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L E G I O N E L L A

Prevenzione e Strategie di

Intervento

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IINNDDIICCEE

CCaapp.. AArrggoommeennttoo PPaagg..

-- 0011 IInnttrroodduuzziioonnee ................................................................................................ 2

-- 0022 NNoottee ssttoorriicchhee ............................................................................................... 3

-- 0033 LLeeggiioonneellllaa ppnneeuummoopphhiillaa,, ll''aaggeennttee bbaatttteerriiccoo ................................................. 4

-- 0044 SSiinnttoommii ee ttrraattttaammeennttoo .................................................................................. 5

-- 0055 II ssooggggeettttii aa rriisscchhiioo ....................................................................................... 5

-- 0066 HHaabbiittaatt nnaattuurraallee ee ttrraassmmiissssiioonnee ddeell ccoonnttaaggiioo ............................................... 6

-- 0077 UUtteennzzee aa rriisscchhiioo .......................................................................................... 7

-- 0088 AAnnaalliissii ddeell rriisscchhiioo ........................................................................................ 7

-- 0099 FFaattttoorrii ddii rriisscchhiioo ........................................................................................... 8

-- 1100 NNoommiinnaa ddii uunn rreessppoonnssaabbiillee .......................................................................... 8

-- 1111 IIssppeezziioonnee ddeellllaa ssttrruuttttuurraa .............................................................................. 9

-- 1122 PPeerriiooddiicciittàà ................................................................................................... 9

-- 1133 RReeggiissttrroo ddeeggllii iinntteerrvveennttii ............................................................................... 9

-- 1144 MMiissuurree ddii ccoonnttrroolllloo pprreevveennttiivvee ppeerr llaa rriidduuzziioonnee ddeell rriisscchhiioo ......................... 10

-- 1155 MMiissuurree ddaa ppoorrrree iinn eesssseerree iinn pprreesseennzzaa ddii rriisscchhiioo ....................................... 12

-- 1166 SSiittii ddii ccaammppiioonnaammeennttoo ............................................................................... 13

-- 1177 EEssiittii nneeggaattiivvii ddeellll''eessaammee bbaatttteerriioollooggiiccoo ...................................................... 13

-- 1188 EEssiittii ppoossiittiivvii ddeellll''eessaammee bbaatttteerriioollooggiiccoo ....................................................... 14

-- 1199 NNoottiiffiiccaa ddeeii ccaassii ......................................................................................... 15

-- 2200 CCoonncclluussiioonnii ................................................................................................ 15

-- 2211 SSttrraatteeggiiee ddii iinntteerrvveennttoo aattttuuaabbiillii .................................................................. 16

aa.. Clorazione ................................................................................................. 16

b. Biossido di cloro ........................................................................................ 16

c. Ioni positivi di rame e di argento ............................................................... 17

d. Acido peracetico ....................................................................................... 17

e. Battericidi di sintesi ................................................................................... 17

f. Ozono ........................................................................................................ 18

g. Acqua ossigenata catalizzata ................................................................... 18

hh.. Filtrazione ................................................................................................. 19

ii.. Raggi ultravioletti (UV) ............................................................................... 19

j. Trattamenti termici ..................................................................................... 20

-- 2222 SSeerrvviizzii DDeetteerrcchhiimmiiccaa 33000000 ......................................................................... 21

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-- IInnttrroodduuzziioonnee

Negli ultimi tempi si è verificato un notevole incremento di presenza di Legionella sia in

strutture ospedaliere che in strutture ricettive. Considerando le implicazioni sanitarie,

economiche e di immagine che possono derivare da questi episodi, l'approccio più

pragmatico è quello di fare il possibile per mettere in atto tutte le misure necessarie alla

prevenzione della malattia.

La Legionella, menzionato nell’ allegato XLVI “Elenco degli agenti biologici classificati”

del D.L. 9 APRILE 2008 n.81, è un batterio che può causare malattie in soggetti umani

e costituire un rischio per i lavoratori.

