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Interaction Design La psicologia cognitiva e L’ergonomia cognitiva applicate alla progettazione degli artefatti comunicativi

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Interaction Design

La psicologia cognitiva eL’ergonomia cognitiva applicate alla progettazione

degli artefatti comunicativi

Ergonomia cognitiva

L’applicazione di informazioni sulle caratteristichefisiche, psicologiche e sociali degli esseri umani, allaprogettazione di strumenti e sistemi che mediano esostengono l’attività umana.

L’obiettivo è la progettazione di strumenti che sianodi reale sostegno per l’attività umana in specificicontesti d’uso.

“ La scienza scopre

L’industria applica

L’uomo si adegua ”Motto Fiera mondiale di Chicago del 1933

(Tratto da Norman,Le cose che ci fanno intelligenti)

Filosofia di progettazione

(La tecnologia si adegua

alle necessità dell’uomo)

Vs.

(L’uomo si adegua)

Technological Driven

Filosofia di progettazioneUser Centered

fenomeno determinato da un numero limitato di variabilipotenzialmente manipolabili e controllabili e quindi riproducibile inlaboratorio sperimentalmente.

Approccio cognitivo “stretto”

capacità di computare, elaborare, informazioni attraversomeccanismi cognitivi all’interno della nostra testa

Attività cognitiva:

L’attività cognitiva umana può essere astratta dal contesto, puòessere formalizzata e quindi implementata anche su hardwarediversi dal nostro cervello.

L’attività umana:

Riduzione dell’analisi dell’attività umana ad un fenomenoindividuale svolto senza l’uso di strumenti

Una visione ingenua dell’uso di strumenti

L’ idea che gli strumenti siano degli amplificatori delle nostrecapacità mentali e fisiche

Gli strumenti che usiamo quotidianamente avrebbero il poteredi amplificare le nostre intrinseche debolezze e potenzialità.Quindi, le nostre abilità o la mancanza di competenze sirifletterebbero nell’uso proprio o improprio degli strumenti.

Visione dell’uso degli strumenti legata ad una posizioneteorica che vede le capacità cognitive “relegate” all’internodella mente umana

L’approccio cognitivista è importante ma perquanto riguarda l’attività umana offre solo unavisione parziale.

L’attività cognitiva umana non è caratterizzataesclusivamente da meccanismi interni all’individuoma è distribuita tra il cervello e l’ambiente esterno,inclusi gli artefatti che l’uomo adopera.

Distribuited cognition approach

• Gli individui nell’esecuzione delle attività psichiche superioriinteragiscono con un insieme di strumenti e con altri individui cheinteragiscono tra loro mediante artefatti esterni.

• Le risorse informative necessarie all’esecuzione dell’attivitàpossono essere rappresentate internamente, nella mentedell’individuo, o nell’ambiente esterno, in questo caso vi possonoessere varie forme di rappresentazione.

Distribuited cognitionSistema cognitivo

• La distribuzione di queste risorse è la base da cui partire percomprendere il funzionamento dell’interazione uomo-macchina e perimparare ad applicarne i principi.

La diversa rappresentazione della attività, tra internoe esterno, cambia l’interazione e la natura dell’attività.

Un buona progettazione è quella che riesce a trovareuna buona distribuzione tra esterno ed interno delleconoscenze necessarie per portare avanti un’attività.

Distribuited cognitionAttività umana

L’attività cognitiva e l’uso degli strumenti

Una concezione dell’attività cognitiva non confinatanella mente umana bensì distribuita fra mente eartefatti.

Una concezione dell’attività cognitiva che consideral’elaborazione simbolica d’informazioni (ovvero ilpensiero, l’intelligenza) e l’uso di strumenti come idue lati della stessa medaglia.

Il gioco del 15

5 19

4 3 8

2 7 6

Ex. Torre di Hanoi

Stato iniziale: vi sono tre anelli/arance/tazzine nello stessocontenitore

Obiettivo: spostare i tre anelli/a./t. nei tre supporti in ordinedecrescente da sinistra a destra

1- E’possibile spostare un solo anello/a./t. per volta

2- L’anello/a./t. potrà essere trasferito solo in unsupporto dove risulterà essere il più grande

3- Solo l’anello/a./t. più grande di un supporto puòessere trasferito in un altro supporto

Ex. Torre di Hanoi

Regole:

“ Il gioco delle tazze di caffè e delle arance possonosembrare particolari, ma sono un importantedimostrazione di come le rappresentazioni esterne nonsolo aiutano a memorizzare i dati e ad effettuarecomputazioni, ma possono influenzare enormemente ilmodo in cui un problema viene considerato e lafacilità con cui può essere risolto

”(Tratto da Norman,Le cose che ci fanno intelligenti)

.

