Italiadagustare n 1 novembre 2014 hr

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[SUCCESS STORIES] EPTA - IL REgnO dEL FREddO EccELLEnzE ITALIAnE nEL MOndO Salotto in cucina qUATTRO chIAcchIERE cOn PhILIPPE dAvERIO Bon Ton UnA TAvOLA PER OgnI OccASIOnE LE VIE DELLE SPEZIE Spezie dalla A alla Z PIÙ SAP ORE PIÙ SALUTE

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Italiadagustare n 1 - novembre 2014

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[SUCCESS STORIES] EPTA - IL REgnOdEL FREddOEccELLEnzE ITALIAnEnEL MOndO

Salotto in cucinaqUATTRO chIAcchIEREcOn PhILIPPE dAvERIO

Bon TonUnA TAvOLA PEROgnI OccASIOnE

LE VIE DELLE SPEZIESpezie dalla A alla Z

PIÙ SAPORE PIÙ SALUTE

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3novembre 2014

indice[ EXPO chE vERRà]6 Che cos’è EXPO 2015?

[ EXPLORAndO]8 Le Vie delle spezie

10 Spezie dalla A alla Z

13 Più sapore più salute

[gOURMET]15 Matteo Torretta: Chef su misura

16 Menabrea Christmas Beer

[ SALOTTO In cUcInA]18 Philippe Daverio: l’Arte a tavola

[ SUccESS STORIES]20 EPTA. Il Regno del Freddo

[ PILLOLE dI BOn TOn]24 The “Nude Table”

[ STILE nATURALE]26 Lago di Garda: Hotel Caesius

[ EcO&SOSTEnIBILE]29 Di che “classe” sei?

[ EXPO chE vERRà]30 News

Dario MartucciAlessandra MatteucciMonica RotaMomi SymonMedia Partner

Pubblicità, Promozione & PRLe Roy Advertising - Milano

EdizioniLe Roy [email protected] Industria Grafica(Recanati – MC)

Periodico mensileReg. trib. di Milano n. 287 del 02/07/12N°iscrizione ROC: 22250

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Direttore ResponsabileDario BordetDirettore EditorialeEvelina FlachiViceDirettore EditorialeAlessandro TraniArt DirectorPatrizia ColomboProgetto grafico/ImpaginazioneMilano Graphic Studio S.r.l.Hanno collaboratoGiacomo BiraghiMassimo CaramaniSimonetta GuindaniCarlo KauffmannRiccardo LagorioPaola Maina

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novembre 2014

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[editoriale]

novembre 2014

Care Lettrici, cari Lettori,

sono tanti i libri e le testate che

parlano della nostra

incantevole Italia e molte sono

le notizie che abbiamo

imparato ad apprezzare anche

con l’aiuto dei media televisivi

e delle informazioni turistiche,

ma ora sono felice di

presentarvi un nuovo progetto

editoriale che mi hanno

proposto di dirigere! Per prima

cosa vi devo dire che ho

accettato perché sono rimasta

subito affascinata dal titolo

della testata, “Italia da

Gustare”, che mi ha fatto

subito pensare al gusto ed al

benessere che possiamo

conquistare a tavola se

impariamo a conoscere meglio

anche i valori nutrizionali degli

alimenti contenuti nelle nostre

ricette, molto apprezzate anche

all’estero. Questa esperienza

editoriale ha lo scopo di far

conoscere ed apprezzare ai

lettori anche usanze e costumi

oltre ai prodotti del nostro ricco

territorio. Insieme “gusteremo

l’Italia” dal punto di vista

culturale e produttivo, con

particolare attenzione alla

stagionalità. La nostra

tradizione alimentare

mediterranea che, anche per

me, è stata negli anni una base

culturale sia come nutrizionista

che giornalista, rappresenta

oggi uno dei temi principali di

Expo 2015. Su “Italia da

Gustare” ci occuperemo di

cultura, turismo e stagionalità

del territorio, analizzando

anche argomenti attuali e

sempre in linea con Expo come

lo stile di vita, l’educazione

alimentare, l’eco-sostenibilità,

la sicurezza dei cibi e la

riduzione degli sprechi, temi dei

quali sempre di più dovremo

occuparci per un miglior futuro

del nostro Pianeta.

Buona lettura!

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di Evelina Flachi

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[EXPO che verrà]

novembre 2014

utti ne parlano, pochi se neinteressano veramente.Che cos’è davvero ExpoMilano 2015? Sarà ungrande Parco Tematico per

giovani e famiglie, un grande evento,un momento di visibilitàinternazionale, ma non solo. Expo ègià iniziata, Expo è una continuaopportunità per far nascere odaccelerare attività e imprese, crearenuove opportunità lavorative,attrarre turisti ed investimenti aMilano e in Lombardia. Poche righeper raccontare tutto ciò che sidovrebbe sapere su Expo 2015, manon si sa a chi chiedere. Cos’èun’Esposizione Universale? Comesarà l’Expo a Milano? Perché saràun successo (anche economico)?Come prepararsi al 2015? Masoprattutto: come cogliere questaopportunità? Quantaconsapevolezza abbiamo delleopportunità che nascono da questoevento? L’Esposizione Universale èun’occasione di visibilità e sviluppoche non si ripeterà per molti anni.Lavorare per viverla nel modomigliore è la direzione! Iniziamodescrivendo il format EsposizioneUniversale per entrare poi nel vivo

dell’Expo Milano 2015 e capire cos’èeffettivamente, cosa si vedrà dalprimo maggio al 31 ottobre 2015; che cosa sarà mostrato nel PadiglioneItalia; quali sono le opportunità per sviluppare od ampliare il propriobusiness; cosa accadrà in città; le iniziative legate al turismo e le attività di internazionalizzazionefino a comprendere cosa sarà del dopo Expo.

Che cos’è EXPO 2015?

T

Un evento per nazioni su scala globale che

si tiene ogni cinque anni in una città del

mondo e che segue una serie di regole

prestabilite dal ‘Bureau International des

Expositions’ o BIE

A cura di Giacomo Biraghi*

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[EXPO che verrà]

Quindi che cos’è un’EsposizioneUniversale?Un evento per nazioni su scalaglobale che si tiene ogni cinque anniin una città del mondo e che segueuna serie di regole prestabilitefissate da un organointergovernativo, il ‘BureauInternational des Expositions’ o BIE.L’Esposizione dura massimo 6 mesie ha come tema un oggetto propostodal Paese organizzatore, un tema diinteresse globale che deveinteressare l’esperienza umana nelsuo complesso, legato allasostenibilità e declinato liberamentedai Paesi partecipanti. Il BIEstabilisce una serie di condizioniprestabilite: la scelta di un’areaespositiva non edificata (che devetornare tale a evento terminato),prezzi di accesso fissi nel corsodell’Expo o il limite agli spazicommerciali all’interno di unpadiglione. Chi può partecipare?Tutti i Paesi membri delle NazioniUnite o di altre agenzieinternazionali. A marzo 2014 168erano gli stati membri sui 193presenti all’ONU. Partecipando adun’Esposizione Universale si hadiritto a costruire un propriopadiglione sul sito espositivo.All’evento Expo possono accedervitutti liberamente: 41 milioni divisitatori a Siviglia nel 1992, 18 adHannover nel 2000, 22 ad Aichi nel2005, un record di 73 a Shanghainel 2010. Un evento che si confermafra i grandi eventi internazionaliassieme a Olimpiadi e Campionatimondiali di calcio.

