Inserto Oratorio Stezzano - Ottobre 2014

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dall’Oratorio... Ottobre 2K14 1 A proposito di (im)perferzione Potrebbe trarre in inganno il tolo. Quasi come a meere le mani avan, in questo tempo di ripartenza, per giusficare ciò che non andrà o sarà meno bello di quanto sognato e raccontato. Potrebbe… Già perché l’idea di imperfezione rimanda a qualcosa di generato male o fao in modo approssimavo. Normalmente la si considera così: perfeo è ciò che è giusto, bello, completo, funzionale. Mi piace invece far risuonare una suggesone che ci siamo (ri)consegna in ques giorni e lo faccio “usando” le parole di una canzone: “tra la partenza e il traguardo / nel mezzo c’è tuo il resto / e tuo il resto / è giorno dopo giorno / e giorno dopo giorno è / silenziosamente costruire / e costruire è potere e sapere / rinunciare alla perfezione”. Cosa vuol dire “sapere e potere rinunciare alla perfezione”? È solo quesone di comodità? Di fare le cose con meno ansia lasciando che “escano meno bene”? No, anzi… Si traa di iniziare a meere da parte il “perfezionismo” (di cui siamo un po’ tu affe quando ci lasciamo prendere dall’ansia di prestazione) e meere al centro il tema del “limite” (condizione di partenza di ogni storia umana). E anche qui non si traa di una “pia rassegnazione crisana”… piuosto è mettere in gioco la propria umanità al punto da essere dispti a esporsi per concersi e farsi concere per quello si è. Ed è l’esperienza di chi si pone nella relazione da educatore, da guida, da maestro. È quesone di condivisione, di servizio, di gratuità. E di verità: la mia, la tua, la nostra, di ciò che samo costruendo. Chiama, certo, a vigilare sulle tante maschere a portata di mano che vengono offerte In questo numero: _ Progeo InvAdo _ Il Passo _ Educatori _ Volontari Redione oratorio: Alessandro Maffiole Simone Rossi Francesco Guidi Valenna Caaneo Flavio Lorenzi Segreteria: 035 6014919 www.oratoriostezzano.it [email protected] o cercate, ma soprauo a evadere, costantemente, da ogni logica di giudizio, perché questo chiude, soffoca, spegne… Alla fine di seembre è passato un gruppo di pre della zona di Lana accompagna dal proprio Vescovo. Nel loro giro sulle orme di papa Giovanni XXIII hanno inserito una visita alla realtà dell’oratorio in quanto luogo privilegiato dalla chiesa di Bergamo per dare forma a quella cura pastorale che ha respirato anche il piccolo Angelo Giuseppe Roncalli. E così ci siamo trova a raccontare in un’orea cos’è l’oratorio e cosa succede nell’oratorio di Stezzano. Il loro Vescovo, che ben conosce le differenze di storia e di possibilità delle nostre diocesi, ha offerto una chiave di leura splendida per chi viene da una realtà dove le struure sono poche, le case parrocchiali inadeguate e l’oratorio non esiste. Diceva che ciò che conta è quello che si può offrire: cioè una presenza appassionata e appassionante, che aragga non tanto per la bellezza dei luoghi ma per lo sle di chi lo abita, che tesmoni un’aesa mai stanca o risenta, che dica di un amore che abilita alla libertà e non al possesso. Sapendo che questo profilo “alto” non può che passare nella storia imperfea di qualcuno che mee a disposizione questa imperfezione per percorrere un pezzo di strada insieme a qualcun altro che si senta amato nella propria imperfezione. Allora l’unica perfezione a cui possiamo puntare è quella di una movazione sempre alimentata e purificata, che si misuri sul terreno del dono e che sia disponibile a non misurare i propri successi ma a proporre cammini di maturazione e di libertà che rimandino a quel modo di essere uomo che è quello di Gesù. In ogni caso si traerà, sempre e comunque, di scelte di libertà. dA

