INTERNET: E-mail: finestreaperte ... · colo per ricevere la guarigione, ... Ti vorrei mettere...

14
INTERNET: www.mariabolognesi.it E-mail: [email protected] Contiene I.R. Sped. Stampe in A.P. - Comma 20/c Art. 2 Legge 662/96 - Aut. Filiale Rovigo - Trimestrale PERIODICO DEL CENTRO MARIA BOLOGNESI ATTORE DELLA CAUSA DI CANONIZZAZIONE DELLA SERVA DI DIO MARIA BOLOGNESI ANNO XII N. 1 GENNAIO - FEBBRAIO - MARZO 2003 e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori. Padre nostro, che sei nei cieli... dacci oggi il nostro pane quotidiano

Transcript of INTERNET: E-mail: finestreaperte ... · colo per ricevere la guarigione, ... Ti vorrei mettere...

Page 1: INTERNET: E-mail: finestreaperte ... · colo per ricevere la guarigione, ... Ti vorrei mettere tutto nel mio cuore e riscaldarTi di amore per ... sfuggire la sofferenza; a fare della

INTERNET: www.mariabolognesi.it E-mail: [email protected]

Contiene I.R.Sp

ed. S

tam

pe in

A.P

. - C

omm

a 20

/c A

rt. 2

Leg

ge 6

62/9

6 - A

ut. F

ilial

e R

ovig

o -

Tri

mes

tral

e

PERIODICODEL CENTRO MARIA BOLOGNESIATTORE DELLA CAUSADI CANONIZZAZIONEDELLA SERVA DI DIOMARIA BOLOGNESI

ANNO XII N. 1GENNAIO - FEBBRAIO - MARZO 2003

e rimetti a noi i nostri debiticome noi li rimettiamo ai nostri debitori.

Padre nostro, che sei nei cieli...dacci oggi il nostro pane quotidiano

Page 2: INTERNET: E-mail: finestreaperte ... · colo per ricevere la guarigione, ... Ti vorrei mettere tutto nel mio cuore e riscaldarTi di amore per ... sfuggire la sofferenza; a fare della

2 FINESTRE APERTE

IL PERDONO GUARISCEPietro disse: “Signore, se il mio fratello pecca contro di me,

quante volte gli dovrò perdonare?” (Matteo 18, 21-22)

Si parla del bene e del male, diciò che è giusto e di ciò che è sbaglia-to, ma si parla sempre troppo poco delperdono. Eppure uno dei maggioriostacoli alla vera vita cristiana è pro-prio la mancanza di perdono e senzadi esso non possiamo illuderci disaper amare in modo completo.

Troppo orgoglio e soprattutto l’in-capacità di perdonare ci allontananodal “perdono”, che non è un senti-mento, ma una decisione sentita espesso sofferta, un atto della nostrastessa volontà di amare gli altri perquello che sono. Un processo, senzalimite di tempo, per continuare a cre-scere interiormente. Non dobbiamomisurare l’affronto ricevuto per con-cedere il nostro perdono: il perdono èuno stile di vita, un atto di fede, nonuna merce di scambio. Non aspettia-mo che ci chiedano scusa per donareil nostro perdono: un regalo non si fasolo perché ce l’hanno chiesto.

Anche Gesù, mentre stava sof-frendo sulla Croce, ha saputo perdo-nare e proprio attraverso il suo sacri-ficio si è compiuta la nostra salvezza;perché il perdono è sempre fonte diguarigione: guarisce le ferite provo-cate dal risentimento, rinnova le per-sone, i matrimoni, le famiglie, lecomunità e la vita sociale. La Bibbiaparla ampiamente di questo argomen-to. L’odio non è solo il maggior osta-colo per ricevere la guarigione, ma avolte è addirittura causa di infermità(Luca 6, 37).

Non concedere il perdono alnostro prossimo non significa punir-lo, ma renderlo capace di allontanar-ci da Dio; mentre perdonare nonsignifica scusare o discolpare, macercare di capire il suo comportamen-to e dare quella possibilità che nonvorremmo che ci fosse negata. Sicu-ramente non è un passo facile, soprat-tutto quando si deve perdonare unassassino che ha ucciso i tuoi figli,ma è anche un modo per riconoscerela giustizia divina. Si perdona con ifatti e non solo con le parole!

Anche la Chiesa ha chiesto perdo-no per gli sbagli del passato: nellastoria rimane indimenticabile l’in-contro tra il Papa e il suo attentatore,Alì Agca.

Ma noi, sappiamo perdonare? Ilprofumo della Pasqua e l’opportunitàdi accostarci al Sacramento dellaConfessione ci possono aiutare ariflettere su questo.

Forse dobbiamo comportarci co-me Seneca, che ogni notte prima diaddormentarsi esaminava la sua gior-nata senza nascondersi niente e setrovava qualcosa di riprovevole, sidiceva: “Questa volta ti perdono, manon farlo più”. Questo è l’esame dicoscienza, quello che si dice di fare aibambini e spesso ci dimentichiamo difare noi.

Il perdono è alla base di tutto: nonc’è Pace senza Giustizia, non c’èGiustizia senza Perdono.

Ludovica Mazzuccato

MARIAPERDONAVA COSÌ…

L’esistenza della Serva di DioMaria Bolognesi è costellata dallasua fiduciosa e decisa capacità diperdonare, ma soprattutto di chie-dere perdono.Vi proponiamo qualche riga trattadal suo diario del giorno 29 set-tembre 1950.

PERDONAREÈ AMORE

Sia che tu taccia,taci per amore.Sia che tu parli,parla per amore.Sia che tu corregga,correggi per amore.Sia che tu perdoni,perdona per amore.Sia in te la radice dell’amore,perché da questa radicenon può procedere se non il bene.Ama e fa’ ciò che vuoi.

Sant’Agostino

“Gesù, benedici tutti nel mondo, specie coloro che sono senzapietà e senza timor di Dio. Allarga le tue braccia. Tienici strettistretti al tuo Cuore… Gesù, una tua sola goccia di sangue lavatutta l’umanità, perdona, perdona; frusta il mio corpo per la sal-vezza del mondo. O Gesù, Tu sei l’unico mio bene; tutto il miocuore sia una piccola luce e Ti serva come ristoro per tutti. Gesù,Ti vorrei mettere tutto nel mio cuore e riscaldarTi di amore pertutti”.

Page 3: INTERNET: E-mail: finestreaperte ... · colo per ricevere la guarigione, ... Ti vorrei mettere tutto nel mio cuore e riscaldarTi di amore per ... sfuggire la sofferenza; a fare della

FINESTRE APERTE 3

Il 30 gennaio 2003, nella Chiesadei SS. Francesco e Giustina, alleore 10.30, si è ricordato il 23° anni-versario della nascita al cielo dellaServa di Dio Maria Bolognesi.

La giornata fredda e nebbiosanon ci ha fatto desistere dall’accor-rere numerosi per partecipare a que-sto momento di preghiera e rifles-sione profonda.

L’omelia di S. E. Mons. Giam-paolo Crepaldi, che ha presieduto laS. Messa, ha seguito l’invito delleLetture e del Salmo Responsoriale,approfondendo gli “ingredienti” chenon devono mancare nella vita di uncristiano per percorrere la via della

Santità: Preghiera, Croce e Amore.Ingredienti che, nel cammino di

Maria Bolognesi, sono presenti indosi abbondanti e, mentre S. E.Mons. Crepaldi si addentrava nelsignificato più teologico di Santità,ognuno di noi con la mente ricorda-va la vita della Serva di Dio e, comese avesse un evidenziatore in mano,ne segnava le tante similitudini.

