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referendum100 personaggi della musica contemporanea votano il miglior compositore. E le più belle opere del nuovo secolo

Vince Georg Friedrich Haas. Tra gli italiani Sciarrino, Filidei, Gervasoni. Un universo creativo in piena salute

attualità Dopo 18 mesi di restauri l’Opéra Comique, quintessenza dell’Opera francese, è pronta a ripartire

E fra gli orientamenti di Mantei l’Italia è presente con una “prima” del pisano Filidei prevista nel 2018

musivisioni P L U S Con il canone bachiano capovolto in Haussmann; o descritta in forma malinconica nei Fünf Lieder di Brahms

La morte “disfa” i temi musicali in Ciaikovskij, Ravel, Liszt. E appare allo specchio mentre suona nell’autoritratto di Böcklin

in copertina: teodor currentzis

nel cd

SchumannConcerto per violino in Re minoreConcerto per pianoforte in La minoreGidon Kremer, violino Martha Argerich, pianoforte Nikolaus Harnoncourt, direttore Chamber Orchestra of Europe

nell’alBumIsaac SternViolino sinfonicoMusiche di Ciaikovskij e Beethoven

CODICE pEr SCarICarE L’aLBum

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ruBricHepost Andrea Estero

in scenaL’ultima lettera di Etty Hillesum, opera della Colasanti nel Giorno della Memoria

radio/tv/satDa Donizetti a Musorgskij in streaming per 6 mesi su theoperaplatform.eu viaggi musicaliAd Amburgo sul “vascello” dall’acustica perfetta dell’Elbphilharmonie

foyer Alberto Mattioli

playlist Angelo Foletto P L U S

Historiae Guido Salvetti

recensioni cd & dvd P L U S

letture

dal vivo

Blog Quirino Principe

servizianticipazioniCome Hitchcock, Verdi fraziona lo spazio e il tempo della narrazione. Un affermato regista-autore racconta in “Studi verdiani” il suo rapporto con la drammaturgia d’opera

cover storyTeodor Currentzis, icona di un’utopia musicale tradotta in prassi in Siberia, con i fedelissimi di Perm è la star dei prossimi festival di Salisburgo e Lucerna. E in Italia nella Ferrara di Abbado

riscoperteLa Reverdie festeggia 30 anni alla ricerca di un Medioevo non oscurantista fatto di canti, canzonieri e corali da Dante a Du Fay

ricorrenzeNel quinto centenario delle 95 tesi di Lutero, riemergono i 36 testi e le 9 melodie attribuiti al Riformatore

classic voice cdClara Schumann, Joachim e Brahms decisero di occultare il Concerto per violino di Robert. Non avevano capito la straordinaria novità delle sue ultime opere

classic voice alBumIsaac Stern padroneggiava Bach come la musica del ‘900 con una cavata straordinaria e un suono inarrivabile

euroamericaA cambiare il jazz d’intrattenimento in arte contemporanea fu la rivoluzione Bop di Charlie Parker e Dizzy Gillespie

classic voicen. 212gennaio 2017mensile di lirica, sinfonica, antica, jazz,contemporaneadiretto daandrea estero

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IL DIRETTORERISPONDE

con 12 milioni di contatti. Un successo. E un’occa-sione, per la Rai, di ripensare le politiche editoriali degli ultimi anni. L’opera sul canale principale Rai certamente coinvolge un numero elevato di perso-ne. Certo, si trattava della “prima” della Scala. Ma perché non crearne di altre occasioni come que-sta? L’inaugurazione del Maggio fiorentino. O del Festival Verdi. O i concerti con la Chicago Sympony che Muti terrà questo mese alla Scala. La Rai, con i suoi mezzi e la sua potenzialità comunicativa e di coinvolgimento, può. C’è da dire, però, che da anni Rai5 trasmette opere e concerti con regolarità, a volte in diretta. Dunque, se la svolta ancora non c’è, una svoltina sì, e va incoraggiata.

Interpretazionipensanti

Egregio direttore,Ho ascoltato il Don Giovanni di Mozart (Sony, 2016) diretto da Teodor Currentzis, il greco-russo che vive e lavora in Siberia con i suoi fedelissi-mi di MusicAeterna. Mi ha talmente colpito che ho cominciato a chiedermi cosa significhi vera-mente interpretare (e trasferire la propria visione agli orchestrali di turno) una pagina di musica. Chiedo a lei, in qualità di critico musicale attento conoscitore delle più raffinate sfumature di chi

lavora a una partitura assieme a una compagine sinfonica o da camera, quale scintilla scaturisca da un Currentzis tale da distanziare altre, pur autorevo-li, letture dello stesso autore?Laura De Magistris