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A proposito di (im)perferzionePotrebbe trarre in inganno il titolo. Quasi come a mettere le mani avanti, in questo tempo di ripartenza, per giustificare ciò che non andrà o sarà meno bello di quanto sognato e raccontato. Potrebbe… Già perché l’idea di imperfezione rimanda a qualcosa di generato male o fatto in modo approssimativo. Normalmente la si considera così: perfetto è ciò che è giusto, bello, completo, funzionale.Mi piace invece far risuonare una suggestione che ci siamo (ri)consegnati in questi giorni e lo faccio “usando” le parole di una canzone: “tra la partenza e il traguardo / nel mezzo c’è tutto il resto / e tutto il resto / è giorno dopo giorno / e giorno dopo giorno è / silenziosamente costruire / e costruire è potere e sapere / rinunciare alla perfezione”.Cosa vuol dire “sapere e potere rinunciare alla perfezione”? È solo questione di comodità? Di fare le cose con meno ansia lasciando che “escano meno bene”? No, anzi… Si tratta di iniziare a mettere da parte il “perfezionismo” (di cui siamo un po’ tutti affetti quando ci lasciamo prendere dall’ansia di prestazione) e mettere al centro il tema del “limite” (condizione di partenza di ogni storia umana). E anche qui non si tratta di una “pia rassegnazione cristiana”… piuttosto è mettere in gioco la propria umanità al punto da essere disposti a esporsi per conoscersi e farsi conoscere per quello si è. Ed è l’esperienza di chi si pone nella relazione da educatore, da guida, da maestro. È questione di condivisione, di servizio, di gratuità. E di verità: la mia, la tua, la nostra, di ciò che stiamo costruendo. Chiamati, certo, a vigilare sulle tante maschere a portata di mano che vengono offerte

In questo numero:_ Progetto InvAdo_ Il Passo_ Educatori _ Volontari

Redazione oratorio: Alessandro Maffioletti

Simone Rossi

Francesco Guidi

Valentina Cattaneo

Flavio Lorenzi

Segreteria: 035 6014919

www.oratoriostezzano.it

[email protected]

o cercate, ma soprattutto a evadere, costantemente, da ogni logica di giudizio, perché questo chiude, soffoca, spegne… Alla fine di settembre è passato un gruppo di preti della zona di Latina accompagnati dal proprio Vescovo. Nel loro giro sulle orme di papa Giovanni XXIII hanno inserito una visita alla realtà dell’oratorio in quanto luogo privilegiato dalla chiesa di Bergamo per dare forma a quella cura pastorale che ha respirato anche il piccolo Angelo Giuseppe Roncalli. E così ci siamo trovati a raccontare in un’oretta cos’è l’oratorio e cosa succede nell’oratorio di Stezzano. Il loro Vescovo, che ben conosce le differenze di storia e di possibilità delle nostre diocesi, ha offerto una chiave di lettura splendida per chi viene da una realtà dove le strutture sono poche, le case parrocchiali inadeguate e l’oratorio non esiste. Diceva che ciò che conta è quello che si può offrire: cioè una presenza appassionata e appassionante, che attragga non tanto per la bellezza dei luoghi ma per lo stile di chi lo abita, che testimoni un’attesa mai stanca o risentita, che dica di un amore che abilita alla libertà e non al possesso. Sapendo che questo profilo “alto” non può che passare nella storia imperfetta di qualcuno che mette a disposizione questa imperfezione per percorrere un pezzo di strada insieme a qualcun altro che si senta amato nella propria imperfezione. Allora l’unica perfezione a cui possiamo puntare è quella di una motivazione sempre alimentata e purificata, che si misuri sul terreno del dono e che sia disponibile a non misurare i propri successi ma a proporre cammini di maturazione e di libertà che rimandino a quel modo di essere uomo che è quello di Gesù. In ogni caso si tratterà, sempre e comunque, di scelte di libertà. dA

