L’ Arco e la Freccia · 2017-06-01 · pittori, gli scultori e le loro opere come fon-te di...

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Giornalino dell’Istituto Comprensivo “G. Dezza” Anno Tredicesimo, numero 1 Dicembre 2015 L’Arco e... ...la Freccia Il mio ritorno in questa battigia bianca mi fa riposare e mi conduce ad acque tranquille, (...) Attesa, trepidazione, capacità di meravigliarsi, paesaggi ormai cancellati. L’uomo della civiltà occidentale riserva tutta la sua attenzione sul mondo esterno e indirizza tut- ta la sua attività verso fini che hanno attinenza con quel mondo. La nostra società premia il materialismo e l’effi- cientismo che porta all’avere, al possedere. Spesso le persone sono notevolmente intelligenti, ma incontrano difficoltà a valorizzare questa loro attitudine a causa dell’interferenza di fattori di ordine emotivo che generano insicurezza e altre inibizioni. Oggi abbiamo chi si annoia se non è a contatto con situazioni dinamiche che danno sensazioni forti, chi non ha le ali della sensi- bilità per volare verso gli altri e chi è spento e si contorce nella mela dell’egoismo. Una mia amica, Susanna, un giorno mi disse: caro Grillo, raramente ci accorgiamo di un fiore sconfitto dal vento, di un colore diverso del cielo, di una parola co- lorata in mezzo a tante parole anonime per- ché diamo alito ad un’ombra che ci acceca. Eppure io vivo i miei passi lungo questa diste- sa di sabbia mentre il sole apre i suoi raggi, quindi la palude descritta precedentemente sarà un miraggio. Per me lo è, perché cari ra- gazzi, esiste un segreto e non un rimedio o medicina, la cura è semplice, bisogna decolla- re con un sorriso, perché il sorriso è quella linea curva che raddrizza tutto. Caratterizza il cammino verso l’armonia di una controtendenza perché ciò che ci fa crescere è il dialogo continuo con gli altri. Mi rivedo nel pastore del grande Leopardi, che contem- plando il cielo stellato nel silenzio della notte chiedo il perché di questa vita. La risposta è che noi umani abbiamo un’unica aspirazio- ne che è la felicità, ma per raggiungerla bisogna partire da quello che dimora nel nostro cuore. In questo canto d’aiuto, dove il tempo fugge e non ab- biamo i mezzi per fermarlo è fondamentale trovare uno scalpello per modellare il corredo di un’esistenza non basata sull’avere o su vie di co- municazioni elettroniche, ma vivere un abbraccio e sentire la voce di un ferito. (Il testo integrale è pubblicato sul sito della scuola) “La cultura è l’insieme di conoscenze e di pratiche acqui- site che vengono trasmesse da generazioni in generazio- ni o da diversi popoli...”. Grazie all’Expo Milano 2015 abbiamo avuto la possibilità di fare il confronto tra diverse culture e non solo per quel che riguarda il modo di alimentarsi. Per cultura si possono intendere tante cose, per esempio i modi di festeggia- re nel mondo e poiché siamo prossimi a festeggiare Natale e Capodanno ab- biamo cercato di capire in che modo, in alcune zone della Terra, i festeggiamenti differiscono dai nostri. Partendo dall’Italia abbiamo notato come a Capodanno si festeggia mangiando il cotechino e le lenticchie e re- stando per lo più tutti in famiglia. (...) Davide A. e Gianmarco R., 2^D (Il testo integrale è pubblicato sul sito della scuola) TRADIZIONI NATALIZIE NEL MONDO il grillo parlante UN PO’ DI FANTASIA PER SEMPLICI E SPONTANEE RIFLESSIONI IMPARA L’ARTE A pagina 2 “Chi va piano, va sano e va lontano” A pagina 4 PER NATALE VORREI... Per Natale vorrei un mondo dove persone di religione, cultura e idee diverse tra loro possano confrontarsi senza scontrarsi. (Filippo C., 2^D) Solo la pace dà speranza di un futuro migliore. Vorrei tanto che in prossimità del Natale ogni conflitto avesse fine! (Gianmarco R., 2^D) Per Natale vorrei che nessuno fosse più preso in giro per le proprie origini, per come si veste o per quello che fa: vorrei che tutti avessero la libertà di essere se stessi! (Giorgia B., 2^C) Per Natale vorrei che tutti avessero un lavoro. (Federico R., 2^C) (Leggi gli altri desideri degli alunni sul sito della scuola) A SCUOLA SI LEGGE! Se riesci a far innamorare i bambini di un libro, di due, di tre, cominceranno a pensare che leggere è un divertimento. Così forse da grandi diventeranno lettori. E leggere è uno dei piaceri e uno degli stru- menti più grandi e importanti della vita” (R. Dahl) A pagina 7

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Giornalino dell’IstitutoComprensivo “G. Dezza”

Anno Tredicesimo, numero 1Dicembre 2015

L’Arco e... ...la Freccia

Il mio ritorno in questa battigia bianca mi fa riposare e mi conduce ad acque tranquille, (...)Attesa, trepidazione, capacità di meravigliarsi, paesaggi ormai cancellati. L’uomo della civiltà occidentale riserva tutta la sua attenzione sul mondo esterno e indirizza tut-ta la sua attività verso fini che hanno attinenza con quel mondo. La nostra società premia il materialismo e l’effi-cientismo che porta all’avere, al possedere. Spesso le persone sono notevolmente intelligenti, ma incontrano difficoltà a valorizzare questa loro attitudine a causa dell’interferenza di fattori di ordine emotivo che generano insicurezza e altre inibizioni. Oggi abbiamo chi si annoia se non è a contatto con situazioni dinamiche che danno sensazioni forti, chi non ha le ali della sensi-bilità per volare verso gli altri e chi è spento e si contorce nella mela dell’egoismo. Una mia amica, Susanna, un giorno mi disse: caro Grillo, raramente ci accorgiamo di un fiore sconfitto dal vento, di un colore diverso del cielo, di una parola co-lorata in mezzo a tante parole anonime per-ché diamo alito ad un’ombra che ci acceca. Eppure io vivo i miei passi lungo questa diste-sa di sabbia mentre il sole apre i suoi raggi, quindi la palude descritta precedentemente sarà un miraggio. Per me lo è, perché cari ra-gazzi, esiste un segreto e non un rimedio o medicina, la cura è semplice, bisogna decolla-re con un sorriso, perché il sorriso è quella linea curva che raddrizza tutto. Caratterizza il cammino verso l’armonia di una controtendenza perché ciò che ci fa crescere è il dialogo continuo con gli altri.Mi rivedo nel pastore del grande Leopardi, che contem-plando il cielo stellato nel silenzio della notte chiedo il perché di questa vita. La risposta è che noi umani abbiamo un’unica aspirazio-ne che è la felicità, ma per raggiungerla bisogna partire da quello che dimora nel nostro cuore. In questo canto d’aiuto, dove il tempo fugge e non ab-biamo i mezzi per fermarlo è fondamentale trovare uno scalpello per modellare il corredo di un’esistenza non basata sull’avere o su vie di co-municazioni elettroniche, ma vivere un abbraccio e sentire la voce di un ferito.(Il testo integrale è pubblicato sul

sito della scuola)

“La cultura è l’insieme di conoscenze e di pratiche acqui-site che vengono trasmesse da generazioni in generazio-ni o da diversi popoli...”.Grazie all’Expo Milano 2015 abbiamo avuto la possibilità di fare il confronto tra diverse culture e non solo per quel che riguarda il modo di alimentarsi.Per cultura si possono intendere tante cose, per esempio i modi di festeggia-re nel mondo e poiché siamo prossimi a festeggiare Natale e Capodanno ab-biamo cercato di capire in che modo, in alcune zone della Terra, i festeggiamenti differiscono dai nostri.Partendo dall’Italia abbiamo notato come a Capodanno si festeggia mangiando il cotechino e le lenticchie e re-stando per lo più tutti in famiglia. (...)

Davide A. e Gianmarco R., 2^D(Il testo integrale è pubblicato sul sito della scuola)

TRADIZIONI NATALIZIE NEL MONDO

il grillo parlante

UN PO’ DI FANTASIA PER SEMPLICI E SPONTANEE RIFLESSIONI

IMPARA L’ARTEA pagina 2

“Chi va piano, va sano e va lontano”

A pagina 4

PER NATALE VORREI...Per Natale vorrei un mondo dove persone di religione, cultura e idee diverse tra loro possano confrontarsi senza scontrarsi. (Filippo C., 2^D) Solo la pace dà speranza di un futuro migliore. Vorrei tanto che in prossimità del Natale ogni conflitto avesse fine! (Gianmarco R., 2^D) Per Natale vorrei che nessuno fosse più preso in giro per le proprie origini, per come si veste o per quello

che fa: vorrei che tutti avessero la libertà di essere se stessi! (Giorgia B., 2^C) Per Natale vorrei che tutti avessero un lavoro. (Federico R., 2^C)

(Leggi gli altri desideri degli alunni sul sito della scuola)

A SCUOLA SI LEGGE!Se riesci a far innamorare i bambini di un libro, di due, di tre, cominceranno a pensare che leggere è un divertimento. Così forse da grandi diventeranno lettori. E leggere è uno dei piaceri e uno degli stru-menti più grandi e importanti della vita” (R. Dahl)

A pagina 7

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L’Arco e... Scuola dell’...la Freccia INFANZIA

CESARIS

Impara l’arteIl progetto “Impara l’arte”, che abbiamo deciso di realizzare quest’anno all’interno della

nostra scuola dell’infanzia, vuole utilizzare l’arte come sfondo integra-tore nelle nostre attività.

Attraverso l’arte vogliamo rendere affascinante e stimolante l’incon-tro tra i bambini e la realtà, tra i bambini ed i colori, tra i bambini e le immagini, ponendo le basi per lo sviluppo della creatività.

