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Lunedì 11 Dicembre 2017 IL GIORNALE DELL’ECONOMIA REALE www.ilsole24ore.com t @ 24ImpresaTerr INTERNAZIONALIZZAZIONE Pechino e farmaceutica sorprese dell’export nel 2017 Micaela Cappellini u pagina 15 IL RAPPORTO L’Italia del riciclo nella top 5 della Ue Enrico Netti u pagina 14 L’ANALISI La cosmesi made in Italy fa gola agli investitori Marika Gervasio u pagina 16 Bilanci sotto la lente. Secondo l’analisi di K Finance le aziende sono diventate più dinamiche, meno bancocentriche e più propense ad aprire il capitale Scatto di attrattività per le imprese italiane Migliorano ricavi e redditività, indebitamento in calo - Hi-tech, media e turismo in testa, in coda alimentare e materie prime PAGINA A CURA DI Chiara Bussi p Tecnologia, media e turismo. Punta su questi tre settori la busso- ladell’attrattivitàdelleimpreseita- liane. Lo rivela la classifica di K Fi- nance, partner equity markets di Borsa Italiana, sulla base dei bilan- ci (non consolidati) di oltre 49mila società suddivise in 17 settori con il fermo immagine al 2016. Il primo risultatoèunindicesintetico,dove più basso è il valore più alto è l’ap- peal.Ilsecondohatuttal’ariadiuna buona notizia: dopo la crisi e la «nuova normalità» le imprese ita- liane sono diventate più dinami- che, grazie a un mix tra congiuntu- ra più favorevole, cambiamento culturale e incentivi. Tratuttisimetteinlucelatecno- logia. «In ritardo rispetto agli altri Paesi - sottolinea l’a.d. di K Finance Filippo Guicciardi - il tessuto im- prenditoriale italiano sta scopren- do le potenzialità di questo settore, dove stanno nascendo campioni nazionali. Anche il private equity e il venture capital guardano con in- teresse a questo comparto». Nei media hanno trainato soprattutto la componente televisiva e digita- le: la considerevole crescita com- plessiva dei ricavi (+7,4%) ha per- messo al settore di aggiudicarsi la seconda posizione. Le imprese del turismo e tempo libero si posizio- nano al terzo posto grazie a un au- mentodeiricavidel3,8%combina- to a un buon livello di redditività e all’attenzione alla gestione finan- ziaria. La maglia nera va invece al settorealimentare.«Lastabilità-fa notare Guicciardi - è un valore in periodo di crisi ma penalizza i ri- sultati nei momenti di ripresa. Ha inoltre pesato la dimensione limi- tata di alcune aziende, salvo ecce- zioni, che non permette di cogliere tutte le opportunità offerte da un mercato sempre più globale». Restringendo il focus l’automo- tive guida la classifica del fatturato con una crescita del 9,3 per cento. Le utilities primeggiano invece perredditività(mavengonopena- lizzate da un calo dei ricavi) e la tecnologia svetta per la gestione finanziaria. «La classifica - spiega Marta Te- sti, head of Elite Growth Italia ed Europa di Borsa Italiana -mette in luce il tesoretto dell’economia ita- lianacheesercitaappealsuinvesti- tori e partner industriali. Sono re- altà sulle quali occorre sempre più orientare le scelte di politica indu- striale per favorirne un ulteriore sviluppo sulla scia di iniziative co- me i Pir (Piani individuali di rispar- mio) e gli incentivi per i servizi di advisory introdotti nella manovra 2018 che contribuiranno a favorire una maggiore crescita delle Pmi». A livello aggregato il campione considerato mostra ricavi in deci- sa crescita (+3,1%), accompagnati da un aumento del numero di di- pendenti di 360mila unità (+4,8%), un leggero rialzo della redditività (0,1%) e un indebitamento in calo. «Ora le imprese italiane - spiega Guicciardi - non giocano più in di- fesa. Con il passare degli anni tutti gli slogan associati alle nostre Pmi stanno perdendo significato: pic- colo non è più bello, le aziende fa- miliari non sono più restie ad apri- re il loro capitale, sono attive nel- l’M&A, anche all’estero, sono di- ventate meno bancocentriche e l’internazionalizzazione fa ormai parte del loro business». In altre parole,glifaecoTesti«sonopiùdi- namiche, come