LA CRISI, LE POLITICHE PER LO SVILUPPO, IL FEDERALISMO · Azienda che persegue la sostenibilità...

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Direttore responsabile Federico Fabrizi News Letter per tutti i soci e i dipendenti del Gruppo Servizi Integrati L’Informazione del Gruppo Servizi Integrati HOUSE ORGAN AZIENDALE BIMESTRALE - COSP TECNOSERVICE Autorizzazione N° 3 2009 Tribunale di Terni - maggio, anno 2010 - numero 6 LA CRISI, LE POLITICHE PER LO SVILUPPO, IL FEDERALISMO Hanno risposto alle nostre domande: Renata Polverini, Catiuscia Marini e Gian Mario Spacca 1° Luglio 2010 ore 20.00 Assemblea ordinaria della Cosp Tecno Service presso l’Agriturismo Valle antica di San Gemini -Terni I soci della Cosp Tecno Service sono invitati a partecipare. All’ordine del giorno l’approvazione del bilancio relativo all’esercizio 2009.

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Direttore responsabile Federico FabriziNews Letter per tutti i soci e i dipendenti del Gruppo Servizi Integrati

L’Informazione del Gruppo Servizi Integrati

HOUSE ORGAN AZIENDALE BIMESTRALE - COSP TECNOSERVICEAutorizzazione N° 3 2009 Tribunale di Terni - maggio, anno 2010 - numero 6

LA CRISI, LE POLITICHE PER LO SVILUPPO, IL FEDERALISMO

Hanno risposto alle nostre domande: Renata Polverini, Catiuscia Marini e Gian Mario Spacca

1° Luglio 2010 ore 20.00 Assemblea ordinaria della Cosp Tecno Service presso l’Agriturismo Valle antica di San Gemini -TerniI soci della Cosp Tecno Service sono invitati a partecipare. All’ordine del giorno l’approvazione del bilancio relativo all’esercizio 2009.

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SommarioIl Timone, bimestrale a cura di Cosp.

In queSTo numero

Da “braccio” a “mente”: la logistica nel gruppo Ariston

Una sinergia storica: Ducops e Rocchetta

Il mercato alberghiero: l’esperienza Cosp al convegno nazionale “tourism real estate”

I nostrI cantIerI

Legacoop LazIo:La paroLa aL neopresIdente stefano VendIttI

cosp neL cLub deLL’ecceLLenza

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4121416

L’Informazione del Gruppo Servizi Integrati

Il cantiere Ducops ad Osimo (Ancona), nello stabilimento del gruppo Ariston - dove vengono prodotte caldaie - è l’esem-pio di un sistema di logistica concretamente efficiente. Un sistema che ha consentito ad Ariston di riprogettare la sua produttività, e a Ducops di condividere – ed intervenire – sui parametri di produttività del cliente.

Insomma, non semplici esecutori di una “funzione”, ma an-che “testa” pensante di un progetto imprenditoriale. Il cantie-re di Osimo è anche l’esempio di una cooperativa moderna, in grado di muoversi come impresa competitiva ed efficiente.Il rapporto di lavoro che lega Ducops ad Ariston è iniziato nel 2008. Gli addetti – un gruppo quindici persone del posto

«oGGI CondIvIdIamo I parameTrI dI produTTIvITà Con IL CLIenTe»

I nostrI cantIerI

La LoGISTICa per IL Gruppo

arISTon, duCopSÈ paSSaTa da “BraCCIo”

a menTe deLLo STaBILImenTo

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coordinati da responsabili Ducops - ritirano il materiale al termine della linea di produzione, provvedono allo stoccag-gio, e ne sono responsabili fino al momento del carico sugli automezzi. Ducops è “custode” dei prodotti fino al momento dell’evasione dell’ordine.Nell’arco di un anno, viene stoccato un volume di 80 mila metri cubi di merce: tradotto, circa 350 mila caldaie nell’arco di 12 mesi.Si tratta di un contratto ottenuto dopo aver vinto una com-petizione con altre aziende di livello nazionale. Il sistema di pagamento è basato sul calcolo “euro per unità di volume”, che assicura al cliente la certezza dei costi. Il fatto di proce-dere con contratti annuali permette l’opportunità della con-trattazione, e stimola operatori e dirigenti Ducops ad essere sempre più competitivi. Ora la volontà è ampliare il rapporto con Ariston.L’efficienza del progetto è “provata” dalla razionalizzazione degli spazi all’interno dello stabilimento. Prima la possibili-tà di giacenza non superava i 22mila colli, ora è arrivata a quota 35mila. Sono state create aree di picking “ad hoc” e superfici per i prodotti danneggiati o resi. È stato sostituito il parco mezzi: carrelli e pinze, piuttosto datati, sono stati modernizzati e sistemati. Ora vengono utilizzate pinze che evitano lo schiacciamento della merce. Anche gli scaffali sono stati “rinnovati”, e le scaffalature sono state “codificate” per individuare luoghi e spazi assegnati a ciascun prodotto.Il sistema di informatizzazione permette di controllare in tempo reale la percentuale di occupazione degli spazi. Que-sto ha prodotto un risultato importante: la razionalizzazione

degli spazi è reale e tangibile, tanto che ha liberato superfici che ospitano nuove linee di produzione. Un risultato signifi-cativo: è stato costruito un dialogo diretto con l’azienda pro-duttrice; l’organizzazione degli spazi disponibili nelle aree di magazzino diventa un elemento che influisce sui ritmi di produzione.Ora stiamo avviando un sistema gestionale “griffato” Ducops utilizzabile anche in altri cantieri. Il vantaggio sarà anche la formazione unica per il personale che potrebbe lavorare in tutti i cantieri del gruppo.