Nel 2015 l’Expo è MilanoLa storia del futuro. Il mondo interoin una sola città: l’incontro tra ipopoli e la cooperazione tra gli Stati.Per sei mesi scienziati, imprese,governi e cittadini di tutto il mondo

metteranno in mostra le tecnologie,l’innovazione, la cultura, le tradizioni,la creatività del cibo. Il tema “Nutrireil Pianeta. Energia per la Vita” è unanuova grande sfida: è possibileassicurare a tutta l’umanitàun’alimentazione buona, sana,sufficiente e sostenibile? ExpoMilano 2015 sarà il luogo delledomande, delle idee e dellesoluzioni: un evento con una forzadirompente capace di affermare ilnetwork quale strumento digovernance efficace. Sta a noicogliere questa opportunità epartecipare alla creazione del grandesuccesso che sarà Expo, evento disei mesi ed eredità per il territorio. Come farlo è ciò che sapremo neiprossimi numeri!

*Digital PR Expo 2015 S.p.A.

In apertura: il PadiglioneItalia; in alto:l’albero dellavita di MarcoBalich; a sinistra:GiacomoBiraghi

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Dall’alto: un banchetto romano ai tempi diApicio; il canale Heerengracht di Amsterdam;

la rotta delle spezie e sotto: De Coitu; nella pagina a fianco: Vasco da Gama

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[explorando]

9novembre 2014

Fenomeno scatenante delle guerre è (quasi) sem-pre il controllo sulla produzione e sfruttamento dirisorse naturali considerate preziose. Come a metàdel Settecento, quando gli scontri tra Olandesi eFrancesi nelle Molucche, la parte più orientaledell’arcipelago dell’attuale Indonesia, si feceroparticolarmente aspri per lo sfruttamento di vastecoltivazioni di spezie. Già alla vigilia della sua sto-rica rivoluzione, la Francia importava circa 4.500chilogrammi di chiodi di garofano all’anno, l’interoricavato dei quali finiva nelle tasche olandesi.Un’immensa fortuna che è ancora evidente sulloHeerengracht di Amsterdam, il canale dei Signori,canal grande di palazzi appartenuti a mercantinei quali l’élite arricchita dalle spezie nascondevala sua smodata ricchezza dietro austere facciate.Del resto la tentazione della cucina del vecchiocontinente per le spezie aveva già una storia plu-rimillenaria. Dei sessanta condimenti raccoman-dati da Apicio, dieci provenivano da territori situatial di fuori dell’Impero ma alcuni - tra cui lo zenzeroindiano, il cardamomo, il levistico e il pepe - eranofortemente presenti nella cucina apiciana e nerappresentavano un indispensabile elemento alpari delle mediterranee salvia, origano, menta etimo. Molto più protezionista Plinio il quale all’uti-lizzo di aromi esotici nei cibi vedeva un’insidia al-l’espansionismo romano a tutto vantaggio del-l’economia indiana. Anche per questa ragione lacucina ricca di spezie era costosa e distintiva: unlusso che non poteva mancare nel Medioevo per

dimostrare il proprio censo e la propria apparte-nenza sociale. Il più importante e primo cuocofrancese che abbia lasciato documenti scritti nelXIV secolo, Guillame Tirel, fornisce un lungo esem-pio di spezie considerate indispensabili per pre-parare le pietanze: zenzero, cannella, chiodi di ga-rofano, cardamomo, pepe lungo, nardo, zafferano,cumino, galanga. Tre secoli prima di lui Costantinol’Africano, monaco benedettino e maestro pressola celebre Scuola Medica Salernitana, scrive “DeCoitu”, opera scientifica che dà risalto ad un altroaspetto legato alle spezie. Vi si riferiscono infattirimedi contro l’impotenza (un elisir di zenzero, pe-pe, galanga e cannella), per ricostituire il fisico aseguito di impegnative battaglie di Venere (è suf-ficiente mettere in infusione chiodi di garofano nellatte la mattina) e per ringalluzzire un certo appe-tito (un composto a base di galanga, cannella,chiodi di garofano, pepe lungo, rucola e carote).Per queste presunte proprietà i matrimoni medie-vali erano celebrati a vino speziato e nell’Inghilterradel XVIII secolo c’era ancora l’abitudine di servireai novelli sposi un cocktail energetico compostodi vino, tuorli d’uovo, cannella e noce moscata pri-ma che si ritirassero nel talamo nuziale. Alla stessaconvinzione si rifà con ogni probabilità il Corano,dove nella sura 76 riferisce che ai martiri virtuosiverranno servite coppe piene fino all’orlo di vinoaromatizzato allo zenzero che scaturisce dalla fon-te Salsabeel. Perché le spezie sono davvero unalimento… mondiale.

LE VIE DELLE SPEZIE

A cura di Riccardo Lagorio

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DALLA A ALLA ZAnice. L’anice comune è una pianta originaria dell’area mediterranea eoggi è coltivato in molti Paesi a clima temperato. I semi hanno un aromamolto forte e un sapore dolce e penetrante. Il suo uso più frequente è comearomatizzante di caratteristici liquori come l’anisetta italiana, l’ouzo greco,i pastis francesi, ed il rakı turco. Cannella. Il vocabolo deriva dalla forma esibita dalla spezia, ovvero lascorza asportata dai rami più giovani, che viene raschiata ed essiccata: siaccartoccia su se stessa assumendo la forma di una piccola canna. È moltofragrante, dolce e delicata, usata nella cucina europea per aromatizzare cre-me, dolci e cioccolato, oppure vini e vermut. In Oriente la cannella occupainvece una posizione centrale nei piatti a base di carne e riso. Cardamomo. I Greci ed i Romani lo utilizzavano per profumare le termeinsieme allo zafferano. Si presenta sotto forma di baccello (verde se man-tenuto protetto dall’aria, altrimenti cambia colore rapidamente e diventacolor nocciola) contenente piccoli semi di colore marrone o nero. Grazie allafreschezza dei semi, è assai utilizzato nel tè e nella preparazione di dolci,tra cui il kolompé di Kerman (Iran), di pasta allo zafferano e ripieno di con-fettura di datteri e cardamomo. Chiodi di garofano. Quelli che comunemente troviamo in commerciosono i boccioli del fiore colti quando sono ancora chiusi: vengono fatti es-siccare fino a che non diventano di colore marrone. Estremamente fragranti,la diffusione dell’uso alimentare inizia nel Medioevo. Oggi sono usati conmoderazione nella cucina occidentale per aromatizzare vini caldi e vivandedi carne.Cumino. Del cumino si utilizzano i semi. Possiede odore forte e gusto dol-ciastro ed è elemento fondamentale per il curry. Ma è ben presente nellapanificazione altoatesina e in alcuni formaggi valdostani. Noce moscata. È il seme del frutto di un albero originario dell’attuale In-donesia. Dopo l’essiccazione la noce moscata assume un colore brunastro,talvolta con sfumature biancastre dovute alla calce con cui viene trattataper proteggerla dagli insetti. L’aroma della noce moscata è dolce e caldo,ma svanisce presto una volta che essa venga aperta.Pepe. Il pepe è la spezia maggiormente usata nella cucina di tutto il mondo.A Roma, nel periodo imperiale, il pepe nero era una spezia diffusa e popolare,tanto da essere inclusa tra quelle non tassabili, perché considerata quasidi prima necessità. Il pepe più diffuso è di quattro tipi: il pepe nero, che siottiene dai frutti immaturi e fatti essiccare al sole; il pepe bianco, che si

