J. J. Rousseau, Emilio o Dell’educazione 2_28.11.2014 seconda... · Il corvo e la volpe (2)...

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J. J. Rousseau, Emilio o Dell’educazione

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L’educazione dei sensi (6-11 anni)

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Temi principali 1.  Seguire la Natura nell’età della fanciullezza, non è meno importante

dell’età precedente (infanzia) 2.  Un fanciullo non è un uomo 3.  Bisogna pensare alla sua felicità attuale, non futura, che significa

equilibrio fra desiderio e capacità 4.  Sottomissione dell’allievo alle cose (non agli uomini) 5.  Apprendimento attraverso l’esperienza per conoscere la vita 6.  Il tempo speso in educazione non è tempo perso 7.  No educazione verbalistica e libresca, ma imparare a leggere e scrivere

sulla base del proprio interesse 8.  Evitare le favole perché inaccessibili alla mente del fanciullo per la sua

moralità 9.  Assicurare esercizi fisici per rendere forte e sveglio il corpo (sonno) 10.  Coltivare l’educazione dei sensi (ragione sensibile)

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No educazione verbalistica e libresca, ma imparare a leggere e scrivere sulla base del proprio interesse

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Lingue, geografia, storia �  «In qualsiasi genere di studio, senza l’idea delle cose rappresentate, i

segni che le rappresentano non hanno alcun valore. E tuttavia le conoscenze del fanciullo vengono sempre limitate a questi segni, senza mai potergli far comprendere le cose che rappresentano» (p. 119).

�  «Se non hanno vere idee, non hanno vera memoria poiché non considero tale quella che sa ritenere soltanto sensazioni» (p. 123)

�  Lingue/latino e greco: il fanciullo è in condizione di imparare una

sola lingua (p. 120) �  Geografia. Che cos’è il mondo? Un globo di cartone (p. 121) �  Storia. Leggere aneddoto: il medico Filippo (pp. 121 -123) Emilio non imparerà mai nulla a memoria

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Lingue �  «Sarà motivo di sorpresa che io annoveri lo studio delle lingue tra

gli ingredienti inutili all’educazione (p. 119). «Lo studio delle parole, se si limitasse alle parole, cioè ai segni o ai suoni che le esprimono, potrebbe riuscir confacente ai fanciulli, ma le lingue cambiando i segni, modificano anche le idee che questi rappresentano. Le menti si formano sui linguaggi, i pensieri assumono il colore degli idiomi (p. 119)»

�  «In qualsiasi genere di studio, senza l’idea delle cose rappresentate, i segni che le rappresentano non hanno alcun valore. E tuttavia le conoscenze del fanciullo vengono sempre limitate a questi segni, senza mai potergli far comprendere le cose che rappresentano» (p. 119).

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Geografia

�  «Pensando di fargli imparare la descrizione della terra, gli si danno a conoscere semplicemente delle carte, gli vengono insegnati i nomi delle città, di paesi e di fiumi…» (p. 119 -120).

�  «Che cos’è il mondo?» «Un globo di cartone». Tale è appunto la

geografia per i fanciulli.

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Storia

�  «Errore ancor più ridicolo è far loro studiare la storia: si immagina che questa disciplina sia a loro portata, perché non sarebbe che una raccolta di fatti. Si crede forse che i rapporti da cui i fatti storici sono determinati siano facili a cogliersi, e che i fanciulli possano senza sforzo concepirne l’idea? Se nelle azioni degli uomini vedete solo i movimenti esteriori e puramente fisici, che cos’è che insegnate nella storia?» (p. 119 -120).

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Leggere e scrivere �  «Soltanto a dodici anni Emilio saprà che cosa sia un libro. Ma è pur

necessario, si dirà, che sappia leggere. Ne convengo: sarà necessario quando la lettura gli sarà utile; fino allora non può che annoiarlo» (p. 132)

�  «Il Locke vuole che si impari a leggere per mezzo dei dadi» (p. 132) �  «Il mezzo più sicuro di tutti è il desiderio di apprendere. Suscitate nel fanciullo

questo desiderio e poi fate pure a meno i tavole e dadi: ogni metodo sarà buono per lui» (p. 132)

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Spontaneità, indipendenza (1) � «..Se un allievo non impara da voi, imparerà dagli altri;

se non prevenite l’errore con la verità, imparerà le menzogne; i pregiudizi che temete di dargli li riceverà dal suo ambiente» (pp. 133 -134)