Questa è una storia iniziata ben 14 anni fa. Quando una cooperativa che si chiamava Opus

iniziò ad operare nello stabilimento di imbottigliamen-to di acqua minerale di proprietà della Rocchetta Spa,

quello che prende il nome dalle fonti della Rocchetta, a Gualdo Tadino, alle pendici del monte Serrasanta.Inzialamente gli addetti – erano una decina - si occupavano del trasporto dalla fine della linea di produzione al magazzino.Poi l’attività è stata ampliata: dalla fine della linea di produ-zione al carico sui mezzi che escono dallo stabilimento.Oggi, nei periodi di alta stagione, gli addetti di Ducops che ope-rano nello stabilimento Rocchetta di Gualdo Tadino sono venti.

I nostrI cantIerI

un CanTIere “STorICo”

L’aCqua roCCHeTTaTraSporTaTa daI CarreLLI duCopS

Lavorano con un sistema di radiofrequenza che consente la gestione informatica dei diversi prodotti trasportati, ma an-che dei tempi e degli spazi di lavoro.Sono in grado di affrontare una mole di carico che va dai 50 ai 120 camion al giorno.Nel corso degli anni, sono stati fatti investimenti importanti, è stato rinnovato completamente il parco mezzi: oggi ope-riamo con carrelli con una portata da 45 quintali con i quali è possibile trasportare tre pallets di acqua. Si tratta di mezzi che devono essere guidati da operatori professionali e for-mati in modo adeguato.A dimostrazione di quanto il servizio sia efficiente, proprio in queste settimane Rocchetta e Ducops stanno valutando la possibilità di ampliare la loro collaborazione.Abbiamo sempre considerato il personale una risorsa fon-damentale, nonostante il lavoro allo stabilimento Rocchetta risenta inevitabilmente di flussi stagionali, ci siamo sempre sforzati di ridurre al minimo il turnover, per due motivi: primo, per creare stabilità economica per il personale, ed in secon-do luogo perché siamo convinti che un gruppo con adeguata esperienza e professionalità sia anche garanzia di maggiore qualità del servizio.

Intervista a

renatapolverini

nel 2009 il pil italiano ha ac-cusato una contrazione del 5,1 per cento. La crisi mor-de praticamente tutti i set-tori economici, la necessità di politiche di sviluppo che partano anche dal territorio, quindi dai governi degli enti locali, appare oggi più ur-gente che mai. quali sono le iniziative che nelle prossime settimane intende mettere in atto per rispondere a questa necessità?

Siamo prima di tutto impegnati ad evitare ulteriori ricadute negative a causa della crisi. Il Governo ha messo in cam-po una manovra finanziaria che chiede grandi sacrifici alle Regioni, sacrifici che riteniamo eccessivi e che rischiano di penalizzare servizi fondamentali ai cittadini. Come Confe-renza delle Regioni abbiamo chiesto l’apertura di un tavo-lo con l’Esecutivo per verificare la possibilità di rimodulare

questi tagli. Ho presentato, sempre in sede di Conferenza delle Regioni, cinque emendamenti finalizzati allo sviluppo e alla competitività che puntano alla riduzione dell’Irap per le imprese che assumono lavoratori a tempo indeterminato, agevolazioni fiscali per gli enti locali che aggregano società partecipati, lotta all’evasione fiscale, sospensione del paga-mento delle rate di ammortamento dei mutui per consentire alle Regioni in difficoltà di poter disporre di quelle somme di parte corrente da destinare ai nuovi investimenti, fermo restando l’impossibilità delle Regioni che usufruiscono della sospensione di contrarre nuovi prestiti. E infine, abbiamo proposto come Regione Lazio, un Patto regionalizzato, una sorta di stanza di compensazione in cui il patto di stabilità viene gestito a livello regionale con la possibilità di favorire gli enti locali del proprio territorio.

quali sono gli interventi di lungo periodo ai quali pensa per strutturare, nell’arco dei prossimi 5 anni, un progetto di sviluppo per la regione?

