ITALIA REALE DICEMBRE 2012

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mo partito con circa il 29% dei voti, seguito dal Movimento 5 Stelle di Grillo con il 18% circa, dal PDL con il il 15-16%, e poi dall’ UDC , dalla Lega e da Sel. Comunque risulta che la maggior parte dei voti presi da Grillo sono di elettori di sinistra, men- tre quelli di destra pre- feriscono astenersi. In Sicilia la destra è riu- scita a perdere le elezioni contrapponendo due can- didati, Musumeci e Mic- cichè, che si sono elisi a vicenda, consentendo a Crocetta, candidato del PD e con il sostegno del- l’ UDC, di essere eletto presidente della regione. In campo nazionale PDL, Lega, UDC e FLI con un colpo di mano hanno ad inizio novem- bre approvato un emen- damento alla legge elet- torale che consente al partito o alla coalizione che raggiunga il 42,5% dei voti di ottenere il pre- mio di maggioranza. Così facendo si impedi- rebbe alla coalizione PD - Les (più forse l’IdV di Di Pietro) di conseguire il suddetto premio per cui le prossime elezioni politiche non sarebbero vinte da nessuno e l’uni- ca soluzione possibile sarebbe arrivare ad una riconferma del Governo Monti, soluzione comun- que preferibile a quel- la di un governo delle sinistre, anche se il fu- turo programma pro- spettato dei “tecnici” è demenziale. Secondo il sottosegreta- rio all’Economia Gian- franco Polillo “ Stiamo vivendo al di sopra delle nostre possibilità. E natu- ralmente non possiamo permettercelo. Quando è così bisogna ridurre i consumi”. E quindi peggiorare la recessione, aggiungia- mo noi. NEL MONDO Le elezioni per la presi- denza degli Stati Uniti hanno visto la conferma di Barack Obama, candi- dato del partito democra- tico (centrosinistra), il quale ha sconfitto di misu- ra il repubblicano Rom- ney (centrodestra). Il presidente americano nelle scorse elezioni aveva vinto con una maggioranza schiac- ciante ed era considera- to a torto l’uomo nuovo della politica mondiale, che avrebbe dato una svolta straordinaria all’economia e rivolu- zionato la politica este- ra; invece si è adeguato prontamente al sistema di governo americano limitandosi a gestire alcune modeste riforme in materia economica e sociale, ed a seguire pedissequamente la politica estera del suo predecessore, il tanto vituperato dalle sinistre George W. Busch, il quale aveva dichiarato una guerra implacabile al terrorismo. Oggi anche gli Stati Uni- ti stanno attraversando un periodo di recessione e non riteniamo che il programma di Obama (più tasse per ripianare il debito pubblico), simile a quello del governo Mon- ti, sia il più adatto per uscire dalla crisi a diffe- renza di quello del suo antagonista Romney, il quale invece program- mava una riduzione del- le tasse e degli interven- ti statali auspicando una maggiore libertà e mi- nori vincoli all’iniziativa privata. Per quanto riguarda la politica estera appare chiaro che l’interesse de- gli USA è ormai rivolto principalmente all’Asia, all’Estremo ed al Medio Oriente, mentre quello per l’Europa, ridimensio- nata dall’U.E. al ruolo di nano politico, è ridotto ai minimi termini. A sua volta la Cina si appresta a sostituire i propri massimi di- rigenti. Al 18º Congresso del Partito Comunista cine- se tenuto a novembre, farà seguito il Congres- so del Popolo che si con- cluderà con la nomina del nuovo Consiglio di Stato, cioè il nuovo governo. Xi Jinping (59 anni) sarà il futuro presidente della repubblica popolare cine- se e Li Kequiang (57 anni) sarà il futuro capo del governo in sostituzione di Wen Jiabao, assai critica- to per la spropositata ric- chezza (tre miliardi di dol- lari) accumulata in anni recenti dalla sua famiglia. Come si vede i capi comu- nisti cinesi non sono secondi a nessuno per quanto si riferisce alla cor- ruzione. Il governo cinese dovrà affrontare il problema del calo demografico provo- cato dalla politica del figlio unico e dalla conse- guente futura riduzione della forza lavoro. Ad Hong Kong, Regione amministrativa speciale - tornata sotto la sovranità cinese nel 1997 - dove vige una legislazione diversa da quella della Cina comunista, si verifica da tempo l’arrivo di migliaia di donne incinte prove- nienti dalle varie regioni dell’interno allo scopo di partorire in violazione della legge del figlio uni- co, al fine di ottenere per il neonato la cittadinanza locale. In un anno 420 donne cinesi sono state arrestate e detenute per due mesi subito dopo il parto. Il fenomeno è mol- to esteso, tanto è vero che degli 88.000 bambini nati nello scorso anno, ben la metà è figlio di non resi- denti. Il capo del Governo tibe- tano in esilio Lobsan Sangay, ha ricordato l’in- vasione della propria Nazione da parte della Cina comunista avvenu- ta nel 1950 e denunciato il genocidio anche cultu- rale del suo popolo. Ha affermato che la situa- zione è “ gravissima. Il Tibet è isolato. I giornali- sti non possono entrare, i diritti umani sfregiati. Chi ha una foto del Dalai Lama viene imprigionato, in alcune città per fare la spesa occorre passare al check-point. I tibetani sono trattati come terroristi, mentre invece sono gli oppressi”. Si è detto contrario alle auto-immolazioni, tragi- camente in costante aumento, di tibetani che si sono dati fuoco per pro- testare contro il governo di Pechino ed ha chiesto una reale autonomia amministrativa per la sua patria, ed il ritorno del Dalai Lama. In Africa prosegue l’of- fensiva degli integralisti islamici. In Libia i salafi- ti hanno fatto ricorso ai bulldozer per distrugge- re i monumenti sufi; in Egitto le televisioni estre- miste minacciano gli avversari; in Tunisia si sono verificate aggres- sioni nelle università per imporre il velo integrale. IN ITALIA Proseguono le grandi manovre. Le primarie di sinistra che vedono la con- trapposizione tra Pier Lui- gi Bersani (ex PCI) e Mat- teo Renzi (ex DC), con la partecipazione di Niki Vendola (ex? Comunista) e quelle della destra con la partecipazione di Ange- lino Alfano e di altri can- didati tra i quali la San- tanchè. Secondo i sondaggi il PD sarebbe attualmente il pri- A cura dell’Alleanza Monarchica - Casella Postale n. 1 - 10121 Torino Centro - C.C.P. n. 30180103 (Codice IBAN: IT 74 V 07601 01000 000030180103 - Codice BIC: BPPIITRRXXX) - Poste Italiane Spedizione in a.p. - 70% - D.C. - D.C.I. - Torino - N. 11/2012- In caso di mancato recapito rinviare all’Uff. C.M.P. Torino Nord per la restituzione al mittente, che si impegna a corrispondere il diritto fisso dovuto. Mensile di politica, cultura e informazione TAXE PERÇUE Tassa riscossa TORINO - C.M.P. ANNO XLVI - n. 11 Dicembre 2012 RE VITTORIO EMANUELE III a pag. 8 L’ORA DI RELIGIONE a pag. 17 Giancarlo Vittucci Righini PANORAMA POLITICO ROMA: ONORE A RE UMBERTO II ED ALLA REGINA MARIA JOSÈ a pag. 2 COSTITUENTE MONARCHICA a pag. 3

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Italia Reale - mensile di politica, cultura e informazione

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Page 1: ITALIA REALE DICEMBRE 2012

mo partito con circa il29% dei voti, seguito dalMovimento 5 Stelle diGrillo con il 18% circa,dal PDL con il il 15-16%,e poi dall’UDC , dallaLega e da Sel.

Comunque risulta che lamaggior parte dei votipresi da Grillo sono dielettori di sinistra, men-tre quelli di destra pre-feriscono astenersi.

In Sicilia la destra è riu-scita a perdere le elezionicontrapponendo due can-didati, Musumeci e Mic-cichè, che si sono elisi avicenda, consentendo aCrocetta, candidato delPD e con il sostegno del-l’UDC, di essere elettopresidente della regione.In campo nazionalePDL, Lega, UDC e FLIcon un colpo di manohanno ad inizio novem-bre approvato un emen-damento alla legge elet-torale che consente alpartito o alla coalizioneche raggiunga il 42,5%dei voti di ottenere il pre-mio di maggioranza.Così facendo si impedi-rebbe alla coalizione PD- Les (più forse l’IdV diDi Pietro) di conseguireil suddetto premio percui le prossime elezionipolitiche non sarebberovinte da nessuno e l’uni-ca soluzione possibilesarebbe arrivare ad unariconferma del GovernoMonti, soluzione comun-que preferibile a quel-la di un governo dellesinistre, anche se il fu-turo programma pro-spettato dei “tecnici” èdemenziale.Secondo il sottosegreta-rio all’Economia Gian-franco Polillo “Stiamovivendo al di sopra dellenostre possibilità. E natu-ralmente non possiamopermettercelo. Quando ècosì bisogna ridurre iconsumi”.E quindi peggiorare larecessione, aggiungia-mo noi. �

NEL MONDO

Le elezioni per la presi-denza degli Stati Unitihanno visto la confermadi Barack Obama, candi-dato del partito democra-tico (centrosinistra), ilquale ha sconfitto dimisu-ra il repubblicano Rom-ney (centrodestra).

Il presidente americanonelle scorse elezioniaveva vinto con unamaggioranza schiac-ciante ed era considera-to a torto l’uomo nuovodella politica mondiale,che avrebbe dato unasvolta straordinariaall’economia e rivolu-zionato la politica este-ra; invece si è adeguatoprontamente al sistemadi governo americanolimitandosi a gestirealcune modeste riformein materia economica esociale, ed a seguirepedissequamente lapolitica estera del suopredecessore, il tantovituperato dalle sinistreGeorge W. Busch, ilquale aveva dichiaratouna guerra implacabileal terrorismo.

Oggi anche gli Stati Uni-ti stanno attraversandoun periodo di recessionee non riteniamo che ilprogramma di Obama(più tasse per ripianare ildebito pubblico), simile aquello del governoMon-ti, sia il più adatto peruscire dalla crisi a diffe-renza di quello del suoantagonista Romney, ilquale invece program-mava una riduzione del-le tasse e degli interven-ti statali auspicando unamaggiore libertà e mi-nori vincoli all’iniziativaprivata.Per quanto riguarda lapolitica estera apparechiaro che l’interesse de-gli USA è ormai rivoltoprincipalmente all’Asia,all’Estremo ed al MedioOriente, mentre quelloper l’Europa, ridimensio-

nata dall’U.E. al ruolo dinano politico, è ridotto aiminimi termini.

A sua volta la Cinasi appresta a sostituirei propri massimi di-rigenti.Al 18º Congresso delPartito Comunista cine-se tenuto a novembre,farà seguito il Congres-so del Popolo che si con-cluderà con la nominadel nuovo Consiglio diStato, cioè il nuovogoverno.

Xi Jinping (59 anni) saràil futuro presidente dellarepubblica popolare cine-se e LiKequiang (57 anni)sarà il futuro capo delgoverno in sostituzione diWen Jiabao, assai critica-to per la spropositata ric-chezza (tremiliardi di dol-lari) accumulata in annirecenti dalla sua famiglia.Come si vede i capi comu-nisti cinesi non sonosecondi a nessuno perquanto si riferisce alla cor-ruzione.Il governo cinese dovràaffrontare il problema delcalo demografico provo-cato dalla politica delfiglio unico e dalla conse-guente futura riduzionedella forza lavoro.Ad Hong Kong, Regioneamministrativa speciale -tornata sotto la sovranitàcinese nel 1997 - dove vigeuna legislazione diversada quella della Cinacomunista, si verifica datempo l’arrivo di migliaiadi donne incinte prove-nienti dalle varie regionidell’interno allo scopo dipartorire in violazionedella legge del figlio uni-co, al fine di ottenere peril neonato la cittadinanzalocale. In un anno 420donne cinesi sono statearrestate e detenute perdue mesi subito dopo ilparto. Il fenomeno èmol-to esteso, tanto è vero chedegli 88.000 bambini natinello scorso anno, ben lametà è figlio di non resi-denti.

Il capo delGoverno tibe-tano in esilio LobsanSangay, ha ricordato l’in-vasione della propriaNazione da parte dellaCina comunista avvenu-ta nel 1950 e denunciatoil genocidio anche cultu-rale del suo popolo.

Ha affermato che la situa-zione è “gravissima. IlTibet è isolato. I giornali-sti non possono entrare, idiritti umani sfregiati. Chiha una foto del DalaiLama viene imprigionato,in alcune città per fare laspesa occorre passare alcheck-point.I tibetani sono trattaticome terroristi, mentreinvece sono gli oppressi”.Si è detto contrario alleauto-immolazioni, tragi-camente in costanteaumento, di tibetani chesi sono dati fuoco per pro-testare contro il governodi Pechino ed ha chiestouna reale autonomiaamministrativa per la suapatria, ed il ritorno delDalai Lama.

In Africa prosegue l’of-fensiva degli integralistiislamici. In Libia i salafi-ti hanno fatto ricorso aibulldozer per distrugge-re i monumenti sufi; inEgitto le televisioni estre-miste minacciano gliavversari; in Tunisia sisono verificate aggres-sioni nelle università perimporre il velo integrale.

IN ITALIA

Proseguono le grandimanovre. Le primarie disinistra che vedono la con-trapposizione tra Pier Lui-gi Bersani (exPCI) eMat-teo Renzi (exDC), con lapartecipazione di NikiVendola (ex? Comunista)e quelle della destra conla partecipazione diAnge-linoAlfano e di altri can-didati tra i quali la San-tanchè.Secondo i sondaggi il PDsarebbe attualmente il pri-

A cura dell’Alleanza Monarchica - Casella Postale n. 1 - 10121Torino Centro - C.C.P. n. 30180103 (Codice IBAN: IT 74V 07601 01000 000030180103- Codice BIC: BPPIITRRXXX) - Poste Italiane Spedizione in a.p. - 70% - D.C. - D.C.I. - Torino - N. 11/2012- In caso di mancato recapitorinviare all’Uff. C.M.P. Torino Nord per la resti tuzione al mittente, che si impegna a corrispondere il dirit to fisso dovuto.

Mensile di politica, cultura e informazione

TAXE PERÇUETassa riscossaTORINO - C.M.P.

ANNO XLVI - n. 11Dicembre 2012

RE VITTORIOEMANUELE III

a pag. 8

L’ORADI RELIGIONE

a pag. 17

Giancarlo Vittucci Righini

PANORAMA POLITICO

ROMA: ONORE A RE UMBERTO IIED ALLA REGINA MARIA JOSÈ

a pag. 2

COSTITUENTE MONARCHICAa pag. 3

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2 ITALIA REALE - 11/2012

Lo scorso 27 ottobre, laCittà diRoma ha ono-

rato l’impegno - a suotempo assunto, e di cuiabbiamo dato notizia sulnumero di Ottobre - dionorare la memoria delleLL.MM. il ReUmberto IIe la Regina Maria Josè,con l’intitolazione di pub-blici siti.Infatti, nonostante un cie-lo plumbeo e la costanteminaccia di pioggia, loslargo su cui sorge ilmonumento (che il Prin-cipe Vittorio Emanuelevolle erigere in memoriadel padre nel 1896) è sta-to battezzato con il nomedi Umberto II - Re d’Ita-lia, mentre il viale albera-to che da quel sito dipar-te è stato intitolato Regi-na Maria Josè, nel corsodi un’affollata pubblicacerimonia.I due siti sono all’internodell’attualeVillaAda (Vil-la Savoia), residenza pri-vata, fino al 1943, deiSovrani d’Italia.Avremmo preferito unastrada o una piazza vissu-te giornalmente dal popo-lo romano,ma comunque,meglio di niente.

Ad inaugurare le tar-ghe è stato il SindacoAlemanno, che nel pro-prio intervento ha ricor-dato il merito di CasaSavoia di aver unificatol’Italia.

Egli ha poi evidenziato“che è l’amore verso lanostra patria quello cheoggi ci unifica tutti, neldare un tr ibuto perMaria Josè e Umberto II,due figure controverseche, però, hanno fattoun grande gesto quan-do, dopo il referendum,preferirono l’esilio aduna possibile spaccatu-ra o guerra civi le nelPaese”.

È intervenuto anche l’as-sessore alla cultura,DinoGasperini, che ha ricor-dato come la “decisionedi apporre queste targheè stata presa all’unani-mità dall’Assembleacapitolina come mo-mento di approfondi-mento a favore soprat-tutto delle giovani gene-razioni”, nonché l’on.GiovanniQuarzo, il con-sigliere comunale cui sideve il merito di averportato la proposta nel-l’aula Capitolina.

