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Insight Sommario Marzo 2014 - n. 10 A cura dell’ufficio Studi Economici ECONOMIA MONDIALE La “crisi ucraina” è intervenuta a destabilizzare uno scenario mondiale com- plessivamente positivo ma ancora fragile ed esposto a rischi involutivi. Gli indicatori più recenti rilevano come la ripresa mondiale si stia consolidan- do nella maggior parte delle economie avanzate, grazie a condizioni finan- ziarie favorevoli e a politiche monetarie accomodanti. La crescita rimane di- seguale: robusta negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, più incerta in Giappone, ancora molto lenta e instabile in Europa. Nel suo report d’inizio marzo, l’OCSE stima che nella prima metà del 2014 la crescita delle principali economie avanzate si stabilizzi intorno al 2%, inferio- re alla media della seconda metà del 2013 (vicina al 2,5%), ma comunque ampiamente superiore ai tassi modesti del 2012 e del primo semestre 2013. Le economie emergenti sono invece in rallentamento, anche se il quadro varia ampiamente da paese a paese. Secondo l’OCSE nel 2014 il contributo dei paesi emergenti (che pesano ormai per circa la metà del PIL mondiale) alla crescita globale dovrebbe essere meno significativo rispetto al 2013. In Cina la crescita attuale, inferiore a quella del 2012 e 2013, è in linea con gli obiettivi governativi, che com’è noto puntano al raffreddamento dell’eco- nomia e al rallentamento della crescita del credito, al fine di stabilizzare un sistema finanziario cresciuto in misura troppo rapida e squilibrata. Altri paesi emergenti (Far East, Brasile) hanno manifestato nell’ultima parte del 2103-inizio 2014 un’elevata vulnerabilità al mutare delle condizioni finanziarie, con forti disinvestimenti di capitali e svalutazione dei cambi. Anche a gennaio i flussi in uscita dai paesi emergenti sono stati consistenti; in modo speculare, le valute si sono svalutate forzando le Banche Centrali ad Fonte: IMF, gennaio 2014 Quadro economico mondiale (var. %) Economia mondiale p. 1 Economia italiana 3 Materie prime 5 Tassi di cambio 10 Credito 11 Inflazione 13 Le mappe dell’economia 15 Nota metodologica 16 Una ripresa ancora fragile e diseguale 2012 2013 2014 2015 Pil Mondiale 3,1 3,0 3,7 3,9 Commercio Internaz. 2,7 2,7 4,5 5,2 Pil Euro Area -0,7 -0,4 1,0 1,4 Germania 0,9 0,5 1,6 1,4 Francia 0,0 0,2 0,9 1,5 Italia -2,5 -1,8 0,6 1,1 Spagna -1,6 -1,2 0,6 0,8, USA 2,8 1,9 2,8 3,0 UK 0,3 1,7 2,4 2,2 Japan 1,4 1,7 1,7 1,0 Cina 7,7 7,7 7,5 7,3 India 3,2 4,4 5,4 6,4 Brasile 1,0 2,3 2,3 2,8 Russia 3,4 1,5 2,0 2,5

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InsightSommario

Marzo 2014 - n. 10A cura dell’ufficio Studi Economici

ECONOMIA MONDIALE

La “crisi ucraina” è intervenuta a destabilizzare uno scenario mondiale com-plessivamente positivo ma ancora fragile ed esposto a rischi involutivi.Gli indicatori più recenti rilevano come la ripresa mondiale si stia consolidan-do nella maggior parte delle economie avanzate, grazie a condizioni finan-ziarie favorevoli e a politiche monetarie accomodanti. La crescita rimane di-seguale: robusta negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, più incerta in Giappone, ancora molto lenta e instabile in Europa. Nel suo report d’inizio marzo, l’OCSE stima che nella prima metà del 2014 la crescita delle principali economie avanzate si stabilizzi intorno al 2%, inferio-re alla media della seconda metà del 2013 (vicina al 2,5%), ma comunque ampiamente superiore ai tassi modesti del 2012 e del primo semestre 2013. Le economie emergenti sono invece in rallentamento, anche se il quadro varia ampiamente da paese a paese. Secondo l’OCSE nel 2014 il contributo dei paesi emergenti (che pesano ormai per circa la metà del PIL mondiale) alla crescita globale dovrebbe essere meno significativo rispetto al 2013.In Cina la crescita attuale, inferiore a quella del 2012 e 2013, è in linea con gli obiettivi governativi, che com’è noto puntano al raffreddamento dell’eco-nomia e al rallentamento della crescita del credito, al fine di stabilizzare un sistema finanziario cresciuto in misura troppo rapida e squilibrata. Altri paesi emergenti (Far East, Brasile) hanno manifestato nell’ultima parte del 2103-inizio 2014 un’elevata vulnerabilità al mutare delle condizioni finanziarie, con forti disinvestimenti di capitali e svalutazione dei cambi. Anche a gennaio i flussi in uscita dai paesi emergenti sono stati consistenti; in modo speculare, le valute si sono svalutate forzando le Banche Centrali ad

Fonte: IMF, gennaio 2014

Quadro economico mondiale (var. %)

Economia mondiale p. 1

Economia italiana 3

Materie prime 5

Tassi di cambio 10

Credito 11

Inflazione 13

Le mappedell’economia 15

Nota metodologica 16

“Una ripresa ancorafragile e diseguale ”