Sostegno al reddito delle famiglie, alle piccole e medie imprese, evitando la desertificazione industriale. Sono

presidente della regione Lazio“Faremo sacrifici,ma vogliamo investire in sviluppoe competitività”

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diverse le vertenze a livello locale che già ci vedono impegnati e di cui ci stiamo occupando,attraverso l’assessorato al lavoro, per evitare che le aziende chiudano. Penso alla Nexans, alla Playtex. Sono stati attivati tavoli di concertazione con le parti sociali e l’obiettivo è non impoverire il tessuto imprenditoriale della nostra Regione. C’è poi un’industria, quella del turismo, sulla quale vogliamo e dobbiamo investire perché in termini di rilancio economico e occupazionale può portare molti benefici. Oggi la media dei giorni di permanenza dei turisti, italiani e stranieri, è ancora troppo bassa rispetto alla media nazionale; già avvicinarsi a quel dato permetterebbe di aumentare di 1 miliardo il fat-turato. La promozione del brand made il Lazio è uno degli interventi sui quali stiamo investendo. Rilanceremo, inoltre, l’ agroalimentare settore che può dare una grande spinta allo sviluppo e all’occupazione.

Il federalismo fiscale: una sfida, un obiettivo, forse una ne-cessità, con la quale ci troveremo a fare i conti. dal suo punto di vista, quali saranno le ricadute più impor-tanti per il nostro paese?

Il federalismo è una strada intrapresa dal nostro paese sulla quale siamo tutti d’accordo, purché si traduca in un fede-ralismo solidale. E’ importante, infatti, che rappresenti uno strumento per colmare il gap che ancora divide il Nord dal Sud e in questo senso credo che il Lazio possa funzionare da anello di congiunzione del paese. Voglio sottolineare che il Lazio, nell’ambito dei nuovi assetti della Conferenza delle Regioni, ha ottenuto la presidenza della prima commissio-ne, che si occupa di affari istituzionali, e quindi di riforme tra le quali la principale in via di attuazione e su cui saremo chiamati a dare un contributo è proprio quella sul federalismo .

Tante aziende che lavorano per il pubblico sono oggi co-strette a fare i conti con gravi ritardi nei pagamenti. La con-seguenza è un ricorso forzato ed eccessivo al credito, che rischia di creare difficoltà enormi a tante imprese. Il settore della sanità nel Lazio, ad esempio, è un caso emblematico. Come affronterà questo problema?

Ereditiamo le conseguenze della cattiva gestione della precedente legislatura. Gli inadempimento relativi al piano di rientro dal deficit sanitario, hanno comportato il blocco di ingenti risorse, sulle quali stiamo trattando con i ministeri competenti proprio per fare in modo che siano esigibili. E’ una situazione complessa, che si trascina da anni, ma sulla quale lavoriamo senza sosta.

Intervista a

Catiusciamarinipresidente della regione umbria

nel 2009 il pil italiano ha accusato una contrazione del 5,1 per cento. La crisi morde praticamente tutti i set-tori economici, la necessità di politi-che di sviluppo che partano anche dal territorio, quindi dai governi degli enti locali appare oggi più urgente che mai. quali sono le iniziative che nelle prossime settimane intende mettere in atto per rispondere a questa neces-sità?

E’ vero. Non si può che partire da questa consapevolezza: la priorità della fase iniziale del Governo regionale deve esse-re obbligatoriamente un’azione anticrisi, con un pacchetto di misure urgenti a sostegno del sistema economico - imprese e lavoratori - e delle famiglie. Prioritario quindi dovrà essere – ab-biamo già iniziato a lavorare – il nostro impegno per sostenere l’occupazione. Stiamo definendo una serie di misure, “un pro-gramma per il lavoro” che affronti la priorità dell’occupazione con politiche attive per sviluppare nuove forme di occupazione e nuovi lavori. Incentivando anche l’autoimprenditorialità gio-vanile e femminile. Ma allo stesso tempo dobbiamo, da subito, aiutare il sistema delle imprese, soprattutto le piccole e le me-die che rappresentano il pilastro centrale della nostra econo-mia. Sia agendo sulla leva del credito, facilitandone l’accesso, sia favorendo meccanismi e procedure a favore delle imprese colpite da crisi reversibili, muovendosi per difendere lo sviluppo dell’occupazione. A tutto ciò si aggiungono le preoccupazioni per la pesante manovra finanziaria costruita dal Governo sen-za il coinvolgimento delle Regioni, senza cioè condivisione né sulle misure, né sull’entità del taglio. Una manovra iniqua, che le Regioni - pur comprendendo la necessità di una manovra tempestiva rispetto alla situazione economica per dare rispo-

sta ai mercati e all’Unione Europea - hanno dichiarato “irricevi-bile”. Perché ritengono che il taglio indiscriminato sulle spese regionali non sia congruo nell’equilibrio del concorso dei singoli livelli istituzionali alla manovra, per di più i tagli indiscriminati difficilmente sono applicabili e probabilmente non daranno i previsti frutti benefici al Paese. Stiamo quindi vivendo una fase molto complessa di “grande crisi” che ci impone un’azione di governo ed un esecutivo con forti ambizioni di trasformazione, capace di promuovere interrelazioni virtuose che diano spazio alle diverse autonomie istituzionali, sociali, economiche, cultu-rali dalle quali dipendono gli andamenti dell’economia e della società.

quali invece gli interventi di lungo pe-riodo ai quali pensa per strutturare, nell’arco dei prossimi 5 anni, un pro-getto di sviluppo della regione?

