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LETTERA DEL PRESIDENTE 1 L’IAT E L’AT: ALCUNE NOTE STORICHE LA VOCE DELLE SCUOLE AT OPENSPACE: 2 3 L’IN-CONTRO CON L’ANALISI TRANSAZIONALE UNA TERAPIA TRAS-FORMATIVA. 6-7 IL GRUPPO E’ UNA COSA SERIA 8-9 NEWS DALL’IAT 10 NEWS DALL’AT 10 L’ADJECTIVE CHECK LIST DI GOUGH E GLI STATI DELL’IO: ESPERIENZA CON UN GRUPPO DI MALATI DI MENTE INTERNATI 4 –5 ROMA —15 NOVEMBRE 2008 ISTITUTO ANALISI TRANSAZIONALE NUMERO 0 BOLLETTINO IAT- NEWS DIRETTIVO IAT Presidente: Eva Sylvie ROSSI [email protected] Vice Presidente e Tesoriere: Patrizia VINELLA [email protected] Segretario: Cesare FREGOLA [email protected] Consiglieri: Antonio FERRARA [email protected] Orlando GRANATI [email protected] A.Emanuela TANGOLO [email protected] Gaetano SISALLI [email protected] Soci fondatori e Past President: Carlo MOISO [email protected] Michele NOVELLINO [email protected] La redazione con profondo dolo- re comunica a tutti voi che all’al- ba del 28 Novembre è venuto a mancare Carlo Moiso, per ricordarlo vorremmo raccogliere testimonianze di ricordi, situa- zioni, episodi che ci hanno legati a lui in tanti momenti della no- stra vita professionale. SOMMARIO ASSOCIAZIONE IAT Via Piemonte, 117 Roma tel/fax 06.42013471 Internet home page: www.istitutoanalisitransazionale.it SEGRETERIA IAT Via A. Fleming, 2 70017 Putignano (BA) miglior lettura della nostra realtà associativa, delle carat- teristiche del contesto in cui operiamo e dei bisogni attuali dei nostri soci. Questo ci ha portati ad orga- nizzare la nostra ultima inizia- tiva, le giornate di Maggio, secondo una modalità di sti- moli alla riflessione ma soprat- tutto di lavori di gruppo che potessero permettere lo svi- luppo di discussione e di anali- si in una direzione evolutiva per ognuno dei campi di appli- cazione: Psicoterapia, Coun- selling, Educativo ed Organiz- zativo. Lo scopo era di stimolare inter- scambi tra i diversi campi di applicazione dell’Analisi Tran- sazionale e l’ambizione era di avviare attraverso i due gruppi di discussione intercampo una modalità di lavoro di “gruppo laboratorio”. E su tutto ciò il riscontro dei partecipanti è stato positivo. Per quanto riguarda le IAT- News vorremmo che siano un luogo di scambio, riflessioni e proposte per tutti i nostri soci; un filo diretto che ci permetta di collegarci e di dare un segui- to alle nostre iniziative annua- li, al di là di Convegni e Giorna- te di studio . L’obiettivo è quello di avere uno strumento agile di collega- mento ed aggiornamento sulle varie iniziative ed attività in corso dei vari istituti e singoli professionisti che compongo- no l’“arcipelago” della nostra associazione. L’obiettivo è anche quello di proporre stimoli di riflessione sui quattro diversi campi di applicazione e sulla loro evolu- zione nel panorama dell’AT italiana, uno strumento di scambio che integri la funzio- E’ ormai passato più di un anno e mezzo dall’insedia- mento del nuovo Consiglio Direttivo che ha lavorato in questi mesi con entusiasmo e partecipazione ad una serie di iniziative e nuovi progetti. - Primo fra tutti la realizzazio- ne del compact disc degli interventi del convegno IAT/ AIAT di Firenze del 2006, che è parte del progetto di raccol- ta di contributi alle giornate e ai vari incontri di studio organizzati dalla nostra asso- ciazione negli ultimi anni. - La giornata sull’Adolescenza alla quale pensiamo di far seguire altre giornate formati- ve sul ciclo di vita; - La preparazione del conve- gno del 7-8 dicembre prossi- mo a Torino, insieme all’AIAT, al quale abbiamo invitato Giovanni Jervis in funzione di una maggiore apertura e scambio con il mondo acca- demico italiano; - Le giornate di Maggio scorso su Sistemi complessi in AT in Umbria; - L’avvio della ricognizione dei lavori di ricerca e sperimen- tazioni degli Analisti Transa- zionali in Italia che mira a moltiplicare gli scambi pro- fessionali; - L’avvio di un sito proprio dell’IAT; - Lo sviluppo del Bollettino – IAT-News da strumento infor- mativo a Newsletter di scam- bi, riflessioni e contributi diretti a costruire dei rapporti circolari all’interno della no- stra comunità professionale. L’attività del Consiglio Diretti- vo si è sviluppata soprattutto attraverso dei gruppi di lavoro che sono stati promotori di iniziative e fonte di scambio e riflessione in funzione di una LETTERA DEL PRESIDENTE LETTERA DEL PRESIDENTE ne delle riviste scientifiche AT che sono pubblicate attualmente in Italia. Invito quindi tutti voi a collabora- re a questa attività che potrà avere valore e significato solo se decideremo tutti di investire un po’ del nostro tempo. Per ora ringrazio tutti coloro che l’hanno già fatto per far nascere questo n°0 che vuole essere una sperimentazione e un invito. Nel salutarvi amichevolmente vi chiedo, per favore, di “fornirci feedback”! Sylvie Rossi

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LETTERA DEL PRESIDENTE 1

L’IAT E L’AT: ALCUNE NOTE STORICHE

LA VOCE DELLE SCUOLE AT

OPENSPACE:

2

3

L’IN-CONTRO CON L’ANALISI TRANSAZIONALE UNA TERAPIA TRAS-FORMATIVA.

6 - 7

IL GRUPPO E’ UNA COSA SERIA

8 - 9

N E W S D A L L ’ I A T 1 0

N E W S D A L L ’ A T 1 0

L’ADJECTIVE CHECK LIST DI GOUGH E GLI STATI DELL’IO: ESPERIENZA CON UN GRUPPO DI MALATI DI MENTE INTERNATI

4 –5

R O M A — 1 5 N O V E M B R E 2 0 0 8

ISTITUTO ANALISI TRANSAZIONALE NUMERO 0

BOLLETTINO IAT-NEWS

DIRETTIVO IAT

Presidente: Eva Sylvie ROSSI [email protected]

Vice Presidente e Tesoriere: Patrizia VINELLA [email protected] Segretario:

• Cesare FREGOLA [email protected] Consiglieri:

• Antonio FERRARA [email protected] • Orlando GRANATI [email protected] • A.Emanuela TANGOLO [email protected] • Gaetano SISALLI [email protected]

Soci fondatori e Past President: • Carlo MOISO [email protected] • Michele NOVELLINO [email protected]

La redazione con profondo dolo-

re comunica a tutti voi che all’al-

ba del 28 Novembre è venuto

a mancare Carlo Moiso, per

ricordarlo vorremmo raccogliere

testimonianze di ricordi, situa-

zioni, episodi che ci hanno legati

a lui in tanti momenti della no-

stra vita professionale.