Maria, non prega, è preghiera. Si

Accanto a Maria Bolognesi per una esperienza evangelica

CONTEMPLAZIONE - CROCE - CARITÀOmelia dettata da S.E. Mons. Giampaolo Crepaldi,

Vescovo titolare della Diocesi di Bisarcio e Segretario del Pontificio Consiglio di Giustizia e Pace

Siamo qui riuniti oggi perricordare il 23° anniversario dellamorte di Maria Bolognesi, raccoltiattorno all’altare per confermare,sull’esempio di Maria Bolognesi, lanostra fede, la nostra speranza e lanostra carità, e per ascoltare la Paro-la del Signore, Parola che ci incita,con il ritornello del salmo responso-riale, a cercare il Volto del Signore,a portare dentro di noi costantemen-te l’urgenza spirituale di cercare «iltuo Volto, Signore!».

E che cosa ha fatto, se non cer-care il Suo Volto, Maria Bolognesi?

Dovendo riassumere in pocheparole la sua vita, in base a quantomi è dato conoscerla, direi: Mariaha cercato il Volto del Signore e inmille modi il Signore le ha manife-stato il Suo Volto: Volto di amore,Volto di misericordia, Volto di forza,

Volto di pietà, Volto di speranza,Volto che è tutto!

Vedere Cristo, vedere il Signoree contemplare il suo Volto: qualialtre parole potrebbero esprimeremeglio il senso della vita?

Pensando alla verità essenzialeche consiste nel vedere il Volto delSignore, vorrei lasciarvi, oggi, inquesto anniversario della morte diMaria Bolognesi, una pista di rifles-sione che porti ciascuno a trovarefonti di alimentazione spirituale. Vipropongo perciò una breve medita-zione sulla santità e sulla gloria.

Essere santi è partecipare dellagloria di nostro Signore Gesù Cri-sto, la santità è condividere la Suagloria (via sanctitatis, via gloriae).

Il primo percorso che ci permet-te di correre agilmente lungo la viadella santità è la preghiera: via ora-tionis, via sanctitatis.

Che cos’è la preghiera, se non uncolloquio intimo con Dio, che ti favedere il Suo Volto di Padre, Voltodel Figlio, Volto di Spirito che vivi-fica la tua anima? Che cos’è la pre-ghiera, se non affermare che l’unica

(Continua a pagina 5)

(Continua a pagina 4)

IL 23° ANNIVERSARIODELLA NASCITA AL CIELO

DELLA SERVA DI DIO MARIA BOLOGNESI

La tomba di Maria Bolognesi

S.E. Mons. Giampaolo Crepaldi

Page 4: INTERNET: E-mail: finestreaperte ... · colo per ricevere la guarigione, ... Ti vorrei mettere tutto nel mio cuore e riscaldarTi di amore per ... sfuggire la sofferenza; a fare della

4 FINESTRE APERTE

cosa che conta nella vita è Lui, ilSignore? Lui è «il Tutto»!

Vedete questa croce pettorale?Me l’ha regalata il mio Presidente, ilCardinale vietnamita Van Thuan cheè morto l’anno scorso, il 16 di set-tembre; è stata la sua prima crocepettorale; gliela regalarono i suoigenitori quando fu ordinato vesco-vo. Quando sono stato ordinatovescovo, due anni fa, lui mi ha chia-mato in disparte e mi ha detto:«Questa è la mia prima croce petto-rale, Eccellenza, e voglio che laporti lei». E io la porto come ungrande dono.

Il Cardinale Van Thuan rimasetredici anni in carcere, di cui nove inisolamento, da solo, giorno e notte,costretto ad ascoltare i discorsi diHo Chi Minh. Di quella condizioneterribile dal punto di vista umano, incui, spogliato di tutto, aveva persotutte le relazioni umane e tutti i rap-porti ecclesiali, lui mi diceva: «inquella condizione drammatica ilSignore mi ha salvato, perché il

gnesi ha soffer-to nella sua vi-ta. Nella vi-cenda umana ecristiana, incro-ciare la croce èun fatto inevita-bile, ma la cro-ce è la salvez-za, la croce è lagloria. C’èqualcosa di pa-radossale inquello che stodicendo, perché la verità stessa delcristianesimo è paradossale: noi cre-diamo in un Crocifisso. Nessuno lodimentichi!

Nella prospettiva cristiana, ciòche vale meno, vale di più; ciò chepatisce di più, nel legame con ilSignore, è proprio ciò che salva erealizza di più: la strada dell’umiltàè la strada dell’esaltazione. Nellavicenda cristiana ci sono questefeconde contraddizioni.

La via della croce è dunque unavia importanteper arrivarealla santità:chi la percorresa accettare lasofferenza e lasventura nellap r o s p e t t ivadella fede; rie-sce a nonsfuggire lasofferenza; afare della cro-ce – e delp a r a d o s s o

della croce – il dinamismo profondodella propria vita interiore. Non c’ègloria, non c’è santità senza il Cro-cifisso.

C’è una terza prospettiva chevoglio illustrare. La via della santitàè raggiungibile anche e soprattuttoattraverso la via caritatis, la viadella carità e dell’amore.

In fin dei conti, che cos’è la san-tità se non accogliere l’amore di Dioe rispondere con amore a questoAmore? Che cos’è la grazia se nonla vicenda straordinaria ed appas-

sionante di amore che lega Dio a noie noi a Dio? Che cos’è l’essenzadella vita cristiana se non sentirciamati ed avere la possibilità diamare Dio?

La carità è proprio questo:lasciarci amare ed amare, accoglierel’amore e donare l’amore, come hafatto Gesù, nostro Signore, il quale ciha dato qualcosa di molto preziosoper manifestarci il Suo amore: ci hadato Se stesso! Come Lui, anche noidobbiamo dare qualcosa di impor-tante, dobbiamo dare noi stessi.

Mi viene in mente una paginastraordinaria di una Santa che ioamo molto. Quando ho l’occasionedi andare in Francia (mi capita spes-so di andare a Parigi per impegnid’ufficio), mi riservo sempre unamezza giornata, prendo il treno cheda Paris Nord va a Lisieux, e vado atrovare Santa Teresina di Lisieux.Come ella stessa racconta in unapagina mirabile della sua «Storia diun’anima», ad un certo punto questaventiquattrenne, un po’ irrequietaspiritualmente, però così moderna,si chiede: «Ma che posto ho io nellaChiesa?». Dopo avere meditato unapagina stupenda del capitolo XIIIdella I Lettera ai Corinzi, Teresa hauna mirabile intuizione: «Io nellaChiesa sarò l’Amore… così saròtutto...».

Ogni cristiano, nella Chiesa,deve essere l’amore, affinché laChiesa tutta, nel mondo, sia unevento di amore, evento che manife-sta che Dio è Amore, evento che

(Continua a pagina 5)

Signore mi è apparso come il Tutto,e se Lui è il Tutto, di che cos’altroavevo bisogno? Anche in carcere,umanamente senza nulla, ero l’uo-mo più ricco del mondo».

Che cos’è la preghiera, se nonquesto sperimentare il Tutto? La viasanctitatis è percorribile grazie allavia orationis, tramite la preghiera.

Un secondo aspetto della santitàè che la si può raggiungere ancheattraverso la strada della croce: lavia della croce.

Voi sapete quanto Maria Bolo-

Assemblea dei partecipanti.

Concelebranti.

Page 5: INTERNET: E-mail: finestreaperte ... · colo per ricevere la guarigione, ... Ti vorrei mettere tutto nel mio cuore e riscaldarTi di amore per ... sfuggire la sofferenza; a fare della

FINESTRE APERTE 5

affida totalmente nelle mani di Dio,si disarma di ogni reticenza umana eintona la sua costante e intima pre-ghiera.

