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INTRODUZIONE La diffusione delle conoscenze relative al mondo delle piante, che costituisce una delle funzioni prioritarie di ogni Giardino Botanico moderno, ha rappresentato per l’Orto Botanico di Napoli un’attività di primaria importanza sin dall’origine di tale istituzione. Già nel testo del Decreto di fondazione del 28 dicembre 1807 la divulgazione scientifica, assieme allo studio delle piante, era indicata come una delle funzioni prioritarie del nascente Orto parteno- peo, destinato alla “istruzione del pubblico”… e …”alla moltiplicazione delle spezie utili alla salute, all’agricoltura e all’industria.” (CATA- LANO 1958; DE LUCA 1992). Negli anni in cui svolse la sua attività alla guida dell’Orto Botanico, Michele Tenore, nominato Direttore con un Decreto datato 25 marzo 1810 firmato da Gioacchino Murat (ASCIONE 1992; MENALE & BARONE LUMAGA 2000), si dedicò anche all’insegnamento uni- versitario, utilizzando a scopo didattico i setto- ri del Giardino antistanti la “Stufa temperata”, i quali erano organizzati secondo la sistemati- ca linneana (GIACOMINI 1961; MENALE & BARONE LUMAGA 2000) ed ospitavano in colti- vazione parte delle numerose entità che, come si evince dai cataloghi dell’epoca (T ENORE 1813, 1819, 1839, 1840, 1845), caratterizzava- no in quel periodo l’Orto partenopeo. Anche sotto la guida dei direttori che si sono succeduti dopo il periodo tenoreano l’Orto Botanico di Napoli ha continuato a svol- gere importanti attività scientifiche e didatti- che (ASCIONE 1992); con il passare del tempo, queste ultime sono state caratterizzate da un’e- voluzione dei metodi di divulgazione, determi- nata dall’esigenza sempre più pressante di aprirsi e rapportarsi con l’ambiente esterno. Attualmente, una delle priorità degli Orti Botanici consiste proprio nell’interazione con la realtà circostante che, oltre a favorire una più ampia diffusione delle conoscenze botani- che, consente la comprensione sia delle fun- zioni di tali istituzioni sia degli importanti effetti economici che, come è più volte succes- so, possono derivare dalle ricadute applicative degli studi effettuati in tali strutture. In tale ottica, la predisposizione di aree espositive che permettono un’introduzione semplificata e coinvolgente ai diversi settori nei quali è attualmente suddivisa la Botanica rappresenta una necessità nell’attività divulgativa di un La xilotomoteca dell’Orto Botanico di Napoli V. DE MARTINO 1 , B. MENALE 2 , M. R. BARONE LUMAGA 2 1 Via Fratelli Bandiera 93, 80038 Pomigliano D’Arco (Napoli), Italia; 2 Orto Botanico di Napoli, Università degli Studi di Napoli Federico II, Via Foria 223, 80139 Napoli, Italia [email protected] [email protected] [email protected] Riassunto. È stata recentemente allestita nell’Orto Botanico di Napoli una xilotomoteca. La collezione è costituita da sezioni macroscopiche e micro- scopiche traversali, longitudinali tangenziali e lon- gitudinali radiali di legni di entità europee ed esotiche rappresentative di famiglie delle Pinophyta e Magnoliophyta. La collezione, che include attual- mente 61 campioni, è consultabile a fini didattici e di ricerca. Abstract. A wood collection has been recently pre- pared at the Botanical Garden of Naples, Italy. The collection includes macroscopic and microscopic cross, longitudinal tangent and longitudinal radial sections of woods from European and extra- European taxa, representative of several families of Pinophyta and Magnoliophyta. The collection actually includes 61 taxa, which can be consulted for didactic and research purposes. Key words: Botanical Garden of Naples, Wood collection, Xylem Delpinoa 47: 131-139. 2005

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INTRODUZIONE

La diffusione delle conoscenze relative almondo delle piante, che costituisce una dellefunzioni prioritarie di ogni Giardino Botanicomoderno, ha rappresentato per l’Orto Botanicodi Napoli un’attività di primaria importanzasin dall’origine di tale istituzione. Già nel testodel Decreto di fondazione del 28 dicembre1807 la divulgazione scientifica, assieme allostudio delle piante, era indicata come una dellefunzioni prioritarie del nascente Orto parteno-peo, destinato alla “istruzione del pubblico”…e …”alla moltiplicazione delle spezie utili allasalute, all’agricoltura e all’industria.” (CATA-LANO 1958; DE LUCA 1992).

