Kenchen Thrangu Rimpoche - Meditazione Shamata e Vipassana

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    MEDITAZIONE

    SHAMATA E VIPASSANA

    Un Commentario del Settimo Capitolo del Testo

    IL TESORO DELLA CONOSCENZA

    di JAMGON KONGTRUL, il Grande

    Del Venerabile KENCHEN THRANGU RIMPOCHE

    Traduzione di ALBERTO MENGONI

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    PERCH SI DOVREBBE PRATICARE LA MEDITAZIONE

    Questo capitolo comincia col rispondere alla domanda del perch si deve meditare. In Sanscrito, meditazione si dice dhyana, ma il momento topico della dhyana il Samadhi che, in Tibetano reso con ting nge dzin. La sillaba dzin significa mantenere e la sillaba nge un avverbio che rendetutto il significato con mantenere qualcosa fermamente, stabilmente, quindi senza movimento. Ci

    significa che, durante la meditazione, la mente non deve cadere sotto il potere abitudinario deipensieri, oscurazioni o negativit mentali (klesha). Al contrario, essa deve rimanere completamentestabile e non oscillante. Samadhi anche tradotto gom in Tibetano, che simile al termine khom,che significa diventare abituato a fare qualcosa, in quanto diventa una parte di se stessi. E, infatti, lameditazione molto simile ad una familiarizzazione, dato che si deve continuare a meditare anchequando c qualcosa che non va troppo bene. Si possono avere ostacoli e problemi, ma uno continua eabitua se stesso a meditare finch la propria meditazione diventa facile e naturale. Quindi, tramitelabitudine si diventa capaci di restare sempre nello stato meditativo.

    Generalmente, Samadhi include Shamatha (in Tib. shin, cio calma mentale) e Vipashyana (in Tib.lhaktong, cio visione profonda). Dopo aver ricevuto gli insegnamenti per questi due tipi dimeditazione, bisogna analizzarli con la propria intelligenza cos da ottenere una definita comprensionedi essi. Dopo aver ottenuto la comprensione dei loro significati, bisogna praticare e meditare, cosicch

    ci che si imparato diventa assorbito nella propria mente. Anche se uno crede di sapere molto sulDharma, tutto ci non sar di alcun aiuto se non si comprende bene la meditazione shamatha evipassana. Ci che necessario fare di meditare continuamente cos che quello che si compresoconcettualmente diventi una effettiva parte di se stessi. Perci ora andiamo prima ad esaminare lameditazione.

    Vi sono diversi livelli di comprensione: con lascoltare gli insegnamenti Buddisti si sviluppa la comprensione dellascolto; riflettendo su questi insegnamenti si sviluppa la comprensione dellacontemplazione. Queste due comprensioni non sono sufficienti a sviluppare la piena comprensione,perch si deve rivolgere la propria mente allinterno per ottenere la comprensione che deriva dallameditazione. Anzich focalizzare la propria mente allesterno, come si fa quando si ascoltano gliinsegnamenti, per sviluppare la comprensione meditativa si deve focalizzare la propria attenzionerivolta allinterno della mente stessa. Non c molto beneficio nel focalizzare la propria mente

    allesterno (come si abituati a fare nello stato ordinario), perch la mente viene imprigionata daiklesha (abitudini mentali fuorvianti) ed il solo modo per liberarsi dalla schiavit dei klesha, di rivoltarela propria mente allinterno per mezzo della meditazione.

    Jamgon Kongtrul porta due esempi che illustrano la necessit della meditazione. Nel passato non vierano fabbriche in Tibet, perci egli porta lesempio di un agricoltore. Per essere felice e ben nutrito, uncoltivatore deve seminare un campo, lavorare sodo e ricavare un buon raccolto. Ma, avere una buonamesse nel campo non sufficiente, egli deve raccoglierla e mangiarla. Similmente, solo ascoltare gliinsegnamenti e rifletterci su non sufficiente; uno deve meditare, cos pu disperdere la negativitdella propria mente e sviluppare la saggezza interiore. Nel secondo esempio, tratto da Shantideva, undottore deve avere la conoscenza delle medicine e dellappropriata applicazione di quelle medicine,ottenuta grazie allo studio di libri medici. Ma, solo leggendo i libri medici non si potranno eliminare lemalattie, per farlo si dovranno prendere le medicine indicate nei testi. Allo stesso modo, solo leggere e

    contemplare il Dharma non sufficiente, perch ci non domer i klesha n calmer la mente. Persviluppare le qualit della saggezza, si deve praticare la meditazione. Praticare la meditazione significaabituare se stessi alla meditazione. Se la propria mente felice ed in pace, nella nostra vita ordinaria,tutte le cose esterne appaiono piacevoli ed attraenti; se la propria mente disturbata ed infelice, tuttequeste cose esterne sembrano spiacevoli e ingiuste. Bisogna rendere la mente pacificata e felice persviluppare la saggezza interiore e questo avviene con la meditazione.

    Abbiamo visto che in Tibetano, Samadhi (lo stato di meditazione profonda) si dice tingnge dzin, ed composto da due elementi shamatha e vipashyana. In effetti, vi sono un gran numero dimeditazioni tecniche, ma tutte queste non sono incluse in queste due. Nel Sutra Spiegazione Definitiva

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    della Retta Visione, il Buddha dice che vi il samadhi degli Sravaka, cio dei seguaci del Hinayana, vi il samadhi dei Bodhisattva, cio dei seguaci del Mahayana e vi il samadhi dei Tathagata (tutti iBuddha), i quali hanno seguito la meditazione fino al suo completamento. Tutti questi possono essereinclusi nei due tipi di samadhi cio shamatha e vipashyana. Avendo compreso che ogni meditazioneproviene da shamatha e vipassana, uno dovrebbe prepararsi ad eseguire queste meditazioni edovrebbe anche cercare le istruzioni per poterle praticare. Lo scopo della pratica shamatha evipashyana nellHinayana quello di ottenere la felicit e svariate altre qualit speciali. Nel Mahayanalo scopo della meditazione di beneficiare tutti gli esseri, perci questa visione ha un pi vasto puntodi vista e richiede una pi grande motivazione, ecco perch il Mahayana chiamato Il Grande Veicolo.Nel Buddismo i risultati del Hinayana e del Mahayana arrivano dalla pratica di shamata e vipassana.Anche lottenimento della felicit di tutti i giorni il risultato di queste due meditazioni. ThranguRimpoche ha viaggiato estesamente in Europa e Nord America e durante questi viaggi numerosiindividui gli hanno riferito i loro problemi personali: problemi mentali, fisici ed affettivi, nonchlinfelicit dei loro rapporti sociali e di lavoro. La risposta, comunque, alla moltitudine di questi problemi stata sempre la stessa: rendere la propria mente calma e pacificata e sviluppare le propriecomprensione e saggezza. Perci, la felicit mondana ordinaria e la prosperit arriveranno sicuramentecon la pratica di Shamatha e Vipashyana. Il Sutra che abbiamo nominato dice ancora che la radice delsuccesso nei propositi di tutte le nostre attivit mondane e spirituali la meditazione di S. e V. QuestoSutra consiste nei dialoghi del Buddha e di Maitreya, sotto forma di domande e risposte. In esso, ilBuddha dice a Maitreya che qualsiasi qualit mondana e spirituale posseduta dagli sravaka, dai

    bodhisattva e dai Tathagata tutte sono la risultanza di S. e V. Questo spiega limportanza dishamatha e vipassana, in quanto esse sono la radice di tutte le meditazioni. Sapendo questo, unodovrebbe sviluppare un grande interesse nel praticare questi due tipi di meditazione.

    LA NATURA ESSENZIALE DI SHAMATHA E VIPASHYANA

    Shamatha in realt la mente che rimane unidiretta su un oggetto, in modo che non sorgano troppipensieri e la mente divenga ben stabile e calma. La mente resta in pace, perci shamatha vuol dire

    essere in pace. Ma, mantenere semplicemente la mente univoca non una meditazione completaperch, nel vero shamatha, loggetto che deve essere focalizzato dovrebbe essere qualcosa di positivo.Un oggetto negativo porterebbe sicuramente a creare pensieri passionali, aggressivi, ovvero lignoranzache sorgerebbe nella mente causerebbe lincapacit della stessa mente a restare calma sullo stesso

    oggetto. Restando su qualcosa di genuinamente positivo, si permette alla mente di restare in pace.Shamatha lo stato che previene il sorgere di cos tanti pensieri, per non si dovrebbe pensare cheesso sia uno stato di non-pensiero come se si fosse una pietra. La meditazione shamatha non cos.Nella meditazione shamatha la mente davvero calma e stabile ed anche assai chiara, cosicch pudistinguere e discriminare tra tutti i fenomeni e vedere ogni cosa in modo molto distinto. Questachiarezza chiamata vipashyana o insight- visione interna, e viene sviluppata grazie a shamatha.

    La natura o identit di shamatha descritta nel Sutra Nuvole di Gioielli. Esso dice che, se la propriamente ha troppi pensieri, non si in grado di focalizzarla sulloggetto della propria attenzione. Perci,se la mente cerca di focalizzarsi su un oggetto positivo, questo non pu essere trattenuto a causa delladistrazione derivante dai pensieri. Se la mente pu focalizzarsi univocamente senza il disturbo deipensieri, allora si ha la meditazione shamatha. Il Sutra dice anche che vipashyana ha la chiarezza dellacomprensione in cui ogni cosa vista chiaramente e distintamente; il relativo visto come relativo,

    lassoluto come assoluto. Quindi la vera natura delle cose vista come e questo ci che si intendecon vipashyana. Un commentario su questo Sutra fu composto da Vasubandhu, che fu un grandemaestro dellAbhidharma. Vasubandhu disse che nel genuino shamatha la mente capace di restarenella mente. La mente diventa cos rilassata che in grado di restare in se stessa, restando propriocome essa nel modo non distratto dai pensieri. In Tibetano distratto si dice yeng wache significa

    essere spazzati via. La parola distratto contiene poi in questo contesto un esempio: come essereportati via senza alcun controllo, da un fiume in piena. Allo stesso modo, la propria mente che non purestare ferma, proprio portata via dai pensieri. Se la mente resta stabile nella mente, essa restaproprio l dov e rimane ferma, pacificata e rilassata. Il Sutra Nuvole di Gioielli dice ancora, Shamatha la mente uniforme e il commentario di Vasubandhu spiega, Shamatha la mente che

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    resta nella mente e Vipashyana la discriminazione dei fenomeni, intendendo dire che tutte le coseappaiono molto chiaramente distinte una dallaltra, e questa la natura di Vipashyana. Quindi, conshamatha e vipashyana si ha il genuino stato di meditazione con la mente che resta nella mente e conla capacit di distinguere tutti i fenomeni. Senza shamatha e vipashyana non si pu avere un genuinosamadhi o stato meditativo.

    Il terzo testo citato da Jamgon Kongtrul ci viene da Kamalasila con questa piccola storia: - Nellottavosecolo, Santaraksita arriv in Tibet per insegnare gli stadi della meditazione. Grazie alla suachiaroveggenza egli sapeva che sarebbe morto presto. Perci, prima di morire, disse, Vi ho datoquesti insegnamenti ma, in futuro, potranno esservi problemi e le cose potrebbero andar peggio.Quando ci accadr, invitate il mio allievo di nome Kamalasila dallIndia. Egli sar in grado di spiegarvila meditazione e rimuovere ogni errore di interpretazione che dovesse sorgere. Questo fu il suo ultimodesiderio, dopodich egli lasci il corpo.

