ISTITUZIONI DI STORIA DELL'ARTE 1 primo modulo PUNTI 1 - 4-5

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ISTITUZIONI DI STORIA DELL’ARTE 1 primo modulo 1. Tarda antichità; età di Diocleziano e della Tetrarchia; età di Costantino (palazzo di Diocleziano a Spalato, Tetrarchi di Venezia, Basilica di Massenzio a Roma, ritratti di Costantino, archi di Costantino) ROMA DA CAPITALE DELL’IMPERO A CAPITALE DEL MONDO CRISTIANO – gli ultimi secoli dell’Impero- Con la fine della dinastia dei Severi (che governò Roma dal II al III secolo) comincia per l’Impero una fase di forte crisi, tale da mettere in forse la sua stessa esistenza. La minaccia ai confini orientali e settentrionale era costante: - le vittorie di Settimio Severo contro i parti non avevano portato la pace in quell’area dell’Impero - servirono a poco le spedizioni contro i popoli che premevano da Nord - le continue guerre dissanguavano la società romana, anche e soprattutto economicamente - il potere centrale era costretto ad aumentare la pressione fiscale - il potere centrale s’indebolì - si ebbe una rapida sequenza di imperatori, la maggior parte delle volte proclamati dalle truppe e raramente esercitavano il potere effettivo. L’Imperatore Aureliano decise di far proteggere Roma con delle mura: nemmeno il centro dell’Impero infatti poteva considerarsi al sicuro. In quegli anni i barbari erano arrivati al lago di Garda e agli Appennini, e a Oriente c’era la guerra contro Zenobia, la regina di Palmira. Solo tra la fine del III e l’inizio del IV secolo Diocleziano, Costantino e Teodosio, imperatori dalla forte personalità politica, riuscirono a riorganizzare tutto anche economicamente, permettendo all’Impero di continuare ad esistere anche se diviso in due parti, Occidente ed Oriente, per far fronte con maggior fortuna alle minacce esterne. Gli storici hanno considerato questo periodo di crisi come una fase di decadenza anche culturale ed artistica crisi della concezione classica dell’arte, la forma organica dell’arte greca. In realtà le tendenze “antigreche” non erano una novità, perché parallela alla produzione artistica greco-ellenistica. Non era orientata verso l’imitazione della natura, e per questo considerata “provinciale” e “plebea”. Questo è invece il periodo di congiunzione e passaggio dal Mondo Antico al Medioevo. Elemento caratterizzante affermazione di una nuova concezione religiosa. - Propensione per culti che promettevano la vita dopo la morte manifestatasi nella religione tradizionale, soprattutto fra ceti popolari, soldati e schiavi. Anche in ambito filosofico nelle opere di Plotino (fondatore del neoplatonismo) c’è la concezione del mondo inteso come emanazione di Dio, spirito puro e luce divina. Questa nuova spiritualità spiega l’affermarsi del cristianesimo, nei ceti poveri e poi in quelli dirigenti.

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ISTITUZIONI DI STORIA DELL’ARTE 1 – primo modulo –

1. Tarda antichità; età di Diocleziano e della Tetrarchia; età di Costantino (palazzo di Diocleziano a Spalato, Tetrarchi di Venezia, Basilica di Massenzio a Roma, ritratti di Costantino, archi di Costantino)

ROMA DA CAPITALE DELL’IMPERO A CAPITALE DEL MONDO CRISTIANO – gli ultimi secoli dell’Impero-Con la fine della dinastia dei Severi (che governò Roma dal II al III secolo) comincia per l’Impero una fase di forte crisi, tale da mettere in forse la sua stessa esistenza.La minaccia ai confini orientali e settentrionale era costante:

- le vittorie di Settimio Severo contro i parti non avevano portato la pace in quell’area dell’Impero- servirono a poco le spedizioni contro i popoli che premevano da Nord- le continue guerre dissanguavano la società romana, anche e soprattutto economicamente- il potere centrale era costretto ad aumentare la pressione fiscale- il potere centrale s’indebolì- si ebbe una rapida sequenza di imperatori, la maggior parte delle volte proclamati dalle truppe e

raramente esercitavano il potere effettivo.L’Imperatore Aureliano decise di far proteggere Roma con delle mura: nemmeno il centro dell’Impero infatti poteva considerarsi al sicuro.In quegli anni i barbari erano arrivati al lago di Garda e agli Appennini, e a Oriente c’era la guerra contro Zenobia, la regina di Palmira.

Solo tra la fine del III e l’inizio del IV secolo Diocleziano, Costantino e Teodosio, imperatori dalla forte personalità politica, riuscirono a riorganizzare tutto anche economicamente, permettendo all’Impero di continuare ad esistere anche se diviso in due parti, Occidente ed Oriente, per far fronte con maggior fortuna alle minacce esterne.

Gli storici hanno considerato questo periodo di crisi come una fase di decadenza anche culturale ed artistica crisi della concezione classica dell’arte, la forma organica dell’arte greca. In realtà le tendenze “antigreche” non erano una novità, perché parallela alla produzione artistica greco-ellenistica. Non era orientata verso l’imitazione della natura, e per questo considerata “provinciale” e “plebea”. Questo è invece il periodo di congiunzione e passaggio dal Mondo Antico al Medioevo.Elemento caratterizzante affermazione di una nuova concezione religiosa.

- Propensione per culti che promettevano la vita dopo la morte manifestatasi nella religione tradizionale, soprattutto fra ceti popolari, soldati e schiavi.

Anche in ambito filosofico nelle opere di Plotino (fondatore del neoplatonismo) c’è la concezione del mondo inteso come emanazione di Dio, spirito puro e luce divina.Questa nuova spiritualità spiega l’affermarsi del cristianesimo, nei ceti poveri e poi in quelli dirigenti.

Nel 313 Costantino concede la libertà di culto ai Cristiani, ma l’Impero era già in gran parte cristiano. Anche i precedenti tentativi di soppressione infatti fallirono.

IL PALAZZO DI DIOCLEZIANO a Spalato, Croazia.Diocleziano fu imperatore dal 284. riorganizzò l’impero per renderlo rigovernabile. Nel 305 istituì la TETRARCHIA sistema di governo che prevedeva due imperatori (augusti, uno a Oriente e uno a Occidente) accompagnati da due successori prescelti (i cesari).

Si ritirò a Spalato, abdicando, nel suo palazzo, costruito dal 293 in Dalmazia, da dove provenivano i suoi parenti e dove morì tra 313 e 316.

Di questo palazzo sono rimaste alcune parti molto consistenti. Adesso è il centro della città di Spalato

Forma trapezoidale Un lato si affaccia sul mare Robuste torri quadrate agli angoli, e i lati dell’area erano delimitate da grosse mura Il terreno declinava verso il mare, quindi fu necessario appoggiare il lato sul su

grosse fondazioni che lo rialzassero al livello del lato opposto Quattro porte permettono l’accesso ai quattro lati del palazzo, queste le +

monumentali:

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Argentea (est) Aurea (nord) Ferrea (ovest)

L’interno dell’area è scandita da due strade che incrociandosi perpendicolarmente dividono lo spazio in 4 lati cardo (corta) e decumano (lunga) riprende il tipico schema degli accampamenti militari romani

Nella zona settentrionale c’erano servizi e caserme, insieme a vasti giardini Nella zona meridionale c’erano gli edifici più consistenti La strada che va da nord a sud presenta una parte colonnata (peristilio) che verso la fine si conclude

con un portico a 4 colonne che al centro sostengono un archivolto Verso sud, dal peristilio, si accedeva a un vano circolare con cupola

Precedeva un altro ambiente rettangolare che si collegava agli appartamenti privati e con la loggia che percorreva tutto il lato verso il mare

Forse il peristilio era destinato a cerimonie pubbliche e sacre, con protagonista l’imperatore (c’era il lato corto con la serliana)

Da qui, verso ovest, si accedeva a un’area con due edifici tondi e un tempio tetrastilo, forse dedicato a giovedì a est c’era il mausoleo imperiale (ottogonale all’esterno e circolare all’interno); lo cingeva una serie di colonne, e dopo fu trasformato in cattedrale.

