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Università degli Studi di Palermo

Cattedra di Psicodinamica dello Sviluppo e delle Relazioni

Familiari

P.ssa Di Vita

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CasaCasa FamigliaFamiglia

BullismoBullismo

ScuolaScuola

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“Uno studente è oggetto di azioni di bullismo, quando

viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni

offensive messe in atto da parte di uno o più compagni”

(Olweus, 1993).

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Una definizione di bullismo (Menesini, Nocentini, 2008):

Attualmente la maggior parte dei ricercatori concorda sulla seguente definizione: “Il bullismo

è una sottocategoria del comportamento aggressivo, ma di un tipo particolarmente

crudele, poiché è diretto in modo ripetuto verso una vittima che spesso non è in grado di

difendersi a causa del suo isolamento, perché più piccola, debole o semplicemente meno sicura di sé. Il ragazzo che agisce in modo

prepotente può approfittare di questa opportunità per gratificazione personale o per

acquisire status di prestigio nel gruppo.” (AA.VV.,1999, 2004)

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Pepler, Craig, 2008:

“ Il bullismo è un problema che riguarda la maggior parte dei bambini e dei

ragazzi durante gli anni della scuola. Sulla base delle nostre ricerche

definiamo tale fenomeno come un problema relazionale in cui un bambino

o un ragazzo usa il potere e l’aggressività per dominare e

tormentare un compagno; da questa forma di abuso la vittima diviene sempre più incapace di sottrarsi”.

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Bullismo o aggressività adolescenziale?

• È necessario distinguere l’episodio di bullismo da comportamenti goliardici che caratterizzano l’età adolescenziale: i ragazzi sentono la necessità di ribadire la propria identità con atti considerati trasgressivi dagli adulti e dunque si lanciano in bravate.

• Ciò che cambia e che connota l’atto di bullismo è la MODALITA’ ATTRAVERSO CUI VIENE ESPRESSA L’AGGRESSIVITA’ (Di Renzo, 2007)

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Carbone

(2005) afferma

:

“Il passaggio dall’infanzia all’adolescenza deve essere propiziato da una serie di cerimonie che realizzano una precisa cesura col passato. I diversi riti traggono la loro efficacia dal consenso sociale (..) avvalendosi di 3 strumenti comuni:

- la separazione dalla famiglia - la distinzione tra i sessi - INTEGRAZIONE NEL

GRUPPO DEI PARI

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Riti di passaggio e società

contemporanea

Mentre in passato i riti di passaggio consentivano al giovane di affrontare il disorientamento generato da importanti fasi di transizione, oggi le difficoltà che

caratterizzano il sistema sociale, fanno sì che i giovani sperimentino una

“desolante situazione di fondamentale incertezza circa il proprio futuro”

(Crispi, Mangia, 1999)

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“L’indeterminatezza della nostra società, lo sradicamento dei

riferimenti collettivi proiettano ogni individuo verso una ricerca

di significato fortemente individualizzata”

(Le Breton, 1991)

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I rapporti che attualmente uniscono i giovani sono caratterizzati da una

maggiore distanza affettiva e questo rende più violenta l’aggressione

soprattutto nei più deboli, perché non ci sono quei vincoli affettivi che

consentono di moderare la propria istintualità

(Di Renzo, 2007)

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“Più che a bravate, oggi assistiamo a veri e propri atti

anti-sociali, nei quali sembra che i ragazzi abbiano perso il senso

di responsabilità” (Di Renzo, 2007)

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La violenza come disturbo ambientale

“.. Gli adolescenti tendono a ricorrere più spesso che in

passato ad atti violenti e a forme di violenza qualitativamente più degradate per brutalità, cinismo,

efferatezza e distruttività” (Biondo, 2005)

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Cosa caratterizza il bullismo

• Intenzionalità: volontà specifica di colpire l’altro

• Sistematicità: azioni organizzate e protratte nel tempo

• Asimmetria del potere: relazione di dominanza e subordinazione

(Iannaccone, Colombo, 2003)

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Fattori di rischio ambientali e familiari (Fedeli, 2007):

1. Condizioni di svantaggio socio-economico: basso reddito, quartieri a rischio

2. Clima familiare: conflittualità coniugale, assenza di supporto nella rete sociale, psicopatologia, esposizione alla violenza