Il datore di lavoro deve effettuare una valutazione del rischio, descritta nella Gazzetta

Ufficiale n. 28 del 4 febbraio 2005, tenendo conto di tutte le informazioni disponibili

relative alle caratteristiche dell'agente biologico in particolare sulla malattia e sui

potenziali effetti adottando tutte le misure protettive e preventive. Perché la

prevenzione sia efficace, è importante che il datore di lavoro della struttura attui tutte le

misure di controllo, non solamente in risposta ad un caso di legionellosi, ma prima che

questi si verifichino, attraverso una valutazione del rischio.

I batteri appartenenti al genere Legionella sono stati oggetto di numerose ricerche per

il ruolo rilevante ad essi attribuito come patogeni emergenti e per lo studio delle loro

peculiari caratteristiche biologiche. E’ ormai stato dimostrato che le legionelle sono

batteri ubiquitari non solo in ambienti acquatici naturali ma anche in habitat artificiali;

quest' ultimo aspetto costituisce un problema di rilevante importanza per la diffusione

della legionellosi, poiché la malattia viene causata da inalazione di aerosol contaminati.

L’aumento nell’ambito della popolazione degli anziani e degli individui

immunocompromessi e la presenza di nuove nicchie ecologiche nelle quali le legionelle

possono proliferare, si

aggiungono alle difficoltà di identificazione dei microrganismi per mezzo delle tecniche

analitiche di routine.

La consapevolezza che attualmente in Italia i casi di Legionellosi siano sottostimati e le

sempre più frequenti occasioni di contagio per la popolazione devono indurre a mettere

in atto interventi di prevenzione e controllo efficaci. La prevenzione del rischio di

contrarre l’infezione si basa sul monitoraggio delle contaminazioni che deve essere

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realizzato ogniqualvolta sussistano possibilità di formazione di aerosol inalabili

provenienti da ambienti potenzialmente colonizzabili dalle legionelle.

La Legionella pneumophila è considerata un batterio patogeno opportunista classico.

L’infezione si può manifestare nell’uomo in due forme cliniche: la Febbre di Pontiac e la

Legionellosi. La presenza di due diversi quadri patologici probabilmente deriva dal

grado di virulenza del microrganismo e dalla differente suscettibilità dell’ospite.

-- NNoottee ssttoorriicchhee

Il termine legionella trae origine da un tragico raduno di ex combattenti della guerra in

Vietnam (in gergo detti legionaires) tenutosi nel luglio del 1976 in un albergo di

Philadelfia (USA). Durante tale raduno su circa 2.000 partecipanti, ben 221 furono

colpiti da polmonite acuta e 34 non riuscirono a sopravvivere.

Si scoprì che la causa di tali decessi era da addebitarsi all’azione di batteri, in

precedenza sconosciuti, che si erano sviluppati nell’impianto di condizionamento e ad

essi fu dato, appunto, il nome di legionella. Indagini retrospettive hanno poi attribuito

agli stessi batteri numerosi casi ed epidemie di polmonite acuta di cui non era stata

identificata la causa.

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-- LLeeggiioonneellllaa ppnneeuummoopphhiillaa,, ll''aaggeennttee bbaatttteerriiccoo

La legionellosi è causata nel 90 per cento dei casi dal batterio Legionella, del quale

sono state identificate quasi 50 specie diverse e più di 70 ceppi. Si tratta di un

organismo ubiquitario che prolifera soprattutto in ambienti acquatici caldi, tra i 32 e i

45°C. Si trova anche nei fiumi e nei laghi e in generale in tutti gli specchi d'acqua la cui

temperatura non è eccessivamente bassa, anche se negli ambienti naturali è presente

in dosi talmente basse da non costituire un pericolo.