Ci sono anche le terme e altri ambienti destinati alle cerimonie e appartamenti privati

Il grande palazzo è quindi una struttura autonoma, una piccola città per l’imperatore

La residenza monumentale è con il sacrario, per ospitarlo eternamente La varietà degli ambienti ricorda le strutture delle ville o dei palazzi imperiali Le turbolenze dell’ultimo impero romano giustificano le grosse mura che proteggono il palazzo,

come fosse una residenza fortificata danno l’idea che l’imperatore si sa difendere.

I TETRARCHI DI VENEZIA Opera del 3° secolo. Sembrano identici invece non lo sono gli Augusti hanno la barba come simbolo di autorevolezza, mentre i Cesari no. Sono stati presi da Costantinopoli nella 4° Crociata si vede che hanno la forma semicircolare era una colonna in porfido. Ancora non sappiamo di preciso se quelli sono i tetrarchi, perché ebbero vita breve.

BASILICA DI MASSENZIO, Roma Fu fatta costruire da Massenzio, successore di

Diocleziano tra 306 e 312 Fu fatta finire da Costantino Ne sono rimaste rovine Pianta tripartita È divisa in tre navate non separate da

colonne come lo schema tradizionale Le navate inferiore sono costituite da tre

nicchioni coperti da volte a botte cassettonate La grande navata centrale era coperta da tre enormi volte a crociera L’ingresso era in uno dei lati corti preceduto da un porticato a cui

corrispondeva un’abside Può essere confrontato con le terme di Caracalla del terzo secolo (216) Costantino ne fece costruire un’altra abside per farci una stanza.

RITRATTO DI COSTANTINO Testa colossale e il volto ha la forma semplice Capelli, barba e baffi fatti con incisioni sul marmo innaturali Occhi elemento centrale del ritratto, smisuratamente grandi

suggeriscono l’abitudine alla meditazione lo sguardo è intenso, fissa la realtà intorno come se lui fosse ultraterreno

Con il suo volto idealizzato esprime concetto di santità del potere imperiale è immobile tangibile raffigurazione del divino

La veste era considerata sacra Dell’intera statua rimangono pochi frammenti adesso conservati in Campidoglio

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Stava con il dito puntato quindi in piedi gesto dell’Imperatore che stava a significare “andiamo a conquistare”.

RITRATTO DI GORDIANO IIIDel III secolo circa. A differenza del ritratto di Costantino, indica una trasformazione nella ritrattistica tradizionale romana. Il giovane imperatore salì al trono a 16 anni nel 238, ucciso tre anni dopo, ha lo sguardo intenso, che attrae l’attenzione: ha anche spesse sopracciglia, il volto pingue che contrasta con lo sguardo severo, capelli e baffetti da adolescente. È praticamente un fanciullo pensoso, precocemente maturo. Gli occhi denotano un’abitudine alla meditazione e alla ricerca spirituale.

ARCO DI SETTIMIO SEVERO, Roma Posto sotto al Campidoglio, eretto tra 202 e 203 per onorare le vittorie di

Settimio Severo contro i parti Formato di 4 pannelli, due per fronte sugli archi minori

narrano gli avvenimenti principali delle guerre partiche Le sculture riprendono da quelle della colonna Aureliana, terminata pochi anni

prima Gli episodi si leggono dal basso verso l’alto, come nelle

colonne istoriate, rimanendo fermi senza girare intorno Uno dei pannelli riguarda LA PRESA E L’ASSEDIO DI

CTESIFONTE largo uso del trapano, che crea zone ombreggiate alternate ad altre in luce

Novità è la rappresentazione della figura umana appare in scene di massa, non come nella rappresentazione greca che vuole l’individualità

La ricerca plastica non esiste Sempre i questo pannello, in alto a sinistra c’è Settimio Severo con i suoi generali, mentre fa

l’adlocutio dopo la vittoria. L’imperatore, come una divinità, sovrasta chi gli sta intorno.

ARCO DI COSTANTINO, Roma Roma incominciava a trasformarsi, e nel III secolo si arricchì di

nuovi monumenti voluti dagli imperatori Severi Finito nel 315 Si trova vicino al Colosseo, dove passavano i cortei imperiali Eretto per festeggiare i 10 anni di potere di Costantino e della

vittoria del Cristianesimo sul Paganesimo sull’arco è scritto che è stato regalato da Senato e popolo

Non ci sono dati sulle battaglie A tre fornici con colonne sostenute da plinti Ornato di sculture di epoche precedenti

per motivi di tempo e soldi vengono riciclate statue di età traianea, adrianea, antonina non è casuale gli imperatori precedenti erano quelli più amati, e Costantino voleva proporsi come ovvio successore ancora, però, non si capisce il reale motivo di questo riciclo

Il fregio sulle fronti e sui fianchi dell’arco è del IV secolo narra la conquista del potere di Costantino dopo le vittorie di Verona e del ponte Milvio, dove i soldati muoiono nel Tevere

Il famoso rilievo con l’adlocutio sul fronte nord del monumento rappresenta l’imperatore (ora senza testa) al centro della tribuna insieme ad Adriano e a Marco Aurelio Costantino è più alto degli altri e in posizione rigida e frontale, come una divinità si tiene conto della gerarchia, come si faceva nell’arte provinciale

Lo sfondo del rilievo è testimonianza dei monumenti del Foro Romano ci sono la basilica Giulia, l’arco di Tiberio (che oggi è scomparso) e il monumento ai tetrarchi con l’arco di Settimio Severo

Rappresentazione meno colta ma comunque di facile comprensione anche se sembra il simbolo della decadenza romana, questo si spiega con il fatto che la classe dirigente era costituita da proprietari terrieri, ricchi mercanti e ufficiali delle province, da cui venivano anche gli imperatori così portano la loro arte nei monumenti.

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2. Arte Paleocristiana; Catacombe; Genesi della basilica cristiana e del Battistero; Martyrium (S. Giovanni in Laterano, S. Pietro in Vaticano, S. Costanza a Roma; basiliche di Betlemme e S. Sepolcro di Gerusalemme)

Dopo l’affermazione del Cristianesimo nel 313, i Cristiani dovevano praticare clandestinamente e le autorità li perseguitavano; già dal 61 d.C la comunità cristinana era ben organizzata.Il cristianesimo dapprima coinvolse i ceti più bassi e poveri e gli schiavi, poi coinvolse anche le classi superiori, che mettevano a disposizione le loro case per predicare il culto.La fede per la resurrezione del corpo portò i cristiani a seppellire i defunti, nei luoghi sotterranei chiamati

“catacombe”, anguste e buie illuminate da torce, con molti affreschi.Nel III secolo la Chiesa, ancora clandestina, divise Roma in 7 regioni dirette da 7 diaconi, a ognuna delle quali corrispondeva, fuori dalle mura, una catacomba, che a volte prendevano il nome dal proprietario terriero sotto cui erano, a volte quello dei martiri che erano sepolti lì. In antico le gallerie erano chiamate “criptae”: ai lati delle gallerie si aprivano camere sepolcrali più vaste dette “cubicola”, di forma poligonale dove venivano sepolti i cristiani più facoltosi o importanti. Le tombe sono dette “arcosolia”, perché sormontate da un grande arco spesso decorato.