2012 2013 2014 2015Pil Mondiale 3,1 3,0 3,7 3,9

Commercio Internaz. 2,7 2,7 4,5 5,2

Pil

Euro Area -0,7 -0,4 1,0 1,4

Germania 0,9 0,5 1,6 1,4

Francia 0,0 0,2 0,9 1,5

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USA 2,8 1,9 2,8 3,0

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Japan 1,4 1,7 1,7 1,0

Cina 7,7 7,7 7,5 7,3

India 3,2 4,4 5,4 6,4

Brasile 1,0 2,3 2,3 2,8

Russia 3,4 1,5 2,0 2,5

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Insight

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aumentare i tassi di riferimento. Gli interventi hanno contribuito a stabilizzare i mercati in febbraio e in alcuni casi a invertire la tendenza. Tra i fattori di rischio che potrebbero deprimere la ripresa mondiale rimangono preminenti, come già nei mesi scorsi, quelli di ordine finanziario. Resta da valu-tare la reazione dei mercati alla riduzione della liquidità da parte della Federal Reserve (iniziata a dicembre), che ha finora penalizzato i paesi emergenti. Un altro fattore d’instabilità riguarda la continua crescita del debito mondiale. La Bank of International Settlements rileva come lo stock di debito (pubblico e privato) sia salito a fine 2013 a oltre 100.000 miliardi di dollari, il 43% in più rispetto a fine 2007. È cresciuto soprattutto l’indebitamento pubblico (+80%), ma anche le imprese non finanziarie hanno aumentato le emissioni. Non esiste un volume “critico” di debito sostenibile ma è evidente che al crescere dello stock aumentano le difficoltà di collocamento, in modo asimmetrico e selettivo tra paesi “sicuri” e paesi “a rischio”. Negli Stati Uniti, i dati leggermente meno positivi di gennaio e febbraio vanno attribuiti almeno in parte alle avverse condizioni climatiche che hanno colpito zone importanti del paese, che si riflettono negativamente sugli investimenti e i consumi delle famiglie. È probabile che nel primo trimestre la crescita sia in rallentamento; questo dato non muta il giudizio favorevole complessivo sullo stato di salute dell’economia americana, sulla base di numerosi indicatori (mercato del lavoro, costruzioni, produzione ecc.). A febbraio sono stati creati 175.000 nuovi posti di lavoro, dato superiore a quelli di dicembre e gennaio ma non sufficiente a far scendere il tasso di disoccupazione al di sotto dell’attuale 6,7%. La preoccupazione della Federal Reserve per l’occupazione (obiettivo della politica monetaria, a differenza del mandato della BCE) fa sì che il neo governatore Yellen abbia più volte assicurato che la politica monetaria resterà accomodante «per tutto il tempo necessario».

In Europa la ripresa si sta probabilmente rafforzando ma restano molto (e troppo) ampi i differenziali tra paesi “forti” e paesi “deboli”. Il dato di gennaio sulla produzione industriale (-0,2% rispetto a dicembre per l’area euro, +0,1% per la Ue-28) ha gettato acqua sul fuoco dell’ottimismo, sottolineando una volta di più quanto la ripresa dell’attività sia lenta e incerta.

“Cresce ancorail debito globale”

PMI Index, Global Manufacturing

Fonte: Markit Economics, marzo 2014

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Insight

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Gli indicatori anticipatori di febbraio (indicatore Economic Sentiment della Commissione Europea, Purchasing Managers Index (PMI) di Markit-JP Morgan) sono coerenti con una crescita positiva, ma molto modesta, nel primo trimestre: un trend che dovrebbe proseguire anche nei mesi successivi, senza grandi possibilità di accelerazione. Nel rapporto di previsione di marzo la BCE prevede una crescita europea dell’1,2% nel 2014 e dell’1,5% nel 2015: stime riviste lievemente al rialzo rispet-to a quelle di dicembre. Dovrebbe rafforzarsi la domanda interna, grazie alla politica monetaria accomodante e al complessivo miglioramento del-la situazione finanziaria. D’altra parte, la disoccupazione rimane elevata e l’orientamento delle politiche fiscali resta restrittivo, limitando i margini per politiche pro-crescita. Preoccupa anche la contrazione dei prestiti alle imprese non finanziarie. A gennaio la BCE registra un calo del 2,9% rispetto al gennaio 2013, a causa di una minore domanda ma anche di condizioni di accesso al credito più restrittive, in conseguenza della necessità da parte delle Banche di risanare i bilanci. Il tema del credito alle imprese è presente nei più recenti interventi del governatore Draghi: soluzioni semplici e immediate non sono tuttavia a portata di mano. In questo quadro ancora molto precario, la crisi Ucraina potrebbe interveni-re negativamente, se non altro dal punto di vista psicologico. Allo stato at-tuale, è impossibile prevederne gli sviluppi, anche se i rischi di un’escalation sembrano attenuati se non fugati. Per quanto riguarda il tema strategico delle forniture di gas, è certo che la Russia abbia bisogno del cliente euro-peo più di quanto l’Europa abbia necessità del fornitore russo. D’altra parte, è stata messa a nudo, ancora una volta, l’inconsistenza politica dell’Europa.

“In Europa la ripresastenta a decollare”

ECONOMIA ITALIANA

Le informazioni dei primi mesi del 2014 mostrano una prosecuzione lenta ma irta di ostacoli della ripresa economica. La domanda dei beni di consumo ri-mane debole, afflitta dalle politiche fiscali restrittive, dall’incertezza generale e dalla debolezza del mercato del lavoro.Vi è molta attesa delle decisioni del nuovo governo, nella speranza che ven-gano se non altro avviate alcune riforme fondamentali.Il PIL nel quarto trimestre 2013 è aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, mentre una variazione tendenziale resta negativa (-0,9%). A gennaio 2014 la produzione industriale ha fatto un balzo di avanti, andando ad alimentare nuove speranze di ripresa. Rispetto al mese precedente l’indice destagionalizzato è aumentato dell’1,0%. A livello annuale l’incremento rispetto a gennaio 2013 è pari all’1,4%. La media del trimestre novembre-gennaio è superiore dello 0,7% rispetto al trimestre precedente. Da ricordare però che le stime prevedevano un incremento più