Maria è Croce, portata e cercata,per essere sempre più vicina al suo“sposo” Gesù, per alleviare la crocedi altri.

Maria, però, è soprattuttoAmore, ogni suo gesto è dono gene-roso e fraterno.

Così Maria Bolognesi ha cercatoil Volto del Signore e lo ha trovatoin ogni persona e in ogni situazioneche Dio ha progettato per lei; così ilPadre ha trasformato Maria in unadi quelle Sue candele più luminoseper posarla sul Suo candeliere, perrischiarare la strada a noi, spessoavvolti nel buio.

Per concludere, S. E. Mons.Giampaolo Crepaldi ha chiesto atutti i presenti di pregare per la pace,in un momento in cui il mondo sem-bra averla completamente dimenti-cata.

Al termine della celebrazionesono stati offerti i quattro testi pub-blicati dalla neonata Casa EditriceMB, per divulgare la figura dellaServa di Dio e i valori cristiani.

In molti, per concludere questagiornata speciale, ci siamo ritrovatial cimitero di Rovigo per far visita epregare sulla tomba di Maria, perl’occasione trasformata in un cusci-no di rose bianche, delicate come lasua anima.

L.M.

(Continua da pagina 3)

(Continua da pagina 4)

salva attraverso l’Amore: ognuno dinoi, allora, può essere proprio unaepifania dell’Amore.

Cari amici, il ricordo di MariaBolognesi ci porti a confermareoggi alcuni nostri impegni spiritua-li: perché la santità ci appassioni,collochiamoci con determinazionesulla via della preghiera, sulla viadella croce e sulla via dell’amore.

Il 30 gennaio 2003 abbiamoricordato il 23° anniversario dellanascita al cielo della Serva di Diocon la celebrazione di una S.Messa durante la quale abbiamochiesto al Signore di glorificarequesto umile fiore del Polesine.

Sotto la spinta di una forteemozione, il nostro cuore vuoleora cantare questa creatura dol-cissima che da sempre e per sem-pre si è offerta “vittima” per ilbene di tanti fratelli, anche pernoi, che veniamo dopo di lei.

In noi due desideri: il primo,

quello di poter trasmettere sere-nità e pace, doni che Maria erasolita distribuire a piene maniquando era in vita; il secondo,quello di invitare i lettori di “Fine-stre Aperte” a guardare con fidu-cia al nostro domani, nonostantei venti di guerra che stanno sof-fiando in modo sinistro.

Noi siamo certi che Maria Bolo-gnesi, anima orante, innamoratadella Vergine Maria Santissima, cista già aiutando a camminare confiducia verso un traguardo di sicu-ra speranza per tutta l’umanità.

Rivestita di luce tu contempli l’infinito mistero dell’anima anelante che ogni giorno per noi varca gli spazi infiniti dell’aurora.

Anima santa spargi ancora nell’aria il tuo delicato profumo di rose e poi avvolgi con amore in una nuvola d’incenso le nostre pene più scottanti perché solo con te saran senza memoria.

Con le tue mani piene di speranza intreccia ancora corone di fiori e poi a piedi nudi percorri senza sosta l’universo addormentato che attende il sorgere del sole.

Dolcissima Maria cammina sempre con noi e non spezzare mai quel filo d’oro che incatena il nostro cuore al tuo.

Ricorda: senza il fiore della tua bontà il nostro mondo è polvere, è desertoe allora tu avvolta nel Suo irresistibile Splendore portaci il canto fresco e nuovo di quella terra buona che Iddio vuol regalare a tutti noi che siamo figli suoi, secondo una promessa che un giorno proprio tu hai strappato in modo singolare al cuore di Gesù.

Incontro con la donna “vittima”d’amore per i fratelli

Un cantoa

Maria Bolognesi

di Giuseppina Giacomini

Page 6: INTERNET: E-mail: finestreaperte ... · colo per ricevere la guarigione, ... Ti vorrei mettere tutto nel mio cuore e riscaldarTi di amore per ... sfuggire la sofferenza; a fare della

6 FINESTRE APERTE

QUARESIMA 1955MARIA BOLOGNESI IN SICILIA

Sua preparazione alla Pasqua

Data l’eccezionalità dei fatti nar-rati, proponiamo una buona parte diquanto Maria stessa scrive nel suodiario, consapevoli della nostra inca-pacità di rendere la drammaticità diquesto singolare soffrire, dono diGesù, che la mette alla prova, fin dalprimo giorno, in questo modo:

“Maria, ti ho invitata per il ritiro,sei libera di scegliere come vuoi,anche andare a casa, non fare piùnessun conto del tuo Gesù, agisci conpoca coscienza”.

“Tu sei Gesù, non puoi dire così,leggi in ogni nostra mente, sai dovearriva il mio amore per Te”.

“Maria, non soffri volentieri perMe, non Mi sbaglio”.

“O Gesù, il mio bene è tutto tuo, ilmio cuore pure è tutto tuo, non puoiTu dire che non Ti amo, mi sono offer-ta a Te Gesù, una volta per sempre”.

“Maria, ti lascio, se vuoi ritorna-re a casa, va”.

E Maria pensa:“Qui, sola, lontana, che devo

fare? Pregherò e farò penitenza. Sefossi a casa potrei avere una paroladal buon Direttore. Sono sola, suMaria, coraggio, non perderti dianimo, compi il tuo dovere”.

Noi non abbiamo altre notiziesulle prime giornate di Maria in que-

sto nuovo am-biente. Il gior-no 23 marzo,ella scrive sulsuo diario:

“Sola so-letta, questa èquaresima. Siaprono due fe-rite nei piedi,allora Gesùnon mi abban-dona. Rovigo,Rovigo, sequalcuno sa-pesse come so-no sola conSperlinga (Prov. Enna)

Abbiamo parlato di quaresima,di settimana santa, di stigmate, maforse questo non basta a dare soddi-sfazione a quanti si stanno addentran-do nella lettura della vita di Mariaquale stigmatizzata.

Pensiamo, allora, di poter ideal-mente portarci, senza seguire la stret-ta cronologia dei fatti, alla quaresimadel 1955, perché, tra le tante quaresi-me vissute da Maria, riteniamo possaessere la più singolare per questimotivi: perché è vissuta in solitudine,lontano da Rovigo, in una localitàdella Sicilia in provincia di Enna eperché si conclude in una localitàdella Puglia in provincia di Foggia,nel silenzio di una locanda doveMaria ha preso alloggio, a San Gio-vanni Rotondo.

poca salute! O amore infinito del mioGesù, quanto Tu sei buono. Meditai,Gesù, Tu sei il Maestro di ogni crea-tura, io sono un nulla davanti a Te. Oimmenso amore divino, quanto seigrande di misericordia!

Qui mi trovo soletta sotto i piedi diun piccolo monte chiamato montecalvario, non puoi dire che nonT’amo”.

Con il passare dei giorni le soffe-renze di Maria si fanno atroci, mentrele perdite di sangue diventano abbon-dantissime e frequenti; i cibi che labuona famiglia le offre le creano deiproblemi di stomaco, pertanto saràcostretta a prendere solo “due caffè algiorno ed un po’ di minestra comeviene per pranzo”.