dimostrano anche le scelte delle società della piatta- forma Elite di Borsa Italiana: il 35% di esse è stato coinvolto in opera- zioni di finanza straordinaria per un valore delle transazioni di 3,5 miliardi. Sono state inoltre finaliz- zate 163 operazioni di M&A e joint venture da parte di 91 società e 60 di private equity o venture capital. Senza dimenticare le 27 emissioni obbligazionarie per una raccolta totale di 805 milioni e 10 Ipo». Quale sarà il settore più attratti- vo del 2018? Guicciardi e Testi non hanno dubbi: «Sicuramente il comparto industriale nel suo complesso, con la meccanica in prima linea: dopo i buoni risultati già evidenziati dai bilanci 2016 ri- ceverà un ulteriore impulso da In- dustria 4.0». © RIPRODUZIONE RISERVATA Il settore migliore. Le stime di Anitec-Assinform Trend positivo per la tecnologia grazie a big data e Industria 4.0 p In due anni ha compiuto un balzo di sei gradini. Era al setti- mo posto secondo la fotografia scattata dai bilanci 2014 e ora gui- da la classifica dei settori più at- trattivi. Stiamo parlando della tecnologia, che comprende le società attive nello sviluppo di software e di dispositivi elettro- nici. A contribuire al posiziona- mento è stato un mix tra aumen- to del fatturato complessivo, buona redditività e attenzione alla gestione finanziaria. «Il ri- sultato non mi stupisce - com- menta Stefano Pileri presidente di Anitec-Assinform - il nostro settore sta infatti beneficiando di una serie di fattori che rappre- sentano un volàno per le nostre imprese». Cita la trasformazio- ne digitale, con gli incentivi a In- dustria 4.0, il Piano banda ultra- larga e quello per la digitalizza- zione della Pubblica ammini- strazione, ma anche «il grande giacimento dei big data» Senza dimenticare le potenzialità of- ferte dal mondo della sanità e della tecnologia intelligente. Una tendenza che secondo l’As- sociazione dovrebbe proseguire anche nel 2018, con un aumento dei volumi di mercato di almeno il 3-3,5%». Molte potenzialità dunque, ma anche alcuni punti deboli di un settore che conta 87mila imprese per un totale di 450mila addetti. «Grandi, medie, ma soprattutto piccole e mi- croimprese - fa notare Pileri - con una cultura manageriale e dove i giovani rappresentano circa i due terzi. Ma dove il nanismo può rappresentare un ostacolo, soprattutto per gli investimenti futuri in Ricerca e Sviluppo». © RIPRODUZIONE RISERVATA L’osservato speciale. Previsioni in rialzo per l’Ance con il nodo burocrazia Timidi segnali per l’edilizia ma la vera ripresa è lontana p È stata per anni la prova evi- dente della crisi che dal mondo della finanza ha travolto l’econo- mia reale. Ora si situa al 13esimo posto tra i 17 settori considerati nella ricerca di K Finance. Qual- cosa, però, per l’edilizia timida- mente si muove. Il settore è infat- ti al terzo posto per crescita di fat- turato, ma scivola nella parte bas- sa della classifica per redditività e indebitamento. «Qualche timido segnale di ripresa in effetti lo ab- biamo riscontrato - dice Gabriele Buia, presidente dell’Ance, l’As- sociazione nazionale costruttori edili - ma ha riguardato soprattut- to le aziende proiettate sui mer- cati esteri. È invece ancora diffi- cile la situazione per chi opera in Italia». Del resto i numeri parlano chiaro, con gli investimenti in nuove abitazioni crollati del 63% dal 2007 al 2016, quelli nelle opere pubbliche del 49 per cento. An- che fare previsioni diventa un esercizio difficile. «A fine 2016 - spiega Buia- pensavamo a un 2017 soddisfacente con investimenti in costruzioni in rialzo dell’1%, ma ora se va bene dovremo ac- contentarci di un +0,2% appena. Le opere pubbliche sono rimaste al palo, eppure le risorse ci sono, ma dallo stanziamento al cantie- re i tempi sono lunghi a causa del- l’eccesso di burocrazia». Per il 2018 la stima ancora provvisoria è di investimenti in aumento del- l’1,5%, ma la cautela resta d’obbli- go. «Occorre un Codice degli ap- palti più snello per poter utilizza- re le risorse con rapidità. Il siste- ma Paese non può aspettare». © RIPRODUZIONE RISERVATA (*) meccanica, packaging, aerospazio Fonte: K Finance su banca dati Aida Bureau Van Dijk Più basso è l’indice, più alta è l'attrattività del settore Tecnologia 1. 