SPEZIE

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ottiene dai frutti lasciati maturare sulla pianta fino al colore rosso, decorticatied essiccati; il pepe rosso; il pepe verde, raccolto quando è ancora acerboe conservato principalmente allo stato umido. Il più piccante è quello bianco:in particolare quello della regione di Penja in Camerun, assai aromatico, so-stituisce all’uso il peperoncino.Senape. I semi vengono prima fatti macerare in acqua, perché l’aroma dellasenape si sviluppa solo quando entra in contatto con un liquido. In commerciosi trovano, sotto varie denominazioni, due tipi di senape: la media e la forte.La media è preparata utilizzando, oltre i semi, anche il baccello; la forteusando solo i semi. Nella cucina occidentale la senape è preferenzialmenteusata sotto forma di salsa cremosa. Sommaco. È una spezia ancora poco utilizzata in Italia, ma assai apprezzatain Medio Oriente. Ha gusto spiccatamente agro, che deriva dai frutti non an-cora maturi della pianta e fatti essiccare per trarne una polvere. Lo si utilizzain Iran come condimento della carne macinata per il kebab, in Libano perinsaporire il pesce, in Iraq e Turchia per le insalate. Vaniglia. La vaniglia è il frutto, a forma di baccello stretto e allungato, diun’orchidea rampicante, originaria del Messico. Le coltivazioni sono diffusein parecchie aree del mondo zone, ma soprattutto nel Madagascar, che dasolo assicura il 40% della produzione mondiale. La vaniglia è oggi adoperataquasi esclusivamente per aromatizzare preparazioni dolciarie, quali creme,budini, cioccolato, gelati. La vaniglia è una spezia molto costosa, secondacome valore solo alla zafferano. Zafferano. La spezia è costituita dai tre grandi stigmi arancione colti a manoquando il fiore è completamente aperto ed essiccati. Occorrono 100.000fiori per ottenere 5 kg di zafferano fresco e 1 kg di zafferano essiccato: eccoperché questa spezia è la più costosa e la più adulterata sulmercato. La raccolta era molto diffusa in Europa nelMedioevo, ma l’impossibilità della meccanizza-zione ne ha fatto abbandonare la produzione.L’Iran produce oltre l’80% del consumomondiale. In Italia sono tre le aree dovesi coltiva zafferano a Denominazioned’Origine Protetta: l’Aquilano (Zafferanodell’Aquila DOP), a San Gimignano nelSenese (Zafferano di San GimignanoDOP) e in Sardegna (specie nel MedioCampidano; Zafferano di SardegnaDOP). Gli stigmi conferiscono un saporecaratteristico ed amarognolo agli alimentimentre lo zafferano in polvere, oltre ad averperso gran parte dell’aroma, si presta a essereadulterato con il cartamo e con la curcuma.Zenzero. Si coltivata in tutte le regioni tropicali. Peril suo aroma fresco, penetrante e caldo, si sposa bene conpiatti dolci e salati. In Occidente ha goduto il massimo favore nella cucinamedievale. Ai giorni nostri trova largo impiego nella cucina orientale e neipaesi anglosassoni come ingrediente di dolci e di bevande, anche alcoliche.

Kolompè di Kerm

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[explorando]

Oggi le spezie stanno tornandosulle nostre tavole. Ed è un beneperché possiedono molte virtù. So-no salutari: danno più gusto e sa-pore alle nostre pietanze riducen-do l’apporto di sale durante la gior-nata, dannoso, se in eccesso, adipertesi ed a soggetti che soffronodi ritenzione idrica. Tra le speziepiù dotate spicca la cannella: stan-do a una ricerca pubblicata sullarivista scientifica americana Dia-betes Care, aggiungerne un cuc-chiaino ai cibi aiuterebbe a ridurrei livelli di zucchero nel sangue ead abbassare colesterolo LDL etrigliceridi. Un’altra superstar è laradice della curcuma, da cui si ri-cava una polvere gialla che, oltread essere un ingrediente del curry,è ottima per condire, riso, verdure

e pesce. Alcuni studi hanno evi-denziato la sua potente azione an-tinfiammatoria. In più, i ricercatoridel CNR di Catania, dell’universitàdi Pavia e gli scienziati americanidel New York Chemical Collegehanno confermato che gli antios-sidanti contenuti sono in grado dicontrastare l’invecchiamento delcervello. Parente della curcuma èlo zenzero che negli Usa è statoinserito nella lista dei 10 alimentipiù importanti per la prevenzionedel cancro: tra i tanti benefici, paresia un toccasana per la mucosadello stomaco. Infine lo zafferano:deve il suo colore all’altissima con-centrazione di carotenoidi, sostan-ze antiossidanti che contrastanol’invecchiamento delle cellule el’accumulo dei radicali liberi.

PIÙ SAPORE

Quali sono le caratteristichenutrizionali dello zafferano?Contiene carotenoidi, impor-tanti per la protezione dellecellule contro i danni delle os-sidazioni e dei radicali liberi:vitamina B1 necessaria perla crescita, vitamina B2 utileper il metabolismo dei grassi,proteine e carboidrati, oltre autili aromi che contribuisconoa migliorare la digestione.Che ruolo può svolgere lo zaf-ferano all’interno dell’alimen-tazione?Sono sufficienti piccolissimequantità per conferire ai piattiil sapore caratteristico fornitoda un olio essenziale costitui-to da sostanze che possonofavorire la digestione in quan-to esso stimola le secrezionigastriche. Per le sue caratte-ristiche nutrizionali lo dovrem-mo usare con maggior fre-quenza nei nostri piatti.È vero o falso che lo zaffera-no fa dimagrire?Non fa dimagrire! Come tuttele spezie, conferendo saporeal cibo, può favorire una ridu-zione del sale, utile a chi ten-de a trattenere liquidi, o di al-tri condimenti, pratica validaper ridurre le calorie. Esistono rischi per un’assun-zione impropria di zafferano? Non risulta mai dannoso, vi-sto la modica quantità d’uso.

