LA CALABRIA E’ DI CENTRO SINISTRA - sanmarcoargentano … · ga agonia glorificante del gi-gante...

8
Direttore responsabile Luigi Tucci - Direttore editoriale Luigi Parrillo - Già prodotta istanza di registrazione al Tribunale di Cosenza Comitato di redazione: Giovanni Carlo Gallo, Romina Zavatta, Sabina Licursi, Paolo Chiaselotti, Fernando Bianchino, Domenico Formoso, Vito Argondizzo, Franco Castagnaro - Sede legale: San Marco Arg., Via Vitt.Emanuele n.51 - http://www.partecipazioneedemocrazia.org/ APRILE 2005 NUMERO 4 Foglio di informazione distribuito gratuitamente a cura dei Democratici di Sinistra - Unità di Base “A.Gramsci” - San Marco Argentano (Cs) Carol Wojtyla, il Papa venuto dall’Est Stupore. È questa la sen- sazione che mi ha annichilito all’annuncio della morte di Ca- rol Wojtyla. È lo stupore che mi ha indotto al silenzio ed alla riflessione, respingendo il fa- stidioso rumore mediatico che ha dissacrato, esponendola crudamente, la caparbia e lun- ga agonia glorificante del gi- gante polacco, colui che ha guidato il cattolicesimo per le strade del mondo con l’impe- to di un condottiero e la tene- rezza di un padre. Lo stupore mi aveva già col- pito e frastornato quando, pochi minuti dopo la sua asce- sa al soglio pontificio, saluta- va il mondo cattolico in atte- sa con voce decisa, vigorosa come la sua tempra, autentica come il suo essere persona, che sovrastava, facendo loro quasi violenza, i toni voluta- mente flautati dei suoi prede- cessori. Sentii immediatamen- te che Carol Wojtyla era l’uo- mo nuovo, maturato non già nell’umiltà che rese grande papa Roncalli, ma nella soffe- renza di uomo dell’Est, che aveva sperimentato sulla pro- pria pelle le incredibili malver- sazioni dei regimi che ha visto cadere uno dopo l’altro e che portava con sé l’ingente pa- trimonio della solidarietà uma- na che lievita e prende corpo nel comune patire. Uomo tra gli uomini, il papa polacco, ne ha compreso l’es- senza e le diversità: ha esibito la fede cattolica, di cui è stato superbo custode, tra le reli- gioni del mondo alle quali ha riconosciuto autorevolezza e dignità, chiamandole talvolta a testimoniare aneliti di pace tra i popoli, ad onta degli inte- ressati contenziosi internazio- nali, freddi strumenti di nani- smi politici che comprometto- no il benessere e la vita stessa delle genti. Precocemente costretto alla solitudine per la repentina scomparsa delle più care figu- re parentali, ha orientato la sua esistenza verso la fede che ha vissuto come ristoro benefi- co per le sue sofferenze e da cui ha tratto alimento per irro- bustire il gigante caratteriale che dall’infanzia tribolata, dal- la fatica della fabbrica, dai campi di lavoro coatto, dal grigiore dei regimi totalitari, è pervenuto allo splendore e alla grandezza delle stanze vaticane dalle quali spaziare lo sguardo sulle sofferenze dei deboli che umanizzano il mon- do e rendono più cupe le re- staurate e acconce fattezze di quei governanti che predica- LUIGI PARRILLO no pace e praticano guerra. Lo testimoniano i suoi viaggi (v. pag.3) . Dal 25 gennaio del 1979, fino alla metà di agosto del 2004, ha visitato più di cento paesi, toccando tutte le latitudini del mondo, incon- trando umili e potenti confor- tando utilmente i primi ed esor- tando invano i secondi. Ha sottolineato ulteriormen- te la sua grandezza interiore affidando alla storia gesti esemplari e significativi: si pensi al perdono rivolto al giovane turco che aveva at- tentato alla sua vita o alla co- raggiosa determinazione e allo spirito critico con cui ha aper- to e sostenuto il dialogo con la comunità ebraica. Con la pubblicazione di “Me- moria e identità”, invita il let- tore ad un riesame della storia recente e a profonde riflessio- ni sui fatti più discussi del secolo appena trascorso.. Ora, secondo il credo di cui è stato difensore, è nel regno che gli riconosce l’autentica dimensione spirituale e che gli conferisce il crisma dell’immor- talità già riconosciutagli dalla memoria degli uomini. IL COMMENTO Quando il popolo si desta Nemmeno la scesa in Calabria del divo Berlu- sconi, deus ex machina della cosiddetta casa delle libertà, ha impedito che dilagasse irrefrena- bilmente la voglia dei calabresi di porre fine ad un governo regionale di centro-destra, che aveva colonizzato con prepo- tenza tutti i gangli del potere politico e ammini- strativo. Secondo il più autentico stile berlusco- niano, sono stati riempi- ti persino i più piccoli ri- cettacoli dell’apparato amministrativo della re- gione con frammenti pe- riferici di poteri noti ed occulti le cui qualità si riassumevano unica- mente nell’appartenenza. Ciò avrebbe dovuto ga- rantire, nei disegni per- versi del massimo pro- grammatore, perenni successi elettorali, con- servazione per congela- mento di uno strapotere sornione ed arrogante, il crescere quotidiano del Continua a pag.2 Come si è votato in Calabria e a S. Marco Tutti i dati elettorali a pagina 2 Giovanni Paolo II nei ricordi di un sacerdote Carmelo Terranova a pagina 3 LA CALABRIA E’ DI CENTRO SINISTRA Dopo un disastroso periodo di governo del centro destra, gli elettori spostano l’asse politico nella regione Loiero è presidente. La vicepresidenza sarà di Nicola Adamo? A San Marco crescono i DS. A sinistra, Agazio Loiero, neo-eletto Governatore della Calabria; in alto Nicola Adamo (DS), futuro vicepresidente. Continua a pag.6 Un risveglio tanto dolce nessuno di noi lo aveva im- maginato. Eppure un sogno, qualche giorno prima delle elezioni, lo avevo fatto. C’erano le truppe cammellate dei vichinghi padani che si leccavano i baffi per le loro riforme da quattro soldi. C’era un signore, basso, con po- chi capelli e non tutti veri, che pensava di essere invin- cibile. Infine una massa di gente, con la tv accesa su Maria De Filippi, che se ne sbatteva di quello che stava accadendo al Paese. Durate le mie strane ore notturne, come nelle più belle favole dei bambini, improvvisamente cambia lo scenario. Il signo- re con pochi e non veri ca- pelli, corre con un bastone inseguito dai suoi sogni non umani. Pensate i sogni non umani con un bastone in mano che colpiscono ripetutamente. I cammelli del- le truppe padane rinchiusi nei loro recinti dove ancora libri e pensieri non sono sta- ti inventati. E la gente, quella vera, quella che guardava la LUIGI TUCCI

Transcript of LA CALABRIA E’ DI CENTRO SINISTRA - sanmarcoargentano … · ga agonia glorificante del gi-gante...

Direttore responsabile Luigi Tucci - Direttore editoriale Luigi Parrillo - Già prodotta istanza di registrazione al Tribunale di CosenzaComitato di redazione: Giovanni Carlo Gallo, Romina Zavatta, Sabina Licursi, Paolo Chiaselotti, Fernando Bianchino, Domenico Formoso,Vito Argondizzo, Franco Castagnaro - Sede legale: San Marco Arg., Via Vitt.Emanuele n.51 - http://www.partecipazioneedemocrazia.org/

APRILE2005

NUMERO 4

Foglio di informazione distribuito gratuitamente a cura dei Democratici di Sinistra - Unità di Base “A.Gramsci” - San Marco Argentano (Cs)

Carol Wojtyla, il Papa venuto dall’Est Stupore. È questa la sen-sazione che mi ha annichilitoall’annuncio della morte di Ca-rol Wojtyla. È lo stupore chemi ha indotto al silenzio ed allariflessione, respingendo il fa-stidioso rumore mediatico cheha dissacrato, esponendolacrudamente, la caparbia e lun-ga agonia glorificante del gi-gante polacco, colui che haguidato il cattolicesimo per lestrade del mondo con l’impe-to di un condottiero e la tene-rezza di un padre.Lo stupore mi aveva già col-pito e frastornato quando,pochi minuti dopo la sua asce-sa al soglio pontificio, saluta-va il mondo cattolico in atte-sa con voce decisa, vigorosacome la sua tempra, autenticacome il suo essere persona,che sovrastava, facendo loroquasi violenza, i toni voluta-mente flautati dei suoi prede-cessori. Sentii immediatamen-te che Carol Wojtyla era l’uo-mo nuovo, maturato non giànell’umiltà che rese grandepapa Roncalli, ma nella soffe-renza di uomo dell’Est, cheaveva sperimentato sulla pro-pria pelle le incredibili malver-

sazioni dei regimi che ha vistocadere uno dopo l’altro e cheportava con sé l’ingente pa-trimonio della solidarietà uma-na che lievita e prende corponel comune patire.Uomo tra gli uomini, il papapolacco, ne ha compreso l’es-senza e le diversità: ha esibitola fede cattolica, di cui è statosuperbo custode, tra le reli-gioni del mondo alle quali hariconosciuto autorevolezza edignità, chiamandole talvolta

a testimoniare aneliti di pacetra i popoli, ad onta degli inte-ressati contenziosi internazio-nali, freddi strumenti di nani-smi politici che comprometto-no il benessere e la vita stessadelle genti.Precocemente costretto allasolitudine per la repentinascomparsa delle più care figu-re parentali, ha orientato la suaesistenza verso la fede che havissuto come ristoro benefi-co per le sue sofferenze e da

cui ha tratto alimento per irro-bustire il gigante caratterialeche dall’infanzia tribolata, dal-la fatica della fabbrica, daicampi di lavoro coatto, dalgrigiore dei regimi totalitari, èpervenuto allo splendore ealla grandezza delle stanzevaticane dalle quali spaziarelo sguardo sulle sofferenze deideboli che umanizzano il mon-do e rendono più cupe le re-staurate e acconce fattezze diquei governanti che predica-

LUIGI PARRILLO

no pace e praticano guerra.Lo testimoniano i suoi viaggi(v. pag.3) . Dal 25 gennaio del1979, fino alla metà di agostodel 2004, ha visitato più dicento paesi, toccando tutte lelatitudini del mondo, incon-trando umili e potenti confor-tando utilmente i primi ed esor-tando invano i secondi.Ha sottolineato ulteriormen-te la sua grandezza interioreaffidando alla storia gestiesemplari e significativi: sipensi al perdono rivolto algiovane turco che aveva at-tentato alla sua vita o alla co-raggiosa determinazione e allospirito critico con cui ha aper-to e sostenuto il dialogo conla comunità ebraica.Con la pubblicazione di “Me-moria e identità”, invita il let-tore ad un riesame della storiarecente e a profonde riflessio-ni sui fatti più discussi delsecolo appena trascorso..Ora, secondo il credo di cui èstato difensore, è nel regnoche gli riconosce l’autenticadimensione spirituale e che gliconferisce il crisma dell’immor-talità già riconosciutagli dallamemoria degli uomini.

