Lo strano caso della “vedova inglese”gante della spesa), ma dalla loro qualità, e individuai...

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“bancarellari”, disperdendo in tal modo (e per sempre) elemen- ti culturali di grande rilevanza. Addentrandoci nel più specifico campo del collezionismo e del- la divulgazione fotografico navale (campo in cui opero da ormai molti anni), l’opportuna valorizzazione di raccolte dal grande valore storico-iconografico, come talvolta può accadere per una serie di fortunate (e fortuite) circostanze, non è quindi – purtroppo – la norma. È questo uno stato di cose non limitato al solo nostro paese, e ritengo possa risultare interessante per i nostri lettori ricordare un evento – nel quale mi sono trovato di- rettamente coinvolto – che ha riguardato la “dispersione” di un vasto archivio di fotografie navali, avvenuta in quella che può essere considerata la patria del collezionismo in generale, e di quello militare in particolare: la Gran Bretagna. Dal 1990 faccio parte del “Naval Photograph Club”, un’asso- ciazione con sede nel Regno Unito i cui membri – soprattutto inglesi ma alcuni dei quali residenti in altri paesi europei, negli U.S.A. e in Australia – sono legati dalla comune passione per la storia navale e per le fotografie di navi militari dalla secon- da metà dell’800 ai giorni nostri. I soci del Club, tre/quattro volte all’anno, ricevono una “newslet- ter” contenente numerose informazioni ed un catalogo in base al quale è possibile acquistare, tramite la Segreteria dell’associa- zione, fotografie (soprattutto di navi britanniche) di ottima qualità ad un prezzo più che accettabile. Con la “newsletter” della primavera del 1996, giunse la comunica- zione che il socio Ron Hinschliffe, residente nell’Inghilterra meri- dionale, era deceduto e che la vedova – bontà sua! – metteva al- l’asta tra i membri del Club gli album fotografici del defunto marito. Anche se riferita alla sola Royal Navy, dalla descrizione si trattava a prima vista di una collezione piuttosto imponente: due album per le corazzate, altrettanti per le portaerei, tre per gli incrociatori, cin- que e tre – rispettivamente – per cacciatorpediniere e sommergi- bili ed un ulteriore paio per le unità ausiliarie. Tuttavia, non avendo personalmente conosciuto Ron Hinschliffe, non sapevo assoluta- mente quali potessero essere la qualità e le dimensioni reali della sua collezione, e inviai quindi un’offerta sicuramente modesta sia nei termini economici sia in quelli “di scelta”: venticinque sterline per ciascuno dei due album delle corazzate, in seguito avrei deci- so il da farsi... Fu perciò grande il mio stupore quando ricevetti la comunicazione che la cifra da me proposta era stata accettata: ri- tenni a quel punto che avrei presto ricevuto una delle tante “bufa- le” in circolazione nel nostro campo, costituite da poche foto cono- sciutissime, magari neppure in originale ma sbiadite riproduzioni di copie già di per sé scadenti e forse anche rovinate da macchie, scritte e tracce della più svariata natura. Misi quindi in conto di aver mal speso cinquanta sterline (più altre quindici per le spese postali): un centinaio di euro attuali che, sicuramente, dispiacereb- be a chiunque rimettere ma la cui mancanza non avrebbe certo cambiato radicalmente lo stato delle mie finanze. G li archivi privati nascondono spesso documenti unici e inediti, immagini rare, cimeli di epoche passate… tutti elementi di una storia – a torto, talvolta, definita “minore” – che raramente vengono portati alla luce per permetterne la conoscenza da parte di studiosi, specialisti e appassionati. Non sempre, difatti, raccolte documentali e fotografiche “priva- te” beneficiano di un’adeguata conoscenza da parte del pubbli- co e anzi, assai spesso, album contenenti immagini d’epoca o documenti fotografici originali languono in polverose soffitte, sul fondo di bauli o all’interno di cassetti dimenticati. Dal punto di vista della ricerca storica (e, più in generale, da quello della conservazione culturale), la situazione si fa poi spesso drammatica con la scomparsa di chi – magari con un certosino lavoro di anni – ha costituito e accresciuto nel tempo ragguardevoli collezioni, spesso inedite e insostituibili testimo- nianze di avvenimenti del passato. Archivi di assoluta importanza, tanto dal punto di vista quanti- tativo quanto – soprattutto – da quello qualitativo, alla morte dei loro “curatori” sono spesso dispersi dagli eredi che, quan- do non destinano alle discariche pubbliche materiali e docu- mentazioni forse unici, alienano spesso il tutto ad antiquari e 24 Marinai d’Italia Collezioni Lo strano caso della “vedova inglese” Ovvero la “dispersione” di una vasta e ricca collezione fotografico-navale, dopo la scomparsa del suo curatore di Maurizio Brescia Segretario Gruppo ANMI “V, Folco” - Savona Un’immagine che testimonia – quasi simbolicamente – il passaggio di consegne tra la tradizione e la modernità: la nave da battaglia HMS Vanguard sorvolata da un elicottero Sikorsky R-4 “Hoverfly”, in versione anfibia, nella prima metà degli anni Cinquanta coll. M. Brescia, già coll. R. Hinschliffe Malta, estate 1913. L’incrociatore da battaglia Inflexible, nave di bandiera del 2nd Battlecruiser Squadron della Mediterranean Fleet, del quale fanno parte anche l’Invincible e l’Indomitable; la “pre-dreadnought” ormeggiata di poppa all’Inflexible è, con ogni probabilità, la King Edward VII Raccolta. M. Cassar, Malta – coll. M. Brescia, già coll. R. Hinschliffe Fronte e retro di una cartolina (“viaggiata” a Natale del 1905), raffigurante la “pre-dreadnought” HMS Victorious. Appartenente alla classe “Majestic” di nove unità, la Victorious fece a tempo a partecipare agli eventi del primo conflitto mondiale; dal 1916, fu utilizzata come nave deposito a Scapa Flow, sino alla sua radiazione, avvenuta nei primi anni Venti coll. M. Brescia, già coll. R. Hinschliffe Una stupenda vista del lato sinistro della nave da battaglia Barham in un’immagine datata 18 febbraio 1938. La Barham sarà affondata a Sud di Creta il 25 novembre 1941 dal sommergibile tedesco U-331, comandato dall’Oblt. von Tiesenhausen Foto Wright & Logan – coll. M. Brescia, già coll. R. Hinschliffe Portsmouth, settembre 1928. L’incrociatore da battaglia Tiger adibito a nave scuola cannonieri, ruolo che ricoprirà sino al giugno del 1929 quando, nel Battlecruisers Squadron della Flotta dell’Atlantico, sostituirà l’Hood, avviato ad un lungo periodo di lavori. Nel maggio del 1931, al rientro in servizio dell’Hood, il Tiger verrà radiato e venduto per la demolizione. Foto Wright & Logan coll. M. Brescia, già coll. R. Hinschliffe