SALUTEPIÙA cura di Evelina Flachi

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EXECUTIVE CHEFMATTEO TORRETTA

Al nono e decimo piano delBrian&Barry Building San Babila,moderno “department store” (do-dici piani di moda e food) nel cuo-re di Milano, ha casa il ristoranteAsola | Cucina sartoriale, presti-giosa meta gourmet per tutti gliamanti dell’haute cuisine e regnodel noto chef meneghino MatteoTorretta. Lo chef (reduce dal-l’esperienza del V piano nel GrandHotel Visconti Palace) proponeuna vera e propria cucina “su mi-sura”, con una visione sartorialedella gastronomia che si traduceanche nell’architettura originalee innovativa del ristorante stesso.Il locale dai tratti molto raffinatiospita all’interno una settantinadi coperti disposti in moderni ta-voli di noce, un’enorme e spetta-colare cucina a vista e una terraz-

za con panorama mozzafiato sulcuore pulsante di Milano e unastanza vip all’ultimo piano, che fadi Asola un luogo unico a Milano.Matteo Torretta interpreta la gran-de cucina italiana in chiave con-temporanea e internazionale, mala carta non rispecchia la canoni-ca divisione in antipasti, primi esecondi. Altra importante novitàdi questa gemma della ristorazio-ne milanese è che tutti i piatti so-no nel listino con la porzione siaintera che dimezzata, ovviamenteanche nei prezzi!

RISOTTO ALLA MILANESE

2 litri di brodo,50 g di grana grattugiato

50 g di burro4 g di zafferano

200 g di riso carnaroli20 g di midollo

400 ml di vino rosso1 scalogno

10 g di zuccheroprezzemolo

Ricaviamo il midollo dagli ossi.Tostiamo il riso in una casseruolacon un filo d’olio e il midollo. Unabuona tostatura fa sì che il risonon scuocia e preserva la com-pattezza dei chicchi. Tostare il ri-so, infatti, serve a chiuderne i po-ri per aumentarne la tenuta allacottura. Aggiungiamo lo zaffera-no. Iniziamo a bagnare con il bro-do e proseguiamo la cottura, per13-14 minuti, aggiungendo manmano altro brodo. Tritiamo lo sca-logno. Facciamo appassire loscalogno in padella, con il burro.Aggiungiamo il vino rosso, lo zuc-chero e il prezzemolo e facciamoridurre per 10 – 12 minuti. Fil-triamo la salsa. Togliamo il risodal fuoco e mantechiamo conburro e parmigiano. Serviamocon la riduzione al vino rosso.

ASOLA CUCINA SARTORIALEBrian&Barry BuildingVia Durini 28, MilanoTel. 02 92853303

www.asolaristorante.it

SEMPRE PIÙ IN ALTO!

[gourmet]

A cura di Riccardo Lagorio

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16 novembre 2014

[gourmet]

MENABREACHRISTMAS BEER SI VESTE DI NUOVO

Nuovo packagingcon 2 caliciserigrafati a coloriper l’edizione 2014della “rossa” di Natale

Innovazione nel segno della tradi-zione. Per festeggiare l’appunta-mento natalizio, Birra Menabreapropone la celebre ‘Menabrea Chri-stmas Beer’ in un nuovo più accat-tivante packaging, rivisitato sottoil profilo grafico e stilistico. Iden-tica invece la referenza, la rossaspeciale di Natale, ideale per ac-compagnare le numerose oc-casioni di convivialità. LaBirra di Natale nel nuovoastuccio, con maniglia inter-na in cartone, contenente 4bottiglie da 66 cl e 2 caliciserigrafati a colori, è disponi-bile da fine ottobre. Una propo-sta elegante e di qualità per fe-steggiare il Natale nel segno dellamigliore tradizione.

Prodotte nel nord Europa da più di duecento anni, lebirre di Natale sono ormai diventate una tradizionediffusa anche in Italia e in America. Si tratta di birrespeciali, quasi sempre a elevata gradazione, adattealle rigide temperature invernali e alle tradizionali “ab-buffate” che tanto ci seducono durante le magiche fe-

stività natalizie! Queste birre sono abitualmentecaratterizzate da una spiccata aromatizzazioneottenuta con l’impiego dei migliori malti e l’ag-giunta di speciali spezie che arricchiscono il gu-

sto con note di frutta ed evidenti sentori dolci.Comunque sia, queste birre rientrano nella vasta

categoria delle etichette stagionali, a tiratura limi-tata e sono da considerarsi birre d’annata a tuttigli effetti, dal momento che difficilmente si ripre-sentano al consumatore perfettamente uguali aquelle dell’anno precedente.

BIRRA DI NATALEun’antica tradizione

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[salotto in cucina]

In questo nuovo spazio - ‘Salotto inCucina’ - non troverete chef stellaticon le loro prestigiose ricette, bensìpersonaggi esperti in tutt’altri cam-pi di attività. Incontreremo, mesedopo mese, attori, scrittori, sportivi,designer e altri artisti - noti e menonoti - per scoprire quali sono i loro“gusti”, di cosa amano conversarea tavola, se adorano cucinare equal è il piatto più apprezzato dagliamici, o se amano semplicemente‘mangiare’. Ha inaugurato il nostronuovo salotto il carismatico Prof.Philippe Daverio.Prof Daverio, per le ‘Donne delVino’ è «l’Uomo dell’Anno».Qual è stata la motivazione?Semplice, da sempre mi occupo delpaesaggio e sono un grande difen-sore del paesaggio rurale. Sono con-tento di questo riconoscimento.Cosa intendeva con quella bat-tuta sui ‘12 bicchieri in tavola’?Che si stava benissimo anche conil solo bicchiere di una volta, adesempio. Basta esagerazioni in ta-vola. È vero o no che oggi ci sonoper il vino rosso bicchieri così gran-di che sembra ci manchi solo il pe-sce rosso? I francesi hanno bevutoper secoli i loro meravigliosi Borde-aux in piccoli bicchieri con il gamboe l’orlo dorato. Adesso c’è la maniache bisogna sentire nel vino tutti isuoi sapori. Ma perché? Chi l’hadetto?Bere è un rito, soprattutto be-re in compagnia.Sì, certo, però non è necessario fa-re finta di essere tutti esperti dienologia.

QUANDOL’ARTESIEDE A TAVOLAA cura di Monica Rota

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«È vero o no che oggi ci sonoper il vino rossobicchieri cosìgrandi chesembra ci manchi solo il pesce rosso?

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[salotto in cucina]

Come si mangia, oggi, in Italia?Un secolo fa mangiavano in pochi,ma bene. Oggi mangiano in tanti,ma pochi mangiano bene. In casaè la mamma che insegna a ‘man-giare’: i ragazzi un po’ ribelli quan-do escono passano dal macche-rone all’hamburger e, rientrandoa casa, tornano al maccherone.Poi ricordiamoci che l’Italia espri-me nel mangiare la sua percezio-ne del ‘buon gusto’.Cibo e Arte: com’è cambiatoquesto rapporto?Una volta era diverso perché il ci-bo era necessario, anche il vinoera un alimento perché consenti-va alle persone povere di assume-re rapidamente calorie. Oggi il ci-bo può definirsi un percorso cul-turale. Una volta eravamo un Pae-se povero ma bello, oggi siamomeno poveri e meno belli. Perquanto riguarda la tavola siamo ilPaese ‘più buono’ anche se nonsiamo più il Paese più bello almondo.