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Insight

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Quadro macroeconomico italiano (var. %)Indicatori 2012 2013 2014 2015

Prodotto interno lordo -2,6 -1,8 0,8 1,4

Consumi delle famiglie -4,2 -2,4 0,1 0,8

Investimenti in macchinari -10,5 -4,2 2,1 4,4

Importazioni di beni e servizi -6,5 -7,1 3,2 5,1

Esportazioni di beni e servizi 1,9 0,0 3,1 5,3

Produzione industriale -6,3 -3,5 1,6 2,3

Prezzi al consumo 3,0 1,2 1,8 1,5

Tasso di disoccupazione 10,7 12,1 13,0 12,5Fonte: Prometeia, gennaio 2014

“Piccoli segnalidi ripartenza”

sostanzioso rispetto a quello rilevato.Confindustria stima che a febbraio la produzione industriale rispetto a genna-io calerà dello 0,2%, segno che questa ripresa rimane ancora troppo fragile.Incoraggianti sono anche i dati pubblicati relativi all’attività di costruzione di dicembre, che mostrano un aumento dell’1,3% rispetto a novembre. Non riescono però a compensare una perdita di attività a livello annuale molto alta, con un decremento complessivo dell’8,8%. L’agenzia delle entrate ha pubblicato i dati sulle compravendite dell’ultimo trimestre 2013, stimando un calo rispetto allo stesso periodo nel 2012 del 7,5%. Proseguono invece il loro trend di flessione le vendite al dettaglio, con una diminuzione dello 0,3% nei confronti del mese precedente. La diminuzione è da imputare soprattutto alla riduzione delle vendite dei prodotti alimentari.Anche nel settore delle autovetture si parla di piccoli segnali di ripartenza, con il terzo trimestre consecutivo registrato con il regno positivo. Rispetto a febbraio 2013 si nota un aumento dell’8,6%, decisamente più alto dell’1,3% e del 3,2% dei due mesi precedenti. Ottimismo condiviso dall’UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), che soprattutto nel mercato dei veicoli commerciali nota una crescita a due cifre (+15,2%).Si arresta finalmente la contrazione dei finanziamenti alle imprese, che dopo 7 mesi di diminuzione riescono di nuovo a salire, anche se contestualmente il numero di sofferenze continua ad aumentare. Per approfondimenti sul tema si rimanda all’apposito capitolo di INSIGHT.

PMI Index, Italian Manufacturing

Fonte: Markit Economics, marzo 2014

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Insight

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“Migliora la fiduciadei consumatori”

MATERIE PRIME

Poche novità significative sul fronte delle materie prime in febbraio, nono-stante le turbolenze sui mercati finanziari nei primi giorni del mese. Al netto dell’effetto cambio, sia i prezzi del petrolio che quelli dei metalli (ferrosi e non), si mantengono generalmente abbastanza stabili, mentre i rialzi delle commodity agricole e di alcuni comparti energetici, risultano per lo più attri-buibili a fattori climatici. Infatti, l’ondata di gelo che ha colpito gli Stati Uniti, in particolare, ha guidato verso l’alto i prezzi locali di gasolio e gas natura-le, ma con ricadute sulle quotazioni europee tutto sommato contenute. La normalizzazione delle condizioni meteorologiche dovrebbe portare ad un ridimensionamento dei prezzi nei prossimi mesi.La stagione invernale ormai agli sgoccioli lascia prevedere un allentamento della domanda di prodotti da riscaldamento nel breve termine, con effetti ribassisti sui prezzi del petrolio. Le prospettive dei metalli rimangono ancorate alla performance dei Paesi Emergenti: si conferma l’ipotesi di crescita più contenuta della domanda rispetto agli anni passati.

A livello di singole materie prime, nel mese di febbraio gli aumenti più consistenti (in US $) hanno riguardato, oltre al caffè, anche riso e zucchero. Al contrario, i ribassi più consistenti si sono registrati per tè, gomma e olio di arachide.Gli agricoli sono stati protagonisti, in febbraio, con rialzi diffusi sia sui prodotti cerealicoli che sui coloniali. I problemi delle piantagioni di caffè in Brasile, in particolare, preludono ad una stagione di prezzi elevati.Nel comparto dei metalli non ferrosi, il mese di febbraio si è concluso con una netta riduzione delle scorte LME (London Metal Exchange) di rame, zinco e alluminio. In particolare, il prezzo del rame nella seconda settimana di marzo ha registrato il livello minimo da oltre 7 mesi, scendendo sotto la soglia dei 6.890 dollari. Alla base dell’indebolimento delle quotazioni sono le

I sondaggi sul clima di fiducia mostrano dati incoraggianti. A livello europeo si registra una diminuzione del divario tra la fiducia dei consumatori tedeschi e quelli italiani e spagnoli.A febbraio l’indice Markit PMI Manufacturing misura un lieve aumento delle prospettive del settore manifatturiero, rimanendo pressoché allo stesso livello da tre mesi. Ad una più ottimista conclusione arriva l’Economic Sentiment In-dicator, sondaggio eseguito dall’Unione Europea sulla fiducia delle imprese e delle famiglie, il quale osserva una situazione complessivamente miglio-rata. I settori industriale, retail, servizi e costruzioni registrano un più o meno marcato miglioramento, con l’unica eccezione dei consumatori, i quali peg-giorano lievemente le loro previsioni. L’Istat, concorde, spiega nel suo indi-catore sulla fiducia dei consumatori che questa flessione della fiducia non è imputabile alla componente economica (in aumento) ma alla componente riferita al quadro personale.

“Sostanzialmente stabilii prezzi delle

Commodities”

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Variazione % dei prezzi sui mercati internazionali rispetto al mese precedente (gen 2014/dic 2013) (prezzi correnti, valori in $)

Fonte: World Bank, febbraio 2014.