Infatti, il punto è proprio questo: i due tempi di una azione po-litica che serva nell’immediato a fronteggiare la crisi, e far sì che queste misure siano propedeutiche anche per l’azione destinata allo sviluppo complessivo della nostra regione. Uno sviluppo che sappia guardare soprattutto verso le nuove fron-tiere dell’economia. Penso che possano essere tre le direzione sulle quali dobbiamo muoverci: cultura, scienza e tecnologia. Nella nostra regione abbiamo tutte le potenzialità per far sì che l’insieme di queste tre direzioni possa portarci verso una eco-nomia moderna, competitiva, che dia maggiore valore aggiun-to, che valorizzi ancor di più il nostro straordinario patrimonio: artistico, ambientale, della conoscenza, dell’esperienza, della tradizione manifatturiera della nostra industria. Il Programma di legislatura 2010-2015 si dovrà misurare con scenari inediti a causa soprattutto degli effetti e dei cambiamenti strutturali pro-dotti dalla crisi. Ed è una visione precisa dell’Umbria di questa fase che ci impone questo ulteriore obiettivo programmatico,

“Ci aspetta un periodo di crisi e di grandi cambiamenti,la forza della nostra regione è nell’ampiezzadelle relazioni che attraversano la società”

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che percorre tutto il Programma di governo: la qualità della crescita economica, sociale, ambientale, culturale e degli stili di vita, volta a fare di questa piccola regione italiana un soggetto capace di stare da protagonista nelle nuove frontiere del mondo, in quella che comunemente chiamiamo globalizza-zione. Questo implica grandi cambiamenti in ogni direzione della vita regionale. Quello che possiamo cambiare noi, nell’azione della Regio-ne è solo una parte di una sfida più generale che chiama tutti ad una nuova e più forte responsabilità e a scelte innovative. Che cosa è e dove sta in definitiva l’origine e la radice prima della forza della nostra comunità regionale? Essa sta sempre più nell’ampiezza delle relazio-ni che passano in ogni parte della società regionale all’interno delle dinamiche produttive e in quelle sociali, a cominciare dall’impresa e dal lavoro, nelle comunità scientifiche organizzate in primo luogo nelle due università, nelle strutture della ricerca culturale e artistica che, per la loro ricchezza, costituiscono un tratto distintivo dell’Umbria contemporanea. E queste relazioni non hanno solo un’antica materialità (nell’export come nelle infrastrutture) sulle quali dovrà esercitarsi con forza l’azione di governo, ma presentano sempre più una nuova immaterialità, per la cui costruzione deve scendere in campo un’azione diffusa e continua, uno stile, un’apertura di tutte le classi dirigenti dell’Umbria. E’ in questa strategia che abbiamo succintamente indicato che vorremmo individuare una nuova Riforma dell’Umbria.

passiamo a parlare un attimo di politica, presidente, negli ultimi tempi, si sente sempre più spesso il motto è necessario che la politica recuperi il suo ruolo. La politica dovrebbe essere capace di mettere in campo un modello di società, una meta, proponendo capacità progettuale e di controllo, governare e fare scelte, al di sopra dei vincoli ingombranti che le tecnostrutture spesso esercitano. Cosa ne pensa?

Sono assolutamente d’accordo con la critica al ruolo della politica nel nostro Paese che la domanda contiene. Sì, la politica deve assolutamente ritrovare il suo irrinunciabile valore: agire nell’interesse dei cittadini e del Paese. Un valore che in questi ultimi anni non solo la politica ha smarrito, ma tradito. Una politica che non è più in grado di agire negli interessi generali minaccia la soste-nibilità stessa della democrazia. In Italia io penso si sia raggiunto il livello di guardia. Guai a superarlo. Ormai siamo andati molto oltre il peso, se non il condizionamento della politica da parte di “tecnostrutture”. Qui siamo di fronte a “cricche” che avrebbero condizionato pesantemente le politiche di investimento dello Stato. E se alle “cricche” aggiungiamo il peso enorme delle gradi centrali del crimine organizzato, dalla mafia alla camorra, allora il cerchio si chiude. Drammaticamente!

Il federalismo fiscale: una sfida, un obiettivo, forse una necessità, con la quale ci troveremo a fare i conti. dal suo punto di vista, quali saranno le ricadute più importanti per il nostro paese?