Negli anni in cui svolse la sua attività allaguida dell’Orto Botanico, Michele Te n o r e ,nominato Direttore con un Decreto datato 25marzo 1810 firmato da Gioacchino Murat(ASCIONE 1992; MENALE & BARONE LUMAGA2000), si dedicò anche all’insegnamento uni-versitario, utilizzando a scopo didattico i setto-ri del Giardino antistanti la “Stufa temperata”,i quali erano organizzati secondo la sistemati-ca linneana (GI A C O M I N I 1961; ME N A L E &BARONE LUMAGA 2000) ed ospitavano in colti-

vazione parte delle numerose entità che, comesi evince dai cataloghi dell’epoca (TENORE1813, 1819, 1839, 1840, 1845), caratterizzava-no in quel periodo l’Orto partenopeo.

Anche sotto la guida dei direttori che sisono succeduti dopo il periodo tenoreanol’Orto Botanico di Napoli ha continuato a svol-gere importanti attività scientifiche e didatti-che (ASCIONE 1992); con il passare del tempo,queste ultime sono state caratterizzate da un’e-voluzione dei metodi di divulgazione, determi-nata dall’esigenza sempre più pressante diaprirsi e rapportarsi con l’ambiente esterno.

Attualmente, una delle priorità degli OrtiBotanici consiste proprio nell’interazione conla realtà circostante che, oltre a favorire unapiù ampia diffusione delle conoscenze botani-che, consente la comprensione sia delle fun-zioni di tali istituzioni sia degli importantieffetti economici che, come è più volte succes-so, possono derivare dalle ricadute applicativedegli studi effettuati in tali strutture. In taleottica, la predisposizione di aree espositive chepermettono un’introduzione semplificata ecoinvolgente ai diversi settori nei quali èattualmente suddivisa la Botanica rappresentauna necessità nell’attività divulgativa di un

La xilotomoteca dell’Orto Botanico di Napoli

V. DE MARTINO1, B. MENALE2, M. R. BARONE LUMAGA2

1Via Fratelli Bandiera 93, 80038 Pomigliano D’Arco (Napoli), Italia; 2Orto Botanico di Napoli,Università degli Studi di Napoli Federico II, Via Foria 223, 80139 Napoli, [email protected] [email protected] [email protected]

Riassunto. È stata recentemente allestita nell’OrtoBotanico di Napoli una xilotomoteca. La collezioneè costituita da sezioni macroscopiche e micro-scopiche traversali, longitudinali tangenziali e lon-gitudinali radiali di legni di entità europee edesotiche rappresentative di famiglie delle Pinophytae Magnoliophyta. La collezione, che include attual-mente 61 campioni, è consultabile a fini didattici edi ricerca.

Abstract. A wood collection has been recently pre-pared at the Botanical Garden of Naples, Italy. Thecollection includes macroscopic and microscopiccross, longitudinal tangent and longitudinal radialsections of woods from European and extra-European taxa, representative of several families ofPinophyta and Magnoliophyta. The collectionactually includes 61 taxa, which can be consultedfor didactic and research purposes.

Key words: Botanical Garden of Naples, Wood collection, Xylem

Delpinoa 47: 131-139. 2005

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moderno Orto Botanico.Negli ultimi decenni, anche nell’Orto

Botanico di Napoli sono stati realizzati percor-si didattici concepiti in modo da facilitare l’ap-proccio dei visitatori occasionali alle principa-li tematiche botaniche. Un esempio in tal sensoè costituito dall’itinerario composto da zonededicate alla presentazione di piante tipiche diparticolari ambiti climatici e definite in formagenerica come aree a carattere ecologico. Aqueste aree si aggiungono i settori espositivi incui le entità sono riunite seguendo un criteriosistematico (ME N A L E et al. 1999; BA R O N ELUMAGA et al. 2000) e il percorso dedicato allepiante utili (CASORIA et al. 1997).

Alle zone espositive esterne si affiancano ilocali del Museo di Paleobotanica ed Etnobo-tanica, ove mediante campioni fossili o manu-fatti, con l’ausilio di schemi e testi descrittivi,sono rispettivamente presentate le problemati-che relative all’evoluzione delle piante terrestria partire dal Siluriano fino ai nostri giorni(MICKLE et al. 1994, DE LUCA et al. 2000a) ele interazioni tra gruppi etnici ormai quasiscomparsi e le risorse vegetali alle quali è lega-ta la sopravvivenza di tali etnie (DE LUCA et al.2000b).