S O M M A R I O

ASSOCIAZIONE IAT Via Piemonte, 117 Roma tel/fax 06.42013471 Internet home page: www.istitutoanalisitransazionale.itSEGRETERIA IAT Via A. Fleming, 2 70017 Putignano (BA)

miglior lettura della nostra realtà associativa, delle carat-teristiche del contesto in cui operiamo e dei bisogni attuali dei nostri soci. Questo ci ha portati ad orga-nizzare la nostra ultima inizia-tiva, le giornate di Maggio, secondo una modalità di sti-moli alla riflessione ma soprat-tutto di lavori di gruppo che potessero permettere lo svi-luppo di discussione e di anali-si in una direzione evolutiva per ognuno dei campi di appli-cazione: Psicoterapia, Coun-selling, Educativo ed Organiz-zativo. Lo scopo era di stimolare inter-scambi tra i diversi campi di applicazione dell’Analisi Tran-sazionale e l’ambizione era di avviare attraverso i due gruppi di discussione intercampo una modalità di lavoro di “gruppo laboratorio”. E su tutto ciò il riscontro dei partecipanti è stato positivo. Per quanto riguarda le IAT-News vorremmo che siano un luogo di scambio, riflessioni e proposte per tutti i nostri soci; un filo diretto che ci permetta di collegarci e di dare un segui-to alle nostre iniziative annua-li, al di là di Convegni e Giorna-te di studio . L’obiettivo è quello di avere uno strumento agile di collega-mento ed aggiornamento sulle varie iniziative ed attività in corso dei vari istituti e singoli professionisti che compongo-no l’“arcipelago” della nostra associazione. L’obiettivo è anche quello di proporre stimoli di riflessione sui quattro diversi campi di applicazione e sulla loro evolu-zione nel panorama dell’AT italiana, uno strumento di scambio che integri la funzio-

E’ ormai passato più di un anno e mezzo dall’insedia-mento del nuovo Consiglio Direttivo che ha lavorato in questi mesi con entusiasmo e partecipazione ad una serie di iniziative e nuovi progetti. - Primo fra tutti la realizzazio-ne del compact disc degli interventi del convegno IAT/AIAT di Firenze del 2006, che è parte del progetto di raccol-ta di contributi alle giornate e ai vari incontri di studio organizzati dalla nostra asso-ciazione negli ultimi anni. - La giornata sull’Adolescenza alla quale pensiamo di far seguire altre giornate formati-ve sul ciclo di vita; - La preparazione del conve-gno del 7-8 dicembre prossi-mo a Torino, insieme all’AIAT, al quale abbiamo invitato Giovanni Jervis in funzione di una maggiore apertura e scambio con il mondo acca-demico italiano; - Le giornate di Maggio scorso su Sistemi complessi in AT in Umbria; - L’avvio della ricognizione dei lavori di ricerca e sperimen-tazioni degli Analisti Transa-zionali in Italia che mira a moltiplicare gli scambi pro-fessionali; - L’avvio di un sito proprio dell’IAT; - Lo sviluppo del Bollettino – IAT-News da strumento infor-mativo a Newsletter di scam-bi, riflessioni e contributi diretti a costruire dei rapporti circolari all’interno della no-stra comunità professionale.

L’attività del Consiglio Diretti-vo si è sviluppata soprattutto attraverso dei gruppi di lavoro che sono stati promotori di iniziative e fonte di scambio e riflessione in funzione di una

LETTERA DEL PRESIDENTE

LETTERA DEL

PRESIDENTE

ne delle riviste scientifiche AT che sono pubblicate attualmente in Italia. Invito quindi tutti voi a collabora-re a questa attività che potrà avere valore e significato solo se decideremo tutti di investire un po’ del nostro tempo. Per ora ringrazio tutti coloro che l’hanno già fatto per far nascere questo n°0 che vuole essere una sperimentazione e un invito. Nel salutarvi amichevolmente vi chiedo, per favore, di “fornirci feedback”! Sylvie Rossi

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Pagina 2 B O L L E T T I N O I A T - N E W S

L’IAT E L’AT: ALCUNE NOTE STORICHE

E’ con grande piacere che rispondo alla richiesta fattami dalla collega Silvie di fornire ai soci dell’ IAT, alcuni dei quali ‘giovani’ per appartenenza e a volte, beati loro, per età, qualche notizia che rischia di rimanere sepolta nei meandri della memoria e dell’ esperienza di noi ‘Vecchi’.

Abbiamo fondato con Carlo l’IAT nell’ ora-mai lontano 1984, e questo lungo venten-nio ha prodotto notevoli cambiamenti a livello nazionale e internazionale, molti dei quali vanno in parallelo con la no-stra storia associati-va.

Come e perché è nato l’IAT…si chiederanno i nostri ‘giovani’ colleghi? Dob-biamo risalire a qualche anno indietro, il 1975, quan-do il primo analista tran-sazionale italiano, Carlo, e il suo giova-ne (allora per davvero!) collaboratore di belle spe-ranze, il sotto-scritto, fonda-rono la prima associazione italiana di analisti tran-

sazionale, l’ AIAT, insieme ad altri soci. L’ AIAT voleva, diciamo che avrebbe dovuto, essere l’ unica associazione italiana, pro-prio come accadeva all’ estero: il gruppo dei primi professionisti interessati all’ analisi transazionale che si riunivano in modo omogeneo e determinato da finalità comuni. Ahimè, anzi forse è più corretto dire ahinoi!, le cose furono subito complicate. Poco tempo dopo altri due professionisti interes-sati all’ analisi transazionali anche se non ancora analisti transazionali, Maria Teresa Romanini e Pio Scilligo, provvidero a fonda-re le loro autonome associazioni , per cui in Italia abbiamo non…’ricominciato’, ma co-minciato…da tre! Diciamo che, visto a po-steriori, perlomeno da me, l’AIAT è partita con un non voluto ‘arroccamento verso gli altri‘ che forse ha inasprito le fisiologiche tensioni interne all’ AIAT. Queste tensioni erano e sono quelle tipiche di tutte le asso-ciazioni emergenti, basti ricordare quello che accade nei primi decenni dell’ associa-zione psicoanalitica tra Freud, Jung, Adler e via dicendo. Il o i ‘padri‘ mettono su ‘famiglia‘, e prima o poi i ‘figli’ confliggono per misurare la loro autonomia: l’esito è spesso quello dell’indipendenza… Nel 1984

sono stati i ‘padri‘ a rendersi indipendenti fondando l’IAT. In quegli anni a livello inter-nazionale cresceva qualcosa di simile con l’EATA che si rendeva sempre più autono-ma prima e indipendente poi dall’ITAA, con la quale ha ora rapporti di interdipendenza e mutuo riconoscimento. In quegli anni, parallelamente, io e Carlo portammo avanti il progetto di risolvere l’ anomalia italiana riunificando su una base nazionale le varie associazioni che erano nate e che si erano caratterizzate come forme societarie di scuole di formazione: l’idea, condivisa ini-zialmente dall’ IRPIR di Scilligo e poi da Auximon di Giorgio Cavallero e Raffaella Guglielmotti, era quella di avere una ‘vera‘ associazione di analisti transazionali come soci individuali liberi dalle loro origini speci-fiche di appartenenza, seguendo la filosofia dell’International Transactional Analysis Association. Dopo anni di lavoro in tal sen-so, il progetto si arenò con l’uscita dell’IAT dalla SIAT, preceduta da quella dell’ AIAT che si era aggiunta per pochi mesi.

Nel 1984, curiosamente lo stesso anno in cui venne fondato l’IAT, comparve un mio articolo sul Transactional Analysis Journal sull’ autoanalisi del controtransfert: a parere di molti, tra i quali le vincitrici dell’ultimo Premio Berne Helena Hargaden e Charlotte Sills, è stato il lavoro che ha dato inizio storicamente all’oramai vasto movimento di analisi transazionale psicodinamica, da me e Carlo definito Scuola Romana, legittimata a livello internazionale da due Premi Berne assegnati a Carlo nel 1987 e a chi scrive nel 2003. Quest’ultima nota vuole segnalare un fatto evidente agli occhi di chi voglia serenamente riconoscere la storia dell’AT in Italia: negli anni, la fisionomia dell’IAT si è andata caratterizzando soprattutto per la ricerca teorica e la diffusione di un nuovo modello teorico e metodologico. Io e Carlo siamo stati confrontati per essere stati dei capiscuola…senza una scuola! Questo è vero a partire dalla legge Ossicini, non certo prima visto che fino al 1992 abbiamo avuto in due il più alto numero di analisti transa-zionali certificati dall’ITAA, senza contare i didatti che si sono formati e diplomati sem-pre con noi. La storia del perché non abbia-mo, insieme o individualmente, fondata una scuola riconosciuta dal MURST è lunga…e forse la racconterò o racconteremo un’altra volta, ma quello che è certo che nostri validi ex allievi hanno ampiamente provveduto in tal senso, prima tra i soci dell’ AIAT e poi dell’ AT. Abbiamo lasciato che molti ‘ figli‘ crescessero nell’ autonomia e nella capaci-tà di produrre progetti vincenti: credo di potere dire serenamente che non è poco, e auspico che questa filosofia perduri.

