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ORMONIORMONI

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FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA ENDOCRINOENDOCRINO

Il Sistema endocrino regola le funzioni cellulari mediante “messaggeri molecolari od ormoni”

secreti da ghiandole endocrine o cellule ghiandolari di vari tessuti (es. nervoso,

gastrointestinale). I meccanismi di interazione ormonale possono essere “endocrini” (via

sangue su cellule bersaglio lontane), “paracrini” (diretto su cellule bersaglio vicine), “autocrini”

(su propri recettori cellulari).

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Il Sistema endocrino regola le funzioni cellulari mediante “messaggeri molecolari od

ormoni” secreti da ghiandole endocrine o cellule ghiandolari

di vari tessuti (es. nervoso, gastrointestinale)

I meccanismi di interazione ormonale possono essere

“endocrini” (via sangue su cellule bersaglio lontane),

“paracrini” (diretto su cellule bersaglio vicine), “autocrini” (su propri recettori cellulari).

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Principali ghiandole endocrine: ipotalamo, ipofisi, tiroide, paratiroide, surrene, pancreas,

rene, gonadi (testicoli, ovaie-corpo luteo), placenta. Le ghiandole esocrine secernono

sudore, saliva o succhi digestivi nell’ambiente esterno (cute, bocca o tubo digerente).

Il sistema nervoso controlla quello endocrino: tramite meccanismi neuroumorali ipotalamici (via assoni neurali o nel sangue) e

innervazione del sistema nervoso autonomo (midollare surrenale).

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Meccanismi di regolazione degli ormoni: i principali sono

meccanismi a feed-back negativo (es. circuito breve o

lungo sull’asse ipotalamo-ipofisi) e feed-back positivo

(effetto amplificatorio dell’estrogeno sull’ipofisi che

causa l’ovulazione) Innesco della regolazione: tali

meccanismi sono innescati dalla concentrazione di ormoni e di altre molecole (es. glucosio) o ioni (es. Ca2+)

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Meccanismi di regolazione degli ormoni: meccanismi a feed-back negativo

(es. circuito breve o lungo sull’asse ipotalamo-ipofisi) e feed-back positivo

(effetto amplificatorio dell’estrogeno sull’ipofisi che causa l’ovulazione). Tali

meccanismi sono innescati dalla concentrazione di ormoni e di altre

molecole (es. glucosio) o ioni (es. Ca2+).

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Natura molecolare dei tre tipi di ormoni: proteica (peptidi, polipeptidi e glicoproteine)

lipidica (stereoidi derivati dal colesterolo e derivazione di acidi grassi)

aminoacidica (tirosina e triptofano). lucido

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Regolazione dei recettori ormonali: relazione dose-risposta sensibilità del recettore desensibilizzazione/sensibilizzazione mediante

variazioni del numero e dell’affinità dei recettori ormonali.

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Meccanismo d’azione degli ormoni peptidici basato su recettori di membrana e secondi messaggeri nel citoplasma: complesso ormone-recettore sulle cellule

bersaglio, accoppiamento recettore-proteina G, proteine effettrici (enzimi adenilciclasi e fosfolipasi C), secondi messaggeri per l’amplificazione del segnale ormonale

(AMPc, IP3/Ca2+), proteinchinasi fosforilanti proteine citoplasmatiche e nucleari.

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Meccanismo d’azione degli ormoni steroidei e tiroidei: attraversamento delle membrane cellulari e

nucleari, complesso ormone-recettore nel nucleo, trascrizione del DNA-RNAm, migrazione dello RNAm

nel citoplasma e sintesi proteica.

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Meccanismo d’azione dell’insulina e dei fattori di crescita insulino-simili (somatomedine):

complesso ormone-recettore sulle cellule bersaglio, attivazione della tirosinchinasi e conseguente

fosforilazione di proteine ed enzimi (proteine G, proteinchinasi, fosfatasi, fosfolipasi C), trasporto del

complesso ormone-recettore nel citoplasma (endocitosi) e sua degradazione.

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IPOTALAMOIPOTALAMO L’ipotalamo controlla la contrazione della muscolatura L’ipotalamo controlla la contrazione della muscolatura

scheletrica in modo subcosciente dirigendo schemi di scheletrica in modo subcosciente dirigendo schemi di risposte associati a stati d’animo come la rabbia, il dolore, il risposte associati a stati d’animo come la rabbia, il dolore, il piacere; esso piacere; esso controlla le funzioni autonome come il battito controlla le funzioni autonome come il battito

cardiaco, la pressione sanguigna, la respirazione e la cardiaco, la pressione sanguigna, la respirazione e la digestione agendo sul bulbo e sul ponte; coordina le attività digestione agendo sul bulbo e sul ponte; coordina le attività

del sistema nervoso con quelle del sistema endocrino del sistema nervoso con quelle del sistema endocrino inibendo o stimolando le cellule dell’ipofisi mediante la inibendo o stimolando le cellule dell’ipofisi mediante la

produzione di ormoni regolatori rilasciati in circolo; produce produzione di ormoni regolatori rilasciati in circolo; produce ormoni grazie al nucleo sopraottico (produce ormone ormoni grazie al nucleo sopraottico (produce ormone

antidiuretico che consente il riassorbimento di acqua a livello antidiuretico che consente il riassorbimento di acqua a livello dei tubuli renali) e al nucleo paraventricolare (produce dei tubuli renali) e al nucleo paraventricolare (produce

ossitocina che stimola la contrazione della parete uterina e la ossitocina che stimola la contrazione della parete uterina e la secrezione della ghiandola mammaria); secrezione della ghiandola mammaria);

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IPOTALAMOIPOTALAMO

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IPOTALAMOIPOTALAMO E’ il punto di origine di impulsi che determinano la E’ il punto di origine di impulsi che determinano la

stimolazione del centro della fame e della sete; coordina stimolazione del centro della fame e della sete; coordina le funzioni volontarie ed automatiche; regola la le funzioni volontarie ed automatiche; regola la

temperatura corporea (l’area preottica invia informazioni temperatura corporea (l’area preottica invia informazioni al centro vasomotore localizzato nel bulbo in grado di al centro vasomotore localizzato nel bulbo in grado di

controllare l’afflusso di sangue mediante regolazione del controllare l’afflusso di sangue mediante regolazione del calibro dei vasi); regola i ritmi circadiani (il nucleo calibro dei vasi); regola i ritmi circadiani (il nucleo

soprachiasmatico coordina tutte le attività legate al ritmo soprachiasmatico coordina tutte le attività legate al ritmo giorno/notte; esso riceve impulsi dalla retina e invia ad giorno/notte; esso riceve impulsi dalla retina e invia ad altri nuclei dell’ipotalamo, all’epifisi e alla formazione altri nuclei dell’ipotalamo, all’epifisi e alla formazione

reticolare). reticolare).

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Gli ormoni ipotalamici determinano, a livello dell’adenoipofisi, la Gli ormoni ipotalamici determinano, a livello dell’adenoipofisi, la sintesi, l’accumulo e quindi la immissione nel sintesi, l’accumulo e quindi la immissione nel sangue di una serie di di una serie di

prodotti che vengono chiamate prodotti che vengono chiamate tropinetropine in quanto agiscono su altre in quanto agiscono su altre ghiandole del sistema endocrino che sono dipendenti dall’ipofisi ghiandole del sistema endocrino che sono dipendenti dall’ipofisi

(ovaio, testicolo,  tiroide, mammella, corticale del surrene).(ovaio, testicolo,  tiroide, mammella, corticale del surrene).Gli ormoni ipotalamici sono indicati come Gli ormoni ipotalamici sono indicati come Relasing HormonesRelasing Hormones (RH) e (RH) e

cioè sostanze che stimolano la  dismissione e l’ingresso nel sangue cioè sostanze che stimolano la  dismissione e l’ingresso nel sangue degli ormoni ipofisari.degli ormoni ipofisari.

