Agonia nell’orto - parrocchiadisalo.it · Vestire gli ignudi Quest’opera di misericordia è...

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mensile della comunità di Salò ANNO LXV - n. 3 Marzo 2016 Agonia nell’orto Jacopo Palma il Giovane, 1601 C. Olio su tela – cm. 84 x 75 Proveniente da Bologna (collezione privata) esposto al MU.SA. di Salò. Per le for affinità con le tele di analogo soggeo, benchè di formato maggiore, conserva- te a Lawrence (USA) e a Chioggia (oratorio della SS. Trinità), viene proposta la datazione indicata. Un foglio a gesso rosso delle Gallerie dell’Accademia di Venezia può considerarsi preparatorio per la parte inferiore della tela, soprauo dell’apostolo disteso a sinistra perfeamente coincidente. Anche lo studio preparatorio, conservato presso il Victoria and Albert Museum, può essere collegato a questo dipinto, come a quello di Chioggia. Gesù “agonizza” nell’orto degli ulivi, mentre un angelo gli porge il calice simbolo del sacrificio. Tre apostoli sono preda del sonno, ignari del dramma che si sta consumando.

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mensiledella

comunitàdi Salò

ANNO LXV - n. 3 Marzo 2016

Agonia nell’ortoJacopo Palma il Giovane, 1601 C. – Olio su tela – cm. 84 x 75

Proveniente da Bologna (collezione privata) esposto al MU.SA. di Salò.

Per le forti affinità con le tele di analogo soggetto, benchè di formato maggiore, conserva-te a Lawrence (USA) e a Chioggia (oratorio della SS. Trinità), viene proposta la datazione indicata. Un foglio a gesso rosso delle Gallerie dell’Accademia di Venezia può considerarsi preparatorio per la parte inferiore della tela, soprattutto dell’apostolo disteso a sinistra perfettamente coincidente. Anche lo studio preparatorio, conservato presso il Victoria and Albert Museum, può essere collegato a questo dipinto, come a quello di Chioggia. Gesù “agonizza” nell’orto degli ulivi, mentre un angelo gli porge il calice simbolo del sacrificio. Tre apostoli sono preda del sonno, ignari del dramma che si sta consumando.

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2 Vita di parrocchia a cura della Redazione

HANNO COLLABORATO ALLA REDAZIONE Andreis mons. Francesco Cavedaghi Daniela Ciato Giovanni Cobelli Renato Dondio Lamberto Guana don Gianluca Giacomuzzi Giancarlo Lugli Nerina Madureri Luisa Manni Anna Marelli Bruno Monti Osvaldo Pollini Rosa Tomasoni don Pierluigi ALLA STAMPA Beretta Alfredo Vezzola Maurilio Elio Sant Nicola Rizza Augusto (Foto) Equipe Tipolitografia Lumini

NUMERI UTILI PER TELEFONARE:

Mons. Francesco Andreis (3480421999) Segreteria . tel. 521700 FAX Vicolo Campanile 2 . . . tel. 523294 Don Gianluca Guana (3492267166) Largo D. Alighieri cel. 3492267166 Don Pierluigi Tomasoni (3355212934) Via Gratarolo . tel. 40296 Chiesa di S. Bernardino Piazza S. Bernardino . . tel. 43449 Oratorio S. Filippo Neri Largo D. Alighieri . . tel. 43646 Scuola Cattolica “E. Medi” Via S. Jago 19 . . tel. 40039 Padri Cappuccini Barbarano . . . . tel. 20447 Caritas Zonale Via Canottieri 2 . . . tel. 520843 Cinema Cristal Largo D.Alighieri . . . tel. 521555

I sacerdoti, le zelatrici e la redazione de “Il Duomo” augurano a tutti i lettori una

Buona e SantaPasqua 2016

Settimana Santa 201622 marzo MARTEDÌ santo ore 20,30 in Duomo: Celebrazione penitenziale comunitaria 24 marzo GIOVEDÌ santo ore 16.00 in S. Bernardino: S.Messa per anziani + Confessioni ore 20.30 in Duomo S. Messa in Cœna Domini…Adorazione

25 marzo VENERDÌ santo GIORNO DI MAGRO E DIGIUNO ore 9.00 in S. Bernardino: recita Ufficio delle Letture e Confessioni ore 15.00 in Duomo: celebrazione Liturgia della morte del Signore ore 20,30 in Duomo: Via Crucis (Centri Ascolto) - Bacio del Cristo morto

26 marzo SABATO santo ore 9.00 in S. Bernardino: recita Ufficio delle Letture e Confessioni ore 15,00 CONFESSIONI: mattino e pomeriggio (Duomo - S. Bernardino) ore 20,30 in Duomo: Veglia e S. Messa Pasquale e Battesimi comunitari

27 marzo DOMENICA di Pasqua SS. Messe celebrate secondo l’orario festivo normale ore 16.00 in Duomo: Vespri pasquali e Benedizione Eucaristica

28 marzo LUNEDÌ dell’Angelo (non Festa di precetto) ore 9.00 S. Messa nella Chiesa di S. Bernardino ore 10.00 S. Messa al Santuario Madonna del Rio ore 11.00 S. Messa in Duomo ore 17.30 S. Messa nella Chiesa di S. Giuseppe ore 18.30 S. Messa in Duomo

Tappe della vita Sono tornati alla casa del Padre:

Stabiumi Lucia, anni 92Giacomini Ezio, anni 82Scardova Ferruccia ved. Pellegrini, anni 62Mineni Giulio, anni 103Fontanella Vincenzo, anni 72Beltrami Alvaro, anni 91Salvadori Luca, anni 41Maschi Francesca ved. Rebughini, anni 89

Nel primo anniversario della scomparsa di

ZAMBONI FRANCOLa moglie, la figlia, il genero, i nipoti e parenti tutti lo ricordano con immutato affetto.Una S. Messa sarà celebrata nel Duomo di Salò, Sabato 12 marzo 2016 alle ore 18,30.

Nel quinto anniversario della scomparsa di

ALESSANDRO CORPACILa mamma, Renato e Maria Pia lo piangono come il primo giorno.Una S. Messa sarà celebrata nella Chiesa di San Giuseppe, Lunedì 22 marzo 2016 alle ore 17,30.

Per i funeraliPer ovviare e superare malumori per richieste non esaudite di riflessioni per-sonali nei confronti di defunti in occasioni di funerali, riteniamo opportuno concedere un breve momento a conclusione delle Esequie, se qualcuno fa ri-chiesta opportuna. Il testo dei Vescovi Italiani dice così: «Dopo la monizione introduttiva all’ultima raccomandazione e commiato, possono essere aggiunte brevi parole di cristia-no ricordo nei riguardi del defunto. Il testo sia precedentemente concordato con il Parroco e non sia pronunciato dall’ambone (dove si legge il Vangelo e si fa la predica). Si eviti il ricorso a testi o immagini registrati, come pure l’esecu-zione di canti o musiche estranei alla liturgia» (n.6 delle Precisazioni della CEI).

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3La Parola del Parroco a cura di Mons. Francesco Andreis

È mio vivo desiderio che il po-polo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di mise-ricordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso asso-pita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina.

(Così si esprime Papa France-sco nella Bolla d’Indizione del Giubileo).

Per essere salvi occorre CREDE-RE in Dio. La virtù ha bisogno di esercizio di opere buone corrispettive: così per la Fede, Speranza e Carità, doni gratuiti di Dio che devono essere potenziati e arricchiti da altre virtù: Prudenza, Giustizia, For-tezza e Temperanza.

San Paolo per la CARITÀ ha suggerito lo “Spirito dell’opera-re” nel suo inno alla carità, si esprime così: La carità è pa-ziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.

E la Chiesa ha sempre invitato alla ripetizione di azioni utili a creare “belle abitudini”, virtù… La Virtù della Fede si ar-ricchisce con “atti di Fede”, con parole e opere; la Speranza con preghiere; la virtù della Carità esige esercitazioni ade-guate nei confronti di Dio e del prossimo. Le opere di miseri-cordia hanno sempre mirato a questo, oltre all’ottenimento di meriti buoni adeguati per arricchire il nostro «patrimonio spirituale» nei cieli. Ma come cambia il mondo……Possono essere ancora attuali quelle iniziative inspirate al «Giudizio finale» del Vangelo e catalogate in forma di Cate-chismo dalla Chiesa fin dal XII secolo con S. Tommaso d’A-quino? Alcune di quelle opere ora possono apparire inade-guate, impossibili… e “fuori tempo”.

La Chiesa ha sempre insegnato che le opere di misericordia sono quattordici: sette corporali e sette spirituali. Il Vecchio Testamento e il Nuovo continuano a proporre e proclama-re MISERICORDIA… Il canto del Giubileo ce la fa cantare a ripetizione. Anche se in lingua latina «in aeternum miseri-cordia eius… Misericordes sicut Pater…» è sempre ben mar-cata. Ma come possiamo o dobbiamo oggi:

Vestire gli ignudi Quest’opera di misericordia è diretta a rispondere ad una necessità, non essenziale, ma fondamentale: il vestito.

Molte volte viene facilitata dal-le raccolte di abiti che si fanno nelle parrocchie o in altri centri. Al momento di donare il nostro vestiario ci farà bene pensare che possiamo dare quello che ci avanza o che non ci serve più, ma che «dobbiamo» donare anche qualcosa di quello che ci serve ed è necessario. Aiu-tando chi è privo di vestito ci facciamo trascinare nella gioia della Risurrezione…

Visitare i carcerati Non so se la Chiesa ponendo questa indicazione abbia pen-

sato a Pietro, piantonato i prigione da due soldati e legato con due catene… mentre la preghiera della Comunità saliva a Dio… (Atti Apostoli) ma è certo che i tempi sono cambiati. Non ci è facile arrivare al “carcerato”… ma ci è possibile fare tanto verso i familiari del carcerato e…domani, quando sarà terminata la detenzione, quanto sarà benefico il nostro in-teressamento e comprensione!

Seppellire i morti Cristo non aveva un «luogo ove posare il capo» durante la sua vita di evangelizzazione. Da morto, un amico, Giuseppe di Arimatea, gli cedette la sua tomba. Non solo, ma ebbe anche il coraggio di presentarsi davanti a Pilato e chiedergli il corpo di Gesù. Anche Nicodemo aiutò a seppellirlo. (Gv 19, 38-42) Seppellire i morti sembra un comandamento superfluo… È roba da “becchini”! È opportuno comunque che riflettiamo e soprattutto sappiamo dare un «significato spirituale» alla nostra partecipazione ai funerali. È carità cristiana l’essere presenti e dare un significato religioso anche alla «crema-zione» e all’inumazione» sia delle ceneri che del cadavere. Noi crediamo che il corpo umano è stato “tempio dello Spi-rito Santo” (1Cor 6,19).È L’ANNO GIUBILARE DELLA MISERICORDIA… viviamo il no-stro AMORE anche in “concretezza pasquale” per essere VIVI E RISORTI IN CRISTO.

La predicazione di Gesù ci presenta queste opere di miseri-cordia perché possiamo capire se viviamo o no come suoi discepoli. Riscopriamo le opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli am-malati, visitare i carcerati, seppellire i morti. E non dimen-tichiamo le opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pa-zientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti. (Papa Francesco).

ATTUALITÀ di opere “buone”

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4 Avvenimenti Diocesani a cura di Anna Manni da “La Voce del Popolo”

Misericordia per l’anima - quaresimali 2016 -Anche quest’anno si rinnova una tradizione secolare con le reliquie della Santa Croce, che rappresentano un te-soro artistico, ma soprattutto una presenza significativa per il cuore spirituale della Chiesa. Dopo l’inizio curato dal vescovo Luciano il mercoledì delle Ceneri con la me-ditazione su Misericordia e conversione, l’appuntamen-to prosegue in Cattedrale alle 18.30 in tutti i venerdì di quaresima:19 febbraio “La Teologia come opera di misericordia” mons. Monari.26 febbraio “La Missione come opera di misericordia” mons. Biguzzi vescovo emerito in Sierra Leone.4 marzo “La Preghiera come opera di misericordia” don Adalberto Piovano, monaco benedettino.11 marzo “Il Perdono come opera di misericordia” prof. Eusebi, docente di diritto penale Università Cattolica.18 marzo “La Verità come opera di misericordia” card. Leo Burke patrono del Sovrano Ordine Militare di Malta.

Corpus Hominis 2016Sta prendendo forma il fitto programma di incontri, eventi, iniziative e concerti che animerà Brescia da Pasqua fino a culminare nel Festival della Comunità dal 23 al 29 maggio, in concomitanza con la festa del Corpus Domini, il tutto all’insegna delle sette opere di misericordia spirituale. La rassegna coinvolgerà l’intera città, dal centro alle periferie. Si tratta di un’i-niziativa non tanto culturale in senso letterale, ma piuttosto in un senso antropologico, mirando a for-mare una comprensione della città come corpo che si costruisce a partire dal Corpo di Cristo, un organismo nel quale tutti avvertano di svolgere una funzione im-portante, senza contrapposizioni, primogeniture, so-spetti, rancori. Questo obiettivo può essere raggiunto se l’anima delle persone diventa più attenta, sensibi-le, aperta, compassionevole. La scelta delle opere di misericordia spirituale come canovaccio delle inizia-tive di quest’anno si fonda su questa convinzione e si traduce in spettacoli, mostre, incontri nelle periferie.