�  «Se volete coltivare l’intelligenza del vostro allievo, coltivate le

forze che essa deve padroneggiare. Esercitate continuamente il suo corpo, rendetelo sano e robusto, perché il fanciullo diventi buono e giudizioso: lavori, operi, corra, gridi, sia sempre in movimento; abbia vigore di uomo e ben presto ne avrà anche la mente. Se è sempre la vostra testa a guidare le sue braccia, la sua gli diviene inutile» (p. 134)

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Spontaneità, indipendenza (2) �  «Giovani educatori, io vi predico un’arte difficile:

governare senza precetti e fare tutto senza fare nulla. Non giungerete mai a formare uomini savi, se non lasciate che prima siano monelli» (p. 137)

� «Fate esattamente il contrario del vostro allievo: lasciategli sempre credere di essere lui il padrone, ma siate sempre voi ad avere le redini in pugno. Non v’è soggezione tanto perfetta quanto quella che conserva l’apparenza della libertà: la sua stessa volontà viene ad essere così nelle vostre mani» (p. 137)

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Due episodi tratti dalla sua esperienza di precettore al figlio di M.me Dupin (1)

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Primo episodio. Il fanciullo vuole alzarsi a mezzanotte (pp. 139 – 141) Il fanciullo è abituato a fare il suo comodo e ad ottenere che tutti si pieghino alla sua volontà. �  Il pedagogo prima stimola la curiosità del fanciullo, poi lo tratta con

indifferenza: mi portò l’acciarino, gli dissi che non sapevo che farmene…..

�  No ragionamento, ma fare esperienza: dormire da solo in una stanzetta…. �  Il fanciullo è vittima del suo gioco: capriccio, fare l’ammalato

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Due episodi tratti dalla sua esperienza di precettore al figlio di M.me Dupin (2)

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Secondo episodio. A qualunque ora volesse uscire, bisognava accompagnarlo (pp. 141 – 145) Educazione negativa: �  Il pedagogo gli fa fare esperienza (il bambino esce da solo) �  Ma intanto lo osserva e predispone un ambiente protetto (ordina al

cameriere di seguirlo) �  Maestro: le cose. Il bambino comincia ad avvertire la propria debolezza �  Maestro: gli uomini. Tutto era stato preparato in anticipo e, poiché si trattava

di una sorta di scenetta in pubblico, mi ero assicurato il consenso del padre (pp. 142 -143)

Il pedagogo gli fa fare esperienza perché possa uscire la natura buona del fanciullo: la comprensione della necessità di una regola, in questo caso.

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Evitare le favole perché inaccessibili alla mente del fanciullo per la sua moralità

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Il corvo e la volpe (1) 1.  Il signor corvo, sopra un albero appollaiato, 2.  Teneva nel suo becco un formaggio. 3.  La signora volpe, dall’odore allettata, 4.  Gli tenne press’a poco questo linguaggio: 5.  Eh! Buongiorno, signor corvo! 6.  Quanto siete grazioso! Quanto mi sembrate bello! 7.  Senza mentire, se il vostro canto 8.  Rispondesse alle vostre penne, 9.  Sareste la fenice degli ospiti di questi boschi. 10.  A queste parole, il corvo è fuori di sé dalla gioia, 11.  E per mostrare la sua bella voce, 12.  Apre un largo becco, lascia cadere la preda. 13.  La volpe se ne impadronisce e dice: Mio buon signore, 14.  Sappiate che ogni adulatore 15.  Vive a spese di colui che l’ascolta. 16.  Questa lezione val bene un formaggio, senza dubbio. 17.  Il corvo, vergognoso e confuso, 18.  Giurò ma un po’ tardi, che non si sarebbe più lasciato gabbare

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Il corvo e la volpe (2) Elenco di elementi che rendono la favola un genere non adatto ai fanciulli: 1.  Differenza fra poesia e prosa (corvo sopra un albero appollaiato) 2.  Immagini non conformi a natura (corvo, formaggio: non ne ha

esperienzaà esperimento uovo sodo di Dewey)) 3.  Parole non di uso corrente, lo spirito critico sollecitato deve

basarsi sul buon senso (signora – allettata ) 4.  Le volpi parlano? (gli tenne questo linguaggio) 5.  Titolo di onore (Signor corvo) 6.  Ridondanza (quanto siete grazioso.. Quanto mi sembrate bello) 7.  E’ lecito mentire? (Senza mentire…) 8.  Paragone fra qualità diverse (canto e penne) 9.  Che cos’è una fenice? Linguaggio figurato (per renderlo seducente)