IL COMMENTO

Quando ilpopolo si desta Nemmeno la scesa inCalabria del divo Berlu-sconi, deus ex machinadella cosiddetta casadelle libertà, ha impeditoche dilagasse irrefrena-bilmente la voglia deicalabresi di porre fine adun governo regionale dicentro-destra, che avevacolonizzato con prepo-tenza tutti i gangli delpotere politico e ammini-strativo. Secondo il piùautentico stile berlusco-niano, sono stati riempi-ti persino i più piccoli ri-cettacoli dell’apparatoamministrativo della re-gione con frammenti pe-riferici di poteri noti edocculti le cui qualità siriassumevano unica-mente nell’appartenenza.Ciò avrebbe dovuto ga-rantire, nei disegni per-versi del massimo pro-grammatore, perennisuccessi elettorali, con-servazione per congela-mento di uno strapoteresornione ed arrogante, ilcrescere quotidiano del

Continua a pag.2

Come si è votatoin Calabria ea S. Marco

Tutti i dati elettoralia pagina 2

Giovanni Paolo IInei ricordi

di un sacerdote

Carmelo Terranovaa pagina 3

LA CALABRIA E’ DI CENTRO SINISTRADopo un disastroso periodo di governo del centro destra, gli elettori spostano l’asse politico nella regione

Loiero è presidente. La vicepresidenza sarà di Nicola Adamo? A San Marco crescono i DS.

A sinistra, AgazioLoiero, neo-elettoGovernatore dellaCalabria; in alto NicolaAdamo (DS), futurovicepresidente.Continua a pag.6

Un risveglio tanto dolcenessuno di noi lo aveva im-maginato. Eppure un sogno,qualche giorno prima delleelezioni, lo avevo fatto.C’erano le truppe cammellatedei vichinghi padani che sileccavano i baffi per le lororiforme da quattro soldi. C’eraun signore, basso, con po-chi capelli e non tutti veri,che pensava di essere invin-cibile. Infine una massa digente, con la tv accesa suMaria De Filippi, che se nesbatteva di quello che stavaaccadendo al Paese. Durate

le mie strane ore notturne,come nelle più belle favole deibambini, improvvisamentecambia lo scenario. Il signo-re con pochi e non veri ca-pelli, corre con un bastoneinseguito dai suoi sogni nonumani. Pensate i sogni nonumani con un bastone inmano che colpisconoripetutamente. I cammelli del-le truppe padane rinchiusinei loro recinti dove ancoralibri e pensieri non sono sta-ti inventati. E la gente, quellavera, quella che guardava la

LUIGI TUCCI

Pag. 2 APRILE 2OO5

le file forziste sempre più assimilabili allalunga teoria brulicante sulle orme del leg-gendario pifferaio di Hamelin.Ma nulla è eterno. Da Eraclito a noi, la Sto-ria, che di corsi e ricorsi ha lastricato le stra-de percorse dalle civiltà di tutto il mondo,avrebbe dovuto essere maestra di certiimprovvisatori della politica che disprezza-no il pensiero divergente pensando diasservirlo al denaro e alla prepotenza.Nessuno si illude, tuttavia; il carro dei vin-citori affascina molta gente e siamo certiche, dopo quelli che, come alla roulette,hanno puntato in anticipo sul centro-sini-stra in un abituale gioco d’azzardo, semprepiù in tanti chiederanno di salire, pronti asaltar giù al primo percorso accidentato oalla prima curva pericolosa. È molto facilefarsi traghettare da una riva all’altra senzaguardare per il sottile, tanto, sono in pochia farci caso. Noi, per indole, accettiamo spor-tivamente anche il ruolo di traghettatori; infondo, a qualcuno sarà anche capitato dipagare il costo del biglietto, e poi, lo spetta-colo che si offre è di sicuro interesse, èquanto meno un diversivo per la pubblicaopinione che osserva senza scomporsi ilbagaglio al seguito la sciato a terra.Detto ciò, si impongono determinati inter-rogativi: Ci saranno ripercussioni? A che

livelli? Sarà solo un fenomeno di dimen-sione nazionale e regionale o darà esito apaventati localismi? Il vento della maldi-cenza (vox populi, secondo alcuni) cre-diamo che stia già facendo ondeggiarequalche “virgulto” di recente piantagio-ne, provocando vertigini e confusione. Ipiù cattivi sostengono che fosse già nel-l’ordine delle cose. Non so perché, ma citorna con prepotenza alla memoria l’imma-gine crudelmente efficace dei Soldati alfronte di Ungaretti: «Si sta come d’autun-no sugli alberi le foglie».

Dalla prima pagina

Quando il popolo si desta

Il pifferaio “magico”

...e così a S. Marco

Voti 257 (5,70%)

Voti 2 (0,04%)

Voti 18 (0,40%)

Voti 40 (0,89%)

Voti 293 (6.50%)

Voti 8 (0,18%)

Voti 39 (0,86%)

Voti 288 (6,39%)

Sergio AbramoVoti 1.145 (25,39%)

Voti 113 (2,51%)

Voti 2.374 (52,65%)

Voti 290 (6,43%)

Voti 425 (9,43%)

Voti 85 (1,89%)

Voti 115 (2,55%)

Voti 54 (1,20%)

Voti 35 (0,78%)

Agazio LoieroVoti 3.328 (73,81%)

Fortunato AloiVoti 28 (0,62%)

Giuseppe BilelloVoti 8 (0,18%)

In Calabria, si è votato così...

Dati provv. del Ministero dell’Interno 05.04.2005

Giuseppe BilelloVoti 2.593 (0,2 %)

Fortunato AloiVoti 12.577 (1,1 %)

Voti 27.160 (2,5 %)

Voti 7.184 ( 0,6 %)

Voti 4.158 (0,4 %)

Voti 816 (0,1 %)

Sergio AbramoVoti 446.634

(39,7 %) 1 seggio

ABRAMO Sergio

Voti 112.892 (10,4 %)6 seggi

OCCHIUTO Roberto (CS) - 16.205TALARICO Francesco (CZ) - 9.940NUCERA Giovanni (RC) - 8.591TREMATERRA Michele (CS) - 7.585GALLO Dionisio (KR) - 5.349STILLITANI Francescantonio (VV) - 4.962

Voti 108.606 (10,0 %)5 seggi

GENTILE Giuseppe (CS) - 18.684AIELLO Pietro (CZ) - 9.217FEDELE Luigi (RC) - 8.968VILASI Gesuele (RC) - 5.969PIZZINI Antonio (CS) - 4.598

Voti 107.937 (9,9 %)5 seggi

DIMA Giovanni (CS) - 15.318SARRA Alberto (RC) - 11.941MORELLI Francesco (CS) - 8.778SENATORE Pasquale (KR) - 6.014CHIARELLA Egidio (CZ) - 5.394

Voti 58.458 (5,4 %)3 Seggi

RACCO Luciano (RC) - 5.555CHIEFFALLO Leopoldo (CZ) - 3.667STANCATO Sergio (CS) - 2.765

Voti 37.050 (3,4 %)

Voti 26.802 (2,5 %)

Voti 1.744 (0,1 %)

Agazio LoieroVoti 662.722

(59,0 %) 5 seggi

LOIERO AgazioPRINCIPE SandroBOVA Giuseppe PasqualeMAGARO’ SalvatoreBORRELLO Antonio

Voti 168.335 (15,4 %)7 seggi

ADAMO Nicola (CS) - 12.927LO MORO Doris (CZ) - 10.264FRASCA’ Carmela (RC) - 8.615PACENZA Franco Mario (CS) - 8.805ACRI Antonio (CS) - 6.765SULLA Francesco (KR) - 6.203CENSORE Bruno (VV) - 5.795

Voti 157.678 (14,5 %)7 seggi

PIRILLO Mario (CS) - 11.648MAIOLO Mario (CS) - 8.688FORTUGNO Francesco (RC) - 8.548NACCARI Demetrio (RC) - 8.276GIAMBORINO Pietro (VV) - 7.708SCULCO Vincenzo (KR) - 7.209AMATO Pietro Ros. (CZ) - 6.433

Voti 94.373 (8,7 %) 4 seggi

TRIPODI Pasquale M. (RC) - 11.839MORRONE Giuseppe (CS) - 9.887LA RUPA Franco (CS) - 9.265TALLINI Domenico (CZ) - 4.375

Voti 74.448 (6,8 %) 3 seggi

INCARNATO Luigi (CS) - 9.393CHERUBINO Cosimo (RC) - 6.689GUERRIERO Giuseppe (CZ) - 2.092

Voti 5 6.003 (5,1 %)2 seggi

MASELLA Egidio (CS) - 4.288DE GAETANO Antonino (RC) - 2.030

Voti 45.704 (4,2 %) 2 seggi

TRIPODI Michelangelo (RC) - 3.201FERAUDO Maurizio (CS) - 1.761

Pag. 3APRILE 2OO5

Nove visite in Polonia - Otto visite in Francia (inclusauna visita a Réunion) - Sette visite negli Stati Unitid’America (incluse due tappe in Alaska) - Cinque visitein Messico e Spagna - Quattro visite in Brasile, Porto-gallo e Svizzera - Tre visite in Austria, Canada, Costad’Avorio, Croazia, Cecoslovacchia (più due visite inSlovacchia), El Salvador, Germania, Guatemala, Kenya,Malta e Repubblica Dominicana - Due visite in Argen-tina, Australia, Belgio, Benin, Bosnia-Erzegovina,Burkina Faso, Camerun, Curacao (Antille Olandesi),Filippine, India, Nicaragua, Nigeria, Papua NuovaGuinea, Perù, Repubblica di Corea, Slovacchia (più ditre visite in Cecoslovacchia), Slovenia, Ungheria,Uruguay, Venezuela e Zaire - Una visita in Albania,Angola, Armenia, Azerbaijan, Bahamas, Bangladesh,Belize, Bolivia, Botswana, Bulgaria, Burundi, Capo Ver-de, Ciad, Cile, Colombia, Congo, Costa Rica, Cuba, Da-nimarca, Ecuador, Egitto (al Monte Sinai), Estonia, Fiji,Finlandia, Gabon, Gambia, Georgia, Ghana, Giamaica,Giappone, Giordania, Gran Bretagna, Grecia, Guinea,Guinea-Bissau, Guinea Equatoriale, Haiti, Islanda, IsoleSalomone, Israele, Kazakhistan, Lettonia, Libano,Lesotho, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo,Madagascar, Malawi, Mali, Marocco, Mauritius, Mo-zambico, Norvegia, Nuova Zelanda, Olanda, Pakistan,Panama, Paraguay, Porto Rico, RepubblicaCentrafricana, Repubblica d’Irlanda, Romania, Ruanda,San Marino, São Tomé e Príncipe, Senegal, Seychelles,Singapore, Sri Lanka, Santa Lucia, Sud Africa, Siria,Sudan, Svezia, Swaziland, Tailandia, Tanzania, TimorEst (all’epoca parte dell’Indonesia), Togo, Trinidad eTobago, Tunisia, Turchia, Ucraina, Uganda, Zambia,Zimbabwe