L’incontro con l’arte vuole essere, inoltre, uno stimolo ad usare più consapevolmente e correttamente i linguaggi visivi, sonori e corpo-rei.

Riteniamo che i bambini abbiano DIRITTO ALL’ARTE, ad un approccio estetico che parta dalle emozioni per-mettendo loro di stupirsi e di meravigliarsi...

DISEGNO E COLORO CON LE MIE DITA

A PENNARELLO, A PASTELLO E MATITA

SULLA TAVOLOZZA DEL MIO POLLICIONEL’INDICE INVECE E’ UN PENNELLINOCHE COLORA LE IDEE D’OGNI BAMBINO

STENDO I COLORI CON VERA PASSIONE

SE VUOI DIVERTIRTI IN MODO SPECIALE

DIVENTA AMICO DELLA MANO ALE!!!

CARI BAMBINI IO SONO ALEUNA MANO DAVVERO SPECIALE,

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Come ogni anno, anche quest’anno alcuni volontari della prote-zione civile sono venuti nella nostra scuola a spiegarci quali sono i

pericoli che possiamo incontrare ogni giorno a casa, a scuola, per strada…

A scuola con la PROTEZIONE CIVILE

CERCHI, QUADRATI, TRIANGOLI: forme in libertà

E’ per questo che stiamo utilizzando l’arte, i pittori, gli scultori e le loro opere come fon-

te di ispirazione, come serbato-io di idee… Anche le uscite didattiche di quest’anno e i laboratori pro-posti nelle sezioni ruoteranno

Grazie a Sbadatino, a Prudentino e a Mago Merlone abbiamo capito che bisogna stare molto attenti in certe situazioni e adottare comportamenti utili a noi e a chi ci sta vicino. Ancora grazie a questi “personaggi speciali” che, in modo piacevole, ci accompagnano in un percorso che durerà fino alla scuola secondaria! Alla prossima!!!

intorno a questa bellissima opportunità, per cui...

Su le maniche, cominciamo a creare!

In fondo siamo tutti PICCOLI ARTISTI!!!

Il trovaparole

CHICKENBUTTER

MEATBREAD

CHEESE

HAM

Trova nel riquadro le parole

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L’Arco e... Scuola dell’...la Freccia INFANZIA

CAMPANIA

“Chi va piano, va sano e va lontano”Questo è il tema conduttore della programmazione di quest’anno scolastico.

Noi insegnanti della scuola dell’infanzia siamo convinte che la velocità e la frenesia ci impediscono di assaporare la bellezza della nostra vita.

Per crescere educativamente bisogna creare relazioni, per-dere tempo, comunicare con i gesti, con le parole, con gli sguardi, ascoltare gli umori, i sapori, gli odori, le emozioni, usare le mani, il sorriso, il cuore, il tempo.

I nostri bambini hanno bisogno di essere ascoltati, compresi e accolti, allora “perdere tempo” diventa tempo guadagnato, in grado di trasformare l’apprendimento in una utile e duratura esperienza di vita.

La scuola non è fabbrica di conoscenze, ma una co-munità di vita. I bambini sono persone con le quali relazionarsi.

La scuola è un concentrato di esperienze, una gran-de avventura che può essere vissuta come se fosse un viaggio, un libro da scrivere insieme, un sogno

da colorare.

Tutte le attività proposte cercano di ricordare l’im-portanza della lentezza con una progettazione flessibile e prossima agli interessi e ai bisogni dei bambini.

A scuola occorre:

- PERDERE TEMPO A PARLARE INSIEME: per scoprire, conosce-re i vissuti, elaborare buone regole comuni del vivere insieme.

- GUARDARE FUORI DALLE FINESTRE per osservare insie-me il mondo circostante.

- PASSEGGIARE, CAMMINARE, MUOVERSI A PIEDI: per vi-vere in un territorio, per conoscerlo bene e a fondo.

Farlo insieme, con tutti i compagni, permette di vivere emozioni, volgere lo sguardo su particolari mai visti dall’abitacolo delle no-stre veloci automobili, sentire gli odori, provare sensazioni che

creano legami.

- DISEGNARE E MANIPOLARE: per creare un ap-prendimento significativo.

Tutto questo lo faremo accompagnati dall’animale più lento di tutti: LA TARTARUGA MOLLY.

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Mostra del libroI nostri bambini sono stati invitati alla mostra del libro organizzata dai bambini della primaria.

E’ ormai un appuntamento fondamentale per la nostra scuo-la l’incontro con i volontari della protezione civile, che in modo giocoso e veramente divertente avvicinano i bambini ai temi della sicurezza.

Progetto 3.13: A SCUOLA DI SICUREZZA

La mostra era dedicata alla Pimpa uno dei personaggi più amati dai bambini, che quest’anno compie 40 anni e dalla simpaticissima Pippi Calzelunghe.

Siamo arrivati in un salone pieno di curiose calze colorate sospese sulle nostre teste. I bambini delle quarte ci han-no guidato a visitare la mostra, dopo hanno letto una storia della Pimpa e infine hanno aiutato i nostri bambini a re-alizzare un simpatico segnali-bro. Alla fine una bella merenda tutti insieme!

È importante per bambini così piccoli imparare a riconoscere i simboli di pericolo presenti sulle bottiglie dei detersivi, capirne la pericolosità. Imparare a ricono-scere l’odore delle varie sostanze tos-siche.

Inoltre non dimen-ticheremo mai i piccoli suggerimen-ti utili come annusare sempre ciò che beviamo!!!

Anche quest’anno la scuola dell’infanzia Campania insieme al comitato genitori organizza una serie di eventi per divertire bambini e non. Dopo il successo della festa di Halloween non poteva mancare quella di Natale legata alla lotteria. Vi aspettiamo numerosi.

COMITATO FESTE CAMPANIA

E’ stata una bellissima esperienza e ringraziamo i ra-gazzi e le docenti della primaria di viale Lazio.

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L’Arco e... Scuola...la Freccia PRIMARIA

EATALY

Dai pensieri di: Matilde, Pietro T., Sara, Silvia, Valery, Aurora, Luca B., Francesca, Pietro G., 3^D

(La versione integrale dei pensieri degli alunni è pubblicata sul sito della scuola)

GIOTTO: l’ITALIA

GRATTACIELIMentre percorrevamo la strada per arrivare alla mostra di Giotto, abbia-mo osservato il nuovo quartiere di Porta Nuova. Abbiamo attraversato l’acqua della fontana bagnandoci, era straordinario. C’erano due ra-

gazzi che giocavano a bigliardino e noi, appena visti, con tutti i compagni ci siamo messi a gioca-re con loro perché c’erano ventidue postazioni! Questi giochi si trovavano al centro della piazza circondata da grattacieli. Vicino c’era un gratta-cielo altissimo e bellissimo, fatto tutto di vetro e acciaio. Altre torri avevano ampi balconi con il giardino verticale, cioè balconi pieni di piante e fiori.

Dai pensieri di: Pietro M., Daniel, Camilla, Iulian,

3^D(La versione integrale dei pen-sieri degli alunni è pubblicata

sul sito della scuola)

Noi alunni di 3^D, il 3 novembre, siamo andati a visitare la mostra di Giotto a Palazzo Reale, a Milano. All’ingresso una signora ci ha mo-strato le pietre preziose che usava-no i pittori dell’epoca di Giotto per ricavare pigmenti e ci ha spiegato come dipingere con i colori ottenuti anche dai fiori secchi. Quando siamo entrati c’era un affresco, staccato dal muro originale, dopo c’era un polittico che rappresenta i Santi. C’era anche un polittico in cui la Madonna viene incoronata da Gesù per essere regina del Paradiso ed in-torno a loro ci sono gli angeli. Nella prima opera c’era la Madonna con Gesù e due an-geli, in un polittico c’era la Madonna e il suo bambino le toccava il vestito di colore blu, ricavato dal lapislazzulo. A noi la mostra di Giotto è piaciuta perché i suoi quadri e polittici sembravano che stessero raccontando delle sto-

rie. I suoi colori erano belli e brillan-ti e l’oro li illuminava. I suoi colori preferiti erano l’oro e il blu ottenuto dal lapislazzulo, una pietra preziosa dell’Oriente.Giotto per dipingere i polittici e i trittici usava delle tavole di pioppo

che levigava con la pietra d’agata.

RULLINO I TAMBURI, SQUILLI IL TROMBO-NE,MI PRESENTO SONO GIOTTO DA BONDO-NE!ERO UN PASTORELLOMA ERO UN MAGO COL PENNELLO;COL PENNELLO DIPINGEVO,ERA L’EPOCA DEL MEDIO EVO.

CIMABUE UN DI’ PASSO’E IL SUO SEGRETO MI SVELO’.VIENI CON ME A FIRENZE,HO UNA CLIENTELA CON TANTE ESIGENZE!

A BOTTEGA E’ ANDATOED UNA LEGGENDA E’ DIVENTATO;PER BRAVURA HA SUPERATOIL SUO MAESTRO ADORATO.

AD ASSISI L’HAN CHIAMATOE UN CAPOLAVORO HA REALIZ-ZATO.

Noi alunni della 3^D, siamo andati in gita a Milano, abia-mo camminato tantissimo per andare a Eataly, un magnifi-co supermercato a tre piani, di prodotti alimentari italiani.Là c’erano Antonio e Nicola che ci hanno fatto da gui-da, ci hanno mostrato il procedimento per fare il pane italiano e tutte le farine. Siamo poi arrivati al caseificio che produce la mozzarella, ci hanno fatto vedere il procedi-mento perchè sia filante, poi la pasta viene mozzata, cioè tagliata, da qui il nome.Abbiamo visto tutti i salumi, i pesci, le carni, pronti per es-sere venduti e mangiati. In se-guito abbiamo fatto merenda con una squisita tavoletta di cioccolata con il pane. Dopo abbiamo fatto il “gioco della gallina” per imparare i pro-dotti della terra nelle diverse stagioni. Finito il gioco sia-mo andati a mangiare la pizza, era deliziosa!Grande, gustosa con mozzarella, pomodoro e basilico.