2,3 Media ed editoria 2. 4,7 Viaggi e tempo libero 3. 6,3 Salute 4. 6,3 Auto e componentistica 5. 7 Tlc 7. 9,3 Utilities 8. 9,3 Servizi 9. 9,7 Chimica 10. 10 Commercio 11. 10 Edilizia e materiali 13. 10,7 Agro-alimentare 14. 12 Materie prime 15. 12 Alimentari 16. 12 Industria* 6. 8 Moda, prodotti casa/persona 12. 10,7 Lo stato di salute dei settori Patrimonializzazione. L’effetto degli incentivi e della relazione con il credito L’80% delle Pmi ha spalle più larghe p Con le spalle più larghe per af- frontare il mercato. Si presentano così le imprese italiane dei 17 set- tori passati ai raggi X nell’analisi di K Finance. Il loro patrimonio net- to è infatti aumentato di circa 54 miliardi di euro. Su un campione complessivo di oltre 49mila aziende più di 38mila (il 78%) han- no registrato un incremento del- l’equity, mentre per 11mila il patri- monio è diminuito. «È l’effetto di incentivi come l’Ace (Aiuto alla crescita economica) - spiegano da K Finance - ma anche di una mino- re dipendenza dal settore banca- rio. Il risultato lascia ben sperare per i prossimi anni ». Un maggiore patrimonio rende infatti le imprese più robuste, me- nodipendentidaldebitoehaeffet- ti positivi anche sulla creazione di valore finanziario. Oltre all’attrattività, K Finance ha esaminato la creazione di valo- re - dove i due parametri di riferi- mento sono l’Ebitda e l’indebita- mento - per gli anni 2015 e 2016 e ne ha misurato la variazione.In que- sto caso la classifica cambia ri- spetto a quella dell’attrattività, ma presenta qualche confer- ma.Qui a primeggiare sono la chi- mica, le materie prime e il settore industriale. Il primo comparto ha registrato un aumento della mar- ginalità dal 7,7 all’8,4%, grazie an- che al calo del prezzo del petrolio, e una contestuale riduzione del- l’indebitamento. Cresce anche il valore finanziario nel settore del- le materie prime. Tra le prime 30 aziende del campione utilizzato nella ricerca in termini di fattura- to sono molto rappresentate quelle siderurgiche che nel corso del 2016 hanno beneficiato di un aumento dei volumi produttivi di acciaio, dei prezzi medi e delle esportazioni. Medaglia di bronzo è l’indu- stria, dove gli indicatori positivi di attrattivitàsisono“scaricati”sulla creazione di valore. Stesso discor- sovaleperilsettoredell’autoedel- la componentistica (al quinto po- sto), mentre le utilities sono quar- te e registrano il maggiore aumen- to della redditività (+9 per cento). © RIPRODUZIONE RISERVATA Fonte: K Finance su banca dati Aida Bureau Van Dijk 1 Chimica 3 Manifatturiero 4 Utilities 2 Materie prime 5 Auto +3 +4,4 +4,5 +5 +6,7 I primi cinque settori che hanno migliorato di più il valore finanziario tra il 2015 e il 2016. L'Indice esprime il valore finanziario di un settore sulla base della marginalità e dell’indebitamento rispetto ai ricavi Chi ha creato più valore Medaglia d’oro. Le imprese tecnologiche esercitano sempre più appeal OLYCOM Cantiere aperto La rinascita della Vecchia Fiera di Milano, oggi Citylife LA METODOLOGIA L’indice equiponderato n K Finance ha analizzato i bilanci 2016 (non consolidati) di un campione di 49.947 imprese con sede legale in Italia censite dalla Banca dati Aida di Bureau Van Dijk. Il ranking totale è frutto dell’equiponderazione dei tre indici: la variazione del fatturato nel biennio 2015-2016, la redditività (Ebitda/vendite) e l’indebitamento (Posizione finanziaria netta/vendite). Servizio Clienti Tel. 02 (06) 3022.3811/3567 Fax 02(06) 3022.4462/2059 [email protected] BS.ILSOLE24ORE.COM BEAUTY & WELLNESS MANAGEMENT 4.0 MASTER FULL TIME Business School24 S.p.A. 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Lunedì 11 Dicembre 2017 IL GIORNALE DELL’ECONOMIA REALE www.ilsole24ore.com