24 ore di preghieraPapa Francesco ha voluto, nell’Anno della Misericor-dia, dare un rilievo particolare alla Quaresima, come tempo straordinario di penitenza, di conversione e di grazia. Così scrive nella Bolla “Misericordiae vultus”: “L’iniziativa 24 ore per il Signore”, da celebrarsi nel venerdì e sabato che precedono la IV domenica di Quaresima, e da incrementare nelle Diocesi. Tante persone si stanno riavvicinando al sacramento della Riconciliazione e tra questi molti giovani, che in tale esperienza ritrovano spesso il cammino per ritor-nare al Signore, per vivere un momento di intensa

preghiera e riscoprire il senso della propria vita. La Diocesi raccomanda che dal pomeriggio del 4 marzo al pomeriggio del 5 marzo si viva un’esperienza forte di riconciliazione e di preghiera, specialmente nell’a-dorazione eucaristica, sia nelle parrocchie, o nelle unità pastorali, che nelle comunità religiose e di vita consacrata.

Family day, una festa per la famigliaMassimo Gandolfini, uno dei promotori del Family day, tenutosi a Roma al Circo Massimo il 30 gennaio, traccia un bilancio della manifestazione: “Il bilancio è nettamente positivo e ha superato ogni previsione e non solo dal punto di vista quantitativo. Abbiamo la soddisfazione di aver rappresentato il sentimento co-mune di una grande maggioranza di italiani che vo-gliono la tutela dei bambini, che ribadiscono il diritto, per ogni bambino, di avere un padre e una madre, e che difendono la famiglia come società naturale fon-data sul matrimonio.”Da Brescia sono arrivati in tremila, suddivisi in 40 pullman partiti da città e provincia. La spedizione maggiore arriva-va dalla parrocchia di S. Rocchino. Folte rappresentanze anche da Gottolengo, Manerbio, Lumezzane, Desenzano, Gargnano e Toscolano.

Ore 15.00: ritrovo in piazza Paolo VI e passaggio per la Porta della Misericordia della Cattedrale di Brescia.

Ore 16.00: percorso della Misericordia attraverso la contemplazione della bellezza espressa nella santità (visita al frutto della Misericordia "Ciclo di S. Giuseppe”: storia della Santa Famiglia presso il Museo Diocesano e laboratorio bambini dai 4 anni).

Ore 18.30: S. Messa per le famiglie presso il Centro pastorale Paolo VI

GIUBILEO delle FAMIGLIE 19 marzo 2016 passi di Misericordia

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Note Organizzative per il Pellegrinaggio Giubilare:

Ogni famiglia sale a Brescia in modo autonomo. Vi consiglio di parcheggiare al Paolo VI (Via Gezio Calini, 30 - Brescia). Per il percorso al Museo Diocesano è necessaria la prenotazione (tassativamente entro martedì 8 marzo in Oratorio). Costo previsto per la visita al Museo Diocesano: € 3 adulti; € 3,50 per laboratorio bambini.

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5In ascolto della Parolaa cura di Oswald

G iovedì santo, giorno dei grandi doni: l’istituzione dell’Eucaristia, del sa-

cerdozio e della carità.La santa Messa, in cœna domini, inaugura solennemente il santo Triduo, fonte e cul-mine della vita liturgica della Chiesa. Cri-sto Gesù lascia il suo testamento: è una promessa di salvezza e di immortalità, è una dichiarazione d’amore lasciata cade-re nel tradimento. La stessa carne amata da Maria sua madre, fra non molto sarà consegnata in mano agli aguzzini. Il pane che Gesù condividerà, il suo corpo, patirà la croce. Il vino, con cui era rallegrata la mensa, sarà il preziosissimo sangue versa-to sulla croce e tramandato nell’Eucaristia attraverso i secoli.L’Eucaristia narra un Dio che ha nostalgia dell’umanità ed un ardente desiderio di comunione con il suo popolo. Il suo sacri-ficio non è avvenuto invano, ma è raccolto dalla Chiesa. Gesù ci ha lasciato l’esempio del servizio nella carità e ci ha donato la sua presenza salvifica “di generazione in generazione”. Come veri figli alziamo la testa, gustiamo e vediamo con quale grande amore ci ha amato il Figlio diletto: “Che cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che mi ha fatto? Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Si-gnore” (Salmo 115).Nella prima lettura, tratta dal libro dell’E-sodo (12,1-8.11-14) viene descritta la Pasqua ebraica, il passaggio del popolo d’Israele dalla schiavitù alla libertà, nella quale gli ebrei ravvivavano la speranza della liberazione definitiva.Gli ebrei hanno fretta, nella celebrazione della pasqua, perché la compiono nella clandestinità; hanno fretta di finirla con delle condizioni sociali esecrabili, di un re-gime politico ingiusto; hanno fretta, per-ché la polizia egiziana rischia d’interrom-

pere questa cena prima del suo termine e distruggerne il significato. Anche Gesù si affretterà a terminare la sua cena, prima che le guardie vengano ad interromperla. Ogni volta, questa tavola dovrebbe riunire degli uomini complici del disegno di Dio, pronti a rischiare la propria tranquillità. E soprattutto, ogni volta, questa cena pa-squale è la festa di un popolo che gioisce

per una libertà che è ad un tempo dono di Dio e compito permanente di ogni bat-tezzato.Il Salmo 115 ci dice che Gesù prende il ca-lice di salvezza e lo affida alla sua Chiesa, perché attinga la forza per rendergli testi-monianza “Il tuo calice, Signore, è dono di salvezza”.Nella seconda lettura, ricavata dalla prima lettera di san Paolo ai Corinzi (11,23-26), Paolo evoca gli istanti dell’ultima cena

riferiti anche da Matteo, Marco e Luca. Il suo racconto, più vicino a quello di Luca, ha la funzione di provocare i Corinzi per i quali la liturgia eucaristica sta trasfor-mandosi in un semplice rito che non ha incidenza nella vita e nella loro comuni-tà. L’Eucaristia nasce dall’amore di Cristo, deve celebrarsi nell’amore e generare amore. Gesù, pur seguendo la trama del rituale della cena pasquale giudaica, im-prime a quegli atti un senso nuovo ed inatteso. Sui pani azzimi, pronuncia paro-le sorprendenti: “Questo è il mio corpo”. Sul calice, detto “della benedizione”, Egli pronuncia parole decisive e sconvolgenti: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue”. “Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore. Come io ho amato voi, così ama-tevi anche voi gli uni gli altri”. Nel Vangelo secondo Giovanni (13,1-15) l’evangelista apre la descrizione dell’ultima sera della vita terrena del Cristo con il gesto della lavanda dei piedi ai discepoli, un gesto di grande donazione ed umiltà. Non per nul-la Giovanni introduce questo gesto e tutti i capitoli che seguono con quella celebre frase: “Dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine”.Il racconto comprende anche un dialo-go tra Pietro e Gesù che sposta l’accento sulla purificazione della coscienza, evo-cata appunto dall’acqua lustrale, ma nel quale riappare il tema dell’amore e della donazione nell’appello che Gesù rivolge ai discepoli perché “Si lavino i piedi gli uni gli altri” sul suo esempio. Qualcuno ha intravisto in questo atto un simbolismo eucaristico, quello che il Cristo fa nella donazione di sé sotto il segno del pane e del vino. L’apostolo Giovanni, infatti, non narra l’istituzione dell’Eucaristia, sosti-tuendovi questo episodio emblematico.

Vi do un comandamento

nuovo…

Nell’ultima Cena Gesù si dona agli apostoli e a tutti noi. L’Eucarestia è il dono supremo alla vigilia della sua Passione.

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L’attività della Caritas durante l’anno 2015

L a nostra Caritas zonale (ricordiamo che svolge la propria attività in favore degli abitanti dei Comuni di Salò, Roè Vol-

ciano, Gardone Riviera e Toscolano Maderno) nell’anno 2015 ha svolto le seguenti attività:

*** Si sono avuti contatti, in alcuni casi in modo saltuario, con 175 nuclei familiari; per alcuni di questi si è instaurato un rap-porto di vicinanza e di ascolto, in collaborazione con le assistenti sociali dei rispettivi Comuni. Sono stati distribuiti 1.433 pacchi viveri a 133 famiglie e si è intervenuti con la distribuzione di 458 provviste di vestiario, in una situazione in cui è ulteriormente aumentata la percentuale delle famiglie italiane aiutate rispetto gli anni precedenti (50% nel 2015, 37% nel 2014, 30% nel 2013).

*** Le nostre entrate sono rappresentate dal ricavato delle iniziativa della pesca di beneficenza estiva per euro 5.932 e del

banco libri per euro 2.350, dalla raccolta effettuata nelle varie Parrocchie in occasione della giornata della Caritas zonale per euro 4.625, da contributi da parte di Enti pubblici: in particolare facciamo notare il consistente contributo del Comune di Salò di 4.500 euro e la sensibilità dei privati che hanno contribuito con 7.620 euro. Inoltre quest’anno abbiamo raccolto la somma di 5.000 euro presso società e banche, che si sono dimostrate sen-sibili alla nostra richiesta di contributo per il cambio del furgone, che è stato acquistato con una spesa di 10.000 euro. Nonostante queste entrate non sarebbe stato possibile far fronte alla consi-stente distribuzione di alimenti senza l’aiuto del “Banco alimen-tare”, che ci ha destinato mensilmente circa una tonnellata di derrate, e del “Gruppo Alpini di Salò” che, con una giornata di raccolta straordinaria presso un supermercato salodiano, ci ha dato una consistente provvista.

*** Finora sono state finanziate 34 famiglie con l’iniziativa del “Microcredito” per un totale di 84.100 euro; durante il 2015 si sono avute otto richieste per totali 22.500 euro; ricordiamo che abbiamo ancora fondi disponibili e sollecitiamo chi fosse nelle condizioni di richiedere l’aiuto a recarsi presso la nostra sede. Il finanziamento massimo è di 3.000 euro da restituire in 36 rate mensili: è indispensabile avere un reddito di importo tale da po-ter restituire il prestito.

*** Nell’anno sono stati erogati contributi a fondo perduto per 12.345 euro a 10 famiglie per la copertura di spese urgenti quali: canoni di affitto arretrati, spese mediche ed utenze domestiche. La situazione lavorative sta sempre più peggiorando, di conse-guenza sono in continuo aumento le insolvenze per il mancato pagamento di canoni di affitto e delle bollette dei servizi dome-stici indispensabili, che portano da un giorno all’altro alla so-spensione dell’erogazione di gas ed energia elettrica. Parte degli importi erogati a fondo perduto è stata coperta dalla Diocesi con il “Fondo briciole lucenti”, relativamente a famiglie con figli a carico. Sono stati inoltre erogati 3.325 euro direttamente dalla nostra Caritas a 3 famiglie per necessità impellenti, con restitu-zione in rate minime senza interessi.

Gruppo Caritas zonale - Salò

Caritas e Vita Missionaria

Gestione ordinaria anno 2015ENTRATE Raccolta nella giornata della Caritas 4.625Contributi per vestiario 3.643Mercatino dell’usato 1.222Offerte ordinarie da privati 7.620Restituzione da assistiti prestiti infruttiferi 1.150Contributo Comune di Salò 4.500Contributo Comune di Roè Volciano 1.100Contributo C.I.G. Comunità Montana 1.300Contributo Caritas diocesana “Briciole lucenti” 5.100Ricavato pesca di beneficenza estiva 5.932Ricavato banco libri 2.350Contributo società per acquisto furgone 5.000Contributi da privati per Nepal 1.780 Totale entrate 45.322 USCITEContributi a famiglie bisognose a fondo perduto 12.345Prestiti infruttiferi ad assistiti 3.325Spesa per acquisto alimentari 10.650Contributo Nepal 1.780Contributi ad esterni :- Adozioni a distanza 2.607- Mensa Menni Caritas Brescia 2.500Spese di funzionamento:- Spese per mezzo di trasporto 1.852- Utenze varie 2.650- Allestimento pesca 500- Spese varie 2.350Acquisto furgone 10.000 Totale uscite 50.559

Disavanzo (coperto dall’avanzo del 2014 per l’acquisto del furgone) 5.237

Mercatino dell’abbigliamento... usato

1 - 8 - 15 - 22 - 29 marzo 2016dalle ore 14,30 alle ore 17,30

aperto a tutti, il cui ricavato andrà come sempre a favore dei più bisognosi.

In tale occasione propone anche la ormai storica

vendita di libri usatiIl tutto si terrà nella nostra Sede Caritas in Via Canottieri, dietro la Chiesa di San Bernardino.