Dai pensieri di: Matteo, Luca H., Lorenzo, Riccar-do, Diego, Nicole, Giorgio e Valentina, 3^D

(La versione integrale dei pensieri degli alunni è pubblicata sul sito della scuola)

ANCHE IL PAPA SE N’E’ ACCORTOE L’HA INVITATO NEL SUO SALOTTO;PER IL GIUBILEO ASSOLUTOUN BEL RITRATTO HA RICEVUTO!

FINO A PADOVA E’ ARRIVATO E TANTO HA LAVORATO.LA FILASTROCCA E’ FINITACON UN RITRATTO DELLA SUA VITA.GRAZIE GRANDE PITTORE, TI SALUTIAMO CON UN COLORE!

Classe 3^B

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Siamo dispiaciuti per le vittime di Parigi, per-chè non potranno festeggiare il Natale con i loro parenti. La ragazza di nome Valeria ha sempre avuto un grande cuore d’oro. Le stra-

de di Parigi sono sporche di sangue. Per ricordare le vit-time, a scuola abbiamo fatto un minuto di silenzio.

Gli alunni della 5^A(Leggi altri pensieri della 5^A sul sito della scuola)

Padiglione ZeroIl primo padiglione che abbiamo visitato è stato il Padiglione Zero. Dentro c’è una libreria gigante e ci sono tantissimi cassetti, simbolo della memoria e delle conoscenze degli uomini dalla loro comparsa sulla Terra ad oggi. Nella sala accanto c’è il tronco di un albero, ma si vede solo la metà inferiore, il tronco è pos-sente e forte come la natura. Voltandosi, si vede un filma-to sulla vita passata: coltivazione, allevamento e pesca.

Dal testo di: Pietro M., Pietro G., Giorgia, Nicole.

Gli alunni della 3^D all’EXPO... Children ParkAl Children Park c’era il gioco delle campane: sotto ad ognuna dovevi usare l’olfatto per sentire l’aroma e poi cercare la pianta che lo produce. Al secondo gio-co c’erano degli imbuti chiusi in fondo, si poteva raccogliere l’acqua che pioveva dall’alto attraverso tubi che si illuminavano (...). Arrivati al quarto gioco, c’erano delle pese dove i bambini dovevano salire e si calcolava il loro peso e l’equivalente in animali, ad esempio, 5 bambini = 10 scimmiette.

Dal testo di: Valery, Iulian, Francesca, Daniel.

Laboratorio cascina TriulzaTra le varie attività noi abbiamo partecipato al laboratorio della cera. All’inizio le anima-trici hanno letto una storia dal titolo “La re-gina delle api”. Contemporaneamente c’era un mini-teatro con pupazzetti animati. Dopo un’animatrice ci ha fatto recitare una filastroc-ca con i gesti che parlava proprio di api regine e ope-raie e di fuchi. Poi ci hanno fatto fare la manipolazione della cera: prima bisognava scaldarla, poi bisognava fare una pallina, dopo un serpentello, in seguito con la cera abbiamo fatto una chiocciolina, infine l’abbiamo colorata con strisce di cera colorata.

Dal testo di: Camilla, Matilde, Valentina, Matteo, Mahmoud.

A SCUOLA SI LEGGE!Se riesci a far innamorare i bambini di un libro, di due, di tre, cominceranno a pensare che leggere è un diverti-mento. Così forse da grandi diventeranno lettori. E leg-gere è uno dei piaceri e uno degli strumenti più grandi e importanti della vita”. (R. Dahl)

...A TEMA “AMICIZIA”Voglio bene al mio amico con la VPerché è vero e veloceSi chiama VincentVive a VeronaMangia molte verdure ricche di vitaminePerché vuole vivere sano.

Voglio bene al mio amico con la DPerché è dormiglioneSi chiama DarioVive nel desertoNon mangia molti dolci perché deve dimagrire,mangia datteriperché gli piace trovarli col suo dromedario

(Giacomo)

Voglio bene al mio amico con la CPerché è curioso; ama costruire città di lego;si chiama Cesare (...)

Classi 4^(Il testo integrale è pubblicato sul sito della scuola)

ATTENTATO A PARIGI

Padiglione ItaliaLa struttura di fuori sembrava fatta di rami bian-chi intrecciati che avvolgevano il grande edificio. All’interno c’era una sala a specchi, questi riflette-

vano le immagini bellissime dei pae-saggi italiani che si trovano nelle 21 regioni. C’era anche il cubo: un gioco di specchi che rifletteva le immagini di monumenti artistici italiani sopra, sotto, di fronte, dietro e di lato.

Dal testo di: Diego , Silvia, Pietro T., Lorenzo.

Curiosità di ExpoIl tema di EXPO è “Nutrire il pianeta, energia per la vita” perché si vuo-le riflettere sul modo di avere cibo sano per tutti, di non sprecare le risorse, di confrontarsi sulle colture e sulle culture dei Paesi del mondo che par-tecipano.Il primo EXPO a Milano fu nel 1906 e aveva come tema “I trasporti”. Il primo EXPO però è stato a Londra.

Dal testo di: Sara, Luca H., Riccardo, Luca B., Aurora.

La Commissione Biblioteca della scuola primaria ha or-ganizzato alcune iniziative sulla lettura con lo scopo di creare occasioni di incontro tra i bambini e tra adulti e bambini per condividere il piacere della lettura fatta in-sieme. (...)

Il prossimo appuntamento sarà per lunedì 21 dicembre per la sera-ta “Voglio stare sveglio!” in collaborazione con l’associazione “Amici della biblioteca”. (...)Un sentito ringraziamento va ai genitori che con grande disponibili-tà ed entusiasmo hanno reso possibile la realizzazione di tutte le ini-ziative e alle colleghe che hanno collaborato alle diverse iniziative.

Le insegnanti della Commissione(Il testo integrale è pubblicato sul sito della scuola)

(I testi integrali degli alunni della 3^D sono pubblicati sul sito della scuola)

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L’Arco e... Scuola...la Freccia SECONDARIA

Il Natale è la festa più importante dell’anno soprattuto per i bambini e per i ragazzi che ricevono doni; è una ricorrenza che si festeggia da tantissimi anni ... ma come vivevano, 60 anni fa, i ragazzi di quei tempi quando il mondo era diver-so?I nostri nonni, Piero e Piera, intervistati da noi ci hanno rac-contato:

“Sono nato negli anni 30 e in quel periodo la povertà nelle famiglie era frequen-te; la sera si mangiava solo e sempre la minestra, i giochi e i vestiti non erano tanti e per questo il Natale era un momento per tutti i ragazzini bellissimo.A Natale era usanza man-giare cibi che durante l’an-

no non si mangiavano mai perché costosi. Uno di questi cibi erano i tortellini perché farli richiedeva tempo e dena-ro, ma era anche usanza mangiare la banana solo a Natale. Da piccoli si riceveva come dono un giocattolo e a volte per fare un regalo servivano i risparmi di tutto l’anno che noi bambini raggruppavamo tra fratelli. Quando si cominciava a diventare più grandi, verso l’età dei 12 anni, non si ricevevano più giocattoli, ma un vesti-to, anche perché io a 10 anni già lavoravo. A quei tempi si pensava che credere a Babbo Natale fosse un peccato per-ché si credeva che fosse Gesù bambino a portare i doni.La città di Melegnano non era addobbata di luci come adesso, ma comunque l’atmosfera nelle chiese e nelle case era molto bella .Ci tenevo a raccontare un episodio dei miei tempi legato al Natale: quando ero piccolo la seconda guerra mondiale c’era ancora e in un Natale Germania e Londra erano in lot-ta. Noi quel Natale decidemmo di mangiare il coniglio; ero contento perché non era da tutti i giorni trovare davanti a sé un piatto del genere. Quando incominciammo a man-giare le sirene che avvisano i bombardamenti suonarono ed io e la mia famiglia fummo costretti a lasciare tutto quel cibo e scappare in campagna. Passammo il giorno di Natale lì e quando tornammo il coniglio era ormai freddo e quindi fu un peccato, ma fortunatamente Melegnano non fu danneggiata. A parte quell’episodio il Natale resta sempre la mia festa preferita sia perché è rivolta alla religione, sia perché si mangiavano cose diverse dal solito e si ricevevano vestiti nuovi, ma anche perché si passava il tempo insieme alla famiglia.”

Lisa, Vittoria, e Martina, 2^B

Il Natale dei nostri nonni

Fin dai tempi più antichi gli uo-mini hanno avuto la necessità di spostarsi. Al giorno d’oggi le persone per motivi soprattut-to lavorativi ed economici cer-cano di spostarsi in luoghi con condizioni di vita migliori.

L’immigrazione è un fenomeno enorme e complesso, ca-pace di cambiare il volto di una società. L’immigrazione oggi sembra rappresentare una grande sfida non solo per il nostro Paese, ma per tutta l’Europa.L’opinione pubblica purtroppo corre spesso il rischio di avere una distorta visione del fenomeno dell’immigrazio-ne e le persone degli stati coinvolti molte volte rischiano di essere razzisti nei confronti degli stranieri e degli immigra-ti. A ciò contribuisce l’azione dei grandi mass-media che si occupano soprattutto di gravi e continue emergenze, le quali portano a trascurare una corretta percezione del fenomeno riguardante milioni di cittadini stranieri. Il “fe-nomeno” immigrazione, infatti, presenta notevoli aspetti economici, sociali, culturali e di ordine pubblico.Non bisogna, però, mai dimenticare che il “fenomeno” immigrazione è fatto dagli immigrati: uomini in carne ed ossa, con le loro storie, le loro speranze, le loro paure e de-bolezze, i loro diritti e doveri, i loro vincoli familiari. La di-mensione dell’immigrato-uomo purtroppo viene troppo spesso trascurata anche da coloro che si vorrebbero porre come i paladini degli immigrati.