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Domenica 28 settembre io e altri cinque ragazzi della mia età con le nostre valigie ed i nostri cuscini abbiamo varcato la soglia dell’oratorio dando inizio a una settimana di vita comune in casa Borleri. Non era la nostra prima “convivenza”, ma questa aveva con sé qualcosa di diverso, forse anche di speciale!Ho iniziato quest’avventura con uno spirito diverso rispetto alle altre volte, mi sono voluta mettere in gioco al massimo in tutto e con tutti, con entusiasmo e disponibilità.Una domanda è sorta spontanea agli occhi di molti: “Perché sei ragazzi di quinta superiore hanno abitato l’oratorio per una settimana?”. La risposta si può racchiudere in un’unica parola: “PASSO”. Una settimana per decidere se prendere un impegno concreto di volontariato da condividere poi alla S. Messa di sabato 4 ottobre con tutta la nostra comunità e davanti al Signore.Questa settimana la si può considerare un po’ come la conclusione dei nostri quattro anni di catechismo e l’inizio di un nuovo percorso; non tutti quelli che hanno vissuto il catechismo con noi in questi anni hanno deciso di partecipare e nemmeno noi sei che abbiamo iniziato quest’avventura eravamo tutti, fin dall’inizio, convinti di fare questo “Passo”. Ci siamo comunque ritrovati, dando fiducia a chi ci stava accompagnando e ci siamo lasciati guidare; ci hanno lasciati sempre molto liberi e questo è stato molto bello e rassicurante.Alla mattina andavamo a scuola normalmente, forse un po’ stanchi e con qualche occhiaia in più e il resto della giornata lo passavamo insieme, condividendo pranzi, cene, chiacchierate, giocate a carte e compiti.La sera, dopo esserci aspettati sempre tutti per la cena, arrivava il momento più importante, quello in cui ci veniva chiesto di metterci in gioco ed in ascolto, di noi stessi e degli altri. Abbiamo messo a fuoco prima di tutto il percorso che ci ha condotto fino a qua, abbiamo condiviso le nostre paure, i nostri sogni per il nostro futuro, ci siamo fidati gli uni degli altri. Ci siamo lasciati provocare da un film e da alcune testimonianze di altri giovani che in qualche modo si sono messi in gioco nella loro quotidianità, capendo fin dall’inizio che è importante “muoversi”, decidere senza voler avere sempre tutto sotto controllo. È solo scegliendo, mettendosi in gioco, che si riesce a fare qualche passo, altrimenti il rischio è

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quello di rimanere sempre fermi, aspettando qualcosa che non arriverà mai. Occorre anche rischiare un poco!Venerdì, nel pomeriggio, ci hanno portati a Fontanella di Sotto il Monte… un breve ritiro, in un posto magnifico, per l’ultimo sforzo: decidere se fare o meno il “Passo” e definire in che cosa spendersi per quest’anno. Anche per questo appuntamento ci siamo lasciati guidare dal Vangelo di Giovanni, la lavanda dei piedi, dai Salmi che abbiamo pregato sera dopo sera, dalle canzoni che ci hanno accompagnati fino a lì, in quella bellissima chiesa che ci ha accolti in un momento così particolare. Sono state ore importanti, faticose, ricche di emozioni e appena siamo riusciti a mettere ordine nel nostro cuore e nella nostra testa, ognuno ha incontrato don Andrea per un momento di condivisione personale rispetto alla scelta da prendere. E così, anche in modo molto veloce è arrivato il fatidico giorno del Passo: eravamo abbastanza agitati (per lo meno io lo ero!) ma dopo aver letto la mia promessa e portato la lettera a don Mauro, ci siamo tranquillizzati e siamo riusciti a vivere bene anche la Messa.

Nonostante la tensione e la preoccupazione di non riuscire a mantenere l’impegno, abbiamo tutti deciso di provarci e per questo dobbiamo ringraziare tutti coloro che in quella settimana ci hanno guidato e aiutato: don Andrea, Silvia, Giacomo, Suor Eugenia e le nostre famiglie che ci sono sempre vicine.Infine ringrazio i miei compagni di viaggio… io con cinque maschi… grazie perché sono stata bene, mi avete accolta e fatta sentire sempre a mio agio! Ora speriamo di riuscire a metterci veramente in gioco, di saper far tesoro di quello che vivremo, delle storie che incroceremo e di riuscire a mantenere il nostro impegno.

Giada

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2… Parrocchia e Comune4… gli educatori che formano lo staff educativo: Silvia, Tamara, Giacomo e Nicola32… i giovani del territorio che collaborano e permettono l’attivazione di tante proposte10… altri giovani che in modo sporadico sostengono le iniziative di festa con e per i ragazzi175… gli adolescenti che in queste tre settimane si stanno iscrivendo alle diverse proposte71… i ragazzi di terza media che hanno aderito alle attività pomeridiane e serali45… i ragazzini di prima e seconda media che si stanno avvicinando alle iniziative34… le proposte che durante l’anno proporremo ai ragazzi e alla comunità5… minori con disabilità che sono inseriti nel progetto26… il numero di adolescenti che accompagneremo in diverse esperienze di volontariato4… agenzie con le quali collaboriamo in modo costante (Comunità Il Guado, SFA, Scuola, Casa di riposo, Coop. Alchimia)900… gli inviti che abbiamo consegnato nelle poste di tutti gli adolescenti del territorio98… gli adolescenti che a settembre hanno collaborato per organizzare la festa di apertura