Gentile Laura,il caso vuole che questo mese dedichiamo la storia di copertina proprio a Currentzis. Dunque rimando alle pagine successive e passo a un esempio con-creto. Nella Ouverture del Don Giovanni (chi non ha il cd può ascoltarla come traccia plus) mi ha colpito il fatto che l’inizio, drammatico e solenne al tempo stesso, sia staccato con un tempo più veloce del solito. D’altra parte Mozart nell’autografo scrive Andante, non Lento. E per contrasto l’Allegro che segue, abitualmente gioioso, con Currentzis risulta all’ascolto più trattenuto, più accentato, più “serio”. Così facendo il direttore elimina in un colpo solo sia la patina romantica dell’opera, sia quella buffa. Ci dice che Don Giovanni è prima di tutto una grande opera tragica. Ecco: quello che fa la differenza – ac-canto alle prove, alla bravura dei musicisti, alla loro solidarietà e responsabilità – è il pensiero. E Cur-rentzis dimostra di averne, in profondità.

Il lettore ricordaGentile direttore, ho letto con grande piacere il vostro reportage on-line da Bayreuth. Con mio padre, funzionario di una missione commerciale a Berlino est negli anni 70, ascoltai il mio primo Parsifal alla Staatsoper unter den Linden, anzi il mio primo Wagner dal vivo in assoluto. Se non m’inganna la memoria era genna-io o febbraio 1977. Dirigeva il maestro Haenchen e per la prima volta nella Ddr c’era la messa in scena ormai storica di Harry Kupfer, che si può vedere in dvd con Barenboim. Io allora ero un liceale, odiavo il Kitsch pseudoreligioso del libretto (in casa mia gli studi germanistici hanno una lunga tradizione), ma restai incantato dalla prima nota all’ultima. Ricordo che alla splendida interpretazione di quella sera era quasi assente il pubblico vero. Solo qualche rac-comandato dal Partito, fra i quali diversi stranieri come mio padre, e tutti i posti occupati da agenti della Stasi, la polizia politica. Non era ri-masto un solo biglietto da vendere, così i miei amici berlinesi mi invidiavano e mi chiamavano “Sautopf” (meglio non tra-durre). È buffo che il maestro Haenchen abbia debuttato a Bayreuth a 73 anni, di-cono che Wolfgang Wagner avrebbe volu-to invitarlo ma la solita Stasi fece sparire la lettera. Giovanni Manacorda

Grazie per il ricordo. Anche se è passata qualche settimana (questa rubrica è saltata per un paio di numeri), merita di essere pubblicato.

Prime in direttaEgregio direttore,ho salutato con entusiasmo il ritorno su Raiuno del-la prima alla Scala. Ma a parte questo ritorno, non mi pare di vedere un svolta significativa. Ci sono i canali tematici, per chi è abbonato alle piattaforme satellitari, altrimenti non resta che sorbirsi il solito minestrone nazional-popolare, di tutto un po’, che imperversa su Rai, Mediaset e compagnia. Come spiega che la musica in tv, sempre se ci riferiamo ai canali in chiaro, sia quasi sempre solo leggera - o debole, come direbbe il vostro illustre “bloggista” Quirino Principe – e mai “pesante”?Carlo Prini

Caro Carlo,ricordiamo anche che a seguire Madama Butterfly sono stati in media 2 milioni e 600 mila spettatori,

“Perché non mandare in tv anche l’inaugurazione del Maggio o i prossimi concerti di Muti con la Chicago Symphony?”

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spectator in scena

Ma allora non era vero che con la cultura non si mangia? La do­

manda, dopo aver guardato i dati di afflusso ai festival Verdi e Donizetti, è altamente retorica. Anzi, diciamo­lo: quella sentenza è proprio una sce­menza da rimandare al mittente, alias “professore di economia liberista di­ventato ministro, libero di esterna­re su argomenti che non conosce”. Semmai è la gestione culturale pigra, adagiata sugli allori, abituata agli sprechi che non portano ricchezza. Prendiamo Verdi e Donizetti. Due splendide città d’arte del Nord Ita­lia hanno legato il loro nome ai loro figli più celebri. E dopo anni di ge­stioni grigie, hanno cambiato marcia. Con programmazioni più fantasiose, originali, concentrate. Da festival. E con un’immagine più accessibile e “simpatica” (anche grazie ai nume­rosi appuntamenti “off”), legata alle tradizioni delle rispettive comunità. I risultati ora sono sotto gli occhi di

tutti. A Parma il Festival Verdi 2016 ha registrato il record assoluto di spettatori e incasso della sua storia, superiori anche all’edizione del bi­centenario 2001: 24.269 gli spettatori accolti (con un incremento dell’80,99 % rispetto al Festival Verdi 2014 e del 50,59% rispetto a quello del 2015). Per restare sulle aride ma non disprezza­bili cifre, l’incasso totale è stato di 1.356.926 euro (+ 95,07% rispetto al 2014 e + 66.32% rispetto al 2015). E si calcola che circa 10 mila di questi non siano parmigiani, ma “forestieri” e soprattutto tedeschi, francesi, in­glesi, spagnoli (con un incremento di più del 100% rispetto agli anni pre­cedenti), che hanno generato 3500 pernottamenti con una permanenza media di 4 notti, e un indotto stimato in 1.369.400 euro (senza dimenticare pasti e degustazioni, visite guidate a teatri, luoghi verdiani, musei, canti­ne, caseifici, prosciuttifici). Capito, caro professore chiacchierone? An­