L'infezione da Legionella non si trasmette da persona a persona, ma piuttosto viene

trasmessa da flussi di aerosol e di acqua contaminata, come nel caso di ambienti

condizionati o con l'uso di umidificatori. Il batterio, infatti, si riproduce soprattutto in

ambienti umidi e tiepidi o riscaldati, come i sistemi di tubature, i condensatori, le

colonne di raffreddamento dell'acqua, sui quali forma un film batterico. Sedimenti

organici, ruggini, depositi di materiali sulle superfici dei sistemi di stoccaggio e

distribuzione delle acque facilitano l'insediamento della Legionella. Per questo, la

legionellosi pone un serio problema di salute pubblica, perché costituisce un elemento

di rischio in tutte le situazioni in cui le persone sono riunite in uno stesso ambiente,

come avviene in case di cura, residenze per anziani, ospedali, piscine e terme e altri

luoghi pubblici, nei quali è in funzione un sistema di condizionamento, di umidificazione

o di trattamento dell'aria o di circolazione delle acque.

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-- SSiinnttoommii ee ttrraattttaammeennttoo

Normalmente la legionellosi si manifesta con febbre, brividi, tosse secca o grassa. In

qualche caso può dare anche dolori muscolari, mal di testa, stanchezza, perdita di

appetito e, occasionalmente, diarrea, il periodo di incubazione della malattia varia tra i

2 ed i 10 giorni.

Nella forma febbrile minore, che può insorgere anche a poche ore dall'esposizione

all'agente batterico fino a un paio di giorni dopo, la legionellosi causa febbre e dolori

muscolari ma non polmonite. In questo caso i sintomi si riducono nel giro di pochi

giorni. Il trattamento della legionellosi, essendo una malattia di origine batterica, passa

soprattutto attraverso terapie antibiotiche. Tuttavia, molta importanza hanno anche le

pratiche preventive che limitano la diffusione del batterio in ambienti a rischio, come le

case di cura per anziani e gli ospedali. Diventa infatti strategico controllare

frequentemente le fonti d'acqua utilizzate, i sistemi di condizionamento, le tubature e i

condensatori, per evitare colonizzazione batterica.

-- II ssooggggeettttii aa rriisscchhiioo

La legionellosi può infettare persone di tutte le età ma è particolarmente diffusa nelle

persone anziane, tra i fumatori o le persone affette da condizioni polmonari croniche.

Particolarmente esposti al rischio sono anche gli individui immunocompromessi, come

quelli affetti da diverse forme di cancro, da infezione con Hiv ,da insufficienza renale,

da diabete o le persone tossicodipendenti. I fumatori risultano tra le persone più

soggette al rischio di Legionella, perché il loro sistema respiratorio è compromesso e

quindi non filtra efficientemente l'entrata di agenti estranei nei polmoni. La Legionella,

infatti, si trasmette non solo attraverso l'inalazione di aerosol contaminati, ma anche

attraverso l'aspirazione diretta di aria o acqua contaminata.

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-- HHaabbiittaatt nnaattuurraallee ee ttrraassmmiissssiioonnee ddeell ccoonnttaaggiioo

La malattia si manifesta a causa di inalazione di microscopiche gocce d’acqua

contaminate. Le gocce di piccole dimensioni sono le più pericolose poiché, quelle

inferiori a 5µm, raggiungono le basse vie respiratorie.

La malattia si contrae anche per instillazione diretta o aspirazione di acqua

contaminata. Contrariamente ad altri batteri patogeni dell’apparato respiratorio, per

Legionella non è stato descritto il passaggio da uomo a uomo. La descrizione di nicchie

ecologiche artificiali che possono essere colonizzate da Legionella spp. è sempre più

frequente; sono ormai numerose le segnalazioni di contaminazione di impianti di acqua

potabile, apparecchi sanitari, torri di raffreddamento, condensatori evaporativi, piscine,

ecc.

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-- UUtteennzzee aa rriisscchhiioo

Per le considerazioni precedentemente esposte, le utenze e gli impianti più esposti a

rischio sono:

ospedali, cliniche, case di cura e simili;

alberghi, caserme, campeggi e strutture ricettive in genere;

impianti per attività sportive e scolastiche;

edifici con torri di raffreddamento;

piscine;

stabilimenti termali;

fontane decorative e cascate artificiali.

