IX Genova capitale del tonno - Biblioteca Bilancio Sociale · una platea di clienti italiani sempre...

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MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2014 | IX GENOVA ECONOMIA Genova capitale del tonno le famiglie sfidano i gruppi il business non si ferma Diversificazione per Icat, nuovi riconoscimenti per Generale Conserve ecco come le aziende del territorio restano protagoniste sul mercato MASSIMO MINELLA I N PRIMO luogo è il mare, quel- lo che fa di Genova una ca- pitale. Poi è un sapere anti- co che si trasmette una gene- razione dopo l’altra. Sta di fat- to che alcuni fra i più impor- tanti marchi del commercio del tonno sono e restano al- l’ombra della Lanterna. Qui sono nati, qui sono cresciuti. E ancora tengono testa ai gran- di gruppi che guardano con comprensibile appetito a un business, quello alimentare, che non è certo esente dalla crisi, ma che può contare su una platea di clienti italiani sempre attenta alla tavola. Primi consumatori al mondo insieme agli spagnoli, gli ita- liani continuano a puntare sul tonno, in scatola o nei reci- pienti di vetro. Il mondo del commercio del- le conserve ittiche è in conti- nuo fermento e Genova è al centro del dibattito, come di- mostra il fatto che l’Europa ab- bia deciso di darsi appunta- mento qui per Iccat, la con- vention che ha riunito circa seicento delegati per settima- ne a parlare di pesca e di quote legate proprio al “tonno ros- so”. Confronto serrato che apre nuovi scenari al business, ma desta anche preoccupazio- ni sul fronte dell’ambiente e della scienza. Preoccupa una crescita non controllata della pesca del tonno, oggi concen- trata soprattutto nell’Atlanti- co, che spesso avviene attra- verso “tonnare volanti” in cui si calano le reti senza andare troppo per il sottile, quando si tratta di sollevare il pescato (e così finiscono nelle reti pesci di piccola taglia e delfini). In un Mediterraneo già provato da tante altre criticità, bisogna comprensibilmente muoversi nel rispetto della sostenibilità. SEGUE A PAGINA X I signori del tonno FONTE FOOD - SETTEMBRE 2014 Gruppo e principali marchi * Dal primo gennaio 2014 Consorcio non è più commercializzato da Icat Food ed è passato a Nostromo del gruppo modenese Calvo IGINO MAZZOLA Maruzzella, Alma Brand, Nataline, Carminha, Capri, Peschereccio Golden Lion, La Pinta, Sigillo Oro 40 milioni ICAT FOOD Angelo Parodi, Tonno Moro 87 milioni GIACINTO CALLIPO Conserve alimentari Callipo, Mister Ton, Mister Tonnello, Rosa dei Venti 42 milioni BOLTON ALIMENTARI Rio Mare, Palmera, Saupiquet GENERALE CONSERVE Asdomar, Manzotin, de Rica oltre 181 milioni Fatturato I PAESI riuniti nella Commissione Iccat hanno deciso un aumento di quasi il 20% ogni anno della pesca del tonno rosso, passando da 13.500 tonnellate nel 2014 a 19.296 tonnellate nel 2016. Le quote per il 2017 — inizialmente fissate a 23.155 tonnellate — saranno riviste sulla base dei risultati della valutazione degli stock in programma per il 2016. Gli attuali segnali di ripresa della popolazione del tonno rosso nell’Atlantico orientale e nel Mediterraneo hanno generato ottimistiche aspettative di una parte del settore e alcune nazioni hanno chiesto aumenti delle quote di cattura, ignorando gli