Lunedì IL GIORNALE DELL’ECONOMIA REALE t …¬ 11 Dicembre 2017 IL GIORNALE DELL’ECONOMIA REALE...
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Lunedì 11 Dicembre 2017 IL GIORNALE DELL’ECONOMIA REALE www.ilsole24ore.com
t @ 24ImpresaTerr
INTERNAZIONALIZZAZIONE
Pechino e farmaceutica sorprese dell’export nel 2017 Micaela Cappellini upagina 15
IL RAPPORTO
L’Italia del riciclo nella top 5della Ue Enrico Netti upagina 14
L’ANALISI
La cosmesi made in Italyfa gola agli investitoriMarika Gervasio upagina 16
Bilanci sotto la lente.Secondo l’analisi di K Finance le aziende sono diventate più dinamiche, meno bancocentriche e più propense ad aprire il capitale
Scatto di attrattività per le imprese italianeMigliorano ricavi e redditività, indebitamento in calo - Hi-tech, media e turismo in testa, in coda alimentare e materie prime
PAGINA A CURA DIChiara Bussi
pTecnologia, media e turismo. Punta su questi tre settori la bussola dell’attrattività delle imprese italiane. Lo rivela la classifica di K Finance, partner equity markets di Borsa Italiana, sulla base dei bilanci (non consolidati) di oltre 49milasocietà suddivise in 17 settori con ilfermo immagine al 2016. Il primo risultato è un indice sintetico, dovepiù basso è il valore più alto è l’appeal. Il secondo ha tutta l’aria di unabuona notizia: dopo la crisi e la «nuova normalità» le imprese italiane sono diventate più dinamiche, grazie a un mix tra congiuntura più favorevole, cambiamento culturale e incentivi.
Tra tutti si mette in luce la tecnologia. «In ritardo rispetto agli altri Paesi sottolinea l’a.d. di K FinanceFilippo Guicciardi il tessuto imprenditoriale italiano sta scoprendo le potenzialità di questo settore,dove stanno nascendo campioni nazionali. Anche il private equity eil venture capital guardano con interesse a questo comparto». Nei media hanno trainato soprattutto la componente televisiva e digitale: la considerevole crescita complessiva dei ricavi (+7,4%) ha permesso al settore di aggiudicarsi la seconda posizione. Le imprese del turismo e tempo libero si posizionano al terzo posto grazie a un aumento dei ricavi del 3,8% combinato a un buon livello di redditività e all’attenzione alla gestione finanziaria. La maglia nera va invece al settore alimentare. «La stabilità fanotare Guicciardi è un valore in periodo di crisi ma penalizza i ri
sultati nei momenti di ripresa. Ha inoltre pesato la dimensione limitata di alcune aziende, salvo eccezioni, che non permette di coglieretutte le opportunità offerte da un mercato sempre più globale».
Restringendo il focus l’automotive guida la classifica del fatturatocon una crescita del 9,3 per cento. Le utilities primeggiano invece per redditività (ma vengono penalizzate da un calo dei ricavi) e la tecnologia svetta per la gestione finanziaria.
«La classifica spiega Marta Testi, head of Elite Growth Italia ed Europa di Borsa Italiana mette in luce il tesoretto dell’economia italiana che esercita appeal su investitori e partner industriali. Sono realtà sulle quali occorre sempre più orientare le scelte di politica industriale per favorirne un ulteriore sviluppo sulla scia di iniziative come i Pir (Piani individuali di risparmio) e gli incentivi per i servizi di advisory introdotti nella manovra
2018 che contribuiranno a favorire una maggiore crescita delle Pmi».
