ascelle (da non confondere
267
con quelle sudoripare, responsabili del pessimo odore del sudore), intorno
ai capezzoli e nella zona inguinale.
I Feromoni vengono captati nella zona Vomero-Nasale (non hanno nulla a
che fare con i recettori olfattivi) che si trova dietro ed in alto alla zona
nasale. Questo è molto sviluppato negli animali e si pensava fino a poco
tempo fa , che negli umani tali recettori non esistessero.
Questi Feromoni sono:
l’androstenolo per l’uomo e la copulina nella donna. Queste sostanze, una
volta captate, entrano nel circolo scatenando una serie di reazione che
faranno nel caso, apprezzare “l’odore” dell’altro e questo scatenerà nel
cervello la produzione di un amino acido: la fenil etil ammina.
In genere, tutti subiscono inconsciamente questi eventi, che si manifestano
con la mancanza di appetito, si diventa iperattivi, il sangue in genere
“abbandona” la testa e corre ad inondare il corpo e in particolare la pelle .
Aumenta il battito cardiaco e la pressione arteriosa. Classici sono gli
arrossamenti del viso, per non parlare delle” vampate di calore”, poi il
blocco della parola, la salivazione sembra arrestarsi. ecc. Il cervello va in
un vero e proprio stato confusionale!
Una volta allontanati, i due soggetti non riescono a scrollarsi l’immagine
dell’altro. Inizia un continuo rincorrersi, un continuo ricercarsi. Il corpo non
268
sente la fame, il freddo o dolori. Non sente più nulla, se non la continua
spasmodica voglia di ricercare l’altro/a. Le interminabili telefonate fatte di
ore di : riattacca tu….., mi pensi?……. ma quanto mi pensi?…. Questo è
il classico effetto Craving.
Sulla descrizione di queste “tempeste ormonali”, si sono sviluppate una
interminabile sequenza di momenti poetici e letterari. Come non pensare
alle fasi descritte in” Giulietta e Romeo”, dove i due giovani dopo essersi
amati per tutta la notte, ancora pieni di ardore, sembrano maledire
l’allodola che viene ad annunciare l’alba ,che li costringe ad allontanarsi.
Oppure la vicenda di” Piramo e Tisbe “ descritta dall’ impareggiabile
Ovidio (vicenda simile a quella scheksperiana….., invece del finto veleno
bevuto da Giulietta ,… per far credere la sua “finta morte”, Tisbe usò un
mantello intriso di un “finto suo sangue” ……forse che il sommo scrittore
si sia” ispirato” ad Ovidio…?….)
Questo stato comunque non durerà per sempre, finisce nel momento in cui
l’organismo si abitua all’azione della FEA (Fenil Etil Ammina) e alla
relativa cascata di reazioni che essa innesca: aumentata azione
Dopaminergica, conversione del triptofano in Serotonina…..
In genere ci vogliono sei o sette anni affinché il corpo si abitui a questa
situazione ormonale. Successivamente, si innesca (soltanto nei casi in cui
269
l’innamoramento si trasforma in amore) una nuova fase di lunga durata che
è permessa dall’attività della Ossitocina, l’ormone delle “coccole” che
abbiamo già considerato.
VITAMINE
Le classifichiamo come liposolubili: A D E K e idrosolubili: vitamine del
gruppo B: B1 B2 B3 B5 B6 B8 B9 B12 e vitamina C.
VITAMINE IDROSOLUBILI
Vitamine B1 (TIAMINA) indispensabile per l’utilizzo del glucosio. La sua
carenza non permette di utilizzare l’energia dello zucchero. Viene
eliminata con le urine quindi necessita di un ricambio costante. Viene
perduta con la raffinazione di cibi, conservazione e sterilizzazione.
Si può avere carenza di B1 durante la febbre, ipertiroidismo, diabete
mellito, trattamento con diuretici. E’ in parte sintetizzata dalla flora
batterica intestinale. E’ contenuta: lievito di birra, riso, grano, pane
integrale, soia, uova, latte, cereali integrali, piselli. E’ presente n quasi tutti
gli alimenti.
270
I cereali dovrebbero essere consumati “integrali” perché la tiamina è
contenuta nel germe e nella crusca del grano, nella pula del riso e in quelle
parti dei cereali, che vengono eliminate durante la raffinazione, per
conferire loro un colore più chiaro e una consistenza più fine.
Una dieta ricca di lievito di birra, germe di grano, melassa e crusca
procurerà all’organismo sufficienti quantità di tiamina che aiuterà a
prevenire l’accumulo di depositi di grasso nelle pareti delle arterie. La
tiamina viene distrutta dall’alcool.
L’acool interferisce con l’assorbimento di tutte le sostanza nutritive, in
special modo con la vitamine B1 e B2. Anche il fumo di sigaretta , oltre ad
una eccessiva quantità di zucchero causa un impoverimento di tiamina.
La quantità giornaliera è di circa 1,2-1,5 mg. al giorno. Tali dosi debbono
essere aumentate nelle persone anziane perché con l’età diminuisce
l’efficienza dell’assunzione di questo elemento.
I sintomi di carenza di tiamina(B1) sono: andatura traballante, occhi
appannati, perdita di coordinazione, e confusione. Una leggera carenza è
difficile da diagnosticare e facilmente attribuita ad altri problemi. I primi
evidenti segni sono: affaticamento precoce, perdita di appetito, irritabilità,
instabilità emotiva (comportamento asociale e aggressivo) difficoltà di
concentrazione. La carenza di tiamina può bloccare il metabolismo del
271
collagene. Caratteristica è quella mortale patologia causata dalla
carenza, nota tristemente con il nome di “BERI-BERI”
Durante il processo di disintossicazione da alcool, la carenza di tiamina
può causare paralisi. La caffeina del caffè può distruggere la tiamina
Si comporta come un co-enzima, partecipa al processo di conversione del
glucosio in energia.
La tiamina è composta da:
un tiazolo (anello aromatico formato da tre atomi di carbonio e uno di azoto
e uno di zolfo). Il tiazolo è usato anche come fungicida, biocida. È
utilizzato per fare farmaci, ma anche come colorante. Quindi troviamo
un gruppo pirimidinico: le pirimidine sono le basi azotate (presenti anche
nella DNA). Sono fatte da un anello etarociclico, mentre le purine sono
formate da due anelli eterociclici.
Le pirimidine sono: la citosina, la timina, l’uracile ( le troviamo nel DNA e
RNA).
272
Vitamina B2 – Riboflavina
Indispensabile alla vita della cellula. È essenziale in innumerevoli reazioni
metaboliche. È contenuta: lievito di birra, albume d’uovo, latte, vegetali
verdi. È distrutta dalle radiazioni ultraviolette (il latte se è esposto al sole
perde la B2). E’ eliminata attraverso urina e feci. La carenza può causare
calo di peso e perdita di capelli. Le persone sotto peso hanno sensazioni di
tensioni e depressioni, quindi potrebbero avere bisogno di più riboflavina.
Precedenti studi hanno dimostrato che una carenza di vitamina B12 –
vitamina C e Vitamina B2 causano depressione.
Tremore, astenia, vertigini, idropisia e difficoltà ad urinale sono sintomi di
carenza di B2. La carenza di B2 in genere si presenta con la carenza di Fe.
La B2 è particolarmente utile negli sportivi perché viene utilizzata nei
muscoli nei momenti di necessità. Mantiene una buona vista, pelle capelli e
unghie.
La B2 ha una funzione protettiva, insieme ad un enzima chiamato
glutatione – redutassi, contro i radicali liberi (elementi che distruggono il
nostro corpo)
La B2 è anche un antiossidante che cattura e distrugge le cellule anormali
nel corpo (come quelle che causano il cancro)
273
La B2 è idrosolubile e non viene immagazzinata, quindi deve esser assunta
quotidianamente. La dose giornaliera è di 1,5 -1,8 mg./dì. La carenza si
manifesta sulla pelle e sulle mucose con spaccature e pieghe agli angoli
della bocca, lesioni delle labbra, lingua rossa e dolente, sensazioni di
pulviscolo e sabbia all’interno delle palpebre, bruciore agli occhi, fotofobia,
desquamazione intorno a bocca e naso, orecchie e fronte, prurito, pelle
oleosa, eczema al viso e genitali, calvizie.
La Riboflavina (B2) è formata da una molecola di RIBITOLO e una
molecola di Flavina ( dal latino flavus=biondo). Il ribitolo è un derivato
del ribosio.
La formula stechiometrica della riboflavina è C17 H20 N4 O6
E’ di colore giallo, stabile al calore (la cottura la inattiva per un 10 -
20%). Sottoposta alla luce U.V. (ultra-violetta) diviene fluorescente.
Si trova negli alimenti in forma fosforilata. Per essere assorbita deve
essere defosforilata da specifiche “fosfatasi” ( sono enzimi).
Se colpita dalla luce si determina il distacco di un radicale :il RIBITOLO.
Questo determina la perdita della sua azione vitaminica.
E’ trasportata nel sangue legata a proteine plasmatiche come Albumina
o ad altre globuline come Ig. A –Ig G – Ig M . Dal sangue raggiunge il
274
fegato ed altri tessuti dove viene trasformata in – flavin-mononucleotide
(F M N ) e in – flavin- dinucleotide
( F A D ). Queste sono le due forme coenzimatiche.
La fosforilazione della riboflavina avviene con la reazione con ATP ( -
adenosina-tri-fosfato):
RIBOFLAVINA + ATP = F M N + ADP( adenosina di fosfato)
quindi:
F M N + A TP = F A D + Pi –Pi ( pirofosfato )
Le due forme coenzimatiche sono attive nel metabolismo dei carboidrati,
proteine, lipidi.
La riboflavina ( vit B2) è utilizzata anche come additivo alimentare,
censito come E 101 oppure come 101a
All’inizio della sua scoperta, nel 1927 era chiamata “latto-flavina”, in
quanto è stata trovata nel latte.
Vitamina B3 “NIACINA (o vitamina P.P.)
275
Comprende l’acido nicotinico e la nicotinamide, che conducono “ alla
nicotinamide-adenina-dinucleotide” (NAD) e alla “nicotinamide-adenina-
dinucleotide-fosfato” (NADP).
Sia il NAD che il NADP sono implicati in tutte le reazioni di ossido-
riduzione del corpo.
È importante per la circolazione periferica. In parte l’organismo è in grado
di sintetizzarla dal Triptofano. È contenuta: lievito di birra, nelle verdure,
frutta fresca e secca, pesce, latte e formaggi.
È eliminata tramite le urine. La niacina (vit. B3) è disintossicante anche per
narcotici e alcolisti. È vitale per il sistema nervoso, per la pelle, lingua e per
la formazione dei tessuti del sistema digestivo.
È necessario per la sintesi degli ormoni sessuali. È sorprendente la velocità
con cui la B3 cura le disfunzioni. L’aterosclerosi, la diarrea, attacchi di
vertigine; alcuni casi di sordità progressiva migliorano subito o scompaiono
in sua presenza.
La B3 è spesso usata per abbassare la pressione alta e per migliorare la
circolazione degli anziani (gambe che presentano crampi e dolori).
Contribuisce a produrre l’acido cloridico (HCl), così può aiutare una
digestione difettosa.