Gli RH sono :Gli RH sono : Il Il GnRHGnRH o o relasing hormone per le due gonadotropine ipofisarierelasing hormone per le due gonadotropine ipofisarie LH LH

ed FSHed FSH, agenti sulle ovaie per l’induzione dell’ovulazione;, agenti sulle ovaie per l’induzione dell’ovulazione; Un Un relasing hormone per la tireostimolina ipofisaria o relasing hormone per la tireostimolina ipofisaria o TRH agente agente

sulla tiroide;sulla tiroide; Un Un relasing hormone per l’relasing hormone per l’ormone ipofisario della crescita o GHRH;;

Un Un relasing hormone per la tropina che stimola la corticale del relasing hormone per la tropina che stimola la corticale del surrene o CRHsurrene o CRH, inducendola a sua volta a produrre l’ormone , inducendola a sua volta a produrre l’ormone cortisolo;;

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IPOFISIIPOFISI Essa è suddivisa in due porzioni, una anteriore, o Essa è suddivisa in due porzioni, una anteriore, o

adenoipofisiadenoipofisi,, ed una posteriore, o ed una posteriore, o neuroipofisineuroipofisi..L’adenoipofisi è collegata all’ipotalamo da un sistema di L’adenoipofisi è collegata all’ipotalamo da un sistema di vasivasi sanguigni nel quale vengono immessi gli ormoni sanguigni nel quale vengono immessi gli ormoni ipotalamici che arrivano così all’ipofisiipotalamici che arrivano così all’ipofisi. Allo stesso . Allo stesso modo, sempre attraverso questo sistema, gli ormoni modo, sempre attraverso questo sistema, gli ormoni prodotti dall’ipofisi possono giungere all’ipotalamo ed prodotti dall’ipofisi possono giungere all’ipotalamo ed influenzarne le sue funzioni. influenzarne le sue funzioni.

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L'ipotalamo modula l'attività dei lobi anteriore e posteriore L'ipotalamo modula l'attività dei lobi anteriore e posteriore dell'ipofisi in due modi diversi. dell'ipofisi in due modi diversi. I neurormoni da esso sintetizzati I neurormoni da esso sintetizzati

raggiungono raggiungono l'ipofisi anteriore (adenoipofisi)l'ipofisi anteriore (adenoipofisi) direttamente direttamente attraverso un sistema vascolare portale specializzatoattraverso un sistema vascolare portale specializzato e regolano la e regolano la

sintesi e la secrezione dei sei principali ormoni peptidici dell'ipofisi sintesi e la secrezione dei sei principali ormoni peptidici dell'ipofisi anteriore. Gli ormoni ipofisari, a loro volta, regolano la funzione anteriore. Gli ormoni ipofisari, a loro volta, regolano la funzione delle ghiandole endocrine periferiche (tiroide, surreni e gonadi), delle ghiandole endocrine periferiche (tiroide, surreni e gonadi),

oltre all'accrescimento e alla lattazione. Non esistono connessioni oltre all'accrescimento e alla lattazione. Non esistono connessioni neurali dirette tra l'ipotalamo e l'ipofisi anteriore. Al contrario, neurali dirette tra l'ipotalamo e l'ipofisi anteriore. Al contrario,

l'ipofisi posteriore (neuroipofisi)l'ipofisi posteriore (neuroipofisi) è costituita da assoni che è costituita da assoni che originano dai corpi cellulari di neuroni localizzati nell'ipotalamo.originano dai corpi cellulari di neuroni localizzati nell'ipotalamo.

Questi assoni servono come siti di deposito per due ormoni peptidici Questi assoni servono come siti di deposito per due ormoni peptidici sintetizzati nell'ipotalamo, i quali a livello periferico hanno la sintetizzati nell'ipotalamo, i quali a livello periferico hanno la

funzione di regolare il bilancio idrico, l'emissione del latte e la funzione di regolare il bilancio idrico, l'emissione del latte e la contrazione della muscolatura uterina ADH e OSSITOCINAcontrazione della muscolatura uterina ADH e OSSITOCINA

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ADENOIPOFISIADENOIPOFISI Sotto lo stimolo o l’inibizione dell’ipotalamo, l'adenoipofisi produce una serie di Sotto lo stimolo o l’inibizione dell’ipotalamo, l'adenoipofisi produce una serie di ormoni o tropine di natura proteica ed altre sostanze, come per esempio le ormoni o tropine di natura proteica ed altre sostanze, come per esempio le endorfine, ,

che si trovano anche nel cervello ed hanno una struttura chimica che assomiglia a che si trovano anche nel cervello ed hanno una struttura chimica che assomiglia a quella degli oppioidi.quella degli oppioidi.

Gli ormoni ipofisari sono rappresentati da: Gli ormoni ipofisari sono rappresentati da: Gonadotropina FSHGonadotropina FSH (ormone stimolante il follicolo); (ormone stimolante il follicolo);

Gonadotropina LHGonadotropina LH (ormone luteinizzante); (ormone luteinizzante); ICSHICSH (ormone stimolante le cellule interstiziali del testicolo) nell’uomo; (ormone stimolante le cellule interstiziali del testicolo) nell’uomo;

Prolattina, importante nella preparazione della ghiandola mammaria durante la Prolattina, importante nella preparazione della ghiandola mammaria durante la gravidanza e nella sua funzione durante l’gravidanza e nella sua funzione durante l’allattamentoallattamento. Al di fuori dello stato . Al di fuori dello stato

gravidico, i livelli di prolattina non fisiologici possono influenzare negativamente i gravidico, i livelli di prolattina non fisiologici possono influenzare negativamente i meccanismi della fertilità e quindi della riproduzione;meccanismi della fertilità e quindi della riproduzione;

Il Il TSH TSH (tropina stimolante la tiroide);(tropina stimolante la tiroide); L’L’ACTHACTH (tropina stimolante la corticale del surrene); (tropina stimolante la corticale del surrene); Il Il GH GH (tropina stimolante l’accrescimento corporeo);(tropina stimolante l’accrescimento corporeo);

Le gonadotropine agiscono sulle gonadi (ovaio e testicolo). L’ovaio, sotto lo stimolo Le gonadotropine agiscono sulle gonadi (ovaio e testicolo). L’ovaio, sotto lo stimolo delle gonadotropine, secerne tre ormoni che derivano dal delle gonadotropine, secerne tre ormoni che derivano dal colesterolo: : estrogeni, ,

androgeni, , progesteroneprogesterone e suoi derivati. e suoi derivati.

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NEUROIPOFISINEUROIPOFISI Esiste nell’ipofisi anche un Esiste nell’ipofisi anche un lobo posteriorelobo posteriore a struttura nervosa, a struttura nervosa,

chiamata chiamata neuroipofisineuroipofisi, a cui arrivano direttamente , a cui arrivano direttamente dall’ipotalamo, stavolta non attraverso il sangue ma tramite dei dall’ipotalamo, stavolta non attraverso il sangue ma tramite dei

prolungamenti di neuroni, una serie di sostanze prodotte dai prolungamenti di neuroni, una serie di sostanze prodotte dai neuroni dell’ipotalamo stesso. Queste, vengono poi immesse nel neuroni dell’ipotalamo stesso. Queste, vengono poi immesse nel

circolo sanguigno ed hanno azioni su tutto l’organismo. Fra esse, circolo sanguigno ed hanno azioni su tutto l’organismo. Fra esse, le più importanti sono l’le più importanti sono l’ADHADH o ormone antidiuretico o o ormone antidiuretico o

vasopressina, responsabile della ritenzione di sodio, e vasopressina, responsabile della ritenzione di sodio, e l’l’ossitocina,, che stimola la contrazione della muscolatura dell’utero durante che stimola la contrazione della muscolatura dell’utero durante

il parto e le cellule muscolari (mioepiteliali) della mammella il parto e le cellule muscolari (mioepiteliali) della mammella durante l’durante l’allattamentoallattamento per favorire l’uscita del latte. per favorire l’uscita del latte.

  

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GHIANDOLE ENDOCRINE PRIMARIE.

IPOTALAMO-IPOFISI POSTERIORE: Le cellule grandi di nuclei ipotalamici

sopraottico e paraventricolare producono ormone antidiuretico (riassorbimento renale dell’acqua) e

ossitocina (contrazioni uterine nel parto, contrazione mioepiteliale dei dotti galattofori

facilitante l’eiezione del latte). Tali ormoni sono depositati e rilasciati dall’ipofisi posteriore.

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IPOFISI ANTERIORE: Tropine quali l’ormone somatotropo (crescita di tessuti corporei), prolattina (sviluppo mammario e lattogenesi; in alte dosi inibisce

ciclo mestruale/fertilità femminile e libido maschile), ormone adrenocorticotropo (rilascio steroidi corticosurrenali ed espansione dei melanofori cutanei/mucosi durante stress psico-fisici e risposte di “attacco-fuga”), ormone tireotropo (rilascio di ormone tiroideo

implicato nella crescita e nel metabolismo), gonadotropine (ormone follicolo-stimolante e l’ormone luteinizzante per lo sviluppo di

cellule germinali e la produzione di ormoni sessuali in testicoli/ovaie), melatonina nell’epifisi per i ritmi circadiani

sincronizzati su giorno-notte

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TIROIDE: l’unità funzionale (follicolo) produce, immagazzina e rilascia ormone tiroideo (T3, T4) che

influisce sullo sviluppo psico-fisico dell’organismo, sul comportamento (attenzione, reattività) e sul metabolismo

di tutte le cellule. La tiroide secerne anche calcitonina che regola la concentrazione plasmatica di calcio.