t @ 24ImpresaTerr

INTERNAZIONALIZZAZIONE

Pechino e farmaceutica sorprese dell’export nel 2017 Micaela Cappellini upagina 15

IL RAPPORTO

L’Italia del riciclo nella top 5della Ue Enrico Netti upagina 14

L’ANALISI

La cosmesi made in Italyfa gola agli investitoriMarika Gervasio upagina 16

Bilanci sotto la lente.Secondo l’analisi di K Finance le aziende sono diventate più dinamiche, meno bancocentriche e più propense ad aprire il capitale

Scatto di attrattività per le imprese italianeMigliorano ricavi e redditività, indebitamento in calo - Hi-tech, media e turismo in testa, in coda alimentare e materie prime

PAGINA A CURA DIChiara Bussi

pTecnologia, media e turismo. Punta su questi tre settori la busso­la dell’attrattività delle imprese ita­liane. Lo rivela la classifica di K Fi­nance, partner equity markets di Borsa Italiana, sulla base dei bilan­ci (non consolidati) di oltre 49milasocietà suddivise in 17 settori con ilfermo immagine al 2016. Il primo risultato è un indice sintetico, dovepiù basso è il valore più alto è l’ap­peal. Il secondo ha tutta l’aria di unabuona notizia: dopo la crisi e la «nuova normalità» le imprese ita­liane sono diventate più dinami­che, grazie a un mix tra congiuntu­ra più favorevole, cambiamento culturale e incentivi. 

Tra tutti si mette in luce la tecno­logia. «In ritardo rispetto agli altri Paesi ­ sottolinea l’a.d. di K FinanceFilippo Guicciardi ­ il tessuto im­prenditoriale italiano sta scopren­do le potenzialità di questo settore,dove stanno nascendo campioni nazionali. Anche il private equity eil venture capital guardano con in­teresse a questo comparto». Nei media hanno trainato soprattutto la componente televisiva e digita­le: la considerevole crescita com­plessiva dei ricavi (+7,4%) ha per­messo al settore di aggiudicarsi la seconda posizione. Le imprese del turismo e tempo libero si posizio­nano al terzo posto grazie a un au­mento dei ricavi del 3,8% combina­to a un buon livello di redditività e all’attenzione alla gestione finan­ziaria. La maglia nera va invece al settore alimentare. «La stabilità ­ fanotare Guicciardi ­ è un valore in periodo di crisi ma penalizza i ri­

sultati nei momenti di ripresa. Ha inoltre pesato la dimensione limi­tata di alcune aziende, salvo ecce­zioni, che non permette di coglieretutte le opportunità offerte da un mercato sempre più globale». 

Restringendo il focus l’automo­tive guida la classifica del fatturatocon una crescita del 9,3 per cento. Le utilities primeggiano  invece per redditività (ma vengono pena­lizzate da un calo dei ricavi) e la tecnologia svetta per la gestione finanziaria.

«La classifica ­ spiega Marta Te­sti, head of Elite Growth Italia ed Europa di Borsa Italiana ­mette in luce il tesoretto dell’economia ita­liana che esercita appeal su investi­tori e partner industriali. Sono re­altà sulle quali occorre sempre più orientare le scelte di politica indu­striale per favorirne un ulteriore sviluppo sulla scia di iniziative co­me i Pir (Piani individuali di rispar­mio) e gli incentivi per i servizi di advisory introdotti nella manovra 

2018 che contribuiranno a favorire una maggiore crescita delle Pmi». 

A livello aggregato il campioneconsiderato mostra ricavi in deci­sa crescita (+3,1%), accompagnati da un aumento del numero di di­pendenti di 360mila unità (+4,8%), un leggero rialzo della redditività (0,1%) e un indebitamento in calo. «Ora le imprese italiane ­ spiega Guicciardi ­ non giocano più in di­fesa. Con il passare degli anni tutti gli slogan associati alle nostre Pmi stanno perdendo significato: pic­colo non è più bello, le aziende fa­miliari non sono più restie ad apri­re il loro capitale, sono attive nel­l’M&A, anche all’estero, sono di­ventate meno bancocentriche e l’internazionalizzazione fa ormai parte del loro business». In altre parole, gli fa eco Testi «sono più di­namiche, come dimostrano anche le scelte delle società della piatta­forma Elite di Borsa Italiana: il 35% di esse è stato coinvolto in opera­zioni di finanza straordinaria per un valore delle transazioni di 3,5 miliardi. Sono state inoltre finaliz­zate 163 operazioni di M&A e joint venture da parte di 91 società e 60 di private equity o venture capital. Senza dimenticare le 27 emissioni obbligazionarie per una raccolta totale di 805 milioni e 10 Ipo». 