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7Santo del mesea cura di Luisa Madureri

La “seconda chiamata”Madre Teresa è a Calcutta, dove inse-gna storia e geografia alle ragazze inglesi di buona famiglia nel collegio delle suo-re di Loreto a Entallg, quartiere orienta-le della città. Il collegio è confortevole, elegante, la mensa ottima, ma, al di là delle alte mura di cinta, c’è un altro mon-do, il quartiere Motijhil, lurido, soffocan-te di odori acri, fognature a cielo aperto, brulicante di uomini, donne, bambini, senza futuro, che nascono, vivono, muo-iono lì, sui cartoni, sui mucchi di rifiuti. Madre Teresa non conosce questo aspet-to dell’India, è suora di clausura, non esce dal convento: ma ecco la svolta, l’inizio del cammino verso la santità. La sera del 10 settembre 1946 parte in treno per recarsi in città lontano da Calcutta per dieci giorni di esercizi spirituali: ed è proprio in questa notte di viaggio, a contatto fisico con condizioni di totale povertà, che sente una “chiamata nella chiamata”. Scrive: «Quella notte aprii gli occhi sulla sofferenza e capii a fondo l’essenza della mia vocazione…Sentivo che il Signore mi chiedeva di rinunciare alla vita tran-quilla all’interno della mia congregazione religiosa, per uscire nelle strade a servire i poveri. Era un ordine, non un suggerimen-to o un invito o una proposta….». Durante tutto il viaggio una frase, il grido di Gesù sulla croce, echeggia nella sua mente: «Ho sete!»: sì, deve vivere per i poveri, per coloro che sono niente, emarginati da tutto, sconosciuti nel mondo, abbandonati; Ma-dre Teresa deve amarli: «dove c’è amore, c’è Dio».

L’incanto di una vita Madre Teresa di Calcutta nasce il 26 agosto 1910 a Skopje, ex Jugoslavia, oggi Macedonia, da una benestante famiglia albanese cattolica; quando ha 8 anni il padre muore e la famiglia si trova in difficoltà economiche, Inizia presto a partecipare alle attività della parrocchia. Nel 1928 prende i voti ed entra nelle Suore di Loreto, un ramo dell’Istituto della Beata Vergine Maria con attività di missione in India. È mandata in Irlanda, a Dublino, per imparare l’inglese, dove riceve il velo di postulante. Nel 1931 emette i pri-mi voti e cambia il nome: è nata Agnes Gonxha Bojaxhin, diventa Suor Mary Teresa del Bambin Gesù, nome scelto per la sua grande devozione a santa Teresa di Lisieux. È in India dal 1929: in questi due anni impara bene l’inglese e il bengali, insegna nella scuola del convento e frequenta corsi di infermiera, primo contatto con il mondo degli ammalati, per cui tanto opera in tutta la sua vita, creando ospedali, dando nozioni sanitarie, puntando all’igiene e ad una migliore alimentazione. Si dedica soprattutto ai malati di lebbra, tenuti lontani dalla comu-nità: li ama come San Francesco, il grande santo da lei venerato. Li cura e realizza delle cliniche mobili, per contenere i focolai di infezione, sino ad aprire, nel 1958, un centro per i lebbrosi, in una zona degradata di Calcutta: dedica questa struttura a Gandhi, ce-lebrando così il suo forte impegno per i malati di lebbra e la chia-ma “Dono d’amore di Gandhi”. Nel 1950, Madre Teresa fonda la “Congregazione delle Missionarie della Carità”, la cui missione è prendersi cura dei «più poveri dei poveri, di tutte quelle persone

che si sentono non volute, non amate, non curate dalla società e che sono fuggite da tutti». Le prime aderenti sono dodici ragazze, tra cui alcune sue ex allieve, la divisa voluta da Madre Teresa è un sari bianco a strisce azzurre di tela grezza. La fama di Madre Teresa cresce nel mondo: nel 1965 papa Paolo VI concede alle Mis-sionarie della Carità il titolo di “Congre-gazione di diritto pontificio” e la possi-bilità di espandersi anche fuori dall’In-dia. Nel 1979 ottiene il Premio Nobel per la pace, per il suo impegno per i più poveri tra i poveri e il suo rispetto per il valore e la dignità di ogni persona. Madre Teresa rifiuta il tradizionale pranzo per i vincitori e chiede di desti-nare i fondi ai poveri di Calcutta: «Le ricompense terrene sono importanti

solo se utilizzate per aiutare i bisognosi del mondo». Nel corso degli anni ottanta nasce una profonda amicizia fra Papa Giovanni Paolo II e Madre Teresa: si incontrano più volte e, grazie all’aiuto del papa, apre tre Case a Roma, fra cui una mensa nella Città del Vaticano, dedicata a Santa Marta, patro-na dell’ospitalità. Negli anni novanta le Missionarie della Carità superano le quattromila unità, con cinquanta case nel mondo. Nel marzo 1997 incontra papa Wojtyla per l’ultima volta, prima di rientrare a Calcutta, dove muore il 5 settembre, ad 87 anni. È beatificata il 19 ottobre 2003 da papa Giovanni Paolo II e sarà canonizzata da papa Francesco il 4 settembre 2016.

“La Madonna, prima missionaria della carità”L’amore profondo di Madre Teresa per la Madonna inizia nella sua infanzia. Per Madre Teresa la Madonna è la prima Missio-naria della Carità, per la sua visita ad Elisabetta, l’anziana cu-gina bisognosa di aiuto: la devozione al Cuore Immacolato di Maria percorre tutta l’opera di Madre Teresa: il Santo Rosario pregato ogni giorno e in ogni luogo, anche per la strada, il cul-to delle feste della Madonna, la preghiera fiduciosa a Maria, affidata anche alle “medagliette miracolose”, regalate sempre da Madre Teresa, l’imitazione delle virtù della Vergine, quali l’umiltà, la misericordia, il silenzio. “I thirst” – “Ho sete”- , il grido di Gesù echeggiato nella testa di Teresa nella notte sul treno, è sul crocifisso della Casa Madre e in ogni cappella di tutte le case della famiglia religiosa di Madre Teresa, “la piccola matita di Dio”, come si definisce, un piccolo, umile strumento fra le sue mani. Ed è una «grazia» donatale dalla Madonna la sua totale attra-zione verso la vita religiosa, questo sentimento di voler «aiu-tare tutti gli uomini», di «fare qualcosa di bello per Dio», di pregare, sempre, perché «attraverso la preghiera, divento una cosa sola nell’amore con Cristo. PregarLo, è amarLo». Dice: «Puoi trovare Calcutta in tutto il mondo, anche nel ricco Occi-dente, se hai occhi per vedere. Dovunque ci sono i non amati, i non voluti, i non curati, i respinti, i dimenticati»: c’è tutto il fascino di Madre Teresa in questo messaggio.

Beata Teresa di Calcutta

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8Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri

Ho partecipato al Family Day a Roma il 30 gennaio scorso. È la mia terza esperienza di partecipazione a questi raduni nazionali sul tema della famiglia. La prima volta fu il 12 maggio 2007, la seconda volta il 20 giugno 2015. Sono grata al Signore per avermi dato l’opportunità, e questa volta come nonna, di es-sere presente ad un evento così importante e massicciamente condiviso. È stata una partecipazione faticosa ma il tutto è stato ripagato dalla gioia di esserci. Sono fortemente convinta che al Circo Massimo fosse presente il forte e maggioritario sentire di tutti gli italiani, anche di quelli che non hanno potuto essere presenti fisicamente e che noi ci siamo sentiti di rappresentare.Come tutti coloro che erano a Roma, cristiani e non cristiani, abbiamo ribadito, perché fortemente convinti, di non essere lì schierati contro qualcuno ma per qualcuno: e sono i nostri figli e nipoti. Eravamo e siamo convinti che sul tema della vita e su quello della famiglia si stia giocando la battaglia decisiva tra Dio e lo Spirito del Maligno. Ci hanno convinti di questo anche i messaggi che sulla tematica la Madonna ha voluto lasciare, at-traverso i suoi veggenti, all’umanità intera.Tutti i partecipanti al raduno romano, e io tra questi, non sop-portano che i piccoli diventino un diritto da acquisire e non

piuttosto un dono da accogliere con amore. Toccare gli indifesi, che meriterebbero rispetto da parte di tutti, è abominevole. Oltre che lottare e manifestare dobbiamo innanzitutto pregare per coloro che osano proporre leggi liberticide.A questo proposito rivolgo un pensiero ed una considerazione a coloro che ritengono che non ci si debba opporre a certe leggi. Essi dimenticano che la legge, una volta approvata, e al di là della stessa volontà di coloro che la hanno promossa, crea una mentalità che poi risulta impossibile modificare. Si arriva ad in-culcare un pensiero come questo, molto diffuso tra i cosiddetti “benpensanti”: se una cosa è consentita dalla legge non deve essere poi così cattiva. È stato così per il divorzio prima, poi per l’aborto e così diverrebbe per il matrimonio tra persone dello stesso sesso (oggi ipocritamente chiamato unione civile) e in-fine per l’utero in affitto. Dovrebbe essere chiaro a tutti, è stato fortemente ribadito nel raduno romano, che un bambino ha il diritto di avere un papà ed una mamma. Purtroppo, sta preva-lendo una mentalità, e il Santo Padre lo ha affermato con forza più volte, che porta al pensiero unico, alla cultura dello scarto. C’è il rischio che prevalgano nella società i diritti, meglio sareb-be dire le pretese, dei più forti, dei potenti a scapito dei diritti dei più deboli, e in primis i piccoli, gli anziani e gli ammalati.Pur se la mia presenza nulla aggiunge a quella numerosa di coloro che con sacrificio si sono portati a Roma, pur tuttavia sono convinta, come diceva Santa Madre Teresa di Calcutta, che l’oceano è costituito da tante piccole gocce.Io, presente al Circo Massimo, mi sono sentita cellula viva e vi-tale del popolo di Dio, cioè della Chiesa, perché, lo ribadisco con forza e determinazione, a Roma era la chiesa dei laici che ha osato sfidare con la sua presenza il dilagare di una mentalità che nega i valori irrinunciabili proclamati anche dal Vangelo.Concludo affermando che ciò che ci ha mossi ad andare in piazza a Roma è la ferma convinzione che “le porte degli in-feri non prevarranno” ma ciononostante il cristiano non può e non deve sottrarsi al dovere di testimoniare con coraggio le sue convinzioni. Ivana

Quest’anno i ragazzi del gruppo S. Giovanni Piamarta si preparano a ri-cevere i sacramenti della Comunione e della Cresima. Attraverso due momen-ti di catechesi tenuti da don Pierluigi, i genitori e i ragazzi sono stati aiutati a comprendere il vero senso di questi due sacramenti.Domenica 10 gennaio ha spiegato il significato di come Gesù si è implica-to nella vita concreta dell’uomo. Con l’eucaristia si ricorda l’ultima cena con i suoi apostoli. Ma il Signore ha tro-vato mille altri modi per arrivare al cuore dell’uomo e farsi presente nella

sua vita. È vicino ai peccatori e dona loro la capacità di redenzione (come Zaccheo); è accanto a chi soffre e lo guarisce (come l’Emoroissa); è vicino a chi soffre per un parente che è mor-to (come Lazzaro e la figlia di Giairo).Domenica 24 gennaio invece la cate-chesi riguardava il sacramento della Cresima o confermazione. Conferma-zione vuol dire confermare, cioè dare stabilità a quello che già possediamo; Cresima significa unzione. In passato i re, i profeti e i sacerdoti venivano unti come segno dell’aiuto di Dio nell’a-dempimento del proprio incarico. An-

che noi durante il rito della Cresima veniamo unti perché abbiamo bisogno di Dio che ci aiuta ad agire nel bene. Come una macchia di olio rimane im-pressa su un tessuto, così Dio è dentro di noi e ci rimarrà accanto nel nostro cammino. La conformazione è la con-ferma del Battesimo e attraverso lo Spirito Santo diventiamo sempre più consapevoli della nostra fede. La Cre-sima ci conferma nel fare le cose con bontà e lo Spirito di Dio ci dona l‘ener-gia necessaria per agire nel bene.