3. Interazioni bambino-adulto: eccessivo autoritarismo, incoerenza educativa, scarsa empatia

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Bullismo: fenomeno di gruppo• Più attori “sgrammaticati” (Petrone, Troiano, 2008)

dal punto di vista emozionale:

BulloAiutante

SostenitoreVittima

DifensoreEsterni

In quanto personaggi che concorrono alla messa in atto del comportamento aggressivo(Menesini, 2003; Di Renzo, 2007)

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Il bullo manifesta

l’aggressività in vari modi:

• In modo DIRETTO (attraverso

comportamenti fisici o atti verbali)

• In modo INDIRETTO (attraverso

comportamenti di denigrazione o

esclusione)

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Tipologia di bulli

Bullo dominante:

• Aggressività

• Forza

• Opposizione alle regole

Bullo gregario:

• Assume la funzione di

SOBILLATORE

• Si pone come seguace del

bullo dominante

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Il bullo dominante

• Scarsa empatia • Assenza di comportamenti

prosociali• Scarsa tolleranza alla

frustrazione• Elevata autostima • Rendimento scolastico

incostante • Particolarmente abile

nell’attività sportiva con componenti aggressive e nelle lotte

• Gode di popolarità

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Tipologia di vittime

• Vittima passiva-sottomessa:

- Un bambino isolato, che si colpevolizza

del proprio comportamento senza riuscire a

parlare con nessuno

• Vittima provocatrice

- In qualche modo provoca gli altri e

raramente riesce a reagire, ma con

comportamenti che non riescono ad

avere la meglio su quelli del bullo

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Tipologie di spettatore

• Sostenitori del bullo:

- Assistono alla violenza anche

ridendo

• Difensori della vittima:

- Tentano di interrompere l’atto o consolano la vittima

• “Maggioranza silenziosa”:

- Tenta di rimanere fuori dalla situazione senza

prendere posizione

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Cyberbullismo• “Azioni aggressive e intenzionali, eseguite attraverso

strumenti elettronici (sms, mms, foto, videoclip, e-mail, chat room, istant messaging, siti web, chiamate telefoniche) possono perseguitare la vittima 24 ore su 24” (Pisano,Saturno, 2008)

• Il CB è suddivisibile in diverse tipologie (Willard, 2007): flamming, molestia(harassment), cyberstalking, denigrazione, impersonificazione, outing e trickery, esclusione (bannare), cyberbashing o happy slapping.

• Per la prima volta nella storia lo sviluppo della tecnica non è gestito dai genitori ma dai figli, generando una mancanza di contenimento per i ragazzi (Di Renzo,2007)

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Come intervenire?

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Analisi degli indicatori comportamentali

all’interno del gruppo-famiglia e del gruppo-

classe

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Alcuni indicatori

comportamentali della vittima

del bullo a scuola

(Fedeli, 2005)

1. L’allievo viene continuamente schernito dai compagni e anche se essi riferiscono che si tratta solo di un gioco, il giovane mostra segnali di disagio

2. Durante i momenti di svago l’allievo rimane solo o accanto ad un adulto

3. In occasione di giochi di squadra viene escluso o scelto dietro sollecitazione dell’insegnante

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Continua…

4. Nelle discussioni in classe non interviene mai e se sollecitato si mostra impacciato e timoroso di intervenire

5. Il suo rendimento scolastico peggiora senza un apparente motivazione

6. Spesso è triste o spaventato

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Alcuni indicatori

comportamentali della

vittima del bullo in famiglia

1. Al momento di andare a scuola, il figlio mostra ansia con sintomi di malessere fisico

2. Per raggiungere la scuola fa lunghi giri e percorsi diversi ogni mattina

3. Quando ritorna a casa ha i vestiti rovinati o ferite

4. Non porta a casa compagni di classe o altri coetanei

5. Raramente, o mai, viene invitata alle feste

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Continua..