I sussidi didattici messi a disposizione ven-gono favorevolmente recepiti in particolare daivisitatori occasionali che muovendosi libera-mente nell’Orto Botanico e nel Museo posso-no effettuare autonomamente la loro visita,grazie soprattutto ai testi esplicativi o di appro-fondimento relativi a piante o campioni di par-ticolare interesse per rilevanza scientifica o pervalore economico.

Per integrare l’offerta didattica che già con-traddistingue l’Orto partenopeo, è stata direcente realizzata una xilotomoteca, concepitacon struttura modulare che permette costantiincrementi ed aggiornamenti.

CENNI STORICI

La culla delle collezioni xilologiche è senzadubbio l’Europa centrale, dove a partire dal‘700 iniziarono a diffondersi le prime verexiloteche, sorte come collezioni di privati cit-tadini. Costoro iniziarono a conservare cam-pioni di varie specie arboree allestendo, talvol-

ta nelle proprie abitazioni, piccoli musei dellegno. Le collezioni più famose, verso la finedel ‘700, appartenevano a esimi studiosi tede-schi come Carl Von Hinterlang o il monacobenedettino Candid Huber che, con le loroHolz-Bibliothechen o biblioteche del legno,rappresentavano un importante punto di riferi-mento per gli xilofili del tempo.

Proprio per la loro collocazione geografica,la sorte di queste collezioni fu segnata dalleguerre che funestarono l’Europa nel XX seco-lo e determinarono la distruzione quasi totaledi diverse xiloteche. Ai nostri giorni, sono notesolo poche collezioni residue (circa quindici),gelosamente conservate presso varie istituzio-ni scientifiche europee. Due di queste sonoconservate anche in Italia: una presso il MuseoCivico di Storia Naturale di Milano, l’altra aSan Vito di Cadore.

Nel nostro Paese è da ricordare anche l’im-ponente e significativo lavoro del Prof.Adriano Fiori, che nei primi decenni del ‘900realizzò una raccolta di exsiccata di enormevalore scientifico e storico. Questa collezioneera costituita in maggioranza da legni tipicidella flora italiana, le cui sezioni erano ottenu-te grazie a strumenti, come lo xilotomo a dop-pia rotazione, progettati dallo stesso Fiori(CUCCUINI 2002).

Gli esempi richiamati evidenziano che lexiloteche rappresentano collezioni dalla note-vole importanza didattica e pratica, nonchéausili indispensabili per chi ha il compito diillustrare le strutture che caratterizzano lo xile-ma nei diversi tipi di piante.

Il ruolo scientifico-didattico delle xilotecheè chiaro e fondamentale; infatti, la possibilitàdi comparare le caratteristiche di legni diversirisulta utile sia per quanto riguarda la didatticasia per lo studio delle caratteristiche morfolo-giche delle diverse specie arboree.

REALIZZAZIONE DELLA XILOTOMOTECA

Lo studio del legno di esemplari presenti innatura è limitato dalla impossibilità di ottenereinformazioni sulla struttura interna di unapianta, se non operando tagli ed abbattimenti.La possibilità di impiego di campioni resisidisponibili durante ordinarie procedure di

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potatura degli esemplari coltivati presso l’OrtoBotanico di Napoli ha permesso l’allestimentodi campioni per un numero elevato di entità elo studio comparativo tra elementi morfologi-ci, anatomici e fisiologici di varie specie colti-vate nelle stesse condizioni climatiche.

La xilotomoteca dell’Orto Botanico diNapoli, realizzata sulla base del concetto clas-sico delle Holz-Bibliothechen, è stata concepi-ta in modo da evidenziare nella maniera piùcompleta possibile le caratteristiche della strut-tura del legno. A tal scopo sono state predispo-ste sezioni macroscopiche e microscopiche perla cui preparazione sono stati utilizzati legni diesemplari di specie appartenenti alle Pinophytao alle Magnoliophyta. Le entità sono state scel-te in modo da rappresentare nel modo piùampio possibile le differenze strutturali checaratterizzano le famiglie incluse nelle divisio-ni considerate. Inoltre, la selezione includespecie il cui legno è di notevole rilevanza eco-nomica.