276
L’acne è trattato con successo con la B3. È anche importante nel
metabolismo del cervello. Aiuta a rimuovere i lipidi dalle pareti arteriose
fungendo da vaso dilatatore.
Ha un azione opposta alla nicotina assunta da i fumatori.
Molti individui sofferenti di insonnia rispondono bene all’effetto calmante
della niacina. È molto efficace nel trattamento dell’artrite. Per ottenere
buoni risultati è necessario un lungo trattamento.
C’è una forma sintetica della niacina: la NIACINAMIDE che ha tutti gli
effetti positivi della B3 ma non ha effetti collaterali.
La carenza di niacina si manifesta con debolezza muscolare, stanchezza,
perdita di appetito, svariate eruzioni cutanee, insonnia, nausea, vomito,
ricorrente mal di testa, diarrea, pelle rugosa e infiammata, tremori,
demenza.
Con il termine della niacina s’intendono due molecole tra loro simili:
l’acido nicotinico (la niacina propriamente detta) e l’ammide di
quest’ultimo, la nicotinamide o niacinamide.
277
L’acido nicotinico viene detto vit. PP in quanto la sua deficienza causava
quella grave patologia nota come pellagra. L’acronimo PP significa
pellagra-preventing.
Da non confondere l’acido nicotinico, con la nicotina che è un alcaloide
naturalmente presente nelle foglie della pianta del tabacco. Questo è un
potente stupefacente. Allo stato puro la nicotina è liquida e incolore e
all’aria imbrunisce. È causa dell’inconfondibile odore del tabacco. È un
potente veleno naturale e viene utilizzato per la formazione di vari
insetticidi usati in agricoltura. Pare che l’uso indiscriminato di questo
insetticida abbia causato la scomparsa di grandi quantità di api con tutte le
conseguenze relative alla mancata impollinazione delle piante; la dose
letale per l’uomo (di nicotina) è 50 mg.-kg. In piccole dosi la nicotina
aumenta il battito cardiaco e la pressione arteriosa oltre all’effetto dopante
come abbiamo visto nello specifico tema.
L’acido nicotinico è in grado di ridurre i livelli di colesterolo LDL
(colesterolo cattivo) e dei trigliceridi plasmatici per inibizione della lipolisi
epatica. Al contempo aumenta la quota di colesterolo HDL (colesterolo
buono).
278
Il 90% della niacina assunta con gli alimenti viene metilata nel fegato ed
eliminata dai reni.
La NAD partecipa a reazioni che liberano energia-glicolisi-lipolisi-ciclo di
Krebs e si trasforma in NADH che cede (H+) alla catena respiratoria per la
produzione di ATP.
È contenuta in molti alimenti, ad eccezione del mais. Infatti la pellagra si
sviluppava in quelle popolazioni che avevano una dieta non solo povera,
ma era a base di granoturco (che non contiene B3). In Italia fino ai primi
del ‘900, regioni come il Veneto, presentavano alte percentuali di morti per
pellagra, perché in quella regione (particolarmente povera fino al quel
periodo), l’alimentazione di quelle popolazioni era basata essenzialmente
sul consumo di mais.
VITAMINA B5 ‘Acido pantotenico (o calcio pentotenato)’
è indispensabile al nostro organismo. È il precursore del coenzima A
(vitamina B5+ATP+Cisteina). E’ utilizzato da tutte le cellule per la sintesi
degli acidi grassi. Interviene nel meccanismo respiratorio, nella sintesi
ormonale, sintesi del colesterolo ecc.
279
La sua carenza favorisce un precoce ingrigimento dei capelli. È utilizzata
per rallentare i processi di invecchiamento, ad esempio macchie scure sulla
pelle.
Prolunga la vita media delle cellule (cavie trattate con acido pantotenico
(B5) vivono per un periodo superiore del 20%).
È la vitamina antistress di cui hanno particolarmente bisogno le ghiandole
surrenali. È contenuta nel lievito di birra, uova, pesce, verdura, frutta. Viene
eliminata con le urine.
Esteriormente ripara i danni causati da trattamenti chimici e meccanici. La
B5 aumenta l’energia, migliora la cicatrizzazione. Insieme alle altre
vitamine del gruppo B ha un effetto positivo sul sistema immunitario. La
dose giornaliera consigliata è 10-15 mg / dì.
Le persone affette da artrite reumatoide traggono beneficio con una dose di
2 gr / dì. I dosaggi terapeutici vanno modulati a seconda della patologia,
arrivando fino a 200 mg/dì.
La B5 è danneggiata dal calore ma non teme la luce.
Il pantenolo è un principio attivo utilizzato in cosmetica per la sua azione
idratante e lenitiva. È una proto vitamina che deve essere attivata
dall’organismo per essere utilizzata.
280
La vitamina B5 è formata da una molecola di beta alanina ,che è un
aminoacido non essenziale, in quanto può essere prodotta nei muscoli a
partire dall’acido glutammico, tramite un processo di transaminazione. Nel
fegato l’alanina viene trasformata in acido piruvico .
Formula stechiometrica della beta alanina: C3 H7 NO2
Beta alanina + acido pantoico= acido pantotenico
La beta mercapto etil amina HSCH2CH2NH2 è prodotta dalla
decarbossilazione della cisterna, che è una ammina e al tempo stesso, con
un tiolo (molecole che contengono zolfo). La chiave dell’azione del
coenzima A, è il gruppo terminale tiolo, che si lega al gruppo carbossilico
formando un tio estere (molecola caratterizzata dal legame tra un acido
carbossilico e un tiolo).
VITAMINA B6 ‘Piridossina’
Agisce in sinergia con lo zinco nell’inibire l’azione di un enzima (la 5 alfa
riduttasi) che trasforma il testosterone in un'altra forma: DHA (di idrossi
testosterone) molto più potente e attivo.
281
Il testosterone è presente nel sangue in forma libera nel 2%, la restante
quota è legata ad una globulina.
Con il termine vit. B6 vengono compresi 3 composti metabolicamente
convertibili: la piridossina, il piriddossale e la piridossamina. Sono molto
attivi e si trovano legati a numerosi enzimi che intervengono nel
metabolismo degli aminoacidi e di altre sostanze. Questo spiega come
l’apporto di questa vitamina con la dieta sia importante per il buon utilizzo
delle proteine alimentari. La B6 è anche implicata in alcune reazioni del
metabolismo glucidico e lipidico.
La vitamina B6 in tutte le sue forme è assorbita nell’ intestino tenue, in
parte è sintetizzata nella flora batterica. Parte della B6 presente negli
alimenti di origine vegetale, non è biologicamente disponibile perché deve
essere attivata in idrossi piridossina. Per la stretta dipendenza con il
metabolismo degli aminoacidi il suo fabbisogno è calcolato in funzione del
contenuto proteico della dieta. Il livello di assunzione raccomandato è di
1.5mg/dì, si trova nel latte, cereali integrali, frutta.
Ruolo: metabolismo degli aminoacidi, riproduzione
282
Carenza: rallenta la crescita, convulsioni, anemia, lesioni renali, epatiche e
cutanee.
La B6 è stabile al calore ma viene decomposta dalla luce e da sostanze
ossidanti. Il suo assorbimento avviene nella zona dell’ ”intestino digiuno’
tramite un processo di diffusione passiva (diapedesi).
Si trova in molti alimenti, però in quelli di origine vegetale , vi può essere
una forma ‘glicosilata’, che non viene utilizzata dagli enzimi intestinali e
pertanto è inutilizzabile.
Partecipa al processo di moltiplicazione di tutte le cellule, nella produzione
di globuli rossi e di anticorpi.
È stata chiamata il “gigante addormentato delle vitamine” o “vitamina della
donna”, vista la miriade di sintomi, indotti dalla sindrome premestruale ,
che può curare.
È necessaria al corretto funzionamento di oltre 60 enzimi, ed è essenziale
per la sintesi del DNA e RNA, oltre al metabolismo degli aminoacidi.
La B6 partecipa al ciclo energetico, attivando il rilascio del glicogeno da
parte del fegato e dei muscoli. Per questo è indispensabile per l’attività
283
fisica. Svolge anche una grande funzione come coenzima nella
trasformazione e utilizzazione di carboidrati – grassi – proteina.
È necessaria per un appropriata assimilazione della vit. B12 e del Mg
(magnesio) e per la produzione di HCl. Aiuta anche l’acido linoleico ad
entrare in funzione.
Contribuisce alla conversione del triptofano in amino acido essenziale
( idrossitriptofano ). La B6 contribuisce a mantenere l’equilibrio tra Na e K,
che regolano la pressione osmotica dei fluidi, e promuove il corretto
funzionamento del sistema nervoso e muscolare. La B6 viene
immagazzinata del fegato e nei muscoli.
(Non deve mai essere somministrata nei malati di Parkinson che prendono
il farmaco “ Levodopa” in quanto è un antagonista). E’ stato riscontrato
che la somministrazione - solo - di B 6 in questi pazienti, dopo un
periodo di 2 mesi, ha dato inaspettati risultati migliorativi. ).
Le proteine necessitano di vit. B 6 per la loro sintesi. Questa vitamina ha
dato ottimi risultati, anche per la cura di dolori articolari alle mani, in
appena 6-8 settimane, nella artrosi, sindrome del tunnel carpale ecc.
VITAMINA B7 “ INOSITOLO”
284
Abbiamo parlato di questa “molecola” nel precedente capitolo, ora lo
approfondiamo nella sua attività più specificatamente vitaminica.
In genere è associato alla Colina e alla Biotina. Promuove la produzione di
di Lecitina e protegge : il fegato, reni, cuore. Aiuta la nutrizione delle
cellule cerebrali. E’ vitale per la crescita dei capelli in quanto previene la
“calvizie” (chiaramente non genetica). Aiuta ad abbassare i livelli di
colesterolo ed i grassi nel fegato.
Dà sollievo nelle tensioni pre-mestruali e nel “mestro doloroso”
Controindicata è la caffeina che crea la carenza di inositolo.
VITAMINA B8 “biotina”
E’ essenziale per la sintesi degli acidi grassi. Le sue fonti alimentari sono:
lievito di birra, tuorlo d’uovo, arachidi, piselli, funghi, cioccolato, fegato.
In parte è sintetizzata dalla flora batterica. Il fegato ne immagazzina in
buone quantità.
L’ avidina che si trova nell’albume delle uova crude blocca la vit. B 8. Se
l’uovo è cotto, l’avidina si distrugge. così si elimina questo pericolo.
285
La B8 contribuisce all’ utilizzo delle proteine, dell’ acido folico e della
vit. B12. La carenza di biotina causa calvizie (che può essere risolvibile,
sempre quando non è ereditaria..), dermatiti, dolori muscolari, insonnia.
Gli organi colpiti da carenza di biotina sono i genitali, il midollo osseo, il
fegato, i reni.
La biotina è efficace nella prevenzione della calvizie (escluse le cause
anzidette) e capelli grigi. Il suo consumo ottimale varia da 150—300
mcgr/dì.