PARATIROIDE: secerne ormone paratiroideo (paratormone) che regola la concentrazione plasmatica di

calcio. TIMO: secerne timosina che regola la produzione e la funzione dei linfociti T del sistema

immunitario

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PANCREASPANCREASIl pancreas è una ghiandola impari situata al di sotto del diaframma Il pancreas è una ghiandola impari situata al di sotto del diaframma in rapporto di contiguità con duodeno, coledoco, ilo della milza, e in rapporto di contiguità con duodeno, coledoco, ilo della milza, e

rene sinistro.rene sinistro.E’ suddiviso funzionalmente in due componenti:E’ suddiviso funzionalmente in due componenti:

pancreas esocrino che rappresenta il 98% delle cellule ed pancreas esocrino che rappresenta il 98% delle cellule ed responsabile della sintesi e secrezione nel duodeno degli enzimi responsabile della sintesi e secrezione nel duodeno degli enzimi

digestivi;digestivi;pancreas endocrino restante 2% della popolazione cellulare, pancreas endocrino restante 2% della popolazione cellulare,

deputata alla sintesi e alla secrezione nella vena porta di 4 ormoni deputata alla sintesi e alla secrezione nella vena porta di 4 ormoni principali:principali:

insulina, glucagone, somatostatina, polipeptide pancreatico.insulina, glucagone, somatostatina, polipeptide pancreatico.

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FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA ENDOCRINOENDOCRINO

Il 90% delle cellule endocrine sono raggruppate in Il 90% delle cellule endocrine sono raggruppate in particolari aggregati rotondeggianti denominate particolari aggregati rotondeggianti denominate “insule “insule

pancreatiche”o isole di Langerhans.pancreatiche”o isole di Langerhans.

Nelle isole pancreatiche le cellule A o Nelle isole pancreatiche le cellule A o secernono secernono glucagoneglucagone, le cellule B o , le cellule B o producono producono insulinainsulina, le cellule , le cellule

D o D o somatostatinasomatostatina e le cellule PP o F secernono il e le cellule PP o F secernono il polipeptide pancreatico.polipeptide pancreatico.

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FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA ENDOCRINOENDOCRINO

GLUCAGONEGLUCAGONEE’ costituito da 29 aminoacidi, secreto dalle cellule A delle isole di E’ costituito da 29 aminoacidi, secreto dalle cellule A delle isole di Langerhans.Langerhans.

E’ secreto in risposta a stimoli fisiologici e parafisiologici come il digiuno E’ secreto in risposta a stimoli fisiologici e parafisiologici come il digiuno prolungato, l’ipoglicemia, l’esercizio fisico intenso, i glicocorticoidi, le prolungato, l’ipoglicemia, l’esercizio fisico intenso, i glicocorticoidi, le

catecolamine, le endorfine.catecolamine, le endorfine.La sua secrezione è soppressa dal glucosio (iperglicemia), dall’insulina, da La sua secrezione è soppressa dal glucosio (iperglicemia), dall’insulina, da

elevati livelli di acidi grassi liberi.elevati livelli di acidi grassi liberi.AZIONI BIOLOGICHEAZIONI BIOLOGICHE

AUMENTO DEL RILASCIO DI GLUCOSIOAUMENTO DEL RILASCIO DI GLUCOSIOINIBIZIONE DELLA GLICOGENOSINTESIINIBIZIONE DELLA GLICOGENOSINTESI

STIMOLAZIONE DELLA GLICOGENOLISI DELLA STIMOLAZIONE DELLA GLICOGENOLISI DELLA NEOGLUCOGENESI, DELLA CHETOGENESINEOGLUCOGENESI, DELLA CHETOGENESI

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FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA ENDOCRINOENDOCRINO

SOMATOSTATINASOMATOSTATINA

E’ un polipeptide ciclico costituito da 14 aminoacidi secreto dalle E’ un polipeptide ciclico costituito da 14 aminoacidi secreto dalle cellule cellule poste alla periferia delle insule . poste alla periferia delle insule .

Valori normali nel sangue 10-80 pg/ml. Emivita plasmatica inferiore Valori normali nel sangue 10-80 pg/ml. Emivita plasmatica inferiore a tre minuti, siti di inattivazione il fegato e il rene.a tre minuti, siti di inattivazione il fegato e il rene.

La somatostatina agisce sia sulle cellule vicine a quelle La somatostatina agisce sia sulle cellule vicine a quelle (azione (azione paracrina) sia a distanza azione endocrina.paracrina) sia a distanza azione endocrina.

EFFETTI INIBITORIEFFETTI INIBITORI : sulla secrezione di GH, insulina, glucagone, : sulla secrezione di GH, insulina, glucagone, gastrina, TSH. Provoca un rallentamento dello svuotamento gastrico gastrina, TSH. Provoca un rallentamento dello svuotamento gastrico

della secrezione gastrica e pancreatica, un rallentamento della della secrezione gastrica e pancreatica, un rallentamento della motilità intestinale ed una riduzione dell’assorbimento di glucosio, motilità intestinale ed una riduzione dell’assorbimento di glucosio,

aminoacidi e acidi grassi liberi.aminoacidi e acidi grassi liberi.

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FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA ENDOCRINOENDOCRINO

POLIPEPTIDE PANCREATICO PPPOLIPEPTIDE PANCREATICO PPE’ costituito da una catena lineare di 36 aminoacidiE’ costituito da una catena lineare di 36 aminoacidi

Emivita plasmatica di 5 min.Emivita plasmatica di 5 min.I piu’ potenti stimolatori della secrezione di PP sono i pasti ricchi di I piu’ potenti stimolatori della secrezione di PP sono i pasti ricchi di

proteine e grassi, l’ipoglicemia, l’esercizio fisico, lo stress e la proteine e grassi, l’ipoglicemia, l’esercizio fisico, lo stress e la stimolazione parasimpatica.stimolazione parasimpatica.

Somatostatina e iperglicemia svolgono un azione inibitoria sulla Somatostatina e iperglicemia svolgono un azione inibitoria sulla secrezione di PP.secrezione di PP.

IL PP non agisce né sulla secrezione di insulina né su quella di IL PP non agisce né sulla secrezione di insulina né su quella di glicogeno.glicogeno.

Ha un effetto inibitorio sulla secrezione pancreatica del Ha un effetto inibitorio sulla secrezione pancreatica del bicarbonato e di proteine, sulla secrezione biliare e sulla motilità bicarbonato e di proteine, sulla secrezione biliare e sulla motilità

della colecisti.della colecisti.

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INSULINAINSULINA E’ un ormone polipeptidico di 51 aminoacidi secreto E’ un ormone polipeptidico di 51 aminoacidi secreto dalle celluledalle cellule delle isole di Langerhans; è costituita da delle isole di Langerhans; è costituita da

due catene polipeptidiche A (21 aa) e B (30 aa) tenuti due catene polipeptidiche A (21 aa) e B (30 aa) tenuti insieme da due ponti disolfuro intercatenari.insieme da due ponti disolfuro intercatenari.

La biosintesi dell’insulina è codificata da un singolo La biosintesi dell’insulina è codificata da un singolo gene localizzato sul braccio corto del cromosoma 11.gene localizzato sul braccio corto del cromosoma 11.

L’emivita biologica è tra 3 e 8 min perché la sua azione L’emivita biologica è tra 3 e 8 min perché la sua azione deve essere rapidamente reversibile.deve essere rapidamente reversibile.

Fegato e rene sono coinvolti nell’inattivazione di circa Fegato e rene sono coinvolti nell’inattivazione di circa l’80% dell’ormone nelle 24h.l’80% dell’ormone nelle 24h.

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FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA ENDOCRINOENDOCRINO

REGOLAZIONE DELLA SECREZIONEREGOLAZIONE DELLA SECREZIONE

La secrezione di insulina è La secrezione di insulina è stimolatastimolata da : da :

Glucosio, mannosioGlucosio, mannosio

Alcuni aminoacidi (leucina, arginina)Alcuni aminoacidi (leucina, arginina)

Acidi grassi liberiAcidi grassi liberi

Alcuni ormoni (GIP, la gastrina, colecistochinina)Alcuni ormoni (GIP, la gastrina, colecistochinina)

Stimolazione vagale, Stimolazione vagale, adrenergica adrenergica

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FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA ENDOCRINOENDOCRINO

La secrezione di insulina è La secrezione di insulina è inibita inibita da:da: IpoglicemiaIpoglicemia SomatostatinaSomatostatina L’attività L’attività adrenergica adrenergica

Alcuni farmaci (diazossido, fenitoina Alcuni farmaci (diazossido, fenitoina vinblastina)vinblastina)

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FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA ENDOCRINOENDOCRINO

L’insulina influenza il metabolismo dei carboidrati, lipidi, L’insulina influenza il metabolismo dei carboidrati, lipidi, proteine, favorendo la conservazione dell’energia che viene proteine, favorendo la conservazione dell’energia che viene

introdotta nell’organismo con gli alimenti.introdotta nell’organismo con gli alimenti.