Io aggiungerei anche una opportunità! Il federalismo fiscale imporrà a tutte le regioni il principio della responsabilità. Ciò metterà gli amministratori pubblici di fronte alla responsabilità della spesa pubblica che dovrà avvenire considerando le entrate fiscali, unitamente ai necessari criteri di rigore ed efficienza, sapendo che non ci sarà più “pantalone” a pagare per sprechi ed inefficien-ze. E poi, con il federalismo fiscale, si avvicina il cittadino al governo del suo territorio. Nessuno di noi avrà più l’alibi per trasferire ad altri le eventuali responsabilità nella cattiva gestione del denaro pubblico. Questa è a mio giudizio la più significativa ricaduta della trasformazione dell’assetto istituzionale del nostro Stato. Credo dunque nel federalismo che però non mini, anzi valorizzi ancor più l’unità e l’identità nazionale. Per essere tale, il federalismo dovrà essere cooperativo e “solidale”, quindi integrato con adeguati schemi perequativi che consentano al Paese di poter crescere insieme, senza lasciare indietro alcun territorio. L’Umbria è una piccola regione, ma deve garantire ai suoi cittadini un livello adeguato di servizi. Ciò ovviamente ha un costo che supera la capacità fiscale degli umbri. Per questo occorrerà sempre un “fondo perequativo” che dovrà garantire a tutti pari dignità per ciò che riguarda i livelli minimi dei servizi cui ogni cittadino, in qualsiasi parte del paese viva, ha diritto: dalla scuola alla sanità, dalla sicurezza alla mobilità.Tuttavia va tenuto ben presente che con la manovra finanziaria 2011-2013, si riducono i margini della riforma del federalismo fiscale sia nel percorso istituzionale previsto, sia nei fatti con tagli lineari senza nessun concetto di premialità per i comportamenti virtuosi. Questo è un problema gravissimo perché la Conferenza delle Regioni ritiene che occorre dare piena attuazione al fede-ralismo fiscale come previsto dalla Legge 42/2009.

Intervista a

Gian marioSpacca

nel 2009 il pil italiano ha accu-sato una contrazione del 5,1 per cento. La crisi morde pratica-mente tutti i settori economici, la necessità di politiche di sviluppo - che partano anche dal territorio, quindi dai governi degli enti loca-li - appare oggi più urgente che mai. quali sono le iniziative che nelle prossime settimane inten-de mettere in atto per rispondere a questa necessità?

Anche se toccate dalla crisi, le Marche hanno sostanzial-mente retto, e comunque molto meglio di altri sistemi re-gionali apparentemente più solidi e strutturati. Pur avendo attraversato il tunnel della crisi internazionale, la nostra è la regione che oggi, in base ai dati Istat, registra la più alta crescita del PIL negli ultimi 10 anni, che ha sostan-zialmente difeso la propria base occupazionale, che con-ferma il primato della vocazione produttiva, che ha la più elevata imprenditorialità, che presenta tutte le province tra le prime 10 nella classifica del benessere interno lordo, che ha una incidenza della povertà pari alla metà della

media nazionale. Ma non dobbiamo abbassare la guardia. Per questo nel nostro programma di governo continuano ad essere prioritarie le azioni a tutela dei diritti del lavoro e sul lavoro, per lo sviluppo e la nuova imprenditoriali-tà. Consolideremo gli strumenti di protezione del lavoro e delle piccole imprese già messi in campo (per il 2010 è stata varata una manovra anticrisi che interesserà 20mila lavoratori per oltre 400 milioni di euro di finanziamenti e investimenti), soprattutto per la difesa del reddito e l’ac-cesso al credito, anche con nuovi interventi per tutelare le maggiori fragilità sociali.

passiamo a parlare un attimo di politica. presidente, negli ultimi tempi, si sente sempre più spes-so il motto “è necessario che la politica recuperi il suo ruolo”. La politica dovrebbe essere capace di mettere in campo un modello di società, una “meta”, proponen-do capacità progettuale e di con-trollo, “governare” e fare scelte, al di sopra dei vincoli “ingom-

“C’e la crisi ma il nostro pILnon cresceva così da 10 anni”

presidente della regione marche

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“C’e la crisi ma il nostro pILnon cresceva così da 10 anni”

branti” che le tecnostrutture spesso esercitano. Cosa ne pensa?

Il federalismo fiscale: una sfida, un obiettivo, forse una necessità, con la quale ci troveremo a fare i conti. dal suo punto di vista, quali saranno le “ricadute” più importanti per il nostro paese?

La prospettiva imminente dei provvedimenti attuativi del federalismo fiscale deve costituire l’occasione per affermare l’autonomia di entrata e di spesa e la responsabilizzazione amministrativa e finanziaria ad ogni livello di governo, in un’ottica di lealtà istituzionale, di concorso di tutte le amministrazioni pubbliche al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, e di premialità delle Regioni virtuose, come le Marche, che presentano “conti in ordine” ed equilibri finanziari certificati. La via da seguire è in ogni caso quella del federalismo solidale per finalità di efficienza ed equità. Efficienza, perché di fronte alla velocità del cambiamento anche le istituzioni devono essere veloci nelle decisioni e pienamente responsabilizzate rispetto agli equilibri di bilancio e al controllo della spesa. Equità, perché è indispensabi-le assicurare a tutti i cittadini lo stesso livello di copertura dei diritti essenziali e garantire uguali condizioni di sviluppo ai territori più in difficoltà.

Industrializzazione e tutela ambientale, la necessità di un equilibrio tra questi due aspetti rappresenta uno degli obiettivi con i quali go-verni locali e nazionali sono obbligati a confrontarsi. Cosa ne pensa?