avvertimenti da parte degli scienziati che qualsiasi aumento dei livelli di cattura dovrebbe essere ‘moderato e graduale’. La decisione LA COMMISSIONE I Paesi riuniti nella Commissione hanno deciso un aumento di quasi il 20% ogni anno, da 13.500 tonnellate nel 2014 a 19.296 tonnellate nel 2016. Le quote per il 2017 — inizialmente fissate a 23.155 t — saranno riviste sulla base dei risultati della valutazione degli stock in programma per il 2016. Gli attuali segnali di ripresa della popolazione del tonno rosso nell’Atlantico orientale e nel Mediterraneo hanno generato ottimistiche aspettative di una parte del settore e alcune nazioni hanno chiesto aumenti delle quote di cattura. L’allarme IL WWF Il Wwf esprime le sue preoccupazioni per il troppo rapido aumento concordato per il contingente di pesca del tonno rosso del Mediterraneo deciso all’Iccat Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico conclusa ieri a Genova, quando sono stati compiuti pochi progressi per rafforzare la tracciabilità in questo tipo di pesca. «E’ stato un incontro difficile. Potrebbe sembrare un paradosso, ma il caso del tonno rosso conferma che a volte è più difficile gestire un successo rispetto a una crisi». Una diffusa apatia rallenta un territorio sempre in difficoltà Eppure ripartire è possibile La Liguria al palo Bankitalia fotografa la lunga crisi dell’economia ALDO LAMPANI L’OSSERVATORIO L’azienda della famiglia Teglio entra negli snack dolci e salati nel “pet food” Il verdetto Iccat: “Si può pescare di più” Gli scienziati: “Aumento solo moderato” IL CASO LA COMMISSIONE A Genova si è riunita per settimane la commissione europea Iccat oltre seicento delegati al lavoro LA NOTI ZIA P ER settimane i massimi esperti europei riuniti nell’Iccat hanno dibattuto a Genova sui temi della pesca (la conclusione dei lavori è avvenuta ieri). I delegati presenti sono stati circa seicento e la scelta di Genova conferma la centralità del capoluogo ligure su questo tema così delicato. L A LIGURIA resta ferma. Più che la crisi, termine ormai abusato, sembra che a dettare i ritmi sia una diffusa apatia. Si vive cioè nell’anticamera diroccata di una casa abbandonata. La relazione di novembre della Banca d’Italia — una sorta di trimestrale dell’anno in corso — offre un incipit che merita di essere riportato. “Nei primi nove mesi del 2014 la congiuntura ligure è rimasta debole, malgrado le aspettative espresse dagli operatori economici a inizio anno avessero segnalato un limitato ottimismo. Le vendite complessive delle imprese industriali hanno ristagnato: il positivo contributo apportato dalla componente estera della domanda si è accompagnato alla perdurante diminuzione di quella interna. I livelli di attività hanno risentito della debolezza della domanda; l’incertezza sulla sua futura evoluzione ha contribuito a determinare un ulteriore calo nell’accumulazione di capitale: rispetto ai piani formulati per il 2014, che preannunciavano una stabilizzazione degli investimenti, hanno prevalso tra le imprese industriali le revisioni al ribasso su quelle orientate al rialzo. Nel trimestre più recente la fase negativa si è attenuata e le attese degli imprenditori per i prossimi mesi sembrano prefigurare un miglioramento del quadro della domanda”. SEGUE A PAGINA XI