Tutti i viaggi pastoralidi Giovanni Paolo II

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Mi è difficile descrivere eracchiudere in poche espres-sioni la personalità del SantoPadre perché la sua è stataun’esistenza bella sotto ogniaspetto, tale che si ha semprel’impressione di tralasciarequalcosa o di sottovalutarneun’altra. Dirò, pertanto, alcu-ne impressioni racchiuse nel-la memoria del mio cuore, la-sciando a persone più esper-te un’approfondita analisi delsuo pontificato, mi riservo iltentativo di dire con parole miela gratitudine a Dio per il donodi questo Grande Papa. Lofarò ripercorrendo il mio dia-rio personale per poi spaziarecon alcune riflessioni che spe-ro aiutino a chiarire alcuniaspetti rilevanti del suo am-pio magistero.Alle 21,37 del 2 aprile 2005 sta-vo partecipando ad una Ve-glia di preghiera nella Chiesadi Santa Maria di Piedigrottaa Napoli, si stava celebrandoin quei giorni ilXII Congressodel MSAC (Mo-vimento Studen-ti di Azione Cat-tolica) a Scam-pia, zona perife-rica della cittàp a r t e n o p e a .Questo coinci-denza apparivacome segno, per-ché per la primavolta un taleevento avveni-va fuori dalle

Giovanni Paolo II nei ricordi di un sacerdoteCARMELO TERRANOVA

mura istituzionali di Roma; ilrinnovamento avviato in que-sti anni dall’Azione Cattolica,sostenuto e incoraggiato so-prattutto dal Santo Padre,compiva i suoi primi e impor-tanti passi in ambienti cultu-ralmente distanti. Mi colpìprofondamente la sensibilitàdei circa 200 studenti parteci-panti al Congresso, la mortedi Giovanni Paolo II li avevasorpresi a pregare e loro con-tinuarono nel silenzio, questosolenne momento di riflessio-ne. Certamente la più saggiadelle scelte. Ho avuto l’op-portunità di partecipare ad al-cune giornate mondiali dellagioventù, a Santiago (1989), aRoma (2000), ma la provviden-za ha voluto che partecipassianche all’ultimo pellegrinag-gio del Santo Padre, vissuto aLoreto nel settembre scorso.

Nella Piana di Montorso ilSanto Padre ha fatto dono al-l’Azione Cattolica e alla Chie-sa di un programma che oltrea dare valore alla vita associa-tiva, per la sua chiarezza e au-tenticità, riassume i suoi lun-ghi anni di pontificato. Pro-nunciando le parole Contem-plazione, Comunione, Mis-sione, ha tracciato come scel-ta di un progetto vocazionaleun sentiero sia per i credentiche per tutte le persone dibuona volontà, di coloro chericonoscono i valori trascen-dentali nella logica comunio-nale e nella disponibilità ver-so il prossimo. Il suo aposto-lato è stato un costante invitoa superare il disimpegno, in-vitando le persone che ha in-contrato a vincere il radica-mento in luoghi sicuri e co-modi ma riduttivi della dignitàumana, aprendo e tracciandoampi spazi di dialogo, confron-to, sollecitazioni culturali, sen-za mai trascurare instancabil-mente l’annuncio di Gesù Cri-sto, unico salvatore del mon-do. Certamente ha segnatoun’epoca, l’”Epoca Woitilia-na”.Il Terzo Millennio, infatti, siapre con la sua Paternità rico-nosciuta da grandi e piccoli

della terra, da ognuno e daogni luogo, toccati dal suomessaggio, risuona universal-mente il riconoscimento al suoforte e autorevole pensiero, dilibertà, di dignità, di promozio-ne umana, soprattutto del va-lore della spiritualità e del pri-mato della grazia. Da oggi co-mincia ad essere più chiara laSantità della Sua esistenza, omeglio da Lui definita la “mi-sura più alta” della vita cristia-na ordinaria, come rispostaalle nostre insufficienti capa-cità che solitamente offriamoper realizzare la storia perso-nale nel progetto di Dio. Al-cuni tratti rilevanti della suamagnifica esistenza, cosìcome chiaramente sono emer-si nel suo testamento, si pos-sono intuire nella Novo Mil-lennio Ineunte, lettera aposto-lica a termine del Grande Giu-

bileo dell’Anno 2000 da Luidefinito “profezia dell’avveni-re”” Penso che la Novo Mil-lennio Ineunte, rappresental’estensione del suo testa-mento. Le sue espressioni, leintuizioni, le profezie, le sceltedella chiesa si possono trova-re rileggendo quelle pagineche esaltano il suo pontifica-to. Il suo invito è chiaro, pren-dere il largo per una nuovaevangelizzazione che lui defi-nisce così: “Duc in altum!”.Questa parola risuona oggiper noi e ci invita a fare memo-ria del passato, a vivere conpassione il presente, ad aprir-ci con fiducia al futuro: «GesùCristo è lo stesso, ieri, oggi esempre». Grazie Santo Padre.

Nelle immagini, il Papa della gioia,del perdono e della sofferenza.

Oggi, le resine diuna semplice bara di cipresso

avvolgono il suo corpo

Pag. 4 APRILE 2OO5

Antonio Acri ce la fa Dopo Nicola Adamo e Fran-co Mario Pacenza, AntonioAcri è il terzo candidato dies-sino della provincia di Co-senza che siederà tra i ban-chi del Consiglio regionale.Acri è detentore di una lun-ga esperienza politico-ammi-nistrativa per avere retto lun-gamente, da presi-dente, le sorti del-l’amministrazioneprovinciale di Co-senza.Il suo successo elet-torale è sovrapponi-bile a quello del par-tito dei Democraticidi Sinistra che, inCalabria, è risultatoil primo partito nellascala dei consensida parte dell’eletto-rato.E’ il sintomo chiarodi una riacquistatafiducia nel ruolo chequesto partito puòsvolgere per lo svi-luppo della nostraregione, per troppotempo affidata dallavolontà popolare agovernanti non in grado dideterminarne il decollo in ter-mini socio-economici. I pro-grammi della destra, purtrop-po, si sono rivelati così nefa-sti per la crescita del Paesein generale, tanto è vero che,quasi plebiscitariamente, gliitaliani hanno maturato la de-cisione di cambiare registro,rovesciarne i protagonisti echiedere ad altri soggetti po-litici di indurre nei territori

regionali quel benessere cheda più tempo si invoca dopolo sfacelo degli ultimi anni.Ci auguriamo che questascommessa venga giocatafino in fondo dai nostri rap-presentanti alla regione Ca-labria; in fondo era per ciòche hanno chiesto i nostri

consensi. Con un tantino diegoismo, questo giornale ri-vendica un pizzico di atten-zione in più per il territoriodella Valle dell’Esaro che datempi immemorabili non è sta-to considerato un centro diinteresse nel panorama re-gionale. Eppure, a ben vede-re, come puntano a dimostra-re le recenti iniziative dellaunità di base “A.Gramsci”dei democratici di sinistra di

San Marco Argentano, que-sto territorio ha dalle poten-zialità incalcolabili sia sul pia-no delle qualità oggettive,che in chiave di progettazio-ne intelligente mirata al be-nessere e allo sviluppo.Ricordiamo di avere già atti-rato l’attenzione del mondo

politico provincialee regionale, oltreche degli ambientiuniversitari e dellacategoria imprendi-toriale, verso i pro-blemi dell’indu-strializzazione, del-l’occupazione, de-gli usi civici, del-l’ecologia e dellosmaltimento dei ri-fiuti solidi urbani,della sanità, dellascuola e altro anco-ra. Vorremmo chel’interesse dimo-strato in sede ditrattazione dei pro-blemi, trovasse ri-scontro in termini difattività operativaquando le espres-sioni di buona vo-

lontà dovranno tradursi inatti concreti di programma-zione e di realizzazione.Da questa sede esprimiamoun atto di fiducia verso i no-stri rappresentanti in consi-glio regionale, oltre quelloespresso preventivamenteattraverso il consenso elet-torale. Ciò determinerà la no-stra ulteriore crescita politi-ca e, parallelamente, la cre-scita del territorio.