E’ formata da due anelli tra loro condensati, uno contente (N) azoto, l’altro
zolfo (S) , di lato c’è la catena di acido valerianico C5 H10 02
E’ indispensabile per lo sviluppo dei mammiferi. E’ stata individuata nel
1931 a seguito di alterazioni alla crescita, in animali alimentati solo con
albume d’uovo, che manifestavano anche gravi disturbi cutani. Oggi
sappiamo che tali alterazioni si verificano a causa del legame tra la biotina e
l’avidina (glicoproteina dell’albume dell’uovo)
Si è visto che la scissione della biotina dalle proteine cui è legata, avviene
per opera dell’enzima “biotinasi”, secreto del succo pancreatico.
Viene assunta a livello dell’intestino nella zona del “digiuno e dell’ ileo”.
286
Entrata nel plasma viene trasportata dalle albumine e dalle globuline alfa
e beta.
E’ un importante co-enzima in diverse “carbossilasi”.
VITAMINA B9 -- “ACIDO FOLICO o FOLACINA”
E’ contenuta nelle foglie verdi. E’ indispensabile per la sintesi di alcuni
amino acidi, per la sintesi delle PURINE e delle PIRIMIDINE, per la
riproduzione e crescita delle cellule (in particolare i globuli rossi ).
L’acido folico (B9) è attivo nella divisione cellulare e svolge il ruolo di
trasportatore del carbonio nella formazione del gruppo “eme”
dell’emoglobina.
E’ necessario nella formazione degli acidi nucleici , è essenziale per il
processo di crescita e riproduzione delle cellule.
Si trova nel latte fresco ( è distrutto per la metà dopo pochi minuti di
bollitura), nel latte pastorizzato, nelle patate, carote, spinaci, fagiolini,
asparagi, germe di grano, lievito di birra, fegato uova.. La cottura
distrugge buona parte della B9.
287
La flora batterica produce una piccola quantità di B9.
E’ essenziale per la salute mentale ed emozionale.
Il folato è un elemento essenziale nella duplicazione del DNA. Molte
ricerche hanno rilevato che l’acido folico è spesso carente nelle varie
alimentazioni.
Vi è una stretta correlazione nella ottimizzazione delle rispettive funzioni
tra l’acido folico e la vit. B12.
La carenza di B9 si collega con un aumento di OMOCISTEINA,
molecola molto pericolosa , che (come abbiamo già detto) provoca un
grave aumento di 3 o 4 volte del rischio di cardiopatie ischemiche ed
ictus…
Diversi studi hanno dimostrato la diminuzione di questi rischi con la
somministrazione di acido folico (B9).
La carenza di B12 causa carenza di B9 provocando anemia..
L’acido folico, in associazione a PABA (acido para amino benzoico) e con
acido pantotenico (vit. B5), impedisce l’incatunimento dei capelli.
Troviamo l’acido folico anche nelle arance, fagioli, riso, fegato, lievito di
birra..
L’alcool blocca l’assorbimento della Vit. B9.
288
L’acido folico è distrutto dall’alta temperatura.
Gli stati di stress aumentano il fabbisogno di acido folico (B9), l’alcool,
come già detto, blocca l’assorbimento dei folati, lo stesso effetto lo hanno
alcuni farmaci come: Fenobarbitolo, Dilatina, Primidone, Triameterene,
Sulfasalazina.
Carenze in gravidanza causano deformità come “palatoschisi”, danni
celebrali, spinabifita, rallentamento della crescità e della capacità di
apprendimento.
La B9 assunta con la vitamina B12 allevia le artitri.
Solo in combinazione con la vitamina B9 troviamo l’acido para-amino-
benzoico (PABA).
Il PABA:
si usa contro la vitiligine, nella prevenzione delle scottature solari come
filtro (esterno ed interno), come anti artritico, anti asmatico, ringiovanente,
aiuta la fertilità stimolando la produzione di estrogeni.
Se il P.A.B.A. è carente, come la (B5) favorisce l’iingrigimento dei capelli.
Gli alimenti in cui l’ho troviamo sono: lievito di birra, germe di grano, nelle
melasse, fegato.
289
Somministrato con l’acido pantotemico, ha ridato colore ai peli delle cavie
che stavano diventando grigi.
Il PABA non deve essere assunto in dosi superiore ai30 milligrammi-dì.
Dosi eccessive si manifestano con sintomi di tossicità, con vomito, diarrea,
nausea, febbre, eruzioni cutanee.
Il PABA con la B9 (acido folico), aumentando il livello di estrogeni,
aumenta la probabilità di concepimento.
Nelle assunzioni di integratori vitaminici deve esserci un basso potenziale
di PABA.
L’azione del PABA è particolarmente efficiente in presenza della vitamina
E , insieme ad una dieta di proteine non cotte.
VITAMINA B12-cobalamina
IL colore rosso scuro gli viene dato dal cobalto. E’ strettamente collegata
all’azione di quattro aminoacidi, insieme all’acido pantotenico (B5) e alla
vitamina C.
La B12 aiuta il fissaggio della vitamina A, assistendo il beta carotene nel
suo assorbimento o conversione in vitamina A.
Entra nella produzione di DNA.
290
Esistono varie forme di B12 (però l’atomo di cobalto legato ha quattro
atomi di azoto è sempre presente).
E’ indispensabile nel ciclo di Krebs (sintesi dell’energia )e per la
conversione della omocisteina in metionina. La B12 e la B9 hanno una
stretta attività nella divisione cellulare, (oltre alla trasformazione dell’
omocisteina in metionina come abbiamo già indicato con la vit. B9 ).
La B12 è nota come “vitamina energizzante “. Ha effetti positivi sul
sistema nervoso, stimola il metabolismo, dà vigore, migliora le neuro-patie
da diabete.
Accelera la guarigione da vari tipi di “ herpes “. Accelera il recupero dopo
infezioni o post operazioni. La B12 previene la degenerazione mentale.
Si debbono introdurre almeno 2 micro gr. /dì di questa vitamina.
I primi sintomi da carenza di B12 sono un aumento dei livelli di
Omocisteina e di ACIDO METIL-MALONICO (M.M.A)
Le fonti alimentari di B12 sono , in genere, gli alimenti carnei ( manzo,
maiale ecc.) .
Comunque dobbiamo ricordare che gli unici produttori di B12 sono:
FUNGHI, BATTERI. ALGHE !
Bisogna prestare comunque attenzione alla aumentata viscosità del plasma,
riscontrata con alti livelli di vit. B12.
291
VITAMINA C: acido ascorbico
E’ sintetizzato principalmente dalle piante a partire dal glucosio. La sua
formula bruta è C6 H8 O6. L’uomo non è in grado di sintetizzarla per
carenza di un enzima: L-gulono-g.-lattone ossidasi.
Viene assorbita nella parte prossimale dell’intestino tenue. E’ trasportata
nel plasma( dall’ “albumina”) sotto forma di acido ascorbico, che
attraversa la parete cellulare grazie alla perdita di un idrogeno, quindi come
acido “deidro-ascorbico”.
Il passaggio nelle cellule è favorito dall’insulina. Entrato nella cellula,
l’acido deidroascorbico, viene nuovamente ridotto ad acido ascorbico che si
concentra nel citoplasma dove ha funzione di antiossidante.
La vitamina C viene accumulata nel fegato ed in parte nelle ghiandole
surrenali. Questo spiega il motivo per cui una sua carenza si manifesta
soltanto dopo 3 o 4 mesi.
L’acido ascorbico viene principalmente eliminato con le urine. Viene
assorbito nei tubuli renali per “trasporto attivo”, mediato da ioni Na+.
292
Pertanto l’assorbimento renale, oltre quello intestinale, rappresenta la
regolazione omeostatica della Vit. C.
Funzioni della vit. C:
favorisce la biosintesi del collagene; interviene nella idrossilazione della
prolina in idrossiprolina (ad opera dei rispettivi enzimi) che richiedono Fe+
+, che è stabilizzato in questa forma ionica proprio dalla vit. C.
Sintesi della nor-adrenalina (è un neuro-trasmettitore) a partire dalla
dopamina.
Sintesi della carnitina, essenziale per il trasferimento degli acidi grassi
(acili) nei mitocondri.
Catabolismo della tirosina ad acido fumarico e aceto-acetico.
Amidazione di peptidi ormonali come; vasopressina, ossitocina,
colecistochinina, adrenocorticotropo (ACTH)
Biosintesi di acidi biliari
Attivazione dell’acido folico nella forma attiva; acido tetraidrofolico (vit.
B9 o vit. M)
Regolazione dei livelli endogeni di istamina (per questo la vit. C è
utilizzata a scopo terapeutico per prevenire lo shock anafilattico).
293
Biosintesi degli ormoni steroidei della corteccia surrenale, quando aumenta
il bisogno ormonale nella corteccia surrenale, si verifica una deplezione
sia di colesterolo che di vit. C .
Assorbimento intestinale del ferro: riduce il ferro ferrico Fe+++ a ferroso
Fe++ che è così solubile in ambiente alcalino. In questo modo avviene il
trasferimento del ferro (ferroso) Fe ++, dalla trans ferritina plasmatici, alla
ferritina tissutale. Unitamente all’aumentata disponibilità intracellulare,
favorisce il legame ferro- ferritina aumentandone la stabilità.
Riduce la tossicità di alcuni minerali come nichel, piombo, cadmio. Ne
causa una “ riduzione” e questi metalli “ridotti”, non possono essere
assorbiti e vengono facilmente escreti.
Permette l’utilizzazione de Selenio aumentandone la biodisponibilità.
Ha una azione di prevenzione sulla genesi del cancro da Nitrosamina,
bloccandone la sintesi--* la vit. C agisce bloccando la reazione dei
“nitriti” NO2 con i gruppi amminici NH2*
Riduce gli ioni ossidanti dei radicali idrossilici (OH-), proteggendo la
struttura del DNA , delle proteine e delle membrane cellulari, dai danni
che possono derivare da tali ossidanti.
Costruisce con la vit. E (tocoferolo), un sistema di protezione
particolarmente efficace contro i danni ossidatvi causati dai radicali liberi.
294
Questi vengono annullati formando “radicali ascorbici” che sono non
dannosi e vengono eliminati.
Stimola la produzione di interferoni che proteggono le cellule da attacchi
virali.
Stimola la produzione di anticorpi neutrofili.
Protegge le proteine dalla inattivazione che può essere causata dai radicali
liberi.
Stimola la sintesi di Immunoglobulina Ig G e Ig M.
Esposizione all’aria, alla temperatura alta e alla luce riducono la presenza di
vit. C ( naturalmente questo avviene solo dopo che il vegetale è stato
raccolto). Tuttavia con la surgelazione si riesce a mantenere il patrimonio
di vit. C anche per 3 o 4 mesi.
Carenza di vit. C compaiono nell’adulto dopo 60 o 90 giorni. La
manifestazione clinica è data dallo “ scorbuto”, che si manifesta
inizialmente con stanchezza, dolori muscolari e aumento della sensibilità
ad agenti infettivi.
295
Si manifestano emorragie puntiformi a livello cutaneo, compaiono
emorragie gengivali con espulsine dei denti.
Di tale situazione ci parla il nostro Pigafetta nei suoi diari di bordo, in
occasione della circumnavigazione della Terra a seguito del Magellano.