A livello aggregato il campioneconsiderato mostra ricavi in decisa crescita (+3,1%), accompagnati da un aumento del numero di dipendenti di 360mila unità (+4,8%), un leggero rialzo della redditività (0,1%) e un indebitamento in calo. «Ora le imprese italiane spiega Guicciardi non giocano più in difesa. Con il passare degli anni tutti gli slogan associati alle nostre Pmi stanno perdendo significato: piccolo non è più bello, le aziende familiari non sono più restie ad aprire il loro capitale, sono attive nell’M&A, anche all’estero, sono diventate meno bancocentriche e l’internazionalizzazione fa ormai parte del loro business». In altre parole, gli fa eco Testi «sono più dinamiche, come dimostrano anche le scelte delle società della piattaforma Elite di Borsa Italiana: il 35% di esse è stato coinvolto in operazioni di finanza straordinaria per un valore delle transazioni di 3,5 miliardi. Sono state inoltre finalizzate 163 operazioni di M&A e joint venture da parte di 91 società e 60 di private equity o venture capital. Senza dimenticare le 27 emissioni obbligazionarie per una raccolta totale di 805 milioni e 10 Ipo».
Quale sarà il settore più attrattivo del 2018? Guicciardi e Testi nonhanno dubbi: «Sicuramente il comparto industriale nel suo complesso, con la meccanica in prima linea: dopo i buoni risultati già evidenziati dai bilanci 2016 riceverà un ulteriore impulso da Industria 4.0».
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Il settore migliore. Le stime di AnitecAssinform
Trend positivo per la tecnologiagrazie a big data e Industria 4.0pIn due anni ha compiuto un balzo di sei gradini. Era al settimo posto secondo la fotografia scattata dai bilanci 2014 e ora guida la classifica dei settori più attrattivi. Stiamo parlando della tecnologia, che comprende lesocietà attive nello sviluppo di software e di dispositivi elettronici. A contribuire al posizionamento è stato un mix tra aumento del fatturato complessivo, buona redditività e attenzione alla gestione finanziaria. «Il risultato non mi stupisce commenta Stefano Pileri presidente
di AnitecAssinform il nostro settore sta infatti beneficiandodi una serie di fattori che rappresentano un volàno per le nostre imprese». Cita la trasformazione digitale, con gli incentivi a Industria 4.0, il Piano banda ultralarga e quello per la digitalizzazione della Pubblica amministrazione, ma anche «il grande giacimento dei big data» Senza dimenticare le potenzialità offerte dal mondo della sanità e della tecnologia intelligente. Una tendenza che secondo l’Associazione dovrebbe proseguire
anche nel 2018, con un aumento dei volumi di mercato di almenoil 33,5%». Molte potenzialità dunque, ma anche alcuni punti deboli di un settore che conta 87mila imprese per un totale di 450mila addetti. «Grandi, medie,ma soprattutto piccole e microimprese fa notare Pileri conuna cultura manageriale e dove igiovani rappresentano circa i due terzi. Ma dove il nanismo può rappresentare un ostacolo, soprattutto per gli investimentifuturi in Ricerca e Sviluppo».
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L’osservato speciale. Previsioni in rialzo per l’Ance con il nodo burocrazia
Timidi segnali per l’ediliziama la vera ripresa è lontanapÈ stata per anni la prova evidente della crisi che dal mondo della finanza ha travolto l’economia reale. Ora si situa al 13esimo posto tra i 17 settori considerati nella ricerca di K Finance. Qualcosa, però, per l’edilizia timidamente si muove. Il settore è infatti al terzo posto per crescita di fatturato, ma scivola nella parte bassa della classifica per redditività eindebitamento. «Qualche timidosegnale di ripresa in effetti lo abbiamo riscontrato dice GabrieleBuia, presidente dell’Ance, l’As
sociazione nazionale costruttori edili ma ha riguardato soprattutto le aziende proiettate sui mercati esteri. È invece ancora difficile la situazione per chi opera in Italia». Del resto i numeri parlanochiaro, con gli investimenti in nuove abitazioni crollati del 63% dal 2007 al 2016, quelli nelle operepubbliche del 49 per cento. Anche fare previsioni diventa un esercizio difficile. «A fine 2016 spiega Buia pensavamo a un 2017soddisfacente con investimenti in costruzioni in rialzo dell’1%,
ma ora se va bene dovremo accontentarci di un +0,2% appena. Le opere pubbliche sono rimaste al palo, eppure le risorse ci sono, ma dallo stanziamento al cantiere i tempi sono lunghi a causa dell’eccesso di burocrazia». Per il 2018 la stima ancora provvisoria èdi investimenti in aumento dell’1,5%, ma la cautela resta d’obbligo. «Occorre un Codice degli appalti più snello per poter utilizzare le risorse con rapidità. Il sistema Paese non può aspettare».