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MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2014 | IX

GENOVAECONOMIA

Genova capitale del tonnole famiglie sfidano i gruppiil business non si fermaDiversificazione per Icat, nuovi riconoscimenti per Generale Conserveecco come le aziende del territorio restano protagoniste sul mercato

MASSIMO MINELLA

INPRIMOluogo è il mare, quel-lo che fa di Genova una ca-pitale. Poi è un sapere anti-

co che si trasmette una gene-razione dopo l’altra. Sta di fat-to che alcuni fra i più impor-tanti marchi del commerciodel tonno sono e restano al-l’ombra della Lanterna. Quisono nati, qui sono cresciuti. Eancora tengono testa ai gran-di gruppi che guardano concomprensibile appetito a unbusiness, quello alimentare,che non è certo esente dalla

crisi, ma che può contare suuna platea di clienti italianisempre attenta alla tavola.Primi consumatori al mondoinsieme agli spagnoli, gli ita-liani continuano a puntare sultonno, in scatola o nei reci-pienti di vetro.

Il mondo del commercio del-le conserve ittiche è in conti-nuo fermento e Genova è alcentro del dibattito, come di-mostra il fatto che l’Europa ab-

bia deciso di darsi appunta-mento qui per Iccat, la con-vention che ha riunito circaseicento delegati per settima-ne a parlare di pesca e di quotelegate proprio al “tonno ros-so”. Confronto serrato cheapre nuovi scenari al business,ma desta anche preoccupazio-ni sul fronte dell’ambiente edella scienza. Preoccupa unacrescita non controllata dellapesca del tonno, oggi concen-

trata soprattutto nell’Atlanti-co, che spesso avviene attra-verso “tonnare volanti” in cuisi calano le reti senza andaretroppo per il sottile, quando sitratta di sollevare il pescato (ecosì finiscono nelle reti pesci dipiccola taglia e delfini). In unMediterraneo già provato datante altre criticità, bisognacomprensibilmente muoversinel rispetto della sostenibilità.

SEGUE A PAGINA X

I signori del tonno

FONTE FOOD - SETTEMBRE 2014

Gruppo e principali marchi

* Dal primo gennaio 2014 Consorcio non è più commercializzato da Icat Food ed è passato

a Nostromo del gruppo modenese Calvo

IGINO MAZZOLA Maruzzella, Alma Brand, Nataline, Carminha,Capri, Peschereccio Golden Lion, La Pinta, Sigillo Oro

40 milioni

ICAT FOOD Angelo Parodi, Tonno Moro

87 milioni

GIACINTO CALLIPO Conserve alimentariCallipo, Mister Ton, Mister Tonnello, Rosa dei Venti

42 milioni

BOLTON ALIMENTARI Rio Mare, Palmera, Saupiquet

GENERALE CONSERVE Asdomar, Manzotin, de Rica

oltre 181 milioni

Fatturato

IPAESI riuniti nellaCommissione Iccat hannodeciso un aumento di quasi

il 20% ogni anno della pescadel tonno rosso, passando da13.500 tonnellate nel 2014 a19.296 tonnellate nel 2016. Lequote per il 2017 —inizialmente fissate a 23.155tonnellate — saranno rivistesulla base dei risultati dellavalutazione degli stock inprogramma per il 2016. Gli

attuali segnali di ripresa dellapopolazione del tonno rossonell’Atlantico orientale e nelMediterraneo hanno generatoottimistiche aspettative di unaparte del settore e alcunenazioni hanno chiestoaumenti delle quote di cattura,ignorando gli avvertimenti daparte degli scienziati chequalsiasi aumento dei livelli dicattura dovrebbe essere‘moderato e graduale’.

La decisioneLA COMMISSIONE

I Paesi riuniti nella Commissionehanno deciso un aumento diquasi il 20% ogni anno, da 13.500tonnellate nel 2014 a 19.296tonnellate nel 2016. Le quote peril 2017 — inizialmente fissate a23.155 t — saranno riviste sullabase dei risultati dellavalutazione degli stock inprogramma per il 2016. Gli attualisegnali di ripresa dellapopolazione del tonno rossonell’Atlantico orientale e nelMediterraneo hanno generatoottimistiche aspettative di unaparte del settore e alcune nazionihanno chiesto aumenti dellequote di cattura.

L’allarmeIL WWF

Il Wwf esprime le suepreoccupazioni per il tropporapido aumento concordato peril contingente di pesca del tonnorosso del Mediterraneo decisoall’Iccat Commissioneinternazionale per laconservazione dei tonnididell’Atlantico conclusa ieri aGenova, quando sono staticompiuti pochi progressi perrafforzare la tracciabilità inquesto tipo di pesca. «E’ stato unincontro difficile. Potrebbesembrare un paradosso, ma ilcaso del tonno rosso confermache a volte è più difficile gestireun successo rispetto a una crisi».

Una diffusa apatia rallentaun territorio sempre in difficoltàEppure ripartire è possibile

La Liguria al paloBankitalia fotografala lunga crisidell’economia

ALDO LAMPANI

L’OSSERVATORIO

L’azienda della famigliaTeglio entra negli snackdolci e salati nel “petfood”

Il verdetto Iccat: “Si può pescare di più”Gli scienziati: “Aumento solo moderato”

IL CASO

LA COMMISSIONE

A Genova si è riunita per settimanela commissione europea Iccatoltre seicento delegati al lavoro

LANOTIZIA

PER settimane i massimiesperti europei riunitinell’Iccat hanno dibattuto

a Genova sui temi della pesca (laconclusione dei lavori èavvenuta ieri). I delegatipresenti sono stati circa seicentoe la scelta di Genova conferma lacentralità del capoluogo liguresu questo tema così delicato.

