Iperglicemia cronica Alterazione del metabolismo di carboidrati, grassi e proteine Deficit relativo...
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• Iperglicemia cronica
• Alterazione del metabolismo di carboidrati, grassi e proteine
• Deficit relativo o assoluto della secrezione insulinica e/o dell’azione insulinica
• Iperglicemia cronica
• Alterazione del metabolismo di carboidrati, grassi e proteine
• Deficit relativo o assoluto della secrezione insulinica e/o dell’azione insulinica
Diabete mellito
riduce la concentrazione di glucosio nelsangueriduce la concentrazione di glucosio nelsangue
...
Inibizione della gluconeogenesiInibizione della gluconeogenesiIncremento della glicolisiIncremento della glicolisi
Le azioni dell’insulinaLe azioni dell’insulina
aumento dell’uptake del glucosioaumento dell’uptake del glucosio
stimola l’immagazzinamento del glucosiostimola l’immagazzinamento del glucosio...come Glicogeno (fegato e muscoli)come Glicogeno (fegato e muscoli)come Trigliceridi (tessuto adiposo)come Trigliceridi (tessuto adiposo)
stimola l’immagazzinamento degliAminoacidi inibisce proteolisi
stimola l’immagazzinamento degliAminoacidi inibisce proteolisi
...
Le azioni dell’insulinaLe azioni dell’insulina
favorisce l’accumulo dei trigliceridifavorisce l’accumulo dei trigliceridi...attivazione LPL perifericheattivazione LPL periferichestimolo della sintesi degli acidi grassistimolo della sintesi degli acidi grassiInibizione della lipolisiInibizione della lipolisi
— Etiologic classification of diabetes mellitus
I. Type 1 diabetes* (ß-cell destruction, usually leading to absolute insulin deficiency) A. Immune mediated B. IdiopathicII. Type 2 diabetes* (may range from predominantly insulin resistance with relative insulin deficiency to a predominantly secretory defect with insulin resistance)III. Other specific types IV. Gestational diabetes mellitus (GDM)
•Patients with any form of diabetes may require insulin treatment at some stage of their disease. •Such use of insulin does not, of itself, classify the patient.
quadro riepilogativoquadro riepilogativoIL DIABETE MELLITOIL DIABETE MELLITO
Tipo 1 Tipo 2
Diabete giovanile Diabete adulto
Trattamento Insulina Dieta e/o antidiabetici orali e/o insulina
Età di esordio < 30 anni > 30 anni (di solito)
Sovrappeso No Sì
Corpi chetonici Sì No
Legame genetico Forte Molto forte
Malattia autoimmunitaria Sì No
...
Il diabete mellito di tipo 2 è unamalattia frequente:Il diabete mellito di tipo 2 è unamalattia frequente:
rappresenta circa l’85% di tutti i casidi diabeterappresenta circa l’85% di tutti i casidi diabete
si manifesta spesso negli obesi e neisovrappesosi manifesta spesso negli obesi e neisovrappeso
...
Criteri per la diagnosi di Diabete Mellito
American Diabetes Association 2007
1) Sintomi di diabete più riscontro casuale di concentrazione plasmatica di glucosio ≥ 200 mg/dL (11,1 mmol/L). Riscontro casuale significa qualsiasi momento della giornata . I classici sintomi del diabete includono: poliuria, polidipsia, perdita di peso inspiegata.
oppure
2) Valori di glicemia plasmatica a digiuno ≥ 126/dL controllati almeno due volte (7,0 mmol/L). Digiuno significa non aver introdotto calorie da almeno 8 ore.
oppure
3) Glicemia plasmatica a 2 ore ≥ 200 mg/dL durante curva da carico di glucosio (questo test deve essere seguito come descritto dall’WHO: 75 g glucosio sciolto in acqua).
Fasting plasma glucose
•FPG < 100 mg/dl (5.6 mmol/L) = normal fasting glucose;
•FPG 100-125 mg/dl (5.6-6.9 mmol/L) = IFG (impaired fasting glucose);
•FPG ≥ 126 mg/dl (7 mmol/L) = provisional diagnosis of diabetes.
American Diabetes Association 2007
Sindrome eterogenea caratterizzata da:
OGTT
• Glicemia dopo 2 h (durante OGTT) <140 mg/dl (7.8 mmol/L) = normal fasting glucose;
• Glicemia dopo 2 h (durante OGTT) 140-199 mg/dl (7.8- 11.1 mmol/L) = IGT (impaired glucose tolerance);
• Glicemia dopo 2 h (durante OGTT) ≥ 200 mg/dl (11.1 mmol/L) = provisional diagnosis of diabetes
American Diabetes Association 2007
Progressione da normale tolleranza glucidica, ad alterata tolleranza glucidica, a diabete mellito
tipo 2
JAMA 2007
4% 4-6% 6% n/a
Prevalence of Diabetes among U.S. Adults, BRFSS, 1990
Mokdad et al., Diabetes Care 23:1278-83, 2000
4% 4-6% 6% n/a
Prevalence of Diabetes among U.S. Adults, BRFSS, 1997-98
Mokdad et al., Diabetes Care 23:1278-83, 2000
BMI
underweight normalweight overweight obesity morbid obesity
< 18.5 18.5-25 25-30 > 30 >40
WHO, 1998
Relative Risk for Type 2 Diabetes Mellitus
0
2
4
6
8
10
12
< 25 > 30
RR
• 42 504 male health professionals, 40 to 75 years of age, without diagnosed diabetes
• 12 years of follow-up
van Dam et al, 2002
0
1
2
3
4
5
6
7
<21 22 23 24 25 26 27 28 29 30
CHD
Hypertension
Cholelithiasis
Type 2 Diabetes
Rel
ativ
e R
isk
BMI
Relation between BMI and the Relative Risk of disease in menRelation between BMI and the Relative Risk of disease in men
W Willett et al, 1999
Subcutaneous, Subcutaneous, peripheral, gynoid or peripheral, gynoid or “pear distribution“pear distribution””
Intermediate type Intermediate type distributiondistribution
Visceral, central, Visceral, central, androidandroidor “apple distribution”or “apple distribution”
Outline of three obese women with approximately the same BMI,but differing in pattern of fat distribution
Waist
Hip
Obesity Overweight
Waist circumference is a surrogate marker of visceral fatLean et al, 1998
Men>102 cm-increased risk
Women >88 cm-increased risk
La clinica del diabete: le complicanze croniche
1. COMPLICANZE CARDIOVASCOLARI
2. COMPLICANZE NERVOSE
3. COMPLICANZE OCULARI
4. COMPLICANZE NEFROUROGENITALI
5. COMPLICANZE A CARICO DI ALTRI APPARATI
COMPLICANZE CARDIOVASCOLARI• CARDIOPATIA ISCHEMICA: rischio di coronaropatia > 2 v nei
maschi 3 v femmine. Manifestazioni: angina pectoris, IMA, aritmia, morte improvvisa; insuff.cardiaca congestizia. Non rari episodi ischemici senza dolore per la coesistente neuropatia che può causare anche turbe del ritmo e conduzione.
