Intervento comunitario e inclusione sociale - Bruno Pinkus

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Intervento comunitario ed Inclusione Sociale Matera 19-20-21/06/2014

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  • 1. Intervento comunitario ed Inclusione Sociale Matera 19-20-21/06/2014

2. Condizioni Generali La letteratura scientifica evidenzia che ben il 75% delle malattie mentali gravi esordiscono prima dei 24 anni di et. Questo determina da una parte la necessit di individuare misure di prevenzione che possano contrastare tale fenomeno e dallaltra di individuare precocemente dei percorsi formativi personalizzati, finalizzati allinserimento socio-lavorativo dei ragazzi a rischio (ISFOL, Programma Pro.P Pavoncello et al., 2014). 3. La Commissione Europea suggerisce: di creare pi opportunit REALI per i giovani (anche i pi fragili, anche i pi a rischio) nei settori dell'istruzione e dell'occupazione; di implementare il loro inserimento sociale e la loro piena partecipazione alla vita della societ. 4. La realt fotografata dai risultati del recente studio sui fattori di rischio e di protezione del disagio psichico, realizzato nellambito del Programma Pro.P dellISFOL (Pavoncello et al., 2014), lo impone: su un campione di oltre 2000 soggetti, il 9,6% degli adolescenti a rischio psicopatologico; gli adolescenti con uno status socio-economico pi basso sono maggiormente a rischio; un numero significativamente maggiore di ragazzi con genitori divorziati sperimenta disagio psicologico grave; le percentuali pi elevate di disturbi psicopatologici riguardano: la sintomatologia ansiosa (11.5%), lideazione depressiva (10%) e disagio relazionale (9.6%). 5. I fattori di rischio che predicono il disagio psichico sono: il genere (sono pi le ragazze); let (19-20 anni), un elevato numero di assenze a scuola; un basso senso di appartenenza alla propria scuola; prospettiva temporale caratterizzata da Passato Negativo, Presente Fatalista e bassi livelli di progettualit futura; funzionamento familiare caratterizzato da bassi livelli di coesione e adattabilit; bassi livelli di ottimismo, speranza e senso della vita. 6. Secondo lOMS il benessere sociale ed emotivo dei giovani (e non solo) inteso come uno stato di equilibrio emotivo, psicologico, socio-relazionale e fisico che permette al soggetto di viversi come autoefficace e integrato nella societ un diritto da garantire a tutti il benessere psico-fisico e sociale permette al soggetto: di riconoscere le criticit e proteggersene, di saper chiedere aiuto e di progettare con serenit il proprio futuro. 7. Gli interventi dei professionisti della salute mentale del SSN dovrebbero rispondere ai bisogni di promozione, mantenimento e recupero della condizione di salute psicologica della popolazione, assicurando tutte le attivit psicologiche non solo in ambito aziendale ma anche e soprattutto territoriale necessarie al fine di garantire/favorire la presa in carico globale del paziente (Guarino & Serantoni, 2012). 8. Prendersi cura della persona e non del problema/sintomo vuol dire dare anche risposta (interdisciplinare e flessibile) a bisogni complessi dellutenza che necessitano di interventi integrati a livello sanitario e socio-sanitario. 9. Attraverso lattenzione e la cura dei bisogni sociali (quindi anche lavorativi) dei soggetti che vivono un disagio, si permette alla persona di sperimentarsi attiva e competente e si promuove anche la socializzazione e limplementazione della comunicazione interpersonale (Guarino & Serantoni, 2012). La prevenzione e la cura reali devono garantire futuro, prospettive reali e autodeterminazione al soggetto e alla comunit in cui vive: orientarsi realmente ai bisogni del singolo vuol dire coinvolgerlo come persona e come cittadino (Farkas 2007; Fasolo, 2011). 10. I servizi territoriali, le agenzie formative, la scuola, i privati accreditati, le associazioni di volontariato e tutti gli agenti che hanno volont di mettere in rete le proprie risorse dovrebbero essere guidati per lavorare non solo sullurgenza, sulla gestione della cronicit e sull inserimento lavorativo dei soggetti con patologia psichiatrica ma su progetti di formazione permanente per il singolo, le famiglie e la comunit al fine di favorire processi preventivi e protettivi da fenomeni di intolleranza e malessere sociale (NICE, 2009). 