    Quindi, un monaco Cinese di nome Hashang-Mahayana, arrivando in Tibet dalla Cina, disse: Voiavete ricevuto questi insegnamenti da Santaraksita, ma essi sono adatti solo per il sentiero graduale.Questo non un sentiero profondo, anzi molto difficile da concludere e richiede tempi lunghi. I mieiinsegnamenti sono la Via Istantanea, che pi facile e rapida della Via graduale. Se un pensiero, buonoo cattivo, si forma nella mente, ci non fa nessuna differenza. Sia una nuvola bianca che una nuvola

    nera, entrambe oscurano il sole. Se si viene morsi da un cane bianco, si avr il segno dei denti tantoquanto se si viene morsi da un cane nero. Se sorge un pensiero positivo, ci non il bene; e cos, sesorge un pensiero negativo, non il male. Piuttosto si deve restare in uno stato in cui non vi sia alcunqualsivoglia pensiero. Quindi, egli dette questi insegnamenti e la gente del Tibet divenne confusa enon sapeva pi quale era il giusto o lerrato modo di meditare. Allora essi ricordarono ci che avevadetto Santaraksita e invitarono Kamalasila dallIndia per chiarire ci che non capivano.

    In effetti, non vi era nulla di sbagliato negli insegnamenti di Hashang, salvo il fatto che questiinsegnamenti non includevano, nelle sue spiegazioni, lo sviluppo di amore e compassione, nonchlaccumulazione di meriti grazie alle buone azioni. Nel suo sistema, si deve soltanto bloccare ognipensiero e meditare. Quando Kamalasila arriv in Tibet volle rendersi conto se Hashang era intelligenteo meno perch, se non era intelligente, non ci sarebbero stati motivi per dibattere con lui. Alle spalledel monastero Samy, in Tibet, vi il grande fiume Tsangpo che, in realt, la parte superiore del

    Fiume Brahmaputra. Questo un fiume davvero molto largo e Kamalasila si mise su una sponda delfiume mentre sullaltra si mise Hashang. Per determinare quanto fosse intelligente il suo avversario,Kamalasila prese il suo bastone e lo fece roteare tre volte sopra la sua testa. Questo, simbolicamente,voleva significare la domanda. Da dove vengono i tre reami del samsara?-. Siccome HashangMahayana era intelligente, sollev le sue due mani, che erano coperte dalle maniche del mantello. Civaleva come risposta per dire, - Essi provengono dallignoranza che si aggrappa al dualismo dipercipiente e percezione -. Appena Kamalasila vide la sua risposta, programm il dibattito che futenuto al monastero Samy. Il re del Tibet presiedette al dibattito e port delle ghirlande di fiori, chesarebbero state donate al vincitore. Il re disse che prima era arrivato il mahapandit Santaraksita perdare insegnamenti sulla meditazione; pi tardi era venuto Hashang e aveva dato insegnamenti che nonerano uguali a quelli di Santaraksita. Infine egli disse: Io sono soltanto un essere ordinario e nonposso dire quale dei due metodi quello corretto, perci avremo questo dibattito in cui voi vi faretedomande lun laltro. Chi di voi perder il dibattito, dovr dare queste ghirlande allaltro che avr vintoe quindi pu garbatamente accettare la sconfitta e ritirarsi serenamente senza affanno o risentimento.Dopodich essi tennero il dibattito, facendosi domande lun laltro e dando le risposte che ritenevanovalide; alla fine Hashang rinunci al dibattito e present le ghirlande a Kamalasila, riconoscendo cosche il metodo di meditazione di Kamalasila era quello pi corretto. Di conseguenza, Kamalasila dette isuoi insegnamenti sulla meditazione, che si possono trovare nel suo Livelli di Meditazione delMadhyamika (la Via di Mezzo). Nel Tesoro della Conoscenza, la spiegazione di shamata e vipashyanasegue gli insegnamenti di Kamalasila (1).

    Il secondo volume sugli Stadi della Meditazione di Kamalasila, descrive la natura della meditazioneshamatha. In shamatha, la mente costantemente focalizzata allinterno, quindi diventa assai pacificae anche tutte le distrazioni esterne sono pacificate. Lostacolo alla meditazione shamatha sono le

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    distrazioni che provengono dallesterno come oggetti visti, suoni, odori, ecc. Lo sviluppo di shamathaavviene quando la mente costantemente rivolta allinterno e resta poi stabile in questo stato.Kamalasila dice che vi sono due caratteristiche che sorgono da shamatha; la prima la gioia elattrazione per shamatha perch si sente che importante e la si fa naturalmente a causa di uno statodi letizia; la seconda un aspetto chiamato attrazione totale. Questo significa che non si combattutida pensieri e distrazioni, perch la propria mente resta stabile su ci che si desidera, senza alcunconflitto. Kamalasila dice che queste sono le due qualit della meditazione shamatha.

    In sintesi, quando si raggiunge shamatha, non si sperimentano pi stati di offuscamento o stupidit.Quando shamatha sviluppata, si elimina la distrazione dei pensieri e questo fatto spinge a vedere lecose pi chiaramente e distintamente, di modo che si instauri vipashyana. Ecco come Kamalasiladescrive la natura di shamatha e vipashyana.

    ETIMOLOGIA

    La parola Sanscrita Shamatha fu tradotta in Tibetano col termine Shin, che letteralmente latraduzione delle due sillabe sha-ma in shi-wa (cio: pace) e la sillaba tha in n-pa (che significastabilit, o stasi). Nel contesto, tutto ci significa che quando la mente sopraffatta dai pensieri dirabbia, tristezza, rincrescimento o brama, essa totalmente distratta. Ma in shamatha la mente

    molto rilassata e a suo agio, senza difficolt o avversione. La mente ferma e pertanto questo unostato di pace. Dunque la mente non coinvolta in attivit forzata o in disagi, ma stabile in uno statodi pace spontanea. Vi sono diversi tipi di samadhi o stati meditativi, ma la meditazione shamatha labase di tutti gli stati meditativi in cui la mente uniformemente stabilizzata e rimane completamentefocalizzata su un oggetto di meditazione.

    La parola Sanscrita Vipashyana divisa anchessa in due parti, di cui la prima parte vi (riduzione divishesa) significa speciale, superiore o particolare; in Tibetano essa sirende con lhag (speciale).La seconda parte della parola pashyana che significa vedere o guardare ed in Tibetano si traducecon tong. Pertanto lintera parola Vipashyana (Lhak-tong in Tibetano) significa guardare inprofondit le cose, in un modo diretto, speciale, chiaro e particolare. Vuol dire anche guardare con gliocchi della Saggezza.

    LA NECESSIT DI UTILIZZARE ENTRAMBI

    Si potrebbe pensare di poter meditare solamente su shamatha o soltanto su vipashyana, senzautilizzarle insieme. Ma, di fatto, qualsiasi insegnamento Buddista si stia seguendo, si dovr praticareinsieme sia shamatha che vipashyana. Un esempio a ci ci viene da una lampada a burro, che erausata in Tibet nellantichit, per illuminare loscurit. La luce di una lampada a burro assai chiara eluminosa, ma per poter offrire questa luminosit essa deve essere tenuta ferma e riparata, e non farlaondeggiare o farla spegnere dal vento. Perci c bisogno di entrambe queste qualit una fiammavivida e una stabilit della fiamma, per illuminare il buio. Se la fiamma non splende o viene spenta dalvento, le cose non potranno essere viste nel buio. Allo stesso modo, per vedere la vera natura deifenomeni, si deve avere una chiara comprensione o saggezza ed essere capaci di focalizzare la mentesulloggetto esaminato, posizionando la propria attenzione su di esso per tanto tempo quanto neoccorre. Se anche una sola di queste due cose manca, allora la vera natura delle cose non sarpercepita. necessario possedere sia shamatha (la luce non ondeggiante) che vipashyana (la fiammaluminosa), poich con entrambe insieme si ha totale libert di focalizzarsi su qualunque cosa e si sarin grado di eliminare tutti i pensieri negativi (klesha) che devono essere eliminati onde poter svilupparela saggezza che bisogna far sviluppare. Se si pratica shamatha senza vipashyana, non si sar in gradodi comprendere la vera natura dei fenomeni; si avr soltanto una stabilit di mente mentre posizionata su qualcosa. come quando si in vacanza, si pu sperimentare pace nel rilassamento,ma non si otterranno risultati conclusivi da ci. Se invece si pratica vipashyana senza shamatha, non sisar in grado di eliminare tutte le negativit che devono essere eliminate, perch vipashyana senzashamatha instabile. Se anche si arrivasse alla comprensione di vipashyana, ci potrebbe avvenire conuna mente agitata e quindi quella sarebbe una ulteriore preoccupazione. Ecco perch necessario

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    praticare shamatha e vipashyana insieme; questo stato affermato dal Buddha nei Sutra ed anchenegli insegnamenti Vajrayana.

    LORDINE PROGRESSIVO

    La prossima questione se si deve cominciare prima con shamatha o prima con vipashyana o partire

    con entrambe subito. La risposta che si deve partire con shamatha e poi si far la pratica vipashyana,poich shamatha la base della meditazione e vipashyana basata sulla pace ottenuta con shamatha.Nellesempio della lampada a burro, shamatha come lolio o il burro e vipashyana come lo stoppino.Se non c lolio o il burro per far ardere la fiamma, lo stoppino da solo non pu durare a lungo; mentrese vi lolio, la lampada potr essere stabilmente accesa con una bella fiamma. Allo stesso modo, cbisogno di stabilizzare prima la meditazione shamatha e poi sviluppare la meditazione vipashyana.Nella Guida al Modo di Vita di un Bodhisattva (Bodhisattva-caryavatara), Santideva dice che bisognasviluppare la meditazione vipashyana che basata su shamatha che pacificante dopo che ci si completamente familiarizzati e abituati. Quando si possiede vipashyana, da una base di stabileshamatha, si sar in grado di debellare e superare i klesha. Quindi, bisogna prima cominciare con lameditazione shamatha. Santideva fu un grande erudito e Siddha Indiano che, benedetto da Manjusri,compose la Guida del Bodhisattva. In questopera egli descrisse tutte le Sei Perfezioni delle Paramit e,nel capitolo della perfezione della meditazione, disse che lessenza di vipashyana il vedere tutte le

    cose senza distrazione e con piena chiarezza. Questa saggezza discriminante (Pratyaveksanaprajna)vede i fenomeni relativi come relativo e i fenomeni ultimi come assoluto e, in ci, vede la vera natura ditutte le cose. Perci, con questa saggezza discriminante si pu vedere la reale, vera natura dellamente, proprio cos com. Ma prima di questo pu avvenire che la nostra mente debba essereoperabile. Ci significa che, con la propria mente, si pu fare ci che si vuole se si desidera mandarlain qualche posto, essa vi andr; se si vuole farla rimanere in qualche punto, essa vi rester. Cos possibile avere il completo controllo della propria mente. Come lesperienza ci insegna, la nostra mentenormalmente agisce come se appartenesse a qualcun altro - essa se ne va proprio girovagando qua el da sola. Ecco perch dobbiamo avere il completo controllo sulla nostra mente, se vogliamo vedere lanatura delle cose con la comprensione di vipashyana.