Ricordo un bellissimo program-ma tv dove parlava di Arte atavola con alcuni amici, pitto-ri, artisti, critici d’arte…Il programma si chiamava ‘Nottur-no’. Ha ragione, era molto bello, ve-niva registrato in case di Milano edella Maremma: si parlava d’Artema anche del piacere di stare a ta-vola e dell’estetica della tavola. Sicreava un calore, un’atmosfera par-ticolare fra tutti i commensali.Non la farà più?No, perché alla RAI non piaceva.C’era un Direttore… diciamo unpo’ troppo ‘pop’. Trovava questaroba snobistica perché l’avevamogirata in case particolari, pensi aquella - molto simpatica - fatta sultetto della Villa Malaparte. Sa, laRAI è una ditta ‘strana’.I nostri politici di diversi colorisi siedono insieme a tavola?L’Italia è un Paese strano. In Inghil-terra è quasi impossibile vedere apranzo un conservatore con un la-bourista così come in Francia un

gollista con un socialista. Qui è nor-male che destra e sinistra pranzinoinsieme. Il tutto deriva dalla nostratradizione papalina: allora i cardi-nali si battevano fra di loro pereleggere Papa, ma una volta elettotutti a mangiare insieme!C’è un uomo politico con ilquale mangerebbe volentieriinsieme?Sì, con il Presidente Giorgio Napoli-tano, perché ha gusto e soprattuttostile. È nato con una certa classe.In una trasmissione tv dove siparlava di cibo e di politica Leidisse che «solo l’Europa ci po-trà salvare anche grazie allasua ‘tavola’».Sì, certo, io sono un filo-europeistaconvinto, un difensore delle nostreradici. L’Europa è la prima gastro-nomia del mondo. Io voglio che sitorni allo spirito dell’Europa di Ade-nauer e di Schuman, voglio che le‘pommes frit’ dialoghino con lo‘steak au poivre’ e questo con gli‘spaghetti ca pummarola’, perchéin questo campo siamo assoluta-mente imbattibili.Il prossimo 11 dicembre con-cluderemo le nostre “Riflessio-ni sul futuro” con l’incontro“Expo 2015: il mondo a tavo-la”. Si parlerà delle tavole delmondo, dei diversi costumi,delle diverse abitudini, soprat-tutto dei cibi tanto diversi daPaese a Paese. Ci confermache ci sarà?Sì, con grande piacere. Non man-cherò. Grazie, Professor Daverio.

A sinistra in alto: Philippe Daverio con Elena Martusciello Presidente dell’Associazione delle Donne del Vino; sotto: il Professore con MarcoToffolin titolare della Locanda da Lino a Solighetto

19novembre 2014

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[success stories]

novembre 2014

l gruppo vanta una posizione competitiva mon-diale forte e bilanciata sia geograficamenteche nelle diverse aree di business, grazie aisuoi marchi Costan, Bonnet Névé, George Bar-ker, Eurocryor, Misa e Iarp. Con headquarter

a Milano, Epta opera con un organico di 4.000 dipen-denti, una capacità produttiva annua di 100mila unitàed un fatturato di circa 650 milioni di euro. Una realtàdall’identità italiana, dotata di strategici presidi com-

merciali in 35 Paesi e 11 unità produttive di cui: 4 inItalia (a Limana, Solesino, Casale Monferrato e Po-mezia), 3 in Francia e 1 nel Regno Unito, in Argentina,in Turchia, in Cina e in Thailandia. Una capacità com-petitiva che abbraccia tutto il mercato del Freddo eguarda con interesse ai Paesi Emergenti, in cui Eptaè già ben radicata. Abbiamo incontrato il Dott. LucaBallerio, Direttore Sistemi Informativi, per conoscerepiù da vicino questa “eccellenza italiana nel mondo”.

Intervista a cura di Alessandro Trani

I

EPTAIL REGNO DEL FREDDO

ECCELLENZE ITALIANE NEL MONDO

[EPTA È UN GRUPPO MULTINAZIONALE SPECIA-

LIZZATO NELLA LA PRODUZIONE E VENDITA

DI SISTEMI PER LA REFRIGERAZIONE COMMER-

CIALE E OFFRE UNA GRANDE VARIETÀ DI SO-

LUZIONI PER LA CONSERVAZIONE E L’ESPOSI-

ZIONE DI PRODOTTI FRESCHI E SURGELATI.

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21novembre 2014

[success stories]

Dott. Ballerio, come nasce questa bella storiaitaliana?È la storia di un successo partito dall’Italia nel 1986con il marchio Costan e sviluppato grazie ad unapolitica di espansione basata sull’acquisizione diimportanti brand esteri e sui continui investimentiin ricerca e sviluppo, puntando su soluzioniinnovative e sempre più efficienti, per acce-lerare la crescita nei mercati emergenti econsolidare il business in quelli maturi. Negliultimi anni, Epta ha infatti rafforzato la pro-pria presenza in Sud America, oltre che inMedio Oriente, Arabia Saudita, Europa SudOrientale e Asia Occidentale. Infine, il Gruppo si èesteso ulteriormente negli ultimi due anni grazie al-l’unione, nel 2013 con l’italiana Iarp e, nel luglioscorso, con l’inglese Cold Service Group Limited.Quali sono i prodotti di punta dell’Azienda?Core business del Gruppo è la produzione e com-mercializzazione di sistemi completi per la refrige-razione commerciale, realizzati grazie all’integrazionedi specifiche linee di prodotto proposte dai nostribrand. Dai banchi tradizionali a temperatura positivae negativa, ai banchi a gruppo incorporato, dalle cel-le frigorifere alle centrali di media e grande potenza.Due nuove soluzioni, presentate ad Euroshop 2014,sono “GranVista”, eccellenza della tecnologia REVUP (un banco frigorifero verticale inedito, comple-tamente reingegnerizzato, efficiente e multisenso-riale) e il primo temporary shop refrigerato (uno spa-zio espositivo mobile e completo di banchi frigoriferi,nato dalla collaborazione tra l’Innovation Center diEpta e il Politecnico di Milano).