Le sezioni macroscopiche sono state prepa-rate in modo da mostrare la sezione trasversa-le del campione, la superficie del ritidoma e lasezione longitudinale radiale. Le dimensioniminime del diametro del campione da trattaresono state fissate in circa 50 mm, mentre quel-le delle sezioni longitudinali sono standardiz-zate in spessore, circa 10 mm, e in lunghezza,circa 100 mm.

I campioni macroscopici sono stati sottopo-sti ad un doppio ciclo di congelamento allatemperatura di –20 °C per liberarli da eventua-li parassiti. Inoltre, per evitare la loro altera-zione nel tempo, è stato effettuato un tratta-mento con Flatting incolore ad alto grado dipenetrazione, al fine di ottenere un effettoimpermeabilizzante, antimuffa ed antitarlo.

Per la realizzazione delle sezioni microsco-piche, i campioni sono stati preliminarmentetrattati, per 45-60 min, in acqua distillata man-tenuta a temperatura prossima ai 100 °C.

Le sezioni sono state realizzate utilizzandoun microtomo rotativo, con uno spessore varia-bile da 16 a 20 µm, adeguando le dimensionidelle sezioni alle differenti caratteristiche dellegno da tagliare. Esse sono state poi coloratecon una soluzione acquosa di Blu di toluidinaO allo 0.05% (BERLYN & MIKSCHE 1976); l’ec-

cesso di colorante è stato allontanato conacqua distillata. Si è quindi proceduto a dis-idratare le sezioni in una serie di soluzioniacquose con concentrazione crescente di eta-nolo; la fase finale della disidratazione è statae ffettuata mediante un passaggio di pochiminuti in stufa a 60 °C. Infine, le sezioni sonostate montate in balsamo del Canada.

Le sezioni macroscopiche sono state siste-mate in appositi contenitori, realizzati in legnodi Pinus nigra J.F. Arnold, aventi forma dilibro e dimensioni di 210 x 300 x 60 mm (Fig.1a, b). Ogni contenitore è riservato ad una sin-gola entità e presenta una copertina in legno,che funge da chiusura del “volume”, sullaquale è inserita una scheda riportante una fotodell’esemplare da cui è stato prelevato il cam-pione di legno analizzato ed un testo che sche-matizza le caratteristiche macroscopiche dellapianta, le peculiarità del legno ed eventuali uti-lizzi pratici (Fig. 1c). Nell’elaborazione delleschede, per l’inquadramento tassonomico delleentità trattate si è fatto riferimento ai sistemi diclassificazione elaborati da ME Y E N ( 1 9 8 7 ) ,BECK (1988) e CRONQUIST (1981, 1988), men-tre per tutte le altre informazioni sono state uti-lizzate testi di carattere generale e opere speci-fiche (AA.VV. 1969; LIEUTAGHI 1975; FENA-ROLI & GAMBI 1976; FERRARI & LAZZARINI1977; A A . V V. 1984; BA N F I & CO N S O L I N O1996; FENAROLI 1998).

Per il fissaggio delle sezioni macroscopichedei campioni di legno all’interno dei conteni-tori (Fig. 1b) sono stati utilizzati adesivi a basedi colla vinilica, mentre per la chiusura dellaparte del “volume” contenente tali sezioni èstato predisposto un pannello scorrevole inplexiglass. Inoltre, per ciascun contenitore èstata realizzata una scheda riportante le micro-fotografie ricavate dai vetrini allestiti con lesezioni microscopiche trasversali, longitudina-li tangenziali e longitudinali radiali effettuatesugli stessi campioni (Fig. 1d). Le microfoto-grafie incluse nelle schede sono state realizza-te con ingrandimento pari a 140 diametri esono accompagnate da note sintetiche cherichiamano i principali caratteri diagnosticirelativi a ciascuna entità trattata. Per la termi-nologia adottata nelle schede microscopiche siè fatto riferimento a ME T C A L F E & CH A L K

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(1983) e METCALFE (1987) ed in particolareper le specie europee a SC H W E I N G R U B E R(1990).

Attualmente, la xilotomoteca dell’OrtoBotanico di Napoli comprende le sezioni deilegni di 61 specie (Tab. 1). Per l’allestimento

Fig. 1 – “Volume” relativo a Cupressus arizonica Greene. a: Visione esterna del contenitore. b: Sezionimacroscopiche. c: Scheda relativa alle caratteristiche macroscopiche della pianta. d: Scheda rela-tiva alle sezioni microscopiche.

a b

c d

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di tale collezione, sono stati usati quasi esclu-sivamente esemplari in coltivazione nell’Ortopartenopeo.