StimolaStimola:: GLICOGENOSINTESIGLICOGENOSINTESI

LIPOGENESILIPOGENESI SINTESI PROTEICASINTESI PROTEICA

Inibisce Inibisce ::• GLICOGENOLISIGLICOGENOLISI

• PROTEOLISIPROTEOLISI• GLUCONEOGENESI E CHETOGENESIGLUCONEOGENESI E CHETOGENESI

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FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA ENDOCRINOENDOCRINO

RECETTORE INSULINICORECETTORE INSULINICOIl recettore è una glicoproteina tetramerica costituita da due subunità Il recettore è una glicoproteina tetramerica costituita da due subunità

e da due subunità e da due subunità La subunità La subunità idrofila idrofila è situata a livello extracellulare e contiene il sito è situata a livello extracellulare e contiene il sito

legante per l’insulina, la legante per l’insulina, la subunità subunità idrofoba idrofoba è costituita da una è costituita da una porzione intramembrana che contiene un sistema protein-chinasico porzione intramembrana che contiene un sistema protein-chinasico

con prevalente attività tirosin chinasica.con prevalente attività tirosin chinasica.E’ codificato da un singolo gene posto sul braccio corto del E’ codificato da un singolo gene posto sul braccio corto del

cromosoma 19 cromosoma 19 complessi insulino-recettore vengono in parte internalizzati con complessi insulino-recettore vengono in parte internalizzati con successiva degradazione dell’insulina e riutilizzazione dei recettorisuccessiva degradazione dell’insulina e riutilizzazione dei recettori

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FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA ENDOCRINOENDOCRINO

DIABETE MELLITO tipo I e IIDIABETE MELLITO tipo I e II

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FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA ENDOCRINOENDOCRINO

DIABETE MELLITODIABETE MELLITO Il diabete è una sindrome endocrino-metabolica a diversa Il diabete è una sindrome endocrino-metabolica a diversa

etiopatogenesi, caratterizzata dalla presenza di elevati etiopatogenesi, caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) e dovuta a livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) e dovuta a

un’alterata quantità o funzione dell’insulina. un’alterata quantità o funzione dell’insulina. diabete tipo I o insulino-dipendente a patogenesi diabete tipo I o insulino-dipendente a patogenesi

autoimmuneautoimmune diabete tipo II non insulino dipendente, familiare diabete tipo II non insulino dipendente, familiare non non

autoimmune autoimmune

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FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA ENDOCRINOENDOCRINO

DIABETE MELLITO DI TIPO I O INSULINO DIABETE MELLITO DI TIPO I O INSULINO DIPENDENTE (IDDM)DIPENDENTE (IDDM)

Viene definito una malattia multifattoriale in quanto determinato da Viene definito una malattia multifattoriale in quanto determinato da una complessa combinazione di fattori genetici e ambientali. Si una complessa combinazione di fattori genetici e ambientali. Si tratta di una malattia autoimmune derivante dalla progressiva e tratta di una malattia autoimmune derivante dalla progressiva e

completa distruzione delle cellule B pancreatiche che producono completa distruzione delle cellule B pancreatiche che producono l’insulina.l’insulina.

LA DISTRUZIONE DELLE CELLULE B PANCREATICHE E’ IL LA DISTRUZIONE DELLE CELLULE B PANCREATICHE E’ IL RISULTATO FINALE DI UN PROCESSO AUTOIMMUNE RISULTATO FINALE DI UN PROCESSO AUTOIMMUNE

IINNESCATO IN SOGGETTI GENETICAMENTE IINNESCATO IN SOGGETTI GENETICAMENTE SUSCETTIBILI, DA FATTORI AMBIENTALI (VIRUS O SUSCETTIBILI, DA FATTORI AMBIENTALI (VIRUS O

SOSTANZE TOSSICHE).SOSTANZE TOSSICHE).

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FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA ENDOCRINOENDOCRINO

Le malattie autoimmuni sono caratterizzate dalla Le malattie autoimmuni sono caratterizzate dalla produzione di una risposta immunitaria contro produzione di una risposta immunitaria contro

tessuti propri e/o dalla presenza di linfociti T tessuti propri e/o dalla presenza di linfociti T effettori autoreattivi. In effetti nelle isolette effettori autoreattivi. In effetti nelle isolette

pancreatiche dei soggetti diabetici si può pancreatiche dei soggetti diabetici si può evidenziare un infiltrato cellulare, contenente evidenziare un infiltrato cellulare, contenente

linfociti autoreattivi responsabili del danno linfociti autoreattivi responsabili del danno cellulare. cellulare. Nella maggioranza dei casi è possibile Nella maggioranza dei casi è possibile

evidenziare sia una risposta cellulare che una evidenziare sia una risposta cellulare che una risposta anticorpale autoimmune. risposta anticorpale autoimmune.

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FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA ENDOCRINOENDOCRINO

DIABETE TIPO IDIABETE TIPO I DIABETE MELLITO DI TIPO 1DIABETE MELLITO DI TIPO 1

Ha patogenesi immunitaria. Fattori genetici sono correlati, ma Ha patogenesi immunitaria. Fattori genetici sono correlati, ma l'insorgenza e può seguire, tra l'altro, il l'insorgenza e può seguire, tra l'altro, il morbillo, l', l'epatite o le o le

infezioni da infezioni da coxackievirus. Si teorizza che tali infezioni realizzino . Si teorizza che tali infezioni realizzino una risposta autoimmunitaria con la comparsa in piu’ di linfociti T una risposta autoimmunitaria con la comparsa in piu’ di linfociti T

citotossici che completino la distruzione delle citotossici che completino la distruzione delle cellule β del del pancreas, , producenti producenti insulina..

Tuttavia lo stato Tuttavia lo stato omozigote per un per un allele non fa aumentare non fa aumentare ulteriormente il rischio.ulteriormente il rischio.

È stata dimostrata l'importanza delle posizioni 45 e 57 della catena È stata dimostrata l'importanza delle posizioni 45 e 57 della catena DQb nella suscettibilità al diabete I.DQb nella suscettibilità al diabete I.

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FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA ENDOCRINOENDOCRINO

DIABETE TIPO IDIABETE TIPO IFATTORI GENETICIFATTORI GENETICI

E’ una malattia a componente poligenica con il maggiore gene di rischio E’ una malattia a componente poligenica con il maggiore gene di rischio o di suscettibilità localizzato sul o di suscettibilità localizzato sul braccio corto del cromosomabraccio corto del cromosoma 6 6

legato al complesso maggiore di istocompatibilità (MHC o HLA da legato al complesso maggiore di istocompatibilità (MHC o HLA da Human leuckocite Antigens) Human leuckocite Antigens) che prende il nome di IDDM1.che prende il nome di IDDM1.

Locus IDMM2 localizzato sul braccio corto del cromosoma 11 Locus IDMM2 localizzato sul braccio corto del cromosoma 11 comprendenti regioni geniche per l’isulina.comprendenti regioni geniche per l’isulina.

La regione IDDM1 comprende i geni che codificano per gli antigeni La regione IDDM1 comprende i geni che codificano per gli antigeni HLA-DQ e HLA-DR. HLA-DQ e HLA-DR. La presenza di HLA B8 o B15 aumenta di circa La presenza di HLA B8 o B15 aumenta di circa

tre volte il rischio di sviluppare diabete I, gli antigeni DR3 e DR4 tre volte il rischio di sviluppare diabete I, gli antigeni DR3 e DR4 aumentano tale rischio di 4-5 volte e un'associazione di questi antigeni aumentano tale rischio di 4-5 volte e un'associazione di questi antigeni

(per esempio B6/B15) fino a dieci volte.(per esempio B6/B15) fino a dieci volte.Il ruolo della sottoregione DQ sembra essere ancora piu’importante; Il ruolo della sottoregione DQ sembra essere ancora piu’importante; infatti i soggetti che codificano per l’acido aspartico in posizione 57 infatti i soggetti che codificano per l’acido aspartico in posizione 57 nella catena nella catena di DQ (Asp di DQ (Asp57) mostrano una ridotta suscettibilità a 57) mostrano una ridotta suscettibilità a

sviluppare il diabete, mentre i soggetti omozigoti per Aspsviluppare il diabete, mentre i soggetti omozigoti per Asp57 hanno un 57 hanno un elevata suscettibilità.elevata suscettibilità.