    NOTA AL CAPITOLO I

    (1) Thrangu Rimpoche (a differenza di alcuni studiosi occidentali) non crede che gli insegnamenti di HashangMahayana fossero in qualche modo collegati al Buddismo Chan. Nei testi Tibetani non vi descrizione di questiinsegnamenti, ma alcuni Tibetani dicono che poteva trattarsi di nozioni della Tradizione Cinese che erano di moda inCina; Rimpoche crede tuttavia che essi fossero qualcosa di particolare del monaco Hashang. Questi era il nome diun individuo, mentre Hashang il nome riconosciuto di un maestro della tradizione del Dharma. (La storia dei 16Arhat in Tibet, dice che questi 16 Arhat erano arrivati tutti insieme per fare miracoli e che il loro Patrono fosseHashang). Altri studiosi descrivono il termine Hashang come simbolo della coscienza di base o Alaya,raccontando che si hanno le sei coscienze paragonate a sei bambini che ci infastidiscono andando in giro qua e lper tutto il tempo. Poi c un vecchio saggio seduto ed i sei bambini gli saltano addosso non lasciandolo mai inpace. Quindi, questo Hashang o coscienza di base, il vecchio saggio con tutte le sei coscienze (i sei bambini) chesaltano intorno a lui, ma egli se ne sta seduto sorridente ed in pace. Perci, qui vi un simbolo per la coscienza dibase che imperturbabile e non turbata dalle sei coscienze personali; e Hashang questo simbolo.

    Vi inoltre, un altro Hashang, molto simile alla storia Tibetana narrata nel testo. Egli era chiamato Hashang ed

    stato dipinto iconograficamente mentre porta un grande sacco con s. Egli fu una persona storica, un insegnante eduna emanazione di Maitreya che fece espandere moltissimo il Dharma in Cina. Questo Hashang, sembra moltoessere quello dei 16 Arhat e, ovviamente, totalmente diverso da Hashang Mahayana, il monaco che venne inTibet ad insegnare la meditazione.

    (Nota del Traduttore Italiano = Han Shan , e non Hashang, fu il nome adottato dal Maestro Chan T Ching, chevisse in Cina dal 1546 al 1623- Non si sa se la leggenda abbia voluto confondere queste due figure; resta il fattoche il Chan, pur essendo della stessa tradizione Mahayana, pur sempre una Via Istantanea, quindi non graduale,proprio come stato postulato in questo testo. Ma la Tradizione Cinese racconta i fatti in un modo diverso. Sembrache il Maestro Han Shan, dopo aver tentato di spiegare ai Tibetani il metodo della Illuminazione Istantanea delChan, avendo visto la difficolt di comprensione dei seguaci della Scuola Graduale, abbia ritenuto pi consono e

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    compassionevole abbandonare la disputa e lasciare la vittoria (fenomenica) a Kamalasila. E questo, se vogliamo, una riprova ancor pi valida della linea autentica, trascendente ma anche aderente al vero Dharma, del ChanCinese.) =

    PARTE SECONDA : SHAMATHA IN DETTAGLIO

    PREREQUISITI DI SHAMATHA

    Quando sono presenti condizioni favorevoli per la meditazione, allora shamatha si svilupper;altrimenti, se queste sono assenti, shamatha non potr svilupparsi.

    Allorch inizialmente il Dharma fu introdotto in Tibet, nel settimo secolo, vi fu una buonacomprensione e una assidua pratica, da parte dei Tibetani. In seguito, Langdarm, un re del Tibet, amet del nono secolo soppresse il Dharma e distrusse la maggior parte degli insegnamenti Buddisti.Dopo questa cancellazione, qualcosa del Dharma sopravvisse e fu preservato, ma alcuni di questiinsegnamenti sopravvissuti furono praticati in modo scorretto. Come risultato, i Tibetani non furono pisicuri di chi stava dando il giusto insegnamento. Perci, nel 1042 il nobile Atisha fu invitato in TibetdallIndia, in quanto fu ritenuto la persona pi qualificata per insegnare il corretto modo di praticare. Lostesso Atisha, ricevette una rivelazione come profezia da Tara, che egli sarebbe andato in Tibet e chequesto sarebbe stato di gran beneficio per il Dharma. Quando giunse in Tibet, egli dette insegnamentisui metodi di meditazione shamatha e vipashyana e questi metodi si trovano nel suo libro, La Luce sulsentiero dellIlluminazione. In questo testo egli dice che, per una buona meditazione shamatha devonoessere presenti condizioni favorevoli. Anche se uno diligente e si applica per molti anni allameditazione shamatha, se queste condizioni favorevoli sono assenti, non si potr sviluppare una realemeditazione shamatha. Atisha dice che se tutte le condizioni favorevoli sono presenti ed uno concentrala sua mente su qualcosa che sia buona e positiva, allora si sar in grado di compiere la meditazioneshamatha e si potranno sviluppare poteri di chiaroveggenza.

    Nel suo secondo volume degli Stadi della Meditazione, Kamalasila dice che le condizioni favorevolisono queste: 1) bisogna risiedere in un luogo favorevole in cui sono presenti gli strumenti necessari. 2)in termini mentali, non si dovrebbe avere un gran desiderio di pensare Oh, devo avere una cosa su cuimeditare, e non due o tre, e cos via. Questo tipo di pensieri, rappresenta un ostacolo. 3) si dovrebbeavere contentezza, il che significa che qualsiasi cosa si abbia buona e adatta allo scopo. 4) sidovrebbero abbandonare le troppe attivit commerciali e materiali, come gli affari oppurecompravendita, ecc. 5) si dovrebbe avere una buona e pura condotta morale. 6) in questa condizione,si dovrebbe solo meditare in modo corretto. Infine, 7) si dovrebbe evitare ogni distrazione o desiderioche appare, come pure idee e concetti. Questa, dunque, una lista delle sette condizioni necessarie perlo sviluppo di shamatha.

    Nel Ornamento dei Sutra Mahayana, Maitreya dice che si dovrebbe praticare in un luogo in cui si pufacilmente soddisfare bisogni e necessit come vestiti, cibo, e cos via. Un luogo in cui si dovrebbeessere liberi dalle paure dei ladri e di qualsiasi pericolo per se stessi. Si dovrebbe stare in un luogosalutare che non sia n troppo freddo n troppo caldo e che non pregiudichi la propria salute. Sidovrebbe anche stare insieme a buoni compagni che abbiano la nostra stessa visione del modo divivere e identico comportamento, poich se essi si comportano in maniera diversa da noi, questo non cipermetter di ottenere o mantenere una buona stabilit mentale. Inoltre, il luogo in cui stare dovrebbeanche essere privo di troppa confusione e attivit e non dovrebbe essere abitato da molte persone.Queste sono le condizioni favorevoli esterne in cui si dovrebbe vivere. Questo sutra descrive anche lecondizioni interne della mente, vale a dire, assenza di desideri passionali e materiali. Contentezza ediminuzione di coinvolgimenti in troppe attivit. Infine, esso descrive il comportamento che si dovrebbeavere tra la propria mente e lambiente mondano esterno. Si dovrebbe avere una condotta pacifica egentile in accordo ai voti Pratimoksha del Bodhisattva. I voti Pratimoksha sono proibizioni di cose comeluccidere, rubare, ladulterio e cos via, cose che sono cos di moda oggigiorno. Lidea principale,comunque, che se uno cade in una di queste azioni negative, la propria mente non sarebbe in gradodi rimanere in uno stato pacifico e naturale. In termini di voti del Bodhisattva, se uno ha rabbia,

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    gelosia, brama o avversione, ecc. allora la propria mente sar incapace di restare in uno stato di pace.Invece, si dovrebbero sviluppare sentimenti di amore e compassione per tutti gli esseri senzienti.Quindi, se questa interconnessione tra interno ed esterno stabilita con lintenzione di beneficiare glialtri esseri, allora le condizioni favorevoli per sviluppare shamata si svilupperanno di sicuro.

    CATEGORIE DI SHAMATHA

    Vi sono quattro tipi di meditazione shamatha. Il primo tipo chiamato Shamatha del Reame delDesiderio, e si ha quando la propria mente completamente rilassata e diventa totalmente stabile edin pace. Poi, vi Shamatha del Dhyana, o Shamatha della stabilit mentale del Reame della Forma.Qui si prova una intensa esperienza di gioia e beatitudine stabilizzata nella meditazione. Il terzo tipo

    Shamatha del Reame Senza Forma, in cui tutte le cose spariscono. Il quarto tipo Shamatha dellaCessazione, che oggi come oggi non molto praticata, ma in tempi passati alcuni sravakadellHinayana usavano per raggiungere uno stato in cui la mente si blocca e la continuit dellenergiamentale si ferma.

    Ancor pi precisamente, vi sono nove livelli successivi di Shamatha. Prima, nel Reame del Desideriovi una shamatha unidiretta che significa che non si ha ancora completa stabilit mentale, ma se ne hauna certa quantit, tanto da non essere distratti dagli oggetti esterni. Poi, nel Reame della Forma, vi

    sono quattro successivi stati di meditazione shamatha. Il primo lesame e lanalisi shamatha. Ilsecondo la gioia e la beatitudine shamatha. Il terzo linalazione ed esalazione del respiro shamatha.Il quarto livello shamatha libero dagli otto difetti. Questi difetti sono: 1) la sofferenza fisica del regnodel desiderio, 2) la sofferenza mentale dello stesso regno; 3) il difetto dellanalisi del regno di forma; 4)il difetto dellesame dello stesso regno; 5) il difetto della non-gioia; 6) il difetto della non-beatitudine;7) il difetto della inalazione del respiro e 8) il difetto della esalazione del respiro. Questi ultimi due,stanno a significare la libert dallinspirazione ed espirazione, dato che in questo stato si completamente immobili senza alcun respiro forzato. Perci, questi sono i quattro livelli dellameditazione shamatha del regno della forma.

    Vi sono anche quattro livelli di meditazione che appartengono al regno senza forma, che uno statodi vacuit, ma non la Vacuit (Sunyata) dei Madhyamika. solo una condizione di vuoto o spazio vuotoin cui non si percepisce n si focalizza nulla. Questi quattro sono, Shamatha dello Spazio Infinito,

    Shamatha della Coscienza Infinita, Shamatha senza esistenza n non-esistenza e Shamatha delNulla in ogni dove. Quindi, tutti insieme vi sono questi nove livelli di meditazione shamatha, uno nelReame del Desiderio, quattro nel Reame della Forma e quattro nel Reame della Non-Forma.