Insomma! Se si vuole misurare tutto con i numeri, eccovi qui un po’ di resoconto rispetto a questo inizio, in crescendo e che da ottobre ha ripreso il suo completo ritmo!Ma vi assicuro che il Progetto InvADO è anche tanto altro.È un’opportunità che la Parrocchia e il Comune si sono dati per unire sì le risorse, ma anche le idee per offrire qualcosa che sia più completo possibile per i ragazzi.È un’occasione che si vuole dare a grandi e piccoli per vivere e viversi all’interno della comunità, per condividere storie, emozioni, pensieri… un modo per sentirsi bene, per sentirsi meno soli.È un lavoro intenso, continuativo, di ascolto, di osservazione, di presenza, di confronto per migliorarci e offrire proposte complete e arricchenti.Quest’anno ancora tante novità, a partire dallo staff degli educatori: dopo la collaborazione con Giorgio e Jacopo che ci hanno salutati, quest’anno hanno iniziato a collaborare nel progetto Tamara e Giacomo, entrambi di Stezzano.

Progetto InvADO#2014-2015:

non solo numeri!

Con l’aiuto di alcuni giovani abbiamo anche cercato di disegnare un logo vero, unico, che potesse rappresentare le basi di questo Progetto. Un logo tondo, che richiama il mondo, che ci ricorda che tutti sono la nostra comunità. Delle case, diverse, che sono lì pronte ad accogliere o ad essere accolte in qualche modo. Una circolarità che ci mette in relazione, che richiama lo scambio e il confronto. Ed una scritta che graficamente è stata tratteggiata, come fosse tracciata con la matita perché in qualche modo il progetto sarà sempre in evoluzione, raccoglierà nuovi bisogni e nuove esigenze. Altra grande scommessa è quella di coinvolgere fin da subito, tutti i giovani del territorio che hanno voluto per cercare insieme, ancor prima di decidere che cosa fare, di ragionare sul perché fare. Insomma, una ripartenza lunga, faticosa, in salita perché unire competenze-storie-idee diverse non è mai facile, ma se ci si crede può essere qualcosa di arricchente. Non tutti questi giovani fanno ora parte di questa grande macchina in modo costante, ma in qualche modo sono tutti parte di questo ingranaggio che ha iniziato qualche giorno fa a muoversi.Tante le iniziative proposte, tutte ad oggi molto gradite; la modalità è sempre la stessa: attività diverse nei tempi, nei modi, nella richiesta di messa in gioco, ma tutte con una finalità, quella di stare con i ragazzi, di dare loro l’occasione di conoscersi, di creare dei legami più o meno significativi. Alcune di queste attività sono molto

intense, vanno a toccare “corde” molto profonde, noi cercheremo di sollecitarle con cura e tanta pazienza, perché alla fine sappiamo che ne vale sempre la pena! La maggior parte delle proposte riguarderà il mondo dei preadolescenti e degli adolescenti con le loro famiglie, ma ci stiamo allargando creando anche opportunità più sporadiche, ma non per questo meno significative, anche per i più piccoli e per la comunità adulta.Il Progetto, per riuscire a raccogliere tutti i bisogni e i cambiamenti, sempre più veloci sta programmando bimestralmente (ottobre/novembre) ritagliandosi nel mese di dicembre proposte diverse dalla quotidianità dei mesi precedenti per segnare un po’ il tempo che ci porterà al Natale!Non vi sveliamo i dettagli, perché preferiamo che siano proprio i protagonisti a raccontarvi i diversi cammini e i loro vissuti. Ma certamente le premesse sembrano buone, perché quando la priorità per chi tenta di educare è quella di “prendersi a cuore”, di sporcarsi le mani con e tra chi ha voglia e/o bisogno di camminare insieme, di trasmettere che l’altro mi interessa, non per trasformarlo, non per giudicarlo, ma per crescere ed imparare insieme… allora si è già raggiunta una buona quota per proseguire e rimanere in cammino!

Silvia T.