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FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA ENDOCRINOENDOCRINO

FATTORI GENETICIFATTORI GENETICILa regione IDMM1 comprende i geni che codificano per gli aplotipi La regione IDMM1 comprende i geni che codificano per gli aplotipi

HLA-DQ e HLA-DR (MHC di classe II).HLA-DQ e HLA-DR (MHC di classe II).Queste glicoproteine sono coinvolte nel legame e nella Queste glicoproteine sono coinvolte nel legame e nella

presentazione degli antigeni peptidici al recettore delle cellule T presentazione degli antigeni peptidici al recettore delle cellule T helper CD4+.helper CD4+.

Il riconoscimento del complesso HLA-peptide da parte del recettore Il riconoscimento del complesso HLA-peptide da parte del recettore delle cellule T insieme ad un segnale costimolatorio determina delle cellule T insieme ad un segnale costimolatorio determina l’attivazione delle cellule T ed innesca la risposta immunitaria l’attivazione delle cellule T ed innesca la risposta immunitaria

specifica.specifica.Un’alterata espressione dei geni che codificano per queste proteine Un’alterata espressione dei geni che codificano per queste proteine

potrebbe presentare difetti nella presentazione dell’antigene.potrebbe presentare difetti nella presentazione dell’antigene.I principali effettori dell’attacco alle cellule B sono infatti i linfociti I principali effettori dell’attacco alle cellule B sono infatti i linfociti

T che infiltrano il pancreas nel periodo precedente l’esordio della T che infiltrano il pancreas nel periodo precedente l’esordio della malattia.malattia.

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FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA ENDOCRINOENDOCRINO

FATTORI AMBIENTALIFATTORI AMBIENTALI

In un soggetto geneticamente predisposto alla malattia In un soggetto geneticamente predisposto alla malattia diabetica questa si sviluppa in seguito all’azione di diabetica questa si sviluppa in seguito all’azione di

fattori ambientali capaci di scatenare il processo fattori ambientali capaci di scatenare il processo autoimmune. Tali fattori sono talune infezione virali autoimmune. Tali fattori sono talune infezione virali

(CMV, Coxsackie virus) sostanze tossiche, dieta. (CMV, Coxsackie virus) sostanze tossiche, dieta.

IPOTESI DEL “MIMETISMO MOLECOLARE”IPOTESI DEL “MIMETISMO MOLECOLARE”

Presenza di sequenze aminoacidiche omologhe tra alcuni Presenza di sequenze aminoacidiche omologhe tra alcuni componenti virali e determinate proteine espresse dalle cellule B che componenti virali e determinate proteine espresse dalle cellule B che

causerebbe reattività crociata alla base della risposta autoimmune.causerebbe reattività crociata alla base della risposta autoimmune.

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ASPETTI IMMUNOLOGICIASPETTI IMMUNOLOGICIGli autoanticorpi diretti contro gli antigeni insulari sono utili Gli autoanticorpi diretti contro gli antigeni insulari sono utili

marcatori non solo per la predizione del diabete di tipo I ma anche marcatori non solo per la predizione del diabete di tipo I ma anche per seguirne l’evoluzione durante il periodo preclinico.per seguirne l’evoluzione durante il periodo preclinico.

• ICA ICA (Islet Cell Antibodies) (IgG) (Islet Cell Antibodies) (IgG) contro un antigene citoplasmatico contro un antigene citoplasmatico delle cellule insularidelle cellule insulari

• ICSA ICSA (Islet Cell Surface Antibodies) (Islet Cell Surface Antibodies) rivolti verso un antigene di rivolti verso un antigene di membrana delle cellule Bmembrana delle cellule B

• IAA anticorpi anti insulinaIAA anticorpi anti insulina• Anticorpi anti GAD (decarbossilasi dell’acido glutammico) due Anticorpi anti GAD (decarbossilasi dell’acido glutammico) due isoforme GAD-1 e GAD-2 . Gli anticorpi compaiono precocemente isoforme GAD-1 e GAD-2 . Gli anticorpi compaiono precocemente

e rappresentano un marcatore di distruzione delle cellule B e rappresentano un marcatore di distruzione delle cellule B pancreatiche. pancreatiche.

FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA ENDOCRINOENDOCRINO

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FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA ENDOCRINOENDOCRINO

DIABETE MELLITO DI TIPO IIDIABETE MELLITO DI TIPO II definito anche definito anche “insulino-“insulino-indipendente” (NIDDM),indipendente” (NIDDM), è è presente in circa il 90% della presente in circa il 90% della

popolazione diabetica,popolazione diabetica, e interessa i soggetti di età compresa tra 40- e interessa i soggetti di età compresa tra 40-65 anni. 65 anni. Si definisce insulino-indipendente perché non è provocato Si definisce insulino-indipendente perché non è provocato

da insufficiente produzione di insulina, né tanto meno è una malattia da insufficiente produzione di insulina, né tanto meno è una malattia autoimmune come quello di tipo I,autoimmune come quello di tipo I, ma di solito viene ma di solito viene causato da causato da

una prolungata e abitudinaria iperalimentazione, infatti i una prolungata e abitudinaria iperalimentazione, infatti i soggetti maggiormente a rischio sono gli obesi soggetti maggiormente a rischio sono gli obesi (poichè (poichè l'iperalimentazione aumenta la produzione di insulina, e l'iperalimentazione aumenta la produzione di insulina, e

conseguentemente l'insulino resistenza dei tessuti). conseguentemente l'insulino resistenza dei tessuti). FATTORI AMBIENTALI:FATTORI AMBIENTALI: iperalimentazione, sedentarietà, iperalimentazione, sedentarietà,

riduzione dell’attività fisica, obesità.riduzione dell’attività fisica, obesità. FATTORI GENETICI:FATTORI GENETICI: a causa dell’estrema eterogenicità della a causa dell’estrema eterogenicità della

malattia e dei malattia e dei loci genici, loci genici, vi sono forme ad eredità monogenica e vi sono forme ad eredità monogenica e poligenica.poligenica.

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DIABETEDIABETE

FATTORI GENETICIFATTORI GENETICI MATURITY ONSET DIABETES OF THE YOUNG MATURITY ONSET DIABETES OF THE YOUNG

(MODY)(MODY)

Insorge al di sotto dei 24 anni d’età e presenta un Insorge al di sotto dei 24 anni d’età e presenta un ereditarietà autosomica dominante. E’ dovuta a ereditarietà autosomica dominante. E’ dovuta a

mutazioni circa 100 nel gene della glucochinasi. Queste mutazioni circa 100 nel gene della glucochinasi. Queste mutazioni alterano l’attività dell’enzima determinando mutazioni alterano l’attività dell’enzima determinando un deficit di secrezione insulinica ed un aumento della un deficit di secrezione insulinica ed un aumento della

produzione epatica di glucosio.produzione epatica di glucosio.

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FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA FISIOPATOLOGIA DEL SISTEMA ENDOCRINOENDOCRINO

DIABETE MELLITO DI TIPO IIDIABETE MELLITO DI TIPO II ETIOPATOGENESIETIOPATOGENESI

L'eccesso di alimentazione provoca un aumento di glucosio in circolo, L'eccesso di alimentazione provoca un aumento di glucosio in circolo, da cui un'eccessiva secrezione di insulina (iperinsulinemia); e di da cui un'eccessiva secrezione di insulina (iperinsulinemia); e di

conseguenza i conseguenza i recettori insulinici diminuiscono la loro sensibilità a recettori insulinici diminuiscono la loro sensibilità a questo ormone ed anche la loro espressione sulla superficie delle questo ormone ed anche la loro espressione sulla superficie delle cellule. Non “funzionando bene” i recettori,cellule. Non “funzionando bene” i recettori, o essendo in numero o essendo in numero

insufficiente,insufficiente, il fegato, il fegato, che normalmente tra le sue funzioni, oltre a che normalmente tra le sue funzioni, oltre a liberare glucosio in condizioni di emergenza, è anche deputato liberare glucosio in condizioni di emergenza, è anche deputato

all'inibizione della secrezione di insulina, non riesce ad adempiere a all'inibizione della secrezione di insulina, non riesce ad adempiere a quest'ultima funzione, quindiquest'ultima funzione, quindi continua a liberare glucosio, continua a liberare glucosio,

aumentando i valori di glicemia, così il pancreas continua a aumentando i valori di glicemia, così il pancreas continua a produrre insulina, sviluppando così un circolo vizioso.produrre insulina, sviluppando così un circolo vizioso. Il Il diabete diabete mellito di tipo 2   ha una componente genetica molto importante,mellito di tipo 2   ha una componente genetica molto importante,

infatti colpisce con una probabilità del 10% i figli di un genitore infatti colpisce con una probabilità del 10% i figli di un genitore diabetico, e con una diabetico, e con una probabilità di 30-40% i figli diprobabilità di 30-40% i figli di entrambi entrambi

genitori diabeticigenitori diabetici

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DIABETEDIABETE

SINTOMATOLOGIASINTOMATOLOGIA Diabete Mellito di tipo 1 Diabete Mellito di tipo 1

Sintomi di presentazione: Sintomi di presentazione: iperglicemia,iperglicemia, poliuria, , polidipsia (secondaria alla poliuria), (secondaria alla poliuria), polifagia paradossa paradossa