Le catechiste

Ritiri gruppi San Giovanni Piamarta

Roma: Family Day 2016

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9Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri

Nell’aula magna dell’oratorio, i ge-nitori e i bambini del gruppo san

Giovanni Piamarta, hanno partecipato alla catechesi sul tema dell’Eucarestia tenuta da don Pierluigi.Con parole semplici ha esordito rac-contando gli incontri di Gesù con Zac-cheo, con l’emorroissa, con Levi, con il capo della sinagoga cui era morta la figlia, sottolineandone sempre l’effet-to salvifico. Infatti Zaccheo recupera la sua perduta onestà, risarcendo co-loro che aveva derubato; Levi diventa discepolo e poi apostolo addirittura scrittore di uno dei vangeli; l’emorrois-sa guarisce immediatamente dalla sua malattia e Gesù fa ritornare in vita la

figlia defunta del capo della sinagoga. Ogni volta che qualcuno ha incontra-to Gesù ha ricevuto sempre e solo del bene nell’anima e nel corpo e anche noi oggi possiamo incontrarlo ogni volta che celebriamo l’Eucarestia, ov-vero quando partecipiamo alla Santa Messa, perché in quel piccolo pezzo di pane consacrato che è l’ostia, Lui è presente .E la cosa sorprendente è che succe-de una cosa diversa dal solito perché, quando noi mangiamo un qualsiasi ali-mento, il nostro organismo ne assimila i vari componenti (zuccheri, proteine, amidi etc.) ma quando noi “ci nutria-mo del Corpo e Sangue di Cristo”, è

Gesù che ci “assimila” a Lui, che ci dà la capacità di diventare “simili” a Lui cioè buoni come Lui.Ancora una volta l’incontro con Lui ci salva: ci salva dal nostro egoismo, dalla nostra mediocrità e anche dalla dispe-razione in cui gli avvenimenti della vita possono gettarci.Allora partecipare alla Messa diven-ta non un precetto da assolvere, ma una necessità da soddisfare se davve-ro vogliamo crescere noi e i nostri figli “cristianamente”, perchè è nella cele-brazione dell’Eucarestia che in modo particolare conosciamo e incontriamo il Signore. Le catechiste

L’Eucarestia è incontrare Gesù

Martedì 9 febbraio, nonostante il pomeriggio pio-voso che incombeva su Salò, i bambini non si sono

fatti scoraggiare e, insieme ai loro genitori, sono giunti in oratorio per festeggiare il carnevale insieme al don e agli animatori... e subito la giornata è diventata più

solare! Dopo aver ballato un po’, si sono divisi in coppie e si sono cimentati nel primo gioco della giornata, in cui dovevano indovinare i personaggi mimati dagli anima-tori, che per l’occasione si sono travestiti in vari prota-gonisti delle fiabe. Subito dopo però le sfide hanno iniziato a diventare più difficili: infatti i bambini hanno dovuto mettere alla prova la loro elasticità con Il Twister! Che fatica! Però il divertimento non era ancora finito! Perché poi hanno affrontato il gioco delle scarpe: dopo averle messe tutte ammucchiate insieme, hanno dovuto ricercarle e rimet-terle... al buio! Ma questa è stata una prova anche per il nostro olfatto! Alla fine, dopo aver giocato ad indovinare la canzone e a chi ballava di più, abbiamo ringraziato il Signore per la splendida giornata che ci ha fatto vivere, tutti in com-pagnia e circondati da costumi davvero molto belli. Ov-viamente non è mancata la buonissima merenda che ci hanno offerto le mamme e che ha rallegrato ancor di più questo carnevale! Gli animatori

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10 Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri

Ogni uomo è caratterizzato dal desiderio di vivere un incontro. Anche noi, in questo tempo di grazia, desi-

deriamo vivere in profondità una presenza, quella di Gesù. Per questo motivo ci siamo messi in cammino con Lui, pas-

so dopo passo. Così facendo ogni settimana, riscoprendo le opere di misericordia spirituale, desideriamo vivere la Qua-resima attraverso le buone azioni che esse ci ispirano e ci insegnano. Anche papa Francesco si è messo in cammino così! Pochi giorni fa in viaggio per il Messico si è fermato a Cuba, dove ha vissuto l’incontro “storico” col Patriarca Cirillo. Questo evento mi ha aiutato a rileggere il cammino della nostra Quaresima. Il desiderio di questo incontro tra Francesco e suo “fratello nella fede” Kirill nello scalo dell’Avana è divenu-to realtà. È stato un vero incontro di Misericordia. Se ciò che agli occhi del mondo sembrava impossibile è di-venuto realtà, cioè un incontro atteso da decenni che segna il disgelo definitivo dopo lo scisma tra le Chiese di Occidente e Oriente del 1054, allora si rafforza anche in noi la speranza di poter vivere così! In questo tempo di grazia manteniamo lo sguardo fisso su Gesù e camminiamo con Lui, Misericordia fatta carne. Vedremo la nostra vita rinascere nello stupore di questo incontro! Don Gianluca

In cammino con la Misericordia

G iulio Regeni è un nome che noi italiani non dimenticheremo, è

uno di noi, appartiene al nostro popo-lo. E’ un giovane-uomo che crede nella giustizia e uso di proposito il presente, per accentuare che la giustizia, in co-loro che la praticano, non appartiene al passato. Chi cerca la verità si spin-ge sempre più in là di dove gli è per-messo, non pensa alle conseguenze le sfiora appena, le minimizza a volte, di proposito, le sottovaluta perché ciò che cerca e vuole trovare è il senso di onestà che fa parte del suo essere “es-sere profondamente uomo”. La notizia del suo “martirio”, così lo ha definito un eminente giornalista, ci ha scara-

ventati in un’epoca medievale, dove tali pratiche esistevano e, purtroppo, pochi potevano denunciare. La giusti-zia non appartiene ad un popolo ma è il diritto di ogni individuo, è una ricerca che libera interiormente e che porta alla Verità, è l’interiore certezza che non si può tornare indietro, perché si-gnifica tradire se stessi. Può essere che la morte di Giulio Regeni resti impuni-ta, perché dove c’è dittatura, insabbia-re la verità è la norma, ma il suo nome, unito a quelli famosi, e al nome di tutti gli sconosciuti morti per la giustizia, è simbolo vivente, ricorda che il loro sa-crificio non è vano. Loro hanno inteso il significato della nostra esistenza: ricer-

care la libertà. Voglio richiamare alla memoria le parole della madre di Giu-lio “non rabbia, non vendetta, come mi ha insegnato lui”. Posso finire avendo presente che le parole di questa mam-ma ci riportano all’insegnamento e al richiamo di Papa Francesco di accet-tare la misericordia di Dio, proprio ac-cettare nel senso di lasciarsi andare al suo amore. Al contempo comprendere che il perdono non è solo cosa di Dio, ma deve entrare a far parte del nostro quotidiano, anche di fronte all’igno-ranza umana. Ricordiamo Gesù sulla croce: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Daniela C.

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11Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri

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Domenica 21 febbraio il “Branco delle Grandi Acque di Salò” ha

condiviso una giornata di giochi ed at-tività trascorrendo la propria uscita sul territorio di Campoverde.Con il nostro “C.d.a.”, bambini del quarto anno di branco, ci siamo tro-vati già nel pomeriggio del sabato per vivere assieme un’esperienza “tra i più grandi” e ricca di curiosità.In compagnia di un esperto abbiamo conosciuto i legni, osservandoli quan-do ancora sono alberi, sentendo poi i loro profumi ed infine scoprendone gli innumerevoli e particolari utilizzi in cui possono essere impiegati. Ancora una volta scopriamo la natura come ri-sorsa, ricca e sorprendente, che viene donata all’uomo e che noi ogni giorno

impariamo ad osservare e rispettare nella sua completezza.Domenica mattina abbiamo atteso il resto del branco e in una giornata cal-da e soleggiata abbiamo potuto vivere al meglio le attività che ci aspettavano.Ogni lupetto vive nel branco, con esso gioca, si diverte e non solo si impegna a prendersi cura degli altri, ma nel momento della Promessa si impegna anche a migliorare sé stesso, e questo è per noi il “gioco delle prede”. Una preda è un impegno che il lupetto si prende su ciò che gli piace fare e pia-cerebbe imparare o migliorare.Con un gioco di ricerca, domenica, ognuno ha cominciato ad avvistare le proprie prede e a pensare a come realizzarle (come i lupi veri anche i

“lupetti scout” vanno in caccia, per diventare migliori, e ogni preda è un traguardo che ciascuno si prefigge per aumentare in capacità, conoscenze e competenze. La giornata è proseguita con la Santa Messa e diversi altri gio-chi, finchè non ci siamo riuniti di nuovo tutti in cerchio per ascoltare le parole del racconto “Le storie di Mowgli” che nell’anno ci accompagna riportandoci la vita nella jungla, i suoi personaggi e le parole maestre.Ma il 22 febbraio si celebra anche il “Thinking Day” ovvero la giornata del pensiero ed in ricordo del fondatore degli Scouts, Lord Baden Powell che in quel giorno è nato, tutti gli scout del mondo si uniscono idealmente in un momento di fraternità e pace. Un’at-tività tradizionale è la raccolta di un soldo che deve essere frutto di una rinuncia e che unito a quello di ogni altro diventa una somma da destinare a chi ha bisogno. In Inghilterra l’idea è nata parlando di penny ovvero la più piccola moneta coniata ed ancora oggi si parla di donare un penny.Quest’anno ciascuno di noi ha por-tato il proprio penny che insieme a quelli raccolti da tutto il resto del gruppo verranno donati in aiuto ad un gruppo scout della Guinea Bissau. Felici della giornata trascorsa abbia-mo concluso la nostra uscita salu-tandoci e sempre pronti a cacciare ancora insieme. Branco delle Grandi Acque, Salò1

Una nuova avventura del Branco delle Grandi Acque

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12 Vita di parrocchia a cura di Renato Cobelli

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SBOOM demografico“Mancano il coraggio, la speranza, la fiducia”

I l crollo impressionante dei nati (15 mila in meno rispetto all’anno scorso) e il picco drammatico dei morti (54 mila

in più) bastano ad illustrare la sofferenza dell’Italia. Il recente rapporto Istat sugli indicatori demografici fotografa impieto-samente un paese sempre più vecchio, sempre meno fecon-do, sempre meno attrattivo.“Al 1° gennaio 2016 la popolazio-ne in Italia è di 60 milioni 656mila residenti (- 139mila unità). Gli stranieri sono 5 milioni 54mila e rappresentano l’8,3% della popo-lazione totale (+ 39mila unità). La popolazione di cittadinanza ita-liana scende a 55,6 milioni, con-seguendo una perdita di 179 mila residenti”.L’istantanea della popolazione italiana viene dell’Istat, con i dati riferiti a tutto il 2015. Il valore par-ticolarmente interessante riguarda le nascite, in calo rispetto all’anno precedente: ”Nel 2015 le nascite sono state 488mila, nuovo minimo storico dall’Unità d’Italia”. Il 2015 “è il quinto anno consecutivo di riduzione della fecondità, giunto a 1,35 figli per donna” La natalità è in calo, come si evince dalla serie storica, a partire dal picco più alto della crisi economica, fra il 2010 e il 2011. Come non interrogarsi sulle ragioni di tale decremento? Già qualche tempo fa Gianluigi De Palo, neo eletto presidente del Forum delle associazioni famiglia-ri, in maniera provocatoria aveva detto (a proposito della missione di cui si fa portavoce): ”Siamo la voce di quelle coppie che vorreb-

bero mettere al mondo un figlio, ma sanno che facendolo nel nostro Paese diventano povere. Siamo la voce di quelle mam-me italiane che vorrebbero fare due figli e invece si devono fermare, di media, a 1,39, rischiando per altro di venire licen-ziate. Siamo la voce di quel 92% di giovani (tra i 18 e i 29 anni) che sogna di costruirsi una famiglia (addirittura desiderando 2 o più figli), ma che è costretto, per perseguire quei progetti, ad andare all’estero. Siamo la voce di quelle famiglie italiane che non arrivano alla fine del mese perché costrette a fare i conti con un fisco iniquo e vecchio che non tiene conto del nu-mero dei figli”. Ecco, dunque, le ragioni: e, ahimé, si tratta di ragioni meramente “pratiche” e “contingenti”. Il nostro Paese – ha aggiunto De Palo - deve dimostrare se vuole vincere la sfida del futuro o deve rassegnarsi all’antipolitica. Il proble-ma della denatalità non è di tipo sociologico, legato solo alle

nascite, ma un problema di speran-za e di fiducia. Il Forum non vuole rassegnarsi a un Paese che gestisce le emergenze. Per questo vogliamo rimettere al centro dell’agenda poli-tica la vera priorità del Paese che è la famiglia”.Per una vera ripresa occorre, se-condo i sociologi, una promozione culturale e sociale della famiglia e maggior coraggio e determinazione da parte delle giovani coppie.Il lusso di avere un figlio viene con-fermato anche dal Rapporto an-nuale dell’Osservatorio nazionale di Federconsumatori: circa 170mila euro la spesa da sostenere per un figlio da 0 a 18 anni. Pietro Boffi (Centro internazionale studi fami-glia) aggiunge: ”Serve un intervento unitario e corposo a sostegno delle famiglie con figli, ma i giovani de-vono essere più coraggiosi e deter-minati”. Il professor Roberto Volpi, statistico ed esperto di problemi demografici, ha un punto di vista innovativo che parte dalla consa-pevolezza che “sembra aver vinto nel nostro Paese una cultura contro il matrimonio, la cultura del basta l’amore”.Intanto – dato positivo – ci conforta sapere che le adozioni sono in cre-scita.

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13Notizie sociali a cura della FNP-CISL di Salò

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Domanda: entro quando va presentata la richiesta del bonus bebè?Risposta: questo contributo, soggetto a un limite ISEE di euro 25.000 o 7.000 (con beneficio di euro 960 all’anno nel primo caso, di 1.920 nel secondo), riguarda i figli nati dall’1/1/2015 al 31/1/2017. Esso deve essere richiesto entro 90 gg. dalla na-scita o dall’ingresso in famiglia (per l’adozione) per poter be-neficiare di tutte le mensilità del bonus altrimenti l’INPS ero-gherà solo le mensilità (di 80 o 160 euro) a partire dal mese di presentazione della domanda.

Domanda: quando si può evitare di pagare il canone TV?Risposta: non pagano il canone, naturalmente, chi non vuole più avere un apparecchio TV (deve essere fatta una dichia-razione presso l’Agenzia delle Entrate) e gli Over75 con un reddito non superiore a 8.000 euro. Inoltre precisiamo, già che siamo in argomento, che è l’inquilino dell’appartamento ammobiliato che deve pagare il canone e non il proprietario.