I sepolcri erano detti “loculi”, e “pila” è la sezione verticale della parete che li contiene.

Per le arti figurative, le testimonianze mostrano caratteri e scelte influenzate dalle altre correnti artistiche anche di altre religioni. Il legame è evidente anche con le forme espressive del mondo pagano, infatti le iconografie pagane passano spesso a quelle cristiane (Costantino stesso voleva passare dal paganesimo al cristianesimo nel modo più indolore possibile, utilizzando gli stessi caratteri estetici).Nelle catacombe si preferiva illustrare i soggetti iconografici dell’antico testamento; con l’anticonismo del III secolo, che vietava la raffigurazione diretta dell’immagine di Cristo, si è stati costretti a rappresentarlo con immagini allusive, come l’agnello o il

Cristo Filosofo e il Buon Pastore.Si privilegiava la pittura rossa su sfondo bianco per riuscire a vedere meglio al buio.L’immagine verrà poi riabilitata, per trasmettere il messaggio evangelico della vita di Cristo; il sodalizio tra

Impero e Chiesa divenne sempre più stretto, soprattutto nel V secolo.SCENA DI BANCHETTO, prima metà del III secolo, Roma, Catacomba di San Callisto l’immagine del banchetto, da sempre presente soprattutto in ambito funerario, diventa in questo periodo l’allusione all’Ultima Cena di Cristo.

AGNELLO CHE BENEDICE I PANI, metà IV secolo, Roma, Catacomba di Commodilla l’agnello sacrificato è simbolo del sacrificio di Cristo.

PESCE E PANI EUCARISTICI, inizio III secolo, Roma, Catacomba di San Callisto, cripta di Lucina certamente il messaggio è del tutto diverso da quanto rappresentato.

STORIE DI GIONA, prima metà IV secolo, mosaico, Aquileia, Basilica è un tema tratto dall’Antico Testamento. Questa è una decorazione pavimentale.

IL BUON PASTORE, prima metà IV secolo, Aquileia, Basilica illustrazione di uno specifico concetto, in questo caso la nozione della pietas nella filantropia del Buon Pastore.

ORANTE, metà III secolo, Roma, Catacomba di Priscilla, cubicolo della Velatio anche qui viene illustrato il concetto della pietas.

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TRIONFO DI MARDOCHEO, 245 – 256, Damasco, Museo nazionale dagli affreschi della sinagoga di Dura Europos in Siria, qui l’espressione dell’interiorità prevale sulla descrizione della realtà fisica. Quindi c’è rinuncia alla caratterizzazione fisionomica e al modellato naturalistico della figura umana a favore della stilizzazione, della rappresentazione formale e bidimensionale, sintetico, in modo da alludere il più possibile al mondo dello spirito.

CRISTO INSEGNA AGLI APOSTOLI, inizio IV secolo, Roma, catacomba di Domitilla; affresco adesso appaiono le raffigurazioni dirette della figura di Gesù: il Cristo Imberbe. La natura di Cristo è divina e insieme umana, incarnandosi è entrato nella storia, l’umano e il divino si sono fusi in lui.

CRISTO, fine IV – inizio V secolo, Roma, Catacomba di Commodilla al Cristo imberbe si sostituirà poi il Cristo barbato.

LA CONSEGNA DELLE LEGGI, fine IV secolo, Roma, Chiesa di Santa Costanza con l’invasione barbarica, anche nella chiesa si vuole riprendere la tradizione romana della traditio legis, ovvero la “consegna della legge”, con Cristo con le insegne regali.

Il IV secolo vede la costruzione dei primi edifici cristiani, basiliche, battisteri, mausolei e martyria, che furono edificati dentro e fuori le mura. A Roma questo fatto influenzò il suo aspetto urbano, e nacquero strade che portavano direttamente alle chiese. La liberazione del culto si estese quindi a un numero alto di persone, che dovevano assistere alla messa in luoghi capienti. La liturgia necessitava di edifici monumentali, e la basilica pagana divenne modello di ispirazione per la chiesa cristiana.

SARCOFAGI DELLA PRIMA ETA’ CRISTIANANei primi secoli del Cristianesimo si usarono molto i sarcofagi, tipici della tradizione ellenistica e romana, usati per il rito dell’inumazione. I sarcofagi che ci sono rimasti sono ricchi di decorazioni raffinate, riservati ai ceti più alti: ci sono iconografie riferite ai concetti del nuovo culto, presenti anche nella pittura e nella scultura di quell’epoca.Sui sarcofagi possiamo riconoscere i percorsi della produzione artistica del primo Cristianesimo; spesso si

trova l’elemento simbolico (tipico del linguaggio iconico dei cristiani), come nell’esemplare di SANTA MARIA ANTIQUA, del 260 – 280, dove sono rappresentati ai lati gli episodi della vita di Giona e una scena battesimale preceduta dal Buon Pastore. Al centro, accanto a un orante, c’è un filosofo (lo

si capisce dal rotulo che tiene in mano immagine di origine pagana, presente anche in molti sarcofagi romani e qui allude alla sapienza; è inoltre simbolo della salvezza e della preghiera, mentre successivamente, come in questo caso, diventa anche simbolo dell’anima del defunto e del quale può anche riprodurne le sembianze).Ugualmente nel SARCOFAGO DEL BUON PASTORE, della seconda metà del IV secolo, di Roma: la figura simbolo di Cristo è circondata da angeli che vendemmiano, schema ripreso dall’arte romana come raffigurazione di un paesaggio idealizzato; qui invece è evidente l’allusione alla resurrezione e la metafora della vita che fa rinverdire i ceppi della vite apparentemente morti. I grappoli raccolti sono simbolo al vino dell’Eucarestia. I modi scelti per le rappresentazioni sono diversi: le testimonianze del III e del IV secolo fanno vedere che c’è un richiamo alla narrazione, presa dallo stile romano “continuo” più episodi vengono condensati in un

unico contesto, come si vede nell’Antico Testamento rappresentato in

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un unico ambito nel SARCOFAGO DEL MUSEO LATERANO: da sinistra si legge il racconto del peccato originale, dei miracoli del vino, del cieco guarito e del morto resuscitato. La composizione è molto semplificata: l’immagine di Cristo è ripetuta 3 volte in posizioni quasi identiche. Le figure sono strinte in uno spazio dove gli elementi naturalistici non ci sono, sovrapponendosi una sull’altra. Immagine molto diversa da quelle del SARCOFAGO DI GIUNIO BASSO, dedicato all’ex console romano convertito al Cristianesimo (lo attesta un’iscrizione datata 359). La narrazione adesso è rappresentata con uno schema rigoroso, con le scene dell’Antico e del Nuovo Testamento separate da

colonnine, ordinate su due registri. Opera raffinata che presenta collegamenti con la classicità, sia nella partizione ritmata dello spazio scandita dagli elementi architettonici, sia nella resa volumetrica delle figure. Questi nessi derivano dal ceto del committente, che, dignitario di corte, ha gusto per la cultura figurativa della tradizione classicista imperiale. Altri sarcofagi del IV secolo rappresentano l’immagine del Cristo d’età teodosiana che evoca il significato della salvazione, della Passione e della Resurrezione, oppure

esalta la maestà divina, come nel SARCOFAGO DI STILICONE, della seconda metà del IV secolo di Milano. In un’altra serie di sarcofagi invece viene narrata la vicenda della Passione di Cristo insieme ai simboli della resurrezione spesso presenti nell’arte dei primi cristiani: appaiono nel SARCOFAGO DEL MUSEO PIO CRISTIANO di ROMA, risalente al IV secolo, che al centro presenta la croce e il monogramma di Cristo con due colombe ai lati e sotto le due guardie della tomba di Gesù, sorprese nel sonno dalla Resurrezione.

