Itinerario storico ambientale (parte I, continua...)
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Itinerario storico ambientaleScuola –Loc. Viganovo – Cascina Costa -
Loc.ScanaloccoCascina Albarotto – Leno – Scuola
parte I
Delle classi 2°B e 3°B
ARCHIVIO STORICO DEL COMUNE DI LENOSCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “CARLO DOSSI” - LENO
Il nostro percorso oggi visto da satellite
Il nostro percorso studiato sulla carta topografica
Il nostro percorso com’era al tempo della dominazione napoleonicaIl ponte sulla Santa Giovanna, all’altezza della cava di ghiaia e
sabbia, in questa mappa non esiste.
La prima parte del percorsosegue la strada consortile Viganovo-Costa e prosegue dalla chiesetta della Madonna di Caravaggio verso est.
Leggiamo che “Viganovus contrata” compare in documenti del duecento.Significa terra senza abitazioni, disseminata di prativi e densamente messa a
coltura, posta ben oltre le mura del “castrum”. Sia nel Catasto Napoleonico, sia nel Catasto Austriaco questa zona ha poche
abitazioni e moltissimi sono i campi coltivati.
Imboccando la strada per Ghedi: Via Tito Speri, si incontra una deviazione segnalata come Strada Costa percorso naturalistico. Lungo i bordi della strada è possibile scorgere alcune specie di erbe sopravvissute ai diserbanti e alla cementificazione come il luppolo , la borsa del pastore. Contornano la strada sambuchi, pioppi, olmi, aceri, acacie.
Sambuchi e Pioppi
•NOMI LOCALI: Rubì, Spì
La Robinia
Alla nostra destra incontriamo il Mulino novo. Rimaniamo incantati ad osservare il sistema della caduta delle acque che
azionavano la ruota.
Acqua passata
non macina
più
Tirare l’acqua al proprio mulino
Nel Catasto Napoleonico troviamo sia il Mulino novo con due ruote n° 2666 e n° 2667, sia la Cascina Formola al n°2673 Casa e corte da Massaro
Mappa napoleonica
Il Mulino nuovo
In questi corsi d’acqua vivono specie interessanti come i potamogeti…
LA BORSA DEL PASTORENOMI LOCALI: Èrba borsèta ,cϋrisì
LUPPOLO COMUNEOSSERVAZIONI: Il Luppolo era impiegato in medicina quale stomachico, diuretico e sedativo. Il suo utilizzo principale è nella fabbricazione della birra, dove si usano le infiorescenze femminili per dare il gusto amarognolo e renderla meglio conservabile. I giovani germogli maschili si mangiano in primavera lessati, fritti, in frittate, risotti, minestre, con le uova al burro come gli asparagi.
Il cavedano è un ciprinide diffuso praticamente su tutto il territorio nazionale, che colonizza sia i torrenti che i grandi laghi, che riesce a sopportare buone dosi di inquinamento,
che mangia di tutto e … che fa impazzire i pescatori. Ebbene si, è proverbiale la sua astuzia e diffidenza.
Nella nostra classe ci sono degli abili pescatori ormai esperti nella pesca al cavedano!
Il Cavedano
In prossimità della cascina Formola troviamo cespugli di sambuco e pioppi.Sambuchi e pioppi anche nella località Oasi, dopo una zona con pochi alberi,
superato il ponte sulla Santa Giovanna vi è una fitta vegetazione formata da platani, robinie, sambuchi, salici, pioppi, olmi, con sottobosco di rovi, fino alla cascina Costa
L’area è molto ricca di flora e fauna.Dove il vaso Santa Giovanna passa sotto i ponti che congiungono la strada consortile
alle cascine laterali, si possono scorgere diverse specie di pesci; appartenenti alla famiglia dei Ciprinidi :
l’alborella, il vairone (dial. Vairù), il cavedano(dial.Caasì) e la scardola.
L’origine del nome formola deriva dal termine “forma” che significava scavo di un fosso per irrigare un campo
Una piccola forma era chiamata “formola”. Da qui il nome della località.
La cascina è presente sia nel catasto napoleonico sia in quello austriaco
Cascina Formola
La cascina Formola nella mappa del Catasto Austriaco
Il Mulino Nuovo e La Cascina Formola nella mappa del Catasto Regno d’Italia
Nella nostra pianura, è possibile
vedere delle risorgive, sia naturali,
sia incanalate. Molte, purtroppo sono
progressivamente scomparse per
prosciugamento o abbandono. Presso
la Cascina Formola, si nota
un canale d’acqua che pare arrivare dal nulla.