LA LIGURIA resta ferma. Piùche la crisi, termine ormaiabusato, sembra che a

dettare i ritmi sia una diffusaapatia. Si vive cioènell’anticamera diroccata di unacasa abbandonata. La relazionedi novembre della Banca d’Italia— una sorta di trimestraledell’anno in corso — offre unincipit che merita di essereriportato. “Nei primi nove mesidel 2014 la congiuntura ligure èrimasta debole, malgrado leaspettative espresse daglioperatori economici a inizioanno avessero segnalato unlimitato ottimismo. Le venditecomplessive delle impreseindustriali hanno ristagnato: ilpositivo contributo apportatodalla componente estera delladomanda si è accompagnatoalla perdurante diminuzione diquella interna. I livelli di attivitàhanno risentito della debolezzadella domanda; l’incertezzasulla sua futura evoluzione hacontribuito a determinare unulteriore calonell’accumulazione di capitale:rispetto ai piani formulati per il2014, che preannunciavano unastabilizzazione degliinvestimenti, hanno prevalsotra le imprese industriali lerevisioni al ribasso su quelleorientate al rialzo. Nel trimestrepiù recente la fase negativa si èattenuata e le attese degliimprenditori per i prossimi mesisembrano prefigurare unmiglioramento del quadro delladomanda”.

SEGUE A PAGINA XI

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la RepubblicaX MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2014GENOVA ECONOMIA

In primo piano

alla Lanterna come il gruppo “Generale Con-serve”, un colosso da quasi duecento milio-ni di euro di fatturato che commercializza iltonno Asdomar, ma ha anche rilevato Man-zotin e De Rica. Seconda azienda del merca-to del tonno sott’olio con quasi il 17% di quo-ta, Generale Conserve ha chiuso il 2013 conun fatturato netto di 181 milioni di euro,+21% rispetto al 2012. Il fatturato dell’a-zienda è sviluppato per il 60% circa da mar-chi propri (Asdomar detiene una quota nelmercato tonno olio totale di circa il 7,3%),per il restante 40% da Private Label. A mag-

gio del 2013 l’azienda ha acquisito il brandManzotin entrato nel portafoglio marchidando vita ad una prima diversificazionedell’offerta di conserve alimentari di qua-lità. E a dicembre 2013 è arrivata De Rica, al-tro marchio storico della tradizione agro-ali-mentare italiana. Rimanda a Genova anchela “Igino Mazzola” (40 milioni di fatturato),con marchi come Maruzzella, Alma Brand,Nataline, Carminha, Capri, PeschereccioGolden Lion, La Pinta, Sigillo Oro. Con oltre42 milioni di fatturato, infine, è presente sulmercato anche il gruppo “Giacinto Callipo

Tonno, le famiglie genovesisfidano i grandi gruppie il business è servitoIl mercato è in crescita, nonostante la crisiecco come si muovono i marchi più conosciuti

<SEGUE DALLA PRIMA DI ECONOMIA

MASSIMO MINELLA

«QUELLO della sostenibilità è un temacomplesso e delicato — spiegaGiorgia Serrati Teglio, presidente

e amministratore di Iccat Food — Noi ci sia-mo posti da tempo il problema e abbiamo de-ciso di affrontarlo nel concreto con un ac-cordo con la Frescomar di Capo Verde perutilizzare tonni pescati soltanto con la can-na». L’isola atlantica, oltre che di turismo, vi-ve proprio della pesca del tonno e Frescomarcopre il 40 per cento della quantità del pe-scato di Capo Verde. E quest’accordo con-sentirà all’azienda che fa capo da cinque ge-nerazioni alla famiglia Teglio di utilizzaresoltanto tonno proveniente da pesca soste-nibile per uno dei suoi marchi di punta, ilTonno Moro (l’altro è Angelo Parodi). 87 mi-lioni di fatturato, più di un secolo e mezzo divita da quando il modenese Laudadio Teglio

