Ragusa ibla itinerario

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RAGUSA IBLA ITINERARIO

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RAGUSA IBLA ITINERARIO

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Presentazione Ragusa Ibla è uno dei due quartieri che formano il centro storico di Ragusa in Sicilia. In dialetto ragusano il quartiere è anche chiamato Iusu. È situata nella parte orientale della città, sopra una collina che va dai 385 ai 440 m.StoriaDopo il terremoto del 1693, la città di Ragusa antica fu ricostruita attuando cantieri che produssero opere, edifici e monumenti di gusto tardo barocco. In essa risultano presenti ben 14 dei 18 monumenti della città di Ragusa oggi iscritti nel patrimonio dell'umanità. L'antica città contiene oltre cinquanta chiese e numerosi palazzi in stile barocco. Nella parte più orientale, si trova il Giardino Ibleo e sono inoltre presenti gli scavi di un'antica città che secondo diversi storici sarebbe identificabile con l'Hybla Heraia. Nel 1865 il quartiere si stacca amministrativamente dal resto della città diventando comune autonomo prendendo il nome di Ragusa Inferiore, nome che mantenne fino al 1922 quando fu cambiato in Ibla. Rimase comune autonomo fino al 1927, quando si riunì al comune di Ragusa composto dai quartieri costruiti sulla collina del Patro. Ragusa Ibla è inoltre sede di alcune importanti manifestazioni e tradizioni antiche ragusane.

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1)Piazza Pola e la Chiesa di San Giuseppe

Fu edificata a partire dal 1756, per iniziativa delle monache Benedettine dell'attiguo monastero, occupando parte del luogo in cui, prima del terremoto sorgevano la chiesa di San Tommaso; i lavori si conclusero nel 1796. Il progetto fu attribuito a Rosario Gagliardi: La facciata a tre ordini, ricca di intagli e sculture, è ornata dalle grandi statue dei Santi dell'ordine Benedettino: San Benedetto e San Mauro in alto, Santa Gertrude e Santa Scolastica in basso. Mentre due statue più piccole, ai lati del portone d'ingresso, raffigurano S. Gregorio Magno e Sant'Agostino. Quattro pilastri e quattro colonne dividono il prospetto in tre partiti. I due laterali hanno soltanto il primo ordine e terminano con le due statue che furono ideate e realizzate dallo scultore ragusano Giambattista Muccio. Il partito centrale termina con un timpano spezzato sopra il quale si trova la cella campanaria sormontata da un fregio rococo'. Nel primo ordine, al termine di una breve scalinata, si apre il portone d'ingresso, sormontato da un fregio a motivi vegetali, nel secondo si apre, invece, una grande finestra con la grata in ferro battuto, «a petto d'oca». L'interno è caratterizzato dalla pianta ovale, che permetteva alle monache, poste nel grande coro sopra il vestibolo d'ingresso e nei coretti laterali, di poter seguire i riti sacri senza essere viste. La copertura è costituita da una grande volta a cupola, al centro della quale si trova un affresco che raffigura la Gloria di San Giuseppe con San Benedetto. La volta e le pareti sono decorate da stucchi a motivi neoclassici accompagnati da grate lignee finemente lavorate. Gli altari sono rivestiti di vetro dipinto ad imitazione del marmo e sono sormontati da grandi tele raffiguranti: La Trinità, San Mauro, San Benedetto e Santa Gertrude. Di raffinata esecuzione è il pavimento, in lastre di calcare bianco con intarsi in pietra pece e mattonelle in maiolica. Nelle nicchie del vestibolo d'ingresso si conservano le statue di San Benedetto e di San Giuseppe (fatta rivestire con una lamina d'argento finemente lavorata a sbalzo).