Federico R.e Giacomo R., 2^B

L’immigrazione

Per noi giovani la musica è tutto e ci accom-pagna in ogni momento della giornata.Non c’è un momento specifico per ascoltarla;

la musica diverte, ci conforta ed è una delle prime cose che impariamo ad apprezzare; con essa è più facile espri-mere i sentimenti, soprattutto per le persone che hanno bisogno di essere capite. In un certo senso far ascoltare le canzoni che ci piacciono ad una persona è come farsi conoscere veramente. La musica ci comunica messaggi, molte volte il testo di una canzone ci aiuta nei momenti tristi e ci fa riflettere sui nostri errori; essa si prende cura di noi, ma nello stesso tempo ci può far rattristire e ri-cordarci brutti episodi. Per noi giovani è una” medicina senza effetti collaterali” e spesso nella musica cerchiamo un mondo irreale per sottrarci alle sofferenze.

Gaia M., Sara T., 2^B (Il testo integrale è pubblicato sul sito della scuola)

La nostra musica

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Il RazzismoQuest’anno le classi seconde dell’Istituto Calvino hanno letto il libro: ”Il Razzismo Spiegato a Mia Figlia” ( Tahar Ben Jel-loun) che tratta del razzismo in modo semplice e chiaro per i ragazzi della nostra età.

Nel libro, pubblicato nel 1998, l’autore spiega alla figlia il significato di questa parola. Tutti posso essere razzisti, ma i ragazzi e i bambini non hanno una natura razzista, ma vengono influenzati dal mondo che li cir-conda.Il razzismo, afferma l’autore, nasce dalla cattiva educazione familiare; a volte si definisce una etnia nega-tivamente solo perché alcuni suoi elementi sono persone della malavita o perché in un certo momento storico fa comodo a qualcuno avere un capro espiatorio.L’uomo non tende ad amare persone estranee di cui non conosce l’esatta provenienza, costumi e modi di vita; ciò fa sì che nascano il timore e la paura nei confronti di co-lui che è diverso e infine il vero e proprio razzismo. Biso-gnerebbe provare a convivere in pace senza discriminare nessun’altra etnia per religione o aspetti fisici diversi dai propri come il colore della pelle. “Con la cultura si impara a vivere insieme; si impara soprattutto che non siamo soli al mondo, che esistono altri popoli e altre tradizioni, altri modi di vivere che sono altrettanto validi dei nostri.” Tahar ben Jelloun

Martina B.e Federico M, 2^A

Internet, Facebook, WhatsApp, You Tube sono entrati a far parte della vita quotidiana di adulti e ragazzi, anche se è soprattutto tra gli adolescenti che essi suscitano il mag-giore interesse.Oggi si naviga sempre più spesso utilizzando direttamen-te gli smartphone di ultima generazione che ormai ognu-no di noi possiede. Dal modello più tecnologico a quello più abbordabile, i nostri telefoni diventano il più facile e immediato accesso anche al mondo dei social network, che spesso sono fuori dal controllo di genitori e adulti in genere.Il telefono non serve quasi più per effettuare delle chia-mate. La maggior parte del tempo passato dagli adole-scenti sullo smartphone è legato alla navigazione in Inter-net. Un adolescente infatti trascorre mediamente due ore della sua giornata connesso alla rete (accedendo ai social network, alla messaggisti-ca istantanea ad essi col-legata, ai giochi, ai video di You Tube e alle altre ap-plicazioni supportate dalla rete), mentre soltanto po-chi minuti sono dedicati a telefonate e sms.La situazione risulta sicuramente più critica in America, dove più dei due terzi degli adolescenti hanno profili Fa-cebook, chattano sui social e utilizzano You Tube.In Italia i dati in percentuale sono certamente più bassi ri-spetto a quelli americani, per quanto in continuo aumen-to. Il 60% dei ragazzi italiani in effetti preferisce passare il proprio tempo libero in casa, ma nel nostro Paese si guar-da ancora troppa televisione e si utilizzano molti video-giochi.Abbiamo provato a fare una piccola indagine tra i nostri compagni ed è emerso che in media essi trascorrono da un’ora a un’ora e mezza al giorno navigando in rete.La fascia più ampia di utenti di Facebook, in Italia, com-prende le persone tra i 18 e i 40 anni!I minori di quattordici anni non potrebbero accedere a Facebook, ma aggirano questo ostacolo dichiarando date di nascita fasulle nel momento in cui devono effettuare la registrazione.

Di questo passo la nostra ge-nerazione passerà sempre meno tempo libero all’aria aperta rinchiudendosi tra quattro mura in compagnia della tecnologia. Filippo C. e Diego V., 2^D

Più tempo sui telefoni che all’aria aperta!

Tutti sanno cos’è il Natale, ma molti non conoscono la verità sul modo in cui la figura del suo protagonista, Babbo Natale, si è formata nel nostro immaginario.Haddon Hubbard Sundblom, noto come “Sunny” Sundblom, illustratore e pittore statuni-tense, nel 1931 inventò il classico Babbo Natale al quale noi siamo abituati a pensare: quello della Coca-Cola. Il Babbo Natale di Sunny era il perfetto uomo della Coca-Cola: più grosso del normale, vestito di un rosso brillan-te, sempre allegro e colto in stravaganti situazioni che si concludevano con una bella bevuta della famosa bibita, ottenuta come ricompensa dopo una dura notte di lavo-ro passata a consegnare giocattoli. Ogni Natale Sunny creava un’altra pubblicità avidamen-te attesa dal pubblico e raffigurante il Babbo Natale della Coca-Cola. Se si può dire che la Coca-Cola abbia esercita-to una sottile e penetrante influenza nella cultura ame-ricana, occorre anche ammettere che essa ha forgiato direttamente il concetto americano di Babbo Natale. (...)

Giulia C. e Maddalena U., 2^C (Il testo integrale è pubblicato sul sito della scuola)

Vestito rosso per Babbo Natale

Per Natale vorrei che tutti gli esseri umani possano vivere la propria vita quotidiana come se fosse il loro momento migliore. (Edoardo R., 2^D) Per Natale vorrei che tutti i bambini avessero un dono. (Paola K., 2^C)

La Dirigente e la Redazione augurano a tutti voi

un sereno Natale e un felice Anno Nuovo!

La RedazioneRESPONSABILE PROGETTOCorona Lina

COMITATO DI REDAZIONEDOCENTIBottai LauraDe Pietro MariangelaLembo Nunzio Marzani CarmenMatera ManuelaRaimondi Paola

ALUNNIFanno parte della redazione un gruppo di alunni delle classi seconde della scuo-la “Calvino” che hanno firnato gli articoli.

La redazione ha privilegiato la pubblicazione del materiale prodotto dagli alunni, rispet-tandolo quanto più possibile nella forma consegnata.

PROGETTO E.A.T.Educazione Alimentare TeenagersQuest’anno le seconde della scuola media I. Calvino hanno aderito al progetto E.A.T. (Educazione Alimentare Teena-gers).Questa iniziativa è stata intrapresa dal Policlinico di San Donato, che vorrebbe creare una statistica nella quale vengono rilevate le percentuali dei ragazzi sovrappeso e di quelli sotto-peso.Questo progetto nella nostra scuola è iniziato a novembre 2015 e terminerà a maggio 2017.Due esperti del Policlinico hanno esaminato, previa autorizzazione, gli alunni e tratteranno nelle classi, con i ragazzi, diversi argomenti relativi all’alimentazione. “L’obiettivo è quello di migliorare la salute, l’alimentazio-ne, lo stile di vita e l’attività fisica dei soggetti coinvolti”.Lo studio ha coinvolto già oltre 1400 adolescenti del-le scuole secondarie di primo grado di alcuni comuni dell’hinterland milanese dal 2009 al 2014. Tra i ragazzi che hanno già partecipato all’intervento i ricercatori del progetto EAT hanno riscontrato una riduzione di obesità di circa il 25%, soprattutto tra le ragazze; il progetto mes-so in atto ha avuto successo nel modificare lo stile di vita degli adolescenti.Da quest’anno anche le scuole di Melegnano partecipe-ranno a questa iniziativa.Le novità più apprezzate dell’intervento educativo, vol-to a promuovere la sana alimentazione e il movimento, sono, oltre alle lezioni tenute da specialisti in classe in orario scolastico, il libretto di educazione alimentare e alcuni strumenti educativi donati ai ragazzi (verranno re-galati un contapassi e una borraccia).