Voglio anche dire che nell’IAT è accaduto quello che non mi risulta che accada ovun-que, ossia che i ‘padri‘ abbiano ceduto il posto e le iniziative ad allievi e a ex-allievi, i quali stanno portando, come ci si aspettava da parte nostra, grande freschezza ed entu-siasmo. A tal proposito, ho un ricordo bellis-simo del convegno di Firenze, per due moti-

vi. Il primo è l’ enorme piacere nel vedere i frutti di una rinnovata collaborazione tra IAT ed AIAT: visto l’ accenno alle loro origini credo si possa comprendere la mia ritrovata serenità, e so di poter parlare anche a nome di Carlo. Il secondo è relativo agli esami EATA organizzati congiuntamente da IAT e AIAT: assolutamente i primi esami che siano andati al di là delle logiche, non sempre cristalline, interne alle singole scuole, quindi esami aperti a soci di TUTTE le associazioni italiane, sia per quanto riguarda gli esaminandi che per gli esaminatori. Era quanto si sperava di ottenere con la SIAT: alla fine conta il risultato anche se la strada è stata diversa dalle nostre intenzioni iniziali.

Siamo un’ associazione che sta concreta-mente lavorando per il futuro dell’AT, e non in modo provinciale, ma assumendo uno spirito internazionale che cerca sempre di più una ritrovata apertura e collaborazione. Per questo grazie a tutti i soci, e certamente quando dico tutti mi riferisco a quanti sono entrati nell’IAT provenendo da altre realtà, come Sylvie e altri ancora, e mi auguro che tanti altri si uniranno a noi.

Alla prossima.

Michele NOVELLINO

Eva Sylvie ROSSI

Presidente

IAT

Gaetano SISALLI Past President IAT

Patrizia VINELLA

Vice Presidente

IAT

Desidero rimarcare il grande lavoro che si sta facendo sia per rendere più moderna e funzionale la ‘macchina‘ organizzativa della nostra associazione (questo nuovo bollettino ne è una delle prove tangibili), che per entrare nel merito di argomenti ‘scottanti’ come il counselling sia clinico che pedagogico.

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Questa rubrica è una nuova risorsa per tutti coloro che si accingono a preparare un esame scritto e orale in campo Analitico Transazionale. Pensiamo di utilizzare lo spazio per pubblicare sintesi, schemi, griglie, mappe concettuali, appunti, ecc. che ci saranno inviati o che sono stati pubblicati, per facilitarvi nella fase finale di revisione delle vostre conoscen-ze, prima della consegna dello scritto o della grande prova finale. I dubbi vi attanagliano e l’ansia vi scatenano la paura?

L A V O C E D E L L E S C U O L E A T

PILLOLE PER GLI ESAMI

O P E N S P A C E : STUDENTI DOCENTI FORMATORI E PROFESSIONISTI

e le manifestazioni; la riflessione teorica, non solo in campo anali-tico transazionale, ma anche in rapporto alle discipline di confine; i contributi che provengono dalla ricerca, nei suoi versanti qualitati-vi e quantitativi; le questioni di strategia professionale, a partire dall’interrogativo di fondo su cosa definisce l’offerta di servizi per l’Analisi Transazionale; l’aspetto metodologico, riguardante l’individuazione delle modalità con cui il sapere possa tradursi in prassi di interventi capaci di ge-nerare valore per la committen-za; infine, il repertorio operativo, ovvero, la predisposizione, la validazione e la diffusione di tecniche e strumenti che sostan-

zino il bagaglio professionale in rapporto ai diversi problemi e situazioni che sollecitano l’inter-vento. IL’IAT News si muoverà tra questi diversi piani di discor-so, cercando di articolarli e di farli dialogare.

La redazione scrivete a:

[email protected]

Iat News-laboratorio. Le idee ora esposte vanno intese come un programma di lavoro, un can-tiere aperto, non certo come un edificio già costruito. L’in-tento è di dare spazio al dibat-tito e al contributo di studenti professionisti insegnanti e formatori. Vogliamo ospitare ed insieme alimentare la dia-lettica scientifica e culturale, in modo che la diversità delle posizioni, il confronto serrato tra i modelli possa generare sviluppo scientifico. Il modello diell’’IAt News che anima i nostri intenti necessita di essere approfondito e cir-costanziato, fatto oggetto di un sistematico lavoro di riflessio-ne, validazione, verifica empi-rica, confronto dialettico. Un discorso organico sull’Analisi Transazionale è un mosaico fatto di diversi tasselli: l’analisi del contesto, con l’interpreta-zione dei processi che ne stanno orientando l’evoluzione

l’obiettivo di un

cambiamento in termini di

promozione della salute

riguarda un processo

poiché "questa prospettiva deriva da un concetto di salute come il livello fino al

quale un individuo o un gruppo sono in grado, da un lato di realizzare

aspirazioni e soddisfare bisogni e dall'altro di

modificare o convivere con l'ambiente"

Alan Jacobs

Pagina 3

Bollettino-strumento. In questa fase di sviluppo delle scuole AT, è fortemente avvertita l’esigenza di accessi flessibili ed “amichevoli” alle informa-zioni, agli strumenti, ai metodi, ai modelli elaborati dalla letteratura specialistica nazionale e internazionale. Alle prese con la crescente variabilità dei contesti e dei problemi psicosociali da affrontare, analisti, docenti e dirigenti, si ritrovano nella sistematica necessità di adattare le strategie di inter-vento, di interpretare i nuovi problemi, di ampliare il reper-torio di modelli e di mezzi, di acquisire prove di verifica e standard di qualificazione, di

confrontare il proprio lavoro con quello dei colleghi: l’IAT News si pone anche questo obiettivo. Per rispondere a quest’ordine di esigenze, da questo punto di vista questa rubrica vuol diventare una “cassetta degli attrezzi” alla quale si possa ricorrere per potenziare lo spessore scienti-fico, metodologico ed operati-vo della propria prassi chiun-que ne avrà bisogno.

Una cassetta dove il lettore potrà trovare: linee guida, strategie, metodi e strumenti di intervento entro il contesto di riferimento;

termini del dibattito sull’Analisi Transazionale, dei diversi nodi

intorno ai quali si articola la sua funzione entro le scuole di formazione, la certificazione, la divulgazione dei servizi e corsi AT;

analisi del contesto formativo e scolastico, dei processi e dei problemi che ne caratteriz-zano l’attuale sviluppo;

selezione mirata degli ele-menti qualificanti della lettera-tura nazionale e internazio-nale di settore.

La redazione

Scrivete a: [email protected]

Avete delle richieste particola-ri su argomenti che vi interes-sano e per i quali vi tornereb-be utile avere un contributo?Non esitate, scrivete alla re-dazione del l’ IAT News e in questo modo saremo in grado di corrispondere al meglio alle vostre aspettative di studenti. Gli argomenti possono essere di natura storica, strutturale, metodologica, organizzativa o anche procedurale (nel caso abbiate curiosità sullo svolgi-mento degli esami). Siamo all’inizio del nostro

progetto editoriale, le idee non ci mancano, ma abbiamo bisogno del vostro aiuto per rendere l’IAT News utile come lo vorreste! Gli esami non finiscono mai, se questo è vero l’unico modo per non stancarsi di farli, è quello di provare piacere in ciò che può diventare un desi-derio e non una costrizione. Cercare, creare, realizzare l’essere protende nel divenire e per far questo non c’è niente di più appagante che la gioia di condividere il proprio sapere.

B O L L E T T I N O I A T -N E W S

Antonio Ferrara e Carlo Moiso

Emanuela Tangolo Elena Guarrella Carmen Scandurra

Sylvie Rossi e Keith Tudor

Gaetano Sisalli, Michele Novellino Achille Miglionico

Cesare Fregola

Orlando GRANATI

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CAMPO CLINICO

di Massimiliano DE SOMMA

I sintomi nevrotici, come quelli psicotici, sono manifestazioni di uno stato dell’Io unico e ben definito, anche se possono risultare da, e in conflitti complessi.

Eric Berne

B O L L E T T I N O I A T - N E W S

ERIC BERNE

L’ADJECTIVE CHECK LIST DI GOUGH E GLI STATI DELL’IO: ESPERIENZA CON UN GRUPPO DI MALATI DI MENTE INTERNATI NELL’OSPEDALE PSICHIATRICO GIUDIZIARIO DI AVERSA.

1. Introduzione

Dall’osservazione e dall’esperienza all’uso dell’A-djective Check List, test di personalità dai cui risultati è possibile evidenziare dal punto di vista funzionale la forza degli “Stati dell’Io” di un sog-getto, rappresentandoli sotto forma di egogram-ma, si è provato a confrontare due gruppi, com-posti da soggetti psicotici l’uno, reclutati all’inter-no dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aver-sa, e da nevrotici l’altro, sottoponendoli all’Adjec-tive Check List, al fine di osservarne i risultati, elaborarne i dati, e verificare una eventuale signi-ficatività statistica fra le medie, a conforto o meno della ipotesi che l’“esclusione” degli Stati dell’Io Genitore e Bambino si verifichi prevalentemente in soggetti psicotici, mentre per i nevrotici si veri-fichi maggiormente l’esclusione dello Stato dell’Io Adulto.