Domanda: cosa prevede la Legge “dopo di noi” per i disabili?Risposta: questa recente Legge è destinata a tutte le perso-ne con disabilità grave non determinata dal naturale invec-chiamento e prive di sostegno familiare perché entrambi i genitori sono venuti a mancare oppure non sono in grado di sostenere la loro assistenza. È prevista la detraibilità delle spese sostenute per le polizze assicurative e agevolazioni tri-butarie per i trust – una forma di protezione legale – istituiti per queste persone. Il trust serve a tutelare quei beni destina-ti ad esempio dai familiari a un “fondo” appositamente istitui-to, assicurandosi così che il patrimonio verrà usato a beneficio della persona disabile; infatti, viene istituito presso il Ministe-ro del Lavoro e delle politiche sociali il Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave e disabili prive del sostegno familiare. Esso serve all’attuazione degli obiettivi di servizio, in particolare a realizzare programmi per la creazione di al-

loggi di tipo familiare, interventi di permanenza temporanea in abitazioni extrafamiliari ed a sviluppare competenze per la gestione della vita quotidiana per il raggiungimento del mag-gior livello di autonomia possibile. I requisiti per l’accesso alle misure di assistenza verranno individuati attraverso un decre-to del ministero del Lavoro e delle politiche sociali.

Domanda: che cos’è il REIS?

Risposta: il “Reddito di inserimento sociale” consiste in un sostegno al reddito pari, per ora, a circa 320 euro al mese per un milione di poveri accompagnato da un piano per la loro inclusione sociale. Già da quest’anno potranno es-sere utilizzati 600 milioni stanziati nella Legge di Stabili-tà. L’obiettivo è di far crescere nel tempo sia l’indennità sia la platea dei beneficiari (si comincerà dalle famiglie con minori) fino a coinvolgere tutti i bisognosi (attualmente sono quattro milioni gli italiani in condizioni di povertà). Tutti devono avere la possibilità di vivere dignitosamente e nel nostro Paese non c’è mai stato un provvedimento nazio-nale a carattere universale per sostenere le persone in con-dizione di povertà. Abbiamo sempre fatto dell’assistenza in modo disorganico. Ora si comincia a fare qualcosa di più: as-sieme al contributo, le istituzioni (Comuni) prenderanno in carico ciascuna persona in condizioni di povertà per la sua inclusione sociale: chi riceverà l’assegno avrà alcuni obblighi come mandare i figli a scuola, partecipare a corsi di formazio-ne o accettare un’occupazione. Auspicando che il REIS vada a regime per tutti i bisognosi quanto prima, è nostra convinzione che il Governo debba semplificare e razionalizzare i provvedimenti dello “stato so-ciale” (o welfare) italiano ormai caratterizzato da tante dispa-rate previdenze nazionali, regionali e comunali (assegni socia-li, assegni familiari, accompagnamento, bonus vari, detrazioni fiscali e chi più ne ha più ne metta!) che generano confusione, ingiustizie e duplicazioni e, spesso, non risolvono il problema. Il nuovo “welfare” dovrebbe inoltre essere commisurato alle esigenze delle famiglie.

……..le problematiche energetiche…….. L’incetta delle risorse naturali, che in molti casi si trovano proprio nei Paesi poveri, genera sfruttamen-to e frequenti conflitti tra le Nazioni e al loro interno. Tali conflitti si combattono spesso proprio sul suolo di quei Paesi, con pesanti bilanci in termini di morte, distruzione e ulteriore degrado. La comunità internazionale ha il compito imprescindibile di trovare le strade istituzionali per disciplinare lo sfruttamento delle risorse non rinnovabili, con la partecipazione anche dei Paesi poveri, in modo da pianificare insieme il futuro. Anche su questo fronte vi è l’urgente necessità morale di una rinnovata solidarietà, specialmente nei rapporti tra i Paesi in via di sviluppo e i Paesi altamente industrializzati. Caritas in veritate, 49.

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14 Notizie utili a cura di Giovanni Ciato

La misüra l’è la mama dè la salute

L’ignoranza fa commettere gravi errori Fino a poco tempo fa la stragrande maggioranza di noi era convinta che l’uomo non avesse il potere di causare danni alla Terra.Questa convinzione derivava dal fatto che il nostro Pianeta è talmente grande e immenso che non era lontanamente imma-ginabile si potessero provocare così tanti danni, ma oggi, che tutto questo è avvenuto, siamo a domandarci come sia stato possibile.Alla base sta il fatto che abbiamo ignorato che una parte del nostro ecosistema è vulnerabile e fragile, infatti la nostra “at-mosfera” è troppo sottile e in un certo senso delicata rispetto alle dimensioni della Terra e per questo i gas che la compon-gono possono mutare la loro composizione chimica molto ra-pidamente.Con le nostre attività sempre più frenetiche abbiamo sostituito la loro composizione immettendo sostanze provenienti, per la maggior parte dei casi, dalla combustione di sostanze fossili, quali carbone e petrolio, ma anche più semplicemente, conci-mando eccessivamente i campi con ogni tipo di sostanza. Que-sti cambiamenti sono stati analizzati solo negli ultimi 70 anni, a partire dal dopoguerra, da quando cioè le attività umane sono cresciute esponenzialmente ed è diventato possibile osservare le variazioni attraverso nuove tecnologie e nuove conoscenze scientifiche, verificando così che i principali fattori, causa del cambiamento climatico, sono legati alle attività dell’uomo, per la maggior parte dovuti all’incremento della concentrazione di “gas serra” nell’atmosfera, ma anche cambiamenti della su-perficie terrestre con la “deforestazione” e poi l’incremento di “aerosol” (quelli contenuti nelle bombolette spray) e così via.Così tutte queste sostanze, immesse in un’atmosfera troppo fragile per accoglierle e smaltirle tutte, si sono concentrate provocando il così detto “oscuramento globale”, il quale im-pedisce al Sole di filtrare, e anche se questo effetto a sua volta potrebbe mitigare gli effetti del riscaldamento globale, secon-

do gli studiosi non impedirà alla temperatura media della Terra di aumentare ancora rispetto ai valori attuali, da 1,1 a 6,4 °C .Abbiamo così ignorato, o fatto finta di ignorare, sino a quando non si sono fatti sentire i primi sintomi di un clima impazzito che oggi è decisamente cambiato a detta di tutti, scienziati e non.

Quando i proverbi rappresentano la vitaQuesto surriscaldamento globale di cui tanto si sente parlare, altro non è che l’incremento della temperatura media della su-perficie della Terra non riconducibile a cause naturali, bensì cau-sato dall’opera dell’uomo che è parte del “sistema Terra”, ma ci dobbiamo anche rendere conto che il nostro comportamento, nel bene o nel male, incide “sull’eco-sistema” che ci ospita e che permette la nostra stessa sopravvivenza.Così oggi, qualunque giornale apriamo e a qualunque canale televisivo ci colleghiamo, si parla di ambiente, di ecologia, di in-quinamento, di malattie provocate dall’inquinamento, di eventi atmosferici conseguenza dei cambiamenti climatici … e così via, tanto che qualcuno è ormai ossessionato e si sta convincendo che siamo destinati a scomparire nel giro di breve, come succes-se ai Dinosauri per capirci, altri invece si sono talmente abituati e non fanno nemmeno più caso: “tanto l’è sempér ch’ela”. Va invece detto che se anche difficilmente riusciremo a tornare indietro, probabilmente potremo contenere certi effetti e per questo non dobbiamo demordere, anche se ci sembra essere sempre di più al capezzale di un malato grave.E il paragone regge, perché ad ogni medicina seguono effetti collaterali inaspettati, una volta ti fanno cambiare l’auto per inquinare meno, ma l’inquinamento sale, per scoprire poi che anche le caldaie vanno controllate, e poi le discariche che in-quinano a loro volta e quindi si tampona con la raccolta diffe-renziata, ma non è sufficiente, allora l’eliminazione dei gas nelle bombolette spray, la riduzione di emissione di ammoniaca delle industrie, insomma è un gatto che si morde la coda, siamo vit-time del nostro stesso comportamento, ed ad ogni tentativo di cura segue un effetto collaterale inaspettato e disastroso.Dobbiamo quindi seguire una sola terapia, tutti, nessuno esclu-so! Cioè la missione di mantenere l’ambiente in cui viviamo nel migliore modo possibile, con rispetto, con prudenza e attenzio-ne in tutti i campi perché tutto quello che facciamo alla fine si ripercuote sulla nostra salute.Quindi senza paura o sensi di colpa possiamo dire che sino ad ora non abbiamo avuto quel senso de la “ MISÜRA.....” che “L’È LA MAMA DÈ LA SALUTE”, ma da ora in poi dobbiamo cercare una dieta adeguata, ovvero un comportamento che contenga gli eccessi degli ultimi 50 anni, perché sapersi regolare è sino-nimo di benessere.

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15Scuola paritaria cattolica

a cura della Scuola “E. Medi”

I l 14 gennaio ci ha lasciati soli Anna, collega preziosa e cara amica. Dal settembre 2010 Anna Lamberti col-

laborava come docente madrelingua presso l’Istituto “E. Medi”, facendosi apprezzare da alunni e colleghi per la sua rigorosa professionalità e la sua ricca umanità. Tutti le volevamo bene, studenti e insegnanti: non era possi-bile non essere contagiati dal suo “Good morning!”, che trasmetteva a chiunque l’entusiasmo di chi sapeva coglie-re il buono in ogni persona. Non capitava mai di vederla sopraffatta dalla stanchezza o dalla frustrazione, nemica sempre in agguato per ogni insegnante; per questo ci ri-volgevamo spesso a lei per farci ricaricare dalla sua ener-gia…..La stessa energia che Anna dispensava in tutte le classi, dove faceva parlare (in inglese!) anche i più piccoli, i più timidi e i più ostili alla materia. Era un vulcano di provoca-zioni positive e di allegria e sapeva, con dolce cipiglio, ridi-mensionare i piccoli problemi o confortare quando questi si facevano più seri. Ci manca e ci mancherà. Ora sta a noi ricevere il testimone: vogliamo essere in-segnanti e persone migliori, capaci di meritare l’amicizia che ci legava ad una donna ed insegnante così sincera e appassionata. Anna aveva capito che la vita, per quanto faticosa, va vissuta con coraggio e tutta d’un fiato. Ne vale sempre la pena!

DON’T GIVE UPin ricordo di Anna

A i giovani studenti delle tre prime medie, in paral-lelo con l’argomento affrontato in classe, abbiamo

proposto la lettura di un romanzo fantasy, creato pro-prio per lettori di questa età da uno scrittore che ormai si è fatto un’esperienza nella scrittura di libri per ragazzi: Luca Azzolini. Protagonisti de “Il libro del sapere”, que-sto il titolo del romanzo, il primo della saga dal titolo “Nelle Terre di Aurion”, sono Dorian, dall’animo nobile

e coraggioso, Mayra, giovane e intraprendente maga, e Ravi, uno tra i più valorosi guerrieri del cielo: sono loro i custodi delle Terre di Aurion, che, partendo dal Bosco delle Stelle, affrontano pericoli sempre nuovi e terribili, fino a raggiungere la regione dei Laghi Nebbiosi, dove si trova il primo dei talismani perduti, il Libro del Sapere. Dopo questa entusiasmante lettura, gli allievi delle tre classi hanno potuto incontrare l’autore del libro: in una mattina di scuola davvero diversa dalle solite, il giovane scrittore ha risposto alle loro molte domande e ha pro-posto loro un coinvolgente gioco, che li ha messi alla pro-va lungo un divertente percorso, che ricalcava quello dei personaggi delle Terre di Aurion, un percorso nel quale la fortuna aveva lo stesso ruolo delle loro competenze di lettori. Grande è stato il loro entusiasmo e molto vivace la partecipazione: alla fine, hanno vinto la collaborazione e lo spirito di squadra. L’obiettivo della proposta, coinvolgere i ragazzi nella lettu-ra, è stato pienamente raggiunto; auguriamoci che anche il messaggio loro affidato abbia colto nel segno e continui a vivere dentro di loro: anche la scuola è un’avventura, come quelle vissute dai protagonisti della saga di Aurion, e va af-frontata insieme, con quello spirito di amicizia e coopera-zione che rende vincenti i protagonisti di quelle storie.

In classe con lo scrittore

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16

CINEFORUM

Martedì 8 marzoSteve Jobs si svolge dietro le quinte della rivolu-zione digitale, per tratteggiare un ritratto intimo dell’uomo geniale che è stato il suo epicentro. E’ uno di quei film capaci di farti apprezzare l’elogio della pazienza, della lentezza, della dedizione, del-la tolleranza e, perché no, della vecchiaia.

Steve Jobs di Danny Boyle

IN PROGRAMMAZIONE

Sabato 5 - Domenica 6 - Lunedì 7Antonio Moscati (Fabio De Luigi) è sposato con Aurora (Vittoria Puccini), una donna dolce ma tut-ta d’un pezzo.