11. Cornice strategica Principi chiave e condizioni Strutturazione di programmi educativi, formativi e professionali Lavoro con i pazienti e le famiglie Lavoro in collaborazione con i giovani Formazione e aggiornamento professionale continuo [Linee guida NICE (National Institute for Clinical Excellence) PHIAC (Public Health Interventions Advisory Committee) (NICE, 2009) 12. Per una rete di Servizi a livello territoriale e nazionale che sappia realmente collaborare e accetti un processo efficace di valutazione e aggiornamento. Con risorse economiche e umane sufficienti Con obiettivi condivisi 13. Inserimento lavorativo disabili psichici 14. Dipendenti delle imprese (non cooperative sociali) - categoria disabili, dati estratti il 16 giugno 2014, da CensStat 15. Dati percentuali comparati (popolazione in et lavorativa): persone con disabilit cronica/persone con disabilit cronica di tipo psichico: Anno 2011 2012 2013 Sesso Classe di et Tipo dato totale 18-19 anni persone con almeno una malattia cronica 16,1 17,6 15,5 persone con disturbi nervosi 2,4 1,8 1,5 20-24 anni persone con almeno una malattia cronica 16,6 17,1 16,7 persone con disturbi nervosi 2 1,9 1,9 25-34 anni persone con almeno una malattia cronica 17,6 17,1 15,7 persone con disturbi nervosi 1,9 1,9 1,4 35-44 anni persone con almeno una malattia cronica 23 24,4 22,3 persone con disturbi nervosi 2,8 2,9 2,5 45-54 anni persone con almeno una malattia cronica 38,9 38,3 37,5 persone con disturbi nervosi 4,2 4,7 4 55-59 anni persone con almeno una malattia cronica 54,8 54,8 55 persone con disturbi nervosi 5 5,7 5,1 60-64 anni persone con almeno una malattia cronica 65 64,3 63,7 persone con disturbi nervosi 5,9 6,1 5,5 16. Inserimento lavorativo delle persone con disabilit psichica: dati ISFOL Su oltre mille realt aziendali italiane - rappresentative di tutto il territorio e di tutte le categorie economiche lISFOL (dati Progetto Pro. P, 2011-2012) ha rilevato che: il 6,2% delle imprese occupa un disabile; nello 0,6% dei casi il lavoratore disabile svolge un lavoro retribuito; il 2,2% delle aziende occupa un disabile psichico. 17. Inserimento lavorativo delle persone con disabilit psichica: dati ISFOL Come rilevabile in parte anche dai dati ISTAT sui dipendenti delle imprese (non cooperative sociali) - categoria disabili (dati estratti il 16 giu 2014, da CensStat), pi probabile che un disabile psichico venga assunto (ISFOL 2011): in unazienda del Nord Ovest (54%) che svolge attivit industriale (58%) e con pi di 250 assunti (64%), piuttosto che in unazienda del Nord Est (66%) che svolge attivit commerciale (68%) e con meno di 20 assunti (70%). 18. Inserimento lavorativo delle persone con disabilit psichica: dati ISFOL I disabili psichici rappresentano il 12,3% del totale dei disabili rilevati (pari a 70 unit) che lavorano in aziende (non cooperative sociali); la maggior parte (88,6%) pienamente inserita nel processo produttivo e svolge attivit retribuita direttamente dallazienda; tuttavia, i lavoratori con disabilit non di tipo psichico lavorano in forma retribuita nel 98% dei casi (ISFOL, 2011). 19. Inserimento lavorativo delle persone con disabilit psichica: dati ISFOL 20. Inserimento lavorativo delle persone con disabilit psichica: chi favorisce il contatto? (dati ISFOL, 2011) 21. Inserimento lavorativo delle persone con disabilit psichica: chi favorisce linserimento? (dati ISFOL, 2011) 22. Ruolo della comunit terapeutica ed inclusione sociale Si possono distinguere due tendenze: Un approccio di derivazione sanitaria incentrato sulla specificit Un altro che, pi generalmente, si fonda su un orientamento per cos dire di matrice politica che parte dalla necessit di un cambiamento socio-culturale del contesto 23. Allinterno di questo dualismo si colloca il paradigma delle strutture intermedie che per le sue caratteristiche dovrebbe favorire il processo di integrazione socio-sanitaria Teoricamente una struttura intermedia, nel nostro caso struttura terapeutico- riabilitativo di tipo estensivo, dovrebbe