2. L’Adjective Check List: lista di aggettivi

per descrizioni psicologiche di Harrison G. Gough L'Adjective Check List (ACL) è stato inizialmente introdotto nel 1949 all'Institute of Personality Assessment and Research (IPAR) dell'Università di California, Berkeley come metodo per racco-gliere le descrizioni dei membri dell'Istituto circa i soggetti che venivano studiati nell'ambito di pro-grammi di valutazione della personalità. Basato sui modelli teorici dell’Analisi Transazio-nale di Berne e la Teoria dei Bisogni di Murray, l’ACL è un test fondato sul linguaggio e più parti-colarmente su quella classe di vocaboli (aggettivi) che è stata sviluppata per la descrizio-ne e la caratterizzazione. Si tratta di un test idio-grafico e a scelta libera, nel senso che le descri-zioni di un particolare individuo riflettono le sue peculiarità personali, ed inoltre la scelta di un aggettivo non ha nessuna influenza sulla scelta di un altro. Il vantaggio di questa tecnica è che essa può offrire una descrizione della personalità sistematica e standardizzata utilizzando parole e idee della vita quotidiana.

2.1. Struttura

L’ACL è formato da una lista di 300 aggettivi che coprono un’ampia gamma di comportamenti umani. Il compito consiste nel contrassegnare gli aggettivi della lista che meglio rispondono alla propria personalità.

2.2. Le scale

Il test prevede 37 scale che coprono cinque aree determinate: il modus operandi della persona, i suoi bisogni, la sua originalità ed intelligenza, le sue peculiarità ed infine delle informazioni per la sua analisi transazionale. Le scale dell'ACL per i cinque stati dell'Io derivati dall'Analisi Transazio-nale sono state sviluppate dando un punteggio a tutti gli items dell'ACL secondo una scala a 4 punti per ciascuno dei cinque stati dell'Io. Al fine di permettere una valutazione delle scale per l'Analisi Transazionale simile a quella effettuata per le altre scale dell'ACL, è stata sviluppata una versione di ciascuna delle cinque scale composta

di 44 items che possono essere valutati +1 o -1. Comunemente le cinque componenti dell'Ego-gramma sono espresse in valori percentuali che danno un totale di 100.

3. L’esclusione e la contaminazione nei

soggetti psicotici In “Analisi transazionale e psicoterapia” Eric Berne, in riferimento al meccanismo dell’esclu-sione degli stati dell’Io scrive: “Il Genitore esclu-sore si trova tipicamente fra gli schizofrenici com-pensati; in questi casi l’esclusione costituisce la difesa principale contro un’attività archeopsichica confusa. Questi individui hanno la maggiore difficoltà nel riconoscere l’esistenza del Bambino, giacché l’obiettivo dell’esclusione è proprio il controllo e la negazione di tale aspetto.” L’Adulto esclusore funzionerebbe, invece, soltan-to come programmatore, memorizzatore ed ela-boratore di dati, come un freddo computer, in una rigidità cognitiva escludente emozioni e regole comportamentali. Nella maggior parte dei casi, questi individui tendono a mantenere Genitore e Bambino nella morsa di ferro dell’intellettualizza-zione. Il Bambino esclusore, continua Berne, “[…] si trova con facilità in personalità narcisistiche im-pulsive […] e, clinicamente, in alcuni tipi di schi-zofrenia acuta, dove tanto la stato dell’Io raziona-le (Adulto) quanto quello giudicante o protettivo (Genitore) vengono stornati.” Ogni sintomo, sottolinea Berne “[…] è la manife-stazione di un singolo e definitivo stato dell’Io, attivo o escluso che sia, anche se risulta da con-flitti, accordi o contaminazioni fra diversi stati dell’Io. Pertanto nell’analisi strutturale, il primo compito, per quanto riguarda i sintomi, è di deci-dere quale stato dell’Io il sintomo stai in realtà rivelando. […] Tenendo presente questi principi, dovrebbe essere possibile analizzare in termini strutturali i sintomi psichiatrici, compresi quelli che richiedono la simultanea attività di due diver-si stati dell’Io. Le allucinazioni sono generalmen-te manifestazioni del Genitore. Mentre la voce in quanto tale è un’emanazione del Genitore, l’udi-torio è costituito dal Bambino e a volte anche dall’Adulto contaminato. Negli stati di percezione confusa, sia tossici che premonitori dell’insorgere di un episodio schizofrenico acuto o di panico omosessuale, l’Adulto viene esautorato e il Bam-bino spaventato è lasciato solo ad ascoltare. In alcuni stati paranoici l’Adulto, attivo ma contami-nato, sostiene d’accordo con il Bambino che la voce è realmente presente. Nei casi, più rari, in cui la voce è quella del Bambino, è di nuovo l’Adulto contaminato che si trova d’accordo nell’-affermare che la voce è realmente presente”.

4. La sperimentazione

Sono stati formati due gruppi da 20 soggetti cia-scuno. Il primo reclutando soggetti malati di men-te autori di reato, internati nell’Ospedale Psichia-trico Giudiziario di Aversa, sulla base della pato-logia diagnosticata (concausa dell’internamento), nello specifico appartenenti alla nosografia delle schizofrenie, cui è stato sottoposto il test dell’-ACL. Il secondo reclutando singolarmente sog-getti apparentemente privi di sintomatologia psi-copatologica, ovvero categorizzabili come sem-plici nevrotici, cui è stato chiesta una partecipa-zione volontaria. Sono stati quindi elaborati i risultati ottenuti alle sole scale per l’analisi transazionale.

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psicologo, volontario nell’Ospedale psichiatrico di Aversa

GRUPPI DI LAVORO IAT

Gruppo di lavoro “Rapporti con i soci e servizi”: Coordinato da Patrizia VINELLA

Gruppo di lavoro “Ricerca”: Coordinato da Cesare FREGOLA

Gruppo di lavoro “Relazioni esterne”: Coordinato da Orlando GRANATI

Gruppo di lavoro “

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Pagina 5 B O L L E T T I N O I A T -N E W S

Per ogni soggetto di ogni gruppo, è stato indicato il punteggio rilevato dal test per ogni stato dell’Io (GN, GA, A, BL, BA). Successivamente, per ogni soggetto, è stato calcolato il valore medio dei soli stati dell’Io G, A e B, ottenuto dalla med9a en-trambi i valori degli stati dell’Io Genitore (GN + GA /2) e degli stati dell’Io Bambino (BL + BA /2). Quindi sono stati calcolati i valori medi del gruppo per ogni stato dell’Io considerato, per poter elabo-rare statisticamente una differenza fra le medie ed osservare una eventuale significatività fra i gruppi.

5. Elaborazione statistica dei dati: differen-

za fra le medie e significatività statistica dei dati I risultati ottenuti sono stati elaborati statistica-mente tramite apposito programma per PC, l’SPSS, applicando l’Anova (analisi della varian-za) per verificare una eventuale significatività fra le medie dei gruppi ed ipotizzare plausibile l’ipote-si di partenza. Per quanto riguarda i dati relativi al GN, al GA è possibile affermare che il gruppo degli psicotici presenta un punteggio medio più alto in maniera statisticamente significativa rispetto al gruppo dei nevrotici. Per quanto riguarda i dati relativi all’A, è possibile affermare che il gruppo dei nevrotici presenta un punteggio medio più alto in maniera statistica-mente significativa rispetto al gruppo degli psicoti-ci. Per quanto riguarda i dati relativi al BL, è possibi-le affermare che il gruppo degli psicotici presenta un punteggio medio più alto in maniera statistica-mente significativa rispetto al gruppo dei nevrotici. Per quanto riguarda i dati relativi al BA, è possibi-le affermare che i 2 gruppi non presentano diffe-renze significative per quanto riguarda il confronto tra i punteggi medi della variabile BA. Rispetto alla significatività dei dati elaborata sulle medie statistiche degli stati dell’Io Genitore e Bambino, è possibile affermare che il gruppo degli psicotici presenta un punteggio medio più alto in maniera statisticamente significativa rispet-to al gruppo dei nevrotici.