Dopo gli interventi poli-tici, ha preso la parola ilPrincipe Vittorio Ema-nuele, il quale ha ringra-ziato l’amministrazionecomunale di Roma, haricordato brevemente lasua presenza da bambi-no piccolissimo nella resi-

denza dei nonni paterni,ed ha concluso l’inter-vento ricordando lanecessità che i propri avi,ancora seppelliti in esi-lio, trovino il definitivoriposo nel Pantheon diRoma.Oltre al Principe, allaConsorte Marina ed alPrincipe Emanuele Fili-berto, in ottima forma,centinaia di romani han-no affollato il luogo dellacerimonia fin da moltoprima dell’inizio. Tracostoro, i membri delComitato PromotoreMario Filippo Brambilla,FrancescoDi Bartolomei,il già ricordato assessoreGiovanni Quarzo, e mol-ti dei componenti delComitato d’Onore.Ampio spazio è statoriservato all’evento dagliorgani di informazione, siatelevisivi sia a stampa. �

Dalle ore 11.30 di oggi, nel parco di Villa Ada in Roma, alla presenza di numerose Autorità Civili e di molti cittadini si sta svolgendo la cerimonia

post 1946. S.A.R. il Principe Vittorio Emanuele, presente alla cerimonia con S.A.R. il Principe Emanuele Filiberto, ha rilasciato la seguente dichiarazione: «importante Amministrazione Comunale della nostra Patria, quella di Roma Capitale, ha voluto intitolare due strade alla memoria dei miei Augusti Genitori, il Re Umberto II e la Regina Maria José. Ricordo questo parco con grande emozione pensando ai primi anni della mia infanzia, in particolare a Zia Mafalda, ai miei Nonni, il Re Vittorio Emanuele III e la Regina Elena, che insieme ai miei Genitori attendono ancora la giusta e definitiva sepoltura nel Pantheon di Roma. Tale gesto sarebbe molto significativo: lancio nuovamente, a nome di tutta la mia Famiglia questo appello alle Istituzioni, perché con questo ultimo atto di giustizia storica si possa finalmente chiudere il periodo della transizione istituzionale. Sono grato al Sindaco On. Gianni Alemanno per la Sua sensibilità,

. Giovanni Quarzo per il suo impegno e tutto il Consiglio Comunale di Roma che ha voluto, in modo bipartisan, tributare questo omaggio ai miei G

VIA RE UMBERTO II E DI VIA REGINA MARIA JOSÈ A ROMA

ROMA 27 OTTOBRE 2012

ORE 12.00

NOTA STAMPA DI S.A.R. IL PRINCIPE

VITTORIO EMANUELE DI SAVOIA

ROMA PER IL RE E LA REGINA

Parte del pubblico; alla sinistra in prima fila i tre Principi.

Il SindacoAlemanno saluta il PrincipeVittorioEmanuelealla presenza dei Principi Emanuele Filiberto e Marina.

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3ITALIA REALE - 11/2012

Franco Ceccarelli

COSTITUENTE MONARCHICAUN PASSOAVANTI

Al termine di più disei mesi di lavoro - chesono una prima fase diattività - gli sforzi diun gruppo di amici ap-partenenti a più realtà

monarchiche, sono sfo-ciati nell’Assemblea diRoma dello scorso 13ottobre.

Un incontro unitario, for-temente voluto, frutto diun impegno continuati-

vo, portato avanti “ru-bando” spazi al lavoro ealla famiglia, in spirito ditotale volontariato.

Devo confessare che ini-zialmente, e parlo a titolopersonale, essendomi

ormai da alcuni anni di-staccato da un impegnoattivo - fatte salve le mo-deste collaborazioni con“Italia reale” dove ognitanto ho il piacere di vede-re pubblicato unmio arti-colo - l’essere stato chia-

mato a partecipare a taleiniziativa mi aveva quasilasciato indifferente.Perònel tempo, riunione doporiunione, sono rimastosempre più convinto nelvedere che nei discorsi,nei confronti, nelle pro-poste, sempre tutto si èsvolto in un clima di tota-le collaborazione recipro-ca, stima e fattiva colla-borazione.

disinteressato per la Patria e la volontà di risorgere ad ogni costo da questa crisi valoriale, tenendo fede ai principi su cui i nostri Padri hanno

libera ed operosa. Con questi sentimenti e con questi auspici, invio a Voi tutti il mio grato e memore saluto, con i migliori auguri di buon lavoro.

Monarchici! Carissimi Convenuti,

è con vero piacere che, rispondendo al Vostro saluto, formulo i miei più sinceri auguri di buon lavoro per questa prima Assemblea Costituente, in cui molti di Voi ripongono la speranza per un futuro migliore e per una maggiore collaborazione tra le organizzazioni monarchiche italiane. Il vostro consesso si riunisce in un momento terribilmente drammatico per la nostra Patria, piegata da una crisi che prima di essere economica è

dirispondere in modo forte e chiaro al vuoto che ci circonda. Quello che manca oggi nella nostra Italia, in particolare a moltissimi giovani, è la certezza e la fiducia nelle nostre capacità. Come detto dal mio Augusto Genitore, S.M. il Re Umberto II, dobbiamo avere fiducia nelle forze sane della Nazione: è quella certezza che potrà far riprendere alle leve della produzione quel continuo cammino che porta il capitale a creare nuovo lavoro; lavoro ben

dello Stato, aperto alla tutela della Famiglia ed alla valorizzazione dei nostri giovani.

MESSAGGIO DI S.A.R. VITTORIO EMANUELE

DUCA DI SAVOIA PRINCIPE DI NAPOLI

IN OCCASIONE DELLA PRIMA

ASSEMBLEA COSTITUENTE MONARCHICA UNITARIA

GINEVRA 13 OTTOBRE 2012

MESSAGGIO DI S.A.R. EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA PRINCIPE DI PIEMONTE E DI VENEZIA

IN OCCASIONE DELLA PRIMA

ASSEMBLEA COSTITUENTE MONARCHICA UNITARIA

GINEVRA 13 OTTOBRE 2012

Carissimi amici, è con vero piacere che, rispondendo al Vostro gentile invito a partecipare

a questo primo incontro della Costituente ed associandomi agli auspici

espressi da mio Padre, S.A.R. il Principe Vittorio Emanuele, desidero

formulare i miei più sinceri auguri per un proficuo lavoro, nel

disinteressato amore per la nostra Italia.

Auspico che oggi non ci siano più coloriture, contrapposizioni,

di ogni successo ed il clima in cui si compì il nostro Risorgimento.

Con il rammarico di non potermi unire a Voi in questa giornata, ma

certo di presto rivederVi, invio a tutti il mio più caloroso e riconoscente

saluto.

Roberto Vittucci Righini legge all’Assemblea i messaggi dei Principi Vittorio Ema-nuele ed Emanuele Filiberto di Savoia

(segue a pag. 4)

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4 ITALIA REALE - 11/2012

Anche quando si sonoverificate inevitabiliincomprensioni e discus-sioni, tutti gli attriti sonostati superati col ragio-namento: dopo 30 annid’attività in campomonarchico, un vero eproprio “Unicum”.

Maimi era capitato -“for-te” delle esperienze di riu-nioni e/o incontri monar-chici dove,presenti maga-ri cinque persone appar-tenenti alla stessa asso-ciazione, tre litigavanocon le altre due - di usci-re dagli incontri circon-dato da persone sorridentie soddisfatte. Questo miha stimolato ed indotto adandare avanti.

COMPATTAMENTODEI MONARCHICI

La riunione del 13 otto-bre ha coronato ogninostra migliore speranza,come meglio si vedrà diseguito. Però debbo one-stamente dire che un altrodubbio che“tormentava”il mio animo, a parte lebuone prospettive di unfattivo lavoro comune conaltri amicimonarchici, sta-va nella domanda: “mavale la pena spendere tan-te energie per la nostra puronesta battaglia monar-chica, ancora nel 2012?”.Il mondo corre veloce, lastoria e la società si evol-vono con tempi pari aquelli del cambio di cana-le da un telecomando.Nonsaremo veramente, comedicono tanti nostri avver-sari, dei“fuori dal tempo”,persone che non riesconoad accettare il presente eche si rifugiano in un pas-sato che,ovviamente,ogginon c’è più?Ho cercato di trovare unarisposta e per questo sonopartito dalla fine,e ciò pro-prio dalla Costituente ilcui primo vagito è risuo-nato aRoma, il 13 ottobre.

Mi sono detto, che se ungruppo di persone dicultura medio alta, pro-fessionisti, laureati conun ruolo piccolo o gran-de che sia, nel mondodel lavoro e nella socie-tà, hanno avvertito lanecessità di proporre, omeglio riproporre, unarealtà politica monar-chica - non necessaria-mente preposta a svol-gere solo un ruolo poli-tico attivo, ma destina-ta, nelle intenzioni, adivenire la “casa” ditutti, tutti, i monarchiciitaliani - evidentemen-te uno stimolo in talsenso deve esserci nel-la società.

Oppure vuol dire che lasocietà italiana nella qua-le oggi viviamo, presentaaspetti di criticità sociale,di incertezza istituziona-le, di vuoto politico in cuila pubblica opinione(quella fatta dagli operai,dai contadini, dagli impie-gati, dalla stragrandemag-gioranza dei lavoratori,insomma), si trova ormaida troppi anni, ed in cuista sempre più precipi-tando. Una società che staperdendo sempre di piùpunti di riferimento sicu-ri e che non riesce a ritro-vare quelli che una voltapur aveva. Una societàche quale punto di riferi-mento certo sembra ave-re solo le cartelle esatto-riali di Equitalia! Onesta-mente un po’ poco.

Allora mi sono guarda-to attorno osservandoche tanti dei probleminostri li hanno anchealtri Paesi a noi vicini; èla carta geografica d’Eu-ropa che mi ha confer-mato ciò che in fondo hosempre saputo: tutti gliStati ancora retti dallaforma istituzionalemonarchica riescono adavere una situazionemorale e sociale (nondico economica),miglio-re di quella italiana.

In quei Paesi un punto diriferimento certo di con-tinuità istituzionale, che siallarga, automaticamente,a più aspetti della vitapubblica, c’è. E finchédurerà laMonarchia, loroavranno sempre, al di ladelle capacità del Sovra-no di turno, una garanziadi continuità, una garan-zia dove la politica, alme-no per quel che riguardail vertice dello Stato, nonpotrà mai mettere bocca.

Oggi che in Italia il gra-dimento verso il sistemapolitico è ai minimi ter-mini, magari si potessedire: almeno il vertice èsalvo.

All’epoca dell’elezionedell’attuale Capo delloStato scrissi un articoloper questoMensile, in cui

esprimevo la soddisfazio-ne per l’elezione di unuomo che, ancora oggi,continuo a ritenere one-stamente convinto di ope-rare per il bene del Paese.Ma, al contempo, razio-nalmente, non posso noncondividere che anchel’attuale Capo dello Statoè “frutto” di un compro-messo tra partiti politici.Proprio di quei partiti chehanno perso la stima diben oltre il 70% degli Ita-liani, stando agli ultimisondaggi.

Ecco quindi che in Ita-lia una serena, onesta edemocratica proposta dialternativa istituzionale,fatta seguendo pedisse-quamente le leggi cheregolano la materia, adiniziare dalla modifi-ca della Costituzione(imprescindibile pergiungere allo scopo),può e deve essere por-tata avanti.

Ma per far ciò i monar-chici devono essere unitie compatti, come maisono stati. Altrettantovero è che per perorare lenostre istanze nelle oppor-tune sedi legislative, nonci si può appellare a terzibensì solamente a deimonarchici convinti, fortidella serietà delle lorointenzioni. I Monarchicinon possono certo salva-re l’Italia, ma possonosicuramente dare un aiu-to, un contributo basatosull’insegnamento deiPadri per i quali, formati-si culturalmente in perio-do Regio, le parole “sen-so dello Stato”, avevanoun valore incommensura-bile, oggi quasi totalmen-te perso.

Ben venga quindi, il“compattamento” deimonarchici, di tutti imonarchici intellettual-mente onesti.

L’evento dell’hotelMiner-va ha visto la partecipa-zione di un gran numerodi persone, per essere uninizio. Speriamo che ilseme gettato dia buonifrutti. Probabilmente lo

aspettano molti più Ita-liani di quanto loro stessisappiano.

I LAVORI

I lavori sono iniziati pun-tualmente, ma già un’oraprima lo staff aveva alle-stito la segreteria dei lavo-ri dove, due giovanissimeassistenti (elegantissime etotalmente volontarie),accoglievano gli interve-nuti.

Un quarto d’ora primal’inizio dei lavori, la vastasala era quasi piena e lagente ha continuato adarrivare anche successi-vamente, singolarmenteo a piccoli gruppi.

Gli ultimi sono giunti allaripresa dei lavori pomeri-diani, venivano dalla Sici-lia. Alle 11 si è toccato ilmassimo delle presenzecontemporanee, con 164persone (128 uomini e 36donne) ma, complessiva-mente, essendo giuntagente nuova anche nelpomeriggio, sicuramenteè stato superato il nume-ro dei 200 intervenuti.Questo dato è importan-te anche perché impor-tante ed attiva è stata lapresenza femminile, coninterventi di rilievo, di cuisi darà successivamentebreve conto.Per primo ha preso laparola l’Avv.RobertoVit-tucci Righini, di Torino,

direttore di questo Men-sile, prescelto quale Pre-sidente dell’Assise.Dopoaver letto i messaggi per-venuti dai Principi Vitto-rio Emanuele ed Ema-nuele Filiberto, lunga-mente applauditi, ha rin-graziato i numerosi con-venuti, ripercorrendo bre-vemente la drammaticasituazione sociale e poli-tica italiana, che ha indot-to imonarchici a guardarsiattorno, a rimboccarsi lemaniche ed a decidere dioffrire il loro contributodi idee e fatti al Paese.UnPaese, ha continuato, daricostruire ed è questaopera di ricostruzione, chedeve vederci presenti.

l’associazionismo monar-chico, non ha saputo rea-lizzare alcun progetto con-creto e duraturo. Oggi,invece, è importante enecessario che sia mante-nuta viva ed attiva, nelpanorama politico italia-no, una“questionemonar-chica”, senza rischiare distoricizzare il concetto diMonarchia. La profondacrisi del sistema Italia e diquello repubblicano inpar-ticolare, offre delle pro-spettive di alternativaimportanti ma, per por-tarle avanti occorre con-vogliare tutte le forze chehanno nella Corona unsimbolo di riferimento,rispettando, nell’unità, leconvinzioni ed il credo diognuno,verso un soggettopoliticamente attivo.È intervenuto poi il gior-nalista e politologo Dr.Fabio Torriero, di Roma,al quale si deve l’idea,

COSTITUENTEMONARCHICA

(da pag. 3)

Roberto Vittucci Righini

Massimo Mallucci

Fabio Torriero

Ha poi dato la parolaall’Avv. Massimo Malluc-ci, di Chiavari, tra i massi-mi promotori della Costi-tuente, il quale prima diiniziare il proprio inter-vento, ha chiesto di ricor-dare, in piedi, i morti sui-cidi causati da un’oppri-mente fiscalità ed i mortisul posto di lavoro, feno-meno chedà al nostroPae-se nel settore un triste pri-mato. Ha poi ribadito che

politicamente vincente, didenominare l’iniziativadel 13 ottobre, “Costi-tuente”, per il valore pro-positivo del termine. Egliha evidenziato l’evidentecrisi sociale del sistemaItalia, in cui ai concetti di“Dio, Patria e Famiglia”,tradizionali per il nostroPaese, sembrano essersisostituiti quelli di “Io,Patrimonio e Tengo fami-glia”. Gli ultimi scandali,che interessano un po’ tut-te le forze politiche, nesono drammatica testi-monianza e conferma.Aduna riforma, anche cultu-rale del sistema Italia, imonarchici possono edevono offrire il loro con-tributo. Oggi si presental’occasione di indirizzare

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tale contributo, tramitequesta iniziativa;non spre-chiamola.Terminata questa primafase, hanno preso libera-mente la parola tutti colo-ro che avevano chiesto diintervenire, secondo l’or-dine di prenotazione.Il Dott.Dario de Siena,diCatanzaro, ha subitodichiarato,damonarchicoconvinto, la propria devo-zione alla Dinastia Bor-bonica, ma ciò non toglie

rientro nell’agone politi-co, non sprechiamola.