    POSTURA NELLA MEDITAZIONE

    Vi sono due modi per descrivere la postura che si deve tenere durante la meditazione; 1) i setteaspetti della postura di Vairocana e 2) i cinque aspetti della meditazione Dhyana. Ecco i sette aspetti diVairocana. Vairocana significa ci che illumina, ci che rende chiari. Perci, Vairocana la tipicapostura fisica della seduta, che sviluppa uno stato meditativo e rende la mente stabile e chiara. Se lamente non stabile, dipende dalle arie o venti sottili (Skt. Vayu, Tib. lung). Vi una grossa aria ovento energetico, che il respiro che si inspira ed espira. Ma vi anche un vento sottile o aria che

    collegato ai movimenti del corpo ed ai movimenti del pensiero. Corpo e mente sono correlati, cosicchquando questi venti sottili diventano immobili nel corpo, anche la mente diventa immobile. Questi ventisottili si rendono stabili lavorando sui canali interni (Skt. Nadi, Tib. tsa) attraverso i quali i venti simuovono. Se questi canali sono liberi e stabili, allora le arie sottili diventano stabili e quindi anche lamente diventa stabile. Per rendere questi canali liberi e stabili, si deve mantenere una giusta posturadurante la meditazione.

    Vi sono diversi tipi di arie sottili. Laria sottile che rende il corpo stabile e fermo laria sottile dellaterra. Quella che mantiene caldo il corpo laria sottile del fuoco. Quella che mantiene il corpo esenteda inaridirsi laria sottile dellacqua. E quella che espande la vita ed il calore attraverso lintero corpo e

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    permette i movimenti fisici lo stesso elemento aria, o aria dellaria. Perci vi un vento sottile cheproviene da ciascuno dei quattro elementi. Vi anche un quinto vento sottile, discendente edespellente, che trasforma il cibo nello stomaco e separa la materia di scarto del cibo espellendolaattraverso lorina e le feci.

    Il primo aspetto della postura Vairocana , avere la spina dorsale dritta, cos il Canale Centrale

    dellEnergia dritto. Il vento sottile della forza vitale chiamato in Sanscrito Prana (Tib. sok lung) escorre nel canale centrale. Il prana rende il corpo stabile e fermo ed anche chiamato il vento di terra,perch dona stabilit e durata al corpo. Se, nella meditazione il corpo proteso in avanti, o si inclina daun lato o allindietro, allora questo canale centrale anchesso curvato e lo stesso prana che vi scorreallinterno ricurvo. Quindi se si mantiene la spina eretta e dritta, laria della terra fluir diritta e nerisulter un beneficio in durata e stabilit.

    Il vento dellacqua permea il corpo e lo mantiene umido. Se questo vento (vayu) dellacqua fluiscenel canale centrale, esso sar stabile naturalmente. A causare questo suo fluire dentro il canalecentrale sar la posizione delle mani nella postura meditativa con i gomiti leggermente staccati daltronco. Il vento del fuoco normalmente scorre verso la testa, mentre i venti della terra e dellacquanormalmente scorrono in gi. Per far entrare il vayu del fuoco nel canale centrale si deve tenere ilmento leggermente piegato e ci ha leffetto di prevenire che il vento del fuoco salga allins.

    Per introdurre il vento dellaria nel canale centrale, si dovrebbero tenere gli occhi fermi e nonondeggianti. Il vayu dellaria collegato col movimento del corpo e gli occhi hanno spontaneamente ungran da fare nel muoversi insieme al corpo. Se gli occhi si muovono, ci causa naturalmente anche ilmovimento della mente. Quindi si devono tenere gli occhi immobili, semichiusi e focalizzati sullo spazioalla punta del naso. Questo permetter alla mente di immobilizzarsi e al vayu dellaria di entrare nelcanale centrale. Anche le labbra sono lasciate ferme naturalmente, con la lingua che si appoggia allaparte alta del palato. Infine, per immobilizzare il vayu discendente ed escretore, ci si deve sedere conle gambe nella posizione vajra.

    I cinque aspetti della postura si riferiscono ai cinque vayu, ma il vayu dellaria ha due aspetti, gliocchi e le labbra. Il vayu dellacqua ha a sua volta due aspetti con le mani in posizione meditativa e laparte superiore delle braccia che sono distese con i gomiti un p divaricati, e questo porta a sette gli

    aspetti della postura della meditazione. Molte istruzioni dicono che si dovrebbe espellere lariastagnante nel corpo per tre volte, prima di iniziare la meditazione. Il motivo che con la respirazionenormale, il proprio corpo accumula aria impura e negativa. Per sbarazzarsi di questultima, si esala conun po pi di forza del normale, ma non con troppa forza. Facendo questo, si deve pensare che tutte lenegativit mentali, i klesha, vengono esalati col respiro e cos si pu inspirare in un modo pi rilassato.Si deve farlo per tre volte: ciascuna volta con un po pi di forza nellesalazione. Dopodich si respiranormalmente, molto rilassati, pensando che si sono espulse tutte le negativit.

    Le mani devono restare nella postura meditativa, oppure nella postura equilibrata; si mette la manodestra sulla mano sinistra rivolte verso lalto, e questa la postura meditativa. Invece quellaequilibrata significa che le proprie mani stanno allo stesso livello, sicch se una poggiata su unginocchio, laltra deve essere appoggiata allaltro ginocchio, allo stesso livello. Non vi nessunadifferenza tra i due modi; si usi quello che si trova pi confortevole.

    Nella tradizione Mahamudra del Vajrayana, di solito si parlato comunemente dei sette aspetti dellapostura di Vairocana appena discussi. Ma Jamgon Kongtrul usa questi altri otto aspetti della postura,che furono spiegati da Kamalasila nel suo Stadi della Meditazione. Per cominciare, ci si dovrebbesedere confortevolmente e seguire questi otto punti. Primo, le gambe devono essere incrociate nellapostura vajra (meglio conosciuta come loto intero), oppure nella posizione semi-incrociata ( o mezzoloto). In Occidente, quasi nessuno siede in questa posizione a gambe incrociate; le persone siedonocon i ginocchi distesi in alto, ma poi i ginocchi alla fine scendono gi. Questo un raggiungimentosuccessivo, quando il corpo sar pi flessibile. Allinizio meglio sedere in maniera confortevole,piuttosto che sedere rigidamente con dolore. Secondo, gli occhi devono essere semichiusi, quindi non

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    aperti a fissare davanti, ma nemmeno serrati altrimenti tutto buio. Essi rimangono semichiusi senzasforzo o tensione, cos possono completamente rilassarsi e non ci si pensa pi. Terzo, la parte superioredel tronco deve essere ben diritta. Finch il corpo e la mente sono interconnessi, se il corpo dritto,anche i canali sono dritti e le energie sottili fluiranno morbidamente in essi e la mente sar ferma estabile. Se il corpo ricurvo, i canali saranno bloccati e la mente sfavorevolmente disturbata, perchalcuni canali avranno meno energia che si muove al loro interno mentre altri avranno energie che simuovono troppo rapidamente, il che fa risultare una ridda di pensieri che sorgono nella mente. Quarto,le spalle devono essere a livello del corpo ritto e non si dovrebbe tenerle curvate n piegate da un latoo dallaltro. Quinto, gli occhi dovrebbero guardare in basso verso la punta del naso, con lo sguardofisso, in maniera che si sia consapevoli del proprio naso. La descrizione classica che lo sguardo fissoquattro dita oltre il naso. Sesto, sia le labbra che i denti non devono essere tenuti serrati, maleggermente socchiusi, per non creare tensioni. Settimo, la lingua dovrebbe essere tenuta appoggiataal palato, altrimenti la saliva si accumuler in bocca e questo fatto pu disturbare e distrarre,dovendola inghiottire continuamente. Infine, per ultimo, il respiro dovrebbe essere naturale e leggero.Si dovrebbe cercare di rendere il respiro quasi impercettibile, ma senza che venga soppresso o, peggio,sforzato. Ognuno di questi otto aspetti di postura, come il tenere gli occhi semichiusi, pu sembrarealquanto poco importante, ma per sviluppare completa chiarezza e stabilit di mente, tutti questiaspetti di postura sono realmente importanti perch ciascuno ha uno speciale ruolo nellessere la causadi questa stabilit e chiarezza.

    OGGETTI DI MEDITAZIONE

    Vi sono due spiegazioni di come mantenere la mente in meditazione. La prima una descrizionegenerale e la seconda una specifica serie di stati meditativi.

    Nella spiegazione generale, il Buddha insegn che vi erano quattro classi di oggetti di meditazione. Ilprimo chiamato loggetto di meditazione onnipervasivo, in quanto sta ad indicare tutti i fenomeni.Esso pu essere focalizzato senza lanalisi che la mente di solito esegue; ed anche con leventualeanalisi, in cui si cerca tanto la vera natura dei fenomeni che la loro relativa molteplicit.

    La seconda classe di oggetti di meditazione chiamata la pacificazione del comportamento, ed una meditazione che purifica i difetti mentali. Da dove provengono questi modelli negativi? Negli

    insegnamenti Buddisti, la propria vita attuale ha avuto origine da una precedente vita e quella vitaebbe origine da una ancora pi anteriore, e cos via. Durante questa vita di adesso si pu sperimentaredolore fisico e sofferenza mentale, oppure si pu sperimentare felicit e beatitudine. Queste esperienzederivano dalle nostre azioni fatte nella vita precedente. Esse sono il risultato del proprio karmapersonale. Alcune persone hanno grandi desideri o grandi stati di rabbia e ci potrebbe provenire dalpotere dellabitudine a queste tendenze alimentate nelle vite precedenti e non essere un vero e propriorisultato del karma. In una certa vita si potrebbe diventare abituati al desiderio o alla rabbia e questidiventano sempre pi forti, cosicch nella vita successiva vi sar un gran desiderio o una granderabbia, e cos via, attraverso vari periodi di esistenza. Oppure in una certa vita, si pu trovare unrimedio per questo desiderio o rabbia e ci far diminuire i propri difetti, i quali possono continuare adiminuire nelle successive esistenze.

    Se eravamo avvezzi ad avere un mucchio di desideri nelle nostre vite precedenti, allora vi saranno

    moltissimi desideri anche nella nostra vita attuale. Se eravamo avvezzi ad avere una gran mole dirabbia o di superbia nelle vite precedenti, sperimenteremo grande rabbia e superbia anche in questavita. Cos, se avevamo tanti pensieri precedentemente, la nostra mente attuale non sar capace direstare stabile e i pensieri riempiranno la nostra mente, la quale sar impotente e soccomber al loropotere. Infine, se avevamo una forte ignoranza nella vita precedente, ci saremo adattati ad essa e lanostra mente di adesso sar completamente piena di ignoranza. Quindi questi modelli descrivono icinque tipi di persone e di conseguenza c una meditazione per rimediare a ciascuno dei cinque tipi dimentalit.

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    Se si hanno forti desideri ed una facilit allattaccamento verso il proprio corpo o verso le formeesterne, si pu praticare la meditazione sulla caducit della bellezza e sugli aspetti della bruttezza. Disolito, si pensa che il proprio corpo sia solido, duraturo e importante; ma gli insegnamenti Buddistidicono che si possiede la preziosa esistenza umana solo perch ci permette di praticare il dharma e fareil bene per gli altri esseri. Lesistenza umana preziosa, ma il corpo in se stesso non cos tantoprezioso. Si deve meditare sugli oggetti del proprio attaccamento, vedendoli come vuoti, non belli,deperibili e morituri. Questo far diminuire il proprio attaccamento.