• CARDIOMIOPATIA DIABETICA: insuff. cardiaca congestizia in assenza di alterazioni significative dei vasi coronarici (lesioni microvascolari).
• DENERVAZIONE CARDIACA: neuropatia autonomica che si manifesta con tachicardia (interessamento vagale). Denervazione totale (rara) porta a gravi aritmie e arresto cardiaco.
• ARTERIOPATIA PERIFERICA: 10 v >della popolazione non diabetica. Processi ateromatosi prediligono le arterie di medio calibro: claudicatio intermittens che si complica con disturbi trofici (ulcera, gangrena). Coesistenza di microangiopatia e suscettibilità alle infezioni (piede diabetico) con possibile focolai di osteomielite. Con neuropatia (ipoanestesia termodolorifica) il pz non avverte i traumatismi anche minimi.
• IPERTENSIONE ARTERIOSA: più frequente nel pz diabetico, correla con l’insulinoresistenza e la conseguente iperinsulinemia.
MORTALITA’ CARDIOVASCOLARE NEL DIABETICO E NEL NON DIABETICO
(Haffner et al, 1998)
0
10
20
30
40
50
Non diabetici Diabetici
Senza precedente infarto Con precedente infarto
_
_
_
_
_
_
Inci
den
za c
um
ula
tiva
in 7
an
ni (
%)
Dati aggiustati per sesso ed età
No Diabetes Diabetes
High Impact of Diabetes on Mortality at FirstMyocardial Infarction: FINMONICA 1988-1992
87%
1-yearSurvival
Post-Hospital
28-day-1-year mortality28-day-1-year mortality
28-day mortality28-day mortality
Out-of-hospital sudden Out-of-hospital sudden cardiac deathcardiac death
n=620n=620
18%
8%
4%9%
74%
1-yearSurvival
Post-Hospital
20%20%n=685n=685
23%23%n=145n=145
n=3,442n=3,442
Miettinen H, et al. Diabetes Care. 1998;21:69-75.
COMPLICANZE NERVOSE
Sistema nervoso perifericoLa neuropatia si manifesta nel 10% dei diabetici (sia 1
che 2) dopo 10-15 anni di malattia ed è dovuta a degenerazione assonica.
• Mononeuropatia:più rara, dovuta a lesioni microangiopatiche. Interessamento asimmetrico e prossimale, prevalentemente motorio. Spesso sono coinvolti i nervi cranici (oculomotori).
• Polineuropatia: più frequente. Interessamento simmetrico, distale, con coinvolgimento dei nervi somatici e viscerali. Insorge più tardivamente con andamento lento e progressivo. Si sviluppano prevalentemente alterazioni sensitive quali dolori, parestesie, iperestesie.
Questa sintomatologia è in genere preceduta da ipoareflessia osteotendinea, ipoanestesia vibratoria e termodolorifica (pianta del piede).
La neuropatia autonomica può interessare sia il parasimpatico che l’ortosimpatico. La neuropatia simpatica comporta assenza di tachicardia e sudorazione riflesse così che episodi di ipoglicemia non sono avvertiti dal paziente.
Sistema nervoso centraleTia, ictus cerebri, trombosi od emorragia o mielopatia
vascolare.
COMPLICANZE OCULARI• RETINOPATIA:RETINOPATIA: la più frequente complicanza oculare del diabete
si divide in due fasi:– Background:100% dei casi dopo 15-20 anni di malattia– Forma proliferativa: 30-40% dei casi. Bilaterale, microaneurismi, dilatazione ed aumento della
permeabilità vasale, emorragie, successivamente lesioni essudative con aspetto “cotonoso” fino alla riduzione dell’acuità visiva per maculopatia.
Nella forma proliferante compaiono vasi neoformati che possono causare vaste emorragie preretiniche, successivamente si può avere fibrosi con distacchi di retina. La neovascolarizzazione dell’angolo irido-corneale può determinare glaucoma.
• CATARATTACATARATTA:: più frequente nel diabetico, è bilaterale. Insorge in caso di cattivo controllo metabolico ed è dovuta ad abnorme accumulo di sorbitolo.
• ALTRE:ALTRE: cheratopatia, paresi dei muscoli oculomotori, atrofia ottica, patologia infettiva degli annessi oculari.
• Cecità nel 2% diabetici
COMPLICANZE NEFROUROGENITALI• NEFROPATIA DIABETICA:NEFROPATIA DIABETICA: caratterizzata dalla
glomerulosclerosi di Kimmmelstiel-Wilson: ispessimento della membrana basale glomerulare ed espansione mesangiale. Si classifica in 5 stadi:– I: aumento del GFR, con microalbuminuria e
nefromegalia (regressione col compenso metabolico).– II: progressione del danno renale– III:microalbuminuria persistente– IV: ↓ GFR , con ipertensione arteriosa– V: insuff renale terminale.
• ALTRE:ALTRE: pielonefriti e necrosi papillare , infezioni delle basse vie urinarie e genitali, batteriurie asintomatiche: sono favorite oltre che da maggior suscettibilità alle infezioni anche da turbe dell’innervazone vegetativa vescicale (atonia vescicale della vescica neurogena).
• L’impotenza è dovuta alla compromissione dell’innervazione vegetativa dell’apparato genitale.
COMPLICANZE A CARICO DI ALTRI APPARATI
• COMPLICANZE DIGESTIVE: causate sempre da neuropatia autonomica. A livello gastrico si ha atonia che causa senso di ripienezza e vomito; a livello intestinale: stipsi, incontinenza fecale.
• COMPLICANZE OSTEOARTICOLARI: osteoporosi, osteolisi, fratture ossee.
• COMPLICANZE CUTANEE: di origine infettiva da Gram-negativi (foruncolosi, favi, erisipela, idrosadeniti, piodermiti, ascessi, flemmoni); infezioni micotiche specie da Candida Albicans. Manifestazioni cutanee poi sono dovute a neuropatia autonomica che causa turbe della sudorazione.