Ricordiamo ora una data impor-tante: il 2 aprile; durante la notte,Gesù - senza presentarsi a Maria,esattamente 13 anni dopo - si ripren-de l’anellino, che le aveva donato nel1942; ora si aprono anche le due feri-te alle mani. Ricordando bene le paro-le che Gesù aveva pronunciato duran-te il primo incontro del 1942, Mariapuò scrivere nel suo diario: “Gesùnon mi restituirà l’anellino!” mentrecon tutto il cuore afferma: “Gesù usadi me come meglio Ti piace”.

Sola in questi lunghi giorni, Mariaè sostenuta dalla preghiera e da qual-che meditazione, come la seguente:

“Gesù mi ha dato anche la feritaalla mano sinistra, da sola nel silen-zio e nel nascondimento in una picco-la cameretta. O Gesù, le mie intenzio-ni siano purificate dalla tua grazia ecarità, esse non abbiano mai altrofine che darTi gloria...”.

Sempre sofferente, priva di forze econ pochi soldi, pur avendo la febbrea 39°, obbedisce prontamente allavoce interiore, così, nella giornata del5 aprile, si mette in viaggio per farritorno a casa… [a Rovigo, con tappaa San Giovanni Rotondo]. (da “Ho creduto all’amore” di G. Giacomini Edizioni MB, pp. 63-64)

Proponiamo una parte delcap. 15 del libro “Ho credu-to all’amore”, Edizioni MB,in modo che ognuno di noifaccia un po’ suo lo spiritodella Serva di Dio, tuttoproteso ad accompagnareGesù sulla via del Calvario.

Page 7: INTERNET: E-mail: finestreaperte ... · colo per ricevere la guarigione, ... Ti vorrei mettere tutto nel mio cuore e riscaldarTi di amore per ... sfuggire la sofferenza; a fare della

FINESTRE APERTE 7

L’azione invisibile di Dio

Mi è stata consegnatadal Rev. Parroco di Sper-linga Don Epifanio LiCalzi la lettera inviata indata 5 novembre 2001,con la quale si chiedononotizie ed informazionidella famiglia Prestifilip-po di Sperlinga, dove si èfermata, benevolmente ac-

colta, la Serva di Dio Maria Bolognesi.Per me è sorprendente e misteriosa la constatazione

dell’azione invisibile di Dio che opera i suoi prodigi ser-vendosi di persone semplici ed umili per realizzare il suoprogetto d’amore e di santificazione.

Nello stesso tempo mi sento particolarmente privilegia-to nell’essere, a mia insaputa, scelto assieme alla mia fami-glia, quale mezzo o strumento di grazia, coinvolto in que-sta esperienza spirituale e salutare che non lascia indiffe-renti e che rende certamente migliori.

L’incontro con la Serva di Dio Maria Bolognesi è avve-nuto nell’aprile del 1947, quando ho accompagnato miasorella Paolina, affetta da distrofia muscolare e sofferente,presso la famiglia Meleri Angelina moglie di Di MarcoLiborio di Sperlinga, nella quale casa abbiamo trovatoaccoglienza prima di portare mia sorella a Bologna peraccertamenti e cure mediche.

Durante la permanenza nella casa della sig.ra AngelinaMeleri, attualmente residente a Milano, ho avuto modo di

incontrare Maria Bolognesi, la quale abitava proprioaccanto la casa della Sig.ra Meleri presso la famiglia deiSignori Piva.

La giovane ragazza Maria era umile, modesta, cordialee presa da un sentimento spirituale che emanava serenità,fiducia e amicizia. Mia sorella Paolina si è sentita partico-larmente accolta dalla Bolognesi, si è legata a Lei con vin-coli di profonda amicizia che continuarono in seguito conuna corrispondenza epistolare frequente.

Il 16 marzo del 1955 Maria Bolognesi arriva a Sperlin-ga, ospite gradita della mia famiglia, riconoscente versoMaria Bolognesi per tutto quello che aveva fatto a miasorella Paolina, quando si trovava a Rovigo.

La presenza della Bolognesi a casa emanava serenità,cordialità e gioia specialmente nel vederLa assistere amo-revolmente mia sorella sofferente. La Bolognesi nella suasemplicità sprigionava una carica spirituale esemplare edera per tutti noi modello di vita. La mia vita certamente inquella occasione ha avuto modo di confrontarsi con valorispirituali, che mi hanno reso sicuramente migliore.

Ho voluto con questa lettera esprimere i miei pensieri,consapevole di rendere un fruttuoso servizio, certo di esse-re sempre nel ricordo di Lei e soprattutto nella comunionedella preghiera.

Allego alla presente lettera, copia di una cartolina e diun biglietto inviato dalla Serva di Dio Maria Bolognesi amia sorella Paolina per la nascita di mio figlio Mario.

Scusandomi per il ritardo con cui Le sto scrivendo, miè lieta l’occasione per inviarLe cordiali e affettuosi saluti.

Santo PrestifilippoSperlinga, 2 ottobre 2002

A Sperlinga (Enna)ritrovata

la famiglia che diedeospitalità nel 1955alla Serva di Dio.

La testimonianzadi Santo Prestifilippo.

Accompagniamo l’augurio di BuonaPasqua con un delicato pensiero dellaServa di Dio, tratto dal diario del giorno 5 aprile 1953, mentre era a letto ammalata:“Tutti sentono la S. Pasqua, anch’io,benché a letto. Tutti godono i bei vestitini, vanno, vengono, corrono.Sento le campane, gusto quel suono,mi affaccio alla finestra. Il pensierocom’è veloce, mi figurai di essere inChiesa; meditando tornai nel letto.Siamo lontani, almeno potessi ricevere Gesù; solo spiritualmente Loposso gustare, offrirò ogni desiderioper la conversione delle anime”.

S. Pasqua 2003

La Pasquadi resurrezione di Gesùsia pure la Pasquadella nostra resurrezione

Page 8: INTERNET: E-mail: finestreaperte ... · colo per ricevere la guarigione, ... Ti vorrei mettere tutto nel mio cuore e riscaldarTi di amore per ... sfuggire la sofferenza; a fare della

8 FINESTRE APERTE

Sulla strada della Serva di DioSUOR MARIA PIA TASIN E DON FRANCESCO MARZOCCHI

DUE ANIME “SPECIALI”

“Se mi ami non piangere!”

Sant’Agostino

Due tristi notizie ci giungonomentre sta andando in stampa que-sto nostro giornale.

Il Signore ha chiamato a sé,nella giornata di domenica 23 feb-braio 2003, l’anima di Don CarloBontà, per 37 anni parroco diLastebasse (VI).

Egli conobbe a fondo la Servadi Dio Maria Bolognesi, quandoella ebbe modo di trascorrere qual-che breve soggiorno estivo in quel-la località montana.

Don Carlo è stato anche unnostro caro amico; ci seguiva ed èsempre stato presente a Rovigo nellaricorrenza degli anniversari dellaServa di Dio: dedicheremo a lui ilnostro particolare ricordo nel prossi-mo numero di Finestre Aperte.

La seconda notizia triste riguar-da il lutto che ha colpito il nostrocaro amico e collaboratore MarinoGazzabin per la perdita della figliaMarina.

Ci uniamo in preghiera perchéla consolazione del Signore scendasulla sua famiglia.

***

MADRE PIAIl 2 gennaio 2003 il Signore ha

chiamato a Sé l’anima bella di SuorMaria Pia Tasin, già Superiora delMonastero Agostiniano “Santa Giusti-na” di Ferrara.

Vogliamo ricordare questa creaturache si è fatta “lacrima d’’amore” per ilbene dei fratelli, prima di tutto con ledelicate, semplici parole di MariaRosaria Noccioli, pronunciate durantela messa esequiale di sabato 4 gen-naio, nella Chiesa di S. Maria Nuova aFerrara, gremita di fedeli, accorsi dapiù parti per rendere l’estremo omag-gio alla salma, prima di intraprenderel’ultimo viaggio terreno verso Costal-pino (SI), per il rito della sepoltura.