Egli ci riferisce che, dei circa 500 uomini partiti per quell’avventura,
soltanto una ventina riuscirono a ritornare vivi. Ci racconta di violenti
sanguinamenti ed espulsione dei denti, patiti dagli uomini dell’equipaggio
(oltre, naturalmente, a tutta la descrizione di luoghi, incontri con i popoli
indigeni, e rotte seguite). Tale patologia ( da assenza di vit. C) è dovuta
ad un difetto di fabbricazione del “tessuto collagene” , sia nelle ossa, che
nelle cartilagini, quindi in tutti i tessuti “connettivi” in generale. Tale
situazione patologica ha interessato i grandi navigatori del passato,
perché questi ritenevano utile immagazzinare provviste per il loro viaggio,
che fossero facilmente conservabili , anche con le antiche tecniche di
conservazione degli alimenti, di cui già all’epoca le varie comunità
conoscevano. Tali erano la salatura delle carni o del pesce, la affumicatura,
la conservazione sotto olio, oppure formaggi. Comunque portavano solo
alimenti carnei. Le verdure erano ritenute alimenti poco conservabili e
finanche di scarsa importanza, se non inutili. Soltanto la perdita di
numerose vite, e finalmente con la conseguente scoperta, da parte di
296
alcuni medici dell’epoca, che la somministrazione di poche gocce di
estratto di aghi di pino, (successivamente si accorgono che tale effetto
era raggiunto somministrando del succo di limone) riusciva a guarire
subito da questi terribili stati di malattia.
Soltanto nel 1921 l’acido ascorbico fu isolato e venne denominato
vitamina C.
VITAMINE LIPOSOLUBILI
Sono le vitamine: A - D - E – K, Per essere utilizzate, hanno bisogno della
presenza di lipidi, che non solo le solubilizzano, ma le trasportano ,
ancorandole alla loro struttura, nei siti dove avverrà il loro utilizzo. Da ciò
è ancora più chiara l’indispensabilità dei lipidi nella nostra alimentazione.
Vitamina A : RETINOLO o BETA CAROTENE
297
Nell’ alimentazione è presente sotto forma di retinolo, nei prodotti di
origine animale, e di betacarotene o provitamina A, nei prodotti di origine
vegetale. Il ruolo maggiormente conosciuto è quello espletato nella vista, in
particolare crepuscolare e notturna, peraltro la vitamina A, è antiossidante
e alcuni studi hanno dimostrato che può intervenire anche in altre funzioni.
In particolare nel campo nel metabolismo. Il retinolo si trova nell’ olio di
fegato animale, burro , uova, formaggi, latte. Il betacarotene lo troviamo
nelle verdure colorate .
La vitamine E (tocoferolo):
è un nutriente vitaminico, è un antiossidante liposolubile, si trova nei
vegetali: frutta, olio di oliva e olio di germi di grano. Questa vitamina è
formata da Tocoferolo. Vi sono molte forme di tocoferolo. La forma
biologicamente attiva è l’alfa-tocoferolo. È stata scoperta nel 1968. La vi
tamina E, è inglobata nei kilomicroni. Nell’intestino tenue, entra nei
enterociti, che trasmettono la vit. E nella circolazione linfatica e da qui
sarà immessa in quella ematica. Nel flusso ematico vengono trasportati
insieme alle lipoproteine: HDL o alle LDL.
La vitamina E viene scambiata tra le diverse lipoproteine, ed è anche
ceduta ai vari tessuti, come il muscolare e l’adiposo. L’azione delle lipasi,
298
che scindono i trigligeridi, permettono la liberazione di vitamina E. Il
metabolismo della vitamina E è molto lento, e infine, verrà espulsa con le
feci o l’urina. La vitamina E blocca le perossidazioni, previene
l’ossidazione di acidi grassi insaturi.
Vitamina D (calciferolo):
La carenza di vitamina D è nota con il nome di “rachitismo” e può
assumere l’aspetto di deformazione ossea. La vitamina D è sintetizzata
dall’epidermide, a partire dal colesterolo sotto l’effetto dei raggi UV e del
calore. Se la quantità prodotta dell’organismo non è sufficiente , è
necessario integrarne la quantità con l’alimentazione . L’apporto con
gli alimenti è spesso ridotto, in quanto la vitamina D è contenuta in pochi
alimenti. Si trova soprattutto nel latte, formaggi, uova, pesce di mare
grasso, come il salmone , sardina, acciuga. Il principale ruolo della vitamina
è quello di garantire la mineralizzazione ossea.
La troviamo in due forma: D2 “ergocalciferlo”, e D3 “colecalciferolo”.
La vit. D è ottenuta attraverso l’esposizione solare della epidermide.
Quando è ottenuta con gli alimenti è inattiva e deve essere trasformata con
reazione di idrossilazione in Calcitriolo.
299
In condizioni normali, l’esposizione alla luce solare è sufficiente a
garantire i livelli necessari di vit. D . Il problema nasce per individui che
non si espongono alla luce. La formazione di questa vit. avviene nella
pelle, dove si trova una pro-vitamina: il deidrocolesterolo, derivato dal
colesterolo (che è stato ridotto). Questa pro-vitamina è in grado di assorbire
i raggi solari, che provocano la sua trasformazione a Colecalciferolo. Nella
forma derivata dagli alimenti vegetali, l’ergocaciferolo è in genere più
facilmente disponibile ed attivo.
Questo viene assorbito a livello intestinale, con le stesse modalità dei
lipidi, ed entra a far parte delle micelle , che si formano per combinazione
dei Sali biliari con i prodotti derivati dall’idrolisi dei lipidi.
E’ assorbita per diffusione passiva negli enterociti e successivamente
incorporata nei kilomicroni e trasportata attraverso il circolo nei vasi
linfatici,
da questi arriva al circolo plasmatico che lo distribuisce nei vari tessuti,
specialmente in quello osseo.
300
Il calciferolo non è immagazzinato nel fegato.
La vit. D è essenziale per il mantenimento dell’omeostasi del calcio e del
fosforo.
L’assorbimento di calcio avviene a livello intestinale e nel rene a livello dei
tubuli renali. Il deposito di calcio avviene a livello del tessuto osseo.
L a vit. D favorisce la mineralizzazione delle ossa.
LA VITAMINA K
Si indica con questo termine una serie di composti liposolubili, che
vengono raggruppati con il nome di Naftochinoni.
E’ stata scoperta nel 1939 da un ricercatore che stava conducendo indagini
sulle cause della “patologia emorragica”.
Questo trova un fattore che chiamerà appunto K, dall’iniziale
koagulation.
Questo ricercatore vede che pulcini, alimentati solo con cereali, erano
aggrediti da una grave patologia emorragica, che regrediva subito dopo che
veniva loro data verdura a foglia verde.
301
La vit. K è stabile all’acqua, all’aria, agli acidi. E’ degradata dalla luce,
dalle basi e da agenti riducenti.
La vit. k controlla la sintesi epatica del fattore coagulante II
“protrombina”, del fattore VII “la proconvertina”, del fattore IX “fattore
christmas” e del fattore X “ fattore di Stuart”. Controlla anche due
proteine anticoagulanti come la “proteina C” (non confondiamola con
la proteina C reattiva) e la “proteina S”. La carenza di vit. K crea
disturbi al fegato, con grave insufficienza epatica, oltre a gravi processi di
sanguinamento.
Le migliori fonti di vit. K sono i vegetali a foglia verde: cavoli, broccoli,
cime di rapa, lattuga, spinaci ecc.
La carenza di vit. K, può creare anche problemi per la crescita e lo
sviluppo nei bambini, oltre a problemi di coagulazione.
L’assorbimento avviene con lo stesso sistema delle altre vitamine
liposolubili. Entra nei kilomicroni e arriva al fegato dove viene trasferita
alle VLDL che le porta alle LDL, che le trasferisce ai tessuti (seguendo il
circolo linfatico, quindi il plasmatico…).
La principale forma circolante di questa vitamina è il Fillochinone.
Si deposita nel fegato, sulle gh. Surrenali, polmoni, midollo spinale. La
vit. K ha un ricambio rapido e viene escreta con le urine. Per essere
302
escreta viene prima trasformata come Menadione, che viene trasformato e
coniugato come Menadiolo fosfato, Menadiolo solfato o Menadiolo
glucuronide. La forma biologicamente attiva della vit. K è l’ Idrochinone.
La coagulazione del sangue avviene con una reazione a catena, dove vari
fattori agiscono attivando ognuno un fattore che attiverà il successivo…..
Alla fine della “cascata” di reazioni, il “fibrinogeno” si trasforma in “
fibrina “ .
La tromboplastina plasmatica, attiva il il fattore IX che insieme ai fattori
VIII e con i fosfolipidi, attiverà il fattore X.
Il fattore X lega lo ione Ca++ e i fosfolipidi catalizzando la attivazione
della Protrombina ( fattore II) trasformandola in Trombina che permette
di trasformare il Fibrinogeno in Fibrina che consentirà la coagulazione
del sangue.
La Proteina C ha un ruolo anticoagulante, è attivata dalla Trombina in
presenza della Trombomodulina (secreta dalle cellule endoteliali) ,
agisce con la Proteina S disattivando i fattori V e VIII.
In questo modo funziona come un freno al processo a cascata della
coagulazione.
Questo dimostra che persone con carenza di Proteina C, sono ad alto
rischio trombosi.
303
L’ Osteocalcina, prodotta dagli osteoclasti, interviene nella regolazione
della fissazione di calcio nell’osso.
IL GUSTO UMAMI -5° gusto-
Abbiamo già parlato dell’analisi sensoriale che i nostri sensi: vista,
olfatto, udito, tatto e gusto, svolgono in ogni istante, indipendentemente
dalla nostra volontà, anzi condizionandola.
Tutti i giorni facciamo analisi sensoriali nel compiere le nostre azioni, ad
esempio, per l’acquisto di un vestito, nel riconoscere una musica, nel
riconoscere un cibo che ci piace…
Il gusto è il senso che ci interessa per la scoperta e la conoscenza del gusto
UMAMI.
I nostri organi di senso rappresentano l’interfaccia, grazie alla quale il
nostro organismo, traduce le informazioni pervenute dall’esterno. Il
funzionamento degli organi sensoriali si basa sullo stimolo che viene
captato da specifici recettori, che generano un segnale elettrico che arriva
al cervello, dove viene decodificato..
304
E’ stata scoperta, a livello dell’ Ipotalamo, una zona che è stata definita
CENTRO del PIACERE. Questo ha fatto vedere che ci sono recettori
specifici del gusto UMAMI , che una volta stimolati, provocano
nell’individuo una “sensazione di piacere”, non riscontrata con la
stimolazione di altri centri.
L’ UMAMI è presente nella nostra alimentazione da moltissimi secoli. Ci
sono infatti dei gusti, che sono universalmente ritenuti fonte di gradimento.
La parola Umami, significa in giapponese “saporito”, questo nome è
stato dato da un chimico giapponese di nome Ikeda nel 1909. Egli
stava studiando il contenuto del brodo di una particolare alga, da sempre
usata nelle cucine orientali. Così scopre che quel gusto così apprezzato,
era dovuto a molecole di derivati dell’ acido glutammico, di cui quelle
alghe erano particolarmente ricche. Sono sali derivati dall’ acido
glutammico .
Questo amminoacido è sintetizzato normalmente dal nostro organismo,
però in caso di stress psico-fisico o di malattie, il suo fabbisogno aumenta
notevolmente e per questo viene definito essenziale.