SAN GIOVANNI IN LATERANO, Roma È la prima chiesa cristiana fatta a Roma Costruita all’epoca di Costantino, quando questo fece dono di uno dei suoi

palazzi, il Laterano, alla Chiesa affinché diventasse residenza vescovile La forma della chiesa deve essere rettangolare

le basiliche non hanno avuto sempre questa forma, ma lo “standard” accettava anche quelle a pianta centrale (spesso sono così quelle palatine)

Costruzione orientata di modo che l’altare fosse a est valore simbolico, perché a est, oriente, è il luogo dov’è Cristo, dov’è il Paradiso e dove Gesù tornerà alla fine dei tempi

Coloro che partecipano alla liturgia sono divisi in ordine gerarchico così da occupare zone differenti della chiesa

La pianta di S. Giovanni in Laterano fa capire che il vescovo si trovava sulla parte terminale della basilica, dove c’era l’altare, seduto su di un seggio più alto, davanti all’abside

Il corpo longitudinale dell’edificio è diviso in 5 navate da file di colonne a lato ci sono quelle minori

I fedeli erano divisi in uomini e donne si creano spazi appositi detti “matronei”, ovvero gallerie aperte o sullo spazio centrale o sulla navata principale

Transetto e navate erano in genere separate da un arco trionfale.

Nei primi anni della pace cristiana il battesimo veniva fatto agli adulti. I catecumeni, coloro non ancora battesimati, potevano assistere alla messa fino all’offerta e alla celebrazione eucaristica. A quel momento

dovevano uscire e aspettare in spazi appositi, di cui il lato minore poteva presentare un porticato detto nartece.

I colonnati suddividevano le navate la centrale, più alta, era coperta da soffitto ligneo a capriate, o a vista o chiuse da cassettoni nel dislivello della navata centrale rispetto alle altre c’è una lunga fila di finestre detta “cleristorio” le navate laterali sono più basse, determinando l’aspetto della facciata

illuminazione importante, assicurata anche da aperture sull’abside Soffitti decorati e argentati, colonne e capitelli decorati con marmi colorati e mosaici policromi,

manifestando il carattere sacro del luogo e dei riti celebrati.

Diverse le chiese destinate a conservare le reliquie, come…SAN PIETRO IN VATICANO, Roma

Si erge sulla tomba di S. Pietro Ha 5 navate

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Davanti c’era un quadriportico con fontana dove i fedeli si pulivano le mani in senso simbolico Qui il transetto è più alto e più grande, alto quasi come la navata centrale Fu rasa al suolo e rifatta completamente nel ‘500 e in epoca barocca.

BASILICA DELLA NATIVITA’, a Betlemme IV – V secolo In origine era una basilica a 5 navate con quadriportico C’è un edificio ottogonale collegato alla basilica con un buco al centro

c’è la grotta dove è nato Gesù.

CHIESA DEL SAN SEPOLCRO a Gerusalemme IV secolo Oltre alla basilica, è presente un mausoleo costruito sul Santo Sepolcro Dietro la chiesa c’è anche un altro quadriportico con la tomba di Gesù Era il luogo primario dei pellegrinaggi nell’antichità.

SANTA COSTANZA, Roma Riprende gli impianti dei grandi mausolei imperiali

la forma circolare la decorazione a mosaico il corridoio che avvolge il sarcofago della santa

Si carica di nuovi significati la luce che penetra dai finestroni e dall’oculo aperto sulla sommità della cupola è simbolo della grazia di Dio

All’interno, gira intorno un sistema di colonne accoppiate con capitelli corinzi La volta a botte è interamente rivestita di mosaici I mosaici si susseguono in riquadri con decorazioni diverse, come grandi stoffe, infatti ci sono:

elementi nastriformi e vegetali attingono dalla tradizione iconografica classica ci sono anche simboli allusivi a Cristo (come l’uva).

3. V secolo; le nuove capitali di Costantinopoli, Milano e Ravenna; cosa accade a Roma (S. Lorenzo di Milano, Mausoleo di Galla Placidia; S. Giovanni Evangelista, Battistero Neoniano a Ravenna; S. Sabina, S. Maria Maggiore a Roma)

COSTANTINOPOLI Nel 324 ci fu la consacrazione della nuova capitale dell’Impero, che Costantino fece costruire (si dice che lui stesso abbia tracciato il perimetro delle mura con la sua lancia). Egli si sentiva sempre più investito della sua missione divina di diffondere la fede nel suo nuovo impero pacifico. La “nuova Roma” non poteva essere simile all’antica; decise quindi di costruire Costantinopoli su un promontorio, dove sorgeva l’antica città greca Bisanzio facilmente difendibile e con buone vie di comunicazione terrestri e marittime.Venne progettata tutta grandiosa: le mura correvano per 2,5 km fu fatto il porto, con imponenti magazzini alla morte di Costantino ancora i lavori non erano finiti, ma erano conclusi l’acquedotto, il palazzo imperiale, gli uffici amministrativi e la rete stradale la popolazione raggiunse quota 90.000 persone l’ippodromo, unica struttura sopravvissuta alle numerose modifiche, poteva contenere 50.000 persone il FORO era collocato su di un’altura, ed era il centro dei collegamenti tra la zona imperiale e i nuovi quartieri.Il culto dell’Imperatore arrivò al culmine quando fece costruire la chiesa più importante, LA CATTEDRALE DEI SANTI APOSTOLI: a croce greca portici colonnati, esedre e fontane edifici termali e una residenza imperiale

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all’interno c’è la tomba di Costantino, per questo è stata per molto tempo luogo di pellegrinaggio (connessione di Costantino con la divinità).

MILANO al centro della Pianura Padana, posizionata favorevolmente in quanto ottimamente collegata con i centri più importanti d’Italia e d’Europa. Nel 313, con l’Editto di Costantino, subì molte trasformazioni. Il centro religioso fu messo nell’odierna p.za del Duomo, con la creazione di un complesso monumentale oggi ricostruito in base ai ritrovamenti archeologici: pare che ci fossero due basiliche, la “minor” (ancora non vista, perché è sotto al Duomo), e la “nova” (del IV secolo, identificata con la chiesa di Santa Tecla).Milano diventa capitale alla fine del IV secolo sotto Teodosio, che vi si recò perché non voleva essere influenzato dai senatori romani. Teodosio dichiarò il cristianesimo religione ufficiale

dell’Impero, e fece costruire molte chiese sotto consiglio di Aurelio Ambrogio (Sant’Ambrogio), che, senatore romano, divenne vescovo a 34 anni nel 373, e tale rimase fino alla sua morte nel 397.La BASILICA MARTYRUM, costruita dove oggi sorge Sant’Ambrogio, fu consacrata nel 386 e aveva 3 navate; accolse le reliquie dei martiri Gervasio e Protasio, e successivamente ci fu sepolto lo stesso fondatore. La BASILICA APOSTOLORUM, diventata poi San Nazaro, fu consacrata anch’essa nel 386 e aveva la pianta a croce, con absidole sui bracci laterali.