decise di aprire a Genova un’attività di com-mercializzazione delle sardine pescate emesse sotto sale in Cornovaglia, Icat Food èinaugurato una diversificazione del busi-ness che l’ha portata a commercializzaresnack dolci e salati e “pet food”, cibo per ani-mali (cani e gatti). Sul mercato, Icat deve fa-re i conti con marchi che i consumatori ita-liani conoscono bene. E con un antico allea-to che oggi è un concorrente in più. Dall’ini-zio del 2014, infatti, il marchio Consorcionon è più commercializzato da Icat Food edè passato a Nostromo del gruppo modeneseCalvo. Protagonista della scena è sicura-mente la multinazionale Bolton che nel bu-siness alimentare, per quanto riguarda iltonno, è presente con Rio Mare (oggetto diuna pressione mediatica non indifferentecon gli spot che hanno come testimonial l’at-tore americano Kevin Constner), ma anchecon Palmera e Saupiquet. Competitor sonoperò nomi altrettanto noti e che rimandano

TEGLIO

Giorgia Serrati Tegliopresidente eamministratoredelegato di Icat Food

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la Repubblica MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2014 XI

PER SAPERNE DI PIÙwww.porto.genova.itgenova.repubblica.it

SEGUE DALLA PRIMA DI ECONOMIA

IL FINALE del paragrafo, profumato con unaspruzzata di ottimismo, è ormai lo stessoda tempo. Un po’ di fiducia nel futuro,

salvo rimangiarsela quando il futuro arriva.Ricorda quei colloqui di tanti anni fa quandola maestra diceva ai genitori:” se siimpegnasse di più potrebbe fare meglio”.Tuti i numeri che contano sono in discesa.Dal lavoro (gli occupati sono scesi sotto le600 mila unità) al fatturato di territorio. Ilcalo, nel mondo del lavoro, è stato più intensorispetto alla media nazionale (—0,5%). Laquota di assunzioni a tempo indeterminato ècalata di due punti percentuali, a circa il21%, a fronte della crescita delle altretipologie contrattuali (a tempo determinatoo contratti di apprendistato o disomministrazione). In base alla rilevazionesulle forze di lavoro condotta dall’Istat, granparte delle persone non più occupate èfuoriuscita dal mercato, con un’ulteriorediminuzione delle forze di lavoro (—1,9%; —1,0 nel 2013). Tutto questo fardello pesasulla città metropolitana di Genova che si stapreparando a partire. La rende una cittàquasi insondabile, che ha perso

quell’understatement che la rendevamisteriosa e algida. In buona sostanza oggi laLanterna è poco appetibile, vischiosa,anziana e apparentemente senza idee esenza una nuova classe dirigente pronta aprenderne in mano il timone. A chi interessaancora Genova? Da grande città a cittàgrande. Un percorso iniziato da tempo, chenel 2014 potrebbe trovare una definitiva«consacrazione». Una decrescita effettiva eche di felice ha poco o punto. La Liguria èdecisamente ad un bivio. Davanti, se nulladovesse intervenire, ci sono due alternative:una ripartenza lenta tutta in salita o unacurva a gomito oltre la quale non si sa cosapossa esserci. Sta nei fatti, che la Liguria haora dei problemi anche in quelli che sonostati i propri sbocchi commerciali degliultimi anni, cioè quelli su mercati esteri. Leesportazioni verso i paesi partner europeisono calate dell’11%. Anche se in misuranettamente inferiore, sono diminuiti anche itraffici verso gli Usa. A parziale contrappesovi è l’aumento, anche sensibile, deimovimenti di merce verso il nord Africa ed ilMedio Oriente. Un ritorno al passato, alMediterraneo. Non è un vanto, ma è beneprenderne appunto. Anche l’import non hadetto meglio. Il valore delle merci in entrataè diminuito di oltre il 14%. Certo la crisi dellacantieristica navale — con i grandi ricaviunitari che produce — ha influito parecchionelle vendite all’estero del «made inLiguria». Lo si poteva immaginare. Maquando si legge che a comprimere i dati hapartecipato anche la riduzione di venditedelle provviste di bordo, dovuta ad una «altaerraticità», si comprende che i problemistanno andando a scavare davvero a fondonell’economia del territorio. Se le percentualicomandano, è duro il prendere atto chel’apporto dell’export ligure al datocomplessivo nazionale è sceso dall’1,8all’1.6%. Le difficoltà, dunque, sono reali etangibili.