(il paziente mangia molto ma dimagrisce), spesso il (il paziente mangia molto ma dimagrisce), spesso il sintomo di esordio è costituito dalla chetoacidosi sintomo di esordio è costituito dalla chetoacidosi

diabetica . Spesso si ha una interruzione dei sintomi diabetica . Spesso si ha una interruzione dei sintomi subito dopo la fase di esordio. Questa fase, nota come subito dopo la fase di esordio. Questa fase, nota come

luna di miele, dura per alcuni mesi, dopodicché i sintomi luna di miele, dura per alcuni mesi, dopodicché i sintomi si presentano nuovamente e permangono stabilmente si presentano nuovamente e permangono stabilmente

dando luogo, definitivamente, allo stato di diabete. dando luogo, definitivamente, allo stato di diabete.

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DIABETEDIABETE

SINTOMISINTOMIDiabete Mellito di tipo 2Diabete Mellito di tipo 2

Il riscontro di DM di tipo 2 è molto spesso casuale nel Il riscontro di DM di tipo 2 è molto spesso casuale nel corso di esami di laboratorio a cui il paziente si corso di esami di laboratorio a cui il paziente si

sottopone per altri motivi, questo perché la patologia si sottopone per altri motivi, questo perché la patologia si instaura molto lentamente e occorre molto tempo prima instaura molto lentamente e occorre molto tempo prima

che la sintomatologia possa divenire clinicamente che la sintomatologia possa divenire clinicamente manifesta; d'altro canto in molti pazienti sintomi di manifesta; d'altro canto in molti pazienti sintomi di

iperglicemia e glicosuria non compaiono mai. Nel caso iperglicemia e glicosuria non compaiono mai. Nel caso di DM conclamato, la sintomatologia delle due forme di di DM conclamato, la sintomatologia delle due forme di

DM (tipo 1 e tipo 2) è molto simile.DM (tipo 1 e tipo 2) è molto simile.

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DIABETEDIABETE

Quando la disponibilità di insulina è insufficiente (deficit di Quando la disponibilità di insulina è insufficiente (deficit di insulina) o se le cellule rispondono inadeguatamente ad essa insulina) o se le cellule rispondono inadeguatamente ad essa

(insulinoresistenza) o se l'insulina prodotta è difettosa, il glucosio (insulinoresistenza) o se l'insulina prodotta è difettosa, il glucosio non può essere efficacemente utilizzato dal nostro organismo: la non può essere efficacemente utilizzato dal nostro organismo: la

conseguenza di ciò è di uno stato di carenza di glucosio con elevati conseguenza di ciò è di uno stato di carenza di glucosio con elevati valori di glicemia (di glucosio ce n'è in abbondanza nel torrente valori di glicemia (di glucosio ce n'è in abbondanza nel torrente

sanguigno ma non può essere utilizzato).sanguigno ma non può essere utilizzato). Quando la glicemia a digiuno supera i 126 mg/dl si parla di Quando la glicemia a digiuno supera i 126 mg/dl si parla di DMDM, , mentre per valori compresi tra 101 e 125 mg/dl si parla di "mentre per valori compresi tra 101 e 125 mg/dl si parla di "alterata alterata

glicemia a digiunoglicemia a digiuno" (fattore di rischio per la futura comparsa di " (fattore di rischio per la futura comparsa di DM). Il glucosio compare nelle urine (glicosuria) per valori di DM). Il glucosio compare nelle urine (glicosuria) per valori di

glicemia maggiori di 180 mg/dl.glicemia maggiori di 180 mg/dl.

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COMPLICANZECOMPLICANZE

Si distinguono le complicanze acute che riguardano il Si distinguono le complicanze acute che riguardano il metabolismo (coma) dalle cosiddette complicanze a metabolismo (coma) dalle cosiddette complicanze a

lungo termine o croniche riguardanti diversi organi o lungo termine o croniche riguardanti diversi organi o tessuti (angiopatia, neuropatia..)tessuti (angiopatia, neuropatia..)

COMPLICANZE ACUTECOMPLICANZE ACUTE

Sono rappresentate da: chetoacidosi, acidosi lattica e Sono rappresentate da: chetoacidosi, acidosi lattica e coma iperosmolare non chetosico.coma iperosmolare non chetosico.

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DIABETEDIABETE COMPLICANZE ACUTECOMPLICANZE ACUTE CHETOACIDOSICHETOACIDOSI

La complicanza iperglicemica più frequente, soprattutto nei soggetti La complicanza iperglicemica più frequente, soprattutto nei soggetti diabetici di tipo I è la diabetici di tipo I è la chetoacidosi diabeticachetoacidosi diabetica;; essa si manifesta poiché, non essa si manifesta poiché, non

essendo utilizzabile il glucosio per la carenza insulinica, si attiva essendo utilizzabile il glucosio per la carenza insulinica, si attiva l'ossidazione degli acidi grassi, che causa un l'ossidazione degli acidi grassi, che causa un accumulo di corpi chetonici accumulo di corpi chetonici

(acido acetacetico, β–idrossibutirrato e acetone), originando così un quadro (acido acetacetico, β–idrossibutirrato e acetone), originando così un quadro di acidosi di acidosi (diminuzione del ph sanguigno).(diminuzione del ph sanguigno). Questi corpi chetonici sono Questi corpi chetonici sono

molto volatili e vengono molto volatili e vengono eliminati con il respiro,eliminati con il respiro, determinando un cattivo determinando un cattivo odore dell'alito. Di solito il glucosio viene riassorbito completamente dai odore dell'alito. Di solito il glucosio viene riassorbito completamente dai

reni, ma in certi casi, quando supera i valori di 500 mg/dl, si ha una notevole reni, ma in certi casi, quando supera i valori di 500 mg/dl, si ha una notevole eliminazione dello zucchero con le urine, causando una eccessiva perdita di eliminazione dello zucchero con le urine, causando una eccessiva perdita di

acqua ed uno stato diacqua ed uno stato di disidratazione,disidratazione, da cui si osserva da cui si osserva secchezza della cute secchezza della cute e delle mucosee delle mucose.. Altre complicazioni sono la riduzione della pressione Altre complicazioni sono la riduzione della pressione

arteriosa e l'aumento della frequenza cardiaca arteriosa e l'aumento della frequenza cardiaca ((tachicardia).tachicardia). Spesso questi Spesso questi sintomi sono accompagnati da nausea e vomito, dolori addominali. sintomi sono accompagnati da nausea e vomito, dolori addominali.

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COMPLICANZE ACUTECOMPLICANZE ACUTE

ACIDOSI LATTICAACIDOSI LATTICAL’acidosi lattica che non si accompagna con la chetosi è L’acidosi lattica che non si accompagna con la chetosi è

dovuta ad un eccessiva formazione di acido lattico dal dovuta ad un eccessiva formazione di acido lattico dal muscolo e dal fegato. Tutte le condizioni che muscolo e dal fegato. Tutte le condizioni che

diminuiscono l’apporto di ossigeno ai tessuti e/o diminuiscono l’apporto di ossigeno ai tessuti e/o riducono l’eliminazione di acido lattico per via epatica riducono l’eliminazione di acido lattico per via epatica

erenale, facilitano la comparsa del coma lattoacidosico.erenale, facilitano la comparsa del coma lattoacidosico.E’ un coma caratterizzato da uno stato di grave acidosi E’ un coma caratterizzato da uno stato di grave acidosi

metabolica, dovuto al blocco del metabolismo del metabolica, dovuto al blocco del metabolismo del piruvato e del lattato con valori ematici di lattato piruvato e del lattato con valori ematici di lattato

maggiori di 5 mmol ed un ph arterioso < 7.2maggiori di 5 mmol ed un ph arterioso < 7.2

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COMPLICANZE ACUTECOMPLICANZE ACUTE

COMA IPEROSMOLARE NON CHETOSICOCOMA IPEROSMOLARE NON CHETOSICO

E’ caratterizzato da iperglicemia di grado molto elevato E’ caratterizzato da iperglicemia di grado molto elevato (1 gr/dl), intensa glicosuria accompagnata da marcata (1 gr/dl), intensa glicosuria accompagnata da marcata

disidratazione, spesso anche presenti iperazotemia, disidratazione, spesso anche presenti iperazotemia, ipernatriemia, ipopotassiemia.ipernatriemia, ipopotassiemia.