    Se uno ha una forte tendenza alla rabbia o allodio, egli deve meditare sullamore e la compassione.Questo far diminuire la propria rabbia e lavversione. Lavversione di solito il desiderio didanneggiare qualcun altro. Invece si dovrebbe meditare col pensiero di prendere il proprio corpo comeun esempio per tutti gli altri esseri. Normalmente, se si sperimenta il minimo accenno di dolore, essonon desiderabile e se si sperimenta il pi piccolo piacere o benessere, questa una cosa chedesideriamo. Perci, in questa meditazione si dovrebbe pensare che tutti gli altri esseri sono come lanostra propria persona: anche a loro non piace la sofferenza mentre desiderano lesperienza piacevoledella felicit. Non vi nessuno che gradisce lesperienza di soffrire. Quindi, pensando alla uguaglianzadegli altri esseri con la nostra persona, si svilupper lamore per tutti gli esseri e si abbandoner ildesiderio di causare danno o dolore agli altri. E questo diminuir la nostra avversione e rabbia.

    Vi sono due tipi di ignoranza: lignoranza distinguibile e quella indistinguibile. Lignoranzaindistinguibile sempre presente ed unita agli altri eventi mentali. Essa accompagna il sorgere dellenegativit della mente, come la rabbia, la superbia, lattaccamento, ecc. A causa di questa ignoranza,non si consapevoli di ci che positivo e ci che dannoso. Appena questi differenti veleni mentalisorgono, non si comprende la loro natura e non si pu sapere se essi sono buoni o cattivi. Il risultato che essi sono sempre presenti, ma non sono in se stessi distinguibili come ignoranza.

    Il secondo tipo di ignoranza, lignoranza distinguibile, un tipo di ignoranza isolata e occasionale,unignoranza risultante dal non aver ricevuto o contemplato gli insegnamenti Buddisti. Avendo imparatoe riflettuto su questi insegnamenti, gradualmente questa ignoranza potr essere rimossa. Se si ha unaforte tendenza allignoranza (cio se si dubita o non si comprendono gli insegnamenti del Dharma)allora il rimedio, in termini di meditazione shamatha, la contemplazione dei dodici anellidellOriginazione Interdipendente. Contemplando come le cose sorgono e dipendono una dallaltra, si

    comprende la concatenazione delle tendenze mentali. Cosicch, se ci si abitua a fare buone azioni e adavere buoni pensieri, il potere della tendenza allabitudine produrr buoni pensieri e buone azioni dacompiere. In modo simile, quando la mente si abituata alla negativit ed alle cose malvagie, tramite ilpotere di tali abitudini negative, si produrranno pensieri ed azioni negative. Quindi essi sono dipendentigli uni con le altre e la contemplazione su questa Originazione Interdipendente il rimedio per questotipo di ignoranza.

    Il rimedio per la superbia quello di meditare sugli elementi che formano un essere. Grazie allasuperbia, noi pensiamo di noi stessi di essere speciali o superiori agli altri. Allora bisogna meditare suicinque Aggregati (skandha), in quanto vedendo se stesso come speciale o superiore, uno si pensasolido e definito. Ma se si esaminano i propri aggregati, si scopre che le cose non sono solide, ma sonoin continuo mutamento e cambiamento. Uno soltanto unaggregazione di elementi differenti. Peresempio, una persona composta dai cinque aggregati riuniti insieme, quindi solo una semplice

    aggregazione di diverse parti; cos, essendo consapevole del suo essere composto dei cinque aggregati,essa diminuir la propria superbia.

    Il rimedio per coloro che hanno troppi pensieri quello di meditare sul respiro. Meditando sul respiro,che alquanto sottile e cambia costantemente col movimento di entrata e uscita del fiato, i propripensieri diventano sempre meno potenti e impetuosi. Quindi, questo i l rimedio per i troppi pensieri.

    La terza classe di oggetti che formano la meditazione, chiamata Oggetti di Meditazione di Ci chesi Impara, ed la comprensione della natura delle cose, la comprensione dei cinque aggregati. Peresempio, si medita che il corpo una somma di parti ed composto dagli aggregati di forma,

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    sensazioni, percezioni identificative, attivit mentale e coscienza (che comprende tutte le seicoscienze). Cos ci si rende conto che la mente non una singola unit indivisibile, ma un composto divarie funzioni. Vi sono 18 elementi che funzionano in questa organizzazione come, ad esempio, la vistache dipende dallocchio del momento precedente; locchio di oggi deriva dallocchio del giorno prima,ecc. Poi vi la comprensione delle 12 Ayatana le quali sono implicate nellorganizzazione e sviluppo.Per esempio, si pu constatare come avendo gli occhi e la coscienza visiva, questi si collegano con unoggetto esterno e, tramite ci, avviene la percezione della coscienza visiva. Quindi, lorgano di senso,loggetto e la coscienza devono funzionare insieme per far avvenire la percezione. Poi si impara comeoperano le 12 fasi dellinterdipendenza. Infine, si apprende lo studio delle cose appropriate e di quelleinappropriate, che una lista di cose che potrebbero o non potrebbero apparire in base a certe cause.Perci la contemplazione di questi oggetti chiamata Contemplazione di ci che si imparato.

    La quarta classe di oggetti di meditazione chiamata Purificazione dei Klesha. Si contemplashamatha, lo stato pacificante in cui presente shamatha e lo stato opposto in cui shamatha non presente. Tramite vipashyana vi la comprensione delle cause di Samsara e delle cause di Nirvana.Questi, tutti insieme, sono i 16 aspetti collegati alle Quattro Nobili Verit.

    Vi sono poi quattro tipi di pensieri che sono di ostacolo alla meditazione. Sono i pensieri maliziosi,quali il desiderio di danneggiare qualcuno, i pensieri di gelosia, i pensieri di dubbio e di incredulit e i

    pensieri di attaccamento e brama. Per esempio, se si presentano pensieri di aggressivit, bisognariconoscerli subito, altrimenti essi torneranno in continuit durante la meditazione. Si deve riconoscereche laggressivit sta danneggiando la propria meditazione, specialmente quando vi si aderisce. La cosaprincipale che non ci si attacchi n ci si coinvolga a questi nostri pensieri. Se ci si attacca, sar moltodifficile riuscire a sbarazzarsene, mentre se li si lascia andare senza adesione, allora sar facilesbarazzarsi di loro, ritornando alla consapevolezza della meditazione.

    Vi sono due diversi tipi di pensieri: grossolani e sottili. Quando in meditazione sorgono i pensierigrossolani, ci si dimentica di stare nella meditazione e si perde attenzione e consapevolezza. Allorabisogna ricordarsi che si sta meditando e si ritorna alla meditazione. Questi pensieri grossolani sonochiamati anche pensieri distraenti, ed il modo di prevenirli o superarli di tenere a menteconsapevolezza e attenzione sul fatto che si in meditazione. Il secondo tipo sono i pensieri sottili chesono chiamati anche pensieri che vengono dal basso. Per superare questo tipo di pensieri, bisogna

    ricordarsi che si sta meditando e si deve contrattaccare con un pensiero opponente, del tipo: Adessoquesti piccoli pensieri se ne andranno. Questi sono pensieri che sorgono dal profondo ed, essendomolto subdoli, si fa molta fatica a riconoscerli ed a sbarazzarsene. Comunque, essi non fanno moltodanno alla meditazione; sono solo piccoli pensierini che arrivano nello spazio della consapevolezza e silasciano essere per quelli che sono finch, alla fine, li si lascia andar via senza preoccupazioni di sorta.Questi piccoli pensieri, tuttavia, talvolta possono ingrandirsi e diventare gradualmente pi invadenti, alpunto che fanno perdere la nostra meditazione e, prima che si sia consapevoli della loro invasione, sidiventa distratti da essi e la concentrazione sparisce. Perci si dovrebbe cercare di evitare cheappaiano, mantenendo una stabile e durevole concentrazione e consapevolezza, dato che laconsapevolezza necessaria in ciascun successivo momento temporale. Se ci si impegna a mantenerecostante questa consapevolezza, allora non si cadr nella distrazione.

    GLI STADI SPECIFICI DELLA MEDITAZIONE

    Vi sono tre tipi fondamentali di meditazione shamatha in relazione alloggetto di meditazione. Il primotipo la meditazione con un oggetto esterno, il secondo meditazione senza un oggetto esterno ed ilterzo la meditazione sulla natura essenziale delle cose.

    Si inizia la meditazione shamatha cercando di rendere stabile e chiara la propria mente e, se non ci sifamiliarizza con la meditazione, questa verr presto abbandonata. Perci allinizio c bisogno di unoggetto su cui meditare. Cos come un bambino ha bisogno di imparare lalfabeto prima di poterleggere, cos allinizio si deve meditare col supporto di un oggetto e, successivamente, ci si pudedicare alla meditazione senza oggetto. Allora, come primo oggetto si prova a meditare focalizzandosi

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    su un pezzo di legno o su una piccola pietra. Facendo questa meditazione, si dovrebbe mantenere unatensione adeguata che dimostrerebbe la forza della nostra concentrazione. La tensione non dovrebbeessere n troppo tesa n troppo allentata. Un esempio che ci viene da Saraha, dice che questameditazione dovrebbe essere come un filo del Bramino, dato che in passato la casta dei Braminifabbricava il filo come lavoro. Per filare lo spago in maniera appropriata, si doveva applicare la giustatensione, perch se la tensione fosse stata troppa, la corda si sarebbe rotta e se fosse troppo lenta, sisarebbero formati dei nodi. Per sviluppare la stabilit mentale, si deve cominciare con lattenzioneverso un oggetto prima un oggetto impuro e poi un oggetto puro, come una statua o unimmaginedel Buddha o delle divinit, oppure su una sillaba sacra o uno speciale mantra, ecc. Lo scopo dellameditazione su un oggetto puro non quello di sviluppare devozione o compassione, ma solo di farrestare la propria mente concentrata. Si dovrebbe anche non pensare ai difetti o alle buone qualit diquelloggetto, su cui ci si sta focalizzando. Allinizio ci si focalizza su una pietra o un pezzo di legnoperch essi non hanno alcuna raffigurazione, mentre unimmagine sacra, ad esempio, piena didiverse raffigurazioni che ci distraggono, come gli occhi, le orecchie, i capelli , le mani, e cos via.