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2) Chiesa di Santa Maria dello Spasimo

Riedificata dopo il terremoto, in stile barocco, e recentemente restaurata: la facciata presenta un piccolo campanile e un elegante portale, sormontato da un arco con una scultura in cima ; sopra l'arco un frontone spezzato che poggia su due colonne. L'interno è ad una sola navata ed è ricco di quadri e affreschi sulle pareti e al soffitto. Interessante il polittico con sette pitture raffiguranti i sette dolori di Maria, il quadro di Santa Apollonia e uno della Natività di Maria ; a sinistra un quadro di Santa Lucia e un quadro che rappresenta Ragusa in epoca anteriore al terremoto. Sulle pareti si possono ammirare sei affreschi raffiguranti Sant'Antonio, San Girolamo e San Gregorio, a sinistra, e Sant'Antonio Abate, Sant'Ambrogio e Sant'Agostino, a destra oltre ad affreschi raffiguranti quattro episodi della vita di Santa Lucia. L'altare centrale contiene una statua di Santa Lucia e, al di sopra, uno stemma con la figura di Santa Maria dello Spasimo. Ai lati i quadri di San Giovanni Evangelista e di Santa Maria Maddalena, sormontati da affreschi che raffigurano Melchisedec nell'atto di offrire pane e vino ad Abramo e il sacrificio di Abramo. Sul soffitto tavole raffiguranti scene della passione di Gesù. Nella sacrestia un bel quadro dedicato alla Santa. Poichè in questa Chiesa si svolgono diverse funzioni in onore di Santa Lucia, il tempio è da molti chiamato anche Chiesa di Santa Lucia.

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3) Duomo di San GiorgioL’esternoIl progetto di Rosario Gagliardi, di cui si conservano le tavole originali, è caratterizzato dalla monumentale facciata a torre che ingloba il campanile nel prospetto e termina con una cuspide a bulbo, richiamando i tabernacoli lignei delle chiese cappuccine. La collocazione della chiesa al termine di un'alta scalinata e la posizione obliqua rispetto alla piazza sottostante accentuano l'imponenza e gli effetti plastici, creati da una lieve convessità del partito centrale e dalla presenza delle colonne libere. Due coppie di volute fanno da raccordo tra i diversi livelli ospitando, rispettivamente, le statue di San Giorgio e San Giacomo in basso, e quelle di San Pietro e San Paolo in alto. Sulla cuspide, sotto la croce, si legge la data 1775, che indica la conclusione dei lavori della facciata. Nel primo ordine del partito centrale si apre un grande portale con cornice mistilinea, ricca di fregi e rilievi a motivi vegetali, mentre le porte lignee hanno una preziosa decorazione scultorea, in sei riquadri, con la raffigurazione di episodi del martirio di San Giorgio, opera dell'intagliatore palermitano Vincenzo Fiorello, che li realizzò nel 1793.

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• L’interno

La pianta è a croce latina, con le braccia chiuse da absidi semicircolari e viene divisa in tre navate da dieci robusti pilastri in pietra, con un'ampia zoccolatura in pece. Gli intagli che decorano il cornicione e i capitelli dei pilastri furono realizzati tra il 1779 ed il 1781 dagli scultori Giambattista Muccio e Giorgio Nobile di Ragusa. Nell'incrocio del transetto con la navata centrale si eleva la cupola di gusto neoclassico, a doppia calotta, poggiante su due file di colonne: in precedenza libere, oggi lo spazio tra di esse è occupato da vetri che donano alla cupola il caratteristico colore blu che forma un panorama inimitabile con il complesso di Ragusa Ibla. Nelle cappelle delle navate laterali si trovano tele di alcuni dei più celebri artisti del settecento siciliano: Vito D'Anna, Antonio Manno, Giuseppe Tresca. Sopra le porte laterali sono conservati i due simulacri che vengono portati in processione per le strade, durante la festa patronale di San Giorgio: la statua del Santo a cavallo e la grande cassa-reliquiario in lamina d'argento sbalzata.

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4) Chiesa delle Anime del Purgatorio• L'esterno e la facciataLa facciata della chiesa delle Anime

Sante, è caratterizzata da una ripida scalinata che ne valorizza e arricchisce il prospetto, costituita da due ordini coronati da un timpano. Il primo ordine è diviso in tre parti da colonne con capitelli corinzi che poggiano su alti basamenti. Nel settore centrale si trova il portale d'ingresso, con intagli a motivi vegetali, nel cui coronamento vi sono sculture raffiguranti le Anime Purganti. Nei settori laterali si trovano due finte porte, in cui il portale non presenta alcun ingresso per accedere alla chiesa, a significare che la via per il paradiso è una ed una sola. Sul fianco destro della chiesa, si trova un grande contrafforte ad arco che scavalca via Aquila Sveva, costruito probabilmente dopo il terremoto per sostenere l'edificio.