Che ruolo hanno gli strumenti nell’attività umana?

Presupposto teorico:le capacità cognitive dell’uomo hanno sede e limite all’interno dellamente umana

La visione ingenua:

Gli strumenti sono semplici amplificatori delle nostre capacitàmentali e fisiche

lo strumento è neutro

l’uso proprio od improprio non è che una conseguenza dellenostre capacità o dei nostri limiti.

L’attività cognitiva e l’uso degli strumenti

I limiti delle capacità di elaborazione simbolica della nostramente vengono superati attraverso degli strumentiparticolari che rappresentano, conservano e manipolanoinformazioni: gli artefatti cognitivi.

Ma

tali artefatti non sono un semplice ausilio alle capacitàcognitive umane, ma una differente forma di rappresentareconoscenza, una rappresentazione esterna.

Tali rappresentazioni non solo sostengono l’elaborazioneinterna ma possono modificarla cambiando la natura deicompiti.

L’approccio della distributed cognition

Gli artefatti non modificano le capacità di elaborazionedella informazione

Ma

modificano il compito, il contenuto delle conoscenzecoinvolte nella elaborazione. Modificando il contenutomodificano anche la possibilità di eseguire una attività odi risolvere un problema.

L’attività cognitiva e l’uso degli strumenti

SCRIVERE PRIMA DEL WORD PROCESSOR

SCONGELARE PRIMA DEL MICROONDE

COMPRARE UN CAPO DI ABBIGLIAMENTO PRIMA DELLARETE

ASCOLTARE LA MUSICA PRIMA DEL LETTORE PORTATILE

ESEMPI DI COME GLI STRUMENTI MODIFICANOLE ATTIVITA’

SOGGETTO OBIETTIVO

STRUMENTO

Progettare tecnologie che siano di reale supporto all’attivitàumana

Obiettivo dell’ergonomia cognitiva

OvveroChe vadano incontro ai bisogni di determinati utenti per particolariattività svolte in un determinato contesto d’uso

Per fare ciò bisogna tenere conto:

• Delle abilità e dei limiti fisici e cognitivi dell’uomo

• Delle attività che essi devono svolgere attraverso lo strumentoprogettato

• Del contesto in cui lo strumento sarà usato

Studia l’interazione tra il sistema cognitivo umanoe gli strumenti per l’elaborazione dell’informazioneal fine di progettare strumenti che sostengano leattività umane in modo produttivo e sicuro.

L’ergonomia cognitiva

Cognizione - strumenti - attività

Due modalità di cognizioneD. Norman (1993)

Cognizione esperienziale (reattiva): l’informazione vienepercepita e assimilata senza sforzo apparente. E’l’ambiente esterno che guida la percezione e le emozioni.Importante per l’Expertise.

Cognizione riflessiva (analitica): può verificarsi nellestesse condizioni ambientali ma necessita di iniziativa esforzo cosciente perchè l’informazione venga assimilata.

Cognizione esperienziale

Elaborazione percettiva: qualcosa accade nel mondo, e lascena viene trasmessa attraverso gli organi di senso ai centrideputati all’elaborazione mentale (“attività direttadall’evento”).

E’ simile ad un riflesso: l’informazione rilevante deve giàesistere nella nostra memoria. L’esperienza non fa cheriattivarla.

Ragionamento riflesso: deduzioni semplici, inferenzerapide come quando leggiamo un libro non specialistico.

Cognizione riflessiva

Processo lento e laborioso: elaborazione top-down(dai concetti), inferenze, pianificazione, riconsiderazionedei ragionamenti fatti, distrazioni minime e ambienti nontroppo ricchi e dinamici.

Aiuti esterni facilitano: (scrittura, lettura, strumentidi calcolo.., altre persone) ragionamenti più profondi eprolungati, purchè siano adattate al compito da svolgere.

Cognizione e tecnologie Strumenti destinati alla modalità esperienziale che

richiedono riflessione: compiti semplici diventano difficili(multitasking in automobile)

Strumenti per la riflessione che non aiutano i confronti,l’esplorazione e la risoluzione di problemi: sussidi chemostrano informazioni a segmenti; difficoltà a integrare fonti diinformazione diverse.