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“bancarellari”, disperdendo in tal modo (e per sempre) elemen-ti culturali di grande rilevanza.Addentrandoci nel più specifico campo del collezionismo e del-la divulgazione fotografico navale (campo in cui opero da ormaimolti anni), l’opportuna valorizzazione di raccolte dal grandevalore storico-iconografico, come talvolta può accadere peruna serie di fortunate (e fortuite) circostanze, non è quindi –purtroppo – la norma. È questo uno stato di cose non limitato alsolo nostro paese, e ritengo possa risultare interessante per inostri lettori ricordare un evento – nel quale mi sono trovato di-rettamente coinvolto – che ha riguardato la “dispersione” di unvasto archivio di fotografie navali, avvenuta in quella che puòessere considerata la patria del collezionismo in generale, e diquello militare in particolare: la Gran Bretagna.Dal 1990 faccio parte del “Naval Photograph Club”, un’asso-ciazione con sede nel Regno Unito i cui membri – soprattuttoinglesi ma alcuni dei quali residenti in altri paesi europei, negliU.S.A. e in Australia – sono legati dalla comune passione perla storia navale e per le fotografie di navi militari dalla secon-da metà dell’800 ai giorni nostri.I soci del Club, tre/quattro volte all’anno, ricevono una “newslet-ter” contenente numerose informazioni ed un catalogo in base alquale è possibile acquistare, tramite la Segreteria dell’associa-zione, fotografie (soprattutto di navi britanniche) di ottima qualitàad un prezzo più che accettabile.Con la “newsletter” della primavera del 1996, giunse la comunica-zione che il socio Ron Hinschliffe, residente nell’Inghilterra meri-dionale, era deceduto e che la vedova – bontà sua! – metteva al-l’asta tra i membri del Club gli album fotografici del defunto marito.