    Il secondo tipo di meditazione shamatha la meditazione senza oggetti esterni. La mente si rivolgeallinterno verso se stessa e ci si pu focalizzare sulle immagini mentali del Buddha o daltre divinit,come Avalokitesvara o Tara. In questo modo, queste immagini mentali assumono il nome di Yidam(che sta a significare proprio la vera natura di queste raffigurazioni, e cio il potere della nostra mentedi creare ed evocare le entit a cui rivolgerci per lo scopo spirituale. N. d. T.), che noi mentalmenteposizioniamo sia come se stessero davanti nella nostra testa, oppure visualizzati di fronte a noi oppurevisualizzando noi stessi in forma di quella divinit pensata. Poich, allinizio, non si facilmente ingrado di immaginare la forma intera di questi Yidam, cominciamo perci a visualizzare prima le mani,poi i vestiti, poi gli occhi, e cos via. Questo immaginare le parti della divinit chiamata meditazioneparziale senza oggetto. Abituandoci sempre di pi a questa meditazione, alla fine essa ci divienefamiliare e si arriva facilmente a visualizzare lintera forma della divinit, finch si ha la completavisione dellintero corpo, mantenuto stabile dentro di noi per tutto il tempo della meditazione. E questa chiamata visualizzazione completa di un oggetto interno. Alcuni individui nella loro meditazione siaspettano di avere una chiarissima immagine della divinit e, quando ci non accade, diventano delusie dispiaciuti. Locchio o la facolt in s della coscienza visiva pu vedere le cose in modoestremamente chiaro, ma nella meditazione si usa la Coscienza Mentale che riporta una impressionegenerale delle cose, una idea approssimata della conformazione generale delle cose, cos spesso non siha una percezione chiara come avviene con la coscienza visiva. Perci non ci si dovrebbe aspettare di

    visualizzare una divinit tanto chiara come se la stessimo vedendo in un quadro o in realt. Comunque,pur non restando avvinti alla chiarezza dellimmagine, perch lo scopo della meditazione non quello diricevere una immagine perfetta, bisogna focalizzare la mente sullimmagine stessa, cos la mentediverr ferma e stabile.

    Il maestro Bodhibhadra dice che vi sono due tipi di shamatha: shamatha focalizzato esternamente eshamatha focalizzato internamente. Shamatha focalizzato esternamente il modo ordinario difocalizzarsi su una pietra o altro oggetto, come una statua o immagine del Buddha o delle divinit.Shamatha focalizzato internamente, a sua volta, ancora di due tipi: visualizzazione del corpo evisualizzazione basata sul corpo. La visualizzazione basata sul corpo la focalizzazione di qualcosa delnostro corpo, come per esempio il respiro, o i canali sottili, o raggi di luce allinterno del nostro corpo, oanche il sentimento di beatitudine. Vi sono numerosi tipi di istruzioni sulla meditazione date daimaestri, ma alla fine si possono classificare in meditazione con oggetto esterno e meditazione senza

    oggetto esterno.

    Il terzo tipo di meditazione shamatha chiamato rimanere nellessenza. Dopo aver meditato su unoggetto esterno, e poi su un oggetto interno, si pu meditare restando solamente nellessenza. Lamente si focalizza sul nulla (o meglio, non focalizzata su niente), ma rimane in uno statocompletamente stabile e privo di ondeggiamenti. Quando diciamo mente, noi solitamente pensiamoche essa sia una cosa, ma il Buddha ha descritto lamente come lunione di sei o otto differenti tipi dicoscienza. In questa raccolta di facolt della Coscienza, vi la coscienza visiva, basata sullocchio, chepercepisce e sperimenta le forme visibili; quella auditiva che percepisce i suoni ed basata

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    sullorecchio. La coscienza olfattiva, basata sul naso, che percepisce gli odori; la coscienza gustativa,basata sulla lingua; la coscienza tattile o corporea basata sul tatto e le sensazioni fisiche.

    Queste cinque coscienze si dice che siano non-concettuali, infatti esse proprio vedono, sentono,odorano, gustano e toccano e non sono coinvolte con pensieri del tipo questo buono o cattivo,perch questo compito, o incombenza, spetta alle rimanenti coscienze. Il grande Mahasiddha Tilopa,

    nelle sue istruzioni a Naropa, disse che le apparenze non fanno danni, per il nostro attaccamento adesse ci causa i problemi. Il reale vedere e sentire le cose, non danneggia in alcun modo la meditazione,perch queste coscienze sono non-concettuali. Ci che causa problemi od ostacoli alla meditazione sviluppare attaccamento (o repulsione) a forme, suoni, ecc. Perci non c bisogno di impedire questepure percezioni nella meditazione.

    In India, prima della nascita del Buddha, veniva insegnato che vi era una sola coscienza. Veniva datolesempio per spiegare il funzionamento di questa coscienza unica, dicendo che era come una casa concinque o sei finestre e con dentro di essa una scimmia. La scimmia talora guarda alla finestra, poiascolta da unaltra, e cos via, cosicch poteva sembrare da fuori che allinterno della casa vi fosseropi scimmie alle diverse finestre. Ma, in fin dei conti, si trattava sempre e solo della stessa scimmia. Ifilosofi dicevano che la casa come la mente e le finestre sono come le diverse coscienze sensoriali,ma vi era solo una coscienza cos come in verit nella casa vi era una sola scimmia. Il Buddha, per,

    disse che non poteva esservi una sola coscienza, perch se cos fosse, allora quando uno sta vedendoqualcosa, non sarebbe in grado di udire un suono, o se sta udendo un suono, non sarebbe in grado disentire gli odori, e cos via. Poich, in effetti, noi possiamo vedere, udire, odorare, gustare e sentire lesensazioni fisiche nel medesimo tempo, ecco che allora le coscienze distinte sono cinque e non una.

    Quando si medita, non si fa uso di alcuna delle cinque coscienze non-concettuali che vengono usateper sperimentare forme, suoni, odori, gusti o sensazioni corporee. Nella meditazione si usano duecoscienze mentali, e cio la coscienza mentale stabile e quella instabile. Nella coscienza mentaleinstabile (spesso ritenuta la sola coscienza mentale) sorgono ogni tipo di pensieri e, a volte sisperimentano attrazione e piacere, altre volte disappunto e dispiacere, e cos via. Questa la nostracoscienza ordinaria. Poi vi la coscienza stabile che rimane completamente indenne dai pensieri belli obrutti, esperienze piacevoli o spiacevoli. La chiarezza della coscienza stabile rimane la stessa sia digiorno che di notte ed perci chiamata la Coscienza-Base (o Coscienza Alaya). Vi una terza

    coscienza mentale (e cos fanno otto), chiamata Coscienza Afflitta, che non ha chiarezza ed costantemente nello stato di Illusione, in quanto risponde sempre al pensiero di sentirsi un Io. Questopensiero di Ego sempre presente, sia quando la mente distratta e sia quando non lo . Questa lacoscienza che si aggrappa al s ed qualcosa che tutti gli esseri possiedono. un attaccamento al sche molto sottile, e lo si ha continuamente, che si sia consapevoli o meno, anche quando si addormentati. Qualunque cosa si stia facendo, questo sottile aggrappamento al s sempre presente,questo pensiero di un Io non ci lascia mai. Se uno ode un suono, vi questa sottile reazione inconscia,

    Oh, mi piace!, oppure Non mi piace!. Perci, questo me sempre in campo e, finch non siraggiunge lo stato di illuminazione, o lottenimento della Buddit, tutti, ma proprio tutti abbiamo questosottile e subdolo attaccamento allego. Dunque, questa chiamata la coscienza duratura, perch lecinque coscienze sensoriali cambiano costantemente andando e venendo. Cos, vi sono cinquecoscienze sensoriali e tre coscienze mentali, che in tutto fanno otto.

    La coscienza della meditazione, normalmente, la sesta coscienza, chiamata coscienza mentaleperch ha a che fare con la concettualit. Essa coinvolta nel passato, presente e futuro; col bene ecol male; con ogni tipo di disturbo mentale (klesha), e cos via. La radice di tutte queste cose lacoscienza mentale, quindi la causa e lorigine di tutti i concetti ed i pensieri questa coscienza mentale.Nella meditazione si presume di poter controllare questa coscienza che sperimenta i pensieri, le ideeillusorie e le relative sensazioni. Nella meditazione si deve cogliere e controllare questa sesta coscienza,s da farla restare ferma affinch questi pensieri non sorgano. Questa coscienza mentale ha dueaspetti: conoscenza dellaltro e conoscenza di s stessi. La conoscenza dellaltro avviene quando lamente si rivolge allesterno verso le cose, e pensa, Oh, questo bello, oppure, questo brutto. Voglioquesta cosa, oppure, questa cosa non mi piace!. La conoscenza orientata verso lesterno concettuale, mentre la conoscenza di se stessi laspetto di essere consapevoli di ci che si sta

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    pensando. una conoscenza molto diretta che conosce sempre qual il pensiero che sorge nellamente. Questa auto-consapevolezza non-concettuale e, senza questa auto-consapevolezza, non sipotrebbe mai conoscere che cosa si sta pensando. una coscientizzazione che pura conoscenza checoglie appieno se si sta veramente meditando o no. Perci, nella meditazione deve esservi questacoscienza consapevole che conosce immediatamente lo stato della nostra meditazione.

    Quando si sta meditando, la mente o, in generale, la coscienza mentale deve essere assorbita nellacoscienza di base. Per esempio, se uno pensa che i pensieri sono come onde e la coscienza di basecome loceano, allora le onde originano dalloceano ma poi sprofondano e spariscono nello stessooceano. Allo stesso modo, i pensieri sorgono dallincessante, inalterata chiarezza della coscienza dibase, ma poi si immergono e svaniscono ancora dentro la coscienza di base. Perci la forma ultima dishamatha consapevolizzare la sparizione dei pensieri dentro la coscienza di base col risultato che lamente diventa stabile e assai rilassata. In altre parole, pur avendo un gran numero di pensieri chesorgono da questa coscienza di base, nella meditazione vi laumento dello sforzo per far tornare adassorbire questi pensieri gi dentro limmutabile e insondabile chiarezza della coscienza di base.Dopodich si ha la immobilit ed il rilassamento della mente.

    La sesta coscienza deve permanere e rilassarsi nella coscienza di base, perch da qui che essa haorigine. Essa sgorga fuori dalla coscienza di base (o fondamentale) e quindi necessario che torni a

    rilassarsi nella coscienza fondamentale. Nella meditazione c bisogno che la sesta coscienza diventiferma e calma senza che sorgano pensieri, cos si ha la condizione che essa rientrata nella coscienzafondamentale. Ma la coscienza di base, in se stessa, non deve creare ostacoli alla meditazione. Lasettima coscienza (quella afflitta e caratterizzata dallafferrarsi allego) sempre qui e non lei acreare ostacoli alla meditazione, ma pu creare ostacoli alla liberazione. Perci, quando si diventa pifamiliarizzati con la realizzazione dello stato di non-ego, questa coscienza afflitta, questo sottileattaccamento allego, gradualmente svanisce. Se la sesta coscienza, la coscienza mentale, si coinvolgenelle cinque coscienze sensoriali, allora s che questo diventa un ostacolo per la meditazione. Ma se lamente resta calma e stabile in se stessa e non si fa coinvolgere nelle percezioni dei sensi, allora lepercezioni sensoriali non creano ostacoli alla meditazione. Nei principianti, tuttavia, la mente ancoraabituata al coinvolgimento con le percezioni sensoriali e quindi meglio praticare la meditazione in unluogo isolato e tranquillo.

    NOTE AL CAPITOLO 21) Laria (vayu) dellelemento fuoco provvede al calore corporeo ed alla sensazione di benessere. Il vayu

    dellelemento acqua mantiene il corpo umido e pervade lintero corpo ed ha la funzione di preservare i liquidicorporei nella giusta misura. Il vayu dellelemento aria permette il movimento fisico degli arti e la flessibilit delcorpo, ma assicura anche la mobilit della mente. Il vayu dellelemento terra, infine, provvede alla stabilit delcorpo e lo preserva dalla condizione di cambiamenti repentini, dandogli una certa solidit e stabilit.