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• L'internoAll'interno, dieci colonne in pietra con capitelli corinzi dividono le tre navate. Furono costruite su modello delle colonne della chiesa di San Giovanni nel 1741. In fondo alle navate laterali si trovano le cappelle del Santissimo Sacramento e Santissimo Crocifisso, il cui altare è realizzato con colonne tortili e statue di San Giovanni Evangelista e della Madonna Addolorata. L'abside è sopraelevato di due gradini rispetto alla navata centrale. L'altare maggiore, risalente alla fine del XVIII secolo, è realizzato in marmi policromi. Il grande quadro dei Santi e delle Anime Purganti è opera di Francesco Manno, detto il Francescone (1734-1831) realizzato tra la fine del XVIII secolo e l'inizio del XIX secolo. Nel cornicione delle navate laterali si trovano le caratteristiche sculture di teschi con le insegne di re, papi, cardinali e vescovi, a simboleggiare la caducità della ricchezza e del potere terreno.

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5) Palazzo CosentiniL'edificazione del palazzo risale alla metà del XVIII secolo per iniziativa del barone Raffaele Cosentini e del figlio. Il palazzo si trova alla confluenza di due importantissime vie di comunicazione della città antica: la Salita Commendatore e la strada di S. Rocco. Per questo motivo ai due cantonali si trovavano le statue dei protettori dei viandanti: S. Francesco di Paola, ancora esistente, dal lato della scalinata, e San Cristoforo o S. Rocco, dall'altro lato. Il prospetto principale dell'edificio, a due piani è delineato da due alte paraste, che terminano con un curioso capitello arricchito da festoni e dalla conchiglia, elemento tra i più caratteristici delle decorazioni barocche. I tre balconi del piano nobile si caratterizzano per la ricchezza di decorazione delle mensole con mascheroni dai volti grotteschi e deformi sormontati da figure di musici e dell'abbondanza.Il prospetto laterale è anch'esso delineato da due paraste ed ha un solo balcone con cinque mensole popolate di figure tra le più originali della città, "i mascaruna i l'Archi. Si tratta di cinque mascheroni grotteschi che tengono in bocca animali simbolici come la serpe e lo scorpione sovrastati da figure allegoriche dell'abbondanza: donne con grandi mammelle ed uomini che reggono cornucopie colme di frutti, alludendo alla ricchezza, vera o solo esibita, dei proprietari.

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6) Chiesta di Santa Maria dell’Itria Sorta con molta probabilità nel sec. XIV, al centro dell'antico quartiere ebraico di "Cartellone", la chiesa apparteneva all'Ordine dei Cavalieri di Malta e precisamente alla Commenda di Modica-Randazzo. Era dedicata al Santo Vescovo Giuliano l'Ospedaliere, tuttavia, poichè vi si venerava una immagine della Madonna ben presto la chiesa fu ad essa intitolata. Poco danneggiata dal terremoto del 1693 l'antica chiesa fu ampliata e ricostruita in stile barocco diventando uno dei luoghi di culto più importanti del quartiere. La facciata, completata nel 1740, ha una impostazione al quanto classicista ed accademica. Nel primo ordine si aprono tre portali caratterizzati da cornici aggettanti e decorazioni in pietra calcarea intagliata a motivi floreali e a festoni. A fianco si innalza la torre campanaria coronata da una balaustra a pilastrini e sormontata dal tamburo ottagonale che termina con una cupoletta costolata. Le pareti del tamburo ospitano otto riquadri in terracotta policroma datati 1754, con la raffigurazione di grandi vasi di fiori di gusto rococò. L'interno, a pianta basilicale, è diviso in tre navate da due file di colonne in pietra calcarea con capitelli corinzi, che reggono otto archi a tutto sesto: sull'arco trionfale del presbiterio la data 1739 indica la conclusione dei lavori.