Francesco Saverio Nitti,tutti e tre uniti, oltre chedal pensiero liberale, dauna concreta fedeltàmonarchica. Sulla base diqueste premesse,ha ricor-dato come nell’Italiamonarchica l’equilibrio edil rispetto, erano elemen-ti portanti della Società emai, da italiana, avrebbepotuto immaginare divedere oggi nel nostroPaese tanta decadenza,morale e materiale.La SignoraAnitaGaribal-di, diRoma,pronipote del-l’Eroe dei DueMondi, haringraziato vivamente perl’invito rivoltole a parteci-pare, portando il salutodelleAssociazioni che rap-

espresso il desiderio di nonessere inumato, ma cre-mato, in modo che ognu-no che lo avesse voluto,avrebbe potuto avere unpizzico delle sue ceneri concui concimare un alberodapiantare in ogni dove del-laNazione,così che potes-se nascere una“foresta del-la nuova Italia”.Il Dott. Nicola Squicci-marro, di Trani, ha condi-viso pienamente l’inizia-tiva di rilancio politico deimonarchici ma ha ribadi-to, intervenendo sia dalpalco che, più volte, dallasala, che a suo parereoccorre dare al Movi-mento unamarcata carat-terizzazione dinastica che

parte e, quindi, fattore didivisione. Negli anni imonarchici, con una scioc-ca campagna di competi-zione tra loro, sono riuscitiquasi ad“autodemolirsi”.Oggi abbiamo la possibi-lità di risorgere e di pre-sentarci alla pubblica opi-nione con le mani pulite.Il giovane Avv. AlbertoBarbarisi, di Savona, haportato il saluto del dele-gato nazionale giovaniledi Alleanza Monarchica,Dr. Lorenzo Beato, diRoma, che ha definito unclassico esempio di cer-vello italiano “in fuga”essendo stato costretto,

Dario de Siena

Fabrizio de Lorenzo

Ana Maria Norero

Giacomo Scarsi

Marisella Notarnicola

Anita Garibaldi

Nicola Squiccimarro

Angelo Novellino

Tullio Alberico

Romano Scarpa

Alberto Barbarisi

Cetteo Cipriani

che fosse assolutamentelieto di prendere parte ailavori, nella convinzioneche un’azione unitaria puòconiugare le varie animedel pensiero monarchico.Sia che si tratti di unamonarchia imperiale,umanista, illuminista, lafedeltà alla Corona, il sen-timentomonarchico,deb-bono travalicare le Dina-stie. L’importante non ètanto chi sia il Re, l’im-portante e che un futuroRe sappia di esserlo.È seguito l’intervento del-l’Avv. Fabrizio de Loren-zo, di Roma, il quale haribadito che senza un par-tito dichiaratamentemonarchico non si puòaspirare ad alcun risulta-to, in un’Italia,quale quel-

la di oggi, ormai total-mente politicizzata.Per dipiù, ha evidenziato il pro-fessionista romano,non ènemmeno sufficiente uneventuale risultato a livel-lo locale: è indispensabilemirare al Parlamento, inquanto solo dagli scannidiMontecitorio e di Palaz-zo Madama, sarà possibi-le, finalmente, tornare afar sentire la nostra vocenelle sedi idonee. Oggi ilpopolo è sbandato ed ilsistema Italia sembra qua-si si stia smantellando dasolo. Abbiamo davantiun’occasione storica di

tersi per l’alternativa isti-tuzionale. Per il movi-mento che sta nascendohaproposto il recupero del-l’antico nome “PartitoNazionale Monarchico”,un partito che dovrà impe-gnarsi per il ricupero del-la nostra identità naziona-le che, in quasi 70 anni direpubblica,si è andata per-dendo e che dovrà consi-derare primariamente iproblemi sociali.Per far ciòoccorre però che sianosuperate beghe e distin-zioni tra i monarchici tra iquali dovranno esserci nonavversari, ma solo amici.È intervenuta quindi laProf.ssa Marisella Notar-nicola, di Chiavari, che haricordato come in tutta lasua vita e carriera lavora-tiva si sia sempre ispirataal pensiero politico di tredei maggiori intellettualiitaliani del ’900:Benedet-to Croce, Luigi Einaudi e

presenta.Ha poi afferma-to di riconoscersi in moltedelle proposte che imonarchici portano avan-ti e di aver apprezzato lacollaborazione di questinelle iniziative che a volteli hanno visti affiancati coni “garibaldini”. Ha volutopoi ricordare una frasepronunciata in punto dimorte dall’illustre Avo,perfettamente pertinentealla realtà dei nostri tem-pi:“questa non è l’Italia percui abbiamo combattuto”.Ha quindi affermato dicondividere ogni possibi-le collaborazione con imonarchici, finalizzata arendere quanto più possi-bile, questo nostro Paese,vicino a quello che Gari-baldi avrebbe voluto farnascere.Ha inoltre lamen-tato, con profondo ram-marico, gli ostracismi cheha incontrato almomentoin cui ha chiesto la riesu-mazione, per una ricogni-zione storica,del corpo delBisnonno, inspiegabil-mente osteggiata in ognimodo dalle autorità pre-poste. Infine ha rammen-tato come ilGenerale,pri-ma di morire, avesse

faccia riferimento o alnome del Principe Ema-nuele Filiberto oppure, alrisorgimentale motto “WV.E.R.D.I.”.È seguita una breve pau-sa, durante la quale il Dr.Angelo Novellino harivolto un saluto al Prin-cipe Don FerdinandoMassimo,Savoia-Genovaper parte materna, che havoluto essere presente ai

lavori dell’Assemblea.Sono quindi ripresi gliinterventi.La parola è stata data alDott.CarloCetteoCipria-ni, di Pescara, che ha evi-denziato come una dellemaggiori difficoltà per imonarchici sia far giun-gere il proprio “messag-gio” di alternativa allagente, all’opinione pub-blica, insomma. Per per-mettere il ritorno di unSovrano a capo dello Sta-to, è essenziale che ilpopolo comprenda lavalenza e l’utilità di taleproposta.Occorre rivalu-tare quelli che, una volta,erano i valori di base del-la società e per far ciò èprobabilmente più utile

un movimento, di cui la“Stella”può essere validostrumento di identifica-zione, piuttosto che unPartito vero e proprio.È stata quindi la volta del-l’Avv. Romano Scarpa, diRoma, il quale ha eviden-ziato come il concetto basedel pensiero monarchicodeve essere quello dellaSovranità. Per l’afferma-zione degli ideali che ciaccomunano ha poi detto

che, a parer suo, non biso-gna puntare su un movi-mento dichiaratamente“istituzionale”, ma ad unmovimento principalmen-te patriottico. Ove questoriuscisse ad affermarsi, laquestionemonarchica ver-rebbe a ripresentarsi qua-si automaticamente.Il Sig. Tullio Alberico, diCorato, ha metaforica-mente affermato conorgoglio, considerata lazona da cui proviene,assaiprossima alla città di Bar-letta, che oggi si inizia lanostra“disfida”.Ormai inItalia manca qualunquepunto di riferimento e losbando è totale.Gli avver-sari sono tanti, ma noiabbiamo inmano una car-ta importante:quella di unRe possibile.Quella figu-ra di Re che rappresentasempre un fattore di uni-tàmentre un presidente è,sempre e comunque, di

per trovare un lavoro, ademigrare in Russia perinsegnare la nostra linguaai giovani di quel Paese.Il giovane professionistaha poi lamentato come,per troppi anni, i movi-menti giovanili monarchi-ci siano stati troppo pocoaiutati e, soprattutto, siamancata una scuola di for-mazione politica atta adare una base culturalestorico/politica ai tantiragazzi e ragazze che,nel-l’alternativa monarchica,si riconoscono.Solo“semi-nando” efficacemente,infatti, sarà possibile vede-re rifiorire ed affermarsi ilnostro pensiero.Èintervenuto quindi ilDott. Gian Piero Covelli,di Roma, uno dei promo-tori della Convenzione,figlio minore dell’ On.Alfredo, padre politico diquello che fu il grandePartito NazionaleMonar-chico che,all’apice del suosuccesso, giunse a conta-re su una rappresentanza

Gian Piero Covelli

di 40 deputati e 16 sena-tori, negli anni ’50 delsecolo scorso.Egli ha con-diviso pienamente le tesidel giovane oratore che loaveva preceduto, sottoli-

(segue a pag. 6)

LaSig.raAnaMariaNore-ro, di Chiavari, ha sottoli-neato come l’iniziativa del-la Costituente sia ottimaed appassionante, per leprospettive che apre, so-prattutto per quel cheriguarda la salvaguardiadella nostra cultura e del-le nostre tradizioni. Unaclasse politica monarchi-ca, in repubblica, devesaper dimostrare di essereattenta alle istanze socialiche vengono dal popolo e,inoltre, deve fornire unesempio di rettitudine dicui,ormai,nel nostro Pae-se sembra essersi persaanche la memoria.IlDott.GiacomoScarsi,diGenova, ha iniziato rivol-gendo il pensiero a ReUmberto II, ai Cadutimonarchici diViaMedinaed a tutti coloro che, dal-l’avvento della repubblica,hanno continuato a bat-

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neando l’assoluta neces-sità di creare una scuoladi formazione monarchi-ca diretta non solo ai gio-vani, ma anche a tutticoloro che, dovendo rap-presentare il Movimento,dovranno irrobustire laloro preparazione socio-politica. Inoltre, haaggiunto, è indispensabi-le puntare anche sull’ele-mento femminile, da sem-pre sensibile alle istanzemonarchiche ma, inspie-gabilmente, sempredistante da un impegnodiretto sul territorio.Il Dott. Roberto Tomao,di Formia ma residente aNovara permotivi di lavo-ro, ha preso la parola persalutare i tanti convenutima anche, soprattutto,perleggere una lunga letteradel Dott.Alberto Conte-rio, di Biella, impossibili-tato ad essere presente.

“cassa di risonanza”sia unportavoce unico,che ripor-ti, solo lui, il pensiero uffi-ciale dei monarchici sullevarie tematiche da tratta-re politicamente. Fonda-mentale, altresì che ven-gano affrontate, inmanie-ra efficace, le problemati-che del mondo del lavoroe delmondo femminile, inparticolare. Oggi la pro-posta monarchica deveessere popolare, direttaalle masse, e deve basarsisu un concetto semplice ecomprensibile a tutti:“Popolo e Famiglia”.L’Ing.Pasquale Doronzo,di Barletta, ha affermatoche i tanti piccoli rivoli del

ta” deve essere valoreassoluto ed indiscutibile,non solo per i monarchici,ma per tutti gli Italiani.Il Comm.AlbertoClaut,diPadova, tra i promotoridellaCostituente,ha rimar-cato l’esigenza che tutti imonarchici si ritrovino,per

in linea dimassima buonama che è necessario pro-cedere amiglioramenti inalcuni punti.Il Dott. Luigi Mastroian-ni, di Milano, ha invitatoa riflettere sul fatto che,purtroppo, quelli che unavolta erano i valori fon-danti della Società italia-na, oggi si sono in granparte persi per l’incapaci-tà delle generazioni pre-cedenti, di “trasmettere”il testimone” alle nuove.Una volta si poteva con-tare su concetti quali

Roberto Tomao

Massimo Nardi

Alberto Scardino Paolo Accusani di Retorto Domenico Giglio

Andrea di Gropello

Pasquale Doronzo

Raffaele Cecchetti

Paolo Rutili Dragonetti

Alberto Claut

Luigi Mastroianni

COSTITUENTEMONARCHICA

(da pag. 5)

Il Sig. Massimo Nardi, diModena, ha sottolineatocome oggi la situazione siafavorevole per una demo-cratica riproposta dellanostra alternativa. Perriproporci validamentedeve però essere conside-rato il problema econo-mico in quanto, per farpolitica, occorrono risor-se che attualmente non cisono. Fortunatamente, haproseguito Nardi, ormail’informatica offre delleimmense possibilità chepermettono, almeno inparte,di ovviare a tale pro-blema.Già la creazione diun sito Internet prepostoa fornire notizie in direttasulle nostre attività, per-metterebbe di potenziareil nostro radicamento sulterritorio. Fondamentaleè però che a fungere da

mondomonarchico,devo-no oggi obbligatoriamen-te confluire in un unicogrande fiume che trasportile nostre idee, idee con-crete che ci permettano diconquistare sempre piùampi spazi nella società,finalizzate ad un unicogrande progetto di alter-nativa monarchica comu-ne, indispensabile perpoter proseguire. Dal-l’esperienza maturata intanti anni di impegno sulfronte monarchico, haproposto 3 punti di azio-ne: uno basato su una pro-postamonarchica che nonsi occupi di questioni dina-stiche; uno basato sullacreazione di una forma-zione politica autonomache si presenti attraversoi mass media, il WEB,pubblici gazebi e manife-stazioni; oppure, infine, lascelta di affiancarsi, sin dalprincipio, a gruppi politi-ci di riferimento, anchenon monarchici, della cuicollaborazione, però, sipossa essersi sicuri.L’Avv. Alberto Scardino,di Grottaglie (Taranto),ha ricordato come, giova-nissimo, abbia fatto intempo, pur se solo per unanno,ad iscriversi al movi-mento giovanile dell’allo-ra PDIUM, essendo poiintervenuto lo sciogli-mento del Partito.È quin-di tornato sul concettodell’indubbia superiorità,da un punto di vista isti-tuzionale, della figura delRe costituzionale rispet-to a quella di un presi-dente di repubblica e pro-prio su questo assiomadeve fondarsi la nostralotta, finalizzata a dimo-strare la preminenza del-

la Monarchia - quale isti-tuzione - sulla formarepubblicana.Il Prof.Raffaele Cecchet-ti, di Viareggio, ha evi-denziato che uno dei prin-cipali problemi della strut-tura sociopolitica italianadi oggi, sta nel fatto cheormai si è distrutta la pos-sibilità per lo Stato di eser-citare un proprio effetti-vo potere al suo interno.La parcellizzazione delpotere, infatti, in unamiriade di competenzeaffidate a più soggetti,grandi e piccoli, ad inizia-re dai vertici dello Stato

fino aimunicipi ed alle cir-coscrizioni nelle grandicittà, ha fatto si che,di fat-to, nessuno ormai coman-di più effettivamente, conil conseguente continuoscarico di responsabilitàda un soggetto ad un altro.Oggi, ha concluso, vaavanti solo chi dispone diidonee risorse economi-che. Primo atto da com-piere, per tentare il salva-taggio della Nazione,dovrebbe essere la rico-struzione di un effettivopotere dello Stato, cosìche questo possa tornaread agire efficacemente.È stata la volta dell’Avv.PaoloAccusani di Retor-to, di Pinerolo, il quale haespresso dubbi sulla pos-sibilità di costituire, almomento, un vero e pro-prio partito omovimentopoliticomentre, invece, vavista con favore la crea-zione di un’Associazione.In seguito, ma solo inseguito, si potrebbe esa-minare la possibilità diincrementare la nostrapresenza politica. Ha poiaggiunto che dovremmoporci la domanda:“siamoancora attuali”? Per lui larisposta è, ovviamente,positiva, ed inoltre, a suoparere, mai come oggi la

proposta monarchica èvalida e proponibile.Il Dott. Nicola Barile, diBari,nel proprio interven-to ha affermato di condi-videre la necessità di un’at-tiva presenza monarchicanell’agone politico italia-no, ma non con una diret-ta connotazione di identi-ficazione istituzionale edha concluso proponendo,la denominazione, “Nuo-vo Risorgimento”.Il Dott. Paolo Rutili Dra-gonetti, di Roma, ha ini-ziato rendendo omaggioalla memoria dell’on.Alfredo Covelli ed hacondiviso la necessità diun impegno politicoma,asuo dire,non con una con-notazione esplicitamentemonarchica, pur propo-nendo un progetto dialternativa istituzionale.Tra i punti da aggiornarenel programma politicodel Movimento, impor-tante quello relativo allaquestione dell’Ambiente.Ritiene inoltre, fonda-mentale, una Scuola di

l’amicizia, l’onestà, l’ono-re, in gran parte persi.Impegno dei monarchicideve anche essere quellodi ritrovare tali valori, fon-danti per una società sanacom’era, una volta quellaitaliana, nella quale, tral’altro, non si faceva cari-co all’Amministrazionepubblica di spese di carat-tere privato.È intervenuto, a questopunto l’Avv. VittucciRighini che, a supportodelle parole dette dal gio-vane professionista mila-nese, ad evidenziare laserietà di una certa Italiadi una volta ha ricordato,a mò d’esempio, come ilConte di Cavour fosseuso, anche nello svolgi-mento delle sue funzionidi carattere istituzionale,pagare di tasca propria iricevimenti offerti addu-cendo a riprova che unantico Caffè torinese - asuo tempo fornitore delPrimoMinistro del Regnodi Sardegna e poi d’Italia- in occasione del 150° delRegno d’Italia ha, tra l’al-tro, esposto nelle proprievetrine una serie di gigan-tografie delle fatture,emesse a carico dello stes-so Cavour, per le fornitu-re da questi pagate in pro-prio. Scusandosi per l’in-terruzione, è poi tornatoa dare la parola ai relato-ri iscritti a parlare.IlDott.Manuel Pezzoli,diVarese, ha evidenziatocome, ormai, la situazioneeconomica e sociale italia-na sia realmente dramma-tica e ha detto,ad esempio,che nella provincia di con-fine in cui risiede, la limi-trofa Svizzera appaia comeun’utopia,per l’ordine e laserietà che vi regnano,rispetto alla nostra realtà.Su questo fronte la repub-blica ha in pieno fallito,

Formazione Politica, nonsolo per i giovani.L’Ing.DomenicoGiglio,diRoma, ha innanzituttoportato il saluto del Cir-colo di Educazione e Cul-tura Politica “Rex”, anti-ca ed autorevole istituzio-ne di cultura e formazio-ne monarchica, attiva sindal 1947, ricordando inomi di alcuni dei presti-giosi ed illustri presidentiche,nel tempo,hanno ret-to il Sodalizio.Ha poi evi-denziato la necessità,asso-luta che chi porta avanti labattagliamonarchica pos-sa contare su una solidaformazione storica e poli-tica, che gli permetta diaffrontare ogni tipo didibattito e contradditto-rio.Ha inoltre ribadito cheil concetto di “Patria uni-

unire le forze e rinnovarsinell’impegno, comunquevolto ad una causa comu-ne. Possiamo avere ideecontrastantima,essendo ilfine lo stesso, tutte le dif-ferenze possono e devonovenir superate per ritro-vare un’Italia guidata daun Sovrano. In tale conte-sto vede con favoreun’azione politica comu-ne, che permetta aimonar-chici un peso politico,necessario per contribuireamodificare la drammati-ca situazione nella quale sitrova l’Italia.L’Ing.Andrea di Gropel-lo, di Torino, un altro tra iprincipali promotori del-la Costituente, dopo averevidenziato come oggipossa esserci confusioneper quel che riguarda unsicuro riferimento istitu-zionale, ha espresso la cer-tezza che se le cose prose-guiranno positivamente,come sembra, grazie allaCostituente il problema sirisolverà da se.Ha poi evi-denziato come la bozza diprogrammapresentata, sia

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rideputato,che in una pub-blica intervista ha“lamen-tato” come suoi colleghiex-deputati,ormai non rie-scano più a campare conun vitalizio di “soli” 4.000euro al mese (più 800euro/mese, per spese diviaggio). Poveretto!

dovrà procedere alleeventuali modifiche edintegrazioni.