COMPLICANZE ACUTE DEL DIABETE MELLITO
-CHETOACIDOSI
-SINDROME IPEROSMOLARE NON CHETOSICA
-IPOGLICEMIA
CHETOACIDOSI DIABETICA
Mortalità del 16%
Il 10% degli episodi di chetoacidosi diabetica avvengono in soggetti fra 45 e 65 anni.
Il 75 % dei soggetti sono anziani.
I soggetti con età >65 anni hanno mortalitàcompresa tra 15 e 28%.
CAUSE DI CHETOACIDOSI DIABETICA
50% Concomitanti patologie
25% Mancata somministrazione di insulina
25% Causa scatenante sconosciuta
PATOLOGIE CONCOMITANTI
Gravi infezioni
Stati setticemici
Stress traumatici o chirurgici
Infarto del miocardio
Patogenesi DKA
Carenza insulinica
Aumento ormoni contro-regolatori (GH, Catecolamine,Cortisolo, glucagone)
Catabolismo proteico
Attivazione neoglucogenesi epatica
Deficit insulinico
neoglucogenesi GlucagoneCortisolo
proteolisi
Utilizzo glucosio
glicosuria
Diuresi osmotica disidratazione
MECCANISMI FISIOPATOLOGICI DI DKA-1
MECCANISMI FISIOPATOLOGICI DI DKA-2
Muscolo
T. adiposo
Lipolisi (1)
Sangue
Corpi chetonici
Acidi grassi liberi
Trigliceridiin VLDL
Fegato
Formazione dicorpi chetonici
Ossidazioneacidi grassi
(2)
Sintesi di trigliceridi
*
* In mancanza di Malonil-Coa non completa ossidazione dei grassi con accumulo di corpi chetonici
Deficit insulinicoElevatoacetil-Coa
Aceto-acetato e B idrossi-butirrato
acidosivomito
polipnea acqua
SINTOMI E SEGNI DI CHETOACIDOSI DIABETICA
- nausea - cute secca e calda- vomito - mucose aride- dolore addominale - ipotermia- sete - alito acetonemico- poliuria - ipotonia muscolare- tachicardia - iporeflessia- ipotensione - coscienza alterata sino al coma- disidratazione - respiro di Kussmaul
DATI DI LABORATORIO
- elevata iperglicemia (500-700 mg/dl)- presenza di corpi chetonici- lieve iposodiemia- normo/iperpotassiemia- aumento osmolarità (>300 mOsm)- ipertrigliceridemia- emogasanalisi: pH 7.20, pCO2 <40 mmHg, bicarbonati <24 mmol/l- gap anionico Na-(Cl+HCO3)=- emoglobina ed ematocrito- leucocitosi
Gap anionico normale tra 12-14 mmol/L
CHETOACIDOSI DIABETICA
Controllare: - glicemia- acetonuria- emogasanalisi- creatininemia, urea- emocromo- osmolalità plasmatica- ECG: ricercare segni di ipokaliemia
o di infarto miocardico
N.B. osmolalità: mOsm/l= 2(Na+K) + glucosio + urease glicemia ed urea sono espresse in mg/dl, la
prima va divisa per 18, la seconda per 2.8. (vn 275-295)
CHETOACIDOSI DIABETICA
Posizionare: catetere vescicaleaccesso venoso periferico(se possibile catetere venoso centrale)
Monitorare ogni ora:-frequenza cardiaca-pressione arteriosa-temperatura-diuresi-glicemia
TRATTAMENTO DELLA CHETOACIDOSIDIABETICA
insulina
fluidi
elettroliti
TRATTAMENTO DELLA CHETOACIDOSIDIABETICA
Somministrazione di liquidi
La soluzione isotonica (NaCl 0.9%) oltre a correggere la disidratazione, riduce l’iperglicemia aumentando sia la risposta
dei tessuti periferici all’insulina sia l’escrezione urinaria di glucosio.
Soluzione fisiologica: - 1L in 15-30 minuti circa- 1L/h per le seguenti 2-4 ore
(Basandosi sul bilancio entrate/uscite e sulla valutazione clinicadello stato di idratazione).
La velocità di infusione può essere variata a secondo dei valori di PVC
(vn= 2-8 cm2 acqua).In mancanza di catetere venoso centrale, eseguire ripetutamente
auscultazione polmonare.
TRATTAMENTO DELLA CHETOACIDOSIDIABETICA
Somministrazione di liquidi
Quando la glicemia raggiunge 250-300 mg/dl, somministrare glucosio ad una velocità di 5-10 g/h (Glucosata 5%: 100-200 cc/h),
come soluzione separata o in combinazione con fisiologica.
La velocità di somministrazione di soluzioni contenenti glucosio deve essere regolata in base a frequenti misure della glicemia.
TRATTAMENTO DELLA CHETOACIDOSI DIABETICA
INSULINA
Può essere somministrata per via venosa
per via intramuscolare
INSULINAper via venosa
10 U di insulina pronta ev come dose di carico, seguite da5-10 U/ora (Velocità oraria 0.1 U/kg del peso corporeo):
(50 U di insulina pronta in 500 cc di fisiologica = 0.1 U/ml, per somministrare 10 U/ora: 100cc/ora).
L’infusione di insulina deve essere innestata su una linea di infusione indipendente in maniera tale da regolarla in modoautonomo.
INSULINAper via muscolare
10 U di insulina pronta im come dose di carico, seguite daSomministrazioni di 5-10 U/ora
La velocità media di abbassamento della glicemia è di circa 75-100 mg/dl/h. La mancata riduzione della glicemia del 10%(o di più di 100 mg/dl) nelle prime due ore, deve costituire la base per un ulteriore valutazione e per l’uso di dosi di insulina più elevate.
ELETTROLITI
POTASSIO
-misurare la potassiemia ed eseguire ECG-se il potassio è 4-5 mEq/L, aggiungere 20 mEq K in ogni litrodi fisiologica ed infondere a 1 L/h-mantenere il K fra 4 e 5 mEq/L: a-se è 4-5 mEq/L, proseguire con infusione di K a 20 mEq/h b-se è 5-6 mEq/L, ridurre a 10 mEq/h c-se è >6 mEq/L, stop K d-se è 3-4 mEq/L, aumentare K a 30 mEq/h e-se è <3 mEq/L, aumentare K a 40-60 mEq/h.
BICARBONATO non è raccomandato per il trattamento di routine.