Qual è il segreto del successo del Gruppo Epta,soprattutto in tempi non facili per le nostremultinazionali?La nostra “formula” per il successo è racchiusa in:innovazione, sostenibilità, e soluzioni tailor-made. Inprimo luogo, l’innovazione tecnologica è una carat-

teristica peculiare dei prodotti del Gruppo Ep-ta e garanzia di importanti traguardi raggiuntinella salvaguardia delle risorse energetichee nella riduzione dell’impatto ambientale.Inoltre, Epta eccelle anche nella personaliz-zazione dell’offerta, coniugando merchandi-sing e sistemi per la refrigerazione di nuova

generazione. Le competenze specialistiche di ognibrand consentono di proporre sistemi ideali per ogniambito applicativo, dai Discount, agli Ipermercati, ainegozi di prossimità fino al settore Horeca.I Sistemi informativi sono centralizzati?Sì. A partire dal 2000, a seguito delle acquisizioni direaltà diverse tra loro, si è resa necessaria l’unificazionedei sistemi e la centralizzazione delle funzioni aziendali.Il driver fondamentale è stato la ricerca di una soluzionein linea con l’obiettivo del Gruppo, che era quello dirazionalizzare e creare un modello ben strutturato masemplice e lineare, facilmente replicabile ed espandi-bile. Cercando soluzioni tecnologiche consolidate, ab-biamo identificato e acquisito il sistema ERP che megliorispondesse alle nostre esigenze, che ha semplificatodi molto i processi e il mondo applicativo. Quanto è importante per la vostra realtà la con-tinuità del servizio?È di vitale importanza. Poiché i nostri prodotti devonodare un servizio continuativo abbiamo dovuto fron-

A sinistra: Luca Ballerio; sotto: GranVista di Costan,protagonista incontrastato del reparto freschi delnuovo punto vendita Oasi a Giulianova (TE)

www.24orenews. i t

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22 novembre 2014

[success stories]

teggiare un problema di continuità di servizio nel ter-ritorio europeo ma anche world-wide. Continuità pernoi significa dare 24 ore di servizio effettivo in ogninostra sede, che si trovi a Roma, in Cina, in Argentinao in altra parte del mondo. Quindi ci siamo dovutidotare di adeguate tecnologie e procedure automa-tizzate, affrontando problematiche che impattavanole logiche di back-up/restore, di lancio delle classicheapplicazioni batch sui sistemi… non ultimo il temadel Disaster Recovery… Nel 2005 siamo passati daivecchi sistemi Digital ai sistemi IBM: attraverso unpercorso di affinamento progressivo nel 2011 ab-biamo completato l’allestimento del sito di DR, concapacità di calcolo ridotta rispetto a quella della sedecentrale, ma capace di erogare tutti i servizi vitali.Con quali partner avete affrontato il DR, e dovesi trova il sito?La sede iniziale è stata Limana, con logica di aggior-namento asincrono (ogni 24h). Oggi la logica asin-crona non è più in linea con le esigenze del moni-toraggio dei punti vendita, le interazioni con gli spe-dizionieri e il controllo di certi processi industriali intempo reale. Abbiamo iniziato, con il nostro partnertecnologico IAN, una revisione massiccia della logicadel DR mettendo in discussione per prima la locationdi DR, soprattutto per un discorso di costi (di tra-smissione dati e spostamento del personale). Ab-biamo quindi optato per il sito di Casale Monferrato(Iarp) che, per caratteristiche e posizione geografica,

consente più veloci tempi di ripristino del servizio.IAN, ‘system integrator’ e nostro partner tecnologicostrategico, ci affianca da diversi anni, conosce benela nostra realtà ed è molto efficiente nel proporci ri-sposte adeguate ad ogni nostra esigenza. È la poli-tica che seguiamo anche con altri partner.L’argomento della refrigerazione è strettamen-te legato alle tematiche di Expo 2015, soprat-tutto in termini di Cultura dell’Alimentazione.Expo 2015 rappresenta per voi una opportunitàinteressante?Certo, Epta infatti partecipa all’interno di ANIMA al Pro-getto di Confindustria nel Padiglione Italia. Expo2015è un’importante occasione per presentare i nostri nuoviprogetti e soluzioni, che si allineano perfettamentecon il tema “Feed the planet. Energy for life”, fil rougedell’Esposizione Universale. I nostri obiettivi principalisono, infatti, la garanzia dei più elevati standard di con-servazione degli alimenti, il continuo miglioramentodell’efficienza energetica, assicurando nel contempouna shopping experience più piacevole per il consu-matore e proficua per il retailer. Un primo esempio èlo “Shop in Shop”, a cui ho già brevemente accennatoprima, lanciato in occasione della Milano Design Week2014. È il primo “temporary store del freddo”, realizzatoin collaborazione con il Politecnico di Milano, idealeper organizzare show cooking, vendite occasionali le-gate ai territori o per specifiche ricorrenze all’internodi centri, ristoranti, nelle piazze, ovunque si voglia.

A sinistra: AdrianWestrup (Coldservice),Alan Betts (Epta),Stephanie Durbin-Wood(Cooperative Group) e il presentatoredell’evento

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www.bijouxdessert.com

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[pi l lole di bon ton]

MASSA MARTANA San Pietro Sopra le Acque è un conventosecentesco con affreschi restaurati, oggidestinato a residenza d’epoca per visita-tori che vogliano godere della serena bel-lezza del paesaggio martano. La partico-larità della zona in cui sorge il borgo diMassa Martana (Perugia) è la ricchezzadi boschi, formati da macchia mediterra-nea. Seriamente danneggiata dal terre-moto del 1997, in una decina d’anni lacittadina ha chiuso quel drammatico ca-pitolo e recuperato tutto quello che servivaper ridare dignità all’antico borgo di origi-ne romana, nato come stazione di sostasulla Via Flaminia. La presenza romana ètestimoniata tra l’altro dal Ponte Fonnaia,del III secolo a.C. Nei pressi del paese èvisitabile uno stupendo sistema catacom-bale del III-V secolo d.C. Dal I al V secolod.C. Massa Martana ospitò vari santi, daS. Felice, a Fidenzio a Terenzio, a Faustino,santa Illuminata. Fu devastata durante leguerre gotico-bizantine subendo la stessasorte della vicina Carsulae, ma, passatasotto il dominio di Spoleto, trovò nuova vi-ta. Degni di nota le mura castellane e poiil pittoresco borgo fortificato Villa San Fau-stino, ove è ubicata la Chiesa omonimadi origini romane e i numerosi castelli echiese disseminati nei paraggi.

THE “NUDE TABLE”Benvenuti nella mia nuova rubrica

in questa rivista molto accattivante

a partire dal titolo “Italia da

Gustare”. Faremo insieme un

viaggio tra i mille incantevoli luoghi

di cui è ricco il nostro Paese, vi

illustrerò simpatiche ‘mise en

place’ e pillole di bon ton per

rendere unica e speciale qualsiasi

occasione. Oggi vi presento con

naturalezza l’allestimento di una

tavola stile “Nude Table”. Ci

troviamo tra le verdi colline umbre,

presso la Residenza d’epoca San

Pietro Sopra le Acque di Massa

Martana, dove possiamo

apprezzare in un trionfo di verde, la

nostra raffinata tavola, pronta ad

accogliere gli ospiti. In questa

occasione, uscendo dagli schemi,

cioè senza il solito tovagliato, ho

potuto mettere in risalto i pochi ma

essenziali e ricchi componenti

della tavola. Al centro, in omaggio

all’autunno, prodotti della terra

melanzane, cavolfiori, uva nera ed

immancabile il candelabro

d’argento che dona un tocco di

eleganza e raffinatezza, come

anche i cristalli colorati che

giocano con la cromia

dell’ambiente. Una tavola va creata

con semplicità, anche nella sua

composizione, il voler inserire un

vassoio con tali primizie, darà

modo ai presenti di poter

commentare la mise en place, che

in questo caso ‘sposa’ fedelmente

l’autunno. Questi e altri particolari

accorgimenti e piccoli segreti vi

proporrò ogni volta nelle mie

creazioni, sempre uniche e diverse.