Si è, quindi, tentato diindividuare una denomi-nazione da abbinare alsimbolo, confermato, di“Stella e Corona” ma sisono presentati problemiin quanto troppe ideehanno portato ad unmol-tiplicarsi delle proposte.

Pertanto, dopo tentatividi scelta di un nome,votato a maggioranza, èstato deciso di delegareal nuovo organigrammadi vertice, di scegliere ladenominazione del Mo-vimento, avvalendosidella collaborazione diesperti di comunicazio-ne politica.

In tale ottica è stato pro-posto all’Assemblea eapprovato all’unanimitàun elenco di persone dainserire nel varato Comi-tato esecutivo, che sonostate aggiunte ai dieci giàdel Comitato promotore.Il Comitato esecutivorisulta pertanto così com-posto: Avv. Alberto Bar-barisi, Dr. Lorenzo Bea-to, Arch. Edoardo Bran-done, Dr. Antonio Buc-cioni, Dr. Franco Cecca-relli, Comm. AlbertoClaut,Dr.Alberto Conte-rio, Dr.Gian Piero Covel-li,Avv.Fabrizio de Loren-zo, Dr. Dario de Siena,Com.te Ugo d’Atri, Dr.Andrea di Gropello, Dr.Luca Ferrari, Sig.ra Mar-zia Elena La Piana Cipol-la, Avv.Massimo Malluc-ci, Dr. Luigi Mastroianni,Dr. Gian Luca Mazzei,Arch. Marta Navone,Sig.raAnaMaria Norero,Dr.Angelo Novellino,Dr.Francesco Pantano, Dr.Ivanoe Riboli, Avv.Roberto Vittucci RighiniAlle 18, il Presidente, rin-graziati gli intervenuti, hadichiarato chiusi i lavori,sciogliendo l’Assembleaed auspicando che, dopol’esperienza romana pos-sano svolgersi altre ini-ziative similari, anche alivello regionale,per com-pattare tutti coloro che,pur presenti in spirito aRoma, non hanno potutoesserci fisicamente.

CONSIDERAZIONI

Una è la principale conse-guenza che,a parere di chiscrive, deriva dall’eventoromano del 13 ottobre:finalmente sembra sia sta-to posto un freno al feno-meno di storicizzazionedella Monarchia, che ha,drammaticamente, estra-polato quasi completa-mente i monarchici dallascena politica italiana, ilche in una repubblica poli-ticizzata oltre ogni dire, inogni aspetto della vita eco-nomica e sociale, è fatto

gravissimo ed assoluta-mente riprovevole.

Con un Paese ormai allostremo, nel quale la pre-senza dello Stato si fa“sentire” principalmen-te con le cartelle delletasse, un ritorno deimonarchici, testimoni diun’Italia che molti - tra iquali anche tanti nonmonarchici - considera-no migliore rispetto aquella di oggi, è un dove-re morale.

Con la Monarchia la de-mocrazia può raggiungerelivelli altissimi,come testi-moniano efficacementetante realtà vive e vitali inEuropa e non solo. Non acaso le prime istanze dellebasi popolari venneroaccolte proprio in Stati aregimemonarchico già allafine del XIX secolo, i pri-mi esempi di governi rifor-misti si ebbero nelle realtàmonarchiche del NordEuropa, in troppi Paesi lafine dei regimimonarchicisi è accompagnata a fero-ci bagni di sangue che han-no condizionato, ed anco-ra in parte condizionano,la vita di troppi popolieuropei e non.Infine, un grazie a tutti inumerosi convenuti edanche a tutti coloro che,impossibilitati ad esserefisicamente presenti, han-no voluto manifestare illoro appoggio. Tra questiOn. Efisio Lippi Serra, diCagliari, Avv. MicheleForino, di Genova, Sig.GiancarloMolli Boffa, diTorino,Prof.Sergio Bosca,dal Brasile, Rag. Arman-do Pupella, di Palermo,Prof. Renato Cesarò, diNichelino,Prof.GiuseppeChirico, di Roma, Rag.Enzo Canuto, di Torino,Sig. Marco Passeri, diFirenze, Sig.na MarinaMarino, di Torino, DamaAnna Maria Bonanate-Riccini, di Torino. �

VECCHI AMICILa Costituente tenuta aRoma il 13 ottobre haanche permesso di ritro-varsi tra vecchi amici divarie parti d’Italia che tan-te battaglie politiche han-no combattuto per laMonarchia.IlDirettoredi questoMen-sile in particolare è statofelice di poter a distanza dianni nuovamente incon-trare tra i tanti altri il Prof.Mario Miale (Napoli), ilDr. Ing. Domenico Giglio(Roma), l’Avv. BrunoMelis (Cagliari), il Dr.Nicola Squiccimarro (Tra-ni), il Dr.Fiorenzo Barba-rino (Trieste), nonché diriceveremessaggi dall’On.Dr. Efisio Lippi Serra(Cagliari) e dal Prof. Ser-gio Bosca (Brasile). �

Manuel Pezzoli

Ugo d’Atri

Franco Ceccarelli

Alberto Lembo

Ivanoe Riboli

Marzia Elena La Piana Cipolla

Nicola Todisco

comeha totalmente fallitonella gestione della cosapubblica, ove si guardiall’ammontare del DebitoPubblico, assolutamenteimpensabile in epocamonarchica. Ha inoltreespresso il desiderio dimeglio comprendere comedovrà essere strutturato ilMovimento chevàanasce-re e,soprattutto,ha chiestodi sapere se, tra le nostrefila, siano già stati indivi-duati dei tecnici,nelle variediscipline, in grado di dareun fattivo, reale, contribu-to alla soluzione dei tantiproblemi sociali che sonostati evidenziati nel corsodei lavori.Il Presidente ha ritenutoa questo punto di inter-venire, spiegando all’ora-tore che le sue domandesono pienamente legitti-mema che, essendo quel-la di oggi la prima riunio-ne unitaria, dopo tantotempo, l’individuazione dipersone tecnicamentepreparate da inserire neiquadri, è uno dei prossimipassi da compiere, marichiede dei tempi tecniciinevitabili. Dovrà lavo-rarci la Commissione cheavrà l’incombente di pro-cedere al varo degli attinecessari, al termine del-l’Assemblea Costituente.La parola è poi andata alCom.te Ugo d’Atri, diRoma, Presidente del-l’Istituto Nazionale per laGuardia d’Onore alleReali Tombe del Panthe-on, che ha voluto innan-zitutto salutare il Dott.Ernesto Capece Minuto-lo, di Roma ed il Dott.Giorgio Selvaggi,di Saler-no, presenti in sala. Rial-lacciandosi all’intervento

di Monarchia che, invece,è vitale e proponibilissi-mo. Ha altresì detto dinon riconoscersi nellarealtà che ci circonda,unarealtà che non ci appar-tiene e verso la qualeabbiamo il dovere di inter-venire. Occorre che imonarchici si attualizzino.Per troppi anni gruppi egruppuscoli con a capo,troppo spesso, gente cherappresenta poco più di sestessa, hanno impeditoche si giungesse ad unaunificazione totale delnostro mondo. Occorrefinirla con le “conventi-cole” e solo superandoquesta situazione potreb-be realizzarsi, finalmente,la possibilità di vedere lafigura di un Principe,all’orizzonte dell’Italia.Lacrisi del sistema ci offrel’occasione di riproporci.Basti pensare che l’ultimosondaggio Eurispes harilevato come il 76%degliItaliani non abbia, piùfiducia nelle istituzioni!Oggi, il Paese, ha bisognodi ritrovare la propriaidentità nazionale. Con ilRegno ciò è possibile, conla repubblica si continue-rebbe in questa situazio-ne di sudditanza, politicaed economica, oggi agliamericani ed ai tedeschi,domani, forse, ai cinesi.Il Dott.FrancoCeccarelli,di Roma, ha chiesto nelproprio intervento che nelprogramma venga eviden-ziata la ferma volontà deimonarchici di battersi perun importante taglio allespese della politica (ridu-zione del numero dei par-lamentari, dei senatori,del-le indennità, del numerodei consiglieri regionali,nonché la riduzione delle

L’Avv. Nicola Todisco, diNapoli, che aveva accom-pagnato alla riunione ilProf. Mario Miale, diNapoli, impedito a muo-versi autonomamente, haespresso l’opinione chenon sia necessario indica-re un riferimento esplici-tamente monarchico nelnome del Movimento.Il Prof.Dr. Ivanoe Riboli,di Berzo San Fermo (Ber-gamo), ha espresso l’au-spicio che si torni nella

denominazione allo stori-co “Partito NazionaleMonarchico”, così da noncreare alcuna confusioneper l’elettore, di averdavanti una formazionedichiaratamente monar-chica. Ha poi ricordatocome la Monarchia, edanche il partito monar-chico, nella zona di suaprovenienza abbiano sem-pre potuto contare, con-trariamente a quanto nor-malmente viene fatto cre-dere, principalmente sulsupporto delle masseagrarie e non su quellodegli agrari, che è cosaben diversa. InsommaunaMonarchia basata sulpopolo e, quindi, unaMonarchia “di popolo” epopolare.La giovanissima Sig.naMarzia Elena La Piana

province e l’abolizionedel-le regioni,oltre chedi quel-la pletora di realtà, più omeno statali, utili solo acreare “poltrone” da faroccupare al politico di tur-no). Questo dovrebbeessere uno dei punti prin-cipali del programma, checi fornirebbe uno stru-mento importante per“fare breccia”nella gente,che nonpuòpiù capire unaclasse politica ormai com-pletamente discostata daiproblemi veri dellaNazio-ne. A supporto di taledistacco dalla realtà, hacitato il caso dell’on.Gerardo Bianco, ex-mini-stro della repubblica e plu-

Cipolla, di Palermo, haproposto che nella deno-minazione dell’organizza-zione appaia un riferi-mento al termine“Reale”.Il Cav. James Minini, diTorino,ha parimenti soste-nuto la necessità di unchiaro riferimento nelladenominazione allaMonarchia, cemento uni-ficante di quanti amano lanostra Patria, mentre ilCav. Enzo Migliorini, diTorino, ha ribadito quan-to già detto da altri orato-ri sulla necessità di battersiper l’abrogazione dell’art.139 della Costituzione eper la tumulazione al Pan-theon degli ultimi due Ree Regine di Casa Savoia,terminando il suo inter-vento al grido“Viva il Re”,“Viva Casa Savoia”.

CONCLUSIONI

Terminati i numerosiinterventi, si è parlato delprogramma presentato inapertura dei lavori.

Dalmomento che anchedurante gli interventi,era stato chiesto di valu-tare la possibilità di pro-cedere a modifiche delprogramma, è stata pre-sentata ed approvata alarghissima maggioran-za una mozione che hastabilito che venga datotempo ad ognuno di pro-porre liberamente deisuggerimenti, da inviareentro trenta giorni aduna commissione che

dell’Avv.Mallucci, ha poievidenziato l’assolutanecessità che venga bloc-cato il processo di “stori-cizzazione” del concetto

L’On.Alberto Lembo, diVicenza ha espressoapprezzamento verso l’ini-ziativa, evidenziando peròla necessità di modificheal programma proponen-do, soprattutto, che nelprologo allo stesso venga-no inserite, in quattro/cin-que righe, non di più, lemotivazioni per cui imonarchici hanno decisodi riproporsi politicamen-te. Ha inoltre suggeritoche i tanti temi trattati nelprogramma stesso,venga-no raggruppati in macroaree, di più facile propo-sta e comprensione.

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Alleanza Monarchica nel 65° anniversario della scomparsa, ricorda

VITTORIO EMANUELE IIIRE D’ITALIA

IL RE SOLDATO

Nato a Napoli l’11 Novembre 1869 da Umberto I e da Margherita di Savoia.Sposò (1896) Elena Petrovich Njégosh, Principessa di Montenegro, dalla quale ebbe cinque figli: Jolanda, Mafalda (martire di Buchenwald), Umberto, Principe di Piemonte,Giovanna (Regina di Bulgaria) e Maria.Salì al trono nel 1900, dopo l’assassinio di suo Padre ed avviò una serie di riforme sociali, mentre la Regina Elena si conquistava l’affetto del Popolo, che la chiamò “Regina del-la carità”. Con la guerra contro l’Impero ottomano (1911) conquistò all’Italia la “Quarta sponda” libica. Nella prima guerra mondiale si guadagnò l’appellativo di “Re Soldato”per la sua continua presenza al fronte.Al Convegno di Peschiera (1917), dopo Caporetto, gettò le basi della Vittoria.I torbidi rivoluzionari del dopoguerra suscitarono la reazione del Fascismo. Il 28 ottobre 1922 il Re diede l’incarico di formare il Governo a Benito Mussolini, che ottenne lafiducia e poi i pieni poteri da una Camera liberamente eletta, con una maggioranza schiacciante. Non fu possibile impedire la successiva deriva autoritaria del Fascismo,per il grande consenso che l’accompagnava e che ebbe il suo culmine con la conquista dell’Impero (1935-36); tuttavia si deve al Re se il Regime non diventò mai una dittaturatotalitaria.L’Impresa di Albania diede al Re l’effimera corona di quello Stato. Poi l’Italia fu precipitata, contro il suo volere, nella seconda guerra mondiale, che doveva concludersi con lasconfitta. Il Re affrontò con fermezza la crisi del Regime (25 luglio 1943), ma l’anticipato annuncio dell’armistizio da parte degli Alleati (8 settembre) mise in crisi lo Stato el’Esercito. Il Re si trasferì a Brindisi, salvando così lo Stato legittimo: merito altissimo che gli fu rimproverato come un delitto.Abdicò il 9 maggio 1946, donando all’Italia la sua preziosa collezione di monete.Morì esule adAlessandria d’Egitto il 28 dicembre 1947.Gli Italiani sono tutt’ora in attesa che cessi la vergogna e venga tumulato nel Pantheon a Roma, unitamente alla Regina Elena, a Re Umberto II ed alla Regina Maria Josè.

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In questa pagina la fanciullezza del Principe di Napoli, in alcune fotografie in compagnia della Regina Margherita e in una del 1882 con laFamiglia Reale.Nella pagina seguente il Principe di Napoli dalla fanciullezza alla maturità: vestito da marinaretto, con la prima divisa della Scuola Militare dellaNunziatella e poi con quella da Ufficiale; seguono fotografie del Re con il piccolo e poi giovane Umberto Principe di Piemonte, e in compagniadella Regina del Belgio, la Regina Elena, i figli Principi Umberto e Jolanda.Nella pagina ancora successiva, fotografie di vita familiare.A pagina 12 il “Re Soldato”.

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Gabriele d’Annunzio

IL RE D’ITALIANel sessantacinquesimoanniversario della mortedi Re Vittorio EmanueleIII, riportiamo un artico-lo del “Vate”, pubblicatosulla Rivista “Aprutium”,fascicolo speciale genna-io-giugno 1917.