COMPLICANZE DELLA CHETOACIDOSI DIABETICA
-edema cerebrale-edema polmonare acuto non cardiogeno
SINDROME IPEROSMOLARE NON CHETOSICA
-Pazienti anziani che non hanno dati anamnestici di diabete mellito o nei quali il diabete è stato lieve fino a quel momento
-mortalità del 40-70%
Cause scatenanti: malattie intercorrenti: infezioni pancreatiti ustioni
farmaci glucocorticoidi diuretici -bloccanti fenitoina
Comparsa graduale: dai 7 ai 10 giorni
SINDROME IPEROSMOLARE NON CHETOSICA
Prodromi protratti
Età avanzata(-alterazione meccanismo
della sete-compromissione conservazione
renale di acqua)
Importante deficit di acqua corporea
Grave iperglicemia
FISIOPATOLOGIA DELLA SINDROME IPEROSMOLARE NON CHETOSICA
Produzione epaticadi glucosio
Ormoni dello stress
Malattie intercorrenti
Ridotta ingestione liquidi e/o febbre
disidratazione
oliguria
Ridotta escrezione renale di glucosio e sodio
iperglicemia ipernatriemia
Glicosuriapoliuria
Iperglicemiasevera
Insulinoresistenza
SEGNI E SINTOMI
-stato confusionale fino al coma-sintomi neurologici focali (emiplegia)-convulsioni-oliguria-disidratazione-ipotensione-ipotermia
DATI DI LABORATORIO
-iperglicemia (range 600-2700 mg/dl)-iperosmolarità (> 350 mOsm/kg)-ipopotassiemia- creatinina- corpi chetonici assenti
TRATTAMENTO DELLA SINDROME IPEROSMOLARE IPERGLICEMICA
- correggere la grave disidratazione con Fisiologica 0.9%
-Insulina: dose iniziale i.m o e.v. (monitorare accuratamentei valori glicemici, poiché la reidratazione può contribuire significativamente alla riduzione dell’iperglicemia).
-Potassio: controlli frequenti ed eventuale somministrazione.
COMPLICANZE DELLA SINDROME IPEROSMOLARE
IPERGLICEMICA
-elevata mortalità-edema cerebrale-tromboembolismi-necrosi tubulare acuta-infarto del miocardio
DIAGNOSI DIFFERENZIALE DI LABORATORIO DELLE
COMPLICANZE DEL DIABETE
Chetoacidosico Iperosmolare
plasmaGlicemia < 600 >600 mg/dlChetonemia +++ assenteOsmolarità < 300 >320pH < NBicarbonati < NNa bassa normale-altaBicarbonati bassi normali
urine
Glicosuria ++++ ++++Chetonuria +++ assente
IPOGLICEMIA
È l’emergenza più frequente nei soggetti geriatrici ed è estremamente grave in quanto può essere associata
o scatenare eventi cerebrovascolari, infarto del miocardio, coma etc.
CAUSE DI IPOGLICEMIA
-farmaci:insulina, sulfonilurea, alcol
-disfunzione d’organo: renale, epatico, cardiovascolare, sistema nervoso centrale ed autonomico, sepsi, gastrointestinale
-anoressia, fattori sociali
-neoplasie
SINTOMI E SEGNI
-ansietà, irrequiettezza-palpitazioni, tremore-senso di fame, sudorazione-astenia, difficoltà alla concentrazione, stordimento-sonnolenza, alterazione dello stato di coscienza (confusione, coma)-manifestazioni convulsive, segni neurologici focali-alterazione della termoregolazione (ipotermia, ipertermia)
MANIFESTAZIONI CLINICHE
Cute: pallidaPAO: nella normaFc: tachicardia (bradicardia in fase avanzata)respiro: iperpnea (bradipnea in fase avanzata)occhio: pupille midriasi (miosi in fase avanzata)EON: ipertono muscolare, ROT nella norma, Babinsky talora presente
TRATTAMENTO IPOGLICEMIA
Se il paziente è cosciente:-somministrare 10-20 g glucosio per os
(latte zuccherato)
Se il paziente è incosciente:-somministrare 25 g glucosio e.v. in bolo seguiti da
infusione continua di glucosata (5 o 10% a seconda della gravità dell’ipoglicemia). Eventuale ulteriore bolo di 25 g di glucosio in casodopo 10 minuti il paziente sia ancora incosciente.
American Diabetes Association 2007
Correlazione tra HbA1c e livello medio di glicemia plasmatica
American Diabetes Association 2007
Ripetuta almeno due/anno in pazienti in buon controllo glico-metab, negli altri 4 volte
Lowering HbA1c Reduces Risk of Complications*
-40
-35
-30
-25
-20
-15
-10
-5
0R
educ
tion
in R
isk
(%)
*Percent risk reduction for*Percent risk reduction for0.9% decrease in HbA0.9% decrease in HbA1c1c
UKPDS. Lancet 1998; 352:837UKPDS. Lancet 1998; 352:837
Microvascular Microvascular complicationscomplications
MIMI
CataractCataractextractionextraction
RetinopathyRetinopathy
Albuminuria atAlbuminuria at12 years12 years
-34-34p=0.00005p=0.00005
-21-21p=0.015p=0.015
-24-24p=0.046p=0.046
-16-16p=0.052p=0.052
-25-25p=0.009p=0.009
-6-6p=0.63p=0.63
Fatal myocardialFatal myocardialinfarctioninfarction
Treatment of Type 2 Diabetes
DiagnosisDiagnosis
Therapeutic Lifestyle ChangeTherapeutic Lifestyle Change
Combination Therapy – Oral Drugs with Insulin
Combination Therapy – Oral Drugs with Insulin
Combination Therapy - Oral Drugs Only
Combination Therapy - Oral Drugs Only
MonotherapyMonotherapy
-31%
-58%
Riduzione dell’incidenza di diabete di tipo 2 con interventi sullo stile di vita o con
metforminaDiabetes Prevention Program Research Group
NEJM 346:393, 2002
baselinebaseline 1 m1 m 5 m5 m 15 m15 m00
2020
4040
6060
8080
100100
120120
140140
baselinebaseline 1 m1 m 5 m5 m 15 m15 m00
300300
600600
900900
baselinebaseline 1 m1 m 5 m5 m 15 m15 m00
200200
400400
600600
Glucose tolerance after weight loss fifhteen month follow-up
Bosello et al, 1978
Body weightBody weight ∑ glucose∑ glucose
∑ insulin∑ insulin
RBW %
HbA1 (%)
Glucose (mg/dl)
Insulin (mU/ml)
Tg (mg/dl)
HDL-Ch (mg/dl)
Before > 13,6 6,9- 13,6 2,4 - 6,8 0 - 2,3 gained
159
9,7
190
20
195
28,2
121*
7,1*
109*
2,9*
87*
48,8*
143*
8,7*
162°
10,5§
155°
41,3
152*
9,8
185
11,8§
165§
40,3
157°
10,4
197
14,6
175
38,4
164*
10,6§
217§
14,9
204
39,7
Metabolic Improvements of Weight Loss: 1 yr treatment
Wing et al, 1987* < 0,001 - ° < 0,01 - § < 0,05
Weight Loss %
NSNS
p < 0,0005p < 0,0005
p < 0,0001p < 0,0001
< 5%< 5% 6 -14%6 -14% >15%>15%-2,5-2,5
-2-2
-1,5-1,5
-1-1
-0,5-0,5
00
%%
Changes in HbA1 as a function of weight loss
after 1 year program
Weight lossWeight loss
Wing at al, 1994Wing at al, 1994
<<15%15%
Saturated fattySaturated fattyacidsacids
PolyunsaturatePolyunsaturateddfatty acidsfatty acids
MonounsaturatMonounsaturatededfatty acidsfatty acids
8%-10%8%-10%
<<10%10%
Recommended Nutrient Recommended Nutrient Content of a Weight-Reducing Content of a Weight-Reducing
DietDiet
CarbohydrateCarbohydrate>>55%55%
ProteinProtein15%15%
Clinical Guidelines on the Identification, Evaluation, and Treatment of Clinical Guidelines on the Identification, Evaluation, and Treatment of Overweight and Obesity in Adults– The Evidence Report. Overweight and Obesity in Adults– The Evidence Report. Obes Res.Obes Res. 1998;6 1998;6 (suppl 2).(suppl 2).