Un’altra chiesa ancora, LA BASILICA VIRGINIUM, diventata poi San Simpliciano, aveva la pianta cruciforme, ma il braccio del coro ridotto e gli spazi del transetto aperti sulla navata, illuminata da alte finestre.

RAVENNA dopo la morte di Teodosio, nel 395, l’Impero viene diviso in due parti, Oriente e Occidente. Sotto la minaccia dei Barbari, la capitale viene spostata a Ravenna, perché offriva buoni collegamenti con l’oriente ed era in posizione lagunare, facilmente difendibile. Alla fine del IV secolo vi si trasferì la sede vescovile, che fece costruire una nuova cattedrale con battistero; nei primi anni del V secolo Ravenna è stata sentita come una “capitale di scorta”, perché gli imperatori ci andarono solo dopo il sacco di Roma del 410, diventando la loro residenza stabile.

BASILICA DI SAN LORENZO, Milano Costruita sulla pianta della chiesa più antica Fine IV – inizio V secolo Ha un quadriportico di accesso fatto con colonne riciclate forse prese da

templi Pianta centrale a base quadrata Angoli rinforzati da torri Ci sono stati numerosi ritocchi in età barocca,

ma ha sempre conservato la forma della pianta, nonostante sia stata rialzata

Su ogni lato c’è un’esedra, da fuori abside, che da accesso ai sacelli

All’interno ci sono i matronei al secondo piano erano il palco per i ricchi il posto privilegiato per assistere alla messa sistema adottato in molte chiese successive

Si è discusso molto sulla datazione e sulla funzione di questo edificio probabilmente era una basilica palatina collegata al palazzo

dell’imperatore, benché si trovasse al di fuori delle mura.

MAUSOLEO DI GALLA PLACIDIA, RavennaA Ravenna governava Galla Placidia, al posto del figlio Valentiniano III che era ancora minorenne. Riprese la trasformazione della città, con l’intento di renderla splendida e di darle l’aspetto di città cristiana.

È un sacello a croce, riferibile al V secolo Pianta a croce latina L’unica parte rimasta di un complesso ben più grande In realtà Galla Placidia è morta e sepolta a Roma

dentro ci sono sarcofagi di altri personaggi

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Inizialmente era alto il doppio, poi è stato interrato per questo siamo più vicini ai mosaici L’esterno è in semplice laterizio con decorazioni ad arcate cieche, contrastando con la sfarzosità

dell’interno musivo La decorazione interna è piena di colori, e quello che prevale è l’azzurro dei mosaici

domina la grande croce dorata, circondata da tantissime stelle del mosaico sotto la cupola agli angoli ci sono gli animali che simboleggiano i 4 evangelisti: AQUILA GIOVANNI // TORO ALATO LUCA // LEONE MARCO // ANGELO MATTEO la decorazione è antinaturalistica passaggio dal naturalismo a valori soprannaturali

La cupola sormonta 4 lunette con decorazioni di santi e apostoli

celebri quelli di San Lorenzo e del Buon Pastore dove Gesù, senza barba, è seduto su una roccia mentre le pecorelle guardano verso di lui (pecore con volume)

la raffigurazione, con la consistenza dei corpi, il movimento delle figure e l’ambientazione ben definita, manifesta decisi rapporti con la tradizione naturalistica antica.

La luce entra dalle monofore diventando metafora dello spirito sembra che i santi l’adorino come le due colombe che si abbeverano nell’acqua di questo mosaico c’è passaggio graduale da un colore all’altro.

SAN GIOVANNI EVANGELISTA, RavennaGalla Placidia, tornando in Italia dalla Spagna, sopravvive a una bufera; per ringraziare il suo santo protettore che l’ha aiutata fa costruire questa chiesa.

Del V secolo Di grandi dimensioni, larga, con grandi finestre nella parte laterale Internamente ci sono elementi di raccordo tra capitello e arco

detto PULVINO, che slanciano l’arco Costruita probabilmente dove sorgeva la residenza imperiale Ci sono due ambienti rettangolari detti PASTOFORI che

chiudono le navate ai lati dell’abside riferimento all’architettura contemporanea di

Costantinopoli I mosaici sono andati perduti L’abside, all’esterno, è poligonale.

IL BATTISTERO NEONIANO (o degli Ortodossi), Ravenna Del IV – V secolo Di forma ottagonale Esterno in laterizio e le pareti sono scandite da lesene

caratteristica di molte architettura ravennate agganciata alla tradizione dell’Italia settentrionale

Il soffitto era originariamente piano Nel 458 fu sostituito con una cupola, al tempo del vescovo

Neone (da qui il nome) I mosaici all’interno risalgono al V secolo interno con

decorazione policroma In questo modo si affermano le tendenze tipiche delle fasi del mosaico

ravennate Immagini conservano ancora la consistenza plastica

la consistenza e la policromia trovano radice nell’arte orientale e bizantina Il mosaico sotto la cupola è costituito da una piccola fascia con finte

architetture e al centro l’immagine di Gesù battezzato nel Giordano con attorno i 12 apostoli.

COSA SUCCEDE A ROMA… Roma aveva perso il suo stato di capitale e il papa ne approfitta per far costruire grandi e piccole chiese; diventa il centro della civiltà antica, infatti la si vuole riportare agli antichi splendori. Vengono erette…

LA BASILICA DI SANTA SABINA SULL’AVENTINO Basilica paleocristiana ben conservata, e riedificata nel V secolo

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costruita nel luogo dove era edificata la casa della matrona Sabina Aspetto severo è stata ripulita dalle frivolezze Preceduta da un quadriportico del ‘400 La pianta è a 3 navate, spartite con colonne con capitelli riciclati da un edificio del II secolo Un sistema di arcate che separa l’altissima navata centrale da quelle laterali guida lo sguardo fino

all’abside La luce penetra dalle ampie finestre all’epoca la produzione di vetro era fiorente Si distingue per l’eleganza delle proporzioni e per la ricchezza delle decorazioni.

SANTA MARIA MAGGIORE Costruita a metà del V secolo Occupa una posizione centrale rispetto alle precedenti basiliche La prima chiesa di Roma dedicata alla Madonna Modificata nel ‘700, mentre il soffitto è rinascimentale

il transetto e l’abside poligonale sono state aggiunte nel XIII secolo Pianta a tre navate divise da colonne con capitelli ionici

su cui poggia una trabeazione rettilinea da qua partono alte lesene che inquadrano lunghe file di mosaici e finestre

Una ricca decorazione accompagna le linee architettoniche La luce entra dalle grosse finestre, investendo la navata centrale e lasciando in ombra quelle laterali I mosaici riprendono le Storie dell’Antico e del Nuovo Testamento e dei Vangeli

le figure hanno il senso del volume, proiettando ombre non c’è il fondo dorato, ma una naturalistica descrizione del paesaggio con colore e prospettiva vivace gioco di sguardi e gesti.