Chiara B., Elena S., 2^B

I ragazzi praticano lo sport per vari mo-tivi: per passione, per tenersi in movi-mento, per distrarsi e anche per stare

LO SPORT

Le festa del Natale ha origini molto an-tiche ed ha subito nel tempo profonde modificazioni, sia nella ritualità che nei personaggi protagonisti della festa, come Babbo Natale o i personaggi del Presepe.Molte sono le tradizioni, le pratiche ed i simboli familiari del Natale, come l’albero di Natale, i cibi natalizi, l’agrifo-glio, il vischio, lo scambio di doni, già presenti nelle tradi-zioni di alcuni popoli nordici prima dell’introduzione del cristianesimo.Nell’antichità l’uomo viveva molto in contatto con la na-tura perché da questa ne dipendeva la sopravvivenza. Al centro del ciclo naturale c’era il sole che nei paesi del Nord Europa d’inverno perdeva potenza riducendo il suo corso nel cielo, così quei popoli organizzavano feste e accende-vano fuochi per ridare forza al soleLe celebrazioni del solstizio invernale, 22 Dicembre, erano molto diffuse e popolari nel Nord Europa prima che fosse-ro immesse nella tradizione cristiana; la parola Natale era definita con yul, da cui è stato tratto il termine anglosas-sone yule che significa appunto Natale. Nelle tradizione celtica precristiana Yule era la festa del solstizio d’inverno. (...) Alessandro MV., Matteo L., Nicolas S., Alessan-dro C., 2^B

(Il testo integrale è pubblicato sul sito della scuola)

NATALE E SUE TRADIZIONI: le origini

con gli amici. Allo sport ci si può appassionare in vari modi: perché lo si guarda alla televisione, perché si viene coinvolti da un amico, anche perché lo si viene a conoscere attraverso la scuola. (...)I valori dello sport sono diversi. Se prendiamo in conside-razione sport come la pallacanestro i valori positivi sono: il gioco di squadra, l’integrazione di ragazzi con pochi amici con il gruppo della squadra. In altri casi possono esserci anche dei valori negativi causati dalle persone che vivono in una maniera sbagliata lo sport, come il comportamen-to di alcuni tifosi allo stadio, ovvero le risse e gli insulti ai giocatori.In conclusione, lo sport è una fonte di divertimento, un modo per stare con gli altri e un modo per tenersi in mo-vimento.

Massimo G. e Aessandro S., 2^A(Il testo integrale è pubblicato sul sito della scuola)

UN PO’ DI FANTASIA PER SEMPLICI E SPONTANEE RIFLESSIONI

Il mio ritorno in questa battigia bianca mi fa riposare e mi conduce ad acque tranquille, seguendo il profumo di un candido pancratium, conosciuto da tutti come gi-glio di mare, calpesto tutti gli spazi possibili nel silenzio dell’abisso blu e ad ogni passo riemerge una semplice riflessione, dopo un intenso ascolto della realtà.Per giorni il mio raggio d’azione ha colpito degli obiettivi in movimento che pulsavano battiti vitali, comunemente esseri umani, di grandi e piccole taglie. Il respiro affanno-so sottolineava la fame di aria che scivolava sull’asfalto perché le relazioni ondeggiavano freneticamente in un paesaggio artificiale.Una missiva continua naviga tra le mani che abbracciano un freddo veliero, animato da emoticon touch screen. In passato, da una parte c’era il mondo reale e dall’altra l’ir-realtà, l’immaginario, il sogno. Ora non più, ma lo schermo è il luogo dell’attrazione, poiché si costruisce con immagini seducenti e attrattive. Attesa, trepidazione, capacità di meravigliarsi, paesaggi ormai cancellati. L’uomo della civiltà occidentale riserva tutta la sua atten-zione sul mondo esterno e indirizza tutta la sua attività verso fini che hanno attinenza con quel mondo. La nostra società premia il materialismo e l’efficientismo che porta all’avere, al possedere. Spesso le persone sono notevolmente intelligenti, ma incontrano difficoltà a va-lorizzare questa loro attitudine a causa dell’interferenza di fattori di ordine emotivo che generano insicurezza e altre inibizioni. Oggi abbiamo chi si annoia se non è a contatto con si-tuazioni dinamiche che danno sensazioni forti, chi non ha le ali della sensibilità per volare verso gli altri e chi è spento e si contorce nella mela dell’egoismo. Una mia amica, Susanna, un giorno mi disse: caro Grillo, raramente ci accorgiamo di un fiore sconfitto dal vento, di un colore diverso del cielo, di una parola colorata in mezzo a tante parole anonime perché diamo alito ad un’ombra che ci acceca. Eppure io vivo i miei passi lungo questa distesa di sabbia mentre il sole apre i suoi raggi, quindi la palude descritta precedentemente sarà un miraggio. Per me lo è, perché cari ragazzi, esiste un segreto e non un rimedio o medici-na, la cura è semplice, bisogna decollare con un sorriso, perché il sorriso è quella linea curva che raddrizza tutto. Caratterizza il cammino verso l’armonia di una contro-tendenza perché ciò che ci fa crescere è il dialogo conti-nuo con gli altri. Mi rivedo nel pastore del grande Leopardi, che contem-plando il cielo stellato nel silenzio della notte chiedo il perché di questa vita. La risposta è che noi umani abbiamo un’unica aspirazio-ne che è la felicità, ma per raggiungerla bisogna partire da quello che dimora nel nostro cuore. In questo canto d’aiuto, dove il tempo fugge e non ab-biamo i mezzi per fermarlo è fondamentale trovare uno

il grillo parlante

scalpello per modellare il corredo di un’esistenza non ba-sata sull’avere o su vie di comunicazioni elettroniche, ma vivere un abbraccio e sentire la voce di un ferito.

TRADIZIONI NATALIZIE NEL MONDO“La cultura è l’insieme di conoscenze e di pratiche acqui-site che vengono trasmesse da generazioni in generazio-ni o da diversi popoli...”Grazie all’Expo Milano 2015 abbiamo avuto la possibilità di fare il confronto tra diverse culture e non solo per quel che riguarda il modo di alimentarsi.Per cultura si possono intendere tante cose, per esempio i modi di festeggiare nel mondo, e poiché siamo prossimi a festeggiare Natale e Capodanno abbia-mo cercato di capire in che modo, in alcune zone della Terra, i festeggiamenti differiscono dai nostri.Partendo dall’Italia abbiamo notato come a Capodanno si festeggia mangiando il cotechino e le lenticchie e re-stando per lo più tutti in famiglia.In Ucraina la mattina di Natale si va in chiesa. Il piatto principale con cui si festeggia è fatto a base di uova con maionese. Secondo la testimonianza di un nostro com-pagno che è venuto in Italia proprio dall’Ucraina, i regali sono accompagnati da tre o quattro mandarini. Babbo Natale poi è raffigurato con moltissimi aiutanti.In Austria, un mese prima della vigilia, inizia “il periodo del Tirolo”: antiche tradizioni rivivono nelle piazze e nei paesi di montagna dove si possono visitare i presepi e anche i mercatini natalizi.In Germania le tradizioni natalizie variano da regione a regione. San Nicola, che per la maggior parte dei bambi-ni rappresenta il vero Babbo Natale, porta i doni la notte della vigilia e li pone sotto l’albero dopo aver mangiato un semplice pasto.In Gran Bretagna i fuochi d’artificio sono parte integran-te delle celebrazioni natalizie, mentre spettacoli di mimo sono molto popolari tra le giovani famiglie. La città di Oslo offre in dono a Londra delle ghirlande in segno di ringraziamento per l’azione svolta dal Regno Unito in fa-vore della Norvegia durante la Seconda Guerra mondia-le. L’albero di Natale che viene eretto a Trafalgar Square, a Londra, è il più conosciuto e il più famoso di tutta la Gran Bretagna.In Scandinavia fa buio nel primo pomeriggio e quindi si preparano lunghe e grandi feste natalizie: questa voglia di festeggiare il Natale si chiama “JULATFEN”. Durante i fe-steggiamenti si mangiano oche arrosto e budino di riso e nelle strade si offre alla gente la birra Carlsberg prodotta proprio in occasione del Natale. In Svezia, in particolare, tutto il mese di dicembre è impiegato per i preparativi le-

gati al Natale: si preparano i dolci, si addobbano le case, si assiste alla processione di Santa Lucia che avviene il 13 dicembre. Durante la vigilia di Natale si organizzano grandi feste in famiglia; in questa occasione i bambini aspettano l’arrivo del Tomte che in origine era un piccolo folletto che proteggeva le famiglie e i casolari; ora il Tom-te equivale al nostro Babbo Natale che porta i doni nata-lizi. Tipico delle feste natalizie è anche lo julbord, una va-riante dello smörgåsbord, ovvero un buffet che include tutti i piatti tradizionali della cucina svedese. Le aziende, tradizionalmente, durante le settimane che precedono il Natale, invitano i loro impiegati ad una festa di Natale con lo smörgåsbord.Nell’Europa dell’Est, i paesi slavi seguono la tradizione di “Ded Moroz” o “Nonno glaciale”. Secondo la leggenda egli viaggia su una magica troika, una slitta, cioè, decora-ta e trainata da tre cavalli, per consegnare i doni ai bam-bini. Si pensa che anche questo personaggio discenda da Santa Claus e da Saint Nicholas.Le celebrazioni natalizie in Russia sono state ripristina-te dal 1992, dopo quasi settant’anni di soppressione di ogni festeggiamento da parte del governo comunista. I festeggiamenti si svolgono soprattutto durante la vigilia di Natale, quando viene consumata la “Sacra Cena”, che consiste in dodici portate, una per ogni apostolo di Gesù. La tradizione russa è tenuta viva dalla visita del “Nonno Gelo” e dalla sua “Ragazza della neve” durante il primo giorno dell’anno.

Davide A. e Gianmarco R., 2^D

Noi alunni di 3^D siamo andati a Milano a vedere la mostra di Giot-to, per guidarci nella visita ci han-no dato un libretto che si intitola “Fiore, pietra, mortaio…a bottega dal maestro”. Nella prima opera c’era la Madonna con Gesù e due an-geli, in un polittico c’era la Madonna e il suo bambino le toccava il vestito di colore blu, ricavato dal lapislazzulo. C’era anche un affresco che si intitola “Testa di pastore”, quel pastore è il papà di Maria, Gioacchino. Nella mostra di Giotto c’era la Madonna con il manto rosa che viene incoronata da Gesù, intorno a lei ricchi, poveri, pastori, vescovi, suonatori, angeli e santi. Questo polittico, chiamato Baroncelli, ci ha ricordato l’affresco del Giudizio Universale a Padova, in cui, fra tante figure, Giotto si è ritratto.