Non vi resta che seguirmi, e

rimarrete piacevolmente stupiti.Via Flaminia

a Massa Martana,la Catacomba di

Villa San Faustinoe Ponte Fonnaia

Alessandra Matteucci

Wedding Planner

Event Creator

www.alessandramatteucci.com

[email protected]

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25novembre 2014

[pi l lole di bon ton]

Da sempre considerata il vero focolare del-la famiglia, la tavola è stata in ogni epocail punto d’incontro più importante dellacollettività e del vivere in comune. Quantosi è parlato, discusso, gioito e persino tra-mato attorno ad essa! La tavola era (ed è)il luogo dove festeggiare avvenimenti e vit-torie, discutere di affari, suggellare accordi,dove si appianavano controversie e nasce-vano nuovi amori, ma anche dove si sonointessute congiure e consumate tragedie.Condividere il cibo è un rito di socializza-zione, di aggregazione, un modo unico difesteggiare gli avvenimenti importanti.Nessuno, anche quelli che vengono definiti“indifferenti” al cibo (che considerano ilmangiare solo un rifornimento di calorie),sono totalmente distaccati o emotivamen-te non coinvolti dai rituali del convivio. Tut-tavia non tutto quello che viene portato atavola è gradito allo stesso modo.

L’ARTE DI APPARECCHIAREL’arte di apparecchiare è sempre sta-ta fondamentale, fin dall’antichità.Agli albori della storia la tavola era co-stituita o da una semplice pietra senon dalla nuda terra e gli “arredi” era-no conchiglie, gusci, legni sagomatio rozzi strumenti in selce ed ossidia-na. Nel corso del tempo furono creatiutensili di varie forme, per adeguarlial gusto e alle abitudini dei gruppi so-

ciali che andavano for-mandosi, alle tradizio-ni ed ai cibi che veni-vano preparati. Nel-l’epoca della Roma im-periale le tavole veni-vano agghindate contovaglie colorate, sucui si adagiavano inbella mostra piatti la-

vorati in oro, argento e pietre prezio-se. Nel Medioevo oltre al colore avevanotevole importanza anche la formadei cibi. Erano amati quelli che ripro-ducevano linee realmente esistenti erassicuranti, come per esempio tortee pasticci modellati a forma di anello,ferro di cavallo o lettera dell’alfabeto.Nel periodo rinascimentale la pre-sentazione dei cibi fu ulteriormenteimpreziosita con l’inserimento di sto-viglieria realizzata con materiali in ve-tro o maiolica. A volte il convivio veni-va arricchito persino con la creazionedi macchine e strumenti inizialmentepensati per le scene teatrali (vengonocitate alcune realizzazioni addiritturadi ‘Leonardo’). Infatti, succedeva chedurante i banchetti scenografie a te-ma apparivano e scomparivano dalpavimento, con lo scopo di stupire iconvitati ed esaltare il prestigio delpadrone di casa.

A tavola perdonerei chiunque.Anche i miei parenti

Oscar Wilde

«»

AlessandraMatteucci durante

l’allestimento di una tavola

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[st i le naturale]

novembre 2014

Bardolino, felice borgo sulla spondaorientale del lago di Garda, sorge unapiccola oasi di benessere, l’Hotel CæsiusThermæ & SPA Resort. Grazie a una

struttura magnificamente armonizzata con il verdepaesaggio in cui s’immerge, dallo stile mediterraneo,caldo e luminoso, Caesius è in grado di offrire ospi-talità raffinata e discreta in un’atmosfera di estremorelax. È il luogo ideale per ritornare in armonia conse stessi e con il mondo, con la natura e le stagioni,grazie ad un’ampia gamma di servizi di comprovataefficacia, alla cordialità e all’eccellente competenzadel personale del Caesius Beauty Center, unito aduno dei centri Ayurvedici tra i più completi d’Italia,diretto dal Dr. Silvano Pomari. E per un benesseretotale, dopo un piacevole relax nelle meravigliose pi-scine del Resort, il gusto della buona cucina genuinanel ristorante interno si lega al piacere della salute.

La “Penta-dieta” della dott.ssa Evelina FlachiNovità 2014, presso l’Hotel Caesius Thermae & SPAResort - in esclusiva per il Veneto - è possibile seguirela famosa “Penta-dieta Flachi”, il regime alimentarecombinato con metodologie e trattamenti esteticimirati, messo a punto dalla nota nutrizionista dott.ssaEvelina Flachi e che grazie alla sinergia con l’acquatermale Ceasius, diventa “Penta-Dietox”. Altamentedetossinante ed alcalinizzante, la penta dieta non èsolo una dieta alimentare, ma è una vera metodo-logia che mira a ridurre sovrappeso, ritenzione idricae cellulite andando ad agire in base alla morfologia,la costituzione ed i punti critici di ogni singola per-sona. Basato sul concetto che per stare bene occorremantenere il delicato equilibrio tra i 5 nutrienti utilial nostro organismo, il metodo della dott.ssa Flachivuole perseguire tre obiettivi:

1 Detossinare

2 Favorire le funzioni depurative e metaboliche

3 Stimolare la perdita di peso

La Penta-dieta… punta sul 5! Attingendo dall’azionefunzionale dei cibi per riequilibrare l’organismo che

Hotel Caesius Thermae & SPA ResortUna perla di benessere sul lago di Garda

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27novembre 2014

[scuola & salute]

nel tempo cambia le proprie necessità energetiche,biologiche, e psicofisiche, il metodo Flachi prevede:

5 pasti (3 principali e 2 spuntini).5 nutrienti (proteine, zuccheri, grassi vegetali, vi-tamine/minerali, fibre)il concetto delle “5 P” (Primi, Pane, Polenta, Pizza,Patate da non assumere mai insieme nello stessopasto)

Il metodo Dietox Flachi può avere una durata di 3 –5 – 7 giorni e prevede durante la giornata l’assun-zione di almeno 8 – 10 bicchieri di acqua oligomine-rale Caesius (anche sotto forma di bevande e tisaneappositamente preparate con estratti fitoterapici).L’acqua oligominerale Caesius è infatti nota per lesue importanti proprietà sull’organismo. Presa perbocca è utile per stimolare i processi digestivi, favorirela depurazione dei reni e del fegato, regolare il me-tabolismo basale e del glucosio e favorire l’elimina-zione degli acidi urici. È inoltre possibile effettuaredei bagni in acqua termale particolarmente utili percontrastare la ritenzione dei liquidi, la cellulite ed ilsovrappeso. Un’alimentazione leggera ma gustosa,con corrette combinazioni alimentari e particolari cibialcalinizzanti, sono alla base dei diversi menù della