6. Conclusioni.

Da precedenti esperienze nell’uso dell’ACL, som-ministrato in batteria con altri reattivi psicodiagno-stici soprattutto in ambito psicopatologico-forense, si è potuto constatare l’ottima validità e il facile e veloce uso del test, sia nella somministra-zione che nell’elaborazione. In particolare, si è potuto osservare la precisa e riscontrata valuta-zione dell’analisi degli stati dell’Io che il test ela-bora nelle scale per l’analisi transazionale, ogget-tivandone l’energia e l’effettiva analisi funzionale degli stessi, permettendo al valutatore di disegna-re reali modalità di comportamento e di personali-tà. La sperimentazione, seppur statisticamente debo-le, ha confermato una maggiore energia, ovvero “esclusione” di uno stato rispetto ad un altro a seconda della presenza di una eventuale patolo-gia psicotica contro l’apparente mancanza di sintomatologia psicopatologia in soggetti nevroti-ci. Ciò potrebbe ammettere l’uso delle scale per l’A.T. dell’ACL quale strumento utile a riconoscere soggetti affetti da patologia psicotica, quali certa-mente quelli esaminati nell’O.P.G. di Aversa.

Realizzazione: Massimiliano De Somma

Ogni sintomo...è la manifestazione di un singolo e definitivo stato dell’Io, attivo o escluso che sia, anche se risulta da conflitti, accordi o contamina-zioni fra diversi stati dell’Io. Pertanto nell’analisi strutturale, il primo compito, per quanto riguarda i sintomi, è di decidere quale stato dell’Io il sintomo stai in realtà rivelando. […] (Berne)

Berne E., Analisi Transazionale e psicoterapia, un sistema di psichiatria sociale ed individuale, 1971, Roma, Astrolabio, p. 33. Ibidem, pp. 35-36. Ibidem, pp. 50-51

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- Novellino M. - Miglionico A., Tattiche e stra-tegia in Analisi Transazionale, 1987, Risce-glie, Istituti ospedalieri “Don Uva” - Roma, Istituto di Analisi Transazionale.

- Stewart I., Jones V., L’Analisi Transaziona-le, guida alla psicologia dei rapporti umani, 1990, Milano, Garzanti.

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CAMPO EDUCATIVO di Barbara FABBRONI Psicologa, Saggista

B O L L E T T I N O I A T - N E W S

Da sempre con entusiasmo mi dispongo ad acco-gliere quei mondi culturali che permeano le ricerche dei filosofi, degli archeologi, degli psichiatri, dei fenomenologi, dei teologi, degli psicologi, dei lette-rati di ogni tempo e da ogni luogo mondano essi provengano. In ognuno di questi territori di pensiero ho la possibilità di incontrare quella luce di sapien-za che può solo arricchire il mio punto di vista, la mia conoscenza, il mio sentire, all’interno di quel fare e di quell’Essere, che conduce poi alla consa-pevolezza di un Esserci (Da-Sein, M. Heidegger) significativo. Ed Io, nel mio fare e nel mio essere una psicologa in cammino, mi avvicino, timidamen-te, a volte quasi ponendo solo l’ascolto attento, a quei territori culturali, che mi offrono l’opportunità di nutrire quella parte di me, che cerca un soddisfaci-mento autentico, che mi doni la possibilità di ri-emergere dal magma di inconsapevolezza, che a volte si in-con-tra nel mondo sia clinico che sociale.

Ed è all’interno di questo mio bisogno che l’in-contro con l’Analisi Transazionale ha svelato quella possibilità, costruendo quel guscio-di-appartenenza, quel territorio-di-nutrimento, quella terra-di-conoscenza, che mi ha offerto la possibilità di in-con-tra-re l’Altro, quello Straniero, che ha inci-so fortemente nella cultura psichiatrica e psicologi-ca del ‘900, in tutta la sua perturbante esistenza, all’interno di un fare terapia che risultasse ri-sanante, tras-mutante e tras-formativa. Ma ancor più, quell’in-contro mi ha donato gli strumenti per com-prendere, nella sua totale manifestazione quell’Essere, che un giorno è stato gettato-nel-mondo, e lì, in quella mondanità, ha dovuto impara-re a camminare-nel-mondo, a viverci, ed a volte si è lasciato vivere-dal-mondo, trovando un sistema comunicativo di linguaggio-Altro che si esprime con ed attraverso il sintomo.

Tant’è che, all’interno del setting-di-terapia, vedo emergere gli aspetti perturbativi dell’essere-nel-mondo della persona, di quell’individuo naufragato e dis-perso nel mondo che va alla ricerca di un Da-Sein (M. Heidegger) attraverso l’esternalizzazione del suo Sé sintomatico. Così, l’in-contro con il sinto-mo del paziente, lascerà fluire territori di pensiero inoggettivabile, che nella loro impalpabilità, consen-tono di dare un senso-al-significato dei fenomeni vissuti attualizzando la significanza del senso-del-sintomo. Ed è qui, ritengo, che l’Analisi Transazio-nale crei quella congiuntura che permette di acce-dere al mondo-della-persona, originando quella possibilità di in-con-tra-re l’Altro all’interno di quella strutturazione di personalità, che fa avvicinare il clinico al mondo-del-Bambino, al mondo-del-Genitore, al mondo-del-Adulto(1), attualizzazione di quella conoscenza che caratterizza l’Esserci (Da-Sein) della persona. Per questo sono dell’idea che l’Analisi Transazionale si ponga come in-contro-tras-formativo nella relazione con il paziente, come pre-senza-nutritiva nel momento in cui vengono ricongiunti i fili di un discorso esisten-ziale che vede la persona protagonista all’interno dei mondi-vissuti. Qui, in questa narratività-di-Sé, emergono quelle costellazioni mondane che appar-tengono alla narratività-mitologica-della-persona, che rendono possibile una (ri)costruzione ed una (ri)strutturazione di quelle immagine archetipiche, di quelle ingiunzioni familiari, di quei copioni di vita (E.Berne), su cui la persona ha fondato la sua

visione-del-mondo ed attraverso la quale vive-nel-mondo.

Gli aspetti fondamentali che caratterizzano questo processo d’in-contro con il soggetto malato nella sua complessità sintomatica, si possono riassume-re in un paradigma, i cui requisiti essenziali, sono all’interno sia dell’in-contro clinico che dell’esperien-za vissuta (Erlebnis), che si organizza nel procede-re all’interno dei racconti che l’individuo offre nel setting-di-terapia e che possono essere letti alla luce dei suoi differenti mondi esistenziali. Questi aspetti danno la possibilità di (ri)sintonizzare la persona nella mondanizzazione funzionale di un mondo-proprio, un mondo-appartenenza, un mon-do-nutritivo, un mondo-riconoscitivo, un mondo-di-presenza-sintonizzante, un mondo-intimo nella relazione Io-Tu frutto del Noi, all’interno del territo-rio del co-mondo relazionale. L’in-contro terapeuti-co, nel setting-analitico-transazionale, permette il ri-conoscimento, il ri-conoscersi e l’essere-riconosciuto della persona-sintomo, come risultato sovradeterminato della convergenza di molti fattori, che conducono in quel processo di risonanza dove c’è l’offerta di accudimento e di consolazione per quei tre mondi esistenziali che si sono strutturati all’interno di quell’essere-nel-mondo che caratteriz-za l’individuo, che è di-fronte-al-clinico. L’in-contro relazionale Io-Tu si fonde in un Noi-della-pre-senza che permette il dis-velamento del disagio psichico, che si presenta di volta in volta nella narrazione che la persona fa di Sé, attraverso la sua storia-di-vita, il suo essere-nel-mondo, la sua Erlebnis (esperienza vissuta), organizzata come copione-di-vita-vissuta del mondo-proprio.

L’in-contro, la risonanza, la sintonizzazione, la ri-strutturazione, la ri-decisione, l’esperienza vissuta (Erlebnis), si fanno mezzo di con-tatto-emozionale-intimo in funzione dell’unicità del soggetto, in quan-to il racconto-narrativo-di-Sé, che la persona porta in terapia, lascia sempre emergere l’individualità creativa del sintomo, la capacità che il sintomo ha di organizzarsi, come portavoce di un bisogno ar-caico mai soddisfatto, fenomeno di un linguaggio-di-senso tutto individuale di mancanza (ricordiamoci la lezione lacaniana del marque-à-être). L’essere terapeuta coincide con le modalità che il clinico agisce per presentarsi e relazionarsi al paziente. Il terapeuta porta se stesso, la sua pre-senza, il suo Esserci (Da-Sein, M. Heidegger), nella situazione dell’in-contro, creando le condizioni per tutti quei processi conoscitivi che implicano risvolti nel con-creto del co-esistentivo (B. Callieri).