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Sono Giacomo Trovesi, un ragazzo di 22 anni di Stezzano. Ho frequentato il liceo scientifico tecnologico presso l’istituto G. Natta e sono attualmente iscritto al corso di Scienze dell’Educazione presso l’Università di Bergamo. Sono un ragazzo che ha passione per tutti gli sport, dal calcio, che pratico nella squadra della Polisportiva di Stezzano, alla pallavolo, che negli ultimi giorni, con i mondiali, ci ha fatto un po’ rattristare. Questa passione l’ho appresa da mio padre, con il quale alle volte “mi perdo” pure a guardare qualche colpo di biliardo o qualche scoccata di scherma.Con dei miei amici ho creato una radio on-line, Meeting sound radio, un progetto che si pone come obiettivo quello di promuovere musica, indipendentemente dal genere, di artisti meno conosciuti, ma non per questo meno interessanti. Fino a giugno di quest’anno ho lavorato, come assistente educatore, alla scuola materna di Grassobbio, mentre da settembre ho iniziato questa nuova esperienza lavorativa che mi vedrà impegnato nel Progetto InvAdo come educatore.Da settimana scorsa, dopo un mese e più passato a progettare con lo staff degli educatori e con tutti i volontari che arricchiscono le proposte, sono iniziate un po’ tutte le attività e la prima che mi ha visto protagonista insieme ai ragazzi è stata quella del laboratorio di cucina dove abbiamo sfornato muffin alla nutella degni delle migliori mamme alle quali piace dilettarsi in cucina. Con i ragazzi più grandi, ci siamo visti in diverse occasioni, dai momenti più “liberi” dell’aperitivando e dell’abituiamoci,ai momenti più strutturaticome il laboratoriodi Instagram.Dopo tre anni passaticon i piccoli della scuolamaterna, che ascoltanosenza fare troppe storiee che ti regalano sorrisidi continuo, sarà faticosostare con i più grandi,ma credo che questaesperienza, oltre a farmicrescere dal puntodi vista professionale,mi regaleràmolte soddisfazioni.Un saluto a tutti,

Giacomo

Ciao a tutti, mi presento: sono Tamara Masseroli, ho 21 anni, abito a Stezzano con la mia famiglia e sono al terzo anno (e speriamo ultimo) della facoltà di Scienze sociali per la globalizzazione a Milano. Nel mio tempo libero, mi piace stare in casa a guardare film, soprattutto d’amore o d’avventura e allo stesso tempo amo trascorrere tempo fuori con le mie amiche: chiacchierare bevendo qualcosa o mangiando patatine fritte e perché no, andare anche a ballare. Ascolto molta musica, sia italiana che internazionale e il mio colore preferito è il rosa. Mi piace molto viaggiare, quest’estate sono stata ad Amsterdam, una bellissima città da visitare e da conoscere. Quando ho iniziato le superiori, ho intrapreso una serie di esperienze di volontariato all’interno dell’Oratorio: ho fatto l’animatrice al CRE e la catechista per i bambini delle elementari per due anni. Diventata più grande, l’anno

Tamara

Giacomo

scorso, mi è stato chiesto di accompagnare i ragazzi di terza media, nel loro percorso di catechesi e alcuni di voi mi hanno vista anche nelle vesti di educatrice al CRE per due anni consecutivi. L’oratorio non si anima solo durante i mesi estivi, ma richiede tutto l’anno una forte PRESENZA: presenza di ragazzi e bambini ma anche di giovani, che spendano un po’ di tempo per loro. Quando potevo, ho sempre cercato di prendere parte alle animazioni o alle attività proposte per i ragazzi per offrire una presenza costante, educativa (si spera) e solare. Questo perché spendere il mio tempo per gli altri fa stare bene anche e soprattutto me e allo stesso tempo mi permette di mettermi continuamente in gioco e in discussione. Anche quest’anno proseguo l’esperienza della catechesi con i ragazzi dell’attuale terza media però, se avrete occasione di passare in Oratorio, mi vedrete molto più spesso perché per quest’anno mi è stato proposto di prendere parte al Progetto “Giovani Insieme”, che nasce dalla collaborazione tra Regione Lombardia e gli Oratori Diocesi Lombarde, con l’obiettivo di inserire negli oratori una figura educativa, per 15 ore settimanali. Per la maggior parte del tempo prenderò parte ad una serie di attività proposte dal “Progetto Invado”, tra cui lo spazio compiti per i preadolescenti, il laboratorio al femminile e il laboratorio di fotografia per gli adolescenti. Quando mi è stata data quest’opportunità ero davvero felice e la prima cosa a cui ho pensato è stata “ACCETTO”; poi sono tornata con i piedi per