Il paesaggio e l’ambiente sono un bene culturale, una risorsa, un fattore di competitività e attrattività. È per questo che le nostre politiche in materia di ambiente sono ispirate al principio della tutela e della valorizzazione del territorio e del paesaggio. Nel 2007 la Regione Marche, tra le prime in Italia, ha approvato un atto di indirizzo per adeguare il Piano Paesistico Ambientale Regionale al Codice del Paesaggio. Ci siamo proposti una politica “attiva” di tutela e valorizzazione del territorio, perché l’ambiente non è una semplice risorsa. Ma tutela dell’ambiente non significa freno allo sviluppo: questa è la sfida vinta dalla nostra regione, anche attraverso norme ed atti di indirizzo chiari e di facile applicazione. Il modello è quello delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate, destinate ad attività industriali, com-merciali e artigianali dotate di requisiti urbanistico-territoriali, edilizi ed ambientali di qualità, ma anche di infrastrutture, sistemi tecnologici e servizi caratterizzati da forme di gestione unitaria, atti a garantire un efficiente utilizzo di risorse naturali ed energetiche.

Solo rimanendo dentro i problemi dei cittadini e cercando so-luzioni concrete, la politica potrà ritrovare il suo ruolo e re-cuperare quel rapporto di fiducia con i cittadini che – l’asten-sionismo alle ultime elezioni in questo senso ci ha lanciato un messaggio – sembra incrinato. Non sono le formule narcisistiche o autoreferenziali della politica che possono farci superare la crisi nel rapporto fra cittadini e istituzioni. Ciò che occorre è la concre-tezza dei comportamenti, abbreviare le distanze fra il dire e il fare e rimanere dentro le questioni fondamentali cercando di dare risposte adeguate. Questo sarà il motivo conduttore della nostra azione, ispirata al buongoverno che ha caratterizzato la legislatura appena conclusa e che ha ricevuto da parte dei cittadini marchigiani un consenso significativo.

Cosp al tourism real estate di venezia

Cosp Tecno Service è un’azienda che opera nel mercato dei servizi integrati da 35 anni, nel corso del tempo ha ampliato e diversificato i propri business: dalle pulizie civili, ospedaliere ed industriali al settore dell’ecologia e delle energie rinnovabili. Nel 2008 abbiamo analizzato il mercato dei servizi alberghieri per verificare se precedenti esperienze pilota potessero es-sere industrializzate con la creazione di un modello capace di rispondere alla crescente doman-da di esternalizzazione dei servizi da parte delle aziende alberghiere.Il risultato dell’analisi c’ha spinto a puntare su alcuni fattori di competitività: abbiamo deciso di specializzåarci nel reparto housekeeping, circoscriven-do l’azione commerciale ad un’area e ad un target ben determinati - strutture alber-ghiere a quattro e cinque stelle – inoltre abbiamo scelto di garantire il

committente, esonerandolo dalle responsabilità so-lidali nei confronti dell’appaltatore, come previsto dall’Art. 29 del D.Lgs. 276/2003.

Analizzando “lo stato dell’arte” ci sia-mo resi conto di come la crisi eco-nomica abbia determinato un calo

occupazionale ed una politica al ribasso dei prezzi, con

ServIZI per LeSTruTTure

aLBerGHIere:L’eSperIenZa dI una reTe dI aLBerGHI a roma

Cosp tra i relatori del convegno per operatori nazionalied internazionali del real estate turistico,dal 15 al 18 aprile a venezia, per descrivere l’esperienzaimprenditoriale avviata in una rete di alberghi nella CapitaleDi Maurizio Becchetti,Direttore Sviluppo e Innovazione Cosp Tecno Service

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la conseguente riduzione del mark up delle aziende alber-ghiere. Un ruolo fondamentale è stato svolto dal Protocollo sull’appalto di servizi, contenuto nel rinnovo del contratto integrativo del turismo, sottoscritto lo scorso anno da Fe-deralberghi Roma e Lazio, Filcams-CGIL, Fisascat-CISL e Uiltucs-UIL, che ha disciplinato tutte le fasi dell’affidamento in appalto di un servizio in precedenza gestito direttamente dalle aziende alberghiere (tempistica, sistema di garanzie per i dipendenti, ecc.). Questo Protocollo previene i casi di contenzioso relativi all’appalto di servizi sottoscritto da un’azienda alberghiera.Di fatto, l’outsourcing diventa un vantaggio competitivo: la struttura alberghiera si affida a professionisti del set-tore capaci di apportare valore aggiunto, l’impresa si concentra sul proprio core business, la struttura organizzativa diventa più snella, abbattendo costi di gestione diretti (produttività del per-sonale, ricerca e selezione) e indiretti (co-sti amministrativi, salute e sicurezza dei lavoratori). L’appaltatore si fa carico delle fluttuazioni dell’occupazione, della formazione del personale e della realizzazione di una specifica banca dati.Questo modello offre op-portunità importanti: dalla personalizzazione del ser-vizio, con la stesura di capi-tolati tecnici costruiti ad hoc per il cliente; fino al facility management, quale frontiera di sviluppo all’interno delle imprese alberghiere (servizi di facchinag-gio, portierato, plonge e piccola manutenzione, ristorazione, e cura delle aree verdi).La scelta strategica operata da Cosp, oggi, si è tradotta in circa 150 mila camere “lavorate” nell’arco di un anno ed altri contratti importanti sono in fase di chiusura, svolgiamo inoltre servizi di plonge e servizi di facchinaggio. Ma soprattutto, siamo convinti che il set-tore offra ancora potenzialità di sviluppo: il facility management dei servizi alberghieri, e le economie di scala realizzabili quando la struttura alberghiera ha di fronte un unico in-terlocutore.