Durante le campagne elet-torali spesso vengo invitatoda alcuni “sondaggisti delladomenica”, a volte giovani,ad esprimere un pronosticosu questo o quel candidato.Mi rendo conto che dietrol’atteggiamento ludico si na-sconde in verità la paura diuna scelta sbagliata, cioè dischierarsi con un perdente.La conferma di questo si puòvedere nei supporters deicandidati: se i consensi au-mentano gli stanno appicci-cati alle costole, appena av-vertono odore di sconfitta sistaccano da lui quasi fosseun appestato.Con la scomparsa dei partititradizionali questi atteggia-menti sono sempre più fre-quenti, mentre per chi conti-nua a “fare vita di partito” lasconfitta del candidato èsempre un momento di rifles-sione e di analisi del risulta-

to al quale partecipano tuttii sostenitori.E’ già accaduto ad ognunodi noi di vincere o di perde-re, ma ciò non ci impediscedi fare delle scelte. Non èvero che la maggioranza hasempre ragione e non è nep-pure vero che una maggio-ranza resti tale per sempre.Facciamo un esempio imme-diatamente verificabile: quan-te persone avevano dato illoro consenso a Berlusconi?La maggioranza. Quanti inquesta tornata elettorale glihanno revocato la fiducia?La maggioranza.Conclusione: Berlusconi haperso perché non ha più lafiducia della maggioranzadegli italiani. Possiamo direche ha perso anche chi gliaveva dato la sua fiducia sulpiano politico? No. Chi havotato ha semplicementeesercitato il suo diritto di elet-

tore, ma se viene meno lapolitica allora il fallimento èavvertito dall’elettore comeuna sconfitta personale. Lapolitica è il governo di unbene comune, non ha nulladi personale.Chi corre per se stesso, sen-za un ideale politico, è sem-pre un megalomane e chi losegue non è da meno. Lastoria ci ha insegnato a qua-li livelli di aberrazione un in-tero popolo può arrivarequando ritiene di potersi af-fidare a questi uomini, chepurtroppo non mancano anessuna latitudine: si trattadi soggetti affetti da infanti-lismo profondo e patologi-co, che hanno bisogno disentirsi sempre al centro del-l’attenzione. Sapendo di es-sere valutati solo per il nu-mero di consensi che riesco-no ad ottenere cercano intutti i modi di accrescere il

La politica, scuola di confrontoLa maturazione delle idee passa attraverso una vita sociale partecipata

PAOLO CHIASELOTTI

potenziale elettorale. Contra-riamente a quanto si potreb-be pensare è proprio la ricer-ca di consensi che ne deter-mina il ridimensionamento: lepromesse aumentano e dimi-nuisce la possibilità di sod-disfarle. L’assenza di un pro-getto politico costringe que-sti soggetti a ricercare accor-di trasversali ad ogni livelloe di ogni tipo, inclusa la ma-lavita organizzata.In conclusione vorrei invita-re i giovani a non avere al-cun timore a “schierarsi” e aritenere l’appartenenza poli-tica non un ostacolo alla lorocrescita, ma una vera e pro-pria scuola di confronto e dimaturazione delle idee, sa-pendo che i nostri avversaripolitici hanno l’altra metàdella verità che noi ritenia-mo di possedere per intero.

Serra si afferma, ma non passaPAOLO CHIASELOTTI

La novità a San Marco diquesta campagna elettorale èrappresentata dall’esordio diGiulio Serra nell’agone politi-co regionale, non tanto per lasua decisione di candidarsi,quanto per avere scelto la co-alizione di centro sinistra. Se-gnali in questa direzione si era-no già avuti nel corso delleelezioni provinciali, quando, asorpresa, da sindaco uscentedecise di presentare e soste-nere il candidato alla provin-cia dello SDI, Euge-nio Palermo, “in qua-lità di amico” comeebbe modo di spie-gare nel corso dellacampagna elettorale.Non è un misteroche egli si sia sempredichiarato un demo-cristiano, senza spe-cificare di quale deipartiti nati dalla dia-spora della vecchiaDemocrazia Cristianafosse pronto ad ab-bracciare la croce. Ilfardello di una sceltacosì dolorosa non èun peso da poco – lodico senza ironia e con il ri-spetto che nutro verso alleatie avversari politici che da quel-la grande scuola provengo-no– proprio per il discrimineprofondo che divide chi hascelto di dare l’appoggio al-l’antisolidarismo di Bossi eBerlusconi, con il ribaltone deiprincipi su cui si fonda la no-stra costituzione democratica,e chi ha visto nell’alleanza di

centro sinistra l’affermazionedi principi e valori universali,quali la pace, la solidarietà,l’unità della nazione.Le cose sono andate cometutti sappiamo: oggi GiulioSerra, e con lui altri elettori,hanno contribuito al rovescia-mento del sistema di potereinstaurato in Calabria dai par-titi del centro destra. Lo hafatto scegliendo di stare conl’Udeur di Clemente Mastellae contribuendo in larga misu-

ra alla vittoria del centro sini-stra di Agazio Loiero. Vorreiricordare che già nelle prece-denti elezioni politiche a livel-lo nazionale, così come inquelle provinciali dello scor-so anno il centro sinistra a SanMarco aveva avuto la maggio-ranza dei consensi, che hamantenuto in questa compe-tizione se pur con un lieve calodi cinque punti percentuali. Ilmerito di Serra è senza dubbioquello di aver fatto crescereuno dei partiti della coalizio-ne, l’UDEUR, appunto, facen-dolo lievitare di oltre duemilavoti a San Marco e circa sei-mila a livello provinciale. Tut-tavia, il numero dei consensiottenuti, di gran lunga inferio-re a quello raggiunto dagli al-tri due candidati dello stessopartito (quasi tremila voti inmeno), non gli ha consentitodi entrare nell’istituzione re-gionale. Adesso, ad urne chiu-se e clamori spenti, il proble-ma risiede nella stabilizzazio-ne dell’orientamento politicoscaturito dal voto, soprattut-to dopo che l’aumento deiconsensi ha favorito, come inquesto caso, gli altri candida-ti più forti. Sapere che i votinon sono “serviti” per il pro-prio candidato può generareun fenomeno di delusione,soprattutto nell’elettoratomeno politicizzato che puntaalla rappresentanza diretta ead un rapporto di tipo perso-nalistico. Ho avvertito neigiorni successivi al voto, eanche nelle fase finali dellospoglio, quanto questa delu-

sione possa trasformarsi indisinteresse e presa di distan-za, ma ritengo che questo at-teggiamento sia sbagliato epenalizzante per tutti coloroche hanno creduto nella vit-toria del centro sinistra. Perdirla con parole semplici: chiha determinato l’avanzata del-l’UDEUR a San Marco sarà ingrado di valorizzare i risultatiraggiunti, oppure, la mancataelezione verrà avvertita come“tradimento” con un ritorno

alla politica “condomi-niale”? Serra come in-tende investire i con-sensi nell’interesse diSan Marco e del suoterritorio?Se dovessi affidare larisposta alle esperien-ze precedenti, potreidire che l’attivismo el’impegno, che non glimancano (lo sloganelettorale era: una te-stimonianza di impe-gno), non sono sup-portati né da una con-vinzione politica, néda una visione globa-le dei problemi di un

territorio, che considera in ter-mini di interessi contrapposti.Scarsamente unitario anchesotto il profilo politico, se nonper il raggiungimento di obiet-tivi legati alla sua leadership,ha cercato di frazionare le na-scenti formazioni politiche dicentro, rifiutando ogni dialo-go politico con gli altri partitistorici a livello locale. Ciò no-nostante, la sua candidaturapolitica rivela una scelta e uncambio di indirizzo, che pos-sono e devono indurre a bensperare. Nessuno, ad iniziareda me, è esente da critiche, matutto sta a dimostrare che l’av-vio di un nuovo percorso ècoerente con gli obiettivi chesi vogliono raggiungere. Ri-cordo che alla cerimonia dipresentazione della sua can-didatura Giulio Serra ha volu-to che fossero presenti il Pre-sidente della Provincia, il dies-sino Mario Oliverio, e il depu-tato Domenico Pappaterra,eletto nelle liste dell’Ulivo. Te-nendo presente che la politi-ca non ha bisogno di compa-raggi, ma avanza sulla base discelte ampiamente condivisee che i partiti del centro sini-stra a San Marco non hannoceduto voti, ma li hanno ac-cresciuti (i Democratici di Si-nistra sono aumentati di oltrecentoventi voti), bisogna ca-pitalizzare tutti i consensi,unendo le forze per gettare lebasi di una alleanza solida eduratura che sappia guardareal futuro e preparare il terrenoper le prossime elezioni politi-che nazionali.

Pag. 5APRILE 2OO5

Ad alcuni non è perfettamen-te chiaro il confine tra l’auto-stima e la vanagloria. Lo hadimostrato la campagna elet-torale appena conclusa, laquale ha fatto registrare tuttauna serie di fenomeni di auto-referenzialità a dir poco gratui-ti e sconcertanti. Il contestoumano si è sgranato in un uni-verso di particelle infinitesimaliche, condensatesi in una sor-ta di “blob” melmoso, si sonospalmate sui muri delle metro- Continua a pag.8

Manifesti elettorali e graffiti (bariweb) a confronto

Localismi autoreferenziali e consensiUna folla anonima spalmata, come i graffiti, sui muri delle città

LUIGI PARRILLO

poli e delle varie cittadine del-le province italiane, come lapiù popolare “nutella” (sapo-re a parte) su una fetta di paneraffermo. Può darsi che l’im-magine non renda il concetto,ma basta dare uno sguardofuori dalla finestra per metterea fuoco tutto il cattivo gustodi decine e decine di fisiono-mie dalla notorietà poco piùche condominiale, più o menoammiccanti nelle loro pose cri-stallizzate, le quali pretende-

vano, con quelle facce, di in-durre l’elettore a concedereloro la massima fiducia.Non c’era superficie piana ocassonetto della spazzatura sucui non fosse passata unapennellata di colla o non sifosse attaccato un lembo dicarta da manifesto pagato, perl’occasione, a peso d’oro. Onon fosse stato perpetratouno sfregio attraverso la clas-sica lacerazione dispettosa o

Puglia: un voto sopra le righeChi ha vissuto in questa regione ne comprende il senso

PINO TRICANICO

La grande affermazione delCentro Sinistra, cui fa eco ilconseguente crollo del Polodi Centro Destra, nelle recentielezioni regionali del 3 e 4 apri-le, ha fatto registrare nella Re-gione Puglia il risultato forsepiù inatteso e insperato: la vit-toria di Nicki Vendola, che,dopo un logorante testa a te-sta con Raffaele Fitto, Gover-natore uscente, alla fine, èprevalso, con il 49,9%, controle aspettative e lo scetticismodi molti. Mentre Nicki Vendo-la ha saputo conquistare conle sue parole, in 60 giorni dicampagna elettorale, l’eletto-rato pugliese, a Fitto non sonostati sufficienti cinque anni digoverno, per potersi assicu-rare il rinnovo del mandato.Lasciando agli addetti ognitipo di analisi, che ha determi-nato la vittoria di Vendola o,se si preferisce, la sconfitta diFitto, occorre elogiare la ma-turità politica dell’elettoratopugliese, appartenente, ingran parte, ad una società agri-cola e artigianale di tipo tradi-zionale, che ha avuto il co-raggio di esprimere un voto,anche di “controtendenza”, afavore di una coalizione, rap-

presentata da una persona,che, pur collocandosi al difuori dei “normali” schemi, hachiesto ed ottenuto suffragisulla base di un programmaserio e ben motivato.Nicki Vendola, originario di unComune del nord barese, Ter-lizzi, cresciuto, come si dice, apane e politica, é comunistada sempre, é gay dichiarato,orgoglioso di vivere comemeglio gli pare e piace, da sem-pre impegnato in lotte per idiritti civili e per la tutela deiceti più deboli, oltre che esse-re stato componente dellaCommissione antimafia.

