Insieme aprile 2015
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MENSILE UNITA’ PASTORALE REGINAPACIS RONCINA SPIRITO SANTO – APRILE 2015
IL TEMPO DEL PASSAGGIO Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la
pietra era stata tolta dal sepolcro. (Gv. 20,1)
Il tempo di Pasqua, che anche quest'anno abbiamo la possibilità di vivere, ci offre grandi opportunità per la nostra
vita spirituale e sociale. E' il tempo nel quale veniamo sollecitati ed aiutati a togliere le pietre tombali della nostra
vita che ci limitano e ci condizionano negativamente. La pietra che è stata tolta dal sepolcro di Gesù è simbolo
della paura, degli ostacoli e degli impedimenti che ci tengono prigionieri delle nostre visioni ristrette e non ci
permettono di accedere alla libertà, al regno di Dio, alla vita piena. La pietra rimossa, quindi, ci permette di uscire
da una realtà per entrare in un'altra. In altre parole ci permette di fare il passaggio della Pasqua (la parola Pasqua
significa proprio passaggio). La Pasqua ci fa convertire, ci fa progredire, ci fa passare da uno stato ad un altro, ci fa
evolvere. Passaggio quindi dalla chiusura all'apertura. Dalla diffidenza all'accoglienza. Dall'egoismo alla
condivisione. Dalla schiavitù alla libertà. Dalla morte alla vita. Dal vecchio al nuovo. Dal mio al nostro. Dalla
dipendenza all'autonomia. Dalla solitudine alla comunità. Dalla parrocchia all'Unità Pastorale. Dall'Unità Pastorale
alla Chiesa. Dalla Chiesa Cattolica al cristianesimo (ecumenismo). Dal cristianesimo al dialogo interreligioso...
[CONTINUA A PAGINA 10]
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“perché dobbiamo farci la guerra?” “Comincia tu!” D. Andrea Santoro, lettere dalla Turchia
Il tema dell’incontro tenuto da don paolo Crotti alle famiglie
giovani è stato sul perdono. Ci è stata donata l’occasione per un
confronto tra la coppia e in un secondo momento con le altre
coppie presenti, grazie agli di spunti don Paolo. In particolare ci
siamo soffermati sul “che cosa non ci aiuta a perdonare”. Allora
il tempo, l’arroganza, l’egoismo, l’orgoglio, l’intenzionalità,
l’accanirsi sono tutti “diavoletti” che rompono l’equilibrio e non
aiutano ad alzare lo sguardo e potersi riconciliare. Quando c’è
un conflitto bisogna però chiedersi qual è il piano nel quale si
sviluppa, e una volta individuato si può lavorare sulla sua causa:
sul piano dei VALORI (definitesi in teoria durante il periodo del
fidanzamento); delle ATTUAZIONI (come concretamente si vuol
vivere quel determinato valore); per cause ESTERNE (riadattare
il modo di vivere il valore in base alla nuova situazione di vita);
per cause INTERNE( quando viene a meno la mentalità di
alleati).
Ancora più importanti sono stati i “10 aiuti per perdonare” che don Paolo ci ha regalato:
1- “Una realistica conoscenza e accettazione di se stessi e della propria “specie”. Siamo tutti uguali! Siamo
tutti diversi! “Chiedersi: forse l’altro è impaurito? forse spaventato? Forse immaturo?
Ma se non riusciamo a voler bene a noi stessi non riusciremo neanche a voler bene agli altri diventando
esigenti e non accettandoli! Se uno non è in grado di perdonarsi non è MISERICORDIOSO!
2- “La soluzione sistemica.. invece di perdonarsi convertirsi”
Convertire la legge del nostro sistema che non funziona
3- “Nel conflitto cominciare da noi stessi.”
4- “Il tempo è galantuomo ..dipende..”
5- “Non scandalizziamoci delle fatiche, ma non giustifichiamole sempre”
6- “Ci pensa la vita”
7- “Inserire quel fatto in un disegno, perdonare non è dimenticare”.
Cercare di dare un senso al male ricevuto, trovargli un posto per riuscire guardare avanti
8- “Aiutarsi a riconciliarsi con gli altri. La coppia risorsa per crescere nella capacità di perdonare”
9- “Perdonarsi in nome del Noi, del nostro progetto e della vocazione ricevuta”
10- “Il perdono è roba da ricchi.. la fede è una grande ricchezza. Parola di Dio, Confessione, Eucarestia..