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Pur se costituisce una collezione ancoraparziale, la xilotomoteca dell’Orto Botanico diNapoli rappresenta uno strumento in grado difornire informazioni sulla struttura del legnonell’ambito di alcune famiglie di Pinophyta(MEYEN 1987; BECK 1988) e di Magnoliophyta(CRONQUIST 1981, 1988).

Grazie alla presenza di campioni relativi adentità sia europee sia esotiche, sono inclusenella xilotomoteca legni relativi ai principaligruppi sistematici riconosciuti nelle Pinophy-ta. Si rende così possibile il confronto direttodella struttura macroscopica e microscopica dirappresentanti delle diverse linee filetiche indi-viduate in questo raggruppamento fortementediversificato per la struttura del legno.

A titolo esemplificativo degli aspetti didat-tici rivestiti dalla xilotomoteca è possibile sot-tolineare l’immediata visualizzazione delledifferenze strutturali che caratterizzano lo xile-ma delle Ginkgoaceae, delle Cycadaceae, dellePinaceae (Fig. 2a-c), delle Ephedraceae (Fig.2d-f). È inoltre possibile confrontare l’organiz-zazione dello xilema delle Pinophyta (MEYEN1987; BECK 1988) con quello presente nelleforme sia basali sia derivate delle Magnolio-phyta (CRONQUIST 1981, 1988) quali ad esem-pio entità incluse nelle Magnoliaceae, Laura-ceae, Platanaceae, Rosaceae, Myrtaceae (Fig.3a-f) Fagaceae (Fig. 2g-i; 3g-i), Apocynaceaee Arecaceae.

Altra eventuale applicazione dei dati rica-vabili dallo studio delle sezioni è la possibilitàdi mettere a confronto le analogie e le diffe-renze nell’organizzazione fine dello xilema inspecie affini filogeneticamente ma originariedi aree distanti geograficamente e differenzia-te climaticamente. Il raffronto di campioniottenuti da esemplari coltivati nelle stesse con-dizioni climatiche dà rilievo così alle differen-ze strutturali effettivamente legate alle diffe-renze intrinseche tra le entità trattate. Nel con-fronto tra Myrtus communis L. (Myrtaceae) edEucalyptus sp. (Myrtaceae) è possibile eviden-

Tab. 1 - Elenco delle specie attualmente inclusenella xilotomoteca.

Taxon FamigliaPINOPHYTA

Abies alba Miller PinaceaeAbies firma Siebold et Zucc. PinaceaeAgathis robusta F.Muell. AraucariaceaeAraucaria cunningamii Sweet AraucariaceaeCedrus atlantica Manetti PinaceaeCedrus libani A.Rich. PinaceaeCupressus arizonica Greene CupressaceaeCupressus sempervirens L. CupressaceaeCycas revoluta Thunb. CycadaceaeEphedra major Host EphedraceaeGinkgo biloba L. GinkgoaceaePinus halepensis Miller PinaceaePodocarpus neriifolia D. Don PodocarpaceaeSequoia sempervirens Endl. TaxodiaceaeTaxodium mucronatum Ten. TaxodiaceaeTaxus baccata L. Taxaceae

MAGNOLIOPHYTAMagnoliopsida

Acer negundo L. AceraceaeActinidia chinensis Planch ActinidiaceaeAesculus hippocastanum L. HippocastanaceaeAlbizia julibrissin Durazz. MimosaceaeBuxus sempervirens L. BuxaceaeCalliandra tweedii Benth. MimosaceaeCamellia japonica L. TheaceaeCastanea sativa Miller FagaceaeCeltis australis L. UlmaceaeCeratonia siliqua L. CaesalpiniaceaeCercis siliquastrum L. CaesalpinaceaeCinnamomum glanduliferum Meisn. LauraceaeCitrus grandis Osbeck RutaceaeCitrus limon (L.) Burm. fil. RutaceaeCocculus laurifolius DC. MenispermaceaeCorylus avellana L. CorylaceaeDiospyros kaki L. EbenaceaeEucalyptus sp. MyrtaceaeEugenia myrtifolia Sims MyrtaceaeFicus carica L. MoraceaeJuglans regia L. JuglandaceaeLaurus nobilis L. LauraceaeMagnolia grandiflora L. MagnoliaceaeMahonia aquifolium Nutt. BerberidaceaeMalus sylvestris Miller RosaceaeMorus alba L. MoraceaeMyrtus communis L. MyrtaceaeNerium oleander L. ApocynaceaeOlea europaea L. OleaceaePeumus boldus Molina MonimiaceaePhytolacca dioica L. PhytolaccaceaePittosporum tobira Dryand PittosporaceaePlatanus sp. PlatanaceaePopulus sp. SalicaceaePrunus avium L. RosaceaePunica granatum L. PunicaceaePyrus communis L. RosaceaeQuercus ilex L. FagaceaeQuercus rubra L. FagaceaeQuercus suber L. FagaceaeSorbus domestica L. RosaceaeUlmus glabra Hudson UlmaceaeViburnum tinus L. Caprifoliaceae