Anche se riferita alla sola Royal Navy, dalla descrizione si trattavaa prima vista di una collezione piuttosto imponente: due album perle corazzate, altrettanti per le portaerei, tre per gli incrociatori, cin-que e tre – rispettivamente – per cacciatorpediniere e sommergi-bili ed un ulteriore paio per le unità ausiliarie. Tuttavia, non avendopersonalmente conosciuto Ron Hinschliffe, non sapevo assoluta-mente quali potessero essere la qualità e le dimensioni reali dellasua collezione, e inviai quindi un’offerta sicuramente modesta sianei termini economici sia in quelli “di scelta”: venticinque sterlineper ciascuno dei due album delle corazzate, in seguito avrei deci-so il da farsi... Fu perciò grande il mio stupore quando ricevetti lacomunicazione che la cifra da me proposta era stata accettata: ri-tenni a quel punto che avrei presto ricevuto una delle tante “bufa-le” in circolazione nel nostro campo, costituite da poche foto cono-sciutissime, magari neppure in originale ma sbiadite riproduzioni dicopie già di per sé scadenti e forse anche rovinate da macchie,scritte e tracce della più svariata natura. Misi quindi in conto diaver mal speso cinquanta sterline (più altre quindici per le spesepostali): un centinaio di euro attuali che, sicuramente, dispiacereb-be a chiunque rimettere ma la cui mancanza non avrebbe certocambiato radicalmente lo stato delle mie finanze.

G li archivi privati nascondono spesso documenti unici einediti, immagini rare, cimeli di epoche passate… tuttielementi di una storia – a torto, talvolta, definita “minore”

– che raramente vengono portati alla luce per permetterne laconoscenza da parte di studiosi, specialisti e appassionati.Non sempre, difatti, raccolte documentali e fotografiche “priva-te” beneficiano di un’adeguata conoscenza da parte del pubbli-co e anzi, assai spesso, album contenenti immagini d’epoca odocumenti fotografici originali languono in polverose soffitte,sul fondo di bauli o all’interno di cassetti dimenticati.Dal punto di vista della ricerca storica (e, più in generale, daquello della conservazione culturale), la situazione si fa poispesso drammatica con la scomparsa di chi – magari con un

certosino lavoro di anni – ha costituito e accresciuto nel temporagguardevoli collezioni, spesso inedite e insostituibili testimo-nianze di avvenimenti del passato.Archivi di assoluta importanza, tanto dal punto di vista quanti-tativo quanto – soprattutto – da quello qualitativo, alla mortedei loro “curatori” sono spesso dispersi dagli eredi che, quan-do non destinano alle discariche pubbliche materiali e docu-mentazioni forse unici, alienano spesso il tutto ad antiquari e

24 Marinai d’Italia

Collezioni

Lo strano caso della“vedova inglese”Ovvero la “dispersione” di una vastae ricca collezione fotografico-navale,dopo la scomparsa del suo curatore

di Maurizio BresciaSegretario Gruppo ANMI “V, Folco” - Savona

Un’immagine che testimonia – quasi simbolicamente –il passaggio di consegne tra la tradizione e la modernità:

la nave da battaglia HMS Vanguard sorvolatada un elicottero Sikorsky R-4 “Hoverfly”,

in versione anfibia, nella prima metà degli anni Cinquantacoll. M. Brescia, già coll. R. Hinschliffe

Malta, estate 1913. L’incrociatore da battaglia Inflexible,nave di bandiera del 2nd Battlecruiser Squadron della Mediterranean Fleet,

del quale fanno parte anche l’Invincible e l’Indomitable;la “pre-dreadnought” ormeggiata di poppa all’Inflexible è,

con ogni probabilità, la King Edward VIIRaccolta. M. Cassar, Malta – coll. M. Brescia, già coll. R. Hinschliffe

Fronte e retro di una cartolina (“viaggiata” a Natale del 1905), raffigurantela “pre-dreadnought” HMS Victorious. Appartenente alla classe “Majestic”di nove unità, la Victorious fece a tempo a partecipare agli eventidel primo conflitto mondiale; dal 1916, fu utilizzata come nave depositoa Scapa Flow, sino alla sua radiazione, avvenuta nei primi anni Venticoll. M. Brescia, già coll. R. Hinschliffe