Oltre ad una attività ricostituente, nel sistema nervoso ha funzioni di
neuro trasmettitore - eccitatore, ed è un precursore dell’acido gamma
ammino butirrico (GABA).
305
L’acido glutammico NON attraversa la “barriera emato- encefalica”.
Per raggiungere il cervello, viene convertito in Glutammina ( che serve
per la sintesi proteica).
L’attenzione ora riservata su questa molecola, è dovuta alla scoperta
che quantità eccessive, possono contribuire a causare danni neuronali
tipici delle sclerosi progressive amiotrofiche e nel morbo di Alzhaimer.
Tornando sul nostro argomento, si capisce che questo gusto era
praticamente da tutti riconosciuto. Il motivo di questa accettazione è
dovuto alla sua presenza, in alta concentrazione, nel latte materno umano.
Inoltre si è visto che tutte le comunità hanno sempre gradito gli alimenti
contenenti queste molecole.
Tutte le collettività umane hanno sempre ricercato” il piacere” derivato da
questo “gusto umami”.
Anche i romani, utilizzavano queste sostanze insaporitrici, traendole
inconsapevolmente, dall’essiccazione delle ventraglie di pesci. Lo
chiamavano “liquamen”. Lo utilizzavano per insaporire le loro pietanze .
Anche oggi, nella tradizionale cucina romana ( e non solo) , sono soliti far
sciogliere nei loro soffritti , anche a base di carne, una acciuga sotto sale.
Oppure altri utilizzano dei brodi con aggiunta di insaporitori, come i
“famosi” dadi contenenti glutammato…
306
Ci sono un gran numero di alimenti che lo contengono: il parmigiano
reggiano, il prosciutto, formaggi, le alghe( come ikeda ci ha dimostrato),
acciughe sotto sale, il pomodoro maturo rosso e utilizzato per la pizza o
nel condimento della pasta. Tutti apprezzano questi alimenti.
Al proposito, come non ricordare il gradimento della nostra pizza, o della
pasta al pomodoro in tutto il mondo.
Fino ai molti prodotti industriali, come i dadi, che sono un concentrato di
questo gusto…
Però abbiamo visto che queste molecole, eccitatorie del nostro 5° gusto, si
generano dalla naturale idrolisi delle proteine , e alla degradazione degli
acidi nucleici. Le sostanze che ci interessano sono la Inosina mono
fosfato (IMP), la Guanosina mono fosfato (GMP).
il Glutammato mono sodico (MSG) è il derivato salino dell’ acido
glutammico. La Inosina è particolarmente presente negli alimenti carnei,
mentre la Guanosina è abbondante nei vegetali. Pensiamo ai processi di
stagionatura per due classici dell’ alimentazione Italiana: parmigiano e
prosciutto. Durante la stagionatura ( per questo è importante), si assiste
alla scomposizione delle strutture chimiche dell’alimento, che portano
alla formazione di quelle molecole . Oggi in particolare il glutammato
307
mono sodico è utilizzato come insaporitore ed esaltatore del gusto in molti
preparati.
ALIMENTI NON NUTRIENTI
Sono sostanze che non interferiscono con i processi digestivi, non hanno
effetti dannosi e superano immodificate i processi digestivi e sono:
Fibre insolubili (cellulosa), sono stimolanti il tratto intestinale, non sono
fermentate dalla flora batterica intestinale , però sono fondamentali per i
movimenti peristaltici gastrointestinali ( permettono la mobilità del cibo
attraverso il tratto intestinale) .
Fibre solubili: fermentano nel lume intestinale a causa della flora
batterica ,con produzione di gas. Inducono meteorismo addominale ( si
gonfia la pancia…a causa dei gas prodotti).
Questa fibra è la pectina.
La pectina è un esoesano C6 H12 O5.
Sono presenti nella parete cellulare della frutta alla quale fornisce
consistenza.
La buccia della frutta, arrivata alla maturazione, idrolizzandosi (perde
acqua alla semplice esposizione all’aria) diminuisce la consistenza del
frutto, cioè la frutta perde la sua durezza, che si manifesta con una vistosa
308
e caratteristica “rugosità”, dovuta a disidratazione. Viene usata per fare le
marmellate e viene indicata con la sigla E440.
Durante il transito intestinale la pectina forma composti gelatinosi che
hanno una discreta azione ipocolesterolizzante e riducono l’assorbimento
dei lipidi.
ANTI NUTRIENTI IMPROPRIAMENTE DETTI
Sono sostanze che legano alcuni nutrienti limitandone l’assorbimento. Sono
presenti in organismi vegetali dove svolgono funzioni strutturali o di difesa
contro i predatori. Possiamo trovarle anche in organismi animali, che
producono tossine amminiche, presenti ad esempio nei molluschi o in
alcuni pesci, nei derivati del latte (formaggi) o nel vino.
Derivano anche da processi di degradazione o di cottura come le amine
eterocicliche delle carni cotte.
Oppure derivano anche da conservanti, da tossici ambientali di origine
microbica, fungina ( le aflatossine delle muffe ) o agrofarmaci e pesticidi
che contaminano l’alimento. Sono i seguenti gruppi:
Fitati: leganti dei metalli ( Ca-Mg-Zn-Fe-Cu….) ne inibiscono
l’assorbimento riducendone la disponibilità, (naturalmente se ingerite in
alte quantità)
309
Sono presenti nella crusca dei cereali, generalmente è usata per
l’alimentazione degli animali.
Per l’uomo è dimostrato che hanno effetti benevoli sull’attività intestinale e
forniscono anche un senso di sazietà, in quanto provocano un assorbimento
di acqua. La lievitazione, unicamente alla cottura, riduce questo problema
perché si riducono i fitati.
Acidi ossalici e acidi carbossilici: formano composti con il calcio introdotto
con la dieta, ad esempio l’ossalato di calcio che è un cristallo insolubile,
provocano la formazione di calcoli.
Inibitori della proteasi: sono in genere legumi crudi, contengono inibitori
della tripsina che è un fondamentale enzima che permette l’assorbimento
delle proteine. I legumi posso contenere anche lecitina che pure riduce
l’attività della tripsina.
Antivitamine: sostanze che riducono l’assorbimento delle vitamine e sono:
Avidina contenuta nelle uova crude, impedisce l’assorbimento della biotina,
Acido glucoascorbico è un antivitamina C.
Dicumarolici sono farmaci anticoagulanti che inibiscono la vitamina K.
Desossipiridossina è l’antivitamina B6
Antifolici sono farmaci usati nella terapia antitumorali, inibiscono le
funzioni dell’acido folico (vit.M) necessario per tutte le reazioni di sintesi.
310
Sia nei bambini che negli adulti ( come abbiamo già visto), l’acido folico è
necessario per produrre normalmente i globuli rossi.
SOSTANZE CHE POSSONO AVERE EFFETI
NEGATIVI SE ASSUNTE IN QUANTITA’:
-Beta amino propionitrile : amino acido neuro tossico, presente nei semi
della cicerchia (cruda), —causa alterazioni della mobilità degli arti
inferiori e della sensibilità generale.
Solanina : si forma nelle parti verdi della patata, (in piccola parte anche
sulla parte verde dei pomodori non maturi) è termostabile, causa
disordini neurologici.
Abbiamo già parlato della difficoltà ad essere accettata dagli europei
proprio per un iniziale cattivo utilizzo…..
Linamarina : sono glucosidi cianogenici, possono causare intossicazione da
cianuro. Sono presenti nei semi delle rasacee (pesche- mandorle )
Aflatosine: sono presenti nelle muffe, ad alte dosi, sono causa di tumori
epatici.
311
Ergotine o acido lisergico : sono alcaloidi, si trovano in alcuni funghi che
sono parassiti della segale. Sono vasocostrittori, causano convulsioni,
allucinazioni, ergotismo (fuoco di Sant’Antonio).
Nitrati : si trovano nelle foglie di verdure coltivate in carenza di luce,
di acqua ( anche in carenza di ossigeno, quando vengono conservate in
sacchetti di plastica). Si trasformano in Nitriti e in nitrosamine
( cancerogene), che si legano all’emoglobina e limitano l’ossigenazione
del sangue. Sono largamente usati nell’industria conserviera, per insaccati o
altro. Per annullare la loro azione cancerogena, i produttori più sensibili,
aggiungono ai loro prodotti acido ascorbico.
SOSTANZE CHE INDUCONO REAZIONI AVVERSE SOLO IN
INDIVIDUI PREDISPOSTI:
--Vicina e Covicina: sono glucosidi presenti nella fava, causano il
“fauvismo” che è un ittero emorrargico, anemia. In certi casi è mortale.
Ricordiamo il grande Pitagora, morto ( come ci dicono accreditate fonti)
a causa dello shock anafilattico dausato dalle fave.
312
-- Glutine : è una proteina presente normalmente in molti cereali, come
il grano, orzo, avena. Alcuni cereali ne sono privi, come il mais, il riso
ecc. Molti individui, non hanno nelle cellule dell’apparato intestinale,
l’enzima necessario alla scissione di questa molecola. Questo è causa di
gravi danni all’epitelio intestinale. Nel momento in cui tale molecola
arriva in contatto con le cellule epiteliali, provoca danni che spesso sono
mortali. Tale patologia è nota come Celiachia.
-lattosio- ci sono individui che non sono provvisti dell’ enzina “ lattasi”,
che serve per la digestione del lattosio. Sappiamo che questo glucide si
trova nel latte e nei suoi derivati, ed è formato da una molecola di
glucosio e da una di galattosio. In verità, quello che manca all’individuo è
l’enzima che scinde il galattosio: la “galattasi”. Tuttavia viene comunque
usato il termine di intolleranza al “lattosio”. Quando il soggetto che ne è
privo, viene in contatto con questo glucide, subisce una serie di reazioni
irritanti e molto uremiche a carico del suo tratto intestinale. Il problema
è oggi risolto da molti produttori di latte, che hanno l’accortezza di
aggingere preventivamente al latte, l’enzina atto alla pre-digestione di
questo glucide.
313
L’ACQUA
E’ una determinante fonte non solo di benessere, ma è la fonte della vita.
Abbiamo visto che la apparizione della vita sulla terra è concomitante
con l’arrivo dell’acqua.
Le varie comunità che si sono succedute sulla Terra, sono sempre state
condizionate dalla presenza di acqua , dotata di una essenziale qualità: la
“potabilità”. Se guardiamo le grandi città del nostro pianeta, vediamo
che queste si sono sviluppate tutte, nei pressi di fiumi. Pensiamo a Roma,
Parigi, Vienna, Berlino, Rio De Jeneiro (che trae il suo nome proprio dal
fiume che la bagna), New York, Atene, Sparta, oppure la perduta città di
Troia. Anche la nostra piccola città di Civitanova Marche , traeva il suo
nome dal fiume Chienti,( in antichità Cluentum… ). Intorno all’acqua si
sono sviluppati tutti popoli L’acqua, da fonte di vita, per essere tale,
deve indiscutibilmente mantenere una ineccepibile salubrità. Ricordiamo
al proposito, come nel 50 d.c., l’imperatore Claudio, riuscì a sedare il
focolaio di una insurrezione popolare, dovuta sia ad una grave siccità che
alla impotabilità dell’acqua del fiume Tevere.