I prezzi delle materie prime, trend 2007-2014 (valori nominali, US $, 2005=100)

Fonte: World Bank.

notizie in arrivo dalla Cina dove la crescita economica locale sta rallentando visibilmente e oltre le attese. In effetti il colosso asiatico assorbe oltre il 40% dei consumi mondiali di rame e ogni piccola variazione su quel mercato ha ripercussioni sui prezzi mondiali.

Cali intensi si registrano anche sui prezzi di minerali e rottami di ferro, sempre a causa delle difficoltà attraversate dal manifatturiero cinese, con cali su-periori al 20% su quasi tutte le piazze mondiali. Per contro i prezzi dei prodotti siderurgici in Europa hanno mostrato un andamento generalmente stabile negli ultimi mesi. Sul fronte dell’offerta, al recupero della produzione siderur-gica italiana (+27,8% in gennaio) ha fatto da contraltare il crollo dell’output in Ucraina (-13,5% in gennaio).Il prezzo in euro del petrolio (Brent) si è mantenuto insolitamente stabile, spe-cie alla luce delle recenti turbolenze finanziarie, senza mai sforare la banda di oscillazione tra i 78 e gli 81€ a barile.In Europa il clima di fiducia dell’industria chimica si mantiene su livelli conte-nuti: infatti solo gli input di produzione della gomma sono risultati positivi in febbraio, mentre calano quasi tutti gli altri prodotti della filiera.

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Energy Agricolture Metals

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Variazione degli indici storici dei prezzi del rame dal 2012

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Variazione degli indici storici dei prezzi di Gomma e Materie Plastiche dal 2012

Fonte: elaborazioni su Pometeia Commodities

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GOMMA MATERIE PLASTICHE

World Mine Copper production 2012 %(thousands tons)

Cile 5370 31,6

Cina 1500 8,8

USA 1150 6,8

Perù 1240 7,3

Others 7740 45,5

World total 17000 100,0

Fonte: U.S. Geological Survey, Mineral Commodity Summaries, January 2013

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Insight

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Per ulteriori approfondimenti sui prezzi dei metalli ricordiamo che è a vostra disposizione la News Letter settimanale Metal Week. Per i prezzi di prodotti specifici è inoltre possibile con-tattare direttamente l’Ufficio Studi Economici. Contatti: [email protected]

Previsioni prezzi materie prime, (var. % rispetto al trimestre precedente)