Credere alla Resurrezione”
Gesù sulla croce disse “Padre Perdonali!” Se ci sentiamo amati è più facile perdonare! Gesù di amore ne aveva da
vendere! Anche noi possiamo ritrovare quell’amore speciale per noi nell’Eucarestia
Chiara Catellani
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Riflessioni sul percorso formativo “C’È UN TEMPO PER” Ed eccoci arrivati alla fine del percorso del progetto : “C’è un tempo per”. Dopo temi come la scelta e il conflitto, giungiamo a quello della Sessualità, accompagnato dagli interventi del dott. Eugenio Gherardi e dalla dott.ssa Elena Ferrari. I due professionisti pongono l’attenzione su una triade fondamentale: la “Teoria triangolare dell’amore” i cui vertici, intimità, impegno e passione, convergono in ciò che è l’amore totale. Elena e Eugenio, inoltre, hanno ritenuto importante aprire una piccola parentesi sulla condizione che vive la donna nel momento successivo al parto, la difficoltà, cioè, a rivivere in modo naturale e sereno, proprio l’aspetto della sessualità e quindi della sfera più intima insieme al proprio compagno/marito. Forse questo terzo incontro per molti non ha sortito gli effetti desiderati, o forse da altri non è stato compreso pienamente, ma è giusto anche sottolineare e ricordare la complessità dell’argomento e tutte le sue molteplici sfaccettature, impossibili da individuare e su cui riflettere in così poco tempo. La dottoressa Mistrorigo, invece, ci riporta la sua conoscenza in campo professionale e personale per ciò che riguarda l’ultimo incontro: la gestione dello spazio e del tempo nella vita di coppia. Anche in questo caso, il tema presenta molti spunti su cui la relatrice invita il pubblico a riflettere e a confrontarsi: ad esempio, quanto e in quali modi vedere i propri amici, quanto e quando è bene coinvolgere la rispettiva famiglia d’origine, infine, come organizzare in modo pratico e semplice i diversi compiti all’interno delle quattro mura e quindi dell’intero nucleo familiare. L’incontro si conclude con un “esercizio” di scambio di opinioni tra le diverse coppie presenti. “C’è un tempo per” è il nostro primo grande progetto, mio e delle altre 3 organizzatrici che mi hanno accompagnato in questo bellissimo viaggio, Cristina, Giulia e Cristina. Questo percorso ha sicuramente riempito il bagaglio di molti di nuove prospettive, esperienze e obiettivi da perseguire e con questo ringraziamo chiunque abbia partecipato agli incontri. Molti sono i temi che non abbiamo affrontato, ma se continuerete a credere in questo progetto, così come chi l’ha ideato, creato ed organizzato, sono certa che proprio come recita il nostro “slogan”, ci sarà un tempo per…
Martina Vasapollo
Contributo delle nostre comunità sul questionario in preparazione del sinodo ordinario sulla famiglia 2015
La discussione riguardo la Relatio Synodi e le domande del questionario in preparazione del sinodo sulla
famiglia del prossimo autunno selezionate
dalla diocesi è stata fatta in un incontro a
livello di unità pastorale delle parrocchie
Regina Pacis, Spirito Santo e Roncina. La
parrocchia di Roncina aveva già esaminato la
Relatio Synodi in precedenza ed inviato un
proprio contributo, pertanto la prima
relazione è da considerare come contributo
delle parrocchie di Regina Pacis e Spirito
Santo, mentre la seconda di Roncina.