6. Scarica il suo nervosismo sui fratelli più piccoli o mostra eccessiva emotività

7. Dorme male e fa brutti sogni8. non riesce a compiere attività

che richiedono concentrazione

9. Sembra infelice, depressa, o mostra inaspettati cambiamenti di umore, manifestando irritabilità e scatti d’ira

10.Non riesce a dare spiegazioni plausibili del suo comportamento o per risposta diventa aggressivo

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Effetti a breve e lungo termine nella vittima

Area comporta-mentale

Area Affettivo-

relazionale

Area sociale

Area cognitiva

Area psicosomatic

a

Disagio scolastico

Mancanza di autostima

Rifiuto dei pari Difficoltà di concentrazion

e

Insonnia

Calo del rendimento scolastico

Ansia Problemi di apprendiment

o

Incubi

Auto-aggressività

Depressione Risvegli notturni

Autolesionismo

Mancanza di fiducia negli

altri

Mal di testa

Suicidio Ritiro sociale Mal di pancia

Resistenza ad andare a

scuola fino all’abbandono

scolastico

Instabilità emozionale

Ammalarsi facilmente

Solitudine

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Effetti a breve e lungo termine nel bullo

Area comportamentale Area sociale Area cognitiva

Aggressività Popolarità fra pari Scarso rendimento scolastico

Crudeltà verso gli animali Mancanza di empatia Bocciature

Acting out

Disagio scolastico

Delinquenza

Disturbo della condotta

Disturbo antisociale di personalità

Furti

Vandalismo

Abuso sostanze

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http://www.poliziadistato.it/pds/primapagina

/bullismo/per_gli_adulti.htm• Il bullismo è un fenomeno sommerso e

in costante aumento. L'Italia è al terzo posto in Europa nella diffusione del fenomeno dopo Gran Bretagna e

Francia • I giovani vittime di questi

comportamenti difficilmente parlano con gli adulti di quello che gli succede. Non si sfogano, si vergognano e hanno

paura

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•Per combattere il bullismo è necessario che siano

coinvolte a pieno titolo i genitori e le istituzioni, in primo luogo la scuola e tutte le figure che vi

ruotano intorno

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Come i genitori possono aiutare i figli?

• Insegnare loro a saper esprimere la propria rabbia in modo costruttivo e

con maturità; • Comunicare in modo sincero;

• Insegnare loro ad identificarsi con gli altri e capire le conseguenze dei

propri comportamenti; • Prendere esempio dai valori positivi

che si vedono a casa.

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.. E la scuola?

•Ascolto•Comunicazione•Osservazione

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Ascolto attivo:

• Nell’Ascolto Attivo possiamo distinguere 5 tappe

• 1.  Ascoltare il contenuto,

• 2.  Capire le finalità,

• 3.  Valutare la comunicazione non verbale,

• 4.  Controllare la propria comunicazione non verbale e i propri filtri,

• 5.  Ascoltare con partecipazione e senza giudicare,

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La comunicazione

Il processo di comunicazione non è lineare e non può essere spiegato rappresentando un percorso rettilineo all’inizio e alla fine del quale si trovano un emittente e un ricevente; è un processo circolare e dinamico.

Un messaggio non trasmette soltanto l’informazione, ma impone un comportamento in chi lo riceve (II assioma, Watzlawick). Ci si riferisce alla relazione tra comunicanti, che non necessariamente richiede la comunicazione verbale (tono di voce, gestualità, etc..).

Caratteristica fondamentale della capacità comunicativa è rappresentata dal

Sapere Ascoltare

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Alcuni strumenti di osservazione e di

intervento...

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Osservazione del gruppo-classe

Il questionarioSEDS

Valutazione dei problemi

comportamentali ed emozionali 5-18

anni, Roberts e Hutton, 2006

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Osservazione di comportamenti insoliti a scuola tramite griglie predisposte (Perricone Briulotta, 2003)

Check-list

Schema di codifica

Scale di valutazione

Base-line

Etogramma

Q-Sort

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•Educazione socioaffettiva

Efficace strumento di formazione della personalità secondo valori democratici.