-- AAnnaalliissii ddeell rriisscchhiioo

Quando si effettua una valutazione del rischio, tra i fattori da considerare si ricordano:

la fonte di approvvigionamento dell'acqua dall'impianto;

i possibili punti di contaminazione dell'acqua all'interno dell'edificio;

le caratteristiche di normale funzionamento dell'impianto;

le condizioni di funzionamento non usuali, ma ragionevolmente prevedibili

(esempio rotture);

le prese d'aria per gli edifici (che non dovrebbero essere situate vicino agli

scarichi delle torri di raffreddamento).

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-- FFaattttoorrii ddii rriisscchhiioo

Il rischio di acquisizione della legionellosi dipende da un certo numero di fattori. Tra

questi ricordiamo quelli più importanti:

la presenza e la carica di Legionella;

le condizioni ideali per la moltiplicazione del microrganismo (ad esempio:

temperatura compresa tra 20 e 50°C);

presenza di una fonte di nutrimento come alghe, calcare, ruggine o altro

materiale organico;

la presenza di tubature con flusso d'acqua minimo o assente;

l'utilizzo di gomma e fibre naturali per guarnizioni e dispositivi di tenuta;

la presenza di impianti in grado di formare un aerosol capace di veicolare la

Legionella (un rubinetto, un nebulizzatore, una doccia, una torre di

raffreddamento).

-- NNoommiinnaa ddii uunn rreessppoonnssaabbiillee

Ogni struttura deve individuare una persona responsabile per l'identificazione e la

valutazione del rischio potenziale di infezione, che sia esperto e che comprenda

l'importanza della prevenzione e dell'applicazione delle misure di controllo.

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-- IIssppeezziioonnee ddeellllaa ssttrruuttttuurraa

Una corretta valutazione del rischio deve partire dall'analisi di uno schema aggiornato

dell'impianto, per individuarne i punti critici.

In base ai disegni progettuali, si può prevedere quali siano le sezioni dell'impianto che

possono presentare un rischio per gli ospiti e per i lavoratori.

L'ispezione della struttura deve essere accurata per poter evidenziare eventuali fonti di

rischio e valutare l'intero impianto, non solamente i singoli componenti. A questo deve

seguire la valutazione dell'uso delle varie sezioni o parti dell'impianto, la ricerca dei

bracci morti o comunque soggetti a ristagno di acqua o a un suo defluire intermittente.

-- PPeerriiooddiicciittàà

L'analisi del rischio deve essere effettuata regolarmente (almeno ogni 2 anni) e ogni

volta che ci sia motivo di pensare che la situazione si sia modificata. L'analisi deve

comunque essere rifatta ad ogni segnalazione di un possibile caso di legionellosi.

-- RReeggiissttrroo ddeeggllii iinntteerrvveennttii

Ogni struttura deve essere in possesso di un registro per la documentazione degli

interventi di valutazione del rischio e di manutenzione ordinari e straordinari, sugli

impianti idrici e di climatizzazione. Tutti gli interventi devono essere approvati e firmati

da un responsabile.

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-- MMiissuurree ddii ccoonnttrroolllloo pprreevveennttiivvee ppeerr llaa rriidduuzziioonnee ddeell rriisscchhiioo

Per assicurare una riduzione del rischio di legionellosi, lo strumento fondamentale da

utilizzare non e' il controllo di laboratorio routinario, ma l'adozione di misure preventive,

basate sull'analisi del rischio costantemente aggiornata. Di conseguenza tutti i gestori

di strutture recettive devono garantire l'attuazione delle seguenti misure di controllo,

alcune delle quali devono essere effettuate da personale opportunamente addestrato,

che indossi, soprattutto per quelle operazioni che generano aerosol, idonei dispositivi

di protezione individuale:

aa)) mantenere costantemente l'acqua calda a una temperatura superiore ai 50°C

all'erogazione. L'acqua in uscita da tutti i rubinetti deve essere molto calda al

tatto (si raccomanda di mettere degli avvisi accanto ai rubinetti e alle docce o,

in alternativa, si possono utilizzare rubinetti a valvola termostatica;

Temperature consigliate per evitare scottature::

Tipologia Temperatura

Bidet 38

Lavabo 41

Docce 41

Vasca da bagno 44

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b) mantenere costantemente l'acqua fredda ad una temperatura inferiore a 20°C.