A Roma e nel Lazio siamo in una fase delicata, che senza forzature potremmo definire difficile.Innanzitutto la crisi, prima finanziaria e poi economica , sta cambiando i mercati per quantità e qualità;il calo della domanda di beni e servizi riguarda tutti i settori dell’eco-nomia e quindi anche i settori dove le nostre cooperative sono impegnate, ne risentono. Le politiche di contrasto alla crisi, le famose politiche anticicliche sono state solo annunciate e nei fatti inesistenti. La manovra del governo impatta pesantemente con il comune di Roma che ad oggi non ha ancora approvato il suo bilancio - previsto per la fine di luglio -, la Regione Lazio è alle prese con il piano di rientro del deficit della sanità e l’ultima delibera Cipe non prevedendo risorse per il Lazio, ha di fatto cancellato l’aereoporto di Viterbo, la Roma Latina, e le altre gran-di opere previste. Tutto questo si somma ad un sistema pubblico attraversato da una crisi finanziaria gravissima e vengono al pettine tutti i nodi di un capitalismo pubblico connotato dalla pletora di società pubbliche, diventato il vero centro di” costo della politica”.Purtroppo dobbiamo registrare che anche il sistema delle regole che presidiano il mercato sta saltando, aumenta il senso di insicurezza delle imprese e stiamo arrivando ad una forma contemporanea di “precariato”: quello dell’im-presa .Questa fase , con questi connotati, non si può certo af-frontare in modo ordinario.C’è bisogno di politiche straordinarie , di nuove traiettorie dello sviluppo, e c’è bisogno di una politica associativa nuova, e quindi , di una Legacoop del Lazio fondamental-mente utile alle imprese cooperative associate.La nostra associazione sconta il ritardo di un confronto con l’evoluzione dei tempi: in termini di analisi della real-

LeGaCoop LaZIo SI preSenTa:

“La CooperaZIone

tà, di innovazione strategica, che va oltre la definizione dei propri assetti e che comporta la necessità di affrontare un rinnovamento deciso e consi-stente, nella stessa definizio-ne del ruolo che l’associazione è oggi chiamata a svolge-re. Siamo chiamati a costruire una linea capace di contra-stare le tendenze, le scelte, le consuetudini dei decisori politici: qui si gioca la nostra autonomia. Dobbiamo aiutare le nostre cooperative a riposizionarsi: questo è un compito non facile, ma dobbiamo provarci.Dobbiamo riconquistare la scena in quanto cooperazio-ne. Dobbiamo essere proattivi sulla scena economico-imprenditoriale della città di Roma e della Regione. Penso ad una Lega delle Cooperative utile alle coopera-tive, alla società, efficiente, responsabile, capace di offri-re un prodotto certo alle imprese cooperative associate. Prima, però, dobbiamo accettare la sfida di rispondere a questa domanda che serpeggia dentro la nostra coopera-zione, stretta tra meno mercato, meno liquidità, più incer-tezze e necessità di essere più efficaci, più efficienti, più inclusivi. Le imprese cooperative, cioè, sono imprese per il futuro? Hanno una chance? E’ una domanda collettiva, che riguarda il modello d’impresa e la sua storia. A Roma esistono esperienze cooperative centenarie: la compagnia portuale di Civitavecchia - 118 anni - ma posso pensare a tantissime altre. Noi non siamo mai stati dei replicanti: abbiamo una nostra storia con successi ed insuccessi. Tocca a noi cooperatrici e cooperatori vedere se e come le nostre imprese cooperative possono essere coprotago-niste dello sviluppo e della crescita di Roma e del Lazio. Dobbiamo ingaggiare una battaglia culturale e valoriale,

Di Stefano VendittiPresidente Legacoop Lazio

puÒ eSSere

proTaGonISTadeLLo SvILuppo”