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COMPLICANZE ACUTECOMPLICANZE ACUTE

Iperglicemia determina: glicosilazione non enzimatica delle proteine: Iperglicemia determina: glicosilazione non enzimatica delle proteine:

Glicosilazione dell’emoglobina Glicosilazione dell’emoglobina Glicosilazione dell’albuminaGlicosilazione dell’albumina Glicosilazione del collagenoGlicosilazione del collageno Glicosilazione del fattore VIIIGlicosilazione del fattore VIII aumentata aggregabilità piastrinicaaumentata aggregabilità piastrinica Attivazione dela via dei polioli Attivazione dela via dei polioli accumlo di sorbitolo e fruttosio e accumlo di sorbitolo e fruttosio e

danno tissutale (rene, retina, cristallino, nervi periferici)danno tissutale (rene, retina, cristallino, nervi periferici) Alterazione stato ossido-riduttivoo con aumento del NADPHAlterazione stato ossido-riduttivoo con aumento del NADPH Iperattivazione della PKCIperattivazione della PKC

Nel diabete tipo 2 le complicanze acute sono piuttosto rare, mentre sono Nel diabete tipo 2 le complicanze acute sono piuttosto rare, mentre sono molto frequenti le complicanze croniche che riguardano diversi organi e molto frequenti le complicanze croniche che riguardano diversi organi e

tessuti, tra cui gli occhi, i reni, il cuore, i vasi sanguigni e i nervi tessuti, tra cui gli occhi, i reni, il cuore, i vasi sanguigni e i nervi periferici.periferici.

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COMPLICANZE CRONICHECOMPLICANZE CRONICHE

La mortalità per le complicanze acute del diabete è La mortalità per le complicanze acute del diabete è progressivamente diminuita nel corso di questo secolo, progressivamente diminuita nel corso di questo secolo,

mentre gli effetti cronici sul circolo sanguigno mentre gli effetti cronici sul circolo sanguigno responsabili di incidenti cardiovascolari e di responsabili di incidenti cardiovascolari e di

insufficienza renale sono aumentati.insufficienza renale sono aumentati. Le principali complicanze a lungo termine si dividono in Le principali complicanze a lungo termine si dividono in

alterazione alterazione microangiopatiche e macroangiopatichemicroangiopatiche e macroangiopatiche

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COMPLICANZE CRONICHECOMPLICANZE CRONICHE

Microangiopatia diabeticaMicroangiopatia diabetica Le microangiopatie diabetiche, a differenza delle Le microangiopatie diabetiche, a differenza delle

macroangiopatie, intessano i vasi sanguigni di macroangiopatie, intessano i vasi sanguigni di piccolo diametro. La causa di insorgenza delle piccolo diametro. La causa di insorgenza delle

patologie dovute alla microangiopatia è patologie dovute alla microangiopatia è ll'iperinsulinemia'iperinsulinemia che, che, stimola la crescita delle stimola la crescita delle

cellule della parete vasale,cellule della parete vasale, causando così causando così ll'ispessimento di arteriole e capillari'ispessimento di arteriole e capillari. . Le Le

complicanze da microangiopatia sono: le complicanze da microangiopatia sono: le retinopatie, la cataratta, le nefropatie, le retinopatie, la cataratta, le nefropatie, le

neuropatie e le dermatopatie.neuropatie e le dermatopatie.

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COMPLICANZE CRONICHECOMPLICANZE CRONICHE

RetinopatiaRetinopatia Si manifesta in quasi laSi manifesta in quasi la totalità della popolazione totalità della popolazione

diabeticadiabetica, dopo circa vent'anni dall'insorgere della , dopo circa vent'anni dall'insorgere della malattia. E' caratterizzata da microaneurismi e da malattia. E' caratterizzata da microaneurismi e da

emorragie puntiformi. Tali emorragie possono riversarsi emorragie puntiformi. Tali emorragie possono riversarsi nell'umor vitreo, e determinare nel processo di nell'umor vitreo, e determinare nel processo di

riassorbimento dell'essudato emorragico, un processo di riassorbimento dell'essudato emorragico, un processo di fibrosi con conseguente distacco della retina. Nei casi fibrosi con conseguente distacco della retina. Nei casi

più gravi si possono formare nuovi vasi, i quali possono più gravi si possono formare nuovi vasi, i quali possono aggravare il quadro clinico invadendo le strutture aggravare il quadro clinico invadendo le strutture

dell'occhio, fino a causare la dell'occhio, fino a causare la cecitàcecità

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CatarattaCatarattaSi manifesta con Si manifesta con l'opacizzazione del cristallinol'opacizzazione del cristallino, probabilmente , probabilmente

legata ad un'eccessiva secrezione di sorbitolo  in seguito ad una legata ad un'eccessiva secrezione di sorbitolo  in seguito ad una condizione di iperglicemia cronica, con la conseguente perdita della condizione di iperglicemia cronica, con la conseguente perdita della

facoltà di mettere a fuoco. Un supplemento in vitamina C nei facoltà di mettere a fuoco. Un supplemento in vitamina C nei pazienti diabetici può aiutare ad allungare i tempi nei quali insorge pazienti diabetici può aiutare ad allungare i tempi nei quali insorge

questa complicanza, in quanto inibisce l'enzima che produce il questa complicanza, in quanto inibisce l'enzima che produce il sorbitolo.sorbitolo.

NeuropatieNeuropatieIn questo caso si ha la compromissione anatomico-funzionale del In questo caso si ha la compromissione anatomico-funzionale del

sistema nervoso. Essa interessa almeno il sistema nervoso. Essa interessa almeno il 50% dei diabetici entro i 50% dei diabetici entro i primi 5 anni di malattia.primi 5 anni di malattia. Possiamo avere parestesie (disturbi della Possiamo avere parestesie (disturbi della

sensibilità o della possibilità di muovere certi muscoli). A livello sensibilità o della possibilità di muovere certi muscoli). A livello gastrointestinale avremo diarrea o stipsi. A livello cardiaco si può gastrointestinale avremo diarrea o stipsi. A livello cardiaco si può

avere avere tachicardiatachicardia, cioè aumento improvviso della frequenza , cioè aumento improvviso della frequenza cardiaca.cardiaca.

COMPLICANZE CRONICHECOMPLICANZE CRONICHE

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COMPLICANZE CRONICHECOMPLICANZE CRONICHE

NefropatieNefropatieTra le conseguenze microangiopatiche, si può avere anche la Tra le conseguenze microangiopatiche, si può avere anche la

compromissione delle arteriole renali, e quindi una diminuzione compromissione delle arteriole renali, e quindi una diminuzione della soglia di filtrazione renale; ciò comporterà, con il passare degli della soglia di filtrazione renale; ciò comporterà, con il passare degli

anni, anni, ipertensione renaleipertensione renale e una maggiore probabilità di e una maggiore probabilità di infezioni infezioni delle vie urinariedelle vie urinarie (legate al fatto che i batteri trovano glucosio (legate al fatto che i batteri trovano glucosio

sufficiente per moltiplicarsi in quei distretti). Nei casi più gravi si ha sufficiente per moltiplicarsi in quei distretti). Nei casi più gravi si ha una sempre minore capacità di depurare il sangue, da parte dei reni, una sempre minore capacità di depurare il sangue, da parte dei reni,

e quindi alla necessità dell'uso di processi di e quindi alla necessità dell'uso di processi di dialisi. dialisi. Complicanze dermatologicheComplicanze dermatologiche

A causa delle microangiopatie le cellule della cute non ricevono A causa delle microangiopatie le cellule della cute non ricevono molto bene i nutrienti, e ciò causa molto bene i nutrienti, e ciò causa pelle secca, scarsamente elastica pelle secca, scarsamente elastica e assottigliata,e assottigliata, soprattutto alle estremità degli arti e si ha anche una soprattutto alle estremità degli arti e si ha anche una

maggiore suscettibilità alle infezioni.maggiore suscettibilità alle infezioni.