Regina Pacis e Spirito Santo Data la scarsità di tempo non è stata fatta una discussione sistematica sulle singole domande ma, dopo una
introduzione generale a cui è seguita la lettura delle domande, è iniziata una condivisione a ruota libera. Il
problema della condizione delle coppie irregolari (accompagnati o divorziati risposati) è quello che ha fatto un
po’ da filo conduttore della discussione. Si è rilevato abbastanza unanimemente che è auspicabile cercare un
qualche cammino che permetta anche a questi fratelli di potersi riaccostare ai sacramenti in particolare la
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comunione eucaristica. Questa condizione da taluni viene completamente ignorata ricevendo comunque la
comunione mentre altri, sentendosi in un qualche modo fuori dalla comunione con la chiesa, abbandonano la
partecipazione alla messa e alla vita della comunità. Lo stesso tipo di abbandono è stato rilevato che accade
anche per le persone omosessuali. Ci si rende conto che la soluzione del problema non è assolutamente semplice
e che questa non deve minimamente andare contro o annacquare i comandi e le consuetudini che la chiesa non si
è data autonomamente ma che sono scaturite dall’applicazione dei comandi che Gesù ci ha dato nel vangelo e in
special modo l’indissolubilità del matrimonio. Si auspica però che si possa arrivare ad individuare un cammino di
revisione e presa di coscienza da parte di chi vive una situazione fuori dalla comunione con la Chiesa per poter
arrivare ad una qualche forma di riammissione al sacramento. Da questo tema sono poi scaturite diverse
riflessioni riguardo l’inadeguatezza della preparazione dei fidanzati ad affrontare la vita matrimoniale. Si è ad
esempio fatto rilevare che per ammettere al sacramento dell’ordine sono richiesti più di cinque anni di studi,
approfondimenti, riflessioni e prese di coscienza di ciò che questo sacramento comporta per la vita di una
persona mentre per il matrimonio ci si accontenta di 6/7 incontri di formazione della durata di due ore e che
vengono frequentati da fidanzati che hanno già deciso di sposarsi e non da coppie che si formano in vista di una
decisione ancora da prendere. A tal riguardo qualche formatore afferma che il compito di questi incontri
dovrebbe essere paradossalmente quello di favorire un ripensamento rispetto alla decisione già presa. Quindi
sarebbero necessari cammini di formazione che partano molto prima del matrimonio rivolte a fidanzati ancora in
discernimento. In qualche realtà parrocchiale questi esistono ma coinvolgono un numero esiguo di coppie. Oltre
a cammini prematrimoniali è stata evidenziata la necessità che nascano esperienze di accompagnamento delle
coppie di sposi nei primi anni di matrimonio in modo che possano condividere problemi ed esperienza positive
per potersi aiutare nell’affrontare la quotidianità della vita familiare e prepararsi alle sfide che l’arrivo dei figli, i
problemi lavorativi, i rapporti con le famiglie di origine possono generare negli anni successivi. E’ stato anche sottolineato che manca quasi completamente una pastorale che aiuti le coppie in crisi a superare
le difficoltà prima della rottura del rapporto o a tentare una riconciliazione dopo di essa. Questa attività, infatti,
viene demandata quasi completamente ai consultori ai quali le coppie in crisi possono rivolgersi ma non esiste un
sostegno e un accompagnamento da parte della comunità. Da ultimo si è sottolineato l’importanza di pensare
nuove modalità per coinvolgere le famiglie nell’educazione cristiana dei figli per far sì che ci sia un cammino di
crescita nella fede che porti ad una
maggior consapevolezza del significato
del sacramento fin da bambini.
(Sintesi del diacono Bonomo)
Roncina La parrocchia ha esaminato in ogni sua
parte la Relatio Synodi del 18 ottobre
2014 e il documento con le relative
domande per la recezione e
l’approfondimento, assumendo in
merito i seguenti orientamenti.