314
Per una fortunata casualità scoprì ( non credo proprio che l’imperatore si
sia messo a fare “miscelazioni”, anche se la storia ce lo riporta, credo
piuttosto che siano stati gli impareggiabili tecnici che aveva a
disposizione..) l’efficienza di un materiale, tratto dalle terre vulcaniche
presenti intorno a Roma. Vide che mescolando tali terre con acqua, si
otteneva un materiale, il “calcestruzzo” , che avrebbe poi condizionato
tutta l’attività edilizia dell’intera umanità.
Con la scoperta del calcestruzzo, realizzò quell’ imponente
acquedotto , anche ora visibile, noto come Acque Claudie. Con questa
opera portò acqua sorgiva a Roma, calmando gli animi dei preoccupati
cittadini.
Tali problemi nascono dal fatto che con l’aumento stanziale delle
popolazioni, aumenta anche l’inquinamento antropogeno, che ha reso e
rende non più potabile l’acqua dei fiumi.
Tale acqua, da fonte di vita, con l’inquinamento ambientale, diventa
veicolo di morte. Come accadde in modo massiccio a Londra nella fine del
1.800, colpita da una catastrofica epidemia di colera. A seguito di questo
evento, Londra si dota del primo sistema fognario dotato di quelle
caratteristiche funzionali degli impianti depurativi attuali. Tale situazione
è fatta propria da tutte le altre comunità della Terra, tanto che soltanto con
315
l’ utilizzo di appropriati sistemi fognari , unitamente all’acqua pura,
incrementa immediatamente le aspettative di vita delle popolazioni, di 30
anni.
Noi siamo costituiti , mediamente per il 75% di acqua. Normalmente
abbiamo un continuo ricambio dei liquidi, che avviene per la gran parte
attraverso l’epidermide e con i reni. Ne cambiamo in genere, circa 1,5 o
2 litri al giorno. Possiamo parlare di una clerance dell’acqua.
L’acqua aiuta il corpo ad assorbire al meglio le sostanze nutrienti, presenti
negli alimenti. Elimina le tossine prodotte dall’organismo, lubrifica le
articolazioni, rende luminosa la pelle. Questo si riflette sull’aspetto
esteriore delle persone.
Da una recente ricerca si è visto che il 75% degli attacchi di fame,
lontano dai pasti, sono in realtà attacchi di sete !
Perciò invece di mangiare uno snack, possiamo bere acqua.
L’acqua accelera il metabolismo del 30% se bevuta anche a fine pasto.
Bevendo acqua (non calda, ma leggermente fredda), “ bruciamo “ prima
la pasta che abbiamo appena mangiato.
Bevendo circa 2 litri di acqua al giorno, bruciamo circa 150 calorie.
Inoltre la pancia si appiattisce perché l’acqua aiuta ad eliminare la
ritenzione idrica, che è la causa del gonfiore. Aiuta anche ad eliminare la
316
ritenzione idrica, che spesso è causa gli inestetici gonfiori sotto gli
occhi, perché diminuisce la concentrazione di sali.
Assumendo più acqua durante la giornata, il fisico è più energico e la
mente è più vivace, come se avessimo assunto una bevanda energetica !
Favorisce la concentrazione e l’assimilazione di informazioni.
E’ un efficiente antirughe, fa risplendere la pelle e la rende sana e
luminosa. Quando si è disidratati, l’organismo sottrae subito acqua da tutte
le parti non vitali, come l’epidermide, preservandola e convogliandola
verso il cuore, polmoni e tutt gli organi vitali.
Quando non si beve a sufficienza, lo si nota subito dalla pelle. L’immagine
di questa carenza, ci viene fornita dalle numerose rappresentazioni
cinematografiche, che raccontano di uomini dispersi e ritrovati in zone
desertiche.
Altro elemento importante è dato dalla qualità dell’acqua. Questo elemento
è da sempre ritenuto fondamentale per una vita sana. Particolarmente in
questi ultimi anni si è assistito ad uno scempio delle condizione del nostro
ambiente, portanto l’inquinamento sia del suolo che dell’aria a livelli
veramente preoccupanti. La contaminazione con metalli pesanti come il
piombo, arsenico, mercurio ed altri, oppure la presenza di inquinanti da
agrofarmaci, pestici , oppure di acidificanti meteorici, per non parlare
317
di preoccupanti presenze di batteri , come i coliformi, causati da
inefficienze del sistema fognario, hanno reso l’approvvigionamento di
questo essenziale alimento, fonte di inquietudine e preoccupazione, perché
tutti gli uomini sanno della necessità di bere acqua pulita e sana.
Era questa l’aspirazione di tutte le classi sociali. Sappiamo bene del
terrore per le pandemie causate, ad esempio, dal colera , oppure la
limitazione delle aspettative di vita, causate dal bere acqua non sana. In
Italia, il pericolo di bere acqua contaminata, è particolarmente sentito,
tanto che il nostro Paese, risulta tra i maggiori consumatori di acqua
minerale in bottiglia.
Purtroppo, recenti analisi, ci hanno dimostrato che molto spesso le
proprietà benefiche di questi prodotti, non corrispondono sempre alla realtà.
Però le massicce e suadenti campagne pubblicitarie, riescono a
convincere quasi tutti. Si è innescato un giro di affari sull’acqua di
miliardi di euro annui.
Però a questo, ha contribuito anche la trascurata distribuzione sistemica
dell’acqua. Questo ha generato nelle persone, la necessità di alimentare
questo nobile desiderio di acqua “sana”, a qualsiasi costo.
Acquedotti non solo mal tenuti, ma in genere molto antichi e costruiti
con vecchi tubi di piombo. I vari depuratori che aggiungono massicce
318
dosi di cloro, con lo scopo di eliminare facili presenze batteriche. Il tutto
che conferisce all’acqua delle nostre abitazioni un preoccupante odore ed
un sapore, dovuto ad una alta presenza di metalli, sicuramente non
accettato. Innegabili tassicità giustificate da norme che i vari legislatori,
ogni volta che viene fatta rilevare l’ incongruità delle acque da noi
utilizzate, salvano la “situazione legale”, aumentando i parametri
consentiti di quegli elementi che dovrebbero essere ritenuti inquinanti…..
Messe insieme tutte queste situazioni, hanno generato questo enorme
businnes.
E’ chiaro che per vivere bene abbiamo necessità di acqua che contenga le
giuste concentrazione ioniche di minerali, sia assolutamente esente da
presenza di inquinanti batterici o altro, e presenti un pH leggermente
basico.
Conservazione degli alimenti:
319
è uno dei tre processi di trasformazione agro-alimentare e si prefiggono di
preservare nel tempo l’edibilità ed il valore nutritivo, prevenendo le
alterazioni.
Le alterazioni degli alimenti avvengono a vari livelli:
Peggioramento delle attività organolettiche
Riduzione della commestibilità;
Riduzione del valore nutritivo;
Riduzione del grado di salubrità;
Le alterazioni possono essere di varia natura:
Fisiche: sono quelle cromatiche o di consistenza;
Chimico-fisiche: sono più complesse e riguardano l’interazione strutturale
dei componenti, quali l’acqua o le macromolecole;
Chimiche: modificano la composizione chimico-nutritiva dell’alimento, con
fattori ambientali, quali l’ossigeno dell’aria, tali sono processi ossidativi sui
grassi o sui polifenoli;
Alterazioni biochimiche: dovute all’azione di enzimi;
Alterazioni microbiologiche: dovute all’insediamento di polazioni
microbiche che utilizzano l’alimento come substrato per la loro crescita.
Lo scopo della conservazione è quello di preservare le proprietà
dell’alimento e utilizzo dilazionato nel tempo.
320
Un esempio è quello del latte. Appena munto non necessita di alcuna
trasformazione, però dopo qualche ora è soggetto ad alterazioni microbiche
che ne provocano una carica microbica patogena che lo rende in
commestibile.
Per questo i processi di trasformazione industriale hanno lo scopo di
renderlo inutilizzabile anche a distanza di mesi.
Altro esempio che si può fare con l’alimento latte è la sua conservazione
quando è destinato alla caseificazione. In questo caso la carica batterica ha
un’importanza secondaria in quanto verrà abbattuta dal processo di
caseificazione.
Comunque la carica microbica avrà sempre un effetto sul valore
merceologico della materia prima; in questo caso, la refrigerazione ha lo
scopo di limitare le perdite del valore tecnologico del prodotto durante le
fasi di sosta e di trasporto.
Lo sforzo principale della conservazione à la prevenzione dei fenomeni di
avvelenamento alimentare.
Noi viviamo comunemente in contatto con una serie sterminata di batteri,
che normalmente insidiano anche i nostri alimenti. Sappiamo che la
riproduzione microbica è caratterizzata da ;
321
una fase di “latenza”, dove la carica batterica (ovvero il numero di batteri)
è bassa e le condizioni ambientali (per i microrganismi) non sono ideali:
una fase di proliferazione esponenziale (cioè il numero dei batteri aumenta
molto velocemente)
una fase stazionaria (la popolazione dei microrganismi si stabilizza e non
aumenta di numero)
una fase di morte (dove la popolazione diminuisce velocemente –a causa
delle insufficienti condizioni ambientali , come mancanza di cibo, o
alterazione del loro eco-sistema).
Dobbiamo solo fare attenzione a quello sopra riportato, perché quella curva
appena descritta, vale per tutti i sistemi di vita complessa, quindi anche per
gli umani.
Torniamo ai nostri microrganismi soffermandoci sul fatto che molti di
questi, si riproducono per SPORE (cioè hanno un” guscio” su cui si
rinchiudono) che permette loro di sospendere tutte le funzioni vitali (anche
per millenni, o meglio per un tempo indefinito) e riprenderle nel momento
in cui ci sono condizioni di vita a loro favorevoli. Queste forme di vita
322
estremamente resistenti sono le Bacillacee, ad esempio il Bacillus
Clostridium ecc.
Determinati microrganismi sono utilizzati in campo alimentare e sono così
detti Pro-Carioti (sono senza nucleo) e sono i batteri, i lieviti, le muffe; poi
ci sono gli Eu-carioti (hanno un nucleo) e li troviamo nella categoria dei
funghi.
Vediamo quali sono per noi i più dannosi:
Salmonella, viene trasmessa con gli alimenti e causa direttamente delle
infezioni
Clostridium Botulino, produca tossine che se ingerite con il cibo causa
grave e spesso mortale intossicazione.
Muffe, alterano l’alimento rendendolo in commestibile e rilasciano delle
“aflatossine” per noi cancerogene.
Micobatterio bovino
Shigella, causa la shigellosi
Vibrio phaemoliticus
323
Yersinia enterocolica
Enterovirus
Naturalmente ne possiamo annoverare altri, quali i vibrioni colerici , i
coliformi ecc. Una trattazione specifica dobbiamo rimandarla, solo per
motivi “contingenti”. Per tornare all’argomento oggetto della nostra
trattazione, diciamo che alla luce di quanto brevemente esposto, possiamo
comprendere che tutte le regole adottate nella “fabbricazione” degli
alimenti sono tese ad eliminare tutte le possibilità che gli alimenti vengano
aggrediti da microrganismi prima descritti. D’altro canto, sappiamo che
molti microrganismi sono per noi di grande utilità, sia per trasformare
convenientemente alcuni alimenti, quanto per aumentarne la conservabilità.