Commodity I trim. 2014 II trim. 2014 III trim. 2014 IV trim. 2014

Petrolio 2,7 -0,5 4,4 0,4

Carbone -0,4 2,3 3,5 2,3

Olio Combustibile 0,8 0,5 4,4 0,6

Virgin Nafta -1,8 3,9 1,7 -3,1

Minerali di Ferro -11,2 -3,4 -2,9 -2,3

Rottami di Ferro 0,7 -2,7 -0,6 0,3

Acciai Piani 1,1 3,0 4,3 1,6

Acciai Lunghi 0,7 1,2 2,2 1,5

Rame 0,4 1,9 4,9 1,4

Alluminio -2,7 6,8 5,4 4,0

Piombo -0,1 -0,5 1,5 0,1

Zinco 5,8 0,7 1,0 -0,1

Stagno -2,5 -0,2 1,9 -0,1

Nickel 2,1 6,0 5,5 0,3

Preziosi 1,1 0,9 -0,2 -0,8

Cereali USA -3,8 0,5 -1,5 0,5

Cereali -2,5 -11,2 -10,4 -6,6

Coloniali 8,4 9,0 0,7 2,1

Gomma -13,6 5,6 11,5 6,6

Legname Tropicale -1,0 2,3 2,5 2,9

Legname Conifere 0,8 0,4 0,3 0,1

Pasta Per Carta 1,2 0,1 1,2 1,8

Lana -2,0 -0,1 1,1 0,5

Cotone 6,6 2,9 -2,9 -1,0

Pelli 3,1 2,1 -2,5 -4,4

Elastomeri -0,8 -2,2 3,4 0,9

Materie plastiche 0,0 -1,4 0,5 2,1

Fonte: elaborazioni su dati Prometeia

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Insight

9

Fonte: World Bank

I prezzi delle materie prime sui mercati internazionali, febbraio 2014

Materia Prima Unità Misura Prezzo in $gen 2014

Prezzo in $feb 2014 var. %

Crude oil, average ($/bbl) 102,1 104,8 2,7%Crude oil, Brent ($/bbl) 107,4 108,8 1,3%Crude oil, Dubai ($/bbl) 104,0 104,9 0,9%Crude oil, WTI ($/bbl) 94,9 100,7 6,2%Coal, Australian ($/mt) 81,6 76,3 -6,5%Coal, Colombian ($/mt) 71,3 69,9 -1,9%Coal, South Afican ($/mt) 82,9 77,6 -6,4%Natural gas, US ($/mmbtu) 4,5 4,6 3,3%Natural gas, Europe ($/mmbtu) 11,6 11,3 -2,5%Liquefied natural gas, Japan ($/mmbtu) 15,6 16,6 6,8%Cocoa ($/kg) 2,8 3,0 6,2%Coffee, arabica ($/kg) 2,9 3,8 31,0%Coffee, robusta ($/kg) 1,9 2,1 9,3%Tea, avg 3 auctions ($/kg) 3,0 2,6 -11,9%Tea, Colombo ($/kg) 3,9 3,7 -5,7%Tea, Kolkata ($/kg) 2,4 1,9 -21,4%Tea, Mombasa ($/kg) 2,6 2,2 -12,4%Coconut oil ($/mt) 1270,0 1362,0 7,2%Copra ($/mt) 848,0 915,0 7,9%Groundnuts ($/mt) 1366,0 1320,0 -3,4%Groundnut oil ($/mt) 1410,0 1303,0 -7,6%Palm oil ($/mt) 865,0 906,0 4,7%Palm kernel oil ($/mt) 1159,0 1287,0 11,0%Soybeans ($/mt) 566,0 590,0 4,2%Soybean oil ($/mt) 943,0 983,0 4,2%Soybean meal ($/mt) 567,0 592,0 4,4%Barley ($/mt) 133,4 126,5 -5,1%Maize ($/mt) 198,1 209,3 5,7%Sorghum ($/mt) 215,7 223,8 3,7%Rice, Thai 5% ($/mt) 450,3 459,0 1,9%Rice, Thai 25% ($/mt) 376,8 382,0 1,4%Rice, Thai A.1 ($/mt) 402,8 449,9 11,7%Rice, Viet Namese 5% ($/mt) 402,0 393,2 -2,2%Wheat, US SRW ($/mt) 246,5 258,7 4,9%Wheat, US HRW ($/mt) 276,1 292,3 5,9%Banana, Europe ($/kg) 1,0 1,0 5,3%Banana, US ($/kg) 0,9 1,0 3,1%Orange ($/kg) 0,7 0,8 9,5%Beef ($/kg) 4,1 4,2 1,3%Meat, chicken ($/kg) 2,3 2,3 0,1%Meat, sheep ($/kg) 6,2 6,4 3,2%Fish meal ($/mt) 1532,0 1559,0 1,8%Shirmps, Mexican ($/kg) 17,1 17,1 0,2%Sugar, EU ($/kg) 0,4 0,4 0,3%Sugar, US ($/kg) 0,4 0,5 6,4%Sugar, world ($/kg) 0,3 0,4 6,3%Tobacco, US import u.v. ($/mt) 4782,5 4793,1 0,2%Logs, Cameroon ($/cmt) 476,8 478,1 0,3%Logs, Malaysian ($/cmt) 286,6 291,8 1,8%Sawnwood, Cameroon ($/cmt) 789,3 793,2 0,5%Sawnwood, Malaysian ($/cmt) 897,8 902,2 0,5%Plywood (c/sheet) 525,7 535,3 1,8%Woodpulp ($/mt) 865,0 865,0 0,0%Cotton, A Index ($/kg) 2,0 2,1 3,4%Rubber, TSR20 ($/kg) 2,1 1,9 -11,7%Rubber, SGP/MYS ($/kg) 2,3 2,1 -7,8%Phosphate rock ($/mt) 102,2 103,0 0,8%DAP ($/mt) 438,3 490,6 11,9%TSP ($/mt) 322,0 387,5 20,3%Urea ($/mt) 352,6 344,1 -2,4%Potarsium chloride ($/mt) 323,0 309,5 -4,2%Aluminum ($/mt) 1727,4 1695,2 -1,9%Copper ($/mt) 7291,5 7149,2 -2,0%Lead ($/mt) 2143,2 2108,0 -1,6%Tin ($/mt) 22063,9 22820,7 3,4%Nickel ($/mt) 14101,3 14203,6 0,7%Zinc ($/mt) 2036,9 2034,5 -0,1%Gold ($/troy oz) 1244,3 1299,6 4,4%Platinum ($/troy oz) 1421,0 1409,5 -0,8%Silver ($/troy oz) 19,9 20,8 4,9%

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Insight

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TASSI DI CAMBIO

Nel mese di febbraio 2014 l’euro ha visto il proprio valore rafforzarsi nei con-fronti delle valute della maggior parte dei suoi partner commerciali. Rispetto alle 15 nazioni più importanti l’euro è cresciuto dell’1,1% ripetto a gennaio. Nell’ultimo anno l’euro si è apprezzato del 16,0%.In termini bilaterali, nel mese di febbraio l’euro si è apprezzato nei confronti del peso argentino (11,9%), del rublo russo (4,8%), del dollaro canadese (1,4%) del rand sudafricano (1,1%) e del peso messicano (+0,9%).Sostanzialmente invariati rimangono invece i rapporti con il real brasiliano e con la rupia indiana (entrambi +0,5%), con la sterlina (-0,1%) e con la lira turca (-0,3%). Anche rispetto al dollaro americano non sono stati notati cambiamenti rilevanti (+0,4%).

Cambio medio giornaliero €/$, 12 mesi

Fonte: elaborazioni su dati BCE.

Previsioni di medio periodo

Euro/Yen (valori trimestrali) Euro/Dollaro US (valori trimestrali)

Euro/Sterlina (valori trimestrali)

Fonte: elaborazioni su dati Prometeia.

80,0090,00

100,00110,00120,00130,00140,00150,00160,00170,00

1,101,151,201,251,301,351,401,451,501,551,60

0,60

0,65

0,70

0,75

0,80

0,85

0,90

0,95

1,200

1,250

1,300

1,350

1,400

1,450

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Lievi indebolimenti sono stati invece registrati a favore del franco svizzero (-0,8%), del dollaro australiano (-1%), della rupia indonesiana (-1,2%) e delle yen giapponese (-1,5%).L’euro rimane dunque una valuta molto forte con conseguenze negative per l’export. In questa fase, il cambio dell’euro è influenzato dalla divergente politica monetaria adottata dalle banche centrali americana (e giapponese) ed europea. L’abbondante liquidità immessa dalla Federal Reserve e dalla Bank of Japan ha contribuito a deprimere i rendimenti sui titoli di Stato dei due paesi, spingendo gli investitori verso il mercato europeo. Sono così aumentate le pressioni al rialzo sull’euro, nonostante l’andamento dei “fondamentali” giustificasse un andamento opposto. Nel medio periodo, quando andrà a regime il previsto tapering della Federale Reserve (riduzione programmata delle iniezioni di liquidità) si prevede che il tasso euro/dollaro possa scendere intorno a 1,34-1,35.

Variazioni mensili principali valute rispetto Euro

Fonte: elaborazioni su dati BCE.