Il lavoro svolto dal Sinodo dei Vescovi
risulta articolato e assai dettagliato, ma
complessivamente la comunità si riconosce negli interrogativi proposti e concorda con la necessità di una piena
consapevolezza da parte della Chiesa e di tutti i fedeli, della realtà della famiglia odierna. Rispetto alla selezione
delle 24 domande proposte, per una ancora maggiore sintesi ed efficacia del contributo offerto, si è ritenuto di
evidenziare alcune idee, trasversali a tutte le proposte pastorali e fondanti l’attività di catechesi e la pratica
cristiana. Elemento necessario di ogni attività formativa, sia essa orientata ai giovani, ai fidanzati, ai futuri
genitori, alle giovani famiglie e alle famiglie in difficoltà o irregolari, si ritiene debba essere la testimonianza. La
pubblicità migliore alla bellezza del messaggio evangelico, al desiderio di una famiglia unita indissolubilmente dal
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sacramento, viene dall’esempio di vita vissuta da parte di altre famiglie cristiane che diano prova di serenità e
possano fornire un modello. Di conseguenza, le proposte che si giudicano più valide per l’attività pastorale sono
riassumibili in alcuni punti:
Realizzare percorsi formativi, educativi e di catechesi rivolte ai ragazzi e ai giovani che non contengano
solo l’analisi di una dottrina, ma propongano un’esperienza, perché, oltre alla solida formazione
spirituale, venga messa a disposizione e osservata anche la pratica di vita;
Nelle comunità, offrire occasioni e favorire momenti in cui le giovani generazioni affiancano i più anziani,
imparando a conoscersi reciprocamente e a collaborare per dare testimonianza di fedeltà e continuità e
perché nell’immaginario giovanile torni ad essere credibile una scelta di vita durevole e in grado di
superare le prove lungo tutte le fasi e le età della vita;
Nell’accoglienza ai lontani in ogni senso intesi, privilegiare il contatto personale, ricercando la relazione a
piccolissimi gruppi di due o tre coppie o famiglie per fare sentire realmente la vicinanza, l’amicizia,
l’accompagnamento, la partecipazione e il sostegno;
I momenti formativi dovrebbero prevedere sia la guida di un ministro ordinato, sia di coppie laiche per
coniugare la preparazione specifica e lo sguardo su di una pluralità di esperienze, con la testimonianza
concreta e l’esempio diretto della attuabilità del modello;
Cercare di dare continuità alla formazione dei fidanzati, dopo il matrimonio e nei primi anni di vita
matrimoniale per non isolare le giovani famiglie, non lasciare che vengano travolte dai ritmi schiaccianti
della società, offrendo anche semplicemente brevi spazi di condivisione e recuperando le relazioni
interpersonali.
In merito alle sempre più numerose e frequenti famiglie irregolari, in considerazione delle diverse realtà ed
esperienze che conducono a scelte non coerenti con la dottrina cristiana, e in particolare alla delicatezza delle
situazioni vissute dal partner che ne subisce incolpevolmente le conseguenze, pare sostenibile in linea generale
la possibilità che queste persone si riaccostino ai sacramenti. Si rileva
la differenza espressa tra la situazione dei divorziati e risposati,
rispetto ai conviventi che non abbiano contratto precedenti matrimoni
e la difficoltà e i rischi di una valutazione caso per caso. Si riterrebbe
comunque necessaria e imprescindibile la previsione di un cammino
penitenziale serio e articolato. In merito alle persone con tendenza
omosessuale, si è convinti che non vengano discriminati in nessun
modo. Per quanto riguarda il tema relativo alla trasmissione della vita
e all’educazione dei figli, si è sottolineato come il ruolo paterno risulti
oggi un po’ annebbiato, nonostante i padri abbiano assunto compiti
attivi nella vita familiare molto più che in passato. Tale contributo
paterno si traduce spesso nel puro svolgimento di attività prima
demandate unicamente alle madri, ma non è connesso alla
trasmissione di un modello identitario maschile o comunque ad un
codice educativo di cui i figli, sia maschi che femmine, avrebbero
bisogno. Tale carenza ha conseguenze sulla formazione del carattere e
delle coscienze dei figli, privati di un modello di autorevolezza e meno
stimolati all’assunzione di responsabilità, ma è anche rischiosa in una
società che vuole mettere in discussione l’identità di genere. Nelle
comunità parrocchiali la rete di famiglie che operano nella pastorale, il
loro confrontarsi e sostenersi a vicenda nelle scelte educative operate per i figli, potrebbe aiutare il
rafforzamento del ruolo paterno e offrire ancora una volta un modello di fattibilità.