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imprend i to r ia le , per segnare una crescita sostenibile, rin-novabile, coesa; una crescita più giusta, più inclusiva e superare in maniera duratura questo individualismo che ha dimostrato di non essere più in grado di guidare con equilibrio le comunità. Penso soprattutto all’individualismo imprenditoriale. Il movimento cooperativo ha fondato il proprio lavoro sulla costruzione di reti di fiducia stabili, di forti relazioni materiali, culturali e sociali con il territorio; di legami duraturi fra impresa e lavoratori, studenti, con-sumatori. Adesso dobbiamo creare stimoli nuovi, più forti, e provare a riscrivere la modernità della cooperazione, a reinvestire il patrimonio, non solo quello contabile ma anche quello valoriale. Noi , che siamo tra quelli che fanno funzionare gli ospedali ogni mattina, ogni giorno, ogni sera e ogni notte. Che siamo tra quelli che ogni giorno producono centinaia di mi-gliaia di pasti per i bambini nelle scuole, o degli asili nido; o tra quelli che costruiscono abitazioni e riqualificano e quartieri. Noi siamo produttori di equità sociale, di mobilità sociale, di dignità riconosciute, di speran-ze, ricchezza e innovazione. Allora con orgoglio, e con i comportamenti impren-ditoriali concreti dobbiamo rivendicare il fatto che le imprese cooperative sono pensate e realizzate per essere imprese per il futuro. Non rinuncio all’idea che la cooperazio-ne possa avere l’ambizione di essere coprotagonista dello sviluppo e della crescita della città di Roma e della Regione Lazio. Noi siamo pronti a fare la no-stra parte, a dare un contribu-to per la crescita della nostra

Regione e lo faremo avanzando progetti e idee . La crescita di cui c’è bisogno parla il linguaggio del-la sostenibilità, dell’innovazione, della qualità, della multiculturalità, della coesione so-ciale e territoriale . Le nuove e necessarie traiettorie della crescita, però, non ci fanno dimenticare che subito c’è bi-sogno di politiche concrete per il credito alle imprese, che è il tempo di assicurare “esigibilità” ai diritti dell’impresa a poter operare in un quadro di regole certe e tempi certi.Poi in tempi come quelli attuali, con tassi di disoccupazio-ne allarmanti, chiederemo una attenzione particolare alle

imprese labour intensive, sul fronte del rispetto dei tempi di pagamento, e della premialità del buon

lavoro, così come continueremo a proporre buone e veloci politiche per la casa e per

le opere pubbliche, e ci candideremo per una buona sanità ; abbiamo proposte per

una sanità di qualità , territorializzata, vicina ai bisogni di salute delle nostre

comunità e lontana dagli scandali.

A partire dal I° Maggio 2010 il Presidente Danilo Valenti in qualità di nuovo datore di lavoro ha nominato il sig. Pier Francesco Di Maulo nuovo Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione della Cosp Tecnoservice nonché delegato del datore di lavoro in materia di sicurezza sul lavoro.

Il 21 Giugno a Milano, presso la sala Collina del Sole24Ore, Cosp Tecno Service ha ricevuto il Certificato di Eccellenza. Il certificato è un riconoscimento al percorso verso l’eccellenza avviato oramai dalla Cosp nel 2000, con la Certificazione di Qualità e terminato nel dicembre del 2009 con il conseguimento della Certificazione del sistema di gestione della Sicurezza, con la tappa intermedia relativa alla Certificazione ambientale del 2004.Certiquality ha pertanto istituito il riconoscimento dell’ Eccellenza al fine di premiare e favorire lo scambio di esperienza tra le Organizzazioni che, avendo ottenuto ed efficacemente integrato la certificazione dei propri Sistemi Qualità, Ambiente e Sicurezza, perseguono il miglioramento continuo delle proprie attività.Il riconoscimento sarà ritirato da Francesco Tornabene, che nel corso di questi anni ha gestito il Sistema di Gestione Integrato aziendale, che ricomprende anche la certificazione etica e la registrazione Emas.

Il 1° luglio alle 20.00, presso l’agriturismo Valle antica di San Gemini (TR), si svolgerà l’assemblea ordinaria di Cosp Tecno Service, tra gli argomenti principali all’ordine del giorno l’approvazione del bilancio 2009, e la presentazione del bilancio di previsione 2010, si porterà in approvazione il modello organizzativo di Cosp Tecno Service conforme alle prescrizioni definite dalla legge 231/01.

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un prezioso riconoscimento

Cosp Tecno Servicevia Galvani, 18 - 05100 Terni - Tel. 0744.406729 - Fax 0744.409000

Realizzazione e stampa Primaprint srl - ViterboAzienda che persegue la sostenibilità ambientale certificata UNI EN ISO 14001:2004 - FSC e PEFC

www.primaprint.it

Finito di stampare nel mese di Giugno 2010su carta ecologica Symbol FreelifeFedrigoni Cartiere Spa certificata SQS ISO 14001:2004

Direttore responsabile Federico FabriziNews Letter per tutti i soci e i dipendenti del Gruppo Servizi Integrati

L’Informazione del Gruppo Servizi Integrati

HOUSE ORGAN AZIENDALE BIMESTRALE - COSP TECNOSERVICEAutorizzazione N° 3 2009 Tribunale di Terni - maggio, anno 2010 - numero 6

LA CRISI, LE POLITICHE PER LO SVILUPPO, IL FEDERALISMO

Hanno risposto alle nostre domande: Renata Polverini, Catiuscia Marini e Gian Mario Spacca

1° Luglio 2010 ore 20.00 Assemblea ordinaria della Cosp Tecno Service presso l’Agriturismo Valle antica di San Gemini -TerniI soci della Cosp Tecno Service sono invitati a partecipare. All’ordine del giorno l’approvazione del bilancio relativo all’esercizio 2009.