terra e ho iniziato a pensare a come poter incastrare quest’impegno con quella che fino a maggio era la mia ‘vita regolare’. Sì, perché un po’ la mia vita si è stravolta, ma in modo assolutamente positivo. Anche se è solo un mese e mezzo che ho iniziato questo nuovo percorso, posso dire che mi sta davvero piacendo tutto: progettare, programmare e dare forma alle nostre idee per i vostri ragazzi. Nonostante questo, ogni tanto temo di non essere all’altezza di questo compito perché mi si sono presentate molte situazioni che fino ad ora non avevo mai affrontato e la mia paura più grande è quella di deludere chi sta credendo in me. Se penso ad “oratorio, adolescenti e territorio” mi viene in mente il bisogno che i ragazzi hanno di trovare luoghi sicuri strutturati e non, dove poter trascorrere il loro tempo, ma allo stesso tempo dove trovare ADULTI e GIOVANI che stiano con loro, che si dedichino a loro con amore e passione e quindi alla necessità di parlare e confrontarsi anche tra i “grandi”. Mi auguro che anche quest’anno vi sia una forte partecipazione di ragazzi e genitori quindi a voi dico: BUTTATEVI e sperimentatevi continuamente, ci vediamo presto!!!!Infine un particolare grazie a mia mamma, che sarà felice di essere citata, per supportarmi e sopportarmi e a Silvia, don Andrea, Giacomo e Nicola che stanno “camminando” insieme a me.

Tamara

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volontari

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Sono Alexia, studio scienze dell’educazione a Bergamo e da due estati faccio l’educatrice al CRE dell’oratorio di Stezzano. Il CRE è sempre una bellissima esperienza, impegnativa, che richiede attenzione e responsabilità, ma nonostante tutto ciò rimane sempre qualcosa di bello, un’opportunità unica perché stai a contatto con i bambini che ancora si sanno stupire per poco, che ti corrono incontro, che ti riconoscono e ti fanno sentire veramente importante per loro. È un mese in cui utilizzi sicuramente tantissime energie, ma che allo stesso ti ricarica ed è sempre più quello che ti porti a casa rispetto a quello che riesci a dare! È un mese particolare in cui per 12/15 ore al giorno l’oratorio è attivo: bambini, preadolescenti, adolescenti e adulti! Si intercettano tante famiglie, si incontrano tante persone… è un’occasione veramente unica, dalla quale, poi, nascono passione e appartenenza!Lo scorso anno, infatti, dopo l’esperienza estiva, avevo deciso di fare qualcosa anche durante l’anno, perché mi piaceva l’idea di spendermi gratuitamente per un pezzetto con un po’ di continuità anche durante l’inverno. Un occasione, per me, giovane, di abitare in modo nuovo l’oratorio, per incrociare volti e storie di coloro che in qualche modo avevo incrociato anche d’estate, per essere anche un po’ d’esempio per gli adolescenti, per dire loro che la passione la si deve coltivare, sempre!Ho così deciso di dare il mio piccolo contributo all’interno del Progetto InvADO per lo Spazio Compiti,

attività settimanale per i preadolescenti del nostro territorio. Un’esperienza lunga, a volte faticosa, in cui la parte relazionale diviene fondamentale, anche per riuscire a far vivere bene il tempo dello studio ai ragazzi.Anche quest’anno mi riconfermo su questo servizio, perché arricchente sia a livello umano, sia per la professione che mi piacerebbe intraprendere, cerando di essere presente anche alle occasioni più animative del progetto, sempre con e per i ragazzini delle medie. Fin da settembre ho accettato di partecipare ai due momenti che ci hanno proposto per mettere a fuoco i bisogni dei ragazzi e per definire lo stile con cui ognuno di noi, educatori e volontari, deve mettersi in gioco, affinché realmente si riesca a trasmettere l’essenza del progetto. Momenti faticosi, di grande impegno e condivisione, ma che diventano fondamentali per la “buona e armoniosa riuscita” delle proposte.Lo stare all’interno del progetto mi ha fatto, in questo periodo, crescere la voglia di sperimentarmi sempre di più, di entrare un po’ in profondità e di mettermi in gioco, così, essendo che tra qualche mese spero di riuscire a concludere l’esperienza universitaria, ho chiesto la possibilità di poter vivere l’esperienza del Servizio Civile Volontario il prossimo anno. Spero proprio che si creino le condizioni perché possa provare a mettermi alla prova al cento per cento… certa che potrebbe essere una di quelle esperienze che ti fanno crescere e che ti temprano!

Alexia C.

Spenders i per g l i a l t r i . . .per c rescere ins ieme!