* * * *

Quando alla fine dellanostra “settimana di

passione”, vinta l’asprabattaglia contro i traffica-tori e i traditori, ebbi l’av-viso che il Re mi avrebbefatto l’onore di ricevermi,andai versoVillaAda conuno spirito di giovinezza.Mi s’illuminava nellamemoria il lontanissimogiorno in cui per la primavolta lo vidi,Principe Ere-ditario, su un campo dimanovre nella campagnadi Bracciano bruciata dal-la canicola e quasi ridive-nuta vulcanica, quasi fat-ta di tufi roventi e di laveincandescenti nell’ora dimezzo giorno, come nelleorigini quando il lago eraun cratere aperto.

Prima che i miei occhilo scoprissero nell’om-bra del viale dove eglimi attendeva, io rividinella mia memoria il suosguardo di soldato, il suosguardo acuto e azzur-ro che per la prima vol-ta incontrandomim’ave-va esaminato da capoa piedi nella mia uni-forme di cavalleggered’Alessandria.

Egli era a cavallo, versosera, con i suoi ufficiali, suuna via che costeggiava illago. Io, con un mio com-pagno, avevo l’aria di tor-nare da una ricognizionedelle forze e delle posi-zioni nemiche;ma in real-tà tornavo dall’avere sco-perto nella chiesa vecchiadi Trevignano due quadriperugineschi, e dall’avercercato nelle rovine delcastello l’ombra di Cesa-re Borgia.

Il Principe Ereditarioarrestò il suo cavallo; e,mentre noi eravamodavanti a lui diritti nel-la posizione dell’atten-ti, egli ci scrutò con unocchio militare, severoe minuzioso, dal berret-to ai gambali. Eravamoin perfetta tenuta diordinanza.

Allora soltanto, ricono-scendo in me il giovinepoeta delle Elegie roma-ne, mi sorrise emi fece unlieve cenno, con una cosìfranca gentilezza italiana

che mi sentii subito pelsuo destino fiorir nel cuo-re una grande speranza.Poi lo vidi allontanare nel-la sera luminosa tra le gri-da delle rondini. E mipiacque di seguire conl’augurio quel giovine chedoveva essere il futuroRelatino della più grande Ita-lia, mi piacque di seguir-lo verso l’orizzonte classi-co del sacro Lazio, doves’inazzurravano il Sorattee i monti della Sabina e levette del Cimino, mentreAnguillara e Trevignanos’oscuravano su i loro pro-montori di lava basaltica.

Nei giorni seguenti ebbila ventura di far da gui-da al suo reggimentodurante lemanovre; ebbila ventura di cavalcareper qualche ora al suofianco.E due cose piùmicolpirono, mentre de-gnava parlare con menella noia della lungamarcia; l’ordine della suacultura e il suo gusto pergli aspetti della bellezzaterrestre, la facoltà del-l’azione e la facoltà del-la contemplazione.

L’una e l’altra io ritrovaiin lui, nel mio recente col-loquio, ma fatte più gravie più profonde; e ritrovaiquella gentilezza di puraqualità italiana, nel sensoche davano alla parola inostri padri del Trecento,quella gentilezza sobria evirile che gli suggerì l’at-to di venirmi incontro finquasi al cancello, non tan-to per fare onore a me,umile servitore dellaPatria, ma per onorare inme“lo spirito che mi con-duce, l’amore che mi pos-siede, l’idea che io servo”.Arrivando a Roma, iom’ero gettato nellamischia senza badare aicolpi. Vi fu un momentoin cui credemmo che fos-se veramente per com-piersi su la Patria l’orribi-le assassinio. E da quelmomento combattemmocon una specie di furoredisperato, senza badare aicolpi. Nelle mie parole enei miei atti io rappre-sentavo il più crudo spiri-to di opposizione controun uomo politico perni-ciosissimo, il quale tutta-via era stato Ministro delRe, insignito della più altaonorificenza regale. Il 14maggio,nell’adunanza delpopolo, io avevo accusatodi alto tradimento quel-l’uomo, con una determi-nazione implacabile, conuna freddezza precisa,adducendo la prova deifatti. Tutto il popolo ave-

va risposto con un gridodi morte.Questo sapeva il Re chemi veniva incontro pel via-le ombrato. E, tendendo-mi lamano,egli tendeva lamano al buon combatten-te, egli accoglieva il mes-saggio del popolo diRoma; con un gesto dinobile franchezza eglidichiarava da quale partefosse il diritto e la ragione;egli sdegnava e respinge-va i frodatori e i baratta-tori. Nessuno ormai pote-va più dubitare, nessunopoteva più temere.Quellamano, tesa verso un poetaancor caldo della battagliacombattuta, era già pron-ta a sguainare la spada.

Per ciò la mia commo-zione fu tanto profonda.Io non dimenticheròmaiquell’ora meravigliosaaccompagnata dal batti-to del più ferreo destino.Egli era, come sempre,pacato. La sua voce eratranquilla e sicura. Il suodiscorso era misurato elimpido.

Ma egli portava già l’uni-forme grigia per generaliin campagna, egli era giàpronto amontare a caval-lo. L’esercito d’Italia eragià tutto dietro di luischierato; e mi pareva diudire, nelle pause, il ritmolontano del passo innu-merevole.Si diceva che il Re avesselungamente esitato,primadella deliberazione supre-ma. Ma, in verità, di taleesitanza non apparivasegno. Egli aveva il suoaspetto consueto, l’aspet-to di colui che si proponedi compiere il suo doverefino all’ultimo, con tuttala sua coscienza, con tut-te le sue forze.Tale è il suo aspetto con-sueto.

Non credo che abbiamairegnato al mondo unRepiù costante e più fervi-do nella religione deldovere. Non credo chemai Re abbia con tantapertinacia esercitato ildovere verso il suo popo-lo, verso sé stesso e ver-so i suoi maggiori.

Ed ecco che si compie inlui la sentenza d’un nostrovecchio poeta del tempodi Dante, il quale dice:“Molte cose ha in balia chivuol quel ch’è dovere”.Ciòè: chi ubbidisce al benech’è dovuto da lui, le cosea lui ubbidiscono.Esercitando rigidamentee compiutamente il suodovere, questo Re è riu-scito a dominare il suodestino. Ecco che a lui,dopo tanti anni di reli-giosa osservanza del suocompito, il destino ub-bidisce.

Ecco che, dopo tanti annidi abnegazione silenziosa,egli ha la più bella sorte.E della più bella sorte simostra degno.La sua assunzione al tro-no fu accompagnata dastraordinari segni. Quan-do la sera del 29 luglio1900 il suo padre augusto- che non aveva mai fattomale a nessuno - caddeassassinato, egli era in altomare, navigava sul Medi-terraneo. Su la nave ebbel’annuncio funebre, su lanave divenne Re d’Italia.La nazione che trascina-va la sua vita in una spe-cie di servaggio, incatena-ta ai suoi alleati odiosi,ebbe sotto quel getto disangue regale un fiero sus-sulto. Le coscienze inertisi scossero.Le volontà gio-venili, stanche della trop-po lunga vergogna, ebbe-ro unmovimento d’insur-rezione. Quando il con-voglio funebre, partitosidaMonza,attraversò l’Ita-lia per fermarsi in Roma,un gran fremito lo accom-pagnò sino al Pantheon.Al passaggio, Genova,madre delle navi, gli man-dò un saluto eroico, laSpezia, madre delle navi,lo salutò dai suoi forti edalle sue torri corazzate.Tutta Roma seguì con unmaschio silenzio la spogliacomposta sopra un affu-sto di cannone.

Veramente l’Italia parvetrasfigurarsi e rialzarsiarmata di una volontànuova.

Allora al Re “che assun-to dalla Morte del Re nelMare” io dissi in un’odeche oggi risorge nellospirito degli Italiani rin-novellati: “T’elesse ilDestino. Guai se tu glimanchi!”.Una necessità eroica pare-va splendere sopra il gio-vine Re. L’Ode lampeg-giante di speranze e dipresagi gli domandava:“Che vorrai tu sul tuosoglio? Quale altezza è iltuo segno? Miri tu lonta-no?” L’Ode anelante glidomandava:“Sai tu comesia bello il tuo regno?”Conosci tu le sue sorgentiinnumerevoli? Ami tu ilsuo divinomare?”.L’Odeimperiosa gli gridava:“Apri alla nostra virtù leporte dei dominii futuri!”.Ma il risveglio dell’animanazionale fu breve. Rica-demmo nelle mani impu-re dei vecchi corruttori.L’uomo che fu da meaccusato e convinto di tra-dimento dinanzi al popo-lo, Giovanni Giolitti,nome oggi esecrando pertutti gli Italiani, corruppeogni cosa, profanò ognicosa, ridusse la vita pub-blica a una miserabilecompetizione di piccoli

interessi loschi, a un bas-so mercato.Anni ed annisi fangosa oscurità passa-rono. Ma il genio dellastirpe non fu distrutto, lesorgenti profonde nonfurono essiccate.Una vitaocculta travagliava lanazione, pur sotto l’ob-brobrio cotidiano.Un fon-do inesauribile di forzacreatrice, un nucleo dienergie latenti era nellanostra terra.La nostra ter-ra era pur tanto ricca danutrire il germe della piùalta speranza.Misterioso e infallibile rit-mo del destino. Tantamiseria, tanta vergogna,tanta angoscia, tanto tra-vaglio si coronano di que-sto splendore trionfale!All’improvviso, in unmat-tino di primavera sfolgo-rante, una voce grida,come nel poema dallalibertà: “My brethen, weare free!”.Siamo liberi, sia-mo pronti, siamo armati,siamo degni delle nostresorti. Il Re eletto dalDestino, in un giorno dilutto, è esaltato dal Desti-no in un giorno di vittoria.Il presagio era giusto, l’in-vocazione era verace.“Dalsangue vermiglio fa chenasca un’aurora!”.Dal sangue vermiglionascerà la più rossa auro-ra. Ora ne siamo certi, perla nostra anima e per l’ani-ma della stirpe.E questo Re si mostradegno della sua fortuna.Il suo dovere, su la lineadel fuoco, egli lo compiecome può compierlo ildiscendente di EmanueleFiliberto e di quell’indo-mito Carlo Emanuele I ilquale rimandò al Re diSpagna l’ordine delTosond’oro con queste fiereparole: “Non voglio vin-coli d’onore, da chi miminaccia catene”.

Il Re d’Italia è coi suoisoldati, è di continuo allafronte dove batte il flut-to violento del più purosangue nostro. Egli hal’eroica gioia di sentireogni giorno affluire laforza, il coraggio, la vir-tù del suo popolo intero,là dove il pericolo è piùgrande, là dove la provaè più dura. Non teatraleimperatore di barbari,non capo di lanziche-necchi feroci, ma re lati-no, semplice, sereno,intrepido, egli è un’ani-ma sola con l’anima deisuoi soldati.

L’altro giorno, su la lineadel fuoco, una granatascoppiò a pochi metri dalui. Egli si gettò a terracome i suoi soldati.Rima-sto incolume, si levò sor-ridendo, coperto di quel-la terra che è già libera eche resterà per semprenostra.

Tra i l del i r io del letruppe, gridò: “Vival’Italia!”.Questo grido noi lo ripe-teremo fra poco, intor-no al suo cavallo, nellevie di Trieste. Ciascunodi noi, ciascuno deinostri soldati confida diripeterlo nelle vie diVienna, passando dinan-zi al monumento abbat-tuto di Tegethoff. “Vival’Italia!”.

Per ciò, nel mattino dimaggio, pei viali del par-co silenzioso, il Re e ilpoeta parlavano a vocebassa. Essi udivano avvi-cinarsi dalle profonditàincognite il ritmo delDestino, che superava ilsogno della loro giovinez-za e l’aspettazione dellaloro fede. �

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Roberto Vittucci Righini

RE VITTORIO EMANUELE III

Il 65° anniversario dellascomparsa di S.M. il ReVittorio Emanuele III ciinduce a tornare, sia purebrevemente e in riassun-to, su quanto già scrittopiù volte in passato.Il Sovrano è entrato nel-la storia d’Italia quale“ReSoldato” in relazione allasua costante presenza alfronte, alle decisioniassunte ed al decisivointervento nel Convegnodi Peschiera l’8 novembre1917, nella Prima guerramondiale.

A fronte di benemeren-ze che nemmeno gliavversari più ostinatipossono negargli, a Vit-torio Emanuele III sonostati imputati fatti chelo hanno reso il caproespiatorio di situazionida lui non volute, il cheha permesso ai veriresponsabili di nascon-dersi e riproporsi nellevesti non solo di inno-centi ma addirittura diimplacabili accusatori.

Avvento del Fascismo

Il Fascismo nacque in con-trapposizione allo strapo-tere ed alle violente azio-ni poste in atto dalla sini-stra dopo la Prima vitto-riosa guerra mondiale.

Fomentata dai disertorie da quanti miravano adistruggere ogni formadi autorità e legalità inItalia, la sinistra, createle “guardie rosse” avevafatto precipitare laNazione nel caos conscioperi e disordini, aiquali si contrapposero ireduci della guerra vit-toriosa, sputacchiati ederisi dalla marmaglia.

Per porre freno a questasituazione sorsero i “Fascidi combattimento” fonda-ti da Mussolini.I “Fasci”, inizialmente pri-vi di peso ed importanza,con la loro organizzazio-ne paramilitare apparve-ro via via agli occhi dellaborghesia (spaventata dal-la vittoria al congressosocialista di Bologna del-l’ottobre 1919 dellamozionemassimalista cheprevedeva il ricorso allaviolenza per la conquistadel potere) e dei reduci diqualsiasi estrazione socia-le legati dallo spirito disolidarietà nato in trincea,quale garanzia contro ilpericolo socialista.Nacquero conseguente-mente le prime squadreformate da ex combat-

tenti, che mai si sarebbe-ro costituite se non vi fos-se stata necessità di difen-dersi dalle “Guardie ros-se”; più aumentavano gliattacchi contro chi avevacombattuto in guerra, piùcostoro si organizzaronoe unirono prima per difen-dersi e poi per contrat-taccare.Gente che aveva vissutoanni nelle trincee, che ave-va preso parte ad assalticontro il fuoco austro-ungarico, che avevarischiato la vita per laPatria, prese manmano ilsopravvento e le squadresorte per resistere agliattacchi della sinistra,dopo essersi collegate eunite sotto i “Fasci”affer-marono il proprio dirittoe non venir derise e cal-pestate.La supremazia dei“rossi”,inizialmente preponde-rante, dopo circa due annidi scontri con spargimen-ti anche di sangue si atte-nuò sino a scomparire egli aggressori divenneroaggrediti.Afflitta e stanca da 3 annie mezzo di guerra, dueanni di violenze “rosse” ealtri due di reazione fasci-sta, la stragrande partedegli Italiani auspicava lapace, pronta ad applaudi-re e aderire a chiunque laprocurasse.Questa la verità storicadei fatti che portarono alla“marcia su Roma” il 28ottobre 1922.Al Re si prospettavanodue possibilità: dichiararelo stato d’assedio e schie-rare l’Esercito in armicontro i commilitoni tor-nati alla vita civile apren-do così le porte ad un con-flitto armato tra Italiani,oppure in conformità alleindicazioni date da nume-rosi politici, chiamareMussolini a presentarsi inParlamento per ricevereil mandato di Capo delgoverno, cosa che poiavvenne conmandati ple-biscitari della Camera deiDeputati della quale face-vano parte solo 35 fascisti(306 voti favorevoli, 116contrari e 7 astenuti, conl’aggiunta dei pieni pote-ri per un anno) e del Sena-to (196 voti favorevoli esoli 19 contrari).

La elezione a Capo delGoverno diMussolini fu,pertanto, unicamentedeterminata (e conquanta larga maggio-ranza) dal Parlamentoitaliano, nel quale sede-vano politici liberamen-te eletti dal popolo.

Anche il primo governoMussolini rispecchiava lapluralità di appartenen-za politica dei suoi mem-bri, con tre soli “fascisti”tra i più moderati: allaGiustizia Oviglio, alleFinanzeDe Stefani e alleTerre liberate Giuriati;due i “democratici”: aiLavori pubblici Carnaz-za e all’Industria e Com-mercio Rossi; due i“popolari”: al TesoroTangorra e al LavoroCavazioni; un “liberale”:all’Agricoltura De Capi-tani; un “demosociale”:alle Poste Colonna diCesarò: un “nazionali-sta”: alle Colonie Feder-zoni; un “indipendente”:all’IstruzioneGentile, edalle Forze Armate: duemilitari, Diaz e Thaon deRevel.

Dare pertanto la colpadell’avvento del Fasci-smo al Re, è stato unopportunistico gioco deitanti che con tale slealemanovra si ripulironodavanti agli Italiani lasporca coscienza.