(gruppo di lavoro del Consiglio Pastorale di Roncina)
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Cosa vuol dire essere TESTIMONI
Al di là dei molteplici siginficati che la parola Testimone può offrire all’uomo contemporaneo si racchiude dentro di essa una dimensione profonda che ci inserisce nell’evento salvifico di cui la parola stessa è portatrice. L’essere Testimone vuole dire rispondere ad una reale attesa, incontrare in profondità le persone, decifrare dentro questo termine l’impronta indelebile del messaggio di Cristo che vuole rivelare all’uomo il disegno misericordioso di Dio nell’abitare la sua storia di salvezza. Un punto di partenza per decifrare il modo dell’essere testimoni” lo possiamo trovare nell’Antico Testamento. La storia della salvezza narrata e spiegata dagli amici di Dio e dai profeti, è “ordinata” (termine usato dalla Dei Verbum) a
testimoniare l’avvento di Cristo redentore dell’universo e del Regno messianico. La testimonianza di Abramo che, fedele nell’obbedienza al suo Dio, lascia la terra dei suoi padri per un misterioso disegno di salvezza (Gen 12,1ss); la testimonianza di Mosè con il quale il Signore parlava faccia a faccia, inviato a compiere segni e prodigi contro l’Egitto (Dt 34,11); l’esempio di profeti come Isaia e Geremia (da leggersi sempre in chiave cristologica) contengono le coordinate per condurci verso la pienezza di senso dell’essere dei Testimoni. Alla luce di questa essenziale funzione ritroviamo, nell’Antico Testamento, personaggi e situazioni che aiutano a costruire la dimensione della testimonianza. Nel secondo libro dei Maccabei si narra del martirio (e la parola martirio non significa altro che testimonianza) di sette fratelli insieme alla loro madre (2Mac 7,1-42). Ancora da Isaia possiamo recuperare un chiaro riferimento al mandato cristologico ampiamente sviluppato nel Nuovo Testamento. L’annuncio ai poveri della Buona Notizia, la consolazione dei cuori infranti, la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri sono tutte espressioni che ci indicano come e dove la testimonianza deve compiersi sull’esempio di Gesù, autore e perfezionatore della nostra fede (Eb12,2) e quindi della spiritualità missionaria. È da questo punto di partenza che è possibile, anzi necessario, proiettare tutta l’attenzione sulla figura di Gesù: il Testimone fedele (AP1,5;3,4). Nella sua persona e nella sua opera il Cristo è il testimone delle promesse fatte un tempo a Davide e realizzate pienamente in Lui. Gesù è la Parole efficace, il “SI” di Dio, costituito con la resurrezione primogenito fedele del Padre. Così ci appaiono, fin dall’inizio, molto chiari l’insegnamento e il comportamento di Gesù, l’inviato del Padre e il suo modo di rendere testimonianza. È nella testimonianza di Gesù e nel modo particolare di testimoniare l’amore del Padre che risiedono tutte le spiegazioni della Sua presenza nella storia; venuto per “rendere testimonianza alla Verità” (Gv18,37). Testimoniare la Verità per Gesù significa donare all’uomo un paradigma completo, un modo di essere (prima che di fare) completamente incentrato sull’agâpe (amore). Da questo non è difficile dedurre che la testimonianza più profonda, libera e vera che il Signore Gesù ci ha lasciato è quella del “servizio totale” del “dono di sè” fino a dare la vita in riscatto per molti (Mc10,45). I testi giovannei ce ne riassumono in forma splendida l’essenza che deve diventare per noi una forma di preghiera, ma anche una esigenza di servizio e di stili di vita. La testimonianza a Cristo identifica l’apostolo e il discepolo! Il testimone è dunque colui che ha vissuto sulla sua pelle un’esperienza che lo ha trasformato e che non può tacere, deve annunciarla con la propria vita e con le parole. Per questo motivo il testimone di Gesù ha bisogno di formarsi continuamente alla scuola del Vangelo, essere capace di ascoltare l’altro, di contemplare il mistero e di saperlo adorare nella Scrittura e nella Eucarestia. Che la Pasqua di porti il dono di essere veri testimoni di Cristo!
Miguel Calmon, 01 di marzo 2015 Gianluca Guidetti, missionario laico in Bahia /Brasileo
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Gruppo superiori Spirito Santo Ciao! Siamo gli educatori del gruppo di 2°-3°-4° superiore della Parrocchia dello Spirito Santo. Nel percorso di quest'anno ci siamo concentrati sui temi proposti mensilmente dalla Lectio Divina di Don Paolo. Abbiamo provato a partire dai vari argomenti affrontati (ad esempio unità nella diversità, speranza, sessualità) per riuscire a preparare gli incontri successivi con i ragazzi.
Utilizzando questi spunti, ne abbiamo approfittato per inserire temi chiesti dagli stessi ragazzi, che spesso non hanno occasione di parlarne tra di loro, oppure trattandoli da diversi punti di vista, con attività pratiche, libri o film. Inoltre durante l'anno ci sono state varie opportunità di
aggregazione, come l'uscita a Trento dell'UP a fine Novembre, il campeggio invernale a Gennaio e la prossima settimana comunitaria, che speriamo possano compattare sempre di più il gruppo.