MediaFebbraio 2014

Var. % meseprecedente

Var. % annoprecedente

Argentine peso 10,7 11,9% 60,4%

Australian dollar 1,52 -1,0% 17,5%

Brazilian real 3,26 0,5% 23,6%

Canadian dollar 1,51 1,4% 12,0%

Swiss franc 1,22 -0,8% -0,7%

Chinese yuan 8,31 0,9% -0,3%

UK pound sterling 0,83 -0,1% -4,3%

Indonesian rupiah 16.270,18 -1,2% 25,8%

Indian rupee 84,95 0,5% 18,1%

Japanese yen 139,35 -1,5% 12,0%

Mexican peso 18,16 0,9% 6,9%

Malaysian ringgit 4,52 0,4% 9,2%

Russian Rouble 48,26 4,8% 19,6%

Turkish lira 3,02 -0,3% 27,2%

US dollar 1,37 0,4% 2,2%

South African Rand 14,98 1,1% 26,1%

CREDITO

Nei primi giorni di marzo 2014 il governatore della BCE ha deciso di confermare l’attuale politica monetaria accomodante. Ha infatti dichiarato che i tassi di interesse resteranno al presente livello per un prolungato periodo di tempo. Confutando le accuse di sottovalutare i problemi nell’area euro, ha riconosciuto lo scarso utilizzo della capacità produttiva in molti dei Paesi membri dovuto ad una mancanza della domanda aggregata e si è reso disponibile ad agire nuovamente con tutti i mezzi a sua disposizione. Mentre

“Il problema delSuper-Euro”

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Tassi d’interesse bancari sui prestiti in euro alle imprese, nuove operazioni, Italia (val. %)

Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia.

Prestiti fino a

250.000 euro

Prestiti fino a 1 milione di euro Prestiti oltre 1 milione di euroPeriodo di determinazione iniziale

del tassoPeriodo di determinazione iniziale

del tasso

fino a 3 mesi

tra 3 mesi e 1

anno

tra 1 e 5 anni

oltre 5 anni

fino a 3 mesi

tra 3 mesi e 1

anno

tra 1 e 5 anni

oltre 5 anni

2013/01 4,89 4,30 4,48 5,82 5,56 3,03 3,30 3,06 3,89

2013/02 4,89 4,29 4,48 5,9 6,06 2,81 3,42 3,54 4,99

2013/03 4,85 4,28 4,43 5,83 5,98 2,83 3,51 3,04 3,94

2013/04 4,90 4,28 4,54 6,00 5,51 3,04 3,50 3,01 4,54

2013/05 4,85 4,28 4,45 5,65 5,75 2,86 3,41 3,12 5,11

2013/06 4,84 4,29 4,26 5,42 5,60 2,72 2,81 3,99 5,05

2013/07 4,92 4,32 4,51 5,24 5,51 2,93 3,02 4,09 3,58

2013/08 5,00 4,38 4,68 5,27 5,77 2,79 2,99 3,32 3,53

2013/09 4,85 4,24 4,46 5,40 5,48 2,95 3,02 4,14 4,16

2013/10 4,98 4,32 4,67 5,12 5,64 2,84 2,74 4,38 3,60

2013/11 4,90 4,29 4,50 4,99 5,41 2,70 3,07 3,72 2,73

2013/12 4,89 4,29 4,43 5,36 5,52 2,73 2,98 3,69 4,55

2014/01 4,92 4,24 4,58 5,83 5,08 2,73 2,92 3,82 3,43

rimane l’incertezza di quali strumenti potrebbe servirsi, è evidente che, se il problema deriva dalla domanda aggregata, la soluzione ottimale dovrebbe arrivare dalla politica fiscale e non da quella monetaria, riportando il problema alla necessaria integrazione fiscale (se non politica) dell’area euro. Tra i paesi aderenti alla moneta unica si nota una timida convergenza dei tassi di interesse sul credito tra i paesi più in difficoltà e quelli invece più solidi. In Italia i requisiti per accedere al credito si sono attenuati e nel mese di gennaio 2014 i finanziamenti alle imprese hanno finalmente registrato un incremento rispetto al mese precedente pari al +2,9%. Non si osservava un aumento nei finanziamenti, sia pur lieve, da luglio 2013. Nonostante il dato positivo, se comparato con i prestiti concessi a gennaio 2013 la flessione osservabile è pari al -3,2%.

Rapporto tra sofferenze e prestiti alle imprese, Italia

Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia

7,50%

8,50%

9,50%

10,50%

11,50%

12,50%

“A gennaio tornaad aumentare

il credito alle imprese”

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INFLAZIONE

Dopo due mesi durante i quali il livello dell’inflazione era rimasto stabile intor-no allo 0,7%, a febbraio 2014 il tasso di crescita dei prezzi diminuisce ancora, attestandosi allo 0,6%. Se il calo in assoluto è minimo, a preoccupare è il proseguimento del trend di riduzione che si sperava si fosse fermato nei mesi precedenti. Infatti mentre il calo registrato rispetto a gennaio 2014 è solo del-lo -0,1%, rispetto a febbraio 2013 il calo è calcolabile intorno al -1,4%. I possibili scenari di deflazione, pur se negati con forza dalle autorità e soprat-tutto dal governatore della BCE Mario Draghi, divengono tuttavia sempre più probabili.Rassicura però l’Istat precisando che il rallentamento dell’inflazione è in gran parte computabile alle componenti più variabili, quali i beni energetici e gli alimentari freschi, su cui incidono fattori stagionali. Secondo l’istituto di rile-vazione l’”inflazione di fondo” si attesterebbe su un livello stazionario rispetto ai due mesi precedenti. In rialzo invece si osserva il tasso di crescita dei prezzi dei servizi, ampliando il differenziale tra l’andamento dei prezzi dei beni e quello dei prezzi dei servizi.