4. Invasioni barbariche; oreficeria ostrogota; età di Teodorico a Ravenna; età di Giustiniano a Ravenna e Costantinopoli (Mausoleo di Teodorico, Sant’Apollinare nuovo, San Vitale, S. Apollinare in Classe, cattedra di Massimiano a Ravenna, SS. Sergio e Bacco, S. Sofia a Costantinopoli; SS. Cosma e Damiano a Roma)

LE POPOLAZIONI “BARBARICHE”: CULTURA E PRODOTTI ARTISTICIL’evo medio indica il periodo di desolazione e decadenza culturale tra il tramonto della civiltà antica e la rinascita. È l’epoca dei barbari, chiamati così perché i romani non capivano che cosa dicevano (bla-bla bra-bra barbaro), erano rozzi e senza educazione. Venivano dalla penisola scandinava, fuggendo dal freddo, insidiandosi e stabilendosi facilmente perché c’era la crisi demografica; le loro migrazioni erano violente, saccheggiavano tutto, distruggendo (IV – V secolo) rovinando l’Impero Romano d’Occidente e costituendo regni “romano-barbarici”. Le popolazioni erano: ANGLO-SASSONI (Bretagna), FRANCHI & BURGUNDI (Gallia), VISIGOTI (Spagna), VANDALI (Africa Romana) OSTROGOTI (Italia). Erano popoli che comunque avevano già agganciato rapporti con il mondo greco-romano. Dalla metà del V secolo le popolazioni si convertirono al Cristianesimo.

Tutte queste mescolanze di popoli fecero decadere l’arte, soprattutto nell’architettura, scultura monumentale e pittura parietale. Si svilupparono comunque nuove tecniche, delle tradizioni delle nuove popolazioni, come la lavorazione del legno, dei metalli e pelli; una su tutte L’OREFICERIA, con prodotti di alta qualità e originalità. Nell’oreficeria barbara si afferma lo stile policromo, si usano pietre levigate, soprattutto rosse, incastonate nell’oro, a volte da sole, a volte unite e separate da sottilissime pareti. In Italia questa tecnica si diffuse grazie agli ostrogoti. Tutto si ricollega allo stile animalistico dell’oreficeria barbarica scandinava, che accentua la geometrizzazione delle forme. Famosa è la FIBULA A FORMA DI AQUILA, del V secolo e oggi conservata a Norimberga.

Si possono considerare 2 stili:1) Stile animalistico 1 le figure geometriche

invadono tutta la superficie, e l’ornamentazione si fa scomposta e asimmetrica. Es. FIBBIA DA CINTURA, VII secolo, conservata oggi a Losanna.

2) Stile animalistico 2 a seguito dell’influsso orientale, l’ornato riprende regolarità e fluidità, con elementi zoomorfi stilizzati e con motivi a nastro inestricabili. Es. EVANGELARIO DI DURROW, del 680 circa: una “pagina tappeto” + Es. LASTRA CON CAVALIERE del VII secolo: esempio di scultura in pietra.

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L’Italia alla fine del VI e per tutto il VII secolo ha una posizione particolare è consistente la presenza bizantina, il papato si afferma, e questo costituisce artisticamente una tensione tra la continuità con la tradizione tardo-antica e gli sviluppi del nuovo linguaggio figurativo barbarico.

GLI EDIFICI DELL’ETA’ DI TEODORICONel 476 Odoacre depose Romolo Augustolo, e questa è la data convenzionale per far partire il Medioevo. Odoacre a sua volta fu spodestato da Teodorico, re dei Goti di origine ostrogota. Fu educato a Bisanzio, quindi ebbe un’evidente impronta classica; era di religione ariana, e fu mandato in Italia da Bisanzio per combattere Odoacre dal 493 assunse il potere. Compì bonifiche attorno a Ravenna e organizzò il suo regno diversamente rispetto agli altri barbarici: tenne separati goti e latini, ma mirò alla convivenza pacifica; questo determinò delle modifiche urbane: a Ravenna venne creato un nuovo quartiere, per i goti, ampliato così da poter contenere una corte più bella delle precedenti. Nella necropoli Teodorico fa costruire… IL MAUSOLEO DI TEODORICO, Ravenna

Costruito nella prima metà del VI secolo È l’unica costruzione di Ravenna fatta in pietra d’Istria invece che in mattone Edificio a due ordini:

il PRIMO ha forma esternamente ottagonale e all’interno cruciforme il SECONDO è più piccolo per lo spazio dell’ambulacro ed è fuori

decagonale e dentro circolare Prima c’era una serie di arcate con volta a botte che creava una loggetta dava

la sensazione di eleganza Soffitto costituito da un’unica grande pietra monolitica

a forma di cupola: viene da Trieste ed è stata trasportata via mare

le sporgenze servivano a trasportarla Teodorico cercava di far sopravvivere la tradizione romana antica e

l’architetto è italiano di Roma Interessante la mescolanza di più stili:

il fregio decorativo sotto la cupola presenta una decorazione a tenaglia che non ha riscontri nell’arte figurativa tardoantica e bizantina ma all’oreficeria ostrogota, negli orecchini e nei diademi il mausoleo dà quindi l’idea di diadema o elmo dell’imperatore

Teodorico fece costruire alcuni edifici religiosi riservati al culto ariano, duplicando gli elementi sari nella città. In particolare edificò la basilica e il battistero degli Ariani nella zona vicino al quartiere dei Goti. Vicino al palazzo invece fece costruire…

SANT’APOLLINARE NUOVO, Ravenna Inizio VI secolo Allora era dedicata al Salvatore Dopo il 540 fu chiamata San Martino Nel IX secolo fu chiamata sant’Apollinare, che però già esisteva

per questo fu chiamata anche “nuovo” A 3 navate Abside all’esterno poligonale tipico di molte chiese di

Ravenna Illuminazione diffusa da finestre disposte sulla navata centrale e

in quelle laterali come l’architettura orientale

Le colonne sono in marmo: i capitelli corinzi provengono da Bisanzio sopra hanno il pulvino (tronco di piramide rovesciato sopra al capitello), tipico delle chiese ravennati e di derivazione bizantina

All’interno, la decorazione a mosaico è ricchissima: divisa in TRE FASCE:

1 – quella più alta insieme ad alcuni della parte bassa, è databile al sesto secolo, cioè all’età di Teodorico. Sono raffigurati episodi della vita di Cristo, intervallate da motivi allegorici

Il culto ariano si rifà a un prete, Ario, che sosteneva che Gesù non era figlio di Dio, ma un essere umano qualsiasi. Diventerà Dio al momento della sua morte. Era una religione professata da molti popoli barbarici, tra cui gli ostrogoti.

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costituiti da conchiglie e da due colombe. Nel riquadro con “Cristo che divide le pecore dai capretti” gli animali si dividono su diversi piani spaziali, ma l’immagine è ancora molto solenne. Un riferimento ai motivi della tradizione romana è visibile nell’ “Ultima Cena”, perché mangiano sdraiati come in romani antichi e al centro c’è un tavolo circolare. Le proporzioni sono gerarchiche, tipiche dell’arte plebea. Sopra invece è ricco di particolari, e su tutto domina lo sfarzoso sfondo oro che dà sensazione non naturale come i bizantini contemporanei. In CRISTO DAVANTI A PILATO anche qui risalta l’arte plebea, con le proporzioni gerarchiche.