Se non si riesce a raggiungere questa temperatura, e se una qualsiasi parte

dell'impianto dell'acqua fredda o delle uscite si trova al di sopra di questa

temperatura, si deve prendere in considerazione un trattamento che disinfetti

l'acqua fredda;

c) fare scorrere l'acqua (sia calda che fredda) dai rubinetti e dalle docce delle

camere non occupate, per alcuni minuti almeno una volta a settimana e

comunque sempre prima che vengano occupate;

d) mantenere le docce, i diffusori delle docce ed i rompigetto dei rubinetti puliti e

privi di incrostazioni, sostituendoli all'occorrenza;

e) pulire e disinfettare regolarmente (almeno 2 volte l'anno) le torri di

raffreddamento ed i condensatori evaporativi delle unità di condizionamento

dell'aria;

f) svuotare, disincrostare e disinfettare i serbatoi di accumulo dell'acqua calda

(compresi gli scalda acqua elettrici) almeno due volte all'anno e ripristinarne il

funzionamento dopo accurato lavaggio;

g) disinfettare il circuito dell'acqua calda con cloro ad elevata concentrazione

(cloro residuo libero pari a 50 ppm per un'ora o 20 ppm per due ore) o con altri

metodi di comprovata efficacia dopo interventi sugli scambiatori di calore e

all'inizio della stagione turistica;

h) pulire e disinfettare tutti i filtri dell'acqua regolarmente ogni 1-3 mesi;

i) ispezionare mensilmente i serbatoi dell'acqua, le torri di raffreddamento e le

tubature visibili. Accertarsi che tutte le coperture siano intatte e correttamente

posizionate;

j) se possibile, ispezionare l'interno dei serbatoi d'acqua fredda, e comunque

disinfettare almeno una volta l'anno con 50 mg/l di cloro per un'ora. Nel caso ci

siano depositi o sporcizia, provvedere prima alla pulizia. La stessa operazione

deve essere effettuata a fronte di lavori che possono aver dato luogo a

contaminazioni o a un possibile ingresso di acqua non potabile;

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k) accertarsi che eventuali modifiche apportate all'impianto, oppure nuove

installazioni, non creino bracci morti o tubature con assenza di flusso dell'acqua

o flusso intermittente. Ogni qualvolta si proceda a operazioni di bonifica,

occorre accertarsi che subiscano il trattamento di bonifica anche i bracci morti

costituiti dalle tubazioni di spurgo o prelievo, le valvole di sovrapressione e i

rubinetti di bypass presenti sugli impianti;

l) in presenza di attrezzature per idromassaggio, occorre assicurarsi che le stesse

siano sottoposte al controllo da personale esperto, che deve provvedere alla

effettuazione e alla registrazione delle operazioni di pulizia e di corretta prassi

igienica come:

sostituire almeno metà della massa di acqua ogni giorno;

trattare continuamente l'acqua con 2 - 3mg/l di cloro;

pulire e risciacquare giornalmente i filtri per la sabbia;

controllare almeno tre volte al giorno la temperatura e la

concentrazione del cloro;

assicurare una operazione di disinfezione accurata almeno una volta

a settimana.

Oltre a queste misure, per un'efficace prevenzione e' necessario che in ogni struttura

venga effettuata periodicamente un'analisi del rischio, come precedentemente

descritto. Questa analisi diventa urgente in presenza di un caso di legionellosi.