È proprio qui, in questo luogo-appartenenza, luogo-di-accadimento, spazio-tras-formativo, che si situa, con molteplici angolazioni ancora in gran parte da esplorare, l’in-contro terapeuta-paziente, in partico-lare l’in-contro psicoterapeutico offerto dall’Analisi Transazionale, che diviene la possibilità di un’aper-tura tras-formativa. In questa fase la relazione Io-Altro svolge un ruolo determinante nello sblocco sintomatologico della persona, perché sono artefici e si influenzano vicendevolmente nella consapevo-lezza ridefinente e ridecisionale di una nuova narra-zione-di-Sé, che mette in-con-tatto-relazionale mondo esterno e mondo interno attraverso un’azio-ne narrante dinamica ed attivizzante.

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Tutto il mondo è un palcoscenico. E tutti, uomini e donne, non sono che attori. Hanno le loro entrate e le loro uscite; ciascuno nella sua vita recita diverse parti . (W. Shakespeare)

L’in-contro con l’Analisi Transazionale. Una terapia tras-formativa.

Comitato di redazione”: IAT NEWS E WEB Managing Editor Cesare FREGOLA Orlando Granati

Editing e Printing Lidia CALO’ Web Master Patrizia VINELLA

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B O L L E T T I N O I A T - N E W S

L’Altro, quello Straniero, che si pone innanzi a lui, è il luogo-del-riconoscimento, è il territorio del Da-Sein, è l’Altr-ove, è l’Oltre, cioè lo spazio di ascolto autentico che la persona può fare dentro di Sé, mettendo a tacere le voci nella testa, quei rumori assordanti che inquinano e contaminano la sua vita. Grazie all’ascolto dell’Altro, il soggetto trova uno spazio rispettoso vi si (ri)conosce e nel (ri)conoscimento scopre l’Altro come interlocuto-re e soggetto necessario per il proprio ri-conoscersi. L’Altro è, quindi, contemporanea-mente Altro, Tempo, Spazio, territorio-di-ascolto e terra-di-riconoscimento-di-Sé, nella dinamica della relazione come unica possibile situazione che fa esistere. Dal con-tatto-con-l’Altro nasce il con-tatto-con-Sé ed il concetto-di-Sé: nasce la persona integra ed integrata. Nasce l’immagine di Sé e dell’Altro-da-Sè. Da questo in-contro-di-riconoscimento e rispetto, la dimensione relazio-nale diviene sintonizzazione (R. Erskine et al.), aprendo una porta all’in-contro-con-l’Altro. L’individuo donandosi all’Altro si dà il permesso di ricevere carezze (E.Berne). La relazione diviene quel qualcosa che nutre, che stimola, che cura. Ecco che, il Sé-Altro diviene Sé-con-l’Altro in una processualità dinamica di Trans-Form-Azione (M. A. Giusti).

Così prendersi-cura, aver-cura responsabilmente dell’Altro presuppone la disponibilità di ogni curante ad aprire il suo Io responsabilmente all’assoluta esteriorità dell’Altro. Soltanto quell’a-pertura offerta dall’in-contro autentico di una pre-senza nutritiva si può definire lo spazio-della-cura. Che nell’Io del curante si apra un varco per l’Essere dell’Altro implica l’ascolto che il curante fa della narrazione portata al paziente. Una narrazione che apre una finestra sul territorio dell’identità della persona che si raccon-ta. Questo conduce la persona a ri-contattare la sua prima esperienza-di-relazione con l’Altro-da-Sé, in quel territorio delle prime relazioni ogget-tuali all’interno delle quali si sono organizzate le sue modalità di presentarsi al mondo, di rispon-dere al mondo e soprattutto di avere risposte dal mondo. Ecco che, il co-involgimento del clinico con le storie dei pazienti: è il coinvolgimento nel Noi (la Wirheit di Buber) della reciprocità che porta inevitabilmente sul ritorno ad un fare psicologia comprensiva come pensiero delle connessioni viventi. Tant’è che l’Analisi Transa-zionale aiuta il clinico a costituire quel territorio-della-reciprocità che consente di strutturare un luogo in cui la persona può sentire, per la prima volta, di fidarsi tanto da giungere ad affidarsi all’Altro.

Questo perché la relazione-di-reciprocità, è dimensione costitutiva della persona; è l’elemen-to che caratterizza l’Essere rispetto ad ogni altra qualità fondamentale (E. Minkowski), dunque, va intesa come una categoria primaria dell’umano. All’interno della relazione con il clinico, il paziente sperimenta, in un territorio protettivo e conteniti-vo, il toccare ed esser-toccato, essere-due o, meglio, essere-a-due, être-à-deux, rappresenta qui un carattere molto più basale del mero ssere-uno, che caratterizza il mondo-del-paziente in tutta la gamma del co-esistere (B. Callieri). L’in-contro con l’Altro, è realtà concreta, materi-ca, è realtà corporea di comunicazione che

veicola affetti ed emozioni. È il ri-creare lo stesso territorio di in-contro con l’Altro materno, con colei che per prima ha avuto accesso a quella possibilità dell’être-à-deux. Nella co-pre-senza dell’in-contro terapeutico, il terapeuta, con la sua pre-senza, fa offerta di ascolto, di pre-senza, d’in-contro riconoscitivo e nutritivo, riconosce l’unicità della persona nel suo Essere e nel suo ex-sistere, attraverso il narrarsi che diviene la maniera per entrare-in-connessione con quel vissuto che è di-fronte-all’Altro, ovvero di-fronte-a-Me (al clinico), in tutta la sua perturbante manifestazione. Nel narrare-di-Sé il soggetto mette in gioco tutto quanto di meglio ha da dare. E lì, nel setting-di-terapia-analitica-transazionale, quella persona può trovare la base sicura da cui può ri-partire, ri-uscire, ricontattan-do i suoi mondi, ri-decidendo il suo copione di vita (E. Berne), ri-costruendo il suo qui ed ora, elaborando il suo lì ed allora, affinchè possa gettare le fondamenta su cui costruire un futuro sano. Questo fa emergere un colloquio intimo con il Sé, attraverso il quale l’individuo può dirsi: ciò che provo, ciò che sento, ciò che percepisco, ciò che riconosco, ciò che sperimento è vero. Adesso, l’Altro, può avvicinarsi senza impaurirmi, senza ferirmi, senza lasciarmi, senza tradirmi. Adesso Io Sono. Note

Nota n° 1 - Dal mio punto di vista la struttura di personalità di cui Berne ha parlato (GAB), rappresenta l’organizzazione strutturale di tre differenti Modalità mondane che intera-giscono, integrano e struttura-no la persona. Ognuna di essa ha un mondo-proprio-vissuto, che crea quel ricordo che si evidenzia nella modalità che la perso a ha di essere-nel-mondo. È dal vissuto della persona che emergono i mon-di che ad essa appartengono perché fanno parte del suo arco della vita, delle sue inte-razioni, delle sue relazioni. Per questo parlo di mondo-del-Bambino, di mondo-del-Genitore, di mondo-del-Adulto.