E’ soprattutto un abilissimooratore, capace di infiammarele folle, per toni e argomenta-zioni politiche della parte cherappresenta; è quello che vie-ne definito un autentico “ani-male politico”, dotato di note-vole carisma.Dopo aver vinto le elezioniprimarie dello scorso genna-io, quando superò il modera-to Boccia, per la leadershipnelle regionali, Vendola hacondotto una campagna elet-torale, incentrata sulle cinquepriorità, che intende affronta-re nei primi trenta giorni digoverno, per iniziare a costru-ire la sua “Puglia dei deboli”:totale abolizione del ticket sa-nitario, assegnazione di unbonus a giovani universitaridi famiglie con reddito inferio-re a 25 mila euro, erogazionedi mutui per l’acquisto dellaprima casa, concessione di unsalario di ingresso ai disoccu-pati ed attivazione dei distret-ti produttivi di eccellenza; ilprogramma Vendola prevede,inoltre, di utilizzare la Finan-ziaria regionale Finpuglia, perprocurare crediti alle piccole emedie imprese a tassi inferioridi quelli attuali e di privatizza-re la Seap, società che gesti-sce gli aeroporti pugliesi.Su questi temi, Nicki Vendolaha saputo convincere la mag-gioranza degli elettori puglie-si, i quali, contrapponendosia steccati ideologici o conser-vatori, hanno voluto premia-re il candidato del Centro sini-stra; tutto ciò é testimoniatoanche dai numerosi voti di-sgiunti attribuitogli.Da calabrese di sinistra, cheha vissuto molti anni in Pu-glia, con forti ed indissolubililegami familiari in quella terra,della quale continua a viver-ne, anche se in modo margi-nale, le vicende, non possoche plaudire al popolo puglie-se, che, con grande senso dimaturità e determinazione, hainteso abbattere barriere ide-ologiche consolidate, sce-gliendo liberamente da chivuole essere amministrato.

Niki Vendola, neo presidente della Regione Puglia

Si sono spenti i riflettorisulla kermesse elettorale dellacui chiassosità rimarrà anco-ra per qualche giorno la con-tentezza (non parlo di felicità ,un sentimento catalogabile inuna categoria escatologica-mente più elevata) degli eletti,gli unici ancora frastornati daun evento, per altri versi am-piamente archiviato da quan-ti, la maggior parte, non co-noscono né conoscerannomai il fascino di tanta emozio-ne. In tale miscela di esultan-za e indifferenza ad essere tra-scurata è una terza categoria:gli sconfitti.In questi ultimi il ventaglio deisentimenti è certamente il piùvariegato spaziando dalla di-sillusione al dispiacere, dallamestizia al rammarico, al risen-timento e così via fino alla ri-torsione. Non oso parlare diodio che, ovviamente in ne-gativo, è un sentimento trop-po puro e di conseguenza nonaduso a chi è domestico con imeccanismi della politica.Ed è proprio a loro, agli scon-fitti, un manipolo cui più diuna volta ho avuto l’onore diappartenere, che vorrei rivol-gere un affettuoso pensiero esoprattutto un ringraziamen-to per aver portato acqua adun mulino che verosimilmen-te sarà per loro avaro di fari-na; che probabilmente non ri-ceveranno mai dal partito per

il quale si sono “immolati” al-cuna gratitudine, anche forma-le. Tra di loro si riconosconotante persone brave ed one-ste, tanti ottimi amministratoriche hanno messo a disposi-zione di una appartenenzapolitica un dote di credibilitàe di simpatia che avrebberopotuto sfruttare per fini per-sonali. Tanti di loro avrebbe-ro meritato il successo al paridi chi ha vinto o forse di più ese ciò non si è verificato è in-nanzi tutto dovuto al fattoovvio che non possono vin-cere tutti, quindi a tutta unaserie di ragioni da ascriverevuoi ai meccanismi organizza-tivi talora precari, vuoi a moti-vi di opportunità da parte dichi o di quanti legittimamenteutilizzano la competizione elet-torale per acquisire un mini-mo di visibilità, ma sicuramen-te non legati a motivi di con-trapposizione ideologica eancor meno personale.E allora mi permetto di sugge-rire soprattutto a quanti nonsono ancora riusciti a meta-bolizzare il peso della sconfit-ta di impegnarsi in una eserci-tazione di tolleranza verso lealtrui ragioni e di comprensio-ne verso chi, magari sbaglian-do, è solo andato alla ricercadi un vantaggio o di un dirittoaltrimenti negato per se, perla propria famiglia, per la co-munità di appartenenza.

G.C.GALLO

Non di sola vittoria...

Modi, risorse e ragioni della partecipazione politicaSABINA LICURSI

Proponiamo di seguito unasintetica riflessione sulla par-tecipazione politica a partireda due interrogativi: cos’è lapartecipazione politica e per-ché è difficile partecipare?Sui contenuti della partecipa-zione politica si sono interro-gati diversi studiosi di socio-logia politica e di scienza po-litica: alcuni autori americaniaffermano che l’essere citta-dini di uno stato, anche sedisinteressandosi completa-mente dell’ambito pubblico, ègià partecipazione politica;altri autori, soprattutto euro-pei, hanno, invece, evidenzia-to che affinché si possa par-lare di partecipazione deveesserci un livello, anche mini-mo, di coinvolgimento delsingolo individuo. Questocoinvolgimento può assume-re diverse forme e intensità,può essere manifesto o laten-te; può, cioè, essere facilmen-te registrato dall’esterno op-pure sfuggire a qualsiasi os-servazione, perché avvienenell’ambito privato, pur inte-ressando intensamente i pro-tagonisti dell’azione (prova-

te a pensare al caso in cui sia-mo da soli davanti alla tv eascoltiamo una notizia del tgche ci provoca un senso diindignazione tale da scatena-re una nostra reazione verba-le - quasi che chi sta dall’altraparte del video possa ascol-tarci).Solitamente le forme della par-tecipazione politica vengonoimmaginate lungo un continu-um che va da un minimo adun massimo. A solo titoloesemplificativo riportiamo diseguito una delle scale piùnote (si veda la figura 1). Laprima considerazione che que-sta scala ci consente di fare èche il voto costituisce il livel-lo minimo di partecipazionepolitica: esso può, infatti, ri-dursi all’espressione del con-senso nei confronti di un can-didato, di un partito o di unacoalizione politica senza esse-re preceduto o seguito da al-cuna informazione o aspirazio-ne di carattere più generale.La partecipazione massima,invece, coincide con la rap-presentanza politica: ricoprireuna carica politica o ammini-

strativa.Nel corso del tempo la parte-cipazione politica degli statidemocratici ha conosciuto,come è normale che sia, unacerta innovazione: sono com-parse nuove modalità parte-cipative, alcune delle quali sicollocano ai limiti della legali-tà, altre che possono esseredefinite semplicemente comenon-convenzionali (si veda lafigura 2). Molte di queste nuo-ve forme partecipative trova-no piena espressione nei mo-vimenti o nei gruppi di prote-sta.

Fig. 1 - Le modalità della par-tecipazione politica

Continua a pag.8

Ricoprire una carica politicaAspirare ad una carica politica oamministrativaPartecipazione attiva in un’orga-nizzazione politicaPartecipazione attiva in un’orga-nizzazione semi-politicaPartecipazione a riunioni pubbli-che e domostrazioniPartecipazione passiva in un’or-ganizzazione politicaPartecipazione attiva in un’orga-nizzazione semi-politicaPartecipazione a discussionipolitiche informaliInteresse generico alla politicaVotare

1.2.

3.

4.

5.

6.

7.

8.

9.10.

Pag. 6 APRILE 2OO5

Nel primo dopoguerrauna giunta di sinistra,formata da socialisti ecomunisti, eresse unafontana monumentale distile classicheggiante:un grande cubo conte-nente la vasca didecantazione e nellatrabeazione il bassori-lievo di una sveglia.Quell’orologio era il sim-bolo che la lista di sini-stra utilizzò nella campa-gna elettorale e rimaseper molti decenni a ri-cordare ciò che uno spa-ruto gruppo di ‘popola-ri’ era riuscito a fare peril bene della comunità:consentire che persone eanimali potessero soddi-sfare un bene primario.La sete.

La fontana fu abbattutanegli anni Ottanta con lapromessa che sarebbestata ricostruita per ri-cordare in maniera piùconsona l’operato diquella amministrazione,guidata dal sindaco Sal-vatore Gaudio. Non sene fece nulla per moltianni, finché la giuntaSerra, ad aprile del2004, a conclusione delmandato, decise di ini-ziare i lavori per la ri-costruzione di quell’an-tica fontana. I lavori sifermarono alcuni mesidopo e da allora la fon-tana appare come sivede nella fotografia. Illuogo ove essa sorgevaancora oggi è chiamato“La fontana dei comuni-

C’era una volta la “Fontana della Sveglia”

sti”, termine con cui nonsolo oggi, ma anche al-lora, venivano accomu-nati tutti gli appartenentiai partiti di sinistra.Non sappiamo se la ri-costruzione tiene contodella storia di que-st’opera – ciò appartie-ne alla sensibilità degliamministratori – ma per-ché non riutilizzare ilsimbolo della SVEGLIA(che potrebbe essere an-che di buon auspicio perla fine dei lavori) e, so-prattutto, perché nondedicare la fontana el’area circostante al sin-daco Salvatore Gaudioe agli amministratori diallora?Paolo Chiaselotticonsigliere comunale

Lavori in corso per la costruzione della nuova fontana

INTERPELLANZA AL SINDACO

discutere con loro sulle ra-gioni di un loro allontana-mento, quello dei loro fi-gli e dei loro nipoti, da queiprincipi politici grazie aiquali era stato loro consen-tito il riscatto sociale oltreche economico: quasi chela conquista di un auspica-to benessere, di un legitti-mo ruolo sociale fosse in-compatibile con il diritto dicittadinanza nell’ambito diun partito di sinistra.In alcuni di questi compa-gni è stato facile ravviva-re il fuoco della passionepolitica, come se essi fos-sero da sempre in attesadi un partito dimentico diloro; con altri abbiamo av-viato un confronto che spe-riamo possa dare buonifrutti; in tutti abbiamo tro-vato disponibilità e atten-zione verso le nostre pro-poste.Infine il programma di par-tecipazione alla campagnaelettorale per la quale, in-vece di subire i genericibuoni propositi dei candi-dati di passaggio, abbiamopreferito sollecitare questiultimi ad un confronto su