    In genere vi sono quattro elementi: terra, fuoco, aria ed acqua. La terra il terreno sotto i nostri piedi; lacqua il materiale che fluisce verso il basso; il fuoco ci che brucia e laria (che, in Tibetano, la stessa parola di vento) ci che si muove intorno a noi. Le loro qualit, solidit, calore, umidit e mobilit, sono anche ci cheintendiamo per i quattro elementi del corpo. Le funzioni di questi elementi sono che la terra rende qualcosa moltosolida e durevole, mentre lacqua procura la coesione e mantiene unite le cose. Per esempio, un dito non sidisintegra e resta tutto di un pezzo, e questo grazie alla funzione dellelemento acqua. La funzione del fuoco di far

    maturare, provocando un cambiamento nelle cose. Per esempio, un fiore sboccia ed laspetto di caloredellelemento fuoco che permette ci. Le cose si sviluppano, maturano, invecchiano e lintero processo dicambiamento dovuto allattivit dellelemento fuoco.

    2) Alcuni centri eseguono la meditazione camminata in mezzo a periodi di meditazione seduta. Durante questameditazione camminata non vi sono particolari visualizzazioni. Si dovrebbe principalmente essere consapevoli deipropri piedi che stanno andando in avanti e poi che si poggiano per terra; si dovrebbe cogliere tutto il movimento.Si resta semplicemente consapevoli del movimento del camminare ed lo stesso identico processo dellattenzioneposta sul respiro. Questo metodo usato nella Tradizione Theravada ed descritto nei testi ortodossi del Vinaya. InTibet ed in Cina, tuttavia, la maggioranza dei metodi meditativi sono fatti stando seduti gi. Rimpoche pensa che la

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    meditazione camminata pu essere molto benefica perch buona per la mente, buona per il corpo e nonindolenzisce le ginocchia.

    PARTE TERZA: IDENTIFICARE LE ESPERIENZE NELLA

    MEDITAZIONE SHAMATHA

    Vi sono in realt tre differenti stadi di meditazione shamatha. Per prima cosa, vi la meditazione conoggetto esterno, che significa che, quando si medita, viene usato un qualche oggetto come punto diriferimento. Pu essere un qualsiasi oggetto esterno come un ciottolo, unimmagine o una statua delBuddha, il proprio respiro, o una sillaba sacra. Meditare su un oggetto esterno aiuta la propriameditazione, ma non produce una particolare conoscenza o comprensione ben definita. Secondo, vi la

    meditazione senza oggetto esterno, che una meditazione in cui ci si immagina la forma della divinito del Buddha, ma con una visualizzazione interna. Il terzo tipo una meditazione chiamata restareimmobili nellessenza.

    Meditazione del restare nellessenza, stata descritta facendo uso dellesempio di un oceano.

    Allorch soffia un forte vento, le onde sulloceano si ingrossano; quando invece loceano calmo, leonde si abbassano e loceano diventa piatto e stabile. Allo stesso modo, i pensieri appaiono nella mentespinti dal vento dellignoranza che parte dalla coscienza di base. Ci causa il movimento della mentesotto forma di pensieri. Quindi, se questo vento che soffia dalla coscienza di base si attenua e si ritraein se stesso, i pensieri diminuiscono e la mente diventa immobile. Questo descritto da Milarepa in unsuo canto in cui parla della manifestazione della mente simile alle onde del mare. Queste onde sistagliano sul mare proprio come i pensieri si stagliano sulla mente. Perci, i pensieri sono proprio lafunzione o la manifestazione della mente, quindi essi sorgono dalla mente, proprio perch essiprovengono dalla mente. Di conseguenza, quando il vento dellignoranza che soffia dalla coscienza dibase fermato, la mente diventa immobile.

    Nel Tesoro della Conoscenza, la pratica meditativa descritta in termini della tradizione testuale edanche in termini delle istruzioni orali dei grandi meditanti. Sono entrambi importanti, poich i testi

    descrivono e spiegano il significato degli insegnamenti del Buddha e le istruzioni sono pure importantipoich provengono dalla vera esperienza di meditazione. Ad ogni modo, cominciamo con la tradizionetestuale che descrive la meditazione in termini delle cinque cose che possono stravolgere e farsbagliare la meditazione e degli otto modi per eliminare questi difetti.

    I CINQUE DIFETTI

    Quando si medita, si deve riconoscere lesperienza che deriva da questa meditazione e si deve sapereliminare i difetti che possono ostacolarne la pratica. Vi sono cinque difetti che devono essere eliminatitramite otto diversi tipi di azioni e antidoti. Questi cinque difetti o errori impediscono lo sviluppo dellameditazione e sono stati descritti da Maitreya nel testo Differenziazione della Via di Mezzo dagliEstremi. Questo testo afferma che se la mente pu restare ferma su un oggetto, diventa alloramanovrabile e assai stabile, al punto che si pu fare ci che si vuole con la propria mente. Per

    contrasto, la nostra mente ordinaria come se si trovasse a cavalcare un cavallo selvaggio e, quando sista su un cavallo selvaggio, non ci si pu fermare in un dato posto n si pu andare dove si vuole. Mase la mente diventa addomesticata e disponibile, allora ci si pu fare quello che si vuole; si pu usare lapropria mente per accrescere la nostra saggezza e comprensione oppure se servono poteri miracolosi echiaroveggenza, allora si pu facilmente svilupparli. Il modo per ottenere una mente disponibile passaattraverso leliminazione dei cinque difetti alla meditazione.

    Il primo difetto la pigrizia. La pigrizia impedisce lapplicazione della meditazione perch non siarriva nemmeno ad ascoltare attentamente le istruzioni per meditare. In realt vi sono tre tipi dipigrizia: 1) una sorta di stato letargico in cui non ci si sente interessati a fare alcunch e sembra quasi

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    essi avvengono tutti allinterno della mente principale. Nellanalisi dellaggregato degli eventi mentali, visono 51 tipi diversi di eventi mentali, come la pigrizia, la dimenticanza, il torpore, lagitazione e cosvia. Perci, questi cinque difetti sono eventi mentali e i loro rimedi o antidoti sono altrettanto compresinella lista degli eventi mentali.

    Il primo difetto era la pigrizia e questo un potentissimo e particolare ostacolo per la meditazione. Vi

    sono quattro eventi mentali che rimediano a questa pigrizia. Il primo rimedio la motivazione, oaspirazione. Ci significa che si considera che la meditazione molto importante e benefica e senzameditazione non vi benessere; quindi, laspirazione il primo rimedio contro la pigrizia.

    Dunque, il primo di questi rimedi quello di avere motivazione e interesse, volendo significare chemeditare bello e ci piace. Si potrebbe pensare che ci voglia dire essere attaccati alla meditazione,ma questo attaccamento positivo e non arreca danni, perci usiamo la parola aspirazione, dato chelattaccamento a qualcosa di negativo dannoso. In Tibetano, vi sono due parole per attaccamento chag-pa che attaccamento negativo solitamente tradotto con attaccamento e mo-pa che unattaccamento positivo di solito tradotto con aspirazione. Se a qualcuno piace rubare, allora egli

    attaccato allottenimento di cose trafugate, e questo chag-pa attaccamento negativo. Se invece,qualcuno vuole aiutare qualcun altro o vuole praticare il dharma ed attaccato a questi fatti, alloraquesto mo-pa, poich di beneficio a se stessi ed agli altri. Il significato di queste parole sembra

    essere lo stesso di quando si pensa, Devo fare questa cosa, ma mentre una di esse vale per quandosi vuole aiutare qualcuno, laltra ha valore quando invece si vuole danneggiarlo. La parola chag-pa(attaccamento negativo) ha anche il significato di aderire, essere attaccato, sicch si rimane dove si e non si pu salire pi in alto; quindi, questa parola ha anche il valore di un blocco nel proprio sviluppo.Se questo attaccamento o interesse fosse qualcosa di positivo come la meditazione, allora arrecherebbeun risultato positivo. Se qualcuno desidera meditare o ha un vero interesse verso la meditazione, alloracostui mediter naturalmente e naturalmente avr eliminato lostacolo della pigrizia. Ci che necessario un attaccamento a qualcosa di benefico, ed allora la chiamiamo aspirazione.

    Il secondo rimedio lo zelo; se si ha interesse e motivazione alla pratica, allora non si ha bisogno disforzarsi per praticare la meditazione, vi sar uno zelo naturale. Il terzo rimedio per la pigrizia lafede. Bench questa sia simile al primo rimedio, laspirazione significa che si ha qualcosa a cui aspirare,nel caso della fede vi qualcosa in cui credere che molto valutata. Il quarto rimedio chiamato

    letteralmente buon addestramento, ed anche tradotto con flessibilit o arrendevolezza esignifica che la propria mente pronta a meditare in qualsiasi momento. Non si dovrebbe pensare, Oh, non sono ancora pronto per meditare, troppo difficile. Senza una buona dose di flessibilit,senza una mente ed un corpo ben addestrati, non si pu avere una vera shamatha, ma solo unamente con una qualit uniforme. Possiamo anche sforzarci per uniformare la nostra mente condeterminazione, ma se abbiamo anche una buona flessibilit di meditazione, la mente resta da sestessa spontaneamente unidiretta senza alcun sforzo. Questi quattro rimedi saranno in grado dieliminare il difetto della pigrizia.

    Il quinto rimedio la consapevolezza, che rimedia alla dimenticanza delle istruzioni sullameditazione. Con essa si ha uno stato meditativo continuo in cui non si dimenticano le istruzioni. Laconsapevolezza ha tre caratteristiche; primo, si ha una chiarezza ed acutezza mentale che permettonodi ricordare sempre le istruzioni. Secondo, dato che la mente acuta e focalizzata, non vi saranno mai

    troppi pensieri insorgenti, buoni o cattivi che siano, poich la meditazione non-concettuale. La mente spontaneamente focalizzata e unidiretta su un oggetto. Terzo, dato che vi fiducia e fede e vi laflessibilit, essendo diventati ben addestrati, la meditazione si fa piacevole con un senso di contentezzae conforto. Queste tre qualit permettono alla mente di non dimenticare le giuste istruzioni.

    Per il quarto difetto, torpore e agitazione, il rimedio formato da tre metodi per eliminarlo. Primo,quando si sperimenta il torpore, si pu visualizzare nel proprio cuore un loto bianco con quattro petalicon una sfera bianca al centro, si pu immaginare poi di sollevare questa figura al di sopra della testa,a quattro dita di distanza. Quando vi agitazione, o troppi pensieri, visualizzate invece un loto nero conquattro petali ed una sfera nera al centro e fategli fare un percorso opposto: dal cuore fino al basso,

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    posizionandolo quattro dita sotto il terreno su cui stiamo sedendo. Un secondo metodo per il torpore di tenere gli occhi spalancati, guardando verso lalto e tendendo tutti i muscoli del corpo; mentre perlagitazione, si devono tenere gli occhi socchiusi e, guardando verso il basso, ci si rilassacompletamente con tutto il corpo. Il terzo metodo per il torpore quello di aprire tutte le finestre otutte le luci, lasciando entrare aria fresca e grande chiarore, indossando inoltre vestiti leggeri. Perlagitazione, invece, la stanza deve essere calda e oscura e si dovrebbero indossare vestiti pesanti.