“A febbraio calaancora l’inflazione:

rischi di deflazione?”

Continua invece il trend incrementale delle sofferenze, che tra dicembre 2013 e gennaio 2014 sono cresciute del 3,7%, e rispetto a gennaio 2013 del 33,2%. Conseguentemente, anche il rapporto tra sofferenze e prestiti ha continuato con la sua ascesa, raggiungendo il nuovo record di +13,40%.Da menzionare è inoltre l’inizio degli stress test per le banche italiane da parte di ispettori della BCE in vista del ruolo di vigilanza che quest’ultima assumerà a novembre. Tra gli obbiettivi vi è quello di riaprire il canale del credito, accelerando in questo modo la trasmissione positiva delle politiche monetarie.

Inflazione Italia (indice IPCA)

Fonte: elaborazioni su dati Istat

+2,6 +2,6+2,4

+2,0+1,8

+1,3 +1,3+1,4

+1,2 +1,2

+0,9+0,8

+0,7 +0,7 +0,7+0,6

0,0

+0,5

+1,0

+1,5

+2,0

+2,5

+3,0

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Insight

14

Per quanto riguarda l’Europa, la Banca Centrale ha fornito delle stime precise per i prossimi 2 anni. La previsione della crescita dei prezzi a livello europeo si aggira intorno all’1% nel 2014, all’1,2% nel 2015 e all’1,5% nel 2016.

L’inflazione, trend lungo periodo2011 2012 2013 2014

Mondo 4,8 4,0 3,8 3,8

Euro Area 2,7 2,5 1,5 1,5

Germania 2,5 2,1 1,6 1,8

Francia 2,3 2,2 1,0 1,5

Italia 2,7 3,0 1,4 1,3

Spagna 3,1 2,4 1,8 1,5

USA 3,1 2,1 1,4 1,5

UK 4,5 2,8 2,7 2,3

Japan -0,3 0,0 0,0 2,9

Cina 5,4 2,7 2,7 3,0

India 8,4 10,4 10,9 8,9

Brasile 6,6 5,4 6,3 5,8

Russia 8,4 5,1 6,7 5,7Fonte: IMF, ottobre 2013

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Insight

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Fonte: http://www.cartografareilpresente.org/article823.html

Profondo rosso in EuropaPerformance economiche

delle prime 300 aree metropolitane mondiali tra il 2011 e il 2012*

LE MAPPE DELL’ECONOMIA

Negli ultimi vent’anni molti paesi di quello che un tempo veniva chiamato il terzo mondo hanno vissuto una crescita economica prodigiosa che molto spesso ha avuto un suo epicentro geografico nelle grandi aree urbane. Si è inaugurata così una nuova stagione dell’economia e della politica mondiale in cui il divario tra l’occidente e il resto del mondo tende progressivamente a ridursi.Come mostra questa mappa, è soprattutto l’Europa a uscire “provincializ-zata” dal confronto con le nuove realtà, mentre le città americane sono ancora degli importanti poli di sviluppo.Le potenze emergenti (i Brics e i cosiddetti Next Eleven) sono oggi un punto di osservazione privilegiato del mondo globalizzato: la loro crescita porta con sé effetti ambientali e sociali rilevanti, non molto diversi però da quelli che stanno sperimentando le società occidentali.

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InsightL’economia mondiale: il paragrafo spiega l’andamento dell’econo-mia mondiale con particolare riferimento agli avvenimenti dell’ulti-mo mese. In primo piano le previsioni sulla crescita mondiale (Fondo Monetario Internazionale) e l’indice PMI global manufacturing (il dato proviene da Markit Economics; un valore sopra al 50 indica sviluppi positivi nel settore industriale, viceversa per valori sotto al 50. I valori vengono calcolati attraverso un’indagine mensile sul clima di fiducia dei responsabili acquisti di grandi imprese).L’economia italiana: il paragrafo spiega l’andamento dell’econo-mia italiana con particolare riferimento agli avvenimenti dell’ultimo mese. In primo piano le previsioni sulla prospettive macroeconomi-che (Prometeia) e l’indice PMI Italian manufacturing (il dato provie-ne da Markit Economics; un valore sopra al 50 indica sviluppi positivi nel settore industriale, viceversa per valori sotto al 50. I valori vengo-no calcolati attraverso un’indagine mensile sul clima di fiducia dei responsabili acquisti di grandi imprese).Le materie prime: nel suddetto paragrafo vengono analizzati i prezzi delle materie prime sui mercati internazionali nell’ultimo mese (dati World Bank). Gli indici utilizzati sono così composti: Energy Coal (South Africa), Coal (Colombia), Natural gas LNG (Japan), Crude oil average spot price of Brent, Crude oil UK Brent, Crude oil (Du-bai), Crude oil (US), Natural gas index, Natural Gas (Europe), Na-tural Gas (U.S.), Coal (Australia). Non energy Agricolture, Metals and Minerals,Food, Fats and Oils, Grains, Other food, Raw Materials, Other Raw Materials, Fertilizers, Beverages. Agricolture Beverages, Food, Fats and Oils, Grains, Other food, Raw Materials, Other Raw Materials. Beverages Tea (Mombasa/Nairobi auctions), African ori-gin, all tea, arithmetic average of weekly quotes, Cocoa (ICCO), International Cocoa Organization daily price, average of the first three positions on the terminal markets of New York and London, nearest three future trading months, Coffee (ICO), International Cof-fee Organization indicator price, other mild Arabicas, average New York and Bremen/Hamburg markets, ex-dock, Coffee (ICO), Interna-tional Coffee Organization indicator price, Robustas, average New York and Le Havre/Marseilles markets, ex-dock, Tea , average three auctions, arithmetic average of quotations at Kolkata, Colombo and Mombasa/Nairobi, Tea (Colombo auctions), Sri Lankan origin, all tea, arithmetic average of weekly quotes, Tea (Kolkata auctions), leaf, include excise duty, arithmetic average of weekly quotes. Food Fats and Oils, Other food, Grains. Fats and Oils Coconut oil (Philip-pines/Indonesia), bulk, c.i.f. Rotterdam, Soybeans (US), c.i.f. Rotter-dam, Groundnuts (US), Runners 40/50, shelled basis, c.i.f. Rotterdam, Groundnut oil (any origin), c.i.f. Rotterdam, Palm oil (Malaysia), 5% bulk, c.i.f. N. W. Europe, Palmkernel Oil (Malaysia), c.I.f. Rotterdam, Soybean meal (any origin), Argentine 45/46% extraction, Soybean oil (Any origin), crude, f.o.b. ex-mill Netherlands, Copra (Philippines/In-donesia), bulk, c.i.f. N.W. Europe. Grains Barley (US) feed, No. 2, spot, 20 days To-Arrive, delivered Minneapolis from May 2012 onwards, Maize (US), Rice (Thailand), 5% broken, white rice (WR), Wheat (US), Rice (Thailand), 100% broken, Rice (Vietnam), 5% broken, Wheat (Canada),Rice (Thailand), 25% broken. Other food Sugar (world), International Sugar Agreement (ISA) daily price, Bananas (Central & South America), major brands, US import price, Mea – beef, Meat -chicken (US), Meat - sheep (New Zealand), Oranges (Mediterra-nean exporters), Shrimp - (Mexico), Sugar (EU), Sugar (US), Bananas (Central & South America), major brands, free on truck. Raw Mate-rials Timber, Woodpulp (Sweden), Logs (Malaysia), Plywood (Africa and Southeast Asia), Sawnwood (Cameroon), Sawnwood (Malay-sia), Logs (West Africa., Other Raw Materials Tobacco (any origin), unmanufactured, general import , cif, US, Cotton (Cotton Outlook