Moni, Giò
Biciclettata al parco di Roncolo LUNEDÌ 6 APRILE (Pasquetta) Una giornata in compagnia organizzata dal
coordinamento giovani dell’Unità Pastorale
PROGRAMMA
Ore 10: partenza (davanti alla chiesa di Regina Pacis)
Messa all’aperto/Pranzo al sacco/Giochiamo insieme
Ritorno previsto per le 17
Un traguardo importante... Il 17 marzo il nostro amico Jacopo ha raggiunto un traguardo
importante: si è laureato in Scienze dell'Educazione.
Dopo tre anni di università ha concluso il suo percorso
presentando un progetto sull'amicizia e sul nostro Grest in
parrocchia, facendo vedere alle tante persone presenti (in
particolare molte donzelle) due bellissimi video che ha fatto
con l'aiuto di suo fratello Eddy. Dopo lacrime di commozione
e mille ringraziamenti, Jacopo ha stappato lo spumante per
festeggiare la corona d'alloro. Complimenti al nuovo
dottore, alla sua famiglia e alla sua mamma Loretta che con
grande impegno l'ha aiutato in questo traguardo. Ti vogliamo bene,
Laura e Mery
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Domenica 29 marzo giornata della gioventù diocesana
Quest’anno vogliamo accogliere una provocazione di Papa Francesco in occasione del venticinquesimo anniversario della caduta del muro di Berlino, rilanciata dal Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile. L’Italia è piena di ponti bellissimi, particolari, straordinari. Vorremmo invaderli con i giovani per dire che il futuro che vogliamo è diverso e passa attraverso il riconoscimento dell’altro come fratello. Noi abbiamo un ponte molto particolare e conosciuto in tutto il mondo: le vele di Calatrava. È moderno, attraversa la periferia della città, non il centro e supera una barriera nuova, non un fiume, ma l’autostrada e la linea dell’alta velocità. Perciò faremo una Gmg un po’ itinerante, partendo da alcuni luoghi periferici di grande passaggio e cercando di trasformarli in luoghi di incontro tra le persone: il centro commerciale i Petali, la Stazione Mediopadana, la Fiera, il Ponte. Poi concluderemo al Palafanticini chiedendo al vescovo Massimo di raccontarci la felicità che nasce da un cuore puro: “Beati i puri di cuore”.
Uscita di comunità capi (ovvero CO.CA.): Ricaricarci per poter ricaricare i ragazzi
Sabato 14 e domenica 15 marzo in quel di Villa Prara di Carpineti presso il maniero della Famiglia Benassi si è
svolta la consueta uscita della Comunità Capi (per gli amici Co.ca.) del gruppo Scout Reggio Emilia 4 di Regina
Pacis. L’uscita è stata, come sempre, un momento nel quale noi capi abbiamo potuto fermarci a riflettere sul
come fare al meglio il nostro servizio, sul nostro essere uomini/donne e capi educatori, confrontandoci anche sul
nostro metodo educativo e sulle scelte riguardo ai bimbi, ragazzi e giovani che ci sono affidati. Gli argomenti
affrontati sono stati diversi: i ruoli all’interno delle staff, il cammino
personale di fede, la condivisione e la correzione fraterna ed il
Progetto del capo. Che cosa è il Progetto del capo? Il progetto del
capo è uno strumento che i capi utilizzano per crescere come
educatori e attraverso il quale ciascuno di noi fissa degli obiettivi
concreti sui quali lavorare durante l’anno, verificandoli a più
scadenze nel tempo, grazie anche all’aiuto degli altri capi della
comunità. Inoltre l’uscita è stata anche un momento per stare
insieme e per condividere sempre piu qualche pezzo di sé, nella
convinzione che l’educazione è un’avventura impegnativa ma
affascinante e che è importante viverla con dei compagni di strada con cui si condividono valori e ideali, ma
anche mezzi e strumenti educativi come quelli tipici del metodo scout. L’uscita si è conclusa nel migliore dei
modi: abbiamo infatti deciso di partecipare con tutti i nostri ragazzi all’udienza generale che Papa Francesco
terrà il 13 giugno con tutti gli scout d’Italia.
