J.J. ROUSSEAU EMILIO O - UniBg emilio...2016/11/08 · Modulo 1 Lezione 8 Emilio o...
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI
BERGAMO
J.J. ROUSSEAU
EMILIO O
DELL’EDUCAZIONE
Libro primo (0-5 anni)
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TEMI PRINCIPALI
- gran principio dell‟educazione, bontà originaria della naturaumana;
- educazione naturale come educazione domestica;- l‟educazione comincia dalla nascita;- conoscere l‟infanzia e rispettarla per quello che è;- educazione progressiva;- elementi di puericultura;- la madre come nutrice, il padre come primo precettore;- caratteristiche del pedagogo ideale;- caratteristiche di Emilio;- l‟educazione nella prima infanzia: dimensioni psicologiche,emotive, linguistiche.
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La conditio sine qua non dell‟educazione:
la bontà originaria della natura umana
- «Tutte le cose sono create buone da Dio, tuttedegenerano tra le mani dell’uomo» (p. 7).
- «la nostra specie non ammette di essere formata ametà. La situazione è ormai tale che un uomo,abbandonato a se stesso fin dalla nascita in mezzoai suoi simili, sarebbe il più deforme di tutti» (p. 7).
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Il presupposto antropologico:
l‟uomo come essere NEOTENICO
L‟uomo, in quanto essere costitutivamente fragileper natura, se venisse lasciato solo, verrebbesoffocato dai pregiudizi, dall‟autorità, dallanecessità, dall‟esempio, cioè da tutte quelleistituzioni sociali in cui si trova sommerso. In questomodo, egli avrebbe una vita stentata, «quasiarboscello cresciuto per caso in mezzo a unastrada» (p. 7)
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L‟educabilità dell‟uomo
in quanto essere neotenico
«Le piante si coltivano, gli uomini si educano» (p. 8)
«Nasciamo deboli e abbiamo bisogno di forza;
nasciamo sprovvisti di tutto e abbiamo bisogno di
assistenza; nasciamo stupidi e abbiamo bisogno di
giudizio. Tutto ciò che alla nascita non possediamo
e che si sarà necessario da adulti ce lo fornisce
l’educazione» (di nuovo Rousseau mette in luce la
neotenia dell‟uomo, p. 9).
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Come avviene allora l‟educazione?
I tre maestri«L’educazione ci viene impartita o dalla natura odagli uomini o dalle cose. Quella della naturaconsiste nello sviluppo interno delle nostre facoltàe dei nostri organi; quella degli uomini c’insegna afare un certo uso di facoltà e organi così sviluppati;l’acquisto di una nostra personale esperienzamediante gli oggetti da cui riceviamo impressioni èl’educazione delle cose» (p. 9)
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Il primo maestro: LA NATURA
- Intesa sia come aspetto biologico (crescita,
riguarda lo sviluppo del fanciullo), sia come essenza
- La meta (il fine) dell‟educazione è la natura
(intesa come Physis= essenza), perciò occorre
armonizzare le tre forme di educazione al suo
perfetto compimento (p. 9).
- La definizione che limita la natura alle abitudini
conformi alla natura stessa non è che una vuota
perifrasi.
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Il secondo maestro: GLI UOMINI
-Dispositivo sociale
- «ci insegna a fare un certo uso di facoltà e
organi così sviluppati» (p. 9)
- L‟unica davvero in nostro potere (cfr. azione
umana)
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Il terzo maestro: LE COSE
- Dipende dal nostro modo di interagire con la
realtà:
«l’acquisto di una nostra personale esperienza
mediante gli oggetti da cui riceviamo
impressioni» (p. 9)
- Dimensione dell‟esperienza (influenzerà la
pedagogia successiva)
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L‟educazione si sottrae al controllo?