2 – fascia intermedia appaiono figure di profeti e santi intervallate da finestre.

3 – fascia più bassa con ricche decorazioni. Alla parte di Teodorico vanno assegnate il “Porto di Classe” e “Il Palazzo di Teodorico a Ravenna”, a sinistra e a destra dell’ingresso. Questi due mostrano una prospettiva non naturalistica: nel “Porto” si tenta di mettere in risalto l’ampiezza del porto e delle ville, e le figure che prima erano presenti sono state accuratamente coperte. Nel caso del “Palazzo” si tralascia la prospettiva per mostrare l’ampiezza dell’edificio. A prima vista può sembrare una facciata, invece è un quadriportico aperto. Le figure, tra le colonne dell’atrio, sono state coperte con le tende: i personaggi, probabilmente, sono Teodorico stesso con i suoi dignitari, coperti per condannarne la memoria. Adesso si vedono solo le manine appoggiate alle colonne. Nella struttura del quadriportico riappare la Serliana simile al palazzo di Diocleziano.

ETA’ DI GIUSTINIANO Con la morte di Teodorico si aprì un periodo travagliato per la città. I rapporti tra Goti e Bisanzio andavano deteriorandosi soprattutto per la crescente intolleranza verso gli ariani.Giustiniano salì al potere e ci fu la guerra goto-bizantina (527) che si concluse nel 553 con la vittoria di Giustiniano che, effimeramente, unì gli imperi di Oriente e Occidente. Nel 554 istituì capitale Ravenna, ma col tempo diventò sempre più l’avamposto del potere lontano di Costantinopoli.

Con la necessità di cancellare ogni ricordo precedente, vennero donati al Vescovo Agnello tutti i beni della chiesa ariana che riconciliò al culto cattolico. Per questo modificò in SANT’APOLLINARE NUOVO (la parte giù) tutti i mosaici relativi a Teodorico, e ne fece fare di nuovi, come le “Teorie dei santi Martiri e sante Vergini”.

I santi Martiri procedono verso Cristo in trono con gli angeli (verso destra) Le sante Vergini, guidate dai Re Magi (vestiti da persiani), si dirigono verso

Maria in trono col Bambino (verso sinistra) Nuove trasformazioni del carattere stilistico Tutti hanno sempre lo stesso atteggiamento:

sempre più solenni, perché hanno vestiti preziosi sempre meno consistenti manca il senso del

volume adesione ai modi dell’arte bizantina.

SAN VITALE, Ravenna 522 – 547 Grande e completa espressione della fase di Giustiniano dal punto di vista artistico

Fu iniziata nell’età di Teodorico e finita dopo una guerra (nel 546 o 556) Costruita nella zona nord-ovest della città, vicino a Galla Placidia I soldi per la costruzione furono dati da un banchiere, Giuliano l’Argentario,

che versò 26.000 soldi ma non fu raffigurato Ha molte differenze dalle precedenti costruzioni di

Ravenna si collega alle costruzioni bizantine e orientali

Pianta centrale ottagonale Preceduta da un nartece con due torri laterali concentro scale a chiocciola, e

che servivano per andare sui matronei

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La cupola si eleva a grande altezza, impostata su un tamburo Nell’interno, al posto dei lati ci sono esedre tripartite Il presbiterio si sviluppa su due ordini e conduce all’abside prevale il verde e l’oro

a sua volta l’abside è collegata a due vani, che danno accesso a due ambienti circolari, protesis e diaconicon, che servivano a riporre gli oggetti sacri

Il coro è l’unica parte che ha conservato i suoi mosaici Interno decorato da mosaici sfavillanti, marmi greci preziosi, porfido e decorazioni in

stucco I capitelli a canestro (cioè con decorazione a traforo) hanno il pulvino Gli scorci sono sempre nuovi, e si annulla il peso delle murature con lo sfavillio del

materiale prezioso Novità data dalla tradizione bizantina Occidentale è la tecnica costruttiva nella cupola la struttura è italica Nel mosaico al centro c’è Gesù con a sinistra San Vitale e a destra il vescovo che

tiene in mano il modellino della chiesa Ai lati del presbiterio ci sono due lunette:

una con “Le storie di Abramo”, in particolare quando vede i 3 angeli ( simbolo della trinità di Dio) + anche il “Sacrificio di Isacco”, simbolo del sacrificio l’altra Abele e Medisedec che fanno offerte a Dio (l’Antico Testamento allude spesso al Nuovo)

Ai lati dell’altare ci sono i famosi mosaici raffiguranti GIUSTINIANO E TEODORA CON I LORO SEGUITI esempio dell’arte della corte Giustiniana il loro schema frontale riprende il rituale di corte figure prive di profondità infatti i personaggi si pestano i piedi tra loro c’è una ricerca nella fisionomia dei volti espressione semidivina a indicare il ruolo che Dio gli ha imposto l’aureola non li fa santi, ma è un

simbolo persiano che identifica l’imperatore Teodora è la basilissa e la ricchezza del suo abito prevale su di lei il suo volto è impiastricciato dalla cosmesi Teodora era reputata una donna vispa

Da questi mosaici si capisce la vita di corte Hanno una stretta connessione con il mondo orientale.

SANT’APOLLINARE IN CLASSE, Ravenna Del VI secolo Anche nei mosaici di questa chiesa c’è tendenza all’astrazione Nel mosaico dell’abside è rappresentata la “Trasfigurazione di Cristo”

attraverso gli elementi simbolici Gesù è sostituito dalla croce dimostrandosi così nella sua divinità sotto c’è Sant’Apollinare con gli apostoli rappresentazione degli agnelli; gli agnellini vicino alla croce sono quelli che hanno assistito alla

trasfigurazione.

CATTEDRA DI MASSIMIANO 546 – 556 Conservata nel Museo Arcivescovile di Ravenna Massimiano era l’arcivescovo di Ravenna all’epoca La cattedra è il trono vescovile (per questo la chiesa del vescovo è detta

cattedrale) Era ricoperto da ricche e raffinate decorazioni, soprattutto

formelle in avorio motivi vegetali e santi sono raffigurate Storie di Cristo e della Vita di Giuseppe

Ancora non si è certi sulla genesi e sulla provenienza di questa cattedra forse è riferibile al vescovo Massimiano, appunto, metà del VI secolo sul lato anteriore c’è un monogramma riferibile a lui non si sa precisamente il centro artistico in cui è stata realizzata

È il simbolo della sapienza e dell’insegnamento cristiano che il vescovo mandava dalla cattedra.

S.S. SERGIO E BACCO, Costantinopoli

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Del VI secolo Adesso è una moschea, infatti si vede l’altare musulmano La cupola si eleva su 8 pilastri, ricoprendo un vano

centralizzato quadrato L’abside è poligonale Le esedre sono a due piani (il secondo piano è un

matroneo) I capitelli sono tutti traforati, ridotti a intreccio, come una

cesta ci sono forti chiaroscuri tra elementi in ombra ed elementi in primo piano.

Anche dopo la morte di Costantino, Costantinopoli continuò la sua inarrestabile crescita, anche grazie a Teodosio I nel V secolo e ai suoi successori. Un aiuto è stato dato anche dal declino di Roma in quel periodo e Costantinopoli diventava, soprattutto per merito di Giustiniano (528 – 565) la più grande città del Mediterraneo, anche dal punto di vista artistico. Procopio di Cesarea (lo storico di corte) diceva che per Giustiniano le grandi costruzioni architettoniche avevano la stessa importanza della restaurazione dell’ortodossia religiosa.