Evito ulteriori analisi suisignificati politici più gene-rali del voto recentementeespresso di cui ogni testa-ta è ricolma delle analisipiù disparate. Mi preme piuttosto soffer-marmi su alcune conside-razioni attinenti alla situa-zione politica locale cherappresentano per me mo-tivo di soddisfazione. E’indubbio che il partito deiDS di San Marco esce daquesta consultazione elet-torale nettamente rafforza-to con un incremento siaassoluto (135 voti in PIù)sia in percentuale rispettoalle analoghe del passato.Il nostro è, inoltre, il secon-do partito della coalizionedi centrosinistra.Tutto questo è ancora piùsignificativo se si tiene con-to della grande forza attrat-tiva sul consenso determi-nata dalla presenza di uncandidato locale che sicu-ramente ha condizionato,soprattutto all’interno del-la coalizione, l’espressio-ne del voto di opinione.Le ragioni di questa rinno-vata attenzione dei cittadi-ni verso il nostro partito amio avviso sono soprattut-to da ricercare nella deci-sione, presa lo scorsoanno, di partecipare allaconsultazione per il rinno-vo del consiglio comunalecon una lista politica di cen-trosinistra, resistendo allatentazione perniciosa diperseverare nella asfitticapratica localistica di con-trapporre ad una maggio-ranza uscente civica unaopposizione altrettanto ci-vica. In quella occasioneil risultato elettorale pernoi non fu certamente bril-lante, ma ci consentì di ri-trovare quello spirito di ap-partenenza, ormai sbiadi-to da tanti anni di qualun-quismo politico, dal qualetrarre la forza propositivadi modelli comportamen-tali che legano ogni prassiad una tensione ideale.Sapevamo che l’impresasarebbe stata ardua ma conun gruppo di compagnivecchi e nuovi, non moltiper la verità ma dotati ditanta buona volontà, abbia-mo ripreso l’esercizio delconfronto di opinione dap-prima all’interno dell’uni-tà di base, poi attraverso ladivulgazione di un giorna-le messo a disposizionedella comunità. Quindi ab-biamo ritenuto opportunoricontattare i compagni diuna tempo per chiedere e

tematiche di competenzaregionale, ma di valenzaterritoriale come lo smal-timento dei rifiuti, la pos-sibilità di utilizzo di fontienergetiche alternative,l’affrancazione dei terrenigravati da usi civici, lo svi-luppo industriale delle no-stre zone. Tematiche dive-nute oggetto di altrettanticonvegni che hanno vistouna ampia ed interessatapartecipazione di cittadini.In altri termini ritengo, edè questo motivo di soddi-sfazione, che il progetto po-litico avviato con la colla-borazione di tutti i compa-gni dell’unità di base abbiaavuto una ricaduta positi-va stimolando l’attenzionesia di quanti ci sono vicinipoliticamente, sia di quan-ti, pur non condividendole,rispettano le nostre idee.Ed è questa attenzione pernoi il migliore stimolo acontinuare nella pratica diquesto esercizio di demo-crazia cui si affianca lasperanza di poter, via via,contare sulla partecipazio-ne di un numero sempremaggiore di cittadini.

Risultato elettorale e politica localeSi rinnova l’attenzione dei cittadini verso i democratici di sinistra

GIANCARLO GALLO

In seno al consiglio comunale rappre-sento il “Centro Sinistra Unito per SanMarco”. L’anomalia di questa situazio-ne sta nel fatto che a rappresentare uffi-cialmente il centro sinistra nell’istituzio-ne locale sia una sola persona nonostan-te i partiti che ne fanno parte abbia avu-to il 78 % alle provinciali e il 73% alleregionali.Ricordo che con la nascita dei primi rag-gruppamenti non partitici (Popolari e De-mocratici e La Spiga) la scelta dei candi-dati ha cominciato a rispondere a criteridiversi da quelli tradizionali, dando luo-go a scelte svincolate dalle segreteriedei partiti. Una fase che doveva esseredi transizione ha finito per diventare aSan Marco Argentano la regola per lalista dei “Democratici e Popolari” cheescludeva ogni rapporto politico con ipartiti presenti sul territorio. La scelta diuscire da quest’ambito nebuloso è av-venuta recentemente da parte di dueesponenti di maggioranza: Eugenio Pa-lermo, candidatosi alle provinciali con loSDI, e Giulio Serra che ha deciso di sce-gliere l’Udeur per le competizioni regio-

nali 2005. Oggi il primo è capogruppodella maggioranza, il secondo è il vice-sindaco.Il contributo portato da entrambi nellavittoria del centrosinistra è indiscutibi-le. Ed esso è stato possibile proprio peril forte legame instaurato con le forzepolitiche a livello provinciale. I rapportiinterni alla maggioranza sono obietti-vamente mutati e il consiglio ha oggiforte identità di centro sinistra.Cosa accade quando la maggioranza ela minoranza appartengono alla stessacoalizione di centro sinistra e perseguo-no gli stessi obiettivi politici? A quellache potrebbe sembrare una domandasenza risposta azzardo una proposta:perché non condividere le grandi scel-te socio-economiche e culturali del no-stro territorio tra le forze politiche chehanno determinato il successo del cen-tro sinistra a livello provinciale e regio-nale? Sarebbe un modo forte e innova-tivo di far sentire la propria rappresen-tanza a livello sovracomunale, con rica-dute positive su investimenti, sviluppoe occupazione.

Politica anomala in Consiglio ComunalePAOLO CHIASELOTTI

t

De Filippi, rilassata e diverti-ta per aver restituito all’Italiala credibilità che merita.Siamo davvero una grande,democratica e unita Nazione.La Calabria, ingannata cin-que anni fa da illusioni e gio-chi di prestigio, ha dovutosopportare in questi lunghimesi danni e soprusi di ognigenere. Ha aspettato con co-raggio, senza vittimismi, co-sciente di aver commesso unerrore, un grave errore. Nelmomento giusto ha servitoil suo piatto, gelido direi qua-si ghiacciato. Ha spedito acasa con un bel calcio nel se-dere il governo di cento de-stra più maldestro della sto-ria repubblicana. Un bravoal presidente Loiero che harestituito speranza durante lacampagna elettorale a citta-dini delusi da faciloneria e

Dalla prima pagina

La Calabria è di centro-sinistra

superficialità, da clientelismobecero e nessuna idea degnadi nota. Loiero che, dopo lastraripante vitoria, ha parla-to delle prossime settimane.Puliamo le nostre acque eprepariamoci alla nuova sta-gione turistica con un altroentusiasmo. Siamo passatidai sogni berlusconiani allarealtà in cui viviamo. Dimen-ticavo. Sono mesi che nonsi parla più del l’ex presiden-te della Calabria GiuseppeChiaravalloti.Ho pensato che in uno Sta-to normale chi ha governatomale, chieda scusa ai proprielettori e torni a casa con lafamiglia. Invece lui, l’ex Pre-sidente, è stato premiato. E’un nuovo membro, nomina-to da Forza Italia, del Garan-te della Privacy.Incredibile ma vero.

LUIGI TUCCI

Pag. 7APRILE 2OO5

Cresce l’interesse per la sinistra giovanileA scansione settimanale, si ravvivano gli incontri tra i ragazzi

E’ motivo di grande sod-disfazione vederli insieme ediscutere con quella carica dientusiasmo propria dell’etàgiovanile e con la serenitàche solo una scelta consa-pevole può conferire.Il fatto che, dopo molto tem-po, un partito politico abbiadeciso di riorganizzarsi a SanMarco Argentano propo-nendosi come punto di rife-rimento collettivo e non rap-presentando soltanto il pre-testo per far crescere un soloindividuo, è stato evidente-mente capito da una popola-zione giovanile la quale sirende conto che l’azione co-mune, e non le manovre diun singolo, rappresentano lavera anima della politica el’unica maniera perché sianorappresentate la istanze del-la collettività e non soltantodi piccoli gruppi di potere.

Crediamo che siano questele ragioni di fondo che han-no indotto questi ragazzi adaggregarsi intorno ad un sim-bolo e ad una idea; riteniamoche sia il loro desiderio dipensare ad un futuro meglioimpostato sul piano della ci-viltà e dell’etica sociale cheli abbia indotti a mettere as-sieme il patrimonio socio-cul-turale di ciascuno per costi-tuire quel fondo comune diidee e di progetti i quali, op-portunamente rafforzati conil tempo e l’esperienza,rappresentaranno la forza dipropulsione ideale utile allaclasse dirigente dei prossimianni.Tirocinio politico e tirocinioculturale, esercitati nelle giu-ste sedi, impediranno che infuturo sorgano come funghipolitici ed amministratori im-provvisati che rivendichino,in nome di un incomprensi-bile consenso popolare, il di-ritto di gestire gli affari dellacomunità spesso confusicon i propri interessi.

Nel nostro territorio nonmancano esempi da propor-re sia intermini negativi chein termini positivi.Le vicende politico-ammini-strative degli ultimi decennied i personaggi che ne sonostati autori e protagonistisono i fattori che, sottopostiad una attenta analisi depu-rata da qualsiasi faziosità,possono fornire ai giovanielementi di discussione e dirielaborazione critica perpensare di emulare o respin-gere taluni esempi che, nelbene e nel male, hanno con-dotto la nostra città ad averele fattezze che ha.Non sarebbe giusto né cor-retto pensare di avviarsi sul-la strada della politica e, perciò stesso, dell’amministra-zione della cosa pubblica,senza avere cognizione dellastoria di una comunità. E’ laconoscenza dei fatti passatiche ci conferisce una preci-sa identità e il pieno diritto aconsiderarsi appartenenti adun consesso civile. Non co-

noscere questi fatti mette lapersona nelle condizioni dinon poter contrastare tuttele tendenziose mistificazioniche spesso si mettono incampo per carpire la buonafede dei propri concittadini.Non solo, ma senza l’aggan-cio ai trascorsi storici di unacomunità, come può un fu-turo dirigente individuarecon cognizione di causa lelinee di sviluppo di una città,di un territorio? Senza legge-re in maniera attenta e capireprofondamente le caratteri-stiche e le istanze di una co-munità sociale, come si puòagire per il bene di tutti?Per fare ciò è indispensabileche vi sia a monte non solouna scuola di pensiero, mauna precisa scuola di forma-zione socio-politica che for-nisca un corretto costumecomportamentale.I giovani di sinistra ai qualici riferivamo in premessa cistanno provando alimentan-do la nostra ottimistica cari-ca di speranza.