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AGGIORNAMENTI DAL PROGETTO BARBIANA Signor Priore io non sono del suo popolo, ma vorrei che il mio Luciano venisse a scuola da lei perché non sa fare un o con il culo di un bicchiere e non vorrei che restasse un vinto figlio di vinti come siamo noi…. Con queste parole coraggiose e piene di una fede incarnata della mamma di Luciano, inizia una delle storie più belle e semplici di Barbiana…storia che da ottobre scorso è diventata anche nostra. Ci siam trovati magicamente catapultati dentro di lei o forse lei è venuta a cercarci …questo non l’abbiamo ancora capito, ma sta di fatto che da allora non riusciamo a star senza l’una degli altri. La voglia di sentirci portatori di un messaggio di una vita lontana, ma reale, in cui il grido dei poveri riesce a smuovere le pigrizie di un sindaco e apre la strada alla speranza della Parola di Dio che passa attraverso le lettere dell’alfabeto insegnate sotto una pergola, ha preso il sopravvento. Ed allora attraverso parole, musiche, scenografie nate da condivisioni e confronti tra bambini, catechisti, genitori e la comunità parrocchiale è nato uno spettacolino (per noi spettacolone visto quello che ci ha insegnato) che vorremmo donarvi per condividere con voi un pezzo della nostra strada, della nostra vita. Forse non riusciremo a trasmettervi tutto, ma anche qui vale il segreto della favola di Giovannino perdi giorno: certi tesori sono solo per chi ha osato cercarli…E noi, con questo modo strano di far catechismo per un anno, di metterci in gioco come singoli (sia grandi che piccoli) e come comunità abbiamo davvero osato e abbiam scoperto un grande tesoro: amor fa rima con povertà …Ecco Barbiana è tutta qua… Scusateci se ci siam un po’ “gasati” … ma è stata una esperienza davvero grande per tutti… VI ASPETTIAMO IL 18 APRILE ALLE 21:00
Noi BARBIANESI di Regina Pacis
PARROCCHIA DI REGINA PACIS presenta
BARBIANA: DOVE I SOGNI DIVENTANO REALTÀ SABATO 18 APRILE ORE 20,45 SALA POLIVALENTE ORATORIO REGINA PACIS Una realizzazione del gruppo di bambini, genitori, catechisti
e animatori della quinta elementare
Regia: fr. Antonello Ferretti
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[CONTINUA DALLA PRIMA PAGINA]
I racconti evangelici della resurrezione e delle apparizioni di Gesù risorto, a prima vista sembrano incoerenti e
contraddittori. Nei Vangeli di Luca e Giovanni Gesù appare ai suoi discepoli a Gerusalemme lo stesso giorno della
risurrezione; per Marco e Matteo invece Gesù dà appuntamento ai discepoli in Galilea (distante un centinaio di
chilometri da Gerusalemme). Dopo la risurrezione a volte Gesù sembra avere ancora un corpo in carne e ossa,
altre volte sembra un essere spirituale.. In realtà, il messaggio che gli evangelisti ci vogliono trasmettere è che le
apparizioni del risorto non sono un privilegio concesso 2000 anni fa ad un gruppo di persone (è sempre bene
diffidare di qualsiasi apparizione riservata a pochi eletti), ma una possibilità per i credenti di tutti i tempi che
vivono il messaggio cristiano. Il Signore risorto non lo si trova guardando verso il sepolcro vuoto: “Perchè cercate
tra i morti colui che è vivo?” (Luca 24,5). Non lo si trova nemmeno scrutando il cielo: “Uomini di Galilea, perché
state a guardare il cielo?” (Atti 1,11). Lo si trova invece praticando il messaggio cristiano della condivisione, già
anticipato nell'Antico Testamento: “Non vi sarà nessun bisognoso in mezzo a voi” (Deuteronomio, 15,4).
Rimuovendo le pietre della nostra vita e praticando la condivisione e l'amore riusciremo così anche noi a fare
questi passaggi e a vedere e trovare il Signore risorto. Come la morte non ha distrutto la vita di Gesù, non
distruggerà neppure la nostra vita! Buona Pasqua!
Giovanni Dazzi
BUON COMPLEANNO DON MARIO!