Penta-dieta, elaborati e studiati per garantire che ser-viranno a disintossicare l’organismo e favorire il suc-cessivo dimagrimento, senza lo stress di una dietapunitiva e restrittiva, sempre supportati e guidati daimedici e dallo staff del Centro Termale & AyurvedicoCaesius. Il metodo della dott.ssa Flachi può essereinoltre personalizzato anche per ospiti vegetariani,vegani e celiaci. Un clima particolarmente favorevole,un ambiente rigenerante ed una struttura con centroTermale, Ayurvedico e Benessere all’avanguardia, haportato la dott.ssa Flachi a scegliere il Lago di Gardae l’ Hotel Caesius Thermae & SPA Resort di Bardolinocome sede per l’applicazione dei suoi metodi.

Per chi non soggiornain hotel, è possibileeffettuare i trattamentiDetossinante - Anticel-lulite e Detossinante -Snellente e tutte le al-tre metodologie dellaPenta-dieta, presso ilCentro Beauty Termaleed Ayurvedico Caesiusdi Bardolino.

In apertura: un’immaginesuggestiva dell’Hotel;

sopra: lo Staff medico nellacucina; la sauna finlandese

e la piscina termale con idromassaggio;

Antonella Clerici ospitedell’Hotel con EvelinaFlachi; dolci a tavola

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29novembre 2014

Rete Irene, un network di impreselombarde specializzato nella ri-qualificazione energetica, ha con-dotto sul tema una ricercaintervistando circa un migliaio dicittadini milanesi tra i 24 e i 65anni. Ebbene, il 71% degli intervi-stati non sa a che classe di effi-cienza energetica appartienel’abitazione dove vive. Alla do-manda “Cosa si intende per edifi-cio in classe A?” solo il 37% dellepersone dimostra di esserne a co-noscenza. Il 26% risponde sbriga-tivamente che la classe A sta aindicare quanto è nuova la casa eil 18% sostiene che fa riferimentoa un ipotetico grado tecnologicodell’abitazione. Quattro intervistatisu dieci sono consapevoli che unintervento complessivo risulta es-

sere più efficace rispetto a tantipiccoli interventi, anche se (forseper timore dei costi) ad essere piùgettonati sono le sostituzioni degliinfissi (61%) e l’isolamento deimuri esterni (67%). Più di un mila-nese su due (54%) non conoscequanto spende mediamente ognianno per il riscaldamento di casasua anche se talvolta sa perfetta-mente quanto spende per la casain montagna o per il riscalda-mento del monolocale dato in af-fitto. Il tutto a fronte di un 19% diintervistati che dice subito di sì eun 27% che risponde con un vago“più o meno”. Numerosi anche co-loro che non si sono posti il pro-blema di come risparmiare sullabolletta del gas: uno su quattro(23%) non conosce quali siano

queste alternative. Tra i sistemiproposti, la pompa di calore è co-munque quella più pensata (38%),seguita dalla stufa a pellet (32%)mentre un quinto degli intervistati(21%) sarebbe ben felice di utiliz-zare un romantico caminetto(anche se ormai a Milano ne èproibita l’installazione). Ma i mila-nesi sembrano anche essere sem-pre più freddolosi: solo in unacasa su quattro il termostato è po-sizionato sotto i 20° C mentre latemperatura media si aggira at-torno ai 22°C. In una casa su 10(90%) non è mai inferiore i 25° C.Il problema dell’efficienza energe-tica degli edifici è quindi uno deglielementi chiave di quello piùampio e cruciale del risparmioenergetico e del rispetto dell’am-biente. Un manifesto europeo con-tro gli sprechi negli edifici e afavore della riqualificazione ener-getica è stato lanciato da Reno-vate Europe, iniziativa europeache mira a sensibilizzare istituzionie cittadini dei 28 Paesi membri suitemi dell’efficienza energetica. Sitratta di una campagna promossada 31 sostenitori, che riunisconoassociazioni non governative, entilocali, gruppi di esperti e il settoreterziario. A rappresentare l’Italia èappunto Rete Irene.

DI CHE “CLASSE” SEI?A cura di Max Caramani

[eco&sostenibi le]

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30 novembre 2014

PROFUMO DI SPEZIE

Il modello da seguire per molti Paesi in via disviluppo (e non solo per loro) è quello deiCluster di Expo Milano 2015. La firma delcontratto fra Expo e Sultanato del Brunei,certamente Stato florido e in crescitaeconomica, ne è la prova. Il Sultanato avrà unospazio espositivo importante di 375mq su duepiani nel padiglione dedicato alle Spezie.Mostre ed eventi animeranno gli spazi comuniche il Brunei condividerà con le isole Vanuatu,Tanzania e Afghanistan, che hanno giàconfermato la propria partecipazione.

ILLY, INNO AL CAFFèL’Azienda triestina, partnerufficiale di EXPO Milano 2015, stapreparando un grande allestimentoper il cluster del caffè, portando inquesto progetto le conoscenze,l’esperienza e le relazioni maturatein oltre ottant’anni di storia. Cisaranno 39 Paesi produttori e 147Paesi consumatori perché il caffèè un simbolo universale diitalianità e esotismo, è il raccontodel nostro stile di vivere. Laricerca dell’eccellenza, lapassione, l’innovazione el’orientamento allo svilupposostenibile di illy sono i motori dell’iniziativa.

ARRIVA LO ‘SCOOTER SHARING’Dopo lo straordinario successo del ‘Bike Sharing’ edel ‘Car Sharing’, Milano prepara un bando per darea diverse aziende del mondo degli scooter la possi-bilità di fornire almeno 1000 motorini entro l’aperturadi Expo 2015. Il capoluogo lombardo si deve prepa-rare ad accogliere oltre 20 milioni di persone per isei mesi dell’Esposizione Univarsale di Milano e lamobilità è una priorità nelle preoccupazioni di tuttele istituzioni cittadine. Questo progetto dello ‘scootersharing’ sarà sicuramente d’aiuto per agevolare lospostamento dei visitatori italiani e stranieri.

SCONTO BIGLIETTI PER LE SCUOLEUn prezzo agevolato, di 10 euro (il bigliettoordinario costa 32 euro) per le scolarescheche nel corso del semestre si incontrerannonei padiglioni milanesi di Expo 2015. Sonodue milioni gli studenti italiani e stranieriattesi, da scuole di ogni ordine e grado. Aloro sono dedicati percorsi didattici di edu-cazione alimentare e soluzioni di visita adhoc, con itinerari e la possibilità di acqui-stare pacchetti che prevedono ingresso,transfer, pasto e albergo.Info su: www.progettoscuola.expo2015.org

[EXPO che verrà]

News

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