Caro direttore,è una strana struttura quel-la del nosocomio di SanMarco! È sicuramente unposto dove ti può capitaredi tutto: puoi rischiare dimorire dal momento che nonc’è un vero “Pronto Soccor-so”, ma soltanto un postodi prima accoglienza dovepuoi trovare personale nonmolto specializzato che, avolte, non riconosce un ad-dome acuto e ti lascia tuttauna notte abbandonato ate stesso, con operatori sa-nitari (infermieri e persona-le paramedico) gravati an-ch’essi da un senso d’impo-tenza e di sconfìtta. D’altraparte, nessuno può risolve-re problemi che non rientra-no nelle proprie possibilitàe competenze professionali.Ti può capitare che ti salviugualmente, ma solo perchéun medico di lunga espe-rienza ed, evidentemente, digrande coscienza e deonto-logicamente ben impostato,come il prof. Mimmo Miglio-ri, sia pure nella difficoltàdi dover operare in unastruttura carente, mi è par-so di capire, perfino nellegarze e nell’attrezzisticanecessaria ad una sala ope-ratoria, decide d’interveni-re perché si rende conto chequesto salverà la vita allapaziente. Ti può pure suc-cedere che, colta da un tra-

vaso ematico ad un rene,con dolori terrificanti, tu tifaccia portare nel presidioospedaliero più vicino alluogo dove abiti e, qui giun-ta, memore della segnanteesperienza precedente, tiricordi dell’insopportabili-tà di un dolore che ti fa in-vocare la morfina. Ora, sic-come reni e dialisi sono ter-mini correlati fra loro, man-di a chiamare il primariodel reparto di nefrologia, ildottor Giovanni Carlo Gal-lo, e lui, che ti conoscessepersonalmente, non soloaccorre immediatamente,ma prende in mano la situa-zione, allerta il reparto diradiologia e il personalerelativo, che accorre algran completo; addiritturai dottori Panebianco e Lu-ceri si sono sostituiti al per-

Parliamo ancora di ospedale

sonale perfino nella manua-lità per eseguire un’imme-diata TAC.Qualche volta sembra pro-prio che la fortuna ti baciin fronte, perché il respon-sabile della dialisi ha aller-tato anche l’unità di chirur-gia, il cui primario non de-v’essere un soggetto del“pianeta-sanità” di Cala-bria: ti viene vicino e già tispiazza con una stretta dimano calorosa e partecipa-tiva del tuo dolore, ti spie-ga cosa ti sta accadendo, simette completamente a di-sposizione, ti fa sentire chenon sarai lasciata sola eche in qualsiasi momento tudovessi avere bisogno, luici sarà. Sì, prof. Catananti,sarà una gran perdita perSan Marco la sua accetta-zione di nuovo incarico!

Ma allora non è vero chel’Ospedale di San Marconon serve a niente e a nes-suno! Non è vero, se c’è unreparto come la Dialisidove i pazienti vengonomessi tutti a proprio agio datutti gli operatori: il dottorSapio, il dottor Senatore,ed altri di cui non conoscoil nome, ma di cui va decan-tata la cortesia e la dispo-nibilità verso qualsiasi tipodi paziente che atterri nelreparto in questione: nonimporta se ci vai perché seidializzato. Se ci vai perchései iperteso: i tuoi problemivengono ascoltati, presi inconsiderazione e nessuno tidà la sensazione di essereun numero, bensì conserviintatta la tua personalitàche viene rispettata daquell’accattivante “Buon-giorno, Signori” del prima-rio dottor G.C.Gallo datoogni mattina all’entrata(sempre in perfetto orario)nel reparto. Certo, molte si-tuazioni devono essere cor-rette e rivisitate, dev’essereassolutamente creato il“Pronto Soccorso” con per-sonale adeguato, molto vafatto e molto va rifatto, mala struttura deve salvarsidallo sgretolamento versocui sembra tragicamenteavviata.

Giusi Volpicella

LETTERE AL GIORNALE

Una veduta dell’ospedale di San Marco Argentano

Era il 19 marzo 2003 quan-do nella notte Baghdad ven-ne illuminata a giorno dalle pri-me bombe americane in unaguerra definita dagli Stati Uniti“necessaria”per la lotta con-tro il terrorismo fondamenta-lista. Saddam Hussein è ca-duto e con lui il regime ditta-toriale. Ma quella in Iraq è unaguerra che non sembra averfine e per la quale è stato ver-sato troppo sangue. Tra i 18mila e i 20 mila morti iracheni(anche se il numero reale nonè mai stato accertato), più di1500 i morti tra i soldati ameri-cani e oltre 200 del resto dellacoalizione. Di questi, 28 sonoitaliani, tra di essi c’è anchel’eroe Nicola Calipari, che haperso la vita dopo la liberazio-ne della giornalista del “IIManifesto” Giuliana Sgrena.La morte di Calipari, è questoil paradosso, è stata causatadal cosiddetto “fuoco amico”,sono stati infatti gli americaniad un posto di blocco nei pres-si dell’aeroporto di Baghdad,ad uccidere Calipari, e a ferirela Sgrena e un altro ufficialeitaliano. Ciò che appare anco-ra più incredibile è che la mag-gior parte di queste vittime siregistrano dopo la fine ufficia-le della guerra. Nonostante leelezioni politiche (le prime nel-la storia dell’Iraq) siano statesalutate da molti osservatoriinternazionali come l’occasio-ne per imboccare la stradadella democrazia, in Iraq la si-

liberate dopo alcuni mesi, an-ch’esse grazie all’eroismo diNicola Calipari. Le due ragaz-ze si trovavano in Iraq per unamissione umanitaria, ma pur-troppo la gravissima situazio-ne politica e sociale del paesearabo non ha permesso lorodi portarla a termine. La po-polazione irachena, secondole testimonianza delle due ra-gazze, doveva essere liberatasenza l’uso delle armi, e ancorpiù adesso dopo la caduta delregime dittatoriale dei Sad-dam. Mentre George W. Bushpreme sulla necessità di nonabbandonare troppo presto ilpopolo iracheno, nel mondoè quanto mai aperto il dibatti-to sull’opportunità del ritirodelle truppe militari alleate.Anche in Italia il dibattito sulritiro delle truppe è molto ac-ceso, l’opposizione di gover-no ritiene che sia oramai giun-to il momento del ritiro, men-tre la maggioranza è quantomai succube del governoBush e ritiene che i tempi nonsiano ancora maturi. Sull’on-da di questo scenario, in tuttii paesi, a due anni esatti dal-l’inizio della guerra i movimen-ti contro la guerra chiamano araccolta tutti i pacifisti perchévengano ritirate al più prestole truppe e si possa creare perl’Iraq un’alba nuova, una nuo-va democrazia e nuove pro-spettive per le popolazioni ira-chene troppo provate da de-cenni di dure lotte.

Ma quando finirà?Mentre il Governo mastica giustificazioni,

in Iraq si continua a morire

NATALIA ARGONDIZZO

tuazione è ancora drammaticae la sicurezza per la popola-zione un miraggio. Gli atten-tati kamikaze, le scene di guer-riglia e il sequestro di occiden-tali da parte di terroristi è cro-naca quotidiana. Le immaginie le testimonianze che giornodopo giorno, giungono dalpaese arabo ne sono la pro-va. Della situazione attuale inIraq abbiamo avuto testimo-nianza dalle due ragazze ita-liane di “Un ponte per”, Simo-na Pari e Simona Torretta, ra-pite in Iraq da terroristi e poi

Pag. 8 APRILE 2OO5

Vogliamo incominciare a vederci chiaroDecine e decine di cittadini ricevono cartelle da infarto

Buio e confusione sul problema degli usi civici

SERGIO LENTO Il convegno sugli usi civi-ci, promosso dai Democraticidi Sinistra e che ha visto unalarga partecipazione di pubbli-co, ha messo in evidenza tut-ta la problematicità che carat-terizza il tema proposto.Il mio intervento, in merito,dalle pagine di questo giorna-le, vuole essere il contributodi un tecnico che ha a cuore lasoluzione di un annoso pro-blema e che interessa una lar-ga fascia della collettivitàsammarchese.In considerazione della vasti-tà e della complessa articola-zione della tematica, ritengoopportuno circoscrivere l’in-tervento al tema, di maggiorpeso giuridico e tecnico, emer-so dagli interventi dei direttiinteressati. Mi riferisco allaprocedura di “affrancazionedel canone enfiteutico”.Al fine di inquadrare corretta-mente la tematica, è necessa-rio soffermarsi sugli aspettigiuridici dei fondi di proprietàdei Comuni o di altre colletti-vità, la cui occupazione si pre-sume legittimata con l’impo-sizione di un canone enfiteu-tico ai sensi degli artt. 9 e 10della legge 16 giugno 1927,n.1766. Per chiarezza: nel casodegli enti pubblici, il canoneannuo, definito all’atto dellacostituzione del diritto enfi-teutico, si identificava nel LI-VELLO (speciale forma di con-tratto agrario mediante il qua-le un concedente [livellante]conferiva l’usufrutto di unfondo ad un concessionario[livellario] con l’obbligo dimettere a frutto la terra e tute-larne l’integrità, dietro corre-sponsione di un canone an-nuo). Il livellario poteva alie-nare soltanto il diritto enfiteu-tico e non il diritto del conce-dente. Di fatto, è quanto si èverificato per la maggioranzadei livellari del Comune di SanMarco Argentano e delle altrerealtà nazionali.Alla luce della giurisprudenzain essere, è importante sotto-lineare come la legittimazionee la conseguente imposizionedel canone, instaura tra entelegittimante e soggetto legit-timario un rapporto enfiteuti-co avente natura esclusiva-mente privatistica. In pratica,il terreno passa nella libera edassoluta proprietà del legitti-mario cui fa obbligo di corri-spondere il canone enfiteuti-co, affrancabile a richiesta delmedesimo. La procedura di le-gittimazione su terre di usocivico, diversifica la procedu-ra di affrancazione ordinariadisciplinata dall’art. 971 delcodice civile.