-- MMiissuurree ddaa ppoorrrree iinn eesssseerree iinn pprreesseennzzaa ddii rriisscchhiioo

Se in una struttura si evidenzia la presenza di un potenziale rischio (per esempio la

concentrazione del disinfettante non raggiunge un livello necessario per l'abbattimento

della carica batterica), si deve effettuare un campionamento dell'acqua per la ricerca

della Legionella, in un numero di siti che sia rappresentativo di tutto l'impianto idrico e

comunque non inferiore a sei.

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-- SSiittii ddii ccaammppiioonnaammeennttoo

I siti su cui effettuare il campionamento riguardano sia la rete dell'acqua fredda che

calda.

Campionamento sulla rete dell'acqua fredda:

a) serbatoio dell'acqua (possibilmente dalla base);

b) il punto più distale dal serbatoio;

Campionamento sulla rete dell'acqua calda:

a) la base del serbatoio dell'acqua calda vicino alle valvole di

scarico;

b) sul ricircolo dell'acqua calda;

c) almeno 2 siti di erogazione lontani dal serbatoio dell'acqua calda

(docce, rubinetti).

-- EEssiittii nneeggaattiivvii ddeellll''eessaammee bbaatttteerriioollooggiiccoo

Se il campionamento risulta negativo, ma non e' possibile adottare le raccomandazioni

delle misure di controllo preventive per la riduzione del rischio, esso deve essere

ripetuto con cadenza da stabilirsi sulla base di un'analisi del rischio e inserito in un

piano di autocontrollo.

In una prima fase il campionamento deve essere ripetuto mensilmente per almeno sei

mesi, e comunque le analisi devono essere sempre ripetute prima dell'apertura

stagionale della struttura recettiva.

Nel caso in cui il campionamento risulti negativo e vengano effettuati gli interventi

necessari a rimuovere potenziali fattori di rischio dall'impianto ed adottate le procedure

riportate nella lista di controllo, non e' necessario ripetere il campionamento

mensilmente, ma solo ad intervalli dipendenti dai risultati dell'analisi del rischio.

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-- EEssiittii ppoossiittiivvii ddeellll''eessaammee bbaatttteerriioollooggiiccoo

Quando il campionamento e' positivo, occorre mettere in atto le misure elencate nella

tabella 1, a seconda della carica di Legionella riscontrata all'esame batteriologico.

Tabella 1 G.U. n. 28 del 4 Febbraio 2005

Legionella (UFC/L) Intervento richiesto

Minore di 100 UFC/L Nessun intervento

Maggiore di 100 UFC/L ma minore o

uguale di 1.000 UFC/L

Verificare che siano messe in atto le

misure di controllo preventive.

Negli stabilimenti termali effettuare

comunque la bonifica.

Maggiore di 1.000 UFC/L ma minore o

uguale di 10.000 UFC/L

In assenza di casi, verificare che siano

messe in atto le misure di controllo

preventive sotto elencate ed effettuare

una valutazione del rischio. In presenza

di un caso singolo rivedere le misure di

controllo ed effettuare la bonifica.

Maggiore di 10.000 UFC/L

Contaminazione importante: mettere in

atto immediatamente le misure di

bonifica, sia in presenza che in assenza

di casi. Successiva verifica dei risultati,

sia immediatamente dopo la bonifica,

sia periodicamente per verificare

l'efficacia delle misure adottate.

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-- NNoottiiffiiccaa ddeeii ccaassii

Data la pericolosità della malattia, nella maggior parte dei paesi europei, i casi di

Legionellosi devono essere notificati alle competenti autorità sanitarie. In Italia è

prevista la notifica obbligatoria in classe II del D.M. 15/12/90.

-- CCoonncclluussiioonnii

In base ai risultati complessivi dell'analisi del rischio, il datore di lavoro deve preparare,

con l'ausilio di personale tecnico qualificato, un protocollo scritto per il controllo e la

manutenzione degli impianti che specifichi gli interventi (fisici o chimici) da mettere in

atto come le procedure di pulizia e disinfezione e la loro periodicità. E' opportuno che

l'efficacia delle misure di controllo venga verificata periodicamente.