Una stupenda vista del lato sinistrodella nave da battaglia Barham in un’immagine

datata 18 febbraio 1938. La Barham sarà affondataa Sud di Creta il 25 novembre 1941 dal sommergibile

tedesco U-331, comandato dall’Oblt. von TiesenhausenFoto Wright & Logan – coll. M. Brescia, già coll. R. Hinschliffe

Portsmouth, settembre 1928. L’incrociatore da battaglia Tigeradibito a nave scuola cannonieri, ruolo che ricopriràsino al giugno del 1929 quando, nel Battlecruisers Squadrondella Flotta dell’Atlantico, sosti tuirà l’Hood,avviato ad un lungo periodo di lavori.Nel maggio del 1931, al rientro in serviziodell’Hood, il Tiger verrà radiato e vendutoper la de molizione.Foto Wright & Logancoll. M. Brescia, già coll. R. Hinschliffe

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Quando ricevetti un voluminoso pacco ricoperto da numerosifrancobolli delle Poste di Sua Maestà fui quindi quasi colto dal-la paura di aprirlo, pensando di veder materializzati i miei timorie di dover registrare tra le “perdite” le famose sessantacinquesterline.Ma, incredibilmente, i fatti mi smentivano: davanti ai miei oc-chi si trovavano più di 400 splendide fotografie relative a tuttele corazzate che, nell’arco di un secolo, avevano prestato ser-vizio con la Royal Navy: dalla pirofregata Warrior del 1861 allanave da battaglia Vanguard, l’ultima corazzata britannica, en-trata in servizio nel 1945 e radiata nel 1960.

L’elemento più significativo e stupefacente non era però dovu-to al numero delle immagini (già di per sé ampiamente ripa-gante della spesa), ma dalla loro qualità, e individuai subito pa-recchi originali degli studi Cribb e Wright & Logan, insieme afotografie provenienti dalle raccolte dell’Imperial War Mu-seum e del National Maritime Museum di Greenwich. Le sor-prese non erano però terminate, perché nelle pagine dei duealbum si trovavano numerose altre fotografie, sicuramenteinedite, scattate da membri dell’equipaggio di svariate unitàdurante le due guerre mondiali: non già le solite immagini “digruppo” di marinai o ufficiali, ma belle viste d’insieme delle na-vi o dettagli dell’armamento e delle installazioni di bordo.Evidentemente Ron Hinschliffe aveva svolto un lavoro di grandericerca e catalogazione, e sul retro di parecchie immagini era-no annotati il nome e l’indirizzo dello studio fotografico o dell’an-tiquario presso cui la fotografia era stata acquistata nonché ilprezzo, spesso congruo ma mai “fuori mercato”, a testimonian-za della passione e della competenza che animavano questocollezionista d’oltremanica.In ultimo, un particolare gruppo di fotografie attrasse la mia atten-zione. Si trattava di qualche decina di immagini risalenti agli ulti-mi due decenni del secolo XIX ed ai primi due del XX, originaria-mente in bianco e nero ma colorate “a mano” secondo una deli-cata tecnica in uso proprio in quel periodo: queste fotografie era-no state utilizzate come cartoline postali, e sul retro si trovavanonon soltanto il testo e l’indirizzo del destinatario, ma era presente– soprattutto – il francobollo “d’epoca”, debitamente annullatocon il timbro postale!

Marinai d’Italia 27

Resomi conto del grande valore storico e documentale dei duealbum ora in mio possesso, non feci fatica ad immaginare cheanche gli altri quindici potessero avere le medesime caratteri-stiche, e mi affrettai a contattare il Segretario del Club segna-landogli la mia intenzione di acquistarli tutti “in blocco”, ovvia-mente al medesimo prezzo di venticinque sterline l’uno.Peraltro, come temevo, mi fu comunicato che la vedova di RonHinschliffe aveva già “alienato” tutto, e quel che è peggio, i vari al-bum erano andati suddivisi tra più persone: un collezionista avevaacquistato quelli delle portaerei, i tre relativi agli incrociatori era-no stati rilevati da un appassionato statunitense, quelli dei caccia-torpediniere – addirittura – erano stati suddivisi tra persone diver-se, e così via... L’unica consolazione (se così può essere definita)derivava dal fatto che tutti gli album erano stati acquistati da“professionisti” del settore, ed essi stessi tutti Soci del NavalPhotograph Club: quindi, ognuno di noi – anche se residenti in di-versi paesi – avrebbe quindi continuato a conservare (sia pure inmaniera “diffusa”) la collezione di Ron Hinschliffe, la cui consi-stenza complessiva può venire valutata in più di 4.000 pezzi. Purtroppo, nei termini appena descritti andò definitivamente disper-so l’unicum costituito dall’interezza della collezione il cui valore – nonsoltanto economico, ma soprattutto storico, culturale ed iconografico