“Viveva nel nascondimento, picco-la, grande anima di Dio.

Ma si parlava di lei, teneramadre, del suo grande cuore traboc-cante d’amore, della sua instancabiledisponibilità nell’ascoltare e condivi-dere le pene altrui, e la sofferta parte-cipazione traspariva dal suo sguardo.

Si donava, come mamma, sorella,amica, umilmente, silenziosamente; inlei si trovava sostegno, conforto,amore, e la carezza del suo sorrisomanifestava speranza, fiducia.

“Il Signore è il mio Pastore, nulla

manca ad ogni atte-sa…” questa lodeal Signore spessocantava e la suavoce arrivava alnostro orecchio connote angeliche chetoccavano il cuore.

Ora il suo cam-mino è giunto altraguardo, ma noi,povere pecorellesmarrite, continue-remo a cercarla elei, verrà, in silen-zio, unita ancora anoi nella preghiera,a spianarci la stra-

da nel difficile cammino della fede.Prega per noi, Madre Pia.”

Anche noi ci uniamo a questa pre-ghiera, sapendo che ora Suor MariaPia sarà nuovamente “accanto” allaServa di Dio Maria Bolognesi, cheagli inizi degli anni ‘50 è stata piùvolte ospitata nella foresteria del con-vento di Ferrara per i suoi ritiri spiri-tuali.

Maria Bolognesi si è sempre trova-ta bene in quell’ambiente, avendonotato in ogni consorella “discrezionee correttezza”. Suor Maria Pia ha sem-pre conservato nel cuore e nella menteil suo primo incontro con la Serva diDio: “Io mi tenni per ultima, pensan-do che alla vista dei miei peccati edella mia indegnità sarebbe quanto-meno inorridita, invece fu dolcissima;mi accolse con un gran sorriso e nac-que una profonda intesa di cuori”.

E noi possiamo senza alcun indu-gio sottolineare questa intesa di cuoridal momento che Madre Pia è stata laprima e la sola persona che nel corsodel 1971 ha usufruito dell’assistenzadi Maria Bolognesi a Rovigo nellacasa di via G. Tasso, che avrebbedovuto diventare il “convalescenzia-rio”.

Ecco ciò che la Suora scriveva allaServa di Dio il 25 settembre 1971,

prima di partire da Rovigo per ritorna-re al suo Monastero di Ferrara:

“Non serbate rancore se vado lon-tano.

Ricorderò quei giorni che ho pas-sato con voi. Sì, lo so che un sorrisoaperto così non potrò incontrarlonella grande città!

Così dice il bel disco, ma io portocon me un grande ricordo dei momen-ti sereni passati con te cara Maria ecara Zoe... e mi accompagneranno nelsilenzio del Chiostro dando a Gesùtutto l’amore che un povero cuore puòdare.

Grazie, grazie, grazie a Gesù, aMaria e a Voi. Suor Maria Pia”.

Suor Pia.

Page 9: INTERNET: E-mail: finestreaperte ... · colo per ricevere la guarigione, ... Ti vorrei mettere tutto nel mio cuore e riscaldarTi di amore per ... sfuggire la sofferenza; a fare della

FINESTRE APERTE 9

All’alba del 18 ottobre 2002(Festa di S. Giovanni Evangelista) si èserenamente spento a Ravenna ilCanonico Don Francesco Marzocchi.Lascia di sé un profondo ricordo intutti coloro che ebbero la fortuna diconoscerlo e amarlo.

Anche i lettori del nostro periodi-co hanno avuto modo di leggere alcu-ni suoi articoli, pubblicati tra la finedell’anno 2000 e gli inizi del 2001,quando ancora la malattia gli consen-tiva di gestire in modo autonomo lesue giornate di lavoro, di studio, diinsegnante e direttore di spirito.

Forte estimatore della Serva diDio Maria Bolognesi, di cui ha invo-cato a più riprese l’intercessione perla propria guarigione, Don Francescoci ha accompagnato con la preghieranel nostro quotidiano per sostenere il“cammino” della Causa di Canoniz-zazione e soprattutto per aiutarequanti a Roma stanno lavorando perla stesura della Biografia storica edella “Positio” sulla vita, le virtù e lafama di santità della Serva di Dio.

L’avevamo incontrato la primavolta a Ferrara, la prima domenicadopo la Pasqua del 1999, all’uscitadella Chiesetta del Monastero di S.Giustina, dove tante persone eranoconfluite per partecipare alla S.Messa pomeridiana, preceduta dallarecita della Coroncina della DivinaMisericordia secondo una consuetu-dine portata avanti dalla Superiora,Madre Pia Tasin, di cui facciamomemoria nella pagina precedente diquesto giornale.

Da quel momento, un lungo silen-zio di mesi, poi, improvvisamente, unsecondo incontro, un terzo, un quartoe via via, tanti altri, cercati soprattut-to da noi per portare una parola diconforto e un aiuto a chi era nell’im-possibilità di gestire, come nel passa-to recente, i propri spostamenti.

Pur potendo parlare di Don Fran-cesco e di quanto il Signore ci ha con-cesso di capire della sua personalità,preferiamo offrire ai nostri lettori ilricordo che il Vescovo di RavennaS.E. Mons. Giuseppe Verucchi ha

consegnato ai fedeli presenti nelDuomo cittadino per le esequie, nellagiornata di lunedì 21 ottobre.

Abbiamo scelto la parte finale del-l’omelia, là dove il Prelato si doman-da:

“Quali messaggi e valori ci lasciaDon Francesco? Tanti! Ne vogliamoricordare alcuni, nella certezza chequeste “pagine di Vangelo” scritte

nella vita di Don Francesco possonoessere scritte anche nella nostra vita.

1) La sua serenità, il suo sorriso ela risposta che fioriva, come profumo,sulle sue labbra, quando gli si doman-dava “Come stai, come va?”. Larisposta era sempre: “Sto bene!”. Edera sincera, perché profonda e rivela-va qualcosa di grande che Don Fran-cesco sperimentava nel profondo del-l’anima. Era il suo stare bene nelSignore!

2) L’abbiamo capito tutti, credo. Ilsegreto della sua serenità e letizia erafrutto di una intensa vita interiore.Vita di unione al Signore. Vita nelloSpirito. Profonda. Continua. Riempitadi preghiera, di Parola, di Eucaristia.

3) L’ubbidienza al Signore. Tilasciava quasi disorientato! Era unsuo ideale che testimoniava con la suavita e con il suo insegnamento. Vive-re nel Signore e nella sua volontà.

Sempre. In ogni situazione. E “ubbi-dire” di conseguenza, ai Superiori,chiamati a discernere la volontà diDio. Gli potevo chiedere qualsiasicosa. La sua risposta la sapevo in anti-cipo! Era sempre un sì! Sincero,genuino e gioioso e pieno di affetto.

4) Era dotato di rara saggezza. IlSignore gli aveva donato la sapienzadel cuore. Conseguenza del suo vive-re in Cristo, dell’ascolto della Parola,dello studio dei Padri della Chiesa,dell’azione dello Spirito e dell’abitu-dine alla riflessione. La sapienza delcuore traspariva nella direzione spiri-tuale, nei consigli che dava, nei pare-ri che esprimeva. Era animato dagrande equilibrio, sempre misuratonei giudizi, desideroso di coglieresempre il bene in ogni persona, pru-dente nel parlare, riservato quandoera necessario. Aveva uno sguardospirituale penetrante e buono, chesapeva aprire i cuori all’amore delSignore.