Tende a migliorare nell’individuo la conoscenza di sé e la comunicazione con

gli altri

Alcuni strumenti di intervento per le scuole

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La competenza

emotiva..• La competenza

emotiva è un costrutto unitario che

descrive le abilità necessarie

all’individuo per integrare le emozioni nella sfera cognitiva e nella vita di relazione,

quali:

1. Consapevolezza dei propri stati emotivi

2. Capacità di riconoscere le emozioni negli altri

3. Competenza linguistica in campo emotivo

4. Capacità di coinvolgimento empatico

5. Capacità di controllo del proprio comportamento

6. Capacità adattiva davanti alle forti emozioni

7. Comprensione della rilevanza delle emozioni nelle relazioni

8. Autoefficacia emotiva

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Acquisire tali abilità dovrebbe costituire per ogni individuo un

obiettivo fondamentale per vivere le relazioni sia nel mondo della scuola che in

quello della famiglia

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1. “L’Arca delle emozioni” (Fedeli, 2006); 2. “Vorrei una classe dove…” (Buccoliero,

Maggi, 2005); 3. “ Intervista semi-strutturata per la narrazione

del sé e delle emozioni” (tristezza, rabbia, paura, felicità) di Montirosso, 2001;

4. Analisi di casi (presentazione ai partecipanti di una situazione concreta, vera o verosimile, volta a facilitare la riflessione e la comprensione delle varie situazioni, attraverso schede di lavoro per piccoli gruppi, Buccoliero, Maggi, 2005).

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La struttura del programma arca

Alfabetizzazioneemozionale

AAutoconsapevolezza

CComprensione

AAutoregolazione

RRiconoscimento

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L’osservazione sistematica delle emozioni (Fedeli, 2006)

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Promuovere la collaborazione tra pari

• L’Operatore amico

• Peer mentoring

• Peer mediation

• Peer counseling

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La narrazione autobiografica

Raccontare è scoprire significati profondi della nostra vita, riappropriarsi dell’esperienza vissuta e richiamare alla mente una situazione obliata.( Demetrio, 2003)

La metodologia del racconto autobiografico viene incontro al bisogno dell’adolescente di dare significato e senso agli eventi che riguardano il sé e di costruire nuovi elementi positivi della propria identità.( Bruner, 1990)

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• “Costruire il proprio sé narrandosi”, (con l’obiettivo di attivare una scrittura di sé volta ad accertare il rapporto che gli studenti stabiliscono con la memoria; la loro capacità di creare un tessuto narrativo a partire dalla loro storia, la possibilità di proiettarsi nel futuro e la percezione di se stessi attribuita ad un ipotetico osservatore; Demetrio, 2003)

• “Autoinverviste sollecitate da domande”, “narrazione di sé”.

• Strumenti di lavoro faccia-faccia: intervista aperta non direttiva “Raccontami la tua vita” (Demetrio, 2003)

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• Strumenti di lavoro collettivi: (giochi interattivi a sfondo o contenuto biografico che consentono di evidenziare con chiarezza e rapidità fenomeni relativi alle relazioni sociali e ai comportamenti interpersonali): “Cogli la differenza” ( Sette, 2007); “Scambio di ruoli” ( Montesarchio e Martella, 2004);

• Lavoro di gruppo con osservatori: “Cosa mi aspetto dai miei compagni?” (obiettivi: riflettere su cosa significa stare bene in un gruppo, esplicitare le richieste e i bisogni individuali di ognuno ed infine concordare regole di comportamento condivise. Buccoliero, Maggi, 2003)

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Modello dei sistemi ecologici di Bronfenbrenner

Macrosistema:i valori, le ideologie e le istituzioni politiche della società

Esosistema: contesti d’influenza indiretta sullo sviluppo (es. la professione dei genitori )

Mesosistema:Relazione scuola famiglia; genitori-figli; ect.

Microsistemala famiglia, i coetanei, la scuola

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Percorsi con le famiglie

• Parent training (Fedeli, 2005) ( percorsi di aiuto alla genitorialità volti a fornire informazioni sui metodi educativi più efficaci per inibire lo sviluppo di comportamenti disadattivi nei confronti dei propri figli);

• Azioni per rafforzare la relazione e la comunicazione tra genitori e insegnanti

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Creazione di un “Patto di

corresponsabilità educativa”

scuola-famiglia

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Elaborato da

Prof.ssa Di Vita Angela MariaDott.ssa Garraffo valentina

Dott.ssa Lipari DanielaDott.ssa Ricontati Giuseppa Maria

Dott.ssa Romano AlessandraDott.ssa Russo Nadia

[email protected]