«Delle tre forme di educazione quella della natura è
del tutto indipendente da noi e quella delle cose
non dipende da noi che in parte. Solo l’educazione
degli uomini è davvero in nostro potere; e anche
questo potere è piuttosto teorico, poiché chi mai
può sperare di controllare interamente discorsi ed
azioni di tutti coloro che vivono intorno a un
fanciullo?» (p. 9)
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Necessità di armonizzare l‟opera dei tre
maestri per educare l‟uomo integrale
«Il discepolo in cui i loro diversi insegnamenti
si contraddicono riceve una cattiva
educazione e non sarà mai in armonia con se
stesso; ma se tali insegnamenti vertono tutti
sugli stessi punti e tendono agli stessi fini,
allora il discepolo raggiunge la sua meta e
vive in maniera coerente. Egli solamente è
educato bene» (p. 9)
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Il fine dell‟educazione è la
piena realizzazione della natura umana
Per formare l‟uomo naturale occorre “vegliare perchénulla sia fatto”
EDUCAZIONE NEGATIVA
«Nell’ordine naturale, poiché gli uomini sono tuttiuguali, la loro vocazione comune è la condizioneumana; e chiunque sia stato ben preparato a talecondizione, non può non assolvere egregiamente icompiti che ne derivano» (p. 14)
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Educare significa
insegnare l‟arte del vivere
EDUCAZIONE ALLA VITA
«Prima che i genitori scelgano per lui una professione,
la natura lo chiama alla vita umana. Ed io intendo
insegnargli l’arte del vivere. Uscendo dalle mie mani,
lo ammetto, egli non sarà magistrato, né soldato, né
sacerdote; sarà innanzi tutto uomo; a tutti i doveri
propri di un uomo egli sarà in grado di far fronte al
pari di qualsiasi altro e, per quanto la fortuna possa
fargli mutar condizione, egli si sentirà sempre al suo
posto» (p. 14)
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Fine dell‟educazione naturale:formare l‟uomo (buono), non il cittadino
uomo naturale (integrale) vs uomo civile (frazionario)
EDUCAZIONE PROGRESSIVA
- «L’uomo naturale è un’entità del tutto a sé stante, èl’unità numerica, è l’intero assoluto che ha rapporto
solo con se stesso o col suo simile» (p. 11)
- «L’uomo civile non è che un’unità frazionaria
condizionata dal denominatore e il cui valore risiede nel
rapporto con l’intero, che è il corpo sociale» (p. 11)
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L‟educazione del cittadino
«Colui che nell’ordine civile vuol conservare il primoposto ai sentimenti naturali non sa quello che vuole.Sempre in contraddizione con se stesso, sempreoscillante tra inclinazioni e doveri, non sarà mai néuomo né cittadino, non sarà buono né per sé né pergli altri; sarà un uomo dei nostri tempi, un Francese,un Inglese, un borghese; non sarà niente» (p. 12)
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Un aut aut: non si può educare
contemporaneamente l‟uomo e il cittadino
Non si può educare contemporaneamente un uomo per
se stesso e per gli altri.
«Di fronte alla necessità di contrastare o la natura o le
istituzioni sociali, bisogna decidere se formare un
uomo o un cittadino: formare l’uno e l’altro insieme
non si può» (p. 11)
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO G. Sandrone – Pedagogia generale 1 A.A. 2016/17 –Modulo 1 Lezione 8 Emilio o Dell’educazione
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Alla base dell’aut aut vi è un
contrasto fra le istituzioni educative
Esistono due forme contrarie di istituzioni educative:una pubblica e collettiva (si veda la Repubblica diPlatone), l‟altra privata e domestica.
«Trascinati dalla natura e dagli uomini in direzionicontrarie […] ci ritroviamo al termine estremo senzaaver raggiunto l’armonia interiore, senza essere statiutili né a noi stessi né agli altri» (p. 13)
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Critica alle istituzioni sociali
«Le buone istituzioni sociali sono quelle chemeglio riescono a snaturare l’uomo, aprivarlo della sua esistenza assoluta perconferirgliene una relativa, a inserire l’ionell’unità comune, di guisa che ogni singoloindividuo non senta più se stesso come unità,ma come parte dell’unità, e non abbiarilevanza alcuna se non nel tutto in cui èassorbito» (pp. 11-12).
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No al nozionismo
per educare l‟uomo secondo natura
«Il vero oggetto del nostro studio è la
condizione umana. Il meglio educato tra noi
è, a parer mio, colui che meglio sa
sopportare i beni e i mali di questa vita; ne
consegue che la vera educazione non è fatta
di precetti, ma di esercizi» (p. 15)
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Alcuni elementi di puericultura
Due esempi:
1. Fasce
2. Allattamento
Emergono, in negationis, due cattiveconsuetudini della madre del „700
(ruolo della nutrice)
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Il padre come primo precettore
(idealmente, il miglior precettore per il figlio)
«Volete dunque che la sua forma originaria si conservi?Proteggetela fin dall’istante in cui viene al mondo. Appenanasce, impadronitevi di lui e non lasciatelo più prima che siauomo: altrimenti non riuscirete mai. Allo stesso modo che lavera nutrice è la madre, è il padre il vero precettore. Trovinoessi un armonico accordo così nell’alternarsi delle lorofunzioni come intorno ai principi da seguire; passi il bambinodalle mani dell’una a quelle dell’altro. Sarà meglio educato daun padre giudizioso, pur se modesto, che dal più abile deimaestri; meglio infatti potrà lo zelo supplire al talento chenon il talento allo zelo […] Un padre, quando ha generato eallevato dei figli, non ha compiuto che la terza parte delcompito suo: deve uomini al genere umano, uomini socievolialla società, cittadini allo Stato» (pp. 25-26)
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Jean Jacques, il pedagogo
«Ho deciso perciò di crearmi un allievo
immaginario, di attribuirmi l’età, la salute,
le cognizioni e tutti i requisiti necessari per
consacrarmi alla sua educazione e di
attendere a questa dalla nascita fino a
quando, divenuto adulto, non avrà bisogno
d’altra guida che di se stesso» (p. 28)
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Caratteristiche del buon pedagogo
- Non deve essere un mercenario (il pedagogo è un mestierenobile, è impossibile farlo per denaro senza mostrarsi indegni);
- deve essere padre egli stesso, o più che uomo;
- deve essere ben educato;
- deve essere giovane, tanto giovane quanto può esserlo unuomo saggio;
- deve compiere una sola esperienza educativa in tutta la vita;
- il suo compito consiste nel guidare, più che nell‟istruire,perciò si chiama pedagogo e non maestro (o magister);
- la scienza che insegna è quella dei doveri dell‟uomo;
- per ogni allievo occorre un solo pedagogo.