5) È poi stato un esempio stupen-do nell’affrontare la malattia. Sapevatutto delle sue condizioni, della suamalattia incurabile e del percorso cheavrebbe avuto. Mai ne parlava. Eoffriva la sofferenza. Con fede. conamore alla Chiesa. Con amore aiseminaristi. Man mano che passava iltempo il male avanzava. Ma avevil’impressione di una vita di fede e diamore crescente. Proprio come l’oroprovato nel crogiolo. Solo, diceva,“lasciate che la malattia abbia il suocorso. Non ricorrete a mezzi straordi-nari. E, se possibile, lasciatemi finirenella mia stanzetta”.

Si esprimeva con serenità e dol-cezza, sempre comunque in spirito diubbidienza. Ha vissuto in Cristo. Hasofferto con Cristo. Con il Signore haofferto la sua vita. Ha fatto tutto que-sto anche per noi, per ciascuno di noi:per il papà, i fratelli i parenti e per laChiesa.

Per questo diciamo: grazie Signo-re, di avercelo dato. Grazie, Signore,di averlo, ora, in cielo con Te.

Grazie, Don Francesco. Continuaa pregare per noi”.

(Cfr. “Risveglio Duemila”26 ottobre 2002, n.38, pp. 1, 5)

***

Don Francesco.

DON FRANCESCO MARZOCCHI

Page 10: INTERNET: E-mail: finestreaperte ... · colo per ricevere la guarigione, ... Ti vorrei mettere tutto nel mio cuore e riscaldarTi di amore per ... sfuggire la sofferenza; a fare della

10 FINESTRE APERTE

“Oggi 30 gennaio 2003, 23°anniversario della morte della Serva diDio Maria Bolognesi, rilascio con rico-noscenza questa testimonianza, dicen-do prima di tutto che sono venutaespressamente dalla provincia di Cre-mona a Rovigo per partecipare, insie-me a mio marito Emilio Anselmi, alla S.Messa per chiedere al Signore la glori-ficazione di Maria; inoltre, ringrazio ilSignore che mi ha dato la possibilità diconoscere questa creatura così dolceche, aiutandomi nella mia malattia, haportato dentro il mio cuore tanta gioiae serenità.

Ecco in sintesi il racconto del mio“incontro” con Maria, preceduto daalcuni dati indispensabili per capiremeglio i fatti che sto per raccontare.

Prima di tutto debbo dire che il 30ottobre 2002 fui ricoverata in ospedaleper tre giorni perché colpita da unaforma di labirintite, che mi provocavavertigini violente.

I medici intervennero solo per elimi-nare quelle vertigini che tanto midisturbavano, mentre non fu fatto nien-te per curare la malattia.

Si dà il caso che mio marito siaamico-cliente di un signore di Lendina-ra (RO): Piergiorgio Bellinello, la cuimoglie, Candida Pezzuolo, soffre daanni di questi stessi disturbi. In breve,fui invitata a mettermi in contatto conCandida per sapere quale strada aves-se ella percorso per trovare sollievo acosì grande disagio.

Nel corso della mia telefonata aCandida mi sentii fare anche questadomanda: “Hai fede?” Io risposi di sì eimmediatamente Candida proseguìdicendomi: “Rivolgiti anche a MariaBolognesi, vedrai che ti aiuterà”.

Per la prima volta sentii parlare diquesta creatura che non conoscevo, e,pur non avendo letto niente di lei, némai visto alcuna sua immagine, ebbifiducia in quelle parole. Sentivo che leparole di Candida erano sincere per cuicominciai a pregare Maria Bolognesi

perché mi aiutasse a star meglio, aguarire, non solo per me, ma anche perla mia famiglia e la mia bambina Sara,che da poco ha compiuto due anni.

Tra alterne vicende si arriva così al19 dicembre 2002, giorno in cui fui sot-toposta a nuova visita specialistica,con diagnosi: labirintite. Superfluo direche nel mese di gennaio 2003 ho ini-ziato a fare tutti gli esami che mi sonostati richiesti dallo specialista per cura-re la malattia.

Ma ritorniamo al 19 dicembre; allasera mi corico, ma nel cuore dellanotte, verso le tre del mattino del gior-no 20, mi sveglio improvvisamente. Hol’impressione di non essere nella miastanza, ma in una stanza d’ospedale,anche perché ricordo di aver percepitoin modo molto chiaro queste parole: “leinfermiere sono desiderate in inferme-ria”. Subito dopo mi ritrovo nella miastanza e mentre il cuore comincia abattere in modo molto forte, chiudo gliocchi. In quel mentre sento una vocedolcissima che mi dice:

“Cara, sei sveglia?”, “Cara, sei sve-glia?”.

Immediatamente aprii gli occhi evidi davanti a me una persona non piùgiovanissima, dal volto sorridente, conzigomi un po’ pronunciati e occhi lumi-nosi. Era vestita di nero. Non so come,né perché pronunciai queste parole:“Ma tu sei Maria Bolognesi!?”.

Ecco il brevissimo dialogo intercor-so tra noi:

- “Si, cara, sono io”.- “Ti ho pregato tanto, lo sai?”.- “Sì, lo so”.In quel mentre Maria mi diede la

mano: era calda! Maria dunque era unapresenza reale, viva, vera: campassialtri ducento anni non potrò mai dimen-ticare la forte emozione di questoincontro.

Persuasa che Maria era venuta dame per sollevarmi e portarmi una qual-che forma di aiuto, mi feci coraggio e lechiesi di aiutare anche mia mamma,malata di tiroide. Quando domandai che

la mamma non fosse sottoposta aintervento chirurgico, il volto di Mariadivenne triste. Mi rendevo conto di farefatica ad articolare le parole e mi sem-brava che in quel mentre Maria nonfosse più nella mia camera, ma non eracosì. L’ho rivista ancora accanto a me,con la testa china; confesso che Mariase ne andò via piano piano, mentre ilmio cuore riprendeva a battere in modoregolare.

Termino questa mia testimonianzaaffermando che da quell’incontro nonho più avuto vertigini violente e che hocominciato a notare dei miglioramentisensibili e costanti”.

Angela Folzini

Due interessanti testimonianze per un messaggio da valorizzare

APRIRSIALLA RICONOSCENZA

Fidenza, 8 dicembre 2002

“Rev. Monsignore1,vengo a notificarle una grazia insi-

gne ottenuta per intercessione diMaria Bolognesi.

Tempo fa, una signora a me sco-nosciuta, mi consegnò in Duomo diFidenza, una immagine di MariaBolognesi, dicendomi che era una suasorella, morta in concetto di santità edi pregarla.

Io la ricevetti con diffidenza, nonavendone mai sentito parlare.

Siccome dovevo sottopormi adun’operazione, pregai Maria B. dimostrarmi la sua santità, di farmi gua-rire senza operazione e nel frattempocontinuai a raccomandarmi a Lei.

Venuto il giorno fissato per l’ope-razione, il 6 novembre fui portatanella sala operatoria. Stesa sul lettooperatorio, aspettavo solo l’anestesiae dentro di me pensavo: Maria B. saraisanta, ma a me la prova non l’hai data.Attorno a me medici e infermieri conla mascherina, pronti per fare l’opera-zione. Poi, ecco l’imprevisto: il pri-mario si china su di me e mi dice:“l’operazione è sospesa…”.

Riportata in camera, il giornodopo fui dimessa dall’ospedale. Orasto bene e di operazione non se neparla più.

Cara Maria Bolognesi, sei poten-te, sei santa, me ne hai dato la prova.Grazie.