    Per il difetto dellinattivit, si deve riconoscere sia il torpore che lagitazione nella propria meditazionee non far altro. Quando ci avviene e si cade sotto il loro potere, ovviamente non si in grado disviluppare lucidit. Quando si riconosce che vi torpore o agitazione durante la meditazione, ci sidovrebbe ricordare di applicare i rimedi con diligenza. Perci adattando questi rimedi appropriati sieliminer anche il difetto dellinattivit.

    Per il difetto della iperattivit, in cui si sta meditando senza nessuno dei cinque difetti, non sidovrebbe fare nulla se non restare in questo stato meditativo. Facendo questo si eliminer il difettodelliperattivit. Concludendo, vi sono otto eventi mentali come rimedio o antidoto per eliminare icinque difetti.

    I SEI POTERI, I NOVE LIVELLI ED I QUATTRO IMPEGNI

    Nel Tesoro della Conoscenza vengono dati due diversi tipi di insegnamenti, derivanti da due diversetradizioni. Il primo listruzione shamatha della tradizione testuale e proviene dai grandi eruditi e

    siddha del passato, che composero i testi sulle istruzioni per meditare, in termini abbastanza facili dacapire. Il secondo tipo, listruzione shamatha che proviene dalla tradizione pratica, derivantedirettamente dalle esperienze maturate nella meditazione al fine di eliminare i difetti e sviluppare lebuone qualit. Quella che segue la meditazione proveniente dalla tradizione testuale.

    Vi sono sei poteri (siddhi) che eliminano i difetti nella meditazione shamatha e producono nove livellidi stabilit mentale. Questi nove livelli di stabilit mentale sono generati dai sei poteri e dai quattro tipidi impegno mentale.

    Il primo dei sei poteri la forza del potere di ascoltare, o udire, o ricevere gli insegnamenti. Cisviluppa il primo livello di stabilit mentale, ovvero la shamatha chiamata stabilizzata, che resta fissanella mente. Di solito la mente continuamente distratta dai pensieri, perci bisogna stabilizzare unpo la mente, di modo che non venga troppo distratta dalle cose esterne. Bisogna far rimanere la mentein meditazione, anche se allinizio, ci non facile. Poich non si ancora in grado di fermare la mente,quando si sotto il potere di queste distrazioni, allora bisogna aumentare il potere dellascolto.Ascoltando gli insegnamenti dei Buddha, i commentari e le spiegazioni date dai maestri, alla fine sicomprende cos la meditazione; cio creare le qualit positive derivanti dalla meditazione ed evitare idifetti derivanti dalla difficolt di meditare, e cos via. Ascoltando attentamente, si sar quindi in gradodi comprendere, di imparare a meditare ed a stabilizzare la mente. Il grande Marpa disse che ascoltaree contemplare gli insegnamenti come illuminare il buio con una torcia luminosa, perch se uno haquesto lampo, allora potr vedere dove sta andando, che cosa c e che cosa accadr, evitando cos ilrischio di fare danno a s ed agli altri. In Tibet vi un detto, Se uno non ha una lampada e va in girocol buio, rischia facilmente di sbattere la testa contro un palo. Quando si cammina nel buio, non si pu

    vedere dov il palo, o qualunque altro ostacolo; se invece, si usa una lampada, allora si al sicuro dinon andare a sbattere contro qualcosa. Ecco perch ascoltare e contemplare gli insegnamenti comeusare la lampada, la lampada della conoscenza che disperde il buio dellignoranza, cos si sa doveandare e che cosa fare.

    Il secondo potere il potere della contemplazione, ovvero la riflessione di ci che significano leragioni e la logica degli insegnamenti, di modo che si possa dare continuit agli insegnamenti stessi.Con questo potere si sviluppa il secondo livello della stabilit mentale, che il restare immobili incontinuit nella propria mente. (Nel primo livello si pu far riposare la mente per un po di tempo,cinque minuti, mentre nel secondo livello, si pu farlo per pi tempo, circa dieci minuti). Questi due

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    primi livelli dellascolto degli insegnamenti e la continua contemplazione di essi, creati dai primi duepoteri, formano il primo tipo di impegni, chiamato la disciplina, oppure limpegno fermamentefocalizzato. Questo primo impegno, implica il ricevimento del potere di ascoltare e contemplare gliinsegnamenti ed il risultato una mente fermamente controllata e focalizzata con la disciplina.

    Il terzo potere chiamato il potere della consapevolezza, ed simile al rimedio per non dimenticare

    le istruzioni alla meditazione gi discusso prima. Questo potere della consapevolezza sviluppa il terzolivello della stabilit mentale, che lo stadio di riportare la mente nella stabilit, ovvero di stabilizzarlacon continuit. Ci vuol dire che quando si sta meditando, sorgeranno dei pensieri e si diventa distrattia causa di questi pensieri. Allora ci si riporta allo stato di meditazione e, riapplicandosi ad essa, siristabilisce questa stabilit di meditazione. Allorch vi una distrazione che ci distoglie dallesserestabilizzati nella meditazione, si in grado di ritornare ripetutamente nello stato meditativo. Questo ilriapplicare lo stato di restare nella mente, dovuto al potere della memoria in quanto si possiede questaconsapevolezza, cos si consapevoli che la mente stata distratta da qualche pensiero. Essendoconsapevoli, si pensa, Non devo cadere preda dei pensieri distraenti, e mentalmente si ritorna a ciche si stava facendo. Questo potere della memoria o consapevolezza, sviluppa anche il quarto livellodella stabilit mentale, chiamato intensamente stabilizzato, che significa che la mente, prima soloperifericamente focalizzata, diventa ora pi circoscritta e pi intensamente focalizzata. Ad esempio, suun pezzo di legno, o altro. Lo scopo di questo tipo di meditazione che la mente ora pu focalizzarsi suqualcosa di molto sottile.

    Cosa si pu fare per prevenire questo continuo sorgere di pensieri? I testi dicono che la mente assai vasta ed i pensieri sorgono continuamente e vanno dappertutto. La mente deve essere trattenutaallinterno e costretta a rimanere pi intimamente interessata a se stessa. Questo lo stato chiamato lo stato concentrato della mente ferma su di s, che il quarto stato di shamatha. Il potere necessario il terzo potere, quello della consapevolezza e della memoria di s. Ci si deve ricordare delle istruzioni,gli insegnamenti dati dal Buddha, i commentari e le istruzioni per la vera meditazione. Bisogna essereconsapevoli dello stato di fermezza nella meditazione ed essere consapevoli delleventuale fase didistrazione. Quando si diventa distratti a causa dei pensieri, si immediatamente consapevoli delladistrazione grazie alla consapevolezza. Si sa di essere distratti a causa dei propri pensieri e, sapendoquesto, si in grado di non restarvi attaccato o coinvolto, ma si pronti a lasciarli andare e ritornare astabilizzare la mente nella meditazione. Questo quindi, la riapplicazione o ripetizione del fermare lamente. Talvolta, quando si sta meditando e arriva un pensiero, si pensa Oh, questo un pensieroimportante, questo uno di quelli a cui devo prestare attenzione!. Finch noi passiamo cos pocotempo in meditazione, si dovrebbe dire a noi stessi che possiamo dedicarci a questi pensieri per tutto ilresto della giornata, quando abbiamo finito la sessione meditativa. Quindi, se facciamo cos, possiamospezzare lattaccamento a quel pensiero. Grazie a questo continuo stato di consapevolezza, si crea lostato di concentrazione o di mente calma. Il terzo e il quarto livello sono sviluppati col potere dellaconsapevolezza. Santideva ci d un esempio del perch necessario avere consapevolezza. Egli diceche i pensieri ed i klesha sono come dei ladri o malviventi, perch un ladro osserver sempre lapersona per vedere se questa persona forte o debole. Se concluder che essa non forte e potente,cercher di derubare quella persona. Se, invece, un ladro crede che qualcuno forte ed armato e moltepersone lo proteggono, rinuncer a derubarlo. Allo stesso modo, se qualcuno non ha consapevolezza eautocoscienza, allora i pensieri ed i klesha arriveranno e deruberanno la meditazione, distruggendo cosla pratica e le buone motivazioni. Il rimedio che previene l'attacco dei pensieri e dei veleni mentali avere consapevolezza e restare autocoscienti. La mente come una porta, qualunque cosa vi entri

    dentro, sia un ladro che una gran dose di ricchezza, deve entrare per quella porta. Allo stesso modo, searrivano qualit negative o positive che siano, esse entrano attraverso la mente. Perci la mente come una porta e, se uno deve andare in banca, per esempio, deve lasciare alla porta un guardianocon una pistola per impedire ai ladri di entrare. Similmente, dato che la mente la porta, necessariala consapevolezza sempre presente come guardiano, ma necessario anche che sia armata, non bastache stia l a guardia. Deve esservi una consapevolezza armata di autocoscienza. Se consapevolezza edautocoscienza sono l presenti per tutto il tempo, allora i pensieri ed i klesha non saranno in grado dientrare e depredare la qualit positiva. Per portare un altro esempio, possiamo usare la BancadellIndia (Indian Bank) che mette un guardiano con la pistola a guardia della porta. Ma sarebbe assaitriste non poter far nulla per impedire al guardiano di rubare proprio alla banca, perci si risolve di

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    incatenare il guardiano ad una colonna allesterno. Cos la Banca Indiana ha un guardiano con un fucile,incatenato ad una colonna, che dovrebbe impedire ai ladri di poter entrare e al guardiano di poterrubare in banca. Allo stesso modo, si dovrebbe avere la consapevolezza che guarda la porta dellamente e, per evitare che la consapevolezza perda il controllo, la si dovrebbe incatenare l conlautocoscienza; allora s che si pu proteggere la nostra meditazione.

    Il quarto potere il potere dellautocoscienza, che significa che si conosce esattamente sempre ciche sta accadendo e ci che si sta facendo. Di solito, si inconsapevoli di ci che accade ma questopotere di autocoscienza sviluppa due livelli di stabilit mentale, chiamati il quinto livello del domare odisciplinare la mente ed il sesto livello della pacificazione. Normalmente la nostra mente non pu esseremotivata a meditare e quindi la meditazione molto difficile. Col potere delladdomesticamento,tuttavia, si riescono ad intuire le qualit ed i benefici, per se stessi e per gli altri, della meditazione, chequesta meditazione pu aiutarci a sviluppare chiaroveggenza e poteri miracolosi ed accrescere lapropria comprensione e saggezza. Essendo consci di tutte le qualit che derivano dalla meditazione, sicauser di essere attratti dalla meditazione e di venir incoraggiati a meditare e perci la propria mentediventa addomesticata. Quindi, questo potere dellautocoscienza che sviluppa il livellodelladdomesticamento ci porta al sesto livello della stabilit mentale chiamato pacificazione. Ci che importante, nello stato post-meditativo dopo la meditazione shamatha, la consapevolezza elautocoscienza. Con la consapevolezza non si dimentica la condizione della p