Matilde, Pietro T., Sara A noi la mostra di Giotto è piaciuta perché i suoi quadri e polittici sembravano che stessero raccontando delle storie. I suoi colori erano belli e brillanti e l’oro li illumina-va. I suoi colori preferiti erano l’oro e il blu ottenuto dal lapislazzulo, una pietra preziosa dell’Oriente. Giotto per dipingere i polittici e i trittici usava delle tavole di pioppo

GIOTTO: l’ITALIA

che levigava con la pietra d’agata. Giotto ha affrescato le chiese più importanti d’Italia, ad esempio la chiesa di Assisi e la cappella degli Scrovegni a Padova. La famiglia degli Scrovegni era molto ricca, per questo ha edificato una chiesa molto bella tutta affrescata da Giotto.

Silvia, Valery, Aurora Noi alunni di 3^D, il 3 novembre, siamo andati a visitare la mostra di Giotto a Palazzo Reale, a Milano. All’ingresso una signora ci ha mostrato le pietre prezio-se che usavano i pittori dell’epoca di Giotto per ricavare pigmenti e ci ha spiegato come dipingere con i colori ot-tenuti anche dai fiori secchi. Quando siamo entrati c’era un affresco, staccato dal muro originale, dopo c’era un polittico che rappresenta i Santi. C’era anche un polittico in cui la Madonna viene incoro-nata da Gesù per essere regina del Paradiso ed intorno a loro ci sono gli angeli. Verso l’uscita c’era una sala con le fotografie di altri quadri del famoso pittore italiano, che però non c’erano alla mostra di Giotto a Milano. La mostra a qualcuno di noi è piaciuta, per qualcuno in-vece è stata un po’ noiosa, comunque è piaciuto più di tutto il polittico Baroncelli, quello con la Madonna vesti-ta di rosa con intorno tantissime persone.

Luca B., Francesca, Pietro G.

Noi alunni di 3^D siamo an-dati a Eataly, quando siamo entrati nel grande e magni-fico supermercato a tre piani abbiamo conosciuto Anto-nio, il signore che ci ha fatto da guida, e Nicola lo seguiva. Siamo andati al reparto cioccolato e abbiamo visto una cascata di tutti i tipi di cioccolati italiani. Antonio e Nicola ci hanno fatto vedere com’è il procedimento per prepa-rare il pane italiano; nel reparto della farina ci hanno mo-strato tutte le farine. Siamo poi arrivati al caseificio che produce la mozzarella e ci hanno fatto vedere molto bene il procedimento per-ché sia filante, poi la pasta viene mozzata, cioè tagliata, da qui il nome. Successivamente abbiamo visto tutti i salumi, i pesci, le carni italiani, pronti per essere venduti e mangiati. In se-guito abbiamo fatto merenda con una squisita tavoletta di cioccolata e il pane e un bicchiere d’acqua. Dopo abbiamo fatto il “Gioco della gallina” per imparare i prodotti della terra nelle diverse stagioni: la squadra di Luca H., Pietro M., Matteo, Lorenzo, Diego ha fatto più punti delle altre. Infine abbiamo mangiato la pizza gu-stosissima, piena di mozzarella, pomodoro e basilico, un ottimo piatto!

Matteo, Luca H., Lorenzo

EATALY

Noi alunni di 3^D siamo andati a Eataly e abbiamo visto i cibi italiani. Le nostre guide erano Nicola e Antonio e ci hanno fatto vedere come si produce il cioccolato, il pane, la mozzarella e i banchi con pesce e carne freschi. Poi per divertirci abbiamo fatto il “Gioco della gallina”: c’erano due dadi da tirare per proseguire un percorso numerato sul tabellone, ad ogni casella capitavano del-le domande sui cibi se no Antonio faceva assaggiare un tipo di cibo da indovinare ad occhi bendati. Questo gioco ci ha dimostrato che eravamo già pronti e preparati sull’argomento.

Riccardo, Diego, Nicole

Noi alunni di 3^D siamo andati in gita a Milano. Quando siamo arrivati in città abbiamo camminato tan-tissimo per andare a Eataly che è un negozio grandissi-mo di prodotti alimentari italiani. Là c’era Antonio che ci ha fatto da guida, ci ha mostrato come si produce la mozzarella e il pane. Poi ci ha portato in una sala dove ci hanno dato il pane con il cioccolato e un bicchiere d’acqua, in seguito abbiamo giocato al “Gio-co della gallina”. Prima ci siamo divisi in gruppi da cinque, poi due bambi-ni per gruppo tiravano i dadi e spostavano il segnaposto sul tabellone. Ad ogni casella bisognava rispondere alle domande sull’alimentazione e c’erano dei giochini da fare, ad esempio, indovinare un cibo, assaggiandolo da bendati. Quando è finito il gioco siamo andati a mangiare la pizza nel reparto panetteria, era deliziosa, grande, con mozza-rella, pomodoro e basilico.

Giorgia, Valentina

GRATTACIELINoi alunni di 3^D il 3 novembre siamo andati a Milano e abbiamo osservato il nuovo quartiere di Por-ta Nuova. Abbiamo attraversato l’acqua della fontana bagnandoci, era straordi-nario. C’erano due ragazzi che giocavano a bigliardino e noi, appena visti,

con tutti i compagni ci siamo messi a giocare con loro perché c’erano ventidue postazioni! La piazza Gae Aulenti è bellissima: ci sono tanti grattacie-li. Tra i tanti della zona, ce ne era uno dove qualche anno fa un piccolo aereo ha sbattuto contro, si chiama grat-tacielo Pirelli, detto Pirellone, era la vecchia sede della Regione Lombardia, poco lontano si vedeva, ancora più alto, il nuovo palazzo della Regione, con il suo simbolo: la rosa camuna. Successivamente abbiamo visto il parco dove in estate

c’era un campo di grano, era bello!

Pietro M., Daniel Noi alunni della 3^D siamo andati a visitare la mostra di Giotto, un artista famoso in tutta Italia e nel mondo. Mentre percorrevamo la starda per arrivare alla mostra abbiamo visto tre bigliardini: due erano piccoli e uno era per ventidue giocatori. Questi giochi si trovavano al centro di una piazza circon-data da grattacieli. Vicino c’era un grattacielo altissimo e bellissimo, fatto tutto di vetro e acciaio. Altre torri avevano ampi balconi con il giardino vertivale, cioè balconi pieni di piante e fiori.

Camilla, Iulian

PADIGLIONE ZERO

Noi alunni di 3^D, il 13 ottobre, siamo andati ad EXPO Milano 2015.Il primo padiglione che abbiamo visitato è stato il Pa-diglione Zero. Dentro c’è una libreria gigante e ci sono tantissimi cassetti, simbolo della memoria e delle cono-scenze degli uomini dalla loro comparsa sulla Terra ad oggi. Nella sala accanto c’è il tronco di un albero, ma si vede solo la metà inferiore, il tronco è possente e forte come la natura. Voltandosi, si vede un filmato sulla vita passata: coltivazione, allevamento e pesca. Passando alla stanza successiva, c’è un’esposizione di tanti semi di di-verso tipo, sembra una decorazione. Nella sala degli ani-mali, curiosamente i pesci sono appesi in alto. Il percorso è proseguito all’esterno dove c’è un tavolo con i conti-nenti prima che si separassero (Pangea) e si vede il resto dell’albero con le fronde che si allargano come l’umanità e le sue conoscenze. Rientran-do ci sono attrezzi da lavoro antichi, un passaggio dentro un enorme vaso in cui sembra di essere dentro al cibo, som-mersi da acqua e chicchi di mais. Uscendo dal vaso c’è un paesaggio in miniatura dove si vedono le diverse fasi in cui l’uomo lo ha modificato: campi, cave, paesi, città, in-dustrie, ferrovia e porto. Successivamente abbiamo visto la sala della borsa con i prezzi degli alimenti nel mondo, poi un filmato di eventi naturali catastrofici, quelli più potenti, che creano distruzione, a volte sono conseguen-za del comportamento umano, infine una montagna di spazzatura, cioè alimenti sprecati.

Pietro M., Pietro G., Giorgia, Nicole

LABORATORIO CASCINA TRIULZA

Tutte le classi terze della nostra scuola, il 13 ottobre, sono andate all’EXPO di Milano.

Tra le varie attività noi abbiamo partecipato al laborato-rio della cera. All’inizio le animatrici hanno letto una sto-ria dal titolo “La regina delle api”. Contemporaneamente c’era un mini-teatro con pupazzetti animati. Dopo un’ani-matrice ci ha fatto recitare una filastrocca con i gesti che parlava proprio di api regine e operaie e di fuchi. Poi ci hanno fatto fare la manipolazione della cera: pri-ma bisognava scaldarla, poi bisognava fare una pallina, dopo un serpentello, in seguito con la cera abbiamo fat-to una chiocciolina, infine l’abbiamo colorata con strisce di cera colorata. Quando siamo usciti, nel cortile della cascina Triulza ab-biamo visto come si produce il Grana Padano e vicino c’erano delle mucche finte tutte colorate e una poteva essere munta, però non funzionava più!