Secondo l’interpretazione del-la Corte di Cassazione, il prov-vedimento di legittimazionedelle occupazioni abusive diterre del demanio civico, con-ferisce al destinatario la tito-larità di un diritto soggettivoperfetto, di natura reale, sulterreno che ne è oggetto, co-stituendone titolo di proprie-tà e di possesso (Cass. Civ.sez. III, 23 giugno 1993,n 6940e SS.UU. 8 agosto 1995,n 8673).Ciò premesso, ne consegueche per l’affrancazione di cuitrattasi, poiché il legittimarioè già titolare del diritto di pro-prietà per effetto della legitti-mazione, interessa soltanto loscioglimento del vincolo rela-tivo alla corresponsione delcanone, imposto con la legit-timazione. Più semplicemente,si tratta di una procedura as-similabile a quanto previstodall’art. 972 del c.c. in base alquale, il concedente espandeil suo diritto di proprietà di cuie già titolare.Personalmente, per analogia,ritengo applicabile la proce-dura di affrancazione del dirit-to enfiteutico, prevista dallaLegge 1138/70 e dall’art.1 del-la Legge 607 /1966 in base allequali il prezzo di affrancazio-ne è pari al canone enfiteuticox15; il canone enfiteutico è paria 12 volte il Reddito Domeni-cale. Nello specifico, ritengo,occorre definire, con appro-priato provvedimento legisla-tivo, se adottare il RedditoDomenicale riferito all’epocacensuaria 1939 o aggiornarloai valori attuali dei redditi im-ponibili e inserendo dei cor-rettivi in funzione dei casi spe-cifici. Ciò eviterebbe di otte-nere dei valori poco significa-tivi. D’altronde, molte delibe-re comunali, di altre realtà ter-ritoriali nazionali, si sonoorientate in tal senso.In merito a ciò, dissento dalleconclusioni alle quali è perve-nuto l’ U.T.E., ora agenzia delterritorio di Cosenza, che haequiparato il prezzo di affran-cazione al valore agricolomedio. A mio avviso, è unaprocedura che non trova al-cun fondamento giuridico edestimativo!Trattazione a parte merita ilproblema della perimetrazionedelle aree soggette ad “usocivico“. Esso è senza dubbioè un problema di difficile so-luzione, se si pretende di rico-struire lo stato iniziale dellearee in discussione, in consi-derazione: 1°) dei generici ri-ferimenti topografici indicatisugli atti di accensione delleconcessioni;2° delle variazio-ni oggettive operate nel tem-

po. Il problema, a mio avviso,può essere risolto partendodalla situazione topografica difatto.A conclusione di questa sin-tetica analisi, ritengo che ilproblema, per essere risoltonecessita : 1) di una forte vo-lontà politica che veda coin-volte in un unico progetto tut-te le forze politiche e le partiinteressate; 2°) di una leggeregionale, organica, che pre-veda in modo inequivocabilele procedurerisolutive di tutte le problema-tiche legate alle situazioni giu-ridiche dei terreni soggetti aduso civico.Si tratta di uno strumento giàoperante in molte altre regionid’Italia che, oltre ad avere ri-solto un delicato problemasociale, hanno consentito alleamministrazioni locali di pro-curarsi risorse finanziarie e diottimizzare l’utilizzo di quellearee pubbliche di particolarevalore ambientale e collettivo.

Localismi autoreferenziali e consensiContinua da pag.5una scritta quanto meno tur-pe e irriverente verso il buongusto, il buon senso o la pub-blica decenza. Ma tant’è. Nel-le competizioni elettorali, pur-troppo, si compete così: conl’irriverenza dei “sottoslogan”,con l’inciviltà dei “galoppini”prezzolati e addestrati allo sfre-gio, con il ghigno privato chesi contrappone al pubblicosorriso, con l’imbrattamentodegli spazi cittadini non auto-rizzati (spazi che futuri garantidell’ordine, del civismo e del-la civiltà dovrebbero salva-guardare e difendere). Il dopoelezioni, perciò, ci lascia, comescoria di lavorazione dopo ilprodotto finito, una città assi-milabile ad una tavolozza spor-ca dei colori (dentro e fuorimetafora) più strani ed impre-vedibili, mezzi volti, mezzi sor-risi alcuni dei quali già scom-parsi per ovvio dolore, mezzislogan già di per sé incom-prensibili per intero, la scom-parsa di ingiustificabili sogniad occhi aperti, i residui, infondo, di alcuni localismi nonpiù grandi dell’ombra di uncampanile a mezzogiorno, ep-

pure millantati come monu-menti equestri di elevato spes-sore ad un folto pubblico diingenui creduloni che confon-dono le lucciole con le lanter-ne. Non sarebbe fuori propor-zione l’assimilazione di que-sto fenomeno a quello deigraffiti che l’estro intemperan-te e l’estemporaneità di alcu-ne tipologie di giovani “spal-mano” con prolificità espo-nenziale sui muri delle città epersino sulle carrozze ferro-viarie. Sono anch’essi un mes-saggio, talvolta incomprensi-bile e non condivisibile nellaforma e nella sostanza, rivoltoall’opinione pubblica da unacategoria di soggetti cheesprime così uno stato d’ani-mo, un gusto personale, unascelta di “colore” (e qui la me-tafora è d’obbligo) ponderatae riflettuta, che associa il mes-saggio al pensiero, l’immagi-ne allo stato d’animo e all’idea,definendo una scelta di cam-po precisa ed inequivocabile.Entrambi i fenomeni comel’edera (anche se meno poeti-ci dell’emblematico rampican-te generalmente citato per fe-deltà) si attaccano dovunque

parassitando i muri, i pali del-l’illuminazione pubblica, gliarmadi della società telefoni-ca, i pilastri del cavalcavia, isegnali stradali, le pensilinealle fermate degli autobus, itabelloni pubblicitari lungo levie di traffico extraurbano, leadiacenze di qualsiasi localepubblico e persino i manifestifunerari; si aggrappano, perdirla com’è, dappertutto.È stato il trionfo del disordi-ne, della confusione fra l’eti-ca e l’estetica, del pressappo-chismo ciarlatano in competi-zione con i valori oggettivi,dell’interesse di parrocchiacontro la ragion di Stato, del-l’autoreferenzialità contro ilmerito riconosciuto.Ancora qualche giorno, e l’im-maginifico da “bricolage”, ilritrattismo autogratificante,che spesso assimila lo spes-sore di un manifesto a quellodel personaggio che rappre-senta, sarà un ricordo lonta-no. A molti rimarrà effimeramemoria o un dito sporco dicolla. Ai più, un governo re-gionale scelto, spero, conscienza e coscienza.E che la sorte ci renda merito.

Stampa: Tipografia MITTel. 0984.411123 - Cosenza

Ogni persona sceglie, più omeno consapevolmente, ilproprio stile partecipativo,che è composto dall’insiemedi attività politiche che deci-de di praticare. Nello stilepartecipativo individuale cipossono stare sia modalitàtipiche della prima scala (ilvoto, l’iscrizione ad un parti-to, l’esperienza amministrati-va, ecc), sia quelle non-con-venzionali (partecipare ad unsit-in, occupare un edifico,ecc.).

Sappiamo - perché le ricerchelo provano e perché la stam-pa spesso ce lo ricorda - chenelle democrazie avanzate, illivello medio di partecipazio-ne politica va sempre più in-debolendosi. Alcuni studiosisostengono che il dato nondovrebbe essere interpretatonegativamente per la demo-crazia; al contrario, gli stessiautori evidenziano che un cer-

Modi, risorse e ragioni della partecipazione politicaSABINA LICURSI

Continua da pagina 5

Fig. 2 - Le nuove forme dellapartecipazione politica

to livello di indifferenza daparte dei cittadini rispetto alledecisioni del sistema politicosarebbe funzionale al buonfunzionamento democratico.La loro tesi è, sinteticamente,che se i cittadini non fannorichieste al sistema significache tutto ciò che la politica fane soddisfa gli interessi; inol-tre, il fatto che molti non par-tecipano politicamente riduceil rischio di “sovraccarico”,ossia il rischio che il sistemanon riesca a rispondere ad unnumero eccessivo di richiesteo domande politiche.Ma i cittadini partecipanosempre di meno politicamen-te perché sono soddisfatti operché la partecipazione hadei “costi” che non tutti sonoin grado di sopportare?Partiamo da un’osservazioneampiamente confermata dallericerche: la partecipazione po-litica è selettiva. Questo signi-fica essenzialmente due cose:che non tutte le persone e nontutte le categorie (una voltasi sarebbe detto “classi socia-li”) partecipano politicamentee che all’aumentare del livellodella partecipazione (ossiaman mano che si sale lungo lascala della fig.1) aumenta laselettività. Tale situazione puòavere un effetto perverso,può, infatti, verificarsi che co-loro che partecipano politica-mente non siano rappresen-tativi della popolazione nel

suo complesso e che il gaptra quanti partecipano e quantinon partecipano si traduca inuna capacità diseguale di in-fluenzare le decisioni politi-che. Da un punto di vista sog-gettivo, la partecipazione po-litica richiede che sia maturoquello che Bourdieu definisceil sentimento di avere il “dirit-to alla parola”; è necessario,quindi, che l’individuo sentadi essere parte del sistemapolitico e che, in quanto citta-dino, possa rivendicare il di-ritto di esprimere i propri bi-sogni e le proprie opinioni.Questo, però, non basta. Ènecessario disporre di alme-no tre tipi di risorse: quellemateriali (il denaro e il tempo),quelle simboliche (il prestigiosociale) e quelle psicologiche(l’autostima). Su ognuna diqueste tre risorse si potrebbescrivere molto; per esigenzedi sinteticità, si pensi solo al-l’importanza del denaro e deltempo per poter arrivare ai li-velli massimi della partecipa-zione politica: ad esempio,quanto costa una campagnaelettorale per un candidato?si può immaginare che unapersona oberata di lavoro econ un carico di impegni fami-liari trovi anche il tempo perfrequentare gli incontri politi-ci o un partito politico?Data la disponibilità delle sud-dette risorse, le ragioni chepossono spingere le persone

a partecipare politicamentesono diverse. Possono preva-lere quelle strumentali (la par-tecipazione politica è un mez-zo per raggiungere un fine) ole motivazioni psicologiche(partecipare politicamente puòdare grandi soddisfazioni edaumentare la percezione dellapropria efficacia politica). Èvero, anche, che la partecipa-zione politica può essere con-siderata un atto di responsa-bilità sociale, cui sono tenutitutti i cittadini. In base a que-sto approccio la partecipazio-ne è uno degli strumenti poli-tici più funzionale alla realiz-zazione di un sistema di soli-darietà sociale, infra e interge-nerazionale. Certo, si parteci-pa politicamente per un sen-so di responsabilità solo se èmatura la consapevolezza chel’azione politica è tesa a rea-lizzare interessi comuni e/obeni pubblici. Su questi inte-ressi e beni, oggi, gli attoripolitici collettivi dovrebberopuntare l’attenzione anche perincentivare la partecipazionepolitica. Una sfida da coglierenella consapevolezza che sitratta di un’impresa difficile,visto che essi vanno in uncerto senso costruiti e chepossono emergere solo da unarduo, continuo e stabile la-voro di cucitura dei bisogni edelle aspettative individuali.

Scrivere ad un giornaleAderire ad un boicottaggioAutoindurre tasse o affittoOccupare edificiBloccare il trafficoFirmare una petizioneFare un sit-inPartecipare ad uno scioperoselvaggioPrensere parte a manifesta-zioni pacificheDanneggiare la proprietà pri-vataUsare violenza contro le per-sone

11.10.9.8.7.6.5.4.

3.

2.

1.