FatFat<<30%30%
Calories: 500-1000 kcal/d reductionCalories: 500-1000 kcal/d reductionCholesterol: <300 mg/dCholesterol: <300 mg/d
Fiber: 20-30 g/dFiber: 20-30 g/d
Blood Glucose Concentrations After Ingesting High and Low Glycemic Index Foods
Adapted from: Anderson et al. Modern Nutritionin Health and Disease; 2001:1269.
*containing 50 g glucose
Blo
od G
luco
se (
mg/
dL)
Time (min)
0 30 60 90 120
New potatoes*
Kidney beans*
Diabete e Life styleDiabete e Life style
Valutare regolarmente il livello di attività fisica e informare il paziente sui benefici di attività fisica regolare
Sospensione del fumo
American Diabetes Association 2007
Diabetes as a CHD Risk Equivalent
• 10-year risk for CHD 20%
• High mortality with established CHD– High mortality with acute MI– High mortality post acute MI
Risk Category
CHD and CHD riskequivalents
Multiple (2+) risk factors
Zero to one risk factor
LDL Goal (mg/dL)
<100
<130
<160
Three Categories of Risk that Modify LDL-Cholesterol Goals
Diabete ed IPERTENSIONEDiabete ed IPERTENSIONE
a. Controllo PA ad ogni visita
b. Goal PA ≤ 130/80 mmHg,
c. Se PA sistolica 130-139 e diastolica 80-89 intervento sullo stile di vita per 3 mesi. Se goal non raggiunto terapia farmacologica. Se PA > 140/90: terapia farmacologica
d. Controllo della funzionalità renale e della ionemia entro 1-2 settimane dall’inizio del trattamento antiipertensivo con l’utilizzo di ACE-inibitori, sartanici, diuretici dell’ansa o tiazidici.
Diabetes Care, 2007American Diabetes Association 2007
Diabete e anti-aggregazioneDiabete e anti-aggregazione
a. terapia con aspirina (75-162 mg/die) in prevenzione secondaria nei pazienti diabetici con CVD
b. terapia con aspirina (75-162 mg/die) in prevenzione primaria in Pazienti con diabete tipo 2 e tipo 1 con età > 40 anni e aumentato rischio CVD (familiarità, altri fatt di rischio, fumo, albuminuria)
c. considera la terapia con aspirina in pazienti diabetici con età tra 30-40 anni in presenza di altri fattori di rischio CVD
d. Non prescrivere terapia con aspirina in soggetti diabetici con età < 30 anni
Diabetes Care, 2007American Diabetes Association 2007
Oral Medications to Treat
Type 2 Diabetes
Major Classes of Medications
1. Drugs that sensitize the body to insulin and/or control hepatic glucose production
2. Drugs that stimulate the pancreas to make more insulin
3. Drugs that slow the absorption of
starches
ThiazolidinedionesBiguanides
SulfonylureasMeglitinides
Alpha-glucosidase inhibitors
Efficacy of Monotherapy with Oral Diabetes Agents
Drug Fasting PlasmaGlucose Reduction
(mg/dl)
A1CReduction
(%)
Thiazolidinedione 35-40 0.5-1.0
Sulfonylurea 60-70 1.0-2.0
Biguanide 60-70 1.0-2.0
Meglitinide 60-70 1.0-2.0
Alpha-glucosidaseinhibitor
20-30 0.5-1.0
DeFronzo Annals of Internal Medicine 1999;131:281-303
Nathan N Engl J Med 2002; 347:1342-1349
Biguanides• Biguanides decrease hepatic glucose production and
increase insulin-mediated peripheral glucose uptake.• Efficacy
– Decrease fasting plasma glucose 60-70 mg/dl (3.3-3.9 mmol/L)– Reduce A1C 1.0-2.0%
• Other Effects– Diarrhea and abdominal discomfort– Lactic acidosis if improperly prescribed– Cause small decrease in LDL cholesterol level and triglycerides– No specific effect on blood pressure– No weight gain, with possible modest weight loss– Contraindicated in patients with impaired renal function (Serum Cr
> 1.4 mg/dL for women, or 1.5 mg/dL for men)
• Medications in this Class: metformin (Glucophage), metformin hydrochloride extended release (Glucophage XR)
AACE Diabetes Guidelines, Endocr Pract. 2002
Metformin : dosage data
Thiazolidinediones• Thiazolidinediones decrease insulin resistance by making muscle
and adipose cells more sensitive to insulin. They also suppress hepatic glucose production.