Camilla, Matilde, Valentina, Matteo, Mahmoud

CHILDREN PARK

Noi alunni di 3^D, il 13 ottobre, siamo andati all’EXPO di Milano per partecipare alle attività del Children Park. Al Children Park c’era il gioco delle campane: sotto ad ognuna dovevi usare l’olfatto per sentire l’aroma e poi cercare la pianta che lo produce. Al secondo gioco c’erano degli imbuti chiusi in fondo, si poteva raccogliere l’acqua che pioveva dall’alto attraver-so tubi che si illuminavano. Durante il terzo gioco, la maestra ha pescato con la can-na una pallina dalla vasca e noi alunni abbiamo letto il messaggio che conteneva, poi abbiamo scritto noi un

messaggio da lascia-re nella pallina che abbiamo messo in un tubo e l’ha rigettata nella vasca.Arrivati al quarto gioco, c’erano delle pese dove i bambini dovevano salire e si calcolava il loro peso

e l’equivalente in ani-mali, ad esempio, 5 bambini = 10 scimmiette. C’era poi un tendone con tanti schermi alle pareti, noi dovevamo metterci davanti ad uno schermo e nasceva un albero, ci muovevamo e l’albero muoveva i rami. Al gioco delle biciclette dovevamo pedalare per produr-re energia che faceva uscire acqua dalla fontana; il gioco della verdura gigante non l’abbiamo potuto fare perché la pioggia aveva bagnato tutto, però noi ci siamo diverti-ti a giocare a nascondino. Passando da un gioco all’altro abbiamo osservato gli alberi da frutta che rendevano il Children Park più bello.

Valery, Iulian, Francesca, Daniel

CURIOSITA’ DI EXPO

Alcuni bambini di 3^D sono stati a EXPO Milano 2015, ma prima hanno imparato che cos’è EXPO ricercando al-cune informazioni.EXPO è un’esposizione universale che si svolge ogni 5 anni. Il tema di EXPO è “Nutrire il pianeta, energia per la vita” perché si vuole riflettere sul modo di avere cibo sano per tutti, di non sprecare le risorse, di confrontarsi sulle colture e sulle culture dei Paesi del mondo che par-tecipano.Il primo EXPO a Milano fu nel 1906 e aveva come tema “I trasporti”. Il primo EXPO però è stato a Londra anche se tutti ricordano quello di Parigi perché è rimasta la Torre Eiffel. Anche Roma voleva il suo EXPO ma l’hanno annul-lato perché c’era la seconda guerra mondiale.Il simbolo di EXPO Milano è l’albero della vita e la ma-scotte è Foody.Ad EXPO c’è la copia della Madonnina del Duomo di Mi-lano a grandezza reale, così chi è lontano dal duomo può guardare quella di EXPO. Ci sono anche delle statue che

assomigliano alle opere di Arcimboldo, che rappresenta-va le figure umane con gli alimenti, la frutta e la verdura.Noi bambini di 3^D abbiamo provato ad andare sulla rete del Padiglione Brasile, ma dopo 10 minuti di fila è venuta una forte pioggia e abbiamo rinunciato.

Sara, Luca H., Riccardo, Luca B., Aurora

PADIGLIONE ITALIA

Noi bambini di 3^D siamo andati all’EXPO di Milano e abbiamo visitato il Padiglione Italia. La struttura di fuori sembrava fatta di rami bianchi intrecciati che avvolgeva-no il grande edificio. All’interno c’era una sala a specchi, questi riflettevano le immagini bellissime dei paesaggi italiani che si trovano nelle 21 regioni. C’era anche il cubo: un gioco di specchi che rifletteva le immagini di monumenti artistici italiani sopra, sotto, di

...A TEMA “AMICIZIA”

Voglio bene al mio amico con la VPerché è vero e veloceSi chiama VincentVive a VeronaMangia molte verdure ricche di vitaminePerché vuole vivere sano.

Voglio bene al mio amico con la DPerché è dormiglioneSi chiama DarioVive nel desertoNon mangia molti dolci perché deve dimagrire,mangia datteriperché gli piace trovarli col suo dromedario

(Giacomo)Voglio bene al mio amico con la CPerché è curioso; ama costruire città di lego;si chiama Cesarevive a Codognomangia cioccolato e caramellema ha la carie e il mal di pancia!

(Alessandro)Voglio bene alla mia amica con la RPerché è raggiante, radiosa, non è ridicola.Si chiama RaissaVive a Rocca BrivioMangia ribes, risotto e rapePerché rendono rumorosi.

(Rebecca) Voglio bene al mio amico con la RPerché è rumoroso e non porta rancoreSi chiama RubenVive a Roma

Mangia ribes e riso perché è un grande rigorista. (Gabriel)

Voglio bene alla mia amica con la CPerché è calma e concentrataSi chiama CamillaVive a CataniaMangia carote e beve camomillaPerché è creativa.

Voglio bene alla mia amica con la LPerché legge e lavoraSi chiama LuciaVive in LombardiaMangia lamponiPerché è libera e luminosa.

(Melania) Voglio bene alla mia amica con la RPerché ride sempreSi chiama RebeccaVive a RomaMangia ravioli, rape e risoPerché rendono ribelli.

(Aurora M.) Voglio bene al mio amico con la VSi chiama VincentÈ veloce, vispo, vincenteVive a ValenciaGli piace la verza e beve il vinoÈ un vero volenteroso.

(Andrea M.) Voglio bene alla mia amica con la RPerché è regaleVive in RussiaSi chiama RebeccaMangia rose e risoPerché in Russia regalano radiosi momenti.

(Meriem) Voglio bene al mio amico con la CPerché è chiacchierone e si commuove facilmenteSi chiama ChristianVive a CrotoneMangia crocchette e cipollinePerché è convinto che sono buone.

(Andrea C.)Voglio bene alla mia amica con la SPerché è sveglia e scherzosaSi chiama SofiaVive a San DonatoMangia salsicce e salamePerché è una splendida bambina.

(Marina) Voglio bene alla mia amica con la GPerché è gentile e generosa.Si chiama GiuseppinaVive a Genova.Mangia gelato e gocce di cioccolatoPerché è una gran golosona!

(Aurora Z.)

fronte, dietro e di lato. Continuando nella visita, abbiamo visto un video con la Basilica di San Francesco d’Assisi colpita dal terremoto e la sua ricostruzione; questa chiesa ha le pareti dipinte da Giotto. Un’altra sala mostrava il modellino della Terra senza l’Italia: faceva uno strano effetto. Non abbiamo potuto entrare nella sala buia che ti per-metteva di usare gli altri quattro sensi al posto della vi-sta, perché c’era troppo tempo da attendere.Dal Padiglione Italia si vedeva l’albero della vita e noi lo abbiamo ammirato fiorire e colorarsi al riparo dalla piog-gia, poi ne abbiamo visto un altro in miniatura, in una sala, e vicino c’era la cartolina della piazza del Campido-glio a Roma che lo ha ispirato. Abbiamo capito che l’Italia ha delle bellezze di panorami e di capolavori ma anche delle persone che sanno fare tante cose, alcune stanno studiando dei modi per col-tivare, usando delle sostanze che non inquinano e non danneggiano la salute di chi mangia quei prodotti agri-coli.

Diego, Silvia, Pietro T., Lorenzo

Voglio bene alla mia amica con la APerché è amica degli animaliSi chiama AuroraVive ad AnconaMangia ananas, avocado e arancePerché è un’autentica salutista.

(Lucia)Voglio bene alla mia amica con la MPerché è molto maturaSi chiama MelaniaVive in montagnaMangia more, mirtilli e mele Perché è una gran mangiona.

(Sofia)Voglio bene al mio amico con la PPerché è pazzerello e pigroSi chiama PietroVive in PoloniaMangia pinoli, pizza e patatinePerché è un prezioso amico.

(Vincent) Le classi 4^

A SCUOLA SI LEGGE!Se riesci a far innamorare i bambini di un libro, di due, di tre, cominceranno a pensare che leggere è un divertimento. Così forse da grandi diventeranno lettori. E leggere è uno dei piaceri e uno degli strumenti più grandi e importanti della vita” (R. Dahl)

La Commissione Biblioteca della scuola primaria ha or-ganizzato alcune iniziative sulla lettura con lo scopo di creare occasioni di incon-tro tra i bambini e tra adulti e bambini per condividere il piacere della lettura fatta insieme.

Le diverse proposte nascono dalla convinzione che la lettura abbia un ruolo decisivo nella formazione cultura-le di ogni individuo.Nel mese di ottobre tutte le classi del Plesso sono state coinvolte nella ma-ratona di Libriamoci “A scuola con tante storie”, settimana di lettura promossa dal Ministero dell’Istru-zione; i ragazzi delle quinte, con un po’ di emozione, hanno letto e interpretato storie per gli amici delle prime. Notevole e indispensabile la collaborazione degli adulti: un buon gruppo di genitori ha regalato del tempo allietando i bambini con letture e merenda; mae-stro Francesco li ha deliziati con una libera e animatissi-

ma interpretazione di storie.Nella settimana dal 30 novembre al 5 dicembre si è tenu-ta la Mostra-mercato del libro, aperta a tutto l’Istituto, in collaborazione con la libreria dei ragazzi di Milano e che darà modo di reinvestire il 20% del ricavato in libri per la biblioteca scolastica.L’avvio è stato sabato 30 novembre con due laboratori che hanno visto la vivace partecipazione di bambini e genitori. Durante la settimana, accompagnata da letture animate, si è susseguita la visita delle classi del plesso, dei bambini delle scuole dell’infan-zia e di alcune classi della scuola secondaria. Una merenda letteraria ha concluso questa settimana di in-tensa attività.Il prossimo appuntamento sarà per lunedì 21 dicembre per la serata “Voglio stare sveglio!” in collabora-zione con l’associazione “Amici del-la biblioteca”.L’interesse verso la lettura ed il pia-cere ad esercitarla sono obiettivi

che gli insegnanti si pre-figgono di trasmettere ai propri alunni.Queste proposte vogliono essere un significativo sup-porto alle attività che, quo-tidianamente, si svolgono in classe per potenziare e consolidare il piacere di

leggere, suscitare l’attenzione e l’interesse.

Un sentito ringraziamento va ai genitori che con grande disponibilità ed entusiasmo hanno reso possibile la rea-lizzazione di tutte le iniziative e alle colleghe che hanno collaborato alle diverse iniziative.