Conserve Alimentari” (marchi Callipo, Mi-ster Ton, Mister Tonnello, Rosa dei Venti).

E proprio ieri, Generale Conserve ha rice-vuto il Premio Aretè 2014 per la categoria“bilancio sociale”, che è stato consegnatonelle mani del presidente, Vito Gulli, da An-drea Monzani, Head of CommunicationItaly di Borsa Italiana, e Mirta Barbeschi,fondatrice della Biblioteca del Bilancio So-ciale.

«Siamo orgogliosi di ricevere questo rico-noscimento per il nostro impegno e i nostrivalori di responsabilità sociale — dichiara

Vito Gulli, presidente di Generale Conserve— Crediamo davvero che la Sostenibilità sialo sviluppo delle esigenze del presente sen-za che venga compromessa la possibilità perle generazioni future di soddisfare i propribisogni; è per questo che siamo fermamen-te convinti che la sostenibilità vada applica-ta innanzitutto al proprio core business, al-la materia prima “primaria”, nel nostro ca-so il tonno e la sua catena del valore”.

Il Premio Aretè segnala alla businesscommunity, in particolare, e all’opinionepubblica in generale, i soggetti che si sono

distinti per l’efficacia della comunicazionenel rispetto delle regole della responsabi-lità.

Promosso da Nuvolaverde con Confindu-stria e Abi e Gruppo 24 Ore, grazie a asso-ciazioni, fondazioni e istituzioni (tra gli altriSodalitas, Anima, Ascai, Legambiente, Ma-nageritalia, Fondazione Pubblicità Progres-so, Altis Università Cattolica di Milano,Transparency International), il PremioAreté, è giunto quest’anno alla sua undice-sima edizione.

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Esaote, mobilità volontaria per sessantaprimo accordo fra azienda e sindacatiPiccolo segnale distensivodal vertice di ieri inConfindustria

“Ma sul piano industrialenon abbiamo ancoraregistrato passi in avanti”

NADIA CAMPINI

SESSANTA lavoratori di Esao-te potranno andare in mo-bilità volontaria. L’accordo

tra sindacati ed azienda è statosiglato ieri mattina in Confin-dustria Genova e rappresentaun piccolo segnale distensivonel braccio di ferro tra le partiche prosegue ormai da mesi,ma la vertenza principale, quel-la che riguarda il piano indu-striale della società, non ha fat-to alcun passo avanti. Da un la-to l’azienda insiste sulla neces-sità di portare avanti il suo pia-no di riorganizzazione con tan-to di cessione all’esterno dellaproduzione e di esuberi, dall’al-tro i sindacati contestano que-sta visione e insistono con il Co-mune sulla necessità di modifi-care il piano urbanistico ripri-stinando il vincolo industrialesulle aree Esaote di Sestri, e i de-legati sindacali torneranno an-che oggi in consiglio comunaleper ribadire la loro linea.

«L’intesa che abbiamo fattodimostra che se ci sono le condi-zioni per trattare il sindacatotratta — sottolinea AndreaBaucia, della rappresentanzasindacale unitaria Esaote — edè un accordo fatto per permet-tere a chi vuole andare in pen-sione di poter utilizzare questo

strumento, visto che le riformeattualmente in discussione ri-schiano di ridurre se non di can-cellare la mobilità dal 2015. Peril resto — prosegue Baucia —

sul piano industriale non abbia-mo registrato alcuna disponibi-lità da parte dell’azienda, cheanzi, è andata avanti comun-que con l’avvio della riorganiz-

zazione, costituendo una new-co, la Ebit srl, alla quale dal pri-mo novembre sono già staticonferiti 58 lavoratori. Anchequesta rappresenta una rottu-ra dell’accordo di programmache era alla base della varianteconcessa due anni fa e sarebbegià sufficiente di per se a giusti-ficare le modifica al piano urba-nistico comunale».