essere inserita allinterno di un continuum progettuale con un prima ed un dopo 24. Inizialmente le resistenze di tipo culturale e successivamente le mutate condizioni del panorama politico socio-economico hanno determinato una redistribuzione di risorse da cui o per cui da un concetto di filiera si necessariamente dovuti passare ad un concetto di processo circolare allinterno di un sistema 25. SPDC CLINICA CENTRO DIURNO CCOMUNITA TERAPEUTICA FORMAZIONE OCCUPAZIONE CONTESTI: contesti protetti o mercato del lavoro Sistema a filiera: 26. SPDC CLINICA CENTRO DIURNO CCOMUNITA TERAPEUTICA FORMAZIONE OCCUPAZIONE CONTESTI: contesti protetti o mercato del lavoro Sistema di Processo: 27. La percezione e la dimensione temporale si sta modulando verso una sempre maggiore velocit, ancor pi condizionata dalla carenza di risorse che porta alla richiesta di risposte efficaci in tempi sempre pi brevi. 28. Altro fenomeno conseguente ai cambiamenti epocali che ha contribuito o sta contribuendo al superamento di una logica categoriale inerente alla realt che si venuta determinando con la globalizzazione e il forte implementazione tecnologica e di conseguenza allo sviluppo di diverse e sempre pi complesse forme di disagio psichico che presentano una frequente sovrapposizione (commorbilit) di sintomi e aspetti problematici 29. Di conseguenza, superando definitivamente limpostazione per cui il concetto di cura si identificava con il luogo, oggi, allinterno di questo quadro cos complesso, il focus dellintervento diventa laspetto relazionale che viene a rappresentare il vero punto di riferimento attraverso il quale si snoda poi il percorso di cura. 30. Per inclusione sociale: un percorso terapeutico- riabilitativo che non stia tanto a significare dei risultati producibili a un dato produttivo quanto, piuttosto, alla valorizzazione delle potenzialit, dei desideri, della qualit della vita, ecc ..., al fine di legittimare il diritto della persona allacquisizione di una propria identit sociale. 31. Esperienza Gnosis Nel nostro lavoro abbiamo cercato di promuovere il concetto di inclusione sociale sostanzialmente verso due direzioni interconnesse tra loro: la risocializzazione e linserimento socio- lavorativo. 32. Al di la di quel che generalmente sintende per risocializzazione, per quanto riguarda lapproccio comunitario abbiamo cercato di mettere in pratica questo concetto promuovendo la comunit stessa come luogo di aggregazione per il territorio. 33. Rispetto allinserimento socio-lavorativo, che per noi rappresenta uno dei cardini del progetto Gnosis, abbiamo cercato di individuare degli approcci che potessero contribuire ad organizzare in maniera sistematica lesperienza acquisita negli anni. Un primo filone con cui siamo venuti in contatto Citt dei Mestieri: E un centro di orientamento e accompagnamento al lavoro; La prima sede nel Lazio nasce nel 2009 grazie alliniziativa del consorzio S.o.l.c.o. e al supporto delle cooperative consorziate che, a vario titolo, si occupano da anni della tematica del lavoro; aperto a Tutti: giovani, adulti e studenti, persone gi in possesso; Di unesperienza professionale, alla ricerca di un impiego o gi occupati, stranieri, disabili, occupati o disoccupati, soggetti in situazione di svantaggio (over 40, persone in mobilit etc.) giovani imprenditori o che vogliono diventare tali. 34. E un luogo dove si possono consultare liberamente documentazioni, materiale specializzato strumenti multimediali che trattano tematiche del mercato del lavoro, delle professioni e della formazione E un Servizio Gratuito di consulenti qualificati nellorientamento professionale e formativo, nellaccompagnamento alla ricerca del lavoro e alla creazione di impresa E un Modello di Orientamento diffuso in Europa -Francia, Spagna, Portogallo, Svizzera, Italia e nel Mondo , Brasile, Canada, ecc E una Rete Internazionale che collega tutte le Citt dei Mestieri esistenti, condividendone le esperienze, i metodi e le opportunit www.reseaucitesdesmetiers.com 35. I principi fondanti del servizio sono: Tutti gli individui hanno risorse personali che possono essere investiti in progetti di vita e lavoro Le conoscenze e le risorse e la consapevolezza di possederle sono mezzi essenziali per appropriarsi del futuro La raccolta delle prove che attestano e riconoscono tali risorse favorisce la loro mobilitazione per la realizzazione di progetti di azione per realizzare esperienze di vita e di lavoro Lorientamento al lavoro viene proposto superando forme di assistenzialismo e sostenendo lautodeterminazione delle persone. 