L’ARTE DELLA NUOVA CAPITALECostantinopoli diventa centro artistico di primaria importanza, infatti vennero artisti da ogni parte dell’impero e si aprirono anche scuole e laboratori legati all’ambiente di corte. Gli artisti di Costantinopoli del IV e VI secolo si rifanno agli orientamenti presi nell’arte tardoantica (eliminazione dell’interesse per i rapporti spaziali

e del senso dell’organicità della figura umana), anche se ci sono aspetti contraddittori legati alla vita di corte: da una parte la preferenza, nelle immagini ufficiali, della frontale ieraticità astratta, come divino; dall’altra, i fenomeni della renovatio, evidenti nelle continue riprese del naturalismo tradizionalmente classici o ellenistici.Nel rilievo della BASE DELL’OBELISCO portato a Costantinopoli da Karnak, collocato sulla spina dell’IPPODROMO, l’imperatore Teodosio I assiste ai giochi da un palco, accompagnato dai figli e dalla corte, e la loro serietà e frontalità contrasta

con il movimento degli attori e delle danzatrici nell’arena. Non ci sono rapporti prospettico-spaziali, ma prevale il carattere gerarchico (dimensioni maggiori per il gruppo imperiale e inferiori per attori e danzatrici, che invece dovrebbero trovarsi prospetticamente più vicini a chi guarda). Il significato autentico della renovatio, affermata nel corso del IV secolo, si coglie evidentemente in opere profane, come i mosaici pavimentali di un grande cortile porticato del PALAZZO IMPERIALE, con scene divertenti, giochi di bambini, episodi di caccia e lotte tra animali mostruosi, con vivacità naturalistica su fondo bianco, tra elaborate cornici di foglie d’acanto.

LA BASILICA DI SANTA SOFIA, Costantinopoli Fu voluta da Costantino nel 360 Riedificata da Teodosio I dopo un incendio Nuovamente distrutta da un altro incendio nel 532 Ricostruita da Giustiniano in 7 anni (conclusione nel 537) Affidò il progetto agli architetti Antemio di Tralle e Isidoro da

Mileto erano esperti costruttori e abili in matematica e geometria

Ci misero troppo poco tempo, infatti appena finita la cupola crollò

Ci lavorarono artigiani provenienti da tutto l’impero + furono fatti arrivare marmi e materiale ornamentale anche da molto lontano dalla città

La pianta è insolita: a pianta rettangolare molto vicino al quadrato L’abside esternamente è poligonale

Ingresso preceduto da un grande nartece Ci sono due grandi esedre ad est e ad ovest, da cui

partono altre due esedre; in un lato parte anche l’abside Interno diviso in 3 navate la centrale è molto vasta La grande cupola poggia su enormi archi ( formati da 4 enormi pilastri, fatti di

pietre connesse legate con colate di piombo) che formano un cubo; le pareti e le volte degli archi sono fatti in mattone la cupola è coperta da mezze cupole che stanno sulle esedre nelle zone verso l’abside e l’ingresso

Le navate laterali sono divise dalla centrale tramite arcate su colonne sopra c’è il matroneo ancora sopra la muratura è traforata da due file di finestre sovrapposte

La cupola, enorme, ha assoluto dominio (cupola leggerezza cielo)

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per secoli si rivelò il punto fragile della costruzione crollata, rimontata e rinforzata più volte, è sempre rimasta tale nella sua grandiosità gli elementi di copertura appaiono come sospesi

Tutto sembra sospeso nell’aria La grande protagonista insieme alla cupola è la luce

prima, esaltata dagli sfavillanti mosaici adesso andati perduti a causa dell’iconoclastia la luce è lo strumento principale di suggestione Procopio di Cesarea dice che la luce sembra originata dalla basilica stessa entra dalle finestre, soprattutto quelle alla base della cupola, facendogli da corona effetto di annullamento della consistenza materiale e del peso dell’edificio

O ogni ora del giorno la luce del sole penetra attraverso diverse finestre: i fasci di luce si incrociano a varie altezze

La parte centrale della cupola è molto più illuminata delle altre zone È lo specchiarsi del mondo celeste e del mondo terreno. Adesso è un museo.

Dal 493 al 526 Roma, nel periodo goto, attraversa un periodo di pace. Il re Teodorico risiede a Ravenna, e per questo comincia il processo di degrado della città; papa Felice VI, sotto consiglio di Teodosio stesso, promuove una bella iniziativa: la costruzione della…CHIESA DEI SANTI COSMA E DAMIANO

Realizzata utilizzando parti di edifici preesistenti (biblioteca del Foro della pace e il vestibolo di Massenzio)

Costruita all’interno del Foro romano È il primo intervento di cristianizzazione del centro di Roma

prima le chiese cristiane sorgevano in quartieri di periferia La continuità tra tradizione classica e cristianesimo si vede nel

mosaico che ne decora l’abside: “Cristo tra i Santi Cosma e Damiano”

Si vede che Roma mantiene fresco il senso dell’antico Cristo è librato nell’azzurro cupo del cielo nuvoloso in prospettiva suggestione simbolica I personaggi mantengono una solida energia individuale hanno schema triangolare a intervalli

scanditi Le ombre sono proiettate sul suolo.

5. Invasione longobarda in Italia; oreficeria longobarda; Gregorio Magno e Teodolinda; accenni ad altri regni romano-germanici; miniatura insulare; arredo liturgico lapideo delle chiese altomedievali e decorazioni ad intreccio (Lamina di Agilulfo; tesoro di Monza; altare di Ratchis, battistero di Callisto e tempietto di S. Maria in Valle a Cividale)

I LONGOBARDI IN ITALIA I Longobardi, guidati dal re Alboino, entrano in Italia passando dal Friuli nel 568. Subito conquistano ampie zone della penisola: le città infatti si arresero subito, e la legge longobarda si sostituisce presto al potere romano. I loro possedimenti non comprendono aree bizantine e lo Stato Pontificio, risultando così un regno diviso in

una parte più compatta a Nord (Longobardia Maior) e una più frastagliata e con ducati autonomi (Longobardia Minor).

L’arte dei Longobardi era soprattutto orafa, e nelle loro crocette dorate si vede l’incontro con l’arte dei modelli tardo-romani; le crocette antiche invece hanno decorazioni naturalistiche, con figurine di animali stilizzati che escono da vegetazioni: si vede nella FIBULA DI NOCERA UMBRA, del VI secolo e adesso conservata a Roma. L’oreficeria, anche nel VII secolo, continua ad essere rilevante: oltre alle

bellissime crocette (CROCE NASTRIFORME, VII secolo, Verona) ci sono esempi di monete e anelli sigillo con lettere latine e volti umani (ANELLO – SIGILLO Trezzo d’Adda, del VII secolo); le croci gemmate segnano il capitolo importante dell’oreficeria longobarda, come la CROCE DI ADALOALDO, inizio VII secolo, Monza, con le loro pietre incastonate che denotano un fine senso del colore inserite in trafori appositamente preparati.

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Famosa è anche la FIBULA A DISCO di Parma, del VII secolo: gli smalti e gli impasti vitrei fusi vengono inseriti negli alveoli del corpo dorato a caldo.