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COMPLICANZE CRONICHECOMPLICANZE CRONICHE

L’interessamento dei grossi vasi (L’interessamento dei grossi vasi (macroangiopatiamacroangiopatia) ) costituisce la causa di morte di oltre la metà (55%) dei costituisce la causa di morte di oltre la metà (55%) dei

pazienti diabetici, di tipo 2 .pazienti diabetici, di tipo 2 . Generalmente si manifesta dopo circa 15 anni dall'inizio Generalmente si manifesta dopo circa 15 anni dall'inizio

della malattia, con cause strettamente affini a quelle che della malattia, con cause strettamente affini a quelle che causano l'aterosclerosi, ma con l'aggiunta di altri fattori causano l'aterosclerosi, ma con l'aggiunta di altri fattori

aggravanti, in particolare l'eccesso di insulina in circolo, aggravanti, in particolare l'eccesso di insulina in circolo, nel diabete di tipo 2, funge da fattore di crescita per le nel diabete di tipo 2, funge da fattore di crescita per le

cellule muscolari lisce dell'endotelio vasale, e ne cellule muscolari lisce dell'endotelio vasale, e ne accelera lo stato di sclerotizzazione. I rischi che quindi accelera lo stato di sclerotizzazione. I rischi che quindi

ne derivano sono quelli legati ad una circolazione ne derivano sono quelli legati ad una circolazione ematica compromessa (soprattutto nei vasi di grosso e ematica compromessa (soprattutto nei vasi di grosso e

medio calibro).medio calibro).

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Sindrome da piede diabeticoSindrome da piede diabetico L'incidenza di questa sindrome è maggiore nei soggetti L'incidenza di questa sindrome è maggiore nei soggetti

diabetici di tipo 2 con diabetici di tipo 2 con età età compresa tra icompresa tra i 50 50 e i e i 7070 anni. anni. Si osserva che almeno Si osserva che almeno il 50% delle amputazioni di arti il 50% delle amputazioni di arti inferiori non relative a traumi, è effettuata su soggetti inferiori non relative a traumi, è effettuata su soggetti

diabetici.diabetici. La sindrome da piede diabetico è definibile La sindrome da piede diabetico è definibile come un complesso di complicanze neuropatiche, come un complesso di complicanze neuropatiche,

macroangiopatiche, microangiopatiche, con ulteriori macroangiopatiche, microangiopatiche, con ulteriori fattori aggravanti quali le infezioni, generalmente fattori aggravanti quali le infezioni, generalmente

preceduta da gravi lesioni ulcerative. preceduta da gravi lesioni ulcerative.

COMPLICANZE CRONICHECOMPLICANZE CRONICHE

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COMPLICANZE CRONICHECOMPLICANZE CRONICHE

Cardiopatia ischemicaCardiopatia ischemica Circa Circa la metà dei decessi di soggetti diabetici è legata la metà dei decessi di soggetti diabetici è legata

a complicanze vascolaria complicanze vascolari, ed in particolar modo alle, ed in particolar modo alle cardiopatie ischemiche.cardiopatie ischemiche. La causa di questa complicanza La causa di questa complicanza

è la scarsa irrorazione sanguigna (e quindi ossigeno e è la scarsa irrorazione sanguigna (e quindi ossigeno e sostanze nutritizie limitate) del cuore, ovvero sostanze nutritizie limitate) del cuore, ovvero

l'l'ostruzione delle coronarieostruzione delle coronarie. Il sintomo più frequente è . Il sintomo più frequente è l'l'angina pectoris,angina pectoris, un dolore (definito “peso sul petto”) un dolore (definito “peso sul petto”)

che parte dal centro del petto, estendendosi alla che parte dal centro del petto, estendendosi alla spallaspalla e e alal braccio sinistro. braccio sinistro. L'angina pectoris può anche causare L'angina pectoris può anche causare

l'l'infartoinfarto se non viene fatta regredire attraverso l'uso di se non viene fatta regredire attraverso l'uso di farmaci. farmaci.

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COMPLICANZE CRONICHECOMPLICANZE CRONICHE

Malattie cerebrovascolariMalattie cerebrovascolari Tra i vasi sanguigni interessati dalle macroangiopatie Tra i vasi sanguigni interessati dalle macroangiopatie

dobbiamo ricordare i vasi carotidei, che trasportano dobbiamo ricordare i vasi carotidei, che trasportano sangue al cervello. Le collaterali che si diramano da sangue al cervello. Le collaterali che si diramano da

queste vene irrorano le varie zone del cervello, quindi queste vene irrorano le varie zone del cervello, quindi l'ostruzione di una di esse, non avendo altri vasi l'ostruzione di una di esse, non avendo altri vasi

collaterali disponibili, può causare collaterali disponibili, può causare infarti cerebrali infarti cerebrali (necrosi di una zona del cervello), o anche (necrosi di una zona del cervello), o anche emorragie emorragie

cerebrali cerebrali (rottura di un vaso cerebrale).(rottura di un vaso cerebrale). Data la Data la complessità del cervello, e la molteplicità di funzioni a complessità del cervello, e la molteplicità di funzioni a cui fa capo, le sintomatologie da emorragia cerebrale o cui fa capo, le sintomatologie da emorragia cerebrale o da infarto cerebrale sono svariate a seconda della zona da infarto cerebrale sono svariate a seconda della zona

interessata.interessata.

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COMPLICANZE CRONICHECOMPLICANZE CRONICHE

Arteriopatie perifericheArteriopatie periferiche Le arteriopatie periferiche colpiscono prettamente gli arti Le arteriopatie periferiche colpiscono prettamente gli arti

inferiori (normalmente il distretto più interessato è inferiori (normalmente il distretto più interessato è quello al di sotto del ginocchio), causando quello al di sotto del ginocchio), causando

(particolarmente accentuati, se l'ostruzione interessa (particolarmente accentuati, se l'ostruzione interessa anche vasi come le arterie femorali) i seguenti segni e anche vasi come le arterie femorali) i seguenti segni e

sintomi:sintomi: freddo agli arti, formicolii, caduta dei peli sul freddo agli arti, formicolii, caduta dei peli sul dorso dei piedi, e nei casi più gravi ulcerazioni e dorso dei piedi, e nei casi più gravi ulcerazioni e

gangrena ai piedi. gangrena ai piedi. L'arteriopatia periferica può avere L'arteriopatia periferica può avere complicanze gravi come l'complicanze gravi come l'impotenza sessuale.impotenza sessuale.

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DIABETEDIABETE

I valori di riferimento con cui misurare la compliance del paziente e I valori di riferimento con cui misurare la compliance del paziente e l'efficacia della terapia sono pochi. In particolare è possibile l'efficacia della terapia sono pochi. In particolare è possibile

utilizzare la utilizzare la glicemia a digiuno e l'emoglobina glicosilata (HbA1c), glicemia a digiuno e l'emoglobina glicosilata (HbA1c), da interpretare come momenti metabolici totalmente diversi. La da interpretare come momenti metabolici totalmente diversi. La

glicemia a digiuno rispecchia la risposta dell'organismo ad un glicemia a digiuno rispecchia la risposta dell'organismo ad un periodo di digiuno più o meno lungo, mentre l'emoglobina periodo di digiuno più o meno lungo, mentre l'emoglobina

glicosilata è uno specchio degli ultimi 3-4 mesi del metabolismo glicosilata è uno specchio degli ultimi 3-4 mesi del metabolismo glucidico.glucidico. Essendo il paziente diabetico un paziente da considerare, Essendo il paziente diabetico un paziente da considerare,

dal punto di vista del rischio cardiovascolare, un paziente già dal punto di vista del rischio cardiovascolare, un paziente già sintomatico è fondamentale il monitoraggio del profilo lipidico.sintomatico è fondamentale il monitoraggio del profilo lipidico.

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VALORI OTTIMALIVALORI OTTIMALI

Glicemia  a digiuno 80-120 mg/dl Glicemia  a digiuno 80-120 mg/dl Valori Ottimali emoglobina glicosilata (HbA1c)<6%Valori Ottimali emoglobina glicosilata (HbA1c)<6%

Valori Intermedi emoglobina glicosilata (HbA1c)Valori Intermedi emoglobina glicosilata (HbA1c) Valori compresi tra 6% e 7% Valori compresi tra 6% e 7%

Valori Patologici emoglobina glicosilata (HbA1c)>8%Valori Patologici emoglobina glicosilata (HbA1c)>8% Colesterolo totale<200 mg/dl Colesterolo totale<200 mg/dl Colesterolo LDL <130 mg/dlColesterolo LDL <130 mg/dl

Colesterolo HDL > 40 negli uomini Colesterolo HDL > 40 negli uomini > 46 nelle donne > 46 nelle donne

Trigliceridi <200 mg/dlTrigliceridi <200 mg/dl