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Particolarmente interessanti sono i cinque altari delle navate laterali ricchi di sculture ed intagli, realizzati tra il 1741 e il 1758 dagli scultori ragusani della famiglia Cultraro. Quelli di San Giuliano e del Crocifisso, che sono i più antichi, si caratterizzano per un'esuberante decorazione scultorea con ghirlande di fiori e frutti che arricchiscono anche le belle colonne tortili mentre quelli dedicati a San Biagio e alla Sacra Famiglia risalenti al 1758, si distinguono per uno stile molto più raffinato ed originale, di ispirazione rococò. Di dimensioni maggiori ma di impostazione più accademica risulta l'altare del presbiterio, il cui modello venne fornito agli scultori dal rettore della chiesa, il rev. Don Francesco Donzelli nel 1743 e in cui si trova inserita una grande tela raffigurante la Madonna dell'Idria. All'inizio della navata destra si apre la cappella dell'Addolorata realizzata nel secolo XIX sull'area in cui sorgeva l'antica chiesa, di cui restano alcune cornici intagliate che ornano la porta d'ingresso ed un pilastro esagonale murato nella parete dell'adiacente sacrestia. Sul pavimento della chiesa si trovano tre lastre tombali in pietra pece che indicano rispettivamente le sepolture del popolo, del clero e della famiglia Cosentini, che aveva lo jus patronato sull'altare del Crocifisso.

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7) Palazzo della Cancelleria Il palazzo venne edificato dalla famiglia Nicastro, nella prima metà del XVIII secolo, ma subì successivamente delle modifiche. Acquistato dal Comune divenne sede della Cancelleria comunale e da essa ha preso il nome. Il prospetto principale si affaccia su una piazzetta in cui confluiscono due diramazioni della lunga scalinata che era l'unica via di comunicazione tra il quartiere inferiore e quello superiore della città di Ragusa. Due alte lesene racchiudono lo spazio in cui troneggia la grande tribuna, l'elemento di maggior pregio della costruzione. Il balcone è sorretto da cinque enormi mensole, di sapore ancora seicentesco, che disegnano tre grandi volute, dietro la panciuta ringhiera in ferro battuto. L'apertura è incorniciata da due lesene con volti di cherubini è sormontata da un timpano dalle linee spezzate. Il sottostante portale d'ingresso che probabilmente venne aggiunto in un epoca successiva, male si raccorda all'insieme e, con le sue linee fortemente aggettanti fuoriesce dallo spazio scandito dalle due lesene laterali. Il prospetto laterale, molto più unitario, è anch'esso delimitato da alte lesene, ed ospita due finestroni raccordati con una cornice mistilinea con i balconi del primo piano. Questi sono di dimensione più contenute, rispetto alla tribuna principale ma ne ripetono il motivo seicentesco nelle mensole, a due sole volute. Assieme alla chiesa dell'Itria ed al sottostante palazzo Cosentini il palazzo costituisce certamente il complesso barocco più importante della città.

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8) Chiesa di Santa Maria delle ScaleSecondo una tradizione locale, priva tuttavia di riferimenti documentari, la chiesa sarebbe stata edificata dai monaci Cistercensi dell'abbazia di S. Maria di Roccadia di Lentini, nella prima metà del secolo XIII e riveste una notevole importanza dal punto di vista architettonico, poichè conserva un'intera navata e numerosi resti lapidei di stile gotico che antecedenti al 1693 . Il sisma produsse, nella chiesa, solo danni lievi ma nella seconda metà del XVIII secolo l'edificio venne ampliato e in gran parte ricostruito. L'antica chiesa era preceduta da un portico con arcate che occupava l'attuale navata sinistra sotto il cui pavimento ci sono anche cospicui resti del suo pavimento in lastre di calcare. In un lato del portico c'era un pulpito ottagonale in pietra, oggi murato all'esterno della chiesa, e le pareti erano decorate con numerose pitture murali. Tra queste una raffigurava San Giovanni Battista che battezzava Gesù.A destra del portico c'era il campanile, ancora esistente, sotto il quale, in una cappellina di gusto rinascimentale, si trova un pregevole fonte battesimale, scolpito nel 1552 in un solo blocco di pietra pece.