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Il corvo e la volpe (3) Elenco di elementi che rendono la favola un genere non adatto ai fanciulli: 10. Passioni molto vive (il corso è fuori di sé dalla gioia) 11. Conoscenza della voce del corvo, (il fanciullo non ce l’ha) 12. Il fanciullo coglie la bellezza di questo verso? (Apre il largo becco, lascia cadere la preda) 13. Bontà ed ingenuità non sono la stessa cosa 14. Massima generale sull’adulazione (sappiate che ogni adulatore.non tutti sono così !) 15. Verso non comprensibile (vive a spese di colui che l’ascolta) 16. Discorso canzonatorio che i fanciulli non capiscono (questa lezione val bene un formaggio…) 17. Aggiunta di parole esplicative di un concetto già completo sul piano del significato (il corvo, vergognoso e confuso) 18. Che cos’è un giuramento ? (Giurò…)

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Favola �  «Le favole presentano una morale così confusa, così

sproporzionata alla loro età, che li condurrebbe piuttosto al vizio che alla virtù» (p. 125)

�  «Il fanciullo non capisce affatto le favole che gli si fanno

imparare perché, qualunque sforzo si faccia per semplificarle, l’ammaestramento che se ne vuol trarre costringe ad introdurvi idee che egli non può afferrare, e proprio la forma poetica, mentre facilita lo sforzo della memoria, gli rende più difficile coglierne il senso» (p. 125)

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Coltivare l’educazione dei sensi (ragione sensibile). Assicurare esercizi fisici per rendere forte e sveglio il corpo (sonno)

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Coltivare l’educazione dei sensi

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�  «Le prime facoltà che si formano e si perfezionano in noi sono i sensi. Sono dunque le prime che bisognerebbe coltivare; sono le sole che si dimenticano o che più si trascurano. Per esercitare i sensi non basta farne uso, bisogna imparare a giudicare bene per loro mezzo, imparare, per così dire, a sentire; non sappiamo infatti toccare vedere o udire, se non a quel modo in cui abbiamo imparato»

�  «La prima ragione dell’uomo è una ragione sensitiva ; essa

costituisce la base della ragione intellettuale: i nostri primi maestri di filosofia sono i piedi, le mani, gli occhi. Sostituire tutto ciò con i libri, significa insegnare non già a ragionare, bensì a fare uso della ragione altrui, a credere molto, e a non sapere niente» (p. 146)

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Abbigliamento

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�  «Le membra di un corpo che cresce devono essere tutte a loro agio nelle vesti: nulla che impacci il movimento e la crescita, nulla di troppo attillato e aderente; ogni allacciatura va eliminata» (p. 147)

�  «Il vestito più semplice, il più comodo, quello che meno lo

rende schiavo, è sempre il più prezioso per lui. Vi sono abitudini del corpo più adatte all’intensa attività fisica e altre più adatte all’inazione» (p. 148)

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Sonno

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�  «Ai fanciulli è necessario un lungo sonno, poiché sono sempre in moto. L’abitudine più salutare è quella di alzarsi e di coricarsi col sole. E’ importante abituarsi dapprima a dormire in condizioni disagevoli: è il mezzo migliore per non trovar poi scomodo alcun letto. Il miglior letto è quello che procura il sonno migliore » (pp. 151 )

Regole relative al sonno: Il vero mezzo per far dormire Emilio è di annoiarlo a sua volta – lo si avvezzerà a tutto, anche a svegliarsi da sé e ad alzarsi a piacimento del pedagogo. Altre regole: no alla vaccinazione contro il vaiolo - nuoto

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1. Tatto

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�  « Il tatto è diffuso sull’intera superficie del nostro corpo, esercita una sorta di continua sorveglianza, per avvertirci di tutto ciò che può offenderlo (p. 157). Benchè il tatto sia quello che tra i sensi ci è più dato esercitare, le sue indicazioni restano tuttavia più incomplete ed approssimative di quelle degli altri; sempre associamo al tatto l’uso della vista (più veloce),…le indicazioni del tatto sono più sicure. Il tatto è quello dei sensi che meglio ci fa conoscere l’impressione che i corpi estranei possono produrre sul nostro» (p. 165)