Anche se e'(difficile definire il limite massimo di Legionelle presenti in un impianto al di

sotto del quale la probabilità di contrarre la malattia sia assente, si considera

comunemente che, in presenza di una carica inferiore o uguale a 100 unità formanti

colonia (UFC)/Litro, la probabilità di essere infettati sia estremamente bassa.

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-- SSttrraatteeggiiee ddii iinntteerrvveennttoo aattttuuaabbiillii

La Gazzetta Ufficiale (Serie generale n. 103; Documento 4 aprile 2000) ha pubblicato

le Linee - guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi . Questo documento

indica in dettaglio e con grande chiarezza ogni aspetto del controllo e della

prevenzione della legionellosi, considerando questi problemi come un importante

obiettivo di salute pubblica. Le linee-guida indicano le modalità di realizzazione degli

interventi di decontaminazione dei sistemi idrici che di seguito descriveremo.

a. Clorazione

Il cloro è un forte agente ossidante, da molti anni usato per la disinfezione delle acque

potabili. Per il trattamento antilegionella, è però richiesto in dosi molto elevate e

presenta alcuni effetti negativi quali:

la formazione di alometani (sostanze in parte ritenute cancerogene);

l’insorgere di gravi fenomeni di corrosione;

l’instabilità della concentrazione nel tempo;

la poca penetrazione nei biofilm;

l’insufficiente azione dove l’acqua ristagna;

l’alterazione del gusto e del sapore dell’acqua.

b. Biossido di cloro

Possiede buone capacità antibatteriche, non produce alometani e permane

relativamente a lungo nelle tubazioni. Le sue molecole, inoltre, possono entrare

all’interno dei biofilm.

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c. Ioni positivi di rame e di argento

Esercitano una forte azione battericida dovuta al fatto che la loro carica elettrica può

alterare la permeabilità degli organismi cellulari e portare ad una degradazione

proteica. Possono, inoltre, accumularsi nei biofilm. Pertanto il loro effetto persiste (per

alcune settimane) anche dopo la disattivazione del trattamento. Questi i principali

svantaggi:

non possono essere usati con superfici zincate in quanto lo zinco disattiva gli

ioni d’argento (esistono studi che avallano l'uso del trattamento Cu/Ag su

tubature zincate non nuove);

la loro concentrazione non deve superare i limiti ammessi per l’acqua potabile;

richiedono costi elevati.

d. Acido peracetico

Alcune esperienze dimostrano una discreta efficacia di questo composto nei

trattamenti shock.

e. Battericidi di sintesi

Messi in commercio da Società specializzate nel trattamento dell’acqua, possono

essere attivi anche contro la legionella. Alcuni di questi prodotti esercitano anche

un’efficace azione contro le incrostazioni e i biofilm. Sono, comunque, da verificare gli

effetti negativi legati alla specificità del prodotto, alla loro stabilità nel tempo e agli

effetti sugli utenti.

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f. Ozono

Può esercitare una forte azione contro la legionella, gli altri batteri e i protozoi presenti

nei biofilm. Si deve, tuttavia, considerare che il trattamento con ozono:

richiede costi elevati per le attrezzature di produzione e dosaggio;

necessita di una manutenzione accurata;

ha un’efficacia alquanto limitata nel tempo;

degrada alcuni prodotti utilizzati per trattamenti anticalcare e anticorrosione;

può accrescere la possibilità che si formino nuove infezioni.

L’azione dell’ozono sulla corrosione è ancora alquanto controversa. Alcuni Autori

sostengono che esso la favorisce, altri il contrario. E giustificano quest'ultima tesi col

fatto che l’ozono può ossidare l’azoto presente nell’acqua formando composti (nitrati e

nitriti) che inibiscono la corrosione degli acciai.

g. Acqua ossigenata catalizzata

È una tecnica di disinfezione che associa all’acqua ossigenata un catalizzatore

(solitamente un sale d’argento). La sua efficacia dipende dall’azione del catalizzatore.