Quale sarà il settore più attratti­vo del 2018? Guicciardi e Testi nonhanno  dubbi: «Sicuramente  il comparto  industriale  nel  suo complesso, con la meccanica in prima linea: dopo i buoni risultati già evidenziati dai bilanci 2016 ri­ceverà un ulteriore impulso da In­dustria 4.0». 

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Il settore migliore. Le stime di Anitec­Assinform

Trend positivo per la tecnologiagrazie a big data e Industria 4.0pIn due anni ha compiuto un balzo di sei gradini. Era al setti­mo posto secondo la fotografia scattata dai bilanci 2014 e ora gui­da la classifica dei settori più at­trattivi. Stiamo parlando della tecnologia,  che  comprende  lesocietà attive nello sviluppo di software e di dispositivi elettro­nici. A contribuire al posiziona­mento è stato un mix tra aumen­to  del  fatturato  complessivo, buona redditività e attenzione alla gestione finanziaria. «Il ri­sultato non mi stupisce ­ com­menta Stefano Pileri presidente 

di Anitec­Assinform ­ il nostro settore sta infatti beneficiandodi una serie di fattori che rappre­sentano un volàno per le nostre imprese». Cita la trasformazio­ne digitale, con gli incentivi a In­dustria 4.0, il Piano banda ultra­larga e quello per la digitalizza­zione  della  Pubblica  ammini­strazione, ma anche «il grande giacimento dei big data» Senza dimenticare le potenzialità of­ferte dal mondo della sanità e della  tecnologia  intelligente. Una tendenza che secondo l’As­sociazione dovrebbe proseguire

anche nel 2018, con un aumento dei volumi di mercato di almenoil  3­3,5%».  Molte  potenzialità dunque, ma anche alcuni punti deboli di un settore che conta 87mila imprese per un totale di 450mila addetti. «Grandi, medie,ma  soprattutto  piccole  e  mi­croimprese ­ fa notare Pileri ­ conuna cultura manageriale e dove igiovani  rappresentano  circa  i due terzi. Ma dove il nanismo può rappresentare un ostacolo, soprattutto per gli investimentifuturi in Ricerca e Sviluppo». 

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L’osservato speciale. Previsioni in rialzo per l’Ance con il nodo burocrazia

Timidi segnali per l’ediliziama la vera ripresa è lontanapÈ stata per anni la prova evi­dente della crisi che dal mondo della finanza ha travolto l’econo­mia reale. Ora si situa al 13esimo posto tra i 17 settori considerati nella ricerca di K Finance. Qual­cosa, però, per l’edilizia timida­mente si muove. Il settore è infat­ti al terzo posto per crescita di fat­turato, ma scivola nella parte bas­sa della classifica per redditività eindebitamento. «Qualche timidosegnale di ripresa in effetti lo ab­biamo riscontrato ­ dice GabrieleBuia, presidente dell’Ance, l’As­

sociazione nazionale costruttori edili ­ ma ha riguardato soprattut­to le aziende proiettate sui mer­cati esteri. È invece ancora diffi­cile la situazione per chi opera in Italia». Del resto i numeri parlanochiaro, con gli  investimenti  in nuove abitazioni crollati del 63% dal 2007 al 2016, quelli nelle operepubbliche del 49 per cento. An­che fare previsioni diventa un esercizio difficile. «A fine 2016 ­ spiega Buia­ pensavamo a un 2017soddisfacente con investimenti in costruzioni in rialzo dell’1%, 

ma ora se va bene dovremo ac­contentarci di un +0,2% appena. Le opere pubbliche sono rimaste al palo, eppure le risorse ci sono, ma dallo stanziamento al cantie­re i tempi sono lunghi a causa del­l’eccesso di burocrazia». Per il 2018 la stima ancora provvisoria èdi investimenti in aumento del­l’1,5%, ma la cautela resta d’obbli­go. «Occorre un Codice degli ap­palti più snello per poter utilizza­re le risorse con rapidità. Il siste­ma Paese non può aspettare».