Le insegnanti della Commissione

ATTENTATO A PARIGIE’ da un po' di tempo che sentiamo parlare in TV di un attentato nella città di Parigi fatto dall'Isis, un gruppo di terroristi che dicono di credere in Allah.Per noi l'attacco non è stato giusto per vari motivi:- perchè prima di uccidere, la gente dell'Isis grida una fra-se che tradotta significa “Dio è grande” ma se poi uccidi è come bestemmiare;- poi perchè è morta una ragazza italiana che era pacifi-sta;- ci dispiace anche perchè se l'uomo non smette di fare la guerra l'umanità finirà!Siamo stati fortunati perchè l'Isis non ha distrutto i posti più importanti della città di Parigi.

Noi tutte le sere preghiamo per le famiglie dei morti e anche per far cambiare idea all'Isis e per fargli decidere di non fare più la guerra.Speriamo che condividiate i nostri pensieri.

Irene D., Irene M., Nicole, Sara, Deborah,

Classe 5^A

La nostra musicaPer noi giovani la musica è tutto e ci accompagna in ogni momento della giornata.Non c’è un momento specifico per ascoltarla; la musica diverte, ci confor-ta ed è una delle prime cose che im-pariamo ad apprezzare; con essa è più

facile esprimere i sentimenti, soprattutto per le persone che hanno bisogno di essere capite. In un certo senso far ascoltare le canzoni che ci piacciono ad una persona è come farsi conoscere veramente. La musica ci comuni-ca messaggi ,molte volte il testo di una canzone ci aiuta nei momenti tristi e ci fa riflettere sui nostri errori; essa si prende cura di noi, ma nello stesso tempo ci può far rat-tristire e ricordarci brutti episodi. Per noi giovani è una” medicina senza effetti collaterali” e spesso nella musica cerchiamo un mondo irreale per sottrarci alle sofferen-ze.Le canzoni più ascoltate da noi giovani sono principal-mente quelle hip-hop, rap e house.Noi giovani ascoltiamo determinate canzoni perché con esse ci sentiamo a nostro agio e certi testi rispecchiano la nostra personalità. Una delle boyband più ascoltata è “5 seconds of sum-mer”.

Gaia M., Sara T., 2^B

Vestito rosso per Babbo NataleTutti sanno cos’è il Natale, ma molti non conoscono la ve-rità sul modo in cui la figura del suo protagonista, Babbo Natale, si è formata nel nostro immaginario.

Haddon Hubbard Sundblom, noto come “Sunny” Sun-dblom, illustratore e pittore statunitense, nel 1931 in-ventò il classico Babbo Natale al quale noi siamo abituati a pensare: quello della Coca-Cola. Il Babbo Natale di Sunny era il perfetto uomo della Coca-Cola: più grosso del normale, vestito di un rosso brillante, sempre allegro e colto in stravaganti situazioni che si concludevano con una bella be-vuta della famosa bibita, ottenuta come ricompensa dopo una dura notte di lavoro passata a consegnare

giocattoli. Ogni Natale Sunny creava un’altra pubblicità avidamen-te attesa dal pubblico e raffigurante il Babbo Natale della Coca-Cola. Se si può dire che la Coca-Cola abbia esercita-to una sottile e penetrante influenza nella cultura ame-ricana, occorre anche ammettere che essa ha forgiato

direttamente il concetto americano di Babbo Natale. Prima delle illustrazioni di Sunny, infatti, Babbo Natale (Santa Claus) era stato varia-mente dipinto con abiti blu, gialli, verdi o rossi e nell’arte europea era generalmente stato raffigurato come un

uomo alto e magro. A partire dalle pubblicità della famosa bibita realizzate da Sunny, invece, Babbo Natale ha cominciato a essere sempre rappresentato in tutto il mondo come un uomo enorme, grasso, sempre contento, con un ampio giro-vita, stivali neri fino all’anca e rigorosamente vestito di rosso Coca-Cola. Coca-Cola, una delle bibite più amate al mondo, ha ca-ratterizzato una delle festività più popolari: il Natale.

Giulia C. e Maddalena U., 2^C

I ragazzi praticano lo sport per vari motivi: per passione, per tenersi in movimento, per distrarsi e anche per sta-re con gli amici.

Allo sport ci si può appassio-nare in vari modi: perché lo si guarda alla televisione, perché si viene coinvolti da un amico, anche perché lo si viene a conoscere attraverso la scuola. Un altro moti-vo per cui si pratica lo sport è per tenersi in movimento perché i giovani amano farlo; è anche un altro modo per non stare chiusi in casa. I giovani praticano sport anche per sottrarsi allo stress, oppure per fare altre amicizie o per stare con i propri amici. Si pratica anche perché fa bene al nostro organismo; molti ragazzi, spinti dai loro genitori o dal medico, cominciano a fare sport per la pro-pria salute, per esempio vanno in piscina a fare nuoto; poi, quando non è più necessario per la salute continua-no a praticare gli sport più differenti.Gli sport più praticati in Italia sono principalmente gli sport di squadra: il calcio, la pallavolo, la pallacanestro, la ginnastica artistica, il judo, il rugby …I valori dello sport sono diversi. Se prendiamo in consi-derazione sport come la pallacanestro i valori positivi sono: il gioco di squadra, l’integrazione di ragazzi con pochi amici con il gruppo della squadra. In altri casi pos-sono esserci anche dei valori negativi causati dalle per-

LO SPORT

sone che vivono in una maniera sbagliata lo sport, come il comportamento di alcuni tifosi allo stadio, ovvero le risse e gli insulti ai giocatori.In conclusione, lo sport è una fonte di divertimento, un modo per stare con gli altri e un modo per tenersi in mo-vimento.

Massimo G. e Aessandro S., 2^A

La festa del Natale ha origini molto antiche ed ha subito nel tempo profonde modificazioni, sia nella ritualità che nei personaggi protagonisti della festa, come Babbo Na-tale o i personaggi del Presepe.Molte sono le tradizioni, le pratiche ed i simboli familiari del Natale, come l’albero di Natale, i cibi natalizi, l’agrifo-glio, il vischio, lo scambio di doni, già presenti nelle tra-dizioni di alcuni popoli nordici prima dell’introduzione del cristianesimo.Nell’antichità l’uomo viveva molto in contatto con la na-tura perché da questa ne dipendeva la sopravvivenza. Al centro del ciclo naturale c’era il sole che nei paesi del Nord Europa d’inverno perdeva potenza riducendo il suo corso nel cielo, così quei popoli organizzavano feste e ac-cendevano fuochi per ridare forza al soleLe celebrazioni del solstizio invernale, 22 Dicembre, era-no molto diffuse e popolari nel Nord Europa prima che fossero immesse nella tradizione cristiana; la parola Na-tale era definita con yul, da cui è stato tratto il termine anglosassone yule che significa appunto Natale. Nella tradizione celtica precristiana Yule era la festa del solsti-zio d’inverno.Diffusissima in tutto il mondo è una figura mitica che porta i doni ai bambini (nell’era del consumismo anche agli adulti) e che trae origine da San Nicola un vescovo del IV secolo, di cui tuttora il personaggio di Babbo Nata-le porta il nome (Santa Claus), nei paesi nordeuropei.

IL PRESEPEIl presepe (o presepio) è una fra le rare origina-lità cristiane ed è la rap-presentazione scenica della Natività di Gesù Bambino. Il primo pre-sepe fu italiano, viven-te: il suo ideatore fu San Francesco d’Assisi che

nel 1223 a Greccio chiese ad un amico di porre in una grotta semplicemente una mangiatoia, un bue ed un asi-nello, affinché il popolo comprendesse ed ammirasse la situazione in cui era nato Gesù.

L’ALBERO DI NATALEL’albero di Natale è, con la tradizione del presepe, una delle più diffuse usanze natalizie, anche questa usanza

ha origine nel Nord Europa: l’albero rappresentava la vita e veniva usato nelle varie feste. Per molto tempo, la tradizione dell’albero di Natale rimase tipica delle regioni a nord delle Alpi. All’inizio, i cattolici la consideravano un uso protestante e solo nel ‘900 questa tradizione si diffuse anche nel mondo cattolico .Si tratta in genere di un abete (o altra conifera sempre ver-de) addobbato con piccoli oggetti colorati, luci, festoni, dolciumi, piccoli regali impacchettati e altro.

Questo può essere portato in casa o tenuto all’aperto, e viene preparato qualche giorno o qualche settimana prima di Natale (spesso nel giorno dell’Immacolata con-cezione) e rimosso dopo l’Epifania (per di più, in certe località dell’Italia meridionale, l’albero rimane nelle case fino alla Candelora, il 2 febbraio). Soprattutto se l’albero viene collocato in casa, è tradizione che ai suoi piedi ven-gano collocati i regali di Natale impacchettati, in attesa del giorno della festa in cui potranno essere aperti.

Alessandro MV., Matteo L., Nicolas S., Alessandro C., 2^B Nicolas S., Alessandro C., 2^B

Origini del Natale e delle sue tradizioni

PER NATALE VORREI...

Per quest’anno io vorrei che le guerre finissero, che la fe-licità si diffondesse nel mondo e che i pensieri più mali-gni svanissero nella magia del Natale.

Marta G., 2^D

Per Natale vorrei un mondo più “sano” dove ci si possa confrontare e ci si possa rispettare sia nelle idee che nella cultura.

Elisa C., 2^D Per Natale vorrei che le persone che stanno male gua-rissero.

Sara M., 2^C

Per Natale vorrei che tutti i poveri avessero qualcosa da mangiare.

Filippo T., 2^C

Per Natale vorrei che quello che è successo a Parigi non si ripetesse mai più!

Francesca B., 2^C

Per Natale vorrei che si diffondesse la pace tra gli uomini e che tutti fossero amici.

Sara B., 2^C

Per Natale io vorrei che si smettes-se di combattere!

Tabata C., 2^D