�  «Osserviamo come i ciechi abbaino il tatto più sicuro e più fine

di noi…molti giochi abbiano luogo di notte…» (p. 157)

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2. Vista

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�  «La vista è il più fallibile dei nostri sensi, perché è il più esteso e precedendo di gran lunga tutti gli altri, le sue operazioni son troppo rapide e vaste…Il senso della vista, per giudicare la grandezza degli oggetti e la loro distanza, non possiede che un solo criterio di misura, e cioè l’apertura dell’angolo che formano col nostro occhio…com’è possibile infatti distinguere con la sola vista se l’angolo sotto il quale un oggetto si mostra più piccolo di un altro è tale perché il primo oggetto è davvero più piccolo, o perché è più lontano?» (pp. 168 -169)

�  «Qui bisogna seguire un metodo opposto a quello precedente, invece di

isolare la sensazione, occorre associarla con un’altra…subordinando l’organo visivo a quello tattile(p. 169). Poiché la vista è tra tutti i sensi quello le cui valutazioni meno si possono separare dall’attività della mente, occorre molto tempo per imparare a vedere » (p. 173).

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3. Udito

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�  «Il senso dell’udito percepisce solo un corpo in movimento…se tutto restasse nell’immobilità assoluta, non udremmo niente…(organo passivo)» (p. 181)

�  «Noi possediamo un organo che corrisponde all’udito, cioè

quello della voce…(organo attivo). L’uomo ha tre tipi di voce: parlante o articolata…cantante o melodica…patetica o accentuata. Il fanciullo possiede come l’uomo queste tre specie di voce, ma non sa associarle alla stessa maniera» (p. 182)

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4. Gusto

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�  «Conserviamo al fanciullo il suo gusto primitivo quanto più a lungo possibile: il suo nutrimento sia semplice e comune, il suo palato si familiarizzi soltanto coi sapori leggeri e non si formi un gusto esclusivo» (p. 186)

�  «Qualunque regime facciate seguire ai fanciulli, purchè

abbiate cura di abituarli a cibi semplici e comuni, lasciateli mangiare, correre e giocare finchè hanno voglia e state pur sicuri che non mangeranno mai troppo e non avranno indigestioni. Il nostro cibo diventa smoderato solo perché vogliamo dargli regole diverse da quelle della natura» (p. 193)

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5. Odorato

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�  «Il senso dell’odorato è per il gusto ciò che la vista è per il tatto; lo precorre, lo avverte dell’effetto che produrrà su di lui questa o quella sostanza e predispone a ricercarla o a fuggirla, secondo l’impressione che ne riceve in anticipo» (p. 194)

�  «L’odorato è il senso dell’immaginazione. E’ dunque da

ritenere che l’odorato non sia molto attivo durante la prima età, quando l’immaginazione (…) non è ancora capace di emozioni e il fanciullo non ha sufficiente esperienza per prevedere con un senso le impressioni che proverà con un altro» (p. 193)

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Sesto senso: senso comune

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�  «Senso comune perché risulta dall’uso ben regolato degli altri sensi e ci informa della natura delle cose con il concorso di tutte le loro qualità sensibili. Ne consegue che questo senso è sprovvisto di un suo organo specifico: non risiede che nel cervello e le sue sensazioni puramente interne, si chiamano percezioni o idee.» (p. 196)

�  «E’ dal numero di queste idee che si misura l’estensione delle nostre

conoscenze, sono la nitidezza e chiarezza che conferiscono precisione alla mente, e l’arte di metterle in rapporto tra loro si chiama ragione umana. Così, quella che chiamo ragione sensitiva o puerile consiste nel formare idee semplici con il concorso di più sensazioni; e quella che chiamo ragione intellettuale o umana consiste nel formare idee complesse con il concorso di più idee semplici» (p. 196)

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Emilio nell’età da 10 a 12 anni

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Rousseau conclude il libro II con una sintesi delle caratteristiche di Emilio (getta uno sguardo sul percorso già fatto), e afferma che dopo aver condotto il suo allievo attraverso il regno delle sensazioni sino ai confini della ragione puerile, lo introdurrà verso una nuova tappa, quella dell’educazione intellettuale: il primo passo che Emilio farà oltre questi confini sarà un passo da uomo (p. 196)