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(*) meccanica, packaging, aerospazio Fonte: K Finance su banca dati Aida Bureau Van Dijk

Più basso è l’indice, più alta è l'attrattività del settore

Tecnologia1. 2,3

Media ed editoria2. 4,7

Viaggi e tempo libero3. 6,3

Salute 4. 6,3

Auto e componentistica5. 7

Tlc7. 9,3

Utilities8. 9,3

Servizi 9. 9,7

Chimica10. 10

Commercio11. 10

Edilizia e materiali13. 10,7

Agro-alimentare14. 12

Materie prime15. 12

Alimentari16. 12

Industria*6. 8

Moda, prodotti casa/persona12. 10,7

Lo stato di salute dei settori Patrimonializzazione. L’effetto degli incentivi e della relazione con il credito

L’80% delle Pmi ha spalle più larghepCon le spalle più larghe per af­frontare il mercato. Si presentano così le imprese italiane dei 17 set­tori passati ai raggi X nell’analisi diK Finance. Il loro patrimonio net­to è infatti aumentato di circa 54 miliardi di euro. Su un campione complessivo  di  oltre  49mila aziende più di 38mila (il 78%) han­no registrato un incremento del­l’equity, mentre per 11mila il patri­monio è diminuito. «È l’effetto di incentivi come l’Ace (Aiuto alla crescita economica) ­ spiegano daK Finance ­ ma anche di una mino­re dipendenza dal settore banca­rio. Il risultato lascia ben sperare per i prossimi anni ». 

Un maggiore patrimonio rendeinfatti le imprese più robuste, me­

no dipendenti dal debito e ha effet­ti positivi anche sulla creazione di valore finanziario. 

Oltre all’attrattività, K Financeha esaminato la creazione di valo­re ­ dove i due parametri di riferi­mento sono l’Ebitda e l’indebita­mento ­ per gli anni 2015 e 2016 e neha misurato la variazione.In que­sto caso la classifica cambia ri­spetto a quella dell’attrattività, ma  presenta  qualche  confer­ma.Qui a primeggiare sono la chi­mica, le materie prime e il settore industriale. Il primo comparto ha registrato un aumento della mar­ginalità dal 7,7 all’8,4%, grazie an­che al calo del prezzo del petrolio,e una contestuale riduzione del­l’indebitamento. Cresce anche il 

valore finanziario nel settore del­le materie prime. Tra le prime 30 aziende del campione utilizzato nella ricerca in termini di fattura­to  sono  molto  rappresentate quelle siderurgiche che nel corso del 2016 hanno beneficiato di un aumento dei volumi produttivi diacciaio, dei prezzi medi e delle esportazioni. 

Medaglia di bronzo è l’indu­stria, dove gli indicatori positivi diattrattività si sono “scaricati” sullacreazione di valore. Stesso discor­so vale per il settore dell’auto e del­la componentistica (al quinto po­sto), mentre le utilities sono quar­te e registrano il maggiore aumen­to della redditività (+9 per cento).

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Fonte: K Finance su banca dati Aida Bureau Van Dijk

1Chimica

3Manifatturiero

4Utilities

2Materie prime

5Auto

+3+4,4+4,5+5+6,7

I primi cinque settori che hanno migliorato di più il valore finanziario tra il 2015 e il 2016. L'Indice esprime il valore finanziario di un settore sulla base della marginalità e dell’indebitamento rispetto ai ricavi

Chi ha creato più valore

Medaglia d’oro. Le imprese tecnologiche esercitano sempre più appeal

OLYCOM

Cantiere aperto La rinascita della Vecchia Fiera di Milano, oggi Citylife

LA METODOLOGIA

L’indice equiponderaton K Finance ha analizzato i bilanci 2016 (non consolidati) di un campione di 49.947 imprese con sede legale in Italia censite dalla Banca dati Aida di Bureau Van Dijk. Il ranking totale è frutto dell’equiponderazione dei tre indici: la variazione del fatturato nel biennio 2015­2016, la redditività (Ebitda/vendite) e l’indebitamento (Posizione finanziaria netta/vendite).

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