“CotlookA index”), Cotton (US), Rubber (Asia), Rubber (any origin), Ribbed Smoked Sheet (RSS) no. 1, in bales, Rubber Traders Associa-tion (RTA), spot, New York, Rubber (Asia), TSR 20, Technically Spe-cified Rubber, SGX/SICOM nearby futures contract. Fertilizers Urea, (Black Sea), Phosphate rock (Morocco), 70% BPL. Potassium chloride (muriate of potash), TSP (triple superphosphate), DAP (diammonium phosphate). Metals and Minerals Aluminum (LME) London Metal Exchange, Copper (LME), grade A, minimum 99.9935% purity, Iron ore, spot in US dollar/dry ton and contract in US cents/dmtu, Iron ore (any origin) fines, spot price, Lead (LME), refined, 99.97% purity, Nickel (LME), cathodes, minimum 99.8% purity, Steel products index, Steel, Cold-rolled coil/sheet, Steel, Hot-rolled coil/sheet, Steel, Rebar (concrete Reinforcing bars), Steel, Wire ord (Japan), Zinc (LME), high grade, minimum 99.95% purity, Tin (LME), refined, 99.85% purity. Pre-cious Metals Gold (UK), 99.5% fine, London afternoon fixing, average of daily rates, Platinum (UK), 99.9% refined, London afternoon fixing, Silver (UK), 99.9% refined, London afternoon fixing; prior to July 1976 Handy & Harman. Grade prior to 1962 unrefined silver. Vengono inoltre mostrate le previsioni semestrali sui prezzi delle commodity sul mercato nazionale (elaborazioni su dati Prometeia).I tassi di cambio: nel paragrafo vengono commentate le oscillazioni mensili della moneta unica, con particolare focus al tasso di cambio euro dollaro. I tassi di cambio fanno riferimento alle medie giorna-liere e mensili fornite dalla Banca Centrale Europea. Vengono sotto-lineati gli eventi che influenzano i corsi valutari ed i possibili sviluppi futuri degli stessi.Il credito: attraverso le ultime manovre di politica monetaria delle banche centrali ed ai dati forniti mensilmente dalla Banca d’Italia su prestiti, sofferenze e tassi di interesse viene costruito un quadro del mercato del credito in Europa ed in Italia. I dati B.I. sono otte-nuti mediante una rilevazione campionaria mensile, in applicazione del Regolamento BCE 2001/18. Il campione e’ composto da circa 106 banche, che rappresentano l’81 per cento dei prestiti e l’86 per cento dei depositi dell’intero sistema creditizio italiano. Nelle singole date di riferimento i tassi di interesse riguardano le nuove operazio-ni relative alle principali forme di raccolta e di impiego. Le nuove operazioni sono i contratti di finanziamento stipulati nel periodo di riferimento della segnalazione o che costituiscono una rinegoziazio-ne di condizioni precedentemente. Quando si parla di imprese, ci si riferisce alle cosiddette società non finanziarie, ossia tutte le società di capitali, le società cooperative e le società di persone, le società semplici e le imprese individuali con oltre 5 dipendenti. Il settore in-clude, inoltre, le istituzioni e associazioni senza scopo di lucro dotate di personalità giuridica, che producono beni e servizi a favore delle società non finanziarie e quelle che producono beni e servizi desti-nabili alla vendita che sono oggetto di scambio sul mercato.L’inflazione: il paragrafo commenta gli ultimi dati disponibili per quel che riguarda i prezzi al consumo nel mondo ed in Italia. Il focus è sull’Italia, per la quale vengono fatte previsioni di breve periodo per ciò che concerne l’indice FOI (esclusi i tabacchi), attraverso ela-borazioni su dati Istat. A livello europeo e mondiale vengono mes-si in evidenza i grandi trend, e quando necessario si sottolineano particolari mutamenti o casi di instabilità economica in determinati territori.

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NOTA METODOLOGICA

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