Le leggi razziali

Inmerito alla grave impu-tazione mossa a VittorioEmanuele III di aver ema-nato le leggi razziali checolpirono gli Italiani direligione ebraica, la pre-messa d’obbligo è che ilRe non soffriva certa-mente di razzismo e cioènon riteneva che ci sianopersone superiori ad altreper color di pelle, motivireligiosi o discendenza distirpi.

CheCasa Savoia non siamai stata afflitta da taliassurdi pregiudizi èampiamente provato daicollaboratori di religio-ne ebraica dei quali sivalse oltre al “Re Solda-to” anche il figlio Prin-cipe Umberto, prima edopo le leggi del 1938.

NeancheMussolini si puòritenere fosse razzista; eglifu indotto a far approva-re dal Parlamento le leg-gi razziali solo per com-piacere il dittatore tede-sco Hitler che pare aves-se maturato l’odio controgli ebrei quale forma diliberazione, per il propriocervello malato, daldiscendere da persona ditale religione.Che gli Italiani non sianomai stati razzisti è d’altraparte nozione comune,suffragata dall’aiuto chemolti compatrioti diede-ro ad ebrei nel tentativopiù volte riuscito di sot-trarli alle persecuzioni deitedeschi e dei fascisti del-la Repubblica sociale ita-liana.

Come si giunse allora alleleggi razziali del 1938?

Il 3 gennaio 1925 BenitoMussolini aveva pronun-ciato un discorso allaCamera riconoscendo laresponsabilità politica emorale del delittoMatte-otti, concludendo con leparole “L’Italia, o signo-ri, vuole la pace, vuole latranquillità, vuole la cal-ma laboriosa; gliela dare-mo con l’amore, se è pos-sibile, e con la forza se

sarà necessario. Voi statecerti che nelle quarantot-to ore successive al miodiscorso, la situazione saràchiarita su tutta l’area,come dicono”.Il giorno successivoMus-solini si presentò in udien-za a ReVittorio Emanue-le III e gli sottopose undecreto di scioglimentodel Parlamento, riceven-done però un fermo e sec-co rifiuto del quale silamentò furibondo in pri-vato con la sua amantedell’epoca, la scritticeebrea Margherita Sarfat-ti che ha riportato l’epi-sodio nel memoriale scrit-to in inglese “My Fault”,il cui inedito testo inte-grale è stato recentemen-te rintracciato.

Se dopo il fermo rifiutoagli inizi del 1925 di aval-lare un decreto forte-mente voluto daMusso-lini, si giunse poi alla fir-ma del Re nel 1938 dipromulgazione delle leg-gi razziali parimentivolute daMussolini (pla-giato da un Hitler che siera impossessato di ognipotere in Germania eche lamentava disprez-zandolo, che altrettantonon facesse il duce delfascismo in Italia) e vota-te dal Parlamento, èchiaro che nel periodo1925/1938 qualcosa erasuccesso nei rapporti traRe Vittorio EmanueleIII eMussolini e così traMonarchia e Fascismo.

Ed è estremamente sem-plice identificare questoqualcosa nello strapotereassunto daMussolini annodopo anno, grazie agliosanna ed al consenso ditutto compatto il popoloitaliano che trasformaro-no il capo del Fascismo dapresidente del consiglio inun dittatore esaltato dal-le adunate oceaniche,dal-le piazze straboccanti dibambini in camicia nera,giovani inneggianti, uomi-ni in orbace, donne sba-vanti al grido “duce,duce”.

Una follia collettiva cheinnalzò sempre piùMus-solini su un piedistallo,conferendogli via viamaggior potere a disca-pito del Re consideratodallamaggior parte degliItaliani non più il Capodella Nazione bensì sem-plicemente l’antagonistadell’ “uomo della prov-videnza”.E tra coloro che inMus-solini vedevano il nuo-vo Messia e nel Fasci-smo una specie di reli-gione vi era quasi alcompleto anche lacomunità ebraica.

Errore di valutazionepotrà dire qualcuno, cer-to, al pari di quello com-messo da non pochi ebreiche a fronte delle notiziedelle atrocità inferte a lorocorreligionari in Germa-nia, non ci credettero sinoa quando non ne diventa-rono essi stessi vittime.Il Fascismo, dunque, siimpose grazie al popoloitaliano compatto e cioèai componenti di tutte lecategorie, dagli intellet-tuali agli aspiranti tali checoncorrevano aiLittoria-li della cultura (vere e pro-prie gare di esaltazionedel Fascismo e del suocapo), dagli insegnantiagli allievi di ogni gradodelle scuole, dai datori dilavoro agli impiegati edagli operai, dai proprieta-ri terrieri ai contadini,senza tralasciare militari,magistrati, massaie edanche religiosi.

Nel 1938 la situazioneera tale che se il Re aves-se rifiutato di convalida-re le leggi razziali impo-ste da Mussolini, sareb-bero stati sicuramentescatenati dai fascisti, cheavevano una forte com-ponente repubblicana,disordini che potevanoportare alla eliminazio-ne dellaMonarchia, conpresa totale del potereda parte della dittatura,senza più la possibilità difreni moderatori ad ope-ra del Re.

Come ha riportato Cia-no, Mussolini nel pienodel suo potere ricono-sciutogli dal compattopopolo italiano, cercaval’occasione per liquidarela Monarchia e far cessa-re a proprio vantaggio ladiarchia.Ove Re Vittorio Ema-nuele III avesse rifiutatola firma si sarebbe apertoun contenzioso con il Par-lamento che avrebbeemanata la legge in pro-prio con inevitabili abdi-cazione del Re, potereassoluto aMussolini e ini-zio degli eccessi del Nazio-nal-socialismo che si sta-va estendendo in Europacon il dilagare della poten-za germanica.Il 14 dicembre 1938 idecreti pervennero allaCamera per la conversio-ne in legge che avvenneper acclamazione, seguitada voto segreto con iden-tico esito plebiscitario.Il 20 dicembre 1938 ilSenato approvò con 150voti favorevoli e soli 10contrari.

Questa è la pura verità echi la nega altro non è, inbuona o cattiva fede, cheun falsario della storia.

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L’Italiano, come già det-to, non è razzista ma nel1938 sicuramente oltreche fascista era in granparte menefreghista edopportunista e lo prova-no la mancanza di reazio-ni a qualsiasi livello a fron-te delle leggi razziali chevennero all’opposto accol-te con evidente favore daquanti da esse e dall’al-lontanamento da impie-ghi pubblici di ebrei, tras-sero vantaggio con l’oc-cuparne i posti con con-nessi in taluni casi avan-zamenti di grado.

Prova ne è che su 1.200Professori universitari,solo 12 si dimisero perprotesta contro l’allon-tanamento dei colleghiebrei, mentre tra i rima-sti si sviluppò la corsaad occuparne i postilasciati liberi, con con-seguenti vantaggi dicarriera.

Da ultimo non certo perimportanza, va ricordatoche in Italia la persecu-zione contro gli ebrei sisviluppò tragicamentesolo con la Repubblicasociale italiana e che unodei primi atti del Luo-gotenente del RegnoPrincipe Umberto diSavoia è consistito nel-l’abrogazione di tali infa-mi leggi.

Trasferimento da Romaa Brindisi

La propaganda dellaRepubblica sociale italia-na definì “fuga” il trasfe-rimento di Re VittorioEmanuele III e delGover-no l’8 settembre 1943 daRoma a Brindisi.La situazione, però, èchiara: a seguito dell’im-provvisa notizia data inanticipo dagliAlleati del-l’armistizio stipulato conl’Italia si ebbe l’enormevantaggio dell’immedia-to cessare dei bombarda-menti sulle nostre Città,ma anche l’inizio dellarabbiosa reazione deitedeschi le cui truppecorazzate si trovavano inbuona parte vicino allaCapitale.

Ove il Capo dello Statoitaliano ed il Governolegittimo fossero rimastia Roma, sarebbero ine-vitabilmente stati cattu-rati dai nazisti, per diven-tarne ostaggi a dannodella Nazione.

La Regina Guglielminad’Olanda e ReGiorgio diGrecia, a fronte dell’inva-sione da parte dei tedeschidelle loro Nazioni, si tra-sferirono in Inghilterra per

non cadere prigionieri eda conflitto finito tornaro-no sui rispettivi troni; Sta-lin, il sanguinario despotacomunista, si trasferì daMosca in altra localitàdistante migliaia di chilo-metri, per sfuggire pari-menti alla cattura ad ope-ra dei tedeschi, ed il fattovenne da sempre conside-rato non solo normalemaindispensabile a tutela del-l’Unione Sovietica.

Solo per Re VittorioEmanuele III le propa-gande prima repubbli-china e poi repubblicanadefinirono con scherno“fuga” il doveroso, indi-spensabile trasferimen-to non già all’estero main territorio nazionale, inlocalità nella quale nonvi erano truppe angloa-mericane.

La verità tarda a venirripristinata in Italia e soloalcuni storici veri e nonmarionette del regime,cominciano a riconosce-re che il Re ed il Gover-no erano tenuti a trasfe-rirsi da Roma per noncompromettere la conti-nuità dell’ordinamentostatale; tra coloro che lohanno ammesso, anche ilcomunista AntonelloTrombadori, ma solo conpochi altri, a dimostra-zione del livore e del per-sistere delle falsità controla Monarchia tanto piùutili alla repubblica nel-l’era della disonestàmorale e materiale dellapersistente perenne tan-gentopoli di gran partedei suoi politici- ammini-stratori.

8 Settembre

L’8 settembre 1943 si veri-ficò il tragico disfacimen-to dell’Esercito italiano,nonostante le strenuedifese e gli atti di eroismodi intere unità e di singo-li militari.La responsabilità al soli-to venne attribuita a ReVittorio Emanuele III maè bene esaminare come sisvolsero i fatti.L’armistizio firmato il 3settembre a Cassibile trai Generale Castellano perl’Italia ed il GeneraleBedell Smith per gliAllea-ti avrebbe dovuto, secon-do le intese, venir resonoto il 12 settembre, dan-do così possibilità alComando italiano di dira-mare le opportune dispo-sizioni alle nostre truppedislocate in Italia edall’estero.Chiaramente la notiziadell’armistizio andavatenuta segreta e divulga-ta all’ultimo momento e

così il 12 settembre,ma gliAlleati, forse temendo chel’Italia cambiasse idea,anticiparono di quattrogiorni la diffusione del-l’accordo facendo trova-re impreparato il Gover-no Badoglio il cui comu-nicato successivo a quel-lo degli Alleati, fu fretto-loso e poco chiaro sulcomportamento dellenostre truppe nei con-fronti dei tedeschi.

Imputare al Re le colpee responsabilità delle tra-giche conseguenze chene derivarono alle nostretruppe, specialmente aquelle che si trovavanofuori dai confini nazio-nali, è falso e frutto del-la propaganda antimo-narchica.

È pacifico e come verràristabilito quando gli sto-rici non faranno più par-te di fazioni ma sarannocompletamente impar-ziali ed obiettivi, Re Vit-torio Emanuele III qua-le Re costituzionale, nondoveva ingerirsi nelledecisioni del Governoper tutto quanto riguar-dava la gestione dellaNazione e così anche del-l’Esercito e riprova ne èche il comunicato agli Ita-liani ed alle nostre Trup-pe dell’avvenuto armisti-zio non venne da lui dato,bensì dal Capo delGoverno, il Generale Pie-tro Badoglio.

Re Vittorio EmanueleIII era sempre statorispettoso dei propridoveri e lo dimostròanche in occasione del-le tragiche vicende delsettembre 1943 allorchèmantenne il più strettoriserbo e silenzio sulprossimo armistizio,anche con la sua Fami-glia tant’è che ne fece lespese una delle suefiglie, la PrincipessaMafalda che al ritornodalla Bulgaria, dal fune-rale di Re Boris IIImarito della ReginaGiovanna, si recò aRoma per poi finire pri-gioniera dei tedeschi eperdere la vita nel cam-po di concentramento diBuchenwald.

La mancata tumulazionedi Re Vittorio EmanueleIII, della Regina Elena,di Re Umberto II e dellaRegina Maria Josè nelPantheon in Roma costi-tuiscono un permanenteinsulto della “casta” chetantomalamente governail Paese, contro quantiamano la nostra Patria ecoloro che in tempi bellie brutti l’hanno rappre-sentata. �

La storia della repub-blica italiana, almeno

per i suoi primi anni, è unastrana storia sulla qualevale la pena di soffermar-si. La repubblica voluta evotata da unamaggioran-za“ufficiale”di 12.717.923elettori, vedeva in questonumero complessivo unapresenza dei partiti comu-nista e socialista con voti10.087.471 e degli altripartiti decisamente repub-blicani (a cominciare pro-prio dal P.R.I., e cioè Par-tito d’Azione,Concentra-zione Democratica Re-pubblicana, con voti1.430.748) per un totale di11.518.219, per cui rima-neva ai democristianirepubblicani ed a qualcheliberale e qualunquistaegualmente repubblicaniil residuo di 1.199.704 voti.

Appare evidente che inpratica la repubblica ave-va ricevuto poco più di2.600.000 voti da eletto-ri non social comunisti,tanto da far pensare, equesto può essere acca-duto nel mezzogiornod’Italia, a svariati votidati da questi elettoriallaMonarchia, essendoeccessivamente ridotto ilnumero di votanti demo-cristiani per la repubbli-ca, solo se si considerinogli iscritti alla DC, chenel congresso nazionaleprima del referendumavevano espresso la loroscelta per la formarepubblicana.

Senza dubbio quantosopra espresso a grandilinee potrebbe essere veri-ficato circoscrizione percircoscrizione confron-tando i dati del referen-dumconquelli dellaCosti-tuente,ma l’interesse è nelquadro complessivo e nel-le sue conseguenze politi-che. Dal momento che idue partiti di sinistraPSIUP e PCI furonoestromessi dal Governonel 1947 per non più rien-trarvi nel quindicenniopreso in esame, la rico-struzione dell’Italia, l’ade-sione alla Nato, l’ingressoall’ONU, l’ottenere diessere sede delle Olim-piadi Invernali nel 1956 aCortina d’Ampezzo e nel1960 di ospitare a RomalaXVIIOlimpiade (quan-do invece oggi ci si ritraeanche dal presentare lacandidatura per il 2020) larestituzione di Triesteall’Amministrazione ita-

liana, il miracolo econo-mico e la grande manife-stazione di “Italia 61”, aTorino (di cui ricordiamoil grandioso padiglioneconclusivo con le enormiBandiere tricolori con loStemma sabaudo) il meri-to a chi va attribuito?Solamente a De Gasperi,di cui in questo periodo sifa un gran parlare perspartirsene l’eredità, oanche al lavoro di milionidi “formichine”, che nel1946 avevano votato peril mantenimento dell’isti-tutomonarchico e che ora,assicuravano in tutti gliorgani dello Stato, nellealtre amministrazioniperiferiche, nelle istitu-zioni, nelle Università, lacontinuità delle stesse conalto senso di responsabi-lità, di cui si sono persesuccessivamente le tracce,anche se già allora vi furo-no diversi scandali attri-buibili però alla nuovaclasse politica?Oltre alla “formichine”,compresi queimilitari che,malgrado il Re, nel suomessaggio all’atto dellapartenza per l’esilio, aves-se sciolto dal giuramentodi fedeltà alla Sua Perso-na, ma non da quello allaPatria, si erano egual-mente dimessi in segno dirivolta morale per levicende del referendum,iniziando una faticosa vitaed un non facile reinseri-mento nella vita civile, vifurono figure di spicco, diconvinzioni monarchiche,che contribuirono inmaniera determinante allarinascita.

“In primis” Luigi Einau-di per la parte economi-ca e finanziaria e suc-cessivamente GiuseppePella sempre in questofondamentale settore,Raffaele Cadorna edEfisioMarras per le For-ze Armate, GiuseppePagano eMassimoPilot-ti per la Magistratura,Luca Pietromarchi,Amedeo Guillet edEdgardo Sogno per ladiplomazia,Ettore Para-tore, Luigi Origine,Ora-zio Condorelli e Giu-seppeMenotti De Fran-cesco per le Università,elenco indicativo, manon certo esaustivo.

Questi sono uomini e fat-ti sui quali meditare e dafar conoscere alle gene-razioni più giovani, unita-mente per la parte più

propriamente politica,all’atteggiamento edall’azione responsabile deimonarchici di “Stella eCorona” in Parlamento,specie in momenti criticie determinanti dal gover-no De Gasperi senza isocial comunisti, alla ade-sione al PattoAtlantico edai primi passi della comu-nità europea, coerenti efedeli alle parole del Re:“… rivolgo l’esortazionea voler evitare l’acuirsi deidissensi che minaccereb-bero l’unità del paese …”e confrontarlo con quellodei repubblicani nei primidecenni successivi allaproclamazione del Regnod’Italia.Il confronto nei termini diun atteggiamento, sia purea volte duramente criticoverso le istituzioni repub-blicane, ma mai fautoredel “tanto peggio, tantomeglio” è favorevole aimonarchici in manieranetta rispetto ai repubbli-cani, solo si pensi ai motidi Palermo del 1866 dovei repubblicani, per avver-sione allaMonarchia,nonesitarono ad unirsi nellaprotesta dei borbonici, alcaporale Barsanti, ed alletante altre manifestazio-ni, tra le quali ricordiamoil tumulto all’Universitàdi Bologna, contro Car-ducci.