L’inizio c’è, ma non si vede.E’ un capofonte
SANGUINELLONOMI LOCALI: Sanguanì Sanguanìne
Curiosità.E’ un arbusto da siepe. I rami lunghi e diritti erano usati per costruire ceste.
I rami giovani, riuniti insieme, erano utilizzati per fare scope da cortile. Intrecciati tra di loro erano usati per realizzare gabbie e canestri
TARAXACUM OFFICINALENOMI: Tarassaco, soffione,dente di leone, brüsa öcc.
Le rosette basali si consumano crude o cotte in insalata, per il sapore gradevole e leggermente amaro, ha proprietà diuretiche e stimolanti.
EQUISETO MASSIMO, CODA DI CAVALLO•NOMI LOCALI: Cùe de caàl, Erba piltrìna
OSSERVAZIONE: I fusti e rami degli Equiseti sono ricchi di silice, che li rende ruvidi al tatto; per questo venivano utilizzati per levigare legni duri e pregiati o per lucidare argento ed altri metalli.
Campo coltivato contornato di alberi
Campo coltivato a mais
Campo coltivato a grano
Al bivio con la strada della Costa, incontriamo una chiesetta dedicata alla Madonna di Caravaggio
Come descritto nel catasto napoleonico ancora oggi molti sono i campi coltivati a prato.
Nel Catasto Napoleonico e relativo Sommarione leggiamo che nei primi anni del 1800 le porzioni di terreno intorno alla Santa
Giovanna erano caratterizzati da erbe, muschi, e boschetti di ontani e salici
Zerbo boscato dolce: terreno che presenta poche erbe cattive, con ontani, salici e simili
Dove la Santa Giovanna si avvicina alla strada comunale, troviamo ancora un piccolo bosco di salici, ontani, olmi.
(…)E amo tutto: i vetrici ed i salci,che ripulisco ogni anno d'ogni vettaper farne i torchi da legare i tralci;
Da i Primi Poemetti Giovanni Pascoli “l’oliveta e l’orto”
Curiosità:Il colle del Viminale a Roma prende il nome da un antico bosco salici da vimine.
SALICE BIANCO•NOMI LOCALI: Sàless, Sàles de pèrteghe.
Le foglie del salice bianco sono sono lanceolate
Curiosità: era tradizione appendere nelle stanze delle cascine, nelle stalle, nei pollai, giovani rametti di ontano appiccicaticci con foglie spruzzate con lattePer attirare mosche, zanzare, e tafani.
Ontano neroNOMI LOCALI: Onéss, onìss
Ontano nero
Le Foglie hanno la caratteristica di
cadere in autunno senza quasi cambiare
colore.
OLMO CAMPESTRE
NOMI LOCALI Ülem, Ulmizì, OrmadèlIn passato veniva coltivato come sostegno delle viti. La corteccia e i giovani rami, molto elastici e tenaci, si usavano come legacci per gli innesti e per fabbricare stuoie, sporte.
Vorremmo avventurarci, ma i rovi ci dissuadono.
ROVO COMUNE Nomi locali: Roédra, Roéda de bósch, Roèdra
È una specie abbondante in tutta la provincia nelle boscaglie degradate, negli incolti, lungo scarpate, siepi fossi, ed è comune nelle vegetazioni che ricoprono i ruderi.
Sulla sinistra prima di raggiungere il ponte sulla Santa Giovanna troviamo la cava di ghiaia e sabbia
La cava di sabbia e ghiaia vista dalla strada che costeggia la Santa Giovanna
Il ponte sulla Santa Giovanna. La strada ora si trova a destra del canale
Nella mappa napoleonica questo ponte non esisteva
LEMNA MINOR è una pianta acquatica conosciuta anche con il nome di lenticchia d’acqua, oppure tra i contadini della pianura padana, con il nome di "ranina".
Lenticchie d’acqua ed altre piante acquatiche presenti nel canale Santa Giovanna
Dal vaso Santa Giovanna si intravede uno dei laghetti formati dalla cava.
E’ bello passeggiare lungo questa strada: canali ai lati, fra i due ponti sulla Santa Giovanna, sotto due filari di alberi di varie specie. Noi ragazzi spesso passiamo di qui in bicicletta per raggiungere la Cascina Costa: andiamo a pescare o a prendere il sole.
Campi coltivati ad erba contornati di alberi