In teoria, l’acqua ossigenata presenta diversi vantaggi, tra cui prodotti di

decomposizione non tossici, di contro in associazione con Sali di argento:

non può essere usato con superfici zincate in quanto lo zinco disattiva gli ioni

Ag;

potrebbe essere richiesto, da parte del gestore idrico, il monitoraggio della

concentrazione degli ioni Ag nell’acqua di scarico;

richiede costi elevati per la gestione.

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h. Filtrazione

È un trattamento che ha il suo punto di forza nella possibilità di ridurre la

contaminazione dell’acqua senza alcuna aggiunta di prodotti chimici. Due le tecniche in

uso:

il sistema tradizionale con filtri di sabbia, che viene utilizzato soprattutto coi circuiti di

raffreddamento;

il sistema con microfiltri (da 1 µm e anche meno) ad elevata portata, che si utilizza, sia

coi circuiti di acqua calda sanitaria, sia coi circuiti di raffreddamento. In commercio

esistono microfiltri in grado di trattare diverse decine di metri cubi d’acqua ogni ora.

Questi i principali inconvenienti della filtrazione:

richiede costi elevati;

necessita di una manutenzione accurata;

la sua efficacia non è costante nel tempo per la progressiva occlusione dei filtri;

è esposta a rotture improvvise dei filtri;

sussiste il pericolo di contaminazione dei filtri da parte di altri batteri.

i. Raggi ultravioletti (UV)

Sono in grado di inattivare i batteri che passano attraverso le apparecchiature di

emissione dei raggi. Va, tuttavia, considerato che tali apparecchiature possono

esercitare solo un’azione locale. Inoltre la torbidità dell’acqua può creare coni d’ombra

che proteggono i batteri. Pertanto all’azione dei raggi UV vanno associati altri sistemi di

disinfezione. Sussistono limiti anche per quanto riguarda la quantità d’acqua che può

essere trattata da ogni apparecchiatura. Infatti, il flusso del fluido sottoposto all’azione

dei raggi deve avere uno spessore piccolo (in genere non più di 3 cm) e questo riduce

sensibilmente la portata delle apparecchiature utilizzate per il trattamento.

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j. Trattamenti termici

Come nel caso della filtrazione, il punto di forza di questi trattamenti sta nel fatto che

essi possono esercitare una completa azione battericida senza alcuna aggiunta di

prodotti chimici e senza aver bisogno (come nel caso dei raggi UV) di sistemi

integrativi.

La loro azione si basa sul fatto che le temperature elevate causano la morte dei batteri

in generale e della legionella in particolare.

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La Deterchimica 3000 s.r.l. da anni operante nel settore, offre una gamma completa di

servizi, che vanno, dallo studio iniziale per stabilire il piano di azione, fino alla forniture

dei disinfettanti di propria produzione necessari per gli interventi (la Deterchimica 3000

s.r.l. è registrata come officina di produzione del Ministero della Salute decreto PMC

17/2002 e successivi ampliamenti).

Tutti i trattamenti chimici o fisici sopra descritti, sono quanto viene

raccomandato dalle linee-guida per la prevenzione ed il controllo della Legionellosi,

ognuno di essi ha dei vantaggi e degli svantaggi, dei pregi e difetti, dei costi più o meno

contenuti, un'efficacia più o meno comprovata.

Sta alla competenza e all'esperienza dei nostri tecnici comprendere quali tra questi

siano i più efficienti ed i più economici a seconda delle molteplici situazioni che si

possono riscontrare in ogni singolo caso esaminato.

Conseguentemente il nostro personale, altamente qualificato, provvederà all'attuazione

dei metodi selezionati con attrezzature, prodotti idonei e/o installazione di specifiche

apparecchiature.

I nostri tecnici sono inoltre a Vostra disposizione per effettuare una corretta valutazione

del rischio di ogni struttura, per fornire assistenza alla compilazione del registro

interventi, per consigliare e/o mettere in atto le più indicate misure preventive, per

stabilire i punti di campionamento validi, le frequenze dei campionamenti, il prelievo e il

trasporto dei campioni con conseguenti analisi in laboratori certificati.