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Bibliografia Berne E., A che gioco giochiamo, Bompia-ni, Milano, 1967 Berne E., Analisi transazionale e psicotera-pia. Un sistema di psichiatria sociale e individuale, Astrolabio, Roma, 1971 Berne E., Ciao!…E poi? La psicologia del destino umano, Bompiani, Milano, 1979 Bion W.R, (1965). Trasformazioni. Arman-do, Roma, 1973. Bruner J. S., La mente a più dimensioni, Laterza, Bari, 1988 Buber M., Io e Tu, In Il principio dialogico, Ed. San Paolo, Cinisello Balsamo, 1993 Buber M., Incontro. Frammenti autobiogra-fici, a cura di D.Bidussi, Citta Nuova, Ro-ma, 1993 Callieri B., Presupposti fenomenologico-esistenziali per una psichiatria interperso-nale, Riv. Sperim. Freniat. 87, 639, 1963 Callieri B., Quando vince l'ombra. Problemi di psicopatologia clinica, Città Nuova, Roma, 1982 Derrida J., La voce e il fenomeno. Introdu-zione al problema del segno nella fenome-nologia, Milano, Jaca, l984 Erskine R., Moursund, Trautmann, Al di là dell’empatia: una teoria del contatto di relazione, Brummel Mazel, 1999 Fabbroni B., Anoressia bulimia: una strate-gia per esistere, Alberti editore, Arezzo, 2005 Fabbroni B., La solitudine in un click. La trappola della rete, EUR, Edizioni Universi-tarie Romane, Roma, 2006 Fabbroni B., Io ho paura. Diari di vita, EUR, Edizioni Universitarie Romane, Roma, 2007 Fabbroni B., L’Sms, una nuova tribù comu-nicativa, EUR, Edizioni Universitarie Roma-ne, Roma, 2007 Fabbroni B., Tra le braccia di Narciso, EUR, Edizioni Universitarie Romane, Ro-ma, 2008 Fabbroni B., Il nido e dintorni, le nostre relazioni, EUR, Edizioni Universitarie Ro-mane, Roma, 2008 Fabbroni B., Ventidue poesie per una notte, EUR, Edizioni Universitarie Romane, Roma, 2008 Giusti M. A., La trans-formazione possibile, in Guerra Lisi S., Ciabatti P., Edizioni del Cerro, Tirrenia, Pisa, 1996 Giusti M. A., Sogni, Sogni ad occhi aperti, fantasie, in Psicologia e salute, Anno I, N°2, Maggio-Agosto, 1998 Heidegger M., (1927), Sein and Zeit, trad. it, Essere e tempo, Longanesi, Mila-no,1970 Heidegger M., Corpo e Spazio, Il Melogra-no, Genova, 2000 Lacan J., (1938), Les complexes familiaux dans la formation de l’individu, Novarin, Paris, trad.it. Il complesso di svezzamento in la Psicoanalisi, n°22, Astrolabio, Roma, 1977 Minkowski E., Traité de psychopathologie, Paris, P.U.F., 1966 Resnik S., Persona e Psicosi. Il linguaggio del corpo, Einaudi, Torino, 2001 V. von Weizsacker, Filosofia della medici-na, Guerini & Associati, Milano, 1990

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CAMPO CLINICO di Gaetano SISALLI

Psichiatra Analista Transazionale PTSTA –P

B O L L E T T I N O I A T - N E W S

In questo breve scritto intendo esporre alcune riflessioni che sono oggetto del mio lavoro come Analista Transazionale da diversi anni . Ho incontrato l’Analisi Transazionale come modello di psicoterapia di gruppo negli anni ’80 e subito mi colpì l’immediatezza nella comprensibilità dei concetti e l’attenzione posta alla ricerca di un cambiamento nel qui e ora del lavoro terapeutico. Nel diventare analista transazionale ho avuto modo di approfondire sia gli aspetti teorici che tecnici del modello dell’AT tenendo spesso in conto due principi espressi da Berne quello di essere un marziano (in buona sostanza di avere un atteggiamento da esploratore di territori sconosciuti) e quello di prendermi cura di aiutare le persone che si rivolgono a me, co-me specialista, a vivere meglio la propria vita. Come sappiamo l’AT nasce come modello di psicoterapia di gruppo all’interno di una epistemologia cha faceva riferimento alla psichiatria sociale. Berne sosteneva infatti che l’AT è una branca della psichiatria sociale, intendendo per psichiatria sociale “lo studio degli aspetti psichiatrici di specifiche transazioni o set di transazioni che si attivano tra due o più particolari individui in un dato momento e luogo” ( traduzione personale). La psicoterapia di gruppo ne rappresenta il luogo di studio e terapia. Molte delle intuizioni e delle costruzioni teoriche di Berne e dei suoi primi collaboratori derivano infatti dall’osservazione di ciò che accadeva nei gruppi. Il concetto di Psichiatria Sociale negli scritti di Berne sembra comparire e scomparire a seconda del costrutto teorico, presente infatti nel concetto di strutturazione del tempo, di transazioni, nell’analisi dei giochi sembra dissolversi quando parla di copione come dramma transferale e di psicopatologia legata ad alterazioni nella “comunicazione” tra Stati dell’Io. Nei giochi Berne ci parla dei vantaggi sociali interni ed sterni solo come frasi chiavi usate “giocando con gli intimi o con i conoscenti”. Sembra che non riesca a trovare un ponte tra sociale e psicologico. Anche nel lavoro di gruppo come descritto in “principi di terapia di gruppo” la dimensione sociale sembra appartenere all’osservazione del comportamento, delle transazioni e dei giochi dei componenti del gruppo per essere riportate al singolo soggetto in forma “educativa” finalizzata al controllo sociale. Lo stesso Berne afferma: “all’analisi transazionale vera e propria fa seguito l’analisi del gioco e quindi l’analisi del copione. ……. L’analisi del gioco è indispensabile per ottenere il controllo sociale. L’analisi del copione,… è un livello così complesso da non essere raggiunto mai in numerosi gruppi terapeutici” (Berne, “Analisi Transazionale e Psicoterapia”).

L’individuo e il sociale, sia nella teoria che nella tecnica terapeutica, appaiono separati e sembra che il sociale “penetri” l’individuo piuttosto che essere una parte strutturale del mondo psichico e quindi essere oggetto di analisi. Il sociale entra in gioco solo come forma di adattamento. Questo modello incompleto, anche se rivoluzionario considerato che viene postulato negli anni 50 e 60 del secolo scorso, ha portato ad una attenzione maggiore dell’individuo nel gruppo, nell’ottica che il benessere è soggettivo e che i processi di trasformazione sono individuali. In seguito questo approccio centrato sull’individuo si è cristallizzato con la realizzazioni di setting in cui il gruppo rimane sullo sfondo e la terapia di gruppo con l’AT è sempre più diventata una terapia individuale in gruppo. Un esempio per tutti può essere la richiesta del terapeuta all’inizio della seduta “chi vuole lavorare oggi” che esclude che sia il gruppo a lavorare nelle sue varie componenti e ad avere una funzione terapeutica, per delegare quest’ultima esclusivamente al conduttore. Questo fa dire a Yalom negli anni ‘70 che l’AT utilizza una terapia individuale in un modello di gruppo e pertanto merita solo una nota nel volume che dedica alle terapie di gruppo. La comparsa della terapia ridecisionale e della gestalt, se da una parte ha portato tecniche di intervento importanti, dall’altro, a mio avviso, ha ulteriormente cristallizzato il processo di terapia individuale in gruppo,allontanando l’AT dal cre-scere nella teorizzazione relativa alla psichiatria sociale . Se ipotizziamo che il “sociale” è parte integrante nella costituzione del mondo psichico degli individui e nella costruzione dell’identità e dell’Io, è parte importante sia nella “analisi” della formazione della “psicopatologia” e dei “copioni”, sia dei processi di trasformazione attraverso la terapia di gruppo. Un interessante tentativo di riprendere nella teoria AT la dimensione psichica del sociale la possiamo trovare nella introduzione del concetto di Genitore Culturale fatto dalla Pearl Drego (TAJ13,224-227, 1983, TAJ 26,57-77,1996). La Drego individua aspetti Genitoriali, Adulti e Bambini della cultura di gruppo che concorrono alla formazione del Genitore Culturale di un determinato gruppo. Robert F. Massey (TAJ 37, 51-79, 2007), ripren-dendo i concetti di psichiatria sociale usati da Berne, afferma che l’AT generalmente rimane ancorata all’analisi dell’esperienza umana che si manifesta negli stati dell’Io attraverso le tran-sazioni. Massey propone di prendere in considerazione nella teoria e nella tecnica AT una prospettiva psicologico-sociale che prevede che membri di un gruppo cocostruiscono e sono regolati da diversi processi ricorrenti di interconnessione tra sé, altri e le strutture sociali che loro e gli

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Il gruppo è una cosa seria

L’analisi Transazionale si realizza perfettamente nella terapia di gruppo o, inversamente, diciamo che l’Analisi Transazionale è una funzione naturale del grup-po terapeutico

(E. Berne “ Analisi Transazionale e

Psicoterapia” 1961)