• Efficacy– Decrease fasting plasma glucose ~35-40 mg/dl (1.9-2.2 mmol/L)– Reduce A1C ~0.5-1.0%– 6 weeks for maximum effect
• Other Effects– Weight gain, edema – Hypoglycemia (if taken with insulin or agents that stimulate
insulin release)– Contraindicated in patients with abnormal liver function or CHF– Improves HDL cholesterol and plasma triglycerides; usually LDL
neutral• Medications in this Class: pioglitazone (Actos), rosiglitazone
(Avandia), [troglitazone (Rezulin) - taken off market due to liver toxicity]
Thiazolidinediones Thiazolidinediones
PioglitazonePioglitazone
Dose: 15-45 mg/die, 1 Dose: 15-45 mg/die, 1 somministrazione/die, anche in somministrazione/die, anche in presenza di IRC (fino a GFR di 4 presenza di IRC (fino a GFR di 4 ml/m), ml/m),
Rosiglitazone
Dose: 4-8 mg/die, 1-2 Dose: 4-8 mg/die, 1-2 somministrazioni/die, anche in somministrazioni/die, anche in presenza di IRC (fino a GFR di 30 presenza di IRC (fino a GFR di 30 ml/m)ml/m)
Controindicazioni
transaminasi > 2.5 la norma Insufficienza epatica Insufficienza cardiaca (classe NYHA I-IV)
Controindicazioni
transaminasi > 2.5 la norma Insufficienza epatica Insufficienza cardiaca (classe NYHA I-IV)
AACE Diabetes Guidelines, Endocr Pract. 2002
Thiazolidinediones : dosage data
Sulfonylureas• Sulfonylureas increase endogenous insulin secretion• Efficacy
– Decrease fasting plasma glucose 60-70 mg/dl (3.3-3.9 mmol/L)– Reduce A1C by 1.0-2.0%
• Other Effects– Hypoglycemia– Weight gain – No specific effect on plasma lipids or blood pressure– Generally the least expensive class of medication
• Medications in this Class:– First generation sulfonylureas: chlorpropamide (Diabinese),
Glibenclamide (Euglucon)– Second generation sulfonylureas: gliclazide (Diamicron),
glimepiride (Amaryl, Solosa), glipizide (Minidiabe)
Commonly used Sulfonylureas: dosage data
AACE Diabetes Guidelines, Endocr Pract. 2002
Gliclazide30 mg ril modificato80 mg 1-2 die
Alpha-glucosidase Inhibitors
• Alpha-glucosidase inhibitors block the enzymes that digest starches in the small intestine
• Efficacy– Decrease peak postprandial glucose 40-50 mg/dl (2.2-2.8
mmol/L)– Decrease fasting plasma glucose 20-30 mg/dl (1.4-1.7
mmol/L)– Decrease A1C 0.5-1.0%
• Other Effects– Flatulence or abdominal discomfort – No specific effect on lipids or blood pressure– No weight gain– Contraindicated in patients with inflammatory bowel disease
or cirrhosis
• Medications in this Class: acarbose (Precose), miglitol (Glyset)
AACE Diabetes Guidelines, Endocr Pract. 2002
Alpha-glucosidasi Inhibitors : dosage data
Meglitinides• Meglitinides stimulate insulin secretion (rapidly and for
a short duration) in the presence of glucose.• Efficacy
– Decreases peak postprandial glucose– Decreases plasma glucose 60-70 mg/dl (3.3-3.9 mmol/L)– Reduce A1C 1.0-2.0%
• Other Effects– Hypoglycemia (although may be less than with sulfonylureas if
patient has a variable eating schedule)– Weight gain – No significant effect on plasma lipid levels– Safe at higher levels of serum Cr than sulfonylureas
• Medications in this Class: repaglinide (Novonorm), nateglinide (Starlix)
• Vanno somministrati 30 min prima dei pasti
Quando prescrivere l’insulina
•Mancato raggiungimento di valori target di glicemia (a digiuno e/o postprandiali) e di HbA1c nonostante terapia con antidiabetici orali (monoterapia o terapia di associazione)
•Presenza di grave sintomatologia (specialmente al momento della diagnosi) o in presenza di chetoacidosi diabetica
JAMA 2007
Lifestyle + Metformin+
Pioglitazone
At diagnosis:
Lifestyle+
Metformin
Lifestyle + Metformin+
Basal insulin
Lifestyle + Metformin+
Intensive insulin
STEP 1 STEP 2 STEP 3
Tier 1: Well-validated core therapies
Tier 2: Less well-validated therapies
No hypoglycemiaOedema/CHFBone loss
Lifestyle + Metformin+
GLP-1 agonistb
No hypoglycemiaWeight lossNausea/vomiting
Lifestyle + Metformin+
Basal insulin
Lifestyle + Metformin+
Pioglitazone+
Sulfonylureaa
aOther than glibenclamide or chlorpropamide
Algorithm for the metabolic management of type 2 Algorithm for the metabolic management of type 2 diabetesdiabetes
ADA/EASD Consensus StatementADA/EASD Consensus Statement
Nathan et al. Diabetes Care 31:1-11, 2008 bInsufficient clinical use to be confident regarding safety
Lifestyle + Metformin+
Sulfonylureaa
Aspetti peculiari nelle gestione
del paziente diabetico anziano
Paziente di sesso femminile di 75 anni, pensionata, vedova, ex contabile, attiva nel volontariato.
Ipertesa, ipercolesterolemica, osteoporotica
In Anamnesi Patologica Remota
Diabete mellito tipo 2 (riscontro determinato dalla
presenza di disuria e vaginite) da 10 anni
Nessuna complicanza macro e micro-vascolare
apparente
Caso clinico-2Durso SC, JAMA, 2006
Glicemia 130 mg/dl (7.2 mmol/L), HbA1C 7.9%
Fin dall’esordio counseling su stile di vita
Automonitoraggio stick glicemici
Da due anni trattamento con insulina, ASA, ace-inibitori, atorvastatina, calcio, vit D e bifosfonati
Caso clinico-2Durso SC, JAMA, 2006
Attuale controllo glico-metabolico e terapia in atto
La signora presenta:La signora presenta:
PAO: 136/84 mmHg
BMI 24 Kg/m² (era 28.4) , W=78 cm (era 86)
Colesterolo totale= 185 mg/dl (4.8 mmol/L), LDL-Ch= 110 mg/dl (2.8 mmol/L), HDL-Ch 50 mg/dl (0.8 mmol/L), trigliceridi 120 mg/dl (1.4 mmol/L), creatinina 1.2 mg/dl
Funzionalità renale ed esame oftalmologico. Micro-aneurismi ed emorragie.