Sperimentare quando si dovrebbe riflettere: se lasituazione cambia la modalità esperenziale può non essere flessibileda adeguarsi ai cambiamenti.

Riflettere quando si dovrebbe sperimentare: se si riflettetroppo si resta intrappolati nei pensieri.

Cognizione esperienziale

Cognizione riflessiva

Cognizione e tecnologie

Mediare entrambe le componenti lasciando all’utente la possibilità di approfondire i contenuti piùanalitici durante l’esperienza degli aspetti emozionali

Optimal Flow

M. Csikszentmihalyi (1990)

“Assorbimento totale nell’attività quando l’esperienza èguidata da eventi esterni che stimolano l’individuo e

facilitano l’assimilazione di informazioni”

Progettare l’optimal flow

L’ambiente/l’artefatto comunicativo che porta all’esperienza ottimaledovrebbe essere:

Interattivo e fornire informazioni di ritorno (feedback) Avere obiettivi chiari Essere motivante Comunicare una continua sensazione di sfida Dare la sensazione di un coinvolgimento diretto, di stare

sperimentando direttamente l’ambiente, di lavorare direttamente alcompito

Fornire strumenti appropriati, adatti a chi li usa e al compito inmodo da aiutare senza distrarre (focus sul compito e strumentoinvisibile)

Evitare rotture e fattori di disturbo (breakdown) che interrompanoe disgreghino l’esperienza soggettiva

L’attività umana e gli artefatticomunicativi

L’uso di un artefatto comunicativo è prima di tuttoun’attività umana.

Nella progettazione degli artefatti comunicativi, ènecessario che l’uso che è possibile fare del sistema siacompatibile con le caratteristiche fisiche e cognitivedell’utente, e con le caratteristiche sociali e ambientalidel contesto in cui l’attività viene eseguita.

Il modello dell’azione di NormanScopo del modello“Definire le potenzialiunità di analisi attraversole quali è possibilerappresentareil comportamento umanonell’uso di strumenti”

Distanza cognitiva“Sforzo cognitivo che unostrumento introducenel momento in cui vi sonodei gap tra gli obiettivi ela conoscenzadell’individuo e il livello didescrizione fornito dallostrumento”

Distanza semantica

DEFINIZIONE E ESEMPIO

Riguarda la relazione fra le intenzioni dell'utente ed il significato dei comandi che èpossibile eseguire sull'interfaccia

Distanza referenzialeLa distanza referenzialeo “di riferimento”intercorre fra ilsignificato di unaespressione e la suaforma fisica, sia sul latodell'esecuzione che suquello della valutazione.Le interfacce a linea dicomando, ad esempio,hanno solitamente unadistanza di riferimentoelevata a causa dellarelazione arbitraria tra laforma di una espressioneed il suo significato

Distanza intereferenzialeLa distanzainter-referenzialeriguarda larelazione fra leforme di input equelle di outputpresenti nel corsodell'interazioneuomo-computer.Questa distanzaè massima quandole due forme sonocompletamentedistinte

Distanza issue o scenario

“Slittamento di obiettivo”Un obiettivo può cambiare durantel’attività: a causa di un fallimento per mancanza di conoscenzarilevante o per vincoli fisiciperché, dato lo stato corrente delmondo, l’obiettivo non è fattibile

“ Il design dovrebbe:

Far sì che risulti facile determinare quali azioni sono possibili inqualunque momento (ex: utilizzare vincoli)

Rendere visibili le cose, compreso il modello concettuale del sistema,le azioni alternative e i risultati delle azioni.

Far sì che sia facile valutare lo stato presente del sistema

Seguire correlazioni naturali fra le intenzioni e le azioni richieste,fra le azioni e l’effetto risultante, fra l’informazione visibile el’interpretazione dello stato del sistema.

Il ruolo del design

”(Norman, La Caffettiera del masochista)

Progettare tecnologie che siano di reale supporto all’attivitàumana

Usabilità

OvveroChe vadano incontro ai bisogni di determinati utenti per particolariattività svolte in un determinato contesto d’uso

Quindi tenere conto

• Delle abilità e dei limiti fisici e cognitivi dell’uomo

• Delle attività che essi devono svolgere attraverso lo strumentoprogettato

• Del contesto in cui lo useranno