36. LOperatore che supporta lutente nello sviluppo di un programma di ricerca del lavoro si deve impegnare a: Individuare interessi e motivazioni dellutente Sviluppare una mappatura del territorio in relazione al settore/area dinteresse Trasmettere informazioni e supporto in relazione a procedure fondamentali, agenzie dimpiego e normative di base. Preparare le persone alla mobilit, ad esperienze brevi ma significative per costruire esperienze di lavoro. Sollecitare una valutazione delle aree di compatibilit delle opportunit offerte dal mercato del lavoro con le risorse e i desideri presentati al momento dalla persona Anche questa modalit operativa appare compatibile con il metodo IPS 37. I programmi di supporto allimpiego enunciati dal metodo IPS prevedono: un approccio circoscritto che aiuti le persone con malattia mentale a trovare e mantenere un impiego competitivo (un lavoro allinterno della comunit al quale tutti i cittadini possono accedere e che corrisponde per lo meno al minimo salario previsto); uno staff di operatori IPS volti ad integrare il supporto allimpiego con il trattamento di cura mentale; un aiuto per chiunque manifesti il desiderio di lavorare; un aiuto da parte degli operatori affinch la persona cerchi lavoro dopo un tempo breve rispetto allingresso nel programma; un aiuto da parte degli operatori per tutto il tempo che lutente desidera (anche e soprattutto al di fuori del posto di lavoro); un aiuto da parte degli operatori affinch lutente possa testare vari lavori prima di trovare un lavoro che desiderano mantenere; che le scelte e le decisioni riguardanti il lavoro e il sostegno siano individualizzate per ciascuna persona. 38. Progetto Pilota 39. Promozione metodo IPS allinterno della comunit Individuazione ospite partecipanti al progetto; Scelta degli operatori; Inserimento metodo IPS allinterno dellequipe; Integrazione metodo IPS con la metodologia comunitaria; Gestione del gruppo degli ospiti. 40. Elementi di criticit Gestire adeguatamente i confini ed i livelli di contenimento propri della struttura rispetto al supporto delle istanze personali degli ospiti coinvolti nel progetto. 0 2 4 6 8 10 12 14 Misurazionedicriticit Chart Title Metodo IPS Metodo Tradizionale 41. Con lavvio del progetto abbiamo potuto osservare un duplice effetto: Sugli ospiti direttamente coinvolti Di riflesso sullatteggiament o mentale dellequipe e sullimpostazione stessa del lavoro comunitario Metodo IPS 42. Primo step di verifica: Rispetto ai sette ospiti maschi, dai 27 ai 40 anni, risultato quanto segue: Rispetto ai 2 ospiti che avevano terminato il programma comunitario, in un caso, stato individuato un ambito occupazionale differente da quello precedente e si avviato un percorso professionale con la prospettiva breve di un inserimento lavorativo in un ambito protetto; nel secondo caso, che partiva da una difficolt inerente il livello stesso di consapevolezza del proprio disagio, a seguito di una serie di esperienze lavorative brevi, la persona in questione arrivata a definire la propria necessit di trovare unoccupazione compatibile con le proprie capacit allinterno del modo no-profit. Rispetto agli altri 5 ospiti che stanno terminando il percorso comunitario, il risultato pi evidente stato quello di raggiungere un livello di consapevolezza adeguata, riuscendo ad individuare con maggiore chiarezza quali ambiti di inclusione socio-lavorativa fossero compatibili con le proprie capacit e caratteristiche personali. 43. Lintroduzione del metodo IPS rispetto allequipe ha fatto emergere quanto fosse presente nella prassi quotidiana, da parte degli operatori, la preoccupazione degli operatori nel contenere e delimitare gli aspetti sintomatologici a discapito di un reale supporto ed incentivazione delle potenzialit degli utenti/persone