Tiramisù di Fabio de Luigi

Cinema teatro Cristal a cura di Lamberto Dondio

FILIALE DI CUNETTONE DI SALÒVia Zette, 31 - tel. 0365 438058

“La grande scommessa”Una storia veraIl film “LA GRANDE SCOMMESSA” che è stato presentato agli spettatori del Cristal, Sezione “Cineforum”nella serata di martedi 1° marzo è una fedele cronistoria delle ragioni che hanno portato alla crisi finanziaria esplosa negli anni 2008 e successivi e dalla quale fatichiamo ancora ad uscire fuori.E’ un lavoro del regista Adam Mackay che vede come protagonisti princi-pali Brad Pitt, Christian Bale e Ryan Gosling. Esso descrive quanto accade-va sui mercati finanziari americani negli anni immediatamente precedenti la crisi in cui la bolla speculativa creata come conseguenza del finanzia-mento delle operazioni immobiliari dava una finzione di ricchezza e di prosperità ma che altro non era che l’inizio dell’apertura della voragine.L’ambientazione si colloca nell’anno 2005; in quel periodo chiunque vo-lesse accendere un mutuo, preferibilmente a tasso variabile, per l’acqui-sto di una casa, aveva la possibilità di ottenerlo. Si era pertanto creata una grossa bolla speculativa nel settore edile in cui costruzione degli immobili ed indebitamento tramite mutuo procedevano di pari passo.

Scommettere sui mercati in contro tendenzaIl protagonista del film Michael Burry aveva capito che detto sistema non poteva avere futuro e lo aveva fatto presente alle banche con le quali aveva contatto ma queste gli risero alle spalle quando volle com-portarsi in contro tendenza scommettendo contro l’andamento dei mercati che apparivano in piena espansione. Successivamente, ed è sto-ria economica degli ultimi anni, l’impennata dei tassi variabili dei mutui portò ben presto all’insolvenza dei debitori che persero le loro proprietà immobiliari; le proprietà degli immobili passarono alle banche che si ritrovarono quindi con un patrimonio difficile da realizzare data la crisi che cominciava a svilupparsi.

Troppo grosse per fallireLa crisi dei mutui “sub prime” portò poi alle insolvenze di quelle società finanziarie che sembravano fino a poco tempo prima dei “pilastri” e, in ogni caso “troppo grosse per fallire”. Ma i fallimenti avvennero e abbia-mo ancora presente quelle immagini che abbiamo visto in televisione in cui impiegati e dirigenti delle varie società finanziarie sono impegnati a svuotare i cassetti delle loro scrivanie e a infilare i loro oggetti personali in scatole di cartone legate con lo spago uscendo alla chetichella dalla porta di servizio della loro società ormai in dissesto. Lamberto Dondio

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17Capire la Liturgiaa cura di Rosa Pollini

La liturgia del triduo è fondata sull’unità del mistero pa-squale: morte e risurrezione di Cristo. Il centro dei tre

giorni è la veglia pasquale con la sua celebrazione eucaristi-ca. In sintesi si deve dire che il triduo è la “Pasqua celebrata in tre giorni”.Le Norme generali per l’ordinamento dell’anno liturgico e del calendario precisano che, avendo Cristo compiuto «l’o-pera della redenzione umana e della perfetta glorificazione di Dio....... specialmente per mezzo del suo mistero pasquale, col quale, morendo, ha distrutto la nostra morte e risorgen-do, ha ridato a noi la vita», «il triduo della passione e della risurrezione del Signore risplende al vertice dell’anno litur-gico». Quindi «la preminenza di cui gode la domenica nella settimana, la gode la Pasqua nell’anno liturgico». «Il triduo pasquale della passione e della risurrezione del Signore ha inizio nella Messa “in Cœna Domini”, ha il suo fulcro nella Veglia pasquale, e termina con i vespri della domenica di ri-surrezione».La riforma del Messale e dell’anno liturgico voluta dal Vat. II, ha posto la Messa «in Cœna Domini» come apertura del tri-duo pasquale, ristabilendo in tal modo l’unità dei tre giorni “venerdì, sabato e domenica”. Così «mentre il triduo ci pre-senta la realtà (del mistero pasquale unico e unitario) nel-la sua dimensione storica, il “giovedì santo” ce lo trasmette nella sua dimensione rituale. Al termine della celebrazione eucaristica, le sacre specie vengono solennemente portate in un luogo debitamente preparato perchè siano adorate fino alla mezzanotte e conservate per la comunione nell’a-zione liturgica del venerdì santo. In tal modo viene signifi-cato tutto il culto che si deve al mistero eucaristico dentro e fuori della Messa. Non si tratta quindi di un sepolcro, bensì di una solenne ostensione del tabernacolo che contiene la sacre specie.

Venerdì SantoPrimo giorno del Triduo pasquale, la chiesa celebra la passio-ne e la morte di Cristo con una solenne liturgia della Parola. Ci permette così di misurare fino a che punto l’incarnazione va presa sul serio. Cristo ha assunto la nostra vita e la nostra

morte, tutto il nostro essere, fino a caricarsi sulle spalle i no-stri peccati. Ha sofferto la nostra sofferenza ed è morto della nostra morte. Questo mistero paradossale non è privo di ag-ganci con la mentalità dell’uomo contemporaneo. Egli fugge la sofferenza, la privazione e la morte, con tutti i mezzi di cui dispone, ma l’esperienza quotidiana gli insegna che, malgra-do tutti gli sforzi, sofferenza, ingenuità e morte permango-no, quale patrimonio comune dell’umanità. Questo lo porta a prendere coscienza della sua radicale caducità, bisognerà che la fede lo spinga ad abbracciare la sofferenza come l’ha abbracciata Cristo, con un atto di amore pienamente volon-tario, per farne un mezzo di redenzione.

Sabato SantoSecondo giorno del Triduo, la chiesa in questo giorno si rac-coglie soltanto per la celebrazione della liturgia delle Ore. Con la preghiera viene celebrato il riposo di Cristo nella tom-ba dopo il vittorioso e glorioso combattimento della croce. Il mistero della sepoltura di Cristo, celebrato nel sabato santo, sottolinea l’importanza della speranza nel cristianesimo. Il sabato del sepolcro vuoto prepara il trionfo al di là di tutte le apparenze. È un’attesa impregnata di pace e carica di spe-ranza. Siamo nell’era della fretta: rapidità ed efficacia sono il nostro orgoglio e la nostra preoccupazione. Per altro aspetto però ci troviamo più di ieri ancorati alla storia, e aperti al futuro. E questo non può non renderci assetati di speranza. L’uomo moderno è dunque decisamente aperto alla speran-za cristiana, ma a una condizione: che cioè riesca a vederla non come attesa passiva, ma come preparazione attiva a un trionfo che appartiene ad un tempo a Cristo e all’uomo. In questa prospettiva è possibile cogliere il senso cristiano del progresso.

Domenica della RisurrezioneTerzo giorno del triduo. Il sabato santo fin dall’inizio era con-cluso da una celebrazione vigiliare, che sfociava nell’alba della domenica con l’offerta dell’eucaristia, S. Agostino chia-mava la notte pasquale «madre di tutte le vigilie». Dal II sec., la notte pasquale si e caratterizzata anche per la celebrazio-ne del battesimo come parte integrante della veglia. Tutto poi si completava nell’offerta del sacrificio eucaristico al qua-le partecipavano per la prima volta i neofiti. La celebrazione si svolge interamente nella gioia della Pasqua e con un ritmo progressivamente ascensionale che sfocia nella liturgia eu-caristica, la vera eucaristia pasquale. Dopo i riti introduttivi della benedizione del fuoco e del cero con il canto del pre-conio pasquale, si celebra la liturgia della Parola, nella quale sono proposte nove letture; fa seguito la liturgia battesima-le, e quindi la liturgia eucaristica. I diversi momenti della ce-lebrazione vanno considerati come un “tutto unitario” che esplicita il mistero pasquale con la proclamazione della Pa-rola e la sua attuazione mediante i sacramenti dell’iniziazio-ne cristiana. L’iter cristiano passa per la sofferenza e per la morte, ma sfocia nella risurrezione e nella vita. E’ necessario però comprendere il senso esatto di questa vittoria di Cristo e dei cristiani. Il trionfo è stato conseguito pienamente da Cristo, ma non è ancora esteso a tutti gli uomini.

Triduo pasquale

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18

Misericordes Sicut Pater

Inno ufficiale del Giubileo della Misericordia

Uno strumento per approfondire il tema della MisericordiaÈ un inno che abbiamo udito cantare più vol-te da quando è stato proclamato il “Giubileo della Misericordia”. Il motto del Giubileo è “Misericordiosi come il Padre” ed è tratto dal Vangelo di Luca (6,36). L’inno si apre pertanto riportando il motto in lingua latina “Miseri-cordes sicut Pater”.L’autore del testo è il padre gesuita Eugenio Costa che peraltro collabora da molti anni con Mons. Massimo Palombella, maestro della Cappella Si-stina. Per la parte mu-sicale il dicaste-ro per la Nuova Evangelizzazione si era proposto di ottenere una c o m p o s i z i o n e che entrasse fa-cilmente nella te-sta dei fedeli fin dal primo ascol-to. A questo sco-po aveva inviato il testo a 90 com-positori residenti in varie naziona-lità ed ottenendo gli spartiti musi-cali da parte di 21 di loro. Il testo musicale migliore è risultato quello del musicista inglese Paul Inwood che ha col-to in pieno lo spirito per cui l’inno era stato ideato: creare della musica per una assem-blea di fedeli che sono radunati per pregare e cantare e che si impari facilmente.

Musica e Canto a cura di Lamberto Dondio

Lo scopo dei ritornelli: aiutare chi li canta ad entrare nello spirito della celebrazione

Il ritornello “Misericordes sicut Pater”, secondo Padre Costa entra nell’orecchio tre secondi dopo che è stato udito per la prima volta. Inoltre aiutano le esecuzioni ripetute del ritornel-lo interno espresso in latino “In aeternum misericordia eius” sempre espresse secondo melodie del tutto orecchiabili.Il ritornello interno è stato espressamente voluto nelle quattro strofe allo scopo di creare una ripetizione continua in latino facilmente memorizzabile dall’assemblea dei fedeli. È stato quindi scelto per questo ritornello interno il testo “In aeter-num misericordia eius” che significa: la misericordia di Lui, del Padre, è in eterno, tratta dal Salmo 135 o 136.Le strofe dell’inno sono quattro: la prima strofa è indirizzata al Padre, la seconda al Figlio, la terza allo Spirito Santo mentre la quarta strofa effettua un lavoro di sintesi sui tre temi conside-randoli in maniera unitaria e mostrandoci cieli e terra nuova ove regna finalmente la pace.

Le quattro strofe dell’innoVediamo ora i testi delle quattro strofe, tralasciando l’inse-rimento del ritornello “In aeternum misericordia eius” che si ripete all’interno di ogni strofa.Dopo il ritornello introduttivo (Misericordiosi come il Pa-dre) l’inno si sviluppa nel modo seguente:

Rendiamo grazie al Padre, perchè è buonoha creato il mondo con sapienzaconduce il suo popolo nella storiaperdona e accoglie i suoi figli.

Rendiamo grazie al Figlio, luce delle gentici ha amati con un cuore di carneda lui riceviamo, a Lui ci doniamoil cuore si apra a chi ha fame e sete.

Chiediamo allo Spirito i sette santi donifonte di ogni bene, dolcissimo sollievoda lui confortati, offriamo confortol’amore spera e tutto sopporta.

Chiediamo la pace al Dio di ogni pacela terra aspetta il vangelo del Regnograzia e gioia a chi ama e perdonasaranno nuovi i cieli e la terra

.Lasciamoci quindi guidare da questo inno ricordando che ogni volta che lo cantiamo entriamo nello spirito della Mi-sericordia, tema fortemente voluto dal Santo Padre Papa Francesco, il quale ha voluto proclamare ed attuare un Giubileo sparso e da celebrarsi in tutto il mondo, con aper-tura di migliaia di Porte sante, proprio perchè la Misericor-dia è universale.

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19I documenti della Chiesaa cura di don Pierluigi Tomasoni

“Misericordia io voglio e non sacrifici”(Mt 9,13).Le opere di misericordia nel cammino giubilare

Come da tradizione, anche Papa Francesco, come i suoi predecessori, ha consegnato alla Chie-sa il messaggio per la quaresima 2016. Nell’an-no santo della misericor-dia, il Papa, non poteva non richiamare alla no-stra attenzione le opere di misericordia corporale e spirituale, quali cammi-no di conversione.

1. Maria, icona di una Chiesa che evangelizza perché evangelizzata La misericordia di Dio è un annuncio al mondo: ma di tale annuncio ogni cristiano è chiamato a fare espe-rienza in prima persona. Per aver accolto la Buona Notizia a lei rivolta dall’arcangelo Gabriele, Maria, nel Magnificat, canta profeticamente la misericordia con cui Dio l’ha prescelta. La Vergine di Nazaret, pro-messa sposa di Giuseppe, diventa così l’icona perfet-ta della Chiesa che evangelizza perché è stata ed è continuamente evangelizzata per opera dello Spirito Santo, che ha fecondato il suo grembo verginale.