Cammina 4 km die ed esegue esercizi di resistenza
indipendente in ADL e IADL. MMSE: 30/30
Caso clinico-2Durso SC, JAMA, 2006
Paziente di sesso femminile di 75 anni, pensionata, casalinga, vedova, vive con il figlio
Ipertesa, IMA, scompenso cardiaco classe NYHA III, decadimento cognitivo iniziale
In Anamnesi Patologica Remota
Diabete mellito tipo 2 da 5 anni
Incontinenza urinaria
Ansia e depressione
Caso clinico-3Durso SC, JAMA, 2006
La signora presenta:La signora presenta:
PAO: 154/92 mmHg
BMI 30 Kg/m², W=95 cm
Colesterolo totale= 225 mg/dl (5.8 mmol/L), LDL-
Ch= 130 mg/dl (3.4 mmol/L), HDL-Ch 45 mg/dl (1.2
mmol/L), trigliceridi 250 mg/dl, creatinina 1.5 mg/dl
esame oftlmologico nella norma
difficoltà nella deambulazione e instabilità nella
marcia
indipendente in ADL. Necessita di aiuto nelle IADL.
MMSE: 23/30Caso clinico-3Durso SC, JAMA, 2006
Glicemia 170 mg/dl (9.4 mmol/L), HbA1C 10%
fin dall’esordio counseling su stile di vita
Da due anni trattamento con Glyburide , ace-inibitori, atorvastatina, ASA, calcio, vit D, furosemide
Caso clinico-3Durso SC, JAMA, 2006
Attuale controllo glico-metabolico e terapia in atto
I G TI G T Diabete mellitoDiabete mellito
20-4420-44
1010
2020
3030
4040
% % popolazionepopolazione
etàetà45-5445-54 55-6455-64 65-7465-74
NHANES II NHANES II Diabetes Diabetes 36:523,1987 36:523,1987
65-8465-84>80>80 >65>65 >75>75
U. K. U. K. Diab. Med. Diab. Med. 3:338,1986 3:338,1986
Finland Finland Diabetologia Diabetologia 29:611,1986 29:611,1986
Australia Australia Med. J. Aus. Med. J. Aus. 143:436,1985 143:436,1985
5050
DIABETES RISK FACTORS IN AGEING
Decreased physical activity
Increased adiposity
Age effects on insulin action
Medication
Genetics
Coexisting illness
Age effects on Beta cells
INSULIN RESISTANCE
DECREASED INSULIN
SECRETION
Impaired adaptation
No insulin
Progression to IGTand
type 2 diabetes
Chang AM, Am J Physiol Endocrinol Metab 2003
Meneilly , J Clin Endocrinol Metab 84: 1938–1943, 1999
INSULIN RELEASE DURING GLUCOSE STIMULUS IN THE ELDERLY
0
10
20
30
40
50
60
10 20 30 40 50 60 70 80
Age (Years)
Insu
lin S
ensi
tivity
INSULIN ACTION AND AGEINSULIN ACTION AND AGEFerrannini et al. Diabetes 45: 947-953, 1996
mm
ol kg
-1m
in-1
Clinical and Functional Eterogeneity of Elderly T2DM
American Diabetes Association: Standards of Medical Care in Diabetes—2008; Diabetes Care 31:S12-S54, 2008
1. Older individuals may have developed diabetes years earlier and may have significant complications
2. Newly diagnosed may have had years of undiagnosed diabetes with resultant complications or may have few complications from the disease
3. Older adults with diabetes may be frail and have other underlying chronic conditions, substantial diabetes-related
comorbidity, or limited physical or cognitive functioning4. Older individuals with diabetes have little comorbidity and
are active5. Life expectancies are highly variable for this population,
but often longer than clinicians realize
Diabete e Problematiche Diabete e Problematiche GeriatricheGeriatriche
Valutare nel paziente anziano diabetico la presenza di:
a. Polifarmacoterapia
b. Depressione
c. Decadimento cognitivo
d. Incontinenza urinaria
e. Cadute accidentali
f. DoloreGuidelines for improving the Care of the Older Person with Diabetes MellitusJAGS, 2003
Diabete ed Intervento Diabete ed Intervento ComportamentaleComportamentale
1. Valutare regolarmente il livello di attività fisica e informare il paziente sui benefici di attività fisica regolare. Valutare le abitudini alimentari, iniziare trattamento dietologico ed informare il paziente sui benefici della riduzione del peso corporeo (IA).
2. Sospensione del fumo (IIA).
3. Bisogna fornire ai pazienti diabetici, ai familiari e/o ai caregivers le seguenti informazioni sulla ipo- o iper-glicemia (IA):
i. Fattori precipitanti.
ii. Prevenzione.
iii. Sintomi.
iv. Trattamento.
v. Quando si deve contattare il medico.
4. Ogni volta che si prescrive un nuovo farmaco, informare il paziente o il caregiver sull’utilità, modalità d’assunzione, effetti collaterali comuni e reazioni avverse (IIIA)Guidelines for improving the Care of the Older Person with Diabetes Mellitus
JAGS, 2003
Diabete e CONTROLLO GLICEMICODiabete e CONTROLLO GLICEMICO1. Come per i giovani adulti, per i pazienti anziani, il valore
dell’Hb-glicata < 7%, indica un buon controllo glicemico.
Pazienti con scarso controllo glicemico, l’Hb-glicata deve essere controllata almeno ogni 6 mesi . Per i pazienti con valori di Hb-glicata stabili da anni il controllo può essere eseguito ogni 12 mesi (IIIB).
2. L’uso di metformina è controindicato nei pazienti diabetici con aumentati livelli di creatinina sierica (uomini ≥ 1.5 mg/dl, donne ≥ 1.4 mg/dl) o con ridotti valori della clearance di creatinina (IIB), per evitare l’acidosi metabolica.