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(*) meccanica, packaging, aerospazio Fonte: K Finance su banca dati Aida Bureau Van Dijk
Più basso è l’indice, più alta è l'attrattività del settore
Tecnologia1. 2,3
Media ed editoria2. 4,7
Viaggi e tempo libero3. 6,3
Salute 4. 6,3
Auto e componentistica5. 7
Tlc7. 9,3
Utilities8. 9,3
Servizi 9. 9,7
Chimica10. 10
Commercio11. 10
Edilizia e materiali13. 10,7
Agro-alimentare14. 12
Materie prime15. 12
Alimentari16. 12
Industria*6. 8
Moda, prodotti casa/persona12. 10,7
Lo stato di salute dei settori Patrimonializzazione. L’effetto degli incentivi e della relazione con il credito
L’80% delle Pmi ha spalle più larghepCon le spalle più larghe per affrontare il mercato. Si presentano così le imprese italiane dei 17 settori passati ai raggi X nell’analisi diK Finance. Il loro patrimonio netto è infatti aumentato di circa 54 miliardi di euro. Su un campione complessivo di oltre 49mila aziende più di 38mila (il 78%) hanno registrato un incremento dell’equity, mentre per 11mila il patrimonio è diminuito. «È l’effetto di incentivi come l’Ace (Aiuto alla crescita economica) spiegano daK Finance ma anche di una minore dipendenza dal settore bancario. Il risultato lascia ben sperare per i prossimi anni ».
Un maggiore patrimonio rendeinfatti le imprese più robuste, me
no dipendenti dal debito e ha effetti positivi anche sulla creazione di valore finanziario.
Oltre all’attrattività, K Financeha esaminato la creazione di valore dove i due parametri di riferimento sono l’Ebitda e l’indebitamento per gli anni 2015 e 2016 e neha misurato la variazione.In questo caso la classifica cambia rispetto a quella dell’attrattività, ma presenta qualche conferma.Qui a primeggiare sono la chimica, le materie prime e il settore industriale. Il primo comparto ha registrato un aumento della marginalità dal 7,7 all’8,4%, grazie anche al calo del prezzo del petrolio,e una contestuale riduzione dell’indebitamento. Cresce anche il
valore finanziario nel settore delle materie prime. Tra le prime 30 aziende del campione utilizzato nella ricerca in termini di fatturato sono molto rappresentate quelle siderurgiche che nel corso del 2016 hanno beneficiato di un aumento dei volumi produttivi diacciaio, dei prezzi medi e delle esportazioni.
Medaglia di bronzo è l’industria, dove gli indicatori positivi diattrattività si sono “scaricati” sullacreazione di valore. Stesso discorso vale per il settore dell’auto e della componentistica (al quinto posto), mentre le utilities sono quarte e registrano il maggiore aumento della redditività (+9 per cento).
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Fonte: K Finance su banca dati Aida Bureau Van Dijk
1Chimica
3Manifatturiero
4Utilities
2Materie prime
5Auto
+3+4,4+4,5+5+6,7
I primi cinque settori che hanno migliorato di più il valore finanziario tra il 2015 e il 2016. L'Indice esprime il valore finanziario di un settore sulla base della marginalità e dell’indebitamento rispetto ai ricavi
Chi ha creato più valore
Medaglia d’oro. Le imprese tecnologiche esercitano sempre più appeal
OLYCOM
Cantiere aperto La rinascita della Vecchia Fiera di Milano, oggi Citylife
LA METODOLOGIA
L’indice equiponderaton K Finance ha analizzato i bilanci 2016 (non consolidati) di un campione di 49.947 imprese con sede legale in Italia censite dalla Banca dati Aida di Bureau Van Dijk. Il ranking totale è frutto dell’equiponderazione dei tre indici: la variazione del fatturato nel biennio 20152016, la redditività (Ebitda/vendite) e l’indebitamento (Posizione finanziaria netta/vendite).
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