2. L’alleanza di Dio con gli uomini: una storia di misericordiaIl mistero della misericordia divina si svela nel corso della storia dell’alleanza tra Dio e il suo popolo Israe-le. Dio, infatti, si mostra sempre ricco di misericordia, pronto in ogni circostanza a riversare sul suo popolo una tenerezza e una compassione viscerali, soprat-tutto nei momenti più drammatici quando l’infedel-tà spezza il legame del Patto e l’alleanza richiede di essere ratificata in modo più stabile nella giustizia e

nella verità. Questo dramma d’amore raggiunge il suo vertice nel Figlio fatto uomo. In Lui Dio riversa la sua misericordia senza limiti fino al punto da farne la «Misericordia incarnata» (Misericordiae Vultus, 8). E in Gesù crocifisso Dio arriva fino a voler raggiungere il peccatore nella sua più estrema lontananza, proprio là dove egli si è perduto ed allontanato da Lui.

3. Le opere di misericordia

La misericordia di Dio trasforma il cuore dell’uomo e gli fa sperimentare un amore fedele e così lo ren-de a sua volta capace di misericordia. È un miraco-lo sempre nuovo che la misericordia divina si possa irradiare nella vita di ciascuno di noi, motivandoci all’amore del prossimo e animando quelle che la tra-dizione della Chiesa chiama le opere di misericordia corporale e spirituale. Esse ci ricordano che la nostra fede si traduce in atti concreti e quotidiani, destinati ad aiutare il nostro prossimo nel corpo e nello spirito e sui quali saremo giudicati: nutrirlo, visitarlo, confor-tarlo, educarlo. Se mediante le opere di misericordia corporali toc-chiamo la carne del Cristo nei fratelli e sorelle biso-gnosi di essere nutriti, vestiti, alloggiati, visitati, quel-le spirituali – consigliare, insegnare, perdonare, am-monire, pregare – toccano più direttamente il nostro essere peccatori. Le opere corporali e quelle spiri-tuali non vanno perciò mai separate. È infatti proprio toccando nel mistero la carne di Gesù crocifisso che il peccatore può ricevere in dono la consapevolezza di essere egli stesso un povero mendicante.

Non perdiamo questo tempo di Quaresima favorevo-le alla conversione! Lo chiediamo per l’intercessione materna della Vergine Maria, che per prima, di fronte alla grandezza della misericordia divina a lei donata gratuitamente, ha riconosciuto la propria piccolezza (cfr Lc 1,48), riconoscendosi come l’umile serva del Signore (cfr Lc 1,38).

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Messaggio del Santo Padre Francesco

per la Quaresima 2016

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20 Accade a Salòa cura di Simone Bottura

La seconda edizione degli Itinerari storici gardesani

Dopo l’appuntamento d’apertura del 19 febbraio scorso, dedicato allo stemma cronologico dell’abate Filippo Toma-celli conservato nel Duomo salodiano, continuano gli incon-tri promossi dall’Asar nell’ambito del ciclo degli “Itinerari storici gardesani”. Questo il calendario degli appuntamenti. Venerdì 18 marzo il prof. Gian Pietro Brogiolo relaziona sul tema «Il Garda candidato a patrimonio dell’umanità»; gio-vedì 14 aprile tocca al prof. Giuseppe Piotti con una confe-renza su «14 aprile 1797. Il saccheggio di Salò»; venerdì 29 aprile la dott.ssa Elena Ledda e padre Bruno Ducoli relazio-nano sul francescanesimo sul lago di Garda; infine, venerdì 20 maggio il prof. Mauro Grazioli presenterà il racconto di Adalbert Stifter «Due sorelle», ambientato sul Garda. Tutti gli incontri si svolgono nel palazzo municipale, in Sala dei Provveditori, alle 20.30. L’ingresso è libero.

A Salò arriva la fibra otticaÈ in corso da qualche giorno la posa dei cavi che porteran-no la banda ultra larga negli edifici pubblici della città: il municipio, la sede della Polizia Locale, l’ufficio anagrafe, la direzione didattica e ovviamente la nascitura casa della cultura che troverà sede presso l’ex tribunale di via Leo-nesio. Edifici strategici che finalmente potranno godere dei vantaggi che porterà con sé la nuova rete autostradale dell’informatica salodiana. Vantaggi che saranno presto a disposizione anche degli utenti privati, che avranno l’op-portunità di connessioni ultraveloci. La nuova infrastrut-tura informatica salodiana è in fase di posa ad opera della società bresciana Intred. È un’operazione che comporterà investimenti contenuti per l’ente pubblico, con costi soste-nuti sostanzialmente dal privato, che li ammortizzerà ge-stendo il servizio con le utenze private.

Garda Giubileo 2016, si punta sul turismo religioso

È stato presentato a Madrid, in occasione della fiera in-ternazionale Fitur, il progetto «Garda Giubileo 2016», predisposto dal consorzio turistico Garda Lombardia per valorizzare l’immenso patrimonio storico, culturale, di tradizione e fede che l’area del Garda lombardo offre ai visitatori. A Madrid sono stati distribuiti i primi flyer in lingua spagnola dedicati alla scoperta delle attrattive che il Garda propone al turismo religioso, come il Duomo di Salò o il suggestivo santuario di Montecastello di Tignale, che ha fatto bella mostra di sé sulla gigantografia che ha caratterizzato lo stand di Garda Lombardia. Sono previsti educational tour per la stampa specializzata, che por-teranno i giornalisti spagnoli alla scoperta del sacro sul Garda durante il periodo pasquale. L’obiettivo è attirare sul lago i flussi dei pellegrini del Giubileo della Misericor-dia, che si concluderà il 20 novembre 2016.

Ateneo, dopo 450 anni una presidentessa

Svolta rosa per l’Ateneo di Salò. Dopo 450 anni di vita (cele-brati in pompa magna nel 2015) l’antica istituzione cultura-le salodiana ha un presidente donna. Si tratta della dott.ssa Elena Ledda, studiosa dannunziana, già segretaria dell’Ate-neo durante il mandato della presidenza Mongiello. Quota rosa anche per la vice presidenza, affidata all’ex sindaco della nostra città, Barbara Botti. Completano il nuovo di-rettivo Gian Pietro Brogiolo, Fabrizio Galvagni, Giuseppe Piotti, Francesca Stroppa e Claudia Dalboni.

Azione 2020, il nuovo Piano di sviluppo del Gal

Le filiere produttive agroalimentari, le energie rinnovabi-li e il turismo sostenibile. Sono questi i tre macroambiti d’intervento di Azione 2020, il nuovo Piano di sviluppo locale (Psl) 2014-2020 per i territori del Garda e della Val-le Sabbia che il Gal ha depositato il 15 gennaio in Regione per essere valutato e finanziato. In totale il Psl prevede di distribuire 7,7 milioni finanziati dall’Unione europea tramite la Regione per realizzare un progetto complessi-vo di 13,3 milioni. Potranno beneficiarne, accedendo da qui al 2020 a bandi o manifestazioni di interesse, giovani, agricoltori e non, amministrazioni, cooperative, associa-zioni. Il territorio di candidatura del nuovo Psl è stato og-getto di un ampliamento, estendendosi anche alla bassa Valle Sabbia e alla Valtenesi, e oggi include 43 Comuni per 125.185 abitanti.

Guardia Costiera, servizio confermato per il 2016

Lo scorso 17 febbraio a Venezia, presso la sede della Direzione Marittima, ha avuto luogo la riunione tecni-ca interregionale in merito alla sicurezza e alla naviga-zione sul nostro lago. In particolare, si è esaminato ed approvato il bilancio consuntivo della stagione 2015 e approvata la proposta di convenzione per l’anno 2016, che di fatto garantisce la continuità della presenza della Guardia Costiera (di stanza a Salò) sul lago di Garda per l’effettuazione del servizio di pronto intervento, soccorso e vigilanza all’utenza nautica sul lago, per 24 ore e 365 giorni all’anno. Confermati anche i distaccamenti di Bo-gliaco e Garda durante i mesi estivi.

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Per raccontare la storia di questo mese dobbiamo

tornare al 1969 ed esattamen-te nell’Università di Stanford in California, quando il Prof. Philip Zimbardo fece un inte-ressante esperimento di psico-logia sociale.L’idea fu di lasciare due auto-mobili identiche abbandonate in strada, una in una zona po-vera e malfamata della peri-feria di New York, l’altra in un quartiere ricco e tranquillo di San Francisco.Dopo poco tempo l’automo-bile abbandonata a New York cominciò ad essere vandaliz-zata e rubato tutto quello che poteva essere portato via. Al contrario l’automobile a San Fancisco restò intatta. Così i ri-cercatori decisero di rompere un vetro della vettura lasciata nel quartiere ricco. Dopo poco anche quell’auto subì gli stessi atti vandalici della prima e in breve le due vetture si trovaro-no nella stessa condizione.Questa ricerca divenne ben presto famosa con il nome di “La Teoria delle Finestre Rotte” che ha degli importanti risvol-ti nello studio dei comporta-menti umani. La teoria afferma che mantenere e controllare ambienti urbani reprimendo i piccoli reati, gli atti vandalici, la deturpazione dei luoghi, il bere in pubblico, la sosta selvaggia o l’evasione nel pagamento di parcheggi, mezzi pubblici o pedaggi, contribuisce a creare un clima di ordine e legalità e riduce il rischio di crimini più gravi.Facciamo ora un salto in avanti e veniamo al 1994. Nella città di New York viene eletto sinda-co Rudolph Giuliani che, come

primo atto importante del suomandato, mette in campo ogni risorsa disponibile per combat-tere i piccoli crimini e il degra-do diffuso nella città. Questa azione forte è ricordata con il nome di Tolleranza Zero, ma non è altro che l’applicazione pratica della teoria delle fine-stre rotte. Nei primi anni da sindaco, Giu-liani mette la polizia nella me-tropolitana per fermare i piccoli furti ma anche controllare che tutti pagassero il biglietto, nelle vie dei quartieri più malfamati per combattere il piccolo crimi-ne e lo spaccio. In pratica tutto quello che prima era in qualche modo tollerato diventa bersaglio di una radicale lotta di contrasto.Nel frattempo la città diventa più pulita, ordinata, perché il dena-ro pubblico viene speso per le piccole manutenzioni e i privati sono invitati, volenti o nolenti, a fare altrettanto.L’effetto che sortì quell’azione determinata e capillare fu che rapidamente diminuirono an-che i crimini più grandi, come furti e omicidi, dimostrando così che quella scelta fosse la migliore o forse l’unica strada per costruire una società più ordinata e tranquilla.

Alla sera del terzo giornoa cura di Bruno Marelli

Una finestra rottaL’esistenza di una finestra rotta può generare fenomeni di emulazione, portando qualcun altro a rompere un lampione o imbrattare un muro, dando così inizio a una spirale di degrado urbano e sociale.

Come vanno le cose a Salò

La teoria delle finestre rotte applicata alla nostra città ci restituisce un quadro di luci e ombre. Le luci sono nella grande attenzio-ne all’ordine, alla pulizia e la città si fa più bella ogni anno; anche i turisti che vengono numerosi ogni domenica ne sembrano con-tagiati, così che la sera le strade sono an-cora pulite nonostante la folla di famiglie, bambini e cani che le hanno attraversate.Le ombre sono invece nel grande numero di edifici inagibili o abbandonati, partico-larmente nelle zone storiche come il centro, via Garibaldi e Gasparo, le Rive e il centro di Campoverde. Erano già tanti, ma con il terremoto il fenomeno è diventato preoc-cupante. Intanto stanno aumentando mol-to anche i furti in casa. Magari non c’entra-no nulla tra loro, o forse sì, ma non voglio convincervi di questo. C’è una cosa però che salta all’occhio; in un caso come nell’altro la risposta dell’autorità pubblica al problema è “Non possiamo farci niente”. Ed è vero. Il sindaco non ha strumenti per obbligare i privati a ristrutturare le loro case, le for-ze dell’ordine si lamentano di non avere abbastanza personale per controllare il territorio.Ma resta il fatto che sono ambedue pro-blemi comunque importanti. Penso sia giu-sto almeno parlarne; non serve a risolverli ma almeno a fare in modo che non siano dimenticati.

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22 Invito alla lettura a cura di Nerina Lugli

In dialogo con Dante da una vita

F ranco Nembrini è nato nel 1955 – quarto di dieci fra-telli, padre di quattro figli, ha lavorato negli anni gio-

vanili come operaio, come garzone. Proprio in quegli anni “scopre” Dante e lo elegge a suo “patrono” da allora ha cominciato a far conoscere Dante attraverso l’Italia ed ora si presenta con un programma personalmente dedicato al Poeta (su SAT 2000). Così si esprime sulla Rivista ufficiale del Giubileo: «Fui folgorato dai versi di Dante a 11 anni». Mentre lavoravo come garzone mi risuonò alla mente quella terzina dedi-cata all’esilio: “Tu proverai si come sa di sale lo pane altrui e come è duro calle lo scendere e il salir per l’altrui scala”. (Par. XVII).Oggi Nembrini gira l’Italia e legge e “racconta” i versi di Dante. In dialogo con il Poeta da una vita, ha insegnato la Divina Commedia in giro per l’Italia. Possiamo ritrovarlo su SAT 2000 ogni lunedì. Intervistato criticamente sulle sue scelte culturali ci dice che: “Intitolare la Divina Commedia il poema della Misericordia” non sarebbe affatto una for-zatura. Infatti Dante nel suo viaggio dall’Inferno al Paradi-so ci mostra e ci racconta come Cristo lo ha abbracciato e salvato facendogli seguire ciò che amava. E a quell’anno Santo del 1300 fu probabilmente presente Dante che nella III cantica fa riferimento all’ostensione del Volto Santo, de-vozione privilegiata di Bonifacio VIII.