Due anni fa infatti, quando siparlava ancora di espansione aEsaote, Tursi aveva dato il via li-bera ad una variante per toglie-re il vincolo della destinazioneindustriale sulle aree Esaote aSestri, in modo da permetternela valorizzazione necessariaper finanziare la costruzione diuna nuova sede Esaote agli Er-zelli. Oggi la situazione è radi-calmente cambiata e il pianopresentato dalla direzioneaziendale prevede di fatto un ri-dimensionamento della pre-senza di Esaote Genova, e la ces-sione all’esterno di tutta l’atti-vità produttiva, di qui lo scontrotra sindacati e azienda, culmi-nato nei mesi scorsi anche conun’occupazione dello stabili-mento.

Attualmente è attesa unaconvocazione al ministero dellosviluppo economico per tenta-re di sbloccare il braccio di ferro,ma ad oggi non ci sono date perl’incontro, i lavoratori restanosull’Aventino e l’azienda proce-de a piccoli passi con la sua rior-ganizzazione programmata,mentre è già partita anche lacassa integrazione, inizialmen-te per una cinquantina di lavo-ratori, oggi una trentina vistoche una parte sono già rientra-ti.

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Dal lavoro al fatturatotutti gli indicatori in caloE la città metropolitanaparte già in difficoltàcon il freno a mano tirato

L’OSSERVATORIO

ALDO LAMPANI

La Lanterna si mostra poco appetibilesempre più vischiosa e anzianae apparentemente senza grandi idee

OggiIL DOPO-CONCORDIAIl gotha della biologiamarina ed esperti discienze ambientali edi subacquea siriuniscono oggiall’Acquario diGenova per valutare,da un punto di vistascientifico e tecnico,la richiesta delComune del Giglio dinon smantellare lestrutture d’acciaiosubacquee realizzateper il recupero dellaCosta Concordia.L’opposizione arrivadal Ministerodell’Ambiente che harichiesto la totalerimozione di questestrutture e il ripristinodei fondali in baseall’accordo stipulatotra Costa Crociere,società assicuratrici,Ministero eConferenza deiServiziStato/Regione. L’iniziativa èpromossadall’AccademiaInternazionale diScienze e TecnicheSubacquee

I NUMERI

20DECISIONEI Paesi riuniti nellaCommissione Iccatche ha chiuso ieri isuoi lavori hannodeciso un aumento diquasi il 20% ognianno, da 13.500tonnellate nel 2014 a19.296 nel 2016

2017QUOTELe quote di pesca peril 2017 —inizialmente fissate a23.155 tonnellate —saranno riviste sullabase dei risultati dellavalutazione deglistock in programmaper il 2016

2.300ITALIAPer quanto riguardal’Italia si passerà dalleattuali 1.950tonnellate alle oltre2.300 tonnellate nel2015 e non verrannomodificati icoefficienti diripartizione tra lesingole parti

«SIAMO contrari a qualsiasi operazione che tenda a sman-tellare l’apparato industriale genovese. A maggior ra-gione teniamo alta la guardia rispetto a scelte che po-

trebbe compiere Finmeccanica sul civile di Selex Es, scelte chese attuate penalizzerebbero il territorio e renderebbero moltopiù piccola Finmeccanica». E’ quanto le segreterie provincialiFim-Fiom-Uilm hanno evidenziato alle istituzioni locali, tro-vandone, si legge in un comunicato della Uilm di genova, «am-pia convergenza». «Inoltre — dichiara il segretario genovese deimetalmeccanici della Uil, Antonio Apa — abbiamo evidenziatoalle istituzioni che rispetto alla vendita del settore trasporti, ilterritorio ma soprattutto il sistema paese, rischia di perdere as-set strategici». «La Uilm non ha obiezioni contro Hitachi, due an-ni fa non eravamo contrari a condizione che venissero salva-guardati gli aspetti industriali ed occupazionali e che Finmec-canica avesse una remunerazione dalla vendita positiva. Se ciònon fosse possibile saremo fortemente preoccupati per un ulte-riore depauperamento del tessuto industriale nazionale».

Selex Es, allarme dei metalmeccanici“Non smantellate l’apparato industriale”

IL DOCUMENTO