3. Nei pazienti anziani che assumono metformina, il valore della creatinina sierica deve essere controllato ogni 12 mesi. Nei pazienti con età superiore a 80 anni o con ridotta massa muscolare bisogna monitorare la clearance della creatinina.Guidelines for improving the Care of the Older Person with Diabetes Mellitus
JAGS, 2003
Diabete e CONTROLLO GLICEMICODiabete e CONTROLLO GLICEMICO
1. Per i pazienti anziani, il valore dell’Hb-glicata < 8%, può essere<accettato quando la spettanza di vita è < 5 anni
Il frequente auto-monitoraggio della glicemia riduce il rischio di ipoglicemia
2. Gli anziani più a rischio di ipoglicemia sono quelli più fragili
Guidelines for improving the Care of the Older Person with Diabetes MellitusJAGS, 2003
Factors influencing targetsand OHA choice
American Geriatrics Society: Guidelines for improving the care of the older person with diabetes mellitus; J Am Geriatr Soc 2003; 51:S265–S280
Long life expectancyActiveGood functional statusOtherwise healthyFew therapiesNo comorbiditiesNo complications
Life expectancy <5 yrsFunctional andcognitive impairmentLife-limiting comorbiditiesPolytherapyDiabetic complications
HbA1c < 7%HbA1c = 8%
Most OHA contraindicated All OHA recommended
Diabete ed IPERTENSIONEDiabete ed IPERTENSIONEa. PA ≤ 140/80 mmHg, se tollerata dal paziente non
necessita terapia farmacologica (IA).
b. La riduzione della PA deve essere graduale (IIIA).
c. Con il trattamento farmacologico e con l’intervento comportamentale sui fattori di rischio, la PA deve essere ridotta in: -tre mesi, se PAS è tra 140-160 mmHg e PAD tra 90-100 mmHg
- un mese se PAS > 160, PAD > 100
e. Controllo della funzionalità renale e della ionemia entro 1-2 settimane dall’inizio del trattamento antiipertensivo con l’utilizzo di ACE-inibitori, sartanici, diuretici dell’ansa o tiazidici.
Guidelines for improving the Care of the Older Person with Diabetes MellitusJAGS, 2003
Diabete e LIPIDI (1)Diabete e LIPIDI (1)1. Nei pazienti diabetici, bisogna monitorare ed eventualmente
correggere i valori lipidici (IA):
a. LDL ≤ 100mg/dl: bisogna monitorare i valori lipidici ogni 2 anni
b. LDL tra 100-129 mg/dl:
i. raccomandare attività fisica e terapia dietetetica
ii. monitorare i valori lipidici almeno ogni anno
iii. Se LDL ≥ 100 mg/dl dopo 6 mesi di terapia dietetica, valutare terapia farmacologica
c. LDL ≥ 130 mg/dl:
i. iniziare terapia farmacologica, dietetica ed attività fisica.
ii. controllare i valori lipidici almeno ogni 12 mesi
iii. monitorare la risposta alla terapiaGuidelines for improving the Care of the Older Person with Diabetes MellitusJAGS, 2003
Diabete e LIPIDI (2)Diabete e LIPIDI (2)2. TG ≥ 150 mg/dl: iniziare terapia dietetica e valutare
terapia con fibrati.
3. Nei pazienti trattati con statine o fibrati, bisogna monitorare gli enzimi epatici all’inizio della terapia, ogni anno o al cambiamento della terapia farmacologica (IIIB).
Diabete e ASPIRINADiabete e ASPIRINA1. Pazienti anziani diabetici (che non assumono nessuna
terapia anticoagulante e senza controindicazioni all’assunzione di aspirina) dovrebbero assumere giornalmente aspirina (81-325 mg/ die) (IB).
Diabete e OCCHIODiabete e OCCHIO
1. Bisogna eseguire l’esame del fondo dell’occhio in pazienti con recente insorgenza di DM (IB).
2. Persone a basso rischio di oculopatia: fondo dell’occhio ogni 2 anni (IIB).
Persone ad alto rischio di oculopatia: fondo dell’occhio almeno ogni anno
- segni di retinopatia, glaucoma o cataratta
-Hb-glicata ≥ 8%,
-DM tipo 1
-PA ≥ 140/80 mmHg
Alto rischio di oculopatia
Diabete e PIEDIDiabete e PIEDI
1. Pazienti anziani diabetici devono effettuare visita annuale per controllare integrità della cute e in caso di presenza di deformità ossee, perdità di sensibilità o diminuita perfusione vascolaretali controlli devono essere più frequenti (IIIA).
Diabete e NEFROPATIADiabete e NEFROPATIA
1. Bisogna eseguire il test per dosare la presenza di microalbuminuria in pazienti con recente diagnosi di diabete mellito. Tale test va ripetuto annualmente (IIIA).
I. Diabete e Problematiche GeriatricheI. Diabete e Problematiche GeriatricheValutare nel paziente anziano diabetico la presenza di:
a. Polifarmacoterapia
b. Depressione
c. Decadimento cognitivo
d. Incontinenza urinaria
e. Cadute accidentali
f. Dolore
Guidelines for improving the Care of the Older Person with Diabetes MellitusJAGS, 2003
Primary aims for the care of the older adult with diabetes
American Diabetes Association: Standards of Medical Care in Diabetes—2008; Diabetes Care 31:S12-S54, 2008
1. Elimination of symptoms of uncontrolled hyperglycemia and avoiding treatment related hypoglycemia
2. Individualization of care, taking into account the patient’s longevity, personalized glucose goals, financial resources, and life situation
3. Attention to nonglycemic risk factors that contribute to cardiovascular mortalitiy,
namely blood pressure, dyslipidemia, tobacco use, and physical inactivity
1. Decrease in hepatic oxidative enzyme activity
2. Age-related decline in renal function
3. Less protective hormonal CR funtion
4. Loss of symptom recognition (hypoglycemia
unawereness)
5. Inadequate education regarding signs and
symptoms of hypoglycemia
Reasons for increased rate of
hypoglycemia in elderly diabetics
Disease management: caso clinico 2
•Life Expenctancy: vicino al più alto quartile per la sua età (25% donne 75 anni 17 anni, 50% 12 anni, 25% 7
anni o meno)
•Individualmente interessata alla “medicina preventiva”
•Screening per sindromi geriatriche: negativa
• Candidata a: stretto controllo metabolico e pressorio: presenza di retinopatia ulteriore motivazione
•Target PA < 130/80 , HbA < 7%, lipidi sec ATP III
•Scarsa preoccupazione per l’ipoglicemia
Disease management: caso clinico 3
•Life Expenctancy: vicino al più basso quartile per la sua età (25% donne 75 anni: 17 anni, 50% 12 anni, 25% 7
anni o meno)
•Individualmente interessata alla “feel well” e rimanere indipendente
•Screening per sindromi geriatriche: positiva per deterioramento cognitivo Polifarmacoterapia,
Depressione, Incontinenza urinaria
• Candidata a: terapia anti-depressiva,correzione cauta della PA, moderato controllo dei valori glicemici al fine di
ridurre i sintomi da iperglicemia
•Target, HbA 8 %, Target lipidi secondo ATP III
•elevata preoccupazione per l’ipoglicemia