Domenica 15 febbraio 2015, dopo la S. Messa delle ore
11.00 ci siamo trovati nel salone e nelle aule parrocchiali a
piano terra e anche al primo piano per accogliere le oltre
150 persone venute a pranzare assieme a Don Mario e
per festeggiare il suo 83° compleanno.
Le “Nostre Donne” hanno predisposto tutti i tavoli ben
apparecchiati e ordinati e ognuno aveva di fatto il proprio
posto a tavola. Un ottimo menù con penne al prosciutto
e piselli, arrosti, cotechino, verdure di contorno e alla fine
torte a volontà, caffè e ammazzacaffè !! È veramente un
bel momento per la comunità parrocchiale il ritrovarsi
dopo la Messa per pranzare assieme e condividere il
compleanno del Don, un bel momento di famiglia
parrocchiale e non solo, dopo la preghiera durante la
Messa e con una preghiera particolare per Don Mario con
gli anni che avanzano e purtroppo qualche acciacco che
inizia a farsi sentire.
Forza Don e un forte abbraccio da tutta la comunità
parrocchiale
E comunque un grande… “Grazie Don”
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NOTIZIE DALLA SCUOLA MATERNA ETTORE BARCHI 19 marzo: festa del papà
È sempre una grande gioia vedere i papà che
arrivano a scuola, tutti insieme, per la loro festa.
Gli occhi dei bambini iniziano a brillare e quelli dei
papà si emozionano. Arrivano papà di tutte le
sorti: in giacca e cravatta, con abiti da cantiere o
in divisa da poliziotto, tutti di corsa ritagliando
minuti preziosi dalla pausa pranzo, chiedendo
permessi e districandosi nel traffico. Meraviglioso
vederli tutti seduti, occhi negli occhi con i loro
figli, ad ascoltare la poesia dedicata a loro e alla fine
concludere con un abbraccio ricco di tante cose…
Grazie papà per le vostre corsa, grazie per il vostro
tempo, grazie per aver resto la vostra festa davvero
speciale!
NOVITÁ DALL’AZIONE CATTOLICA
ACR Domenica 19 Aprile festa della Compagnia a Campagnola
ACR (3° media) e l'ACG Il 9 e 10 maggio Ostensione della Sindone ospiti dell'ACR di Torino.
(l'iscrizione sarà confermata con il versamento della caparra e si dormirà in sacco a pelo)
ADULTI FAMIGLIA Sabato 28 marzo 2015 ore 15.30 presso il Centro Giovanni XXIII
Quale dialogo tra suocere e nuore?
Sabato 11 Aprile 2015 presso il Centro Giovanni XXIII "La rivoluzione della tenerezza" Mons. Carlo Rocchetta
Corso di danza a Spirito Santo
Per bambine/i dalla 1° elementare alla 1°media ogni GIOVEDI DALLE 17 ALLE 18.30 a partire dal 19 marzo ritornano Silvia e Silvia (si si...avete capito bene!) nel salone della parrocchia di Spirito Santo per un super corso di danza in 8 lezioni! Mostreremo il lavoro svolto in uno spettacolo conclusivo venerdi 8 maggio! Costo complessivo 25€.
Per maggiori informazioni sul corso: Silvia Romei: 339/1635079 Silvia Fantini: 345/3161716
ADULTI FAMIGLIA Sabato 28 marzo 2015 ore 15.30 presso il Centro Giovanni XXIII
Quale dialogo tra suocere e nuore?
Sabato 11 Aprile 2015 presso il Centro Giovanni XXIII "La rivoluzione della tenerezza" Mons. Carlo Rocchetta
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Responsabile: Don Paolo Cugini Coordinamento: Don Paolo Cugini, Nicolò Orlandini, Luca Lusetti.
Layout e grafica: Nicolò Orlandini. Testi e Contenuti: Don Paolo Cugini, Roberto Bonomo, Chiara Catellani, Moni,
Giò, Laura, Mery, Barbianesi di Regina Pacis, Luca Lusetti, Consiglio Pastorale Roncina, Scuola Materna Ettore
Barchi, Martina Vasapollo, Gianluca Guidetti, Giovanni Dazzi e gruppo Scout Regina Pacis.
Bollettino Informativo dell’Unità Pastorale Regina Pacis - Roncina - Spirito Santo
CICLOSTILATO IN PROPRIO