Il poeta di Valdicastellovenne definito “tradito-re”, perché nel 1891, cioèa trent’anni dalla pro-clamazione del Regno,aveva “osato” tenere abattesimo con un discor-so il gagliardetto delGruppo studentescoSavoia, al che Carducci,al quale non mancavacerto la vena polemica,seppe dare una rispostaadeguata impartendouna lezione di patriotti-smo ai repubblicani, ilcui dovere era di rispet-tare la volontà popolareche aveva accettato laMonarchia dei Savoia edi non dire mai “…peri-sca la Patria purchètrionfi la parte …”.

E questo mentre da par-te dellaMonarchia non viera preclusione alcunanei confronti di repub-blicani che lealmente ser-vissero lo Stato, come nonlo era stato per chi avevaservito fedelmente negliStati preunitari, accet-tando poi il grande fattodell’Unità. �

Domenico Giglio

IL RUOLO DEI MONARCHICINELLA RICOSTRUZIONEDELL’ITALIA (1946-1961)

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16 ITALIA REALE - 11/2012

Allorquando degliineffabili demiurghi

crearono l’Euro, essi ciprospettarono un paradi-so di benessere e di pro-sperità.

Dopo un decennio dienormi sacrifici abbia-mo popolazioni intereche scendono in piazza,sempre più spesso erumorosamente, controla regressione socialeindotta dalla monetaeuropea, che si è rivela-ta un orribile monstrumsotto vari punti di vistaeconomico, giuridico,logico, umano, poiché hasolo lo scopo di drenarericchezza dal lavoro alcapitale delle multina-zionali finanziarie, squa-li famelici che ci voglio-no rubare tutto.

L’austerità imposta aipopoli non solo è esizia-le, ma si dimostra anchedel tutto inutile. Inutileper ridurre il deficit, ameno che lo scopo recon-dito non sia proprio quel-lo di trasformare l’Euro-pa in un impero sovran-nazionale totalitario suldefunto modello sovieti-co, perciò, al fine di rag-giungere questo inquie-tante obbiettivo, si vor-rebbero affossare il cetomedio e lo Stato demo-cratico, mediante un for-midabile attacco specula-tivo e predatorio. Insom-ma si vuole la scomparsadello Stato, proprio comeagognavano i marxisti,che ritenevano che lo Sta-to fosse solo uno stru-mento repressivo dellaborghesia.

La mirata demonizza-zione dell’attuale classepolitica, seppur inetta,corrotta e gaudente, gio-va assai allo scopo.

E così con la aberrantescusa del debito pubbli-co ci si accanisce furio-samente proprio controla borghesia, cioè controle innumerevoli piccole emedie imprese, che costi-tuiscono il nerbo delnostro eccellente appa-rato produttivo e poi per-sino contro i lavoratoridipendenti, privati e pub-blici, di questo passo tranon molto l’Italia diven-terà un grande cimiteroindustriale, di conse-guenza impoverimento,degrado, sofferenzasociale e proletarizzazio-

ne del ceto medio saran-no destinati a crescere.“Al punto in cui siamo, lepolit iche adottate perrisolvere la crisi dell’eu-rozona stanno facendopiù danni di qualunquecosa possa aver causatooriginariamente quei pro-blemi” avverte il Finan-cial Times.

Del resto le cifre delGoverno Monti sonomolto preoccupanti, sesi considera che il de-bito continua ad au-mentare spaventosa-mente, pur in presenzadi un aumento delleentrate, come si desumedai dati forniti dallaBanca d’Italia.

In verità non tutti sannoche all’origine del tantovituperato debito pubbli-co italiano non c’è affat-to un eccesso di spesesociali rispetto alle entra-te, come mendacementee pervicacemente dichia-rato e sostenuto, e nem-meno la tanto famigera-ta evasione fiscale, chepotrebbe essere conside-rata addirittura plausibi-le (absit iniuria verbis!) oalmeno “fisiologica” afronte di un fisco ingiu-sto ed esoso: c’è soloun’aumentata spesa perinteressi, a sua volta ovviaconseguenza dell’innatu-rale “divorzio” fra ilTeso-ro e la Banca d’Italiaattuato nel 1983, in virtùsoltanto di un semplice“accordo consensuale”,ovvero un patto scellera-to, intercorso tra lo stes-so Ministero ed il Gover-natore della medesima,senza nemmeno consul-tare il Parlamento. Contale Decreto che arricchìe continua ad arricchirebeatamente i rentiers, ildebito pubblico italianocominciò a lievitare pau-rosamente e fu la capito-lazione dell’Italia di fron-te ai poteri forti interna-zionali.Ciononostante la solu-zione c’era, c’è ancora eci sarà sempre, purtrop-po manca la volontà e lacapacità politica.Diceva il compianto eco-nomista Savino Frigiola,recentemente scompar-so: “Lo Stato italiano èuno dei pochissimi almondo ad avere una cen-tennale esperienza inmerito all’emissionemonetaria diretta. Percento anni, dal 1874 al

1975 lo Stato italiano, inproprio, ha emesso la pro-pria moneta acquisendo-ne a titolo originario laproprietà mediante iscri-zione all’attivo nel pro-prio bilancio. La provadell’opportunità di ripe-tere quanto effettuato nelpassato è fornita diretta-mente dalle tangibili risul-tanze allora conseguite,ancora presenti e visibili.Nel 1874 Umberto I si tro-vò con il Regno unificatoma privo delle elementa-ri infrastrutture necessa-rie al buon funzionamen-to di una nuova ed allar-gata Pubblica Ammini-strazione, e con le cassevuote.Con i proventi con-seguiti dall’emissionemonetaria diretta da par-te dello Stato, si riusciro-no a realizzare, senzaaumentare le tasse ai cit-tadini e senza aumentareil debito pubblico, tutte leinfrastrutture necessarie,tutti i palazzi ed i famosiquartieri umbertini ingrandissima parte ancoraesistenti e funzionanti,contraddistinti dalle loroinconfondibili linee archi-tettoniche. Successiva-mente altrettanto incon-fondibili furono le lineearchitettoniche dei manu-fatti delle innumerevoliopere pubbliche realizza-te nel periodo fascistariconducibili a quelle delrazionalismo e a quelledel Piacentini, anch’essetutte realizzate senzaaumentare il debito pub-blico e senza aumentarele tasse ai cittadini, cheanzi in quel periodo vide-ro accrescere il propriotenore di vita”.Si potrebbe anche aggiun-gere la meravigliosa edimponente bonifica pon-tina, affidata all’OperaNazionale Combattenti,impresa titanica che furealizzata spendendomeno dei fondi stanziati!“Successivamente, a guer-ra finita, dal 1945 al 1975,la repubblica italiana pro-seguì con l’emissionemonetaria diretta da partedello Stato mediante laquale fu possibile rico-struire in maniera signifi-cativa quasi tutto ciò cheera stato distrutto daglieventi bellici. Anche tuttequeste opere furono rea-lizzate senza aumentare letasse ai cittadini e senzaaumentare il debito pub-blico che anzi, sino al 1940era rimasto stabile al 20%(tra i più bassi della storia

d’Italia) per passare al25%nel 1945 a guerra fini-ta. Successivamente si con-tinuò a battere moneta daparte dello Stato,gli introi-ti così incamerati hannocontribuito in manierasignificativa alla ricostru-zione del territorio nazio-nale devastato dall’inva-sione nemica (all’iniziodegli anni 70 il debito pub-blico era sceso al 20%)”.

In conclusione uno Sta-to come oggi è l’Italia,intrappolato nell’Euro esottoposto all’ignobilericatto della bulimicaplutocrazia europea e alsordido sciacallaggio dei“mercati finanziari”, nonpuò più permettersi diemettere a costo zero lapropria moneta ed ècostretto ad adoperareobtorto collo unamone-ta di “proprietà di altri”cioè della BCE, che rap-presenta il dispoticoSupergoverno dell’UE.

Pertanto l’Italia non haaltra scelta se non quelladi prelevare dalle nostretasche, sempre più vuote,ciò che deve corrisponde-re come interessi agli“strozzini”. Tuttavia piùpassa il tempo, maggioreè la quantità di denaro edi risorse che occorredestinare al pagamento diquesti interessi. Il fattoche lo Stato, ormai deli-quescente, si sia piegato aqueste pesanti e pressan-ti vessazioni senza reagi-re, dimostra inequivoca-bilmente come sia diven-tato un docile strumentopassivo della tecnocraziabancaria soprannaziona-le e conferma come sia deltutto incapace di difende-re i diritti dell’uomo dal-la spietata ed amara logi-ca del profitto.

Uno Stato che non ha ilpieno, completo edesclusivo controllo del-la sua moneta e dellepolitiche monetarie non

sarà mai libero, indi-pendente e sovrano. LoStato con sovranitàmonetaria emette lapropria moneta e stabi-lisce quanto investire percreare posti di lavoro edincentivare la produzio-ne economica. Il suolimite non è il denaro,ma le risorse a disposi-zione nel Paese, in pri-mo luogo le risorse uma-ne, che almeno in Italianon mancano.

Non si potrà giammaitrovare alcuna soluzio-ne alla crisi in atto (cheè in primis una “crisi diliquidità”), senza ripren-dersi innanzitutto lamoneta, che deve esseredel popolo ed emessasenza debito pubblico,perché senza una mone-ta libera da debito findalla sua emissione, esenza il controllo dei cit-tadini su di essa, qual-siasi modello o teoriapolitico-economica di-venta improponibile e difatto vana ed inconsi-stente. �

MassimoMallucci

NEL MONDODEL CALCIOContinuano gli arresti e ledenunce.I giornali titolano “Dopola retata dei calciatorispunta l’ombra dellamala-vita”.Mazzette sotto ban-co, partite comprate.A cosa servono queimilionari viziati così fra-gili e senza cuore,visto chenon aiutano nessuno?Sono pieni di privilegi eservono soltanto a distrar-re gli Italiani dalle impo-sizioni di una classe poli-tica inamovibile.Ecco i tagli per risparmia-re: il governoMonti tagliail 50% delle spese per leauto blu, il 10%dei dipen-denti della PubblicaAmministrazione, 18.000posti letto negli ospedali,200 milioni in meno perfinanziare l’Università,295uffici giudiziari in meno.Non conosciamo i sacrifi-ci della classe politica. Ilrisultato è che vengonotagliati i servizi per gli ita-liani e, per quanto riguar-da il decentramento, que-sto riguarda le poltrone enon ciò che è necessarioalla vita della gente.Pare che il Prof. Montiabbia recepito l’idea ditagliare il numero dei par-lamentari.Sarebbe meglio chetagliasse i loro stipendi emantenesse una demo-crazia capace di contrap-porre idee,progetti e pro-grammi, garantendo unavoce per tutti. �

Maurizio Caterino

QUANDO L’ITALIAERA UNO STATO SOVRANO

Alcuni esemplari di cartamoneta del Regno d’Italia, divarie epoche. Si osservi con particolare attenzione ladicitura ben visibile: “Biglietto di Stato a corso legale”,che significa, senza alcuna ombra di dubbio, che non èstato emesso da banche, ma direttamente dallo Stato, acosto zero, senza contrarre debito!

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17ITALIA REALE - 11/2012

Ancora reazioni alleparole del ministro

dell’istruzione FrancescoProfumo che ha detto che“l’insegnamento della reli-gione nelle scuole cosìcome è concepito oggi nonha più molto senso”. SuLibero Caterina Maniaciintervista monsignor Lui-gi Negri, Vescovo di SanMarino-Montefeltro, chedice che le dichiarazionidel ministro “appaionofrutto di una grave disin-formazione, il che non èmolto comprensibile perun ministro che dovrebbeavere, tra le proprie com-petenze, questi temi”.

INCONTRAREIL CRISTIANESIMONegri ricorda la soluzio-ne attuale (“di grandissi-mo profilo culturale edemocratico”) è figlia di“un lungo cammino e dia-logo” partito con i PattiLateranensi.“L’ora di reli-gione - spiega ilVescovo -deve essere impartitasecondo la forma della tra-dizione cattolica, perchérappresenta per tutti i cit-tadini italiani che lo desi-derano la possibilità diincontrare il Cristianesimo

come avvenimento di vita,di cultura e di civiltà”.

NON È CATECHISMOL’errore da non commet-tere è pensare che l’ora direligione sia un’ora dicatechesi.“La catechesi haaltre finalità e altri metodie che si realizza nell’am-bito della vita ecclesiale”.Tra l’altro, c’è di mezzo ilConcordato:“Non c’è nes-suno che possa mettere indiscussione la funzionedella religione cattolicanelle scuole senza aprireun contenzioso a livellointernazionale, perchél’ora di religione insegna-ta nelle scuole fa parte del

Concordato esistente tra loStato italiano e la Chiesa.La presenza della religio-ne cattolica, poi, è un fat-to irresistibilmente esi-stenziale, non program-matico”.

AL BERCHETCON DON GIUSSANIIl Vescovo fa riferimentoanche alla propria espe-rienza personale: “Nelliceo che frequentavo neglianni Sessanta - il presti-gioso liceo Berchet diMilano - le materie veni-vano a disporsi positiva-mente o dialetticamente neiconfronti dell’insegna-mento della religione cat-tolica che,per grazia, ci eraimpartita da MonsignorLuigi Giussani. L’ora direligione non è la Cene-rentola degli studi e non èuna graziosa concessioneal mondo cattolico. Anzirappresenta il tentativo direalizzare una concretapluralizzazione della scuo-la che, soprattutto quellastatale, oggi soffre di unacrescente omologazione dicarattere ideologico a sen-so unico, in particolare nelsenso del progressismo edel tecnoscientismo”. �

La prima esagerazionesta nelle date: l’Unio-

ne Europea così codifica-ta si è costituita il 7 feb-braio del 1992 col trattatodi Maastricht, entrato poiin vigore il primo novem-bre del ’93.Ed anche l’eu-ro, tristemente unico ele-mento comune agli Statiaderenti, è in vigore dalprimo gennaio del 1999 edin circolazione dalla stes-sa data del 2002.

Dunque, assegnare ilPremio Nobel per laPace all’Unione Euro-pea, dando quale moti-vazione l’aver contri-buito “per oltre seidecenni all’avanzamen-to della pace, dellariconciliazione, dellademocrazia e dei dirit-ti umani in Europa”stride nettamente colcalendario ed è quantomeno inesatto, quandonon demagogico.

Anche perché, come sem-pre, occorre intedersi sulconcetto di “pace”: capirecioè se si voglia far rien-trare in esso anche i silen-zi sui massacri in Siriaoppure le varie operazio-ni internazionali condot-te e quelle in programma- ricordiamo ex-Jugosla-via e Libia per tutte - l’ul-tima delle quali predispo-sta nel Mali, assoluta-mente doverosa qualoravoglia spezzare il regimedi terrore imposto da AlQaeda, meno invecequando sia mirata princi-palmente a tutelare l’in-fluenza francese - soprat-tutto economica - in quel-la regione. Giustamente,osservava“il Giornale”“isoldati africani spareran-no, i francesi comande-

ranno e i partner europeipagheranno”.

I sessant’anni senza guer-re non si devono dunqueall’Unione Europea, cheancora non era nata,maa ben altri fattori.E già questo la dice lun-ga sulla retorica “politi-camente corretta” intrin-seca a tale riconosci-mento, che giunge - vanotato - nel periodo anzidi peggiore crisi istitu-zionale, quando cioèmassimo è l’attrito traBruxelles e l’opinionepubblica - come denun-ciano i disordini di Ate-ne eMadrid - a fronte diun’austerity, causa dellapesante recessione, chestritola i contribuenti ele loro famiglie, lascian-do intatti solo i privilegidella cosiddetta “casta”di burocrati e politici.Maacuta è anche la diffe-renza tra i Paesi membri,in particolare tra Ger-mania, Francia, Italia,Grecia, Spagna.

Non a caso il leader delbritannico IndependenceParty, Nigel Farage, hadefinito una “disgraziatotale” questo Nobel,curiosamente assegnatodal comitato norvegeseovvero di una Nazionemai entrata a far partedell’Unione, prospettivaanzi bocciata due volteper via referendaria. Nél’Europa oggi può fre-giarsi di patenti di demo-crazia, non essendo elet-tivi i suoi organi vera-mente decisionali, ed anziinterferendo pesante-mente sulla vita demo-cratica degli Stati membri.In una recente intervista,il filosofo KennethMino-

gue ha evidenziato comeil governo italiano sia“sta-to scelto dall’Europa”,anziché dalle urne.Anchesul fronte etico le frizionisono palpabili: sonoinconciliabili col comunesentire e con le radici cri-stiane dei popoli europeipressioni quali quelle eser-citate dalla CommissioneEuropea, ancora recente-mente, a favore del rico-noscimento delle coppiegay, chiedendo il “mutuoriconoscimento” in tutti gliStati membri delle nozzeomosessuali celebrate neiPaesi ove già sianoammesse, infischiandose-ne delle singole legisla-zioni nazionali.