che Bergamo ha fatto centro: prima di tutto concentrando la manife­stazione in un paio di settimane, e ripetendo durante il festival i titoli già allestiti durante la stagione. Chi atterrava in città con Ryanair pote­va in un weekend vederli tutti. Poi, togliendo quella patina d’antico e sonnacchioso che aleggiava nelle precedenti edizioni. Infine investen­do su cast, regie, orchestre, direttori all’altezza. Risultati: + 49% degli ab­bonati rispetto al 2015; +14,66% di presenze totali; +35,18% di presenze negli spettacoli per le scuole. Con ti­toli popolari? No. Recuperando, con la curatela scientifica della Fondazio­ne Donizetti, partiture donizettiane dimenticate (Rosmonda d’Inghilter-ra, Olivo e Pasquale). E il prossimo anno si replica con le rarissime Il borgomastro di Saardam e Pigmalio-ne. Cultura, bellezza, ricerca, acces­sibilità, sostenibilità. È questo il vero miracolo italiano.

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editoriaLe

RITORNIpagina 8Alla Scala con Chung il “Don Carlo” completo

MEMORIApagina 10L’ultima lettera di Etty musicata dalla Colasanti

OpERApagina 14A Torino “Pagliacci” single nel 125°dalla prima

DIRETTEpagina 16Da Wagner a Musorgskij in streaming per 6 mesi

VIAGGIpagina 18

Amburgo: sul “vascello” dall’acustica perfetta

BariTeatro PetruzzelliRossini, La gazza ladra; dir. Petrou, reg. Michieletto: 27, 29, 31 gen., 1, 2 feb.Bach, Beethoven, Chopin; pf Blechacz: 28 gen.Khaciaturjan, Prokofiev, Sostakovic; Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo, pf Argerich, dir. Temirkanov: 3 feb. www.fondazione­petruzzelli.it

BolognaTeatro Comunale(T. Manzoni) Schubert, Bruckner; dir. Mariotti: 13 gen. (T. Comunale) Mozart, Die Entführung aus dem Serail (Il ratto dal serraglio); dir. Znaider, reg. Kusej: 20, 22, 24, 26, 29 gen.Beethoven, Bruckner; pf Matsuev, dir. Znaider: 28 gen.Mustonen, Mozart, Prokofiev; pf e dir. Mustonen: 3 feb. www.tcbo.it

Bolzano e TrenToorchestra Haydn(Auditorium) Beethoven, Mendelssohn; vl Milenkovich, dir. Jensen: 24 gen. [TN, 25 gen.]Schubert, Fauré, Mahler; sopr. von Walther, bar. Vasar, Coro di Stato della Lettonia, maestro coro Sirmais, dir. Volmer: 31 gen. [TN, 1 feb.]www.haydn.it

CagliariTeatro lirico Mozart; sol. Nisi, Ogii, Giusti, Fontana, dir. Albrecht: 13, 14 gen.Recital; vl Repin, pf Smolina: 19 gen.Respighi, La bella addormentata nel bosco; dir. Renzetti, reg. Muscato: 3, 4, 5, 7, 8, 10, 11, 12 feb.www.teatrolirico­dicagliari.it

CaTaniaTeatro Bellini Bellini, La Straniera;

dir. Carminati / Catalanotto, reg. Cigni: 21, 24, 25, 26, 27, 28, 29 gen. Dvorák, Brahms; dir. Rosner: 10, 11 feb. www.teatromassim­obellini.it

FerraraFerrara Musica(Sala Estense) Kancheli, Exil; dir. Pschenitschnikova: 27 gen.(T. Comunale) Elgar, Mozart, Bach, Reger, Ciajkovskij;

Münchener Kammerorchester, vl Ibragimova: 31 gen. www.ferrara musica.it

Firenzeopera di Firenze(T. Goldoni) Vinci, Didone abbandonata; dir. Ipata, reg. Colonna: 8, 10, 12 gen.(Opera di Firenze) Gounod, Faust; dir. Valcuha, reg. McVicar: 20, 22, 24, 31 gen, 3 feb.(T. Goldoni) Marzocchi, Il viaggio di Roberto;

Miracoli italianiBoom di pubblico ai festival Verdi di parma e Donizetti di Bergamo. Il rilancio funziona. E in platea molti spettatori parlano francese, inglese e tedesco