LiliopsidaChamaerops humilis L. ArecaceaeYucca elephantipes Reg. Agavaceae

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Fig. 2 – Sezioni microscopiche di Pinus halepensis, Ephedra major, Quercus rubra. a: Sezione longitudi-nale radiale di P. halepensis. b: Sezione longitudinale tangenziale di P. halepensis. c: Sezione tra-sversale di P. halepensis. d: Sezione longitudinale radiale di E. major. e: Sezione longitudinaletangenziale di E. major. f: Sezione trasversale di E. major. g: Sezione longitudinale radiale di Q.rubra. h: Sezione longitudinale tangenziale di Q. rubra. i: Sezione trasversale di Q. rubra. Labarra si riferisce a tutti i riquadri della figura e corrisponde a 100 µm.

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Fig. 3 – Sezioni microscopiche di Myrtus communis, Eucalyptus sp., Quercus ilex. a: sezione longitudi-nale radiale di M. communis. b: Sezione longitudinale tangenziale di M. communis. c: Sezionetrasversale di M. communis. d: Sezione longitudinale radiale di Eucalyptus sp. e: Sezione longi-tudinale tangenziale di Eucalyptus sp. f: Sezione trasversale di Eucalyptus sp. g: Sezione longi-tudinale radiale di Q. ilex. h: Sezione longitudinale tangenziale di Q. ilex. i: Sezione trasversaledi Q. ilex. La barra si riferisce a tutti i riquadri della figura e corrisponde a 100 µm.

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ziare una relativa uniformità delle dimensionidei pori e della distribuzione nell’ambito dellecerchie annuali osservate (Fig. 3a-f), mentre èpossibile rilevare notevoli differenze per questicaratteri in specie che appartengono allo stessogenere, quali Quercus rubra L. e Q. ilex L.(Fig. 2g-i; 3g-i).

La realizzazione e la presentazione di se-zioni macroscopiche e microscopiche, in parti-colare, permette di confrontare in modo direttole differenze strutturali che caratterizzano illegno delle specie trattate, evidenziando icaratteri microscopici che possono avereinfluenza sul comportamento del legno allevarie sollecitazioni fisiche, oppure sulla mag-giore o minore resistenza agli agenti, chimici obiologici, che possono portare alla sua degra-dazione. Sono questi elementi utili a livellodidattico, ove queste caratteristiche siano giànote, oppure efficaci per la comprensione dellecaratteristiche di legni di essenze non ancorastudiate relativamente a tali aspetti.

Inoltre, è da rimarcare la presenza nellaxilotomoteca di essenze sia europee sia esoti-che. Tale particolarità, che non si riscontra

nelle xilotomoteche classiche solitamente rea-lizzate a partire da legni a diffusione locale, haconsentito di confrontare direttamente la strut-tura di specie autoctone ed esotiche apparte-nenti alle stesse famiglie.

Infine, è da mettere in risalto che la stan-dardizzazione degli elementi strutturali e teori-ci adoperati nella realizzazione dei volumidella xilotomoteca faciliterà l’utilizzazione ditecniche uniformi nel corso dell’incremento ditale collezione.

L’insieme di tali volumi permetterà di costi-tuire una vera e propria enciclopedia delle spe-cie legnose, costantemente aggiornabile e pra-tica nell’utilizzo, tanto da poter essere consul-tata per fini sia di didattica sia di ricerca.

Ringraziamenti. L’allestimento dei campionirelativi a legni a diffusione europea, inclusinella xilotomoteca, è stato attuato nell’ambitodi un progetto di INNOVA (Centro Regionaledi Competenza per lo sviluppo ed il trasferi-mento dell’innovazione applicata ai BeniCulturali ed Ambientali).

LETTERATURA CITATA

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