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B O L L E T T I N O I A T - N E W S

altri membri del gruppo vivono all’interno. Sempre Massey sostiene che “comprendere” l’aspetto sociale –psicologico aggiunge potenza alla comprensione più piena dei processi sotterranei e manifesti nello sviluppo umano e nel lavoro clinico. Achille Miglionico (presentazione alle giornate IAT 2008) ci parla di un copione trans-personale che interagisce con quello individuale. Inserisce un concetto sistemico di copione per cui accanto ad un copione individuale (meta livello 1) è presente un copione familiare di origine (meta livello 2) e un copione culturale/etnico e/o religioso di appartenenza (meta livello 3). Quest’ultimo meta livello può essere descritto come l’insieme delle norme, delle abitudini e dei modi di vedere di una particolare cultura, così profondamente radicati in ciascuno di noi da essere inconsci (considerazione personale). Ritengo che i tre meta livelli siano inconsci e vadano a costituire una sorta di inconscio sociale che può essere individuato all’interno di un setting di gruppo che prende in considerazione l’esistenza di un trans-personale oltre che di un personale. Nel condividere le teorizzazioni della Drego, di Massey e di Achille Miglionico ritengo che il dispositivo tecnico sia importante nella validazione e sviluppo delle teorie, pertanto è fondamentale ridare spazio al gruppo come luogo sociale di osservazione e terapia e non solo come contenitore della terapia di singoli individui. Una conseguenza immediata di prendere il gruppo sul serio, nel senso di includere il sociale nella costruzione del copione degli individui è quella di realizzare un setting che consenta al terapeuta e ai componenti di un gruppo di osservare le dinamiche relative a questa dimensione. Un setting, quindi, in cui è possibile effettuare osservazioni, analisi e interpretazioni sui quattro confini presenti in un gruppo:

• Confine tra gruppo e altri gruppi; • Confine tra terapeuta e gruppo; • Confine tra i componenti del gruppo e

i sottogruppi; • Confine tra gruppo e terapeuta.

Su questi quattro confini si realizzano continue transazioni tra un interno e un esterno e le interpretazioni possibili escono dai confini ristretti dell’interpretazione genetica, collegata alla relazione madre figlio,per diventare uno strumento potente finalizzato a dare significato agli eventi simbolici che accadono tra i confini comunicativi. In questo setting i tre livelli di terapia, cioè tera-pia in gruppo, terapia di gruppo e terapia con il gruppo si intrecciano e si interscambiano in una ricerca cocreativa di un nuovo mondo personale possibile e di una nuova cultura possibile che a sua volta si interconnetterà con le personali culture di provenienza. Questo processo, a mio avviso, rende realmente dinamico un grup-po,facendolo uscire dalle rigide maglie di un gruppo “educativo” in senso psicologico,in cui si prefigura una norma psicologica derivata dalla teoria che deve essere appresa dai componenti del gruppo. Il gruppo ha di per sé funzione terapeutica nella misura in cui riesce a costruire nuovi modi di sentire, pensare ed agire in grado di interconnettersi ai modi di sentire, pensare ed agire dei gruppi interni che ogni singolo individuo porta come costitutivi del proprio mondo psichico. Ritengo che realizzare un gruppo terapeutico con queste caratteristiche possa consentire di effettuare quell’analisi del copione che Berne riteneva improbabile realizzare all’interno di una terapia di gruppo, mentre un setting sbilanciato verso la terapia individuale non consente di lavorare sulle componenti sociali costitutive del mondo psichico e del copione degli individui.

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Sono molteplici le anime e i volti del mondo AT nazionale ed internazionale che contribuiscono al suo cambiamento e sviluppo. E’ dimostrabile - così come l’espe-

rienza di chi lavora nel mondo AT- che le Associazione, le Scuole e gli Analisti Transazionali si adoperano per la diffusione e la conoscenza all’esterno del patrimonio e delle risorse che la scuola di pensiero berniano rappresenta. Spetta all’Analisi Transazionale uscire nello spazio aperto in cui la sua immagine può essere maggiormente sviluppata. Del resto, quest’identità non nasce dal nulla: sono in primo luogo gli stessi Analisti Transazionali, le Scuole AT e le Associazioni AT ad aver dato il maggiore contributo al suo costruirsi, operando per molto tempo prevalentemente in termini dell’agire scientifico e professio-nale, in contesti e vasti campi lavorativi, con logiche sostitutive in armonia con le componenti funzionali dei processi di apprendimento. Intensificare questa tendenza, per raccogliere la nuova domanda di cambiamento dell’approccio alle relazioni di aiuto non è impossibile, ma certamente non è impresa sem-plice. E’ opportuno un impegno innovativo e creativo, un ripensamento e una conferma delle strategie, dei modelli, dei metodi e degli strumenti che hanno fino ad oggi sostanziato la proposta che l’Analisi Transazionale ha rivolto all’esterno. Non si tratta, evidentemente, di mettere da parte il patrimonio acquisi-to di teorizzazioni e di professionalità: nessuna vera innovazione si realizza per mezzo di amputazioni. Si tratta, piuttosto, di rielaborare ed ampliare le pro-spettive d’intervento, per proiettarle sul nuovo scenario; di riorganizzare la funzione dell’Analisi Transazionale in ragione della domanda che emerge dai contesti più variegati; di elaborare criteri interpretativi, interventi e servizi in grado di sostenere la capacità progettuale degli attori del vasto mondo e delle scuole di pensiero analitico transazionale, i nuovi scopi sui quali questi stanno oggi investendo.

Cesare FREGOLA e Lidia CALO’

I quattro confini presenti in un gruppo:

1. Confine tra gruppo e altri gruppi;

2. Confine tra terapeuta e gruppo;

3. Confine tra i componenti del gruppo e i sottogruppi;

4. Confine tra gruppo e terapeuta.

TANTE ANIME TANTI SVILUPPI

Page 10: ISTITUTO ANALISI TRANSAZIONALE NUMERO 0 … · analisi transazionale psicodinamica, da me e Carlo definito Scuola Romana, legittimata a livello internazionale da due Premi Berne assegnati

N E X T E S A M C A L E N D A R

CONVEGNO AIAT-IAT

Analisi Transazionale e Società Sviluppi dell’Analisi Transazionale a 50 anni

dal sistema di psichiatria sociale di Eric Berne

Torino 7 e 8 dicembre 2008

Centro Torino Incontra, Via Nino Costa n. 8

Il giorno 6 dicembre, presso ITAT, via Peyron 58

ESAMI CTA-TEW

NEWS DALL’AT

Hai scritto un nuovo libro? L’approccio è Analitico Transazionale? Vuoi darne notizia ai Soci IAT? Non perdere l’occasione, invia la recensione alla redazione daremo spazio dell’uscita del tuo libro!!!

COMUNICAZIONI DALLA REDAZIONE

Il Consiglio Direttivo IAT ha deliberato un ampliamento dell’ IAT News per dare più spazio a

informazioni e notizie utili ai soci e ai non soci.

Preghiamo pertanto di inviare a

[email protected]

le attività che volete divulgare.

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L’IAT News avrà anche un formato digitale,

per questo vi invitiamo a inviarci gli indirizzi email di

coloro che potrebbero essere interessati a riceverlo divenendo soci IAT

ISTITUTO ANALISI TRANSAZIONALE NUMERO 0

*EATA TRAINER’S MEETING

Italy Rome 1-2 Luglio 2009

CTA COC 5-6 December 2008 Turin, Italy COC 15-16 April 2009 Nottinghman University, UK COC 2-3 July 2009 Rome, Italy BOC 5 August 2009 Lima, Peru BOC 24 September 2009 Calicut, Kerala, India COC 24-25 September 2009 Belgrade, Serbia COC 30 Sept.-1 Oct. 2009 London, UK COC 12-13 November 2009 Switzerland COC November 2009 Nantes, France COC 7-8 April 2010 United Kingdom COC 8-9 July 2010 Prague, Czech Republic TSTA COC 6-7 November 2008 Bordeaux, France COC 13-14 November 2008 Neustadt, Germany COC 5-6 December 2008 Turin, Italy COC 15-16 April 2009 Nottinghman University, UK COC 2-3 July 2009 Rome, Italy BOC 5 August 2009 Lima, Peru COC 12-13 November 2009 Switzerland COC November 2009 Nantes, France COC 7-8 April 2010 United Kingdom COC 8-9 July 2010 Prague, Czech Republic

A ROMA June 28_30 TEW; July1-2 Trainer’s meeting*; July 3 Exams; July 4-6 Council

Domenica 7 dicembre

Alle ore 19.00, presso la se-

de del convegno AIAT è

convocata l’Assemblea or-

dinaria dei Soci IAT