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Caratteristiche di Emilio, l’allievo
- Non è povero (se lo fosse, la sua educazione gli verrebbeimpartita dalla sua condizione e non ne potrebbe avereun‟altra);
- è ricco, Rousseau lo sceglie per formare un uomo in più,poiché il povero lo diventa già per conto suo;
- è orfano, il suo pedagogo si assume su di sé sia i doveri sia idiritti del padre e della madre;
- non può essere separato dal suo pedagogo, senza il suoconsenso;
- non è malato;
- vive in una zona temperata del pianeta (in Francia);
- corpo e anima forti e in equilibrio
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L‟educazione dell‟uomo
comincia dalla nascita
«Noi cominciamo ad istruirci nell‟atto stesso in
cui cominciamo a vivere; la nostra educazione
ha inizio con la nascita e il nostro primo
precettore è la nutrice. Si spiega così come la
parola “educazione” avesse per gli antichi un
significato che per noi non ha più:
“allevamento”» (v. Educat nutrix di Varrone).
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Il protagonismo delle donne nella
prima educazione dell‟infanzia
«La prima educazione è quella più importante
e questa educazione appartiene
incontestabilmente alle donne: se il Creatore
avesse voluto confidarla agli uomini, avrebbe
dato loro anche il latte per nutrire i fanciulli».
«Parlate dunque soprattutto alle donne nei
trattati sull’educazione […]» (nota a p. 7)
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L‟azione educativa si fonda
sull’anima sensitiva dell‟uomo
L‟azione educativa deve fondarsi sulle
disposizioni primitive dell‟uomo, cioè sulla
sua anima sensitiva. Infatti, «nasciamo
dotati di sensibilità e, fin dalla nascita,
riceviamo impressioni diverse dagli oggetti
che ci circondano» (p. 10)
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Quattro massime per educare i
fanciulli secondo natura
1. Occorre permettere che adoperino tutte quelle forze dicui la natura li fornisce e di cui non sono certo in grado diabusare;
2. bisogna aiutarli e supplire a quanto manca lorod‟intelligenza e di forza in tutto ciò che concerne ibisogni fisici;
3. bisogna, nell‟aiuto che si dà loro, limitarsi a quantorealmente utile, senza nulla concedere al capriccio o aldesiderio irragionevole (che non nascono dalla natura);
4. bisogna studiare con cura il loro linguaggio e i loro segni,onde poter distinguere in un‟età in cui non sanno ancoradissimulare, ciò che nei loro desideri derivaimmediatamente dalla natura e ciò che derivadall‟opinione.
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Ruolo della natura
nell‟educazione della prima infanzia
«Osservate la natura e seguite la strada che viaddita: essa esercita i bambini senza tregua, netempra il carattere con prove di ogni specie,insegna loro per tempo che cosa siano pena edolore» (p. 22).
OSSERVAZIONE
(Metodo dell’educazione naturale, progressiva e negativa)
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Il ruolo dell’educatore
nell‟educazione sensitiva della prima infanzia
- deve scegliere gli oggetti che vengono mostrati albambino;
- deve offrire al bambino le sensazioni in un ordineadeguato;
- deve concedere al bambino la libertà più autenticae non farlo cadere nell‟arbitrarietà, stimolandolo afare di più con le sue forze che con l’aiuto deglialtri;
- deve mettere il bambino a contatto con lemaschere e con animali spiacevoli, per non avernepiù paura.
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L‟educazione della prima infanzia:
l‟ambito linguistico
- Non bisogna aver fretta di far parlare il bambino;- è necessario parlare sempre correttamente davanti aifanciulli, con articolazioni ben scandite e ripetute,utilizzando parole che facciano riferimento solo adoggetti sensibili;
- il bambino deve imparare a parlare facendosi capire,anche a distanza, misurando la voce sullo spazio che losepara dai suoi interlocutori;
- non bisogna stordire il bambino con un fiume di paroleche non comprende;
- il bambino deve imparare ad articolare chiaramente leparole e non a bisbigliare;
- l‟educatore deve insegnare ai bambini a parlareinnanzitutto agli uomini.