Pensiamo ai Saccaromiceti, utilizzati per la panificazione o nella
vinificazione.
Poi ci ci sono i Lattomiceti e Muffe utilizzati per i prodotti lattiero-caseari,
questi sono : Bifido bacterium, Lactobacillus, Enterococcus; li troviamo
facilmente negli yogurt. Qui vengono definiti probiotici per i loro effetti
benefici per il nostro organismo. I ceppi più conosciuti sono il Jonsonii, il
Rhamnosus, il Bifido bacterium Longum, il Lactobacillus Crispatus.
324
Siamo arrivati alla scoperta di questi Pro Biotici, in modo casuale. Molti
anni fa, alcuni ricercatori tedeschi, si accorsero della longevità di una
popolazione che viveva alle pendici della catena Caucasica. Analizzando la
loro alimentazione, videro che queste persone, estremamente povere,
basavano il loro regime alimentare soprattutto sullo Yogurt e sul latte
acidificato. Da analisi di laboratorio svolte sui loro derivati del latte,
trovarono questi pro biotici. Naturalmente questi microrganismi non
contengono l’elisir della lunga vita, però hanno una interazione con le
nostre cellule epiteliali intestinali. Queste quando vengono a contatto con
stress termici, osmotici, ossidativi o di altro tipo, mettono in azione un
sistema di tolleranza allo stress basato sull’induzione di proteine cellulari
che stabilizzano la proteina Actina e la Proteina 72, che prevengono la
denaturazione cellulare. Questa prima attività è “cito-prottettiva” (protegge
le nostre cellule). – Altra azione è quella di modulare i sistemi di
segnalazione infiammatoria delle cellule intestinali : queste sono munite di
sistemi di segnalazione necessari per l’attivazione della risposta
immunitaria contro una varietà di stimoli. Un’altra attività è quella di
“programmare la morte” (apoptosi) delle cellule dell’epitelio intestinale,
questa è una utile strategia per il controllo delle infezioni intestinali. I
Probiotici modulano diversi sistemi di segnalazione dei macrofagi con
325
effetti sulla immunità della mucosa intestinale. Vediamo come questi
batteri probiotici entrano in rapporto con il nostro organismo: nei primi
momenti di vita, i meccanismi di difesa sono più importanti dei meccanismi
acquisiti, perché il neonato sano, non ha incontrato all’interno dell’utero
alcun antigene. In questo periodo iniziale della vita, il colostro ed il latte
materno, possono accrescere la resistenza del neonato alle infezioni
intestinali. I meccanismi di questa aumentata resistenza alle infezioni sono
sia passivi (dovuti al passaggio con il latte di fattori anti microbici), che
attivi, attraverso la promozione dello sviluppo di specifiche funzioni
immunitarie. I compiti che l’organismo deve svolgere sono due: il primo è
rispondere attivamente agli antigeni dei batteri patogeni-; il secondo è
tollerare gli antigeni dei batteri NON patogeni. L a regolazione di queste
due risposte è fondamentale per la salute. Il venir meno di queste proprietà
porta a ricorrenti infezioni, malattie autoimmuni e allergie. L’educazione
di questo sistema immune sin dai primi momenti di vita è fondamentale
per minimizzare la comparsa di questi disordini immuno mediati. Gli
antigeni fondamentali a questo processo educativo sono proprio quelli
della flora batterica che da neonati acquisiamo dalla madre e che colona
lizza l’intestino già dopo 48 ore di vita. La produzione di Ig.A secretorie è
uno dei meccanismi immunologici fondamentali nello stabilirsi della
326
tolleranza orale e per la protezione da agenti patogeni. Negli ultimi anni si è
assistito nei paesi industrializzati, ad un aumento delle patologie
autoimmuni ed allergiche. I fattori responsabili di questo aumento sono
(molto probabilmente) da ricercare nella alterata maturazione della
funzione immune sin dai primi momenti di vita. Pertanto l’alterata flora
batterica favorita da un ridotto contatto con agenti infettivi (teoria della
troppa igiene), non consentirà una equilibrata risposta immunitaria.
Ai metodi tradizionali quali il raffreddamento, o la messa sotto sale, si
affiancano metodi più moderni che prevedono l’aggiunta di lieviti.
Particolare attenzione si presta anche alla conservazione dei sapori,
dell’aspetto e dell’odore. Questi sono parametri che forniscono valore
aggiunto agli alimenti.
METODI DI CONSERVAZIONE:
la conservazione tende ad evitare la proliferazione di microrganismi come
batteri, funghi e muffe.
Questi all’interno dei cibi tendono a produrre sostanze di scarto tossiche per
l’uomo (putrescina). Inoltre, tendono a ritardare i processi di ossidazione
327
dei lipidi (irrancidimento). Esistono particolari processi atti ad inibire il
naturale invecchiamento che sopraggiunge durante la fase di preparazione:
esempio è l’ossidazione della polpa della mela, che dà luogo alla pattina
marrone sulla superficie esposta, una volta che il frutto è stato tagliato. In
generale tutti i nutrienti, esposti ad ossidazione, perdono le loro proprietà
fisiche e nutritizie.
METODI BASATI SULLA RIDUZIONE DELL’ATTIVITA’
DELL’ACQUA:
Concentrazione per evaporazione, per osmosi inversa, per
crioconcentrazione;
Essiccamento: si attua con la separazione del solido dal liquido. A seconda
del prodotto ottenuto, in caso di rapporto basso (tra il prodotto di partenza e
quello finale, cioè non superiore a un quinto), si ha l’evaporazione;
Liofilizzazione-Crioessiccamento: consta di due processi fisici:
1) la surgelazione e la sublimazione: l’acqua viene prima congelata (stato
solido), poi viene trasformata in vapore (stato gassoso) che viene eliminato.
L’esempio è il caffè liofilizzato (e tantissimi altri alimenti) subito pronto in
acqua calda.
METODI BASATI SULL’ALTERAZIONE DELLA TEMPERATURA:
328
Bassa temperatura:
Refrigerazione: è il più diffuso, si porta la temperatura a +4 °C
Congelazione: si porta la temperatura a non superare i –4 °C o –18
°C. questo metodo ha tempi di esposizione lunghi, questo causa
rottura delle membrane cellulari Surgelazione: si porta subito la
temperatura a -18 °C o inferiore. Questa tecnica mantiene intatte le
proprietà del prodotto. (tuttavia i microrganismi e vari processi
enzimatici non vengono eliminati, sono soltanto rallentati dal freddo).
E’ consuetudine interrompere l’attività enzimatica prima del
surgelamento con la “scottatura” (blanking), oppure con additivi (i
conservanti sono proibiti dalla legge).
2 Alte temperature :
Sterilizzazione: comporta l’eliminazione o inattivazione dei
microrganismi e degli enzimi presenti. Si attua con trattamenti a
temperatura superiore ai 100°C in apparecchi sotto pressione
(autoclavi)
Appertizzazione: il nome è dovuto al suo inventore: Appert Nicholas.
329
Si usa per le confetture. Si immerge il prodotto, contenuto in un
recipiente ermetico, in acqua ad una temperatura superiore ai 110 -
120° C per tempi prolungati. Elimina il rischio del Botulino.
Pastorizzazione: è ottenuta con temperature molto alte. Garantisce
tempi di conservazione molto lunghi, però si alterano notevolmente
sia i principi nutritivi che le proprietà organolettiche dell’alimento.
Un esempio che invece ci mostra la funzionalità di questo
procedimento è dato dal trattamento UHT (ultra hight temperature),
dove si utilizzano temperature di 140 - 150 °C per circa 10 secondi
(al massimo),. Con questo artifizio, si ottiene una lunga
conservazione, con quasi inalterate le caratteristiche nutrizionali e
organolettiche.
METODI BASATI SULL’ALTERAZIONE DELL’ATMOSFERA:
-sottovuoto: è molto utilizzato, perché togliendo aria (O 2), la maggior
parte dei microrganismi non si sviluppa. Mantiene inalterato il
330
colore, il sapore, il profumo dell’alimento ed è associato alla
refrigerazione. La durata varia a seconda dell’ alimento da 6 a 25
giorni.
-conservazione sotto oli vegetali: anche in questo modo si blocca
l’azione dell’ossigeno. L’alimento può durare fino a qualche anno.
METODO BASATO SU ALTERAZIONE DEL pH:
-sottoaceto: si porta il pH ad un grado inferiore a 4,5 che elimina la
gran parte dei batteri. L’alimento dura qualche anno mantenendo le
sue proprietà. Assume quel caratteristico sapore aspro. Normalmente,
come per i sotto olio, vengono aggiunte erbe e spezie, con qualità
antibatteriche, es: aglio. Senape, cannella, chiodi di garofolo,
prezzemolo.
METODO BASATO SU AGENTI CHIMICI:
-affumicatura: il monossido di carbonio e anidride carbonica,
uccidono i microrganismi, deve essere associato ad altre tecniche,
come la salatura con spezie.
331
-sotto alcol: l’etanolo uccide i microrganismi (batteri, funghi, virus-
compreso il virus della SARS) però è talmente inefficace contro le
spore dei batteri.
-aggiunta di additivi: antimicrobici, antiossidanti, stabilizzanti.
Altro metodo molto diffuso è quello dell’utilizzo dei raggi UV (ultra
violetto).
REGIME ALIMENTARE
Un regime alimentare per essere considerato soddisfacente deve
soddisfare le seguenti condizioni:
-deve essere ben digeribile, gradevole e ben preparato. L’aspetto e il
profumo del cibo debbono esaltare l’appetito mediante la stimolazione
delle secrezioni e dei movimenti del tubo digerente.
-deve apportare la quantità di energia sufficiente a coprire il
fabbisogno energetico del corpo.
332
-deve contenere proteine, grassi, glucidi in quantità opportune. Deve
apportare la quantità sufficiente di a.a. indispensabili e di grassi
essenziali.
-deve contenere minerali in quantità sufficiente, in particolare cloruri
e fosfati di calcio, sodio e potassio, ferro e una piccola quantità di
ioduri.
-deve contenere vitamine in quantità sufficienti
-deve essere opportunamente bilanciata tra i vari componenti per
assicurare l’optimum di nutrizione.
-deve soddisfare tutte le esigenze ed i bisogni dell’organismo in modo
da assicurare l’armonico funzionamento
-deve essere confortato da un solido equilibrio mentale.
MODELLI ALIMENTARI
333
L’elisir della vita “eterna” è un obbiettivo malcelato della gran parte degli
esseri umani. Per questo motivo, molti hanno trovato facile terreno nel
persuadere moltissime persone sugli effetti “miracolosi” di certi
comportamenti alimentari.
Personalmente li vedo più come una prosecuzione di riti sciamanici, che
di altro. Proprio per questo, la ortodossia e la ritualità che li
accompagnano, hanno sempre ottenuto un grande seguito.
Comunque andiamo, seppur fugacemente, a vedere i più noti.
Prima di questo, dobbiamo puntualizzare che ci sono persone che :
seguono un preciso modello ed hanno una conoscenza alimentare
sviluppata;
-altre seguono informazioni avute da altri senza capire.;
- altri non seguono alcun modello alimentare.