Un’assegnazione, insom-ma, quella del Nobel perla Pace all’Unione Euro-pea, che lascia quantomeno sconcertati, comegià fece l’analogo rico-noscimento dato ad unBarack Obama da pocoeletto, nonostante la suaPresidenza abbia dimo-strato poi nei fatti di nonesser né brillante, néesemplare. È stranocome quel premio giun-gesse agli inizi del suomandato come questoall’UE sia giunto allafine, rafforzandolo pro-prio poco prima del giu-dizio degli elettori sta-tunitensi. Tali decisionigettano in ogni casopesanti ombre sulla cre-dibilità del riconosci-mento, come già avven-ne - ed in modo platea-le - con l’attribuzione diun altro Nobel, questavolta per la Letteratura,a Dario Fo.A meno chetutto non voglia ridursialla messinscena di un“mistero buffo”. �

Corrispondenza Romana

L’ORA DI RELIGIONENON È UNA GRAZIOSA CONCESSIONE AI CATTOLICI

Mauro Faverzani (Corrispondenza romana)

NOBEL PER LA PACEALL’UNIONE EUROPEA:UN … “MISTERO BUFFO”?

Gli ultimi eventi siria-ni, vale a dire l’in-

surrezione armata controil regime ba’athista delpresidente Bashar Hafezal- Assad, si presentacome il punto di incrociodi due conflitti interni almondo islamico. Da unlato, esso è il prolunga-mento delle cosiddettePrimavere arabe, vale adire delle insurrezioniarmate contro i regimi dinazionalismo socialistaarabo, insurrezioni volutedall’Amministrazione sta-tunitense del democrati-coBarakHusseinObama.

Esse rappresentano, neifatti e nella strategia, lapresa del potere da par-te di quelli che, percomodità giornalistica,possiamo definire inte-gralisti islamici-sunniti.

L’appoggio delle Ammi-nistrazioni democratichestatunitensi all’integrali-smo sunnita trova la suamente in Zbigniew Brez-zinski ed ha portato l’Am-

ministrazioneClinton allacreazione del primo Statoislamico in Europa dopola cacciata dell’imperoottomano (Bosnia-Erze-govina); all’inedita nasci-ta dell’islamismo terrori-sta in Somalia; alla crea-zione del talebani ed allaloro presa del potere inAfghanistan, ai danni delregime uscito dalla vitto-riosa resistenza antisovia-tica; all’inflazione dei ser-vizi segreti pakistani conelementi dell’integralismodeobandi (fondamentali-smo sunnita del subconti-nente indiano), fino al lorocontrollo deimedesimi edall’organizzazione del col-po di Stato che ha portatoal potere il generale Par-vez Musharraf su posizio-ni islamiche ed anti-india-ne, poi repentinamentemutate dopo il cambio dialleanze dell’Amministra-zione Bush e la conse-guente invasione dell’Af-ghanistan.

Tale politica ha condot-to l’Amministrazione

Obama a realizzare lesuddette Primavere ara-be, che rischiano di vede-re il fondamentalismosannita al potere dalMarocco allo Yemen,con l’eccezione dell’Al-geria, dove la sanguino-sissima guerra civile, suc-ceduta al colpo di Statodel Fronte di Liberazio-ne Nazionale (11 genna-io 1992) e perduta dagliislamisti, ne ha decima-to il numero e colpito lacapacità politica e mili-tare in maniera tantograve da non consentireloro di sfruttare que-st’occasione.

Dall’altro lato, questoconflitto segna un ulte-riore tappa nello scontroche, fin dalla morte diMaometto (570 ca-632),contrappone i sunniti aglisciiti. Si potrebbe quasidire che gli eventi sirianisiano il prolungamentodella guerra Iran-Iraq edell’invasione statuniten-se della Mesopotamia.All’indomani della rivo-

Carlo Manetti (Corrispondenza romana)

SIRIAL’INSURREZIONE SUNNITA

luzione che depose lo Sciàdi Persia ed installò, inluogo delTrono del Pavo-ne, la repubblica Islami-ca dell’Ayatollah Ruhol-lãhMustafàMosavi Kho-meyni (1902-1989), lemonarchie wahabite del-la penisola arabica, neltimore di un contagio neiconfronti delle loromino-ranze sciite, hanno per-suaso Saddam HusseinAbd al-Majid al-Tikriti(1937-2006) ad invaderel’Iran, finanziando in granparte l’operazione. Con-tro il pericolo sciita, ilsunnita Ba’ath irachenoed il fondamentalismowahabita trovano un’al-leanza, sostenuta da tut-

to il mondo arabo, conl’unica eccezione dellaSiria.

L’appoggio siriano aTeheran è dovuto al fat-to che il Ba’ath al pote-re a Damasco è control-lato dagli Alawiti, unasetta sciita. Con l’inva-sione statunitense del-l’Iraq, il potere di quelPaese passa dalla mino-ranza araba sunnita, dicui il Ba’ath iracheno eraespressione, alla mag-gioranza sciita, sia purecon vastissime autono-mie per le regioni set-tentrionali a maggioran-za curda.

È questo il punto dimag-gior forza raggiuntodagli sciiti, nella lorocontesa con i sunniti nel-l’area mediorientale.

Ecco che l’insurrezionesiriana rappresenta an-che una significativa con-troffensiva sunnita. Laquestione religiosa sidimostra, anche nelloscacchiere islamico, comel’elemento principe ecome il fatto scatenantee determinante dellerelazioni internazionaliseguite al periodo di iber-nazione culturale edidentitaria della GuerraFredda. �

Monsignor Luigi Negri

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18 ITALIA REALE - 11/2012

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Preziosa serie di 57 stam-pe di cm. 20,8 x 29,5 sucartoncino, che presenta-no sul retro la storia deisingoli Personaggi dellaReal Casa di Savoia .Una galleria di ritratti, daincorniciare, dei Conti,Duchi, Re, Regine e Prin-

cipi di Casa Savoia, uni-ca completa mai pubbli-cata da altri. Un regaloprezioso che potete farea Voi stessi o ad amici cheamino la Storia e l’Italia.Le 57 stampe verrannoinviate a quanti avrannofatto pervenire contribu-to di 140 euro, con la spe-c i f icaz ione “Per le 57stampe”. �

MINIASSEGNI Possediamo ancora una cer-ta quantità dei Miniassegnidella Banca Sella intestati al-l’Alleanza Monarchica neglianni 1976 e 1977,unica “mo-neta monarchica”emessa inItalia durante questa repub-blica.Nell’Enciclopedia del “Col-lezionismo italiano” in me-rito si legge “Il pezzo più ra-ro di questa produzione è unminiassegno intestato ad ‘Al-leanza Monarchica’, una ri-vista mensile di politica, pre-sto ritirato di circolazione perle polemiche suscitate da chi

accusava l’istituto di essersiprestato a far pubblicità aduna formazione politica”.In effetti l’Alleanza Monar-chica è stata la formazionepolitica che per prima, bru-ciando sul tempo le altre,pensò a tale utilissima formadi propaganda in base al no-to adagio “pecunia non olet”(il denaro non ha odore) percui i nostri miniassegni fini-ti nelle mani di compagni ol-tre che di repubblicani in ge-nere,non venivano distrutti,bensì rimessi in circolazione.I miniassegni monarchicivennero pesantemente at-

taccati dai giornali di nume-rosi partiti ed in particolareda “L’Unità” che in articolopubblicato in prima paginaa firma del transfuga demo-cristiano Mario Melloni,me-glio noto quale “Fortebrac-cio”, parlò addirittura di pos-sibilità di riciclaggio di soldi.La serie completa di 6 esem-plari rispettivamente da Li-re 100, 150, 200, 250, 300 e350, verrà inviata (sino adesaurimento delle scorte) achi ci farà pervenire un con-tributo di Euro 25,con la spe-cificazione “Per i 6 miniasse-gni”. �

CARTOLINE

Possediamo ancora unapiccola quantità di cartoli-ne relative all’Ostensionedel 27 agosto-8 ottobre1978 della S. Sindone, in al-lora edite dall’AlleanzaMonarchica, dotate di fran-cobolli con la Santa Sindo-ne annullati con timbrodalle Poste italiane.I francobolli sono stati an-nullati in due posti diversi,e così sul retro oppure sulverso della cartolina.Due cartoline con franco-bollo e timbro sul retro eduna cartolina con francobol-lo e timbro sul verso, ver-ranno inviate (sino ad esau-rimento scorte) a chi ci faràpervenire contributo di Eu-ro 20 a mezzo del c/c posta-le, specificando “Per car-toline della S. Sindone”. �

PACCHETTOAUTOFINANZIA-MENTOI 5 foglietti di erinnofili, le 3cartoline della S. Sindone ela serie di 6 miniassegni del-l’Alleanza Monarchica,ver-ranno inviati per raccoman-data a chi farà pervenire uncontributo di Euro 50, conla specificazione “Per pac-chetto autofinanziamento”. �

ERINNOFILIPossediamo ancora una mi-nima quantità di “chiudilettera” (in foglietti di 6erinnofili a colori con S.M.Umberto II).

5 foglietti (contenenti com-plessivi 30 erinnofili) conS.M. Umberto II (stampa-ti nel 1977) verranno invia-ti (sino ad esaurimento del-le scorte) a quanti avranno

fatto pervenire contributodi 15 Euro a mezzo del c/cpostale intestato a Allean-za Monarchica, con la spe-cificazione “Per 5 fogliettidi erinnofili”. �

3

Page 19: ITALIA REALE DICEMBRE 2012

19ITALIA REALE - 11/2012

Bandiera Tricolore conStemma Sabaudo e Coro-na Reale, di cm 130 x 96circa. Gli iscritti che desi-derino riceverla,dovrannoversare un contributo diEuro 25,00 sul ContoCor-rente postale n. 30180103intestato a: Alleanza Mo-narchica, Casella Postalen. 1, 10121 Torino Centro,precisando chiaramente“Per unTricolore”. �

Bandiera dell’AlleanzaMonarchica,di cm.100 x 68circa, con Stemma su fon-do celeste, stampato su unlato. Chi desideri riceverla(insieme ad un distintivo daocchiello) versi un contri-buto di Euro 15,00 sul Con-to Corrente postale n.30180103 intestato a: Alle-anza Monarchica, CasellaPostale n. 1, 10121 TorinoCentro, precisando “PerBandiera e distintivo del-l’AlleanzaMonarchica”. �

Vi sottoponiamo quattro proposte:1) contributo per ricevere il Mensile a mezzo posta, stam-

pato su carta, oppure via e-mail nel 2013: Euro 40;2) contributo per ricevere il Mensile nel 2013 e per iscri-

zione al Movimento politico Alleanza Monarchica:Euro 60;

3) contributo per ricevere nel 2013 il Mensile oltre ad unomaggio: Euro 75;

4) contributo per ricevere il Mensile nel 2013 all’estero:Euro 50.

Gli amici, ancora non iscritti, che aderendo alle proposten. 2 o 3 desiderano ricevere la tessera, oltre ad effettuarei relativi versamenti sul c/c postale intestato all’AlleanzaMonarchica, n. 30180103 (Codice IBAN: IT74V076 01010000 0003 0180 103;Codice BIC/SWIFT:BPPIITRRXXX,Cin V, Abi 07601, Cab 01000, n. conto 000030180103)dovranno compilare il modulo di iscrizione, ricevuto ilquale e previa omologa dei competenti organi del Movi-mento, sarà possibile inviare la tessera.Per la legge sulla privacy i contributi saranno pubblicatiper esteso solo a seguito di autorizzazione da apporre suldocumento di versamento.

AUTOFINANZIAMENTO

GIOVEDÌMONARCHICIA TORINO

Le riunioni hanno luogo in una sala della Caffette-ria di Via Madama Cristina 5 angoloVia San PioV,sempre nel terzo giovedì del mese e precisamente:- Giovedì 20 dicembre 2012, ore 17,30.- Giovedì 17 gennaio 2013, ore 17,30.Le riunioni sono aperte ad iscritti e simpatizzantidell’Alleanza Monarchica, per discutere i pro-grammi di attività.

A.M. IN INTERNETRESPONSABILE INFORMATICODr. Roberto RizzoAlleanza Monarchica (nazionale):http://www.alleanza-monarchica.comE-mail: [email protected]

ITALIA REALE on line:http://italia-reale.alleanza-monarchica.comE-mail: [email protected]

Archivio Fotografico su Casa Savoia:http://foto.alleanza-monarchica.com

FORUM on line:http://www.alleanza-monarchica.com/forum

Alleanza Monarchica Giovani:http://www.amgiovani.itemail: [email protected]

LIGURIA:http://liguriamonarchica.wordpress.com/

TOSCANA - Lucca:http://monarchicitoscana.blogspot.com/

PIEMONTE - Biella:http://www.biellamonarchica.blogspot.com/

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Direttore responsabileROBERTO VITTUCCI RIGHINI

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Cell. 333/916.95.85E-mail: [email protected]

Recapito lettere, esclusivamente:Alleanza MonarchicaCasella Postale n. 110121 Torino Centro

Recapito plichi o pacchi:Alleanza MonarchicaCasella Postale n. 68110121 Torino Centro

Autor.Tribunale di Torino n. 2292del 6-12-1972

ITALIA REALE(giàAlleanza Monarchica)

Precedente autorizzazione(Stella e Corona) del 17-5-1967

Editore e StampatoreEDIGRAPH s.n.c.di Basso &TasiniVia Chieri, 64 - 10020Andezeno (TO)

La direzione del Mensileè presso l’Editore.

Tutte le collaborazioni alMensile sono offerte,effettuate e ricevute com-pletamente a titolo gra-tuito, e conseguentemen-te non comportano ilminimo onere di alcungenere per l’AlleanzaMonarchica,questoMen-sile ed il suo Direttore.Il Direttore, rispondendoper legge verso terzi in viasolidale con gli autori, halibero e pieno diritto diridurre e modificare gliarticoli.Tutte le collaborazionicomportano l’accettazio-ne integrale di quantosopra.

Page 20: ITALIA REALE DICEMBRE 2012

20 ITALIA REALE - 11/2012

Soluzione de “Il Giuoco di Leti” pubblicato sul numero di Novembre 2012

Pensiero di Fernande de Rojas: “Il primo passo verso la follia è credersi saggio”.

Rispondete alle definizioni qui sotto date -A,B,C, ecc.- e disponete le lettere delle parole secondo numera-zione. La frase risultante nelle caselle grigie lungo ilbordo esterno costituisce un pensiero dei monarchiciitaliani.A) Quella delle lettere è rossa.B) Capoluogo della regione della Loira.C)Altro nome della costata di vitello.D) Periodo di vacanza in estate.E) Trasportavano i colpiti dalle epidemie di peste.F) Struttura orizzontale superiore ad una porta.G) Ha prese elettriche multiple.H) La cambia chi tradisce gli elettori passando da unpartito all’altro.I) Clinton, da giovane, lo era per diletto.L) Uccello rapace dei falconiformi o politico avido.M) Gravato di incombente.

IL GIUOCO DI LETI

(da “Notizie”, periodico di informazione della Regione Piemonte)

A

1

4

8

7

2

L

1

3

2

I

1 7 6 3 2

G

1 5 4

3 6 5 4 4 5 4

9 3 2 12 5 6 3

6 5 1 11 6 1 2

3 4 9 10 10 9 7

6 7 8 1 8 8 6

5 4 3 2 7 7 5

4 5 4 5 6 6 1

5

4

E

1

2

3

4

2

3

2 7

B

1

M

H

2 3

C

1

D

F

2 3

123456789

10

UAR I N

BA S T

CR O N

DO E M I

B E L G I O C O L L A R D OZ U P P A V I A L T A S S EM A R C I E L O I R A I O NA D I P E R E S A M E S T OS O M M O S T I E’ R I A C EC R O C I O C E C C O G N OZ A P P A L L A R G O G N AS P A R O A N I E V O I L AG U S C I F R A D A R O N A

Il Calendario di grande formato, di 16 pagine, dell’“Associazione Amici del MuseoStorico dell’Arma di Cavalleria”verrà inviato sino ad esaurimento delle scorte,a quan-ti verseranno all’AlleanzaMonarchica il contributo di cui alla proposta n.3, in 75 euro.La quota annua di iscrizione all’Associazione, che è di volontariato, è di 50 euro; percontattarla indirizzarle alla Casella Postale n. 5 - 10121 Torino Centro.