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L'interno della chiesa, ad aula unica, aveva tre cappelle, delineate da grandi arcate di stile tardo-gotico di origine catalana, ricche di sculture ed intagli in pietra raffiguranti creature celesti, elementi vegetali ed animali e creature mostruose e fantastiche, ad indicare il dominio di Cristo sulla realtà del cielo, su quelle terrestri e su quelle degli inferi. La cappella centrale, dedicata all'Assunzione della Madonna era stata rifatta nel 1538, in forme rinascimentali, ed impreziosita da una grande pala in terracotta policroma raffigurante la "Dormitio Virginis". Tra la fine del XVI e l'inizio del XVI secolo fu aggiunta un'altra cappella dalle linee molto semplici con i piedritti costituiti da due colonne appoggiate a lesene che reggono un arco acuto dalle linee molto sobrie. Nella ricostruzione settecentesca l'orientamento della chiesa venne ruotato di 90º e le tre pareti laterali, furono trasformate nell'attuale navata destra.

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9) Palazzo Battaglia il Palazzo si distingue per il suo aspetto monumentale e per la raffinatezza delle soluzioni architettoniche e decorative che fanno pensare a Gagliardi. La ricostruzione fu iniziata nel 1724, per iniziativa di don Grandonio Battaglia. Nel 1748 il palazzo veniva ampliato con l'aggiunta dell'ala nord che prospetta su via Chiaramonte, per iniziativa del barone Giovanni Paolo Battaglia. La facciata principale è costituita da un pianterreno ed un primo piano separati da una semplice fascia in pietra; nel pianterreno si apre il maestoso portale d'ingresso, affiancato da due finestroni dello stesso stile, mentre nel sovrastante piano nobile troviamo tre balconi dalle sobrie cornici; quello centrale è sormontato dal grande scudo araldico con gli stemmi affiancati delle famiglie Battaglia e Giampiccolo. La seconda facciata è caratterizzata da un grande balcone a tribuna raccordato con il sottostante portone d'ingresso da un'originalissima modanatura portante al centro una finestra ovale. Al pianterreno, da attribuire al capomastro Giuseppe Recupero, è presente il bugnato una caratteristica tipica delle fabbriche barocche della zona Etnea. Il primo piano sarebbe invece opera dei capomastri Cultraro. La facciata a nord, infine, l'ultima ad essere realizzata, sarebbe opera di Di Natale e Sbezzi, i quali hanno fornito prova di grande abilità nell'integrarla nel contesto del fabbricato già esistente e nel caratterizzarla con un originalità che non ha riscontro negli altri palazzi della città.

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10) Chiesa di San Francesco dell’ImmacolataDedicata a S.Francesco D'Assisi sorse nella seconda metà del secolo XIII; si ha notizia infatti di una comunità francescana sorta a Ragusa nel 1225, pochi anni dopo la morte del Santo. Tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo, la chiesa subì un consistente intervento di ricostruzione e probabilmente di ampliamento in stile tardo-manierista, conservando dell'antico edificio soltanto la torre campanaria ed il prospetto principale. Il terremoto del 1693 distruggeva l'intero convento e danneggiava gravemente la chiesa provocando il crollo della cella campanaria e dell'intero prospetto gotico. Nel 1711 i lavori di ricostruzione si concludevano. Della primitiva chiesa gotica ci restano solo: il portale e la base della torre campanaria. L'interno della chiesa è diviso in tre navate da due file di robusti pilastri. In fondo alla navata centrale si trova il presbiterio che risulta oggi poco leggibile nelle sue strutture architettoniche, in quanto occupato da una grande tribuna lignea. L'adiacente convento venne costruito nei primi anni del secolo XVIII, sulle rovine dell'antico, crollato col terremoto, è costituito da un pianterreno nel quale si trovano la cucina, il refettorio e gli altri i locali comuni da un primo piano in cui si trovavano le celle dei frati, queste ultime hanno delle caratteristiche sopraporte dipinte, con ritratti di illustri personaggi dell'ordine Francescano. I due livelli sono raccordati da una sontuosa scalinata, interamente realizzata in pietra pece, con una balaustra ricca di ornamenti e sculture di sapore tardobarocco.