Vorrei sapere qualche cosa di piùdella tua vita anche per farti conoscere.

Distinti saluti e ringraziamenti.”

M.R.G.

1 Lettera indirizzata al Vice PostulatoreMons. Daniele Peretto.

Page 11: INTERNET: E-mail: finestreaperte ... · colo per ricevere la guarigione, ... Ti vorrei mettere tutto nel mio cuore e riscaldarTi di amore per ... sfuggire la sofferenza; a fare della

FINESTRE APERTE 11

Accolgo volentieri l’invito rivoltomi di scriverequalcosa su di un momento tanto particolare ed inattesoper la nostra comunità, per due motivi: innanzitutto perchécredo che la giornata del malato sia stata un momento dicrescita spirituale ed umana per la nostra parrocchia e pertutte le persone che hanno avuto la gioia di partecipare aquesta occasione di grazia.

Inoltre, scrivo per il periodico “Finestre Aperte” che sipropone di illuminare e far vivere l’esperienza religiosa diuna persona, la Serva di Dio Maria Bolognesi, che ha fattodella sofferenza, vissuta nella sua persona e nell’attenzio-ne condivisa a quella del prossimo, un mezzo di crescitanella santità.

Scrive, infatti la sua amica Zoe: “Ella fu sempre pazien-te, dolce, pronta a dare la sua parola di conforto agliammalati che andava a visitare di camera in camera nelreparto di medicina” (da “Lampada sul Lucerniere”).

Giornata di fraternitàQuando il nostro Vescovo mi ha proposto che si svol-

gesse quest’anno a S. Mar-tino la giornata diocesanadel malato in sintonia conquella mondiale voluta dalPapa, Giovanni Paolo II,undici anni orsono, ho pro-vato sentimenti di ricono-scenza, uniti alla preoccu-pazione che l’organizzazio-ne riuscisse nel modomigliore.

Ma la Provvidenzaviene sempre incontro: allascarsa capienza della nostrabella Chiesa per una ceri-monia del genere, ha sup-plito per una volta il palaz-zetto dello sport che ha potuto, trasformandosi in chiesa,dare ospitalità agli oltre 1200 malati e sani che hanno par-tecipato alla liturgia eucaristica presieduta dal nostroVescovo Mons. Andrea Bruno con oltre una ventina disacerdoti concelebranti.

Nel palazzetto dello sport, gentilmente messo a dispo-sizione dall’Amministrazione comunale, si respirava vera-mente la fraternità, sia nella partecipazione attenta alla pre-ghiera e ai canti condivisi fra la corale parrocchiale e l’as-semblea dei partecipanti, che nell’attenzione da parte di

tutti che i malati fossero al primo posto e messi il più pos-sibile a loro agio.

Tutte le associazioni del paese hanno dato un meravi-glioso esempio di collaborazione nell’organizzare l’am-biente, trasformandolo da sportivo a luogo di spirito e,dopo la cerimonia nell’accoglienza nel grande stand,messo a disposizione dalla locale Associazione Culturale,per un ricco e familiare rinfresco.

Giornata del donoMentre scrivo queste righe, mi tornano nella memoria

tutte le persone sofferenti che ho incontrato in quasi tren-tacinque anni di sacerdozio e quelle che stanno vivendo inquesti giorni l’esperienza della sofferenza nella propriapersona o in quella dei propri cari.

Ho pensato tante volte che la sofferenza è difficile davivere. Spesso si danno parole confortanti a coloro chevivono nella malattia, ma è difficile pensare che al loroposto potremmo trovarci un giorno o l’altro ciascuno dinoi. Il problema del male rimane sempre un mistero per noie difficilmente possiamo trovarne una spiegazione.

La risposta più confor-tante ci viene dal Cristoche, non solo si è chinatosu tutte le persone sofferen-ti incontrate nei tre annidella sua vita pubblica, maha voluto condividere lanostra sofferenza facendo-ne un’occasione di salvez-za.

È morto in croce perdirci che oltre la morte c’èla risurrezione e che nulladi quello che patiamo inquesta vita va perduto, anzidiventa occasione di meritoper noi e per il bene dei fra-

telli che il Signore ci pone accanto nel cammino della vita. Ecco perché il malato non costituisce un peso, ma un

dono attraverso il quale possiamo esercitare l’amore cheDio ha messo nel nostro cuore per assomigliare a Lui.

Leggendo la vita di Maria Bolognesi, come quella ditutti i Santi, riusciamo a capire come essi siano stati capa-ci non solo di comprendere, ma anche di vivere il misterodella Croce.

Don Adriano FrigatoArciprete di S. Martino di Venezze

11 febbraio 2003 - S. Martino di Venezze (RO)

La sofferenzamezzo di crescita nella santità

Celebrata con S.E. Mons. Vescovo Andrea Bruno Mazzocatola “Giornata diocesana del malato”

S.E. Mons. Andrea Bruno Mazzocato con i malati

Page 12: INTERNET: E-mail: finestreaperte ... · colo per ricevere la guarigione, ... Ti vorrei mettere tutto nel mio cuore e riscaldarTi di amore per ... sfuggire la sofferenza; a fare della

Per stare anche noi, “amici della Serva di Dio Maria Bolognesi”,sui percorsi da lei compiuti con fede e devozione alla Madonna,

ci diamo appuntamento al

Santuario Basilica N. S. del Pilastrello- Lendinara (Rovigo) -

Venerdì 25 aprile 2003Pellegrinaggio

ore 11.00 – S. MESSA per chiedere allo Spirito Santo la glorificazione della Serva diDio Maria Bolognesi.

ore 12.30 – Pausa per ristoro, al sacco in locali del convento o al ristorante (su preno-tazione da segnalare per tempo al Centro Maria Bolognesi tel. 0425/27931 fax 0425/463964).

ore 15.30 – Sala convegni del Santuario: INCONTRO–DIBATTITO, presieduto da Padre TitoM. Sartori, Postulatore della Causa di canonizzazione di Maria Bolognesi, sul tema“Maria Bolognesi e la visione del mondo di oggi”.

Ogni mese il giorno 30 alle ore 9.00 (se festivo ore 10.30) viene celebrata una S. Messaper la Serva di Dio Maria Bolognesi presso il Tempio cittadino “La Rotonda” di Rovigo

In ossequio al decreto di UrbanoVIII, si dichiara di non voler attribuirea quanto di straordinario è narrato inquesto giornale altra fede se nonumana e di non voler prevenire ilgiudizio definitivo della Chiesa, alquale la Redazione intende sot-tomettere in tutto il suo.

Il Consiglio Direttivodel Centro ringrazia per le offerte

pervenute per la Causae le opere di Maria.

Per offerte:Conto Corrente Postale 26145458

FINESTRE [email protected]

Direttore Responsabile:Mons. Daniele Peretto

Direttore:Giuseppe Tesi

Sede e Redazione:Centro Maria Bolognesi

Via G. Tasso, 49 - 45100 RovigoTelefono: 0425.27931

Fax 0425.463964Aut. Trib.: Rovigo n. 8/92 del 30/07/1992

Stampa:Think Adv - Conselve (Pd)

Gli amici dellaServa di Dio Maria Bolognesi

attendono con piacere la partecipazione

di altri amici e simpatizzanti.

Page 13: INTERNET: E-mail: finestreaperte ... · colo per ricevere la guarigione, ... Ti vorrei mettere tutto nel mio cuore e riscaldarTi di amore per ... sfuggire la sofferenza; a fare della

Gruppo Genitori in cammino

Speciale inserto

I.R.