Novità nel campo delle riviste culturali:«Il Porticciolo» è una rivista di informazione, di approfon-dimenti e notizie di cultura, arte e società. Io l’ho incon-trata grazie alla gentilezza del Prof. Gualtiero Comini che è uno dei collaboratori di questa particolare pubblicazione che affronta, grazie ad interventi qualificati, vari momenti culturali della nostra quotidianità con interventi profon-di e affascinanti nel campo della cultura, dell’arte e della società. Con i miei sentiti complimenti al Professore e ai suoi scritti, mi piace sottolineare quanto siano numerosi e qualificati gli interventi al femminile che affascinano e tra questi: «Il Tempo ritrovato della poesia» (anno VIII . Sett. 2015) di Sonia Giovannetti dove si legge: “La poesia, come manifestazione autentica della vita dello spirito, che si ali-menta del sentire del poeta, è lo strumento più idoneo, tra i campi abitati dalla parola ad esprimere l’ineffabilità della condizione umana… La poesia costituisce dunque una sfe-ra di libertà dove ogni cosa è possibile, ogni regola revoca-bile, ogni trasgressione ammissibile…”.Naturalmente tanti sono gli interventi qualificati e vari gli argomenti sull’attualità e sulla letteratura, ricco e docu-mentato l’intervento del collega particolarmente sensibile alle tematiche storico-geografiche di Salò e della Riviera.

Ricordo di Umberto EcoUmberto Eco era un uomo libero, dotato di profondo spirito critico e di grande passione civile. È stato un protagonista del dibattito intellettuale italiano e internazionale.Il ritratto: Spirito laico di formazione cattolica. Studiò S. Tomma-so e stupì con il romanzo storico “Il nome della Rosa”. Intenso ed appassionato studioso della Bibbia, dopo i suoi scritti il Me-dio Evo non è più stato lo stesso.Come il prof. Luciano Corradini (Corriere 23/2) anch’io ho letto il volume in cui Umberto Eco dialoga con il Card. M. Martini: “In cosa crede chi non crede” (Ed. Atlante), affermando di aver ricevuto una forte “impronta cattolica” fino a ventidue anni e in seguito di aver ascoltato e seguito una prospettiva laica che “è frutto molto sofferto di una lunga e lenta maturazione”. Incalza-to da Martini continua “Ritengo che ci siano forme di religiosità del sacro, del limite dell’interrogazione e dell’attesa, della co-munione con qualcosa che ci supera anche senza la fede in una divinità personale e provvidente”. Provocato sulla dimensione etica così risponde: “La dimensione etica inizia quando entra in scena l’altro” e sintetizza il suo pensiero nella regola d’oro: “Non fare agli altri quello che non vogliamo sia fatto a noi”.

Non ha i riposi del grande invernoha le punzecchiature,i dispelli,di primavera che nasce.Dalla bora di febbraiorequie non aspettare.Questo mese è un ragazzofastidioso irritanteche mette a soqquadro la casa,rimuove il sangue, annuncia il folle marzoperiglioso e mutante.

(V. Cardarelli: Poesie – Mondadori)

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23Altre note...a cura di Giancarlo Giacomuzzi

I l processo è terminato e il Nazareno, sfinito dalla flagellazio-ne si trascina in un corridoio di folla vociante verso la cima

della collina per essere innalzato sulla croce. Giunto e croce-fisso, attorno a lui i soldati, alcuni curiosi, i due malfattori, Gio-vanni, la Madre e le pie donne sono testimoni del suo martirio e i Vangeli ci raccontano le sue ultime ore riportando, chi in un modo chi in un altro, le sue ultime parole. Tre ore la sua agonia, con grande strazio e parole sussurrate. Durante la sua predicazione aveva detto…è lo spirito quello che vivifica, le parole che io vi dico sono Verità e Spirito e nelle sue ultime parole è custodita ed espressa la verità di tutte le altre da Lui dette. La prima di queste è …Padre perdonali perché non sanno quello che fanno e non a caso è una preghiera rivolta al Padre per i suoi persecutori in quel suo disegno di misericordia che si dispiega e abbraccia l’uomo, nonché la missione che a Lui dal Padre è stata affidata: venire a salvare chi è perduto ed insegnarci che il perdono offre la possibilità di un nuovo inizio.

Allo scherno dei soldati e dei malfattori che lo invitano a sal-varsi oppone il silenzio, lo aveva del resto insegnato: chi vorrà salvare la propria vita la perderà, e chi perderà la propria vita la salverà ….Ti assicuro che oggi sarai con me in Paradiso dice al malfattore che crede in Lui e ci fa capire che la salvezza è im-minente per quanti avranno fede e saranno in comunione con lui e, suo tramite, con il Padre, unico suo fine …Donna ecco tuo figlio, …Ecco tua madre è il commiato alla Madre che si trova ai piedi della Croce con Giovanni, il discepolo prediletto che sarà evangelista, il più contemplativo e teologico senza per questo essere meno storico e attendibile. Maria è in silenzio, stremata dallo strazio per essere spogliata di ciò che è più suo, il figlio avuto da Dio, un silenzio che è un si molto più grande del si pronunciato all’annuncio dell’Angelo. La sua maternità divina non è in discussione, ma queste poche parole hanno un ben altro senso, vogliono significare che di-ventando madre di Giovanni, Maria diventa madre dell’intera umanità …Ho sete, siamo agli attimi che precedono la morte, una vera sete fisica la sua, ma penso anche simbolo di un’altra sete, quella di compiere l’opera per cui il Padre lo ha fatto na-

scere uomo, cioè donare quell’acqua viva che è sorgente dello Spirito …Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato, è la fine e il Nazareno vive il suo momento più tragico, si rende conto e capisce di essere stato abbandonato anche dal Padre. È dal Getsemani che è stato abbandonato, rigettato dalla folla che lo osannava, insultato, schernito e rinnegato anche dai discepoli, ma ora, nell’ora più grave nemmeno il Padre viene in suo aiuto, ciononostante il suo non è un grido di disperazione, è ancora una preghiera rivolta al Padre, l’estrema testimonianza di fe-deltà e d’amore che Egli esprime dal fondo delle tenebre nelle quali è piombato …Padre nelle tue mani rimetto il mio spirito, sono le tre pomeridiane e il cuore cessa di battere dopo che sono state pronunciate le ultime parole. Ancora il Padre, sempre il Padre, il Creatore, con il quale si ri-pete l’unico legame che ha sempre avuto, forte, indiscusso, ob-bediente, già espresso fin da bambino nell’incontro con i saggi nel Tempio dove ricorda a Maria e Giuseppe, spaventati, che si era attardato perché doveva occuparsi delle cose del Padre suo. Ora tutto è compiuto, lo spirito che il figlio rende al Padre è il suo soffio di vita che quale figlio dell’uomo, parola di Dio fatta carne, è definitivamente dato in consegna all’umanità. Poi, il terzo giorno, la Resurrezione, la Pasqua, la Gloria.

La breve poesia che allego è di Emilio De Marchi (1851/1901) scrittore milanese dimenticato ma fra i più importanti del se-condo Ottocento, attento al rigore morale del realismo al quale era spinto anche dal suo credo cristiano. La croce e la corona sono i simboli del martirio. L’ascolto musicale si affida alla Messa da Requiem composta da Giuseppe Verdi nel 1974 per coro, voci soliste e orchestra per la morte dell’amico Manzoni. Impressionanti quei cinque colpi di timpano sorretti dall’intera orchestra e dal coro che aprono il Dies Irae per poi essere nuovamente introdotti per una secon-da volta dal frenetico suono discendente degli archi.

Le ultime parole sulla croce

O buon Gesù che invecchi sulla croce,scendi, ripiglia la tua veste bianca,guarda l’umanità che la sua stancamano distende e stanca alza la voce.Sull’orme tue rifioriran gli ulivie stilleran dalle tue mani unguenti,dietro il profeta torneran le gentirecando in braccio i pargoli giulivi.

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Informazioni utili

SS. MESSE

DUOMO

• Prefestiva: ore 18.30 • Festive: ore 9.30 11.00 - 18.30• Feriale: ore 18.30

Chiesa di S. BENEDETTO

• Festive: ore 7.30

Chiesa di S. BERNARDINO

• Festive: ore 9.00 - 17.00 • Feriale: ore 9.00

Chiesa di S. GIUSEPPE

• Festive: ore 10.00• Feriale: ore 17.30 (esclusi: giovedì e sabato)

Chiesa di S. GIOVANNI

Solo feriale: ore 7.15

RENZANO

• Solo sabato: ore 18.00

CHIESA - CAPPUCCINI BARBARANO

• Festive: ore 10.00 -17.00• Feriale: ore 17.00

CHIESA MONASTERODELLA VISITAZIONE

• Festive e feriali: ore 8.00

IL DUOMO - n. 3 Marzo 2016

Anno LXV - abb. annuo Euro 11,00 - una copia Euro 1,05 - abb. sped. postale Euro 30,00

Dir. Responsabile - Antonio Fappani con decreto del Tribunale - Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 6/74 dell’8 - 3 - 1974- Pubblicità: Segreteria Parrocchiale - tel. (0365) 521700 Fax. (0365) 523294- Fotocomposizione del 3/3/2016 nella Canonica di Salò - Stampa: Tipolitografia Editrice LUMINI - Travagliato (BS)- Si può trovare il bollettino anche sul sito internet: www.parrocchiadisalo.it

MARZODomenica 6 ore 9,00 S. Bernardino presentazione dei battezzandi del 26 marzo 2016 ICFR 1 – in Duomo ore 9,30 S. Messa poi incontro in Oratorio con pranzo ore 15,00 Prime confessioni - ore 16,00 in Duomo – Via Crucis

Martedì 8 ore 15,00 S. Messa al CimiteroMercoledì 9 ore 20,30 in canonica: Ministri straordinari dell’Eucarestia (2)

Giovedì 10 ore 20,45 in Oratorio: magistero per catechistiVenerdì 11 giorno di magro ore 20,30 Chiesa della Visitazione – Via Crucis (anima il Gruppo Oratorio)Sabato 12 ore 15,00 a Salò per la zona pastorale Processione per la vita (dal Monastero della Visitazione al Cimitero)Domenica 13 Ritiro zonale a Montecastello dei gruppi Giovani e Adolescenti ore 16,00 in Duomo – Via Crucis

Martedì 15 ore 20.30 in canonica Consiglio Pastorale ZonaleVenerdì 18 giorno di magro Congregazione presbiteri a Salò con S. Messa pasquale per gli studenti ore 20,30 chiesa di S. Giuseppe – Via Crucis (anima il Gruppo Missionario)Sabato 19 A BRESCIA nel pomeriggio: per i Gruppi A-B-C GIUBILEO DELLE FAMIGLIE

Domenica 20 ore 10,30 in Piazza Serenissima: Benedizione delle olive e palme con processione fino al Duomo ore 16,00 in Duomo – Via Crucis

Martedì 22 ore 20,30 in Duomo: celebrazione penitenziaria comunitaria

Mercoledì 23 ore 20,30 in canonica redazione de “Il Duomo”

Giovedì 24 ore 9,00 in Cattedrale a Brescia – S. Messa crismale ore 16,00 in S. Bernardino S. Messa per anziani ore 20,30 in Duomo S. Messa in Cœna Domini Venerdì 25 giorno di magro ore 9,00 in S. Bernardino letture e lodi ore 15,00 in Duomo funzione per la morte di Gesù ore 20,30 in Duomo – Via Crucis (animata dai Centri di Ascolto)

Sabato 26 ore 9,00 a S. Bernardino letture e lodi ore 20,30 in Duomo Veglia pasquale con battesimi comunitari

Domenica 27 BUONA PASQUA - (Attenzione: Inizio orario legale) SS. Messe ad orario festivo ore 16,00 in Duomo Vespro pasquale cantato + Benedizione Eucaristica Lunedì 28 SS. Messe: ore 9,00 – 10,00 – 11,00 – 17,30 – 18,30

APRILEVenerdì 1 Primo venerdì del mese viene recata in casa la SS. Comunioni agli ammalati

Domenica 3 ICFR 4 gruppo S. Filippo – in Duomo ore 9,30 S. Messa poi incontro in Oratorio con pranzo

Martedì 5 ore 20,45 a Fasano per la zona pastorale Adorazione Eucaristica per la vita (5)

7 - 10 aprile PELLEGRINAGGIO Parrocchiale e Diocesano a ROMA Giovedì 7 ore 16,30 in S. Bernardino: Esposizione e Adorazione ore 18,30 S. Messa per i benefattori della parrocchia