– sarebbe stato notevolmente accresciuto dal poter conservare in-sieme i diciassette album, possibilmente in un singolo archivio, pub-blico o privato che fosse. In effetti, nel tempo, ho avuto modo di uti-lizzare numerose fotografie rivenienti dagli album di Ron Hinschliffe(che conservo gelosamente come due tra i migliori pezzi della miacollezione) per numerosi lavori editoriali pubblicati sulla “Rivista Ma-rittima”, su “Storia Militare” e su altre pubblicazioni del settore. Ora,sulle pagine del notiziario della nostra Associazione (che, giustamen-te, accorda sempre maggiore considerazione alle raccolte fotografi-che inedite) presentiamo alcune tra le immagini più belle e significa-tive di quella che fu la “collezione Hinschliffe” riferite, per l’appunto,alle corazzate britanniche: fotografie che consentono di ricordare erivivere uno dei periodi più fulgidi e importanti di tutta la storia dellaRoyal Navy e, più in generale, di tutte le marine militari mondiali.A chiusura della narrazione del sostanzialmente amaro “casodella vedova inglese”, il sentimento con cui concludere questebrevi note è, purtroppo, il rimpianto: il rimpianto di quale opera didivulgazione e valorizzazione sarebbe stato possibile realizzareavendo a disposizione l’intera collezione, originata dalla passio-ne e dalla competenza di Ron Hinschliffe e così incoscientemen-te “dispersa” dalla sua ineffabile vedova.

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Collezioni

Sopra, una spettacolare “incappellata” sulla proradella nave da battaglia HMS Resolution, durante un ciclo di manovrein Atlantico nella seconda metà degli anni trentacoll. M. Brescia, già coll. R. Hinschliffe

Il 23 marzo 1947, mentre veniva rimorchiata da Portsmouth a Faslaneper la demolizione, la nave da battaglia Warspite si incagliònei pressi di Lands End (Cornovaglia), dove - pochi giorni dopo - venne scattata questa fotografia: si procedette così alla demolizionedel relitto sul posto, e le ultime strutture della vecchia nave da battagliafurono rimosse solamente nel 1956.Foto Studio St. Ives Ltd, St. Ives, Cornwallcoll. M. Brescia, già coll. R. Hinschliffe

Portsmouth, agosto 1939. Una delle ultime fotografieche ritraggono l’incrociatore da battaglia Hood in tempo di pace;l’unità andrà perduta il 24 maggio 1941 nel Canale di Danimarcadurante il noto scontro con la Bismarck ed il Prinz EugenFoto Wright & Logancoll. M. Brescia, già coll. R. Hinschliffe

Parte dell’armamento secondario(cannoni da 152 mm in torri binate

e pezzi singoli antiaerei da 120 mm)del lato sinistro

della nave da battagliaHMS Nelson, nel 1937

coll. M. Brescia,già coll. R. Hinschliffe

La nave da battaglia Queen Elizabeth, prima di una classe di cinque unitàarmate con otto cannoni da 381 mm in quattro torri binate,nei primi anni Venti in occasione di una cerimonia cui presenzia ancheil monarca britannico Giorgio V. L’unità, difatti, sta sparando il tradizionalesaluto di 21 salve dovuto – ancora oggi – ai Reali ed a i Capi di Statocoll. M. Brescia, già coll. R. Hinschliffe

La pirofregata corazzata Alexandra nel Grand Harbour di Malta,nella tarda primavera del 1900Foto M. Cassar – successivamente presa in carico da Wright & Logan [Portsmouth]coll. M. Brescia, già coll. R. Hinschliffe