“Non ci accorgiamo di quan-te persone offrono il loro tempo a ser-vizio degli altri fino a che non entria-mo a far parte del mondo del volonta-riato, dove scopriamo un inaspettatouniverso fatto di tante persone sempli-ci e disinteressate, le quali in silenzio,senza clamori, sanno essere solidalicon chi si trova nella difficoltà e nellasofferenza. Non comprendiamo ilsignificato della sofferenza fino a chenon ci avviciniamo a chi soffre fisica-mente o spiritualmente, o fino a chegli accadimenti della vita non ci porti-no a condividerne il percorso. Vedia-mo allora sparire dal nostro quotidia-no tutte le cose superficiali che ciappesantiscono l’anima e che lascianoposto a ciò che è essenziale per lanostra vita: umiltà, semplicità, accet-tazione, comprensione, perdono”.

Queste parole sono di una mammache fa parte del gruppo Genitori incammino; essa ha quindi conosciuto ipercorsi del dolore e ha compreso diavere ricevuto un dono da non spreca-re, assieme ad una opportunità di cre-scita nella fede e nella comprensionedel progetto di Dio. Questa stessa sen-sazione è condivisa da diversi genitoridel nostro Gruppo, i quali affermanodi avere visto a poco a poco la lorovita trasformarsi con la serena accetta-zione del disegno di Dio.

I percorsi su come viene affronta-to il dolore sono diversi, così comesono diversi i tempi per convivere conil lutto: c’è chi tenta di rimuovere lasofferenza stordendosi con il lavoro,centellinandola, procrastinandola neltempo, oppure congelandola; c’è chisi lascia travolgere e sconvolgere alpunto da non essere più in grado dirapportarsi con il prossimo; c’è chi sisente schiacciato e svuotato di ognisentimento e si lascia andare alla deri-va. Dio però ha mille strade e modi,per noi misteriosi, per raggiungere ilcuore di questi figli nel dolore, econfortarli.

Il condividere con altri le nostreesperienze, confessando anche consincerità le nostre intime sofferenzesenza paura di sminuire noi stessi, cipermette di trasmettere la ricchezzache Dio riversa nel cuore dell’uomoche lo riconosce come Padre buono eamoroso.

E allora, ricordando che Dio hadonato “talenti” ad ognuno, non sot-terriamoli, ma moltiplichiamoli; attra-verso questa nostra esperienza didolore il Padre ci vuole arricchire,pertanto noi non dobbiamo sprecarlaopponendo rifiuto o isolamento.Chiedendo a Dio di insegnarci ad imi-tare i Santi che ha posto come esem-pio sulla nostra strada, cerchiamo diabbattere le barriere che ogni giornosi alzano fra noi e gli altri, per offrirecon umiltà e disponibilità a chi incon-triamo il nostro sorriso e la nostrapace.

Consapevole che chi è stato messoalla prova con la dolorosissima perdi-ta di un figlio, soffrendo pene indici-bili, saprà anche aiutare, attraversoun’umile preghiera, chi sta vivendo lastessa esperienza, desidero affidare aDio questi fratelli e le loro richiested’aiuto inespresse; chiedo inoltre alSignore di donarmi l’umiltà necessa-ria per sapere recepire e ascoltare,donandomi tutto a tutti.

Da questa pagina chiedo perdonoa Dio e a tutti i genitori se non sempre- in qualità di responsabile del Grup-po - ho saputo offrire l’amore cheGesù ci ha insegnato.

Mario Gallaniresponsabile del gruppo

Genitori in cammino

AMORE e DOLORE- riflessioni -

La quotidianità della vita cheogni giorno dobbiamo affron-tare, pur se costellata diostacoli e tutta in salita,diventa meno ripida e fatico-sa, anzi soave, se accettia-mo il “giogo” di Colui che celo offre.

Page 14: INTERNET: E-mail: finestreaperte ... · colo per ricevere la guarigione, ... Ti vorrei mettere tutto nel mio cuore e riscaldarTi di amore per ... sfuggire la sofferenza; a fare della

PROSSIMI INCONTRI

Sabato 15/3/2003 ore 17,30 - Rovigo, Santuario Madonna Pellegrina - Recita del S. Rosario ore 18,00 - S. Messa presieduta dal Vescovo diocesano S.E. Mons. Andrea Bruno Mazzocato.

Sabato 22/3/2003 dalle ore 15,30 alle 16,30 - su Radio KOLBE di Rovigo (frequenza 91,2 e 94,5 Mhz) S. Rosario guidato dalnostro Gruppo, in collaborazione con il Centro Mariano.

Domenica 30/3/2003 ore 19,00 - Rovigo, Duomo - S. Messa per i 30 anni della missione in BrasileSabato 26/4/2003 ore 16,30 - Baricetta - Incontro di preghiera mensile nella chiesa parrocchiale.Mese di maggio - S. Rosario itinerante (ore 21.00):

sabato 3/5/2003 - Rovigo - presso famiglia Astolfi Graziella.lunedì 5/5/2003 - Canaro - presso famiglia Milan Raffaelemartedì 13/5/2003 - Castelnuovo Bariano - presso famiglia Biancardi Giorgiomercoledì 14/5/2003 - S. Martino di Venezze, presso famiglia Bolzonaro Lodovico.domenica 18/5/2003 - Canale di Ceregnano, presso famiglia Siviero Claudio.martedì 27/5/2003 - Ficarolo, presso il capitello sulla strada per Salara.

SONO SOLLECITATE ALTRE FAMIGLIE PER ULTERIORI ADESIONI DI OSPITALITÀ

Il nostroaugurio

pasqualecon la

bellissimapreghiera

di ValentinoSalvoldi,sacerdote

“fidei donum”

Ringraziamo

la Redazione di “Finestre

Aperte” per l’opportunità

che ci viene offerta non solo di

raggiungere i genitori che

fanno parte del nostro Grup-

po, ma di arrivare in tante

altre famiglie; tramite questo

“inserto” diverse persone ci

hanno già contattato.

Se qualche altro lettore desi-

dera conoscerci saremo lieti

di metterci a disposizione.

Dio, ti posso trovare? Dove?

Dove sei, Dio?Dall’eternità tu hai scritto il mio nome

sul palmo della tua mano,mi hai amato di un amore eterno,

mi hai chiamato per nome,hai predisposto per me l’universo intero.

Tu conti soltanto fino ad uno,perché ogni persona ha un valore infinito ai tuoi occhi.

Per ogni individuo tu hai un progetto d’amore.

Dove sei, Dio?Sei nell’eternità e per me formi le galassie,

plasmi la terra.Il tuo Spirito plana sulle acquee dà ordine al caos primordiale.

Tu crei l’umanità: una linea che parte da Adamo ed Eva e giunge ad ogni coppia che genera una nuova vita.

Dove sei, Dio?Tu sei qui e mi cerchi anche quando io

ti sento lontano e sempre uguale.Ho bisogno di cose nuove

e non mi accorgo che tu sei novità,sei creazione continua.

Dove sei?Sei dentro di me.

Sei in questo corpo che amo perché è il tuo stesso corpo.Sei nel corpo degli amici

e nello sguardo di tante persone.Ti respiro, ti sento e ti chiedo perdono, Signore,per i momenti in cui, pur essendo immerso in te,

ho dubitato della tua presenza.Donami la forza di vivere ogni istante della mia

vita non soltanto cercandoti,ma percorrendo le strade del mondo

per gridare a tutti il tuo amore,per comunicare la bellezza di spendere la propria vita

alla ricerca di te, perché“un solo giorno nella tua casa vale più di mille anni nella tenda dei peccatori”.