La maggior parte dei popoli seguono il secondo e il terzo modello. I
risultati non potevano che essere disastrosi…. Tanto che tutti sappiamo
che nei paesi “industrializzati”, la spesa sociale più alta è data dalla
spesa sanitaria. Tutte le strutture ospedaliere sono sempre in massimo
334
affollamento, con un indice di patologie riconducibili a regimi alimentari
sballati, estremamente alto.
Allora perché non si segue il primo modello alimentare (basato su una
sviluppata conoscenza alimentare) ?
Il motivo reale è che le attuali teorie non sono in grado di produrre un
modello che sia:
a) Preciso.
b) Coerente
c) Concreto
d) Compatibile ( con la qualità della vita)
Allora si aprono spazi immensi per quanti vogliono proporre nuovi
modelli di regimi alimentari. Vediamone alcuni:
-Emodieta: seguono un regime alimentare basato sul gruppo sanguigno.
L’ideatore di questo metodo, dice che il gruppo sanguigno 0, è il più
antico della razza umana. In questo periodo, l’uomo era un predatore,
quindi si nutriva di animali e raccoglieva bacche e frutta. Il gruppo A
arriva quando l’uomo diventa stanziale, coltiva la terra e convive con gli
335
animali. Quindi mangia cereali e si nutre di derivati alimentari dagli
animali. Il gruppo B è ancora più recente e particolarmente presente in
zone degli alti territori indo pachistani , dove le popolazioni sono
particolarmente dedite alla pastorizia, quindi molto protettive delle loro
mandrie. Il gruppo AB è molto recente, presente in una popolazione che
raggiunge di poco il 2% degli abitanti della terra. Questi rappresentano la
sintesi di tutti i precedenti gruppi, quindi dotati di una attività immunitaria
più completa, rispetto a quella degli altri gruppi. Si deve avvalere di cibi
più raffinati e complessi… Secondo la logica dell’esponente , i vari
individui debbono seguire regimi alimentari basati su alimenti che
l’evoluzione ha maturato nei processi iniziali. Per contestare una simile
dottrina si potrebbe confutare tutto il corredo “allelico” (cioè risposte
immunitarie) che ogni gruppo indistintamente possiede, stravolgendo
totalmente questa teoria.
-Dieta Dukan: questo modello si basa su uno squilibrio del regime
alimentare , che all’inizio viene proposto prettamente proteico, per
divenire gradualmente (dopo almeno 3 mesi) diversificato. L’aggressione
che il regime iper proteico produce, non compensa certamente
336
l’eliminazione degli altri nutrienti. In questo modo, si vuole creare uno
scompenso alimentare con un altro scompenso……
Dieta Mediterranea. Questo modello, contrariamente alle aspettative è
stato così nominato da un soldato- medico americano alla fine della
seconda guerra mondiale. Questo propone una sintesi del sistema
alimentare riscontrato in quattro nazioni del Mediterraneo: la Grecia, la
Spagna, il Marocco, l’Italia. Gli alimenti qualificanti questa dieta sono :
l’olio extra vergine di oliva, cereali, verdure quali ortaggi, legumi, frutta, in
alte quantità; presenta basse quantità di carne e formaggi e piccolissime
dosi di dolci, alcol e grassi animali. Questo ricercatore americano, il dott.
Keys vede una bassa incidenza di patologie cardiache negli abitanti di
questi Stati, in confronto con abitanti degli altri Stati Europei e Americani.
Naturalmente le ricerche sono continuate, tanto che nel 2010, tale regime
alimentare ha ottenuto un riconoscimento internazionale. Tuttavia tale
regime alimentare presenta un piccolo risvolto negativo, dovuto alla
facilità con cui questi alimenti, seppure molto sani, possono con il tempo
portare a fastidiosi aumenti ponderali. Per ovviare a tale problema,
sarebbe sufficiente non superare mai la quantità ottimale di cereali, che
dovrebbe fermarsi a razioni che non superino gli 80 gr. di cereali al giorno,
337
oltre a non eccedere nei condimenti…. Soprattutto si dovrebbe indicare un
adeguato supporto di attività fisica.
Dieta vegetariana:
è da annoverare tra le “diete etiche”, dove gli individui rifiutano di cibarsi
di animali, ma accettano di nutrirsi con alimenti prodotti degli animali,
come uova,latte e suoi derivati. Certamente questo regime alimentare,
presenta un basso impatto ambientale. E’ un regime alimentare
indiscutibilmente molto positivo che ha da sempre intransigenti seguaci.
Ne citiamo alcuni di differenti perodi: Aristotele, Plotino, Leonardo
(celebre è la sua frase: non voglio trasformare il mio corpo in un
sarcofago), Freud, Jung, Carl Lewis (primatista mondiale 100 mt.),
Heinstein ecc..
Dieta vegana:
Sono molto più intransigenti dei vegetariani, rifiutano non solo i cibi carnei,
ma anche i derivati della carne. Dal punto di vista funzionale, questa dieta
contribuisce ad apportare indiscutibili benefici in quanto non causa
acidificazione dei fluidi. Secondo specifici studi, prodotti dal nobel Otto
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Wartburg, si è dimostrato che con l’aumento della acidità del sangue si
aumentavano i rischi di problematiche cardio-vascolari, di insorgenze
tumorali a carico del colon, seno, prostata ecc. Ne abbiamo parlato in modo
dettagliato nel capitolo dove abbiamo trattato gli a.a. Poi ricordiamo che i
vegetali contengono fitoestrogeni che bilanciano gli ormoni fluttuanti. In
tale modo le donne vegane superano la “menopausa” con minori lamentele
di insonnia, di vampate di calore, di fatica, di depressione, di cambiamenti
umorali, di obesità, di perdita di “sex drive”.
Dieta a zona: dividono in pasti in “blocchi”, che dividono gli alimenti non
in base al peso, ma in base all’apporto calorico (40-prot- 30 gluc.-30 lip.).
La colazione è indicata in 3 blocchi (uno per categoria) e gli altri pasti
principali, sempre in 3 blocchi, però ognuno composto da 3 blocchi. Un
calcolo semplicemente “snervante” per chi vuole condurre un simile
metodo.
Dieta fruttista: si basa sul concetto, sicuramente molto etico e rispettoso
della natura, che dobbiamo alimentarci solo con i frutti maturi che le piante
lasciano “cadere nelle nostre mani”. E’ certamente vero che i frutti
contengono tutti gli elementi per noi essenziali e nelle fisiologiche
proporzioni. E’ sicuramente vero che i frutti ci forniscono anche tutti i
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“farmalimenti e fitonutrienti” necessari a proteggerci da pericolose
acidificazioni dei nostri fluidi e quindi da tutte le varie patologie derivate
anche da un eventuale abbassamento delle difese immunitarie, oppure da
cardio patie, dalle aggressione tumorali e molto altro… Ci sono persone
che seguono tale dieta. Seguace importante di questa difficile dieta è stato
Gandhi. Però è molto difficile seguire tale regime per un lungo tempo. Però
i benefici derivati dal seguire tale modello sono indiscutibilmente molto
positivi per la salute degli umani.
EXPO 2015
Temi di questa manifestazione sono: nutrire il pianeta, energia per la vita.
Sono questi gli argomenti dell’esposizione universale di Milano 2015. Gli
obiettivi primari sono:
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1. Rafforzare la qualità e sicurezza dell’alimentazione, cioè la sicurezza
di avere cibo a sufficienza per vivere e la certezza di consumare cibo
sano e acqua potabile.
2. Assicurare un’alimentazione sana e di qualità a tutti per eliminare la
fame, la sete, la mortalità infantile e la malnutrizione (che colpisce
circa un miliardo di persone).
3. Prevenire le grandi malattie sociali della nostra epoca, tali sono
obesità, patologie cardio-vascolari, tumori, valorizzando le pratiche
che permettono di superarle.
4. Innovare la ricerca, la tecnologia e la filiera alimentare, per migliorare
le proprietà nutritive dei prodotti, la loro conservazione e
distribuzione.
5. Educare ad una corretta alimentazione per favorire nuovi stili di vita.
6. Valorizzare la conoscenza delle tradizioni alimentari come elementi
culturali ed etnici.
7. Preservare la biodiversità, rispettare l’ecosistema ambientale ed
educare alla nutrizione per la salute e i benessere delle persone.
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8. Cercare sempre più efficaci sistemi di controllo e di innovazione a
partire da nuove e sostenibili biotecnologie che non siano una
minaccia per l’ambiente e la salute dell’uomo, per garantire la
disponibilità di un terreno sano e di acqua potabile anche per la
irrigazione.
9. Assicurare nuovi fonti alimentari nelle aree della Terra dove
l’agricoltura non è sviluppata o è minacciata dalla desertificazione,
dall’impoverimento ittico dei fiumi e mari.
Sappiamo che parteciperanno anche due Nobel:
Norman Borlang, il padre della “Rivoluzione verde”, che affronta i temi
dell’aumento della popolazione mondiale con la conseguente
insufficienza di cibo.
L’altro Nobel, Amartya Sen, approfondirà il tema: “Non sarà il cibo a
mancare, ma sarà la paura di non avere la certezza per acquistarlo”.
Naturalmente, questa sarà una vetrina mondiale, dove tutti i partecipanti
offriranno il meglio non solo delle loro tradizioni, ma indicheranno
soluzioni eco sostenibili, che permetteranno una distribuzione equa delle
risorse del pianeta. A questo proposito, sarebbe opportuno ricordare il
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pensiero di Serge Latouche, un filosofo economista francese, che già da
qualche anno, critica la occidentalizzazione della Terra, cioè lo stretto
legame tra la industrializzazione con il capitalismo. Latouche vede che
in ogni area in via di sviluppo, coesistono sempre i fenomeni di
urbanizzazione, industrializzazione, nazionalismo, burocratizzazione.
Questi elementi non comportano automaticamente, il benessere
promesso, ma sono in genere, portatori di distruzione di ciò che si
vorrebbe ricostruire diversamente. Vede che la crisi
dell’occidentalizzazione e dello sviluppo, sono esclusivamente culturali.
Infatti la “povertà” è fisiologica in un sistema capitalistico, perché in
questo sistema, la “povertà” è considerata come un segno di
“inferiorità”. Nell’immaginario delle popolazioni occidentali, è
necessario che ci sia sempre “qualcuno sotto di noi”. Latouche dice che
tutte le politiche economiche che tendono alla globalizzazione,
soprattutto delle risorse alimentari, portano benessere solo per un
piccolissimo numero di persone, mentre la quasi totalità, rimarrà priva e
sofferente per lo spostamento delle risorse, verso i centri del potere
finanziario. Egli ci dice che è necessaria una “globalizzazione del
particolarismo”. E’ necessario proteggere le singolarità su scala globale.
Tutti dobbiamo conoscere gli “stili di vita “ degli altri, perché la
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conoscenza è il primo elemento che elimina non solo la paura per ciò
che è diverso, ma soprattutto ci permette il rispetto di tutte le varie
particolarità. Possiamo apprezzare le loro eccellenze, ma non depredarli
delle loro risorse. Tra pochi mesi, a Milano, potremo apprezzare tutte le
proposte che deriveranno da ogni parte del Mondo, valuteremo così le
proposte che ogni Stato
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